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LA CASA DELLE PAROLE

La Camera si riapre. I cittadini si domandano : perché? Noi ci domandiamo: p erché? Sono assai probabilmente - milioni i cittad ini italiani che rivolgono a se stessi q uesto semplice punto interrogativo E viceversa: non poteva la Camera continuare a rimanere chiusa?

N essuno in Italia se ne sarebbe accorto. Tanto meno, lagnato.

Perché convergere - sia ·pure per poche settimane -a Monte• citorio quell'attenzione e quell'ansia ch e non dovrebbe essere mai distratta e deviata dall'fsonzo?

E il lavoro che sta dinanzi alla Camera, è veramente u tile, necessario, improrogabile? Cinquecento interrogazioni, e quasi tutte di interesse assolutamente locale, ad uso e consWDo dei galoppini elettorali; un cea"t inaio di discorsi, quasi tutti superflui; insomma, un mare di chiacchie re che i socialisti ufficiali si propongono di agitare a tempesta con i l loro dissimu lato o palese sabotaggio della guerra. Ecco il quadro in anticipo d elle prossime sedute della Camera, l'on . .&selli è troppo vecch io per comprendere certè novità. Egli continua a dichiararsi ligio alle buone norme costituzionali, ossequiente a lla volontà sovrana del Parlamento e non s'accorge dì difende re un organo pleonastiro che ha fatt~ il suo tempo.

La vita è a ltrove, Di fro nte al parlamentarismo in genere, e a quello italiano in pa rticolar e, ci piace d i riaffermare - in questa vigilia della nostra sessione - il nostro perfetto an~rchismo. L'astensionismo dei vecchi tempi faceva il processo al padamentarismo p artendo da premesse teoriche e dottrinali che _ potevano dare luogo a controversie infinite.

Noi rinnoviamo quel processo, ma da un punto di vista più realistico, pratico, contingente e sbocchiamo alla stessa sentenza di condanna. Fra il Governo - organo centrale, registratore ed eserutore della volontà del popolo. e il popOlo stesso, i signori deputati sono un ingombro e un impaccio.

11 Paese esprime, attraverso la s ua progrediente 'equcaz ione politica, attraverso il suo allenamento alla trattazione dei g randi problemi, gli organi e g li indiv:idui che si sostituiscono al Parlamento e ai deputati.

Prendiamo il fatto più recente, l'episodio più fresco della cronaca potitica nazionale. .

A Milano si è tenuta una riunione, riuscita come al solito imponente, per discù.tere sui rapporti attual i e futuri italo-americani. Argomento di « palpitante » attualità. La Camera di commercio di Milano ha preceduto - con maggiore competenza e autorità - una eventuale discussione parlamentare, ed ha in ogni caso fornito a questa eventuale discussione dei dati e d.ei lumi.

Di più. la riunione di Milano voleva nominare, senza ulteriore indugio, un alto commissario che - sull'esempio di quanto hanno fatto la Francia con Andrea Tardieu, e l'Jnghilterra con lord Northcliffe -:-andasse in America a ;appresentacvi gli interessi materiali e mora li dell'Italia.

Ci rammarichiamo che questa nomina non sia stata fatta.. Il commissario nominato. dalla Camera di commercio di Milanò poteva associare l'opera sua a quel commissario ufficiale ital iano che andrà in America, quando forse l'urgente bisogno di andare laggiù sarà scomparso.

Basta ricordare quanto fu lunga e laboriosa la scelta degli uomin i che formarono la prjma commissione in America, per convincersi che iJ futuro probabile alto commissario g overnativo andrà negli Stati Un it i fra un sei mesi, mentre quello milanese sarebbe giunto fra tre o quatt ro settimane. Non solo. Ma mentre per la nomina di un commissario u fficiale il Governo deve tener conto n on solo delle sue competenze personali, ma di altri elementi estranei o di indole puramente politica, un commissario privato - scelto da un organismo quale la Camera d i commercio di Milano - rappresenta il _ massimo di garan2ia per com• petenze e tecnicità anche se gli manca la medaglietta e il crisma p ar· lamentare ch e in un p aese pratico e moderno com.e g li Sta ti Unit i non ha s ignificato alcuno

Nell a riunione della Camera di Commercio di M ilano è evidente la direzione dello sforzo di sottrane la t rattazione di delicat i e difficil i problemi riguardanti l'economia nazionale ad un'assemblea di incomp e· tenti e in un certo senso di irresponsabili.

