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FREEPRESS Mensile di cultura e spettacoli settembre 2016 n.21 ROMAGNA&DINTORNI

R O M A G N A & D I N T O R N I

SETTEMBRE 2016

Un’opera di Rita Petruccioli in mostra alla biblioteca Oriani di Ravenna nell’ambito del settembre dantesco

IL MESE DEL SOMMO POETA DANTE AL CENTRO DI RASSEGNE E FESTIVAL, DALLO SPETTACOLO AL FUMETTO ALL’INTERNO musica • teatro • libri • arte • cinema • gusto • junior

INSERTO DA CONSERVARE NELLE PAGINE CENTRALI • Redazione tel 0544 271068 • redazione@ravennaedintorni.it • Pubblicità tel. 0544 408312 • info@reclam.ra.it

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ISSN 2499-0205



R&DCULT settembre 2016

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SOMMARIO

L’ EDITORIALE

• MUSICA La Sagra Malatestiana .............pag. 10

Il lato buono della cultura

• TEATRO Ammutinamenti di danza ........pag. 13 • CINEMA Consigli di settembre...............pag. 15 • LIBRI Canfora per Dante...................pag. 16 • ARTE Il Si Fest di Savignano .............pag. 19 • JUNIOR I burattini Arrivano dal mare ...pag. 24 • GUSTO Ecco il sale di Cervia ...............pag. 26

Provocazione, superamento del limite, sfida, ribaltamento di senso. La cultura è tutto questo ma anche linguaggio attraverso il quale far passare messaggi politici, etici, solidali. Mai come nel mese di settembre, forse, in Romagna questo aspetto diventa tangibile grazie alla Settimana del Buon Vivere, un contenitore (a cui dedichiamo su questo numero l’inserto centrale estraibile) che a Forlì unisce voci e impegni diversi verso l’idea di Bene Comune, con i monologhi di Ascanio Celestini o di Erri de Luca o ancora riproponendo, come già aveva fatto il Ravenna Festival peraltro, un nuovo appuntamento con “Human”, spettacolo tutto dedicato da Lella Costa e Marco Baliani al dramma dei migranti. Lo stesso tema scelto a Ravenna per un debutto teatrale (ne parliamo a pagina 12) che nasce da una collaborazione tra Ravenna Teatro e il Gruppo dello Zuccherificio all’interno di un festival dedicato alla libera informazione. Tutto questo mentre c’è chi ha pensato bene, là fuori, di contrapporre terremotati e immigrati, tende per gli uni e hotel per gli altri. E dunque di voci come queste, intrise di etica e dal dichiarato impegno civico, c’è quanto mai bisogno. Un bisogno concreto come quello che è stato offerto da chi ha scelto di visitare i musei dello Stato nell’ultima domenica di agosto, i cui incassi sono andati alle popolazioni colpite dal sisma, e così come quello che sarà offerto dal concerto organizzato in piazza Cavour a Rimini l’1 settembre con musicisti locali tra cui alcuni già passati più volte su queste pagine come Crista, Duo Bucolico o Giacomo Toni. Il ricavato della serata a offerta libera e della vendita delle magliette sarà devoluto anche in questo caso per i terremotati. Insomma, un altro esempio dal lato buono della cultura.

FOTO IN MOSTRA: COSA RIMANE DELLE ARCHITETTURE DEI REGIMI TOTALITARI? Totally Lost è una ricerca fotografica che ha coinvolto 186 fotografi internazionali e mappato quasi 300 luoghi “scomodi” legati ai regimi totalitari, con più di 2.600 fotografie in oltre 25 nazioni. L’archivio on-line in divenire è consultabile su www.totallylost.eu. La ricerca diventa una mostra diffusa che avrà luogo dal 9 al 25 settembre tra Forlì e provincia in tre location legate all’architettura del regime: la Casa del Mutilato di Forlì, l’ex Acquedotto Spinadello di Forlimpopoli e l’ex Casa del Fascio a Teodorano, Meldola (queste ultime aperte nei giorni 10-11 e 17-18 settembre). In questa pagina la Colonia Amos Maramotti di Riccione in una foto di Alessandro Costa. R&D Cult nr. 21 - settembre 2016

Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 1427 del 9 febbraio 2016 Editore: Edizioni e Comunicazione srl Via della Lirica 43 - 48124 Ravenna - tel. 0544 408312 www.reclam.ra.it Direttore Generale: Claudia Cuppi Pubblicità: direzione@reclam.ra.it tel. 0544 408312 - 392 9784242 Area clienti: Denise Cavina tel. 335 7259872

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Fabbri, Francesco Farabegoli, Nevio Galeati, Sabina Ghinassi, Enrico Gramigna, Giorgia Lagosti, Linda Landi, Fabio Magnani, Filippo Papetti, Guido Sani, Angela Schiavina, Serena Simoni, Elettra Stamboulis. Redazione: tel. 0544 271068 redazione@ravennaedintorni.it Poste Italiane spa Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. di legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB C.R.P.- C.P.O. RAVENNA


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MUSICA

di Francesco Farabegoli *

Di questi tempi va molto di moda tirar fuori questioni di genere legate alla musica rock: sessismo, mansplaining, rape culture. Sono discorsi che mi fanno infuriare perché mi dipingono, in quanto ascoltatore rock maschio, come una sorta di stupratore potenziale la cui forma mentale lo costringe a discriminare senza pietà qualsiasi ragazza che prova a mettere il piedino nel mondo della musica. Mi è sempre sembrata un’interpretazione decisamente esagerata, e il fatto che io lo consideri esagerato mi ha fatto piombare addosso qualche accusa di mansplaining, suppongo meritata. Penso spesso alle cantanti che ascolto e mi rendo conto che in qualche modo c’è sempre in nuce una componente di sessualità, o di amore, o uno strano senso di protezione che provo nei confronti di alcune, e al fatto che cerco di ricondurre tutte le ragazze che suonano ad archetipi preesistenti, e sono tutte altre ragazze. Non sono il solo. Prendete Cat Power, ad esempio: è facilissimo, quando leggete un articolo su di lei, sgamare un sottotesto piagnone da giornalista che spera segretamente di venire letto dalla cantante e magari farla innamorare. È una cosa che viene tipicamente dal mondo punk/indie: si parla di alcune cantanti come se ci fossero meno gradi di separazione che con i maschi, come se a un certo punto fossimo stati a una cena assieme e lei avesse riso a una nostra battuta e poi le avevamo consigliato un libro da leggere o quella roba lì. Ultimamente è una cosa che funziona molto anche nel pop, credo sia stata introdotta da Lily Allen e s’è allargata a cose tipo Katy Perry. E d’altra parte anche io vivo la mia storia personale con le musiciste in questo modo malato. Magari non ho una vera e propria percezione sessuale legata alla musica, ma se ad esempio una cantante nuova fa musica troppo simile a quella di Shannon Wright, la prendo sul personale. Tante piccole cose. Sessismo? Non ne sono convinto. C’è un film in cui viene raccontata bene questa cosa, incidentalmente un film con Cat Power. In Italia è uscito col nome Un bacio romantico, traduzione letterale di My Blueberry Nights. L’ha girato Wong Kar-Wai. La storia è così: una ragazza viene lasciata dal fidanzato e lascia la chiave dell’appartamento a una tavola calda che sta sotto il palazzo. Il gestore della tavola calda è una specie di JeanPaul Sartre dei ristoratori newyorkesi, interpretato da Jude Law. Lei e lui iniziano a parlare della fine delle cose, lui ha un vaso di vetro pieno zeppo di chiavi lasciate da qualcuno che non sta venendo a riprendersele, racconta la storia dietro le chiavi. Poi lei fa un viaggio di un annetto in giro per l’America e si ferma in certi posti a fare la barista, in ogni bar incontra gente con storie d’amore complicate e drammi familiari. Intanto scrive lettere a Jude Law. Verso fine film c’è una scena un po’ onirica in cui Jude Law si fuma una sigaretta fuori dal locale, arriva Cat Power, e si mettono a chiacchierare. Lei è la ex ragazza di lui, e parlano dei mazzi di chiavi e delle cose che finiscono. Poi si danno un bacio e lei sparisce per sempre. È

Cat Power, nella foto, sarà in concerto a Cesena il 6 settembre

BASTONATE DI CARTA

Forse le ex fidanzate sono tutte come Cat Power IL FESTIVAL ALLA ROCCA DI CESENA PER “ACIELOAPERTO” ANCHE GLI EAGLES OF E IL CONCERTO DEI VERDENA RINVIATO PER MALTEMPO IN AGOSTO

DEATH METAL

Cat Power – di cui si parla nell’articolo principale di questa pagina – sarà in concerto martedì 6 settembre alla Rocca Malatestiana di Cesena nell’ambito del festival “acieloaperto” che in questo mese ha in programma altri due appuntamenti. Venerdì 2 sempre alla Rocca di Cesena arrivano i deflagranti Eagles of Death Metal, tra garage e hard rock, celebri in tutto il mondo loro malgrado per essere stati protagonisti del concerto al Bataclan di Parigi la sera dell’attacco terroristico. In apertura, tre band selezionate dalla scuderia Go Down Records: OJM, Coconuts Killer Band, The Black Soul - Golden Reunion. A chiudere la rassegna giovedì 8 settembre, ancora alla Rocca Malatestiana, il live dei Verdena (nella foto) – forse la rock band italiana più amata di questi anni – in programma originariamente a inizio agosto ma rinviato per maltempo (restano validi i biglietti già acquistati prima dello spostamento). I biglietti per il festival sono disponibili in prevendita sul circuito TicketOne. Maggiori informazioni sono consultabili sul sito www.acieloaperto.it o alla fan page Facebook “acieloaperto”.

una metafora del superare le cose, non è proprio chiaro se stia succedendo davvero. Le ex ragazze sono tutte come Cat Power, almeno nella misura in cui i cuochi sono tutti come Jude Law. Però io me la sento addosso. Cat Power l’ho ascoltata alla fine degli anni novanta, il primo disco che ho sentito era Moon Pix. Poi ho recupe-

rato i primi due (Dear Sir e Myra Lee), che sono di gran lunga i suoi migliori. Li ha registrati il batterista dei Sonic Youth, che la vide nel ’93 suonare di spalla a Liz Phair e ne rimase impressionato: due dischi in un’unica seduta, le canzoni erano già più o meno uguali a come sono ora, arrangiate con queste dissonanze e certe chitarre acide che ricordano

un po’ John Frusciante. Me ne innamorai: era dolce ed era aspra e poi la vidi in foto. Dicono che dal vivo la mandasse sempre in vacca: interrompeva le canzoni, interrompeva i concerti, sbroccava per un nonnulla. A sentir lei era colpa del troppo bere e del troppo drogarsi e della fobia del palco. Sotto al palco le persone sono disposte a perdonare tutto

a parte i brutti concerti. Quando uscì You Are Free, il primo disco davvero grosso, la storia tra me e lei era iniziata ad andare un po’ in crisi. Le ragioni per cui le storie finiscono sono sempre più o meno le stesse: la donna cambia più velocemente dell’uomo, lei voleva far pace con le sue cose, io la volevo uguale a come l’avevo conosciuta. Così una volta l’ho presa in disparte e abbiamo deciso di non vederci più. Ho regalato la mia copia di You Are Free ad una ragazza con cui sono uscito per un pochetto e a un certo punto l’ho ri-scaricato tanto per riascoltare di tanto in tanto “Good Woman”. L’ho reincontrata per strada un paio d’anni dopo. Io avevo trovato una fidanzatina, lei aveva inciso The Greatest. Mi ha chiesto una sigaretta e siamo rimasti lì un po’ a parlare del più e del meno. Anche lei aveva trovato un nuovo fidanzato, in forma di un pubblico molto più grosso di quello che la seguiva quando stavo con lei. Diceva che era passata per vedere come stavo, l’ho trovata in forma. Certo qualcosa era diverso, non c’erano più tutti gli sbrocchi e le asperità, ma la musica era ancora buona e le canzoni le riconoscevi ancora come le sue. La prima canzone di The Greatest si chiama The Greatest ed è diventata la sua canzone più conosciuta in assoluto. Ha smesso di bere e di drogarsi. Dicono che adesso i concerti sono diventati molto belli e meno matti. A un certo punto ha anche tagliato i capelli corti e quella frangetta. Quando la gente la scopre e se ne innamora mi viene fuori uno strano sorriso, penso che l’amore del pubblico se lo merita tutto e che non importa quanto s’è trasferita lontano, per lei c’è sempre un pezzo di cuoricino. Per scrivere questo pezzo ho ritirato fuori i primi dischi, che avevo messo da parte anni fa, e non ascolterò altro per settimane. * fondatore e autore di Bastonate, miglior sito musicale italiano alle ultime tre edizioni degli Oscar del web


MUSICA

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L’INTERVISTA Tornano i Glory Days: a Rimini fan di Springsteen da tutta Europa «Qui il pubblico è protagonista» Dal 21 al 26 settembre tornano a Rimini i Glory Days, l’evento di caratura internazionale dedicato a Bruce Springsteen e ai suoi fan. Ne abbiamo parlato con l’ideatore e organizzatore Lorenzo Semprini, tra l’altro lui stesso leader e fondatore della rock band riminese Miami & The Groovers, e che con il Boss ha pure diviso il palco in passato. Quando e come nasce l’evento? «La manifestazione nasce nel 1999 per festeggiare i 50 anni di Bruce Springsteen, da un gruppo di amici con la passione per il Boss in comune. La cosa ci è subito sfuggita di mano, nel senso che fin dalla prima edizione arrivò un sacco di gente da tutta Italia, e l’evento è diventato fin da subito uno degli appuntamenti fissi per i fan di Bruce». Come è cambiato nel corso degli anni? «Inizialmente si svolgeva solo in un locale di Rimini, adesso che siamo arrivati alla 18esima edizione coinvolgiamo ben sei locali, con fan che arrivano non solo dall’Italia ma da tutta Europa e ora è generalmente riconosciuto come l'evento europeo principale per la musica di Bruce Springsteen». Qualche aneddoto particolarmente curioso? «Ce ne sono molti: nel 2009 per esempio salì a sorpresa sul palco Vinicio Capossela a suonare qualche pezzo piano e voce; passava di lì per caso e non ha resistito. Poi ci sono i fan che si conoscono qui e che magari qualche anno dopo si sposano e hanno figli, oppure altri che arrivano da ogni angolo d'Europa (in particolare penso a Svezia, Austria, Spagna, Svizzera, Inghilterra) che poi rivedi ai concerti di Bruce insieme, magari con le magliette ufficiali dei Glory Days. Nel 2013 poi Vini Lopez (il primo batterista della E Street Band di Springsteen, ndr) fu accolto come una vera e propria star: poco prima di partire ci confessò che erano anni che non veniva trattato così dal pubblico e che quella di Rimini sarebbe stata una esperienza che non avrebbe più dimenticato». Ma cos’ha di speciale il Boss? «Springsteen ha la passione che sprigiona sul palco e che riversa sul suo pubblico, facendolo sentire parte integrante dello show. È la stessa cosa che succede ai Glory Days di Rimini: il pubblico non è semplice spettatore, ma protagonista stesso. Penso al concerto dello scorso anno a Castel Sismondo (con l'Orchestra del Lettimi che accompagnò alcuni artisti come Elliott Murphy, The Leading Guy, Buford Pope o Daniele Tenca, ndr) quando oltre 700 persone contribuirono a rendere l'evento speciale, da brivido. Un concerto, questo, che abbiamo fissato su un cd, “Keep on dreaming”, che sarà disponibile in questa edizione e il cui ricavato andrà al progetto “No surrender

