Mensile dell'Associazione Trentini nel Mondo luglio 2019

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TRENTINI

MONDO

nel

MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E

7/2019

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento - Taxe Percue

anno 62°

A Sampacho (Argentina) è stata inaugurata «Plazoleta Rincon de Trento» (piazzetta 01 Angolo di Trento), un’iniziativa in onore dei trentini emigrati 7 - nella 2019città


CIRCOLI, DELEGAZIONI E FEDERAZIONI/COORDINAMENTI DI CIRCOLI dell’Associazione Trentini nel Mondo - onlus

Coordinamenti Argentina, Australia, Benelux, Bosnia, Brasile, Canada, Germania, Messico, Paraguay, Stati Uniti e Uruguay

Federazioni ITTONA (Canada e Stati Uniti)

Argentina - 57 circoli - 1 delegazione Alta Gracia, Avellaneda, Azul, Bahia Blanca, Bariloche, Buenos Aires, Catamarca, Chajarì, Chilecito, Colonia Tirolesa, Concepción del Uruguay, Concordia, Cordoba, Cordoba Sud, Corrientes, Corzuela, Cruz del Eje, Formosa, General Roca, General San Martín, La Carlotta, La Plata, La Toma, Lanteri, Las Breñas, Machagai Plaza, Makallè, Malabrigo, Malagueño, Mar del Plata, Mendoza, Olavarria, Pampa del Infierno, Presidente Roque Sáenz Peña, Puerto Tirol, Quitilipi, Reconquista, Resistencia, Río Cuarto, Romang, Rosario, Salta, San Jaime, Sampacho, San José (Depto. Colon), San Nicolas de los Arroyos, Santa Fé, Santa Rosa de la Pampa, Tandil, Tucuman, Venado Tuerto, Viedma, Villa Carlos Paz, Villa General Belgrano, Villa Ocampo, Villa Regina, Zárate - Comodoro Rivadavia

Messico - 13 circoli - 1 delegazione Aguas Calientes, Citlatepetl, Città del Messico, Colonia Manuel Gonzalez, Colonia Diez Gutierrez, Cordoba, Huatusco, Monterrey, Puebla, San Luis de Potosí, Tijuana, Veracruz, Xalapa - Cuernavaca

Australia - 8 circoli - 2 delegazioni Adelaide, Canberra, Mackay, Melbourne, Myrtleford, Perth, Sydney, Wollongong - Tasmania, Townsville Belgio - 4 circoli - 2 delegazione Centre du Borinage,Charleroi, La Louviére, Liegi – Limburgo, Bruxelles Bolivia La Paz

- 1 circolo

Bosnia - 4 circoli Banja Luka, Sarajevo, Stivor, Tuzla Brasile -

Canada - 5 circoli Alberta, Montreal, Toronto, Vancouver, Windsor & Detroit Cile - 3 circoli Copiapò, La Serena, Santiago Colombia Bogotá

- 1 circolo

Danimarca Copenaghen

- 1 circolo

Ex emigrati - 3 circoli Australia, Stivor (BIH), Svizzera

Peru Lima

Francia - 3 circoli Grenoble, Lorena, Parigi

Portogallo Portogallo

Germania - 6 circoli - 3 delegazioni Colonia, Dortmund, Reno Neckar, Stoccarda – Berlino, Monaco, Norimberga

Romania Romania

Gran Bretagna - 2 circolo Londra, Trentini UK-Irlanda Italia - 13 circoli Biella; Borgosesia; Brescia; Bresciani amici del Trentino; Como; Famiglia Trentina di Roma; Friuli; Milano; Pontino; Predazzani nel Mondo; Roma; Società Americana di Storo; Trieste Lussemburgo Lussemburgo

- 1 circolo

61 circoli

Ascurra, Belo Horizonte, Bento Gonçalves, Blumenau, Brusque, Caxias do Sul, Colatina, Coronel Pilar, Corupà, Curitiba, Divino di Laranjeiras, Encantado, Erexim, Florianopolis, Garibaldi, Gasparin, Gramado, Guaramirim, Indaial, Jahú, Jaraguà do Sul, Joinville, Jundiaì, Laurentino, Londrina, Luzerna, Nereu Ramos, Nova Brescia, Nova Trento, Ouro Fino, Passo Fundo, Piracicaba, Porto Alegre, Presidente Getulio, Rio de Janeiro, Rio do Oeste, Rio do Sul, Rio dos Cedros, Rodeio, Salete, Salvador, São Paulo, Sananduva, Santa María, Santa Olímpia, Santa Teresa, Santa Tereza do Rio Taquarì, São Bento do Sul, São João Batista, São Miguel do Oeste,São Sepe, São Valentim do Sul, Taiò, Tapejara, Trentin, Três de Maio, Tucunduva, Venda Nova do Emigrante, Veranòpolis, Vitoria, Xanxerè

L’elenco è consultabile (completo con indirizzi e nomi dei presidenti) sul nostro sito internet: www.trentininelmondo.it 02

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Paraguay - 10 circoli Asunción, Atyrà, Caacupé, Caaguazù, Concepción, Fernando de la Mora, Lambaré, Luque, Paso Barreto, San Pedro Ycuamandiyù - 1 circolo

Serbia Indija

- 1 circolo

- 1 circolo

- 1 circolo

Stati Uniti - 21 circoli Alliance, Chicago, Cleveland, Denver, Hazleton, Milwaukee, Minnesota, New England, New York, Norway, Ogden, Pittsburgh, Readsboro, San Francisco, Seattle, Solvay, South Alabama, South East Pennsylvania, Seattle, Southern California, Washington, Wyoming Sud Africa - 2 delegazioni Pretoria, Cape Town Svizzera - 6 circoli - 1 delegazione Amriswil, Basilea, Ticino, Winterthur, Zofingen, Zug - Sciaffusa Uruguay - 5 circoli Carmelo, Cerro Largo, Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera (S. Ana do Livramento - BR) Venezuela Caracas

- 1 circolo


EDITORIALE SOMMARIO Pagine 2-3 L’ANTEPRIMA A TRENTO DEL VIDEO «’NDOVAT?» Pagine 4-5 GENERAZIONE IN MOBILITÀ: L’INCONTRO DI LILLE Pagina 7 IN COPERTINA: PLAZOLETA RINCON DE TRENTO Pagina 8 60 ANNI D’EUROPA Pagine 9-13 GENTE E FATTI Pagine 14-15 «A TU PER TU CON IL SOCIO»: MAURIZIO PASSEROTTI Pagine 16-21 CIRCOLI (Toronto, Calgary, Tuzla, Caxias do Sul, Santa Olimpia, Gaspar, Corzuela, Resistencia, Tandil, Montevideo, Ferdinando De La Mora) Pagine 22-23 DAL TRENTINO: IL RADUNO DEI SOMMADOSSI

ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO O.n.l.u.s. Presidente Alberto Tafner

Direttore Francesco Bocchetti

TRENTINI NEL MONDO Mensile dell’Associazione Trentini nel Mondo aderente alla F.U.S.I.E Direzione, amministrazione e redazione

Via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO Tel. 0461/234379 - Fax 0461/230840 sito: www.trentininelmondo.it e-mail:info@trentininelmondo.it Direttore responsabile Maurizio Tomasi Comitato editoriale G. Bacca, C. Barbacovi, F. Casagrande, B. Cesconi, C. Ciola, M. Dallapè, A. Degaudenz, M. Fia, B. Fronza, L. Imperadori, H. La Nave, E. Lenzi, A. Maistri, G. Michelon, P. P. Mini, F. Pisoni, P. Rizzolli, V. Rodaro, P. Rossi, G. Sbetti, M. Setti, P. Svaldi, A. Tafner, R. Tommasi, V. Triches Hanno collaborato: R. Barchiesi - S. Corradini - G. Degasperi F. Bocchetti - I. Turco - A. Sommavilla Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 62 - 6 febbraio 1958 STAMPA: Grafiche Dalpiaz srl Ravina di Trento (TN) Per ricevere il giornale: Dal 2020 il giornale dell’Associazione cambia il rapporto con i propri lettori: non più solo abbonati ma soci della Trentini nel mondo: tutte le informazioni a pagina 6. A pagina 28 il modulo per la richiesta di adesione in qualità di socio. N. 7 LUGLIO 2019 Stampato il 14 OTTOBRE 2019 Le affermazioni e le opinioni espresse negli articoli firmati rispecchiano le posizioni degli autori.

VA EVITATA UNA VISIONE CIRCOSCRITTA ALLE ESIGENZE E ALLE CONVENIENZE DEL MOMENTO

Per un futuro migliore per tutti bisogna rimboccarsi le maniche

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a anni ormai conviviamo con delle costanti come le disparità dello sviluppo economico, l’allargamento delle differenze sociali, l’abbassamento complessivo del livello culturale e la conseguente limitatezza del settore dirigenziale, che concorre a condizionare nel tempo il cammino della civiltà. E quello che oggi forse risalta maggiormente agli occhi è proprio la mediocrità della classe politica che sembra allontanarsi sempre più dall’«arte di governare la società» (come la definivano i greci) per avvicinarsi al «mestiere di chi non ha mestiere» come lo descriveva Marx un centinaio d’anni fa. D’altra parte fu proprio uno dei padri fondatori dell’Europa come Alcide Degasperi a distinguere tra il politico e lo statista: il primo – affermava – guarda alle prossime elezioni, mentre il secondo guarda alle prossime generazioni... e di statisti oggi nel panorama mondiale, sinceramente, se ne vedono pochi. A questo proposito però è anche necessario dire che la colpa non è solo dei politici impreparati, bensì di chi li elegge con troppa leggerezza. Questo complesso di cose comunque, a lungo andare, contribuisce a far perdere la visione generale delle cose, sostituendola con una concezione territoriale sempre più chiusa e ristretta costretta a nascondersi dietro muri (reali o culturali) sempre più alti ed inaccessibili. Si passa quindi da una visione che spazia su un orizzonte ampio e libero (come dovrebbe essere quella degli statisti veri) ad una visione circoscritta alle esigenze e alle convenienze del momento che ha come limite temporale quello delle prossime elezioni. Le conseguenze sono sempre più evidenti. Come si potrebbero spiegare altrimenti situazioni disumane come la mancanza di collaborazione tra i vari Paesi nell’affrontare una tragedia come quella dei migranti che non trova soluzione da anni ? O come si può definire una farsa

È doveroso che ogni singolo cittadino contribuisca attivamente alla crescita civile dell’umanità prendendo anzitutto coscienza che su un pianeta popolato da oltre sette miliardi di persone non è possibile ancora per molto guardare esclusivamente al proprio ristretto ambito territoriale come quella della Brexit che ha, comunque, conseguenze dirette sull’intera Europa? E come si possono giustificare i venti di guerra (sia quella guerreggiata che quella economica) che stanno devastando l’intero pianeta? E se questo ancora non bastasse, guardiamo come si stanno affrontando i terrificanti sconvolgimenti climatici che la miopia dei governanti locali (l’incendio dell’Amazzonia ne è solo un esempio) riducono a singoli fatti nazionali anziché considerarlo per quello che effettivamente è, e cioè un problema mondiale? Se affrontare questa situazione è in primo luogo dovere di chi è stato preposto alla guida della società e delle nazioni, assumendosene oneri ed onori, è altrettanto doveroso che ogni singolo cittadino contribuisca attivamente alla crescita civile dell’umanità, prendendo anzitutto coscienza che su un pianeta popolato da oltre 7 miliardi di persone non è possibile ancora per molto guardare esclusivamente al proprio ristretto ambito territoriale, come fosse l’unico rimasto.

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Per guardare con speranza ad un futuro migliore, oltre alla partecipazione collettiva e alla guida sensata dei governanti, è dunque necessario rimboccarsi le maniche, così come è indispensabile recuperare la memoria del passato anche recente: cosa che in questo momento sembra non sia ritenuta importante. Ma la memoria – come ha scritto recentemente anche lo storico Walter Barberis – «è una guida e non un peso, un fastidio retorico e nemmeno una distrazione. Senza di essa cresce l’indifferenza e l’intolleranza che si nutrono di pregiudizi, sospetti e caccia al diverso ritenuto colpevole senza prove di ogni nostro guaio». Trascurare il passato ci fa entrare in un gioco pericoloso che, se da una parte può aiutare qualche demagogo a raccogliere attorno a se persone facilmente manipolabili, dall’altra parte ci porta a dimenticare gli errori, i sacrifici o gli obbrobri commessi in passato, aumentando così il pericolo di ripeterli magari peggio. Alberto Tafner 7 - 2019


AGENDA

«’NdoVAT?», il video che «mette a fuoco» la generazione in mobilità del Trentino

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l fenomeno esiste da anni, ma è solamente di recente che si è cominciato a parlarne come di un vero e proprio tema di attualità. Sono ad esempio 3.160 le persone che nel periodo 2104-2016 hanno lasciato il Trentino per recarsi all’estero, principalmente in cerca di nuove opportunità lavorative o di studio: un numero di persone equivalante agli abitanti di località come Folgaria o Pinzolo. La Trentini nel mondo ha dimostrato la sua lungimiranza iniziando ad interessarsi alle dinamiche di questo tipo di emigrazione già da tempo, e il lungo lavoro di studio e monitoraggio sul fenomeno si è concretizzato venerdì 13 settembre con la presentazione, presso il Centro per la cooperazione internazionale di Trento, del documentario «’NdoVat? Generazione in mobilità», un progetto realizzato dalla Trentini nel mondo in collaborazione con l’Ufficio emigrazione della Provincia autonoma di Trento. «Questo documentario è il prodotto finale di un lavoro che

Sala affollata il 13 settembre a Trento per la prima proiezione del documentario, promosso dalla Trentini nel mondo in collaborazione con l’Ufficio emigrazione della Provincia e realizzato da otto giovani nel mondo, ad una sala gremita di spettatori, per la gran parte giovani - lo scopo finale che ci eravamo proposti era quello di trovare lo strumento più adatto per sensibilizzare le persone su questo tema, e l’incontro con ragazzi entusiasti e motivati, ci ha permesso di farlo in coprogettazione. Sono stati infatti i giovani che hanno collaborato al progetto a realizzare i contenuti ed a scegliere il titolo del video». Per un periodo di dieci mesi, otto ragazzi trentini tra i 20 e i 24 anni si sono caricati in spalla zaini e telecamere, e sono andati in giro per l’Europa ad intervistare circa trenta loro conterranei che hanno deciso di stabilirsi all’estero per i motivi più diversi,

Maurizio Tomasi e Ilaria Turco della Trentini nel mondo.

per essere realizzato ha avuto bisogno di due anni abbondanti di impegno - ha spiegato la curatrice, Ilaria Turco della Trentini

Nella sala che ha ospitato la presentazione del documentario, erano esposti anche alcuni pannelli della mostra realizzata dalla Trentini nel mondo per il suo 60° di fondazione, con alcuni dati significativi sui flussi migratori dal Trentino.