La Camera di commercio « indica» al Governo le necèssità dell'ora al di fuori e· al disopra del Pa rlamento: questa è l'importanza del fatto. Non solo: ma nel caso concreto, tenta di sostituirsi al Pa rlamento.

Moltiplicate questi episodi c he non si verificano soltanto nel campo economico,· ma anche in quello politico e sociale, e voi sarete tratti a domanàarvj , come noi ci domandiamo da tempo·: quale è la funzione - utile - del Pa!lamento?

QueUa forse di dare altri mezzi a.i professionisti della politica di esercitare con più lauti profitti l'avvocatura?

Quando noi teniamo questo discorso persuasivo e che _ è ormai la convinzione di tutti gli uomini intelligenti" di ogni Nazione, le cariatidi vecchie e i gaglioffi nuovi del parlamentarismo ci accusano di vole re la dittatura, 1a reazione, la forca. , Affatto Noi ci limitiamo a constatare che fra il potere dello Stato e il Paese non è più necessario quell'organo intermedio di rappresen~ tanza e di commissione che è il Parlamento.

Questo dicevamo in tempo di pace, Questo riaffermiamo in tempo di guerra. [CenJ11ra].

La Camera attuale è nata male e i socialisti che la difendono oggi, sono gli stessi che ieri la coprivano d i infamie. E,. vissuta peggio, dan do al mondo quello spettacolo di insincerità che precedette la nostra di. chiaraziooe di guerra. :E incorreggibile, perché malgrado i ,•oti dì fiducia accordati successivamente aì Ministeri, il fondaccio della Camera, i (( ro· spi della palude», come dicevano i giacobini ai tempi della _ Convcn· zione~ è sempre neutralista e tedescÒfila.

Morirà come è vissuta. [ Censura J.

L ' Italia che ha combattuto e combatte, ignora e dispregia l'Italia che chiacchiera ancora.

Montec itorio è una piccola cosa in confronto ad una sola t rincea di prima linea sul Carso.

Da Il Po polo d'/Jalùt, N. 287, 16 ottobre 1917, IV. Pubblicato anche sull'edizione Ji Roma, N. 286, 16 ottobre 1 ~ 17, IV. ·

Decidersi

La nostra politica interna torna in questa ripresa parlamentare nuovamente all'onore deJla discussione di prima linea.

Da varie parti si intima ancora u na volta all'on. Orlando di scegliere una strada e un metodo. .Anche i neutralisti rossi , con una discrezione di l ing uaggio che stupisce alquanto, pongono l'on. Orlando da vanti al1'eterno a.mletico « essere o non essere ».

t chiaro che esso. sign ifica per i socialisti uffici ali una politica di l ibertà che conduca g radatamente o violentemente ad una pace qualunque.

Non ·c' è da meravig liarsi se la politica interna è quella che più appassiona g li animi e più li divide. Accade cosl in tutte le Nazioni belligeranti, e forse in proporzioni maggiori che da noi. Accadeva cosl anche quando i tempi erano normali. Jn Italia la materia di una di· scussione sulla politica interna è varia ed abbondante, perché presenta due aspetti e deve rispondere a due necessità: l'una, propriamente politica, che si riferisce in genere alla tutela dell'ordine pubblico; l'alt ra, economica e. sociale, che ha per oggetto l'approvvig ionamento ed il conswno.

Fino ai cosidetti (( fatti di T orino » la politica dell' on. Orlando, malgrado le significative per quanto limitate e superficiali avvisaglie del maggio, fu inspirata al criterio di concedere il massimo di libertà · anche ai partiti postisi de liberatamente sul terreno ant i-nazionale .

Al Ministero degli lnteini si riteneva che una politica diversa avrebbe pregiudicato il corso della guerra. :8 stato detto, ed è verità, che il Governo cercava con questa tattica · di disarmare i socialisti ufficiali , e perciò certe dkhiarazioni di taluni d i essi fra i più autorevoli u na volta, e non più oggi, parevano accreditare questa tattica e consacrarla al sue. cesso. Ma nel fondo fermentava il leninismo che Turati tentava invano più tardi di sconfessaée nelle colonne della sua rivi'sta, ignota alla folla dei tesserati. ·

Dall'episodio di Torino, c'è stato veramente e sostanzialmente u n mutamento di indirizzo nella nostra politica interna?

