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www.russiaoggi.it LUNEDÌ 25 OTTOBRE 2010

Economia

Religione

Il mercato enologico russo nell’ultimo decennio ha conosciuto un’espansione vertiginosa.

Mosca ospita la più grande comunità islamica d’Europa, ma solo quattro moschee per i suoi 2 milioni di musulmani.

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ITAR-TASS

L’inserto è preparato e pubblicato da Rossiyskaya Gazeta (Russia) e non coinvolge le strutture giornalistiche ed editoriali di e

Inserto distribuito con The NYT International Weekly

La caduta del re di Mosca Si apre un’altra era RIA-NOVOSTI

«Juri Luzhkov non gode più della mia fiducia». Così il presidente Dmitri Medvedev a fine settembre ha destituito Juri Luzhkov (nella foto), sindaco e padrone di Mosca per oltre 18 anni

e ultimo superstite dell’era Eltsin. Era stato accusato di diversi misfatti, dalla demolizione illegale di edifici storici all’assegnazione di appalti alla moglie Elena Baturina, capo di un impero edi-

le e unica donna a figurare tra i miliardari russi. A far traboccare il vaso la sua vacanza estiva in Austria mentre la capitale era assediata dai roghi e soffocata da una nube di cenere. Eppure i

moscoviti rimpiangono le sue politiche sociali ed economiche degli Anni Novanta. Ora per Mosca si apre l’epoca di Sergei Sobyanin, capo di gabinetto del premier Vladimir Putin, designato il 15

ottobre da Medvedev: «È all’altezza di questo incarico complesso e di grande responsabilità». SERVIZIO A PAGINA 2

Anniversari Vera e Ilya continuano a cercare i mandanti dell’omicidio della madre avvenuto nel 2006

SU QUESTO NUMERO

La giornalista coraggio Politkovskaya Il ricordo dei figli quattro anni dopo

MASHA FOGEL RUSSIA OGGI

Vera era in attesa di una figlia quando sua madre, Anna Polit– kovskaya, fu assassinata il 7 ottobre 2006. «Per prepararmi al nuovo arrivo, stavo ridecoran-

do l’appartamento e mi ero trasferita da mia madre una settimana prima», ricordaVera. Anna preoccupata per la dieta della figlia in gravidanza rientrava a casa sempre carica di buste della spesa. Tranne quel pomeriggio quando venne uccisa nell’ingresso del condominio. Cinque mesi dopo Vera diede alla luce una bambina e le diede il nome della nonna.

Putin: “Nessuna guerra l’Artico sia zona di pace” Secondo il premier, deve essere la cooperazione scientifica, non la rivalità geopolitica, la chiave per lo sviluppo della regione. DEREK ANDERSEN THE MOSCOW TIMES

Nessuna “guerra artica”. Per la regione contesa da Canada, Danimarca, Norvegia, Russia e Usa il premier russo Vladimir Putin vede semmai un futuro radioso e pacifico. «Crediamo sia un imperativo morale mantenere l’Artico una zona di pace e cooperazione», ha detto chiudendo il

primo Forum sull’Artico tenutosi a Mosca a settembre. «Il settore russo dell’Artico fornisce circa l’11 per cento del Pil del Paese e il 22 per cento delle esportazioni», come ha ricordato Alexander Bedritsky, consulente presidenziale sui cambiamenti climatici. «La Russia - ha detto Putin - intende accrescere la propria presenza scientifica e finanziare la ricerca, compresa quella condotta da team internazionali». SEGUE A PAGINA 2

Anna Politkovskaya scriveva per la Novaya Gazeta e riceveva continuamente minacce di morte, ma per amore dei suoi cari aveva deciso di abbandonare la carriera di cronista di guerra e d’interrompere le sue inchieste sulla campagna cecena o sulla strage del 2002 nel teatro di Mosca.

REUTERS/VOSTOCK-PHOTO

A quattro anni dall’assassinio, “Russia Oggi” ha incontrato i due figli della cronista della “Novaya Gazeta” assassinata.

Sì degli Usa a Mosca nel Wto Il presidente Dmitri Medvedev è riuscito a portare a termine i negoziati con Washington per l’ingresso nell’Organizzazione mondiale del commercio. Ora si punta a una conclusione positiva delle trattative con l’Ue che, secondo il ministro italiano per lo Sviluppo economico Adolfo Urso, porterebbe portare benefici al “made in Italy”. SERVIZIO A PAGINA 3

Una commemorazione all’anniversario della morte

SEGUE A PAGINA 2

SUL NOSTRO SITO RUSSIAOGGI.IT La lontana Carelia a portata di click ITAR-TASS

Dopo quattro anni di visite e di ricerche, l’Università degli Studi di Firenze lancia un museo virtuale sulle architetture in legno della remota repubblica autonoma nordoccidentale.

Qui l’alta moda non conosce mai crisi A Mosca si è appena conclusa la Settimana della moda russa giunta quest’anno alla sua decima edizione. Fu proprio all’incirca 20 anni fa che, dopo essere rimasti dietro la Cortina di ferro per settant’anni, i russi si abbandonarono a una vera e propria frenesia da shopping. Se in Occidente le foto sulle riviste patinate come Vogue rappresentano l’ideale di bellezza al quale le donne aspirano, in Russia costituiscono un modello da copiare in ogni par-

La dolce vita degli esuli russi ALAMY/PHOTAS

ticolare per chi ha i mezzi. E dal momento che Mosca straripa dei soldi ricavati sfruttando il petrolio, i mezzi li hanno in molti. È per questo che la crisi economica non intacca il mercato delle grandi griffe, e in particolare dei grandi marchi italiani. Quando si possiedono oltre 70 milioni di euro non ha importanza se ne perdono la metà: una borsetta da 5mila euro resta pur sempre accessibile.

Dall’Antico caffè greco alle sale dell’Hotel de Russie passando per la chiesa ortodossa in via Palestro, sono tanti i luoghi che testimoniano la folta presenza di esuli russi nella Roma dell’800 e dell’900. “Russia Oggi” vi propone una passeggiata nella capitale sulle tracce di un passato non troppo lontano, ma già nascosto.

SERVIZI ALLE PAGINE 4 E 5

SERVIZIO A PAGINA 8


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Politica

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Mosca Un nuovo sindaco dopo 18 anni potrebbe aprire nuove opportunità agli imprenditori stranieri

Dopo Luzhkov per la capitale si apre una nuova era

Un triste anniversario per i figli della Politkovskaya

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SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

Dopo la sua morte, amici e colleghi predissero che le indagini avrebbero fatto la “solita fine”: nessun’indagine, nessun processo, nessuna conclusione. Una previsione che a oggi risulta piuttosto accurata: il processo c’è stato, ma i tre imputati sono stati prosciolti. «Gli esecutori materiali non sono stati individuati», dice il figlio maggiore Ilya. Come Vera ha una grossa responsabilità. La madre è diventata il simbolo dei rischi che corrono i giornalisti in Russia. Almeno 35 sono stati assassinati tra il 2000 e il 2009, un dato che fa del Paese il quinto più pericoloso al mondo per la stampa. Anna aveva denunciato tra l’altro le violazioni dei diritti civili commesse dal presidente Ramzan Kadyrov in Cecenia. «Allo stato dei fatti non abbiamo prove che sia stato lui a commissionare l’omicidio», afferma Ilya. «Gli inquirenti cercano gli esecutori materiali, non i mandanti. Forse dovranno passare mesi, o addirittura anni, prima che si sappia la verità». «Già», gli fa eco la sorella. Vera, trent’anni, continua ad abitare nell’appartamento che ha brevemente condiviso con la madre. Fa la giornalista come i genitori. Ilya invece ha 34 anni e ha fondato una società con una grande agenzia di pubbliche relazioni. «La politica? Non fa per me, e nemmeno il giornalismo», spiega. «Non voglio vivere tutta la mia esistenza all’ombra dei miei genitori». AncheVera si tiene lontana dalla politica, ma per motivi diversi: «c’è troppa sporcizia», dice. Tuttavia, malgrado le loro diverse carriere, Vera e Ilya sono uniti da un desiderio comune: promuovere la democrazia in Russia. «Per ora - ammette Vera - sono pessimista. Dal 2006 a oggi la libertà di parola non ha compiuto alcun progresso». Anche Anna Politkovskaya era pessimista: amava dire che per amore dei suoi nipoti non poteva permettersi il contrario. A quattro anni dal suo assassinio, Vera e Ilya però non si rassegnano. «Nostra madre sapeva che avrebbero potuto ucciderla. Mi aveva mostrato i suoi documenti più importanti.“Non si sa mai”, aveva detto. Ma non avrei mai immaginato che tutto potesse finire così».