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cercando di mettere a confronto la realtà dei ragazzi all’estero e di quelli che sono rientrati dopo un periodo all’estero. «I ragazzi non sono certo partiti allo sbaraglio - ha precisato Ilaria - prima della partenza, infatti, hanno seguito un corso di formazione “tecnica” di dieci ore tenuto da Corrado Menegatti di “Alchemica”, associazione culturale di promozione artistica, che ha fornito loro le competenze di base sulle tecniche di videointervista e le istruzioni per usare nel modo corretto la telecamera e uno sull’emigrazione trentina». Acquisite le competenze di base, i ragazzi sono partiti per un girotondo europeo che li ha portati a Oxford, Amsterdam, Barcellona e Berlino. Non solo, parte delle interviste sono state realizzate anche in Trentino, a giovani rientrati da esperienze in diversi Stati del mondo. Dopo una breve presentazione, è stato proiettato il documentario: venti minuti di interviste sapientemente montate che hanno catturato l’attenzione del pubblico e suscitato convinti applausi. Dopo la proiezione è stato il momento di fare la conoscenza dei protagonisti, ovvero gli otto giovani (sette ragazze e un ragazzo, assente alla serata per impegni di studio) che hanno realizzato


AGENDA

Il gruppo di lavoro che ha realizzato il video

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ran parte del merito per quanto riguarda la realizzazione del documentario è di Corrado Menegatti dell’associazione Alchemica (primo a destra nella foto in alto), che non solo ha formato i giovani intervistatori, ma ha anche montato il video. «La difficoltà maggiore è stata quella di estrapolare l’essenziale dal copiosissimo materiale raccolto. Ho deciso di costruire il video come una sorta di dialogo, mettendo insieme criticità ad aspetti più positivi e ironici. Il prodotto finale avrebbe dovuto essere qualcosa in grado di far riflettere sul paradigma andare-tornare-restare». Soddisfatte le sette intervistatrici, che dopo essersi presentate hanno voluto condividere qualche considerazione per-

le interviste, e di un sondaggio interattivo in tempo reale, con il quale i presenti sono stati invitati a rispondere tramite i loro cellulari ad alcune domande sull’argomento al centro dell’evento. C’è stata poi una tavola rotonda, moderata da Maurizio Tomasi, direttore responsabile del periodico «Trentini nel mondo», alla quale hanno preso parte Cristina Locatelli, Sara Hussein, Elisa Beatrici e Fulvio Gardumi. Ad accomunarli il fatto di aver vissuto, o stare vivendo tutt’ora, direttamente o indirettamente, un rapporto con la vita all’estero. La prima a raccontarsi è Cristi-

sonale con il pubblico. Ecco quindi Elisa, 23 anni, che è partita «Per scoprire posti nuovi e aprire la mente», o Francesca, che ha sottolineato come gli intervistati siano stati «molto disponibili, considerando il fatto che non è per niente facile aprirsi a degli estranei e raccontarsi». Ma anche Silvia, che si è «lanciata» nel progetto per scoprire da vicino una realta che, ammette, fino a quel momento conosceva solo marginalmente, e ancora Chiara, 21 anni, che dopo aver ascoltato le esperienze dei suoi coetanei «espatriati» ha preso la decisione di seguire il loro esempio e a breve partirà per un progetto Erasmus in Finlandia. Il desiderio comune a tutte quante? Che il video venga proiettato nelle scuole, per

na, rientrata da Oxford lo scorso maggio, dopo essere diventata mamma. «Dopo una vita passata a studiare e lavorare in giro per l’Europa, la maternità mi ha fatto provare la voglia, forte, di tornare a «casa». Mi sono resa conto che per i bambini la presenza dei familiari è insostituibile: vedere mia figlia interagire con la nonna attraverso lo schermo di un tablet, è stata la sveglia che mi ha fatto decidere di stabilirmi in Trentino e farla crescere qui». La giovane Sara invece ha raccontato l’esperienza della sorella, attualmente a Berlino per progetti di studio: «In famiglia siamo stati

aiutare i ragazzi che stanno concludendo le superiori a farsi un’idea di che cosa significhi partire o restare. Non solo, si pensa anche alla possibilità di replicare la serata di presentazione nelle valli del territorio e di utilizzare tutto il materiale raccolto per realizzare una web serie da pubblicare su youtube: ogni singolo episodio, di cinque minuti, sarà dedicato ad un’intervista. (Nella foto, da sinistra): Chiara Migazzi, Veronica Benedetti, Silvia Carli, Giulia Segata, Francesca Vettori, Elisa Beatrici, Ilaria Faes e Corrado Menegatti. Alla presentazione del video era assente l’ottavo componente del gruppo di lavoro,Giacomo Beatrici, in Giappone per l’Erasmus.

tutti felici della sua partenza, per noi ha significato un’opportunità che ha fatto bene a cogliere al volo. La comunicazione oggi ci permette di accorciare le distanze, non abbiamo nemmeno la percezione che sia «lontana». Certo, quando le è capitato di avere alcuni problemi di salute abbiamo avvertito più forte il desiderio di esserle vicini fisicamente, ma in definitiva abbiamo visto la sua partenza come una cosa molto positiva». Parole condivise anche da Elisa, studentessa con alle spalle già diversi soggiorni all’estero, tra Spagna, Irlanda e Inghilterra,

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e da Fulvio, padre di due figlie, una che vive a Bologna e l’altra a Malaga . «Ormai la partenza di un figlio per formarsi all’estero è una cosa che si da quasi per scontata, e la si accetta come una sua tappa importante nella crescita professionale e personale. Lascia un po’ l’amaro in bocca constatare che spesso, queste partenze sono dettate dalla mancanza di opportunità nel nostro Paese, che potrebbe, e dovrebbe fare di più». La serata si è conclusa con un rinfresco durante il quale si è esibito il duo Francesco e Damiano (chitarra e cajon). Alice Sommavilla 7 - 2019


AGENDA ORGANIZZATO DA TRENTINI NEL MONDO E UFFICIO EMIGRAZIONE DELLA PROVINCIA, SI È SVOLTO DAL 20 AL 22 SETTEMBRE

A Lille, terzo incontro con i trentini della «generazione in mobilità»

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erzo appuntamento per il progetto «Trentini in Europa», promosso dalla Trentini nel mondo in collaborazione con l’ufficio emigrazione della Provincia di Trento. Dopo Oxford e Barcellona, ha visto un gruppo di «emigrati recenti» riunirsi nella città francese di Lille. La scelta della località non è stata casuale: Lille si trova infatti al centro dell’area francofona che comprende oltre alla Francia anche Belgio, Olanda e Lussemburgo, e grazie ad un’efficiente rete di collegamenti ha saputo prestarsi al meglio per essere raggiunta da tutti i partecipanti. Tenutasi dal 20 al 22 settembre, la tre giorni ha ripetuto il format delle due edizioni precedenti, alternando momenti di socializzazione ad altri di confronto su tematiche di interesse per gli italiani che hanno scelto di emigrare all’estero in tempi relativamente recenti. Uffici dell’Unione Europea, giornalismo, ricerca, finanza internazionale, industria, marketing, e-commerce, sono gli ambiti

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I partecipanti provenivano da Francia, Belgio, Lussemburgo ed Olanda. La loro età media era di 34 anni. Fin dall’inizio dell’incontro si è formato un gruppo molto affiatato che ha poi discusso e ragionato su problemi, aspettative ed esigenze di chi vive all’estero

nei quali lavorano i partecipanti, che hanno saputo dell’iniziativa di Lille e si sono iscritti perché già «orbitanti» attorno alla Trentini nel mondo, su segnalazione di soci dell’Associazione o perché contattati tramite i social.

Per la Trentini nel mondo erano presenti il direttore Francesco Bocchetti ed Ilaria Turco. Per l’Ufficio Emigrazione della Provincia, Luciano Rocchetti (direttore) e Antonella Giordani. «Il gruppo, composto da diciannove partecipanti la cui età media si attestava attorno ai 34 anni, ha sviluppato da subito una buona sintonia - spiega Ilaria Turco, una dei referenti del progetto per la Trentini nel mondo - nei momenti conviali previsti, sia durante i workshop e i gruppi di lavoro dedicati a riflettere sui punti fondamentali che abbiamo affrontato. Abbiamo trovato delle persone fortemente motivate e con una visione comune di molti aspetti della vita fuori dall’Italia».

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Tra gli aspetti emersi, quello che la precarietà non è un fenomeno solo italiano. COME SI È SVOLTO IL SEMINARIO

Sabato 21, dopo aver ascoltato al mattino gli interventi dei relatori (Francesco Bocchetti, Luciano Rocchetti, Antonella Giordani, Frederic Spagnoli, Eleonora Medda, Luca Endrizzi e Ilaria Turco), nel pomeriggio i partecipanti sono stati suddivisi a formare tre distinti gruppi di lavoro, che hanno lavorato su tre diverse tematiche - «la rete»,


AGENDA

«cosa può fare l’Italia» e «sarebbe bello se...» - che hanno stimolato un ampio dibattito a più voci, che è stato poi condiviso attraverso un pannello su cui sono stati esposti dei post-it che riportavano spunti e riflessioni sugli aspetti discussi . Uno dei punti affrontati è stato quello del ritorno in patria. «Gran parte di loro è impiegata in ambito amministrativo presso grandi realtà multinazionali - continua Ilaria - che hanno caratteristiche strutturali e organizzative che non hanno riscontro in aziende operanti in Italia e men che meno in Trentino: tornare per loro significherebbe quindi andare incontro ad un ridimensionamento del loro ruolo professionale, con un conseguente abbassamento dello stipendio e possibilità di carriera fortemente limitate. Alcuni di loro hanno provato a rientrare in Trentino, ma non hanno trovato una realtà lavorativa che permettesse loro di essere autonomi o di valorizzare le proprie competenze, e così sono ripartiti». Altro argomento molto sentito, il rapporto tra le aziende e i lavoratori. «Le imprese estere mettono in atto una serie di politiche aziendali che tengono molto in considerazione il benessere dei dipendendi - spiega Francesco Bocchetti, direttore della Trentini

Il direttore della Trentini nel mondo, Bocchetti: «La tre giorni si è conclusa con una serie di obiettivi e proposte che ci impegneremo a sviluppare per avere un quadro più completo della situazione a livello europeo» una prassi consolidata». Un aspetto è emerso chiaramente a Lille: gli «emigrati recenti»vorrebbero poter tornare «a casa», e poter riportare in Trentino le loro esperienze, che diventerebbero un valore aggiunto nel panorama lavorativo attuale, ma, sostanzialmente, hanno paura di non essere ascoltati. Paura che la loro voce non venga considerata, che le loro idee non trovino modo di essere sviluppate in un contesto che rispetto a quello estero presenta delle differenze strutturali e culturali evidenti. I PROSSIMI OBIETTIVI DELL’ASSOCIAZIONE

Fa riflettere quanto emerso riguardo al grado di integrazione con gli autoctoni: a differenza della Spagna, in cui il livello di integrazione è pressoché totale, i nostri emigrati in area francofona hanno rivelato che il contatto con i locali è quasi assente. La socializzazione avviene principalmente con altri immigrati, mentre il contatto con francesi, olandesi, belgi e lussemburghesi risulta difficile se non impossibile, cosa che trasmette loro la sensazione di non fare parte a pieno titolo del Paese in cui vivono. Per la prima volta, sono stati sollevati anche l’argomento della previdenza sociale e

nel mondo, anche lui presente all’incontro - cosa che in Italia succede molto raramente. Uno dei desideri espressi dai partecipanti durante i workshop, è stato proprio quello di “istruire” le imprese italiane a questo tipo di cultura, attraverso degli scambi di buone pratiche con le aziende straniere che hanno fatto di questa metodologia di lavoro

