Mensile dell'Associazione Trentini nel Mondo del mese di maggio 2019

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TRENTINI

MONDO

nel

MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E

5/2019

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento - Taxe Percue

anno 62°

I partecipanti all’«Incontro dei Circoli trentini del Rio Grande do Sul» 01 (Brasile) che si è svolto nella città di Garibaldi.

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CIRCOLI, DELEGAZIONI E FEDERAZIONI/COORDINAMENTI DI CIRCOLI dell’Associazione Trentini nel Mondo - onlus

Coordinamenti Argentina, Australia, Benelux, Bosnia, Brasile, Canada, Germania, Messico, Paraguay, Stati Uniti e Uruguay

Federazioni ITTONA (Canada e Stati Uniti)

Argentina - 57 circoli - 1 delegazione Alta Gracia, Avellaneda, Azul, Bahia Blanca, Bariloche, Buenos Aires, Catamarca, Chajarì, Chilecito, Colonia Tirolesa, Concepción del Uruguay, Concordia, Cordoba, Cordoba Sud, Corrientes, Corzuela, Cruz del Eje, Formosa, General Roca, General San Martín, La Carlotta, La Plata, La Toma, Lanteri, Las Breñas, Machagai Plaza, Makallè, Malabrigo, Malagueño, Mar del Plata, Mendoza, Olavarria, Pampa del Infierno, Presidente Roque Sáenz Peña, Puerto Tirol, Quitilipi, Reconquista, Resistencia, Río Cuarto, Romang, Rosario, Salta, San Jaime, Sampacho, San José (Depto. Colon), San Nicolas de los Arroyos, Santa Fé, Santa Rosa de la Pampa, Tandil, Tucuman, Venado Tuerto, Viedma, Villa Carlos Paz, Villa General Belgrano, Villa Ocampo, Villa Regina, Zárate - Comodoro Rivadavia

Messico - 13 circoli - 1 delegazione Aguas Calientes, Citlatepetl, Città del Messico, Colonia Manuel Gonzalez, Colonia Diez Gutierrez, Cordoba, Huatusco, Monterrey, Puebla, San Luis de Potosí, Tijuana, Veracruz, Xalapa - Cuernavaca

Australia - 8 circoli - 2 delegazioni Adelaide, Canberra, Mackay, Melbourne, Myrtleford, Perth, Sydney, Wollongong - Tasmania, Townsville Belgio - 4 circoli - 2 delegazione Centre du Borinage,Charleroi, La Louviére, Liegi – Limburgo, Bruxelles Bolivia La Paz

- 1 circolo

Bosnia - 4 circoli Banja Luka, Sarajevo, Stivor, Tuzla Brasile -

Canada - 5 circoli Alberta, Montreal, Toronto, Vancouver, Windsor & Detroit Cile - 3 circoli Copiapò, La Serena, Santiago Colombia Bogotá

- 1 circolo

Danimarca Copenaghen

- 1 circolo

Ex emigrati - 3 circoli Australia, Stivor (BIH), Svizzera

Peru Lima

Francia - 3 circoli Grenoble, Lorena, Parigi

Portogallo Portogallo

Germania - 6 circoli - 3 delegazioni Colonia, Dortmund, Reno Neckar, Stoccarda – Berlino, Monaco, Norimberga

Romania Romania

Gran Bretagna - 2 circolo Londra, Trentini UK-Irlanda Italia - 13 circoli Biella; Borgosesia; Brescia; Bresciani amici del Trentino; Como; Famiglia Trentina di Roma; Friuli; Milano; Pontino; Predazzani nel Mondo; Roma; Società Americana di Storo; Trieste Lussemburgo Lussemburgo

- 1 circolo

61 circoli

Ascurra, Belo Horizonte, Bento Gonçalves, Blumenau, Brusque, Caxias do Sul, Colatina, Coronel Pilar, Corupà, Curitiba, Divino di Laranjeiras, Encantado, Erexim, Florianopolis, Garibaldi, Gasparin, Gramado, Guaramirim, Indaial, Jahú, Jaraguà do Sul, Joinville, Jundiaì, Laurentino, Londrina, Luzerna, Nereu Ramos, Nova Brescia, Nova Trento, Ouro Fino, Passo Fundo, Piracicaba, Porto Alegre, Presidente Getulio, Rio de Janeiro, Rio do Oeste, Rio do Sul, Rio dos Cedros, Rodeio, Salete, Salvador, São Paulo, Sananduva, Santa María, Santa Olímpia, Santa Teresa, Santa Tereza do Rio Taquarì, São Bento do Sul, São João Batista, São Miguel do Oeste,São Sepe, São Valentim do Sul, Taiò, Tapejara, Trentin, Três de Maio, Tucunduva, Venda Nova do Emigrante, Veranòpolis, Vitoria, Xanxerè

L’elenco è consultabile (completo con indirizzi e nomi dei presidenti) sul nostro sito internet: www.trentininelmondo.it 02

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Paraguay - 10 circoli Asunción, Atyrà, Caacupé, Caaguazù, Concepción, Fernando de la Mora, Lambaré, Luque, Paso Barreto, San Pedro Ycuamandiyù - 1 circolo

Serbia Indija

- 1 circolo

- 1 circolo

- 1 circolo

Stati Uniti - 21 circoli Alliance, Chicago, Cleveland, Denver, Hazleton, Milwaukee, Minnesota, New England, New York, Norway, Ogden, Pittsburgh, Readsboro, San Francisco, Seattle, Solvay, South Alabama, South East Pennsylvania, Seattle, Southern California, Washington, Wyoming Sud Africa - 2 delegazioni Pretoria, Cape Town Svizzera - 6 circoli - 1 delegazione Amriswil, Basilea, Ticino, Winterthur, Zofingen, Zug - Sciaffusa Uruguay - 5 circoli Carmelo, Cerro Largo, Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera (S. Ana do Livramento - BR) Venezuela Caracas

- 1 circolo


EDITORIALE SOMMARIO Pagine 2-5 COMMEMORAZIONE DELL’8 AGOSTO Pagine 6-9 INCONTRO DEI CIRCOLI TRENTINI DEL PARAGUAY Pagine 10-11 AGENDA Pagina 13 ATTUALITÀ Pagine 14-21 CIRCOLI (Toronto, Montreal, Bento Gonçalves, São Sepé, Rio dos Cedros, Pontino, Ticino, Santa Rosa, Villa Regina, Canberra) Pagine 22-23 GENTE E FATTI Pagina 24 60 ANNI D’EUROPA Pagina 25 GIOVANI Pagine 26-27 GIUSEPPE GARIBALDI E IL TRENTINO

ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO O.n.l.u.s. Presidente Alberto Tafner

Direttore Francesco Bocchetti

TRENTINI NEL MONDO Mensile dell’Associazione Trentini nel Mondo aderente alla F.U.S.I.E Direzione, amministrazione e redazione

Via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO Tel. 0461/234379 - Fax 0461/230840 sito: www.trentininelmondo.it e-mail:info@trentininelmondo.it Direttore responsabile Maurizio Tomasi Comitato editoriale G. Bacca, C. Barbacovi, F. Casagrande, B. Cesconi, C. Ciola, M. Dallapè, A. Degaudenz, M. Fia, B. Fronza, L. Imperadori, H. La Nave, E. Lenzi, A. Maistri, G. Michelon, P. P. Mini, F. Pisoni, P. Rizzolli, V. Rodaro, P. Rossi, G. Sbetti, M. Setti, P. Svaldi, A. Tafner, R. Tommasi, V. Triches Hanno collaborato: R. Barchiesi - S. Corradini - G. Degasperi F. Bocchetti - I. Turco Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 62 - 6 febbraio 1958 STAMPA: Grafiche Dalpiaz srl Ravina di Trento (TN) Per ricevere il giornale: Dal 2020 il giornale dell’Associazione cambia il rapporto con i propri lettori: non più solo abbonati ma soci della Trentini nel mondo: tutte le informazioni a pagina 12. A pagina 28 il modulo per la richiesta di adesione in qualità di socio. N. 5 maggio 2019 Stampato il 19 AGOSTO 2019 Le affermazioni e le opinioni espresse negli articoli firmati rispecchiano le posizioni degli autori.

ANCHE D’ESTATE L’ASSOCIAZIONE È IMPEGNATA IN UNO DEI SUOI COMPITI STATUTARI

La memoria dell’emigrazione va coltivata e fatta conoscere

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i sa che i mesi estivi favoriscono tradizionalmente il moltiplicarsi di incontri e appuntamenti proprio perché vengono facilitati dal clima vacanziero. Si moltiplicano così i momenti di confidenza e di chiacchiera, favoriti dalle lunghe e calde giornate che invogliano a passare più tempo fuori dalle quattro mura domestiche, le stesse che durante i lunghi mesi invernali diventano rifugio e riparo dal freddo e dalle cose spiacevoli che succedono fuori della porta di casa. In questo periodo estivo dunque cresce la voglia di uscire e condividere il tempo con gli altri e tanto più lo si condivide quanto più si partecipa alle feste, alle sagre, alle celebrazioni e alle ricorrenze che fioriscono un po’ ovunque. Ecco quindi che pure la Trentini nel Mondo, approfittando anche del fatto che molti trentini che vivono all’estero si trovano in visita o in vacanza nella loro terra d’origine, organizza tutta una serie di convegni e riunioni utili per favorire gli incontri e approfondire nel contempo il tema dell’emigrazione: sia quella storica che quella attuale che interessa sempre più da vicino i giovani, gli studenti ed i lavoratori. Anche se sembra che le istituzioni in questi ultimi tempi preferiscano occuparsi d’altro, l’Associazione ritiene indispensabile continuare ad approfondire l’argomento e così lo fa in ogni occasione possibile, convinta che sia indispensabile coltivare la memoria di una parte tanto importante della storia trentina. Ovviamente per avere memoria è necessario avere la conoscenza cosa che recentemente risulta pericolosamente latitante - e quindi appare logico favorire l’incontro tra le vecchie e le nuove generazioni di emigranti, proprio perché è attraverso questi momenti che si possono coniugare i tempi di festa con altri legati alla storia e alla cultura che hanno contribuito a formare il Trentino di oggi. È anche per questo motivo che

l’Associazione ha cominciato a «far girare» per i vari Comuni del Trentino che ne hanno fatto richiesta la mostra realizzata in maniera moderna e ricca di dati ed immagini che illustrano il fenomeno migratorio a partire da fine ’800, allestita la prima volta in occasione del suo sessantesimo di fondazione. È un ulteriore contributo che la Trentini nel Mondo intende dare alla conoscenza, nella convinzione che di fronte alla loro perdita c’è il gravissimo rischio della ripetizione dei tragici errori già commessi nel passato e che si possono ripresentare in maniera subdola, proprio approfittando della mancanza di memoria. Accanto a questo è poi necessario organizzare - come si sta facendo - incontri e celebrazioni che tocchino anche i punti periferici del Trentino e anche se ad un’analisi superficiale queste manifestazioni ad alcuni possono apparire ripetitive, si ritiene utile procedere in questo senso proprio per non dimenticare. Ed è in quest’ottica che una delle riunioni tra le più riuscite organizzate quest’estate è stata, ad esempio, quella con i giovani partecipanti all’interscambio. Con i figli e nipoti di emigranti trentini ci si è trovati sui prati e tra i boschi della baita degli alpini a Grumes, dove lo staff dell’Ufficio ha organizzato un ricco e simpatico pic nic (nella foto). È stata un’occasione per far conoscere un luogo diverso del Trentino e per far vivere

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ai ragazzi un pezzettino di vita quotidiana durante il quale si è potuto parlare, ridere e approfondire ogni argomento che potesse interessare loro, al di là dei discorsi ufficiali e dei momenti istituzionali che magari non sempre suscitano l’entusiasmo partecipativo dei giovani. Un altro appuntamento (il più recente in ordine di tempo) è stato poi organizzato in un differente angolo del Trentino, scelto tra gli scenari più affascinanti e ricchi di storia e precisamente a Ledro dove è stato dato vita al sedicesimo incontro con i Circoli Trentini d’Italia e con quelli d’Europa. Come è consuetudine, questa celebrazione è avvenuta in concomitanza con la giornata nazionale dedicata al sacrificio del lavoro degli italiani nel mondo e l’Associazione nell’occasione ha voluto anche ricordare l’amico Bruno Caviola, artista e Trentino nel Mondo recentemente scomparso. Abbiamo voluto ricordare solo due tra i tanti incontri che si sono succeduti in questo periodo estivo, ma ce ne sarebbero tanti altri. L’importante è che tutto questo serva a far incontrare le persone, nella convinzione che i rapporti umani, gli scambi reciproci ed il confronto tra idee e pensieri diversi costituiscono l’unica difesa dagli egoismi, dagli opportunismi, dal discrimine fanatico e dalle chiusure pregiudiziali - tanto in auge al giorno d’oggi - verso qualsiasi altro essere umano. Alberto Tafner 5 - 2019


AGENDA L’APPUNTAMENTO ACCORPA L’«INCONTRO DEI CIRCOLI TRENTINI D’ITALIA» E L’«INCONTRO D’ESTATE DEI CIRCOLI EUROPEI»

