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DALLACRISI DELMINISTEROBOSELLI ALL'OFFENSIVADELLABAINSIZZA

(18 GIUGNO 19 17 · 30 AGOSTO 1917)

Durante questo periodo Benito Mussolini insiste sul carattere antitedesco d ella g uerra O); commenta la risposta d e l ministro degli esteri itaJiano alle note russe del 20 aprile e del 3 maggio 1917 ( 9) e i discorsi pronunciati dagli onocevo li Paolo Bosell i e Sidney Sonnino il 20 g iugno alla riapertura della camera ( 11) che delibera di riunirsi in comitato segreto (il 30 giugno, dopo nove sedute in comitato segreto, il p arlamento approverà, in sed uta pubblica, un o rdine del giorno di fiducia nel governo con voti 361 contro 63); r isponde a 1l Serolo ( 14); si occupa d el caso Grimm-Holfmann: verso la fine di maggio il social ista sviz:iero Grimm, residente a Pietrogrado, aveva recato al governo provvisorio russo, per incarico del consigliere federale e opo del diparti mento politico svizzero, HoHmann, proposte di pace separata con la Germani a; il 16 giugno Grimm era stato espu lso d alla Russia e Hoffmann si era dimesso; per alcuni gionù erano avvenu te in Svizzera dimostrazioni in vario senso (15); esamina i l problema della resistenza morale italiana (1 8); attacca il senatore Alfredo Frassati (2 1, 2}); esalta l'offensiva russa sferrata nella Galizia orientale il l "' luglio e l'ordine del giorno· lanciato all'esercito dal m inistro della guerra sovietico Kerensky che incita le trup~ a difendere la libertà e la rivoluzione (26, 29);· dedica quattro articoli i ntorno a l convegno internazionale massonico tenutosi a Parigi alla fine di giugno e convocato principalmente per studiare le n uove forme di opporti internazionali nella futura società delle nazioni (33, 36, 4 2, 49); depreca le mire territo ria li jugoslave ( 39, 62, 87); comll"!emora il sacrificio di Cesare Battisti ( 43); chiede ed ottie-ne che la sottoscrizione per li Popolo d'Italia si.1 rad doppiata 02, 85, 108, 14 1); spiega il perché del su o passaggio dal neutralismo a ll'intervC'lltismo avven u10 nell'ottobre d el 19 14 (91); scrive sulla crisi economica, morale e politica che travaglia la Germania (46) ; sulle p roposte d i pace form ulate dal Reichstag ( 54); sui fini della nostra guerra ( 58); sul problema del « fronte unico» ( 63); sul discorso ten uto al Reichstag il O luglio dal nuovo cancell iere germanico Michaelis, che ha sostituito Bethmann-Hollweg dimesse&i 1'11 luglio (66); sulle relazioni For,d-Morga.ri ( 71); sulla con ferenza degli alleati tenutasi a Parigi d al 2) al 27 luglio (79}; sulla sorte che dovrà toccare all'impero austro-U11garico (93); sul martir io del Belgio (97); sulla progettata conferenza internazionale socialista d i Stoccolma ( 113); sul viaggio in Italia di quattro delegati del S ovièt, compiu to per mettersi in relazione con le nostre organizzazioni operaie ( 109); sull'accordo di Corfù firmato il 20 lugJio dal presidente del consiglio serbo Pasié e dal presidente del comitato jugoslavo Trumbic (104); su « l'ora d ei popoli » ( 116); sull a nota diretta da Benedetto XV i l 1° agosto ai capì delle potenz.e brlJigeranti, nella qua le, lamentando gli orrori d ella guerra, il papa li invita ad accM· darsi sopra alcuni punti fondamentali per pote:r giungere alla conclusione della pace ( 120, 12}, 126, 130, 134); sulla politica annonaria interna (gravi disordini, provocati dai socialisti, erano avvenuti a Torino il 21-24 agosto a causa di una

D,\LLA CRISI DEL MINISTERO BOSELLl," ECC.

momentanea deficenza di farina) (14) , 1'16); sugli avvenimenti russi del 21-23 luglio: dimissioni del presidente dfl governo p rovvisorio, principe Lwoff; successione di Kerensky; Lenin, gravemente indiziato di essere al servizio d ella Germania, ricercato d al governo, era riuscito a fuggire; j[ governo provvisorio russo, proclamato *" g overno di ·salvezza della rivoluzione», aveva diretto al popolo un appello, nel quale ann unciava che gli eserciti tedeschi avevano rotto il fronte dell'esercito rivoluzionario russo, favori t i dalla criminosa leggerezza, dal fanatismo e dal tradimento di alcune penone, e concludeva che bisognava applicare tu tte le forze alla lotta contro i l nemico esterno e alla difesa del nuovo regime contro tutti gli attentati anarchici e cont rorivoluzionari; i consigli dei delegati dei due S011ièt degli operai e soldati e dei contadini, avevano accordalo pieni poteri al governo e redatto cinque comuni app elli a tutti i S011ih e al popofo russo ( 74, 77, 82},