Gli anni Novanta

L’ex primo cittadino e padrone di Mosca è stato silurato a fine settembre. Con la nomina dell’erede, Sergei Sobyanin, ci si interroga sugli effetti nel campo degli investimenti. ARTEM ZAGORODNOV RUSSIA OGGI

«Juri Luzhkov non gode più della mia fiducia». È con uno scarno decreto che il presidente Dmitri Medvedev a fine settembre ha destituito Juri Luzhkov, sindaco e padrone di Mosca da oltre 18 anni e ultimo superstite dell’era Eltsin. In estate la tv di Stato lo aveva accusato di diversi misfatti, dalla demolizione illegale di edifici storici all’assegnazione di appalti alla moglie Elena Baturina, capo di un impero edile nonché unica donna a figurare tra i miliardari russi. A far traboccare il vaso l’assenza dalla capitale durante gli incendi estivi. Al suo posto Sergei Sobyanin.

PHOTOXPRESS

«Con Luzhkov, mentre il Paese era alla fame, le nostre pensioni erano le più alte della nazione. Teneva le strade pulite e la case calde d’inverno», ricorda degli Anni’90 Sergei Danilov, piccolo imprenditore residente a Mosca. Del resto nella capitale le testimonianze dell’operato di Luzhkov sono visibili ovunque: dai 135 chilometri d’autostrada a 12 corsie (in epoca sovietica un’angusta via priva di illuminazione) alla cattedrale del Cristo Salvatore, restaurata 69 anni dopo che i bolscevichi la fecero saltare in aria per costruire una piscina pubblica. Luzhkov doveva la sua popolarità anche a una serie di politiche sociali ed economiche attuate in un’epoca in cui Mosca andava trasformandosi da grigia città comunista a fiorente cantiere edile nonché capitale finanziaria. Ma la sua reputazione iniziò ad appannarsi

La Moscow City Tower, il grattacielo più alto d’Europa, uno dei progetti più controversi di Luzhkov

quando il centro storico fu raso al suolo per dare vita a dubbie iniziative edili e il traffico giunse a sfiorare la paralisi proprio quando il numero delle automobili cresceva.

Guerra alla neve Nel 2009 Luzhkov ebbe l’idea di bombardare le nuvole con ioduro d’argento e azoto liquido per prevenire la neve. Già nel 2001 voleva usare dei laser per rimuovere il ghiaccio dai tetti: prima di scoprire che ci voleva un’ora per rimuovere appena una lastra di ghiaccio aveva speso 500mila dollari. Nel 2004 decise di mettere sotto vetro alcune vie della capitale ma non trovò gli investitori.

ni, e per gli investitori stranieri»), il 15 ottobre Dmitri Medvedev ha designato per la poltrona di sindaco di Mosca il capo di gabinetto del premier Vladimir Putin, Sergei Sobyanin. «È all’altezza di questo incarico complesso e di grande responsabilità», ha sottolineato il presidente. La stampa russa, d’altronde, dava da giorni Sobyanin come favorito, perché una figura considerata forte come la sua sarebbe essenziale per una vittoria di Russia Unita in vista delle elezioni parlamentari del 2011 e delle presidenziali del 2012.

L’erede è un uomo di Putin Mentre gli esperti discutevano sul dopo Luzhkov («Il suo successore non riduca pensioni e indennità sociali», si augurava Andrei Ryabov del Carnegie Center di Mosca; un analista indipendente, invece, prevedeva «nuove possibilità per l’economia, soprattutto nel settore delle costruzio-

Putin: “Nessuna battaglia, l’Artico resti zona di pace” Danimarca (che comprende anche la Groenlandia) continuano a contestare a Mosca il diritto di sfruttare la dorsale sotterranea Lomonosov, una grossa fetta dell’Oceano Artico, che si trova in gran parte in acque neutre. Secondo la Convenzione dell’Onu sul diritto marittimo del 1982, un Paese può reclamare diritti sulle risorse marine oltre i 320 chilometri dalle proprie acque territoriali nel caso in cui possa dimostrare che la propria piattaforma continentale si estende oltre quel punto. Tutti e tre i Paesi adducono dinanzi all’Onu motivazioni per associare la dorsale oceanica al loro territorio. La stessa Russia - dopo che si è vista respingere dall’Onu l’espo-

ORA CHE JURI NON C’È GLI OMOSESSUALI BALLAN

DOPO IL SINDACO VIA ANCHE PIETRO IL GRANDE

AUMENTI RECORD PURE PER LE BUSTARELLE

TUTTI PAZZI PER LA LADA L’AUTO DEL PREMIER

L’INCROCIATORE AURORA VA IN PENSIONE

La dipartita di Luzhkov, che non voleva sentir parlare di Gay Parade, pare aver sdoganato anche il dibattito giuridico sui diritti di manifestazione degli omosessuali. A fine settembre per la prima volta è stato autorizzato a Mosca un evento pubblico gay. E a Pietroburgo un tribunale ha ordinato a una giunta locale di garantire alla minoranza omosessuale un luogo per manifestazione.

Uscito di scena il sindaco Juri Luzhkov, a Mosca si discute del possibile sfratto dell’enorme monumento a Pietro il Grande (fondatore di Pietroburgo) dell’artista Zurab Tsereteli, grande amico dell’ex primo cittadino. Una delle proposte è di trasferire la statua alta oltre 100 metri all’imbocco del Golfo di Finlandia. Ma il governatore di Pietroburgo Valentina Matveenko ha già detto “Niet, grazie”.

Piccole bustarelle crescono: secondo il ministero degli Interni, la ‘tangente media’ in Russia è di 30.500 rubli (733 euro) più o meno lo stipendio medio di un piccolo funzionario. Lo scorso anno era di 23.000 rubli (553 euro). Tuttavia, sostiene Ella Pamfilova, capo della sezione russa di Transparency International, «la cifra è calcolata in base ai casi di corruzione scoperti, non indica una media reale».

Record di vendite senza precedenti per la Lada Kalina, la piccola utilitaria con cui Vladimir Putin ha macinato ad agosto oltre 2mila chilometri in tre giorni nella lontana Siberia. Una coincidenza? La casa automobilistica AvtoVaz non fa diretti collegamenti con il viaggio del premier, ma certifica la vendita, a settembre, di 12.406 vetture, contro una media mensile da inizio anno di 7.644 unità.

Fine ufficiale della carriera militare dell’incrociatore Aurora. Sulla nave simbolo della Rivoluzione d’Ottobre, da allora attraccata sulla Neva, a Pietroburgo, resteranno tre addetti alle pulizie e sei guardiani. A dicembre verrà ritirato l’equipaggio militare - un “inutile lusso” - comunica la Marina Militare. Pare sarà l’oligarca Mikhail Prokhorov a farsi carico delle spese della “neo-pensionata”.

PHOTOXPRESS

A cura di Orietta Moscatelli

ITAR-TASS

«Piano, piano, tanto la Russia non la ferma nessuno», diceva Silva, la mia ‘mamma russa’ nella Mosca degli anni Novanta. Nella cucina del suo appartamento si discuteva di tutto: minuscoli o enormi fatti di quei tempi di grandi cambiamenti. Le piccole cose non finivano mai sulle prime pagine, allora come oggi. Eppure spiegavano molto della Russia che cambia. Oggi come allora.

Articolo già apparso su The Moscow Times

RIA NOVOSTI

LA RUSSIA CHE NON CONOSCI

sto presentato nel 2001 perché non supportato adeguatamente da prove scientifiche - ne sta preparando uno nuovo che sarà pronto nel 2012 o 2013. Per allora anche il Canada avrà presentato il proprio e la Danimarca conta di farlo nel 2014. Dal canto loro, non avendo ratificato la Convenzione, gli Usa sono favorevoli all’“internazionalizzazione” delle acque artiche. Le poste in gioco sono del resto molto alte: l’Artico custodisce quasi un quarto delle riserve energetiche del mondo sotto forma di petrolio e gas naturale. E sotto i suoi fondali sono presenti anche immensi giacimenti di metalli preziosi.

Il Polo Nord conteso

ITAR-TASS

Promettendo che la tutela dell’ambiente sarà la «priorità assoluta» dell’espansione industriale nella regione, Putin ha poi aggiunto: «Se non agiamo responsabilmente nell’Artico adesso, in futuro avremo problemi globali invece che vantaggi». «Non vi sono premesse concrete per buona parte degli scenari più spaventosi ipotizzati e non è in corso alcuna“battaglia per l’Artico”», ha poi ribadito, prospettando collaborazioni internazionali. Le contese sono tuttavia venute a galla: se Russia e Norvegia avevano posto fine solo una settimana prima alla quarantennale disputa sui rispettivi confini marittimi, Canada e

KOMMERSANT

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA


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Trend Il mercato enologico russo sta conoscendo un’espansione vertiginosa

IN BREVE

Il vino fa dimenticare la vodka Spazio per i “doc” italiani

La nuova Wind parla russo Un colosso da 200 milioni di clienti

Nell’ultimo decennio si è passati dai 409 milioni di litri del 2000 agli oltre un miliardo odierni: un boom che ha anche incoraggiato la domanda di vini di qualità.