Ledro e Bezzecca hanno ospitato la commemorazione dell’8 agosto «Q

uesta giornata ci chiede non solo di commemorare ma di riflettere, perché lo sfruttamento del lavoro, nella nostra realtà degli anni duemila, esiste ancora. Ci sono persone che continuano a lavorare in condizioni pericolose per la loro incolumità, senza coperture assicurative, senza ricevere un salario dignitoso»: è questo l’appello lanciato da Aldo Degaudenz (foto in basso), componente della giunta della Trentini nel mondo, al termine del suo intervento in occasione della «Giornata nazionale dedicata al sacrificio del lavoro degli italiani nel mondo», che si celebra l’8 agosto. «È compito di ognuno di noi, non solamente della politica, riflettere e creare opinione, rifiutare determinate situazioni e non cadere nella trappola dell’accettazione passiva, perché la dignità umana del lavoratore, viene prima dell’economia», ha affermato Degaudenz. L’appuntamento, che da alcuni anni accorpa in un unico evento l’«Incontro dei Circoli trentini d’Italia» e l’«Incontro d’estate dei Circoli d’Europa», è stato organizzato quest’anno dalla Trentini nel mondo a Pieve di Ledro. L’8 agosto ricorre infatti l’anniversario della tragedia di Marcinelle, evento che ha segnato un vero e proprio spartiacque nella storia e nel modo di approcciarsi al tema del lavoro, in particolar modo quello di chi è emigrato. Nel ricordare il sacrificio che tanti italiani e trentini hanno

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Oltre al 63° anniversario della tragedia mineraria di Marcinelle è stato ricordato l’artista Bruno Caviola, scomparso nel 2017

compiuto, prestando il loro lavoro in territorio straniero, e a volte pagando con la vita, Aldo Degaudenz ha spiegato ad un’attenta platea i motivi per i quali Marcinelle ha un posto tristemente importante nella storia. L’esplosione che nel 1956 ha provocato nella miniera belga la morte accertata di 262 operai, di cui 136 italiani, uno dei quali, Primo Leonardelli, orginario del Trentino, è stata infatti la prima tragedia sul lavoro seguita in maniera assidua dai mass media, che hanno fornito aggiornamenti continui nel corso di tutti i quindici giorni occorsi per terminare le operazioni di soccorso e ac-

certamento. «Prima di questo disastro, gli incidenti sul lavoro erano considerati qualcosa di inevitabile, un effetto collaterale dell’esposizione a dei rischi, e l’unica cosa importante era che la produzione non si fermasse - ha detto Degaudenz - dopo Marcinelle, l’attenzione ha iniziato a concentrarsi sugli aspetti relativi alla sicurezza, che da quel momento, da argomento non considerato, si è trasformata in un obiettivo da perseguire». Quanto accaduto in Belgio ha aperto la strada ad una visione diversa del lavoro, che ha portato non solo a tenere conto della sicurezza, ma anche

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al riconoscimento delle malattie professionali. Un primo traguardo, è stato il riconoscimento, avvenuto nel 1964, della silicosi come malattia causata dal contatto con materiali dannosi per la salute, e la conseguente erogazione di un’indennità alle vedove di tanti operai scomparsi a causa di questa patologia. Ad aprire la giornata è stato Fabio Fedrigotti (foto sulla pagina a fianco in alto), assessore alla cultura del comune di Ledro, che ha portato il saluto del sindaco ed ha poi illustrato le numerose particolarità di un territorio che offre tracce di memoria che vanno dalla preistoria alla modernità.


AGENDA

Una valle decentrata ma non per questo meno ricca di storia, cultura e bellezze naturali. Dopo l’intervento dell’assessore Fedrigotti, è stato ricordato l’artista Bruno Caviola, scomparso nel 2017, da tempo legato alla Trentini nel mondo, nato a Roma ma di origini trentine: il nonno Giuseppe, era di Carano in Val di Fiemme, e aveva sposato Maria Rosa, di Legos, in Val di Ledro. Alla presenza della moglie Pina, a rendergli omaggio è stata la professoressa Luisa Boccagni, che ha trattenuto a stento la commozione, rivangando aneddoti della sua lunga amicizia con Bruno. «Un ragazzo introverso ma sempre gentile», così ricorda la professoressa Boccagni l’artista da giovane, quando era solito trascorrere le estati in valle di Ledro. «Le visite in Trentino sono sempre state costanti nella vita di Bruno - ha detto la professoressa Boccagni - tanto che hanno influenzato profondamente la sua personale visione dell’arte e tutta la sua produzione, che si caratterizza per la commistione di due realtà: quella trentina e quella romana, esprimendosi nella realizzazioni di paesaggi montani o di ambienti urbani ritratti con lo sguardo sofferente di chi al cemento preferisce la na-

Bruno Caviola, pittore e scultore schivo Nato a Roma il 31 ottobre 1937 (e scomparso nel 2017) nel 1956 ottiene il diploma di maestro d’arte presso l’Istituto statale d’arte di Roma, il diploma di laurea nella sezione pittura presso l’Accademia delle belle arti di Roma, dove quattro anni dopo conseguirà la laurea in architettura scenografia presso l’Accademia delle belle arti di Roma. Nel 1962 conclude il corso alla “scuola di nudo” presso l’Accademia di Francia, Villa Medici, Roma. Docente di disegno per il Ministero della pubblica istruzione, Caviola inizia giovane l’attività di operatore d’arte, dando la precedenza alla pittura, e avvicinandosi alla scultura solo in un secondo momento, dopo aver tura. Negli anni successivi al suo pensionamento, in Bruno sono cresciute la voglia di ricostruire la sua gioventù trentina e quella di conoscere le montagne, che ha esplorato in lungo e in largo con la sua 4x4, trovando ispirazione per la realizzazione di una serie di acquerelli oggi appertenenti alla collezione «Ledro felix». Aveva tanti pregi, ma la caratteristica che lo rendeva amato da tutti era la sua tendenza a non imporre mai le proprie conoscenze,

maturato scelte stilistiche sempre più introspettive. Una delle fasi espressive più importanti per l’artista fin da studente ha riguardato il rigore di ricerca nelle geometrie plastiche con l’argilla. Le sue sculture frontali ad altorilievo sono esposte in spazi esterni, dove la luce, variando d’incidenza, produce, accentuandone i volumi, effetti chiaroscurali di violento contrasto. Molto schivo e dedito al lavoro, Caviola ha proposto in esposizioni personali e collettive la sua produzione con la modestia che ha da sempre caratterizzato la sua indole, cercando di mostrare agli altri il proprio io senza forzature né arroganza.

ma a condividere la sua cultura enciclopedica come fosse una storia da raccontare». Un’opera di grandi dimensioni di Caviola è esposta nella sede della Trentini nel mondo, nella sala riunioni intitolara a Rino Zandonai: si tratta di «Trentine fonti nel cuore», un dipinto che racchiude in sé colori e ispirazioni del Trentino e forti simboli legati alla storia degli emigranti. Due targhe con la riproduzione dell’opera sono state donate dalla

Trentini nel mondo, tramite Graziano Ferrari, arrotino emigrato dal Trentino a Londra, al Comune di Ledro e alla moglie di Bruno, Pina, che ha ricordato quanto l’artista fosse legato all’associazione e ne condividesse filosofia e obiettivi. Ad anticipare la visita pomeridiana alla mostra sull’immigrazione e quella al museo Garibaldino e della grande guerra,  CONTINUA A PAG. 4

Il Capo dello Stato, Mattarella: «La tragedia di Marcinelle è parte della memoria collettiva dell’Italia e dei Paesi che ne furono colpiti» Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 63° anniversario della tragedia di Marcinelle, ha inviato il seguente messaggio:

ne furono colpiti. Il sacrificio di duecentosessantadue lavoratori, di cui centotrentasei connazionali, ci esorta a promuovere, oggi come in passato, migliori opportunità di lavoro e massime garanzie di sicurezza per tutti i lavoratori, in Italia, in Europa e nel mondo. La tutela di tutti i lavoratori e la incessante promozione dei loro diritti costituiscono principi di civiltà irrinunciabili per ogni Paese e sono un obiettivo fondamentale nel processo di consolidamento della comune casa europea e dell’intera comunità internazionale».

«Nel giorno in cui si commemora il sacrificio del lavoro italiano nel mondo desidero riaffermare la più partecipe vicinanza ai familiari delle vittime di Marcinelle e degli altri tragici eventi che hanno coinvolto i nostri connazionali all’estero, morti o feriti sul lavoro, prestato in condizioni difficili, per un futuro migliore per le proprie famiglie. La tragedia di Marcinelle, in particolare, è parte della memoria collettiva dell’Italia e dei Paesi che

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AGENDA

 CONTINUA DA PAG. 3 un excursus storico curato dal presidente di Trentini nel mondo, Alberto Tafner, che partendo dal principio del Risorgimento, ha concentrato la sua attenzione sulle imprese di Garibaldi, soffermandosi sull’importanza avuta dalla battaglia di Bezzecca nella storia d’Italia ed in particolare del territorio trentino (il testo è riportato alle pagine 26-27). La mattinata si è conclusa con l’intervento di Armando Maistri, vicepresidente della Trentini nel mondo, che ha condiviso una riflessione con un forte richiamo all’attualità. «La nostra associazione- ha dichiarato Maistri- si propone da anni come un ponte per l’unione di diverse culture, un veicolo che possa favorire integrazione e conoscenza. In questi tempi in cui erigere barriere sembra essere diventata una prassi consolidata, restiamo del parere che i ponti siano sempre un’alternativa migliore ai muri».

sia attraverso la celebrazione di feste tradizionali, il cibo tipico, le bandiere o addirittura dei tatuaggi, è ben presente in ognuno di loro la consapevolezza della loro provenienza. Pochi passi, e i partecipanti si sono trasferiti alla sede del «Museo garibaldino e della grande guerra», dove Eleonora Pisoni , la guida, ha illustrato non solamente le vicissitudini storiche avvenute sul territorio di Bezzecca, ma anche il difficile lavoro portato avanti per risalire a fonti e documenti. All’interno del museo,

Dopo il pranzo comune, i partecipanti si sono spostati da Pieve di Ledro alla vicina Bezzecca. Prima tappa, la biblioteca comunale, dove era stata allestita «e-Migr@zione. Storia e attualità di un fenomeno che esiste fin dalle origini dell’umanità» una mostra curata dalla Trentini nel mondo. Non solo dati e riflessioni ma anche immagini, fotografie di tanti volti, giovani e meno giovani, sparsi in tutto il mondo ma accomunati dalle stesse radici trentine. A colpire, l’attaccamento alle origini: che

cimeli storici e divise garibaldine, una copia del telegramma con il quale Garibaldi accettò di interrompere la sua impresa di conquista del Trentino, rispondendo al re con la celebre espressione «Obbedisco» e , al secondoi piano dell’edificio, una raccolta di armi impiegate durante la guerra di posizione del 1914-18. Ultima tappa della giornata, la visita alla sede della Cassa Rurale, dove sono esposte due opere realizzate da Bruno Caviola. Alice Sommavilla

I «gioielli» di Giuseppe ed Esterina

Giuseppe ed Ester Pasquazzo, del Circolo trentino di Liegi (Belgio), sono dei fedeli partecipanti all’evento dell’8 agosto, Quest’anno erano in compagnia dei loro «gioielli», i nipoti Thomas e Fanette (gemelli di 18 anni) e, al centro, Doris (20 anni). I tre fratelli erano comparsi anche nella foto della quarta pagina di copertina del numero 7/2011, in occasione del «Soggiorno per famiglie» che si era svolto a Vigo Cavedine.

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AGENDA IL COMMOSSO RICORDO DI BRUNO CAVIOLA, UOMO E ARTISTA, NELLE PAROLE DELLA PROFESSORESSA LUISA BOCCAGNI

«È stato un amico gentile e riservato, per me un vero punto di riferimento»

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ur essendo un artista contemporaneo, Bruno non ha cercato di seguire le varie correnti del mondo artistico attuale ma ha elaborato una sua personale visione, intesa come espressione del suo sentire e del suo interpretare il mondo». Inizia con queste parole il ricordo della professoressa Luisa Boccagni, grande amica di Bruno Caviola fin dai tempi della gioventù. «Nel suo lavoro - ha spiegato la professoressa - Bruno ha dato la precedenza alla pittura, per arrivare, in un secondo momento, alla scultura. Ha espresso con forza, attraverso il rigore della forma e del simbolo, il contrasto del mondo moderno: da un lato la realtà serena della natura, dall’altro la frenesia, la durezza e la violenza dell’azione indiscriminata dell’uomo alla terra». Si commuove la professoressa Boccagni, nel ricordare non solo l’artista, ma l’uomo, l’amico di una vita con il quale ha condiviso giovinezza e maturità. «Ho conosciuto Bruno quando da ragazzo veniva a passare le estati in valle di Ledro assieme alla famiglia, in una villetta al lago, poco distante dalla casa in cui vivevo io. Era solito frequentare assieme ad altri giovani quello che ai tempi era l’unico bar nella zona del lago, gestito da mia madre. Era un ragazzo serio e riservato ma sempre gentile. Un ricordo in particolare non smette di commuovermi: all’età di dieci anni, fui costretta ad

affrontare un lungo periodo di malattia, durante il quale Bruno venne costantemente a trovarmi, per tenermi compagnia e portarmi libri di avventura da leggere». Un’amicizia coltivata negli anni, durante i quali Bruno Caviola ha continuato a mantenere saldi i rapporti con il Trentino, dove, raggiunta l’età della pensione, iniziò a passare sempre più tempo. «Fu il tempo della riscoperta delle cose passate - racconta ancora Boccagni - la passione di Bruno per la ricerca si estese a tutto ciò che riguardava la valle: luoghi, persone, storie. Iniziò a ricostruire momenti della giovinezza attraverso le fotografie e il ricordo di momenti e persone che erano state centro delle giornate di

vacanza. Il confronto con lui era sempre piacevole e arricchente. Bruno aveva una conoscenza antologica ed enciclopedica di ogni argomento, ed era bello ascoltarlo, perché non imponeva mai le proprie conoscenze, ma le esponeva come fossero state una storia». La professoressa Boccagni

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ricorda la passione di Bruno per le montagne, la sua immancabile presenza alle manifestazioni legate alle tradizioni locali e non trattiene le lacrime nel concludere il suo intervento dedicato a quello che definisce «un amico gentile e riservato, che con la sua famiglia è stato per me un vero punto di riferimento».

