Notizie pungenti: l'ecoSiringa

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La notizia pungente! Numero 22; marzo 2012 Giornalino degli studenti del Liceo scientifico “Galeazzo Alessi” PG

“Se pensi in termini di anni, pianta un seme; se pensi in termini di decenni, pianta alberi; se pensi in termini di secoli, insegna alla gente.” Confucio

Editoriale Salve a tutti Siringomani. Questo ventiduesimo numero, dovete sapere, è stato particolarmente difficile da realizzare, poiché abbiamo partecipato ad un concorso il quale prevede un intero numero dedicato a ciò che ci circonda, al mondo in cui viviamo. Insomma: Ambientalismo e Green Environment, cioè prospettive e sviluppo ecocompatibili. Un mese pieno, ma non sprecato: infatti, abbiamo viaggiato per l’Umbria e parlato con persone di particolare rilievo nel settore, scoprendo cose di cui molti non avrebbero m ai im m ag inato l’esistenza, né l’importanza! Ad esempio, vi verrebbe in mente che gli OGM non sono per forza qualcosa di negativo, o che una ‘semplice’ pomata a base di erbe possa guarire una cancrena? Per non parlare della Cannabis, e non tutti sanno che, o come, è usata da medicinale! In questo numero troverete tante piccole-grandi cose utili a conoscere la Natura, l’Ambiente, e a rispettarla/o. Infine, ci auguriamo che tutto ciò serva a qualcosa, mi spiego: prego tutti gli studenti, dal primo ragazzo del primo al quinto ragazzo del quinto (?), di leggere questo numero e imparare qualcosa dal nostro sudore! Questo è il nostro mondo, signori, e oggi giorno purtroppo, è più ‘naturale’ buttare una lattina a terra, che dentro un cestino apposito. Cerchiamo di rivoltare la situazione. Mett V E

Butterfly Effect Tre imperativi per il Green enviorment: Ricerca, Risparmio, Riciclo Non sto per recensire questo film, sto per parlare di un argomento molto delicato, qual è l'ambientalismo a livello mondiale. Ma prima: cosa comporta la parola "Ambientalismo"? Politica interna ed esterna ad un Paese, Politiche Energetiche, Politiche Economiche: un insieme di regole e percorsi con l'unico fine del progresso. Parlando con gli addetti del settore, ci siamo resi conto dell’interconnessione tra quelli che

tradizionalmente erano settori ‘a compartimenti

stagni… Continua a pag.2

Vivere insieme secondo natura “i condomini sostenibili”

Una Magione nel verde Magione è una cittadina che si affaccia sulle rive del Lago Trasimeno, alle porte della città di Perugia. Anticamente il nome originario era “Pian di Carpine”… Continua a pag.4

Cos’è un condominio? La classica risposta ci dice che è un insieme di famiglie che vivono nello stesso palazzo, ma ovviamente c’è molto di più, qualcosa che va oltre il semplice insieme di persone. Un condominio è infatti un luogo privilegiato

dove promuovere comportamenti ecosostenibili, per utilizzare in modo adeguato le risorse primarie, così da migliorare il benessere dei cittadini, aumentare vantaggi economici e rafforzare le relazioni sociali.

ECOALESSI

Il nuovo gas di Perugia

Quando s'inizia a pensare generalmente all'ecologia, fra le prime idee vi è la raccolta di rifiuti differenziata. Ormai non si può fare a meno di questo strumento di cura ambientale e di risparmio, che cerca di espandersi … Continua a pag.11

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Perugia offre a tutti la possibilità, attraverso un laboratorio chiamato GASPITERINA, di partecipare attivamente ad un gruppo di acquisto solidale. Continua a pag.9


Butterfly Effect Il battito d'ali di una farfalla da una parte del mondo, può scatenare un cataclisma dalla parte opposta Non sto per recensire questo film, sto per parlare di un argomento molto delicato, qual è l'ambientalismo a livello mondiale. Ma prima: cosa comporta la parola "Ambientalismo"? Politica interna ed esterna ad un Paese, Politiche Energetiche, Politiche Economiche: un insieme di regole e percorsi con l'unico fine del progresso. Parlando con gli addetti del settore, ci siamo resi conto dell’interconnessione tra quelli che tradizionalmente erano settori ‘a compartimenti stagni’, quali l’Agricoltura, l’Industria e la Ricerca scientifica. Non solo è ormai superata l’idea del progresso di una singola nazione, (poiché ogni vero progresso dipende da equilibri globali) ma è impossibile separare le varie componenti economico-politiche nell’approccio ad un territorio. Ricerca, Riciclo e Risparmio, sono le “3 R” proposte da ogni esperto che ci ha assistito nel nostro lavoro: le risorse a disposizione vanno assolutamente sfruttate al meglio, risparmiate quindi; i rifiuti prodotti da una popolazione sempre più numerosa e consumistica, devono essere trasformate a loro volta in fonti energetiche e materiali riutilizzabili. Tutto questo sarà possibile incentivando la ricerca, a favore del rispetto verso l’ambiente che ci circonda.

Partendo dal confronto con esperti nel Settore Agricolo, che fa riferimento in primis sull'ambiente, ogni possibile scelta da fare ha un suo costo. Di fatto, ci sarebbe una soluzione per eccellenza che pochi fedeli ancora

che non sarebbe un male così grave, l'uso del nucleare, infatti, implicherebbe la riduzione dell'uso delle sostanze fossili (vedi anche: petrolio) per coltivare frutta e verdura il problema sta nell'uso ormai molto comu-

sostengono, ovvero l'uso dell'Energia Nucleare, una parola che all’orecchio di molti suscita un forte sgomento, ma che non è così male come sembra, se usata nel modo corretto. Forse ci sono le basi, di sicuro sono le certezze che mancano, ma si stanno compiendo studi avanzatissimi in questo campo per accrescere le possibilità che offrono le energie rinnovabili, che al momento però, non sono così efficienti. Si spera che gli impianti fotovoltaici (Un impianto fotovoltaico è un impianto elettrico costituito da più moduli fotovoltaici che sfrutta l'energia solare per produrre energia elettrica mediante effetto fotovoltaico.Wikipedia) arriverebbero, da un’efficienza di 20-30%, ad un buon 80-90%! Il

ne di preconcetti quali: "Energia Nucleare=Bomba Atomica=Morte e distruzione=Male" o "Energia Nucleare=Radiazioni=Cherno byl=Male". Sì, certo, il nucleare è anche questo... quando se ne fa uso nel modo sbagliato. Altre scelte possibili sono l'uso della Agricoltura di Precisione e la riuscita degli OGM (altro acronimo temutissimo). Agricoltura di precisione è un sistema che viene usato per effettuare particolari interventi anche sulle singole piante, ma più in generale ad una coltivazione con macchine - intuibile dal nome - altamente precise, con controlli remoti; si può capire la situazione vitale di una pianta, se ha bisogno di cure o di attenzioni particolari, si può fertilizzare

una singola e così via, in modo da ridurre la chimica utilizzata e da massimizzare la produzione. . Infatti, per sfamare una popolazione mondiale sempre in aumento, è necessario produrre di più, a minor costo energetico ed economico: per fare un esempio, se uno Stato si preoccupasse di produrre pane di alta qualità, e con grano biologico, ad un costo leggermente superiore, metà del mondo sarebbe tagliata fuori dalla possibilità di acquistare beni di prima necessità. Guarda caso, quella metà del mondo è quella che ne ha più bisogno. Confrontandoci con molti addetti ai lavori, abbiamo capito quanto sia ‘distruttivo’ affidarsi a slogan qualunquisti e consumistici, ma anche quanto sia facile e cieco demonizzare la ricerca genetica e/o nucleare. Senza una produzione economicamente vantaggiosa, infatti, le aziende non sopravviverebbero ; il prodotto biologico di nicchia costituisce soltanto un’infinitesima parte del settore agricolo italiano e internazionale. Non è certo tutto oro quel che luccica, ma nemmeno tutta m---- quel che malodora,come potete vedere, basta solo saper fare le scelte giuste, nei modi migliori. Matteo Mariotti VE


Mobilità eco-compatibile a Perugia Per la riduzione dell’inquinamento dovuti al traffico automobilistico, il Comune di Perugia, grazie a varie associazioni e soprattutto alla Università, ha progettato vari impianti e infrastrutture, da ciò che è più elementare (si pensi per esempio alle scale mobili), fino a qualcosa di originale e innovativo, come ad esempio il Minimetrò. Il progetto delle scale mobili nasce all’inizio degli anni ’80 per collegare il centro storico con la parte di Perugia fuori dalle mura storiche della città. Le prime costruite sono quelle che collegano Piazza Italia con Piazza Partigiani, divise in più tronconi per “ricostruire” l’andamento del terreno. Queste sono state inserite anche all’interno di ciò che resta della Rocca Paolina, rappresentando un esempio di riutilizzo di una antica fortezza costruito nel 1540. Le migliaia di persone che quotidianamente utilizzano le scale mobili sono la conferma che la costruzione di queste ha rappresentato un miglioramento della mobilità e una agevolazione per il raggiungimento del centro storico, che in quanto posizionato su una zona collinare, era difficile da raggiungere con i vecchi mezzi a disposizione. Proprio per questo motivo è stato costruito l’impianto degli ascensori pubblici che collegano Piazza Matteotti con la galleria Kennedy. Nel campo “infrastrutture elementari” si possono

inserire i 77 autobus, di cui il 90% funziona a metano, mentre il restante sono del tipo dual-fuel, ovvero con alimentazione a metanogasolio. Il minimetrò è una infrastruttura innovativa creata appunto per il suddetto bisogno di accessibilità al centro e per una diminuzione del traffico giornaliero. Le radici di questo progetto originale sono da cercare nel 1998, quando viene fondata la Minimetrò S.p.A., azienda il cui compito è di progettare, realizzare e successivamente gestire una n u ova me t r op oli ta na all’aperto e sopraelevata che unisca Pian di Massiano e il Pincetto (centro storico) per un totale di circa 4 chilometri in linea d’aria. Lo scopo di questo progetto è sostituire gli abituali mezzi di trasporto con un innovativo mezzo capace di trasportare in pochi minuti un ragionevole numero di persone (circa trenta per ogni “vagoncino”) da un punto all’altro della città, tutto ciò naturalmente a basso impatto ambientale. Questa metropolitana alternativa viene inaugurata il 29 gennaio 2008, il giorno di San Costanzo, patrono di Perugia. Fin dalla realizzazione del progetto, sono creati polemiche relative all’utilità

della struttura, in quanto considerata superflua per una città non molto estesa come Perugia ; forse le polemiche più accese, che continuano ancora il funzionamento del Minimetrò, furono quelle relative al rumore che produce il mezzo. Infatti alcuni tratti della ferrovia sopraelevata si trovano vicini ad abitazioni. Il rumore non è solo quello che produce il passaggio delle vetture, infatti, anche in assenza di queste, la fune che permette il movimento delle cabine continua a scorrere producendo un rumore continuo. Al di fuori dell’inquinamento acustico, il minimetrò rimane comunque un buon mezzo proambiente presente solo a Perugia. Il Comune di Perugia ha poi annunciato il progetto di un nuovo percorso sempre per Minimetrò che collegherà Monteluce a San Francesco, in modo da riuscire a creare un collegamento anche con la zona Est della città. Il progetto Green Post, in attivo da maggio 2008 e organizzato dalla collaborazione di Poste Italiane con il Comune e l’Università di Perugia, consiste nell’utilizzo di 57 mezzi elettrici per consegnare la posta nel centro storico a basso impatto ambientale. Questi “motorini” innovativi

rendono il lavoro dei postini oltre che più veloce anche più sicuro. Infatti è fornito di quattro ruote che forniscono alla vettura più equilibrio, le piccole dimensione (146 cm di lunghezza e 90 di larghezza) poi, fanno sì che gli spostamenti diventino più facili. Oltre al suddetto basso impatto ambientale, le nuove vetture diminuiscono l’impatto acustico provocato dai precedenti motorini. La rete di piste ciclabili presenti a Perugia non è ancora molto sviluppata e presenta una lunghezza complessiva di 4.8 Km. Al fine di migliorarla è stato instituito il progetto Bike Sharing, che il Comune di Perugia ha da poco approvato. Ciò prevedrebbe la costruzione di un tragitto ciclabile che i Perugini potranno percorrere grazie alle biciclette elettriche pubbliche condivise, per un percorso di vari chilometri con sei stazioni nei quali sarà possibile ricaricare le biciclette o semplicemente riposarsi. Il progetto permetterebbe un facile raggiungimento a impatto zero delle zone limitrofe al percorso e promuoverebbe il movimento e la salute. Infine, l’ultimo progetto pro -ambiente da poco iniziato è l’installazione di 25 colonnine elettriche utilizzabili per la ricarica delle vetture a motore elettrico. Alcune di queste sono state date a disposizione dalla Renault al Comune di Perugia, che le ha distribuite tra banche e aziende. Alessandra Cenci IH


