Sesso: istruzioni per l'uso

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Sesso: istruzioni per l'uso

Perché una Guida alla Sessualità non etero-normale A scuola si impara, oltre all'italiano e alla matematica, anche la socialità, e attraverso essa ci si conosce meglio. A scuola si parla, ci si diverte, ci si incontra, ci si innamora. Spesso professori, presidi, governi intervengono su comportamenti considerati a rischio, prescindendo totalmente dalla nostra opinione. Al posto del dialogo ci sono repressione, bigottismo e paternalismo. Come studentesse e studenti crediamo di essere assolutamente in grado di esprimere la nostra opinione e di ricercare risposte al disagio insieme a chi vive a scuola con noi. Vogliamo avere la libertà di parlare di sesso e sessualità nelle nostre scuole, consapevoli che il silenzio delle istituzioni e del corpo docente rappresentano un terreno fertile per modelli sbagliati di affettività che permettono il moltiplicarsi di discriminazioni e prevaricazione, poiché riconoscono come naturale e giusta solamente la coppia eterosessuale e legittimano il rapporto di dominio dell'uomo sulla donna. Nessuno può negare la possibilità di conoscere e di approfondire questi temi e pretendere che il compito della scuola pubblica sia educare a valori diversi dall'uguaglianza che uno stato laico dovrebbe garantire. La nostra società discrimina ogni giorno i diversi orientamenti e comportamenti sessuali e questo clima di odio nasce proprio nelle nostre scuole, ed è da qui che dobbiamo partire e denunciare il silenzio così come ogni genere di discriminazione. Siamo convinti che non ci sia nulla da reprimere e che ciò che realmente occorre sia una seria politica di informazione sulle malattie sessualmente trasmissibili, sulla contraccezione, ma anche una politica di superamento culturale di ogni discriminazione sessuale, o legata ad altre minoranze. Per questo, valori come la democrazia, la partecipazione, la laicità e le pari opportunità devono essere rispettati e diffusi a partire dalle scuole. Purtroppo ancora oggi vediamo costantemente calpestati i nostri diritti, messa a tacere la nostra voce, negata la possibilità di esprimere liberamente la nostra diversità, sia essa culturale o sessuale. La disuguaglianza nel nostro paese parte dalle nostre scuole e da qui è necessario ripartire. E’ anche per questo che nasce questa guida al sesso. Troverete al suo interno informazioni su prevenzione, contraccezione, orientamenti sessuali , ma anche un rapido manuale di educazione sessuale, scritto da studenti per studenti, perché crediamo sia necessario poter vivere la propria affettività con serenità, liberi da arcaici pregiudizi, pericolosi stereotipi, dall'omofobia e orgogliosi della propria identità, qualunque essa sia! Buon divertimento e buona lettura!!


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Il sesso Parlare di sesso, oggi, potrebbe sembrare inutile. Attraverso i media, ogni ragazzo/a entra in contatto con il mondo della sessualità in maniera sempre più confusionaria e stereotipata. Prima delle prime esperienze, questo porta a sentirsi spiazzati davanti ad un universo così vasto, dove ognuno si sente “esperto” in materia: gli amici, gli sconosciuti, tutti... Le voci, le leggende metropolitane, i film porno danno un'immagine distorta e talvolta creano aspettative e falsi miti. Il sesso, in realtà, è qualcosa che si impara facendolo. Sperimentando cose nuove si conosce il proprio corpo e gli altri corpi. Il sesso è qualcosa di naturale: non c'è qualcuno che non sa farlo. È qualcosa di spontaneo, a cui ognuno di noi dà una propria caratteristica. È un conoscersi con l'altro, con l'altra, condividere corpi ed esperienze. Tuttavia, soprattutto per evitare cose spiacevoli, qualcosina è meglio saperla. Sapere come si evitano le malattie sessualmente trasmissibili e le gravidanze, sapere qualche base di anatomia, avere qualche suggerimento può essere utile. Il sesso è un gioco. Si può fare da solo o con un'altra persona, del tuo stesso sesso o dell'altro. Perchè sia bello ci si deve divertire entrambi. Per questo nessuno dei due deve fare o subire qualcosa che non vuole: questa è forse la cosa più importante. Ognuno può scegliere dove, come, quando farlo. Non ci sono cose che si fanno e cose che “non si fanno”. Ci sono solo cose che non si vogliono fare o si vogliono fare. Nessuno/a si deve sentire in colpa perchè gli/le piace o non piace fare qualcosa. Le prossime pagine contengono alcune informazioni per sapere come fare meglio e in modo più sicuro le cose che ti piacciono. A partire da qualche base su come sono fatti e come funzionano i nostri corpi.

I nostri corpi Il ruolo degli apparati genitali della donna e dell'uomo è duplice: da un lato, essi svolgono la funzione riproduttiva ovvero la produzione ed emissione di spermatozoi, per gli uomini, o la produzione dell'ovulo, nelle donne e, dall'altro, la funzione sessuale ovvero l'attività di produzione del piacere ottenibile con la stimolazione di qualunque parte del corpo, trova in questo sistema una maggiore efficacia ed intensità.


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Uomo Il sistema riproduttivo e sessuale maschile è costituito da organi interni (prostata, vescicole seminali, uretra prossimale) ed esterni (pene ed uretra distale, scroto e testicoli) al corpo. Il pene è formato da tre colonne di tessuti: due corpi cavernosi: con l'afflusso di sangue, sono loro a far indurire il pene; – un corpo spugnoso: tessuto elastico che si adatta alla vagina ed il glande ne è la parte più sensibile. Il prepuzio, invece, è quel sottile strato di pelle che copre il glande e che lo lascia scoperto quando il pene è in erezione. Da qui l'uomo eiacula e urina. Durante l'eccitazione sessuale queste tre colonne si riempono di sangue, provocando l'erezione del pene. –

Le dimensioni di un pene La lunghezza media di un pene è di 15 cm e il 90% degli uomini di tutto il mondo hanno un pene lungo tra i 13 e i 18 (in erezione). Molti temono che il loro pene non sia abbastanza lungo e che sia inadeguato al sesso. Paure infondate! Non appena si comincia ad avere esperienze sessuali si scopre che il proprio pene funziona adeguatamente e corrisponde agli standard di grandezza. Cerchiamo di convincercene. La forma E' rarissimo trovare un uomo che abbia un pene perfettamente dritto. Spesso, infatti, il pene tende a inclinarsi o verso destra o verso sinistra e il suo diametro varia da persona a persona. Non fatevi prendere dal panico e non sentitevi inadatti. Come avviene l'erezione? L'erezione è una complessa risposta fisiologica che dipende da una perfetta integrazione tra meccanismi vascolari, endocrini e neurologici. Due sono i meccanismi che determinano l'erezione: 1) Stimolazione psichica attraverso, ad esempio, immagini, fantasie e stimoli erotici; 2) Stimolazione diretta dei genitali


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Lo sperma: cos'è e come funziona Lo sperma è il liquido prodotto nei testicoli ed espulso dall'uomo con l'eiaculazione. Di colore biancastro, è costituito da una parte liquida, il plasma seminale, e da una corpuscolata gli spermatozoi e i gameti. A ogni eiaculazione sono emessi normalmente da 1 a 5 ml di sperma contenenti da 50 a 200 milioni di spermatozoi per mil, che rappresentano i valori normali, pur essendoci un'ampia variabilità individuale. Lo sperma non ha caratteristiche uniformi nel tempo ma subisce modificazioni dal momento che viene emesso. Gli spermatozoi costituiscono l'elemento maschile per la fecondazione. La loro produzione, chiamata spermatogenesi, è continua: le cellule sono depositate nelle vescichette seminali che fungono da serbatoio. Disfunzione erettile Incapacità dell'uomo di ottenere e/o mantenere una sufficiente erezione del pene sia per la propria che per la necessità del/della partner nell'ambito della gestione del rapporto sessuale. Si tratta quasi sempre di un problema psicologico: la cosa migliore da fare è, nella maggior parte dei casi, di affrontare con tranquillità e serenità i rapporti con gli altri. . Eiaculazione precoce La causa può essere organica, ma quasi sempre è psichica; nei rari casi organici è legata a infiammazione delle vie urogenitali, a malattie neurologiche, o all'uso di farmaci. Per quanto riguarda le cause psicologiche, gli individui affetti da questo disturbo sono accomunati probabilmente da un tentativo di difendersi dall'ansia generata dalla sessualità e, in particolare, dalle intense sensazioni erotiche che precedono l'orgasmo, e sono quindi impossibilitati a controllarlo. La cosa migliore da fare è consultare un andrologo. L'andrologo E' la figura medica di riferimento maschile che può aiutarti in caso di disfunzione erettile, di eiaculazione precoce, ecc. E' molto bassa la percentuale di ragazzi che hanno, tra i 16 ai 25 anni, fatto una visita dall'andrologo. Molto speso vi si ricorre sono in casi di emergenza. Andare dall'andrologo non vuol dire dare un colpo basso alla propria virilità, ma accertarsi della salute del proprio corpo per sé e per il/la proprio/a partner.


