Angelo Peruzzi

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intervista

Angelo

PERUZZI

“LAZIO con te tante emozioni, ma potevamo vincere di più...”

Continuano i grandi scoop di Lazialità. Dopo Bobo Vieri e Gigi Casiraghi, è la volta di uno dei più grandi portieri della storia del calcio italiano, Angelo Peruzzi. Una lunga intervista che ripercorre tutta l’avventura del portierone biancoceleste a Roma. Dall’arrivo in quella Lazio scudettata alla sana rivalità con Marchegiani, dai rimpianti per qualche successo sfumato alle grandi gioie vissute. Si accendono i microfoni, Lazialità incontra Angelo Peruzzi. 56 | Aprile 2012 Lazialità

intervista

di Vincenzo Oliva

Ciao Angelo, per me è un vero piacere incontrarti e fare questa intervista. Come stai innanzitutto? Tutto bene grazie, è un piacere per me fare quest’intervista per Lazialità. Riviviamo insieme la tua esperienza in biancoceleste. Arrivasti nell’estate del 2000, l’anno dopo la vittoria dello Scudetto. Quali furono le tue prime impressioni di quella Lazio? Molto buone. Arrivai in una Lazio fortissima, che aveva appena vinto lo Scudetto e che vantava qualcosa come sette/otto nazionali tra i titolari. Era una squadra davvero competitiva e che poteva vincere Champions League e Serie A. Arrivavi dall’Inter e avevi già giocato in un grande club come la Juventus, dove forse ti togliesti le maggiori soddisfazioni della tua carriera... Si, negli otto anni in bianconero vinsi tanto e mi tolsi parecchi sfizi. All’Inter giocai solo un anno, in una squadra che viveva varie vicissitudini e che non era ancora forte come lo è oggi. Diciamo che arrivai alla Lazio sperando di vincere ancora tanto. Vincemmo qualcosa, ma onestamente quella squadra poteva fare molto meglio. Chi fu a volerti di più tra Eriksson e Cragnotti? In realtà il mio primo contatto con il mondo biancoceleste lo ebbi con Mancini, che dopo un Inter-Lazio mi chiamò da parte e mi chiese se ero disponibile a venire alla Lazio. Diedi la mia disponibilità e da lì presi contatti prima

con Eriksson, e poi sia con Sergio Cragnotti che con suo figlio Massimo.

con Eriksson, e poi sia con Sergio Cragnotti che con suo figlio Massimo.

Che rapporto avevi con il presidente? Buonissimo. Secondo me Cragnotti è una grande persona ed è stato un grande presidente. Certo io arrivai in un momento in cui si iniziavano a palesare delle problamtiche abbastanza serie per la società, ed anche se personalmente non ebbi mai degli scontri con lui, ci furono delle tensioni dovute alla situazione difficile che si stava creando.

Che rapporto avevi con il presidente? Buonissimo. Secondo me Cragnotti è una grande persona ed è stato un grande presidente. Certo io arrivai in un momento in cui si iniziavano a palesare delle problamtiche abbastanza serie per la società, ed anche se personalmente non ebbi mai degli scontri con lui, ci furono delle tensioni dovute alla situazione difficile che si stava creando.

Il tuo arrivo a Roma spodestò colui che fino a quel momento aveva difeso per tanti anni la porta della Lazio, Luca Marchegiani. Come vivevi tu e come prese lui quella situazione? Quando Mancio mi disse che mi volevano, rimasi sorpreso, perchè sapevo che alla Lazio già c’era uno dei migliori portieri italiani, Marchegiani appunto. Ero un po’ titubante perchè innanzitutto non

Il tuo arrivo a Roma spodestò colui che fino a quel momento aveva difeso per tanti anni la porta della Lazio, Luca Marchegiani. Come vivevi tu e come prese lui quella situazione? Quando Mancio mi disse che mi volevano, rimasi sorpreso, perchè sapevo che alla Lazio già c’era uno dei migliori portieri italiani, Marchegiani appunto. Ero un po’ titu

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