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DEI MINISTRI, NON UN GOVERNO

Hlustri zelatori del rigidismo costituzionale: la crisi ministeriale francese è parlamentare o extraparlamentare? Seçondo il criterio abbastanza balordo che sembra accettato dai nostri governanti - per i quali vi ha crisi extraparlamentare quando la crisi scoppia, si svolge e si risolve a Camera chiusa - la crfai francese dovrebbe essere la crisi extraparlamentare per ecceJlenza. Ma in Francia si è di opinione diver sa. D opo le dimissioni di M alvy e di Ribot, nessuno ha accennato a una extra-costituzionalità della crisi e nessuno ha chiesto la riapertura della Camera per deferirle il_ g iudizio e 1a soluzione della crisi, per investirla, in altri termini, dell'avvenime nto. Ebbene, anche il nostro Ministero è in crisi; peggio; è in dissoluzione.

Ci sono dei governanti., non un Governo; dei ministri, non un Ministero. C'è una quantità, non un organ ismo. Dopo fatti come quelli di T orino, qualunque Governo, in qualunque parte del mondo, avrebbe deciso di affrontare il problema della sua attività e deHa sua esistenza stessa. In Italia no. L'on. BoselJi non vuole crisi extraparlamentari. Ma ndl'evcntuàlità di una crisi, chi impedirebbe ai diversi gruppi polit ici di riunirsi? Non si potrebbe procedere egualmente alle solite consultazi oni? Ci verrebbe risparmiato soltanto, e non ce ne dorremmo eccessivamente, lo spettacolo di Montecitorio aperto. A suo tempo, il Governo s ì presenterebbe alla Came ra per essere convalidato o rovesciato. M a l'on. Orlando preferi sce d i t ira re avanti sino alla ri apertura dd Parlamento perché sa di poter contare - in ogni caso - sui trecento deputati che con un biglietto da visita f ecero Ja nota professione di fede nella portineria di via Cavour. Questo piccolo espediente non altera la situazione di ~fatto. [Censura].

Quali timori si nutrono? All 'indomani di un' offensiva vittoriosa come quella del Medio-Isonzo, una crisi ministeriale non può essere interpretata come un segno di debolezza, ma piuttosto come una manifestazione di forza. I Governi non possono p retendere, specie in tempo di guerra, al privilegio della Iongevit~. I Governi nascono, vivono, muoiono. A situazione nuova, Governo nuovo. La sihlazione nuova è, per sommi capi, la seguente: un altro inverno di guerra, un regime di limitazioni economiche, la trasformazione di buona parte del socia.- lismo italiano in ·leninismo,' con un tentativo di attuazione pratica, li· mitato, ma grave, per il luogo e soprattutto per il tempo. [Censura].

· Si dice che l'on. Boselli sia alla mercé dei santi d'Oltre Isonzo. Certo che la conquista di quei monti, suscitando gli entusiasmi fieri della parte sana del popolo, dispensa il Governo dal fronteggiare la situa~one, ma nel prossimo inverno, per necessità di cose, ci. sarà una sosta forzata delle operazioni milit ari, che potrà durare cinque o sei mesi, e allora? Vuole il Governo continuare nel suo sistema di benigna tolleranza delle gesta social·neutraliste? Vuole il Governo mantenere a posti delicatissimi funzionari irrimediabilmente compromessi? Vuole il Governo conservare i prefetti, i quali, da Verdinois di Torino a Vittorelli di Firenze, sono in gran parte dei « negativi » per tutto ciò che riguarda la resistenza morale e materiale della NaUone? Vuole o non vuole il Governo pren~ere più severi provvedimenti contro g li stranieri? A quando il sequestro dei loro beni?

All'inizio di questa polemica, d accusarono di volere la reazione. Quest'accusa è sfwnata.

Quello che i neutralisti reclamano è la libertà di uccidere la libertà, quindi è la reazione.

Noi reclamiamo semplicemente che un Governo italiano non si renda complice dei nemici dell'Italia, siano essi al di là o al di qua delle nostre trincee.