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Donna L'apparato genitale femminile è costituito da una parte esterna, che comprende le grandi e le piccole labbra con il clitoride al loro interno e una parte interna costituita dalla vagina e dell'utero che, tramite le tube, si mette in contatto con le ovaie. La vagina La vagina è il canale muscolo-membranoso che si estende dagli organi genitali esterni (vulva) fino all'utero. Ha una lunghezza media, misurata dall'orifizio vaginale al collo dell'utero, di 6-7 cm, anche se – a causa della conformazione, le sue pareti elastiche interne sono un po' più lunghe. Ogni donna ha diverse e differenti zone erogene interne (alcune sono sensibili solo nella zona esterna, altre in quell'interna, altre ancora in tutta la vagina). Restano, in ogni caso, zone di piacere che si possono definire standard. La vulva e la vagina Esterno Partendo dall'alto sono visibili: il monte di Venere

• •

le grandi labbra

le piccole labbra

il clitoride: prepuzio, glande, frenulo

il vestibolo della vagina

l'orifizio uretrale

l'orifizio vaginale

il perineo

l'ano

Interno: • • •

l'utero: organo muscolare che accoglie il feto durante la gravidanza la cervice o collo dell'utero: parte inferiore dell'utero che protende nella vagina la vagina: canale muscolo-membranoso che si estende dalla vulva all'utero.


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La flora vaginale E' la flora batterica presente nel liquido che copre le pareti della vagina. Questi batteri svolgono un ruolo protettivo essenziale. Le mestruazioni e il ciclo ovario In linguaggio medico, la prima mestruazione si chiama “menarca”, dal greco “menos” cioè mese e “-arca”, nel senso di inizio. Si presenta in media tra i 10 e i 14. E’ bene rivolgersi ad un medico se i segni di pubertà anticipano o ritardano di un paio d'anni. Il menarca sancisce la maturità sessuale sul piano fisico ma non dal punto di vista psicologico. Sul versante sessuale infatti maturità fisica e “mentale” non vanno di pari passo. Cosa succede nell'organismo Il menarca annuncia che l'ovaio ha cominciato a lavorare, producendo una quantità di estrogeni (ormoni femminili) sufficienti a stimolare la crescita dell'endometrio (tessuto di rivestimento dell'utero) di entità tale da provocarne lo sfaldamento, quindi l'eliminazione mediante il flusso mestruale. Il menarca, dunque, è il segnale che nell'organismo tutto sta procedendo per il verso giusto, l'ovaio funziona, l'ipofisi (la ghiandola che sovraintende gli ormoni della riproduzione) sta facendo bene il suo lavoro, l'utero è in buona salute, ecc... I cicli irregolari sono normali? È vero che il menarca indica un buon funzionamento dell'organismo, ma è altrettanto vero che i primi due anni successivi ad esso sono quasi sempre all'insegna dell'irregolarità. Colpa delle variazioni ormonali di assestamento, del tutto normali, che possono far saltare qualche ciclo o far variare la durata e l'intensità. Disturbi alimentari o diete sbilanciate possono invece far aumentare eccessivamente le irregolarità ormonali. Oggi si considera l'irregolarità mestruale come il primo campanello di allarme di un'alimentazione inadeguata per la qualità o quantità. Anche lo stress, la depressione, la stanchezza hanno conseguenze importanti sulla regolarità del ciclo. In caso di irregolarità persistenti è consigliato di recarsi da un/a ginecologo/a che può consigliare una terapia ormonale adeguata. L'imene Esso è una membrana estremamente elastica più o meno spessa che “chiude” l'ingresso della vagina,è posizionato esternamente e, di solito, si può vedere e toccare all'interno delle piccole labbra. La vagina non risulta, tuttavia, completamente chiusa altrimenti dalla vagina non potrebbe uscire


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il sangue mestruale. Durante le prime penetrazioni può rompersi, cosa che non sempre succede proprio perchè si tratta di una membrana elestica. Per questo, in alcuni casi, durante le prime penetrazioni, si possono verificare piccole perdite di sangue, in altri casi invece no. La prima visita dal ginecologo: quando farla Non c'è un momento particolare per andare dal ginecologo: è un medico come tutti gli altri, perciò è sempre utile fare una visita quando si hanno dubbi o problemi particolari. Non sempre andare dal ginecologo vuol dire dover effettuare una visita ginecologica: questo può essere stabilito insieme, al momento. Questa visita consiste nell'esplorazione vaginale e l'applicazione del divaricatore (speculum) per studiare anche la parte alta della vagina e il collo dell'utero, sede frequente di lesioni (piaghette) o d'infiammazione. Questa visita non è particolarmente dolorosa ma, ovviamente, può procurare un certo imbarazzo. In questa occasione si può effettuare anche un pap-test e un tampone e si possono discutere i problemi relativi alla contraccezione e alla prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale. Vaginismo Il vaginismo è caratterizzato da uno spasmo involontario della muscolatura ai tentativi di penetrazione della vagina. Nella forma più grave di vaginismo, lo spasmo si verifica prima del coito, con chiusura ermetica delle labbra, della vulva, rendendo impossibile il minimo contatto con l’orifizio vulvovaginale. Nelle forme meno gravi, il vaginismo permette la penetrazione, ma non la conclusione del rapporto a causa del dolore insopportabile. Altre volte i rapporti sono vissuti con senso di fastidio e sensazioni sgradevoli. Frigidità La frigidità femminile, detta anche anorgasmia, é l'incapacità della donna di provare piacere ed eccitazione durante il rapporto sessuale. Spesso si manifesta con un'assenza di lubrificazione vaginale che rende difficoltosa la penetrazione. Le cause della frigidità possono essere molte, ad esempio, sbalzi ormonali , utilizzo di farmaci, depressione, mancanza di amore verso il partner o incapacità di lasciarsi andare durante il rapporto. Un buon metodo per risolvere il problema è parlarne. Non avere paura a farlo, non vergognarti.


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Masturbarsi La masturbazione è, dal punto di vista “tecnico”, l'autostimolazione dei propri genitali per raggiungere il piacere. “Credevo fosse semplicemente una sega\un ditalino”, potrebbe impensierirsi qualcuno. Potevamo continuare a praticarla anche senza le note tecniche, diranno altri! Al di la dei tecnicismi, chiunque pratica regolarmente la masturbazione, uomini e donne, perciò diffidate da chi sostiene che: masturbarsi fa male, rende ciechi, è peccato mortale, ecc. . Di solito, la masturbazione viene “scoperta” tra i dodici e i tredici anni. La vita, a quel punto, cambia radicalmente. Le ore passate in bagno aumentano vorticosamente di numero, compiti scolastici che si potrebbero svolgere in quindici minuti si fanno in due ore, perché la concentrazione viene spesso rotta da attività collaterali dalle quali il ragazzetto/a delle medie non riesce ad esimersi. Non sono tuttavia ore perse!!! La conoscenza della propria sessualità e dei metodi per il raggiungimento del piacere, sono alla base del corretto funzionamento successivo della nostra sessualità, e della consapevolezza di gusti ed inclinazioni. Per le ragazze, una cosa importante è l'utilizzo del preservativo: incappucciate gli ogge tti che avete deciso di utilizzare per la vostra masturbazione. Siano banane, cetrioli, carote, candele, bottigliette, falli artificiali o vibratori, tutto deve essere ben pulito onde evitare il rischio d'infezioni e un preservativo sterilizzato è la miglior precauzione. Quando? Come? Tra amici e amiche o con il proprio ragazzo o con la propria ragazza, l’autoerotismo sta finalmente diventando sempre meno un argomento-tabù. L’autoerotismo, che sia maschile o femminile, è una vera e propria attività sessuale, fondamentale per conoscere meglio il nostro corpo, le sue reazioni, come provare piacere e diminuire l’ansia nel rapporto con l’altro/a. Per le ragazze: Perché • • •

farlo? Ci sono infinite ottime ragioni per farlo, tra cui: per conoscersi per amarsi per sentirsi sessualmente appagate, a prescindere dalla presenza del tuo ragazzo o della tua ragazza • per eccitare il tuo ragazzo o la tua ragazza. E’ importante costruirsi il proprio momento per il proprio personalissimo orgasmo. Ci si può ritagliare un po’ di tempo prima di andare a dormire, sotto la doccia, durante un bagno, nella propria camera, ovunque. Ricordati di essere serena e rilassata. Esistono diverse modalità per raggiungere l’orgasmo. Per le ragazze: - accarezzare il clitoride con le dita