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AGENDA

L’APPUNTAMENTO, ORGANIZZATO DALLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO, SI È SVOLTO DAL 5 AL 7 LUGLIO

In Paraguay i Circoli sono attivi e pronti a dialogare con il Trentino

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l riallacciarsi di una relazione che si era affievolita», così Francesco Bocchetti, direttore della Trentini nel mondo, descrive l’incontro avvenuto lo scorso 9 giugno con i Circoli trentini del Paraguay, nell’ambito di un viaggio che ha visto il direttore Francesco Bocchetti, il presidente Alberto Tafner e Roberto Paolazzi, coordinatore dell’Associazione in Sud America, impegnati in una serie di incontri in Brasile, Paraguay ed Argentina. «Da molti anni non veniva organizzato un incontro - prosegue Bocchetti - e grazie alla collaborazione della coordinatrice dei Circoli del Paraguay, Marta Libardi, è finalmente stato possibile realizzare un meeting presso l’hotel Excelsior della capitale Asunciòn». Presenti all’incontro otto dei dieci Circoli del paese, rappresentati da presidenti, delegati e da alcuni giovani membri. Ogni Circolo ha avuto la possibilità di

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raccontarsi sia fisicamente che attraverso una presentazione video. La delegazione trentina ha fornito loro tutte le informazioni sulla struttura, l’organizzazione e l’attività del’Associazione e ha consegnato ad ogni Circolo una bandiera della Provincia Autonoma di Trento e un libro di fiabe trentine (con testo in spagnolo) scritto da Mauro Neri. «È stato confortante constatare come la relazione abbia resistito alla temporanea assenza dell’Associazione dal paese» afferma ancora Bocchetti. Durante gli ultimi anni i Circoli

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del Paraguay hanno continuato ad essere attivi e dall’incontro è emersa la grande voglia di relazionarsi con la nostra realtà trentina. «In un contesto sociale caratterizzato da profondissimi divari economici come quello paraguayano - riferisce Bocchetti - i membri dei Circoli sono perlopiù professionisti o impiegati governativi, rappresentanti della classe media che non perdono di vista le comunità trentine più povere, tanto che oltre all’aspetto culturale si dimostrano fortemente interessati anche alla creazio-


AGENDA LE PAROLE DELLA COORDINATRICE DEI CIRCOLI

A disposizione per fare attività che coinvolgono i giovani e rafforzano la cultura trentina

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ne di opportunità che possano migliorare le condizioni di vita dei propri connazionali meno fortunati». L’incontro è stato allietato da numerose performance artistiche: l’esibizione di un gruppo di balli popolari, di Cristian Javier Gonzales Duarte, di origini trentine, virtuoso dell’arpa paraguayana, lo strumento nazionale, presidente del Circolo trentino di Ferdinando de la Mora e della

orrei, attraverso questo messaggio, ringraziare le autorità della Trentini nel mondo, il Presidente Alberto Tafner, il Direttore Francesco Bocchetti e il coordinatore per il Sudamerica Roberto Paolazzi per la visita in Paraguay in occasione dell’Incontro Regionale dei Circoli Trentini del Paraguay. Sono contenta di averli potuti accogliere in rappresentanza dei circoli del Paraguay e mi ha colpito molto la frase del Presidente «Ogni Circolo è la Trentini nel mondo» che sta a significare che ogni discendente deve cercare, mantenere e conoscere le proprie radici. È stato impornalmente le tante per tutti conoscere personalmente novare le autorità dell’associazione e rinnovare mmino e forze per proseguire questo cammino impegno con tutti i soci di ognii circolo trentino. o molto Come coordinatrice mi sento emozionata per l’opportunità che a mi hanno dato con questa visita e per tutto quello che in futuro posso rappresentare attraverso nuovi contatti e legami con la Trentini nel mondo. Rimango a disposizione per continuare a lavorare in tutte le attività e soprattutto in quelle che coinvolgono i giovani e rafforzano la cultura trentina. Marta Beatriz Libardii

cantante Jennifer Lujan Esquivel Libardi, figlia di Marta Libardi. Un attestato di riconoscimento speciale è stato poi conferito ad Isabel Tonina, per il suo impegno nelle attività della comunità trentina in Paraguay, che proseguono da innumerevoli anni. In conclusione, è stato illustrata l’importanza di diventare soci della Trentini nel mondo, per poter costruire una rete che possa fornire aiuto e supporto

alle attività dei Circoli di tutto il mondo, proposta colta con favore da tutti gli otto Circoli presenti ad Asunciòn, che hanno chiesto di entrare a fare parte dei novantacinque Circoli già soci.

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Alle pagine 8 e 9 i commenti dei Circoli presenti all’incontro

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AGENDA

I messaggi inviati dai Circoli pr CIRCOLO TRENTINO ATYRA Come Presidente del Circolo Trentino di Atyrà esprimo la mia gratitudine ai rappresentanti che sono venuti a partecipare all’incontro regionale dei circoli trentini del Paraguay: Alberto Tafner, Presidente della Trentini nel mondo, Francesco Bocchetti, Direttore e Roberto Paolazzi, coordinatore del Sudamerica e anche a tutti quelli che hanno reso possibile la realizzazione di questo magnifico incontro. Ho provato una soddisfazione immensa e una grande motivazione per continuare a lavorare per le nostre radici e costruire sempre più un legame di fratellanza e amicizia con tutti i discendenti trentini del Paese e, perché no, anche con quelli di altri Paesi. Non ho parole per esprimere la sensazione che ho provato nel tornare a partecipare ad un incontro con tutti i presidenti dei Circoli e i rappresentanti da Trento e poter condividere i lavori e l’esperienza con ognuno di loro. Non mi restano altre parole se non quelle di ringraziamento per

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Un momento di integrazione culturale, famigliare, informativo e di diffusione. In questa occasione hanno fatto parte della delegazione trentina Alberto Tafner, presidente dell’Associazione Trentini nel mondo, Francesco Bocchetti, direttore e Roberto Paolazzi, coordinatore del Sudamerica. Marta Libardi, attuale coordinatrice dei Circoli trentini del Paraguay, si è rivolta alla platea

tutti i partecipanti e tutti quelli che hanno reso possibile questo evento indimenticabile. Gabriela Arenas Mayeregger

CIRCOLO TRENTINO CAACUPÉ Da Trento al Paraguay e dal paese ad Asunción. Il 9 giugno scorso si è realizzato ad Asuncion, l’incontro regionale dei Circoli trentini del Paraguay.

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per dare il benvenuto a tutti e spiegare brevemente gli obiettivi della Trentini nel mondo, l’anno della sua creazione e il motivo principale della sua esistenza, che è l’aiuto solidale e collaborativo agli emigrati trentini nel mondo. Abbiamo gustato alcuni momenti di espressione culturale, come l’esecuzione di brani musicali con un’arpa paraguayana, le emblematiche danze tradizionali e il dolce canto della terra guaranì. Alberto Tafner, presidente della Trentini nel mondo, ha espresso i suoi sentimenti in relazione ai Circoli, al Paraguay e alla sua gente. Dopo dieci anni è tornato nel nostro paese e ha parlato del fatto che non solo il Paraguay è cambiato, ma anche tutto il mondo. Ha detto che a volte il cambiamento non è stato tanto positivo perché la globalizzazione ha fatto si che il denaro diventasse il protagonista. Senza dubbio, il buon uso del denaro, utilizzato bene e in maniera congiunta, può fare grandi cose e qui entra in gioco l’importanze dei Circoli. Un Circolo è una cosa bella, però dieci Circoli sono dieci cose


AGENDA

resenti all’incontro di Asuncion belle, che formano un’associazione e lavorando in rete si possono concretizzare progetti meravigliosi. Il trentino nel mondo ama le proprie radici, ha dei valori e dei principi comuni e così si forma una comunità. Ogni Circolo nel mondo è come un musicista di una grande orchestra e tutti insieme suonano la musica più bella. Ogni Circolo è la Trentini nel mondo. L’unione di ognuno crea un gruppo e in gruppo si possono raggiungere grandi cose per tutti. La Trentini nel mondo siamo noi. CIRCOLO TRENTINO FERNANDO DE LA MORA È stato bello aver vissuto una così bella esperienza, condividerla con le autorità della trentini nel mondo è stato come sentirsi con la nostra stessa famiglia in un evento che ha riaperto ufficialmente i legami con la terra dei nostri antenati. Va sottolineato che la giornata è stata meravigliosa così come le parole di ispirazione e speranza per i trentini residenti in Paraguay del presidente Tafner, del direttore Bocchetti, di Paolazzi,

CIRCOLO TRENTINO SAN PEDRO

coordinatore del Sudamerica e di Marta Libardi, coordinatrice dei Circoli del Paraguay, che hanno messo enfasi sull’unione dei Circoli in Paraguay alla ricerca di opportunità da sfruttare con lavoro e lealtà verso le proprie radici. Il Circolo di Fernando de la Mora ringrazia infinitamente il grande gesto delle autorità della Trentini nel mondo di accettare di visitare il nostro umile Paese, tenendo conto del duro lavoro che si sta realizzando da tempo, rialzando lo spirito di lotta per mantenere unita la comunità trentina.

Cari Alberto Tafner, Francesco Bocchetti e Roberto Paolazzi: a nome di tutti i soci (famiglie Libardi) del nostro Circolo, porto i nostri sinceri riconoscimenti e ringraziamenti a tutti voi per aver dedicato del tempo a venire a trovarci nel nostro Paese lo scorso otto giugno, quando abbiamo partecipato al primo «Incontro regionale dei Circoli trentini del Paraguay» insieme con le autorità dell’Associazione Trentini nel mondo. Consideriamo molto importante la vostra visita, visto che

Cristian Javier Gonzalez Duarte Presidente

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ha significato il primo passo per stabilire nuovi legami, e avere di nuovo l’opportunità di reindirizzare i progetti di lavoro di cui potremmo beneficiare tutti. Ringraziamo anche per la preoccupazione e la buona predisposizione che avete dimostrato per la situazione nella quale le famiglie discendenti trentine stanno vivendo attualmente in Paraguay e per la fraternizzazione con noi. Molte grazie e vi aspettiamo presto di nuovo in Paraguay. CIRCOLO TRENTINO CONCEPCION Il Circolo trentino di Concepcion ringrazia l’appoggio e l’accompagnamento di sempre, così come la riapertura dei Circoli trentini del Paraguay, esaltando la cultura e le tradizioni dell’Italia e del Paraguay, in memoria dei nostri nonni e spingendo i giovani ad essere partecipi nell’organizzazione e nello sviluppo delle attività dei distinti Circoli del paese. Continuiamo uniti nel legame di fratellanza. Successo!

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AGENDA È IL TERZO INCONTRO PROMOSSO DALLA TRENTINI NEL MONDO IN COLLABORAZIONE CON L’UFFICIO EMIGRAZIONE

Giovani, appuntamento a Lille È Lille (Francia) la prossima città che ospiterà l’evento di tre giorni «Generazione in mobilità», in programma dal 20 al 22 settembre. Il luogo è stato scelto in virtù della sua posizione geografica startegica all’interno dell’area francofona, e si prepara ad accogliere i partecipanti all’iniziativa inaugurata nel 2017 dalla Trentini nel mondo e diventata un vero e proprio format. Lo scopo è quello, fondamentale, di mettere in luce le esigenze della nuova emigrazione e dare risposte efficaci a dei bisogni concreti. Lo scorso anno gli incontri sono stati due: uno ad Oxford, dedicato ai trentini emigrati in Inghilterra e Irlanda, e uno a Barcellona, per coloro che si sono stabiliti in Spagna o Portogallo. Il primo obiettivo è quello della socializzazione. Far conoscere i partecipanti tra di loro, infatti, permette di creare una rete di contatti

dalla quale tutti possono trarre beneficio e soddisfare il naturale bisogno di contatto umano che spesso si presenta nel momento in cui ci si trova a dover vivere in una realtà nuova. Seconda finalità, quella di fornire informazioni pratiche su quali siano i diritti e i doveri degli italiani all’estero, grazie anche all’intervento di esperti del settore lavorativo, sociale e fiscale, in grado di rispondere alle domande e fornire loro le chiavi per una corretta gestione di burocrazia e opportunità. Inserite nel programma, oltre a seminari e workshop, anche cene di gruppo e visite alla città, per cementare il senso di unione e convivialità. Dai due incontri del 2018 sono nati dei gruppi informali che hanno unito i partecipanti nella ricerca di soluzioni a problemi comuni, cosa che ci si augura possa accadere anche dopo la tre giorni di Lille.

Buenos Aires, anche due giovani trentini al primo «Congreso de Colectividades» Si è svolto a Buenos Aires (Argentina) sabato 22 e domenica 23 giugno il primo «Congreso de Colectividades» organizzato dalla «Rete dei giovani delle comunità». Tema dell’incontro, che ha avuto l’appoggio dall’IOM (International organization for migration) dell’Onu, era «Promuovere l’integrazio-

ne e l’interculturalità». I giovani trentini sono stati rappresentati da Daniela Cristofolini del Circolo trentino di Cordoba e Francisco Canepele Domenech del Circolo di Santa Rosa la Pampa (nella foto a sinistra). I partecipanti, oltre a ringraziare gli organizzatori, hanno sottolineato l’importanza dell’evento che si è rivelato un mezzo straordinario per potenziare il lavoro collettivo, le dinamiche di gruppo e l’inclusione culturale, nonché un incentivo allo sviluppo dei progetti dei giovani e delle istituzioni che li riguardano. Filo conduttore dell’evento, l’importanza di condividere aspetti culturali, idee e problemi, con lo scopo di costruire delle comunità migliori. Sono stati due giorni all’insegna dell’integrazione e della valorizzazione delle nostre radici, che pongono le basi per nuove sfide e progetti.

