Diritti 2 0

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GSD attiva sul territorio gruppi di auto aiuto dedicati al Post adozione e all'Attesa, organizza incontri di sensibilizzazione e informazione, copre le spese vive contribuisce a coprire i costi

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di Luigi Bulotta

Diritti 2.0

editoriale

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Che un minore sia portatore di diritti è un concetto così scontato che non si sente l’esigenza di doverlo ribadire, anche se purtroppo è spesso disatteso nella nostra società. Tra questi diritti, uno dei più importanti è senz’altro quello ad avere una famiglia, sia perché bene primario, sia perché se un minore è inserito all’interno di una famiglia, saranno gli stessi genitori a garantirgli il raggiungimento degli altri. Ben lo sanno le famiglie adottive che garantiscono questo diritto, accogliendo al loro interno bambini e ragazzi che, per i più svariati motivi, una famiglia non ce l’hanno. Ma la famiglia, intesa come rapporti familiari, è anche un diritto alienabile? Da parte degli adulti certamente si, altrimenti non esisterebbero minori in stato di abbandono. E i minori? Possono decidere di fare a meno di un genitore? Fino a poco tempo fa la risposta sarebbe stata no, che non è una delle facoltà che gli sono concesse, che la famiglia per lui è per sempre, ma è cosa recente una sentenza della Cassazione di segno opposto. Il caso ha riguardato una ragazza quindicenne, figlia di genitori separati che, sentendosi trascurata e ferita dal padre non affidatario, che nel corso degli ultimi anni si era limitato a mandarle degli sms ed a effettuare solo alcune sporadiche telefonate, ha chiesto di interrompere gli incontri col genitore. La Cassazione, confermando la sentenza d’appello, ha valutato la centralità della volontà della figlia, adeguatamente argomentata, di indisponibilità a partecipare ad un progetto di riavvicinamento al padre, senza subire costrizioni in tal senso da parte di servizi sociali e tribunali.


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La volontà manifestata dalla figlia, che il rapporto possa riprendere su base spontanea e non imposta, è stata accettata dalla Corte, che ha affidato ai servizi la responsabilità di monitorare la situazione per offrire supporto al padre per un eventuale recupero del rapporto, nel caso in cui la figlia decida di riprendere i contatti col padre, e ha rimarcato, una volta di più, la necessità che il minore sia ascoltato e che la sua opinione sia presa in considerazione per stabilire quale sia il suo superiore interesse. La sentenza, al netto di qualsiasi strumentalizzazione, ribadisce che la famiglia è un diritto del minore, ma la relazione parentale non può essere considerata un diritto dell’adulto, se non supportata dalla propria presenza e da un concreto interesse nei confronti dei figli.


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