Una Magione nel verde Magione è una cittadina che si affaccia sulle rive del Lago Trasimeno, alle porte della città di Perugia. Anticamente il nome originario era “Pian di Carpine”, la cui etimologia deriva da una pianta della famiglia delle querce; attualmente si estende per circa 130 Km², che comprendono anche una porzione di Lago, e ospita circa 5000 abitanti. Grazie alla disponibilità del sindaco Massimo Alunni Proietti, abbiamo potuto affrontare alcuni temi a proposito dei problemi ambientali per comprendere meglio l’azione dell’amministrazionecomun ale. Innanzitutto il sindaco ci ha fornito preziose informazioni riguardo lo smaltimento dei rifiuti; a Borgo Giglione, nei pressi di Magione, è presente la discarica di stoccaggio dei rifiuti solidi più importante della regione, della quale usufruiscono ben 25 comuni tra cui Perugia. Attualmente sono presenti 600000 m³ di rifiuti e ne è previsto il raggiungimento della portata massima di 950000 m³ nel 2021. Questa discarica prevede un grande invaso realizzato con materiali impermeabili che impediscono al percolato di andare perso, inoltre un

opportuno canale di scolo permette di captarlo a valle e poi di immetterlo nei depuratori di acqua. Nella frazione di Borgo Giglione è presente anche una struttura di captazione per i gas, che vengono spinti dentro un impianto di combustione; in questo modo si ha la

differenziata è iniziata in via sperimentale nel 2005-2006, per raggiungere poi nel 2011 il coinvolgimento di tutti i cittadini. Il sindaco ci ha poi spigato come il 54% dei rifiuti prodotti da un magionese non vada in discarica ma venga differenziato. Anche se l’obiettivo fina-

formazione di calore e successivamente di energia elettrica grazie all’esistenza di un’apposita centralina. In seguito il sindaco ci ha parlato dei rifiuti speciali, come materiali edili o bombole del gas, che non possono essere smaltiti ma vengono stoccati in separata sede; i medicinali devono essere portati in farmacia, dove vengono gettati in un apposito contenitore; i rifiuti ingombranti, come le poltrone o gli elettrodomestici, vengono portati in ricicleria; lo smaltimento degli oli usati, invece, dipende dalle officine meccaniche, ed infine la frazione organica può dar vita ad un concime naturale non inquinante, il compost. La raccolta

le della normativa prevede il raggiungimento del 65%, possiamo sicuramente sostenere l’impegno di quest’organizzazione comunale nel rendere il nostro territorio più ecologico. Riguardo i rifiuti liquidi urbani, molti paesi della zona li eliminano direttamente sul lago, mentre a Monte Sperello, nei pressi di Magione, è presente un depuratore che raccoglie i rifiuti di una grande quantità di abitanti, attraverso una rete di fognature, e che ha una capacità di depurazione di circa il 90-95%. Un tempo il problema fondamentale di queste fognature era che raccoglievano sia l’acqua piovana sia quella degli agglomerati urbani, quindi

di Sophia Frequenti VE l’acqua sporca di mescolava con quella pulita; attualmente invece è presente una sistema a due lime, una per la così detta “acqua bianca” e una per l’”acqua nera”, in questo modo di può accumulare su autocisterne l’acqua che per esempio scorre dai tetti, e che quindi può essere usata nuovamente per lavare la macchina o per irrigare, e che risulta essere anche particolarmente utile per le aziende zootecniche della zona. Infine abbiamo affrontato il tema della gestione territoriale. Da un lato l’amministrazione si occupadella realizzazione di infrastrutture utili alla vita dei cittadini: parcheggi, piste ciclabili, zone verdi, scuole e campi sportivi; dall’altro lato decide e pianifica sulla base dei punti fondamentali che devono essere sempre rispettati: i servizi devono essere vicini alle case, il terreno deve essere solido e non pericoloso, ogni modifica del territorio non deve creare disturbo all’ambiente e in particolare ai corsi d’acqua ed infine devono essere mescolate le aree commerciali, residenziali e sportive. Quest’ultima attenzione, in particolare, è finalizzata alla salvaguardia dei cittadini, per evitare che ci siano zone, come quelle commerciali, completamente deserte nelle ore serali e quindi pericolose. In conclusione ringraziamo il sindaco Massimo Alunni Proietti che ci ha dedicato parte del suo tempo illustrandoci gli ottimi impegni della cittadina di Magione in campo ambientale.


Vivere insieme secondo natura Cos’è un condominio? La classica risposta ci dice che è un insieme di famiglie che vivono nello stesso palazzo, ma ovviamente c’è molto di più, qualcosa che va oltre il semplice insieme di persone. Un condominio è infatti un luogo privilegiato dove promuovere comportamenti ecosostenibili, per utilizzare in modo adeguato le risorse primarie, così da migliorare il benessere dei cittadini, aumentare vantaggi economici e rafforzare le relazioni sociali. Al fine di promuovere questo nuovo modo di vedere il condominio, la regione Umbria nel 2007 ha dato luogo ad un’iniziativa, il progetto “condomini sostenibili”, per affrontare la questione del potenziamento della raccolta differenziata, dei risparmi idrici ed energetici, attraverso concrete strategie condominiali e l’assunzione di comportamenti idonei da parte degli adulti e l’attivazione di azioni di sostegno da parte della società di gestione (Gesenu, Umbracque). Si tratta di un progetto che punta a diffondere nelle famiglie la consapevolezza che i comportamenti quotidiani possano produrre qualcosa di positivo nell’ambiente, stimolando l’adozione di nuove pratiche ambientali. I destinatari principali sono le famiglie residenti nei condomini,

Claudia Ciampoletti III F

essendo proprio loro a poter combattere le cattive abitudini che incidono sull’ambiente. Altri destinatari sono gli amministratori locali e i costruttori che sono stimolati ad attivare cambiamenti strutturali nelle nuove abitazioni per favorire un risparmio delle

condomini in base alla loro rappresentativa della vita abitativa comunale, la definizione di compiti e l’assunzione delle relative attività . Il primo compito degli amministratori è quello di costruire un’ immagine condivisa di un “ condominio sostenibile”

risorse ambientali. Dopo aver scelto un campione significativo di almeno 100 famiglie e successivamente individuati 3 o 4 condomini in cui verranno poi attivate le tre iniziative, risparmio idrico , risparmio energetico , e potenziamento della raccolta differenziata, il progetto è articolato in tre fasi. Nella prima, detta della “conoscenza”, vengono effettuati brevi incontri tra associazioni, comuni e aziende per giungere ad un accordo in merito a diversi , punti: la scelta dei

che si leghi ai comportamenti individuali e si proietti nel futuro. La prima fase si concluderà poi, con la presentazione all’amministrazione del progetto definitivo. Durante la seconda fase , la “progettazione”, vengono individuate le possibili sinergie tra progetti e strumenti di governo esistenti. Le azioni dovranno basarsi su temi particolari legati al risparmio delle risorse, analizzando i nodi critici, ideando e costruendo soluzioni.

L’”accompagnamento”, terza fase del progetto, prevede la modifica dei comportamenti dei componenti delle famiglie. È previsto un monitoraggio in itinere delle azioni e dei risultati ottenuti, al fine di valorizzare i risultati positivi e correggere eventuali azioni non pienamente centrate, mostrando, quindi, la strada fatta e quella ancora da fare. Alla fine delle tre fasi è prevista la compilazione di un questionario che, successivamente, verrà messo a confronto con quello compilato all’inizio del progetto. Durante tutto il periodo di sperimentazione del piano, i partecipanti potranno beneficiare di alcuni vantaggi: sarà garantita la partecipazione a iniziative specifiche ; saranno forniti gratuitamente prodotti che contribuiscono alla riduzione dei consumi domestici, sarà messo a disposizione personale per svolgere analisi tecniche all’edificio e agli impianti presenti nei condomini, e infine sarà possibile usufruire dell’aiuto di un gruppo di esperti sui comportamenti e sulle tecnologie per ridurre i consumi energetici e la produzione dei rifiuti. Il progetto è stato realizzato nel periodo compreso tra Maggio 2007 e Maggio 2008, e gestito dall’Assessoratosall’Ambiente.


Poker di fiori Italia nel Verde è il nome di un progetto che Legambiente, in associazione con Enel Green Power, ha proposto a molti comuni italiani. Tra questi emerge, per importanza e adattamento a risorse eco-compatibili, il comune di Deruta, considerato uno dei comuni più virtuosi del centro Italia. In merito a questo progettoabbiamo ascoltato il parere del vice-sindaco di Deruta, Franco Battistelli, al quale abbiamo proposto le seguenti domande: Come si sta muovendo l’amministrazione di Deruta sul fronte della tutela dell’ambiente e sull’utilizzo delle nuove energie rinnovabili? Per quanto riguarda l’aspetto dell’energia prodotta, Deruta utilizza centrali a combustibile non rinnovabile affiancate da impianti ad energia foto-voltaica,che sono installati anche sopra le serre adibite alla coltivazione. Questo permette di alimentare elettricamente la serra e di produrre allo stesso tempo energia in sur-

plus, che aggiunge 4 MW (Mega-Watt) di energia pulita ai 12MW prodotti, così da rendere il piccolo comune perugino un buon esportatore di energia in favore degli altri comuni ad esso vicini. Qual è la risposta dei cittadini? Fondamentale è la collaborazione dei cittadini e delle scuole al programma di sviluppo sostenibile portato avanti negli ultimi quattro anni dal comune, così, per quanto riguarda il consumo energetico, sono state distribuite a tutti i residenti lampadine a basso consumo e mop (bocche per il rubinetto) in grado di vaporizzare l’acqua corrente e limitare in questo modo il consumo idrico. U n s u c c e s s o a n c he l’installazione dei due impianti foto-voltaici installati nella vicina frazione di San Nicolò. Altro tema importante portato avanti dal comune umbro è quello dei rifiuti ed in particolare della raccolta differenziata che, con grandi sforzi da parte

dei cittadini, dal 17% di differenziata registrata nel 2007, è riuscito incredibilmente a passare al 60% del 2010 grazie all’utilizzo dei poker, raccoglitori di rifiuti adoperati nella raccolta porta a porta dei diversi materiali riciclabili e non. L’obiettivo più ambizioso di un’efficace gestione dei rifiuti è l’abbandono di termovalorizzatori e discariche; a Civitavecchia, ad esempio un'impresa israeliana ha proposto come soluzione alternativa un differenziatore meccanico come quello utilizzato a San Francisco per la separazione dei rifiuti, che ha reso, con il contributo dei cittadini , la città californiana una delle più pulite e virtuose al mondo, con il 78% di materiale riciclato. Nel territorio di Deruta sono di grande rilievo 2 risorse/patrimoni nazioni: estese aree boschive e un’ampio tratto del fiume tevere: qual è il compio del Comune in merito? Il Comune non gestisce direttamente la tutela delle acque del Tevere ma è evidente

che l’efficienza dei depuratori fa parte delle nostre responsabilità. E siamo sereni nel garantire l’ottimo funzionamento degli stessi temi riguardo le acque del Tevere, estremamente inquinate da alcuni anni? A causa di scarichi fognari e industriali. Siamo orgogliosi di collaborare con il Corpo Forestale di Stato monitorando la coltivazione boschiva , estesa per ben centoventi ettari di terreno, con la sponsorizzazione dell’Unione Europea, che tiene molto in considerazione queste iniziative. Dobbiamo proteggere il mondo in cui viviamo dall’inquinamento, sia atmosferico che ambientale, perché facendo tutti la nostra parte possiamo contribuire a salvare quello che è rimasto di un pianeta che sta cadendo a pezzi, garantendo un futuro migliore sia per noi stessi che per i nostri figli. Quindi facciamoci un grande favore: RICICLIAMO! Stefano Brunori V H