Che cos’è la «Rete dei giovani delle comunità» Si tratta di un progetto ideato dalla «Dirección de Colectividades del Gobierno de la Ciudad de Buenos Aires», volto a creare uno spazio in cui i giovani dai 18 ai 35 anni, possano esprimersi per lavorare insieme e migliorare le comunità attraverso la proposta di idee innovative. La partecipazione è aperta e possibile tramite il contatto mail «colectividades@buenosaires.gob.ar» Tre gli obiettivi principali del progetto: sviluppare attività culturali e sportive che coinvolgano i membri più giovani delle 5 - 2019

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comunità; rendere la rete dei giovani uno strumento concreto di interazione tra le comunità e promuovere la formazione dei ragazzi in modo che prendano parte attiva alla vita della comunità e alla sua gestione. Tra le altre finalità, il consolidamento dei legami tra i giovani delle diverse realtà; l’organizzazione di colloqui e conferenze che abbiano come tema la storia e la cultura delle comunità; la sperimentazione di attività volte alla conoscenza e alla valorizzazione dei diritti umani.


AGENDA LE VALUTAZIONI DEL DIRETTORE DELL’ASSOCIAZIONE ALLA LUCE DELL’INCONTRO CHE SI È SVOLTO A GARIBALDI IN GIUGNO

I Circoli trentini del Rio Grande do Sul sono ben organizzati e molto integrati «G

randi potenzialità e una relazione con il Trentino che merita di essere sviluppata». È questo che il direttore della Trentini nel mondo, Francesco Bocchetti, ha percepito durante l’incontro di tre giorni tenutosi dal 13 al 15 giugno a Garibaldi, nello Stato del Rio Grande do Sul (Brasile). Organizzata con lo scopo di conoscere e far conoscere tra di loro i Circoli trentini presenti sul territorio dello Stato più a sud del Paese, la tre giorni è stata l’occasione per illustrare i cambiamenti e le nuove linee guida dell’associazione, ma soprattutto per dar modo ai Circoli di raccontarsi. «I Circoli del Rio Grande do Sul si sono rivelati molto ben organizzati - dice Bocchetti - negli anni hanno instaurato relazioni forti e importanti con le realtà locali, aspetto che la Trentini nel mondo caldeggia da sempre, avendo tra i suoi obiettivi proprio l’apertura e l’interazione dei Circoli con istituzioni e comunità locali. I Circoli del sud del Brasile manifestano un grande interesse per la storia dello Stato in cui risiedono, percepiscono il loro vissuto come parte integrante del vissuto della comunità stessa». Un’identificazione che si esprime attraverso il coinvolgimento di tutti i cittadini nell’organizzazione di mostre o eventi folkloristici. «Colpisce l’altissimo livello di integrazione - prosegue Bocchetti - la ricerca dell’identità culturale è meno urgente rispetto ad altre zone del mondo dove gli emigranti percepiscono una maggiore necessità di identificarsi con la cultura originaria per definirsi». L’incontro ha inoltre portato alla luce due aspetti significativi sui quali la Trentini nel mondo

si è già messa al lavoro per trovare risposte adeguate. Il primo riguarda la lingua. «I trentini del Rio Grande do Sul sono talmente ben integrati da aver lasciato progressivamente scemare l’utilizzo e lo studio della lingua italiana - dice ancora Bocchetti ed è un dato di fatto che senza la presenza di una lingua veicolare l’interazione con i Circoli di altre zone del mondo incontra delle serie difficoltà. Un altro spunto di riflessione ci è stato dato dalla presenza, durante l’incontro, di ragazzi molto giovani e motivati: questo obbliga la Trentini nel mondo a rivolgere loro uno sguardo particolare e a porsi di fronte a nuove sfide di relazione che possano andare incontro ai loro interessi». A.S.

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DAL 2020 L’ABBONATO

DIVENTA SOCIO A partire dall’inizio del prossimo anno il giornale dell’Associazione cambia il rapporto con i propri lettori: non più solo abbonati, ma Soci della Trentini nel Mondo a tutti gli effetti. Essere soci significa diventare protagonisti della grande comunità dei Trentini nel Mondo, entrando a far parte di una grande rete di solidarietà, di conoscenze e di reciproco scambio, che si estende su tutti i Continenti. Il Socio ha il dovere di condividere lo spirito e le norme contenute nello Statuto ed ha il diritto di : • partecipare all’Assemblea annuale

• votare, candidarsi ed essere eletto per le cariche sociali • ricevere la tessera dell’Associazione che lo fa riconoscere in tutto il mondo • ricevere notizie su eventi e manifestazioni organizzate sia in Italia che all’estero • ricevere tutti i numeri della rivista “Trentini nel Mondo” Dal 2020 infatti la rivista verrà inviata solo ai Soci per cui chi vorrà continuare a ricevere il giornale non dovrà più versare la quota dell’abbonamento, bensì quella di Socio per entrare a far parte integrante ed effettiva della Trentini nel Mondo.

L’operazione è semplice: è sufficiente compilare – basta una volta sola – il modulo che si trova su ogni numero della rivista e inviarlo all’Associazione Trentini nel Mondo per posta, fax o email e versare annualmente la quota sociale di 30 euro che al suo interno comprende anche l’abbonamento alla rivista. Attenzione ! Tutti gli abbonamenti in essere sono validi fino alla fine del 2019, dopo di che è necessario farsi Soci versando la quota entro il 30 di marzo di ogni anno.

il socio...

Ma la rete dell’Associazione non finisce qui, sempre tra i soci contiamo Comuni e Comunità di Valle, associazioni e enti di volontariato. Inoltre l’Associazione è a sua volta fondatore e socio di importanti realtà quali la Fondazione Museo Storico del Trentino, l’Associazione Trentina Accoglienza Stranieri, la rete Non Profit Network e coltiva relazioni con la Fondazione Opera Campana dei Caduti, la Fondazione Mach, la Fondazione Bruno Kessler, l’Università di Trento, il Museo Civico di Rovereto e tante altre realtà culturali, sociali e istituzionali del Trentino.

Infine è di fondamentale importanza il rapporto con la Provincia Autonoma di Trento e in particolare con l’Ufficio Emigrazione che cura dal punto di vista istituzionale i rapporti tra l’ente pubblico e le collettività trentine all’estero. L’Associazione lavora da sempre in stretta collaborazione con la Provincia, convinta che tutti i Trentini ovunque si trovino facciano parte di una sola grande comunità. (continua...)

è collegato al Trentino Essere soci della Trentini nel Mondo significa fare parte di un ente con radici forti in Trentino. In oltre sessanta anni di attività l’Associazione è diventata una realtà riconosciuta e rispettata ed ha costruito relazioni con enti e organizzazioni che hanno sede nella Provincia di Trento. A partire dai soci fondatori ed equiparati, gli enti che hanno costruito e hanno sostenuto per molti anni la Trentini nel Mondo e che ancora oggi sono il più importante collegamento tra l’Associazione e la società trentina: le ACLI, la Camera di Commercio, la Federazione Trentina della Cooperazione, la Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, la Fondazione Comunità Solidale.

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PROSSIMAMENTE: • Il socio... partecipa alla vita dell’Associazione • Il socio... è collegato a tutto il mondo • Il socio... ha una “casa” in Trentino • Il socio... sostiene e diffonde la memoria dell’emigrazione trentina

a pagina 28 il modulo da compilare

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ATTUALITÀ L’ANNO SCORSO SONO STATI INSIGNITI DEL PRESTIGIOSO RICONOSCIMENTO «MARCHIO DEL PATRIMONIO EUROPEO»

Per il Forte di Cadine e il «Bois du Cazier» un futuro nel segno della collaborazione U

n filo importante unisce ancora di più il Belgio e il Trentino: dall’anno scorso, infatti, due importanti siti museali hanno ricevuto il prestigioso «Marchio del patrimonio europeo». Il riconoscimento è andato al museo «Bois du Cazier» di Marcinelle e al Forte di Cadine (gestito dal Museo storico del Trentino), che si trova alle porte di Trento. Venerdì 26 luglio i direttori delle due realtà, Giuseppe Ferrandi per il Mueso storico del Trentino e Jean-Louis Delaet per il Bois du Cazier (rispettivamente a destra e a sinistra nella foto) si sono incontrati a Trento, per uno scambio che ha visto coinvolta anche la Trentini nel mondo, grazie alla presenza del direttore Francesco Bocchetti e del segretario del Circolo trentino di Charleroi, Giuseppe Filippi. L’incontro è iniziato con una visita alle gallerie di Piedicastello, dove Giuseppe Ferrandi, ha illustrato al direttore del museo Bois du Cazier, le mostre in corso e il progetto che è stato alla base della trasformazione delle due gallerie della ex tangenziale in un originale sito museale che ospita al momento tre diverse esposizioni. La visita è poi proseguita al forte di Cadine. Costruito tra il 1860 e il 1915 dagli Austroungarici, per difendere il proprio territorio nella regione trentina, il forte ha ricevuto il «Marchio del patrimonio europeo» in quanto rappresentazione della lunga storia di conflitti e confini che per

Il 26 luglio c’è stato a Trento un primo incontro tra i direttori dei due siti, Giuseppe Ferrandi e Jean-Louis Delaet, e la Trentini nel mondo

anni ha caratterizzato l’Europa. E proprio in merito a confini e divisioni si è espresso Delaet, prontamente sostenuto da Giuseppe Filippi in veste di

traduttore. «Luoghi come questo risvegliano in noi ancora più forte la coscienza dell’alto valore dell’apertura delle frontiere e della libera circolazione - ha

detto Delaet - il trattato di Schengen è stato una delle conquiste dell’Europa, ma non possiamo pensare che sia sufficiente. Anche se fortificazioni miliatari come queste sono fortunatamente non più operative, dobbiamo continuare a lavorare insieme per contrastare l’espansione di una linea di pensiero che anziché accogliere, vorrebbe erigere altri muri, metaforici e non». Il museo Bois du Cazier nasce per commemorare il disastro che nel 1956 causò la morte di 262 minatori di dodici diverse nazionalità (136 gli italiani, fra i quali anche il trentino Primo Leonardelli di Viarago) e ha ricevuto il marchio del patrimonio europeo in quanto sito rappresentante le condizioni di lavoro che hanno dovuto affrontare i lavoratori emigrati nel corso del ventesimo secolo. «Questo riconoscimento - ha dichiarato Ferrandi - rende i due siti museali luoghi per la formazione alla cittadinanza europea. Marcinelle per noi è un punto di riferimento imprescindibile, fonte di ispirazione anche per la modalità con cui vengono raccontate la storia del lavoro e dell’emigrazione, nonché uno stimolo per poter pensare a delle future progettualità comuni, come ad esempio l’organizzazione di una grande mostra dedicata all’emigrazione trentina, che per essere realizzata con successo ha assolutamente bisogno di una partnership con istituzioni museali di questo livello». Alice Sommavilla

Capisaldi nella creazione dell’Europa Istituito nel 2006 come iniziativa intergovernativa tra diciassette degli allora venticinque Stati membri dell’Unione Europea e la Svizzera, il «Marchio del patrimonio europeo» è un riconoscimento che si propone di valorizzare il patrimonio culturale comune, rafforzando il senso di appartenenza all’UE e promuovendo il dialogo interculturale. I siti del Patrimonio europeo, oltre ad essere pregiati dalla garanzia di qualità del marchio, sono da considerarsi veri e propri

capisaldi nella creazione dell’Europa attuale, celebrandone valori, storia e integrazione. Ogni sito viene accuratamente scelto in base al valore simbolico, il ruolo svolto nella storia europea e il ruolo di tramite che ricopre nell’avvicinare l’Unione europea ai suoi cittadini. Ad oggi i siti insigniti del marchio sono 38 in tutta Europa, due dei quali presenti sul territorio trentino: il Museo casa Degasperi di Pieve Tesino e Forte Cadine alle porte di Trento.

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CIRC

«Rassegna stampa» dall’ultimo nume

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ono Massimo Prevedel e Mario Corazza i due membri del Circolo trentino di Toronto (Canada) presentati sull’ultimo bollettino del circolo, all’interno della rubrica fissa creata con lo scopo di avvicinare i lettori, attraverso la conoscenza dei membri che compongono l’associazione. Massimo è nato a Toronto da genitori trentini, ha completato gli studi in ambito economico e svolge l’attività di «controller» per una grande azienda di distribuzione alimentare. Sposato da 17 anni con Josie, dalla quale ha avuto tre figli, si è avvicinato al Club grazie al padre che lo portava con sé fin da quando era bambino. Crescendo, Massimo ha sviluppato un forte legame con il Circolo, tanto da diventarne il tesoriere. «In questo ambiente- dice- ho appreso tradizioni e cultura trentine, oltre ad aver rafforzato il legame con amici e familiari della stessa origine. Il mio sogno? Un viaggio in Trentino con la mia famiglia». Sbarcato al porto di New York dopo una traversata sulla nave

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Massimo Prevedel

Mario Corazza

«Constitution» e raggiunto poi Toronto in treno quando aveva 24 anni, Mario Corazza, classe 1932, è nato ad Arsio di Brez, nella valle di Non. Dopo aver trovato lavoro come carpentiere ha sposato nel 1958 Rita Fanti, emigrata da Rumo, con la quale festeggia quest’anno 61 anni di matrimonio assieme ai due figli e ai quattro nipoti. «Il mio desiderio- dice Mario- è che il Club trentino continui ad unire la comunità con le sue iniziative, in modo che anche le nuove generazioni possano essere consapevoli e orgogliosi della loro eredità culturale».