Springsteen durante il tour di The Seeger Sessions, che verrà omaggiato a Rimini e, nel riquadro, l’organizzatore dei Glory Days Lorenzo Semprini

dream team” (che permette a bambini o ragazzi gravemente malati e alle loro famiglie di poter assistere ai concerti di Springsteen, ndr)». Chi sono gli artisti che partecipano ai Glory Days? «Nel corso di questi anni hanno suonato centinaia di artisti. Dalle tribute band che suonano i brani di Bruce in modo tradizionale fino ad arrivare a nomi come Elliott Murphy, Joe D'Urso, Graziano Romani, Mel Previte & the Gangsters of Love, The leading Guy, Riccardo Maffoni... Gente che magari ha cantato negli anni in tutto il mondo, davanti a migliaia di persone, oppure vinto una edizione di Sanremo. Poi ci sono gli artisti o le band che hanno il “Sound Springsteen” e che suonano brani loro. A noi piace l'artista che abbia lo spirito di Bruce e non che per forza suoni suoi brani». Alcune segnalazioni sull’edizione di quest’anno? «Innanzitutto si intitola “Bound for glory”, titolo preso a prestito da Woody Guthrie, perchè andremo a sviscerare le radici della musica di Bruce, quindi il folk, il country, il rockabilly. Avremo tra gli ospiti Martyn Joseph, cantautore storico gallese, La Terza Classe da Napoli, che ha suonato in mezza America, e ancora The Mama Bluegrass Band, Riccardo Maffoni e anche qualche musicista più giovane, come ad esempio i Jarred

The Caveman. Il bello è che qui puoi vedere il musicista più scafato di fianco a quello alle prime armi». Quante persone sono attese? «L'evento ogni anno registra sempre un nuovo record di presenze. Lo scorso anno ne abbiamo avute 2mila solo nella giornata di sabato. Ma è difficile dare numeri perché gli eventi sono tutti a ingresso gratuito (a eccezione, quest’anno, di quello di sabato pomeriggio a Castel Sismondo con alcuni dei protagonisti citati sopra e un concerto che ripercorrerà il tour del disco “We shall overcome: The Seeger Sessions” a dieci anni dall’uscita, ndr): è un vero e proprio invito a tutti i fan della musica live, e non solo di Bruce Springsteen, a partecipare. C'è gente che prende aerei, si fa migliaia di chilometri solo per la passione per Bruce, ma c'è anche il curioso che si affaccia ai Glory Days per la prima volta e ne rimane coinvolto anche se magari conosce solo 1 o 2 canzoni del rocker del New Jersey. La magia dell’evento è proprio questa: abbatte le differenze sociali, geografiche, anagrafiche, unendo le persone sotto l'unica bandiera della buona musica e del divertimento». Info e programma completo: www.glorydaysinrimini.net. Luca Manservisi


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MUSICA

6 CONSIGLI D’AUTORE

Cinque dischi importanti che ora non possiedo più di Jocelyn Pulsar *

ROCK/1

IO E LA TIGRE, MARQUEZ MA ANCHE EXTRALISCIO ALLA ROCCA DI CESENA Le cesenati Io e la Tigre (nella foto) saranno il 3 settembre al Salotto del Custode, la rassegna della Rocca Malatestiana di Cesena dedicata al rock alternativo, in questo mese in particolare a band romagnole. Il 17 appuntamento con Marquez, progetto del cesenate Andrea Comandini; il 24 invece serata post-rock con i sampierani Visioni di Cody. Concerti alle 19.30. Da segnalare, sempre alla Rocca, anche il recupero della serata di San Lorenzo con il “punk da balera” degli Extraliscio, il 22 settembre dalle 21.

ROCK/2

Io sono un ascoltatore di musica abitudinario, che poi è la peggior specie: se mi piace un disco, sono capace di non dedicarmi ad altro per mesi, escludendo tutto il resto; ne segue che nella mia vita ho sempre ascoltato poca musica, in termini di assortimento. Ho anche un altro difetto: non sono affatto un collezionista di musica, la perdo quasi tutta. Attenzione, anche la mia: una volta per mettere su Youtube un disco di Joceyn Pulsar me lo sono dovuto ricomprare da iTunes perchè non lo possedevo più fisicamente. Mi si chiede allora una lista di dischi per me importanti: restringo il cerchio. Ecco la lista di dischi che mi sono piaciuti nella mia vita ma che non possiedo. Babalot - Che succede quando uno muore (2003) Inizio subito con una cosa indipendente “pesa”: in realtà si tratta di pop a bassa fedeltà, niente di particolarmente sperimentale, ma lui purtroppo nel tempo è un po’ scomparso. Questo disco lo comprai da Nannucci a Bologna quando facevo l'Università, e tanto basterebbe per farmelo amare. In realtà è anche un gran bel disco di cantautorato storto, con almeno due canzoni (“La lavatrice e il muro” e “Panca bestia”) che hanno profondamente segnato il mio futuro modo di scrivere. Il disco credo di averlo prestato a uno durante una serata alcolica in un circolo Arci della mia città: prevedibilmente, non l’ho più visto. Artemoltobuffa - Stanotte Stamattina (2004) Come Babalot, anche Artemoltobuffa poi l'ho conosciuto e ci ho suonato insieme: all'epoca però era uno dei miei idoli. Un cantautore nerd architetto con la chitarra che scrive canzoncine d' amore e di provincia: perfetto. Ok, la sua di provincia è quella veneta e un po’ nei suoi testi mi ci perdevo, però ho trovato tante somiglianze in quello che avevo voglia di fare anche io. La title track è una delle più belle canzoni italiane di quel decennio. Temo che il disco non abbia superato indenne il mio ultimo trasloco. Pavement - Croocked rain, croocked rain (1994) Negli anni del grunge c'era una band che, per quanto provasse a risultare cattiva e pesante, non ci riusciva: forse anche per questo i Pavement sono rimasti dietro al grande successo delle band di quel periodo ( i Nirvana certo, ma anche gli Smashing Pumpkins, gli stessi Sonic Youth), però hanno creato un modo di fare musica: sghembo, svogliato, apparentemente suonato a caso qualche volta, registrato in modo molto approssimativo (la batteria del disco precedente sembra registrata nella tromba delle scale di un palazzo). Questo disco mi ha aperto un mondo: si potevano registrare delle canzoni senza spendere una fortuna e risultare fighi lo stesso. È stato bello finchè è durato. E comunque questo è il disco di “Cut your hair”, non serve aggiungere altro. Dove sia finito non lo so, ma ho recuperato: a Bologna mi comprai la versione deluxe con il secondo cd piene di demo e rarità (registrati più o meno male come il disco ). Crash Test Dummies - God shuffled his feet (1993) Il disco della vita per una sola canzone: "Mmm Mmm Mmm Mmm": il resto è così così, l'avrò ascoltato al massimo due volte, ma quella... è una specie di miracolo. Ancora oggi quando la ascolto sto male (a me le canzoni che mi piacciono fanno un effetto negativo, un misto di invidia e sciame di farfalle assassine nello stomaco). Il disco ce l'ho ancora, solo che non è mio: lo devo restituire al mio amico Danilo da una quindicina d'anni. Tiromancino - La descrizione di un attimo (2000) Quando ascoltati per la prima volta “La descrizione di un attimo” (la canzone) rischiai di sbandare con la macchina. Poi ok, forse la più famosa di questo disco è diventata “Due destini” perchè legata alla colonna sonora di un film, ma francamente non c'è gara: anche la produzione era molto bella, di un giovane Riccardo Sinigallia che poi avrebbe intrapreso la sua carriera (dopo aver litigato con Zampaglione). Loro non sono più tornati a questi livelli, anzi se ne sono allontanati, ogni disco, sempre di più... Io lo so chi ha questo disco. Hai capito? Lo so! * Jocelyn Pulsar è il progetto, nato nel 2002, del 37enne forlivese Francesco Pizzinelli con all’attivo otto album e due Ep oltre a svariate partecipazioni a compilation e concerti in tutta Italia. Il suo nuovo album è annunciato in uscità in dicembre per La Fame Dischi.

R.Y.F. E MARA A GAMBELLARA Ultimi due concerti (all’insegna di voci femminili ravennati) all’aperitivo dell’Osteria del Pancotto di Gambellara (Ravenna): il 7 settembre R.Y.F. (progetto solista della cantautrice Francesca Morello) e il 14 Mara (nella foto di Eleonora Rapezzi)

SKA & FOLK

I VALLANZASKA ALLA FESTA DI BERTINORO Il 2 settembre torna a Bertinoro “Fricò Royal”, dalle 21 alle 4 di mattina, con spettacoli e iniziative culturali ed enogastronomiche. Il clou è il concerto dei Vallanzaska, gruppo ska milanese in tour per festeggiare i 25 anni di carriera. Sul palco anche i forlivesi Gattamolesta con il loro folkpunk, che saranno anche il giorno dopo a Meldola per “Arena in arte”

PUNK E DINTORNI ACTIONMEN, URALI E BAND TEDESCHE AL FESTIVAL DI IGEA MARINA Domenica 4 settembre dalle 16 a mezzanotte al centro giovani Kas8 di Igea Marina è in programma il festival del Gruppo Urlaub con diverse band di caratura nazionale e internazionale romagnole che si muovono tra punk, emo, hardcore come Riviera, gli Actionmen (nella foto), Urali e Ricordi?, ma anche pop, come In.versione Clotinsky oltre che – da Pesaro – Angelo Sava. Tra gli ospiti, sul palco, anche i tedeschi Hell & Back e Irish Handcuffs. Ingresso gratuito.


MUSICA

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7 CONCERTONI/1

CONCERTONI/2

ELIO A CESENA

ALLA FESTA DELL’UNITÀ DI RAVENNA FINARDI E LE ORME, MA ANCHE IL RAPPER GEMITAIZ E “ALTERNATIVI” COME PERTURBAZIONE , SACRI CUORI E MEGANOIDI

Il 24 settembre si conclude al Carisport di Cesena il tour estivo degli Elio e le Storie Tese, tra improvvisazioni, siparietti estemporanei, sorprese e grandi classici

REZOPHONIC A RICCIONE La “nazionale” di artisti rock del batterista Mario Riso, i Rezophonic, dal vivo il 2 settembre a Riccione durante l’evento di Radio Deejay “X Master”

Tanti appuntamenti con la musica dal vivo alla festa dell’Unità di Ravenna, in programma fino al 12 settembre al Pala De André. Tra gli altri, da segnalare sul palco centrale i concerti di nomi storici del rock italiano come Le Orme (domenica 4), Ricky Portera (con ospiti, il 7), Skiantos (venerdì 9) ed Eugenio Finardi (sabato 10, nella foto), ma ci sarà spazio anche per il rap, con Gemitaiz il 2 settembre, e il mondo alternativo, con il pop dei piemontesi Perturbazione o il folk-rockblues strumentale dei romagnoli Sacri Cuori, il 9 settembre ma alla Foco Arena, dove il 7 l’appuntamento sarà invece con la storica band genovese Meganoidi.

LEGGERA A CASTROCARO VINCE IL 18ENNE TOSCANO ETHAN LARA Diciotto anni, di Firenze, Ethan Lara è il vincitore della 59esima edizione del Festival di Castrocaro, la cui finalissima è stata trasmessa in diretta in prima serata su Rai1 a fine agosto. La giuria era formata da Claudio Lippi, Mara Maionchi e Valerio Scanu.

ZUCCHERO A RIMINI Il 12 settembre è in programma al 105 Stadium di Rimini la data zero del tour mondiale di Zucchero, che presenta il nuovo album intitolato “Black Cat”

UNA CENA PER IL CENTRO ITALIA Area esterna L’Apebianca via Francesco Lami, 2 - Forlì

Giovedì 15 settembre ore 20.00 Il Consorzio di solidarietà sociale, propone, nel parco adiacente a L’Apebianca, una cena di solidarietà a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto in Centro Italia. La cena che avrà inizio alle ore 20.00 sarà affiancata dal mercato dei produttori allestito nella stessa area; potremo inoltre godere da uno straordinario accompagnamento musicale che si esibirà con un’orchestra composta di 50 elementi. Attraverso la cena, allestita a buffet, con tavoli e sedute, devolveremo a scopo benefico buona parte dell’incasso. Il menu propone prodotti del territorio e Presìdi Slow Food delle regioni colpite dal sisma.

Costo cena: € 15 Adulti - € 5 Bambini

Per info e prenotazioni: Tel. 0543.1802646 Mail. info@lapebianca.it

FB: L’Apebianca


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MUSICA

8 LA ROMAGNA IN CUFFIA

IL FESTIVAL

La folle samba dei Ponzio Pilates

Il nuovo Mei riparte da Battisti L’omaggio al grande cantautore a teatro e molto altro per tre giorni a Faenza

di Luca Manservisi Se ne leggono un po’ di tutti i colori, sui Ponzio Pilates, collettivo riminese di – scrivono loro – “narcosamba esplosiva” molto psichedelica, aggiungiamo noi. Qualcosa all’insegna del tribalismo e della sguaiatezza, che pare dal vivo (in settembre suoneranno il 2 al Fricò di Bertinoro) possa essere pure meglio di quello che sentirete ascoltando questo Abiduga. Si tratta del loro primo disco, pubblicato a inizio giugno e che conferma l’impressione di trovarsi di fronte a qualcosa di molto promettente, per quanto poco ortodosso. A partire da nomi dei componenti e strumenti della formazione, che recuperiamo dal sito internet non essendo stato possibile ottenere altro di ufficiale: Ponzio (travel guitar & voce); Scopoladroga (drums & voce); Pedu (keytar & tastiere); Violence (percussioni & voce); Ginardo (percussioni & petardi); Il Direttore (percussioni & voce). Ascoltando il disco si passa da rimandi (soprattutto) al Sudamerica ma anche a Rino Gaetano (o comunque al pop, in “Algeri”), dai mai troppo lodati Os Mutantes ai riff rock dell’attacco di “Zampa”, fino alla sonora presa per i fondelli della povera Sirenetta della Disney (nella folle quasi-cover “In fondo al bar”), con tanto di rutto. Si sarà capito che siamo, appunto, di fronte a qualcosa di veramente fuori dagli schemi, ma forse grazie anche alla durata ridotta del disco, il lato più fricchettone finisce per passare in secondo piano e ci resta tra le mani un davvero ottimo biglietto da visita. Con una menzione speciale per le belle grafiche del disco, fatte a mano da Gola Hundun.

La Levante di Andrea Spinelli (www.andreaspinelliart.it), tra i suoi ritratti di artisti “indie” in mostra al Salone delle Bandiere del Comune di Faenza nell’ambito del Mei, dal 23 al 25 settembre Opera tutelata su Patamu.com

Anteprima il 23

con Extraliscio poi concerti, mostre, convegni e anche la prima rassegna dedicata al giornalismo musicale

AGENDA ROCK E DINTORNI I MONDO GENERATOR

DI

OLIVERI

AL

SIDRO

Il cantante e bassista californiano Nick Oliveri – noto in ambito hard rock per aver fondato i Queens of The Stone Age ed essere stato tra i membri dei Kyuss – sarà il 24 settembre in concerto al Sidro di Savignano sul Rubicone con i suoi Mondo Generator.

IL

ROCKABILLY DEI

LIVING DEADS AL BOCA

Il rockabilly degli americani (da Denver) The Living Deads il 9 settembre dal vivo al Boca Barranca di Marina Romea. Un duo (contrabbasso-batteria) all’insegna del do it yourself.

L.A. SALAMI

AL

MOOG

DI

Nick Oliveri sarà con i suoi Mondo Generator in concerto al Sidro il 24 settembre

RAVENNA

Al Moog Slow Bar di Ravenna sabato 17 settembre concerto di L.A. Salami, cantautore folk da Londra, che ha appena pubblicato il proprio album di debutto.

TRADITORI

E

FREI

IN

BARCACCIA

A

FORLÌ

Tra i vari appuntamenti dell’estate in Barcaccia, a Forlì, da segnalare i concerti indie pop/rock con artisti romagnoli del 1 settembre con I Traditori e del 15 con Frei.

ROCK

AND ROLL ANNI CINQUANTA CON GLI

SHAKERS, DAL

VIVO A

CERVIA

Il 2 settembre al Full Moon di Cervia concerto in stile rock and roll anni cinquanta con Gli Shakers, band lombarda che rilegge i grandi classici e sta per pubblicare un nuovo album di inediti.