L’Italia si rinnova Nel settembre del 2012 si è svolta in India una conferenza mondiale sulle nuove tecnologie italiane utilizzate per un'architettura sostenibile. Ce ne dà notizia Nicoletta Omicioli, architetto perugino che da anni sviluppa progetti di urban infrastructure su scala internazionale. L’Italia negli ultimi anni ha deciso di fare un salto di qualità nel settore edilizio ecosostenibile, grazie, in particolare, alle nuove invenzioni tecnologiche. Tutto ciò per aumentare, da

una parte, il confort e la sicurezza, e, d’altra parte, per diminuire il consumo energetico, il cui prezzo, insieme a quello del gas, è in costante aumento. Le fonti di energia principali su cui ha puntato l’Italia sono: l’energia s o l a r e , l’energia eolica ed l’energia idroelettrica. S i c co me l’energia viene usata

maggiormente dai mezzi di trasporto, dalle industrie e dalle operazioni casalinghe, dal 2000 sono state introdotte nuove leggi e tecnologie per diminuire il consumo delle fonti energetiche

primarie, migliorando e facilitando l’utilizzo delle fonti rinnovabili. Ad oggi in Italia le case che usano fonti energetiche alternative sono solo il 16 %, ma visti gli ottimi vantaggi, questa percentuale è sempre in aumento. Un esempio di risparmio energetico e uso tecnologico di nuova generazione sono le “case passive”, che, senza ricorrere a sistemi attivi di riscaldamento e condizionamento, riesce a mantenere un ambiente


interno climaticamente confortevole durante tutto l’anno. I bassi consumi di queste “case passive” possono essere coperte interamente attraverso l’utilizzo di energie rinnovabili. Inoltre il consumo combinato dell’energia di una di queste case è decisamente inferiore al consumo per l’acqua calda ed il normale uso di elettricità (escludendo il riscaldameto) di una casa europea media. Il consumo totale di una casa passiva è dunque meno di un quarto

della corrispondente casa costruita secondo tecnologie tradizionali. Da un paio d’anni nel campo delle costruzioni edilizie si è iniziato ad utilizzare, grazie alla fotocatalisi, il biossido di titanio. Per il suo alto indice di rifrazione, infatti, è usato principalmente come pigmento bianco nelle vernici, nelle materie plastiche e nel cemento da costruzione e come opacizzante per le vernici colorate. Questa proprietà potrebbe potenzialmente portare allo

sviluppo di una nuova classe di materiali dotati di proprietà autopulenti e disinquinanti. Un prototipo di questo genere è stato usato in “zone verdi” con l’intento di assorbire le ceneri disperse nell’aria; se funzionasse, le piastrelle non solo garantirebbero un risparmio energetico, ma anche una d ras ti ca dim in uzi one dell’inquinamento. Un esempio di tale innovazione nel campo edilizio italiano è il museo della Ferrari, casa automobilistica

numero uno del mondo, a Modena, su un progetto inglese di “Future Systems”. Questo museo è stato costruito usando principalmente materiali e tecnologie altamente innovative. I progettisti assicurano che l’edificio consumerà la metà dell’energia rispetto a un palazzo dello stesso volume, riducendo notevolmete l'emmissione di anidride carbonica. Rusnac Dan V F

EXPO MILANO 2015 CIBO, ENERGIA, PIANETA, VITA Queste sono le parole chiave dell’ Expo che si terrà a Milano nel 2015. L’Expo è un’Esposizione Universale senza scopo di

 L’Expo 2015 sarà un

eccezionale evento che accentrerà l’attenzione sulla tradizione,sulla creatività e sull’innovazione riguardo l’alimentazione,

 Fermare carestie e pan-

demie causate dalla fame, dalla sete,dalla mortalità infantile e dalla malnutrizione (problemi che affliggono quasi un

 Inaugurare uno stile di

vita con alla base una corretta alimentazione per bambini, adolescenti e anziani;  Integrare la cultura di tradizioni alimentari diverse. L’Expo si incentra sulle eccelle nze ne l campo dell’alimentazione in Italia e in particolare a Milano. La cucina italiana è considerata tra le migliori al mondo in quanto sana e salutare.

lucro organizzata dalla nazione che ha vinto una gara di candidatura. Nell’ottobre 2006 il governo italiano decide di candidare Milano, contro la città turca di Smirne ad ospitare questo grande evento internazionale con il tema “Feeding the Planet, Energy for Life” (“nutrire il pianeta, energia per la vita”).

con tematiche già introdotte nelle precedenti edizioni, e le riproporrà mettendo al centro il tema del diritto ad una alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutto il pianeta. Ecco alcuni dei temi di lavoro e di dibattito:  Garantire la possibilità di

avere cibo sano e acqua potabile per la vita;

miliardo di persone);  Prevenire le malattie o-

dierne come: obesità,patologie cardiovascolari, tumori, epidemie, ma tutto questo sarà possibile soprattutto migliorando le tecniche terapeutiche;  Perfezionare le proprietà

nutritive, la conservazione e la distribuzione dei prodotti;

Silvia V. Angeli e Martina Ciampoletti III E

Da Sapere Le ultime 5 Expo si sono svolte nelle seguenti importanti città del mondo e hanno trattato i seguenti temi: -Expo 2000 Hannover: Umanità, Natura, Tecnologia -Expo 2005 Aichi: La saggezza della Natura -Expo 2008 Saragozza: Acqua e sviluppo sostenibile delle città -Expo 2010 Shanghai: Città migliore, vita migliore Expo 2012 Yeosu: Costa e Oceani che vivono


Il naufragio della Costa Concordia dopo il salvataggio dei passeggeri si profila la minaccia di un disastro ecologico Più di 28.000 persone hanno inviato e-mail al Ministro, fa sapere Green Peace: la tragedia ha risvegliato la coscienza verde degli Italiani. La Costa Concordia, una delle navi ammiraglie della compagnia genovese Costa Crociere, la sera del 13 gennaio urta uno scoglio che provoca uno squarcio nella fiancata sinistra di circa 70 metri. Quella sera, attorno alle 21.40 tra le lamiere della barca si sprigiona un imponente boato che getta nel panico i passeggeri che, in quel momento, stavano cenando. Sono minuti di panico sulla Costa Concordia: salta la luce, subito tra i sontuosi corridoi della nave si diffonde il panico e più di 4000 passeggeri si precipitano ad indossare il giubbotto di salvataggio e ad affidare le loro vite alle scialuppe. Qui però, mentre sono tutti sul ponte, pronti per abbandonare la nave, ricevono un contrordine: <<Mantenete la calma, è solo un problema tecnico cui stiamo lavorando>>. E’ il ritornello del comandante che riecheggia nei megafoni della nave per più di un’ora. I passeggeri, già terrorizzati, si sentono le mani legate, tra Safety Officers (adibiti a pilotare le scialuppe) che impediscono loro di salire sui mezzi d’emergenza e una nave che sentono affondare sotto i loro piedi. Sono le 21.52: la nave, al largo dell’ isola del Giglio (a poco più di 150 metri dalla riva), ha speronato una roccia che affiora dall’ acqua. In cabina di pilotaggio a

tutto pensano al di fuori questo. La Concordia procede a 4 nodi (meno di 8 chilometri orari) ed è a questo punto che si piega sul lato sinistro e rivolge la prua al porto dell’ isola. Sono passate le 22 e la società Costa Crociere chiama Francesco Schettino per sapere dell’ accaduto, ma il comandante non parla affatto di collisione, bensì dichiara di avere semplici “problemi a bordo”. Intanto tra i passeggeri atterriti c’è chi prega, chi si getta in acqua sperando di raggiungere la vicina riva, chi grida al “Titanic del 2012” e chi, non sapendo più a che santo affidarsi, chiama i Carabinieri. E’ proprio da una di queste telefonate che parte l’ sos. Sono le 22.15; la capitaneria di porto di Livorno ha già saputo da “fonti esterne”, che a bordo è stato fatto indossare il giubbotto di salvataggio e continua a chiedere quale sia la situazione sulla nave ma, dai marinai, ottengono sempre la stessa perentoria risposta: <<Tutto a posto, abbiamo soltanto un’ interruzione di corrente>>. Alla capitaneria, la voce del comandante ottimista suona amara come la musica che continuano a suonare a bordo del Titanic e si decide di contattare una terza volta la plancia di comando. Ora il “black out” si è trasformato in un timido “abbiamo una piccola falla nello scafo” ma la capitaneria non si fida di quel che viene raccontato e fa scattare i soccorsi. Sono le 22.35 ed è solo adesso, 50 minuti dopo la collisione,

che arriva nei paraggi la prima motovedetta della Guardia di Finanza. Passa un altro quarto d’ora e inizia l’evacuazione della nave ma, paradossalmente, il comandante non ha dato alcun ordine del genere; questo arriverà soltanto 15 minuti dopo. Ora la Costa Concordia è ferma là, a pochi metri dal porto. Le onde sbattono contro il suo scafo sventrato; è appoggiata lì, come un rebus, pronta a farci pagare la stupidità umana colpendoci una seconda volta, assestando un colpo che probabilmente sarà ancor più difficile del subire. A dir la verità, il mare di fatto è stato già contaminato: infatti gli oli delle cucine, dei macchinari e, in generale, tutti i liquidi nocivi a bordo, si sono già riversati nell’arcipelago. Purtroppo non sono certo gli oli che fanno paura; nella poppa della nave, infatti, sono stivate ben 2400 tonnellate di combustibile che, se fuoriuscissero, causerebbero un impatto ambientale senza precedenti. <<Ne basterebbero appena 10>> commenta Mario Tozzi, geologo ed ex presidente del Parco dell’ Arcipelago Toscano. Un’ imponente quanto pericolosissima massa di petrolio che minaccia di danneggiare uno degli ecosistemi più belli e completi d’ Italia. La nave è attualmente “poggiata” su tre rilievi marini che la preservano da quello che gli specialisti chiamano “picco” ma che, in realtà, è una digressione del suolo marino di

circa 45 metri che farebbe definitivamente e irrimediabilmente affondare la nave. Per la rimozione del relitto Costa Crociere si è affidata ad una società olandese, la stessa che recuperò il sottomarino russo Kursk. Le “opzioni” di recupero illustrate dalla Smit sono essenzialmente tre, una più pericolosa dell’ altra. La prima, quella su cui stanno attualmente lavorando, consiste nello svuotare le cisterne di Ifo 380 (la benzina della nave), riparare lo squarcio con lastre d’acciaio e issare il relitto attraverso dei rimorchiatori tentando di farla galleggiare, per trainarla ai vicini cantieri navali di Livorno. Nel caso non fosse possibile trasportarla, si ricorrerebbe al piano “B”, radicalmente più drastico. Questo consiste nello “spezzare” la nave in più parti e portarla a terra per essere smaltita. Non si esclude però che non avendo scelta, la nave sia bonificata e lasciata lì dove sta. La negligenza di alcuni e l’esasperato ottimismo di uomini non consapevoli del loro operato hanno fatto affiorare nella mente di tutti l’atroce consapevolezza che a quello disastroso della Concordia sembra essersi affiancato un altro naufragio, quello della responsabilità: quello di usare i poteri di comando per rendere favori e creare complicità. L’ impressione assurda, ma concretissima, che il bene comune non sia in testa alle priorità. Giulio Cavicchi ID


Interviste agli Ecollaboratori Sono state poste quattro domande a due esperti del settore fotovoltaico: Marco Ballini, responsabile del progetto Borsa Solare, e l’ing. Monica Coppola, responsabile Relazioni Esterne Polo Solare Organico della regione Lazio. -Marco Ballini In che misura i pannelli fotovoltaici possono soddisfare il fabbisogno energetico del nostro paese? Prima di rispondere a questa domanda mi piace ricordare l'introduzione che mi è stata fatta da un ingegnere/ consulente prima di un

corso sul fotovoltaico che ho frequentato nel 2008, il discorso che ha aperto le lezioni era focalizzato nell'importanza sull'educazione al risparmio energetico per un uso più consapevole e responsabile dell'energia e si concludeva con un elenco di comuni errate abitudini "energetiche" , tra le quali quel paradosso per cui d'estate spingiamo al massimo i condizionatori per abbassare la temperatura delle nostre case/uffici verso 16 gradi, mentre d'inverno il riscaldamento non funziona bene se non si raggiungono almeno 25 gradi; mentre quella di essere dichiararsi

favorevole al risparmio energetico e poi continuare a portare a scuola il figlio e andare a fare spesa con il più potente SUV! Erano più che altro battute che rendevano bene l'idea su quanta strada dobbiamo ancora fare per raggiungere una consapevolezza sul risparmio energetico. Bene, per poter dare una risposta alla domanda sul fabbisogno energetico italiano credo sia utile indicare qualche dato statistico;prendendo in considerazione l'anno 2010 si scopre che il fotovoltaico con la produzione di circa 2000 GWh ha contribuito per lo 0,5%

di Giulio Cavicchi ID dell'intero fabbisogno energetico nazionale (non molto penserete, ma sommato alle altre fonti rinnovabili si arriva a quasi 17%); Per fare un confronto che va molto di moda in questo periodo, la Germania con il fotovoltaico soddisfa il 3% del suo fabbisogno energetico e si è posta di raggiungere l'obiettivo del 10%; E' sicuramente più avanti a noi ma è necessario ricordare che in Germania, già intorno agli anni '90 e grazie alla convinzione sulla potenzialità del fotovoltaico dell'allora ministro dell'ambiente Klaus Töpfer, si avviò una politica in favore


alle installazioni di impianti fotovoltaici che ha portato ad una esponenziale crescita del settore. Pensate che lo scorso novembre a Berlino è stato realizzato il milionesimo tetto fotovoltaico. L'Italia nonostante abbia iniziato una politica di incentivazione per il fotovoltaico solo da alcuni anni, "costretta" dal protocollo di K y o t o 2 0 2 0 , sta recuperando terreno e sempre messa a confronto con la Germania ha registrato nel 2011 un vero e proprio “boom” di installazioni, che l'ha di fatto proiettata al primo posto nella graduatoria mondiale per potenza entrata in esercizio ed infatti, nel 2011, l'Italia ha installato il triplo della potenza realizzata sul territorio tedesco. Questi dati sono incoraggianti e promettenti per il settore fotovoltaico che, di certo insieme allo sfruttamento delle altre fonti energetiche rinnovabili, contribuirà sempre più concretamente al fabbisogno energetico italiano facendo