IL CONFRONTO

“Per i nostri prodotti si prevedono sviluppi interessanti”

CECILIA SCALDAFERRI

Un colosso della telefonia con 180 milioni di clienti distribuiti in 20 Paesi e ricavi per circa 15 miliardi di euro. È il nuovo soggetto che nascerà dalla fusione tra l’operatore russoVimpelCom e la Weather Investments dell’egiziano Naguib Sawiris. Le due società hanno siglato un’intesa per integrare i rispettivi business telefonici, che diventerà operativa nell’arco di qualche mese. Il gruppo russo sarà azionista di maggio-

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ranza della nuova società che avrà in pancia Orascom e l’italiana Wind. Sawiris conserverà il 20% circa e potrà contare su due membri nel board su 11 totali. Restano esclusi dall’operazione le attività di Wind Hellas, dell’Egitto e della Corea. L’operazione è stata concretizzata dopo un mese e mezzo di trattative serrate, che hanno visto coinvolti consulenti finanziari del carico di Deutsche Bank e Ubs. LUIGI DELL’OLIO

RUSSIA OGGI

80%

14%

6%

Ma la birra resta in testa

Nico Conta AD DI “CANTINA CONTE VISTARINO”

Il nostro export è incentrato sul Pinot Nero. Il vino italiano di qualità è ben posizionato e si prevedono degli sviluppi interessanti: la crisi ha dato dei problemi ma sono stati già superati, almeno dalle fasce alte. La Russia è destinata a diventare un mercato di sbocco importante, più di altri Paesi come India o Cina.

Addio ai cambiavalute Mosca punta sulla trasparenza

“Le vostre bottiglie sempre più popolari e accessibili” GETTY IMAGES/FOTOBANK

Un giovane dalle grandi potenzialità: così viene definito, più o meno all’unanimità, il mercato russo del vino che nell’ultimo decennio ha conosciuto un’espansione vertiginosa passando dai 409 milioni di litri del 2000 agli oltre un miliardo odierni con 30 milioni di potenziali clienti“premium”e un consumo procapite di sette litri. Un vero e proprio boom, benché la birra continui a monopolizzare l’80% dei consumi di bevande alcoliche, seguita da vodka (14%). Al terzo posto il vino (6%) che tuttavia, fra alti e bassi, ha resistito alla crisi che - con un calo l’anno scorso del 10% rispetto al 2008 - ha colpito duramente quello che tuttora viene considerato un bene di lusso. A farne le spese in particolare quel ceto medio che aveva cominciato a prendere maggiore confidenza con il mondo enologico e poi è stato costretto a ridimensionarsi a favore di bottiglie più economiche. Se da un lato la flessione del mercato ha portato a birra una contrazione degli acquisti nei ristoranti come nei negozi e all’uscita di scena di alcuni importatori, dall’altro ha spinto anche verso una maggiore consapevolezza del prodotto, in linea con quella rivoluzione quavino litativa che ha vissuto nell’ultimo decennio il vodka consumatore russo. A trarne beneficio sono le aziende vinicole italiane che negli ultimi anni hanno esportato nella Federazione, e principalmente sulla scena moscovita, grandi quantità di“nettare degli dei”. I primi dati del 2010 sono incoraggianti e alcu- Nella gerarchia dei consumi di ne categorie, come gli spuman- bevande alcoliche, con 7 litri proti, non accennano a perdere capite, il vino resta al terzo pocolpi. «Quest’anno siamo in cre- sto (6%) dopo birra (80%) e vodscita», conferma Daniele D’An- ka (14%) na, responsabile mercati esteri

delle Cantine Umberto Bortolotti, che in Russia da tre anni esportano Prosecco Valdobbiadene Docg. Quello che accomuna gli addetti del settore è l’ottimismo per il futuro. «Il mercato russo per i vini italiani di qualità è il migliore al mondo e le prospettive sono molto incoraggianti», sostiene dall’alto della sua decennale esperienza Emilio Rotolo, proprietario dell’azienda friuliana Volpe Pasini. A favore dei vini italiani - ricorda Eleonora Scholes, fra i massimi esperti russi di vino - «gioca l’immagine affascinante che il Bel Paese gode in Russia, dal Made in Italy alla cucina». Il limite principale sottolinea la Scholes puntando il dito contro «l’intervento governativo» e le sue regolamentazioni - sta negli ostacoli burocratici, con una tassazione considerevole (Iva al 18%) e alti costi di trasporto e di sdoganamento che si traducono in forti ricarichi sul prodotto finale.

Dmitri Pinski CO-PROPRIETARIO DI “DP-TRADE”

Le prospettive del mercato russo per i vini italiani sono brillanti. Per la nostra azienda questi costituiscono oltre il 40% delle vendite. I vini italiani sono più accessibili di quelli francesi e nella maggior parte dei casi, a parità di qualità, costano meno. A questa crescita di popolarità ha contribuito anche il boom dei ristoranti italiani in Russia.

Bianco o rosso? I vini rossi costituiscono il 6570% dei consumi, mentre i bianchi si attestano su un 20-25%. Di questi ultimi, l’80% è costituito da vini frizzanti, una categoria che include oltre allo champagne, anche spumanti come il Prosecco di Valdobbiadene e l’Asti. I consumatori russi prediligono la Toscana - a cominciare da Chianti e Brunello di Montalcino - e il Piemonte con Barolo e Barbaresco. Ma trovano ampio riscontro anche il Veneto con l’Amarone e il Friuli Venezia Giulia con il Pinot Grigio.

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Niente più cambiavalute per le strade. Dopo vent’anni la Russia ha deciso di cambiare rotta, stabilendo che dal 1° ottobre le valute estere si possono acquistare e vendere solo presso gli sportelli bancari. Se per molti turisti verrà meno un’attrazione tipica delle grandi città della Federazione, sicuramente ne trarranno benefici i loro portafogli. Che non saranno più esposti al rischio di truffe, molto frequenti nel settore. I primi uffici di cambio comparvero subito dopo la fine dell’Urss, quando i dollari si compravano sottobanco (farlo apertamente era reato), con un cambio spesso 15-20 volte più alto di quello ufficiale. Lo scarso sviluppo del sistema bancario e l’instabilità delle quotazioni del rublo fecero aumentare la popolarità dei cambiavalute: negli anni 1995-98 se ne contavano già 11.500. «La Banca Centrale vuole porre fine all’era dei “folli”

Anni ’90», commenta l’analista Leonid Sibchenko. Grazie alla crescita di fiducia nel rublo e nel sistema bancario, il dollaro non rappresenta più un punto di riferimento per i cittadini. E la Banca Centrale punta a una maggiore trasparenza, riducendo gli intermediari e consolidando il settore finanziario. «Le grandi banche devono conquistare una grossa fetta nel mercato dei servizi e fare grandi profitti per rendere il sistema del credito più stabile», osserva l’economista Aleksandr Osin. Mikhail Sukhov, membro del board della Banca Centrale, vede in questa decisione un altro possibile effetto positivo: evitare che si debba ricorrere al prospettato aumento della pressione fiscale sulle banche. Fermo restando che l’attenzione delle autorità verso i rischi di truffe resterà elevata, con la previsione di multe salate per le banche che non rispetteranno i requisiti di trasparenza. OLGA SENINA

Piaggio Aero atterra in Russia

Commercio internazionale Medvedev fa un altro passo in avanti verso l’Occidente

Accordo con gli Usa per l’ingresso nel Wto Ora trattative con l’Ue Il presidente ha centrato un obiettivo mancato dai suoi predecessori: portare a termine i negoziati con Washington per l’ingresso nell’Organizzazione mondiale del commercio. NATALIA FEDOTOVA RUSSIA OGGI

Il presidente russo Dmitri Medvedev ha centrato un obiettivo mancato in 17 anni dai suoi predecessori: Mosca e Washington hanno concluso con successo i

negoziati per l’entrata della Russia nel Wto. Ora si punta a una conclusione positiva delle trattative con l’Ue. Maksim Medvedkov, capo della delegazione russa, ha promesso che ci riuscirà «entro qualche settimana». L’ostacolo principale è rappresentato dalle imposte sul legname che la Federazione ha iniziato ad aumentare a metà del 2007 per sostenere lo sviluppo della propria industria di lavorazione del legno.

Il vice premier Aleksej Kudrin prevede che la procedura definitiva per l’entrata della Russia nell’organizzazione mondiale del commercio sarà avviata entro due-quattro mesi, con l’obiettivo di arrivare al via libera ufficiale entro 10-16 mesi. Gli economisti russi tuttavia non sono unanimi sull’integrazione. I fautori ritengono che porterà un incremento annuo del Pil intorno all’1%. Stando a Medvedkov, «l’ingresso darà impulso alla modernizzazione e porterà vantaggi a molte aziende». Gli oppositori temono invece che i consumatori locali possano preferire le merci di importazione dal momento che le norme del Wto presuppongono la massima libertà di commercio.

IL COMMENTO

Adolfo Urso VICE MINISTRO ITALIANO ALLO SVILUPPO ECONOMICO REUTERS/VOSTOCK-PHOTO

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L’ingresso di Mosca nel Wto porterebbe alla rimozione degli ostacoli tariffari e soprattutto non tariffari che spesso si frappongono all’export dei prodotti italiani”.