AL PETER PAN DI MARINA

DI

RAVENNA

CONCERTO -FESTA DEGLI

O’CIUCCIARIELLO

Sabato 3 settembre all’orario dell’aperitivo al bagno Peter Pan di Marina di Ravenna concerto dei veneti O’Ciucciariello, per un originale mix tra gipsy, musica balcanica, dub , drum & bass e psichedelia.

MACOLA & VIBRONDA, POOR BOYS

E

Riparte con il nome “Nuovo Mei”, a 22 anni dal primo Meeting delle Etichette Indipendenti, la rassegna faentina del patron Giordano Sangiorgi, definita dagli organizzatori come «il più grande festival della musica emergente italiana». Come ormai consuetudine, si terrà in centro storico a Faenza, dal 23 al 25 settembre. Il programma come sempre è sterminato e in parte destinato agli addetti ai lavori. Cercheremo qui di riassumerlo per renderlo il più possibile comprensibile al grande pubblico. Dopo l’anteprima di giovedì 22 con il party con il dj Luigi Bertaccini all’Osteria della Sghisa, il primo vero appuntamento del festival è quello delle 20.30 di venerdì 23, in piazza del Popolo, con il concerto degli Extraliscio, progetto di cui ci ha parlato Mirco Mariani sullo scorso numero del giornale che si propone di rilanciare il liscio romagnolo in versione “punk” con i suoi grandi protagonisti, come Moreno il Biondo. Ospite d’eccezione Tullio De Piscopo, per i suoi 50 anni di carriera. I concerti al sabato iniziano alle 16 a Palazzo Laderchi, con l’esibizione dei migliori gruppi selezionati dalla Rete dei Festival mentre dalle 21 parte la serata rock emergenti. Sempre dalle 16, ma in piazza Martiri della Libertà, premiazioni della band dell’anno del Super Mei Circus, ossia i Voina Hen. Alle 18 al Museo delle Ceramiche presentazione del nuovo cd di Omar Pedrini e Collettivo Ginsberg. Alle 20.30 doppio appuntamento in contemporanea: in piazza del Popolo concertone che avrà il suo culmine nella presenza sul palco di un «grande cantautore romano che vent’anni fa fece un banchetto al Mei con le sue edizioni musicali», dicono gli organizzatori, che sveleranno il nome solo a metà mese; al teatro Masini invece andrà in scena un omaggio a Lucio Battisti con alcuni cantautori della scena italiana contemporanea tra cui Motta, Leo Pari, Chiara Dello Iacovo e Iacampo. La “Notte bianca della musica emergente” continuerà poi in vari locali di Faenza, con party dalle 23 al Palazzo delle Esposizioni e, tra le altre cose, da segnalare il reading a mezzanotte di Guido Catalano al ridotto del teatro Masini. Domenica i concerti riprendono sempre alle 16 con Mirko Casadei e i Khorakhanè ospiti in piazza del Popolo, band emergenti tra palazzo Laderchi e piazza Martiri della Libertà, dove alle 18 si potrà assistere anche alla reunion della garage band pesarese Boohoos, a oltre 20 anni dallo scioglimento, che si esibirà insieme agli Avvoltoi. Dalle 19 le ultime premiazioni e la chiusura con gli ospiti di Lercio, celebre sito internet di satira, noto per le sue bufale talmente false da apparire quasi vere. Durante le due giornate clou del Mei si terranno (oltre a corsi di formazione professionale, convegni, mostre, showcase) anche il primo festival del giornalismo musicale e presentazioni di libri musicali (il sabato dalle 14 in piazza Molinella). Da segnalare infini domenica alle 15 al cinema Sarti la proiezione di “Rotte indipendenti”, la serie di quattro puntate messe in onda da Sky Arte per i 20 anni del Mei, presentata dal giornalista Federico Guglielmi. Info e programma: www.meiweb.it.

BANANA BOAT

TRA

PUNTA MARINA

E

PORTO CORSINI

Reggae, folk e ritmi caraibici, il 4 settembre dalle 18, al Kuta di Punta Marina (Ravenna) con la band di Longiano Macola & Vibronda. Gli emiliani Poor Boys porteranno invece il loro blues il 4 settembre dalle 17.30 al bagno QueVida di Porto Corsini (Ravenna) dove l’11 invece la stagione termina con i suoni tropicali dei romagnoli Banana Boat.


MUSICA

R&DCULT settembre 2016

9 UN DISCO AL MESE

Tutto il malessere in un solo album Che è un dito medio contro tutto di Bruno Dorella *

I Black Lips dal vivo La band americana sarà al bagno Hana-Bi sabato 10 settembre

ROCK

Anche la “pioggia” può essere psichedelica A Marina di Ravenna torna il festival Rainy Days Dopo l’ormai consolidato festival di inizio estate “Beaches Brew”, il bagno HanaBi di Marina di Ravenna ne propone per il terzo anno consecutivo anche uno di fine stagione, ribattezzato scaramanticamente “Rainy Days”. E quest’anno si inizia a fare sul serio, con un cartellone di tre giorni – dal 9 all’11 settembre, indicativamente dalle 18, a ingresso come sempre gratuito, direttamente sulla spiaggia – con una mezza dozzina almeno di band di caratura internazionale. Si parte venerdì 9 con il chitarrista californiano Chuck Johnson (maestro di fingerpicking sulla scia del folk d’avanguardia di John Fahey) e poi tre band di rock psichedelico con il clou che sarà rappresentato dal concerto dei californiani The Warlocks mentre saliranno sul piccolo palco anche i cileni La Hell Gang e gli inglesi – tra gli eredi della scuola psichedelica britannica post-Spacemen 3 – Dead Rabbits. Il giorno dopo l’appuntamento più atteso, quello con i Black Lips, celebre formazione garage di Atlanta, considerate tra le live band più esplosive al mondo in ambito rock. In apertura tre band italiane: i mantovani Bee Bee Sea (con il loro garage/punk orecchiabile sono considerati tra i discepoli nostrani proprio dei Black Lips) e Thunder Bomber (hard rock/punk) e i debuttanti forlivesi Tunguska (dreampop/shoegaze). Il festival termina domenica 11 con gli americani Feels (prodotti da Ty Segall, sempre tra psichedelia, punk e rock’n’roll), le olandesi Blue Crime (tra rock psichedelico e songwriting dark) e The Devils, duo napoletano che ha registrato il disco d’esordio con Jim Diamond dei Dirtbombs.

GLI ALTRI LIVE ALL’HANA-BI ANCHE FLO MORRISSEY, ZEUS E SERATE STONER E HARD ROCK Oltre al festival “Rainy Days” di cui si parla qui a fianco, il bagno Hana-Bi di Marina di Ravenna in settembre propone gli ultimi concerti della stagione. Si parte il 3 con la giovane cantautrice inglese (che ha già aperto i concerti per Damon Albarn) Flo Morrissey per poi passare il 6 a due band italiane, gli Zeus (powerduo composto da Luca Cavina dei Calibro 35 e Paolo Mongardi) e lo sludge metal dei toscani Hate & Merda. Dopo il festival si prosegue il 13 con una serata tra stoner, heavy e metal con i franco-americani Blaak Heat e i ravennati Void of Sleep. Tra stoner e hard rock anche la serata conclusiva del 30 settembre con gli americani GOZU e Holy Grove.

Eyehategod - “In The Name Of Suffering” (1992) Ogni due o tre mesi devo tornare al metal, chiedo venia, è più forte di me. Poi, ora che l’estate sta finendo e molti di noi sono di umore nero per il ritorno al lavoro, questo mi sembra il disco giusto. Già il nome del gruppo, Eyehategod, per chi mastica un minimo di inglese lascia poche speranze, e poi il titolo dell’album, In The Name Of Suffering, leva ogni dubbio. Se dovessero chiedermi di rappresentare il malessere con un disco, sceglierei questo. Immaginatevi la scena, è il 1992, il gruppo si è appena formato, hai un nome simile e intitoli l’album “Nel nome della sofferenza”, come intitoli il primo pezzo? “Depressed”. Il secondo? “Man Is Too Ignorant To Exist”. Va beh, dai.. Andiamo dritti all’ultimo: “Hit A Girl”. Nessuna sorpresa che questi cinque buontemponi di New Orleans, terra non solo di jazz ma anche di misteri inquietanti, non abbiano avuto alcun successo all’epoca. Ma pian piano sono diventati un gruppo di culto, e tra avvicendamenti nella formazione, periodi di pausa (si dice anche dovuti al non lesinare con le sostanze illegali), e pochi ma devastanti album, sono sopravvissuti fino ad oggi, ancora attivi benché fuori dai grandi giri, sebbene citati da tutti i metallari seri come influenza imprescindibile. Dischi come Dopesick sono un riferimento assoluto nel genere, ma a noi oggi interessa questo primo, orrido brutto anatroccolo, pieno di livore e di rabbia ingenua, scagliata a caso con l’urgenza di un adolescente. Nelle note di copertina ci sono gli indirizzi di casa di due membri del gruppo. L’e-mail come mezzo di comunicazione di massa, 25 anni fa, era solo un’idea nella testa di qualche programmatore. Se li volevi contattare dovevi scrivergli a casa, o andarli a trovare, cosa dalla quale mi sarei guardato. E allora, com’è questo disco? Registrato malissimo. La cosa che salta all’orecchio è questo continuo fischio di chitarra, un feedback perenne, brutto e tedioso, tra un pezzo e l’altro e a volte anche durante i pezzi. Nel 1992 la tecnologia permetteva di toglierlo. Se l’hanno lasciato, la cosa è intenzionale. Volevano darci fastidio, e questo è assolutamente coerente, oserei dire armonico, con il contenuto marcio, morboso, ributtante della musica. Come dice un mio amico “è talmente brutto che fa il giro”. E diventa bello. Oserei dire esaltante. Un dito medio che si staglia contro tutto e contro tutti, quel dito medio che a volte ci serve per andare avanti, e sublimare la sofferenza del nostro piccolo mondo. * Batterista dei Bachi Da Pietra e degli OvO, chitarrista dei Ronin, membro della Byzanthium Experimental Orchestra, felicemente ex discografico, aspirante sommelier, orgoglioso ravennate d'adozione, in attesa della giornata di 48 ore per poter finire un paio di cose.


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MUSICA

10 COLONNE SONORE & CONTEMPORANEA ERF: CHIUDONO BACALOV

E IL QUARTETTO

CHILINGIRIAN

Il concerto di Luis Bacalov (nella foto) in programma il 17 agosto all’Emilia Romagna Festival è stato rinviato al 4 settembre per un’indisposizione del maestro (i biglietti venduti per quell’occasione restano validi). Invariati ora e luogo, il settecentesco Palazzo Fantini di Tredozio. L’evento parte con la visita guidata (dalle 18 con prenotazione obbligatoria al numero di telefono 0542 25747) dello spettacolare giardino all’italiana sopraelevato di Palazzo Fantini e con il successivo assaggio di vini. A seguire sarà conferito a Luis Bacalov, premio Oscar 1996 per la colonna sonora del film “Il postino” di Michael Radford e Massimo Troisi, il VII premio alla carriera Erf. Dalle 21, invece, Bacalov salirà sul palco presentando una scaletta che prevede l’esecuzione di classici di celebri autori di tango argentino – da Vicente Greco a Carlos Gardel, da Angel Villoldo a un’immancabile fuoriclasse come Astor Piazzolla – che hanno enormemente influito sulla formazione del suo gusto musicale, per poi passare ad alcune delle grandi colonne sonore realizzate in oltre cinquant’anni di carriera. L’Emilia Romagna Festival termina poi con alcuni appuntamenti in particolare nel Bolognese, mentre l’altro evento da segnalare in Romagna è quello del 9 settembre alle 21 al Chiostro dei Musei di San Domenico di Forlì con il Chilingirian String Quartet, che da oltre quattro decenni entusiasma critica e pubblico di tutto il mondo con le sue vibranti e virtuosistiche interpretazioni di musica da camera classica e contemporanea. Si esibirà insieme al clarinettista sloveno di fama internazionale Darko Brlek, in un programma di musiche che include un quartetto di Penderecki di rarissima esecuzione.

ANTICA CANZONI

DA BATTELLO AL SANTUARIO DI

ALFONSINE

Il festival di musica antica “I luoghi dello spirito e del tempo” termina domenica 4 settembre alle 21 nel Santuario della Madonna del Bosco di Alfonsine con il concerto dell'Accademia degli Imperfetti e il programma “Cant'in calle”, canzoni da battello del Settecento veneziano.

CLASSICA FESTA DI VIOLINI, VIOLE E VIOLONCELLI A CASTEL SISMONDO Termina in settembre il programma estivo di Castel Sismondo. Martedì 6 nel castello malatestiano di Rimini l’appuntamento alle 21 è con l’International Strings Fest. L'Associazione Orchestra Camerata del Titano organizza questo concerto da camera tra violini, viola, violoncello e contrabbasso con virtuosi di caratura internazionale come Oleksandr Semchuk, Rudolf Koelman, Yura Lee, Mark Messenger, Krzystof Wegrzyn, Antonello Farulli, Andriy Viytovych, Leonid Gorokhov, Orfeo Mandozzi, Franco Petracchi.

CONTEMPORANEA ANCHE

A

CESENA L’OMAGGIO

A

STEVE REICH

Fa tappa a Cesena il progetto “Happy Birthday, Mr Reich”, ideato e realizzato da una rete di Conservatori e Istituti Superiori di Studi Musicali dell’Emilia-Romagna per celebrare l’ottantesimo compleanno di Steve Reich (nella foto) e diffondere la conoscenza della corrente compositiva conosciuta come Minimalismo musicale, concentrando l’attenzione su uno dei suoi ideatori. Il 29 settembre alle 21 nella sala Dalla Piccola del conservatorio Bruno Maderna di Cesena l’appuntamento è quindi con “Linee, fasi, contrappunti” e l’Ensemble Metamorphosen del direttore Gabriele Giampaoletti. In programma Eight lines (Octet) per flauti, clarinetti, due pianoforti e doppio quartetto d’archi; New York Counterpoint, versione per ensemble di sassofoni, e Violin Phase, versione per violino ed elettronica.