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dell’assistenza sanitaria. «La tre giorni si è conclusa con una serie di obiettivi e proposte che ci impegneremo a sviluppare- prosegue Bocchetti- il primo è senz’altro il progetto di incontrare gli emigrati recenti dell’area germanica e scandinava, per avere un quadro più completo della situazione a livello europeo; il secondo obiettivo è quello di individuare la forma di aggregazione più adatta nei Paesi oggetto della nuova emigrazione, alla luce delle difficoltà pratiche che questo comporta. Un esempio è il gruppo incontrato durante l’incontro tenutosi nel Regno Unito: quasi tutti quelli che avevano partecipato al progetto infatti, si sono spostati per stabilirsi in altre zone del mondo. Diverso invece il caso della Spagna, dove è invece assente un polo aggregatore, dato che le persone sono distribuite su tutto il territorio statale, spesso in città molto distanti tra loro». Fatto tesoro di queste esperinze, la Trentini nel mondo, spiega Bocchetti, «ha intenzione di individuare un gruppo di “emigrati stanziali” che possano costituire i nodi di una rete di persone in collegamento con l’associazione. Questo consentirebbe non solo di mettere in comunicazione questi individui e dare al gruppo degli schemi organizzativi, ma permetterebbe anche alla Trentini nel mondo di avere un punto di riferimento in ogni Stato». Altri propositi, il potenziamento delle attività dell’associazione sui social e l’organizzazione di eventi di richiamo nelle città europee di maggior integrazione, incontri semplici, come cene o aperitivi, che hanno il pregio di saper creare contatti tra le persone, metterle in comunicazione e attivare un circolo virtuoso di scambio di informazioni e aiuto reciproco. Alice Sommavilla Maurizio Tomasi 7 - 2019


AGENDA

DAL 2020 L’ABBONATO

DIVENTA SOCIO A partire dall’inizio del prossimo anno il giornale dell’Associazione cambia il rapporto con i propri lettori: non più solo abbonati, ma Soci della Trentini nel Mondo a tutti gli effetti. Essere soci significa diventare protagonisti della grande comunità dei Trentini nel Mondo, entrando a far parte di una grande rete di solidarietà, di conoscenze e di reciproco scambio, che si estende su tutti i Continenti. Il Socio ha il dovere di condividere lo spirito e le norme contenute nello Statuto ed ha il diritto di : • partecipare all’Assemblea annuale

• votare, candidarsi ed essere eletto per le cariche sociali • ricevere la tessera dell’Associazione che lo fa riconoscere in tutto il mondo • ricevere notizie su eventi e manifestazioni organizzate sia in Italia che all’estero • ricevere tutti i numeri della rivista “Trentini nel Mondo” Dal 2020 infatti la rivista verrà inviata solo ai Soci per cui chi vorrà continuare a ricevere il giornale non dovrà più versare la quota dell’abbonamento, bensì quella di Socio per entrare a far parte integrante ed effettiva della Trentini nel Mondo.

L’operazione è semplice: è sufficiente compilare – basta una volta sola – il modulo che si trova su ogni numero della rivista e inviarlo all’Associazione Trentini nel Mondo per posta, fax o email e versare annualmente la quota sociale di 30 euro che al suo interno comprende anche l’abbonamento alla rivista. Attenzione ! Tutti gli abbonamenti in essere sono validi fino alla fine del 2019, dopo di che è necessario farsi Soci versando la quota entro il 30 di marzo di ogni anno.

il socio...

Chi si associa alla Trentini nel Mondo diventa parte di una grande rete diffusa in tutto il mondo. I Circoli Trentini sono presenti in più di 30 paesi dal Canada all’Australia, dalla Romania al Cile passando per Brasile, Messico, Argentina, Paraguay, Uruguay, Stati Uniti e molti paesi dell’Europa. I Circoli sono testimonianze organizzate della presenza trentina all’estero, sono costituiti interamente da volontari e promuovono soprattutto iniziative culturali e ricreative per i propri soci.

I Circoli sono il centro dell’organizzazione dell’Associazione all’estero che, grazie a loro, può contare anche su molte altre relazioni con enti, istituzioni, aziende, associazioni che operano fuori dal Trentino e che sono altrettanti fili di una rete che aiuta il Trentino e i Trentini ad essere in relazione con tutto il mondo. Grazie ai legami che l’Associazione ha mantenuto in più di sessanta anni con gli emigrati trentini oggi possiamo beneficiare di tanti collegamenti preziosi, associarsi alla Trentini nel mondo significa essere parte di questi collegamenti e aiutare a preservarli e a farli crescere.

è collegato a tutto il mondo

(continua...) PROSSIMAMENTE: • Il socio... ha una “casa” in Trentino • Il socio... sostiene e diffonde la memoria dell’emigrazione trentina

a pagina 28 il modulo da compilare 7 - 2019

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IN COPERTINA L’INIZIATIVA È STATA PROMOSSA DAL CIRCOLO TRENTINO E DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DELLA CITTÀ ARGENTINA

A Sampacho una piazzetta in onore dei trentini arrivati come emigranti

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l 17 agosto a Sampacho (Cordoba, Argentina) è stata inaugurata «Plazoleta Rincon de Trento» (piazzetta Angolo di Trento), un’iniziativa in onore dei trentini emigrati nella città sudamericana, promossa dal Circolo trentino di Sampacho, in collaborazione con la municipalità locale. Al «battesimo» della piazzetta, ha fatto seguito lo scoprimento di due targhe commemorative: una per celebrare i vent’anni del Circolo trentino e un’altra in memoria di uno dei suoi membri fondatori, Alicia Magdalena Frachetti. L’evento si è aperto con l’intonazione degli inni argentino e trentino, mentre sullo sfondo sventolavano le bandiere dell’Argentina e del Trentino. Successivamente è giunto il momento tanto atteso: lo scoprimento sia del nome della piazzetta, che rende omaggio alle origini trentine della maggioranza della popolazione, sia della targa in memoria del ventesimo anniversario di fondazione del Circolo trentino di Sampacho, celebrato lo scorso 27 aprile. La cerimonia è stata benedetta da padre Miguel Hippermayer. L’evento è proseguito con l’omaggio ad Alicia Magdalena Frachetti, alla quale il muinicipio di Sampacho ha voluto dedicare una targa in suo ricordo. Le ideatrici di questo gesto commemorativo dedicato ad Alicia (che quando scomparve faceva parte dell’Onorabile Consiglio Deliberante

Nella stessa occasione sono state scoperte anche due targhe in ricordo del 20° anniversario di fondazione del Circolo e di Alicia Frachetti

della città) sono state Sira Avanzini, e l’attuale presidente del consiglio comunale, Rita Maciò.

In chiusura all’omaggio da parte di Rita Maciò, il Circolo trentino ha ricambiato con un

omaggio al Comune di Sampacho e alla Cooperativa dei servizi pubblici.

L’intervento di Mirtha Furlan, presidente del Circolo trentino

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uon pomeriggio e grazie a tutti per essere qui presenti. Vorrei iniziare con lo spiegare come è nata questa iniziativa. Le finestre di casa mia affacciano proprio su questa piazzetta, ed un giorno, osservandola, ho avuto l’idea: perché non chiamare questa piazza “Angolo di Trento”? Il Trentino si trova nel nord dell’Italia, al confine con l’Austria. Le due strade che circondano questa piazza sono una metafora perfetta dell’Italia, sul lato sud, e dell’Austria, sul lato nord. Così è nata l’idea di ribattezzare la piazza con questo nome, rafforzata dalle mie origini trentine. Considerando poi

che la gran parte degli abitanti di Sampacho discende da emigrati trentini, mi è sembrato un gesto che potesse in qualche modo onorare le loro radici. Ho proposto quindi il progetto alla commissione del Circolo, ed è stato subito approvato con entusiasmo. Nel 2011, abbiamo presentato ufficialmente la richiesta alla Cooperativa deiservizi pubblici e al sindaco. La proposta è stata accettata già nel corso del 2011, ma a causa di una serie di motivi per lungo tempo non è stato possibile realizzarla. Quest’anno, a vent’anni dalla fondazione del

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Circolo trentino di Sampacho, grazie all’intervento del comune e della Cooperativa dei servizi pubblici, il progetto è stato finalmente portato a termine. Oltre a tutte le istituzioni che si sono adoperate per rendere finalmente concreto questo obiettivo, desidero ringraziare tutti i membri del Circolo per la grande collaborazione dimostrata nell’organizzazione dell’evento. Impossibile poi non rivolgere un pensiero a tutte quelle persone che non sono più fisicamente con noi, ma rimangono dei pilastri del Circolo, che continuano ad accompagnarci con i loro insegnamenti. 7 - 2019


60 ANNI D’EUROPA

Tre possibili ambiti prioritari per un «nuovo cantiere Europa»

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crive Franz-Olivier Giesbert, direttore della rivista francese «Le Point», nel numero del 19 settembre scorso: «Se essi avessero un pizzico d’onore e di dignità, i sovranisti francesi di destra e di tutte le estreme dovrebbero chiedere perdono. Perdono per tutte le stupidaggini che essi hanno detto per così lungo tempo contro l’Unione europea. Perdono per aver fatto di tutto perchè la Francia rompa con essa, in una maniera o in un’altra». Aggiunge Giensberg che Shakespeare aveva riassunto questo tipo di situazione nella celebre espressione di Machbeth: «È una storia raccontata da un idiota, piena di rumore e di furore, e che non significa nulla». Durante il governo giallo-verde, in modo particolare nei mesi che hanno preceduto le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, il nostro Paese ha vissuto il medesimo incubo, un’orgia di dichiarazioni insensate contro l’Euro e le politiche europee, contro l’Unione in quanto tale, colpevole, agli occhi dei sovranisti nostrani, di impedire sviluppo e crescita del nostro Paese, con le sue politiche di austerità e di disciplina di bilancio. Senza, ovviamente, un briciolo di autocritica per le mancate riforme che, da sempre, «mancano» nel nostro Paese. Perché all’analisi della complessità della situazione che richiede lucidità, razionalità, pazienza, si preferisce l’immediatezza, la banalità e la demagogia degli slogan gridati che sollecitano emozioni, aggressività, disprezzo nei confronti di chiunque inviti alla riflessione e al confronto civile. I sovranisti antieuropei hanno registrato una certa affermazione alle elezioni di maggio, ma, fortunatamente, non sono stati in grado di condizionare le scelte relative alla presidenza di Parlamento, Commissione, Consiglio europeo, Banca centrale europea e Alto Rappresentante per la politica estera. Essi sono stati democraticamente esclusi anche dalle presidenze delle Commissioni parlamentari, mentre alla presidenza del Parlamento è stato 7 - 2019

L’Unione è «inevitabile» per contrastare gli effetti perversi della globalizzazione e le strategie imperiali di America, Russia e Cina di fronte alle quali un singolo Paese europeo sarebbe destinato alla marginalizzazione e all’insignificanza

eletto David Sassoli del Partito democratico italiano. Il nuovo governo PD-Cinque stelle ha indicato, quale Commissario europeo, l’ex Primo Ministro Paolo Gentiloni che, mentre scrivo, ha superato l’esame dell’Assemblea parlamentare. Questo «recupero» della considerazione e del ruolo che l’Italia deve avere in Europa quale Paese fondatore e terza maggiore economia, merita qualche considerazione. Innanzitutto, inveire contro Bruxelles, additare al pubblico disprezzo i funzionari delle istituzioni, negare o minimizzare i tanti benefici che le politiche europee hanno portato ai Paesi membri, è un atteggiamento che produce solo emarginazione, isolamento e scarsa o nulla incidenza nella formazione delle decisioni all’interno delle istituzioni. C’è, quindi, una pre-condizione per avere un ruolo riconosciuto ed essere ascoltati a Bruxelles: serve rispetto, disponibilità all’ascolto, conoscenza dei problemi e dei dossier, partecipazione alle riunioni ministeriali, capacità negoziale e di convinzione. Serve quella «forza gentile», attribuita da Tommaso Padoa-Schioppa al

processo di integrazione comunitaria in un suo bel libro del 2001, che deve esprimersi innanzitutto attraverso coloro che sono chiamati a svolgere ruoli istituzionali e di responsabilità politica. Contro i deliri sovranisti (il progetto di «democrazia illiberale» di Victor Orban, i muri e i fili spinati ungheresi che tanto incantano Salvini e la Meloni, e, per non essere da meno, il replicante leghista del Friuli-Venezia Giulia, Fedriga), serve un’Europa della mitezza, del rispetto, della condivisione intelligente e ragionata. Per me questa è un’idea di Europa preliminare alle necessarie e non più rinviabili idee, iniziative e decisioni per ridare slancio alla costruzione comunitaria. Esiste un’infinità di saggi, documenti, studi, perfino romanzi, in Italia e a livello internazionale che parlano di Europa, della sua crisi, ma dell’inevitabilità dell’Unione per contrastare gli effetti perversi della globalizzazione e le strategie imperiali di America, Russia e Cina di fronte alle quali un singolo Paese europeo sarebbe destinato alla marginalizzazione e all’insignificanza. Ci sono anche libri, scritti, pochi per fortuna, che

