RELOADER Magazine N.74 Febbraio 2014

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ENERGIA 2013: calano i consumi in Italia, crescono le rinnovabili nel mondo N. 74 - Febbraio 2014

Irene Sterpi e Stefano Signorini Centro Studi MatER e Consorzio LEAP


Sommario Febbraio 2014

In Primo Piano

RAEE Succede in Europa: due proposte paneuropee per aiutare i produttori a soddisfare i diversi requisiti imposti dalla legislazione dei singoli Paesi

3

Avvio del SISTRI per gli artigiani da marzo

4

Riciclo del fotovoltaico gli obblighi dal 14 febbraio

4 5

Riciclo navi e relitti navali - Contro i rischi dello smantellamento selvaggio il nuovo regolamento UE disciplina lo smaltimento

Energie rinnovabili ENERGIA 2013: calano i consumi in Italia, crescono le rinnovabili nel mondo

7

Storie di riciclo Orange Fiber - Gli eco-tessuti che profumano la pelle

9

Ambiente e Società “Growing Underground”: coltivare ortofrutta nei sotterranei di Londra

11

focus smart cities Logistica, energia e infomobilità: le chiavi per la città del futuro

13

30 linee guida per la trasformazione di centri urbani in Smart City

15

Santander, la smart city sperimentale

17

GLI SPECIALI Irene Sterpi e Stefano Signorini Centro Studi MatER e Consorzio LEAP

Che aria respiriamo?

19

ENEA brevetta un processo di recupero dei metalli preziosi dalle schede elettroniche Oro, argento, stagno, piombo e altri me‐ talli preziosi oggi si possono ricavare an‐ che in Italia dalle schede elettroniche dei computer dismessi, grazie ad una meto‐ dologia brevettata dall’Enea per il recupe‐ ro di questi materiali attraverso un pro‐ cesso assolutamente innovativo. Dai rifiu‐ ti elettrici ed elettronici (RAEE) si posso‐ no ricavare risorse fondamentali per la produzione di apparecchiature elettroni‐ che, la cui domanda è in continuo aumen‐ to. Un tesoro in termini economici e am‐ bientali perché I rifiuti elettrici ed elettro‐ nici possono essere quindi considerati delle vere e proprie ‘miniere urbane’ in quanto permettono di recuperare oro e stagno con estrema semplicità, in am‐ biente non necessariamente industriale. “I RAEE ‐ spiega l'Enea ‐ costituiscono un'importante fonte di approvvigiona‐ mento di materiali, che sono in gran parte monopolio dei Paesi produttori extraeu‐ ropei, soprattutto asiatici, ma che risulta‐ no particolarmente necessari al nostro Paese, visto che non dispone di sufficienti risorse minerarie per colmare le esigenze

produttive interne”. La metodologia dell’Enea utilizza un processo idrome‐ tallurgico quasi a temperatura ambien‐ te e si può eseguire in piccoli impianti: “comporta limitate emissioni in atmo‐ sfera ed è estremamente vantaggiosa rispetto ai grandi impianti pirometallur‐ gici utilizzati finora, che richiedono pro‐ cessi ad alta temperatura e sono più inquinanti”. Presso il Centro Enea Ca‐ saccia è in costruzione un impianto sperimentale per condurre delle cam‐ pagne dimostrative e che ha già susci‐ tato un grande interesse tra gli impren‐ ditori e i tecnici. La struttura sperimen‐ tale infatti è messa a disposizione delle imprese del settore dei RAEE, interes‐ sate alla realizzazione di centri di recu‐ pero dei materiali ad elevato valore ag‐ giunto. La configurazione è stata pro‐ gettata in maniera modulare, al fine di poter essere utilizzata anche per lo svi‐ luppo e l’ottimizzazione di tecnologie di processo utili al trattamento di ma‐ teriali di altro tipo, come le lampade a fluorescenza esauste o i monitor LCD.

RELOADER Magazine

n. 74 - febbraio 2014

00185 Roma - Viale Carlo Felice 89

Tel: +39 06 77.25.07.02 www.reloaderitalia.it

Fax: +39 06 70.49.04.79 info@reloaderitalia.it


Sommario Febbraio 2014

In Primo Piano

RAEE Succede in Europa: due proposte paneuropee per aiutare i produttori a soddisfare i diversi requisiti imposti dalla legislazione dei singoli Paesi

3

Avvio del SISTRI per gli artigiani da marzo

4

Riciclo del fotovoltaico gli obblighi dal 14 febbraio

4 5

Riciclo navi e relitti navali - Contro i rischi dello smantellamento selvaggio il nuovo regolamento UE disciplina lo smaltimento

Energie rinnovabili ENERGIA 2013: calano i consumi in Italia, crescono le rinnovabili nel mondo

7

Storie di riciclo Orange Fiber - Gli eco-tessuti che profumano la pelle

9

Ambiente e Società “Growing Underground”: coltivare ortofrutta nei sotterranei di Londra

11

focus smart cities Logistica, energia e infomobilità: le chiavi per la città del futuro

13

30 linee guida per la trasformazione di centri urbani in Smart City

15

Santander, la smart city sperimentale

17

GLI SPECIALI Irene Sterpi e Stefano Signorini Centro Studi MatER e Consorzio LEAP

Che aria respiriamo?

19

ENEA brevetta un processo di recupero dei metalli preziosi dalle schede elettroniche Oro, argento, stagno, piombo e altri me‐ talli preziosi oggi si possono ricavare an‐ che in Italia dalle schede elettroniche dei computer dismessi, grazie ad una meto‐ dologia brevettata dall’Enea per il recupe‐ ro di questi materiali attraverso un pro‐ cesso assolutamente innovativo. Dai rifiu‐ ti elettrici ed elettronici (RAEE) si posso‐ no ricavare risorse fondamentali per la produzione di apparecchiature elettroni‐ che, la cui domanda è in continuo aumen‐ to. Un tesoro in termini economici e am‐ bientali perché I rifiuti elettrici ed elettro‐ nici possono essere quindi considerati delle vere e proprie ‘miniere urbane’ in quanto permettono di recuperare oro e stagno con estrema semplicità, in am‐ biente non necessariamente industriale. “I RAEE ‐ spiega l'Enea ‐ costituiscono un'importante fonte di approvvigiona‐ mento di materiali, che sono in gran parte monopolio dei Paesi produttori extraeu‐ ropei, soprattutto asiatici, ma che risulta‐ no particolarmente necessari al nostro Paese, visto che non dispone di sufficienti risorse minerarie per colmare le esigenze

produttive interne”. La metodologia dell’Enea utilizza un processo idrome‐ tallurgico quasi a temperatura ambien‐ te e si può eseguire in piccoli impianti: “comporta limitate emissioni in atmo‐ sfera ed è estremamente vantaggiosa rispetto ai grandi impianti pirometallur‐ gici utilizzati finora, che richiedono pro‐ cessi ad alta temperatura e sono più inquinanti”. Presso il Centro Enea Ca‐ saccia è in costruzione un impianto sperimentale per condurre delle cam‐ pagne dimostrative e che ha già susci‐ tato un grande interesse tra gli impren‐ ditori e i tecnici. La struttura sperimen‐ tale infatti è messa a disposizione delle imprese del settore dei RAEE, interes‐ sate alla realizzazione di centri di recu‐ pero dei materiali ad elevato valore ag‐ giunto. La configurazione è stata pro‐ gettata in maniera modulare, al fine di poter essere utilizzata anche per lo svi‐ luppo e l’ottimizzazione di tecnologie di processo utili al trattamento di ma‐ teriali di altro tipo, come le lampade a fluorescenza esauste o i monitor LCD.

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n. 74 - febbraio 2014

00185 Roma - Viale Carlo Felice 89

Tel: +39 06 77.25.07.02 www.reloaderitalia.it

Fax: +39 06 70.49.04.79 info@reloaderitalia.it


RELOADER Magazine - Febbraio 2014

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Avvio del SISTRI per gli artigiani da marzo

RAEE Un pacchetto proposto da European Recycling Platform

Succede in Europa: due proposte paneuropee per aiutare i produttori a soddisfare i diversi requisiti imposti dalla legislazione dei singoli Paesi

Analoga offerta di servizi è stata presentata nello stesso ottobre dall’European Recycling Pla‐ tform, un altro grande sistema collettivo paneuropeo che conta 2.400 aziende produttrici di AEE. Presente in 14 Paesi, ERP propo‐

corretto ritiro e smal‐

ne alle aziende di affidarsi al suo

timento alla fine del

“Europe Plus Package” come so‐

loro ciclo di vita. Chri‐

luzione per produttori e impren‐

stian Ludwig, CEO di

ditori di prodotti elettrici ed elet‐

WEEE Europe AG, è

tronici obbligati a rispettare le

A dare notizia della sua istituzione con

certo che i servizi che la società ha in

normative in vigore e che voglio‐

un comunicato stampa del 15 gennaio

programma di offrire saranno ben ac‐

no prepararsi ai nuovi obblighi,

scorso è ReMedia, consorzio italiano

colti dal mercato: “Il costo amministra‐

che saranno imposti dall’UE a

per la gestione dei RAEE e membro

tivo per tutti i player è enorme, da chi si

partire dal 14 febbraio 2014. Si

fondatore del nuovo Ente con sede a

occupa di business di medio livello fino

legge sul sito: “Con la revisione

Monaco. WEEE Europe AG, fondata nel

agli enti principali. Il nostro obiettivo è

del pacchetto Europe Plus sarà

mese di ottobre 2013 da nove consorzi

semplificare i processi e offrire soluzioni

possibile per le aziende avere un

di diversi Paesi, è una rete che offre ser‐

efficaci per soddisfare i requisiti di regi‐

unico punto di riferimento per co‐

vizi ai produttori e ad altri attori del

strazione e di reporting di ogni nazione a

noscere gli obblighi di conformità

mercato europeo e sarà operativa dal

un prezzo competitivo”. L’iniziativa è

nella gestione dei RAEE oltre che

gennaio 2015. Si propone come unico

lodevole tanto ai fini della collaborazio‐

di pile e accumulatori, si potrà ri‐

referente al fine di ovviare alla disomo‐

ne tra enti europei (i 9 soci fondatori

chiedere consulenza specialistica

geneità delle norme con cui i produttori

operano in Danimarca, Francia, Gran

e si otterranno servizi specifici in

di ogni Paese devono confrontarsi: o‐

Bretagna, Italia, Paesi Bassi, Norvegia,

modo da favorire e garantire la

gni Stato ha stabilito infatti requisiti di‐

Svizzera e Spagna) quanto ai fini della

corretta gestione dei RAEE, delle

versi per quanto riguarda la registrazio‐

fornitura di supporto ai produttori per

pile e degli accumulatori con van‐

ne ed il reporting dell’immesso sul mer‐

conformarsi agli obblighi di legge impo‐

taggi ambientali ed economici no‐

cato di nuovi prodotti per assicurare il

sti dal proprio e da altri Paesi.

tevoli per l’intero continente”.

WEEE EUROPE, una joint-venture tra nove sistemi collettivi europei per il recupero dei RAEE

4

Dal 3 marzo 2014 scatterà l’obbligo di SISTRI anche per diverse categorie di piccoli artigiani al pari degli altri produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi già obbliga‐ ti ad utilizzare il sistema informatico per la tracciabilità dei rifiuti pericolosi. Si tratta di carrozzieri, elettrauto, parrucchieri, orafi se utilizzano acidi, tintorie, lavande‐ rie, impiantisti, fabbri e falegnami che effettuano anche verniciature, odontotecnici, metalmeccanici, autoffici‐ ne, tipografie, estetistica e così via. MUD 2014: nuovo modello di dichiarazione ambientale. Per questa serie di piccoli artigiani il SISTRI viaggerà in parallelo ai classici adempimenti cartacei costituiti da registri di carico/scarico e formulario di trasporto rifiuti fino al 1° agosto 2014, dopo di che il tracciamento tele‐ matico diventerà esclusivo.