diminuire la produzione di energia elettrica da centrali termoelettriche che nel 2010 soddisfaceva il 67% circa del fabbisogno nazionale. Attualmente la diffusione del fotovoltaico è sostenuta dalle agevolazioni statali, ma c'è chi sostiene che il costo economico ed energetico per produrre ed installare i pannelli superi notevolmente il vantaggio. Che cosa ne pensate? Credo che ci siano diversi

falsi miti da sfatare legati a questo tema, come quello che sempre più spesso si sente sulla questione che gli incentivi del "Conto Energia" vengono pagati totalmente dalle bollette degli italiani; per rispondere citerò due rapporti ufficiali, uno rea lizza to da ll'APER (Associazione Produttori Energia da fonti Rinnovabili) e uno redatto dal gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico d e l le N a z i on i U n i t e ( R a p p o r t o IPCC Intergovernmental Panel on Climate Change). Nel rapporto APER, dove è stato fatto un preciso calcolo proprio di quanto incide sulla bolletta il sistema degli incentivi, si è evidenziato che considerando una bolletta media di 425 Euro/

anno il costo per le fonti rinnovabili è di 1,25 Euro/ mese, di cui solo una parte è per il fotovoltaico. Inoltre come è ben spiegato dal rapporto, questo "finanziamento" non produce "scorie nucleari" (vi invito a leggere nel dettaglio il rapporto collegandovi a quest'indirizz o h t t p : / / www.howtobegreen.eu/ greenreport.asp?title=430). Nell'altro rapporto citato è stato evidenziato come in molte regioni e Paesi Europei la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, come l'eolico, sia già competitiva rispetto al nucleare, al gas, al carbone e che il solare fotovoltaico nel giro di 1-3 anni sarà immesso in rete raggiungendo la "grid parity". Il concet


to di "grid parity" significa che la produzione di elettricità da solare, anche senza incentivi, avrà gli stessi costi delle tariffe casalinghe e dunque in ogni caso diventerà più conveniente per i privati produrre la propria elettricità che comprarla dai fornitori. Inoltre se consideriamo i sussidi nascosti e i costi ambientali e sociali dei combustibili fossili e del nucleare (dal cambiamento climatico alla decontaminazione dalla radioattività) il fotovoltaico insieme alle altre fonti rinnovabili diventano ancora più attraenti. Viviamo in Umbria e gran parte del nostro territorio è sotto vincolo ambientale. Esistono o sono in progettazione impianti fotovoltaici che abbiano un minor impatto paesaggistico rispetto a quelli in uso? L'impatto paesaggistico degli impianti fotovoltaici è un tema

molto discusso e credo sia opportuno distinguere gli impianti realizzati a terra dagli impianti installati su edifici; purtroppo per gli impianti a terra non ci sono al momento soluzioni che diminuiscono in modo significativo l'impatto paesaggistico, mentre per gli impianti sugli edifici sono molte le novità che permettono di ridurre notevolmente l'impatto, ad

esempio: il vetro fotovoltaico che permette la realizzazione di un impianto fotovoltaico sfruttando le finestre/vetrate dell'edificio; la tegola fotovoltaica che oltre a svolgere la "classica" funzione di copertura è in grado di produrre energia elettrica come un tradizionale pannello solare in silicio.Inoltre si sta affacciando sul mercato un tipo di

pannello solare di ultima (o terza) generazione basato sulle celle solari organiche o celle di Graetzel (Micheal Gratzel è il professore svizzero che le ha inventate/ studiate) che non utilizza il silicio ma sfruttano un principio fisico simile a quello della fotosintesi clorofilliana. Personalmente sto instaurando rapporti commerciali per l'avvio di un'attività, con una società stat u n i t e n s e che produce moduli fotovoltaici basati su questa tecnologia (Konarka Tecnolog i e s www.konarka.com) e sono convinto che presto i vantaggi offerti da questi pannelli solari organici come la flessibilità, la leggerezza, la resistenza, l'uso di materiali riciclabili 100% saranno fattori determinanti per la realizzazione di impianti fotovoltaici su edifici con un impatto paesaggistico minimo anche in considerazione del fatto che questi nuovi moduli fotovoltaici permetteranno persino la personalizzazione del colore del modulo stesso;


E' vero e, se sì, in che misura, che l'installazione di impianti eolici o rinnovabili in genere sia stata in qualche situazione oggetto di speculazione da parte della criminalità organizzata?

Sinceramente spero di no ma credo la speculazione abbia inevitabilmente ha attirato le attenzioni della criminalità organizzata e comunque non ho informazioni certe in merito. -Monica Coppola In che misura i pannelli fotovoltaici possono soddisfare il fabbisogno energetico del nostro paese? Intanto dobbiamo chiederci: Quant'è il fabbisogno energetico nazionale? Il fabbisogno energetico nazionale è stimato a circa 340 mila Gwh/anno e di questi, si può dire che il 13% è importata dall'estero, il 67% è prodotto da centrali

termoelettriche che bruciano principalmente combustibili fossili, circa il 20% è prodotto attualmente da tutte le fonti rinnovabili (idroelettrica, geotermica, eolica e fotovoltaica). Se volessimo prendere come

riferimento una delle Regioni italiane e volessimo convertire l'intero 20% in solo energia rinnovabile da fotovoltaico, si potrebbe pensare a tutta la parte urbanizzata della Lombardia, e quindi sfruttando tutti i tetti, in grado di poter rispondere al fabbisogno energetico italiano. Attualmente la diffusione del fotovoltaico è sostenuta dalle agevolazioni statali, ma c'è chi sostiene che il costo economico ed energetico per produrre ed installare i pannelli superi notevolmente il vantaggio. Che cosa ne pensate? Non sono d'accordo. Oggi gli impianti fotovoltaici

sono incentivati dal Conto Energia che permette di vendere al proprio gestore l'energia prodotta in più dall'impianto installato e questo permette di poter rientrare dell'investimento in un periodo max di 10 anni (ed ovviamente mi

riferisco ad impianti di piccola/media taglia). E' vero che il costo energetico per produrre ed installare i pannelli è quello che mantiene alto il prezzo dei pannelli ma, grazie all'opera di diffusione ed educazione all'utilizzo delle energie rinnovabili, il mercato in Italia, così come nel resto del Mondo è aumentato e, di conseguenza, è aumentata anche la concorrenza di vendita e questo ha fatto sì che il prezzo diminuisse di molto nel giro di poco tempo. E' importante investire nelle energie rinnovabili e nel fotovoltaico nello specifico perchè oggi esiste ancora la possibilità di finanziamento. E' importante investire nelle energie rinnovabili per il rispetto verso la natura che ci circonda.

Viviamo in Umbria e gran parte del nostro territorio è sotto vincolo ambientale. Esistono o sono in progettazione impianti fotovoltaici che abbiano un minor impatto paesaggistico rispetto a quelli in uso? Esistono diverse tipologie di pannelli fotovoltaici che è possibile utilizzare in territori coperti dal vincolo paesaggistico. Si tratta di guaine che ricoprono intere strutture e sono anche calpestabili ed è possibile installare su terrazzi. Poi ci sono i cosiddette "coppi fotovoltaici" che non sono altro che delle tegole che sono coperte da un materiale plastico trasparente ma con all'interno un pannellino fotovoltaico. Purtroppo sono sistemi che producono meno energia rispetto al tradizionale ma, comunque, sono una buona applicazione ed un aiuto alla produzione da rinnovabile. E' vero e, se sì, in che misura, che l'installazione di impianti eolici o rinnovabili in genere sia stata in qualche situazione oggetto di speculazione da parte della criminalità organizzata? Si purtroppo è vero. In alcune regioni italiane, data la possibilità di poter ottenere finanziamenti ed anche incentivi con il Conto Energia, in molti hanno visto del business e, tra questi, anche la criminalità organizzata.


Risparmiando in casa di Carmen Paciotti III F L’uomo, non più una “malattia” , ma una cura per la terra! La terra si sta ammalando…. Negli ultimi decenni lo spreco delle risorse naturali e l’inquinamento stanno danneggiando quello che dovrebbe essere un pianeta vivo. Ma come fare per poterlo salvare?? Basterebbe veramente poco per riuscire ad evitare tutto questo, dei piccoli accorgimenti e potremmo aiutare la nostra Terra a guarire da questa brutta “influenza”. Cominciamo con le lampadine a risparmio energetico che stanno progressivamente sostituendo le classiche lampadine ad incandescenza, dopo la decisione dell’Unione Europea di eliminarle del tutto dal commercio nel 2012. Le fluorescenti compatte, che si usano in casa, hanno il vantaggio di un risparmio energetico pari all’80% rispetto alle

tradizionali, la cui resa era bassissima, pari al 5% dell’energia consumata. La loro durata di vita media, inoltre, si aggira intorno agli 8-10 anni. L’unico svantag-

dispositivo a forma cilindrica con due retine a maglie molto strette che viene posizionato sul rubinetto dove fuoriesce l’acqua. La sua

di fare il bucato, innovativo e divertente: le noci del sapone, un frutto tondeggiante dell’albero Sapindus Mukorossi della famiglia delle Sapindaceae. I gusci contengono saponina altamente concentrata ,una sostanza nota per le sue proprietà detergenti, è un tipo di tensioattivo non ionico semplice che agisce sul bucato in modo naturale e diretto . Le noci del sapone non sono dannose per l’ambiente , completamente biodegradabili e innocue per la pelle poiché naturali

gio è che la “compatta” costa quattro volte tanto la tradizionale. (È consigliabile installarle in tutte quelle stanze in cui si tiene accesa la luce per più di 2 ore al giorno.)

funzione è di miscelare l’aria al getto d’acqua e lo scopo è di ridurre notevolmente i consumi idrici ed energetici , oltre a rendere omogeneo e senza schizzi il flusso.

e senza additivi chimici. Inoltre il lavaggio con le noci non aggredisce tessuti e colori lasciando naturalmente morbido il bucato, con una profumazione assolutamente neutra. E allora cosa aspettiamo ancora ?? Diventiamo una cura per la terra!!

E per quanto riguarda l’acqua?? Piccola recente invenzione è l’aereatore ,un

Ultimo, ma non meno importante, un nuovo modo

IL NUOVO GAS DI PERUGIA certificazione bio, il più Perugia offre a tutti la possibilità, attraverso un laborapossibile vicini alla nostra città. Gli incontri si svolgotorio chiamato GASPITERIno in una sala concessa NA, di partecipare attivamente ad un gruppo di acdagli anziani di un centro quisto solidale. Il tutto avsociale di San Sisto, quartieviene grazie alle re perugino p r i or ità c he ...pone i componenti vicino l’associazione si protagonisti dell’attività, l’ospedale; le pone le quali per renderli maggior- peculiarità di consistono nel mente consapevoli dei questa assomettere alla base loro gesti e per una mas- ciazione sono sima trasparenza... dei rapporti, tra i molte, ma la partecipanti e i produttori, più importante è quella che la fiducia reciproca e scepone i componenti protagonisti dell’attività, per rendergliere produttori etici ed li maggiormente consapevoecologici, con o senza

li dei loro gesti, ma, soprattutto, per far sì che il tutto avvenga con la massima trasparenza; è così che non è il produttore a consegnare i cibi ma sono gli aderenti al gruppo che, a turno, si recano a ritirarli. All’associazione può partecipare chiunque sia interessato alla propria salute e al nostro pianeta, infatti gli incontri non servono solo a scegliere i produttori più qualificati e discutere su questo ma, attraverso i laboratori, permette ai “soci” di

porsi in prima linea e poter essere proprio loro i produttori, come nel caso della produzione dei saponi; gli incontri, che si sono svolti sabato 28 gennaio e domenica 29, erano aperti a tutti e gratuiti. Visitando il sito (www.gaspiterina.altervista. org/home) ognuno potrà avvicinarsi a questa realtà e venire a conoscenza di tutte le attività proposte nei laboratori. Allora che aspettate, rendetevi protagonisti e produttori! Cappannini M. Teresa VB