Per alcani riguardi, bisogna rispondere affermativamente; ma i prov· vedimenti sono stati troppo sporadici e tardivi perché si possa credere senz'altro ad un cambiamento decisivo dei metodi della nostra politica interna. I neutralisti si trovano, per ragioni diverse, dinanzi allo stesso punto interrogativo. Ecco perché le prossime d ichiarazioni dell'on. Orlando sono attese vivamente. ·

Posta come obiettivo supremo di tutte le energie nazionali la vittoria, il quesito subordinato è il seguente: .Quale è la. politica. interna che più rapidamente ci conduce aJJa v ittoria? .

Sia detto ancora una volta · che lloi non chiediamo 1a reazione nel senso poliziesco della parola : una politica di leggi eccezionali applicata ad un popolo che è nel suo complesso deciso a resistere e a sopportare, senza ribellioni inutili, i dolori ed i disagi della.-guerra, ·sarebbe ·un assurdo pericoloso. _

Una politica d i oppressione e ~i persecuzione contro gli organismi pcilitici. o religiosi dissidenti, ma che si guardano bene dal giovarsi del loco diss idio per giuStificare il sabotaggio della guerra, sarebbe un errore.

Chi ha mai· chiesto, per esempio, che i Comuni amministrati dai socialisti, i quali facciano soltanto dell'amministrazione l ocale e non della politica nazionale o.... mondiale, siano ·sciolti?

Ma se accade, come a Monza, che il Consiglio comunale diventi una assemblea della sezione socialista, ed esorbiti dal suo mandato amministrativo, per abbandonarsi a manifestazioni di indole prettamente politica, non si può, non si deve esitare a prendere il provvedimento di scioglimento.

Colpire, adunque, caso per caso, i fatti e non le idee. In linea di principio ognuno può t entare quello che vuole; ma non può agire come vuole. Né in tempo di pace, né, tanto meno, in tempo di guer.ra.

11 soldato può avere le sue idee, ma deve marciare.

Dal momento che il sabotaggio della guerra si esprime necessaria· mente attraverso fatti concreti e specifici, che vanno dalla propalazione di notizie allarmistiche ai tentativi di rivolta, è necessario che lo Stato prevenga, quando è possibile, e r eprima, quando è necessario. Ma il compito del Governo non si esaurisce . qui.

Il Governo .deve guadagnare alla causa nazionale il più grande numero di cittadini, con un'opera di propaganda morale e con una politica · economica, che non esasperi, ma attenui il ~isa&io materiale della guerr a. Insomma, un Governo nazionale non può non essere interventista.

· Lo è nel fatto, poiché questo Ministero è pure quello che ha dich iarato la guerra alla Germania. Cioè, è intervenuto contro la Germania. Deve esserlo anche nel diritto; deve avere il cOraggio di proclamarlo, a meno che l'interventismo del Governo non sia interventismo di passivi e di rimorchiati.

Credere ch e l' interventisnio sia un fenomeno superato dalJÌl guerra è un errore, poiché la situazione determinata dall'intervento non è ancora esaurita. µ.sciamo le parole grosse di libertà e di reazione. Ve n'è u na che alla vigilia del terzo inverno di guerra può e deve essere lanciata al popolo italiano dal banco dei ministri, ed è questa: Disciplina! la Nazione che non combatte deve accettare o. subire una discip lina. I! una necessiti di vita o di morte.

Il valore storico e ideale dell' interventismo rimane in tutta la sua grandezza. Ora, un Governo · che voglia veramente la guerra fino alla vittoria, non può nascondersi dietro una formula di neutralità, fra il neutralismo e l'interventismo, come per qualche tempo vOHe fare - e si vide con quali risultati - l"on. Orlando.

O con gli uni o con g li altri; e con le conseguenze che ne derivano.

Jl dilemma chiaro ha queste due corna: o la disciplina oggi, per la vittoria e per la più g rande libertà di domani ; o la sch iavitù, conseguenza necessaria ed inevitabile della sconfitta.

Disciplina morale e materiale. Disciplina nella politica e nei consumi. Chi non accetta questa disciplina è ribelle, e tanto colui che d iffonde un volantino idiota e nefando, come l'esercente che affama il pubblico nascondeò.do la merce, deve essere considerato come un alleato de i nostri nemici e trattato in conseguenza.

Questi sono i criteri dl coloro che, dopo aver voluto l'intervento, anelano alla vittoria. E questi criteri devono inspirare, a confusione dei nemici che sperano una pace meno peggio dalla nostra crisi interna, la condotta di quel Governo veramente migliore che per il presente e per il futuro deve cercare di dare agli italiani jJ senso e la coscienza d e"Ua necessità di una sempre p iù alta disciplina individuale e nazionale