SAGRA MUSICALE MALATESTIANA/1

Tornano i grandi nomi della classica a Rimini

Martha Argerich

Entra nel vivo in settembre con il programma dei concerti sinfonici (tutti nell’Auditorium della Sala della Piazza del Palacongressi di Rimini) la 67esima edizione della prestigiosa Sagra Musicale Malatestiana. Consacrato interamente alla musica russa il concerto affidato all’irresistibile carisma di Valery Gergiev che torna a Rimini alla testa dell’Orchestra del Teatro Marinskij (4 settembre) con la suite dal Romeo e Giulietta e la Quinta Sinfonia di Sergeij Prokof’ev e le celebri Variazioni su un tema rococò composte da Cajkovskij e che vedranno impegnato Alexander Buzlovil, giovanissimo violoncellista vincitore dell’edizione 2016 del Premio Cajkovskij. Alla Sagra Musicale Malatestiana ritorna poi anche il talento sempre più eclettico del pianista Stefano Bollani, impegnato nella celeberrima Rhapsody in Blue di George Gerswhin nel concerto (7 settembre) che vedrà sul palco la più antica orchestra radiofonica tedesca, la MDR Sinfonieorchester, affidata alla bacchetta del suo direttore musicale, Kristjan Järvi. Martha Argerich segna un appuntamento senza precedenti per Rimini (9 settembre), anche perché la leggendaria pianista ha deciso di suonare con i giovani musicisti della Youth Orchestra of Bahia diretti da Ricardo Castro e a fianco della giovanissima Theodosia Ntokou per lo spettacolare Concerto per due pianoforti di Francis Poulenc, prima di affrontare, da sola e per la gioia del pubblico, lo spumeggiante Concerto in sol maggiore per pianoforte di Maurice Ravel. A chiudere gli appuntamenti sinfonici torna a Rimini l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai (13 settembre) con l’ispiratissimo Dmitrij Kitajenko sul podio e Simon Trpceski al pianoforte per un programma tutto russo aperto da una rarità sinfonica di Rodion Šcedrin, il Concerto per orchestra n. 1, a cui seguirà il Secondo Concerto per pianoforte e orchestra di Sergej Rachmaninov e la smagliante Shéhérazade di Nikolaj Rimskij-Korsakov. Rameau e dintorni. La Sagra Musicale Malatestiana organizza anche un originale itinerario nella musica barocca in occasione dell’uscita (la proiezione in anteprima è in programma il 27 ottobre al cinema Tiberio) del film-concerto Zoroastro, Io Casanova girato lo scorso ottobre negli spazi del Teatro Galli di Rimini con la regia di Gianni di Capua e la partecipazione di Galatea Ranzi. Alla figura di Jean Philippe Rameau – l’autore delle musiche di Zoroastre – e all’influenza della musica francese in Europa sono dedicati alcuni concerti come quello del 2 settembre dell’ensemble Melodi Cantores e dell’orchestra barocca Harmonicus Concentus all’Abbazia di Santa Maria Annunziata Nuova, quando l’itinerario promosso dalla Sagra toccherà alcuni vertici della musica sacra barocca con il Te Deum di Jean Baptiste Lully e una selezione dai Grands Motets di Rameau. Il giro d’orizzonte francese si completa con la riscoperta di due musiciste - Elisabeth Jacquet de la Guerre e Antonia Bembo - all’opera nella Francia di Luigi XIV e le cui composizioni vocali e strumentali saranno affidate ai solisti del gruppo Armonia delle Sfere per un concerto proposto a Savignano sul Rubicone (il 16 settembre alla Chiesa del Suffragio). Progetti collaterali. Come di consueto è ricca e poliedrica la programmazione che completa il cartellone della Sagra Musicale Malatestiana (vedi anche la pagina a fianco): da segnalare l’11 settembre il concerto dell’Orchestra Nazionale Sinfonica dei Conservatori italiani al teatro Bonci di Cesena con Enrico Dindo sul podio e Marco Rizzi al violino; il debutto del celebre coro femminile Scala and Kolakny Brothers (il 18 settembre al teatro Novelli con arrangiamenti corali di pezzi di Biork, Coldplay, Radiohead, U2, Nirvana, Depeche Mode, Muse, Rammstein, Metallica oltre a composizioni originali) e due concerti-spettacolo del Teatro delle Albe (il 27 settembre “Lus” alle 21 al teatro degli Atti e a seguire “E’ Bal” al complesso degli Agostiniani) al Complesso degli Agostiniani che vedono il confronto tra i testi di Nevio Spadoni e le musiche elaborate da Luigi Ceccarelli e Simone Marzocchi. La Sagra Malatestiana è anche un’opportunità di incontro delle diverse proposte culturali e identitarie della città, come in occasione della Festa de Borg, quando l’invaso del Ponte di Tiberio di Rimini sarà il teatro di uno spettacolo diretto da Gianluca Gardini che vedrà come protagonisti alcuni artisti riminesi, l’Orchestra Sinfonica Lettimi e il coro lirico di città di Rimini “A.Galli” (il 3 settembre). Info: 0541.704294 – 704296 e www.sagramusicalemalatestiana.it.

Dai concerti sinfonici

con Bollani e Argerich agli omaggi a Rameau e agli spettacoli delle Albe


MUSICA

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11 SAGRA MUSICALE MALATESTIANA/2

L’Aminta di Torquato Tasso, quattro secoli dopo Parla il maestro Cera, dal progetto teatrale riminese al ruolo della musica antica: «L’Italia è in grande ritardo» di Enrico Gramigna

La Sagra Musicale Malatestiana è giunta alla sua 67esima edizione ed anno dopo anno la proposta sonora dell’organizzazione è cresciuta, portando sul palcoscenico artisti in grado di elevare sempre più l’importanza del festival. Già da diversi anni, grazie alla particolare attenzione della direzione artistica, il pubblico riminese ha potuto approfondire sul campo la conoscenza di un repertorio, quello compreso sotto la locuzione musica antica, a torto considerato minore e spesso ostracizzato dalle stagioni dei teatri. Quest’anno la proposta della Sagra comprenderà un’interessante commistione di generi, teatrale e canoro, che saranno messi in scena nello spettacolo Aminta/Orfeo in scena il 23 ed il 24 settembre nella Sala Pamphili del Complesso degli Agostiniani. Tutto ciò sarà orchestrato dalla sapiente direzione al clavicembalo del maestro Francesco Cera, uno dei più importanti clavicembalisti italiani, alla guida dell’Ensemble Arte Musica. Maestro Cera, cosa sta dietro la scelta di rappresentare un’opera del Tasso intercalata da musica dell’epoca? «La scelta è dovuta ad un anniversario. A Firenze nel 1616 vi fu, infatti, la prima rappresentazione dell’Aminta di Torquato Tasso intercalata da questi intermedi di Domenico Belli, cantante

Il maestro Francesco Cera, clavicembalista, organista e direttore campano, considerato tra i migliori interpreti italiani della musica antica

e compositore». La musica di Belli è quindi ispirata alla trama dell’Aminta, ne è suo commento, oppure è slegata da essa? «La raccolta dei cinque intermedi di Belli è titolata L’Orfeo dolente ed è un racconto di ciò che accade a Orfeo dopo aver perso Euridice. Vi sono tre personaggi, il protagonista Orfeo, Calliope che lo consola per la perdita e Plutone che lo richiama ad una presa di coscienza riguardo alla mortalità degli esseri umani. Infine le Grazie suggellano il ritorno dell’aedo sulla terra». Ensemble Arte Musica quest’anno festeggia i 20 anni. I musicisti che lo compongono sono tra i più importanti del panorama italiano. Chi sarà impegnato nella messa in scena alla Sagra Musicale Malatestiana? «Per questa produzione servivano tre cantanti e la scelta è stata piuttosto facile. Ho deciso di affidare la parte di Orfeo ad un giovane tenore italiano, Riccardo Pisani, distintosi già a livello internazionale per la sua bravura nel repertorio tardorinascimentale, del primo barocco e specialmente in quello monteverdiano. Per Calliope, madre di Orfeo, la scelta è ricaduta su Damiana Pinti, mezzosoprano dalla bella voce versatile che affronta con intelligenza il repertorio antico. Il ruolo, infine, di Plutone è stato affidato al basso Walter Testolin, vero e proprio rife-

Un'emozione unica nelle oasi naturali del delta del Po Escursioni in barca alla foce del fiume, a bordo di piccole e silenziose imbarcazioni in partenza da Gorino e Volano… … ed escursioni in barca e in bicicletta nelle Valli di Comacchio, la dimora di fenicotteri, con visita agli antichi casoni da pesca. Per assaporare piatti tipici a base di pesce e di anguilla, vi aspettiamo nei nostri ristoranti nel cuore del delta e delle Valli di Comacchio.

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rimento per l’interpretazione attuale del canto cinque-seicentesco». Alla luce della sua esperienza concertistica, come vede oggi la musica antica in Italia? «La situazione italiana non è esaltante. Purtroppo la crescita che si è registrata in altri paesi e che poteva esserci anche da noi si è bloccata. Addirittura molte rassegne si sono dovute fermare e questo, si badi bene, non perché non vi sia richiesta da parte del pubblico, che anzi riempie curioso le sale da concerto desideroso di scoprire un linguaggio così diverso da quello al quale è sempre stato abituato. Inoltre sono tanti i giovani che vogliono intraprendere lo studio della musica antica, ma purtroppo la situazione italiana manifesta un grandissimo ritardo rispetto a ciò che poteva essere e a ciò che nel resto d’Europa è». Maestro, la sua attività di concertista l’ha portata a girare il mondo, tuttavia è evidente una certa predisposizione ad attraversare l’oceano. Ha trovato l’America? «In un certo senso sì. Dal 2006 ormai tengo masterclass sul repertorio organistico del ‘500-‘600. Là ho trovato studenti molto interessati ad approfondire questo repertorio fondamentale per ogni organista. Questo è davvero l’esempio di come si può promulgare un’arte millenaria trasmettendola alle nuove generazioni». Un’ultima domanda. Lei suona l’organo ed il clavicembalo, quale tra i due strumenti preferisce? «Per me sono strumenti complementari, perciò senza uno di essi non potrei suonare l’altro. La risposta quindi è entrambi.


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TEATRO

OMAGGIO Uno spettacolo su e per Pasolini a Ravaldino

DANTE 2021 PAROLE, IMMAGINI E MUSICA PER IL SOMMO. A RAVENNA ANCHE MIMMO PALADINO Il festival Dante 2021 (vedi pagina 16) a Ravenna prevede anche momenti di spettacolo serali. Giovedì 14 settembre i Chiostri Francescani alle 21 si faranno palcoscenico per Alichin di Malebolge. Ne è autore ed interprete Enrico Bonavera. Questa sua nuova creazione è una ricostruzione fantastica della storia del personaggio-maschera di Arlecchino, trasfigurazione del diavolo Alichino che Dante incontra nel canto XXI dell’Inferno (v. 118). Venerdì 15 settembre andrà invece in scena Inferno indolore, di e con Francesco Maino, musiche di Stefano Albarello, visual art di Marco Maschietto. Sabato 16, Franco Zabagli, del Gabinetto Scientifico Letterario Vieusseux di Firenze, studioso particolarmente attento ai rapporti tra letteratura e cinema, introdurrà il concerto del Nino Rota Ensemble che svela ai Chiostri un mondo “Simile a quel che talvolta si sogna” (Purgatorio XI, v. 27). A seguire, alle 22, in Piazza San Francesco, in collaborazione con il Centro Dantesco dei frati minori, Mimmo Paladino offrirà a Dante2021 e alla città di Ravenna uno spettacolo dantesco con proiezioni delle proprie opere create per l’occasione e parte di un grande progetto dantesco che contempla anche un film in allestimento. Con la regia di Cesare Accetta, le musiche e gli spazi sonori di Michelangelo Lupone, e con la partecipazione di un amico del festival, Virginio Gazzolo.

COMICO

Il 9 settembre alle 21.15 va in scena alla Rocca di Ravaldino (Forlì) lo spettacolo Pasolini 41 di Massimiliano Bolcioni della compagnia Teatro delle Forchette. Si tratta di una partitura per attori, musicista e immagine sonora con parole, suoni e immagini “presi a prestito” da lettere, canzoni, poesie, articoli di giornale e sceneggiature per una serata “di” “con” e “su”, Pier Paolo Pasolini, a 41 anni dal suo omicidio. Una sorta di “personale” dedicata a Pasolini costruita con immagini, proiezioni, canzoni e recitati sia live che registrati, come una galleria dove i visitatori non si spostano di sala in sala ma sono “le sale” a passar loro davanti, presentando ognuna il lavoro di artisti vari e diversi per stile e genere,e le loro opere. Tra questi, i principali saranno Stefano Naldi, Antonio Sotgia e lo stesso Massimiliano Bolcioni.

Giacobazzi alla festa dell’Unità Due gli spettacoli comici alla festa provinciale dell’Unità di Ravenna: l’1 settembre i comici romagnoli Duilio Pizzocchi, Sgabanaza e Andrea Vasumi, mentre l’8 settembre il mattatore sarà Giuseppe Giacobazzi con Alessandro Politi e Andrea di Marco. Al Pala De André.

NUOVE PRODUZIONI Migranti ed Europa: un monologo nel Grido della Farfalla Da martedì 13 a domenica 18 settembre, a Vulkano (Via Cella 261, San Bartolo, Ravenna) va in scena una nuova produzione teatrale Santa Europa Defensora: un monologo per raccontare in modo diverso la vita dei migranti, firmato da Iacopo Gardelli, interpretato da Lorenzo Carpinelli e realizzato grazie alla collaborazione di Ravenna Teatro e il Gruppo dello Zuccherificio. Lo spettacolo mette in parallelo la vita di un centometrista e quella di un migrante, la vita di un agonista, del mondo occidentale e della sua schizofrenia, e la vita di un migrante, di un mondo sommerso e della sua corsa verso la meta: un'esistenza diversa in Europa. Entrambe richiamano, in modo surrettizio e inquietante, la sopraffazione e la ferocia insite nel mondo naturale. I due personaggi, nella finzione teatrale, si fondono per un attimo a Melilla, enclave spagnola in territorio marocchino, dove la civilissima Europa si è trincerata dietro venti chilometri di mura e filo spinato per contenere la pressione dei migranti, disposti a tutto pur di saltare quella barriera. Prenotazioni obbligatori da martedì 6 settembre al tel. 333 7605760, da lunedì a venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18. Lo spettacolo è inserito nel programma della nuova edizione de Il Grido della Farfalla il festival dell’informazione libera che a Ravenna dal 15 al 18 settembre. Nel corso del weekend si alterneranno conferenze, spettacoli teatrali e concerti nella consueta location di piazza dell’Unità d’Italia oltre alla premiazione del premio “Gruppo dello Zuccherificio” per il giornalismo di inchiesta presieduto da Loris Mazzetti. Venerdì 16 alle 21.00 andrà in scena "La realtà è più avanti - viaggio nell'Italia che cambia" a cura di Daniel Tarozzi e Stefano


TEATRO

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CONTEMPORANEO

Un palcoscenico urbano per la danza A Ravenna torna il festival Ammutinamenti dal 10 al 22 settembre con oltre 40 giovani artisti

A sinistra: Prometeo Il Dono, Compagnia Simona BertozziNexus - foto Luca Del Pia; a destra: Aguirre Entomo

Tutto questo, prima, non era. È il manifesto di questa edizione del Festival Ammutinamenti, ormai da diciott'anni appuntamento fisso nel mondo della danza contemporanea che trova a Ravenna il suo palcoscenico ideale. Spettacoli, eventi, dj set, laboratori: dal 10 al 22 settembre, Ammutinamenti riempie i tessuti della città, dai luoghi più istituzionali – tra cui piazza del Popolo e la Biblioteca Classense – ai nuovi centri nevraglici della cultura ravennate, come le Artificerie Almagià e il rinnovato Palazzo Rasponi. Protagonisti più di 40 giovani danzatori e coreografi, tra artisti emergenti e affermati

della scena nazionale e internazionale. Il cartellone parte infatti il 10 settembre con il tour italiano di tre compagnie internazionali: Sharon Fridman (17.30 piazza del Popolo), Elias Aguirre & Alvaro Esteban (ore 18, piazza San Francesco e in replica alle 22.30 nello spazio Darsena Pop Up) e Arno Schuitemaker (21.30 Almagià), selezionate per l'azione Danza Urbana XL. Nella stessa giornata segnaliamo inoltre il laboratorio CorpoGiochi Off (vedi pag. 25); nella stessa giornata a partire dalle 19, il consueto appuntamento con Garage Sale (vedi pag. 21), mercati-

no vintage e second hand accompagnato da performance e live music, e della mostra fotografica del progetto (Dis)appear_project, curato da Giulia Masci. Da non perdere i festeggiamenti – dal 16 al 18 settembre – per i primi vent'anni della Vetrina della Giovane Danza d’Autore, palcoscenico privilegiato per i giovani autori e le compagnie emergenti selezionate dai più importanti operatori della danza nazionale che fanno parte della rete Anticorpi XL. I giovanissimi danzatori saranno in scena in vari luoghi della città: da piazza Einaudi al Teatro Alighieri, passando per le Artificerie Almagià, il Museo

d'Arte di Ravenna e la nuova location del Garage Gradenigo. E accanto agli emergenti, torneranno a Ravenna alcuni dei più affermati coreografi e danzatori della scena nazionale e europea che hanno mosso i loro primi passi artistici nella città bizantina: da Alessandro Bedosti (10 settembre alle 15.30 e in replica alle 17.30, Biblioteca Classense) ai Motus con Silvia Calderoni (il 13 alle 21, Artificerie Almagià, e a seguire dj set che la vedrà protagonista insieme a Trinity), da Simona Bertozzi (con Prometeo: Architettura e Prometeo: Il dono domenica 11, ore 21, Almagià) a gruppo nanou (con Xebeche il 16

alle 17 al Teatro Alighieri e con Sport sabato alle 14.30, 16 e 17 al Museo d'Arte di Ravenna). Da segnare in agenda anche Prove d'autore XL, azione del Network XL che mostrerà sabato 17 ore 19 al Teatro Rasi - l’esito finale della residenza d’autore del giovane e talentuoso coreografo Nicola Galli, in colaborazione con Balletto di Toscana Junior. Conclude il festival il progetto CorpoGiochi (vedi pag. 26), con gli Assaggi di danza d'autore nelle scuole e il Compito in Piazza, dimostrazione di prove urbane dei laboratori CorpoGiochi a Scuola. Isabella Febo


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SPETTACOLO • TEATRO

14 RICCIONE

BAGNACAVALLO

Festa grande per San Michele Dalle mostre alla musica sacra fino alla comicità di Gene Gnocchi

Tutta la magia di Alice e del Cirque du Soleil Ventitre artisti internazionali in scena, acrobazie e giocoleria per Alis, lo spettacolo di circo contemporaneo liberamente tratto da “Alice nel paese delle Meraviglie” che sarà a Riccione dal 22 al 25 settembre, in anteprima per l’Europa. Uno spettacolo che ha molto della magia del prestigiosissimo Cirque du Soleil, da cui arrivano molti dei performer che saranno in scena e che hanno dato vita al progetto “Le Cirque with the World’s top performers”. Dopo il tour di lancio di aprile scorso, Riccione è la prima tappa della tournée e lo chapiteau sarà allestito nel piazzale del luna park, in zona terme. Sono in programma 4 spettacoli: giovedì 22 settembre, venerdì 23 e sabato 24 alle 21, domenica 25 alle 16,30.