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parlano, auspicano la fine dell’Unione europea per un ritorno, puro e semplice, agli Stati nazionali. I tormenti della Brexit e l’«impazzimento» della situazione politica nel Regno unito, i deliri di Trump, il cinismo di Putin e di Xi Jinping, dovrebbero essere sufficienti a farci capire la necessità di porre mano, quanto prima, ad un nuovo cantiere Europa. Tre, a mio avviso, gli ambiti prioritari ai quali la Commissione di Ursula von der Leyen dovrebbe iniziare a lavorare su proposte concrete da presentare a Parlamento e Consiglio. Primo ambito: rafforzare i poteri di Parlamento e Commissione al fine di controbilanciare la prassi intergovernativa (le decisioni vengono orientate e assunte dai governi dei Paesi membri) diventata assai pervasiva sotto le presidenze, più o meno compiacenti, di Barroso e Juncker (gli ultimi due presidenti della Commissione). Secondo ambito: riformare la zona Euro, con un budget proprio in funzione anticiclica, un ministro delle finanze, un ruolo decisionale del Parlamento europeo nelle scelte di politica economica, una politica fiscale comune al fine di eliminare ogni situazione di dumping all’interno della zona. Terzo ambito: avviare con decisione una politica estera e di difesa comune. Fanno specie 27 bilanci per spese militari (escluso il Regno Unito), con 27 eserciti che non si capisce cosa stiano a fare, quando le sfide del terrorismo e le eventuali iniziative di peacekeeping richiedono una capacità di intervento estremamente specializzata e dotata di strumenti sofisticati. Quale efficienza/efficacia e quale risparmio di spesa per l’Unione e per i singoli Paesi membri! Conseguentemente, ne deriverebbe, come logica conseguenza, una politica estera finalmente europea ed unitaria. Sogni senza speranza? Probabilmente sì se affidati unicamente all’iniziativa del ceto politico, tentativi da percorrere se accompagnati da una robusta, convinta e vigile opinione pubblica europea. Vittorino Rodaro 3 ottobre 2019


GENTE E FATTI L’ATTENZIONE VA POSTA SIA ALLE GIOVANI GENERAZIONI CHE AI DISCENDENTI DELLE EMIGRAZIONI STORICHE ITALIANE

Appello del «Comitato 11 Ottobre» al Governo perché faciliti il rientro degli italiani all’estero N on importa quale sia il loro «colore» politico, i governi italiani continuano a considerare i connazionali all’estero e gli italo-discendenti come un problema meramente amministrativo. È questa la prima denuncia che arriva dall’incontro del Comitato d’iniziativa per gli italiani nel mondo «11 Ottobre», tenutosi ad un anno dalla sua costituzione, presso una sala della Camera dei deputati della Repubblica. Tema centrale dell’incontro, il rientro degli italiani in patria. Sono infatti stati presi in esame i casi delle giovani generazioni di migranti che si sono mosse all’inizio del millennio, argomento che, si è riscontrato, ha trovato negli anni interesse e preoccupazione presso le istituzioni, e la situazione dei discendenti italiani protagonisti della grande ondata migratoria che ha caratterizzato gli ultimi due secoli. È proprio quest’ultimo il tema risultato essere più trascurato e relegato a quelle logiche amministrative che pongono chi non possiede la cittadinanza italiana sullo stesso piano degli immigrati extracomunitari. Secondo quanto afferma il «Comitato

Da sinistra: Aldo Aledda, coordinatore del «Comitato 11 Ottobre» e due componenti, il sociologo Riccardo Giumelli e l’on. Fabio Porta.

11Ottobre», i due temi vanno invece collocati in una logica di compensazione dei processi di invecchiamento e denatalità del Paese. In proposito è stato citato il caso del Venezuela, Paese attualmente investito da una forte crisi socio-economica. Il territorio, si è fatto notare, possiede ampi serbatoi di giovani italiani, per origine o appartenenza

culturale, che reinserendosi nel nostro Paese potrebbero, oltre a ringiovanirne la composizione anagrafica, dare nuova linfa al tessuto economico e sociale. Parte da queste considerazioni, dunque, l’invito del Comitato alle forze del nuovo governo «ad adoperarsi perché se esiste una strumentalizzazione positiva della vasta area di “italicità” nel mondo, questa vada a vantaggio di tutta la collettività nazionale, sia che risieda all’estero o in Italia». Secondo il Comitato, «ciò potrebbe costituire un valido obiettivo politico e darebbe un senso anche al conseguimento di fini indiretti quali la promozione del made in Italy e della cultura italiana nel mondo, oggi poco mirati e lasciati allo spontaneismo o a interessi settoriali». L’obiettivo del rientro, oltre ad una serie di ricadute economiche positive, non andrebbe peraltro a gravare sulla finanza pubblica: la sfera di azione competente infatti, sarebbe quella di enti ed associazionismo locale, mentre allo Stato rimarrebbe unicamente il compito di semplificare le modalità di ingresso nel Paese.

LE VALUTAZIONI DEL SEGRETARIO GENERALE DEL CGIE, MICHELE SCHIAVONE, DOPO IL SÌ ALLA RIFORMA COSTITUZIONALE

Quella dei parlamentari eletti all’estero non sia «una rappresentanza di tribuna» Un esito scontato, che, ovviamente, non può soddisfare le comunità italiane all’estero. Così il segretario generale del CGIE, Michele Schiavone, ha commenta con l’Aise (Agenzia Internazionale Stampa Estero) il voto definitivo alla riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari. La riforma che riduce da 630 a 400 i deputati e da 315 a 200 i senatori incide pesantemente sugli eletti all’estero che da diciotto diventano dodici, otto alla Camera e quattro al Senato. Indispensabile, a questo punto, ripensare alla struttura di questa rappresentanza, non solo intervenendo sulla distribuzione territoriale delle quattro ripartizioni, ma anche rafforzando il ruolo dei Comites e istituendo organismi diversi all’interno del Parlamento – come una commissione bicamerale – per non ridurre il ruolo degli eletti all’estero ad una «rappresentanza di tribuna». Detto questo, il CGIE, ha annunciato Schiavone, sarà in prima linea nella raccolta firme a sostegno del referendum sulla riforma appena approvata.

«Negli ultimi due anni - ricorda il segretario generale – noi avevamo già cominciato prima, abbiamo rivendicato il mantenimento del numero degli eletti all’estero, ne abbiamo discusso nelle audizioni con le commissioni esteri di Camera e Senato». Per il CGIE «questa riduzione, avvenuta in maniera così drastica, non corrisponde alle esigenze degli italiani che vivono all’estero» che, tra l’altro, «aumentano sempre di più». «Logica vorrebbe quindi che quel numero, che già all’inizio fu una soluzione “al ribasso”, venisse almeno mantenuto. Ci aspettavamo un trattamento diverso - conferma Schiavone - e ora, nel momento in cui bisogna affrontare la revisione e la riorganizzazione dei territori dal punto di vista elettorale e della rappresentanza, pensiamo che sia giunto il momento di approfondire e fare una riflessione diversa, così che gli italiani all’estero possano essere rappresentati da un numero cospicuo di eletti, non solo a livello nazionale, ma anche regionale».

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redazione@trentininelmondo.it 9

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GENTE E FATTI

Lezione sul Trentino all’UDELAR di Montevideo Silvia Norbis, la presidente del nostro Circolo trentino di Montevideo (Uruguay), ha tenuto una lezione sul Trentino presso il «Centro di lingue straniere» della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’UDELAR, Università della Repubblica. Senza dubbio è stato un

evento molto importante per il Circolo Trentino di Montevideo e persino per l’Associazione Trentini nel Mondo. Che si sia parlato del Trentino all’Università della Repubblica è qualcosa di estremamente rilevante per tutti noi. Dobbiamo inoltre sottolineare il fatto

che Silvia, quando le è stato chiesto di fare la sua esposizione in lingua italiana, non ha esitato ad «accettare la sfida», che era senza dubbio un compito molto impegnativo, per il prestigio dell’istituzione dalla quale era giunCircolo trentino di Montevideo to l’invito.

IL 2 OTTOBRE SI È CELEBRATO IL 150° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DEL «MAHATMA», PADRE DELLA LOTTA NON VIOLENTA

Gandhi ha insegnato che è un dovere combattere per i diritti dei lavoratori S

udafrica, 1893. Mohandas Karamchand Gandhi, è un giovane avvocato diretto a Pretoria per difendere una ditta indiana in un processo. Nato a Porbandar, nello stato indiano del Gujarat, il 2 ottobre del 1869, il giovane Gandhi sta viaggiando nella carrozza di prima classe di un treno locale, quando il controllore gli intima di spostarsi in terza classe. L’avvocato non capisce e non accetta: è in possesso di un regolare biglietto di prima classe, occupare quel posto è un suo diritto. Controllore e capotreno insistono, minacciando di negargli il proseguimento del viaggio. Gandhi non si piega. Viene sbattuto giù dal treno alla prima stazione, apostrofato con il dispregiativo “Kafro”, con il quale i coloni erano soliti indicare gli immigrati e in generale le persone di colore, ai quali era permesso salire sui treni unicamente se sistemati in terza classe. Gandhi è turbato dall’espisodio. Cerca di capire, di informarsi. Frequentando il cliente che deve difendere in tribunale, viene a conoscenza della realtà degli emigrati indiani che hanno raggiunto il Sudafrica per lavorare al soldo dell’impero britannico: le condizioni di lavoro rasentano la schiavitù, i diritti non esistono, i suoi connazionali sono obbligati a portare sempre con sé un lasciapassare, un marchio della loro 7 - 2019

estraneità ed inferiorità rispetto al Paese che li ospita. La storia, seppur con le contestuali differenze, si ripeterà in altri angoli del mondo e con altri protagonisti: che si tratti degli emigrati italiani che hanno dovuto sopportare privazioni e condizioni di lavoro durissime, o di chi scappa tutt’oggi dalla fame, emigrazione ha fatto spesso rima con disperazione. La storia insegna, ma gli alunni sono pochi. Nel 150° anniversario dalla nascita di Mohandas Gandhi, divenuto poi il “Mahatma”, universalmente conosciuto come colui che ha liberato l’India dal giogo dell’impero britannico attraverso la lotta non violenta, è sulla sua prima presa di coscienza che vale la pena porre l’attenzione. Preso atto della situazione dei lavoratori indiani in Sudafrica, infatti, Gandhi fonderà un movimento pacifico ma determinato ad ottenere il riconoscimento dei loro diritti. Manterrà fermo il suo obiettivo, nonostante le repressioni della polizia, nonostante l’arresto e il carcere. La sua battaglia portò il viceré inglese ad annullare le leggi contro le quali il giovane avvocato aveva protestato,

una lezione di drammatica attualità, che ci spinge a riflettere su come siano ancora negati i diritti di tantissimi lavoratori, che continuano a svolgere i loro compiti lontani dalle loro famiglie, dal loro Paese d’origine, subendo l’umiliazione di essere con-

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siderati “diversi” quando non addirittura “inferiori”. La lotta di Gandhi dovrebbe servirci a ricordare proprio questo: che combattere per i diritti dei lavoratori è un dovere di tutti noi, che non dobbiamo voltare la testa dall’altra parte, e che se vogliamo che giustizia sia fatta dovremmo essere noi per primi “il cambiamento che vorremmo vedere avvenire nel mondo”. A.S.


GENTE E FATTI DOPO LA PRIMA VISITA NEL 1997, DA ALCUNI ANNI TORNA REGOLARMENTE PER TRASCORRERE UN PERIODO IN TRENTINO

Timothy Faes, origini trentine a Fraveggio e una vita tra Ohio, Colorado e Arizona «Dal 1997 vengo in Trentino ogni anno, e se qualche volta non riesco, recupero venendo due volte l’anno successivo». Che Timothy Faes sia affezionato alla terra d’origine dei suoi nonni, è fuori dubbio. Nato a Bradford, in Pennsilvanya, nel 1956, è figlio di un’irlandese, Julia Mc Keran e di un americano di origini trentine, Joseph Faes. «I miei nonni, Valentino e Agnese Faes, sono emigrati negli Stati Uniti da Fraveggio, nella Valle dei Laghi, all’inizio del ‘900». Timothy lo racconta durante una visita alla sede della Trentini nel mondo, avvenuta il 26 settembre, in compagnia dell’amico Lorenzo Bernardi, e si esprime solo in inglese. «L’assimilazione era una priorità per gli americani - racconta - tanto che né a casa né tantomeno a scuola si

Timothy nella sede della Trentini nel mondo.

poteva utilizzare l’italiano. Così purtroppo sono cresciuto senza mai imparare questa bellissima

lingua». Dopo l’infanzia e la prima giovinezza in Pennsylvania, Timothy, dipendente di una compagnia nel ramo delle telecomunicazioni, inizia a spostarsi: prima in Ohio, poi a Denver, nel Colorado, dove vivrà per ben venticinque anni. «Dopo la pensione, ho deciso, insieme alla mia compagna, di trasferirmi di nuovo, questa volta ad Oro Valley, vicino a Tucson, in Arizona, dove viviamo attualmente». Il primo viaggio nella terra dei suoi antenati avviene nel 1997: «Ero curioso di vedere con i miei occhi il luogo da cui erano partiti i miei nonni, così assieme a Luigi Cappelletti, un amico di famiglia i cui parenti sono originari di Covelo, abbiamo deciso di venire in Trentino». Se la prima impressione non è

delle più sorprendenti - «vivere in Colorado mi aveva già abituato a essere circondato dalle montagne, e anche il cibo non è stato una novità, perché in America la mia famiglia non ha mai smesso di cucinare piatti tipici, dagli gnocchi alla polenta» - non si può dire altrettanto dell’impatto con gli autoctoni. «Fin da quella prima visita, ogni volta che arrivo in Trentino alloggio all’Hotel Vezzano. Ho fatto amicizia con i proprietari, che sono poi i genitori di Lorenzo Bernardi, e più che spostarmi per una vacanza, ho la sensazione di tornare a “casa” ogni volta. Solitamente trascorro qui un paio di settimane, e se i primi anni le ho utilizzate per esplorare la regione, oggi le dedico unicamente al relax e a godermi il contatto con la natura». A.S.