REUTERS/VOSTOCK-PHOTO

Piaggio Aero è sbarcata nel mercato russo. Nel corso della fiera Business Aviation di Mosca, i dirigenti dell’azienda italiana hanno annunciato una partnership con la russa Aviacharter per la fornitura di due aeroplani P180 Avanti II. L’accordo diventerà esecutivo dopo che gli apparecchi avranno superato i test in corso per le certificazioni russe. L’ingresso sul mercato è previsto per la metà del 2011. Il maggior pregio di questi ve-

livoli, fanno sapere da Aviacharter, è il rapporto qualitàprezzo. «Non resta che aspettare nuove ordinazioni per rendersi conto di quanta richiesta ci sia sul mercato per questa macchina. Grazie alle sue caratteristiche, potrebbe interessare a compagnie che volano su piccoli aeroporti, ma non bisogna dimenticare che la concorrenza è altissima e la rivalità accesa», fa notare Dmitri Baranov, analista della Finam Asset Management. VENERA REZTSOVA


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KIRILL LAGUTKO

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CURIOSITÀ

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Il celebre fashion designer russo Valentin Yudashkin ha esordito nel ’91 con una sfilata ispirata alle uova di Fabergé. Oggi i suoi disegni sono esposti nei musei di Parigi e New York

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Il primo negozio moscovita di Christian Dior è stato inaugurato nell’esclusiva Stoleshnikov Pereulok di Mosca nel ’98 a poche settimane di distanza dalla svalutazione del rublo

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Malgrado la crisi, negli ultimi anni a Mosca e nelle regioni limitrofe sono stati inaugurati decine di centri commerciali e di boutique specializzate nella vendita di marchi di lusso

IL COMMENTO

Mario Boselli PRESIDENTE DELLA CAMERA NAZIONALE DELLA MODA ITALIANA

WIREIMAGE/PHOTAS

RUSSIA.ITALIA NASCONO DAPPERTUTTO NUOVI CENTRI COMMERCIALI E IL LORO FULCRO SONO I NEGOZI DI GRIFFE ITALIANE

QUI LA CRISI NON VESTE L’ALTA MODA Sono tre le grandi società che distribuiscono i marchi di lusso italiani in Russia: Bosco di Ciliegi, Mercury Trading e Crocus Group. VALENTINA MATRENKINA BEN ARIS

moda internazionale dalla Cortina di Ferro, dopo il crollo dell’Urss le russe - ma anche i russi - si sono abbandonati a una vera e propria frenesia da shopping. Fu allora che arrivarono i primi

pionieri della distribuzione. All’inizio erano solo negozi multibrand, come diremmo oggi. Berezka era uno di questi: fu il primo a vendere abbigliamento di marchi italiani e francesi. È rimasto chiuso per un certo

periodo, ma adesso ha riaperto: si trova in pieno centro, in via Malaja Bronnaja. Negli ultimi due anni è esploso anche l’intero settore delle vendite al dettaglio. Enormi centri commerciali sono spuntati come funghi tutto intorno e dentro la capitale. Ma se in Occidente il loro punto nevralgico è un supermercato o un negozio di articoli hi-tech, in un mall moscovita è molto più probabile che lo sia una catena dei marchi di lusso. Sono tre le società che oggi distribuiscono le grandi griffe, perlopiù italiane: Bosco, Mercury Trading e Crocus Group. «Si sono spartite i migliori marchi, decidendo chi dovessero rappresentare sul mercato», spiega Natalia Oreshina che da anni si occupa d’immobiliare e apertura di centri commerciali. Alcune firme famose come Chanel stanno iniziando a operare sul mercato da sole, ma la maggior parte finisce con l’affidarsi a queste tre grandi società che conoscono bene l’ostica burocrazia russa.

Leonid Strunin, oggi ha il volto di AllaVerber, direttrice del centro commerciale Tsum. Mercury rappresenta sul mercato russo nomi come Gucci, Prada, Dolce&Gabbana, BottegaVeneta, Valentino, Cavalli, Versace, Pucci, Marni, Balenciaga, ma anche brand più democratici come Just Cavalli, Malo, Patrizia Pepe. Il suo secondo“centro di gravità” per concentrazione

All’inizio c’erano solo negozi multibrand. Negli ultimi anni è esploso il settore delle vendite al dettaglio di boutique è il Tretjakovskij Proezd, a pochi minuti a piedi dalla Piazza Rossa. Il terzo, il Barvikha LuxuryVillage si trova invece fuori città nella zona prestigiosa di Zhukovka, sull’autostrada Rublevo-Uspenskoe.

Bosco di Ciliegi Già dal nome appare chiaro che l’italianità è la sua caratteristica fondamentale. Fondato nel 1991 e proprietà di Mikhail Ku-

Mercury Trading Società fondata nel’94 dagli imprenditori Leonid Friedland e

snirovich, Bosco di Ciliegi ha più di 100 negozi monobrand di abbigliamento e accessori di Alberta Ferretti, Antonio Marras, Armani, Barbara Bui, Corneliani, D&G, Emporio Armani, Ermanno Scervino, Ermenegildo Zegna, Etro, Iceberg, I Pinco Pallino, Jil Sander, La Perla, Marina Rinaldi, Max&Co, Max Mara, Moschino, Pal Zileri, SportMax. E poi negozi di calzature come Alberto Guardiani, Casadei, Cesare Paciotti, Fratelli Rossetti, Pollini. Tratta prevalentemente marchi italiani, ma anche francesi (come Jean Paul Gaultier) e inglesi (come Paul Smith). È presente non solo a Mosca, ma anche a San Pietroburgo, Ekaterinburg e perfino a Milano dove, in via Manzoni, ha inaugurato una boutique di Kenzo.

Crocus Group È stato Aras Agalarov, il proprietario di Crocus Group (ossia Crocus International) a raccogliere nel 2002 nella struttura da 62mila metri quadri del centro commerciale Crocus City Mall un numero enorme di boutique: da Armani Collezioni a Missoni e Versace.

RUSSIA OGGI

L’andata e il ritorno delle madrine del fashion Quando quest’estate le due direttrici di “L’Officiel” e “Russian Vogue” vennero dimesse, la stampa parlò della “fine di un’era carismatica”. L’autunno però ha riservato sorprese... SVETLANA SMETANINA RUSSIA OGGI

Quest’estate le due grandes dames della moda russa, icone di stile e giudici del gusto, ossia le direttrici dei maggiori magazine glamour, hanno lasciato orfane le loro lettrici quasi contemporaneamente. Evelina Khrom-

Dieci anni di Russian Fashion Week più spettacolo che sfilate

chenko, a capo dell’edizione russa di L’Officiel, è stata licenziata per lasciare il posto alla moglie dell’editore, un’ex modella. L’allontanamento di Alyona Doletskaya, direttrice di RussianVogue, non è stato scandaloso, ma nondimeno inaspettato. Rivestivano entrambe lo stesso ruolo da 12 anni tanto che i giornalisti parlarono della «fine di un’era di carismatiche direttrici». Ma mai dire la parola “fine”... Leggi il resto su russiaoggi.it

ITAR-TASS

Le crisi in Russia non colpiscono i ricchi. Nel’98, a distanza di poche settimane da quando il rublo era stato svalutato e il governo aveva annunciato decine di miliardi di euro di indebitamento, aprì nell’esclusiva Stoleshnikov Pereulok di Mosca il primo negozio moscovita di Christian Dior. «Rimandammo l’inaugurazione dello store, ma fu un errore. Dopo l’apertura, abbiamo visto il giro d’affari crescere rapidamente», racconta uno degli investitori Jeremy Barnes. Quando si possiedono più di 70 milioni di euro non ha importanza se se ne perdono la metà: una borsetta da 5mila euro resta in ogni caso accessibile. Dopo essere rimaste per settant’anni tagliate fuori dalla

Evelina Khromchenko, direttrice di “L’Officiel”

www.russiaoggi.it/lettere

La Settimana della moda russa che si è conclusa pochi giorni fa quest’anno ha festeggiato il suo decimo anniversario. Negli anni Novanta, oltre alla “Settimana dell’alta moda” esisteva la “Settimana del prêt-àporter”, ma mentre la prima in seguito è andata gradualmente trasformandosi in “Settimana della moda Volvo”, la seconda è stata interrotta. Nel 2000 invece è stato inaugurato l’ambizioso progetto della “Settimana della moda russa” (Rfw), presto entrato in compe-

tizione con quello della “Settimana dell’alta moda” in quanto entrambi sono un’importante vetrina per stilisti già affermati. Ma più che manifestazioni per addetti ai lavori, si tratta di eventi di rilievo mondano alle cui sfilate - anziché stampa specializzata, compratori e stilisti - partecipano numerosi personaggi dello spettacolo e sostenitori degli stilisti. E i guadagni che si ricavano da queste iniziative, indubbiamente molto attese, non sempre coprono i costi di allestimento e organizzazione.