Perché “ECO” è anche “EQUO” Ponte San Giovanni la casa della solidarietà comuni, elaborano idee, PONTE SOLIDALE è sperimentano soluzioni un’associazione, presente concrete e le condividono, sul territorio di Ponte San per costruire un sistema che Giovanni dal 2008, nata mira ad una maggiore equicon l’intento di promuotà economica e sociale nel vere un’economia solidaSud come nel Nord del le, facendo attenzione mondo. alla tematiche del comL’associazione Ponte Solidamercio equo e del consumo critico. Il commercio equo e solidale , detto anche fair trade, è nato nel corso degli anni ‘70 come partnership economica basata sul dialogo, sul rispetto e sulla trasparenza e che mira ad ottenere una maggiore le oltre ad offrire ai consugiustizia tra il nord e il matori una scelta di acquis ud de l mondo, sia Questo modo di fare sto consapevole , per i produt- commercio ha finora punta a promuovecoinvolto oltre un re iniziative infortori che per milioni di piccoli mative, culturali e i consumatoproduttori. di mercato alternari. Questo tivo a Ponte s. Giovanni e modo di fare commercio, Perugia. Tra le principali che ora è diffuso nei 5 iniziative , sono stati realizcontinenti, ha finora coinzati laboratori sul tema del volto oltre un milione di riciclo e del commercio piccoli produttori in più equo in scuole e biblioteche di 50 paesi del sud del e sono stati organizzati mondo, offrendo quindi a pranzi e cene con presentaun numero crescente di zione di progetti. Una delle produttori la possibilità più importanti cooperazioni di migliorare le proprie è stata quella con condizioni di vita. La forl’associazione Aowa, in Paleza del commercio equo è stina, che ha portato alla proprio quella di essere produzione di saponi d’olio un movimento , una rete d’oliva. Il punto vendita di persone che, sulla base dell’associazione, che di criteri

oltre che a prodotti per ha sede in via San Bartolomeo 50 , offre … possibilità di scegliere l’igiene e ai consumatori prodotti alimentari a prezzo la cosmela possibilità di equo, oltre che a prodotti si sempre scegliere pro- per l’igiene e la cosmesi sem- di origine dotti alimentari pre di origine naturale e e- naturale quosolidale. e equosoa prezzo equo, lidale. È possibile inoltre di scegliere l’artigianato del commercio equo per un scegliere di diventare socio in modo da poter sostenere con il proprio contributo le attività e i progetti della cooperativa , o di diventare volontario per dedicare un po’ del proprio tempo alle varie attività della bottega secondo le proprie attitudini e i propri interessi. acquisto che darà un senso Carmen Paciotti III F particolare al proprio gesto,


“ È bello cercare di capire il mondo, ma è anche bello raccontarlo; cercare insomma di avvicinare la Terra alla Luna.”

ECOALESSI: Cerchiamo di creare rapporti concreti fra scuola e ambiente. Quando s'inizia a pensare generalmente all'ecologia, fra le prime idee vi è la raccolta di rifiuti differenziata. Ormai non si può fare a meno di questo strumento di cura ambientale e di risparmio, che cerca di espandersi in tutta Italia il piu' possibile, innanzitutto per ridurre l'uso degli inceneritori che ogni anno producono quantità immense di CO2 ed inoltre per far scomparire quelle classiche colline (quasi montagne) di rifiuti che anche chi si ostina ancora a non tenere piu' di un cestino a portata di carta, vetro o plastica, non vorrebbe mai vicino casa propria. Nel territorio perugino la raccolta dei rifiuti è gestita da diversi enti quali GESENU spa, STA spa, SIA spa ed ECOCAVE che unendosi nel 2010 hanno dato vita alla “Gest” (www.gestumbria.it), che agisce sia nelle zone urbane, sia nei pressi del Lago Trasimeno, risorsa importantissima da salvaguardare assolutamente. Occupandosi sia di raccolta differenziata che indifferenziata, la Gest offre anche innumerovoli altri servizi (la raccolta a domicilio di rifiuti ingombranti come lavatrici o televisori, ad esempio) e promuove l'educazione ambientale nelle scuole con svariati progetti di sensibilizzazione. Insomma, la gestione di rifiuti è ben amministrata e sono sempre di piu' le famiglie che accettano di contribuire a questa “sfida per il verde”preoccupandosi di diversificare i propri rifiuti

anche se sono in territorio a “non obbligo di rifiuti differenziati”. Parlando delle scuole ci si potrebbe soffermare su futuri progetti che possono contribuire in modo importante alla realizzazione di un futuro verde. Parliamo di idee per una vita scolastica nel rispetto dell'ambiente che ci circonda. Spesso infatti le scuole, pur proponendo progetti e riflessioni sull'utilità della raccolta differenziata e, in generale, dell'ambientalismo, non si applicano abbastanza per far entrare nella vita di tutti i giorni questi principi. Considerando che un ragazzo passa quasi piu' tempo a scuola che a casa, è importante convertire le strutture scolastiche in ambienti che possano offrire

input per aiutare i ragazzi a capire che salvare l'ambiente non è una cosa “troppo impegnativa” (viva la pigrizia!), ma un semplice gesto che può essere fatto sempre, in qualsiasi luogo, con l'uso della quantità minima di forza di volontà. Nel nostro Liceo, tutt'ora sono presenti cestini per la raccolta della carta, ma solo uno per piano (ehi, scommetto che nemmeno ci avevi fatto caso!), cosa inutile considerando che è nella classe, durante le ore di lezione che fra bigliettini, “disegnini”, cartacce di merendine e fogli con integrali - che non riescono - si consuma la maggior parte della carta! All’entrata del nostro Liceo è anche presente, pensate, un contenitore per la

raccolta delle linguette delle lattine e, una volta raggiunto il peso necessario, tale materiale viene utilizzato per fornire un arto sintetico per ragazzi disabili. Vogliamo parlare poi della plastica? ormai le macchinette di bibite e merendine sono quasi un obbligo in una scuola tanto grande, e se pensiamo anche solo alle bottigliette d'acqua che consuma ogni studente nell'arco di una settimana, si può ben capire che il riciclo aiuterebbe sostanzialmente la fabbricazione di molti oggetti. Il punto è: l'educazione ambientale non è solo fatta di teoria (che – assicurano gli studenti – spesso entra da un orecchio ed esce dall'altro) ma anche di gesti pratici che devono diventare quotidianità, abitudine in particolare nelle future generazioni: ed ecco che, abituati a gettare un foglio nel cestino della carta ogni mattina, c'è piu' probabilità che venga spontaneo anche a casa, ed anche al lavoro, un giorno. Possiamo dire che nella nostra scuola sono presenti iniziative importanti volte al rispetto dell’ambiente e, se vogliamo, anche all’aiuto verso chi è meno fortunato; purtroppo c’è da segnalare il fatto che si potrebbe fare molto di più poiché alcuni progetti sono ancora (e solo) in cantiere e non abbiamo ancora raggiunto un dialogo efficace tra scuola ed enti di protezione ambientale presenti sul terreno umbro e nazionale. Sara Mariangeloni V E


Geneticamente modificati o geneticamente migliorati? Un mondo interamente biologico: è davvero possibile? Lunedì 12 Dicembre parte della nostra redazione si è recata a Ponte San Giovanni nella sede di Confagricoltura, dove è stata ricevuta dal presidente Cristiano Casagrande. Lo scopo principale e il desiderio di chi principalmente lavora in questo settore sarebbe quello di ridurre il più possibile la chimica utilizzata nell’agricoltura, poiché essa inquina dapprima le piante e poi il cibo che mangiamo ogni giorno. Sorge dunque spontanea una domanda: è possibile avere un mondo completamente biologico con assoluta assenza di sostanze chimiche?

Tornare ad un mondo completamente biologico non è possibile. Questo per molte ragioni: anzitutto richiederebbe un enorme sforzo economico, e, in secondo luogo, dobbiamo essere consapevoli che la popolazione mondiale cresce in

maniera inarrestabile, mentre la produzione agricola aumenta con un tasso più basso. Oggi, il campo di ricerca nel quale vengono impiegati più sforzi è l’ingegneria genetica, la scienza che consente di intervenire direttamente sul gene, e dunque sul DNA. Riguardo al cibo, tutti sappiamo che una delle scoperte più recenti prende in esame gli OGM (Organismi Geneticamente Modificati), che non per forza va letto come Organismo Geneticamente Modificato, ma, se usata un'altra chiave di lettura, può diventare Organismo Geneticamente Migliorato. Introducendo storicamente la questione, chi avesse mai sentito parlare del signor Mendel e dei suoi piselli, sa bene che si divertiva a mischiare i geni degli ultimi, per vedere cosa ne veniva fuori; ebbene, gli scienziati odierni fanno la stessa cosa, ma con fini diversi. Viene compiuta una selezione tra i geni, in questo caso dei vegetali o dei frutti di una pianta, e vengono poi ibridati

(mischiati i geni di due o più frutti,o piante,o vegetali diversi); irradiati (affetti da radiazioni); al fine di trovare il supersoggetto da studiare geneticamente per riprodurlo senza rischi,così da rendere le piante più resistenti, più efficaci e più virtuose, capaci di assorbire quantità di molecole al massimo, col minimo impegno chimico. Pensate che grazie a questi nuovi metodi sono stati scoperti dei particolari pigmenti ch iam at i anto c ian i, non solo contenenti Vitamina A e antiossidanti, ma addirittura aventi effetti medicinali! È lecito preoccuparsi di qualcosa di cui non sono sicuri gli effetti, ed è giusto considerare che non è granché allettante l’idea di mangiare un alimento che sia stato modificato artificialmente. D’altra parte, però,vengono poco tenuti in considerazione i pro della situazione. Gli OGM, infatti, possono benissimo venire utilizzati in maniera intelligente. Ci sono diversi esempi di applicazioni positive, come

quella di piante modificate artificialmente per necessitare di meno acqua, e dunque di meno cure, ma con lo stesso risultato. Inoltre il presidente ci ha descritto un modo per superare qualche problema nei paesi sottosviluppati, ovvero creando frutti che, modificati in maniera opportuna, fungono sia da nutrimento che da cura per le persone che ne usufruiscono. È palesemente oggettivo quanto sia alta l’utilità di quest’idea! il presidente di Confagricoltura sostiene che in giro c’è un allarmismo esagerato-riguardo gli OGM, anche perché l’uomo da sempre ha “guidato” la Natura e la selezione della specie. Io, per prima, sostengo che bisogna avere un’attenzione particolare riguardo nuove scoperte ad effetti non sicuri in futuro, ma si può comunque tranquillamente imparare ad accettare le nuove ricerche con cauta serenità, fidandoci un po’ di più della scienza. Marylisa Alemi III C Matteo Mariotti V E

“Di sana pianta” Rimanendo in tema di erbe e degli effetti benefici di queste, una che può essere usata come erba terapeutica è la Marijuana. Definita droga leggera, quest’erba non è legale nel nostro paese, ma non tutti sono a conoscenza di quanto sia efficace per la cura di varie malattie, anche gravi. La Cannabis contiene molte sostanze chimiche tra cui i cannabinoidi, i principi attivi della pianta; il principale è il THC (tetraidrocan- nabinolo, delta-9-THC). Molti effetti dei cannabinoidi

di Costanza Neve V E sono dovuti alla sua azione nel terapeutici della Cannabis su sistema nervoso centrale: il diversi tipi di malattie. I cannaTHC si lega ai recettori cannabinoidi sono utilizzati come binoidi nel cervello, che sono farmaci antiemetici, cioè conil recettore CB1 e il recettore tro il vomito e la nausea assoCB2, provocando una serie di ciati alla chemioterapia; come processi biologici, tra i più vasodilatatore nell’asma; per il importanti troviamo il rilascio trattamento nei casi di anoresdi dopamina. Questo aumento sia, in quanto il THC ha un di dopamina nell’organismo effetto stimolatore provoca una serie di effetti dell’appetito; per la spasticità positivi: benessere, felicità, dovuta da sclerosi multipla o euforia, cambiamenti della da lesioni del midollo spinale; percezione del tempo, aumenper il glaucoma, in quanto il to dell’appetito; e a volte anTHCabbassa la pressione endoche effetti negativi: ansia, panioculare e contro l’epilessia, in co e paranoia. Molti studi cliniquanto il THC ha un effetto ci hanno rilevato gli effetti anticonvulsivo. Il responsabile

del gruppo di ricerca del Endocannabinoid Research Group (ERG), Istituto di Chimica Biomolecolare, dell’Università degli Studi di Salerno, Vincenzo di Marzo sintetizza così gli effetti dei cannabinoidi:”Cosa fanno gli endocannabinoidi? Ci rilassano, ci aiutano a mangiare, a dormire, a dimenticare, e ci proteggono. Attenzione: dimenticare. Non pensate che dimenticare sia meno importante che ricordare. Noi abbiamo bisogno di un sistema per dimenticare, altrimenti potremmo, come dire, esplodere.”.