Riciclo del fotovoltaico gli obblighi dal 14 febbraio La legislazione RAEE impone ai produttori di moduli FV l’obbligo di organizzare e di finanziare la gestione dei rifiuti derivanti dai loro prodotti. Le aziende fotovoltai‐ che dovranno:  registrarsi in tutti i Paesi UE nei quali sono considera‐ te Produttori;  comunicare periodicamente ai registri nazionali RAEE i moduli fotovoltaici venduti;  organizzare e finanziare lo smaltimento dei rifiuti dei loro moduli FV – individualmente o mediante un siste‐ ma collettivo riconosciuto;  informare i clienti finali delle modalità secondo le qua‐ li devono smaltire i loro moduli FV;  informare gli impianti di trattamento e riciclaggio del‐ la composizione dei loro prodotti e del potenziale utilizzo di materiali pericolosi;  contrassegnare i loro prodotti con un bidone dei rifiu‐ ti su ruote barrato con una croce. In Germania e Italia, attualmente i mercati fotovoltaici più grandi in Europa, i produttori dovranno aderire a sistemi di raccolta e riciclo che offrono servizi di confor‐ mità RAEE, riconosciuti dai governi nazionali e gestiti sia collettivamente che individualmente in regime di concorrenza.


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Avvio del SISTRI per gli artigiani da marzo

RAEE Un pacchetto proposto da European Recycling Platform

Succede in Europa: due proposte paneuropee per aiutare i produttori a soddisfare i diversi requisiti imposti dalla legislazione dei singoli Paesi

Analoga offerta di servizi è stata presentata nello stesso ottobre dall’European Recycling Pla‐ tform, un altro grande sistema collettivo paneuropeo che conta 2.400 aziende produttrici di AEE. Presente in 14 Paesi, ERP propo‐

corretto ritiro e smal‐

ne alle aziende di affidarsi al suo

timento alla fine del

“Europe Plus Package” come so‐

loro ciclo di vita. Chri‐

luzione per produttori e impren‐

stian Ludwig, CEO di

ditori di prodotti elettrici ed elet‐

WEEE Europe AG, è

tronici obbligati a rispettare le

A dare notizia della sua istituzione con

certo che i servizi che la società ha in

normative in vigore e che voglio‐

un comunicato stampa del 15 gennaio

programma di offrire saranno ben ac‐

no prepararsi ai nuovi obblighi,

scorso è ReMedia, consorzio italiano

colti dal mercato: “Il costo amministra‐

che saranno imposti dall’UE a

per la gestione dei RAEE e membro

tivo per tutti i player è enorme, da chi si

partire dal 14 febbraio 2014. Si

fondatore del nuovo Ente con sede a

occupa di business di medio livello fino

legge sul sito: “Con la revisione

Monaco. WEEE Europe AG, fondata nel

agli enti principali. Il nostro obiettivo è

del pacchetto Europe Plus sarà

mese di ottobre 2013 da nove consorzi

semplificare i processi e offrire soluzioni

possibile per le aziende avere un

di diversi Paesi, è una rete che offre ser‐

efficaci per soddisfare i requisiti di regi‐

unico punto di riferimento per co‐

vizi ai produttori e ad altri attori del

strazione e di reporting di ogni nazione a

noscere gli obblighi di conformità

mercato europeo e sarà operativa dal

un prezzo competitivo”. L’iniziativa è

nella gestione dei RAEE oltre che

gennaio 2015. Si propone come unico

lodevole tanto ai fini della collaborazio‐

di pile e accumulatori, si potrà ri‐

referente al fine di ovviare alla disomo‐

ne tra enti europei (i 9 soci fondatori

chiedere consulenza specialistica

geneità delle norme con cui i produttori

operano in Danimarca, Francia, Gran

e si otterranno servizi specifici in

di ogni Paese devono confrontarsi: o‐

Bretagna, Italia, Paesi Bassi, Norvegia,

modo da favorire e garantire la

gni Stato ha stabilito infatti requisiti di‐

Svizzera e Spagna) quanto ai fini della

corretta gestione dei RAEE, delle

versi per quanto riguarda la registrazio‐

fornitura di supporto ai produttori per

pile e degli accumulatori con van‐

ne ed il reporting dell’immesso sul mer‐

conformarsi agli obblighi di legge impo‐

taggi ambientali ed economici no‐

cato di nuovi prodotti per assicurare il

sti dal proprio e da altri Paesi.

tevoli per l’intero continente”.

WEEE EUROPE, una joint-venture tra nove sistemi collettivi europei per il recupero dei RAEE

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Dal 3 marzo 2014 scatterà l’obbligo di SISTRI anche per diverse categorie di piccoli artigiani al pari degli altri produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi già obbliga‐ ti ad utilizzare il sistema informatico per la tracciabilità dei rifiuti pericolosi. Si tratta di carrozzieri, elettrauto, parrucchieri, orafi se utilizzano acidi, tintorie, lavande‐ rie, impiantisti, fabbri e falegnami che effettuano anche verniciature, odontotecnici, metalmeccanici, autoffici‐ ne, tipografie, estetistica e così via. MUD 2014: nuovo modello di dichiarazione ambientale. Per questa serie di piccoli artigiani il SISTRI viaggerà in parallelo ai classici adempimenti cartacei costituiti da registri di carico/scarico e formulario di trasporto rifiuti fino al 1° agosto 2014, dopo di che il tracciamento tele‐ matico diventerà esclusivo.

Riciclo del fotovoltaico gli obblighi dal 14 febbraio La legislazione RAEE impone ai produttori di moduli FV l’obbligo di organizzare e di finanziare la gestione dei rifiuti derivanti dai loro prodotti. Le aziende fotovoltai‐ che dovranno:  registrarsi in tutti i Paesi UE nei quali sono considera‐ te Produttori;  comunicare periodicamente ai registri nazionali RAEE i moduli fotovoltaici venduti;  organizzare e finanziare lo smaltimento dei rifiuti dei loro moduli FV – individualmente o mediante un siste‐ ma collettivo riconosciuto;  informare i clienti finali delle modalità secondo le qua‐ li devono smaltire i loro moduli FV;  informare gli impianti di trattamento e riciclaggio del‐ la composizione dei loro prodotti e del potenziale utilizzo di materiali pericolosi;  contrassegnare i loro prodotti con un bidone dei rifiu‐ ti su ruote barrato con una croce. In Germania e Italia, attualmente i mercati fotovoltaici più grandi in Europa, i produttori dovranno aderire a sistemi di raccolta e riciclo che offrono servizi di confor‐ mità RAEE, riconosciuti dai governi nazionali e gestiti sia collettivamente che individualmente in regime di concorrenza.


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Riciclo navi e relitti navali

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colosi e sulla loro relativa gestione. Per ferma‐ re queste pratiche tanto rischiose, l'Europa ha dato il via libera alle nuove regole per l’eco‐

Contro i rischi dello smantellamento selvaggio il nuovo regolamento UE disciplina lo smaltimento Un tempo la rottamazione delle navi veniva svolta in cantieri altamente specializzati come quelli della Gran Bretagna, del Messico, della Spagna e del Brasile. Oggi invece le mete pre‐ ferite delle compagnie di navigazione per di‐ sfarsi delle vecchie carrette del mare, a prezzi stracciati, sembrano essere quelle del Sud dell'Asia. Paesi nei quali, oltre ad essere quasi assente ogni standard ambientale e di sicurez‐ za, il lavoro viene spesso svolto da migranti e da bambini. Questi si trovano a smantellare le navi privi di ogni mezzo di protezione, senza né guanti e né scarpe, senza caschi e senza ma‐ schere, insomma privi dei più elementari mezzi di sicurezza dai materiali nocivi e tossici con le quali le navi sono costruite, come l'amianto utilizzato per isolare le sale macchine, i metalli pesanti tra i quali il mercurio ed il piombo utiliz‐ zati per le batterie e la tribulitina (TBT), sostan‐ za altamente tossica usata sulle superfici delle navi esposte all’acqua per evitare incrostazioni e colonizzazione di organismi marini. Per dare un'idea del fenomeno, la ONG Shipbreaking Platform, coalizione globale di organizzazioni specializzate in ambiente, diritti umani e diritti dei lavoratori, ha stimato che nel 2013 delle 1.213 grosse navi commerciali destinate a fine vita ben 645 (il 40% di tutte queste navi sono di proprietà europea) sono state vendute a can‐ tieri che svolgono le loro attività direttamente sulle spiagge dell'India, del Bangladesh e del Pakistan. Queste spiagge si caratterizzano, ol‐ tre tutto, per una grande differenza tra la bas‐ sa e l'alta marea che non solo le rende instabili e incapaci di sopportare sia il peso dell'equi‐

paggiamento per il sollevamento di grossi pesi, sia il peso di attrezzature necessarie per le mi‐ sure di sicurezza e le emergenze, ma favorisce anche l’assorbimento dei composti inquinanti nell’ambiente costiero. La ONG ha stimato che nel 2013 tra i principali esportatori europei, gli armatori greci sono al primo posto con una percentuale di navi destinate al sud dell'Asia pari all'80%, seguiti dai tedeschi. Tra i proprieta‐ ri, denuncia ancora l'organizzazione, ci sono importanti compagnie come Danaos e Eurose‐ as (Grecia), Conti, Hapag‐Lloyd e Leonhardt & Blumberg (Germania). Altri armatori europei che continuano ad avere un triste record sono, la Mediterranean Shipping Company (MSC) con sede in Svizzera, con 9 navi demolite in In‐ dia, e Samy Ofer Group con sede a Monaco, con 13 navi smantellate in Bangladesh, Pakistan e India. Fuori dall'Europa le condizioni non so‐ no migliori, se si pensa che il 43% delle navi giapponesi sono approdate nelle spiagge asia‐ tiche. Meglio la Cina che preferisce smantellare le navi nei propri cantieri e, per incentivare questo, nel 2013, ha lanciato un programma di sussidio delle durata di tre anni, con il quale per ogni tonnellata di nave cargo o petroliera smantellata l'operatore cinese potrà ricevere un sussidio pari a 750 Yuan (91 euro). Va ricor‐ dato altresì che, se pur la Cina abbia messo al bando lo spiaggiamento delle navi e utilizzi un elevato livello di meccanizzazione, le preoccu‐ pazioni per il corretto smaltimento rimangono ancora elevate visto che non esistono sindacati indipendenti e il Paese difetta altresì di corret‐ te informazioni sul trattamento dei rifiuti peri‐

INDIA

smaltimento delle navi registrate nell’UE. Il re‐ golamento, pubblicato il 10 dicembre scorso sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione Europea (GUUE), modifica il regolamento del 2006 in merito alla Convenzione di Basilea sul controllo dei movimenti transfrontalieri di rifiuti perico‐ losi e del loro smaltimento e la direttiva relati‐ va al controllo da parte dello Stato di approdo. Il regolamento ha l'obiettivo di prevenire e di ridurre, gli effetti negativi causati dallo sman‐ tellamento delle navi e di rafforzare la sicurez‐ za, la protezione della salute umana e la tutela dell’ambiente marino dei Paesi dell'Unione Eu‐

6

ropea durante l’intero ciclo di vita della nave. Al fine di facilitare il controllo delle navi desti‐ nate allo smantellamento da parte dello Stato di cui la nave batte bandiera, il regolamento ha previsto l’istituzione di un elenco eu‐ ropeo di impianti che soddi‐ sfano i requisiti stabiliti, con pubblicazione sulla GUUE entro tre anni. Analogamen‐ te avviene per gli impianti situati in Paesi terzi: questi, per essere inclusi nell'elen‐ co, devono avere dei requisi‐ ti tali da poter assicurare un elevato grado di protezione della salute umana come dell’ambiente, grosso modo equivalente a quello esisten‐ te nell’Unione. Altre novità introdotte dal regolamento sono, la definizione dei re‐ quisiti specifici che una nave deve soddisfare prima di es‐ sere avviata allo smantella‐ mento (come ad esempio la riduzione dei rifiuti pericolo‐ si presenti a bordo); l'obbli‐ go da parte dell'armatore di notificare all'Unione Europe‐ a l'intenzione di avviare a fine vita una nave in modo da eliminare così, il difficile compito di determinare il momento in cui una nave diventa un rifiuto; e l'obbligo, sia per le navi comunitarie e sia per quelle non co‐ munitarie, di produrre un inventario dei mate‐ riali pericolosi quando entrano nei porti dell’UE. Per le nuovi navi le novità scatteranno dopo venti giorni dalla pubblicazione del rego‐ lamento nella GUUE, mentre quelle già in attivi‐ tà avranno sette anni di tempo a disposizione per adeguarsi. Comunque tutto il sistema do‐ vrebbe entrare complessivamente a regime entro il 2021. Maria Panzeca


