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SCOZZESE

Cotest'uomo ha falsifi cato tutto nella sua vita, persino il nome. Si chiama Francesco Scozzese e si fa chiamare Francesco Ciccotti, forse per l'illusione che l'omonimia lo avvicini di qualche centiriletro alla statura morale, intellettuale, politica dell'altro Ciccotti.

Ha falsato i suoi titoli accademici e fu, alternativamente, avvocato, dottore ed altro, mentre il suo nome ed il suo cognome sono puramente e semplicemente questi : Francesco Scouese, celeberrimo versipelle, ingoiatore formidabile di rospi, amico di Chiaraviglio, confidente del direttore generale della Pubblica Sicurena italiana.

Ecco perché fa servire l'Avanti!, del quale è corrispondente politico da Roma, a difendere Orlando e Viglian i. [Censura].

Giammai un inscritto al Partito Socialista Italiano - un Partito che pur tanto perdona, da qua1che tempo, a' suoi tesserati - fu ta.pto disistimato da' suoi compagni come Francesco Ciccotti. Dopo il congresso di Reggio Emilia, quando la frazione rivoluzionaria si trovò sbalzata, di colpo, alla Direzione del Partito senza neanche aver pensato agli uomini che avrebbero potuto coprire con onore le cariche d irettive, fu ventilato il nome di Scozzese per la direzione dell'Avanti.'

Fu un'insurrezione generale Nessuno lo volle. Circa la · sua fede nessuno avrebbe giurato. Circa la sua buona fede tutti la negarono. Unanimamente. E si preferl lo sciaguratissimo esperimento di Giovanni Bacci, che pure era ben noto come quasi perfetto analfabeta.

Su i primi tempi della guerra europea lo Scozzese, soprannominato Ciccottino, fu interventista. ·Fra i più accaniti. Scriveva:

« Se si riuscisse 11. sopraffare la Francia e J"Jnghilterra, :se trionfasse la Germania sar~ in Europa inevitabile una. ~ers.lizzuione del "principio di stato' ', dell'imperialismo mercantile e militaresco, che costituisce il sostrato etico della vita sociale tedesca».

E ancora:

« Vogliamo, almeno per ora, che i soldati della Repubblica, cadendo su i campi di battaglia, odano la nosua voce solidale, abbiano il conforto della nostra. fraternità addolorata e spirino con questa certena: che·· in ogni caso·•, ove .si lotta e si lotttrà ancora per il diritto eterno contro la forza brutale, altri uomini - per il trionfo finale del diritto - accorreranno a prenderne il posto Noi». '

E ancora, ancora:

« Noi abbiamo un problema di sistemazione nazionale da risolvere, un problt ma che pesa come un'ipoteca di guerra sulla pace dell'Italia, L'ora di risoJ. vedo _ è giunta : o adesso o ma.i!

« Noi marciamo a nostra volta contro i provocatori. Insieme ai più deboli, contro il più forte: in Francia, contro i tedeschi invasori».

Ed altro ancora.

Cosl scriveva l'ignobile pennaiuolo, cosl pensava - pensava?.. l'attuale confidente del, più elevato in grado fra i poliziotti d ' Italia.

Ebbene, cotcst'uomo, cotesto commensale di Chiaraviglio, cotesta faccia di bronzo, la cui jmprontitudine è il risultato della più assoluta anestesia del senso mora.le; cotesto gazzettiere ignobile, che non ha idee, non ha principi, non ha che una mira: lo stipendio normale e gli utili.... anormali e straordinari, costui conduce la campagna del social-neutralismo, costui fa la lancia spezzata di Chiaraviglio, ubriacato dai vini che questo gli ha mesciuto, costui fa il paladino di Orlando, con Scarfoglio, con Frassati, con tutto il resto della compagnia cosl degna di lui.

Che cosa era intervenuto di nuovo perché egli cambiasse còsl repentinamente. di fronte? Certo una questione di prezzo!

Una volta nel Partito Socialista era sottoposto a processo, con immancabile seguito di espulsione, chiunque fosse sospettato di aver scambiato. una parola con un qualsiasi delegato di Pubblica Sicureua. Ora, no. Ora Scozzese è tollerato malgrado sia protetto e raccomandato da Vigliani; malgrado questa sua amicizia non sia appena un « si dice», ma un fatto consacrato in un documento di giury professionale.