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Moda

I NUMERI

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la percentuale di russi che possono permettersi di comperare articoli d’abbigliamento costosi

Tendenze Anche i giovani talenti iniziano a far parlar di sé

Una ventata di freschezza sulle passerelle moscovite

RUSSIA OGGI

Oggigiorno lanciare una nuova griffe in Russia richiede una certa dose di follia: oltre a talento artistico e visione, ci vuole infatti grande professionalità, dedizione assoluta e capacità di autopromuoversi. Anche quando possiedono questi indispensabili requisiti, i giovani stilisti russi raramente raggiungono significativi volumi di vendite, soprattutto in patria. E se vogliono farsi apprezzare dai loro connazionali, devono prima di tutto affermarsi all’estero. I giovani talenti che si affacciano sul mondo della moda devono inoltre fare i conti con varie difficoltà: dall’assenza di sostegno statale alla totale mancanza di infrastrutture (che si traduce, ad esempio, nella carenza di tessuti e accessori di qualità o in problemi di distribuzione). Le loro battaglie quotidiane si riflettono sul costo delle loro creazioni che spesso è, già all’origine, più costoso di quanto ci si aspetterebbe. E non potendo contare su agevolazioni o copertura mediatica, finiscono il più delle volte per essere estromessi dal mercato. Tuttavia, malgrado le numerose difficoltà, negli ultimi anni a Mosca e nelle regioni limitrofe sono state inaugurate diverse SS ITAR-TA

LA SVOLTA VERDE PUÒ UNO DEI MAGGIORI PAESI INQUINANTI AL MONDO INVERTIRE TOTALMENTE ROTTA?

tle black dress”. Vika Gazinskaya è molto nota in patria sia come stilista che come “fashionista”. La scorsa estate, in occasione della Settimana dell’alta moda di Parigi, i suoi capi sono stati esposti da Colette, a rue Saint-Honoré, sca-

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tenando la curiosità dei media. Vika confeziona quasi tutti i suoi capi almeno in parte a mano e impiega esclusivamente tessuti e accessori di ottima qualità. Oltre ad essere uno dei più straordinari stilisti russi, Max Chernitsov è un ribelle, un intellettuale (si è laureato in Filologia presso l’Università di Magnitogorsk) e teorico della moda russa contemporanea. Le sue trovate stravaganti, come quella dei sensuali attentatori suicidi (con tanto di dinamite finta) e dei cosmonauti, gli hanno fatto guadagnare il soprannome di “il jolly della moda russa” hanno fatto molto scalpore.

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il prezzo medio di una T-shirt disegnata da un giovane designer russo: troppo caro per molti russi

che la Khromchenko e la Doletskaya hanno lavorato come direttrici dell’edizione russa di L’Officiel e Vogue

L’astro nascente della moda russa Dmitry Loginov

IL CONFRONTO COME SI VESTONO I GIOVANI IN RUSSIA E IN ITALIA? “RUSSIA OGGI” LO HA CHIESTO AD ALCUNI PASSANTI (A CURA DI MARIA LARIONOVA E DI ADELE SARNO)

“Capolavori” creativi per i russi

Un look radical chic per gli italiani

ADELE SARNO(2)

OLGA BORTE

boutique. Contemporaneamente, alcuni dei più originali talenti nazionali - come Alexander Terekhov, Dmitry Loginov, Vika Gazinskaya, Max Chernitsov e Leonid Alexeev - hanno iniziato a far parlare di sé sia sulla stampa che sul “red carpet”. E non solo in Russia. L’anno scorso i capi disegnati dal giovane moscovita Alexander Terekhov sono stati “raccomandati”da Style.com oltre ad apparire addosso ad Angelina Jolie e Misha Barton. Attualmente lo stilista, il cui marchio produce quattro collezioni l’anno, sta concentrando la propria attenzione sul mercato russo e nei Paesi della Cis. Dopo essersi affermato a un concorso per giovani stilisti a Krasnoyarsk, sua città natale, Dmitri Loginov si è trasferito a Mosca agli inizi del nuovo millennio. Ha poi vinto un viaggio a Londra e si è aggiudicato uno stage presso la rivista L’Officiel Russia. Eppure, malgrado i primi successi, per molto tempo si è dovuto accontentare di un modesto stipendio. Sino a quando pochi anni fa ha presentato la sua prima collezione maschile sotto il marchio Arsenicum, molto apprezzata per i suoi abiti dal taglio impeccabile. Godfrey Deeny, di Fashion Wire Daily lo ha definito «l’astro nascente della moda russa». Quest’anno, nel corso dell’Aurora Fashion Week (che si tiene a San Pietroburgo), Loginov ha presentato la sua prima collezione femminile ispirata a un’interpretazione classica e fantasiosa del“lit-

YANA BORISOVA

Dai tubini di Loginov ai cosmonauti di Chernitsov: le creazioni degli astri nascenti russi entusiasmano i critici e vestono star come Angelina Jolie e Misha Barton.

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l’aumento degli stipendi registrato nel primo trimestre 2010 rispetto al trimestre precedente

PHOTOXPRESS

il loro punto di vista innovativo e originale sulle cose. Sono felice di poter assistere alle sfilate della Settimana della moda e di poter ampliare la mia conoscenza della moda del Paese”.

ARCHIVO PERSONALE

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La collaborazione con la Settimana della moda russa è di straordinaria importanza per noi. Gli stilisti russi hanno un entusiasmo strabiliante, ci affascinano con la loro arte della provocazione, con

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Da sinistra, una donna che fa shopping a Tretyakovskii Proezd, il centro più caro per gli acquisti a Mosca, e immagini della Russian fashion week conclusasi a Mosca: il backstage, le sfilate e una creazione D&G

ITAR-TASS

MAX AVDEEV(2)

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OLGA - 22 ANNI - YAROSLAVL

ELENA - 21 ANNI - SAN PIETROBURGO

SIMONA - 26 ANNI - ROMA, VIA DEI CONDOTTI

LUCA - 22 ANNI - ROMA, CIRCO MASSIMO

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La moda per me non è comprare l’oggetto più costoso o trendy della stagione. È riuscire a creare un capolavoro con quel che hai in armadio. Compro tutto quello che mi piace, non mi interessa se griffato o meno, a parte la borsa!”

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Quando mi vesto mi piace dare l’idea di una donna che non dà molta importanza a ciò che indossa. In realtà il mio stile è molto ricercato, amo definirlo Indi-radical-chic. La mia passione sono le scarpe e le borse”.

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Mi piace curare il mio look. Penso che bisogna essere “stilosi” in ogni occasione. Per me vestirmi significa posare ogni volta per una copertina di un magazine. Non rinuncio mai ai miei denim, alla camicia casual e alla mia sciarpetta”.

Vestendomi amo combinare stili diversi nel mio abbigliamento. Mi piace anche portare indumenti che ho realizzato io stessa, come quello che indosso in questo momento. I miei preferiti? Gli articoli di maglieria”.

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RUSSIA OGGI WWW.RUSSIAOGGI.IT

Opinioni

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ELENA SHAGIEVA_CARGOCOLLECTIVE.COM/LENASHAGIEVA

LA SFIDA TUTTA IN VERTICALE DELLO SVILUPPO URBANISTICO Tai Adelaja RUSSIA PROFILE

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tanno spuntando e crescendo come funghi i monumenti eretti per il nuovo potere e la nuova ricchezza russa, che oltretutto mettono alla prova la nuova edilizia e lo sviluppo urbano. Dal momento che la geografia pone dei vincoli all’espansione, le “città del futuro”in Russia sono costrette a concentrarsi all’interno del fitto tessuto urbano storico e del ricco patrimonio culturale del Paese. Questo sviluppo ha sollevato i conservazionisti che criticano la devastazione inflitta al tessuto urbano dei centri storici scontrandosi con la classe politica e imprenditoriale che crede invece che i quartieri storici debbano lasciare il posto a metropoli davvero moderne. Niente più del progetto di costruzione del grattacielo Okhta della Gazprom a San Pietroburgo, per un’altezza di 403 metri, simboleggia meglio i limiti dell’espansione urbana in Russia. Il progetto di un grattacielo moderno nel cuore storico dell’iconica città russa ha persino indotto l’Unesco a prendere provvedimenti a tutela della città patrimonio dell’umanità. Il progetto da oltre due miliardi di dollari interessa un appezzamento di terreno a circa 10 chilometri dal centro, in una

Cade l’ultimo tabù: il grattacielo di Gazprom a San Pietroburgo sarà più alto delle guglie di San Pietro e Paolo