SONO STATI PRESENTATI AD UN CONCORSO DI IDEE PER LA RIGENERAZIONE DI UN QUARTIERE DELLA CITTÀ AMERICANA

Architettura, successo a Cleveland per i progetti dell’Università di Trento

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uccesso a Cleveland (Ohio, USA) per il progetto presentato da tre studentesse dell’Università di Trento a un concorso di idee per la rigenerazione di una zona residenziale multiculturale del quartiere Old Brooklyn, a sud della città di Cleveland. Tra le 34 proposte selezionate, il gruppo Tetractys di Chiara Pinton, Erica Poli e Silvia Zomelli (nella foto) ha vinto due primi premi per un totale di 2 duemila dollari e altri sei gruppi di UniTrento sono arrivati in finale. Pinton, Poli e Zomelli con il progetto “In_Between” hanno ottenuto sia il primo premio assoluto nella categoria studenti sia quello per il miglior concetto di unità abitativa accessoria nella categoria generale (professionisti e studenti). È il secondo anno consecutivo che un progetto del corso di «Composizione architettonica e

urbana 2», coordinato dai docenti Mosè Ricci, Kay Bea Jones, Sara Favargiotti con Silvia Mannocci, nell’ambito del terzo anno del corso di laurea in Ingegneria edile/Architettura del Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica dell’Università di Trento, vince un concorso internazionale. Il successo nel 2018 era arrivato per il progetto di un centro termale nel Caucaso. Quest’anno la classe ha par-

tecipato al concorso internazionale di architettura e design per studenti e professionisti “Zero Threshold”, bandito dalla Cleveland Foundation. La competizione ha visto studenti e studentesse confrontarsi con nuove costruzioni residenziali, unità abitative accessorie, interior design e retrofit di abitazioni esistenti, spazi pubblici accessibili e progettazione del paesaggio, strategie olistiche

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di progettazione urbana volte a eliminare le barriere fisiche e sociali nei quartieri urbani di Old Brooklyn a Cleveland. Sono stati complessivamente 130 i progetti presentati al concorso da venti nazioni (di cui quattordici del corso di «Composizione architettonica e urbana 2» dall’Università di Trento). Alla finale ne sono stati ammessi 34 (tra cui i sette trentini). Oltre al team che ha vinto il primo premio, gli altri sei gruppi finalisti erano formati da: Matteo Omilli, Jorda Arbona Miguel Angel e Gloria Zenatti (titres); Luca Franzoi, Arianna Luise e Nicolò Repetto (ALterNative); Nicola Melchiori, Luca Rossignoli e Desirè Vallenari (Keyline); Claudia Benatti e Silvai Beber (wayOUT); Marco Canale e Giacomo Sarti (A2|97); Lisa Dalle Sasse, Sofia Merci e Gabriele Migliorini (Tangram Architects). Uff. Stampa Unitn 7 - 2019


GENTE E FATTI DURANTE LA SETTIMANA CHE AD AGOSTO HA TRASCORSO IN TRENTINO HA FATTO VISITA ALLA SEDE DELLA TRENTINI NEL MONDO

Jairo Lenzi, brasiliano «trentino di cuore», che studia in Russia per diventare medico Jairo Lenzi è un ventiseienne nato a Rio dos Cedros, nello Stato di Santa Catarina, in Brasile, ma nelle sue vene scorre sangue trentino. I suoi antenati, infatti, sono originari di Samone (Lenzi), in Valsugana, e di Cavedine (Cattoni) e lui si definisce «trentino di cuore» Dopo essersi già laureato in educazione fisica in Brasile, Jairo ha deciso di affrontare una nuova sfida e di iscriversi alla facoltà di medicina e chirurgia non nel suo Paese natale, ma nella ben più lontana Russia, precisamente all’università di Kursk, dove frequenta il quinto anno e sogna di diventare neurochirurgo. I suoi viaggi non si limitano però al Sudamerica e alla Russia: da cinque anni infatti Jairo ha cominciato a visitare il Trentino, che considera ormai una «seconda casa». La visita di quest’anno, però, è stata indimenticabile per Jairo, e nella lettera (pubblicata qui sotto) che ha scritto appositamente per la Trentini nel mondo, ci racconta il perché.

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o scorso agosto, per me, è stato davvero un mese speciale. Grazie all’aiuto di alcune figure che si sono rivelate fondamentali, come il direttore della Trentini nel mondo, Francesco Bocchetti; la funzionaria della Provincia di Trento Antonella Giordani e Luis Rossi Neto, presidente del gruppo «Giovani trentini-brasiliani», ho avuto l’opportunità di incontrare e conoscere il dottor Nicola Paoli, medico specialista di vasta esperienza al servizio della popolazione, in qualità di medico del servizio sanitario nazionale pubblico. Si è trattato di un’occasione per me unica, in quanto non solo ho potuto incontrare di persona il medico di medicina generale, ma anche osservare alcuni momenti della sua vita professionale, che si svolge nella bellissima zona della Piana Rotaliana. Dopo una breve sosta a Samone, in Valsugana, luogo di origine della mia famiglia che visito ogni volta che ritorno in Trentino, per riabbracciare amici e partenti, mi sono recato a Grumo, vicino a San Michele all’Adige, per incontrare finalmente il dottor Paoli. Nonostante l’emozione e le mie paure, si è dimostrato davvero affabile e abbiamo trovato senza fatica un modo di comunicare, nonostante il mio italiano sia imperfetto e contaminato dalle

«L’incontro con il dottor Nicola Paoli è stata un’occasione per me unica»

Jairo insieme con il dott. Nicola Paoli, già vice direttore della “Scuola di Formazione Specifica in Medicina Generale di Trento”, dove svolge anche i ruoli di tutor e docente, e già Vice Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Trento, essendo stato eletto per il triennio 2015-2017. Il dottor Nicola Paoli è anche coordinatore delle aggregazioni funzionali territoriali (AFT) dell’area ovest del sistema sanitario provinciale (comprendente Valle di Non, Valle di Sole, Rotaliana, Paganella e Valle di Cembra) e di Mezzolombardo. È inoltre coordinatore dell’Associazione periferica complessa di medicina generale.

molte espressioni dialettali che ho imparto dai miei nonni. Assieme al dottor Paoli, ho visitato il suo studio medico, all’interno del poliambulatorio comunale, in cui lavora abitualmente e il Centro Servizi Sanitari

del distretto sanitario, situato a Mezzolombardo, dal quale sono rimasto davvero molto colpito. Si tratta infatti di una struttura di alto livello, tecnologica, moderna, pulita e con personale sanitario e medico cordiale e preparato,

in poche parole: il luogo dove ogni medico vorrebbe lavorare! Sono grato al dottor Paoli per aver messo a mia disposizione la sua esperienza di medico, facendomi apprezzare ancora di più il valore di chi sceglie di fare dell’aiuto del prossimo la sua professione. Sono stati insegnamenti trasmessi tra due trentini, e questo ha contribuito a renderli per me ancora più speciali. Ma non abbiamo parlato solamente di lavoro e medicina. Attraverso la condivisione delle nostre origini, infatti, abbiamo scoperto che i nostri antenati vivevano in aree geograficamente molto vicine, ed è quindi prossibile che, chissà, magari si siano incontrati. La settimana che ho trascorso in Trentino è stata l’occasione per riflettere sulla mia vita e il mio futuro. Ha contribuito ad aprire la mia mente a nuove opportunità, alle quali ignoravo di poter avere accesso. Nei miei progetti per il futuro c’è senz’altro quello di continuare a studiare sodo, mantenendo viva ogni giorno la volontà di essere un buon professionista. Il mio più grande sogno è quello di poter un giorno esercitare il mio mestiere di medico proprio nella terra delle mie radici, quindi, caro Trentino, speriamo di rivederci al più presto! Jairo Lenzi

Per comunicare con la redazione: redazione@trentininelmondo.it 7 - 2019

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GENTE E FATTI ALLE PAGINE 14-15 L’INTERVISTA NELLA SUA VESTE DI SOCIO DELLA TRENTINI NEL MONDO

Fine mandato per Maurizio Passerotti come Console Onorario della Romania Il 7 ottobre si è concluso il mandato di Console Onorario Generale di Romania per Maurizio Passerotti, che ha inviato alla Trentini nel mondo il messaggio riportato qui di seguito. Al termine del mandato diplomatico, in qualità di Console Onorario Generale di Romania per il Trentino Alto Adige, desidero congedarmi con un ringraziamento a tutte le istituzioni pubbliche con le quali ho collaborato, al movimento cooperativo che ha sostenuto l’attività del Consolato condividendone le finalità e gli obiettivi e a tutte le persone che mi hanno aiutato a portare a termine positivamente questo prestigioso incarico, che

mi era stato affidato dal Governo Romeno e da quello Italiano nel 2008: è stato un grande onore per me rappresentare la Romania e la sua comunità presso le Istituzioni Italiane! Una comunità che si è bene integrata nella società del Trentino Alto Adige, ma senza perdere i legami storici e culturali con la Madrepatria, i cui valori vengono trasmessi con impegno anche alle nuove generazioni! La foto ricordo è proprio quella con i giovanissimi romeni nel corteo per le strade di Trento, in occasione della Festa dei Popoli dell’anno scorso. Un grazie particolare alla Trentini nel mondo, che mi ha generosamente ospitato

negli ultimi cinque anni. Saluto con un abbraccio e una invocazione: Viva l’Italia! Viva la Romania! Maurizio Passerotti

Faticosa ma entusiasmante tournée argentina per il chitarrista trentino Lorenzo Bernardi Si è conclusa con grande soddisfazione sia dei musicisti che del pubblico, la tournée che ha visto il chitarrista trentino Lorenzo Bernardi esibirsi in Argentina insieme a Victor Garay, in una serie di concerti organizzati per iniziativa anche della Trentini nel mondo. Presidencia Roque Saenz Peña,

Corzuela, Resistencia, Reconquista, San Justo, Cordoba e Villa General Belgrano, sono state le tappe della trasferta, dal 7 al 13 settembre, faticosa ma entusiasmante, come ha dichiarato Bernardi al suo rientro in Italia. Nel prossimo numero del giornale sarà pubblicato un ampio resoconto della trasferta.

Bellunesi del Trentino in festa ad Alberé di Tenna Domenica 8 settembre, nonostante le condizioni meteo poco incoraggianti, si è svolta la Festa di fine estate organizzata dal gruppo «Famiglie bellunesi del Trentino» il cui presidente, Vitale Triches, ha voluto raccontare con la seguente nota inviata alla redazione del giornale. Il tempo dava poche speranze, ma domenica 8 settembre le famiglie di ex emigrati dalla sinistra Piave, Longarone e nordest Westfalia, si sono riunite per una grande festa presso la baita alpina Alberé, a Tenna. Dopo la messa, celebrata da don Roberto, ci siamo goduti un ricco e vario

pranzo, delizioso dagli antipasti fino ai dolci, realizzati dalle affezionate pasticcere Jenny e Iolanda. È stata un’occasione per stare in compagnia e scambiarci

ricordi del passato. Quando ci si diverte, si sa, il tempo scorre velocemente, e così, senza quasi accorgercene, siamo arrivati al momento dei saluti.

Mentre scendeva la sera, ci siamo detti arrivederci, promettendo di vederci di nuovo in occasione della castagnata, a novembre. Vitale Triches

La gradita visita di Federico Il 30 settembre ci è venuto a trovare Federico Capizzi, un’ex studente della scuola Artigianelli di Trento che per sei mesi ha fatto un progetto di alternanza scuola lavoro presso la sede della Trentini nel mondo. Durante il suo periodo presso di noi ha realizzato molte locandine e altri lavori grafici

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e ha curato le foto apparse nei social dell’Associazione. Dopo essersi trasferito con la famiglia a Milano, Federico è ora tirocinante in una rilegatoria. Ci ha fatto molto piacere che tornato a Trento per le vacanze, abbia voluta fare tappa anche in via Malfatti 21! 7 - 2019


A TU PER TU C

Un ponte tra il Trentino e la Roman

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ono nato a Malé, l’8 febbraio del 1945. La mia famiglia risiedeva a Trento, ma in seguito al bombardamento del 1944 la nostra casa in via Brennero venne distrutta, e così si decise di trasferirsi in valle di Sole. Mio padre era un ferroviere della linea Trento-Malé, e scegliere di stabilirsi al capolinea della tratta ferroviaria, sembrò ai miei genitori la soluzione più pratica». IL PRIMO CONTATTO CON L’EMIGRAZIONE

