Cos'è successo - magazine

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Eventi e feste Speciale Biennale Venezia 53° Esposizione Internazionale d’Arte 2009 - Fare Mondi Si è aperta domenica 7 giugno ai Giardini, all’Arsenale, e in vari luoghi di Venezia, la 53. Esposizione Internazionale d’Arte dal titolo Fare Mondi // Making Worlds // Bantin Duniyan// Weltenmachen // Construire des Mondes // Fazer Mundos, diretta da Daniel Birnbaum. La cerimonia di inaugurazione e di premiazione si è svolta sabato 6 giugno alle ore 17, alla presenza del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. L’Esposizione ha orario 10-18 e sarà visitabile fino al 22 novembre.

Alla cerimonia di premiazione e inaugurazione della 53. Esposizione, che ha avuto luogo il 6 giugno 2009 ai Giardini alle ore 17.00, sono stati inoltre consegnati i Leoni d’Oro alla carriera attribuiti dal Cda della Biennale a: Yoko Ono una figura chiave nell’arte del dopoguerra; pioniera della performance art e dell’arte concettuale, è oggi una delle artiste più influenti; molto prima di diventare un’icona nella cultura popolare, ha sviluppato strategie artistiche che hanno lasciato una traccia duratura sia nel suo nativo Giappone, sia in Occidente John Baldessari uno dei più importanti artisti visivi di oggi; spesso ritenuto il più autorevole docente d’arte dei nostri tempi, ha innanzitutto sviluppato un proprio specifico linguaggio visivo; dagli anni ’60 ha lavorato in molte discipline e ha realizzato un eccezionale corpus d’opere che ha ispirato diverse generazioni di artisti. I premi assegnati dalla Giuria internazionale sono: Leone d’Oro per la migliore Partecipazione nazionale agli Stati Uniti d’America. Il Leone d’Oro per la migliore Partecipazione nazionale è assegnato agli Stati Uniti d’America per l’energia e la precisione dell’arte di Bruce Nauman. Dalle rappresentazioni iconiche della sofferenza umana, fino alle considerazioni sulle nostre fragilità, la sua opera rivela la magia del significato che emerge dalla ripetizione inesorabile di lingua e forma. Topological Gardens crea nuove connessioni tra i Giardini della Biennale e le Università di Venezia. Leone d’Oro per il miglior artista della Mostra Fare Mondi // Making Worlds a Tobias Rehberger A Tobias Rehberger è stato attribuito il Leone d’Oro per il miglior artista, per averci portato oltre il white cube, reinventando le sorpassate modalità espositive, trasformando l’opera d’arte in una caffetteria. In questo passaggio, la comunicazione diventa pratica estetica. Leone d’Argento per il più promettente giovane artista della Mostra Fare Mondi // Making Worlds a Nathalie Djurberg A Nathalie Djurberg è assegnato il Leone d’Argento per le sue scenografie fiabesche, per le sue fantasie e per la sua “black pedagogy”, tenute tutte insieme in una gamma unica di mezzi espressivi. Menzione speciale Rifare Mondi Una Menzione speciale è assegnata all’opera di Lygia Pape (1927 – 2004), artista brasiliana; l’intreccio dei fili dorati si mostra come l’esito di esperienze iniziate nell’ambito del Costruttivismo brasiliano. L’opera si converte da struttura geometrica in un’esperienza nuova in termini di visione, emozionalità e attitudine alla performance. Menzione speciale Curare Mondi Una Menzione speciale va al duo Michael Elmgreen & Ingar Dragset per aver reimmaginato il “padiglione nazionale” come universo collaborativo. Riunendo il lavoro di 24 artisti internazionali nei Padiglioni della Danimarca e dei Paesi Nordici, “The Collectors” rappresenta una delirante rete di narrazioni, che interroga il rapporto tra i nostri desideri e i mondi materiali che costruiamo intorno ai desideri stessi. Menzione speciale Mondi Emergenti Una Menzione speciale va anche a Ming Wong (Padiglione di Singapore) per aver esaminato la storia delle identità culturali multietniche di Singapore, vista attraverso la morte dell’industria cinematografica del paese un tempo fiorente. Le opere video di Ming Wong utilizzano forme e tecniche innovative per riflettere sul senso di vergogna ed esclusione che accompagna l’imposizione degli stereotipi razziali e sessuali. Menzione speciale Tradurre Mondi Roberto Cuoghi, che non a caso colloca la sua opera in un giardino di memoria orientale progettato da Carlo Scarpa, mette in scena la pratica della traduzione attraverso suoni e atmosfere. La specifica performance dell’artista tradisce volutamente la tradizione, mettendo in questione una doppia ossessione modernista: per la copia del mondo altrui, e per il cosiddetto autentico.

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