Francesco Sc0zzese è un metro rubo di turpitudine, che tien cattedra politica per saziare una sua fame che non è d'ideali~ è un mestierante abietHssihlo, per il qua.le nulla è sa.ero: ncan(he il sacrifizio che compie la Nazione, un sacrifizlo ch'egli volle, soJlecitò, sostenne come necessario.

Contro un sl fatto miserabile, contro cotesto «tollerato » dal suo Partito, che ha sempre sentito lo sprezzo che lo circonda, il sospetto che gli pesa addosso, la sfiducia ond ' è seguito, ma che non ha mai saputo trovare nell'inguaribile incapacità sua dì sentire Je diminul..ioni un gesto che appalesasse in lui un uomo fornito di spina dorsale, che lo elevasse dalla repugnante sihlazionc di. botolo scodinzolante dinanzi a tutti i padroni e .latrante alle calcagna. di chi Jo guarda con pietoso disprezzo, all'altezza di uomo fornito di qualche carattere; contro cotesto esofago ambulante non c'è che una risposta possibile: uno sputo.

Che Io seppellisca e lo consacri, per sempre, all'universale disprezzo.

Da li Popolo d'l!.4lia, N. 2,1, 10 settembre 1917, IV (/).

Senza Tregua

La polemica attorno alla politica dell'on. Orlando sembra esaurirsi. Siamo oramai soli, .come all'inizio. h bastato un telegranuna al sindaco di Palermo, cht ha accentuato, e non ve n'era bisogno, la nota regionalista, perché molta gente ch'era scesa in campo fieram ente armata si sia poi rit i.rata sotto Ja tenda .in attesa di altri eventi. Ora quel telegranuna è ben lungi dall'essere un documento esauriente e pacificatore. Ci sono deUe frasi di prammatica. Anche Giolitti, nel suo recente .discorso al Consiglio provinciale di Cuneo, h1 parlato di g randezza e d i fortuna dell 'Italia. Se questo app arato este riore ci soddisfa, è segno che siamo di troppo facile contentatma. Noi non sentiamo affatto il bisogno di sgombrare il terreno dal sospetto regionalista, Abbiamo troppi runici in Sicilia, i quali possono testimoniare che la nostra devota simpatia, 1a nostra ammirazione ardente « per l'isola» di eroi antica madre, non è d i ieri. Quando nell'Italia di domani si tratterà di stabilire la tavola dei va lori morali delle diverse regioni. dell'Italia, è certo che la Sicilia figurerà ai primi posti. Diciamo di più, e diciamo che i sacrifici sostenuti largamente e patri.otticamente dalle regioni meridionali e insulari per la più grande Italia, dovranno non solo essere riconosciut i, ma giustamente ricompensati con l'instaurazione di una politica diversa da que-lla che durante un cinquantennio è stata seguita dai governanti italiani. Dunque se noi attacch iamo la politica interna dell'on. Orlando, gli è perché Ja riteniamo dannosa anche nei confronti della Sicilia. E il fatto che incidenti dolorosi si siano verificati nella città del bosco e dell'esonero elevato a sistema, nella città che ha realizzato i guadagni più favolosi dello stato d i guerra, dimost ra ad oculos che le cause non sono naturali, ma artificiali e come tali interessano direttamente i dirigent i della nostra politica interna. Bref: si è dovuto reprimere, perch! non si è voluto prevenire. [Censura),

Il comm. Corradini è il genio d el male alle costole dell'on. Orlan do, L'on. Orlando, avvertito, non vuole disfarsene. Il Gabinetto intero, essendo solidale coll'on. Orlando, è anche solidale colle malefatte del comm. Corradini. Tutto si tiene. Basterebbe l'episodio del sussidio alle due Camere del lavoro di Roma per liquidare un funzionario anche di rango più elevato di quello tenuto dal comm. Corradini. 11 quale com- · rnendatore sta inscenando una manovra che finirà nel più clamoroso r idicolo. ll com.m. Corradini è un cane pietosamente sdentato nei nostri confronti. Può fingere di abbaiare, ma non ci morderà mai. Siamo troppo in alto e siamo - lo noti bene il commendatore zimmerwaldianoforlinimi. Chiunque pretenda di cozzare contro di noi si romperà le corna, anche se ne avesse seicentomila, quante doveva.no essere quelle dei buoi brasiliani profferti all'Italia dal Bolo franco-levantino, come narrano le cronache dei giornali.

Per oggi non aggiungiamo di più. Ma la questione non è esaurita.

Anzi! M.

Da 1/ Popolo d'll11lù1, N. 252, 11 settembre 1917, IV