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- penetrare la vagina con le dita - sfregare il monte di venere contro una superficie morbida, come un cuscino, muovendo ritmicamente il bacino - penetrare la vagina con i sex toys ADATTI, come vibratori et similia Ricorda che anche le piccole labbra, le grandi labbra e la zona perianale sono estremamente ricche di terminazioni nervose e quindi fonte di eccitazione e piacere, se stimolate. Ricorda che non ci sono regole, non esiste un modo giusto o sbagliato per farlo, ogni ragazza troverà il modo per lei più soddisfacente per vivere al meglio il suo momento di piacere, senza vergogna, paura o sensi di colpa. La pratica di autoerotismo maschile è più sdoganata di quella femminile, soprattutto come oggetto di scherno tra amici, compagni. Vediamo quali sono le pratiche di autoerotismo che i ragazzi possono utilizzare per provare piacere da sè. Sui luoghi e perchè farlo, si veda l’autoerotismo femminile. Ricordatevi che vivere la masturbazione in maniera veloce e nervosa non combacia con il vivere la propria sessualità in maniera felice e piacevole. Per i ragazzi: ecco le pratiche di masturbazione più diffuse: – stimolazione manuale del pene – penetrazione anale con le dita – uso di sex toys adatti

La prima volta Finalmente ci siamo…agguantati al\alla vostro\a partner, siete li li per realizzare la vostra prima volta: state per fare sesso. Vedrete…andrà tutto bene, e ricorderete con ironia i pomeriggi passati a pensare “come sarà?” oppure “ce la farò?”. A quel punto comincia una sorta di allenamento, fisico, tecnico, mentale, per arrivare alla priva volta preparatissimi. Eppure, la prima volta è sempre un esperienza “unica”. I dubbi, le preoccupazioni. gli imbarazzi sono assolutamente naturali e non c'è modo migliore per risolverli che pensare che 'fare l'amore' è una cosa istintiva, non ci si può sbagliare! Tenete sempre presente che una buona relazione con il\la vostro\a partner vi aiuterà senz'altro ad affrontare “la classica” crisi d'ansia. E, non temete di fare figuracce: dopo la prima, c'è la seconda, la terza,…!!!!

Penetrazione dolorosa Può succedere di provare dolore durante il rapporto con il proprio partner (in particolare all'ingresso nella vagina o nell'ano): non è un dramma, anzi spessissimo la causa è di carattere psicologico. Spesso, un buon


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rilassamento, magari aiutato da un lubrificante, a base d'acqua, può aiutare. La capacità di provare l'orgasmo femminile è una d i m e n s i o n e estremamente ricca e variegata: proprio per questo spessissimo si creano ansie e paure, sia per lei che per lui, visto che s'ignora completamente l'idea che la sessualità femminile è molto meno incentrata sui genitali (come per gli uomini), basti pensare alla maggiore ampiezza delle zone erogene.

Sesso orale Anche se non funziona sempre, facilita molto il raggiungimento di una forte eccitazione e dell'orgasmo. Come? Fellatio: consiste nello stimolare il pene con la lingua, le labbra, la bocca. Esso riproduce il movimento della penetrazione e provoca sensazioni di piacere intenso nell'uomo. IL più delle volte, questa pratica provoca l'ieaculazione del pene. Cunnilingus: è una pratica sessuale che consiste nel stimolare la vulva, il clitoride e l'ingresso della vagina con la lingua, le labbra, la bocca del/la tuo/a partner. Questo movimento provocherà in te delle sensazioni di piacere intenso che provocheranno un probabile orgasmo. Anolingus:prevede il contatto tra l'ano o la zona del perineo con la bocca e la lingua del/la partner.

Sesso anale? Perché no!? La capacità di provare piacere per i ragazzi e per le ragazze prescinde dalla semplice stimolazione degli organi genitali. Le zone erogene sono distribuite su tutto il corpo e una di queste si trova esattamente all'interno dell'ano. E' una zona stimolabile sia per i ragazzi che per le ragazze. Molti praticano il sesso anale, con gran godimento dei rispettivi partner. Quindi non è una pratica affatto del tutto inusuale. Fare sesso anale non è molto difficile. Basta solo un po' di accortezza, le dovute informazioni e, naturalmente, il consenso del partner... E' importante avere pazienza quando si cerca di penetrare, è necessario essere molto rilassati per evitare dolori e lacerazione. Considerate che se si desidera ricevere piacere dalla stimolazione anale da parte del proprio partner, bisogna prima dedicarsi un po' all'autoesplorazione. Quando vi masturbate usate le dita per esplorare il vostro ano. Ricordatevi sempre di usare molto lubrificante quando lo fate perchè l'ano non si lubrifica naturalmente come, per esempio, la vagina.


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Le malattie veneree La prima cosa da fare se si hanno sospetti è andare dal ginecologo o da un andrologo, che attraverso un'accurata visita ed eventuali esami, indicherà la giusta cura. Il medico potrà usare vari metodi d'indagine: dall'esecuzione di un semplice tampone per il prelievo di muco (che verrà poi fatto analizzare in laboratorio), fino alle analisi del sangue. La raccomandazione più importante è: non fidarsi dell'autodiagnosi (né dei consigli di amici\amiche), che faranno solo perdere tempo prezioso; non bisogna avere paura. La migliore terapia in ogni caso è la PREVENZIONE. Non è necessario avere una “vita sregolata” per aver contratto una malattia sessualmente trasmissibile, quindi non ci sono persone sicure. Inoltre molte malattie possono essere a lungo asintomatiche oppure esserlo per l'uomo o per la donna, quindi una persona può essere un inconsapevole portatore sano di una malattia che può invece creare un bel po' di problemi all'altro o all'altra. Se vivi una relazione di coppia duratura ed entrambi volete interrompere l'uso del preservativo è importante che vi sottoponiate assieme alle necessarie analisi. Parlare con il vostro medico di fiducia è anche in questo caso la miglior cosa da fare. Fare periodicamente tutte le analisi è una buona prassi, anche perchè alcune malattie sono asintomatiche e altre possono essere contratte non solo durante un rapporto sessuale. Nel caso in cui si tema di avere una malattia è necessario fare immediatamente le analisi e seguire le indicazioni del medico per la guarigione. Un'altra buona prassi è quella di avvisare le persone con cui si hanno avuto rapporti sessuali nell'ultimo periodo, soprattutto nel caso di malattie gravi o non sintomatico, in modo che anche loro possano scoprire se hanno contratto quella malattia o no.

Le malattie sessuali più comuni: CANDIDA: è causata da un fungo, la cui trasmissione può avvenire non solo per via sessuale, ma anche per contatto indiretto con oggetti o superfici contaminate. È una delle malattie sessualmente trasmissibili più diffuse Sintomi: perdite liquide di colore giallastro che producono cattivo odore, gonfiore, arrossamento, prurito e intenso dolore soprattutto durante i rapporti sessuali. Il rischio di contrarre un'infezione da candida è più elevato quando si è sottoposti ad un forte livello di stress, all'abbassamento delle difese immunitarie, in gravidanza e quando si prendono farmaci per un lungo periodo La cura: un trattamento antimicotico che deve essere esteso anche al partner. Durante il trattamento è consigliato usare biancheria che consenta


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la traspirazione (cotone) ed evitare i rapporti sessuali. È molto probabile che l'uomo non abbia alcun sintomo fastidioso, tuttavia è bene che si curi anche lui, per evitare di continuare a passarsela all'infinito. CLAMIDIA: è causata da un batterio e, se non curata, può provocare conseguenze di lungo periodo per le donne (gravidanze extra-uterine, infiammazioni pelviche, ecc...) Sintomi: In genere non produce sintomi particolari, anche se dopo alcune settimane possono comparire secrezioni vaginali anomale, dolori e perdite durante o dopo il rapporto per le donne o dolore e febbre per gli uomini. Viene diagnosticata tramite tamponi vaginali, analisi del sangue e/o dell'urina. Cura: è necessaria una terapia antibiotica. CISTITE: È causata da un batterio e si può contrarre anche non per via sessuale, ma ad esempio attraverso il contatto con superfici infette e a causa della scarsa igiene. Sintomi: si tratta di un'infiammazione della vescica e quindi provoca: urinare spesso e dolorosamente, presenza di sangue nelle urine, infiammazione e dolore vaginale, febbre e sensazione di caldo e di freddo contemporaneamente. Cura: è necessaria una terapia antibiotica. Per alleviare il fastidio serve bere molta acqua o bevande diuretiche. TRICOMIASI: è causata da un protozoo Sintomi: molto simili a quelli della candida tranne che per l'assenza di dolore durante il rapporto sessuale La cura: è molto importante che non ci si curi da soli e che la diagnosi venga fatta dal medico, in quanto la terapia, in questi casi, deve essere di tipo antibiotico e non antimicotico PAPILLOMA VIRUS (HPV): il virus Papilloma è un gruppo di più di 70 tipi di virus che possono causare verruche o papillomi. Sebbene alcuni tipi di virus causano frequenti verruche sulle mani e sui piedi, i virus del papilloma sono trasmessi sessualmente e possono causare verruche nella zona genitale ed anale sia degli uomini sia delle donne. Una delle modalità di contagio è rappresentata dai rapporti orali poiché gli HPV sono presenti, in gran parte in bocca. Se non vengono curate le infezioni da papilloma virus possono degenerare e portare al cancro al collo dell'utero. Per questo ragione è importante fare regolarmente (1 volta all'anno) il pap-test che rileva proprio questo tipo di infezioni.


