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LA LEZIONE RUSSA

Col suo telegramma spedito da Vallombrosa al Sindaco di Palermo, fon Orlando, che aveva sino ad oggi taciuto, entra, sia pure indirettamente, nella polemica che attorno ai suoi sistemi di politica interna ferve da quindici giorni in quasi tutta la stampa nazionale Il saluto rivoltogli dalla città natale gli fa superare lo sconforto per quanto c"è di amaro e d'ingiusto nella vita pubblica J?al che si deduce, che secondo 1'on. Orlando, le critiche ch e g li sono state rivolte, sono ing iwte. Ch'egli lo p ensi, è un conto, ma che tutte· le c ritiche siano veramente infondate ed inique, non crediamo. Basta gettare uno sguardo sulla situazione politica che la polemica è venuta determinando. Da una pute, con gradazioni di verse, a seconda delle ìdee ' e dei temperamenti, tutti coloro che possono essere chiamati globalmente interventisti, perché vollero l'intervento, furono e sono « gelosi )} di questa guerra, eh·essi vogliono condotta a una fine vittoriosa, non ad una pace di compromesso come nel 1866. Dall'altra parte, a dìfendere la politica dell'on. Orlando, sono sorti, in accordo commovente, ma che non può meravigliare, tutti quelli - clericali, socialisti, giolittiani - che non volevano la guerra in generale e non volevano questa guerra in particolare e reclamano il d iritto di sabotarla, perché l'avvenire politico dei loro partiti o delle loro clientele è legato indissolubilmente, fatalmente all'esito della guerra. Cosi, dal sabotaggio bestiaJè, quale può esser praticato dal giolittiano GrossoCampana o dal soci~lista Caroti o dal clericale Miglioli, s i passa, per sfumatu re qùasi" impercettibili, ma che a lungo -andare producono con.seguenze deleterie, ai neutralisti i,n guanti di velluto, che non gridano, come i soci dei circoli vinicoli, « ben vengano i tedeschi», ma che in fondo non ' sarebbero alieni dall'andare a riceverli gioiosamente alle frontiere. Sono stati d'animo che non sempre si manifestano in modo preciso, plastico. Si tratta. di un lavoro di depressione fatto sui margini dei decreti luogotenenriali ·o del Codice penale. Ora, tutta la falange dei neutralist i. è in armi ed ha questa unica parola d'ordine; Non toccateci Orlando! Il fatto si commenta da sé. Il regime deJl'on. Orlando, e in particolar modo il regiÒ,e dei suoi immediati dipendenti, è il regime ideale per tutti i neutralisti, i quali possono preparare nella più grande· impunità la psicologia. rivoltosa delle masse, salvo poi abbandonarle a se stesse -. come è · sempre ·avvenuto in Italia - quando il colpo è mancato. Si è detto più volte e si rip ete oggi, che l' on. O rlando è tradito dai suoi. On n'e11 ;amais trahfr M a di quest o tra dimento J'on. Orlando è stato fatto consapevole. Tanto ch e, dopo la tempesta parlamentare del giugno, tempesta ìn un b icchier d'acqua come tutte quelle di M ontedtorio, corse voce che fon. Orlando avrebbe preso una serie di -provvedimenti, dei quali ricordiamo : 1. l'allontanamento del comm. Corradini che sarebbe passato all'Uffic io Centrale dell' Emig razione;

2. l'a llo ntanamento del corrun. Vigliani, la cui posizione di venta ogni giorno più insostenibile;

3. un vasto movimento di prefetti per sveltire:: la burocrazia p eriferica agH ordini immediati del Min istero dell'Interno e metterla all'altezza di quei tempi che l'on. Orlando chfama, a ragione, ar dui come non mai. Sono passati alcuni mesi, ma Corradini continua [ .... cemura.... ] Vigliani, direttore generale della P. S. e i prefetti, salvo quattro o cinque, sono sempre g li stessi e q uasi t utti deficenti davanti alle esigenze di q uesti a rdui tempi, perché la loro mentalità è stata creata e sagomata da G iolitti per le pratiche dell'ordinaria amministrazione e per nient'altro. Durante il dormiveg lia estivo di questi mesi. noi abbiamo p iù volte messo in evidenza cer ti s intomi, certe manovre. Abbiamo detto - previo esame di fatti accertati. e per quella rapidità d'intuizione delle situazioni che lentamente si formano, 1a quale è in rapporto alfa nostra ·vecchia conoscenza psicologica delle folle e -degli umori delle folle - abbiamo detto : signori che state fo alto, badate che in basso si lavora di mina, si lavora q uotidianamente a sg retolare la compagine n azionale. Provvede te a lle con· tro-mine t Voce solitaria, quindi inascoltata.