Dopo il passaggio delle nostre truppe sulla sinistra dcll' Isomo e i l superamento da Plava al mare della prima linea nemica avve nuti il 19 agosto ( 128), il 24 il n~tro f"Sercito prende il monte Santo ( 138) e il 26 travolge le resistenze nemiche sull'alt ipiano della Ba..insizza conquist andolo. Mussolini C$alta l'avvenimento e dice ai governanti, i qua li e<seguitano ad applic:i.re i s istemi di governo falliti e liq uidati, che questo è il momento per " inquadrare " la nazione com'è inquadrato l'eserci to» ( 149). ·

Antigermanica

La n ostra guerra doveva essere antitedesca. Al massimo possibile antitedesca. La guerra antite.desca per eccellenza. Cosl la pensava il popolo d elle città e quello delle trincee. Effetto di intuizioni semplici, ma profonde, il popolo inerme od iava j tedeschi e precisamente· i germanici, il popolo armato ha sempre chiamato e chiama « tedeschi » senza distinzione di sorta i nemki che ha di fronte. L'Austria-Ungheria non è che un'appendice della Ger maniai non solo; ma nell'Austria stessa è l'elemento tedescO quello che tende e vuole realinare l'egemonia politica ed economica sulle altre razze che compongono il cosidetto ne~o dell'impero. Il nemico vero, temibile, era ed è la Germania; l'Austria-Ungheria soltanto in quanto strumento della Germania.

L'Italia aveva bisogno di imprimere alla sua guerra la più decisa, inequivocabile impronta. antitedesca. Più dei francesi, più degli inglesi. Il carattere antitedesco delle loro guerre era negli avvenimenti pa ssati e nei procedimenti a metodo bismarckiano che hanno provocato la guerra attuale. Non è stato necessario di compiere un grande sforzo da parte dei politici delle nazioni nostre àlleate, per dare alla guerra il 1igill11m di guerra di liberazione contro il militarismo prussiano. Era nella natura delle cose. Era un'evidenza plastica. In Italia, il popolo, e fotendiamo con questa parola ·usata e abusata indìcare la parte volitiva e intelligente dei nOStri conterranei , comprese sin dagli inizi che se l'Italia fosse un giorno ìntervenuta, la sua sarebbe stata solo per « incidenza geografica » o per necessità militare guerra antiaustriaca, mentre avrebbe dovuto essere, nella forma e nello spirito, cioè nell'« essenziale», guerra antigermanica. Contro i tedeschi, come responsabili e artefici della guerra, contro i tedeschi violatori sistematici e scientifici di ogni legge e convenzione umana. Di più. Contro i tedeschi che attraverso una sorda e sordida penetrazione larvatamente pacifica si erano letteralmente impadroniti dell'Italia, ne andavano corrompendo l'anima per mezzo della loro Kultur e _pensavano - un gio.rno o l'altro - di prosternarla come stato vassallo ai piedi <lei K aiser, il quale la faceva già non più da ospite ma da padrone, da Venezia a Taormina. Non è straordinarìamente significativo che in un palazzo det sacro colle capitolino ci fosse un trono imperiale per Guglìelmo II ?

Scoppiata Ja conflagrazione europea, i l popolo italiano sentì che l'ora di liberarsi dalla mult iforme e insidiosa dominazione teutonica era giunta. Sentì che colla dichiarazione di neutralità la Trip lice Alleanza era morta nel fatto, se non ancora nel protocollo diplomatico, e si avventò contro gli I mperi Centrali, ma sopratutto contro la Germania. All'indomani de lla nostra dichiarazione d i guerra all'Austria-Unghe ria, il popol~ di Milano vi aggiunse, come necessario supplemento, una specie di San Bartolomeo dei beni e delle ditte tedesch e. Milano, c~e p iù delle altre città d' Italia aveva subito in silenzio, ma non ras~egnata, l'i nvasion e tedesca, fu la prima che volle rip~irsene alla vampa dei g rand i incendi che arse ro nei quadrivii delle sue strade, sul selciato delle sue pia:ue.