CESENA ULTIMI GIORNI DI MOSTRE A TEATRO E IN BIBLIOTECA PER I 170 ANNI DEL COMUNALE Prosegue, a Cesena, nel foyer del teatro Bonci fino al 5 settembre e in biblioteca malatestiana fino al 18 settembre, la mostra “170 anni: una storia per immagini”. L’esposizione presenta alcuni momenti fondamentali della storia del teatro comunale di cesena, nel 170° della sua inaugurazione. Sono esposti documenti, fotografie, ritratti, manifesti, locandine, cartoline che testimoniano di spettacoli ed eventi che hanno caratterizzato le stagioni, gli incontri, le presenze nel teatro e attorno al teatro.

Gene Gnocchi con il figlio alla prima del suo spettacolo andata in scena al Bronson. Qui sotto Mariangela Melato in uno dei documenti in mostra a Cesena

Dal 28 settembre al 2 ottobre 2016, Bagnacavallo si anima di spettacoli in piazza, concerti di musica sacra nelle chiese, mostre e artigianato d’arte nei musei e nei luoghi più suggestivi del bel centro storico. Le osterie, aperte per l’occasione in originali ambientazioni, propongono la gastronomia tipica. Tra le mostre da segnalare in particolare quella delle incisioni di Marc Chagall al museo delle Cappuccine (vedi sezione Arte del giornale) e le sculture (al Sacrario dei Caduti) del viennese Jurgen Czaschka, uno dei più grandi maestri nell’arte del bulino, mentre all’ostello San Francesco il C.R.A.C. presenta installazioni, opere pittoriche, fotografie e sculture ispirate a Shakespeare. Tra arte e musica si colloca poi “San Michele Off” a cura di Magma, un

percorso installativo all’interno dell’ala non ristrutturata del convento di San Francesco. Da segnalare in questo ambito il concerto di musica sperimentale elettro-acustica a cura di Giovanni Lami ed Enrico Malatesta (il 29 settembre dalle 21.30 alla Sala delle Capriate) e l’esibizione del compositore americano Doron Sadja (1 ottobre alle 22). Per quanto riguarda gli spettacoli in piazza della Libertà, si parte il 28 con quello itinerante dell’orchestra Afroeira mentre il giorno dopo sarà la volta del celebre comico Gene Gnocchi con la sua “Radio” che omaggia la musica rock, insieme al figlio Ercole. Il 30 settembre invece il progetto del sassofonista ravennate Alessandro Scala, con ospite d’eccezione alla tromba Flavio Boltro.


TRA CULTURA ED ETICA

Una delle foto di Salgado che saranno in mostra a Forlì

Un inserto sulla settima edizione della Settimana del Buon Vivere: incontri, spettacoli, convegni, musica Torna la Settimana del Buon Vivere con il calendario di eventi che vanno dallo spettacolo ai momenti di approfondimento scientifico tra convegni, mostre, presentazioni, teatro. Dal 24 settembre al 2 ottobre in Romagna, con il cuore della manifestazione sempre a Forlì, si tornerà a guardare al futuro mettendo al centro ancora una volta l’idea del bene comune e della persona, un’idea antitetica a quella dello sfruttamento dell’uomo e dell’ambiente che regola tanta parte dell’economia mondiale. Un’idea di mondo e di sviluppo possibile che si basa sulla solidarietà, il rispetto, la condivisione, l’integrazione, uno sguardo etico sulla politica e sul modo di stare insieme che viene appunto declinato nei vari linguaggi della cultura, dello spettacolo, del dialogo con protagonisti come sempre di calibro internazionale. Da Don Ciotti a Vittorino Andreoli, dal ministro Giuliano Poletti allo scrittore Erri de Luca, nella Settimana del Buon Vivere trovano spazio voci diverse, sguardi complementari, senza steccati e senza barriere. La Settimana del Buon Vivere, che parte il 24 con la Notte Verde dedicata al tema dell’acqua, ha visto aumentare ad ogni edizione il numero dei soggetti coinvolti. Spiega Monica Fantini, ideatrice dell’iniziativa giunta alla sua settima edizione: «Sono circa 250 le realtà che ad oggi, su questi elementi, lavorano con l’obiettivo di fare la propria parte nel solco di quanto espresso nel Rapporto Istat sul Benessere Equo e Sostenibile: “progettare una politica per le città e prevedere azioni di governance orientate a iniziative che le rendano luoghi del Buon Vivere”. In tal senso, il nostro obiettivo è promuovere un luogo dove attraverso il sapere si costruiscono percorsi di sviluppo consapevole, dove alla tecnologia che migliora la vita si affianca la necessità di non lasciare indietro nessuno. È l’economia della relazione, è la cultura della coesione». Temi su cui in Romagna si può vantare una certa esperienza e che saranno appunto declinati in una miriadi di linguaggi. In queste pagine segnaliamo gli avvenimenti principali, per il programma completo: www.settimanadelbuonvivere.it.

LA MOSTRA FOTOGRAFICA IL

VOLTO PRIMORDIALE DELLA

TERRA

NEGLI SCATTI DEL BRASILIANO

SEBASTIAO SALGADO

Il 28 ottobre a San Giacomo inaugura la grande mostra con il bianco e nero del fotografo Sebastião Salgado: Genesi. Quasi 250 immagini che raccontano i luoghi dove la Terra mostra ancora il suo volto primordiale: dall’Antartide alla Patagonia, dal Circolo polare artico all’Amazzonia. La mostra sarà aperta fino al 29 gennaio ed è destinata a replicare il successo di quella allestitata lo scorso anno, sempre all’interno della Settimana del Buon Vivere: Icons di Steve McCurry. Durante la Settimana, un’anteprima sarà data dalla proiezione domenica 2 ottobre alle 17.30 del film “Il Sale della Terra” di Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado, figlio del grande fotografo.

L’ANTEPRIMA

Si comincia con la Notte Verde, tra acqua, ambiente e Banda Osiris Come nelle ultime edizioni a dare il via alla Settimana del Buon Vivere sarà la Notte Verde a Forlì, il 24 settembre, che inizia per la verità fin dal mattino e sarà dedicata ai temi della sostenibilità con un cuore centrale intorno al tema cruciale dell’acqua. Dalle 9 infatti ci saranno workshop e aziende del territorio a presentare progetti di innovazione, mentre alle 11 si svolge il convegno “Esperienze goccia a goccia” moderato da Massimo Cirri e alle 16 “Reuse, Reduce, Recycle in SENSEable Cities” condotto da Luca De Biase con Massimiano Tellini e Carlo Ratti, che parteciperà anche alle 19.30 all’anteprima della Biennale cooperativa con Gianni Riotta e il presidente Legacoop Mauro Lusetti. Ma la Notte Verde è anche Notte Verde dei Bambini. Dalle 15 in piazzetta della Misura ci saranno spettacoli per famiglie di Teatri Mobili, mentre in piazza Saffi non mancheranno laboratori e animazioni dedicate ai più piccoli. Sempre dal pomeriggio ci saranno esposizioni di innovatori, un barcamp e tanti altri appuntamenti per la città, comprese le degustazioni di prodotti del territorio. Il gran finale come sempre nella piazza principale quest’anno è affidato allo spettacolo Acquacotta della Banda Osiris (nella foto) con lo special guest Marna Fumarola al violino e in chiusura flash mob a impatto acustico zero con il silent party.


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II

I CONVEGNI

Donne, diritti, legalità, migranti: pensieri e parole

Tra gli ospiti di spicco Don Ciotti, Fausto Bertinotti e Carron. L’epilogo a ottobre con Joseph Stiglitz Il fitto programma della Settimana del Buon Vivere prevede alcuni appuntamenti di approfondimento e riflessione particolarmente importanti. L’apertura, dopo la Notte Verde (vedi pag. I) è dedicata al pranzo solidale al parco urbano Franco Agosto alle 12 del 25 settembre a cui chinque può partecipare (info sul sito), mentre l’inaugurazione ufficiale è prevista per la sera della stessa domenica alle 21 con Ascanio Celestini (vedi box sotto) e un collegamento da Ravenna con il festival “Il Grido della Farfalla”. Il lunedì 26 si comincia con il ministro del Lavoro Giuliano Poletti che incontra gli studenti (ore 10 Auditorium Cassa dei Risparmi) e si prosegue con Erri de Luca (vedi box). Martedì 27 settembre alle 14.30 alla Chiesa di San Giacomo un’occasione per capire meglio le potenzialità di Instagram con Istangram Academy, con case history nazionali e internazionali ed esempi di best practice in ambito turistico per aumentare l’attratività turistica delle “Terre del Buon Vivere”. Alle 16.30 si svolge invece l’incontro e la presentazione del libro dello psichiatra e scrittore Vittorino Andreoli dal titolo La gioia di vivere, a piccoli passi verso la salvezza. Ancora di turismo invece si parla nel convegno del 28 settembre alle 14 (sempre alla chiesa di San Giacomo) con l’appuntamento #RomagnaTBV: cultura e turismo come motore di sviluppo durevole con amministratori locali. Alle 21 al teatro Diego Fabbri si terrà il dibattito tra Fausto Bertinotti, ex presidente della Camera e in passato segretario di Rifondazione Comunista, e Juliàn Carròn, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione e autore del libro che dà il titolo all’incontro La bellezza disarmata, non c’è accesso alla verità se non attraverso la libertà (conduce Gianni Riotta). Il 29 sarà una giornata dedicata in particolare al tema dei migranti, con un incontro al Teaching Hub del Campus di Forlì alle 18 al quale parteciperanno anche Domenico Quirico, inviato della Stampa, e Andrea Costa del Babobab di Roma. Venerdì 30 settembre si parlerà invece di donne nell’appuntamento delle 21 con Serena Dandini e il suo Il punto di vista della virgola, quando il futuro non si tinge di rosa ma di intelligenza, in cui si incontreranno esperienze e meritocrazia femminili che hanno avuto successo grazie alle proprie capacità. Sabato 1 ottobre invece il tema portante sarà la legalità con una giornata che vede protagonista Don Ciotti impegnato in una conversazione al mattino per le scuole e in una lectio magistralis alle 18.30 alla Chiesa San Giacomo dal titolo La città del noi. L’epilogo della Settimana si terrà il 9 ottobre alle 21 al teatro Diego Fabbri di Forlì con Gianni Riotta che intervista Joseph Stiglitz, economista statunitense premio Nobel per l’economia del 2001.

GRANDI EVENTI Carla Fracci sul palco del Fabbri Il piccolo paese di Ascanio Celestini Domenica 25 settembre alle 21, nella Chiesa di San Giacomo a Forlì, spettacolo di inaugurazione con Ascanio Celestini e il suo Il Piccolo Paese, insieme di microstorie, scritte e raccontate dal celebre autore e attore tutte accomunate dall’improvvisazione.

Il Vangelo dei migranti secondo Erri de Luca Il 26 settembre alle 18.30 nella chiesa di San Giacomo La faccia delle nuvole, monologo tratto dall’ultimo libro in cui viene descritto il Vangelo dei migranti con protagonista la famiglia di profughi composta da Miriam, Joséf e Yeshu (i nomi ebraici della famiglia sacra della Bibbia). Di e con lo scrittore Erri de Luca

Sabato 1 ottobre al teatro Diego Fabbri un evento straordinario: andrà in scena Shéhérazade e le mille e una notte Balletto in un atto e cinque quadri del Balletto del Sud con Carla Fracci e i primi ballerini Carlos Montalvan Tovar, Alessandro De Ceglia, Nuria Salado Fusté, l’attore Andrea Sirianni, coreografia, testi, scene e costumi di Fredy Franzutti e musiche di Nicolaj Rimskij, Korsakov.


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III

IL LUOGO

LO SPETTACOLO/2

LO SPETTACOLO/1

IL ROCK BAZAR DI MASSIMO COTTO E DI CRISTINA DONÀ

Una Cittadella nella Barcaccia: musica, libri, spazio bimbi e cibo

Lo smarrimento di Costa e Baliani

Anche per questa edizione, nella Barcaccia di fronte ai Musei di San Domenico sorge la Cittadella del Buon Vivere (foto) che sarà animata da laboratori, incontri, workshop e un ricco calendario di eventi. Tra questi ci sono il 26 settembre l’inaugurazione di Restiamo umani, installazione artistica a cura di Stefano Tonelli alle 17. Oltre all’incontro con Carlo Giuseppe Gabardini (vedi articolo a fianco) per parlare del suo libro, sempre in Cittadella si potrà conoscere la blogger Francesca del Rosso in arte Wondy per ascoltare storie di amicizie il femminile venerdì 30 settembre alle 17, e sabato 1 ottobre alle 22.30 si potrà ascoltare la radio dal vivo di Gene Gnocchi a chiudere la kermesse forlivese.

SOLIDARIETÀ A TAVOLA

PER I TERREMOTATI

Parte del ricavato del pranzo solidale del 25 settembre della Settimana del Buon vivere (vedi articolo a p. II) e quello della cena convivale del 26 settembre a Faenza con lo chef Marco Cavallucci e l’oste Simone Zoli andranno a favore delle popolazione colpite dal terremoto in Centro Italia. Info: www.settimanadelbuonvivere.it/terremoto.

Il 29 settembre alle 21, nella Chiesa di San Giacomo, ecco Il canto del nostro smarrimento, ossia un racconto scenico del viaggio compiuto verso Human da parte di Lella Costa e Marco Baliani, uno spettacolo nato dall’urgenza di interrogarsi e interrogarci sul senso profondo della migrazione e dell’integrazione e che ha intrecciato storie, testimonianze e suggestioni in un percorso teatrale sul senso della parola “umano” oggi.

Il 27 settembre alle 21.30 nella Chiesa di San Giacomo, Massimo Cotto e Cristina Donà saranno i protagonisti di Rock Bazar, dove Cotto, che è anche l’autore, sarà la voce narrante, mentre Cristina Donà sarà voce e chiatarra. Si tratta di una trasmissione radiofonica che Cotto conduce da tre anni ogni giorno su Virgin Radio e che, dopo essere stata tradotta in due libri editi da Vololibero Edizioni, ora diventa anche spettacolo teatrale in cui Cotto riporta in scena l'epoca d’oro del rock attraverso le storie dei suoi protagonisti, stelle divorate dalla voglia di trasgressione e dalla paura di bruciare troppo in fretta.