FARMACOLOGIA E ARCHEOBOTANICA: IL SILFIO Va molto di moda il ritorno alla medicina naturale, che pericolosamente si trasforma spesso in medicina fai da te; ne abbiamo parlato con il professore di Botanica Farmacologica dell’Università di Urbino, il Prof. Antonio Manunta. Scherzando il professore ci mostra le sue droghe, poiché “droga”, scientificamente, indica il principio attivo, la sostanza utile, il farmaco estratto da ogni pianta ( si pensi all’acido acetilsalicilico dell’aspirina). Le proprietà curative delle piante sono note empiricamente all’uomo da millenni e sono state tramandate da tutte le civiltà: ma i dosaggi e le interazioni delle droghe richiedono competenze specialistiche e lunghi studi, perché possono trasformarsi in veleni potenti. Spesso l’uomo della strada dimentica che il principio attivo di origine naturale è comunque un vero farmaco. Per illustrarci come spesso le mode ed i circuiti economici determinino il rapporto tra uomo e natura, il professor Manunta ci racconta l’affascinante storia del leggendario Silfio. Raccolto in una ristretta zona della Cirenaica, dono divino di Apollo, questa pianta simile al finocchio venne commercializzata in tutto il Mediterraneo per le sue proprietà quasi miracolose: Plinio il Vecchio ricorda che poteva essere usato per curare la calvizie, la tosse, la gola irritata, la febbre, l'indigestione, i dolori

articolari e le verruche; era un rimedio eccezionale per i veleni e riduceva gli effetti della lebbra. Era efficace nella cura dell’asma ed era nota agli Egizi come rimedio per la psoriasi e altre gravi malattie dermatologiche. Plinio riporta inoltre che questa pianta era usata per prevenire gravidanze indesiderate, probabilmente, secondo la moderna botanica farmacologica, perchè conteneva una notevole concentrazione di fitoestrogeni, che sono presenti ad esempio in minor misura anche nel finocchio . Il suo olio essenziale, antisettico e antibatterico, era chiamato dai Romani Laserpicium e costituiva uno degli ingredienti di base del famoso Garum, una salsa a base di teste e interiora di pesce macerato che i signori dell’impero prediligevano come condimento: ne arrestava i processi di alterazione, ne migliorava il sapore e favoriva digestione e difese immunita-

rie. E’ dunque il Silfio il farmaco leggendario dell’antichità, noto anche con il nome di panacea, cioè rimedio a ogni male.

Inutile precisare che il suo prezzo era altissimo: veniva

équipe di archeologi collegati all’Università di Urbino e ad

venduto a peso d’argento e i Cirenaici prosperavano; la pianta figura su tutte le monete come simbolo del paese e della sua ricchezza. Ma misteriosamente, dopo che la Cirenaica era divenuta parte dell’impero romano, il Silfio scomparve, nel giro di pochi decenni. Il professor Manunta è stato uno dei primi scienziati negli anni novanta a classificare e ricostruire la storia di questa famosissima pianta. Essa appartiene alla famiglia delle piante Apiaceae, di cui fanno parte molte spezie e piante usate nella cucina mediterranea: oltre al finocchio comune, il cumino, il prezzemolo, il coriandolo, l'aneto. Si tratta di piante estremamente ricche di sostanze chimiche che hanno effetti curativi sul corpo umano conosciuti fin dall'antichità, oltre ad avere sapori gradevoli ampiamente usati in cucina. Il Silfio più specificatamente apparteneva al genere delle Ferula. Ma la vera scoperta del Professore fu … che il Silfio non era affatto scomparso: recatosi in Cirenaica con una

altri Istituti Internazionali trovò la pianta e dimostrò che si trattava proprio della leggendaria panacea. Il mistero della sua scomparsa non è da ricercarsi nelle calamità naturali, nell’eccessivo sfruttamento o nelle tormentate vicende belliche della regione, bensì in un problema di “mercato”: divenuti eredi della Cirenaica, i Romani tentarono di prendere il controllo del commercio della preziosa droga imponendo tasse pesantissime. La raccolta e il commercio del Silfio divenne antieconomico e, semplicemente, la pianta venne “fatta sparire” dal mercato. Ma la morale della storia, ragazzi, per il Professor Manunta ha il sapore della speranza: per quanto l’uomo sfrutti e manipoli la Natura, essa è più forte e vasta dei nostri piccoli interessi. Il Silfio è sopravvissuto, le migliaia di specie che scompaiono e si creano, nel corso dei millenni, nel meraviglioso mondo, non dipendono tutte dal nostro controllo…per fortuna!!!! Marco Angelici IV L


Antiche tradizioni Umbre: la tessitura L’Umbria, il cuore verde d’Italia, ha mantenuto varie tradizioni sin da tempi antichissimi, attraverso i nostri lavoratori terrieri. Una di queste, quella in questione è la tessitura. Quest’arte ha radici medioevali, quando nacquero le prime botteghe Perugine e divennero presto famose su scala europea, successivamente anche mondiale. Ad oggi, le “tovaglie perugine” – dette “pannini alla perugina”sono ancora famose su larga scala; addirittura ne è presente una ne “L’ultima cena” di Leonardo da Vinci. Ma restando nel contemporaneo (più o meno) , Giuditta Brozzetti, un nome che certamente non vi dirà proprio nulla, ha contribuito alla rinascita dell’Arte della Tessitura. Durante la Prima Guerra Mondiale, la signora Brozzetti era la direttrice delle scuole elementari del Comune di Perugia, e girando le campagne umbre col

suo calesse, sentiva il battere cadenzato dei telai dai piccoli borghi di campagna; così parlando con la gente del luogo, scoprì questa antica tradizione, se ne innamorò, e dalla fine della Guerra in poi, aperto il laboratorio nel 1921, portò

portato avanti da pochi. All’interno del laboratorio l’unico dispendio di energia è l’illuminazione e il ferro da stiro,usato sporadicamente, perché il resto è tutto lavorato a mano, con macchinari di età centenaria; addirittura il fatturato è

avanti la sua passione insieme alla sua famiglia, che è tutt’ora operativo. Dal 2004 è diventato anche museo questo laboratorio, chiamatosi “Tessuti artistici battuti a mano”. Senza dubbio, stiamo parlando di un bagaglio iconografico enorme,

scritto a mano! Vengono usati tessuti di cotone, lino, seta, ma anche altro materiale su richiesta (es. anche oro o pelliccia d’alpaca), mentre per i filati è usato unicamente il cotone filato. Questo, è montato su una spolvera (degli

anni ’40) per fare le bobine di filo al fine di montarli poi sul telaio e creare la trama. Il processo per tessere un articolo di grandi dimensioni può durare anche decine di giorni: essendo completamente manuale, il tempo impiegato è maggiore. Il prodotto finale, come bene si può intuire, è venduto ai ‘più’ intenditori, ed esso può andare dal centrino per la tavola, alle tovaglie, alle tende. Viene considerato Artigianato Artistico, partito da una tradizione prettamente rustica e richiesto anche per rievocazioni storiche medioevali. Per concludere, l’Umbria possiede uno dei tre (se non due) laboratori artistici manuali di tessitura in Italia, e ne dobbiamo andare fieri, fieri di aver mantenuto un bagaglio culturale simile, e ringraziare Giuditta Brozzetti e la sua progenie. Matteo Mariotti V E

Le piante di Maria Quanti di noi sono a conoscenza degli effetti benefici e curativi delle erbe? Sicuramente pochi. L’erborista Maria Temperoni ci ha raccontato la sua storia, come è nata la sua passione e l’importanza di questa scienza. L’ex infermiera dell’ospedale Silvestrini di Perugia ha prodotto nel corso della sua vita lavorativa molte creme per la cura delle piaghe, unendo la medicina tradizionale con l’esperienza diretta di sua madre, anch’essa erborista, curiosamente definita ai suoi tempi “la guaritrice”. La signora Temperoni ci ha

illustrato l’uso e gli effetti di vari tipi di erbe, come per esempio il “Bardana”, contro la caduta dei capelli; il “tea tree”, eccellente cicatrizzante, o l’ “iperico”, che oltre che avere anch’esso proprietà cicatrizzanti, ed essere ottimo per il pronto soccorso contro le ustioni,è anche un disintossicante per il fegato e un calmante.

Portandoci questi vari esempi ha sottolineato più volte l’importanzamdell’osservazione della fisiologia delle persone, poiché non tutti reagiscono allo stesso modo agli effetti delle erbe. Maria Temperoni è anche autrice di alcuni libri molto interessanti, la cui idea principale è quella di consegnare una sapienza contadina alle giovani generazioni, in quanto reputa fondamentale la conoscenza e il benessere. Per vostro diletto riporto qui la ricetta di una buonissima tisana, molto facile da preparare,

che ha effetti digestivi e calmanti. “Elisir della pace”: mettete in un litro d’acqua cinque foglie di alloro essiccate, buccia di limone, finocchio selvatico, un fiore di sambuco e uno d’iperico, petali di papavero, fiori di pesco; fate bollire tutto per cinque minuti e lasciate poi riposare per altri cinque minuti. Fatto ciò versatevi una tazza di thè, sprofondate nel vostro divano, sgomberate la vostra mente da tutto lo stress che la vita vi dà ogni giorno e rilassatevi! Costanza Neve V E


La guerra dei fiori Il “Guerrilla Gardening” è un movimento a favore dell’ecologia nato a New York nel 1973. Negli ultimi anni si è diffuso anche in Europa sviluppandosi particolarmente in Francia, a Parigi, e successivamente, in Inghilterra. Da circa tre anni è arrivato in Italia, grazie ad un gruppo di giovani milanesi che tutt’ora guidano e consigliano i gruppi indipendenti nati nelle città italiane. Gli aderenti a questo gruppo si fanno chiamare “guerriglieri del verde”, poiché la loro è una lotta contro l’eccessiva urbanizzazione e la mancanza di verde. Per questo, hanno deciso di interagire positivamente con lo spazio urbano attraverso atti dimostrativi

chiamati “attacchi verdi”, che hanno luogo specialmente di notte. Lo scopo di questi attacchi è abbellire e rimodellare aiuole e zone dismesse o dimenticate della città. Un esempio di “attacco verde” è la “flowerbomb”, una bomba di semi: questa si crea avvolgendo nella carta di giornale, terriccio, fertilizzante e semi dei fiori che si vogliono piantare; il tutto s’imbeve di acqua e la bomba è pronta per essere lanciata nel posto che ti piacerebbe migliorare. E’ facile, potresti provarci anche tu! Oltre che lanciare bombe ecologiche i guerriglieri piantano alberi, fiori e aiutano la vegetazione nata spontaneamente a crescere curandola come

farebbero con quella piantata da loro. Viene immediato chiedersi: i cittadini, che si lamentano sempre di tutto, cosa ne pensano? La cittadinanza reagisce bene agli attacchi dei guerriglieri: gli abitanti dei quartieri attaccati sorridono ed applaudono, e ,alcune volte, i giardinieri aiutano i ragazzi regalandogli semi, piante o semplice mente dispensando consigli da esperti del mestiere. Insomma, i cittadini hanno dato l’ok a questo movimento! Sempre più persone si stann o unend o a lla “Guerrilla”, e stanno nascendo sempre più gruppi di amanti del verde specialmente nelle grandi città. Negli anni ’70 ci si opponeva alla guerra con vestiti

colorati e floreali, e usando la classica frase “mettete dei fiori nei vostri cannoni”, nel 2012 i fiori sono il mezzo usato per opporsi al grigio deprimente delle città, sotto forma di bombe. Per entrare a far parte della “Guerrilla” basta compiere un attacco nella vostra città, documentarlo con foto del luogo prima e dopo il vostro intervento e caricarlo sul forum ufficiale ( http://bit.ly/ Qc6Hy) o mandando le foto e la descrizione dell’attacco all’indirizzo e-mail indicato nel sito; verrete così aggiunti alla lista dei “guerriglieri del verde”. Se sei stanco anche tu del grigiore della tua città, diventa un guerrigliero, non ti costa niente! Claudia Gasperini IIIF

Combattere l’inquinamento partendo dall’infanzia: I pannolini che vanno d’accordo con l’ambiente Per fronteggiare il gravoso problema dello smaltimento dei pannolini usa e getta sono sempre più numerose le amministrazioni pubbliche che, a livello comunale e provinciale, incentivano la soluzione dei lavabili. Dal 2009, grazie ad un progetto promosso dalla Provincia di Perugia, sono stati finalmente messi in commercio anche nella nostra città. L'iniziativa ha il duplice obiettivo di ridurre i rifiuti alla fonte e intervenire sul carovita. Durante il breve periodo di prova si è subito rivelato un progetto di successo, approvato e sostenuto da ospedali, medici, pediatri e farmacisti. Solo nella prima fase del progetto , quella di sperimentazione, si è ottenuto

di Elisa Rossi I H conto che ogni bambino nei un risparmio di oltre cinque milioni di litri d’acqua e suoi primi tre anni di vita, più di cento tonnellate di con i pannolini usa e getta produce una tonnellata di CO2; infatti i pannolini tradizionali per essere smaltiti rifiuti. Da non tralasciare il vanno a finire in discarica o risparmio in denaro: 500 negli inceneritori e sono il 5 euro contro i quasi 2000. -6 % della massa totale di Ma perché scegliere questi rifiuti prodotti, tenendo pannolini in tessuto?