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Sintomi: può causare verruche che possono apparire piccole o grandi, piatte o in rilievo, singole o multiple; qualche volta le verruche non sono persino visibili. I più comuni posti per rilevare le verruche sono fuori della vagina, sul pene, e attorno all'ano. Nelle donne il Virus Papilloma può portare allo sviluppo di verrucche dentro la vagina e anche sulla cervice, In circa metà dei casi, le persone infette con il Virus Papilloma non hanno nessuna verruca. La cura: il trattamento oggi viene effettuato ambulatoriamente mediante laser terapia associata a terapia medica. Anche in questi casi è necessario trattare parallelamente anche il partner. È facile la recidiva per questo è importante fare controlli regolari e frequenti dopo aver finito la cura GONORREA O URETRITE GONOCOCCICA: si tratta di un'infezione molto diffusa, causata dal batterio gonococco Sintomi: compaiono da 2 a 10 giorni dopo il rapporto sessuale con un partner infetto e sono: bruciori durante la minzione e secrezioni dal pene o dalla vagina. Nella fase iniziale, e specialmente nelle donne, i primi sintomi sono lievi mentre nelle fasi avanzate si possono avere perdite di sangue, febbre, dolore nella zona pelvica e persino gonfiore alle articolazioni. La gonorrea, se trascurata, può causare malattia infiammatoria pelvica clinicamente grave, sterilità per occlusione tubarica e può essere trasmessa al bambino dalla madre infetta durante il parto con il rischio di causargli danni gravi. La cura: entrambi i partner si devono curare per evitare la reinfezione. E' molto importante fare il più presto possibile un controllo per iniziare nel più breve tempo possibile la giusta cura HERPES GENITALE: è caratterizzato dalla presenza, nell'area genitale, di grappoli di vescicole che vanno incontro ad erosione Sintomi: quando l'infezione è primaria l'area interessata è molto estesa, con sintomi come forte dolore e prurito, dolore quando si fa pipì, secrezione uretrale e/o vaginale, ingrossamento dei linfonodi inguinali accompagnato da dolore e, talvolta, sintomi generali quali febbre, malessere, facile affaticamento, raramente cefalea e vomito qualora ci sia un interessamento delle meningi. Nel caso in cui l'Herpes genitale sia di tipo ricorrente i sintomi sono meno intensi e hanno una durata più breve La cura: somministrazione di farmaci antivirali SIFILIDE: è causata dal batterio treponema pallidum Sintomi: lo sviluppo della sifilide si articola in tre fasi: I fase (da 2 a 12 settimane dall'infezione): appaiono delle piaghe dure di circa un centimetro nel collo dell'utero o sul prepuzio, in bocca o nell'ano e si gonfiano le ghiandole linfatiche II fase (dopo 12 settimane): eruzioni cutanee e sintomi influenzali, perdita di capelli e crescita di verruche intorno ai genitali


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III fase (dopo anni): la sifilide, se non curata, può causare piaghe sulla pelle, paralisi degli organi interni, insensibilità alle estremità del corpo fino alla cecità e alla demenza. La cura: antibiotici VAGINITE: La vaginite è un'infiammazione batterica acuta Sintomi: secrezioni maleodoranti che si intensificano a contatto con lo sperma, prurito e flatulenze. Si diagnostica con un tampone vaginale. La cura: Si cura attraverso gli antibiotici. Non è consigliabile bere alcolici durante la cura. EPATITE: Sintomi: anoressia, febbre, nausea, malessere diffuso, che compaiono dopo 21-130 giorni dal contagio. La malattia è tra le più dolorose e difficili da curare. Può dicentare cronica fino a causare tumori al fegato Esistono tre tipi di epatiti (A, B, non A-non B), trasmissibili in differenti modi (via parenterale, uretrale, venerea). L'epatite B può essere trasmessa attraverso differenti canali (saliva, urina, mestruo, secrezioni genitali) e la donna incinta affetta dal virus rischia di trasmetterlo al suo futuro bambino. Attualmente esiste il vaccino solo per l'epatite A e B. AIDS: Sintomi: sono tipici, la fase iniziale è caratterizzata da una sindrome simile alla mononucleosi , nel 10-25% dei soggetti infettati, alla quale segue un periodo senza sintomi che può durare anche più di 10 anni, nel corso del quale il paziente elimina il virus in tutti i liquidi biologici, in particolare sperma, sangue, e secrezioni cervico-vaginali. Potenzialmente l'infezione può essere trasmessa ogni qual volta vi è passaggio di uno di questi liquidi biologici, come avviene durante i rapporti sessuali o lo scambio di siringhe. Dopo la fase iniziale segue quella di AIDS conclamato e compaiono infezioni quali polmoniti o forme tumorali come il sarcoma di Kaposi . Come avviene il contagio? Il virus HIV si trasmette prevalentemente attraverso contatti con sperma, sangue, liquidi vaginali di una persona infetta. In particolar modo i contagi avvengono per lo più per via sessuale, in seguito a trasfusioni con sangue non controllato, attraverso l'uso di siringhe già usate, o attraverso il contatto madre figlio durante la gravidanza. L'Aids non si trasmette attraverso i normali contatti personali (in ufficio, a scuola, scambiandosi, baci, carezze etc). Il mezzo più sicuro per evitare il contagio è il buon vecchio, caro profilattico. Se si vogliono utilizzare altri anticontraccettivi (ad esempio la pillola) è importante fare prima le analisi per accettarsi che nessuno dei due sia sieropositivo.


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IN OGNI ASL E' POSSIBILE EFFETTUARE IL TEST PER L'HIV, E' GRATUITO ED ANONIMO. La seguente lista cerca di fornire una visione globale del rischio di infezione da HIV associata ad ogni pratica sessuale: se io... • bacio: nessun rischio • sesso orale: chi lo riceve non corre nessun rischio, ma non è la stessa cosa per chi lo pratica, soprattutto in caso di eiaculazione, per questo è molto consigliabile utilizzare il preservativo o il dental dum • rimming (contatto lingua ano): nessuno dei due rischia di contrarre l'HIV, ma è possibile contrarre altre patologie, quindi è meglio usare il dental dum • masturbazione: nessun rischio • penetrazione con le dita: nessun rischio • penetrazione con o senza eiaculazione: entrambi rischiano di contrarre l'HIV. Molto meglio usare il preservativo

Il metodo contraccettivo giusto per te Esistono diversi metodi contraccettivi, ognuno ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi. Quindi la valutazione su quale scegliere deve tenere in conto vari aspetti: comodità e praticità, affidabilità, esigenze mediche, ecc... Inoltre una cosa importante da ricordare è che solo il preservativo, oltre a impedire gravidanze indesiderate, garantisce una protezione dalle malattie sessualmente trasmissibili. Non parleremo dei cosiddetti metodi naturali perchè non sono molto affidabili e quindi non sono consigliabili. Analogamente non è consigliabile il coito interrotto, ovvero la pratica di interrompere la penetrazione poco prima dall'eiaculazione maschile. Non è un discorso di fiducia sulla capacità del ragazzo di controllarsi, quanto il fatto che anche PRIMA dell'eiaculazione può uscire liquido che contiene spermatozoi. Quindi è assolutamente possibile restare incinte anche se lui è “venuto fuori”. IL PRESERVATIVO Membrana in lattice o poliuretano che riproduce la forma del pene da inserire prima di iniziare il rapporto Come si usa Come prima cosa, compra preservativi di qualità e controlla la data di scadenza sulla confezione, non è proprio il caso di risparmiare su queste cose. Posiziona il preservativo sul pene in erezione, tira indietro il prepuzio (la pelle che ricopre il glande), assicurati che la parte ancora da srotolare sia all'esterno e srotola lentamente il profilattico fino a ricoprire tutto il pene. Eventuale aria imprigionata all'interno del profilattico può causarne la rottura, quindi bisogna stare attenti a non farne entrare.