QUELLA COSTANTE EMORRAGIA DI TESORI RUSSI Alexander Von Hahn ESPERTO D’ARTE

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ai musei russi mancano all’appello almeno 250mila pezzi. Se il numero delle opere di cui si è presa traccia rappresenta solo lo 0,33 percento degli oltre 83 milioni di pezzi che conta il Paese, il patrimonio artistico continua però a soffrire di una lenta e costante emorragia. I primi decreti di nazionalizzazione risalenti al 1918, non riguardavano solo i beni produttivi, ma anche le collezioni artistiche. Tutto ciò che sopravvisse alla furia delle masse dei rivoluzionari che saccheggiarono le tenute dei proprietari terrieri fu destinato al “fondo museale statale”, appositamente creato. Una forma nuova di proprietà e gestione delle opere d’arte disastrosa: la cultura divenne

competenza dei burocrati e non più degli artisti.Vladimir Lenin aveva dichiarato che la Russia sovietica era un “nuovo tipo” di Stato alla ricerca della propria identità“proletaria”.E così i capolavori dell’arte“borghese”delle collezioni statali furono messe all’asta a Berlino, Parigi e Londra. Stando ai documenti dell’epoca, nel 1928 la Russia sovietica spedì all’estero una tonnellata tra tele, incisioni e“altre opere”. Nel 1930 la quantità di opere d’arte mandate oltre confine ammontava a nove tonnellate, a cui vanno aggiunte 569 tonnellate di beni di “altro genere”: mobili, argenteria, icone russe. Fu così che durante gli anni Venti opere di provenienti dalla collezione dell’Hermitage come il “San Giorgio” e la “Madonna d’Alba” di Raffaello o la “Venere allo Specchio”di Tiziano furono venduti in America ed Europa.

zona industriale abbandonata ubicata sulle sponde dei fiumi Neva e Okhta, dirimpetto alla Cattedrale Smolny risalente al XVIII secolo. Il grattacielo porrebbe bruscamente fine a una tradizione risalente ai tempi di Pietro il Grande il quale volle che nessun edificio di San Pietroburgo sovrastasse mai la Fortezza di Pietro e Paolo. La guglia della Cattedrale, ancor oggi il punto più alto del centro di San Pietroburgo, è alta 123

Oggi una nuova minaccia arriva dal governo russo sotto forma di proposta di legge. La Duma ha cercato di definire le modalità in base alle quali i“beni culturali”dovranno essere“restituiti” alla chiesa ortodossa e alle altre organizzazioni religiose legalmente riconosciute. Se approvata, la legge sancirà il passaggio di mano di milioni di “oggetti e opere d’arte religiosi”. In realtà, la“restituzione dei beni un tempo appartenuti alla chiesa” non ha nulla a che fare con la giustizia, né con la continuità. Pensata per legare la Chiesa allo Stato, la legge rappresenta un tentativo di manipolare i leader religiosi. Recentemente il patriarca Kirill ha salutato l’alba di una nuova era, in cui la Chiesa giocherà un ruolo centrale nella creazione di una Russia“moderna”.Ampie risorse naturali e il persistente coraggio della sua gente sono la garanzia del grande futuro di questo Paese.Tuttavia, la crescente sete di denaro e di potere da parte di coloro che ne sono alla guida politica e spirituale rende tale futuro piuttosto distante, se non decisamente tetro. L’autore è il direttore di Russian Art Partnership Ltd

metri, meno di un terzo della prevista altezza del grattacielo della Gazprom. Le leggi oggi in vigore vietano agli edifici dell’area scelta per erigere il grattacielo della Gazprom di superare i 100 metri di altezza, ma la giunta di San Pietroburgo nel settembre 2008 ha approvato un’ordinanza che consente all’Okhta di aggirare questa disposizione. Secondo un sondaggio condotto questo mese, anche il 72% dei residenti si oppongono al grattacielo sostenendo che, se sarà costruito, lo skyline della città sarà deturpato da quella che chiamano con tono denigratorio kukuruzina, ovvero “il dolce di mais”. «Nessuno aveva mai pensato di costruire un edificio di tale altezza a San Pietroburgo», ha commentatoVladimir Popov, responsabile del sindacato architetti di San Pietroburgo, a Radio Free Europe. «La nostra città è orizzontale e il centro è patrimonio dell’Unesco. Ci sono pochissimi edifici verticali in città e la maggior parte di essi sono templi religiosi, di poco più alti rispetto a tutti gli altri edifici orizzontali. Ecco per quale motivo crediamo che la costruzione del grattacielo sia assolutamente inadatta: è solo una fantasia incivile». L’autore è un editorialista del sito d’informazione www.russiaprofile.org

TELEMOSCA

RUSSIA-GEORGIA DUE ANNI DOPO Stefano Grazioli GIORNALISTA

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’ambasciata russa a Tbilisi é chiusa da oltre due anni, da quando la Georgia ha tentato con la forza di riportare sotto controllo le regioni separatiste di Abkazia e Ossezia del Sud, scatenando la reazione di Mosca e la guerra dei cinque giorni nell’estate del 2008. La Russia nel frattempo ha riconosciuto l’indipendenza delle due Repubbliche e i rapporti diplomatici tra i due Paesi sono adesso in un vicolo cieco. Il Cremlino si rifiuta di trattare con Mikhail Saakashvili, il presidente georgiano che Dmitri Medvedev e Vladimir Putin ritengono il principale responsabile nel conflitto per aver ordinato l’attacco massiccio a Tskhinvali, la capitale ossetina. D’altra parte a Tbilisi l’èlite ora al potere si mostra intransigente contro quella che considera un’occupazione illegale di parte di uno stato sovrano, anche e soprattutto appoggiata degli Stati Uniti. Alla riunione di ottobre della

Commissione bilaterale per la Partnership strategica tra Georgia e Usa, il segretario di Stato Hillary Clinton ha ribadito che Washington sostiene l’integrità territoriale della Georgia e le ambizioni di Tbilisi di entrare nella Nato e ha detto letteralmente che Mosca deve abbandonare le zone in questione. Il Cremlino però non ci sente, vede nell’indipendenza delle due regioni un elemento per la stabilità nel Caucaso e continua a intensificare le relazioni politiche ed economiche con Tskhinvali e Sukhumi, la capitale abkhaza. Poco è riuscita a fare la comunità internazionale nel mediare lo scontro. Anche i periodici colloqui di Ginevra tra le parti in conflitto, l’Ue, l’Onu e l’Osce non hanno portato finora a nulla. A breve non si vede una via d’uscita, almeno sino a che Saakashvili rimarrà presidente in Georgia. Le prossime elezioni sono però solo nel 2013. Anche sul lungo periodo una soluzione che accontenti entrambi i contraenti sembra difficile da raggiungere. L’autore ha fondato il sito di informazione indipendente East Side Report

DALLE SCARPE ALLE VALIGIE COSÌ CAMBIA IL CETO MEDIO Ben Aris ANALISTA

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uando sono arrivato per la prima volta in Russia nel 1993, tutti sapevano che ero straniero per via delle scarpe che portavo. In quel periodo la maggior parte dei russi indossava ancora scadenti ghette di plastica sopra calzature sovietiche e le scarpe erano diventate tra gli articoli più ambiti dei prodotti di consumo. Le buone scarpe sono tra i primi articoli che i nuovi commercianti di prodotti hanno importato in Russia insieme ad articoli più ovvi, come carta igienica e jeans. Dopo la caduta della Cortina di Ferro tra i primi prodotti importati ci furono anche computer e valigie. «Poiché in genere si acquistano valigie una sola volta nella vita, dovemmo muoverci molto rapidamente», racconta del suo approdo in Russia all’inizio degli Anni ’90 un rappresen-

tante della Delsey, azienda che produce articoli da viaggio e valigie di lusso. Grazie alla crisi, l’attenzione si è rivolta ai mercati emergenti, soprattutto la Cina. Non senza valide ragioni: la Cina con le sue esportazioni ha battuto tutti i nuovi importatori. Nella sua banca centrale conta 2.500 miliardi di dollari in contanti contro i 480 miliardi russi, conta 1,3 miliardi di abitanti contro i 142 milioni di russi e una crescita del Pil del 10 per cento annuo contro il 4,5 per cento. Tutto questo ampio ventaglio di confronti non tocca però un punto fondamentale: la Cina ha sì la popolazione più numerosa al mondo, ma quanti cinesi sono effettivamente consumatori? Il ceto medio russo costituisce il 68 per cento della popolazione, secondo Troika Dialog (una stima alta, secondo alcuni analisti), mentre quella cinese è del 13 per cento. In Russia i guadagni procapite si aggirano sui 12mila dollari l’anno contro i 4mila in Cina

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e il tasso di povertà è intorno al 13 per cento mentre in Cina affligge il 50 per cento (ossia 600 milioni di abitanti). Ne consegue che la Russia ha la più grande classe di consumatori tra i Bric e la crescita del reddito procapite medio è due o tre volte più veloce di quella del suo concorrente più vicino, il Brasile, e di gran lunga più distante ancora da quella di Cina e India. Mentre i commentatori si concentrano sulle cifre di macroeconomia dei Paesi emergenti, per fare affari sono le cifre di microeconomia che contano davvero e il consumatore russo sta già iniziando a competere con la sua controparte in Occidente. E se guardiamo all’altra estremità della scala del benessere noteremo che in Russia a marzo i poveri erano scesi al 14,7% dal 17 del 2009, in America, invece è del 14,3% e in aumento. L’autore è il direttore della rivista sull’Europa centro-orientale “Business New Europe”

LE LETTERE AL DIRETTORE, GLI ARTICOLI DEI REDATTORI ESTERNI E LE VIGNETTE DEFINITE “COMMENTI” O “PUNTI DI VISTA” O PUBBLICATE NELLA SEZIONE “OPINIONI” VENGONO SELEZIONATE IN MANIERA DA FORNIRE UN VENTAGLIO DI POSIZIONI E NON RISPECCHIANO NECESSARIAMENTE IL PENSIERO DI “RUSSIA OGGI” E DELLA “ROSSIYSKAYA GAZETA”. INVIATE LE VOSTRE LETTERE AL DIRETTORE A EDITORE@RUSSIAOGGI.IT


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Società

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Religione A novembre dovrebbero iniziare i lavori di costruzione di una nuova moschea, ma i residenti e gli ortodossi si oppongono

Se a Mosca i musulmani sono costretti a pregare per strada

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2 mln

parte sudoccidentale di Mosca, ubicata al di fuori della circonvallazione cittadina. I lavori dovrebbero iniziare a novembre, ma il progetto sta incontrando una ferrea opposizione.