Non bisogna pensare che ci guadagni solo l’ambiente, la riduzione dei rifiuti è importantissima e va tutelata in ogni caso, ma viene incontro anche alle famiglie. Il tessuto è naturale e per lavarlo basta un lavaggio ecologico in lavatrice, senza prodotti chimici o ammorbidenti e senza il bisogno di essere stirati. A differenza dei più comuni pannolini è più comodo e permette più movimenti, ma ciò che conta è che non contiene particolari sostanze chimiche che rendono il pannolino stesso superassorbente ma che contemporaneamente possono essere causa di malattie. Insomma ci guadagna l’ambiente, il bambino e soprattutto il portafogli!


Scouting for Nature “Amano e rispettano la natura”. Questo è uno dei punti della legge scout su cui si basano i nostri principi. Lo scoutismo, fondato da Baden-Pawell nel 1907, è un importante percorso di vita a favore dell’ambiente e della crescita dell’individuo all’interno di un gruppo. Questa associazione si articola in tre branche divise in base all’età. La prima coinvolge bambini tra gli 8 e i 11 anni: è la Branca Lupetti/Coccinelle dove si cresce giocando nell’ambientazione fantastica del Libro della Giungla di Kipling. Qui si inizia a prendere confidenza con quello che è lo scoutismo: una Comunità che cammina insieme nel rispetto e nella condivisione. Il secondo livello è il Reparto, la branca EG”; qui la fascia di età è compresa tra i 12 e i 16 anni. In questo gruppo i ragazzi vivono nell’essenzialità e hanno modo di confrontarsi su argomenti di attualità. Questa branca è divisa a sua volta in squadriglie (maschili o femminili): gruppi dai 5 agli 8 componenti composte da un capo, un vice e semplici squadriglieri. Nelle Sq. si condivide tutto, si dorme nella stessa tenda, si mangia sullo stesso tavolo (rigorosamente costruito da soli) e di conseguenza si crea un legame fraterno. Nelle uscite e i campi estivi gli scout passano giornate e settimane intere a contatto con la natura, si vive in modo completamente diverso dalla vita di tutti i giorni.

Con semplicità si dorme nelle tende, si cucina sul fuoco, si costruiscono strutture in legno per organizzarsi bene nella vita all’aria aperta, che non deve diventare un duro campo di sopravvivenza, ma un luogo accogliente dove trascorrere belle giornate al fianco di amici; sicuramente non ci sono le comodità di casa e per questo sono tante le piccole difficoltà da superare assieme. Un insegnamento scout dice di “lasciare il mondo un po’meglio di come l’abbiamo trovato”, al reparto si inizia coscientemente ad applicare questo insegnamento. L’ultima branca è divisa in due parti: il noviziato e il clan. Il primo è (ad esempio aiuto dopo scuola ai bambini, agli anziani, o a centri con disabili,…) e di imprese (come organizzare uno spettacolo, fare rafting, arrampicata, …). Il clan dura tre anni e si basa su quattro principi:

fede, strada, servizio e comunità. Questa ultima fase è la più importante perché alla fine dei tre anni si deve decidere se prendere la partenza, cioè entrare nella Comunità Capi, oppure prendere l’uscita, cioè abb a n d on a r e l ’ A G E S C I (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani). In Route, cioè un campo mobile in cui l’occorrente si porta tutto sulle spalle, si comprende quanto sia importante l’essenzialità, un principio basilare nella vita di ogni scout. Il contatto con la natura qui è massimo, infatti la casa di ogni scout è ovunque “on the green road.” I lupetti imparano con San Francesco, il loro protettore, a conoscere la natura come un dono del Signore e chiamare fratellino e sorellina gli altri lupetti. Il protettore della branca EG è invece San Giorgio: alle guide e agli esploratori viene

raccontato il leggendario gesto del Patrono che salvò la vita della principessa Silene dalle fauci di un drago, diventando pertanto il simbolo del coraggio e dell'avventura che dovrebbe caratterizzare il reparto. L’ultimo Santo è Paolo, per la branca RS (Rover-Scout), il suo esempio nella testimonianza della parola di Dio è un incoraggiamento per rover e scolte a migliorarsi. La natura è l’ambiente più bello, avventuroso ed ispiratore per gli scouts di tutto il Mondo. Vero è che uno scout vive le attività proposte dal metodo educativo anche in città, in tutti gli ambienti in cui può apprendere le tecniche e in tutti quelli in cui può rendersi utile al prossimo. Lo scautismo ha come fine ultimo la formazione del buon cittadino e, per lo scoutismo cattolico, del buon cristiano, cercando di sviluppare con le tecniche i seguenti punti: abilità manuale, salute e forza fisica, carattere, servizio al prossimo, spiritualità. Sicuramente è con le attività a contatto con la natura che si vivono le esperienze più caratteristiche del metodo scout, queste attività rimangono indimenticabili per il resto della vita. La natura è per noi scouts un meraviglioso spettacolo, che ci stupisce tante volte per la sua grandezza e perfezione, in essa vediamo la meraviglia del Creato. “L'uomo che è cieco alle bellezze della natura ha perduto metà del piacere di vivere” B.P. Marta Mitriade IV L Marco Angelici IV L


Impatto zero: campi di calcio ecosostenibili In questa stagione la Serie A ha visto un’importante nonché originale debutto per la nostra massima serie….. Direte:”il giovane El Sharawy al Milan?NO;Borini nuovo bomber della Capitale giallorossa?NO;Luca Marrone debuttante con la maglia bianconera della Juventus?NO”….. …”Ahhh giàà,come non pensarci,il nuovo stadio della Juventus,primo di proprietà in Italia! NO,nemmeno questo”… Per la prima volta in Serie A compare il Campo in Erba Sintetica! Negli impianti del Silvio Piola di Novara ed al Manuzzi di Cesena sono infatti stati impiantati manti erbosi artificiali di ultima generazione. Campi dalla tecnologia avanzatissima da sembrare quasi di erba vera,con l’enorme vantaggio di non vedere più manti erbosi in pessime condizioni a causa della pioggia o del gelo invernale. Con il prato artificiale si ha un campo da

di Leonardo Peluso V B gioco perfetto tutto l’anno,e ai ragazzini che entrano probabilmente stadi come il furtivi per giocare sul camBentegodi di Verona o il po d’erba naturale col riFriuli di Udine,i cui terreni schio di distruggere un duro di gioco soffrono terribillavoro settimanale! mente La manutenzione e l’inverno,distrugendosi oll’impianto del campo in tremodo,adotteranno lo erba sintetica è cosa ben più stesso metodo per evitare semplice:si stende il manto incontri di gioco su veri e erboso artificiale composto propri campi di patate! non più da materiali plastici Ma in Italia la prima società che in molti casi si rivelavaad aver impiantato un manno tossici per i giocatori,ma to erboso di terza generaziofatto con fibre vegetali come ne,tanto da essere un camil cocco. po omologato dalle regole Su di esso vengono piantati Uefa per la Champions Leagermogli di erba semigue, è il campo del Comunaturale che sappiano crenale di SanSisto. scere sullo strato artificiale Nello stadio del piccolo in breve tempo;in circa due comune umbro da circa settimane,annaffiando i quattro anni è stato impiangermogli periodicamente, tato un terreno artificiale l’erba comincerà a crescere alle fibre di Cocco,con granin eugual misura su tutto il de sforzo economico da campo che sembrerà in parte della società che però tutto e per tutto un campo ha saputo vedere quanti di erba naturale,senza nesbenefici un tale impianto sun odore di materiali plapossa portare,ed il risparstici né rilasci di gas dannosi mio notevole che si avrebbe a livello ambientale(come avuto negli anni sulla manuad esempio il campo di San tenzione….ehhh addio cari Marco!). giardinieri che strillano Le condizioni di gioco

saranno perfette durante tutta la stagione,niente dissestamenti o buche,erba troppo alta o troppo morbida. In qualsiasi condizione atmosferica il campo sarà sempre performante e non vi sarà in alcun modo intralcio alla partita sia che nevichi,col gelo,con caldo torrido o sotto un acquazzone. La composizione in erba semi-naturale permette che l’acqua venga assorbita dai germogli e drenata attraverso flussi impiantati nel manto erboso cosicchè si possa giocare senza problemi evitando vere e proprie piscine che più che ad un incontro di calcio sembra di vederne uno di pallanuoto! Insomma,un campo quasi perfetto(perché la perfezione non esiste!),da Champions League…certo vedere San Sisto – Barcellona è un sogno…..ma alla fin fine sognare non costa nulla,ed il campo sintetico a fibre vegetali costa anche meno!


Green Italy Ci apprestiamo a recensire tre proposte letterarie riguardanti l’ambiente a braccetto con l’economia del nostro Paese. L’italia della Green Economy di Silvia Zamboni L’autrice si appresta a raccontare, in 80 storie racchiuse in 14 sezioni, l’operato di 80 industrie sotto l’aspetto ambientale, “Perché ci sia uno sviluppo sostenibile, infatti, c’è bisogno anche di idee competitive, che funzionino dal punto di vista economico”. I temi che la Zamboni esamina sono nuove forme di energia ( vedi anche: rinnovabile), produzione e smaltimento dei rifiuti e l’ambito innovativo dal punto di vista della produzione. All’interno di questo ‘macro -fascicolo’ , accenniamo le più curiose: la ‘macchina salva energia’ che semina e concima i campi allo stesso momento, riducendo le emissioni di CO2; la pompa geotermica di dimensioni ridotte (grande più o meno come un elettrodomestico da incasso) che fornisce calore, raffreddamento e acqua calda; il sistema per la raccolta dei rifiuti attraverso il trasporto pneumatico in tubature collocate sottoterra; i pannelli 100% riciclabili realizzati mischiando sansa di olive e resine plastiche. Una particolare attenzione è rivolta alla descrizione di alcuni prodotti innovativi ecosostenibili, come ad esempio le suole in plastica

biodegradabile o le calci e le vernici naturali. Con il suo libro, Silvia Zamboni intende premiare, in qualche modo, queste imprese, grandi o piccole che siano, al fine di suggerire un orientamento al rispetto dell’ambiente a tutte le persone che leggeranno i suoi resoconti e, che stimolate a migliorare le proprie abitudini, seguiranno il suo ‘consiglio tra le righe’, ossia che ci sono modi per salvare il pianeta e ogni piccolo contributo è fondamentale. Green Italia: La rivoluzione verde è adesso- come cambierà le nostre vite a cura di Maurizio Guandalini e Victor Uckmar Gli autori hanno realizzato un’ampia antologia di 358 pagine complessive, ad un costo di 23 euro, di tutto quello che si sta facendo nel mondo della ecosostenibilità. Nelle tre parti del libro, che contiene 32 contributi di autori diversi, viene presentato un grande cantiere di lavori in corso. Nella prima, dedicata alla green economy e alla sostenibilità, spicca il “Progetto per lo sviluppo sostenibile”, realizzato dal gruppo di lavoro dell’associazione tra le società di consulenza e di servizi per l’ambiente, la sicurezza e la responsabilità

sociale, in ambito confindustriale. Nella seconda parte vengono considerate altre opportunità, che non siano solo energie alternative: le acque, il riciclo, i vari impieghi dei sistemi del “freddo”, le nuove possibilità nel settore dei trasporti, delle banche, della chimica. La terza sviluppa in numerosi interventi le prospettive, alcuni dati e qualche incertezza sulle fonti rinnovabili, con una certa evidenza per l’eolico e per il fotovoltaico. I due contributi finali di questa parte sono dedicate alla nuova occupazione e ai green jobs e alle previsioni del fabbisogno di installatori, di manutentori e di commerciali per gli impianti di energia rinnovabile. Nella prefazione l’ex Ministro dell’ambiente, Stefania Prestigiacomo, sostiene che “in questo delicato periodo finanziario internazionale, la

green economy è una delle vie principali da perseguire al fine di dare vita a una nuova economia moderna, competitiva, rispettosa dell’ecosistema, ma occorre un approccio pragmatico affinché diventi realmente la nuova frontiera”. Green Building Economy a cura del gruppo di

Mett VE Neve Costanza VE lavoro sull’efficienza energetica di Kyoto Club Una realtà composita e in continua evoluzione, ritratta per la prima volta in numeri e parole nel rapporto Green Building Economy di 336 pagine complessive, messo a disposizione da Edizione Ambiente a 28 euro, coordinato da Giuliano Dall’Ò, associato di Fisica tecnica ambientale presso il Dipartimento BEST del Politecnico di Milano. Le urgenze ambientali, energetiche ed economiche rendono inevitabile l’incremento dell’efficienza e lo sfruttamento delle rinnovabili nel settore edilizio. Almeno in ciò l’Italia non rimane indietro, ponendosi sempre di più a livello globale come uno dei principali mercati mondiali per le tecnologie di produzione energetica da fonti rinnovabili. Con il solo incentivo “55%”, gli interventi sugli edifici esistenti hanno infatti sviluppato un volume di affari superiore ai 10 miliardi di euro, creando 150mila nuovi posti di lavoro “green”. L o s t ud i o i n qu ad ra l’andamento del mercato e della produzione, i trend di sviluppo, le criticità normative e tecniche. Ad emergere, è un’immagine che fortunatamente va proprio in controtendenza rispetto a quella più accreditata di un paese fermo, se non prossimo alla recessione. Insomma, qualcosa di buono su cui puntare c’è: l’Italia seria e professionale, questa volta, non intende più limitarsi a guardare.