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È necessario indossare il preservativo fin dall'inizio della penetrazione, perchè anche nella fase preeiaculatoria è possibile che fuoriesca liquido che contiene spermatozoi e soprattutto perchè solo in questo modo si è sicuri di non contrarre malattie. È importante controllare a fine rapporto che il preservativo non si sia rotto e nel caso in cui ciò sia successo prendere le dovute precauzioni (pillola del giorno dopo). Bisogna conservare i preservativi in un luogo fresco e asciutto, lontano da fonti di calore e dalla luce diretta del sole. Il profilattico si conserva se sigillato nel suo involucro protettivo; una volta aperto l'involucro, il profilattico va usato subito. IL PRESERVATIVO FEMMINILE O FEMIDOM Membrana in poliuretano o in lattice che va inserita all'interno della vagina dotata di due anelli, uno da inserire all'interno e uno da inserire all'esterno della vagina. Esattamente come il preservativo maschile garantisce protezione sia dalle gravidanze sia dalle malattie. Come si usa È un po' più complesso da utilizzare rispetto al preservativo maschile. Per questo è consigliabile fare un po' di pratica prima di utilizzarlo. La forma è simile a quella di un sacchetto con un anello flessibile all'inizio e uno in fondo. Per utilizzarlo è necessario inserire l'anello interno dentro la vagina, lasciando fuori l'anello esterno. DENTAL DAM Non è un anticoncezionale, in quanto viene utilizzato in una pratica che non è a rischio gravidanza, ovvero il sesso orale. È fondamentalmente un piccolo foglio di plastica che funziona come barriera tra la vagina o l'ano e la bocca. E' particolarmente indicato per i rapporti sessuali tra donne, ma può essere usato da tutti. I Dental Dam sono estremamente efficaci per la prevenzione delle infezioni provenienti dalle secrezioni vaginali o anali. Non sono pezzi di protezione difficili da usare. Qualcuno preferisce che durante il sesso orale il "Dam" sia tenuto da chi lo pratica, cosi che chi lo riceve possa rilassarsi. Altri pensano che chi lo riceve possa tenere il dam, cosi che il partner che lo pratica ha le mani libere per altre stimolazioni. Come alternativa, alcuni Dental Dam ora, sono fatti con un strappo adesivo che si attacca alla parte senza doverlo tenere con le mani. Ricordate di usare dell'acqua di base lubrificante nella vagina o nell'ano prima di raggiungere e per aumentare la totale stimolazione. LA PILLOLA Consiste nella somministrazione giornaliera di una pillola che contiene in dosi diverse a seconda del periodo del ciclo ormoni sintetici che attraverso un falso segnale bloccano l'ovulazione e gli adattamenti fisiologici relativi.


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Non tutte le pillole sono uguali rispetto al dosaggio e agli effetti collaterali che possono avere, per questo è necessario che rivolgersi ad un ginecologo o una ginecologa per sapere, attraverso esami del sangue, quale sia quella più adatta a te. Nel primo mese è normale avere alcuni effetti collaterali (mal di testa, cambiamenti di umore, nausea, ecc...) se sono molto forti o persistono l'ideale è rivolgersi al ginecologo per cambiare pillola. La pillola è l'anticoncezionale più sicuro contro le gravidanze, ma non garantisce assolutamente contro le malattie, per questa ragione è importante che prima di assumerla sia tu sia il tuo ragazzo facciate gli esami per controllare di non avere nulla. Altrettanto importante è usare comunque il preservativo nel caso di rapporti occasionali oppure nel caso in cui tu o il tuo ragazzo abbiate qualche malattia. Come e quando si prende Il primo ciclo. Una compressa al giorno per 21 giorni, iniziando dal primo giorno del ciclo mestruale. La protezione contraccettiva ha inizio immediatamente. L'assunzione delle compresse con la confezione successiva riprenderà dopo un intervallo di 7 giorni, iniziando quindi nello stesso giorno della settimana in cui si è iniziata la prima confezione. E' vero che fa ingrassare? Di solito NO, soprattutto quelle di nuova generazione, a bassissimo dosaggio ormonale. Comunque, sempre meglio sceglierla con il ginecologo. E' vero che riduce la fertilità di chi la prende? No, anzi, la protegge: diminuisce la comparsa di cisti ovariche, di fibromi uterini e di infezioni che sono le cause più frequenti della sterilità femminile. La pillola aiuta in casi di dismenorrea (mestruazioni dolorose) e serve anche a stabilizzare il ciclo mestruale nel caso questo sia irregolare. È buono conservare sempre un bugiardino della pillola, infatti questo contiene informazioni utilissime. In primo luogo ti dice cosa fare nel caso in cui tu ti sia dimenticata di prendere la pillola oppure nel caso questa non sia stata assimilata perchè hai vomitato oppure hai la diarrea. Inoltre il bugiardino contiene informazioni sulle interazioni tra la pillola e altri medicinali. La pillola infatti è un farmaco e quindi interagisce con altri farmaci, che possono ad esempio ridurne l'effetto oppure aumentarne gli effetti collaterali, per questo è anche importante dire al medico, al dentista o a chiunque ti debba prescrivere un medicinale che la stai assumendo. IL CEROTTO Si tratta di un cerotto che si applica sulla pelle e deve essere cambiato ogni settimana, tranne nella settimana di pausa. Rilascia gli stessi ormoni della pillola, quindi valgono le stesse raccomandazioni del paragrafo precedente. L'unica differenza è che non passando per via orale non devo passare


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neanche per il filtro epatico e quindi si risparmia un po' di lavoro per il fegato. Anche se non lo sembra il cerotto è un farmaco, quindi ci sono gli stessi problemi della pillola rispetto alle interazioni. Ovviamente non protegge minimamente dalle malattie sessualmente trasmissibili. L'ANELLO Anche in questo caso si tratta di un parente stretto della pillola: gli ormoni sono gli stessi, funziona nello stesso modo, con le stesse prescrizioni. L'unica differenza è nell'uso: l'anello deve essere inserito nella vagina e deve essere rimosso dopo tre settimane e ne deve essere inserito uno nuovo dopo la settimana di pausa. Una volta inserito correttamente rimane fermo ed è molto difficile che si muova. Anche in questo caso è necessario fare i test prima di abbandonare l'uso del preservativo. I LUBRIFICANTI Con i contraccettivi di barriera (preservativo, dental dam) è in alcuni casi consigliabile utilizzare lubrificanti. I lubrificanti riproducono con i loro componenti i liquidi naturali del corpo, intervenendo in tutte le situazioni sessuali in cui è necessario procurare una maggiore "scivolosità" alle zone interessate. È molto importante utilizzare lubrificanti pensati apposta per questo (in tutte le farmacie se ne possono trovare di ogni genere) in modo che siano rispettosi per ph delle mucose della vagina o dell'ano. Prima di acquistarlo è importante controllare che sianoa base acquosa e compatibili con il lattice del preservativo o del dental dum. Quest'informazione è scritta su tutte le confezioni.

La pillola del giorno dopo La pillola del giorno dopo è un contraccettivo di emergenza, che deve essere usato solo nelle EMERGENZE. Dire “Massì, al massimo prendo la pillola del giorno dopo” è estremamente irresponsabile per almeno due ragioni: la pillola del giorno dopo non protegge dalle malattie sessualmente trasmissibili e la pillola del giorno dopo ha molti effetti collaterali. Inoltre è meno sicura del preservativo e della pillola. In ogni caso se si è rotto il preservativo o se non si è utilizzato la pillola del giorno dopo è la soluzione migliore. Occorre prenderla nelle 72 ore successive al rapporto, è preferibile prenderla il prima possibile perchè l'effetto diminuisce con il trascorrere delle ore. Per acquistarla è necessaria una ricetta medica, ad esempio in un consultorio familiare. Nel caso (probabile) che ci si ritrovi ad averne bisogno di notte o nel week end si può andare in ospedale per ottenerla. Se per


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caso incontri sulla tua strada un medico obiettore che si rifiuta di prescriverla, sappi che è tenuto a chiamare un suo collega che te la prescriva, nel caso non lo sappia ricordaglielo! Con la ricetta medica è poi necessario andare in farmacia. In tutte le città ci sono farmacie aperte anche la notte, in ospedale spesso sono in grado di indicarti la più vicina. Il farmacista è tenuto a darti la pillola, non può fare obiezione di coscienza. La pillola del giorno dopo è costituita da una o due pillole (a seconda del farmaco). Dopo averla assunta è possibile che tu stia abbastanza male (mal di testa, mal di pancia) o che ti senta abbastanza triste. Purtroppo è normale: la pillola del giorno dopo contiene un sacco di ormoni che possono avere questi effetti. Andare dal medico o in pronto soccorso per richiedere la pillola del giorno dopo può essere abbastanza imbarazzante, ma devi farti coraggio: non c'è nulla di cui tu ti debba vergognare. In ogni caso è meglio farsi accompagnare da qualcuno, dal tuo ragazzo (o chi era con te in quel momento), da una tua amica, dai tuoi genitori. La pillola del giorno dopo non dà alcuna garanzia contro le malattie sessualmente trasmissibili, quindi se non sei sicura/o al 100% della persona con cui hai avuto un rapporto non protetto è meglio fare le analisi per controllare di non aver contratto malattie.