L’elenco degli eventi si apre con il grande successo del settimo torneo di golf del Club trentino, che si è svolto sabato 22 giugno e ha visto la partecipazione di 130 giocatori e un proseguo della giornata allietato da un pranzo tipico e dalla lotteria, il tutto gestito con impegno ed entusiasmo da numerosi volontari. Il cibo tipico è stato al centro anche della cena organizzata il 30 marzo, che ha fatto vivere ai partecipanti l’esperienza dell’arte culinaria trentina con un menù a base di polenta, crauti, carne affumicata e dolci preparati in casa, e che ha chiuso in bellezza la

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COLI

ero di «Notizie dalla Baita» di Toronto

Qui sopra Maria e Giulio Cologna (60 anni di matrimonio) e a sinistra Emma ed Eyeoph Banfield (50 anni)

stagione delle cene comunitarie. Il film che è stato scelto di sponsorizzare all’interno dell’«Italian film festival» è «Moser, scacco al tempo», la storia del campione trentino del ciclismo. Alla proiezione, lo scorso 14 giugno, hanno partecipato 142 spettatori trentini ai quali si è aggiunto un gruppo di persone della parrocchia locale accompagnato da Padre Claudio Moser, fratello del grande ciclista. Viene anche ricordata la mostra «Visione artica. Ghiacci, animali,

Inuit e natura nell’arte», allestita ad Arco, in Trentino, dal 13 al 6 agosto, con le opere dell’artista Lorenzo Fracchetti (vedi articolo alle pagine 24 -25-26) Felicitazioni vengono espresse per gli anniversari di matrimonio di Emma ed Eyeoph Banfield e di Maria e Giulio Cologna, che hanno festeggiato rispettivamente le nozze d’oro (50 anni) e di diamante (60 anni). Meritate congratulazioni vengono rivolte da parte del Circolo anche a Sabrina Maria Maccani

(a destra nella foto qui a fianco), per il diploma con lode conseguito presso l’Humber College e a Dario Cologna, per i brillanti risultati ottenuti nella sua carrira di sciatore, come il titolo mondiale e ben quattro medaglie d’oro conquistate con la squadra svizzera alle Olimpiadi invernali. La newsletter si chiude con le condoglianze ai familiari delle persone scomparse negli ultimi mesi: Giovanna Corazzola (81 anni); Lorena Mary Servidio (55 anni); Anthony Mario Magagna; Carlo Moser (83 anni); Augusto Zeni (91 anni) ed Eugene V. Pellegrini (90 anni). Nei propri saluti sulla prima pagina del bollettino, il presidente David Corazza ricorda alcuni eventi in calendario, come il pic-nic annuale del Circolo presso l’Heart lake (18 agosto); la riunione dei presidenti ITTONA (24 agosto, ad Albany nello stato di New York -USA) e annuncia che sono già in corso i preparativi per la celebrazione dei 55 anni della fondazione del Club, che verrà festeggiata con una cena di gala nel febbraio 2020.

Le foto su queste pagine sono tratte da www.facebook.com/Patricio-Cosentino-71632229614/

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CIRCOLI

Dal Circolo trentino di Montreal (Canada)

Domenica 21 luglio si è svolto il pic-nic annuale del Circolo trentino di Montreal. Vi hanno partecipato piÚ di cento persone. Il programma della giornata prevedeva un torneo di bocce, giochi per bambini e un pranzo a base di polenta e spezzatino preparato dalla famiglia di Antonio Martini. Il Circolo rivolge un sentito grazie a tutti coloro che hanno partecipato

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CIRCOLI

Cultura e divertimento a Bento Gonçalves con i Giochi coloniali e il Palio delle botti

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i sono svolti domenica 2 giugno, a Bento Gonçalves (Rio Grande do Sul - Brasile) all’interno della programmazione di «Vinho Encanado / Fenavinho», i «Giochi coloniali» organizzati dal Circolo Trentino di Bento Gonçalves, Famiglia Trentina di Santo Antão e ANEA Brasile. Con l’occasione sono state celebrate anche la «Giornata del vino» e la Festa della repubblica italiana. Numerose le attività organizzate per l’occasione: dal palio delle botti al tiro alla fune, dal «jogo dos cavalinhos», gioco tradizionale della comunità di São Roque proposto da ANEA Brasile, ad «Acete o peso». Tantissimi i presenti, adulti e bambini, che

si sono cimentati con le iniziative proposte, trascorrendo la giornata in allegria. A far divertire ulteriormente la folla ci ha pensato Antoninho Tumelero del Gruppo Nani, secondo classificato al palio delle botti. IL PALIO DELLE BOTTI. Organizzato dal Circolo trentino, il «Palio delle botti» rappresenta un evento tradizionale che ogni anno viene organizzato in Italia dai comuni aderenti all’associazione Città del vino (fra i quali Avio, in Trentino). Sette coppie si sono sfidate nella gara con grande talento, supportate dal tifo della «Corte Fenavinho», da Tastavin e da tutta la comunità. Il primo posto è stato conquistato

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dal team «AABB, Associazione Banco do Brasil», mentre al secondo si è piazzato il gruppo «Nani», in rappresentanza della città di Farroupilha. È importante sottolineare il sostegno ricevuto della Cantina Salton, che ha prestato le botti, dalla Cooperativa Aurora, i cui vini hanno premiato i vincitori e da «Promozioni trentine», che hanno fornito trofei e souvenir. Ci auguriamo di riuscire ad organizzare presto un altro evento culturale che sappia coinvolgere e far divertire tutta la comunità. Sandro Giordani Circolo Trentino di Bento Gonçalves

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CIRCOLI

Circolo trentino di São Sepé soddisfatto per il successo della «cena italiana» Si è svolta con successo la tradizionale cena organizzata in collaborazione tra l’Associazione italiana di São Sepé (Rio Grande do Sul - Brasile), presieduta da Giordano Moro, e il Circolo trentino locale, di cui è presidente Elson Roberto Giuliani. Venerdì 5 luglio, più di 350 persone si sono riunite nella sala parrocchiale della chiesa di São Sepé per godersi una cena a base di piatti italiani e ascoltare della buona musica. I biglietti sono stati tutti venduti e i partecipanti hanno gustato una ricca cena tradizionale tra le cui portate ci sono stati risotto, pollo, insalate, formaggi, e un abbondante buffet di dolci.

Ad allietare il dopo cena ci ha pensato l’artista Kiko Lemos (foto in alto a destra). L’edizione on-line del giornale «A Palavra» di São Sepé ha riportato con risalto la notizia dell’iniziativa. Il presidente del Circolo trentino (nella foto a fianco insieme con la figlia Caroline) ha colto l’occasione per ringraziare una serie di personalità, tra le quali il suo omologo della Società italiana di Restinga Seca, Elaine Possobon, e la presidente della Società italiana di Faxinal do Soturno, Avida Brondani, oltre a quanti hanno partecipato alla cena e collaborato con il Circolo nel corso degli anni.

È scomparso Giuseppe Zanotti, del Circolo Trentino del Pontino Il 10 marzo scorso è venuto a mancare all’affetto dei suoi cari Giuseppe Zanotti, Presidente Onorario del Circolo Trentino Pontino. Figura prestigiosa di uomo, colono e cittadino apriliano, era nato a Mahovljani (Bosnia Erzegovina) il 2 novembre 1924. Giunto in Italia il 5 maggio del 1940, con la comunità trentina emigrata in Bosnia nel 1883, era arrivato a Santa Palomba che aveva solo 16 anni, che per quei tempi significava essere un lavoratore a tutti gli effetti. Figlio di Zanotti Giuseppe del 1903 e Maria Clazzer del 1906, era il più grande di tre fratelli e quattro sorelle. Già in Bosnia lavorava il terreno acquistato vicino a Laktasi, coi cavalli della famiglia, ma raccontava spesso come nel 1944, appena tornati dallo sfollamento, copriva il grano seminato sul terreno lavorato con le zappe, tirando a mano l’erpice dei cavalli, Il Circolo trentino del Ticino (Svizzera) ricorda con affetto l’ex socio Luciano Marconi, a seguito della sua scomparsa avvenuta lo scorso 8 marzo. Nato a Trento nel 1924, Luciano aveva raggiunto Massagno (Ticino) nel 1953, dove si è stabilito e ha svolto numerose attività, dall’insegnamento al giornalismo, dalla scrittura alla produzione radiofonica. E’ stato l’ex collega Marco Horat a ricordarlo con un articolo pubblicato sulla «Rivista di Lugano», in cui ha ripercorso le tappe della carriera di Luciano, soffermandosi 5 - 2019

con i suoi fratelli. Cresciuto in una sana famiglia, ha contribuito a migliorarne il suo tenore di vita, compartecipando alle pesanti spese sostenute per l’acquisto di un secondo podere. Amante dei luoghi della sua giovinezza, si recava spesso in Bosnia dove aveva ancora tanti amici e parenti. Negli anni ’90, è stato Presidente del Circolo Trentino Pontino, partecipando sempre attivamente alle riunioni ed alle ricorrenze organizzate ogni anno ed accompagnando i più giovani che si recavano sulle terre dei padri a Mahovljani, per trasmettere loro i suoi ricordi e le sue conoscenze. Lascia un grande vuoto negli affetti della moglie, dei figli e dei tanti nipoti che gli sono stati vicini fino alla fine. La comunità lo ricorda con riconoscenza, poiché è stato un riferimento per tutti ed un esempio da seguire.

Addio a Luciano Marconi del Circolo del Ticino in particolare sul suo ruolo all’interno della produzione radiofonica locale. Horat torna indietro nel tempo fino agli anni ’70, ricordando come la radio, da «sorella povera» della televisione, iniziò a diffondersi sul territorio come strumento di illustrazione della realtà e dei problemi delle regioni periferiche. Luciano Marconi ha curato due

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importanti trasmissioni radiofoniche: «Radio delle regioni» un dibattito in diretta mirato alla discussione delle problematiche presenti nelle aree periferiche del Ticino, e «Qualità, quantità, prezzo», la prima trasmissione dedicata ai consumatori. Horat lo descrive come «Legato alle tradizioni alpine e al Trentino ma aperto agli stimoli di una realtà in mutamento, che attraverso il suo lavoro in radio, le poesie, gli articoli di giornale e i racconti pubblicati ha saputo coniugare padronanza della lingua e sensibilità umana».


EDITORIA

Rio dos Cedros ha ospitato la 29a edizione della «Festa trentina»

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n evento culturale aperto a tutti, che ha lo scopo di far conoscere lo spirito trentino della città: questo è stata la 29a edizione della «Festa trentina» di Rio dos Cedros (Santa Catarina - Brasile) , svoltasi il 5, 6 e 7 luglio. Organizzatori dell’evento sono stati il Circolo trentino con il suo presidente Jaime Visentainer, ed il Comune di Rio dos Cedros, con il coinvolgimento speciale del sindaco Marildo Felippi e della segretaria alla cultura, Doralice Panini. Sono state circa ottomila le persone che durante i tre giorni hanno partecipato all’evento, godendosi le esibizioni in programma e la cucina tipica, che ha vantato la presenza di più di trenta ricette trentine e drink tradizionali, oltre alla proposta, per la prima volta,

Sono state circa ottomila le persone che hanno partecipato all’evento, che si è svolto dal 5 al 7 luglio, organizzato dal Circolo trentino e dal Comune. La «Festa» si è conclusa con la tradizionale sfilata allegorica, alla quale hanno partecipato 28 gruppi dell’ormai popolare aperitivo Aperol Spritz. Soddisfatta Doralice Panini, che ha così commentato: «Il freddo intenso del fine settimana ha contribuito a creare l’atmosfera perfetta per una tradizionale festa alpina. La partecipazione è stata sentita e possiamo dirci davvero contenti del risultato». Si è trattato della seconda edizione svolta secondo una nuova formula inaugurata lo scorso anno. Un progetto che coinvolge

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direttamente la popolazione locale nella preparazione dell’evento. Danze e canzoni trentine, per esempio, sono state affidate agli studenti delle scuole João Floriani e Servino Mengarda. La tre giorni di festeggiamenti si è conclusa con la tradizionale sfilata allegorica, alla quale hanno partecipato ventotto gruppi Nonostante il clima freddo, la Festa è stata riscaldata dal pubblico entusiasta. Un grazie doveroso va agli organizzatori, a chi ha collaborato e ai partecipanti che hanno contribuito a diffondere lo spirito trentino della città. L’anno prossimo l’evento giungerà alla sua trentesima edizione, e sono già in corso i preparativi per dei festaggiamenti speciali. Su informazioni di José Andrey Taffner Fraga

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CIRCOLI

Anche a Santa Rosa La Pampa (Argentina) il 26 giugno si è festeggiato San Vigilio L

o scorso 26 giugno i trentini di Santa Rosa La Pampa (Argentina) hanno commemorato, assieme alla comunità cattolica locale, il giorno di San Vigilio, patrono di Trento. Il Circolo trentino Santa Rosa La Pampa ha organizzato, in collaborazione con la diocesi, una messa in memoria del Santo Patrono e dei soci e discendenti trentini scomparsi. Per l’occasione, l’arcivescovo di Trento, monsignor Lauro Tisi, ha inviato a tutta la comunità un emozionante messaggio (riportato integralmente sulla pagina a fianco), attraverso il quale ha ricordato l’importanza delle radici che legano al Trentino ed esortato a proseguire un cammino di fede e tradizione. La messa è stata celebrata da Padre Juan Carlos Cipolla, parroco e rettore della Chiesa locale, ed allietata dal corpo corale che

ha intonato alcuni canti trentini. I festeggiamenti sono proseguiti fino a domenica 30 giugno, quando si è svolto il tradizionale «pranzo di San Vigilio», sempre molto atteso dalla comunità. Quest’anno, sono stati ben 140 i

partecipanti presso la social hall del Club italiano, una «seconda casa» per tutti i trentini di Santa Rosa. Gli ospiti hanno gustato bevande tipiche, dallo spritz al vin brulè, e una serie di piatti «anti-freddo» come polenta,

crauti, salame, verdure e, come piatto principale, i canederli asciutti o in brodo. Un menù ricco dall’antipasto ai dolci: mele con cannella, gelatina al vin brulè, strudel, crostoli, budini e alfajores accuratamente decorati con