Ma improvvisamente il dorm iveglia m inisteriale è stato brutalmente interrotto. C'è stat o il fatto. Ci sono sempre dei sognatori o degli in,genui o dei mistificatori che cammin~o g ua rdando le nuvole e i ron doni, ma -p oiché finiscono molto spesso per dar di cap o nei cantoniil lettore ci scusi questa nostra rozza parafrasi car ducdana - allora rientrano repentinamente in se stessi, Pare che· l'on. Orlando guidasse la navicella dello Stato tenendo fissi g li occhi e i pensieri alle i mmortali massime del liberalismo tradiziona le, m entre il comm. Corradini applicava tali massime soprattutto nei riguardi dei neutralisti e non con quella inte rpretazione realistica e relativistica, che, prima ancora di esser e un inse8namento della filosofia, dovrebbe esser e una prassi della vita In assoluto, e si è visto.

La responsabilità dei cosìdetti fatti di T orino, dal punto di vista annonario, ricade in parte sull'on , Orlando e dal punto di v ista poli· tico totalmente su di lui. Coll'aggravante della straordinaria coincidenza. colla nostra offensiva, la quale coincidenza dà alle cose un aspetto leggermente - diciamo soltanto leggermente -leniniano. C'è dunque un fatto d'ordine nazionale - non un capriccio di pubblicisti - che giustifica appieno la discussione odierna sulla politica dell'on. Orlando

E e'è inoltre un fatto d'ordine internazionale che tiene in questo momento sospesi gli animi in O ccidente : la disfatta russa. - éhi ha voluto intendere ha inteso. Ora J·on. Orlando rivendica la purezza dei suoi intenti, la volontà di abnegazione e l'ardore della fede nei gloriosi Vittoriosi destini .della Patria. Sta, bene, ma tutto ciò non riguarda il « modo » di governare la Nazione in guerra.

Sarebbe eccessivo attribuire alla predicazione massimalista la colpa totale del presente stato di cose, ma è certo che la propaganda e l'azione dei -leninisti hanno accelerato quel processo di disgregazione cominciato col vecchio regime e che i rivoluzionari troppo comizianti di Pietrogrado non hanno saputo fren are.

Notate: la compagine nazionale, statale della Russia corre un perko1o , estremo, perché non _ c'è più una compagine morale né frà la Nazione né fra i combattenti. Se le democrazie alleate - e in particolar modo l'Italia - non fanno t esoro della tragica lezione russa, non ci resta che affidare le nostre fortune alla bestialità dei nemici o alla benignità del caso. La morale degli avvenimenti russi è chiara: chi attenta alla salute morale dell'esercito è reo di tradimento e chi tollera l'attentato è complice del traditore Non a caso Sua Eccellenza Luigi Cadorna ha parlato di assalti di viltà e di esitazioni interne.

I.a purezza degli intenti, la volontà di abnegaz:ione, l'ardore della f ede che cosa contano, quando invece di tendere tutte le ~ergie della Nazione a realizzare i Vittoriosi gloriosi destini della Patria, si permette a un'organizzazione di disfattist i di t enta re di strappare la vittoria all'Italia p er conservarla all'Austria? La politica interna deH'on. O rlando ha subìto - questa è la verità palese - il ricatto parlamentare dei socialisti ufficia li. Citiamo un esempio. Quando nell'ultima sessione parlamentare l'on. Treves lanciò dalla tribuna l'appello « il prossimo inverno non più in trincea!» perché « l'ardore della fede nei gloriosi vittoriosi destini della Patria » non spinse immediatamente l'on. Orlando alla tribuna, per annullare il probabile effetto criminoso di quella parola d'ordine del socialismo ufficiale? E quando più recenteme:nte ancora la guerra fu deDnita. « wi'inutile strage>>, perché l'on. Orlandoche non deve considerarsi un ministro, ma il governatore spirituale . degli itali~ni - ·non trovò modo di dire al popolo che wia guerra d i rivendica.zione na.zional~ e di giustiz.ia mondiale non può essere, non è mai una inutile strage? L'on Orlando non ha « parato » nessuno dei molti e ter ribili colpi inferti alla salute morale d ella Nazione. L'on. Orlando deve essere il più grande, il più assiduo collaboratore di Luigi Cadorna. Chi pctrebbe affermare, in coscienza, che lo sia stato? Questa è la sua colpa o, se si vuole, il suo errore.... M.

D a Il Popolo d'Italia, N. 211, 10 settembre 1917, IV.