Ho un ritardo "Dovevano venirmi cinque giorni fa..." Le mestruazioni ritardatarie sono normalmente il primo segnale che qualcosa potrebbe non essere andato nel verso giusto, soprattutto se si sono avuti rapporti a rischio. Intendiamo a rischio un rapporto in cui lo sperma può essere venuto a contatto con la vagina per la rottura del profilattico o a seguito di un coito interrotto, non per aloni nei jeans, una goccia di sperma volante finita su una mano o un bacio con la lingua ;-) Onde evitare di entrare in una spirale di panico, la cosa migliore è fare un test di gravidanza anche dopo pochi giorni di ritardo. Non dobbiamo farci influenzare o rassicurare da quei sintomi premestruali, che spesso possono essere gli stessi della gravidanza (tensione al seno, dolori addominali).In caso di ritardo, soprattutto se siete sempre state regolari, è opportuno eseguire prima possibile un test di gravidanza, che è l'unico metodo che ci può dare risposte sicure. Il test per essere affidabile deve essere fatto almeno 15 giorni dopo il rapporto a rischio oppure dopo alcuni giorni di ritardo. Se è passato meno tempo è assolutamente inutile farlo. Se il test risulta negativo ma le mestruazioni non arrivano lo stesso conviene rivolgersi ad un medico per controllare che non ci siano altri


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problemi: le cause di un ritardo possono essere tante dallo stress ad una disfunzione ormonale ed è meglio approfondirle. Se invece il test è positivo bisogna comunque rivolgersi ad un medico per confermare l'esito attraverso un esame del sangue.

Scegliere Il test è risultato positivo e anche l'esame del sangue: sei incinta. La scelta di portare a termine la gravidanza o di interromperla non è semplice. Ma è una scelta che solo tu puoi prendere. Puoi parlarne con chi vuoi ma non sei obbligata a parlarne a nessuno: né al tuo ragazzo (o chi per lui), né alle tue amiche, né ai tuoi amici, né alla tua famiglia. Confrontati con le persone di cui ti fidi, vai in un consultorio familiare per parlarne con persone esperte, ma ricorda sempre che si sta parlando del tuo utero e della tua vita e quindi nessuno può scegliere al tuo posto o può farti pressioni. Non ci sono cause più o meno giuste per scegliere di abortire e solo tu puoi sapere se sei vuoi abortire o essere madre.

Cosa dice la legge 194 L’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) deve avvenire entro 12 settimane e 6 giorni dal concepimento ed è completamente gratuita. Successivamente è consentito l'aborto solo in caso di grave rischio per la salute materna o di particolari patologie del feto. La legislazione consente ai medici di fare obiezione di coscienza, tuttavia tu hai diritto all'intervento, quindi è dovere dell'ASL metterti in contatto con la struttura più vicina in cui puoi svolgerlo. Non accettare che nessuno ti faccia pressioni, soprattutto se è un medico non può proprio permetterselo. Per abortire è necessario rivolgersi ad un ginecologo o una ginecologa oppure andare ad un consultorio familiare. Dopo un colloquio e alcune analisi si può fissare il giorno dell'IVG presso una struttura pubblica o convenzionata. Se sei minorenne è necessario che tu sia accompagnata dai tuoi genitori. Se non vuoi coinvolgerli non ti preoccupare: c'è un'alternativa. Devi andare presso un consultorio, dove a seguito di un colloquio con un assistente sociale, ti verrà rilasciato un certificato da presentare al giudice tutelare dei minori che ti darà l'autorizzazione ad abortire. È un procedimento un po' complesso ma rassicurati: sarai seguita e durante tutto l'iter nessuno può avvisare i tuoi se non lo vuoi tu.

Che cos’è l’obiezione di coscienza? L'obiezione di coscienza per i medici è prevista per l’interruzione volontaria di gravidanza. Il medico può diventare obiettore in qualsiasi momento. Nel caso in cui partecipi attivamente ad una procedura di Interruzione


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volontaria di gravidanza, lo status di obiettore decade e non può essere più acquisito. Pertanto, il medico obiettore di coscienza non parteciperà a nessuna delle fasi che preludono all'interruzione di gravidanza, come la compilazione della cartella clinica, la visita della paziente, ecc. Il medico obiettore, tuttavia, non può rifiutarsi di intervenire in caso di stato di necessità, ovvero qualora la donna sia in pericolo di vita. Nel caso del medico obiettore, egli, per esempio, ha l'obbligo di prestare assistenza sanitaria se manca un sostituto. E se a una donna non viene effettuata, in questo caso, l'interruzione volontaria di gravidanza, il medico rischia la radiazione dall'albo professionale, il licenziamento e la paziente interessata può chiedere il risarcimento del danno biologico. Qual è la situazione attuale? In Italia, la percentuale dei medici obiettori è senza dubbio anomala. I medici obiettano molto spesso per convenienza, per non essere confinati in un ruolo che altri non vogliono assumersi, per non venire stigmatizzati dai colleghi o dai superiori o semplicemente perché non si sentono sufficientemente preparati per l’esecuzione dell’intervento. In Italia, assistiamo a un progressivo ridursi dell’insegnamento di questa pratica chirurgica nelle Università del nostro Paese, tanto da far temere che nel giro di pochi anni, con il pensionamento di quella generazione di medici che ancora l’insegnano, diventerà sempre più difficile per le donne interrompere in tempi brevi la gravidanza. Se ciò dovesse accadere saremo costretti ad importare medici professionisti dall’estero, oppure ad accettare che le donne si rechino all’estero, come accadeva – per chi poteva permetterselo – prima della legalizzazione dell’aborto. La 194 non si tocca... L'introduzione della legge 194 è stata una grande vittoria per le donne di questo paese. Prima era impossibile abortire legalmente oppure chi poteva doveva andare all'estero per farlo. Chi non poteva andare all'estero era costretta a ricorrere ad aborti illegali, spesso praticati con tecniche poco sicure dal punto di vista medico che potevano causare danni anche gravi alla salute delle donne. Per questo la difesa della legge 194, anzi sarebbe auspicabile un suo miglioramento, è fondamentale. Eppure in questi anni si sono visti molti attacchi da parte della chiesa, di alcuni esponenti politici, di intellettuali e soprattutto da parte del Movimento per la Vita, la principale organizzazione antiabortista nel nostro paese. Si sono viste campagne a favore dell'obiezione di coscienza, tentativi di vario genere di limitare il diritto delle donne ad abortire attraverso leggi regionali retrograde, si è addirittura visto un ricorso in Corte Costituzionale fortunatamente respinto. Soprattutto si


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sono visti numerosi tentativi (talvolta riusciti) di dare un ruolo al Movimento per la Vita nei consultori familiari. Inserire nei consultori familiari un'associazione dichiaratamente antiabortista è una violenza sulle donne che si trovano in quel momento ad affrontare una scelta molto difficile e che non dovrebbero essere sottoposte a pressioni di alcun tipo in quel momento. Attaccare la 194 significa attaccare il diritto di ogni donna, la possibilità di scegliere sul proprio corpo e sulla propria vita per questo bisogna opporsi a tutti i tentativi di svuotarla o eliminarla. ABORTO CHIRURGICO O ABORTO FARMACOLOGICO Da pochi anni è possibile scegliere tra l'aborto chirurgico e quello farmacologico. L'aborto chirurgico è una vera e propria operazione il cui grado di invasività dipende dallo stato di avanzamento della gravidanza. Per l'aborto farmacologico, invece, bisogna assumere la pillola RU486. Si può ricorrere all'RU486 entro la 7 settimana, oltre è necessario sottoporsi all'aborto chirurgico. Dopo l'assunzione della pillola è previsto un ricovero di 3 giorni, anche se la paziente può chiedere di essere dimessa in qualunque momento. Si tratta di due metodi sicuri, anche se molti studi consigliano l'aborto farmacologico perchè ha meno effetti collaterali sia del punto di vista fisico sia da quello psichico. In ogni caso è consigliabile parlare con un medico e farsi spiegare bene le conseguenze prima di scegliere quale strada intraprendere.

La violenza In alcuni casi in una relazione tra un uomo e una donna - ma anche in una tra un uomo e un uomo o tra una donna e una donna – può instaurarsi la violenza, che non è solo violenza fisica ma può essere -e più frequentemente lo è – anche psicologica. Come già detto la violenza non si esprime solo nella coppia eterosessuale e non solo gli uomini a compiere violenza. Tuttavia le statistiche ci dicono che sono soprattutto le donne a subirla e che quasi tutte le violenze vengono commesse da uomini che la donna conosce: il padre, il marito, il fidanzato, l'ex. Questo è dovuto al permanere nel nostro paese di una cultura patriarcale che considera la donna un oggetto proprietà dell'uomo, che quindi può “usarla” come meglio crede. Si tratta di un fenomeno di cui si parla poco, quasi sempre ne se parla solo se accade fuori dalle mura domestiche e se a commettere la violenza sono


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gli immigrati. Eppure circa il 30% delle donne hanno subito almeno un episodio di violenza nella loro vita e il 93% di questi episodi sono avvenuti per mano di qualcuno conosciuto. Negli ultimi anni si è vista aumentare anche la forma più estrema di violenza sulle donne, ovvero il femminicidio, l'uccisione della donna.