Un ricordo affiora dalla memoria di Maurizio nonostante i numerosi anni trascorsi, ed è legato al fenomeno dell’emigrazione: «Facevo la prima elementare a Malè - racconta - e un giorno un compagno di classe venne a salutarci e ad annunciare che di lì a poco sarebbe partito con la famiglia per il Cile. Ero solo un bambino di sei anni, ma l’episodio mi colpì molto. Immaginai il mio coetaneo affrontare un lungo viaggio verso un Paese che nemmeno sapevo dove si trovasse, ignaro di quello che avrebbe trovato al suo arrivo. Si preparava ad attraversare l’oceano e aveva come unico indumento per ripararsi una vecchia coperta, allacciata attorno alle spalle a simulare un cappottino di fortuna. Fu il mio primo contatto con la realtà degli emigranti e ancora adesso la memoria di quel momento è per me indelebile». Nel 1952 la famiglia di Maurizio rientra a Trento e si stabilisce

nel rione di Piedicastello, in una delle primissime case popolari di Lungadige Marco Apuleio. Maurizio cresce, frequenta le scuole superiori all’Istituto tecnico «Buonarroti». Dopo il servizio militare a Udine in qualità di Ufficiale di Complemento, si iscrive alla facoltà di matematica di Padova, presso la quale si laurea nel 1971. «Dopo qualche anno di precariato, ottenni un posto di ruolo come insegnante presso l’ITI Buonarroti di Trento, proprio lo stesso che avevo un tempo frequentato come studente, ma fu un’esperienza che non durò a lungo. All’università avevo infatti scelto di specializzarmi in quello che all’epoca veniva denominato «ramo applicativo-elettronico», una sorta di precursore dell’informatica moderna, e sentivo di voler mettere a frutto le competenze che avevo acquisito in quel settore». È il 1982, Maurizio lascia l’insegnamento e assieme ad alcuni soci avvia un’esperienza imprenditoriale in campo informatico, che si concretizza nella fondazione della società «Informatica bancaria trentina» (IBT). «Mi resi conto in fretta che la tecnologia, in particolare quella bancaria, necessitava di innovazione e aggiornamenti. Unimmo le forze e progettammo un software bancario, denominato «Gesbank», il cui successo crebbe rapidamente, promuovendo un’inversione del paradigma del rapporto tra l’informatica e il ruolo di chi lavorava ai terminali

Con l’intervista a Maurizio Passerotti, imprenditore già Console onorario della Romania in Trentino Alto Adige, inauguriamo in questo numero la nuova rubrica del giornale «A tu per tu con il socio». Attraverso le parole degli intervistati conosceremo le principali tappe della loro vita e della loro carriera e le motivazioni che li hanno spinti a diventare soci della Trentini nel mondo bancari: in poche parole, fu una rivoluzione. Da quel momento l’accesso alle informazioni bancarie non era più esclusiva di un unico funzionario, ma ogni impiegato aveva la possibilità di svolgere il proprio lavoro in maniera autonoma, velocizzando quindi la risoluzione delle pratiche». Oggi IBT conta più di cento dipendenti e rappresenta il terzo polo informatico italiano nell’ambito delle banche di credito cooperativo. Maurizio ne è stato l’amministratore unico fino al 2003, e il vice presidente vicario fino al pensionamento, nel 2014. «Negli anni ‘90 arrivò la svolta internazionale- prosegue- quando la nostra società partecipò al progetto di informatizzazione della banca di Stato della Romania, in particolare dell’area metropolitana di Bucarest. Al mio arrivo in terra romena sono stato accolto con un calore inaspettato. Temevo che mi avrebbero fatto sentire

«Diventare un socio ha significato dare nuova linfa ai miei progetti, ampliare la partecipazione ad iniziative culturali internazionali e contribuire a far conoscere il Trentino in Romania» 7 - 2019

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«straniero» e trattato con diffidenza, invece ho trovato accettazione e calore. Il nostro lavoro in Romania fu un contributo notevole per lo sviluppo tecnologico di tutto il Paese, tanto che, nel 1998, l’Università di Oradea mi conferì una laurea ad honorem in Scienze Manageriali e Marketing». LE ONORIFICENZE DELLA ROMANIA

Quello che Maurizio non sa, è che quella laurea rappresenta soltanto l’inizio di una serie di riconoscimenti e successi. Nel 2007, ad Oradea, alla presenza di numerose autorità, l’ambasciatore italiano in Romania, Daniele Mancini, gli consegna l’onoreficenza «Stella della solidarietà italiana» e gli conferisce il grado di Commendatore da parte dell’allora presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano, in virtù dell’«attività sociale e soli-


CON IL SOCIO

nia: la storia di Maurizio Passerotti

daristica che conferisce lustro al lavoro italiano svolto in terra di Romania». Oltre alle attività imprenditoriali, infatti, Maurizio porta avanti una serie di progetti filantropici. «Ho capito presto che i rapporti instaurati con la Romania sarebbero stati terreno fertile per la promozione di attività culturali e di solidarietà. Ho accettato di presidere il «Circolo culturale italiano di Oradea», grazie al quale sono state promosse una serie di attività per l’apprendimento delle lingue italiana e romena, oltre ad una serie di scambi culturali con il Trentino, come mostre e dibattiti». Anche questo impegno viene premiato. Nel 2008, l’ambasciatore romeno in Italia, Razvan Victor Rusu, conferisce a Maurizio la nomina di Console Generale onorario della Romania per il Trentino Alto Adige (incarico scaduto il 7 ottobre 2019), una

svolta storica dal momento che fino a quel momento il referente della Romania per il territorio trentino non esisteva, ed il suo ruolo era esercitato dal console onorario del Veneto. Altro riconoscimento da aggiungere alla lunga lista di Maurizio, il grado di Commendatore, concesso dal presidente della Romania, Traian Basescu. «Sono orgoglioso di poter rappresentare per la prima volta la Romania presso le istituzioni trentine, in primis l’ho trovato un modo per rendere omaggio alla spledida accoglienza ricevuta tanti anni fa, quando per la prima volta mi sono approcciato

alla realtà romena. Il mio ruolo di console onorario mi ha dato e mi da tutt’ora la possibilità di conoscere una comunità che nel corso degli anni è diventata la più numerosa sul nostro territorio. Spesso i romeni sono oggetto di pregiudizi: conoscere dall’interno l’anima della loro cultura mi ha permesso di poter svolgere un lavoro di formazione e informazione volto ad abbattere queste reticenze. Gli eventi culturali sono fondamentali per promuovere questa visione, ne sono state un esempio la celebrazione a Trento della Pasqua ortodossa, o le mostre organizzate presso il museo di Oradea». IN PENNSYLVANIA SULLE TRACCE DEL NONNO

Oggi Maurizio vive a Cadine assieme alla moglie Loredana, con la quale ha avuto due figlie: Stella, di 43 anni e Aurora, di 30. Il suo primo contatto con la Trentini nel mondo risale al 2007. «Io ed alcuni parenti avevamo deciso di metterci sulle tracce del viaggio compiuto da mio nonno nel 1907, quando lasciò Mezzocorona per partire alla volta degli Stati Uniti. Per raccogliere quindi le prime necessarie informazioni sui Circoli americani, decidemmo

di rivolgerci all’associazione, che consideravamo da sempre una realtà importante e affidabile, grazie all’aiuto della quale riuscimmo a raggiungere la destinazione del nonno, in Pennsylvania, e anche ad avere un incontro con i membri del Circolo trentino di New York». Qualche anno dopo l’inaugurazione della nuova sede della Trentini nel mondo, avvenuta nel 2008, la proposta di ospitare all’interno degli uffici la sede del Consolato onorario della Romania. «È stato un piacere immenso e l’occasione di un nuovo riavvicinamento con l’associazione, che ho avuto modo di conoscere ancora più a fondo, scoprendo valori e obiettivi comuni, tanto che ho deciso di dare un contributo concreto e fare la mia parte diventandone socio. Diventare un socio ha significato dare nuova linfa ai miei progetti, ampliare la partecipazione ad iniziative culturali internazionali e contribuire a far conoscere il Trentino in Romania, ma anche la realtà della comunità romena in Trentino, una comunità numerosa e laboriosa, che contribusice notevolmente allo sviluppo economico della nostra regione». Alice Sommavilla

NELLE FOTO QUI SOTTO (da sinistra). Alla Campana dei Caduti di Rovereto (terzo da destra). Omaggio ai Caduti della guerra 1914-18, con la deposizione di una corona di alloro in occasione dei festeggiamenti per il Centenario dalla costituzione della Romania, avvenuta il 1° Dicembre 1918. Ritratto con le figlie Aurora (a sinistra) e Stella durante la Festa annuale di «IBT». Consegna della nomina a Console Generale Onorario da parte del Console Generale di Romania a Milano e futuro Ambasciatore di Romania in Italia, George Bologan.

«Al mio arrivo in terra romena sono stato accolto con un calore inaspettato. Temevo che mi avrebbero fatto sentire “straniero” e trattato con diffidenza, invece ho trovato accettazione e calore» 15

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CIRCOLI

Grande successo del pic nic d Nonostante il cambio di location e un tempo nuvoloso e poco clemente, i partecipanti sono stati numerosissimi: sono state presenti quasi 300 persone, in aumento rispetto allo scorso anno

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he gran pic nic, quello organizzato dal Circolo trentino di Toronto (Canada) il 18 agosto scorso! Quando persino uno chef milanese afferma di aver mangiato una polenta fantastica e fa addirittura il bis, non ci sono dubbi sulla riuscita dell’evento. Quando un ragazzino di undici anni impazzisce dalla felicità per aver imparato a pescare

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e cattura i suoi primi tre pesci; quando un bambino di sei anni conosce nuovi amici e non vorrebbe più tornare a casa; quando senti i commenti entusiasti dei nipoti, hai la conferma che il pic nic è stato un successo. Quindi, tutti gli interessati possono già segnarselo in agenda: l’iniziativa è confermata anche per il prossimo anno, al Birchview site, presso il l’Heart Lake

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Conseravation Area di Toronto ed è già stata decisa la data, il 26 luglio. «Il nostro pic nic quest’anno promette un’esperienza totalmente nuova, con un misto di vecchio e nuovo», aveva annunciato il presidente del Circolo, David Corazza, nell’ultimo numero di «Notizie dalla Baita», il bollettino del Circolo: ed è andata proprio così.


CIRCOLI

del Circolo di Toronto (Canada)

Siamo profondamente grati a tutti i volontari che si sono messi a disposizione per realizzare questo pic-nic. Organizzare tutto durante i lavori di rinnovamento del Club e trovare una nuova area adatta ad ospitare l’evento, non sono diffcoltà da sottovalutare, ma sono state gestite egregiamente grazie all’impegno di un team incredibile. Un ringraziamento speciale, inoltre, va a Carlo Filippi, per averci donato le salsicce! Nonostante il cambio di location e un tempo nuvoloso e poco clemente, i parteci-

panti sono stati numerosissimi: 52 bambini e 202 adulti, esclusi i volontari e coloro che non avevano acquistato i biglietti per la polenta. Complessivamente, quindi, sono state presenti tra le 270 e le 300 persone, un aumento rispetto allo scorso anno del quale non possiamo che essere grati. I vincitori del torneo di bocce sono stati Diane Zeni e Tony Porretta, mentre ad aggiudicarsi il primo posto nel torneo di briscola sono stati Mario Franch e Franco Franch. Circolo trentino di Toronto

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CIRCOLI

«News» dal Circolo trentino di Calgary (Canada) Quasi cento persone hanno preso parte domenica 25 agosto al picnic organizzato dal Circolo trentino di Calgary (Canada). La polenta e gli altri piatti tipici sono stati molto apprezzati dai presenti, che hanno trascorso la giornata in un clima di grande amicizia, serenità e divertimento. L’iniziativa ha segnato la ripresa in grande stile dell’attività del Circolo, che ha anche rinnovato il suo comitato direttivo, nel segno del ricambio generazionale

È stato eletto il nuovo direttivo del Circolo (da sinistra): Susie Springhetti Greco (segretaria), Raquel Spinato (tesoriere), Gerardo Odorizzi (presidente), Roberto Montagni (tesseramento). Nella foto manca il vice presidente, Dennis Springhetti. 7 - 2019

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CIRCOLI

La soddisfazione dei Trentini di Tuzla per due appuntamenti socio-culturali

L’

associazione “Rino Zandonai” di Tuzla (Bosnia Erzegovina), dopo otto mesi di intenso lavoro, ha presentato pubblicamente il testo intitolato “Italiani a Tuzla. 1880-2019”. L’obiettivo dell’autore, Tihomir Knezicek, attuale presidente sia dell’associazione che del Circolo trentino, è stato quello di illustrare l’arrivo a Tuzla degli emigrati italiani, in particolare quelli provenienti dal Trentino, e descrivere le ventisei famiglie che attualmente continuano a vivere sul territorio. La pubblicazione del libro è stata resa possibile grazie al finanziamento del Ministero per i diritti umani e i rifugiati della Bosnia Erzegovina mentre il testo, edito dall’istituzione pubblica “Centro culturale di Tuzla”, è stato revisionato dall’accademico Enver Mandzic. 449 pagine a colori raccontano le ragioni che hanno portato all’emigrazione italiana in Bosnia durante il periodo della monarchia Austo-Ungarica, l’arrivo delle famiglie e la

sistemazione a Tuzla e nelle zone limitrofe, oltre all’impatto che l’immigrazione italiana ha avuto sull’economia e la vita sociale della città. L’autore elenca e descrive tutte i ventisei nuclei familiari attualmente presenti sul territorio. Si tratta delle famiglie Allasia, Andriussi, Bancher, Battista, Broch, Candotti, Cordignano, Daldon, Dorighi, Drusiani, Fontan, Gojo, Grotti, Menegoni, Michelini, Montibeller, Mott, Orlando, Papinutti, Piccolotti, Rossi, Sciocci, Segat, Soravia, Toson e Zamboni. Per la prima volta viene affrontata la questione delle complesse relazioni esistenti tra le famiglie Zamboni, Segat, Piccolotti, Mott, Michelini, Candotti, Broch e Bancher, partendo dal principio e basandosi su documenti e fotografie. Il risultato più evidente della metodologia seguita per la scrittura del libro, è la documentazione e di conseguenza la spiegazione delle dinamiche relazionali

che hanno spinto gli italiani a sposarsi quasi esclusivamente con membri di altre famiglie italiane. Per ogni famiglia presa in esame sono stati pubblicati dei documenti in formato PDF sul sito web dell’associazione, consultabile all’indirizzo www.ugip-tz.ba La promozione del libro è stata organizzata dal Centro culturale di Tuzla presso la galleria d’arte internazionale della città, ed ha visto la partecipazione dei membri del Circolo trentino, delle famiglie italiane residenti sul territorio, delle pubbliche istituzioni di Tuzla, dei media locali e di ospiti provenienti da Banja Luka, Zagabria e Orasje. Partner e sponsor dell’evento è stata la “Fondazione microcredito” di Tuzla. La locandina di invito alla presentazione del libro ha ripreso l’importante legame con la Trentini nel mondo e riportato un ringraziamento speciale a Willi Daldon, che ha donato una cassa di vino italiano per allietare l’evento.

