2 minute read

GLI ITALIANI PER IL «POPOLO»

A RACCOLTA!

L'appello lanciato su queste colonne una quindicina di giorni fa per alimentare e raddoppiare la cifra della sottoscrizione è stato accolto dai moltissimi amici 'del POpolo nel modo più lusinghiero e cordiale. Dalle grandi città, ·dove pulsa fe1vid.amente l'attività economica e politica d i questo eccezionale periodo storico, ai piccoli centri disseminati lungo Ja penisola, dove gruppi di amici tengono con tenacia e con coraggio ammirevoli, accesa, malgrado le condizion i talvolta ostili dell'ambiente, la nostra fiamma, ci giungono le attestazioni effettive e tangibili di una simpatia che il tempo e gli eventi non hanno intiepidito. Molti hanno già dato, molti. altri daranno. Ma fra tutte le offerte quelle che apprezziamo di più, quelle che più ci confortano, sono le offerte dalla zona di guerra: il gesto di solidarietà che ci viene dag li ufficiali e dai soldatidopo ventisei mesi di guerra - non ha bisogno di essere illustrato con troppe parole. Esso è un incitamento, è un ammonimento per tutti i bastardi che vagheggiano la pace del tradimento, la pace tedesca ; è un superbo atto .di fede, è un .fiero proposito di battaglia. Vuol dire che il morale dei soldati italiani è - nel complesso - forte e pronto a. sopportare le altre inevitabili prove, sino alla vittoria: Noi ringraziamo i nostri poit,11 e li assicuriamo che l'opera nostra sarà diretta anche ad ottenere ciò eh'essi desiderano : la fine del « bosco » e tutte quelle misure d"ordine materiale e morale che aumentano l'cfficenza di uri esercito

Un tenente siciliano - già soldato, poi ufficiale e ffrito nei combattimenti del maggio - ci scrive: « Risponderò coi .fatti alla tua lettera». Un soldato che è in una delle trincee avanzate della Valsugana ci promette che raccoglierà « quakhe cinquina fra i 5uoi commilitoni » e inanderà l'importo all'unico giornale che si batte contro gli imboscati; un gruppo di artiglieri in linea sul Sabotino ci dicono la stessa cosa. Anche dal Car,o voci affettuose giungono a noi . E potremmo continuare. Nell'Italia che lavora ed è tutta raccolta nell'aspettazione .fid~.ciosa della vittoria, gli amki si muovono. Un ferroviere da Udine, un amico .fedele della prima ora, un altro da Salsomaggiore, un operaio da Soresina, un gruppo da Bologna, molt i dalle·Romagne rispondono «presente!» alla chiamata. Tutti vogliono che la sottoscrizione del Popolo assurga all'importanta di una dimostrazione politica. Tutti si rendono conto dell'utilità di questa rassegna di forze La colonna della nostra sottoscrizione deve diventare il centro di ritrovo degli uomini liberi, dinamici, volitivi; il luogo di adunata di quanti in Italia - al di fuori, al di sopra e contro ai partiti degenerati o in via di degene razione·- sentono di rappresentare il fa.scio delle energie operanti di domani. :8 principalmente, se non esclusivamente per il significato «politico» della sottoscrizione, che _ noi sollecitiamo gli amici. :B necessario, Ma di questa necessità i nostri amici sono pienamente consapevoli e lo dimostrano le colonne che seguono e quelle che verranno.

Da Il Popolo d'Italia, N. 208, 29 luglio 1917, IV.