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Riciclo navi e relitti navali

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colosi e sulla loro relativa gestione. Per ferma‐ re queste pratiche tanto rischiose, l'Europa ha dato il via libera alle nuove regole per l’eco‐

Contro i rischi dello smantellamento selvaggio il nuovo regolamento UE disciplina lo smaltimento Un tempo la rottamazione delle navi veniva svolta in cantieri altamente specializzati come quelli della Gran Bretagna, del Messico, della Spagna e del Brasile. Oggi invece le mete pre‐ ferite delle compagnie di navigazione per di‐ sfarsi delle vecchie carrette del mare, a prezzi stracciati, sembrano essere quelle del Sud dell'Asia. Paesi nei quali, oltre ad essere quasi assente ogni standard ambientale e di sicurez‐ za, il lavoro viene spesso svolto da migranti e da bambini. Questi si trovano a smantellare le navi privi di ogni mezzo di protezione, senza né guanti e né scarpe, senza caschi e senza ma‐ schere, insomma privi dei più elementari mezzi di sicurezza dai materiali nocivi e tossici con le quali le navi sono costruite, come l'amianto utilizzato per isolare le sale macchine, i metalli pesanti tra i quali il mercurio ed il piombo utiliz‐ zati per le batterie e la tribulitina (TBT), sostan‐ za altamente tossica usata sulle superfici delle navi esposte all’acqua per evitare incrostazioni e colonizzazione di organismi marini. Per dare un'idea del fenomeno, la ONG Shipbreaking Platform, coalizione globale di organizzazioni specializzate in ambiente, diritti umani e diritti dei lavoratori, ha stimato che nel 2013 delle 1.213 grosse navi commerciali destinate a fine vita ben 645 (il 40% di tutte queste navi sono di proprietà europea) sono state vendute a can‐ tieri che svolgono le loro attività direttamente sulle spiagge dell'India, del Bangladesh e del Pakistan. Queste spiagge si caratterizzano, ol‐ tre tutto, per una grande differenza tra la bas‐ sa e l'alta marea che non solo le rende instabili e incapaci di sopportare sia il peso dell'equi‐

paggiamento per il sollevamento di grossi pesi, sia il peso di attrezzature necessarie per le mi‐ sure di sicurezza e le emergenze, ma favorisce anche l’assorbimento dei composti inquinanti nell’ambiente costiero. La ONG ha stimato che nel 2013 tra i principali esportatori europei, gli armatori greci sono al primo posto con una percentuale di navi destinate al sud dell'Asia pari all'80%, seguiti dai tedeschi. Tra i proprieta‐ ri, denuncia ancora l'organizzazione, ci sono importanti compagnie come Danaos e Eurose‐ as (Grecia), Conti, Hapag‐Lloyd e Leonhardt & Blumberg (Germania). Altri armatori europei che continuano ad avere un triste record sono, la Mediterranean Shipping Company (MSC) con sede in Svizzera, con 9 navi demolite in In‐ dia, e Samy Ofer Group con sede a Monaco, con 13 navi smantellate in Bangladesh, Pakistan e India. Fuori dall'Europa le condizioni non so‐ no migliori, se si pensa che il 43% delle navi giapponesi sono approdate nelle spiagge asia‐ tiche. Meglio la Cina che preferisce smantellare le navi nei propri cantieri e, per incentivare questo, nel 2013, ha lanciato un programma di sussidio delle durata di tre anni, con il quale per ogni tonnellata di nave cargo o petroliera smantellata l'operatore cinese potrà ricevere un sussidio pari a 750 Yuan (91 euro). Va ricor‐ dato altresì che, se pur la Cina abbia messo al bando lo spiaggiamento delle navi e utilizzi un elevato livello di meccanizzazione, le preoccu‐ pazioni per il corretto smaltimento rimangono ancora elevate visto che non esistono sindacati indipendenti e il Paese difetta altresì di corret‐ te informazioni sul trattamento dei rifiuti peri‐

INDIA

smaltimento delle navi registrate nell’UE. Il re‐ golamento, pubblicato il 10 dicembre scorso sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione Europea (GUUE), modifica il regolamento del 2006 in merito alla Convenzione di Basilea sul controllo dei movimenti transfrontalieri di rifiuti perico‐ losi e del loro smaltimento e la direttiva relati‐ va al controllo da parte dello Stato di approdo. Il regolamento ha l'obiettivo di prevenire e di ridurre, gli effetti negativi causati dallo sman‐ tellamento delle navi e di rafforzare la sicurez‐ za, la protezione della salute umana e la tutela dell’ambiente marino dei Paesi dell'Unione Eu‐

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ropea durante l’intero ciclo di vita della nave. Al fine di facilitare il controllo delle navi desti‐ nate allo smantellamento da parte dello Stato di cui la nave batte bandiera, il regolamento ha previsto l’istituzione di un elenco eu‐ ropeo di impianti che soddi‐ sfano i requisiti stabiliti, con pubblicazione sulla GUUE entro tre anni. Analogamen‐ te avviene per gli impianti situati in Paesi terzi: questi, per essere inclusi nell'elen‐ co, devono avere dei requisi‐ ti tali da poter assicurare un elevato grado di protezione della salute umana come dell’ambiente, grosso modo equivalente a quello esisten‐ te nell’Unione. Altre novità introdotte dal regolamento sono, la definizione dei re‐ quisiti specifici che una nave deve soddisfare prima di es‐ sere avviata allo smantella‐ mento (come ad esempio la riduzione dei rifiuti pericolo‐ si presenti a bordo); l'obbli‐ go da parte dell'armatore di notificare all'Unione Europe‐ a l'intenzione di avviare a fine vita una nave in modo da eliminare così, il difficile compito di determinare il momento in cui una nave diventa un rifiuto; e l'obbligo, sia per le navi comunitarie e sia per quelle non co‐ munitarie, di produrre un inventario dei mate‐ riali pericolosi quando entrano nei porti dell’UE. Per le nuovi navi le novità scatteranno dopo venti giorni dalla pubblicazione del rego‐ lamento nella GUUE, mentre quelle già in attivi‐ tà avranno sette anni di tempo a disposizione per adeguarsi. Comunque tutto il sistema do‐ vrebbe entrare complessivamente a regime entro il 2021. Maria Panzeca


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Energie rinnovabili ENERGIA 2013: calano i consumi in Italia, crescono le rinnovabili nel mondo la produzione nazionale netta è diminui‐ Per il secondo anno consecutivo cala la ta del 3,6% rispetto al 2012, ma si sono domanda di energia elettrica in Italia. E' registrati aumenti significativi nella pro‐ quanto emerge dai dati provvisori ela‐ duzione elettrica dalle fonti rinnovabili: borati da Terna ‐ operatore di reti per la idroelettrico +21,4%, fotovoltaico +18,9%, trasmissione dell'energia elettrica, sul eolico +11,6% e geotermico +1%. Questi fabbisogno dell'anno 2013. Nello scorso aumenti controbilanciano il calo del 12% anno, infatti, sono stati richiesti 317,1 TWh con una flessione del 3,4% rispetto della produzione da fonti termoelettri‐ al 2012, che si somma a quella dell'1,9% che. Che il 2013 fosse l'anno delle rinno‐ vabili lo hanno confermato anche i dati segnato proprio nel 2012. Tuttavia la rea‐ le diminuzione della do‐ manda è pari al 3,1% perché è necessario considerare che il 2012, essendo bisestile, ave‐ va un giorno lavorativo in più rispetto all'anno appena trascorso. Oltre ai dati, la società ha ri‐ portato anche delle sti‐ Centrale geotermica Chiusdino 1 ‐ Siena, inaugurata nel 2011 me secondo le quali la gran parte della richie‐ sta (86,7%) è stata soddisfatta mediante di Enel Green Power, relativi agli impian‐ la produzione elettrica nazionale e nello ti geotermici della regione Toscana che, specifico: il 56,8% dall'energia termoe‐ nel 2012, hanno prodotto più di 5.235 lettrica, il 16,5% dall'idroelettrica, il 7% GW, e sono riusciti a soddisfare il 26,5% dalla fotovoltaica, il 4,7% dall'eolica, e del fabbisogno energetico della Tosca‐ l'1,7% dalla geotermica. Il rimanente na. Un risultato che, secondo i tecnici 13,3% è invece stato importato dall'este‐ dell'azienda, potrebbe essere stato su‐ perato nel 2013 (dati non ancora dispo‐ ro. Dall'analisi di questi dati emerge che

RELOADER Magazine - Febbraio 2014

nibili), vista l'importanza strategica della geotermia nell'ambito della re‐ gione. L'incremento della produzione di energia dalle fonti rinnovabili tutta‐ via non è un fenomeno strettamente nazionale. In Spagna, ad esempio, l'e‐ olico è diventata la prima fonte ener‐ getica nazionale (21,1%) superando il nucleare, grazie ad una crescita del 12% rispetto al 2012. Nel complesso le rinnovabili spagnole hanno coperto il 49,1% della capacità totale installata. Non è da meno il Regno Unito in cui, nel solo mese di dicembre scorso, dai parchi eolici sono stati prodotti ben 2,84 TWh, sufficienti per alimentare più di 5,7 milioni di case. Un settore, quello dell'eolico made in UK, che ha incrementato la sua capacità installa‐ ta, fino a raggiungere, nel giugno 2013, i 9.710 MW rispetto ai 6.856 MW dell'anno precedente.

8

I parchi eolici nel Regno Unito hanno generato una quantità record di energia elettrica nel mese di dicembre 2013, per un totale di 2.841.080 megawattora, sufficienti per alimentare più di 5,7 milioni di case. Fonte: RenewableUK

Un capitolo a parte merita il fotovoltai‐ co, che nello scorso anno ha superato la soglia dei 2.026 GW di potenza installa‐ ta. La domanda mondiale è cresciuta dai 30 GW del 2012 ai 36 GW del 2013. I dati sono forniti dai ricercatori di NPD Solar‐ buzz, i quali hanno anche rilevato come il mercato del solare fotovoltaico su lar‐ ga scala nel 2013 sia stato costituito da progetti su tetto di dimensioni superiori a 100 kW e da progetti di impianti mon‐ tati a terra. Come sempre i Paesi ‘traino’ di questa fonte di energia sono la Cina,

gli USA e il Giappone che, da soli, hanno raggiunto il 60% della produzione foto‐ voltaica mondiale legata ai grandi im‐ pianti. La previsione per il 2014 indica che il fotovoltaico su larga scala conti‐ nuerà a crescere, tanto che circa il 75 % della nuova capacità solare aggiunta proverrà da questo segmento. In tema di fotovoltaico il 2013 è stato caratteriz‐ zato dalla continua evoluzione della tec‐ nologia impiegata, alla ricerca di mate‐ riali sempre più efficienti, economici ed ecocompatibili. Mirko Turchetti


