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REALTA E FANTASIE

Si tenta da qualcuno un audace quanto ridicolo cambia.mento di (arte jn tavola. Togliendo a motivo certe pubblicazioni apparse su fog li nemici e anche su fogli svizzeri, come il fourndl de Gmète, che parla di t1m11is dell'Italia, come se la Sviuera stessa non avesse - malgrado la sua nrulralità o, forse, in causa della sua stessa neutralità -m olte noie ed imbaraui d'ogni genere, taluni giornalisti italiani tennno di rigettare sugli interventisti la colpa d i questa specie di cattiva stampa che l"Italia hl tvuto in questi uJtinti tc,mpi nel campo avverso ed in quello neutrale.

Cominciamo col rilevare che rlt:ùia non ha mai avuto una « buona stampa» . Constatiamo il fatto, senz:a prospettarne le cause, il che ci porterebbe troppo lontano. Certo è che gran parte dei giornali in Grecia, in Spagna, in Svizzera, in Olanda, n ei paesi Scandinavi, o nO!' conoscono la nuova Italia o la svalutano nel suo prodigioso sforzo militare o la diffamano nei suoi motivi e fini di gue-rra Cosl, se accade che un giornale di Amsterdam o di Copenaghen pubblichi un articolo inspirato a semplice- obiettività o a qualche simpat ia per l'Italia, la S1tfa11i si affretta a tndurlo e propinarcelo con una diligenza che non trova in altre cose, come se si trattasse- di un avvenimtnto quasi sensazionale

Ciò premesso, altretta.nto certo che nel srttembf(' la stampa nemi ca e n eutrale si abbandonata ad una vera orgia di notizie esagerate o completamente inventate sulla nostra situazione inte rna. La rivoluzione in Italia - con contorno d i dettagli emozionanti - ha occupato le colonne dei fogli viennesi e tedeschi e di rimbal20 quelle dei neutrali. Bisognava attenuare l'enorme impressione suscitata dalla vittoria sull'altipiano di Bainsizza. e i gaueuieri agli ordini diretti e indirett i degli Jmpcri Centrali si sono messi all'opera. Ora noi potremmo semplicemente sorridere davanti alle fandonie poste in circolazione nei paesi nemici e neutrali, e rimetterci per la difesa. del nostro prestigio di grande Nazione a quel classico galant uomo che è il tempo. Ma dal momento che in Italia si trae pretesto da questa campagna di stampa per aceupre gli clementi interventisti di averla in certo qual modo provocata, è nostro dovere di mettert le cose a posto. Si dice che i nostri attacchi al Governo per una politica interna più informata alle necessità di guerra, hanno fornito pretesto ai giornali nemici per dipin• gere un'Italia in balia della dissoluzione leniniana.

Ma noi ci domandiamo e domandiamo: era forse più patriottico tacere, ignorare, lasciar correre, per poi trovarsi davanti a una situazione veramente grave ? :E possibile che quakuno di noi abbia forzato il tono, abbia oltrepassato la misura - e la cosa non deve stupi re, dati i tempi ecce:zionali, - ma chi ci assicura che senza il nostro violento scampanio d'allarme si sarebbe mai rotto l'alto sonno nella testa a quei signori che ci governano? Noi non abbiamo dato i «colori» per le pitture catastrofiche dei nostri nemic i, perché abbiamo sempre ben distinto - la collèzione del nostro giorna le può testimoniarlo ampiamente - tra la grande massa della popolazione fondamentalmente sana -e verso la quale nessuno ha mai invocata una politica illiberale - e quella minoranza di faziosi che in nome di un socialismo - mal compreso e peggio predicato - dal n eutralismo sono passati aH' interventismo «contro» l'Jtalia Il nostro grido d' allarme era g iustificato da certi " p isodi, sui quali non vogliamo ora ins ist" re. Episodi, indubbiamente, ma saggia politica è quella che tiene conto delle manifestazioni cx epi· sodiche» e non aspetta che il male_- coll'andar dd tempo - diventi incurabile. Ma, poi, il nostro S\·egliarino è stato giustificato dalle misure eccessive che il Governo ha dovuto prendere, non già per « obbedire » ai moniti della stampa interventista, ma per impedire - vogliamo ere, dere - che la Nazione fosse tnscinata subdolamente o aperumente nelle convulsioni del disfattismo alla russa. Se il Governo ha dimis, sionato il comm. Corradini, licenziato l'ispettore della P. S comm. Vi: gl ian i, liquidato tre o quattro prefett i ; se il Governo si è deciso a comprendere nella zona di guerra le provincie di Torino, .Altssandria , Gc· nova ; se il Governo è giunto al decreto che commina pene severe contro i sabotatori della Nu.ionei se, ìnsomma, il Governo mostra oggi una volontà - per quanto non ancora hm decisa - dì mutare sistema , tutto ciò denota che la situa.z.ionc «nuova », illustrata dagli interventisti, esisteva e non è stata affatto una loro invenzione per offrire materia alle cronache giornalistiche dei nemici e dei neutrali.

D 'altroride una politica di sincerità e di verità, anche nei nostri ri• suardi, può presentare degli inconvenienti, ma essi sono - per numero e gravità. - infinitamente minori dei mali che può recare una politica di illusioni e d ' inganni.

L'Inghilterra, per esempio, nasconde poc.he cose a e asti altri I siornali inglesi pubblicano tranquillamente e quotidianamente il numero - con nome e cognome - dei morti e i bollettini di ,guerra dei nemici . Ad 08ni modo, nulla è più alieno dal nostro tcmP'ramento, dell'atteggiarsi a « salvatori della Patria », come non è nei nostri ,gust i gridare l'HannihaJ anJe porlaJ, se Annibale è ancora a Cartagine. Noi siamo insorti contro la politica dell"on. Orlando, perché, alla prova dei fatti, ci appariva funesta, ma noi non avevamo ministri nuovi da varare o ministri vecchi da sostituire, poiché quel lavoro di bassa macchinalione e manipolaJ:ione parlamentare che si intitola di « corridoio » ci è ignoto e contro l'on. Orlando non avevamo questioni personali, L'on Orlando, o chi per lui, ci dia una politica di guerra; l'on. Orlando, o chi per lui, ci dia la poli\ica negativa - di preven2:ìone e di repressione - del disfattismo e quella positiva di tutela materiale e moraJe di questo meraviglioso popolo italiano che resiste all 'interno e compie prodigi alla fronte; l'on. O rlando, o chi per lui, tragga le sue ispirazioni non soltanto da Montecitorio, ma le prenda soprattutto dal Paese che non conosce b. via delle r inuncie, ma vuol battere sino alla 6ne la strada dell'onore, e noi disarmere mo. M;1. nessuno ci r improveri di mancare 1gli obblighi della concordia nazionale, n essuno ci accusi di fare dell'allarmismo a profitto dei guzetticri neutrali o nemici senon cambiandosi totalmente il sistema - noi rimarremo all'opposizione 3 denunciare - in base alla triste esperienza del passato - i pericoli futuri di una politio d'imprev idenza e di pusillanimità.