«Baila Regina!», danza e leccornie trentine

Si è svolto sabato 16 marzo, dalle sei del pomeriggio fino a mezzanotte, nella Plaza de los Proceres l’evento «Baila Regina!», organizzato dal Circolo 5 - 2019

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trentino di Villa Regina (Argentina) con la collaborazione di Casita oncologica, Lions club, e Cooperadora del hospital e Amuchén. L’evento ha visto la

partecipazione di un numeroso pubblico che ha trascorso un momento conviviale e di danza, allietato dal catering, che ha offerto dolci tipici come crostoli,


CIRCOLI

La pergamena dell’Arcivescovo di Trento Carissimi tutti del Circolo trentino Santa Rosa La Pampa, in occasione dei 29 anni della Vostra presenza nella comunità locale, desidero farVi pervenire il mio saluto e le mie più vive felicitazioni. L’importante tappa raggiunta possa essere per Voi motivo di felicità e di soddisfazione, ma soprattutto di rendimento di grazie al Padre della vita, che sostiene sempre i suoi figli. Le belle e sane tradizioni ereditate dai Vostri genitori e nonni nati in questa nostra terra trentina,

i colori della bandiera trentina. Un grande ringraziamento va a tutti i presenti che hanno cantato e ballato le bellissime canzoni

italiane proposte, al Club italiano di Santa Rosa, alla scuola Don Bosco, agli amici piemontesi, e alle famiglie: padri, madri, nonni

arricchite dai valori della fede, possano sempre accompagnarVi nel cammino della vita ed essere trasmesse anche alle generazioni future. Nel porgere a tutti Voi i miei personali auguri, invoco una speciale benedizione dal Signore e la protezione di San Vigilio sulla Comunità Locale Trentina e su quanti in questa bella ricorrenza si uniranno alla Vostra gioia. Trento, 26 giugno 2019 Solennità di S. Vigilio

e nonne trentini, che danno costantemente il loro sostegno nel mantenere viva la nostra identità culturale.

Canberra, in memoria di Riccardo Bontempelli Se ne è andato lo scorso 25 luglio a Pellizzano, il suo paese natale, Riccardo Bontempelli. Lo annuncia con dolore il Circolo trentino di Queanbeyan/ Canberra (Australia), di cui Riccardo era uno dei soci fondatori. Emigrato in Australia nel 1957 all’età di ventisette anni, ha saputo distinguersi per il suo impegno nel lavoro e nelle attività del Circolo, dimostrandosi sempre pronto a collaborare e ad aiutare il prossimo. Riccardo era solito ritornare spesso a Pellizzano, che nel suo cuore non aveva mai smes-

strudel e tiramisù. L’intero ricavato del buffet è stato devoluto al reparto di terapia intermedia dell’ospedale di Villa Regina.

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so di considerare «casa». Il Circolo di Queanbeyan/ Canberra si stringe con affetto attorno ai familiari: la moglie Concetta, i figli Dorian e Tania e i nipoti. 5 - 2019


GENTE E FATTI L’ANNIVERSARIO DI MATRIMONIO È STATO FESTEGGIATO IN AUSTRALIA E IN TRENTINO

Felicitazioni a Franco e Agnese per i loro sessant’anni insieme G

li «australiani» Franco Terzi e Agnese Mutinelli hanno festeggiato nei giorni scorsi il loro 60° anniversario di matrimonio, celebrato a Rovereto nel lontano 30 maggio 1959. Franco Terzi, nato a Rovereto (Trento) nel 1934, fin da giovane era un valido falegname; esercitava la professione, con successo, nella propria falegnameria di Borgo Sacco, il lavoro non mancava, Franco era giovane, ma le prospettive di sviluppo, nel secondo dopoguerra, si presentavano lente e un po’ problematiche. Franco, invece, «mordeva il freno» e, supportato anche dallo spirito di avventura della giovane moglie (classe 1936), all’età di 26 anni lasciò la propria attività e si trasferì in Australia nel 1960, pochi mesi dopo il matrimonio. Il primo impatto con la realtà australiana non fu certo facile. Franco ricorda i ventisette giorni di viaggio in nave fino a Melbourne con la moglie incinta; il successivo trasferimento, in treno, da Melbourne a Bonegilla in un ex campo militare, baracche in legno, in cui fu loro assegnata, in via eccezionale, una singola stanza, considerata la prossima maternità di Agnese; lo spostamento, dopo otto giorni, a Queanbeyan (vicino alla capitale Canberra) per iniziare il lavoro come falegname alle dipendenze

di un imprenditore privato. Non c’è stato il tempo per i rimpianti e le nostalgie perché, sempre nel 1960, nasce il primo figlio, Robert. Franco non è venuto in Australia per essere un lavoratore dipendente, anche se ben retribuito, e due anni dopo, nel 1962, inizia l’attività lavorativa in proprio, con il supporto della moglie nella gestione delle pratiche burocratiche e amministrative. È l’inizio di un’avventura che porterà Franco e Agnese alla creazione di una vera e propria attività imprenditoriale nelle costruzioni e nella commercializzazione immobiliare. La sua, però, non è un’impresa come la intendiamo noi: non ha

dipendenti, non ha macchine operatrici, non ha magazzini e/o capannoni per il deposito dei materiali. Franco realizza progetti, anche complessi, coordinando il lavoro delle varie imprese costruttrici che incarica direttamente, garantendo personalmente ai committenti la qualità di tutte le opere; in pratica assume incarichi onnicomprensivi e li realizza «chiavi in mano». Per la qualità costruttiva, per la serietà dell’impresa e per il rigoroso rispetto dei tempi di consegna, l’impresa di Franco Terzi porterà alla realizzazione di immobili (scuole, edifici pubblici, costruzioni varie, ecc…) per Comuni, Istituzioni pubbliche e privati cittadini.

Nel 2000 Franco Terzi chiude l’azienda vera e propria per dedicarsi ad attività prevalentemente commerciali, dopo oltre trent’anni di impegnativo ed intenso lavoro. Il braccio destro è sempre stata la moglie Agnese che ha curato la gestione dell’ufficio amministrativo,. Oggi i tre figli - oltre a Robert, David nato nel 1965 e Joanna nel 1966 - sono tutti sposati: due, con le rispettive famiglie, vivono in Australia ed uno è tornato nella terra dei genitori e vive a Rovereto. La vita dei due emigranti non si è concentrata solo nell’intenso lavoro imprenditoriale, ma si è dedicata alla comunità in cui ha costruito la propria vita.

Tournée In Cile e Argentina per il chitarrista Lorenzo Bernardi Anche la Trentini nel mondo, attraverso i suoi Coordinatori dei Circoli, ha collaborato all’organizzazione della tournée in Cile a Argentina (dal 26 agosto al 15 settembre) del chitarrista trentino Lorenzo Bernardi, 25 anni, diplomato presso il Conservatorio «F.A Bonporti» di Trento nel 2015, che si è esibito in numerosi eventi sul territorio nazionale e internazionale. A fine tournée sarà pubblicato un ampio resoconto. 5 - 2019

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GENTE E FATTI La Trentini nel Mondo, porge ai festeggiati i più vivi apprezzamenti

Franco Terzi è stato presidente, dal 1967 al 1971, del Club Italiano Marco Polo di Queanbeyan, frequentato dalla comunità italiana della zona. Agnese ha tenuto, per anni, corsi di italiano nelle scuole australiane ed ha mantenuto rapporti con l’ambasciata italiana. Franco e Agnese si sono inseriti, nel lontano 1987, nel neonato circolo trentino di Canberra, nel quale hanno sempre svolto compiti organizzativi e gestionali e nei quali sono tutt’ora molto attivi.

Franco non ha mai venduto la casa di Borgo Sacco (Rovereto) in cui nacque ed in cui aveva svolto i primi anni di lavoro; da alcuni anni, pertanto, Franco e Agnese vengono in Italia nel periodo estivo, per poi tornare in Australia all’inizio della stagione autunnale. Il pranzo per il 60° anniversario del matrimonio di Franco e Agnese si è svolto in un ristorante nella zona di Brentonico, alla presenza dei parenti che non hanno potuto

partecipare alla analoga ricorrenza in Australia, e dei numerosi amici che la coppia conserva ancora in Trentino. La giovane coppia Franco e Agnese, partita per l’Australia con grandi speranze, completamente realizzate, ha creato una grande famiglia formata dai tre figli, con rispettive mogli e marito, sette nipoti e quattro pronipoti per un totale di 19 persone, compresi i due protagonisti. Oggi i coniugi Franco e Agnese

sono giustamente orgogliosi dei traguardi raggiunti in sessanta anni di vita e lavoro insieme; non hanno, però, dimenticato le loro origini, gli amici di un tempo, i problemi incontrati e risolti, i valori che li hanno sempre sostenuti, le relazioni umane intessute con il paese natale e con le persone in Australia. L’Associazione Trentini nel Mondo, alla quale aderiscono da molti anni e con cui collaborano ancora attivamente, porge ai festeggiati i più vivi apprezzamenti per il traguardo raggiunto, ma soprattutto per la testimonianza di una vita incardinata sui valori della famiglia, dell’impegno nel lavoro, nella collaborazione sociale e nell’amicizia. Augura, infine, a Franco ed Agnese, ambasciatori morali della cultura e del lavoro trentino nel mondo, un futuro ancora lungo e ricco di meritate soddisfazioni. Aldo Degaudenz

L’AUTRICE, ANNE MARIE CASAL-LÈVÈQUE, È FIGLIA DI UNA COPPIA EMIGRATA IN FRANCIA DA CAPRIANA NEGLI ANNI 30

Le vicende delle famiglie Casal e Lazzeri in un libro avvincente come un romanzo Le sono serviti quasi due anni di lavoro ma ne è valsa la pena. Anne Marie Casal-Lèvèque, ex insegnante di storia e geografia, ha dato alle stampe il libro «Les enfants du Tyrol. Des vies singulières». Era il 1930 quando suo padre Mansueto partiva da Capriana nella valle di Fiemme in cerca di lavoro, per stabilirsi a Chalons en Champagne, capoluogo del dipartimento della Marna, nella regione Grand Est della Francia. Nel 1934 lo raggiungeva la moglie Giulia Lazzeri, per tutti divenuta Julie, e l’anno successivo veniva alla luce Anne Marie. Nelle 220 pagine del libro, che ripercorrono la storia delle famiglie Casal e Lazzeri risalendo fino al ’700 e raccontano gli anni trascorsi tra la Francia e l’Italia, ci sono anche la descrizione di Capriana e le vicende storiche di un Trentino che Anne Marie Casal

non ha mai smesso di considerare come suo. Un capitolo è dedicato anche alle Dolomiti. Da tanti anni legata alla «Trentini nel mondo» - ha raccontato che sua madre era una fedele

lettrice di questo periodico - il 24 luglio, accompagnata dal cugino Marco Lazzeri, ha fatto visita all’Associazione durante uno dei suoi consueti viaggi in Trentino per ritrovare amici e

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parenti. Aveva con sé la prima parte in italiano del suo libro, in corso di realizzazione con la collaborazione della Trentini nel mondo, che ha affidato la traduzione a Silvia Benigni. «Vorrei che questo testo fosse accessibile a quante piú persone possibile dice Anne Marie nel suo italiano appena condizionato dalla tipica pronuncia francese- perché oltre a riportare tantissime fotografie e informazioni sul Trentino e sulla realtà dell’emigrazione, contiene numerosi aneddoti familiari che lo trasformano quasi in un romanzo a cui tutti, non solamente i discendenti delle famiglie Casal e Lazzeri, potranno appassionarsi». Un viaggio nel tempo alla scoperta di memorie che avrebbero rischiato di andare perdute, pezzi della nostra storia che presto potremo leggere anche in italiano. Alice Sommavilla 5 - 2019


60 ANNI D’EUROPA DA UNA CITAZIONE BIBLICA LO SPUNTO PER ALCUNE RIFLESSIONI SU UNA QUESTIONE SEMPRE DI ESTREMA ATTUALITÀ

Ricordati che eri straniero N

on è uno slogan pubblicitario, ma un preciso riferimento alla Bibbia che dà il titolo a un libretto di Barbara Spinelli edito dalla Comunità monastica di Bose (ed. Qiqajon) nel 2005 e ristampato per la terza volta nel 2014. Barbara Spinelli, figlia di Altiero e di Ursula Hirschmann, giornalista, scrittrice e parlamentare europea nella passata legislatura, ricorda di essere stata invitata dal priore Enzo Bianchi a tenere una conferenza sul tema dello straniero nel monastero di Bose il 7 marzo 1999. «Non maltratterai lo straniero e non l’opprimerai, perché anche voi foste stranieri nel paese d’Egitto» (Esodo, 22,21). La Bibbia presenta diversi passi che si riferiscono allo straniero, al forestiero, sia nei libri che compongono la Torah ebraica, sia nei Vangeli e nelle Lettere apostoliche. Ne cito alcuni che probabilmente molti, anche cattolici «devoti», non conoscono o fanno finta di non conoscere. «Lo straniero che dimora in mezzo a voi lo tratterete come colui che è nato tra di voi» (Levitico, 19, 33-34). «Il Signore nostro Dio non usa parzialità, ama il forestiero e gli dà pane e vestito: amate dunque il forestiero» (Deuteronomio, 10, 17-18). «Ero forestiero e mi avete accolto…venite benedetti…» (Matteo, 25, 34-35). Lungi da me l’idea di dare lezioni bibliche a chicchessia, anche perché non ne ho la competenza, ma le immagini e le notizie ricorrenti negli organi di informazione e nei social di sovranisti, leghisti, nazional fascisti che marciano lungo i confini nazionali (Polonia) masticando rosari contro i migranti o del nostro ministro dell’Interno che agita rosario e vangelo durante i comizi, mi hanno spinto a proporre questa breve riflessione. Per Barbara Spinelli, pensare le parole dell’Evangelista Matteo è, innanzitutto, pensare la bontà, perché lo straniero è una presenza che chiama, un invito permanente a misurarci e a incontrarci nella sua primordiale nudità, a scoprire il suo volto. Sono stupende 5 - 2019