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Energie rinnovabili ENERGIA 2013: calano i consumi in Italia, crescono le rinnovabili nel mondo la produzione nazionale netta è diminui‐ Per il secondo anno consecutivo cala la ta del 3,6% rispetto al 2012, ma si sono domanda di energia elettrica in Italia. E' registrati aumenti significativi nella pro‐ quanto emerge dai dati provvisori ela‐ duzione elettrica dalle fonti rinnovabili: borati da Terna ‐ operatore di reti per la idroelettrico +21,4%, fotovoltaico +18,9%, trasmissione dell'energia elettrica, sul eolico +11,6% e geotermico +1%. Questi fabbisogno dell'anno 2013. Nello scorso aumenti controbilanciano il calo del 12% anno, infatti, sono stati richiesti 317,1 TWh con una flessione del 3,4% rispetto della produzione da fonti termoelettri‐ al 2012, che si somma a quella dell'1,9% che. Che il 2013 fosse l'anno delle rinno‐ vabili lo hanno confermato anche i dati segnato proprio nel 2012. Tuttavia la rea‐ le diminuzione della do‐ manda è pari al 3,1% perché è necessario considerare che il 2012, essendo bisestile, ave‐ va un giorno lavorativo in più rispetto all'anno appena trascorso. Oltre ai dati, la società ha ri‐ portato anche delle sti‐ Centrale geotermica Chiusdino 1 ‐ Siena, inaugurata nel 2011 me secondo le quali la gran parte della richie‐ sta (86,7%) è stata soddisfatta mediante di Enel Green Power, relativi agli impian‐ la produzione elettrica nazionale e nello ti geotermici della regione Toscana che, specifico: il 56,8% dall'energia termoe‐ nel 2012, hanno prodotto più di 5.235 lettrica, il 16,5% dall'idroelettrica, il 7% GW, e sono riusciti a soddisfare il 26,5% dalla fotovoltaica, il 4,7% dall'eolica, e del fabbisogno energetico della Tosca‐ l'1,7% dalla geotermica. Il rimanente na. Un risultato che, secondo i tecnici 13,3% è invece stato importato dall'este‐ dell'azienda, potrebbe essere stato su‐ perato nel 2013 (dati non ancora dispo‐ ro. Dall'analisi di questi dati emerge che

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nibili), vista l'importanza strategica della geotermia nell'ambito della re‐ gione. L'incremento della produzione di energia dalle fonti rinnovabili tutta‐ via non è un fenomeno strettamente nazionale. In Spagna, ad esempio, l'e‐ olico è diventata la prima fonte ener‐ getica nazionale (21,1%) superando il nucleare, grazie ad una crescita del 12% rispetto al 2012. Nel complesso le rinnovabili spagnole hanno coperto il 49,1% della capacità totale installata. Non è da meno il Regno Unito in cui, nel solo mese di dicembre scorso, dai parchi eolici sono stati prodotti ben 2,84 TWh, sufficienti per alimentare più di 5,7 milioni di case. Un settore, quello dell'eolico made in UK, che ha incrementato la sua capacità installa‐ ta, fino a raggiungere, nel giugno 2013, i 9.710 MW rispetto ai 6.856 MW dell'anno precedente.

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I parchi eolici nel Regno Unito hanno generato una quantità record di energia elettrica nel mese di dicembre 2013, per un totale di 2.841.080 megawattora, sufficienti per alimentare più di 5,7 milioni di case. Fonte: RenewableUK

Un capitolo a parte merita il fotovoltai‐ co, che nello scorso anno ha superato la soglia dei 2.026 GW di potenza installa‐ ta. La domanda mondiale è cresciuta dai 30 GW del 2012 ai 36 GW del 2013. I dati sono forniti dai ricercatori di NPD Solar‐ buzz, i quali hanno anche rilevato come il mercato del solare fotovoltaico su lar‐ ga scala nel 2013 sia stato costituito da progetti su tetto di dimensioni superiori a 100 kW e da progetti di impianti mon‐ tati a terra. Come sempre i Paesi ‘traino’ di questa fonte di energia sono la Cina,

gli USA e il Giappone che, da soli, hanno raggiunto il 60% della produzione foto‐ voltaica mondiale legata ai grandi im‐ pianti. La previsione per il 2014 indica che il fotovoltaico su larga scala conti‐ nuerà a crescere, tanto che circa il 75 % della nuova capacità solare aggiunta proverrà da questo segmento. In tema di fotovoltaico il 2013 è stato caratteriz‐ zato dalla continua evoluzione della tec‐ nologia impiegata, alla ricerca di mate‐ riali sempre più efficienti, economici ed ecocompatibili. Mirko Turchetti


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Storie di Riciclo

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10

“Prendetevi un minuto ed immaginate tutti

laureata in economia e management, Stefa‐

gli scarti industriali di trasformazione agrumi‐

nia Cauzo, laureata in economia aziendale, e

cola (in media ogni anno in Italia il 30% della

Manfredi Grimaldi, esperto di economia agro‐

produzione di arance finisce al macero ‐ NdR)

alimentare.

trasformati in un tessile sosteni‐ bile e biodegradabile che fun‐ zioni come una crema cosmeti‐ ca e vitaminica da indossare, per creare innumerevoli colle‐ zioni per consumatori responsa‐ bili: questo è il nostro sogno, e vogliamo realizzarlo a partire dalla nostra terra, la Sicilia” ha dichiarato Adriana Santanocito, che ha portato avanti la sua tesi a Milano e ha quindi brevettato l’idea assieme al Politecnico del capoluogo lombardo. Nel team, oltre ad Adriana ed Enrica, ci sono anche Paola Bonaccorsi,

Gli eco-tessuti che profumano la pelle

Gli eco tessuti della start up Orange fiber so‐

ca, sostiene Enrica Arena: “I capi funzionano

no assolutamente innovativi perché vengono

un po’ come una crema per il corpo: una vol‐

prodotti dagli scarti degli agrumi, sono biode‐

ta indossati, rilasciano sulla pelle le sostanze

gradabili e rilasciano sulla pelle oltre alla fra‐

contenute nelle microcapsule. Gli agrumi han‐

granza anche vitamina C. L’idea è tutta italia‐

no proprietà anti‐ossidanti, ma bisogna anche

na, le autrici due giovani catanesi Adriana

ricordare che la vitamina C è una delle più vo‐

Santanocito e Enrica Arena. Tra gli agrumi ed i

latili: grazie al nostro progetto, sarà più facile

tessuti, le nanotecnologie: le proprietà delle

garantirne il fabbisogno giornaliero”. In can‐

arance vengono immagazzinate in microcap‐

tiere ci sono già una collezione di dieci capi e

sule da fissare sul tessuto. Resistono fino a 40

una collaborazione con associazioni di donne

lavaggi. In gergo, si definiscono tessuti co‐

in difficoltà e persone svantaggiate per la rea‐

smetici. Ma l’applicazione non è solo cosmeti‐

lizzazione degli abiti.

La Orange fiber ha conquistato il podio del campionato mondiale 2013 delle industrie creative a Copenaghen. I 5 finalisti, rappresentanti di più di 40 Paesi, dall’Austria all’Arabia Saudita, si sono contesi il titolo di migliore azienda creativa al mondo.


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Storie di Riciclo

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“Prendetevi un minuto ed immaginate tutti

laureata in economia e management, Stefa‐

gli scarti industriali di trasformazione agrumi‐

nia Cauzo, laureata in economia aziendale, e

cola (in media ogni anno in Italia il 30% della

Manfredi Grimaldi, esperto di economia agro‐

produzione di arance finisce al macero ‐ NdR)

alimentare.

trasformati in un tessile sosteni‐ bile e biodegradabile che fun‐ zioni come una crema cosmeti‐ ca e vitaminica da indossare, per creare innumerevoli colle‐ zioni per consumatori responsa‐ bili: questo è il nostro sogno, e vogliamo realizzarlo a partire dalla nostra terra, la Sicilia” ha dichiarato Adriana Santanocito, che ha portato avanti la sua tesi a Milano e ha quindi brevettato l’idea assieme al Politecnico del capoluogo lombardo. Nel team, oltre ad Adriana ed Enrica, ci sono anche Paola Bonaccorsi,

Gli eco-tessuti che profumano la pelle

Gli eco tessuti della start up Orange fiber so‐

ca, sostiene Enrica Arena: “I capi funzionano

no assolutamente innovativi perché vengono

un po’ come una crema per il corpo: una vol‐

prodotti dagli scarti degli agrumi, sono biode‐

ta indossati, rilasciano sulla pelle le sostanze

gradabili e rilasciano sulla pelle oltre alla fra‐

contenute nelle microcapsule. Gli agrumi han‐

granza anche vitamina C. L’idea è tutta italia‐

no proprietà anti‐ossidanti, ma bisogna anche

na, le autrici due giovani catanesi Adriana

ricordare che la vitamina C è una delle più vo‐

Santanocito e Enrica Arena. Tra gli agrumi ed i

latili: grazie al nostro progetto, sarà più facile

tessuti, le nanotecnologie: le proprietà delle

garantirne il fabbisogno giornaliero”. In can‐

arance vengono immagazzinate in microcap‐

tiere ci sono già una collezione di dieci capi e

sule da fissare sul tessuto. Resistono fino a 40

una collaborazione con associazioni di donne

lavaggi. In gergo, si definiscono tessuti co‐

in difficoltà e persone svantaggiate per la rea‐

smetici. Ma l’applicazione non è solo cosmeti‐

lizzazione degli abiti.

La Orange fiber ha conquistato il podio del campionato mondiale 2013 delle industrie creative a Copenaghen. I 5 finalisti, rappresentanti di più di 40 Paesi, dall’Austria all’Arabia Saudita, si sono contesi il titolo di migliore azienda creativa al mondo.


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11

Ambiente e società bombardamento della capita‐ le britannica, risalenti alla se‐ conda guerra mondiale, è sta‐ to convertito alla coltivazione ecosostenibile di prodotti

“Growing Underground” coltivare ortofrutta nei sotterranei di Londra metropoli cosmopolita, cro‐ cevia di culture, in perenne fermento tra tradizione e in‐ novazione. E così uno degli otto rifugi sotterranei anti

agroalimentari freschi per l’approvvigionamento a Km Zero di supermercati e risto‐ ranti londinesi, come pure del vicino mercato di New

independent.co.uk

Covent Garden. A poche centinaia di me‐ tri dalla stazione della metropolitana di Clapham North, sorge un cancello con luc‐ chetto. Dietro il cancello si intravede un buio ingresso umido con una scala a chioc‐ ciola che porta a 33 metri sottoterra, ad una serie di gallerie nel complesso abba‐ stanza grandi da contenere 8.000 persone e rimaste praticamente inutilizzate fino ad ora. Alla fine di un tunnel arriva un baglio‐ re rosa‐viola da dietro teli di plastica bian‐ ca, sotto i quali si allungano file ordinate di piante, il cui gusto è stato apprezzato niente meno che da Michel Roux, Chef a due stelle Michelin che è anche uno dei protagonisti del famoso programma tele‐ visivo “Masterchef”. Grazie alla profondi‐ tà, i tunnel godono di una temperatura stabile di circa 16°C durante l’intero anno, permettendo alla fattoria urbana sotterra‐ nea di non interrompere mai la produzio‐ ne. Speciali luci al LED (che emanando un po’ di calore portano la temperatura a 20° C, perfetta per la coltivazione) e impianti per la coltura idroponica assicurano la cre‐ scita delle piante anche in mancanza di lu‐ ce solare diretta, mentre l’energia neces‐ saria al funzionamento della struttura pro‐ viene unicamente da fonti rinnovabili. Il progetto è stato sviluppato da Steven Dring insieme al suo amico e socio in affari Richard Ballard: accuratamente testato e studiato per 18 mesi nello Yorkshire, ha prodotto poi, grazie ad un investimento iniziale di 50.000 £, la realizzazione di una piccola parte della fattoria urbana sotter‐ ranea destinata alle sperimentazioni, che

12

independent.co.uk

Londra non si smentisce. Le idee più all'avanguardia, a volte rivoluzionarie e spesso stravaganti, non possono che nascere e crescere in questa

RELOADER Magazine - Febbraio 2014

Richard Ballard e Steven Dring

si può visitare ed è già in parziale produzione. Una volta completata, Growing Underground occuperà ol‐ tre 2,5 ettari e sarà strutturata nei sotterranei in tre strati sovrapposti, per consentire la crescita contempo‐ ranea delle piante. Il consumo di e‐ nergia sarà ridotto al minimo e sa‐ ranno installati filtri speciali per man‐ tenere i tunnel privi di parassiti, eli‐ minando la necessità di pesticidi. I due giovani imprenditori stanno ora raccogliendo finanziamenti, tramite il sito di crowdfunding Crowdcube, necessari al completamento ed alla messa in opera definitiva. M. M.