L’INTERVISTA

Gabardini: «Il coming out? Non riguarda solo l’omosessualità»

Il 28 settembre alle 17, alla Cittadella del Buon Vivere (Piazza Guido da Montefeltro), si terrà la presentazione di Fossi in te io insisterei. Lettera a mio padre sulla vita ancora da vivere, di Carlo Giuseppe Gabardini, edito da Mondadori. Classe 1974, milanese, attore e sceneggiatore, Gabardini è noto per la parte di Olmo nella serie di Italia 1 Camera Café. Nel 2013 è finito sotto i riflettori per aver scritto a Repubblica, dopo il suicidio per omofobia di un ventunenne, una lettera in cui parlava della bellezza e della normalità di essere gay. Fossi in te io insisterei è un memoir tenero e ironico in cui l’autore, rivolgendosi al padre scomparso da tempo, ripercorre le tappe della propria vita, dall’infanzia trascorsa serenamente al “coming out esistenziale”, la dichiarazione cioè di volersi dedicare alla recitazione invece che studiare legge. C’è poi il lutto per la morte del genitore, difficilissimo da elaborare, e il coming out, quello “vero”, sulle pagine del quotidiano. Perché hai deciso di scrivere un libro e di farlo come lettera? «Diversi editori mi chiedevano di scrivere un libro, ed era anche il mio sogno, perché scrivere è il mio lavoro, visto che, oltre a fare il ciccione con le camicie hawaiane di Camera Café, ne sono anche lo sceneggiatore. Avevo però il terrore che gli editori volessero il libro di Olmo e mi immaginavo in copertina con la camicia hawaiana, cosa che a mio padre non sarebbe piaciuta per niente. Dopo la lettera a Repubblica ho pensato che gli editori volessero un libro sull’omosessualità, e allora mi sono visto in copertina con una camicia rosa. Insomma, io volevo scrivere un libro, ma ho capito che l’unica cosa che potevo e che avevo urgenza di scrivere era una lettera a mio padre: ne avevo bisogno, anche al di là della pubblicazione, per chiarire delle cose, per fare il punto su di me e sul nostro rapporto. Mi sono chiuso in casa e ho cominciato a scrivere questa lettera, cosa che forse avrei dovuto fare prima, visto che le ultime parole che ho detto a mio padre risalgono al secolo scorso e ci ho messo un bel po’ a elaborare la sua morte. Nel libro c’è la questione dell’elaborazione del lutto e poi quella del coming out. Molti hanno osservato, tuttavia, che questo tema non occupa più di due pagine, ma io penso che il coming out non riguardi solo l’omosessualità, ma tutti noi: tutti dobbiamo dire chi siamo, cosa vogliamo, cosa amiamo. Ammettere, per esempio, di aver sbagliato lavoro o dire alla propria moglie di volere quattro figli. Tutti deluderemo le aspettative dei genitori; noi omosessuali abbiamo la fortuna di essere preparati». E come trovare il coraggio di fare coming out, sia che esso riguardi l’orientamento sessuale o un altro aspetto della vita? «La risposta più ovvia è che abbiamo una sola vita ed è una follia stare nascosti. Non è una questione di coraggio, ma è uno scatto che fai a un certo punto, in cui ti dici: “Sì, tutto bello, ma io voglio fare dell’altro” e ti rendi conto che stai perdendo una quantità di tempo paz-

zesca, quando il tempo è l’unica cosa di valore che abbiamo». Dalle pagine del libro emerge un padre molto attento, che amava stare tra le mura domestiche circondato dalla famiglia, che ti guidava e ti insegnava a vivere senza mai sgridarti. Come vedi l’attuale generazione dei padri, in un tempo di crisi di questa figura, come ben riassume la citazione di Natalia Ginzburg con cui apri il libro: “È estinta o si sta estinguendo la stirpe dei padri. Da tempo orfani, noi generiamo degli orfani, essendo stati incapaci di diventare noi stessi dei padri”? «Ho la sensazione che i padri siano scomparsi, che fingano di essere i nostri fratelli maggiori, cosa che in realtà è molto pericolosa. Ma la citazione della Ginzburg serve a sottolineare che la scomparsa dei padri non è un problema attuale, ma viene da lontano. Oggi mi sembra che siamo tutti allo sbando, senza punti di riferimento. Siamo quasi sedati, e la crisi economica ci sta opprimendo, anche se è solo una giustificazione in più, perché penso che la mia generazione abbia tirato i remi in barca molto prima. Ci sembra di dover vivere senza dar fastidio, passare la vita indenni. Ma passare la vita indenni non è un buon piano, non ha senso che alla fine tu dica: “Che bello, ho passato la vita indenne, adesso posso morire con calma”». Dopo la lettera a Repubblica sei diventato un portavoce dei diritti LGBT, come vivi questa responsabilità? Ti senti un militante? «Non sono un militante, ma vorrei diventarlo. Sono diventato un punto di riferimento e per il momento va bene così. Nella lettera mi interrogo su questo, mi chiedo se sto parlando troppo di omosessualità. La risposta che do a mio padre è questa: si sta parlando del mio diritto alla felicità, ad amare e sposare chi amo, a metter su una famiglia con chi amo. È una situazione d’emergenza, e quando c’è un’emergenza, prima la si risolve e poi ci si occupa d’altro. Io non vedo l’ora di occuparmi di un sacco di altri problemi, ma al momento questo è un problema che va risolto, e l’unico modo per farlo è il matrimonio egualitario. Qualsiasi altra cosa è solo un pezzo di quello che mio fratello ha per intero e nel momento in cui mi viene concessa mi si ricorda che sono diverso, che sono di serie B». Quindi le unioni civili non sono sufficienti? «Sono un passo storico e questo va sottolineato, perché fino a ieri gli omosessuali non esistevano nell’ordinamento italiano. È una legge fondamentale della quale bisogna gioire, ma è solo un pezzo». Cosa vuol dire per te buon vivere? «Premetto che sono felicissimo di portare il libro a Forlì, perché quotidianamente ricevo messaggi su Facebook, Twitter o anche per strada di persone che mi dicono che la lettera li ha aiutati, che adesso stanno meglio. Alcuni mi spaventano perché mi dicono che dopo aver letto il libro hanno deciso di licenziarsi e io tremo perché non vorrei certo prendermi la responsabilità di tutti i licenziamenti! Il buon vivere è tante cose, dal cibo buono alla salute, ma coinvolge anche la testa, i sentimenti, il nostro stare al mondo felici». Gloria Bernabini

L’autore di Fossi in te insisterei a Forlì il 28 settembre alle 17


VenerdĂŹ 30 settembre 2016 17:00 | CHIESA DEI SERVI - FORLIMPOPOLI

Non di solo cibo.... Il legame con il territorio come fattore di crescita competitiva. Le grandi cooperative dell'industria agroalimentare, della distribuzione e le associazioni solidali del territorio romagnolo si confrontano sull'importanza dei legami sociali, ambientali e economici con il territorio e del senso di comunitĂ come valore competitivo aggiunto.

Intervengono: Carlo DALMONTE - Caviro Giorgio DAL PRATO - Deco Industrie Maurizio PELLICONI - CIA Conad Stanislao FABBRINO - Fruttagel Bruno PIRACCINI - Orogel Andrea BONACINI - Romagna Musica Arturo ALBERTI - Romagna Solidale

A cura di: Deco Industrie


CINEMA

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CONTROCINEMA

Amore, tecnologia, lutto: tre film da vedere In uscita nelle sale il lavoro di Laurie Anderson, l’ultimo Werner Herzog e la video-performance di Nick Cave di Albert Bucci *

In mezzo alle novità che subito arriveranno questo mese, mi preme segnalarvi alcuni film che rischierebbero di passare inosservati e che invece sono tra le opere più intelligenti e significative che potrete vedere, con protagonisti tre mostri sacri quali Laurie Anderson, Werner Herzog e Nick Cave. Inizio con Heart of a Dog della musicista e artista Laurie Anderson, vedova di Lou Reed, in concorso a Venezia 2015 e colpevolemente in uscita solo un anno dopo, a metà settembre, e per pochissimi giorni. A scanso di equivoci, il titolo non c’entra assolutamente nulla con l'omonimo romanzo di Bulgakov. Qui, il “cuore di cane” protagonista è quello di Lolabelle, l’adorato cane di Laurie Anderson e Lou Reed, che diventa il punto di partenza per un’opera irripetibile e non categorizzabile tra fiction, documentario, videoarte e saggio filosofico, che parla di vita, morte e amore usando immagini in movimento, musica e una voce narrante. Durante la creazione del film, morì Lou Reed; e ovviamente il film non può non essere anche un sereno dirsi addio tra i due artisti e compagni, un lutto che esiste e non può essere cancellato, ma al quale sopravvivere perché, come dice la stessa Laurie Anderson: “Ho realizzato musiche, dipinti, installazioni, sculture e opere teatrali. Ma più di ogni altra cosa, sono una cantastorie... La questione al centro di Heart Of A Dog è: che cosa sono le storie? Come vengono realizzate e come vengono raccontate? Lungo tutto il percorso sono stata guidata dallo spirito di David Foster Wallace e dalla sua frase “Ogni storia d’amore è una storia di fantasmi.” E sono i fantasmi e le memorie dell’amore e della visione quelli che emergono dentro una narrazione antilineare ed ellittica, poetica e riflessiva, un vero e proprio flusso di coscienza tra arcaici super8 di famiglia, footage di vecchi documentari, disegni animati e canzoni, che esprime una forza e una commozione insuperabili e coinvolgenti, 75 minuti di intense emozioni visive e sonore, dove il senso dell’esistenza raggiunge l’olimpica serenità che solo l’Arte con la A maiuscola può creare, dove si comprende che la cosa giusta da fare tra la Nascita e la Morte rimane sempre e solo l’Amore per gli esseri viventi. A seguire, al 22 settembre non perdete Lo and Behold: Reveries of the Connected World, l’ultimo documentario del maestro Werner Herzog dedicato alla presenza più massiccia e invasiva della tecnologia contemporanea: il mondo di Internet. Presentato al Sundance 2016, il film racconta tutto quello che c'è da sapere sulla relazione tra l’uomo e internet, dalla sua nascita alla fine degli anni '60 fino ai suoi svi-

Heart of a Dog suscita una

commozione insuperabile. Lou Reed morì durante la lavorazione

Lo and Behold: Reveries of the

connected World subito evolve dal documentario al pamphlet filosofico

One more time with feeling

uscirà insieme al disco del rocker australiano, dopo la morte del figlio luppi possibili e imprevedibili nel futuro, Mordini con la paradossale Stefano attenzione di un e, in approdato alto, distaccato esploratore in Scamarcio un’isola sconosciuta. Il documentain una scena rio è solo apparentemente di “Periclelimpido il nero” e filologico nell’intervistare tutti i protagonisti dell’epopea di Internet, da Leonard Kleinrock a Tim BernersLee, dagli hacker alla robotica più avanzata. Questa mappa di persone, luoghi e date serve invece a Herzog per il suo vero obiettivo: la sua ricerca incessante, lineare e analitica verso una poetica e una metafisica di Internet e di tutta la tecnologia. I “sogni di un mondo connesso” e complesso sono quelli in cui riproporre la domanda irrisolta di tutta la fantascienza secondo Philip K. Dick, e cioè se gli Androidi sognino pecore elettriche, o se Internet possa sognare se stesso, in un clima da romanzo postapocalittico senza catastrofi, nel quale è necessario capire la tecnologia per capire come sta trasformandosi l’antropologia umana. In una spirale che dal documentario subito evolve verso il pamphlet filosofico voltairiano, Herzog esplora la tecnologia e le modifiche sull’uomo perché il cuore di tutto il suo cinema resta sempre chi è l'uomo dentro il suo “ambiente”, che sia sociale artistico o, come in questo caso, tecnologico; e in che modo la sua esistenza, come in

Kaspar Hauser o in Fitzcarraldo, sia vittima o protagonista dei sogni di Internet. Non ho ancora visto invece un film che sarà in anteprima tra pochissimi giorni a Venezia 2016 e che comunque uscirà nelle sale a fine mese: One more time with Feeling di Andrew Dominik, che accompagnerà l’imminente uscita di Skeleton Tree, il nuovo album di Nick Cave and the Bad Seeds. Dopo essere stato protagonista del meraviglioso docu-film di due anni fa 20.000 giorni sulla terra, Nick Cave torna alla musica e al cinema per la prima volta dopo la terribile morte del figlio 15enne Arthur, in un film-performance che mostra la genesi del nuovo album, e che sarà una mirabile, fragile e coinvolgente testimonianza del dramma umano dell'artista e del suo viaggio artistico attraverso il più profondo dei lutti. *Albert Bucci (Ravenna, 1968) è direttore artistico del Soundscreen Film Festival e consulente alla selezione del Ravenna Nightmare. È stato docente di Sceneggiatura presso l'Università Iulm di Milano, e produttore esecutivo di spot pubblicitari. In una vita parallela, possiede anche una laurea in Fisica Teorica. (Il suo vero nome è Alberto, ma in effetti è meglio noto come Albert).


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LIBRI

L’INTERVISTA

SETTEMBRE DANTESCO

Gli «scandali» di Dante nella Commedia

E le cantiche saranno interpretate anche nella Lingua dei Segni

Luciano Canfora a Ravenna il 17 settembre. Il suo intervento partirà dal canto di Ulisse di Matteo Cavezzali

«Lo maggior corno de la fiamma antica cominciò a crollarsi mormorando pur come quella cui vento affatica». Luciano Canfora, storico, filologo e ordinario di Filologia greca e latina presso l’Università di Bari, inizierà il suo intervento sulla Divina Commedia intitolato “Dante e il ‘mondo senza gente’” a Dante2021 (ai Chiostri Francescani alle 11 del 17 settembre) partendo dal canto XXVI il canto di Ulisse. Come mai ha deciso di iniziare dal celeberrimo canto di Ulisse? «Il mio percorso di studio mi ha avvicinato principalmente a questo aspetto della scrittura di Dante. Inizialmente mi era stato proposto il titolo “Dante e l’Islam” che è un tema molto arato, io ho pensato di allargare il discorso parlando della modernità di Dante che si apre alle visioni del mondo non strettamente cattoliche e al rispetto della modernitas della scienza. Dunque un Dante moderno tutt’altro che bigotto e tentato da un forte razionalismo. Questo si connette con l’importantissima invenzione del limbo, dove ci sono dei non cristiani di altissimo livello che lui venera. Questo discorso si lega strettamente anche al rispetto che dimostra verso la cultura islamica che filtrava in occidente e in Italia dalla Spagna in cui era all’epoca molto diffusa, come noto». Questa apertura di Dante alla scienza e all’Islam era una visione originale per quel tempo o era diffusa? «L’immagine di un medioevo oscuro e oscurantista è unilaterale. È un periodo di idee contrapposte e dalla forte vivacità dialettica. Dante è un punto avanzato per la cultura del suo tempo, d’altra parte proveniva da un ambiente, quello fiorentino, in cui serpeggiava l’epicureismo di Guido Cavalcanti. Si trattava di un ambiente molto avanzato culturalmente dove Dante ha una sua visione forte, che non è eterodossa, ma critica. Una critica che può investire anche i dogmi». Recentemente si è occupato di un’altra figura illuminata del medioevo, Fozio di Costantinopoli, anche lui, come Dante critica i dogmi, ma lo fa nel mondo orientale. «Mi sono occupato di medioevo greco e ho curato l’opera commentata di Fozio un bizantino del IX secolo che ha a che fare con Dante, seppure indirettamente. Fozio fu molto critico rispetto alla ortodossia della chiesa d’oriente, e per questo fu spesso duramente attaccato, tanto che fu deposto da patriarca. All’epoca a Costantinopoli la critica

«Il Sommo ha influenzato tutta la cultura mondiale: lo cita anche Marx nel Capitale» dell’ortodossia è molto più forte che in occidente». Tornando a Dante, il suo tributo verso gli autori classici è molto evidente fin dalla scelta di avere come guida Virgilio. «Sicuramente. Basti pensare quanto poteva essere oltraggioso per l’epoca che Dante facesse entrare Virgilio tranquillamente in purgatorio anche se non era cristiano. Dante inserisce nella

Commedia una serie di “scandali” che fungono da messaggi che dobbiamo saper valutare». Crede che la lettura che facciamo oggi dei classici sia filtrata attraverso le opere di grandi come Dante? «Dante ha influenzato tutta la cultura mondiale, non solo nella visione del mondo classico. Basti pensare che anche nel Capitale di Marx viene citata una frase di Dante. Dante è di tutti, un personaggio universale. I classici, che per lui erano sia i latini che i greci – anche se non sapeva leggere il greco – erano una parte del suo universo mentale. Noi leggiamo gli antichi non solamente attraverso il prisma dantesco, ma sicuramente anche alla luce del suo pensiero che ha lasciato un fortissimo segno nella nostra cultura». Quali sono secondo lei le caratteristiche che hanno fatto diventare la Divina Commedia il testo più impostante della letteratura italiana? «Dante con la Divina Commedia ha inventato una lingua: la lingua italiana, costruendone il lessico e la lineare modernità. Ha fatto l’enorme sforzo di conciliare ragione, pensiero filosofico, fede, cultura classica, cultura profana, cultura cristiana e tutto questo in una vita breve, ha vissuto poco più di cinquanta anni. Dovremmo inoltre chiederci se abbiamo veramente capito tutte le implicazioni nascoste nella scrittura di Dante. Personalmente credo sia ancora un terreno ancora da arare».