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l 1° settembre è stata invece celebrata la decina edizione annuale del “Giorno della gastronomia italiana a Tuzla” che il Circolo trentino della città organizza ogni anno, fin dal 2009. Una giornata dedicata alla riscoperta del valore della gastronomia italiana. In uno spazio aperto nel centro di Tuzla, le socie del Circolo cucinano una serie di piatti tipici e specialità da offrire a tutti i cittadini. Nel corso della prima edizione dell’evento, le 12 cuoche presenti avevano preparato circa quattrocento porzioni di cibo, oltre ad un rinfresco che includeva bevande e vino gratis. Visto il grande successo, si è deciso di replicare la manifestazione ogni anno, verso la fine della stagione estiva. Quest’anno, le cuoche sono state quattordici, aiutate dal supporto di altri dodici membri del Circolo e l’appuntamento ha

visto la partecipazione di circa 500 visitatori di tutte le età. Ad allietare la giornata, canzoni e melodie italiane diffuse dall’altoparlante, che hanno coinvolto in una serie di balli e danze i numerosi presenti. La manifestazione si svolge

secondo rigidi criteri in termini di igiene e distribuzione del cibo, pertanto, non si sono mai verificati incidenti o episodi spiacevoli relativi alle vivande o all’organizzazione. Promosso dalla Trentini nel mondo e dalla stessa città di Tuzla, il “Giorno

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della gastronomia italiana” è stato sponsorizzato dalla “Fondazione microcredito” di Tuzla e annunciato anche sul piccolo schermo. Tihomir Knezicek è stato infatti ospite della rete RTV 7 per presentare e pubblicizzare il programma dell’evento. 7 - 2019


CIRCOLI

Dal Circolo trentino di Caxias do Sul (Brasile)

Otto meritati attestati di partecipazione agli allievi del corso di lingua italiana Terminate le lezioni, per i partecipanti al corso di italiano organizzato dal Circolo trentino di Caxias do Sul (Rio Grande do Sul), è arrivata l’ora di ritirare i meritati certificati di partecipazione. Alla presenza dell’insegnante, Adelina Rizzardo, della presidente del Circolo, Sirlei Bertollo, e del coordinatore João Felix Andreis, hanno ricevuto con gioia e soddisfazione i loro attestati gli allievi Jones Perin; Laura F. Amalcaburio; Carla R. Braghini; Eliane Furlan Zamboni; Marino Zamboni; Jocélia Piccoli Frasson; Nilton Frizzo; Cesar Bertolucci. La cerimonia si è conclusa con l’augurio, da parte del Circolo, che le nozioni imparate possano risultare utili e fare la differenza nella vita futura di ogni studente.

Il «Laboratorio di canederli» è stato un successo Il Circolo trentino di Caxias do Sul lo scorso 24 agosto ha promosso un «Laboratorio di Canederli». I partecipanti hanno avuto modo di imparare la preparazione di questo tipico piatto della tradizione trenti-

na, a base di palline di pane raffermo con speck, pancetta e spezie, serviti sia asciutti che in brodo. Al termine della «lezione», i cuochi hanno gustato e apprezzato le loro preparazioni.

Un’iniziativa simpatica e originale per mantenere vive cultura e tradizioni trentine e rafforzare il legame di amicizia fra i soci del Circolo. Direttivo del Circolo di Caxias do Sul

Per comunicare con la redazione del mensile:

redazione@trentininelmondo.it 7 - 2019

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CIRCOLI

Il Circolo trentino di Santa Olimpia ha festeggiato i suoi dieci anni F

ondato il 26 giugno del 2009, il Circolo trentino di Santa Olimpia (San Paolo, Brasile), si è posto da subito come obiettivo la promozione di attività culturali volte alla salvaguardia di usi e costumi trentini, attraverso la realizzazione di incontri con i soci, lezioni, conferenze ed altri eventi. «Orgogliosi di aver sempre perseguito questo obiettivo scrive la presidente del Circolo, Elsa Pompermayer Stenico quest’anno abbiamo tagliato il traguardo dei dieci anni di attività, e li abbiamo festeggiati con molta gioia e soddisfazione lo scorso 10 agosto». Ad aprire le celebrazioni è stata la messa di ringraziamento, durante la quale sono stati esposti lo stendardo del Circolo, la bandiera della Provincia autonoma di Trento, quella del

Brasile e quella della città di Santa Olimpia. Nel corso della messa, sono state ricordate con affetto tutte le famiglie che tanti anni fa, si insediarono sul territorio di Santa Olimpia, dando così origine alla fondazione della storia dell’emigrazione trentina nella comunità. Al termine della messa, i soci si sono ritrovati per condividere chiacchiere e cocktail offerti dal consiglio del Circolo. «È stata una serata speciale - aggiunge ancora Elsa Pompermayer - ricca di tradizione e cultura, alla quale hanno partecipato anche i membri del consiglio del Circolo trentino di Piracicaba ( San Paolo, Brasile) e il coordinatore generale dei Circoli trentini del Brasile, José Eraldo Stenico. Un grazie davvero sentito va a tutti i partecipanti e ai soci del nostro Circolo».

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Judith Correr Forti, 90 anni.

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CIRCOLI SI È PARLATO IN PARTICOLARE DEI RISULTATI DEL SEMINARIO DI FORMAZIONE ORGANIZZATO A TRENTO DALL’ASSOCIAZIONE

Riunione di coordinamento a Rio do Sul per i Circoli di Santa Catarina e Paranà Sabato, 24 agosto i rappresentanti dei Circoli Trentini degli stati di Santa Catarina e Paraná (situati nella zona meridionale del Brasile) si sono incontrati a Rio do Sul, nello stato di Santa Catarina, presso l’osteria «La Campagnaga», il cui proprietario è Joèlcio Fronza, ex coordinatore dei Circoli trentini e membro del Circolo di Rio do Sul. Presenti i coordinatori regionali dei sue Stati, Simone Sehnem e Giuliano Sávio Berti, e l’attuale coordinatore generale dei Circoli trentini del Brasile, José Eraldo Stenico. Il principale argomento discusso è stato il seminario di formazione dedicato ai coordinatori dei Circoli Trentini, svoltosi a Trento dal 27 maggio all’1 giugno. Sono stati quattro i coordinatori dei Circoli brasiliani ad avervi preso parte, e durante l’incontro

di Rio do Sul, sono stati illustrati contenuti e obiettivi del corso. Decisa inoltre una nuova formula di svolgimento per quanto riguarda le riunioni semestrali che dal 2020 seguiranno questo

schema: la riunione del primo semestre verrà tenuta da ciascun coordinatore all’interno della propria zona, mentre nella seconda parte dell’anno verrà organizzato un incontro alla quale

presenzieranno rappresentanti dei Circoli di entrambe le aree (cioè Santa Catarina e Paraná ). Durante l’incontro si è parlato anche dei progetti e delle varie attività dei Circoli.

«Festa italiana» di Gaspar alla 25a edizione Si è svolta lo scorso 17 agosto la tradizionale «Festa italiana», organizzata dal Circolo trentino della città di Gaspar (Santa Catarina, Brasile). L’evento, giunto quest’anno alla sua venticinquesima edizione, è stato reso possibile grazie alla collaborazione tutti i quasi 50 membri del Circolo, dai bambini agli anziani, che si sono impegnati per proseguire, attraverso questa ricorrenza, l’opera di valorizzazione e trasmissione della cultura italiana attraverso le generazioni. Come ogni anno a partire dal 1995, la festa si è svolta nel quartiere di Alto Gasparinho, zona abitata prevalentemente da famiglie di origine trentina. La giornata si è aperta con una 7 - 2019

messa celebrata in lingua italiana. Ogni anno è stato scelto un tema diverso attorno al quale sviluppare i festeggiamenti. Dopo musica, cucina, religione e storia dell’immigrazione trentina, tutti

temi che sono stati ricordati attraverso fotografie ed esposizioni, il Circolo ha scelto come tema per l’evento 2019 la danza. A rendere onore al tema, sono state le esibizioni del «Grupo de

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Danças de Nova Veneza» i balli della «Familia Paganini», proseguite fino all’alba. Oltre 480 i partecipanti, che hanno gustato una serie di cibi come la polenta preparata dai membri del Circolo, e una serie di altre specialità tipiche accompagante da buon vino. L’evento si inserisce nel calendario degli appuntamenti annuali del Circolo di Gasparin, assieme ad altre iniziative come la “Camminata Villa d’Italia” che si svolge solitamente a maggio, e ad una serie di attività di volontariato presso tre comunità cittadine, in occasioni delle tradizionali feste della pasta ed esibizioni di canti popolari. Tutte le foto © Cinefotomary


CIRCOLI

L

o scorso 8 settembre il Circolo trentino «Humberto Bandeo» di Corzuela (Chaco, Argentina) si è vestito a festa per celebrare il terzo «Incontro di trentini». Si è trattato di un evento che ha avuto bisogno di molti mesi di preparazione, in quanto è stato necessaria la richiesta di un finanziamento alla Trentini nel mondo per poterlo realizzare. Un primo evento si è svolto il 29 agosto, presso la «Casa de Historia y las Culturas del Bicentenario», dove è stato proiettato il film «La vita è bella», in collaborazione con il comune di Corzuela, alla cui visione ha partecipato un pubblico molto numeroso. Nei giorni che hanno preceduto l’8 settembre, data prevista per la celebrazione della festa, ci siamo impegnati nella pulizia della nostra sede, tinteggiando le pareti, riverniciando e operando piccole sistemazioni in modo che tutto fosse in perfette condizioni per accogliere l’evento. Durante il tempo libero sono stati invece realizzati centro tavola, omaggi e souvenir per gli ospiti. La mattina della festa, erano presenti nella nostra sede anche i membri di ATM, assieme al duo di musicisti che nel corso della giornata ha allietato l’evento, l’italiano Lorenzo Bernardi e l’ar-

«Incontro di trentini» a Corzuela (Chaco), una giornata ricca di emozioni

gentino Victor Garay Mendoza, con i quali abbiamo visitato la sede, conversato davanti a un caffè e ci siamo infine diretti verso il salone dove era stato allestito il pranzo. Mauro Moser-Spanos, vicepresidente del Circolo, ha fatto gli onori di casa dando il benvenuto a

tutti i presenti, tra i quali citiamo Roberto Paolazzi, coordinatore dei progetti della Trentini nel mondo in Sudamerica; Rafael Acuña Agnelli, coordinatore dei Circoli trentini della zona nord-est dell’Argentina; Monica Panzardi, collaboratrice della Trentini nel mondo; Enzo Liva,

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presidente del Circolo trentino di Makallé; Rafael Carrara, sindaco del comune di Corzuela, l’assessore alla cultura Christian Pineda, alcuni consiglieri comunali, oltre all’ex assistente sociale Adriana De Lucca e numerosi amici che ci sostengono giorno dopo giorno da tanti anni. Durante il pranzo a base di empanadas e deliziose tagliatelle con pollo, si sono alternati i discorsi della presidente del Circolo, Mirtha Pacher, di Roberto Paolazzi e del nostro sindaco. La giornata è poi proseguita con l’esibizione del balletto folkloristico comunale di Corzuela, diretto dalla professoressa Nellida Hemadi, che ha intrattenuto il pubblico con una serie di danze tipiche argentine, e del gruppo «Senza Fine», proventiente dalla città di Coronel Dugraty, che sotto la guida della professoressa Patricia Diancoff, ha presentato una serie di tipici balli italiani. È stata poi la volta del duo di chitarristi Lorenzo e Victor, che ci hanno accompagnati in un viaggio in musica attraverso l’Italia. Più tardi, addolciti da una torta squisita, abbiamo assegnato una serie di riconoscimenti a diverse persone ed istituzioni che da tempo sostengono e finanziano il nostro Circolo. Concludendo, possiamo affermare che sia stata una giornata ricca di emozioni, un momento per ritrovarci ad onorare le nostre radici, assieme ad amici e familiari. Desideriamo fortemente ripetere ancora questo tipo di eventi, per trasmettere l’eredità che i nostri antenati ci hanno lasciato. Non sarà facile, ma unendo le forze e lavorando insieme con impegno non abbiamo dubbi sul fatto che ce la faremo! Circolo trentino di Corzuela 7 - 2019


DAL TRENTINO

Sergio Escalante Gadotti eletto presidente del Circolo trentino di Resistencia (Chaco)

Si è tenuta il 15 agosto la ventiseiesima assemblea generale del Circolo trentino di Resistencia (Chaco, Argentina), che ha visto tra gli argomenti all’ordine del giorno, il rinnovo della commissione direttiva. Il presidente è

Sergio Escalante Gadotti, affiancato dalla sua vice Gabriela Andreatta. Segreteria e tesoreria sono affidate rispettivamente a Silvia Pescetto e Yamila Larcher. Revisori dei conti sono Rene Zampar, Analìa Piccoli, Jorge Stalcar

e Maria Laura Cimbaro Canella. Consiglieri effettivi Elena Avila, Franco Larcher, Elizabeth Marosky; Consiglieri supplenti Sergio Larcher, Cynthia Correa Marosky, Claudio Escalante

LE LEZIONI SI TENGONO UNA VOLTA ALLA SETTIMANA IN UNO SPAZIO MESSO A DISPOSIZIONE DA CESAR ALDO DALLAPÈ

Corso di italiano per dodici alunni a Tandil Sono in totale dodici gli studenti che, una volta alla settimana, si ritrovano per seguire le lezioni di lingua italiana promosse dalla Provincia di Trento e riservate ai membri del Circolo trentino di Tandil (Argentina). Lo spazio in cui si svolge il corso è stato messo a disposizione da Cesar Aldo Dallapé, membro del Circolo, che in una nota inviata alla la Trentini nel mondo, così descrive l’andamento del progetto. «Le lezioni sono tenute da un professore molto capace e paziente - scrive Cesar - siamo infinitamente grati al Trentino per averci dato questa opportunità e speriamo possa essere la base di partenza per nuove importanti attività legate alla valorizzazione delle nostre radici».