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Ambiente e società bombardamento della capita‐ le britannica, risalenti alla se‐ conda guerra mondiale, è sta‐ to convertito alla coltivazione ecosostenibile di prodotti

“Growing Underground” coltivare ortofrutta nei sotterranei di Londra metropoli cosmopolita, cro‐ cevia di culture, in perenne fermento tra tradizione e in‐ novazione. E così uno degli otto rifugi sotterranei anti

agroalimentari freschi per l’approvvigionamento a Km Zero di supermercati e risto‐ ranti londinesi, come pure del vicino mercato di New

independent.co.uk

Covent Garden. A poche centinaia di me‐ tri dalla stazione della metropolitana di Clapham North, sorge un cancello con luc‐ chetto. Dietro il cancello si intravede un buio ingresso umido con una scala a chioc‐ ciola che porta a 33 metri sottoterra, ad una serie di gallerie nel complesso abba‐ stanza grandi da contenere 8.000 persone e rimaste praticamente inutilizzate fino ad ora. Alla fine di un tunnel arriva un baglio‐ re rosa‐viola da dietro teli di plastica bian‐ ca, sotto i quali si allungano file ordinate di piante, il cui gusto è stato apprezzato niente meno che da Michel Roux, Chef a due stelle Michelin che è anche uno dei protagonisti del famoso programma tele‐ visivo “Masterchef”. Grazie alla profondi‐ tà, i tunnel godono di una temperatura stabile di circa 16°C durante l’intero anno, permettendo alla fattoria urbana sotterra‐ nea di non interrompere mai la produzio‐ ne. Speciali luci al LED (che emanando un po’ di calore portano la temperatura a 20° C, perfetta per la coltivazione) e impianti per la coltura idroponica assicurano la cre‐ scita delle piante anche in mancanza di lu‐ ce solare diretta, mentre l’energia neces‐ saria al funzionamento della struttura pro‐ viene unicamente da fonti rinnovabili. Il progetto è stato sviluppato da Steven Dring insieme al suo amico e socio in affari Richard Ballard: accuratamente testato e studiato per 18 mesi nello Yorkshire, ha prodotto poi, grazie ad un investimento iniziale di 50.000 £, la realizzazione di una piccola parte della fattoria urbana sotter‐ ranea destinata alle sperimentazioni, che

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independent.co.uk

Londra non si smentisce. Le idee più all'avanguardia, a volte rivoluzionarie e spesso stravaganti, non possono che nascere e crescere in questa

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Richard Ballard e Steven Dring

si può visitare ed è già in parziale produzione. Una volta completata, Growing Underground occuperà ol‐ tre 2,5 ettari e sarà strutturata nei sotterranei in tre strati sovrapposti, per consentire la crescita contempo‐ ranea delle piante. Il consumo di e‐ nergia sarà ridotto al minimo e sa‐ ranno installati filtri speciali per man‐ tenere i tunnel privi di parassiti, eli‐ minando la necessità di pesticidi. I due giovani imprenditori stanno ora raccogliendo finanziamenti, tramite il sito di crowdfunding Crowdcube, necessari al completamento ed alla messa in opera definitiva. M. M.


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focu ocuss

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treranno in contatto con la città, in primis quin‐

a e infomobilità per quanto riguarda il proprio

di dei suoi cittadini. La città dovrà essere in gra‐

obiettivo in vista dell’Expo 2015. Una tra le pri‐

do di gestire in modo sostenibile la mobilità

me idee è stata quella di creare un sistema di

grazie a dei servizi innovativi di monitoraggio,

distribuzione dei medicinali alle farmacie per

analisi, pianificazione e gestione dei flussi dei

mezzo di veicoli elettrici. Il Consiglio Comunale

cittadini e dei mezzi. E dovrà anche essere in

di Torino ha dato il via libera alla realizzazione

grado di sfruttare tutte le moderne tecnologie

del masterplan “Torino Smart City”, un pro‐

per il risparmio energetico e, in generale, per la

gramma strutturato in 45 azioni denominato

riduzione degli impatti ambientali prodotti dal‐

“Smile – Smart Inclusion Life Health and E‐

la presenza e dalle attività di migliaia di perso‐

nergy”. Numerosi i temi affrontati nel piano,

ne. Il bisogno urgente di rileggere tutti i pro‐ cessi vitali e nevralgici del vivere sociale, per migliorare in modo radicale tanto la qualità del‐ la vita quanto lo sviluppo sociale ed economi‐ co, è stato l'obiettivo dell'evento ‘Progettare le Smart City: fornitori di tecnologie e stakehol‐ der a confronto per costruire le città del futuro’ che si è tenuto lo scorso dicembre a Milano. Durante la giornata l'ANIE, Azienda Na‐ zionale Imprese Elettroniche, ha posto all’attenzione il ruolo centrale che le tecnolo‐ gie prodotte dalle imprese elettroniche ed elet‐ trotecniche potranno ricoprire in questa gran‐ de trasformazione e la necessità di smettere di discutere circa ciò che potrebbe essere fatto di abitanti che va dalle 100.000 alle 500.000

per la realizzazione della Smart City e di iniziare

persone e quasi il 10% vive in delle megalopoli

a renderla un concetto concreto. Eppure in Ita‐

con una popolazione di 10 milioni di abitanti o

lia qualche buon esempio della volontà di co‐

anche più, secondo le stime delle Nazioni Unite

struire edifici e città interamente ecosostenibili

entro il 2030 sei persone su dieci vivranno in

ci sono e sono rappresentate dalle città di Ge‐

una città e nel 2050 queste arriveranno a sette.

nova, Milano e Torino. Nel 2012 Genova, a se‐

Le città siano esse piccole o grandi dovranno,

guito dell’approvazione di tre progetti in bandi

quindi, essere in grado di offrire delle migliori

europei, ha ottenuto un finanziamento di 6 mi‐

qualità di vita, delle migliori condizioni per

lioni di euro grazie ai quali nei prossimi 5 anni si

Nel corso dell’ultimo decennio l'attenzione ai

l’attività economica e dovranno essere in gra‐

potranno creare sistemi di riscaldamento inno‐

temi dello sviluppo e della crescita delle città

do, anche, di ridurre sia il costo dei servizi pub‐

vativi, modelli di pianificazione del trasporto

sono diventati sempre più al centro dell'inte‐

blici sia le spese per le infrastrutture sociali,

pubblico e privato, migliorie in tema di tecni‐

resse di autorevoli enti di ricerca, università,

senza però ridurne la qualità. Come sarà possi‐

che costruttive di nuovi edifici. L’obiettivo è

istituzioni e aziende europee ed extraeuropee.

bile tutto questo? grazie allo sviluppo delle

semplice quanto lungimirante: abbattere dra‐

Questo perché il processo di inurbamento non

Smart City. La creazione di una città intelligen‐

sticamente di circa un quarto le emissioni citta‐

conosce soste: se oggi circa la metà delle po‐

te permetterà, infatti, di semplificare e miglio‐

dine climalteranti entro l’anno 2020. Anche Mi‐

polazione mondiale vive in città con un numero

rare le condizioni di vita di tutti coloro che en‐

lano ha messo in pole position logistica, energi‐

Logistica, energia e infomobilità: le chiavi per la città del futuro

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focu ocuss

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treranno in contatto con la città, in primis quin‐

a e infomobilità per quanto riguarda il proprio

di dei suoi cittadini. La città dovrà essere in gra‐

obiettivo in vista dell’Expo 2015. Una tra le pri‐

do di gestire in modo sostenibile la mobilità

me idee è stata quella di creare un sistema di

grazie a dei servizi innovativi di monitoraggio,

distribuzione dei medicinali alle farmacie per

analisi, pianificazione e gestione dei flussi dei

mezzo di veicoli elettrici. Il Consiglio Comunale

cittadini e dei mezzi. E dovrà anche essere in

di Torino ha dato il via libera alla realizzazione

grado di sfruttare tutte le moderne tecnologie

del masterplan “Torino Smart City”, un pro‐

per il risparmio energetico e, in generale, per la

gramma strutturato in 45 azioni denominato

riduzione degli impatti ambientali prodotti dal‐

“Smile – Smart Inclusion Life Health and E‐

la presenza e dalle attività di migliaia di perso‐

nergy”. Numerosi i temi affrontati nel piano,

ne. Il bisogno urgente di rileggere tutti i pro‐ cessi vitali e nevralgici del vivere sociale, per migliorare in modo radicale tanto la qualità del‐ la vita quanto lo sviluppo sociale ed economi‐ co, è stato l'obiettivo dell'evento ‘Progettare le Smart City: fornitori di tecnologie e stakehol‐ der a confronto per costruire le città del futuro’ che si è tenuto lo scorso dicembre a Milano. Durante la giornata l'ANIE, Azienda Na‐ zionale Imprese Elettroniche, ha posto all’attenzione il ruolo centrale che le tecnolo‐ gie prodotte dalle imprese elettroniche ed elet‐ trotecniche potranno ricoprire in questa gran‐ de trasformazione e la necessità di smettere di discutere circa ciò che potrebbe essere fatto di abitanti che va dalle 100.000 alle 500.000

per la realizzazione della Smart City e di iniziare

persone e quasi il 10% vive in delle megalopoli

a renderla un concetto concreto. Eppure in Ita‐

con una popolazione di 10 milioni di abitanti o

lia qualche buon esempio della volontà di co‐

anche più, secondo le stime delle Nazioni Unite

struire edifici e città interamente ecosostenibili

entro il 2030 sei persone su dieci vivranno in

ci sono e sono rappresentate dalle città di Ge‐

una città e nel 2050 queste arriveranno a sette.

nova, Milano e Torino. Nel 2012 Genova, a se‐

Le città siano esse piccole o grandi dovranno,

guito dell’approvazione di tre progetti in bandi

quindi, essere in grado di offrire delle migliori

europei, ha ottenuto un finanziamento di 6 mi‐

qualità di vita, delle migliori condizioni per

lioni di euro grazie ai quali nei prossimi 5 anni si

Nel corso dell’ultimo decennio l'attenzione ai

l’attività economica e dovranno essere in gra‐

potranno creare sistemi di riscaldamento inno‐

temi dello sviluppo e della crescita delle città

do, anche, di ridurre sia il costo dei servizi pub‐

vativi, modelli di pianificazione del trasporto

sono diventati sempre più al centro dell'inte‐

blici sia le spese per le infrastrutture sociali,

pubblico e privato, migliorie in tema di tecni‐

resse di autorevoli enti di ricerca, università,

senza però ridurne la qualità. Come sarà possi‐

che costruttive di nuovi edifici. L’obiettivo è

istituzioni e aziende europee ed extraeuropee.

bile tutto questo? grazie allo sviluppo delle

semplice quanto lungimirante: abbattere dra‐

Questo perché il processo di inurbamento non

Smart City. La creazione di una città intelligen‐

sticamente di circa un quarto le emissioni citta‐

conosce soste: se oggi circa la metà delle po‐

te permetterà, infatti, di semplificare e miglio‐

dine climalteranti entro l’anno 2020. Anche Mi‐

polazione mondiale vive in città con un numero

rare le condizioni di vita di tutti coloro che en‐

lano ha messo in pole position logistica, energi‐

Logistica, energia e infomobilità: le chiavi per la città del futuro

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RELOADER Magazine - Febbraio 2014

focus

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30 linee guida alla base della trasformazione di centri urbani in Smart City Un insieme di direttive relative dagli stru‐ menti, alle tecnologie e alle strategie di governance da seguire per portare a compimento i singoli progetti territoriali.