Il festival Dante2021 di cui si parla in questa pagina rientra nel programma “Ravenna per Dante” coordinato dal Comune e che coinvolge numerosi soggetti, prevedendo oltre 70 appuntamenti in circa due mesi e mezzo, da agosto fino a ottobre. L’omaggio di Ravenna al Sommo Poeta trova la sua massima espressione nelle celebrazioni che si svolgeranno in occasione del 695°Annuale della morte di Dante, in programma domenica 11 settembre. Torna poi la Divina Commedia nel Mondo, giunta alla XXII edizione, dedicando le prime due serate alle versioni azerì e urdu, rispettivamente martedì 13 e venerdì 23 settembre. La terza serata, venerdì 30 settembre, sarà invece dedicata all'ambizioso progetto interpretazione della Commedia in LIS, Lingua dei Segni Italiana. Le tre serate si concluderanno con la consegna del premio Lauro dantesco, che verrà assegnato (il 30) anche al ministro Dario Franceschini (nella foto), alla memoria di don Francesco Fuschini. Tornano anche le Conversazioni dantesche, con Sebastiana Nobili e Luigi Canetti, docenti dell'Università di Bologna e curatori della rassegna, che propongono la tematica del volo: si parte il 27 settembre con Remo Ceserani già docente di Letterature comparate dell'Università di Bologna. Infine, il 24 settembre parte alla biblioteca Classense il ciclo di Letture Classensi, a cura di Claudia Villa della Scuola Superiore Normale di Pisa, quest’anno dedicato al tema del mito classico e delle figure femminili in Dante. Il mese di settembre (giovedì 1, venerdì 2 e sabato 3) si aprirà invece con una lettura integrale della Divina Commedia tra prefettura, Santa Maria Maggiore e Chiostri Francescani, con la regia di Franco Palmieri. Info e programma: www.turismo.ra.it.

IL PROGRAMMA CONFERENZE, INCONTRI E UN PREMIO A LUCA BARBAROSSA PER DANTE 2021 Torna Dante2021, festival nazionale dedicato al padre della lingua italiana e promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna con la direzione scientifica dell’Accademia della Crusca, giunge alla sesta edizione e continua così il percorso verso le celebrazioni per il settimo centenario della morte di Dante Alighieri e si svolgerà a Ravenna dal 14 al 18 settembre con una serie di eventi tutti a ingresso libero. Quest’anno l’orizzonte del Festival è definito da una citazione dalla Commedia: «A piè del vero il dubbio» (Paradiso IV, v. 131), un frammento di verso che in sintesi illustra la natura stessa della manifestazione: continua ricerca, ininterrotta e sempre nuova. E a proposito di novità, questo 20106 porta un’inedita anteprima: quattro appuntamenti per stuzzicare l’appetito nella settimana che precede il festival. Il 7 settembre ospite lo scrittore Marco Vichi, giovedì 8 settembre ci sarà l’attore Amerigo Fontani, venerdì 9 la giornalista Silvia Brasca e sabato 10 la giornalista Adriana Pannitteri. Gli incontri, tutti di tema dantesco e ispirati a un canto, si svolgono alle 17 al Caffè Letterario di via Diaz, a Ravenna. L’apertura ufficiale del festival, mercoledì 14 settembre alle 17, si terrà agli Antichi Chiostri Francescani e sarà un incontro con un commento alla Commedia alla luce dei temi logici e matematici affrontati in particolare nel canto XXVIII del Paradiso con Furio Honsell. Giovedì 15 settembre alle 17, sempre ai Chiostri Francescani, “Dante nella scuola e dintorni”. Due giovani docenti universitari, con la guida di Stefano Salis del domenicale del Sole 24 ore, si confrontano sui modi con cui Dante è e dovrebbe essere studiato nelle scuole. Venerdì 16 settembre arrivano ai Chiostri Francescani due dei vincitori delle Olimpiadi di italiano 2016 organizzate dal Ministero dell’Istruzione e della Ricerca. La riflessione sulla dimensione europea prosegue con il dibattito “Le novelle fronde / di che si vede Europa rivestire” (Paradiso, XII, vv. 47-48) con Stefano Folli e Antonio Patuelli. Tutte le sere un momento tra spettacolo e approfondimento alle 21 (vedi pagina 12). Sabato 17 settembre, si comincia con l’incontro con Luciano Canfora (vedi articolo di questa pagine). Alle 17, per l’appuntamento “Dante per me”, all’indagine serrata di Alberto Puoti (giornalista e autore televisivo: Rai-storia, Virus) rispondono Brigitte Cédolin, direttrice di Villa Finaly a Firenze; Klaus Kempf, responsabile di vari progetti della Biblioteca di Monaco e Denis Reidy, a lungo responsabile della sezione italiana della British Library di Londra. Alle 21 sul palcoscenico del Teatro Alighieri si rinnova infine l’appuntamento con i Premi: il premio Dante-Ravenna 2016 sarà attribuito a Francesco Sabatini, docente emerito di Storia della lingua italiana e oggi presidente onorario dell’Accademia della Crusca, il premio Musica e Parole 2016 sarà invece assegnato al cantautore Luca Barbarossa. Domenica 18 settembre, alle 11 alla Casa Matha è la volta di Iconografia dantesca “Iconografia dantesca: un altro modo per raccontare la Commedia”, con Mino Gabrieli.


LIBRI

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CESENA

RIMINI

Tra scienza e mistero, da Harry Potter a Holmes

LA

FILOSOFIA A MISURA DI BAMBINO ALLA

GAMBALUNGA

Nella corte della biblioteca Gambalunga di Rimini l’1, il 2, il 5 e il 6 settembre si svolgono quattro incontri per la XIII edizione di Kosmos “La filosofia con i bambini e i ragazzi”. Si tratta di situazioni in cui a bambini e ragazzi si propone di sperimentare il dialogo filosofico, inteso come confronto con la diversità dei punti di vista, come riflessione critica e argomentazione, come ascolto e osservazione del mondo come problema, grazie al contributo di ognuno a partire da varie materiali (testi, immagini, video) sulla relazione tra la natura, l'uomo e gli animali e sulla nostra percezione dell'immensità dell'universo. I bambini, di età fra gli 8 e i 14 anni, sono divisi in due gruppi e gni gruppo è guidato da un facilitatore della discussione. Iscrizioni: tel. 0541 704486.

FORLÌ

Da Bowie al basket di Tranquillo Torna “Caratteri d’Autore” con protagonisti anche Viola e Bussola

Il Cicap e la Biblioteca Malatestiana di Cesena in collaborazione con l'associazione “Orango - curiosi per natura” presentano un ciclo di incontri dal titolo: “La scienza dei mostri di carta, Fondamenti scientifici e fantasie irrazionali sulle creature letterarie del mistero”. Il programma prende il via il 6 settembre con Marco Ciardi e il suo intervento dal titolo "Da Harry Potter a Galileo: può la magia aiutare la scienza?" in cui si tenterà una riflessione sul modo in cui dovremmo insegnare, trasmettere e divulgare la cultura scientifica e i valori della scienza moderna. Marco Ciardi insegna Storia della scien-

za e della tecnica presso l'Università di Bologna. Il 27 settembre il secondo appuntamento è con Massimo Polidoro, scrittore, giornalista e segretario nazionale del Cicap, già docente di Metodo scientifico e Psicologia dell'insolito all'Università di Milano-Bicocca. Tra i suoi libri Enigmi e misteri della storia, Rivelazioni, Il passato è una bestia feroce e il nuovo thriller Non guardare nell'abisso (Piemme). Alla Malatestiana terrà un incontro su due figure archetipiche del mistero: “Sherlock Holmes e il mistero di Jack lo Squartatore”. La rassegna proseguirà a ottobre e novembre con altri incontri e si concluderà il 6 dicembre.

Dal 14 al 16 settembre torna a Forlì “Caratteri d’Autore”, piccolo festival letterario promosso da Archimedia. Sette i protagonisti di quest’anno. Francesco Donadio, al Diagonal loft, alle 21.30 della prima giornata introdurrà all’universo caleidoscopico di David Bowie, presentando il suo libro Fantastic Voyage (edito da Arcana). Accanto all’autore, ci sarà anche un un piccolo live di Houdini Righini, cantautore riminese. Il 15 settembre sarà la volta di Ester Viola, avvocato molto popolare su Twitter per le battute taglienti, che propone in chiave decisamente ironica il tema dell’amore aggiornato all’era dei social network con il L’amore è eterno finchè non risponde (Einaudi) alle 18.30 al Jump Café, mentre sempre dal mondo dei social arriva il caso mediatico di Matteo Bussola (nella foto) che sarà invece alle 21 al Mondadori Book Store Mega. Fumettista freelance e padre di tre piccole bambine, ha conquistato una popolarità crescente sui social grazie ai suoi contenuti virali e ha di recente pubblicato per Einaudi i racconti Notti in bianco, baci a colazione. Domenica 16 alle 18.30 alla sala di Santa Caterina l’incontro è con Flavio Tranquillo giornalista sportivo e autore del volume Basket re-volution e Emiliano Poddi, autore di Le vittorie imperfette (Feltrinelli), romanzo tra eventi sportivi realmente accaduti e fiction. La chiusura alle 21, sempre alla sala Santa Cristina, è affidata a Demetrio Paolin e al suo volume Conforme alla gloria dedicato alla Shoa. Dialogherà con l’autore lo storico Roberto Balzani.

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LIBRI

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Roberto Magnani del Teatro delle Albe durante la lettura di “Odisèa” e, a destra, foto di gruppo con Giuliana Rocchi (la seconda da destra), a cui è dedicato il Cantiere poetico di Santarcangelo, in uno scatto di Francesco Franceschi

IL FESTIVAL

Un Cantiere poetico a Santarcangelo dedicato a Giuliana Rocchi Letture e spettacoli per riflettere sulla cultura della poesia che da decenni caratterizza il borgo riminese Torna dal 10 al 18 settembre “Cantiere poetico per Santarcangelo”, progetto culturale giunto alla seconda edizione con l’obiettivo di far riflettere sulla cultura della poesia che da molti decenni caratterizza la vita artistica e quotidiana di Santarcangelo, tramite la produzione di nuove opere contemporanee. La prima edizione era stata dedicata a Raffaello Baldini, a dieci anni dalla sua scomparsa. La seconda sarà invece dedicata a Giuliana Rocchi (a vent’anni dalla sua scomparsa) e quindi alla poesia popolare. «In particolare – scrivono gli organizzatori – Giuliana Rocchi rappresenta per noi una lente d’ingrandimento per leggere, di nuovo e con nuovi occhi, l’impegno e la passione di una donna che ha vissuto una vita di sacrificio e di lotta; di una poetessa che ha scritto poesie semplici e straordinarie, sul proprio corpo». Il programma parte il 10 settembre con l’inaugurazione delle mostre “Poeti dal mondo” (installazione sonora a cura di Stefano Bisulli al museo della Radio) e “Con una scrittura ben disegnata - Flavio Nicolini: taccuini e altre immaginazioni” (tra Musas e Galleria Antonio Baldini) e poi alle 20 con la presentazione della nuova edizione e la proiezioni di documentari su Raffaello Baldini, Giuliana Rocchi e sul “Paese dei poeti”. Martedì 13 settembre torna come l’anno

scorso la “Chiamata pubblica” con la comunità di Santarcangelo che alla Rocca Malatestiana si ritrova per leggere le poesia della Rocchi. Mercoledì 14 al Supercinema “Dialogo sulla natura della cultura popolare” con Tullio De Mauro, Lella Costa, Massimo Pulini e Giovanni Boccia Artieri, a cui seguiranno le letture poetiche della stessa Lella Costa. Giovedì 15 al Lavatoio Roberto Latini legge L’aquilone di Michelangelo Antonioni e Tonino Guerra, con musiche originali eseguite dal vivo da Gianluca Misiti. Venerdì 16 inaugura la mostra mercato dell’editoria indipendente, che sarà in piazza Ganganelli il venerdì e il sabato dalle 16 alle 24 e la domenica dalle 10 alle 24. In questa occasione venerdì è in programma l’incontro con Sara Ceccarelli che presenta il suo libro Anna Maria Mozzoni. La storia di una donna che si è battuta per altre donne a cui seguiranno la presentazione della ristampa di alcuni volumi di Giuliana Rocchi e letture di Nicoletta Fabbri. In serata, sempre in piazza, incontri con il direttore artistico del Premio Tenco, Enrico de Angelis, e poi Margherita Zorzi con il suo libro Cantare il lavoro.Chiuderà la serata di venerdì il concerto delle 22 di Alessio Lega e I Malfattori sul tema della tradizione del lavoro nella musica popolare. Scorrendo il programma invece di sabato da segnalare

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alle 18 in piazza l’incontro sull’insolito rapporto tra dialetto romagnolo e hip hop, con ospiti d’eccezione due rapper: Claver Gold e Kento (a seguire al Supercinema un documentariio sulle radici del rap in italiano). Alle 20 al Lavatoio il Teatro delle Albe presenta Odisèa, lettura selvatica a cura di Marco Martinelli, con Roberto Magnani e a seguire canti, musica e parole con i ragazzi della non-scuola, sempre a cura delle Albe. Domenica, infine, questa sorta di festival si concluderà con la presentazione al mattino del libro di Alessandro Carli sul festival di teatro Santarcangelo e di quello di Enrico Bandini dal titolo “La Poesia tornerà” e con il contest di poesia e le letture del pomeriggio (con incursioni musicali dalle 18.30 della cantautrice Maria Antonietta) fino alla festa finale delle 21 con tanto di omaggio visual-musicale al pittore Giuseppe Boschetti. Da segnalare anche che dal 10 al 18 settembre sarà al lavoro all’arena Supercinema uno dei più importanti street artist italiani, Eron, che realizzerà una nuova opera d’arte murale per Santarcangelo. Informazioni e programma completo: www.cantierepoetico.org (cell. 331 9191041).