KEVIN O’FLYNN

Le proteste dei residenti

RFE\RL

Oltre mille residenti del quartiere hanno firmato una petizione per stralciare il progetto sostenendo che creerebbe problemi di parcheggio e difficoltà ai proprietari di cani. Alcuni inoltre lamentano che il previsto tempio islamico sorgerebbe sull’unica“zona verde” del quartiere. «Si tratta di un’area verde e di un’area residenziale. Ci portiamo a spasso i cani», così Aleksandr Kuzmichyov, programmatore di computer di 55 anni, riassume le obiezioni. Altri esprimono sentimenti xenofobi verso i ceceni e i musulmani provenienti dal Caucaso. A prescindere dalle singole ragioni, l’11 settembre si sono dati tutti ap-

SERGEY MUKHAMEDOV

i musulmani che vivono a Mosca, la capitale europea con la più grande comunità islamica

I circa due milioni di seguaci dell’Islam possono contare su appena quattro moschee nella capitale. Ogni tentativo di costruire nuovi luoghi di culto viene però ostacolato.

Quando i musulmani hanno celebrato la fine del Ramadan, i media russi hanno diffuso la fotografia dell’enorme folla che pregava per strada, fuori dalla Grande Moschea di Mosca strapiena di fedeli, sotto il titolo “una città musulmana”.In realtà i seguaci dell’Islam rappresentano un quinto dei 10,5 milioni di abitanti della capitale russa e quelle fotografie hanno messo in luce ben altro: la grande penuria di luoghi di culto per i circa due milioni di musulmani moscoviti che possono contare in tutta la città solo su quattro moschee. È per questa ragione che i musulmani moscoviti, che rappresentano la più grande comunità islamica presente in una capitale europea, stanno progettando una nuova moschea nel quartiere sudoccidentale Tekstilshiki che dovrebbe ospitare 3000 fedeli. Nel 2008 il Consiglio dei Mufti russi aveva chiesto alle autorità municipali di trovare dei terreni adatti all’edificazione di una nuova moschea e di una scuola islamica e poi scelto, tra i vari siti proposti, quello nel quartiere di Tekstilshiki, una zona industriale nella

IL NUMERO

L’immagine della celebrazione di fine Ramadan in via Durov a Mosca rilanciata dalle prime pagine di tutti i quotidiani russi

La Chiesa ortodossa per ora si è astenuta dall’opporsi espli-

citamente, ma ha criticato le autorità municipali per non aver approvato nello stesso sito la costruzione di una chiesa ortodossa. Una riprova dei rapporti sempre più tesi tra cristiano-ortodossi e musulmani. I primi affermano che gli immigrati musulmani dal Caucaso e dall’Asia centrale stiano alterando il panorama etnico e religioso russo. I secondi denunciano i rapporti sempre più stretti tra la Chiesa ortodossa e lo Stato. A Mosca la Chiesa ortodossa ha

progetti ambiziosi: mira a edificare 200 nuovi luoghi di culto nei prossimi tre o quattro anni. La maggior parte delle sue chiese attualmente sorge nel centro storico. Mentre i nuovi luoghi di culto dovrebbero essere edificati nelle zone più periferiche della città. Intanto ogni nuovo tentativo di edificare altre moschee invece viene intralciato. «Ci sono circa 900 chiese per i cristiani e solo quattro moschee per due milioni di musulmani. Se fossero

onesti e amichevoli, cristiani e autorità, dovrebbero ammettere che non è abbastanza», osserva Nafigulla Ashirov, copresidente del Consiglio dei Mufti russi a Mosca. «È da vent’anni - continua - che tentiamo senza successo di costruire una nuova moschea a Mosca. Ma non ci sono mai problemi per le altre costruzioni anche quando si tratta di demolire vecchi edifici per far posto a centri di distribuzione del gas, ristoranti o nightclub».

STATI UNITI

GERMANIA

ITALIA

SPAGNA

POLONIA

Proteste contro il progetto di un centro islamico a due isolati da Ground Zero: per molti è un insulto alle vittime dell’11 settembre. Un pastore minaccia di bruciare il Corano nell’anniversario del crollo delle Torri Gemelle

Sempre lo scorso settembre la polizia tedesca chiude ad Amburgo la moschea Taiba, in passato chiamata “Al Quds”, che veniva frequentata da Mohammed Atta, la mente degli attentati suicidi dell’11 settembre 2001

Solleva polemiche il progetto di costruzione di una nuova moschea a Torino. A Milano da quando due anni fa è stata chiusa la moschea di viale Jenner non si trova un accordo per la costruzione di un nuovo luogo di culto islamico

Secondo un recente rapporto sono una sessantina le moschee la cui costruzione è stata ritardata o rinviata “sine die” fra il 1995 e il 2008 a causa delle proteste degli abitanti dei comuni spagnoli dove sarebbero dovute sorgere

Simili polemiche in Polonia sul progetto di costruzione nella capitale di un centro di cultura musulmana. Mentre in Svizzera un anno fa è stato deciso per referendum il divieto di costruire minareti in tutto il Paese

L’11 settembre centinaia di manifestanti hanno protestato sul sito che dovrebbe ospitare il nuovo tempio islamico puntamento per protestare sul viale Volzhsky dove dovrebbe essere costruita la moschea.

La Chiesa ortodossa

I precedenti

Immigrazione Molti immaginano una città grigia e tetra, ma poi si ricredono. E per i neofiti hanno un consiglio: “Abbiate pazienza!”

Trasferirsi a Mosca, identikit dei nuovi stranieri Anche quest’autunno, come ogni anno, centinaia di stranieri si sono stabiliti a Mosca. “Russia Oggi” ne ha incontrati alcuni, a pochi giorni dal loro arrivo, per raccogliere le loro prime impressioni sulla capitale.

IL COMMENTO

Barbara Valfré IMMIGRATA ITALIANA

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Amo la poesia russa, soprattutto Lermontov e Pushkin. Ma anche Marina Tsvetaeva e le sue opere sulla nostalgia. I russi mi ricordano i napoletani: sono sentimentali, piangono, hanno un rapporto passionale con il loro Paese”.

PHOEBE TAPLIN RUSSIA OGGI

KIRILL LAGUTKO

Gli stranieri che come ogni anno, anche quest’autunno si sono trasferiti a Mosca hanno trovato la città diversa da come se l’aspettavano. Della cupezza di un tempo - dicono - rimane ormai poco e per sfuggire al traffico e all’inquinamento a molti di loro basta rifugiarsi nell’opera lirica e nella poesia. O fare un giro nella maestosa metropolitana. È proprio vero che per trovare una soluzione a volte basta scavare oltre la superficie...

I bambini prima di tutto È stato l’atteggiamento inaspet-

L’italiana Barbara Valfré

tatamente positivo dei russi verso i bambini a fare da subito amare la città alla giornalista britannica Lucy Ward, arrivata a Mosca ad agosto. Secondo lei, i britannici hanno solo da imparare dalla «combinazione di protezione talvolta opprimente e tantissimo affetto» dei russi nei confronti dei bambini o dal rito di festeggiare ogni 1 Settembre l’inizio

della scuola con «bouquet, palloncini e canzoni».

I pregiudizi sfatati Il britannico Angus Saunders è direttore finanziario di Avianova, la nuova compagnia aerea nazionale low-cost russa. Sua moglie Julia, che per più di venti anni ha lavorato come preside, afferma: «Non pensavo che avrei trascorso qui i miei anni da pensionata». Ma la realtà si è rivelata molto più gradevole di quanto la cupa immagine della Russia all’estero lasciasse prevedere. «Pensavo che sarebbe stato tutto grigio e tetro e che mi sarei trovata in uno squallido appartamento a bollire barbabietole. Invece è come trovarsi in una qualsiasi città europea e stare qui mi ricorda Notting Hill».