dere decisioni informate che miglioreranno la

spaziando a livello globale in base ai successi

Per dare sostegno e supporto alle ammini‐

vivibilità, la lavorabilità e la sostenibilità delle

effettivamente raggiunti. Tra le città studio si

dalla mobilità all’energia fino all’ambiente a al

strazioni che vogliono intraprendere la stra‐

loro centri urbani”. Per la realizzazione del va‐

contano PlanIT (Portogallo), Malta, Londra,

sociale alla base delle proposte e degli inter‐

da dell'innovazione e del cambiamento, lo

demecum sono stati chiamati oltre 50 esperti

Indiana City, Sino‐Singapore Tianjin Eco‐City e

venti sviluppati da tutti gli enti coinvolti. Un

Smart Cities Council, composto da aziende

mondiali sulle smart city e un folto gruppo di

Barcellona. Questi esempi sono il segno che si

altro esempio: Venezia è stata premiata come

leader nel settore delle tecnologie intelli‐

imprese che quotidianamente si trovano ad

stanno finalmente muovendo verso una dire‐

la città più ‘eco‐mobile’ d'Italia. Ha vinto non

genti, in collaborazione con la Business

affrontarne i temi e le sfide, tra cui IBM, Cisco,

zione saggia e prudente, non solo per quanto

solo perché favorita dalla più estesa area pe‐

School ESADE di Barcellona, ha elaborato un

Microsoft, General Electric. il documento è sca‐

riguarda il portafoglio di chi li abiterà, in quan‐

donale e dal più basso indice di motorizzazio‐

vademecum di progettazione contenente le

ricabile gratuitamente dalla piattaforma pub‐

to consumeranno meno, ma anche per la con‐

ne, ma anche grazie a un trasporto pubblico

linee guida da seguire per trasformare qua‐

blica dello Smart Cities Council. Sono 50 i casi‐

servazione dell’ecosistema e il rispetto della

che funziona, al servizio di bike sharing in cre‐

lunque città in una Smart City. All'interno

studio affrontati dal documento, individuati

biodiversità. Maria Panzeca

scita e al miglior car sharing in rapporto alla

della “Smart Cities Readiness Guide” vengo‐

popolazione, sia per numero di utenti sia per

no indicate le aree strategiche su cui opera‐

numero di automobili. La graduatoria delle

re (energia, trasporti, mobilità, risorse idri‐

città alla ricerca di una mobilità più sostenibile

che, sicurezza pubblica, sanità, tlc, ambien‐

è contenuta nel settimo Rapporto “Mobilità

te, rifiuti, riduzione inquinamento), i modelli

sostenibile in Italia: indagine sulle principali 50

di sviluppo da adottare e le soluzioni tecno‐

città”, elaborato da Euromobility con il contri‐

logiche più idonee. “Nei prossimi 20 anni, le

buto e il Patrocinio del Ministero dell'Ambien‐

700 più grandi città del mondo saranno orien‐

te. Altro esempio da citare è quello di Eco‐città

tate a fare un investimento infrastrutturale

Porto Potenza Picena: si è posto l'obiettivo di

complessivo di 30‐40 miliardi di dollari”, ha

cercare di valorizzare un’area industriale posta

detto il Presidente dello Smart Cities Council

a 150 metri dal mare e abbandonata. Ora

Jesse Berst. “È essenziale che questi fondi

quest’area ospita edifici commerciali e resi‐

siano iimpiegati saggiamente. Poiché è stata

denziali costruiti secondo rigorosi canoni di

prodotta in collaborazione con i più impor‐

rispetto per l’ambiente e la conservazione

tanti esperti di smart city del mondo, la Guida

consapevole dell’energia. Maria Panzeca

Readiness prepara i leader delle città a pren‐


RELOADER Magazine - Febbraio 2014

focus

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30 linee guida alla base della trasformazione di centri urbani in Smart City Un insieme di direttive relative dagli stru‐ menti, alle tecnologie e alle strategie di governance da seguire per portare a compimento i singoli progetti territoriali.

dere decisioni informate che miglioreranno la

spaziando a livello globale in base ai successi

Per dare sostegno e supporto alle ammini‐

vivibilità, la lavorabilità e la sostenibilità delle

effettivamente raggiunti. Tra le città studio si

dalla mobilità all’energia fino all’ambiente a al

strazioni che vogliono intraprendere la stra‐

loro centri urbani”. Per la realizzazione del va‐

contano PlanIT (Portogallo), Malta, Londra,

sociale alla base delle proposte e degli inter‐

da dell'innovazione e del cambiamento, lo

demecum sono stati chiamati oltre 50 esperti

Indiana City, Sino‐Singapore Tianjin Eco‐City e

venti sviluppati da tutti gli enti coinvolti. Un

Smart Cities Council, composto da aziende

mondiali sulle smart city e un folto gruppo di

Barcellona. Questi esempi sono il segno che si

altro esempio: Venezia è stata premiata come

leader nel settore delle tecnologie intelli‐

imprese che quotidianamente si trovano ad

stanno finalmente muovendo verso una dire‐

la città più ‘eco‐mobile’ d'Italia. Ha vinto non

genti, in collaborazione con la Business

affrontarne i temi e le sfide, tra cui IBM, Cisco,

zione saggia e prudente, non solo per quanto

solo perché favorita dalla più estesa area pe‐

School ESADE di Barcellona, ha elaborato un

Microsoft, General Electric. il documento è sca‐

riguarda il portafoglio di chi li abiterà, in quan‐

donale e dal più basso indice di motorizzazio‐

vademecum di progettazione contenente le

ricabile gratuitamente dalla piattaforma pub‐

to consumeranno meno, ma anche per la con‐

ne, ma anche grazie a un trasporto pubblico

linee guida da seguire per trasformare qua‐

blica dello Smart Cities Council. Sono 50 i casi‐

servazione dell’ecosistema e il rispetto della

che funziona, al servizio di bike sharing in cre‐

lunque città in una Smart City. All'interno

studio affrontati dal documento, individuati

biodiversità. Maria Panzeca

scita e al miglior car sharing in rapporto alla

della “Smart Cities Readiness Guide” vengo‐

popolazione, sia per numero di utenti sia per

no indicate le aree strategiche su cui opera‐

numero di automobili. La graduatoria delle

re (energia, trasporti, mobilità, risorse idri‐

città alla ricerca di una mobilità più sostenibile

che, sicurezza pubblica, sanità, tlc, ambien‐

è contenuta nel settimo Rapporto “Mobilità

te, rifiuti, riduzione inquinamento), i modelli

sostenibile in Italia: indagine sulle principali 50

di sviluppo da adottare e le soluzioni tecno‐

città”, elaborato da Euromobility con il contri‐

logiche più idonee. “Nei prossimi 20 anni, le

buto e il Patrocinio del Ministero dell'Ambien‐

700 più grandi città del mondo saranno orien‐

te. Altro esempio da citare è quello di Eco‐città

tate a fare un investimento infrastrutturale

Porto Potenza Picena: si è posto l'obiettivo di

complessivo di 30‐40 miliardi di dollari”, ha

cercare di valorizzare un’area industriale posta

detto il Presidente dello Smart Cities Council

a 150 metri dal mare e abbandonata. Ora

Jesse Berst. “È essenziale che questi fondi

quest’area ospita edifici commerciali e resi‐

siano iimpiegati saggiamente. Poiché è stata

denziali costruiti secondo rigorosi canoni di

prodotta in collaborazione con i più impor‐

rispetto per l’ambiente e la conservazione

tanti esperti di smart city del mondo, la Guida

consapevole dell’energia. Maria Panzeca

Readiness prepara i leader delle città a pren‐


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focus Santander la smart city sperimentale La città spagnola di Santander è stata tra le prime città a sperimentare e sviluppare un piano per la trasformazione in Smart‐city. Situata al nord della Spagna, capoluogo della comunità autonoma della Cantabria, vanta 180.000 abitanti e all'inizio del '900, è stata scelta come residenza estiva dal re Alfonso XIII. L'attuale amministrazione, con il sindaco Iñigo de la Serna, ha sviluppato un piano strategico basato sull'innovazione tecnologica, una serie di misure per incenti‐ vare la dimensione culturale del territorio e un'attenzione particolare verso l'interna‐ zionalizzazione della città. Il cambiamento ha come fulcro un percorso partecipativo in cui le azioni sono studiate e condivise dalle istituzioni con l'università, la società civile e le imprese. Attualmente i progetti sono in fase sperimentale e prevedono una forte compartecipazione tra pubblico e pri‐ vato. Uno degli obiettivi dichiarati è, infatti, quello di trovare le formule più efficaci per stabilire delle buone pratiche di gestione integrata pubblico‐privato. Il programma è sfruttato anche per creare opportunità di occupazione e per questo la città è stata aperta a sperimentazioni ed investimenti

esterni, che hanno consentito di creare un mercato interno di posti di lavoro. Il piano è stato concepito in un arco temporale lun‐ go, circa 20 anni, che va oltre i termini dell'amministrazione attuale. Il concetto di smart city è quindi interpretato come l'indi‐ viduazione di un processo in grado di gene‐ rare un cambio di comportamento che por‐ ti a nuove soluzioni di problemi irrisolti. È stata realizzata una rete fissa di sensori per il controllo dell'illuminazione, del meteo, del rumore, dell'illuminazione, della sicu‐ rezza, delle aree verdi ecc, e una rete mobi‐ le che è stata montata sui veicoli del tra‐ sporto pubblico, mezzi delle forze dell'ordi‐ ne e taxi. I sensori fissi, installati attorno al centro di Santander, per una superficie di circa 6 chilometri quadrati, sono nascosti all'interno di piccole scatole grigie collega‐ te a lampioni, pali e pareti degli edifici. Mi‐ surano luce, pressione, temperatura, umidi‐ tà, i movimenti di auto e persone. I dati so‐ no raccolti in una sede centrale presso l'u‐ niversità. Tutto viene registrato e studiato in tempo reale, dai rumori alla concentra‐ zione delle polveri sottili, agli ingorghi. È possibile controllare e modulare l'utilizzo

RELOADER Magazine - Febbraio 2014

dell'acqua per l'irrigazione negli spazi pub‐ blici per evitare sprechi ed ottimizzare il percorso dei camion per la raccolta dei ri‐ fiuti. Grazie ai sensori mobili ogni singolo bus trasferisce la sua posizione, chilome‐ traggio e velocità, nonché i dati sull'inqui‐ namento atmosferico prodotto. Taxi e auto della polizia fanno lo stesso. Ma senza la partecipazione attiva dei cittadini, la città di Santander non potrebbe essere considera‐ ta una vera città intelligente. Il vero punto di forza del programma sono infatti la “realidad augmentada” ed il progetto “Pulso de la Ciudad”. La prima è un'applica‐ zione per smartphone che permette di co‐ noscere in tempo reale qualunque tipo di informazione utile alla vita quotidiana, dagli orari degli autobus, alle informazioni turisti‐ che fino alle offerte dei singoli negozi. La seconda invece ha l'obiettivo di avvicinare i

18

cittadini all'amministrazione pubblica e vi‐ ceversa, migliorando la qualità della vita. Attraverso questa applicazione è possibile inviare reclami ai consiglieri e ai quotidiani locali, in particolare sui problemi del traffi‐ co e delle condizioni del manto stradale, avendo come feedback notizie su percorsi alternativi e tempi di risoluzione da parte dell'amministrazione comunale del proble‐ ma segnalato. Sebbene il cittadino che in‐ via il reclamo rimanga anonimo, tutti i dati sono invece resi rigorosamente pubblici. La sperimentazione ha attirato l'interesse si diverse aziende private e altre amministra‐ zioni che vedono Santander come un labo‐ ratorio sperimentale vivente, una città che per le sue dimensioni, né troppo grandi né troppo piccole, può essere utilizzato come modello di sviluppo di città intelligente. Fonte: green.me.it


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focus Santander la smart city sperimentale La città spagnola di Santander è stata tra le prime città a sperimentare e sviluppare un piano per la trasformazione in Smart‐city. Situata al nord della Spagna, capoluogo della comunità autonoma della Cantabria, vanta 180.000 abitanti e all'inizio del '900, è stata scelta come residenza estiva dal re Alfonso XIII. L'attuale amministrazione, con il sindaco Iñigo de la Serna, ha sviluppato un piano strategico basato sull'innovazione tecnologica, una serie di misure per incenti‐ vare la dimensione culturale del territorio e un'attenzione particolare verso l'interna‐ zionalizzazione della città. Il cambiamento ha come fulcro un percorso partecipativo in cui le azioni sono studiate e condivise dalle istituzioni con l'università, la società civile e le imprese. Attualmente i progetti sono in fase sperimentale e prevedono una forte compartecipazione tra pubblico e pri‐ vato. Uno degli obiettivi dichiarati è, infatti, quello di trovare le formule più efficaci per stabilire delle buone pratiche di gestione integrata pubblico‐privato. Il programma è sfruttato anche per creare opportunità di occupazione e per questo la città è stata aperta a sperimentazioni ed investimenti

esterni, che hanno consentito di creare un mercato interno di posti di lavoro. Il piano è stato concepito in un arco temporale lun‐ go, circa 20 anni, che va oltre i termini dell'amministrazione attuale. Il concetto di smart city è quindi interpretato come l'indi‐ viduazione di un processo in grado di gene‐ rare un cambio di comportamento che por‐ ti a nuove soluzioni di problemi irrisolti. È stata realizzata una rete fissa di sensori per il controllo dell'illuminazione, del meteo, del rumore, dell'illuminazione, della sicu‐ rezza, delle aree verdi ecc, e una rete mobi‐ le che è stata montata sui veicoli del tra‐ sporto pubblico, mezzi delle forze dell'ordi‐ ne e taxi. I sensori fissi, installati attorno al centro di Santander, per una superficie di circa 6 chilometri quadrati, sono nascosti all'interno di piccole scatole grigie collega‐ te a lampioni, pali e pareti degli edifici. Mi‐ surano luce, pressione, temperatura, umidi‐ tà, i movimenti di auto e persone. I dati so‐ no raccolti in una sede centrale presso l'u‐ niversità. Tutto viene registrato e studiato in tempo reale, dai rumori alla concentra‐ zione delle polveri sottili, agli ingorghi. È possibile controllare e modulare l'utilizzo