Ora, qual'è stata, durante questò periodo di tempo, l'azione politica dei nostri governanti? Quelli che in q uesti tre anni ebbero n eJle loro mani, non sempre robuste, spesso deboli, troppe volte incerte i nostr i destini, compresero che la nostra guerra non poteva essere che antitedesca e vollero o non vollero da re q uesto caratter e alla nostra· partecipazione al conflitto europeo? Nei mesi della neutralità ,il nostro Gove rno fu , nei rigua rdi della Germania, di una prudenza lamentevole. Molti dei patriotti che accettavano, con maggiori o minori .riserve mentali, la guerra contro l'Austria, respingeva no come assurda l 'idea e la possibilità di un conflitto colla Germania. L'on. Salandra aveva lanciato la formula del « sacro egoismo », che preludeva a u na g uerra di realizzazione dei nostri semplici obiettivi nazionali-ter ritoriali. Difatti, nel maggio d el 191 5, la guerra fo dichiarata soltanto ali' Austria-Ung her ia. Fu deliberatamente ignorata la Germa nia. Peggio. Fu aiutata nella maniera più scandalosa. Ci .siamo affamati , per nutrice la Germania. Era permesso di odiare l'Austria; la Germania, no. Il Governo teneva ad alimentare l'avversione cont ro l'ex-alleato ,O.ella Triplice. Leggete i discorsi dei, nostri governanti; no n vi troverete l'ombra di una passione antitedesca. Nel suo famoso disco rso del Campidoglio, l'on. Salandra bruciò molti grani d'incenso a lla « dotta, grande, poten te» Germania . Le correnti neutraliste - nella tema del conflitto italo-tedesco - insistevano nell'àttribuire alla nostra guerra il suo aspetto di pura e sempl ice guer ra d'indipendenza nazionale, collegata, per un complesso di circostanze fortuite, alle operazioni militari deI1a Triplice Intesa, Ci sono voluti quindici mesi · - diconsi quindici mesi :_ prima . di rompere queU'equivoco funes to, prima d i associare del tutto l' Italia alle altre nazioni occidentali. Tutte le giust ificazioni che si danno del fenomeno sono insoddisfacenti. Comunque, era da spera re che dall'agosto del 1916 in poi avremmo avùto finalmente la gller ra antitedesca.

Ci Siamo illusi ancora una volta. l.ascjamo da parte la questione . del possibile invio di nostri contingenti su altre fronti , della qual cosa giudice è il Comando Supremo che con osce le nostre disponibilità in materiale umano e il mezzo migliore di utilizzarlo. Oramai, nei paesi amici, malgrado la non propaginda, si sa che abbiamo un ' fronte durissimo e un esercito nemico ancora assai temibile da battere e da vincere.

Akuno ci chiede degli. uomini ; ma la guerra antitedesca noi possiamo farla in altro modo e con essa recare nocumento grandissimo aJla Ger4 mania. Appunto, perché non possiamo misurarci direttamente - sul terreno militare - colla Germania, è nostro dovere di danneggiarla il più possibile. Si dirà che combattendo l'Austria-Ungheria, si dà un colpo alla Germania, ed è del tutto vero, ma non basta. Non è « tutta » la g uerra. Non è antitedesca che di riflesso. Bisogna fare di più.

Il Ministero Dosclli ha dichiarato lo stato di guerra colla Germania, ma non è andato oltre. I beni dei tedeschi sono ancora inviolati e inviolabili o sottoposti a sindacati burleschi; migliaia di tedeschi circolano per l'Jtalia indisturbati e soltanto dopo i siluramenti di piroscafi naviganti, non nel mare del Nord, ma lungo la riviera di Ponente, si è deciso l'allontanamento di un centina.io di spioni dalla provincia di Porto-Maurizio. Perché questa protezione dei beni dei tedeschi? Perché 1a libertà ai tedeschi? Sono o non sono nemici? Anzi i veri nemici?

Noi accusiamo il Ministero Boselli di non aver voluto dare alla nostra guerra la sua bandiera anti-unnica. Noi passiamo all'opposizione perché le misure prese sono mezze misure e quelle annunciate rimar4 ran no sulla carta.

Noi vogliamo al Governo dell~ gente che non abbia paura di essere troppo audace. Non lo sarà mai abbastanza. Bisog na correre in questi tempi. Galoppa re. Precedere. .Anda re incontro a quelli che oggi si macerano nel fango e nel sangue delle trincee. N oi vog liamo un Governo che non abbia paura di innovare, di. à.nticipare, poiché, fra l'altro, questo è l'unico mezzo di contenere gli appetiti, infrenare le passioni, rendere meno calamitoso il passaggio dallo stato di gi,ierra a quello di pace. Noi vogliamo un Governo che accentui, arutizzi , esaspèri il significato, 1a portata, il valore antitedesco della nostra guerra "8 l'unico mezzo per restituire tutta l'Jtalia a tutti gli italiani. 13. l'unico mezzo per liberarci, perché fra tutti i belligeranti l'Italia era la più vicina a cadere completamente sotto la diretta dominazione economica, politica, morale dei tedeschi.

Abbiamo rasentato l'orlo di un abisso. Ora la liberazione d~'esscr

Opera Omnia Di Benito Mussolini

totale, definitiva. Dobbiamo disperdere ·fin le ultime t racce del tedeschismo. Voglfamo essere noi Le indulgenze miserabili di questo Go· vecno ci preparano un. domani, non diverso da ieri. Dovremo forse vedere ancora, fra qualche anno, cornmessì viaggiatori tedeschi toroare in Jtal ia e venderci a p rezzo di dumping le derivazioni indust riali nonché .crematorie delle loro carogne? M.

D a Il Po p ~/o d'Italia, N. 168, 19 giugno 19 17, IV.