Violenza fisica e violenza psicologica La violenza fisica è più semplice da comprendere: sono i calci, i pugni, i morsi, le sberle, ecc... La violenza psicologica è invece più subdola. Comprende tutti quegli atti volti ad intaccare la sfera emotiva e la dignità della persona. Si concretizza con continue offese, umiliazioni, minacce, danni ai beni materiali o agli stessi animali domestici della vittima, in modo da spaventarla e assoggettarla alla propria autorità. Spesso in queste situazioni si cerca di impedirle di frequentare altre persone, amici, parenti e colleghi di lavoro, in modo da isolarla. Una forma particolare di violenza psicologica è la violenza economica, che mira a rendere la donna dipendente economicamente, in modo da renderle impossibile qualunque forma di ribellione o di fuga. Si attua impedendo all'altra di trovare lavoro, di accedere a bancomat, conti corrente, ecc...

Lo stalking Una forma particolare di violenza è lo stalking, che recentemente è stato riconosciuto come reato. Si tratta di atteggiamenti che hanno l'obiettivo di perseguitare l'altra persona, in modo tale da provocare in quest'ultima frequenti stati di ansia e paura, tali da stravolgere le abitudini e quindi la quotidianità della vittima stessa. Tali comportamenti consistono in comunicazioni abituali ma non desiderate, via telefono, sms, in pedinamenti, nello spiare la vita privata della vittima.

Altre forme di violenza La violenza non però sempre così esplicita e così chiara come quella descritta nei paragrafi precedenti. Né soprattutto una relazione inizia ad essere violenta fin dal primo giorno, normalmente. Ci sono aspetti più sottili che possono covare in nuce la violenza: sono tutti quei comportamenti che mirano a sminuire l'altra persona, a privarla della sua libertà e della sua indipendenza. Proviamo a fare qualche esempio. Una cosa importante da ricordare sempre quando si parla di violenza è che è la “vittima” a stabilire cos'è violenza e cosa non lo è: le stesse parole o lo stesso gesto possono essere uno scherzo gradito o una molestia, dipende da cosa pensa chi le riceve. – cercare di imporre al proprio/a ragazzo/a un determinato modo di vestire


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cercare di vietare o impedire che veda determinate persone o di andare in determinati luoghi (ad esempio a ballare) fare scenate in pubblico o in privato per sminuire la sua autostima cercare di imporle/gli o di proibirle/gli determinate scelte (ad esempio andare in vacanza con le amiche) controllare il suo cellulare, la sua mail, il suo facebook, ecc... cercare di imporle/gli pratiche sessuali non gradite

Cosa fare? Se ti capita di subire questo tipo di atteggiamenti occorre riflettere sulla tua relazione. Sei sicura che ne valga la pena di subire questa umiliazione? Se non sai cosa fare prova a parlarne con persone di cui ti fidi o prova a rivolgerti a persone esperte, come lo psicologo della scuola. Se ciò che hai subito ti ha fatto davvero male (ad esempio sei stata picchiata, sei stata costretta ad una pratica sessuale che non volevi e ti senti molto svilita) puoi provare a rivolgerti ad associazioni specializzate sul contrasto alla violenza di genere e chiedere loro aiuto e consiglio. Se invece ti è capito di commettere qualcuno di questi atteggiamenti forse è il caso di riflettere sul tuo bisogno di sottomettere e umiliare l'altra persona. Potrebbe esserti di aiuto parlarne con qualcuno, magari in primo luogo con il tuo ragazzo o la tua ragazza, e poi magari rivolgerti a qualche esperto. Talvolta si può “fare violenza” anche senza essere particolarmente intimi con una persona. In questo caso, a maggior ragione, non sono tanto gli atti a contare ma come l'altra persona li coglie. Alcuni esempi: – fare apprezzamenti non graditi su una compagna di classe – stabilire contatti fisici non graditi – attribuire nomignoli di derivazione sessuale – diffondere foto private e intime di un'altra persona Se sei vittima di qualche atteggiamento di questo genere rivolgiti a qualcuno. Se succede a scuola o all'università puoi parlarne con qualche docente sensibile, con la consigliera di fiducia, con i tuoi genitori. Se chi commette questi gesti è un docente rivolgiti immediatamente al preside, alla consigliera di fiducia, ai rappresentanti degli studenti e denuncia quanto ti è successo perchè non è accettabile.


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Essere etero, gay, lesbica, bisex o queer Si può essere attratti da persone di genere diverso dal proprio (ed essere quindi eterosessuali), da persone del proprio genere (omosessuali) o da entrambi (bisessuali) o non volersi dare un'etichetta (queer). Durante l'adolescenza è molto comune provare tutti questi impulsi ed è altrettanto comune avere esperienze omosessuali; se ti capita non pensare che ciò significhi che sei gay/lesbica/bisex o che non lo sei. Solo il tempo lo saprà dire. L'omosessualità infatti è una normale variante dell'essere umano ed è presente in ogni genere animale esistente. Quel che è certo è che una persona non "sceglie" di essere gay o lesbica o bisessuale; la scelta semmai è tra il subire il proprio orientamento e viverlo negativamente (magari nascondendosi) o nel viverlo positivamente emancipandosi. Se sei omosessuale o bisessuale, forse ti capiterà di sentirti "strano", diverso, l'unico/l'unica al mondo. Non è così! Appartieni al 10% della popolazione mondiale; quindi potrebbero esserci persone come te nel tuo condominio, a scuola, in palestra, sul bus che prendi per andare a scuola... insomma proprio dappertutto! Non è facile scoprirsi gay o lesbica o bisessuale. I pregiudizi che esistono nella nostra società possono spingerti a nascondere ciò che senti; il risultato è che ci si sente soli e sole all’inizio. Ma ricordati che la scrittrice Virginia Wolf o la tennista Martina Navratilova oppure Leonardo Da Vinci, come P.P. Pasolini e George Michael probabilmente si sentivano allo stesso modo e con loro milioni di altre persone meno note ma che hanno comunque contribuito allo sviluppo sociale, culturale e scientifico dell’umanità. Spesso è difficile accettarsi, accettare di essere diversi, di essere quel tipo di persone che tanti insultano o prendono in giro. Oppure subentra la paura: di essere discriminati/e, di perdere gli amici e le amiche, della reazione dei propri genitori, di dover soffrire più degli altri. Sarebbe ipocrita dire che questi problemi non esistono, ma essere omosessuali non significa solo questo: significa amare ed essere amati, significa soffrire per amore come tutti gli altri ed essere felici quando si è amati, significa divertirsi quando si fa sesso esattamente come coloro che sono etero. Accettarsi e venire allo scoperto sono spesso la parte più difficile, una volta superata è tutta in discesa e se la tua vita sarà diversa o simile a quella dei tuoi amici etero sarai soprattutto tu a sceglierlo.

Lo dico? A chi lo dico? La cosa migliore è non tenersi tutto dentro e trovare qualcuno di cui ti fidi con cui parlare: un amico, un genitore, un fratello, una sorella, una persona che in passato ha ascoltato le tue confidenze e di cui hai ancora fiducia. Se proprio non conosci nessuno con cui parlare tranquillamente, chiama un'associazione gay o lesbica (ce ne sono in quasi tutte le città d'Italia)


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altrimenti puoi rivolgerti al CIC (Centro Informazione e Consulenza) scolastico o anche a un consultorio o ad centro di ascolto pubblico. "E se lo venisse a sapere qualcuno? E se mi sp@###anassi?"... potrebbe capitarti di pensarlo. La società non accetta ancora pienamente gli omosessuali ma sono sempre di più le persone che si dichiarano gay o lesbica (ossia che fanno "coming out", pratica invece sbagliata è fare “outing” e quindi spuxxxnare qualcuno-a). Non c'è ragione di dichiararti se non sei pronto/a. A volte ci sono buone ragioni per non farlo. Ci sono persone che all'inizio potrebbero non accettarti. Potrebbero essere i vostri genitori, gli amici, o i compagni di classe o di lavoro, persone a cui vuoi bene o da cui dipendi dal lato economico o affettivo. Ci sono anche molte ottime ragioni, comunque, per far sapere ad alcune persone che sei omosessuale. Nascondere il tuo orientamento impedisce alle persone che ti sono care di conoscere una parte importante di te, impedendoti di avere "veri" rapporti di amicizia e di affetto, e nella stragrande maggiornanza delle volte le persone che ti vogliono bene, si sentiranno loro stesse escluse, e una volta informate potranno solo dispiacersi per non averti potuto supportare e conoscere fino in fondo sin dall’inizio della tua presa di coscienza. Qualunque siano le tue ragioni, la decisione di fare coming out oppure no spetta a te e a nessun altro.