La fame di cultura Tornati in patria, gli stranieri sanno che i migliori prodotti di

esportazione russi non sono il petrolio e il metano, ma l’arte e la letteratura. Hanno scoperto un nuovo interesse per la poesia. Ma assistere agli spettacoli russi in patria non sarà mai come andare al Bolshoi o al centro d’arte Winzavod ricavato da una ex fabbrica di vini. Per la francese Sandrine Cottereau, l’abbondante offerta culturale rappresenta l’aspetto migliore della

C’è chi ama l’atteggiamento protettivo dei russi verso i bambini e chi ha fame di letteratura vita a Mosca. «Qui c’è tutto: l’opera, la danza, il circo». Anche la permanenza in Russia dell’italiana BarbaraValfré che è venuta qui per seguire il marito è sostenuta da un profondo amore per la letteratura che l’ha anche

aiutata a stringere nuove amicizie. «Faccio parte di due gruppi di lettura», spiega. «Amo la poesia, soprattutto Lermontov, Pushkin. I russi mi ricordano i napoletani: sono sentimentali, piangono, hanno un rapporto passionale con il loro Paese». Anche Antonella Scott, arrivata da Milano come corrispondente del Sole24Ore, era già stata a Mosca diverse volte a partire dagli anni Novanta. Della capitale apprezza diversi aspetti: «i blini e le melanzane... l’interesse delle persone per il teatro e i concerti... Inoltre amo la metropolitana». «Sento di far parte di questa città, nel bene e nel male», dice. Certo, riconosce, vivere a Mosca «è forse molto più complesso che abitare in qualsiasi altra città europea», ma per i nuovi arrivati ha un consiglio: «siate pazienti, leggete libri sulla Russia e amatela quanto più potete».


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Cultura

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L’ITINERARIO

Piazza del Popolo

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Em anu ele

Caffè greco in via dei Condotti, luogo di ritrovo dell’intelligentsija russa

La chiesa di Santa Caterina martire, il nuovo luogo di culto russo-ortodosso di Roma

Ce rch i Ci rco Ma ssi mo

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de Russie, che ancora oggi fa sfoggio d’eleganza. Il ’900 segna anche la nascita di una chiesa, in via Palestro, presso la stazione Termini. È una graziosa palazzina rosa pastello, un tempo proprietà della principessa Cernysheva fu consacrata nel’32 e fino all’anno scorso è stato l’unico luogo di culto russo a Roma. Ora si serve messa anche nella nuovissima chiesa di Santa Caterina martire, situata sul promontorio dove sorge villa Abamelek, residenza del rappresentante di Mosca in Italia. Ultima tappa di questo viaggio nella memoria: il cimitero laico di Testaccio. Visita utile poiché i numerosi sepolcri con iscrizioni cirilliche come quello di Brjullov e le croci ortodosse ricordano che un tempo molti russi qui vennero, vissero e morirono. La versione integrale dell’articolo su russiaoggi.it

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Cimitero laico di Testaccio in via Caio Cestio 6, dove si trovano molte tombe russe

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ALAMY/PHOTAS(4); MATTEO TACCONI

La misteriosa fuga di Lev Tolstoj dopo una vita alla ricerca della felicità Sono passati cent’anni dalla fuga dello scrittore ottanduenne e dalla sua successiva morte. A distanza di un secolo un giornalista ne svela il mistero. TATJANA SHABAEVA

ITAR-TASS

RUSSIA OGGI

Sopra, Lev Tolstoj. A sinistra, la copertina del libro di Pavel Basinskij “Fuga dal paradiso”

Aspirava al “paradiso”, un progetto durato una vita intera e grandiosa, eppure non sempre felice

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Piazza del popolo: ai lati della spianata sorse, negli anni ‘20 del ‘900, la libreria e casa editrice “Slovo”

Letteratura Il libro di Basinskij racconta gli ultimi dieci giorni dello scrittore

Sono passati cent’anni da un episodio che, avvenuto in un villaggio russo, finì per avere un’eco mondiale: un mattino un vecchio di 82 anni partì in gran fretta, di nascosto dalla moglie, dalla tenuta di Jasnaja Poljana. Si chiamava Lev Tolstoj e il suo nome era famoso ben oltre i confini russi. Se vi era in Europa all’inizio del XX secolo una persona di autorità spirituale mondiale, era proprio lui, il grande vecchio di Jasnaja Poljana. Le circostanze della sua partenza e della morte che seguì 10 giorni dopo nel tempo sono state alterate da illazioni e pettegolezzi. A distanza di un secolo, distinguere la realtà dalla leggenda è ancor più difficile, ma è proprio questo lo scopo che si è prefisso lo scrittore e giorna-

Hotel de Russie. Qui, nel primo‘900, la nobiltà russa in esilio teneva spesso dei ricevimenti

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Artisti, letterati, nobili, esuli. Una schiera di russi, nella Roma dell’800 e della prima metà dell’900. Alcuni c’arrivarono per caso. Molti altri per scelta. Roma fu per loro non solo luogo di passaggio. Fu vera dimora, patria adottiva, fonte d’ispirazione. Lo scrittore Ivan Turgenev e i pittori Orest Kiprenskij e Karl Brjullov nell’800 erano avventori fissi dell’Antico caffè greco, in via dei Condotti, pieno di lampadari luccicanti e specchi opachi. Oggi appannaggio di soli turisti, il caffè era un posto di ri-

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RUSSIA OGGI

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MATTEO TACCONI

trovo abituale dell’intelligentsija russa e anche il romanziere Nikolaj Gogol, che tra il 1838 e il 1842 alloggiava nell’odierna via Sistina, portando a termine Le anime morte, era solito frequentarlo. Dell’antica presenza russa il caffè è uno dei pochi segni rimasti. È solo armandosi di fantasia che si può immaginare il centro di Roma all’inizio dell‘900, quando la presenza russa si “istituzionalizza”e spuntano nel cuore cittadino diverse taverne i cui nomi – la Capanna russa, il Circolo russo, la Rondinella russa e la Taverna russa – forniscono indizi evidenti sul tipo di clientela. Viene inoltre fondata la Slovo, casa editrice e libreria, in piazza del Popolo, dove si ritrovano i kerenskiani in esilio. Lì accanto, in via del Babuino, un’altra fetta – quella nobiliare – di esuli era solita incontrarsi all’Hotel

Corso

Dall’Antico caffé greco in via dei Condotti all’Hotel de Russie, sono tanti i luoghi che testimoniano l’antica presenza di artisti, letterati, nobili ed esuli russi nella città eterna

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Quando la Russia s’incontrava a Roma

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UNA FOLTA SCHIERA DI RUSSI VISSE NELLA CAPITALE TRA L ’800 E IL ’900

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lista Pavel Basinskij. Nel libro Begstvo iz raja (Fuga dal paradiso) uscito quest’anno, Basinskij ha ripercorso le orme di Tolstoj da quando era un“buono a nulla”,come lo chiamavano i fratelli, fino a quando divenne ufficiale emerito, proprietario terriero, padre di una numerosa famiglia e, divenuto un celebre scrittore, infine

precettore dell’umanità. Tolstoj credeva che l’uomo fosse stato creato per la felicità. Lui stesso aspirava al “paradiso” fin dal giorno in cui da bambino seppellì una simbolica bacchetta verde che, secondo una leggenda, aveva il potere di rendere felici. Da allora si allontanò sempre più dalla ricetta infantile della felicità. Ormai vecchio, avrebbe detto: «Se avessi creato io gli uomini, li avrei fatti già vecchi, di modo che a poco a poco diventassero bambini». Basinskij prende in esame non solo la fuga di Tolstoj, ma anche il paradiso: questo progetto durato una vita intera, grandiosa, eppure infelice. Jasnaja Poljana, il luogo in cui Tolstoj era nato, divenne il suo rifugio. Ma neppure qui trovò pace. La sua “fuga dal paradiso”fu l’esito di anni di tentennamenti e tormenti. Il principale merito del libro sta forse nel fatto che vi si può udire la voce di Tolstoj che si dibatte tra i dubbi sino al giorno in cui prenderà una risoluzione che fino ad allora gli era sembrata impossibile.

IN LIBRERIA Due proposte tra i tanti libri di e su Tolstoj usciti in italia in occasione dell’anniversario della sua morte (a cura di Annelisa Alleva)

Nell’opera postuma Morte in diretta l’esotico Caucaso da Astapovo

TITOLO: LEV TOLSTOJ AUTORE: CHADŽI-MURAT CASA EDITRICE: VOLAND TRADUTTORE: PAOLO NORI

TITOLO: TOLSTOJ È MORTO AUTORE: VLADIMIR POZNER CASA EDITRICE: ADELPHI TRADUTTORE: GIUSEPPE GIRIMONTI GRECO

Il romanzo di Tolstoj uscito postumo nel 1912 inaugura la collana“Sírin Classica”di Voland dove scrittori, in questo caso Paolo Nori, traducono i grandi classici. Ha la cornice esotica del Caucaso e viene considerato l’ultima grande opera di Tolstoj. Riflette l’epoca forse più tormentosa della sua vita.

Uscito nel 1935 fu il primo romanzo di Pozner. Si svolge nella stazione di Astapovo dove Tolstoj morì e racconta i giorni della sua agonia alternando dispacci telegrafici e articoli a stralci dei diari e delle lettere di Lev e della moglie. Ne risulta un collage molto affascinante di cronaca e memorie.

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