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dell'acqua per l'irrigazione negli spazi pub‐ blici per evitare sprechi ed ottimizzare il percorso dei camion per la raccolta dei ri‐ fiuti. Grazie ai sensori mobili ogni singolo bus trasferisce la sua posizione, chilome‐ traggio e velocità, nonché i dati sull'inqui‐ namento atmosferico prodotto. Taxi e auto della polizia fanno lo stesso. Ma senza la partecipazione attiva dei cittadini, la città di Santander non potrebbe essere considera‐ ta una vera città intelligente. Il vero punto di forza del programma sono infatti la “realidad augmentada” ed il progetto “Pulso de la Ciudad”. La prima è un'applica‐ zione per smartphone che permette di co‐ noscere in tempo reale qualunque tipo di informazione utile alla vita quotidiana, dagli orari degli autobus, alle informazioni turisti‐ che fino alle offerte dei singoli negozi. La seconda invece ha l'obiettivo di avvicinare i

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cittadini all'amministrazione pubblica e vi‐ ceversa, migliorando la qualità della vita. Attraverso questa applicazione è possibile inviare reclami ai consiglieri e ai quotidiani locali, in particolare sui problemi del traffi‐ co e delle condizioni del manto stradale, avendo come feedback notizie su percorsi alternativi e tempi di risoluzione da parte dell'amministrazione comunale del proble‐ ma segnalato. Sebbene il cittadino che in‐ via il reclamo rimanga anonimo, tutti i dati sono invece resi rigorosamente pubblici. La sperimentazione ha attirato l'interesse si diverse aziende private e altre amministra‐ zioni che vedono Santander come un labo‐ ratorio sperimentale vivente, una città che per le sue dimensioni, né troppo grandi né troppo piccole, può essere utilizzato come modello di sviluppo di città intelligente. Fonte: green.me.it


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INSERTO

N . 2/2014

19

di Irene Sterpi e Stefano Signorini Centro Studi MatER e Consorzio LEAP

Che aria respiriamo? In quale misura so‐ no presenti eventuali sostanze nocive e quali sono le principali fonti di inquina‐ mento? Il Laboratorio Energia e Am‐ biente Piacenza (LEAP) si è posto que‐ sta domanda già alcuni anni fa, dando vita a due diversi progetti per valutare da un lato diverse sorgenti di emissio‐

ne, dall’altro la qualità dell’aria nel terri‐ torio piacentino: ‐ Monitoraggio di polveri fini e ultrafini da impianti di combustione (studio pro‐ mosso da Federambiente); ‐ Monitoraggio di particelle ultrafini e nanoparticelle in ambiente urbano (studio promosso da Fondazione Pia‐

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cenza e Vigevano) ‐ Progetto UPUPA (Ultrafine Particles in Urban Piacenza Area). Obiettivi dei due progetti sono stati, nel primo caso, definire le emissio‐ ni di ultrafine e nanoparticolato da di‐ verse tipologie di impianti di combustio‐ ne, nel secondo caso (Progetto UPUPA) caratterizzare la presenza in atmosfe‐ ra di tali componenti e valutare l’esposizione personale di soggetti in movimento nell’area urbana. La comuni‐ tà scientifica, infatti, è sempre più inte‐ ressata alle particelle più piccole pre‐ senti nell’aria perché non sono rappre‐ sentate adeguatamente dai limiti nor‐ mativi in merito all’inquinamento atmo‐ sferico (PM10 e PM2.5), sebbene sia sempre più chiaro il loro alto potenziale d’impatto sulla salute umana. Il partico‐ lato fine corrisponde a particelle con di‐ mensioni fino a 10 millesimi di millime‐ tro (limite oltre il quale le polveri, essen‐ do grossolane e sedimentabili, sono per la maggior parte bloccate dalle vie aere‐ e superiori e perdono rilevanza igienico‐ sanitaria), con particolato ultrafine si intendono invece le particelle con dia‐ metro inferiore a 100 milionesimi di mil‐ limetro, mentre le nano‐particelle han‐ no dimensioni inferiori a 50 milionesimi di millimetro. Focus sul progetto polveri da impianti di combustione Quanto sono dannose per la salute u‐ mana le polveri in uscita dagli impianti di combustione? Il progetto ha voluto dare una risposta attraverso una serie d'indagini sperimentali “sul campo” per

6 20

la valutazione delle emissioni da proces‐ si di combustione in impianti fissi (caldaie di 100‐150 kW per il riscalda‐ mento delle abitazioni alimentate a le‐ gna, a pellet, a gasolio e a gas, e impian‐ ti industriali per la termovalorizzazione dei rifiuti, come quelli di Milano, Brescia e Bologna). Inoltre, sono state studiate le efficienze di cattura del particolato ultrafine da parte di filtri a tessuto, ed è stata eseguita la caratterizzazione chi‐ mica del particolato ultrafine e del na‐ noparticolato emessi dai termovaloriz‐ zatori. Il nanoparticolato, per le sue mi‐ croscopiche dimensioni e per il contri‐ buto trascurabile alla massa totale dell’emissione, non può essere misurato con gli strumenti normalmente utilizzati per la misura delle polveri fini. Una nano ‐particella infatti ha dimensioni simili a quelle di un virus, ed è migliaia di volte più piccola di un capello umano. Per la ricerca quindi è stato studiato e assem‐ blato un apposito sistema di campiona‐


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INSERTO

N . 2/2014

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di Irene Sterpi e Stefano Signorini Centro Studi MatER e Consorzio LEAP

Che aria respiriamo? In quale misura so‐ no presenti eventuali sostanze nocive e quali sono le principali fonti di inquina‐ mento? Il Laboratorio Energia e Am‐ biente Piacenza (LEAP) si è posto que‐ sta domanda già alcuni anni fa, dando vita a due diversi progetti per valutare da un lato diverse sorgenti di emissio‐

ne, dall’altro la qualità dell’aria nel terri‐ torio piacentino: ‐ Monitoraggio di polveri fini e ultrafini da impianti di combustione (studio pro‐ mosso da Federambiente); ‐ Monitoraggio di particelle ultrafini e nanoparticelle in ambiente urbano (studio promosso da Fondazione Pia‐

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cenza e Vigevano) ‐ Progetto UPUPA (Ultrafine Particles in Urban Piacenza Area). Obiettivi dei due progetti sono stati, nel primo caso, definire le emissio‐ ni di ultrafine e nanoparticolato da di‐ verse tipologie di impianti di combustio‐ ne, nel secondo caso (Progetto UPUPA) caratterizzare la presenza in atmosfe‐ ra di tali componenti e valutare l’esposizione personale di soggetti in movimento nell’area urbana. La comuni‐ tà scientifica, infatti, è sempre più inte‐ ressata alle particelle più piccole pre‐ senti nell’aria perché non sono rappre‐ sentate adeguatamente dai limiti nor‐ mativi in merito all’inquinamento atmo‐ sferico (PM10 e PM2.5), sebbene sia sempre più chiaro il loro alto potenziale d’impatto sulla salute umana. Il partico‐ lato fine corrisponde a particelle con di‐ mensioni fino a 10 millesimi di millime‐ tro (limite oltre il quale le polveri, essen‐ do grossolane e sedimentabili, sono per la maggior parte bloccate dalle vie aere‐ e superiori e perdono rilevanza igienico‐ sanitaria), con particolato ultrafine si intendono invece le particelle con dia‐ metro inferiore a 100 milionesimi di mil‐ limetro, mentre le nano‐particelle han‐ no dimensioni inferiori a 50 milionesimi di millimetro. Focus sul progetto polveri da impianti di combustione Quanto sono dannose per la salute u‐ mana le polveri in uscita dagli impianti di combustione? Il progetto ha voluto dare una risposta attraverso una serie d'indagini sperimentali “sul campo” per

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la valutazione delle emissioni da proces‐ si di combustione in impianti fissi (caldaie di 100‐150 kW per il riscalda‐ mento delle abitazioni alimentate a le‐ gna, a pellet, a gasolio e a gas, e impian‐ ti industriali per la termovalorizzazione dei rifiuti, come quelli di Milano, Brescia e Bologna). Inoltre, sono state studiate le efficienze di cattura del particolato ultrafine da parte di filtri a tessuto, ed è stata eseguita la caratterizzazione chi‐ mica del particolato ultrafine e del na‐ noparticolato emessi dai termovaloriz‐ zatori. Il nanoparticolato, per le sue mi‐ croscopiche dimensioni e per il contri‐ buto trascurabile alla massa totale dell’emissione, non può essere misurato con gli strumenti normalmente utilizzati per la misura delle polveri fini. Una nano ‐particella infatti ha dimensioni simili a quelle di un virus, ed è migliaia di volte più piccola di un capello umano. Per la ricerca quindi è stato studiato e assem‐ blato un apposito sistema di campiona‐


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mento all’avanguardia, dotato di un si‐ stema di diluizione a doppio stadio e di un impattore elettrico multi‐stadio a bassa pressione, per l’esecuzione di mi‐ sure di particolato ultrafine nei gas di combustione tal quali e diluiti (Figura 1) . La metodologia di indagine definita all’interno della ricerca può essere este‐ sa a svariate applicazioni ed interessare ad esempio case costruttrici di caldaie alimentate con diverse tipologie di combustibile (gas naturale, pellet, legna …), ma anche società di gestio‐ ne di impianti di produzione di energia elettrica e/o termica di medio ‐ gran‐

21

de taglia (termovalorizzatori, centra‐ li a biomassa …) che vogliano verifica‐ re i livelli emissivi di nano‐particelle, an‐ che a fronte di un eventuale intervento strutturale sul sistema.

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2. Risultati Federambiente

Conclusioni progetto polveri da impianti combustione Il progetto ha contribuito a ridimensio‐ nare il mito della pericolosità delle emis‐ sioni dei termovalorizzatori, infatti è e‐ merso che le concentrazioni di nano‐ polveri nelle emissioni dalle ciminiere dei termovalorizzatori sono comparabili con quelle nell’aria ambiente (Figura 2).

1. Sistema di campionamento

Per tale tipologia di impianti si sono rile‐ vati livelli emissivi di particelle di poco superiori a quelle misurate nei fumi delle caldaie per riscaldamento domestico a gas naturale, al contrario delle caldaie a pellet di legna, a gasolio e dei caminetti chiusi, per le quali si sono registrate con‐ centrazioni anche 1.000 volte superiori a quelle contenute in aria ambiente. I risultati dello studio offrono un impor‐ tante contributo all’avanzamento delle conoscenze su fenomeni e realtà ancora poco conosciute, sui quali nel nostro Pa‐ ese si è recentemente speculato senza alcun riferimento a dati scientificamente attendibili.