In Paraguay, già al lavoro il nuovo direttivo del Circolo di Ferdinando De La Mora Il Circolo trentino di Fernando De La Mora (Paraguay) ha comunicato la composizione del suo direttivo per il triennio 2019-2020, che vede come presidente e vice rispettivamente Cristian Javier Gonzàlez ed Edina Libardi. La tesoreria è invece affidata a Lidia Sanabria Libardi e Bianca Gonzalez. L’elenco dei membri 7 - 2019

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titolari comprende: Jovina Libardi, Ofelia Portillo, Zully Duarte Libardi, Rudolf Hahn Libardi e Derlis Portillo; mentre i membri supplenti sono Lucia Medina, Jennifer Esquivel, Ada Libardi e Natalia Meyer. Le mansioni di segreteria sono affidate a Marta Libardi e quelle di revisore a Miguel Esquivel.


DAL TRENTINO

Festa della polenta al Circolo di Montevideo un’esperienza che ha coinvolto tutti i sensi

Tutte le foto: NetUruguay

Il Circolo trentino di Montevideo (Uruguay) ha festeggiato il 31 agosto la nona edizione della «Festa della polenta», una giornata all’insegna non solo della gastronomia, ma anche della socializzazione e dello svago, allietata dall’esibizione dei cori del Circolo: il coro «Stella Alpina» e quello dei bambini, che si sono anche cimentati in una serie di danze tradizionali. Un’esperienza che ha coinvolto tutti i sensi quindi, ma in particolare il gusto: la polenta, piatto tipico trentino, è infatti stata realizzata al momento in un paiolo originale realizzato da un artigiano trentino. Di ottima qualità anche le materie prime: la farina gialla di Storo, fondamentale in tutte le dispense del Trentino, ha reso la polenta gustosa e genuina. In poche parole: abbiamo portato sulle tavole uruguayane un pezzo di Valle del Chiese! Presenti all’evento anche numerose autorità come i membri dell’ambasciata italiana, e diversi rappresentanti di centri educativi e culturali, oltre a soci, amici e collaboratori del Circolo. Silvia Norbis, presidente del Circolo trentino di Montevideo

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DAL TRENTINO

In 350 al primo E ttore Parisi è un appassionato di ricerche genealogiche che dopo aver ricostruito le famiglie di tutti i cognomi della Valle dei Laghi e del Banale, si è dedicato anima e corpo al cognome Sommadossi. “Mano a mano che procedevo coi miei studi e le mie ricerche- dice Ettore- ho notato nei libri parrocchiali di Tavodo e a seguire in quelli di Ranzo e di tutta la Valle dei Laghi, il formarsi di famiglie accomunate dal cognome Sommadossi, che diventavano sempre più numerose di generazione in generazione. Complice Lorenzo Sommadossi, che dall’Australia, dove risiede, ha lanciato la proposta, si è iniziato a pensare alla possibilità di riunire in una giornata di incontro e di festa tutti i Sommadossi”. Ci sono voluti mesi di preparazione ma alla fine, sabato14 settembre, circa 350 persone, di cui 200 con il cognome Sommadossi, si sono riunite presso il campo sportivo di Ranzo per

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celebrare quello che sul logo ufficiale dell’evento è stato chiamato “Il giorno dei Sommadossi”, un raduno pensato per rendere omaggio a chi condivide questo storico cognome. Allestiti per l’occasione quattro tendoni, in uno dei quali sono stati esposti alcuni quadri del pittore Ezio Sommadossi, missionario che perse la vita in Colombia; foto storiche di Ranzo e dei suoi abitanti, e un’immancabile copia dell’albero genealogico dei Sommadossi. Ad aprire la giornata, il saluto di alcuni ospiti speciali. Il primo è stato proprio Lorenzo Sommadossi, la “mente” che, dopo aver creato un gruppo dedicato a tutti i Sommadossi su Facebook, ha lanciato la proposta di portare la conoscenza dal virtuale al reale, promuovendo l’incontro di Ranzo. A seguire Silvana Sommadossi, professoressa universitaria residente in Argentina, ha portato il saluto dei tanti Sommadossi


DAL TRENTINO

Un cognome con 500 anni di storia

raduno a Ranzo emigrati nel suo Paese e regalato una bandiera dell’Argentina. Tra le altre personalità intervenute il vicepresidente della Trentini nel mondo, Armando Maistri (foto in basso a destra); il vicesindaco del comune della Valle dei Laghi, Federico Sommadossi, e Pierluigi Dalmaso e Alessandro Togni, rispettivamente il pittore ed il grafico che hanno realizzato il logo dell’evento, e che insieme hanno presentato la mostra di Padre Ezio. Terminati discorsi e ringraziamenti, è stata la volta del pranzo: due menù a base di piatti tipici trentini offerti dal paese di Ranzo, che si sono conclusi con gli immancabili dolci, tra i quali hanno spiccato due torte decorate con il logo della festa. Ad allietare il dopo pranzo, ci hanno pensato le voci del «Coro Lagolo», diretto da Isabella Pisoni, che hanno intrattenuto i presenti con un concerto di brani popolari legati all’emigrazione. A conferire una dimensione

ancora più internazionale alla giornata, il collegamento Skype realizzato in tempo reale con i Sommadossi residenti oltreoceano: Ivano dal Brasile e Marcela, Patricia, Laura e Valeria dall’Argentina, che grazie alla tecnologia hanno anche potuto apprezzare le performace del coro assieme ai presenti. In conclusione dell’evento, i partecipanti si sono avviati a piedi verso “El Somadòs”, la località che ha dato origine al cognome festeggiato, dove sorge ora un leccio, albero offerto e piantato dal vivaista Giorgio Sommadossi. A fianco di quest’albero speciale è stata apposta una targa in rame in memoria della giornata, recante la scritta: “Oggi, 14 settembre 2019, in occasione del primo incontro, è stato messo a dimora questo albero per ricordare il luogo che ha dato origine al cognome Sommadossi, partito da Ranzo e presente in tutte le parti del mondo”. Alice Sommavilla

Il cognome Sommadossi nasce a Ranzo verso la metà del 1500. Capostipite dell’albero genealogico è Pietro Gendroni, detto “El Somados”, soprannome acquisito grazie al luogo in cui viveva: una casa sulla cima di un dosso, ancora oggi visibile a chi percorre la strada che da Castel Toblino sale verso la Valle di Ranzo. La località mantiene ancora il toponimo di Somados, e i figli di Pietro vennero battezzati con un cognome derivato dal soprannome del padre. I Sommadossi vissero nella zona di Ranzo fino alla metà del 1800, quando alcuni di loro emigrarono in Argentina. È stato proprio uno dei loro discendenti, Lorenzo Sommadossi, che nel 2018, dopo aver creato un gruppo su Facebook dedicato al cognome, che conta 148 iscritti, ha proposto l’idea di riunire fisicamente a Ranzo tutti i Sommadossi.

Mansueto Sommadossi, emigrato in Argentina verso il 1880, capostipite di una numerosa discendenza.

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CALENDARIO 1 settembre C.T. Buenos Aires (AR): Incontro Coral con la partecipazione del Coral Trentino del Circulo e il Coro de la Mutual del personal del Diario La Nacion C.T. Tuzla (BIH): organizzazione e partecipazione con stand al giorno della gastronomia italiana a Tuzla

5 ottobre C.T. Montevideo (UY): conferenza sull’Islam a carico del prof. Hasan Mamari professore della Facoltà di Lettere dell’Università della Repubblica. 5-6 ottobre C.T. Montevideo (UY): porte aperte per il giorno del patrimonio artistico 6 ottobre Gruppo folkloristico del CT di Santa Teresa e del Gruppo di ballo di Nova Trento (BR): presentazioni alla Festa della polenta di Venda Nova do Imigrante CT di Carmelo (UY) Partecipazione del Coro del circolo all’incontro corale “No dejes de Cantar”

6 settembre Coro del CT Carmelo (UY): presentazione a Tarariras nel dipartimento di Colonia 7 settembre C.T. Bento Gonçalves (BR): II° Mediaval Bento A Piriapolis (UY): il coro del CT Montevideo “Stella alpina” partecipa a un incontro coral

11 ottobre C.T. Bento Gonçalves (BR): rappresentazione teatrale “El Zio Lè nà” della compagnia di Teatro dialettale Cuore Trentino di Nova Trento.

8 settembre C.T. New York (USA): picnic annual C.T. Buenos Aires (AR): pranzo di primavera Coro del CT Carmelo (UY): partecipazione al festival “Canta y Baila el litoral”

13 ottobre C.T. La Lorena (FR): cena sociale C.T. Denver-Colorado (USA): riunione mensile C.T. Villa Regina (AR): 7° incontro del ciclo culturale 2019 “identità, territorio e umore”

10 settembre Coral del CT Buenos Aires (AR): concerto all’Asociazione giovanile Araucana (AJA)

17 ottobre C.T. Denver-Colorado (USA): gita casinò di Central City 17-20 ottobre A Riva del Garda (TN): convegno EZA-UNAIE “Europa di domani: 5 scenari per il nostro futuro”

13 settembre A Trento (IT): Presentazione del documentario generazioni in mobilità ‘NdoVAT?

18 ottobre C.T. Montevideo (UY): partecipazione del coro “Stella Alpina” e con uno stand sul Trentino nell’evento organizzato dall’Ambasciata d’Italia “Turismo delle radici”

15 settembre C.T. Villa Regina (AR): 6 incontro del ciclo culturale 2019 “identità, territorio e umore - Folklore Argentino” C.T. Rodeio (BR): “El disnar dei nònni”

19 ottobre C.T. Colonia Manuel Gonzalez (MX): celebrazione del 138° anniversario dell’emigrazione Trentina in Messico e della fondazione della Colonia Manuel Gonzalez A Carmelo (UY): incontro dei professori d’italiano dei circoli trentini dell’Uruguay

20 - 22 settembre A Lille (FR): “Generazione in mobilità: un capitolo da scrivere”, incontro giovani trentini in Europa (Francia, Belgio, Olanda e Lussemburgo) 20 – 23 settembre C.T. Denver – Colorado (USA): medici del Circolo trentino fanno i volontari al Seattle King County Clinic “helping to create a community of compassionate care”

20 ottobre C.T. Bento Gonçalves (BR): 8° Mèrica Mèrica MagnaBento 25-27 ottobre C.T. Solvay (USA): festeggiamenti per il 90° anniversario di fondazione

21-22 settembre C.T San Jose (AR): Incontro dei giovani trentini dei circoli trentini dell’Argentina

27 ottobre C.T. Zofingen (CH): Castagnata

22 settembre Circolo Ex Emigrati trentini in Svizzera (TN): gita al Santuario di Monteberico C.T. Luzerna (BR): pranzo tipico C.T. Tandil (AR): “Chiocolatada familiar”

16 novembre C.T. La Lorena (FR): castagnata 22 novembre C.T. Caxias do Sul (BR): cena enogastronomica C.T. Zofingen (CH): Assemblea generale

28 settembre C.T. New York (USA): Karaoke Party!

1 dicembre C.T. Perth (AUS): Festa di Natale

4 ottobre A Montreal (CA): Meraviglie italiane, turismo delle radici con l’UNAIE

8 dicembre C.T. Montevideo (UY): visita alla vergine degli alpini

4 ottobre C.T. Chajari (AR): conferenza “Trento, un territorio di confine tra il mondo germanico e il mondo latino” a cura di Mariano Roca e Marco Laezza

12 dicembre C.T. Caxias do Sul (BR): cena chiusura attività del circolo 14 dicembre C.T. Montevideo (UY): festa anniversario del circolo

4-13 ottobre C.T. Venda Nova do Imigrante (BR): partecipazione alla Festa della Polenta

14 – 16 dicembre C.T. Centre& Borinange (BE): visita ai Mercatini di Natale in Alsazia

5 ottobre C.T. Caxias do Sul (BR) cena enogastronomica

15 dicembre C.T. Myrtleford (AUS): Festa Natalizia

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30 Carlo, appassionato di ÂŤstreet photographyÂť ( :lapodecarlo_photo). 7 - 2019 Un insolito scorcio di Trento dopo un temporale estivo, colto da Lapo De :


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