Canzoni verdi "Non saremmo qui a protestare se la stampa avesse fatto il suo dovere nell'informare il pubblico sui rischi del nucleare"; fu questa la risposta che la cantante Bonnie Raitt diede ad un giornalista, il quale le chiese se fosse adeguato che dei musicisti si mettessero a "predicare" sui rischi del nucleare. Nel 1979 avvenne l'incidente nucleare di Three Mile Island, forse il più grave mai avvenuto in america. Qualche tempo dopo, un gruppo di artisti statunitensi decise di unirsi a beneficio dell'America e del mondo, con il fine di sensibiliz-

di Gloria Mass IV L zare la popolazione sul tema delle scelte energetiche e con valide proposte in

ad organizzare, al Madison Square Garden, cinque giornate di concerti e meravi-

alternativa al nucleare nacque la fondazione MUSE: Musicians United for Safe Energy - Musicisti uniti per un'energia sicura. E furono proprio gli artisti del MUSE

gliose esibizioni: dal 19 al 23 Settembre 1979 prese vita la "Woodstock per una causa". Parteciparono artisti come James Taylor, Bruce Springsteen, Jackson Bro-

wne e John Hall, che, con la sua canzone "Power", divenne portavoce delle proteste e degli ideali di una generazione, finalmente ottimista nei confronti del futuro. L'evento è davvero attuale. Al di là della posizione in campo energetico, insegna alle persone quanto le idee siano importanti e quanto valga la pena portarle avanti: infatti nessuno deve dimenticarsi di essere l'artefice del proprio futuro e tutti devono ricordarsi che quelli del Muse sono diventati padroni del loro destino partendo da una chitarra.

WALL∙E : un amore sommerso dai rifiuti Wall – e non è un semplice cartone animato, è cinema; è poesia in movimento, sono sentimenti perduti tra i rifiuti che miliardi di persone avevano abbandonato sulla Terra da secoli, ormai invivibile a causa dell’emergenza rifiuti. Wall-e (acronimo di Waste Allocation Load Lifter Earth Class) è un piccolo robot rimasto solo a portare avanti il suo lavoro: esplorare i cumuli di immondizia e sistematicamente costruirne grattaceli. Ma, Wall-e si lascia affascinare dagli oggetti che, per lui, sono pervasi da un’aura di bellezza, quasi mistica. Lui tiene tutto da parte per sentirsi un po’ meno solo e un po’ più umano, coccolato dalle immagini di un vecchio film in vhs, “Hello, Dolly!”, che guarda e riguarda sognante rendendosi conto quanto l’amore sia importante, perfino per una macchina. Un giorno, ecco che, da una

gigantesca astronave, sulla Terra sbarca EVE (Extraterrestrial Vegetation Evaluator) , la bellissima, ma un po’ burbera robottina di cui Wall-e si innamora perdutamente al primo sguardo. Wall-e, dopo aver rischiato di essere incenerito da lei, un po’ goffamente e ingenuamente tenta in tutti i modi di farle perdere la testa per lui. Ma Eve ha un solo obiettivo, quello per cui è stata programmata: trovare forme di vita organica sul pianeta e non si lascia incantare dal compattarifiuti. E proprio quando Wall-e riesce a fare breccia nel suo cuore e le mostra la più preziose delle scoperte, una rigogliosa piantina, EVE la

ingloba e va in stand-by. A nulla serviranno i tentativi per farla risvegliare, nell’attesa della navicella di ricognizione. E mentre Eve verrà brutalmente portata via, Wall-e deciderà di seguirla e salvarla. Fluttuerà nello spazio aggrappato al razzo , tra le stelle e i pianeti, fino ad arrivare alla AXIOM, un incrocio tra una nave da crociera e un centro commerciale dove vivono i discendenti del genere umano. Ma quella non è vita, ogni sorta di comfort (perfino la piscina) si può godere stando seduti su comode poltrone fluttuanti, il cibo ipercalorico viene somministrato

con strani bibitoni e se qualcuno si scontra e cade ci pensano i robot a farli rialzare. Sono obesi e invertebrati (a causa della microgravità della nave). Attraverso mille peripezie Wall-e e EVE, uniti dal loro amore, riusciranno a comunicare al capitano della nave che c’è vita sulla Terra e si può finalmente tornare a casa. Attenzione: nonostante la dolcezza di una storia d’amore tipicamente Disney, questo è un film di denuncia. E spesso non sono le parole (decisamente poche nella prima parte del cartone) ad insegnarci cos’è la vita ma la concretizzazione delle azioni, quelle giuste ma, soprattutto, quelle sbagliate, di cui da soli non sempre ci accorgiamo e, se lo facciamo, tiriamo avanti come niente fosse. MariaLaura Bedini V F


La Natura ispira l’arte di Marta Mitridate IV L Ogni cosa che puoi immaginare, la Natura l'ha già creata. (Albert Einstein) L’imitazione della Natura è sempre stata una grande forma di ispirazione per artisti e poeti. Purtroppo oggi, inquinati da immagini virtuali, stiamo perdendo l’opportunità di osservare con occhi sensibili la perfezione e la meraviglia della Natura. Spesso diamo per scontate gratuite espressioni d’arte come la luce del tramonto tra gli alberi nel parco del quartiere, le foglie cadute in autunno sul viale di casa oppure il colore

dell’orizzonte nelle sere estive in riva al mare. Un proverbio indiano dice che la terra non l’abbiamo ereditata dai padri, ma l’abbiamo presa in prestito dai figli; con queste parole possiamo comprendere l’importanza di preservare il paesaggio per le generazioni che verranno e questo è forse il regalo più bello che si possa fare a chi sa accogliere la suggestione procurata dalla Natura. Un ex allievo del liceo Alessi, Francesco Gasperi, è uno di quelli che non lascia “fuggire l’attimo”. La sua

passione per la fotografia è iniziata in quarto liceo, quando gli amici gli hanno regalato una macchina fotografica: da allora ha coltivato questa forma di arte moderna immortalando splendidi paesaggi. Francesco ha partecipato anche ad un importante concorso sulla fotografia dei tramonti arrivando tra i finalisti; e nonostante sia studente di economia non esclude che la fotografia possa diventare, un giorno, il suo lavoro. Ci dice “ la fotografia è la forma di comunicazione più diretta, è per questo che mi piace!”

Francesco ci ha regalato alcuni dei suoi migliori scatti e un poeta si è ispirato ad essi per scrivere in versi l’emozione suscitatagli dalla fotografia. Si fa chiamare Seravon per rimanere ignoto, ma su di lui possiamo dirvi che assomiglia a Batman e che si aggira abitualmente nelle aule e nei corridoi labirintici del Liceo Alessi. Con poche righe originali e profonde ha saputo regalarci altre emozioni che amplificano in richiami fantastici o in spazi interiori di solenne malinconia le note squillanti della fotografia.

Per un volo nero sul fuoco è forse fenice indifferente all'ambizione al vento magari fedele di necessità. Spesso quando uno pensa non è possibile sbaglia la natura si dipinge da sè imprevedibile gratuita. Un giacchio sfocato la giornata del pescatore l’abitudine ai tramonti quasi noia alla battigia solitaria soprattutto la sera per chi porta a spasso più la fatica che le musiche.


Ruba la vita regala la vita assapora l’anima delle emozioni il baricentro in fuga le modella con gusto mastro orafo devoto ricchezza è l’arte solo sua. Un’estate da cartolina non ho più voglia di chiederla a mala pena esistono nelle istantanee dei fotografi quelli bravi allungato il sole allo stremo nell’Erebo ferita a sangue inflitta ogni sera ma gioco indolore di specchi.

Non è altro che un dente di leone con un atomo vivo però una cerimonia nuziale a cui non può mancare il velo da sposa leggero leggero è superfluo dire basta un soffio.

Foto: Francesco Gasperi Poesie: Seravon


Nature Poems Per contribuire piacevolmente al progetto ambientale al quale tutta la redazione sta partecipando, la professoressa di Inglese Maria Cinanni ha invitato la classe 5C a scrivere qualche poesia relativa alla natura. Ogni alunno, prendendo spunto

da due autori, Wordsworth e Byron, ha composto liberamente la propria poesia, dando spazio alla propria fantasia e alla propria sensibilità riguardo l’ambiente. L’insegnante si è occupata con i giovani autori dell’editing, approfondendo

la loro consapevolezza espressiva, e le ha inviate alla Siringa garantendo che ogni alunno si è impegnato al massimo per dare vita alla propria creatività.Purtroppo per ovvi motivi di spazio non c’è stata la possibilità di pubblicarle tutte, così ne

sono state scelte alcune delle più originali e significative. Nonostante ciò, l’intera classe ha notevolmente apprezzato l’idea di questa inusuale e stimolante attività.

When the night is over

Rain

Music of my heart

Love

I can see the sky with only one star from the top of a white hill. Trees, like old ghosts, appear in the fog as a childhood memory.

6 o’clock. The evening’s calm, the sand cold. I put a shell to my ear. Ah! New world!

If you feel misunderstood don’t look down for help, look up to heaven, admire the sky.

Giulia Riganelli V C

The thing I like most about nature is rain. When it rains, it’s spectacular. I feel like everything is silent around me, as if every emotion is flowing over me and at the same time I can empty myself from all emotions because they blend with the water. Rain is freedom. When it rains heavily I like to walk in the street without an umbrella to take in all the rain, listening to my favourite song, screaming, running, only me. Rain purifies not only me but all the world; it takes away problems, the dirt. Rain means “panta rei” - everything flows - letting life flow all over you.

Ahead, only endless sky

Flavia M. Fagugli V C

When the night is over I can hear a singing cock alone, in the darkness. But he knows: a new day is coming and he will sing until the sun rises. When the night is over I can smell the freshness coming from heaven and breathe the light of a new life.

Lake, mountains, the sunset on the right, quiet breeze. Regrets left behind.

Mountain Laura Tanci V C

I couldn’t believe my eyes: fireflies filled the air like magic.

I, an ant standing in the mountain shadow, wonder how many sand grains had created it so close to the sky, so close to the ocean.

Alessia Alunni V C

Cristina Tosti V C

Summer nights

Chiara Tibidò V C

Simplicity A warm wind blew, my hair brushed against my face, I ran in high grass of sweet fields-a child tasting life like a strawberry. I’m still running. Ilaria Malfatti V C Who am I without you? I’m a little flower in a beautiful garden, a song, an incomplete song. I’m a mother without her child, a violin without music. I’m with everyone but I’m lonely. I’m everything but have nothing.

Sara Belladonna V C

Cherry Tree When I see this cherry tree sparkle after rain I feel alive. Valentina Cerboni V C

Marylisa Alemi III C

Use your imagination when you watch the stars. You are small, but not insignificant. Take refuge in your heart. Learn from animals. They forgive the man who kills. They love, regardless. Ilaria Palomba V C

My secret paradise lost in memories I had smelled this maternal fragrance before and immediately my nose was shrouded by it once again. I opened the main door of the old house, step by step, searching for the smile of the lady, touching the walls covered by grey wallpaper. But it was just the reassuring fragrance of my past childhood. Valentina Bulletti V C


Vignette di Stefano Brunori V H


Barzellette: Secondo gli esperti, Roma è più radioattiva di Tokyo. Per forza, è piena di curie. *** Salvate un albero! Mangiatevi un castoro! *** Ho visto un giardiniere chiedere di essere assunto in pianta stabile. *** Un albero dice ad un altro albero: "Non ti abbattere!". E l'altro risponde: "E tu non ti inalberare!" Giulio Cavicchi I D

Thanks

To:

E quanti grazie questa volta… Non ho così tanto spazio per ringraziare tutti gli esperti e professionisti nel settore che hanno collaborato alla nostra causa. Un grazie sentito a Dan, il nostro impaginatore, che questo mese ha impaginato in verde! Un grazie a Maria Laura che ha corretto gli articoli; un grazie a Stefano per le simpaticissime vignette; un grazie a Leonardo che ha trovato un argomento sportivo anche in questo ambito particolare; un grazie a Giulio, Carmen e Claudia, tre eccezionali new entry a metà anno ; un grazie alle piccole (ma grandi) Elisa e Alessandra; un grazie a Maria Teresa, Marta, Silvia, Martina, Costanza,Marco, Sophia, Gloria, Marylisa e noi due Capo-Redattori: Sara e Mett. I veri ringraziamenti, però, vanno a chi ha letto e compreso il nostro lavoro: Voi , lettori. We hope that you enjoyed! Mett, Sara VE

Invece dei soliti e noiosi numeri riempite le caselle con queste immagini, le regole sono le stesse del sudoku classico…buon divertimento!


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