Focus sul progetto UPUPA Il progetto UPUPA, tra i primi in Italia, ha permesso di realizzare con strumen‐ tazione dedicata una serie di campagne di misura del particolato ultrafine e del nano‐particolato nell’area urbana di Pia‐ cenza, esplorandone anche l’effettiva esposizione personale tramite innovativi misuratori di nano‐polveri. Gli individui che si muovono a piedi o con diversi mezzi di trasporto in città, infatti, a causa della vicinanza alle emis‐ sioni da traffico veicolare, principale fonte di particolato fine e ultrafine nelle aree urbane, sono potenzialmente espo‐ sti a elevate concentrazioni di particelle


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mento all’avanguardia, dotato di un si‐ stema di diluizione a doppio stadio e di un impattore elettrico multi‐stadio a bassa pressione, per l’esecuzione di mi‐ sure di particolato ultrafine nei gas di combustione tal quali e diluiti (Figura 1) . La metodologia di indagine definita all’interno della ricerca può essere este‐ sa a svariate applicazioni ed interessare ad esempio case costruttrici di caldaie alimentate con diverse tipologie di combustibile (gas naturale, pellet, legna …), ma anche società di gestio‐ ne di impianti di produzione di energia elettrica e/o termica di medio ‐ gran‐

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de taglia (termovalorizzatori, centra‐ li a biomassa …) che vogliano verifica‐ re i livelli emissivi di nano‐particelle, an‐ che a fronte di un eventuale intervento strutturale sul sistema.

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2. Risultati Federambiente

Conclusioni progetto polveri da impianti combustione Il progetto ha contribuito a ridimensio‐ nare il mito della pericolosità delle emis‐ sioni dei termovalorizzatori, infatti è e‐ merso che le concentrazioni di nano‐ polveri nelle emissioni dalle ciminiere dei termovalorizzatori sono comparabili con quelle nell’aria ambiente (Figura 2).

1. Sistema di campionamento

Per tale tipologia di impianti si sono rile‐ vati livelli emissivi di particelle di poco superiori a quelle misurate nei fumi delle caldaie per riscaldamento domestico a gas naturale, al contrario delle caldaie a pellet di legna, a gasolio e dei caminetti chiusi, per le quali si sono registrate con‐ centrazioni anche 1.000 volte superiori a quelle contenute in aria ambiente. I risultati dello studio offrono un impor‐ tante contributo all’avanzamento delle conoscenze su fenomeni e realtà ancora poco conosciute, sui quali nel nostro Pa‐ ese si è recentemente speculato senza alcun riferimento a dati scientificamente attendibili.

Focus sul progetto UPUPA Il progetto UPUPA, tra i primi in Italia, ha permesso di realizzare con strumen‐ tazione dedicata una serie di campagne di misura del particolato ultrafine e del nano‐particolato nell’area urbana di Pia‐ cenza, esplorandone anche l’effettiva esposizione personale tramite innovativi misuratori di nano‐polveri. Gli individui che si muovono a piedi o con diversi mezzi di trasporto in città, infatti, a causa della vicinanza alle emis‐ sioni da traffico veicolare, principale fonte di particolato fine e ultrafine nelle aree urbane, sono potenzialmente espo‐ sti a elevate concentrazioni di particelle


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che le tradizionali stazioni di misura fisse non sono in grado di descrivere in modo adeguato. La ricerca, durata complessi‐ vamente 3 anni, è stata condotta utiliz‐ zando parallelamente stazioni di misura fisse e strumentazione portatile (Foto a lato). Per quanto riguarda le postazioni fisse, sono stati identificati e indagati tre siti rappresentativi dell’area urbana di Piacenza: una zona esposta al traffico veicolare a ridosso del centro cittadino (area retrostante al LEAP), un’area ai confini comunali per la caratterizzazione del fondo urbano (parco Montecucco) e un’area collinare fuori città per i rilievi del fondo rurale (Rivergaro). Parallelamente sono stati definiti i per‐ corsi da seguire a piedi, in automobile, in autobus e in bicicletta con la strumenta‐ zione portatile, in modo da valutare le effettive concentrazioni di particolato a cui si è esposti muovendosi nell’area ur‐ bana cittadina. In particolare tale sezio‐ ne della ricerca si è concentrata sulle se‐ guenti attività: 





Confronto tra le esposizioni personali misurate in bicicletta, autobus ed au‐ tomobile; Confronto tra le concentrazioni rileva‐ te sulle diverse tipologie di percorsi ciclabili; Valutazione della variabilità spaziale delle concentrazioni di particolato a cui si è esposti muovendosi a piedi nell’area cittadina lungo percorsi che attraversano diverse tipologie di aree (aree pedonali, ZTL, …);

23



Valutazione della variabilità temporale delle concentrazioni di particolato (stagionalità).

Conclusioni Progetto UPUPA I dati ottenuti dalle campagne di misura‐ zione con strumentazione fissa sono ri‐ sultati in linea con le indicazioni di lette‐ ratura disponibili per le aree urbane col‐ locate nel bacino padano. Più interessan‐ ti si sono rivelati i risultati delle campa‐ gne di misura mobile dell’esposizione u‐ mana su percorsi cittadini: gli individui che si muovono a piedi o con diversi mezzi di trasporto, data la loro vicinanza alle emissioni da traffico veicolare, sono risultati potenzialmente esposti a eleva‐ te concentrazioni di particolato. Inoltre, è emerso che l’esposizione a particolato ultrafine di un soggetto che si muove in automobile è molto più elevata rispetto a quella di chi si muove sullo stesso per‐ corso in bicicletta o autobus, a causa dell’infiltrazione e dell’accumulo nell’abitacolo del mezzo di emissioni pro‐ venienti dagli altri veicoli. Il particolato fine, invece, ha registrato concentrazioni medie elevate durante i percorsi in auto‐ bus, presumibilmente per l’infiltrazione nell’abitacolo di emissioni dal motore diesel del mezzo stesso e per le particel‐ le trascinate dal movimento dei mezzi. La ricerca ha evidenziato livelli di concen‐ trazione più alti nella stagione invernale per tutte le componenti indagate, per effetto della maggiore attività delle fonti emissive (il riscaldamento che si aggiun‐ ge al traffico) e delle condizioni meteo‐

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rologiche meno favorevoli alla dispersio‐ ne degli inquinanti. Per quanto riguarda le campagne mobili, in aggiunta alle componenti identificate in precedenza, si è evidenziato come il black carbon, co‐ stituito da aerosol prodotti da processi di combustione incompleta, a differenza del particolato fine, sia un efficiente trac‐ ciante del traffico veicolare, in quanto meglio correlato ai flussi veicolari e al nu‐ mero di particelle ultrafini. Le misure di particolato fine e ultrafine effettuate lungo percorsi prefissati in bicicletta, au‐ tomobile e autobus hanno registrato, per tutti i mezzi di trasporto, episodi di elevati picchi di particolato non eviden‐ ziati dalle postazioni fisse di misura. Per quanto concerne invece la misure effet‐ tuate lungo percorsi ciclistici e pedonali cittadini, si evince come la scelta di per‐

24

corsi meno dal esposti al traffico deter‐ mini evidenti riduzioni dell‘esposizione. Le concentrazioni di particolato fine, ul‐ trafine e di black carbon misurate lungo percorsi pedonali rivelano un’elevata va‐ riabilità spaziale, che risulta particolar‐ mente significativa proprio per la frazio‐ ne ultrafine (Figura 3). Questa ricerca, tra le prime in Italia sulla tematica del particolato ultrafine in am‐ bito urbano, ha permesso di ricavare un primo quadro generale di tali presenze nell’area di Piacenza, nonché indicazioni sul ruolo della principale fonte emissiva, costituita dal traffico, e sui possibili inter‐ venti attuabili in tale contesto. Inoltre la base dati prodotta potrà costituire un prezioso input per indagini epidemiologi‐ che dedicate.

3. Risultati UPUPA

MatER c/o Consorzio L.E.A.P. | Via Nino Bixio 27/c | 29121 Piacenza (Italy) Tel. +39.0523.356879/579774 | Fax. +39.0523.623097 |www.mater.polimi.it


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che le tradizionali stazioni di misura fisse non sono in grado di descrivere in modo adeguato. La ricerca, durata complessi‐ vamente 3 anni, è stata condotta utiliz‐ zando parallelamente stazioni di misura fisse e strumentazione portatile (Foto a lato). Per quanto riguarda le postazioni fisse, sono stati identificati e indagati tre siti rappresentativi dell’area urbana di Piacenza: una zona esposta al traffico veicolare a ridosso del centro cittadino (area retrostante al LEAP), un’area ai confini comunali per la caratterizzazione del fondo urbano (parco Montecucco) e un’area collinare fuori città per i rilievi del fondo rurale (Rivergaro). Parallelamente sono stati definiti i per‐ corsi da seguire a piedi, in automobile, in autobus e in bicicletta con la strumenta‐ zione portatile, in modo da valutare le effettive concentrazioni di particolato a cui si è esposti muovendosi nell’area ur‐ bana cittadina. In particolare tale sezio‐ ne della ricerca si è concentrata sulle se‐ guenti attività: 





Confronto tra le esposizioni personali misurate in bicicletta, autobus ed au‐ tomobile; Confronto tra le concentrazioni rileva‐ te sulle diverse tipologie di percorsi ciclabili; Valutazione della variabilità spaziale delle concentrazioni di particolato a cui si è esposti muovendosi a piedi nell’area cittadina lungo percorsi che attraversano diverse tipologie di aree (aree pedonali, ZTL, …);

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

Valutazione della variabilità temporale delle concentrazioni di particolato (stagionalità).

Conclusioni Progetto UPUPA I dati ottenuti dalle campagne di misura‐ zione con strumentazione fissa sono ri‐ sultati in linea con le indicazioni di lette‐ ratura disponibili per le aree urbane col‐ locate nel bacino padano. Più interessan‐ ti si sono rivelati i risultati delle campa‐ gne di misura mobile dell’esposizione u‐ mana su percorsi cittadini: gli individui che si muovono a piedi o con diversi mezzi di trasporto, data la loro vicinanza alle emissioni da traffico veicolare, sono risultati potenzialmente esposti a eleva‐ te concentrazioni di particolato. Inoltre, è emerso che l’esposizione a particolato ultrafine di un soggetto che si muove in automobile è molto più elevata rispetto a quella di chi si muove sullo stesso per‐ corso in bicicletta o autobus, a causa dell’infiltrazione e dell’accumulo nell’abitacolo del mezzo di emissioni pro‐ venienti dagli altri veicoli. Il particolato fine, invece, ha registrato concentrazioni medie elevate durante i percorsi in auto‐ bus, presumibilmente per l’infiltrazione nell’abitacolo di emissioni dal motore diesel del mezzo stesso e per le particel‐ le trascinate dal movimento dei mezzi. La ricerca ha evidenziato livelli di concen‐ trazione più alti nella stagione invernale per tutte le componenti indagate, per effetto della maggiore attività delle fonti emissive (il riscaldamento che si aggiun‐ ge al traffico) e delle condizioni meteo‐

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rologiche meno favorevoli alla dispersio‐ ne degli inquinanti. Per quanto riguarda le campagne mobili, in aggiunta alle componenti identificate in precedenza, si è evidenziato come il black carbon, co‐ stituito da aerosol prodotti da processi di combustione incompleta, a differenza del particolato fine, sia un efficiente trac‐ ciante del traffico veicolare, in quanto meglio correlato ai flussi veicolari e al nu‐ mero di particelle ultrafini. Le misure di particolato fine e ultrafine effettuate lungo percorsi prefissati in bicicletta, au‐ tomobile e autobus hanno registrato, per tutti i mezzi di trasporto, episodi di elevati picchi di particolato non eviden‐ ziati dalle postazioni fisse di misura. Per quanto concerne invece la misure effet‐ tuate lungo percorsi ciclistici e pedonali cittadini, si evince come la scelta di per‐

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corsi meno dal esposti al traffico deter‐ mini evidenti riduzioni dell‘esposizione. Le concentrazioni di particolato fine, ul‐ trafine e di black carbon misurate lungo percorsi pedonali rivelano un’elevata va‐ riabilità spaziale, che risulta particolar‐ mente significativa proprio per la frazio‐ ne ultrafine (Figura 3). Questa ricerca, tra le prime in Italia sulla tematica del particolato ultrafine in am‐ bito urbano, ha permesso di ricavare un primo quadro generale di tali presenze nell’area di Piacenza, nonché indicazioni sul ruolo della principale fonte emissiva, costituita dal traffico, e sui possibili inter‐ venti attuabili in tale contesto. Inoltre la base dati prodotta potrà costituire un prezioso input per indagini epidemiologi‐ che dedicate.

3. Risultati UPUPA

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