Nel nostro Paese, anche in Trentino, la sensazione è che tanta, troppa gente abbia lo sguardo appannato nei confronti dei migranti, dei richiedenti asilo, «altri» per antonomasia; troppe persone si voltano dall’altra parte. Cresce l’indifferenza leparole del filosofo Emmanuel Levinas che si leggono in un suo saggio del 1963: «Il volto non è solo l’assemblaggio di un naso, di una fronte, di due occhi. È tutte queste cose certamente, ma assume il significato di volto grazie alla dimensione nuova che viene aperta alla percezione di un essere… Il volto è inviolabile; questi occhi assolutamente senza protezione sono la parte più nuda del corpo umano, e oppongono tuttavia una resistenza assoluta al possesso. Resistenza assoluta nella quale si iscrive la tentazione dell’assassinio: la tentazione di una negazione assoluta. L’Altro è il solo essere che possiamo essere tentati di uccidere. Questa tentazione dell’omicidio unita all’impossibilità dell’omicidio è ciò che il volto ha davanti a sé come visione. Vedere un volto è già ascoltare la prescrizione: “non uccidere”. E ascoltare “non uccidere” è già ascoltare: “giustizia sociale”…Perché in realtà, l’assassinio è possibile. Ma è possibile fintantoché non abbiamo ancora guardato in faccia l’Altro».

Nel nostro Paese, anche in Trentino, la sensazione è che tanta, troppa gente abbia lo sguardo appannato nei confronti dei migranti, dei richiedenti asilo, «altri» per antonomasia; peggio, troppe persone si voltano dall’altra parte. Cresce l’indifferenza, la tragedia senza fine dei migranti che muoiono in mare, recentemente oltre 150, fuggendo da miseria, violenza, persecuzioni e torture, non scalda più il cuore di tanti cittadini. L’indifferenza può uccidere; come afferma Levinas, l’assassinio è possibile fintantoché non abbiamo guardato in faccia l’Altro. In questa indifferenza «assassina», Gaspare Nevola scorge il naufragio della coscienza come ha ben documentato in un recente articolo sul giornale l«’Adige». Enzo Bianchi, su Repubblica del 10 luglio, constata con dolore che la compassione è morta. Compatire è essenzialmente «soffrire insieme»: qualità umanissima che oggi viene sbeffeggiata come buonismo da anime belle. Eppure gli italiani sono stati e sono ancora un popolo di mi-

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granti. Si calcola che, tra il 1861 e il 1985, il numero dei migranti italiani sparsi nei vari continenti abbia toccato la cifra di 29 milioni di unità, di cui solo il 35% ha fatto ritorno in Italia. E il fenomeno, pur con caratteristiche diverse dai decenni passati, continua. Nel 2018 hanno lasciato l’Italia 285 mila persone, un ritorno ai livelli record degli anni 50. «Sono troppi, ci rubano i posti migliori, lavorano per pochi soldi, occupano i letti degli ospedali, sono rumorosi, non si lavano». Erano gli slogan che hanno accompagnato in Svizzera, nel 1970, il primo referendum contro gli stranieri nella storia d’Europa. Gli stranieri eravamo noi, come documenta, con rara efficacia, il giornalista Concetto Vecchio nel suo libro «Cacciateli», edito da Feltrinelli e recentemente presentato a Trento. È il mantra ripetuto con paranoia ossessiva dal nostro ministro dell’Interno e dai suoi epigoni nei vari territori in cui la Lega governa. Il Trentino non è da meno: chiusura dei centri di accoglienza diffusa, tagli alle iniziative di integrazione linguistica e sociale e si potrebbe continuare. Trentini che avete votato Lega, avete dimenticato come venivano trattati i nostri emigranti in Belgio, in Francia, nelle Americhe, persone, non numeri o cose, alla ricerca di lavoro, di dignità, di un futuro migliore per sé e la propria famiglia? Non è giunto il momento di dire basta a questa deriva che umilia e offende la storia e le tradizioni migliori del nostro Paese e del nostro Trentino? Ricordiamoci che tanti di noi sono stati migranti, stranieri in terra altrui: questa memoria che rischia di perdersi nell’indifferenza, ci aiuti, invece, a contrastare con fermezza, pacificamente e con ogni mezzo, quei «sacerdoti del populismo – prendo una frase di Civiltà Cattolica - che evocano una falsa realtà pseudo religiosa» e che professano «suprematismo, antisemitismo, odio nascosti nel doppiofondo di devozioni affrettate contro cui i vescovi non sanno dire “adesso basta”» (A. Melloni). Vittorino Rodaro


GIOVANI INTERVISTA DELLA TRENTINA FRANCESCA GOTTARDI A LILLO SPAGNOLO, RESIDENTE IN FRANCIA MA CON ORIGINI SICULE

«L’italiano nel mondo è innanzi tutto un ambasciatore della cultura italiana» Francesca Gottardi (nella foto) dottoranda ed assistente universitaria in Diritto internazionale e Scienze politiche presso l’Università di Cincinnati (Ohio - USA), dove attualmente risiede, ha partecipato, come componente della delegazione trentina, al «Seminario per la creazione di una rete di giovani italiani nel mondo», che si è svolto a Palermo in aprile. Durante i lavori ha intervistato un altro partecipante, Lillo Spagnolo, studente di 22 anni, residente in Francia, ma con origini sicule, anch’egli protagonista della «rete di gioveni», della quale si è occupato il seminario. Dove vivi all’estero? Sono un italiano di terza generazione, vivo a Metz, nel nord-est della Francia ma sono nato a Parigi. Mio nonno è arrivato per primo in Francia da Ravanusa, un paesino siculo in provincia di Agrigento. Mio nonno era contadino, è partito per far fronte a difficoltà finanziare,, alla ricerca di un futuro migliore. Mia nonna

lo ha raggiunto più tardi, insieme a mio papà e ai suoi tre fratelli. Di cosa ti occupi? Dopo la maturità scientifica mi sono trasferito in svizzera. Ho frequentato la facoltà di economia a Losanna. In questi giorni sono stato ammesso al master combinato in International Finance e scienze politiche. Come ti senti in Italia come persona che ha studiato e vissuto all’estero, e all’estero come italiano? Quando sono in Italia non mi considerano come italiano. Penso che gli italiani abbiano un’altra definizione di italianità. Italiano è chi è nato e ha vissuto parte della sua vita in Italia, chi lì ha ricevuto un’educazione. Io sono nato in Francia, ho vissuto in Italia per brevi periodi durante la mia infanzia ma poi ho ricevuto tutta la mia educazione in Francia. Come italiano all’estero vivo una situazione di ambivalenza. Quando sono in Francia mi gguardano come un immigrato. Q Quando

sono in Italia mi considerano un outsider, un francese. Mio nonno Calogero definiva questa condizione uno “stare tra due sedie”. In che senso? Significa vivere e sentirsi a cavallo tra due realtà. Mio nonno lo vedeva come un vantaggio perché vuol dire avere il doppio delle opzioni e delle possibilità di scelta. Diceva che ci sono persone sedute su una sedia sola, ma sedute male. “Almeno tu hai due sedie”, mi ribadiva, “puoi stare più comodo!” Secondo te quali sono le caratteristiche dell’italiano nel mondo? L’italiano nel mondo è innanzitutto un ambasciatore della cultura italiana. Ha una responsabilità nel rappresentare ed essere un biglietto da visita dell’italianità nel mondo, oltre gli stereotipi. Questo è una forma di “soft power” da non sottovalutare. Quali sono gli elementi di forza che potresti portare in Italia qualora dovessi tornare? La mia esperienza di italiano nel mondo mi ha reso innanzitutto molto adattabile. Per questo credo mi integrerei con facilità nella

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cultura lavorativa italiana portando metodi di lavoro di gruppo innovativi appresi all’estero. Emerge quindi un profilo di un italiano cresciuto tra due mondi e che sviluppa caratteristiche come l’adattabilità, la flessibilità ed il rispetto di tutte le culture, in un’ottica di tolleranza. L’Italiano che ha conosciuto l’estero ha una visione complessiva e d’insieme, è come avere un paio di occhiali che permette di vedere le cose da un altro punto di vista. Ti piacerebbe rientrare in Italia, o pensi che la tua prospettiva futura sia di rimanere all’estero? Dipenderà molto dalle opportunità. Tornare per tornare no, ma se un giorno dovessi trovare un lavoro in Italia conforme ai miei studi, dove potrei apportare un valore aggiunto certo, rientrerei. Ho un grande amore per l’Italia e mi piacerebbe tanto avere la possibilità di poter offrire il mio contributo al suo sviluppo. Questo forse proprio perché dall’Italia sono lontano, sai com’è (tono scherzoso), più sei lontano da qualcosa, più la desideri! Francesca Gottardi

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STORIA IL TESTO DELLA RELAZIONE TENUTA DAL PRESIDENTE DELLA TRENTINI NEL MONDO, ALBERTO TAFNER, L’8 AGOSTO A LEDRO

«Obbedisco», il motto del Risorgimento, fu pronunciato da Garibaldi a Bezzecca

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er capire bene cosa è successo a Bezzecca, è necessario inserire gli avvenimenti in un quadro più generale. In quel momento storico l’Italia era attraversata dai fermenti del Risorgimento, fenomeno politico e culturale che spingeva il popolo dei vari Stati nei quali era divisa l’Italia verso la realizzazione di un’ unione sempre più ampia del Paese. La maggioranza degli storici colloca il Risorgimento tra il 1815 (fine del dominio napoleonico) e il 1871 (annessione dello Stato Pontificio al Regno d’Italia), anche se altri lo fanno slittare al termine della prima Guerra Mondiale, quando il Trentino e l’Alto Adige furono accorpati al Regno d’Italia. L’inizio del Risorgimento viene fatto coincidere con il Congresso di Vienna, dove le grandi Potenze allora operanti in Europa (Austria – Prussia – Regno Unito, Francia e Russia) si riunirono per ridisegnare la carta d’Europa, con lo scopo di riportare la situazione allo status quo precedente la rivoluzione francese e le guerre napoleoniche, per questo definito “Congresso della restaurazione”.

non capivano la mentalità nuova e più liberale sorta nel frattempo, ed erano incapaci di guidare le aspirazioni di indipendenza nazionale dei loro popoli. Un contributo alla diffusione delle nuove idee ed un ruolo di primo piano nello scoppio delle prime rivolte contro i governi della restaurazione, lo si deve anche al proliferare delle società segrete (come la carboneria in Italia) collegate tra loro internazionalmente. I regnanti degli Stati più potenti, per parte loro, per difendersi strinsero prima la Santa Alleanza (Russia, Austria e Prussia) e poi la Quadruplice Alleanza, con l’aggiunta dell’Inghilterra in funzione anti francese. Entrambe ebbero però vita breve, a causa dei contrasti interni e dei moti rivoluzionari che scoppiarono un po’ ovunque, nonostante le feroci repressioni: l’idea di libertà e di uguaglianza introdotta con la rivoluzione francese, si diffuse a macchia d’olio in Spagna, in Italia, in Russia e in Grecia, accompagnata da un ormai irreversibile

processo di secolarizzazione. La situazione in Europa era dunque estremamente confusa: - moti popolari attraversavano periodicamente gran parte degli Stati , - intrighi e complotti rendevano sempre più instabili i governi, - alleanze si formavano e si rompevano per mancanza di una visione comune. La situazione in Italia , non era molto dissimile dal resto d’Europa : - La divisione politica caratterizzava il Paese, che pure cominciava a riconoscere una identità comune basata sul piano culturale e in parte su quello economico. - L’egemonia austriaca su una buona parte degli Stati italiani, contribuiva a dare un nemico comune ed un obiettivo strategico da raggiungere ai vari movimenti risorgimentali. - Disorganizzazione, gelosie e impreparazione, provocavano fallimenti e conseguenti feroci repressioni, che inducevano i capi dei moti che puntavano all’unità d’Italia, a trovare l’appoggio di uno

SUDDIVISIONE DELL’ITALIA Al termine di questo Congresso l’Italia risultava divisa in una decina di Stati. I principali erano : - il Regno di Sardegna sotto i Savoia, - il Regno Lombardo-Veneto sotto il controllo dell’Austria, - i ducati di Parma e Piacenza e quello di Modena e Reggio anch’essi sotto controllo asburgico, - lo Stato Pontificio sotto il governo papale, - il Regno di Napoli ed il Regno di Sicilia che poi diventano il Regno delle Due Sicilie sotto i Borboni. TENSIONI IN EUROPA E IN ITALIA Dopo il Congresso di Vienna del 1815 tutta l’Europa fu percorsa da venti di ribellione: i regnanti 5 - 2019