Bullismo omofobico In Italia, sono presenti forti preconcetti e pregiudizi riguardo all’omosessualità che si manifestano nell’emarginazione, nella prevaricazione e nell’aggressione verbale e psicologica verso persone che sono o sembrano essere omosessuali. Questa situazione è più evidente nelle scuole, dove il fenomeno del bullismo, spesso motivato da xenofobia e omofobia, è assai pervasivo. Le scuole, che dovrebbero essere il luogo per eccellenza in cui le discriminazioni vengono combattute attraverso il sapere, divengono così luoghi in cui più spesso si può essere vittime di atti di bullismo, violenza, minacce. Da un'indagine di alcuni anni fa risultava che 3 omosessuali su 4 (sia maschi che femmine) erano stati insultati o minacciati per il semplice fatto di essere omosessuali. Negli ultimi anni, come saprai bene anche tu, la situazione non è migliorata. Spesso né i professori né il personale scolastico, per non parlare dei compagni o delle compagne di classe, dà molta importanza a questi episodi, che anzi talvolta sono quasi incoraggiati da un silenzio complice o da battute poco appropriate dette in classe o fuori classe (ad esempio in gita. A causa di questi comportamenti chi viene insultato o minacciato non dice cosa gli o le è successo, a volte addirittura si isola, e così diventa ancora più facilmente vittima di bullismo, innescando un circolo vizioso di insulti/minacce – paura/isolamento – ancora più insulti


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e minacce. Questo circolo va rotto! Se sei stato/a vittima di questi comportamenti o se gli hai visti non restare in silenzio. Nessuno ovviamente ti chiede di fare il kamikaze e di affrontare da solo un professore, un preside o un compagno di classe omofobo, rivolgiti a qualcuno di cui ti puoi fidare: un insegnante che si è dimostrato sensibile, il preside se ti puoi fidare, i tuoi genitori se riesci a parlarne con loro, i rappresentanti degli studenti.

Questo corpo non è mio! A tutti e a tutte è capitato di voler essere diversi/e da quello che siamo o di vederci diversi da come gli altri ci vedono. Però per qualcuno questa sensazione è una condizione quotidiana, vissuta ogni volta che ci si deve relazionare al proprio aspetto fisico: sono i transgender, costretti fin dalla nascita in un corpo avvertito come sbagliato ed estraneo. Ad interpretare un ruolo che non si sente proprio a casa, a scuola, con gli amici... Ragazzi che vivono in un corpo da ragazza e ragazze che vivono in un corpo in tutto e per tutto maschile. O che non si sentono appartenere totalmente a nessuno dei due sessi. I cambiamenti che tutti viviamo nell'adolescenza rendono ancora più aspro e doloroso questo conflitto tra mente e corpo, entrambi in trasformazione e crescita. E' questo il momento in cui impariamo a vivere come giovani uomini e giovani donne, e come tali veniamo visti dai nostri amici, dalla nostra famiglia e come tali interpretiamo le relazioni con gli altri. Il corpo si prepara a vivere a pieno la sessualità e le prime esperienze: si rimodellano fianchi e si distribuisce la muscolatura, spuntano seni, peli e barba. Per chi non riesce a conciliare corpo e personalità questo passaggio delicato può essere vissuto con un grande senso di non appartenenza, in conflitto tra ciò che si è apparentemente e come ci si sente davvero e anche cose assolutamente normali per gli altri possono porre dubbi e problemi: nell'ora di ginnastica in che spogliatoio vado? Quale bagno uso? Parlo di me al maschile o al femminile? Mi presento con il mio nome?

Pregiudizi La scienza gli ha dato il pomposo nome di "disturbo di identità di genere", ed è il modo di percepire se stessi di circa 5000 persone nella sola Italia. Di per sé questa condizione esistenziale non pregiudica affatto la realizzazione di se stessi e delle proprie ambizioni in campo sociale, affettivo, familiare e lavorativo. Sono semmai l'ignoranza, le paure e i pregiudizi che la circondano a renderla possibile occasione di isolamento sociale e infelicità. Gli atti di violenza verbale e fisica e le discriminazioni, a scuola come nei luoghi di lavoro o in famiglia, prendono il nome di transfobia. L'unico modo per non esserne vittima, o peggio, autori è fare un po' di


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chiarezza sulla questione: •

Non è una scelta o una perversione Sentirsi uomo o donna, o vivere a cavallo delle due condizioni, riguarda solo il modo che si ha di vedere se stessi. Non è una scelta né una perversione; è qualcosa che riguarda non solo la sfera sessuale ma ogni aspetto della propria vita ed emerge in tutti i rapporti umani. Anche quelli che non hanno nulla a che vedere con il sesso.

Non solo prostituzione Se sei transessuale puoi studiare e lavorare come gli altri. Puoi scegliere cosa fare da grande esattamente come tutti i tuoi coetanei: esistono transessuali avvocati, medici, operai... anche se le fiction in tv e i telegiornali parlano solo di transessuali che si dedicano alla prostituzione.

Non solo omosessuali Essere transgender o transessuali non ha niente a che vedere con l'orientamento sessuale: è una condizione che riguarda donne e uomini, omosessuali, bisessuali e eterosessuali. Proprio perché le due cose sono cose diverse: si può nascere maschi, sentirsi donne ed essere attirati da donne. Sentire di appartenere a un genere piuttosto che a un altro non riguarda solo con chi vuoi andare a letto.

Che fare? Ti sei riconosciuto/a in quanto letto finora? Niente panico: come abbiamo visto non soffri di qualche perversione strana che ti porterà a battere sulla strada e morire in solitudine. Per cui, per prima cosa, smettila subito di sentirti solo o sola. Non aver paura e non vergognarti: parla con i tuoi amici e la tua famiglia. Ti sembrerà difficile, ma chi ti vuole bene davvero te ne vorrà indipendentemente da tutto, e sarà pronto ad aiutarti e sostenerti. Prendi contatto con arcitrans o azionetrans (sul sito www.arcitrans.it o www.azionetrans.it puoi trovare la sede più vicina; su www.transgenere.it puoi trovare un elenco di associazioni sul tutto territorio nazionale): conoscerai persone che stanno vivendo o hanno già vissuto tutto questo. Esistono diversi percorsi, previsti dalla legge, che ti possono aiutare a fare pace con il tuo corpo: imparerai a capire meglio cosa ti sta succedendo e quale percorso fa davvero per te, aiutato da professionisti competenti. Dai 18 anni in poi, chi lo desidera, può ottenere il riconoscimento della propria nuova condizione dallo Stato Italiano, con documenti nuovi, dopo aver compiuto un passaggio di transizione e conoscenza di sé che prevede anche atti di riassegnazione sessuale chirurgica.


Sesso: istruzioni per l'uso

Non prendere ormoni o terapie sottobanco a caso! Anche se hai sentito della tua amica o sono quelli che prende qualcuno che conosci! Sono farmaci, il dosaggio cambia molto da persona a persona in relazione a peso, altezza, fattori genetici... Rivolgiti sempre a medici e professionisti!

E se capita a qualcuno a cui voglio bene? In queste situazioni si viene assaliti da mille dubbi e la paura di causare qualche involontaria offesa può portare ad allontanarci e a creare quell'isolamento che vorremmo proprio combattere. Uso il maschile o il femminile? E se dico qualcosa di sbagliato? Non scappare, non vergognarti e non aver paura, continua a parlargli/le: usa il maschile o il femminile come lo fa sentire piÚ a suo agio e se assisti a degli episodi di discriminazione reagisci, mostrati solidale e non temere che gli altri ti vedano farlo. Ma soprattutto continua ad essere te stesso, non aver troppa paura di fare gaffe o di dire qualcosa di sbagliato. Continua a volergli/le bene e a stargli/le accanto, tutto il resto lo imparerai.


Sesso: istruzioni per l'uso

Chi siamo? Siamo studentesse e studenti che ogni giorno vivono le scuole, le università, i centri di ricerca, le accademie e che aderiscono alla Rete della Conoscenza. Tramite la costruzione delle aree tematiche “Questioni di genere” ed “Orientamenti sessuali ed LGBTQi”, da circa due anni, ci occupiamo, con uno sguardo che supera il mondo della formazione, di denunciare e dare alternative alle disuguaglianze di genere ed alle discriminazioni sessuali, presenti, in parte, nel mondo del lavoro, nei luoghi del sapere, nella politica e nelle nostre città. Combattiamo, attraverso vertenze, un modello culturale patriarcale, una politica maschilista, che pervade la nostra nazione, ogni minaccia alla L.194/78, una visione oscurantista e bigotta della sessualità e guardiamo con attenzione ogni questione rilevante dell'agenda sociale, politica ed economica da un'ottica di genere. Da studentesse e studenti a cittadine e cittadini, per un'altra idea di Paese, per un'altra idea di uomo, per un’altra idea di donna.

Cos'è la Rete della Conoscenza? La Rete della Conoscenza è un sindacato studentesco che comprede studentesse e studenti medi, universitari, dottorandi, accademici. Aderiscono alla Rete della Conoscenza l'Unione degli Studenti e Link Coordinamento Universitario. Rivendichiamo il ruolo di protagonisti della produzione di sapere e di saper fare nella nostra società. Siamo un nuovo soggetto sociale, non una classe né una generazione, ma un insieme di identità, un soggetto complesso con forti connotazioni sia di classe sia generazionali. I luoghi della formazione e le città che li ospitano sono lo spazio in cui questo soggetto vive, in cui le differenze sociali sono amplificate dalle barriere materiali all'accesso al sapere. Attraverso le aree tematiche (welfare, ambiente, antimafia, genere, ecc.), promuoviamo alternative sociali per un’altra società.


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