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degli Stati esistenti in Italia. Tra questi emerse il Regno di Sardegna governato dai Savoia, che risultò essere il più organizzato e disponibile. Alla metà dell’800 la situazione cambiò in seguito alle tre Guerre d’Indipendenza contro l’Austria : TRE GUERRE D’INDIPENDENZA - La prima venne combattuta tra il 1848 e il 1849 dal Regno di Sardegna, con lo scopo di strappare agli austriaci il Regno Lombardo Veneto. L’esito fu però negativo e tutto rimase come prima. (Carlo Alberto di Savoia abdicò in favore del figlio Vittorio Emanuele II). - La seconda venne combattuta nel 1859 dopo la firma di un patto tra il Regno di Sardegna e la Francia, che obbligava quest’ultima ad intervenire in caso di attacco Austriaco. Dopo la battaglia di Solferino e San Martino - considerata la più sanguinosa di tutto il risorgimento - la guerra si concluse con l’armistizio di Villafranca e con la cessione della Lombardia (eccetto Mantova) da parte dell’Austria alla Francia, che a sua volta la passò ai Savoia. Conseguentemente, nel 1860, avvennero i plebisciti con i quali il ducato di Parma e Piacenza; la legazione delle Romagne; il Ducato di Modena e Reggio e la Toscana si unirono al Regno di Sardegna. Non solo, nel maggio del 1860 si svolse la spedizione dei mille, guidata da Garibaldi, per annettere anche il regno delle due Sicilie al Regno di Sardegna. L’anno successivo infine, esattamente il 17 marzo 1861, si proclamò il Regno d’Italia, al quale mancavano solo il Veneto, lo Stato Pontificio, parte del Friuli ed il Trentino. -La terza guerra d’indipendenza venne combattuta nel 1866 e durò solo 53 giorni. Il neonato Regno d’Italia strinse un’alleanza con la Prussia, che aveva dichiarato guerra all’Austria per unificare l’area tedesca in un unico Stato. L’Impero austriaco offrì il Veneto in concessione al Regno d’Italia in cambio della neutralità,


STORIA Il 16 luglio 1886 il Corpo di volontari salì dal bresciano e raggiunse Ponte Caffaro per poi puntare su Riva del Garda: nei giorni seguenti gli austriaci vengono respinti a Condino. Il 21 luglio avviene la battaglia di Bezzecca dove l’esercito austriaco viene sconfitto

per evitare così di dover combattere su due fronti, ma il governo italiano optò per la fedeltà al patto militare stipulato con la Prussia, dando vita alla terza guerra d’indipendenza. In questo contesto rientrano i fatti di Bezzecca. LA BATTAGLIA DI BEZZECCA Bezzecca rappresenta praticamente l’unica vittoria nell’azione

bellica del neonato Regno d’Italia che - anche a causa dei contrasti tra il capo di stato maggiore La Marmora, il generale in capo Enrico Cialdini e il comandante della flotta Carlo Persano - vide la pesante sconfitta di Custoza e la disfatta navale avvenuta al largo di Lissa nell’Adriatico. Garibaldi, alla guida dei Cacciatori delle Alpi (43 mila 500 volontari che combattevano a fianco dell’esercito regolare) riuscì a vincere in un territorio strategico di confine come il Trentino, tagliando di fatto l’importante via fra il Tirolo e la fortezza austriaca di Verona. Tutto si svolse in pochi giorni. Il 16 luglio 1886 il Corpo di volontari salì dal bresciano e raggiunse ponte Caffaro (dove Garibaldi venne ferito ad una natica e costretto a muoversi in

carrozza), per poi puntare su Riva del Garda: nei giorni seguenti gli austriaci vennero respinti a Condino, ed il 21 luglio ebbe luogo la famosa battaglia di Bezzecca, dove l’esercito austriaco condotto dal generale Kuhn, venne sconfitto. Dopo questo giorno, la storia del Trentino avrebbe potuto cambiare sostanzialmente (ovviamente non si sa se in bene o in male) e questa vittoria avrebbe potuto dare una svolta diversa alla terza guerra d’indipendenza, se nel frattempo l’esercito Prussiano non avesse sconfitto gli austriaci nella battaglia di Sadowa, in seguito alla quale il governo austriaco chiese di firmare la fine della guerra. Essendo il Regno d’Italia alleato con la Prussia, dovette adeguarsi, e di conseguenza La

Marmora ordinò a Garibaldi di fermare la sua avanzata vittoriosa. Garibaldi, come è noto, rispose con il famoso “Obbedisco” che venne assunto poi come motto del Risorgimento e come simbolo della disciplina e della dedizione, pur nel più completo disaccordo. Questa fase della terza guerra d’indipendenza finì con l’acquisizione del Veneto da parte del Regno d’Italia, che non fu però ceduto dall’Austria – che rifiutò di considerarsi sconfitta dagli italiani- ma da Napoleone III, che fece da intermediario. A questo punto per completare l’unità d’Italia rimasero da annettere lo Stato Pontificio (che venne conquistato quattro anni dopo), ed il Trentino, annesso 32 anni dopo, al termine della prima guerra mondiale.

Il Trentino dopo Bezzecca

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n anno dopo la battaglia di Bezzecca e la cessione del Veneto all’Italia, l’Austria diventò Impero Austro-Ungarico, ma la politica di Francesco Giuseppe verso i territori di confine come il Trentino, appare un po’ confusa. Forse sull’onda della sconfitta subita a Bezzecca che ancora bruciava, l’imperatore infatti emanò alcuni decreti tendenti a cancellare l’italianità dal Trentino e dalla Venezia Giulia, salvo poi introdurre nella Costituzione Imperiale, con l’Articolo 19, il riconoscimento “a tutte le nazionalità che compongono lo Stato, uguali diritti, compreso quello di conservare e sviluppare la propria nazionalità e la propria lingua”. Questa ambiguità si rifletté ovviamente anche nei territori che si trovavano sotto l’egida imperiale (come appunto il Trentino), dove i confronti fra italofoni e germanofoni divennero sempre più accesi. Un esempio lo si ebbe nel 1896, quando a Trento venne inaugurato il monumento a Dante, che per gli irredentisti costituisce il simbolo dell’italianità del Trentino, mentre per i filoasburgici – con quel suo braccio teso ad indicare la strada del nord– diventa un’offesa e una provocazione. L’espandersi degli scontri tra pangermanisti e italofoni toccò anche l’Università di Innsbuck, dove studiavano parecchi trentini, tra i quali Alcide Degasperi e Cesare Battisti, che nel 1904 vennero arrestati in seguito ad alcuni disordini che portarono anche alla chiusura della facoltà italiana.

La convivenza in Trentino tra filoitaliani e filoaustriaci non era quindi tra le più facili, tanto più che cadeva in un periodo di grave difficoltà sociale ed economica. La povertà infatti cresceva a dismisura, a causa delle malattie della vite e del gelso che annientarono le coltivazioni; delle alluvioni che nel 1882 distrussero il territorio; del disastroso crack della borsa di Vienna che portò alla rovina banche, industrie e singoli lavoratori. In aggiunta a tutto questo, vanno considerante anche le misure prese dalle autorità imperiali asburgiche, tese a spezzare i legami culturali ed economici che legavano il Trenti-

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no alle regioni italiane circostanti. Ecco quindi che a partire dal 1875 iniziò quindi il periodo della grandi emigrazioni dei trentini verso le Americhe. Il Trentino – come succede a molte terre di confine - viveva dunque in una situazione un po’ imprecisata e lo testimoniano alcune dichiarazioni contrastanti: una è quella del luogotenente dell’imperatore in Tirolo (e quindi governatore anche del Trentino) che nel 1912 scrisse all’erede al trono Ferdinando d’Asburgo che “nessun italiano sudtirolese deve essere considerato assolutamente affidabile”. L’altra è quella di Degasperi, che nel 1914 confermò all’ambasciatore asburgico a Roma - Karl von Macchio – che “se si fosse tenuto un plebiscito, il 90 % dei trentini avrebbero votato per l’Austria-Ungheria”. Quello che avvenne dopo il 1914 è storia abbastanza conosciuta. Resta una curiosità: se i fatti di Bezzecca fossero andati avanti sull’onda della vittoria garibaldina, come sarebbe oggi il Trentino ? E’ ovviamente una domanda retorica che non può avere risposta, ma sarebbe interessante sapere che tipo di trasformazione avrebbe potuto subire il Trentino in quei 32 anni trascorsi tra la battaglia di Bezzecca e la fine della prima guerra mondiale, che decretò il passaggio (senza per altro lo svolgimento di alcun plebiscito) del Trentino dall’Austria all’Italia. 5 - 2019


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(*) Disponibili sul sito www.trentininelmondo.it 5 - 2019

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CALENDARIO 3 luglio C.T. Venda Nova do Emigrante (BR): 3° riunione dell’anno

11 agosto C.T. Seattle (USA): Polenta picnic annuale C.T. Salete (BR): XXIII Festa del Pollo

5-7 luglio C.T. Rio dos Cedros (BR): 29° Festa Trentina

18 agosto C.T. Toronto (CA): Picnic Annuale

5-7 luglio A Storo (TN) Festa Provinciale dell’Emigrazione

C.T. Montevideo (UY): festeggiamenti per il giorno del bambino 19 agosto C.T. Bento Gonçalves (BR): Trà Sasi&Storie - Caminhos de Pedra

10 luglio CT Chajari (AR): riunione per accogliere Valeria Zancanella dal Trentino, partner di Valeria Ceol nell’interscambio della Provincia Autonoma di Trento

20 agosto al 20 settembre Fai della Paganella (TN): Mostra “Vitigni migranti” ed a Andalo (TN): Mostra “e-Migr@zione Storia e attualità di un fenomeno che esiste fin dalle origini dell’umanità” a cura dell’Associazione Trentini nel Mondo

12 luglio C.T. Presidente Getulio (BR): 24° cena italiana 12 - 21 luglio C.T. Blumenau (BR): partecipa alla 26° edizione di Festitalia

23-25 agosto Ad Albany (New York): Incontro presidenti dei Circoli trentini degli Stati Uniti e Canada

13 luglio A Blumenau (BR) riunione del gruppo giovani Trentini Brasiliani C.T. Villa Regina (AR): cena di benvenuto a Amos Sandri, studente dell’Università di Trento che farà uno studio sociale per l’Università a Villa Regina

7 settembre C.T. Bento Gonçalves (BR): II° Mediaval Bento 8 settembre C.T. New York (USA): annual picnic

14 luglio C.T. Buenos Aires (AR): pranzo sociale

13 settembre A Trento (IT): Presentazione del documentario generazioni in mobilita ‘NdoVAT?

21 luglio C.T. Buenos Aires (AR): il coral Trentino del circolo partecipa all’incontro dei cori organizzato dal Circolo C.T. Montreal (CA): Picnic annuale

20 -22 settembre A Lille (FR): “Generazione in mobilità: un capitolo da scrivere”, incontro giovani trentini in Europa (Francia, Belgio, Olanda e Lussemburgo)

26 luglio A Rovereto rinnovo dell’accordo tra la Fondazione Opera Campana dei Caduti e l’Associazione Trentini nel Mondo

20 – 23 settembre C.T. Denver – Colorado (USA): medici del Circolo trentino fanno i volontari al Seattle King County Clinic “helping to create a community of compassionate care”

27 luglio C.T. Rodeio (BR): ballo in maschera

5-6 ottobre C.T. Montevideo (UY): porte aperte per il giorno del patrimonio artistico

28 luglio C.T. Villa Regina (AR): 4 incontro del ciclo culturale 2019 “identità, territorio e umore” C.T. Myrtleford (AUS): assemblea annuale

13 ottobre C.T. La Lorena (FR): cena sociale

2-11 agosto C.T. Bento Gonçalves (BR): Calice de Estrelas

17-18 ottobre C.T. Colonia Manuel Gonzalez (MX): celebrazione del 138° anniversario dell’emigrazione Trentina in Messico e della fondazione della Colonia Manuel Gonzalez

2 agosto C.T. Villa Regina (AR): inizio corsi per la terza età (uso di cellulare e bancomat)

18-20 ottobre A Riva del Garda (TN): convegno EZA-UNAIE “Europa di domani: 5 scenari per il nostro futuro”

3 agosto C.T. Bento Gonçalves (BR): II° Mediaval Bento

19 ottobre A Carmelo (UY): incontro dei professori d’italiano dei circoli trentini dell’Uruguay

3-18 agosto A Ledro Mostra “e-Migr@zione Storia e attualità di un fenomeno che esiste fin dalle origini dell’umanità” a cura dell’Associazione Trentini nel Mondo

20 ottobre C.T. Bento Gonçalves (BR): 8° Mèrica Mèrica MagnaBento

4 agosto C.T. Colonia del Sacramento (UY) pranzo 30° anniversario

25-27 ottobre C.T. Solvay (USA): festeggiamenti per il 90° anniversario di fondazione

8 agosto A Ledro (TN): incontro circoli trentini d’estate 10 agosto C.T. Montevideo (UY): “fiesta del reencuentro” per i partecipanti del viaggio alla scoperta delle radici C.T. Laurentino (BR): XVII Incontro Italiano

16 novembre C.T. La Lorena (FR): castagnata

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22 novembre C.T. Caxias do Sul (BR): cena enogastronomica

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ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO PRESENTA:

IL DOCUMENTARIO GENERAZIONE IN MOBILITÀ

1 13.09.19 ORE 18.00 DOCUMENTARIO

TAVOLA ROTONDA DA

RINFRESCO RINFR RESCO R

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Grafica: Giulia Segata ga aa at

CENTRO COOPER COOPERAZIONE RAZION R NE INTERNAZIONALE N VICOL OLO SAN OL AN N MARCO 1, TRENTO VICOLO


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