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INCONTRI ERALDO BALDINI IN CAMPIGNA Due incontri con lo scrittore ravennate di fama nazionale Eraldo Baldini. Venerdì 2 settembre alle 19 alla casa protetta Baccarini di Russi (Ra) parlerà di “Storie e misteri di Romagna”. Domenica 4 invece l’appuntamento è alle ore 14.30 a Campigna (Fc), al Rifugio Villaneta per “Tenebroso Appennino”, storie e chiacchiere con Eraldo Baldini (Info e prenotazioni al cellulare 3661676466).


ARTE

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FOTOGRAFIA

Oltre i confini: ecco il Si Fest

La fotografia ha raggiunto negli ultimi anni una diffusione impensabile. Oggi ogni persona ha sempre a portata di mano la macchina fotografica dello smartphone e scatta centinaia di foto a tutto quello che vede, che mangia, che indossa e a sé stesso. Non esiste più nulla di infotografato, inviolato dallo sguardo voyeristico della macchina fotografica. Come la pittura si è dovuta ripensare con l’invenzione della fotografia che rendeva superfluo dipingere per rappresentare oggettivamente la realtà, oggi la fotografia deve ripensare se stessa dopo la foto di massa dei social network. La differenza che teorizzava Roland Barthes ne La camera chiara tra operator, chi scatta la foto, spectator, chi vede la foto, e spectrum, ossia il soggetto fotografato, nell’età del selfie è ormai scomparsa perché ogni persona incarna Sopra due tutti e tre i ruoli contemporaneamente. Il confine è stato superato. scatti da Danila Alea iacta est furono le parole pronunciate da Giulio Cesare, seconTkachenko; a do la tradizione narrata da Svetonio, quando nel 49 aC superò il condestra di fine vietato, ossia il Rubicone. Utilizzando questa frase come titolo, Duane Savignano sul Rubicone dedica la nuova edizione del Si Fest al concetMichals; sotto di Olivo to di “superamento del confine”. Barbieri Il Si Fest è uno dei più interessanti festival fotografici del panorama italiano, con mostre, incontri ed editoria specializzata e dal 1992 è un punto di riferimento per fotografi e appassionati, oggi giunto alla venticinquesima edizione. Sul tema del confine, autori ed esperti si interrogheranno per tre intere giornate – 9, 10 e 11 settembre con apertura delle mostre fino al 25 settembre – in cui tra atelier, premi, librerie specializzate, sezione Off, videoproiezioni, performance ed eventi speciali coinvolgeranno i protagonisti e gli ’EVENTO addetti del mondo della fotografia e dell’immagine sulle rive del Rubicone. NOTTE BIANCA CON COCCOLUTO Alcuni protagonisti. Sarà un confine geografico e identitario quello narrato da Durante il SìFest torna anche la Danila Tkachenko; metaforico ma anche forNotte Bianca di Savignano il 10 male nelle immagini site specific di Adriatic settembre. Dalle 20 alle 3 di notte Sea firmate da Olivo Barbieri; stilistico, a conspettacoli, visioni e soprattutto trassegnare le avanguardie fotografiche rapmusica live e con dj set. Tra gli presentate dagli scatti di Paola Di Bello e di eventi clou il live set dal palazzo comunale di Claudio Coccoluto e il Luigi Erba. Il fotografo americano Duane visual show 360° a piazza Borghesi. Michals, visionario, innovatore, anticipatore dello storytelling con i suoi fotoracconti, sarà – insieme ad Andrea Modica – una delle presenze di eccellenza della tre giorni di fotografia. Si Fest 25 si avvale della collaborazione di un comitato artistico composto da autorevoli personalità del mondo della fotografia: Silvia Camporesi, fotografa forlivese affermata a livello internazionale; Alessandra Capodacqua, fotografa e docente della Fondazione Studio Marangoni di Firenze; Danilo Montanari, editore ravennate specializzato in fotografia e arte contemporanea; Luca Panaro, docente e curatore nonché affermato autore di testi critici sulla fotografia; Paola Sobrero, dirigente del Settore Cultura del Comune di Savignano sul Rubicone, tra i fondatori del festival. La sezione Off è curata da Tomas Maggioli e Federica Landi. Il Premio Marco Pesaresi vedrà per i suoi 15 anni una mostra speciale a cura di Silvia Camporesi dal titolo La fotografia addosso che proporrà all’attenzione del pubblico una selezione di scatti tratti dai portfolio vincitori del Premio e una selezione di fotografie di Marco Pesaresi che la curatrice ha scelto con un occhio particolare al dialogo tra le rispettive immagini. Le mostre sono allestite alla Vecchia Pescheria di corso Vendemini. Info e programma completo: www.sifest.it.

Torna la rassegna di Savignano con mostre (da Michals a Barbieri) e incontri

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ARTE

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RAVENNA/1

Quel contemporaneo di Dante Alighieri

Sono 33+1 gli artisti di varie discipline a “ritradurre” il volto del Sommo Poeta in una mostra all’Oriani Un nuovo progetto in vista di Dante 2021 è partito a Ravenna, città che accoglie le spoglie del Sommo Poeta. Si tratta di una mostra organizzata da Bonobolabo di Marco Miccoli con la curatela di Maria Vittoria Baravelli in programma dal 18 settembre fino al 23 ottobre, e che mira a riunire, seguendo il perfetto schema metrico della Commedia, un insieme di 33 artisti +1 diversissimi gli uni dagli altri. Dalla grafica al fumetto, dal mosaico all’uso del Technogel, dal pane fino ad arrivare alla Tape art, il plurilinguismo dantesco viene riproposto in un orizzonte d’arte contemporaneo. Con il titolo della mostra Il Volto di Dante, per una traduzione contemporanea, si cerca quindi di valorizzare una nuova identità fisionomica ma soprattutto intellettuale del poeta lontano dall’accademismo tradizionale. La sede scelta per questa iniziativa culturale è la Biblioteca di Storia Contemporanea “Alfredo Oriani”, in via Corrado Ricci, 26, e le sale in cui le opere saranno esposte furono costruite sotto forma di un lungo e luminoso corridoio con lo scopo di facilitare le persone a mirare la tomba di Dante Alighieri che si trova difronte. In queste stanze, dal 2014, è possibile visionare l’opera dantesca che l’artista No Curves ha donato al Comune di Ravenna grazie al festival di street art Subsidenze (vedi pagina 23); un volto del poeta estremamente moderno creato attraverso l’utilizzo di linee rette di nastro adesivo colorato ad angoli retti e a 45 gradi.

NEL DETTAGLIO

A sinistra il volto di Dante realizzato da Ale Giorgini, a destra da Francesco Poroli

GLI ARTISTI PROTAGONISTI Ale Giorgini, Alessandro Pautasso, Alessandro Ripane, Alex Angi - Pablo Bermudez, Basik, Camilla Falsini, Carlos Atoche, Carolina Ricciulli, Daniele Tozzi, Diavù, Davide Fabbri, Francesco Poroli, Giovanni Manzoni Piazzalunga, Giuseppe Caserta, Il Pistrice, Kicco Cracking, LRNZ , Luca Barberini, Marco Sodano, Marco Veronese, Max Petrone, Massimo Giacon, Matteo Lucca, Nemo’s, No Curves, Pao, Pixel Pancho, Renzo Nucara, Riccardo Guasco, Rita Petruccioli, Simone Massoni, Stefano Babini, Stefano Perrone, Van Orton design. Special guest: Kobra.

Arte per rigererare l’arte Inoltre, per tutta la durata della mostra il giardino della Biblioteca ospiterà le rondini giganti di Cracking Art. Il gruppo attraverso la vendita di piccole sculture raffiguranti rondini in volo lancerà una raccolta fondi il cui ricavato sarà devoluto per la digitalizzazione di testi danteschi di inizio novecento, oggi di difficile consultazione. Una operazione che si inserisce nel loro progetto “l’arte che rigenera l’arte”. Street artists per Dante Inoltre lo Street Artist brasiliano Kobra, famoso per i suoi graffiti colorati di Miami, Tokyo e Chicago dopo il murales “Todos somos um”

realizzato in occasione delle Olimpiadi di Rio 2016 giunge a Ravenna per la creazione di un murales dantesco in prossimità della tomba del poeta. All’interno del progetto idDante, nel corso dell’anno, saranno infine realizzati altri murales dedicati a Dante Alighieri ad opera degli Street Artist Max Petrone e Pixel Pancho. Il catalogo Sarà pubblicato un catalogo edito dalla casa Editrice Longo con tutte le opere presentate dai singoli artisti seguite da testi più specificatamente orientati alla figura intellettuale di Dante.

Il vero volto del Sommo In Collaborazione con il professor Giorgio Gruppioni del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna (Campus di Ravenna), sarà esposta all’interno della mostra anche la ricostruzione fedele del Volto di Dante Alighieri, resa possibile in seguito alla prima ricognizione scientifica attuata dallo studioso Fabio Frassetto nel 1921. L’antropologo bolognese, violando il divieto di Corrado Ricci, allora direttore generale delle antichità e delle belle arti, realizzò segretamente un calco del cranio del poeta più letto e tradotto nel mondo.

Come ti twitto Dante In collaborazione con l'Associazione Culturale Twitteratura verrà proposta, per il lancio della mostra, una lettura e riscrittura secondo il "Metodo TwLetteratura, della canzone Donne ch'avete intelletto d'amore". Ogni giorno, su Twitter e Betwyll, la piattaforma di social reading sviluppata dall'Associazione, lettori e amanti del Sommo poeta potranno confrontarsi con il Dante oulipiano seguendo l'Hashtag #stilnovo e le istruzioni che verranno diramate dal sito www.twletteratura.org Info su orari e visiteguidate alla mostra: www.iddante.com.

Programma Sabato 17 settembre Dalle ore 10:00 accoglienza presso Concessionaria HARLEY-DAVIDSON RAVENNA Via G.Marconi, 65, 48124 Ravenna RA, tel. 0544 402469. Aspettiamo mangiando l’arrivo di tutti. Il nostro BUFFET “fish and chips” accoglierà tutti i partecipati nei diversi orari di arrivo. Ore 14:00 partenza da HARLEY-DAVIDSON RAVENNA per una parata nel centro di Ravenna e un RUN nelle nostre colline terre del SANGIOVESE. Ore 17:00 circa arrivo a Cervia per un aperitivo in spiaggia… Ore 18:00 circa tutti negli alberghi che abbiamo scelto per voi nelle immediate vicinanze (i nostri road vi accompagneranno). Ore 20:30 inizio del “WARRIORS PARTY”… CENA E FESTA FIN CHE CE N’È! Musica dal VIVO con i “BARBONI DI LUSSO” DJ set! Dressing code “warriors… the movie”

Domenica 18 settembre Ore 10:00 ritrovo davanti all’ HOTEL CONCHIGLIA di Cervia da dove avrà inizio il nostro RUN alla ricerca di una degustazione perfetta del DIVIN VINO… Ore 13:00 circa approdo in cantina passando per le dolci colline Romagnole... PRANZIAMO INSIEME PRIMA DI SALUTARCI Prezzo per le due giornate € 85 Comprende il pranzo di sabato, l’aperitivo e il party (cena e festa) e il pranzo della domenica Per chi volesse partecipare solo domenica il prezzo è di € 35 Per chi volesse partecipare solo sabato il prezzo è di € 50

Per info: Emanuele cell 338-1511844 - Nikola cell 335-6131973


ARTE

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RAVENNA/3 (DIS)APPEAR PROJECT,

IL CONTRARIO DI UNA FOTO, PER AMMUTINAMENTI

Ospite della prima giornata del festival Ammutinamenti (vedi pagina 13) il 10 settembre il mercatino Garage Sale è pensato come un cantiere creativo in divenire, capace di favorire il dialogo, il confronto e la contaminazione dei diversi linguaggi dell’espressività contemporanea: fotografia, arte, architettura, design e musica. L’area che circonda Almagià si trasforma per un giorno in temporary shop tra handmaders, second hand, vintage e vede l'ultima tappa di (dis)appear project, progetto fotografico di Giulia Masci, che ha accompagnato e documentato un anno di Garage Sale. (Dis)appear project è il contrario di una fotografia perché nasce per fare sparire le persone davanti all'obiettivo, per diventare sfondo e non (s)oggetto. (Dis)appear lavora sui soggetti “perduti” e “ritrovati”, perduti nel presente e ritrovati dal passato. Un’esperienza fotografica dove il soggetto umano si diffonde nello sfondo per esasperare la presenza di oggetti reali che vengono dal passato, attraverso il concetto di riuso. Oggetti casuali, raccolti dai banchetti degli espositori, che si trasformano regalando all'immagine significati simbolici, di provenienza, di storia e anche di nostalgia. Info: www.giuliamasci.com.

Il murales in via Fiume dell’artista russo QBic, anteprima del festival Subsidenze di Ravenna

RAVENNA/2

Torna il festival della street art Nuovi murales di Geometric Bang, Dzia e Nemo’s. Il programma di Subsidenze Torna dall’1 all’11 settembre a Ravenna il terzo appuntamento con il festival di street art Subsidenze, realizzato da associazione culturale Indastria in collaborazione con l’assessorato alle Politiche giovanili del Comune e con il patrocinio del Gai (Giovani Artisti Italiani). Subsidenze 2016 ha già avuto un importante prologo nei mesi scorsi, con l’artista russo QBic che ha dipinto la parete di un edificio di via Fiume ispirata al tema della migrazione (vedi foto), e con un'opera di notevoli dimensioni realizzata da Hope in via Magazzini posteriori. Prossime mete degli street artist durante le giornate del festival saranno – in Darsena – la nuova area PopUp lungo il canale Candiano e via Magazzini Posteriori nei pressi dell’Almagià, cui sono destinate grandi opere d’arte realizzate da esponenti tra i più noti di questa particolare forma d'arte: Geometric Bang, Dzia e Nemo’s. Dipingeranno alla presenza del pubblico, che potrà localizzarli grazie alle mappe distribuite negli Iat e attraverso spot culturali, da giovedì 1 settembre sui muri di via Magazzini Posteriori (due muri). Moallaseconda, in particolare realizzerà un’installazione ambientale che sarà inaugurata l’11 settembre sempre nella nuova area PopUp, zona spiaggia.

Sabato 10 e domenica 11 settembre toccherà a quattro giovani artisti emiliano-romagnoli vincitori di un apposito bando cimentarsi con la realizzazione di un muro “sociale” in via Carducci 23 (zona stazione), presso la sede dello sportello comunale di mediazione sociale CittA@ttiva. Durante il festival sono in programma anche diversi eventi collaterali: venerdì 9 alle 18 allo spazio Bonobolabo in via Centofanti l'inaugurazione di Subsidenze 2016, mostra collettiva di tutti gli artisti che hanno partecipato nel corso degli anni al festival, curata da Marco Miccoli (la mostra terminerà sabato 1 ottobre); sabato 10 settembre inaugurerà alle 19.30 tra i container di Darsena PopUp una mostra fotografica sulla street art a Ravenna a cura sempre di Miccoli, a cui seguirà alle 22.30 uno spettacolo di danza contemporanea in collaborazione con il festival Ammutinamenti. Domenica 11, giorno di chiusura della rassegna, sarà una giornata ricca di iniziative: partirà alle 17 un tour guidato in bicicletta che farà tappa a tutti i murales realizzati in questa edizione. Il rientro è previsto per le 19 circa in Darsena, cuore pulsante della manifestazione, con la mostra fotografica “Subsidenze” e l’installazione di Moallaseconda. Info e programma: www.indastria.zone, 328 6340102 e su Facebook.

ORDINE ARCHITETTI RAVENNA

Comune di Ravenna

Comune di Faenza

Comune di Cervia

Comune di Forlì

Comune di Cesena

GIOVEDÌ 15 SETTEMBRE Sala Conferenze MAGAZZINI DEL SALE via Nazario Sauro CERVIA (RA)

Diverserighestudio

InOut Architettura

Bologna

Ferrara

Otto incontri/confronti fra protagonisti esperti ed emergenti della progettazione contemporanea con tavola rotonda ore 20 Apertura, registrazione crediti formativi ore 20.30 Spazio Arka Design ore 20.40 InOut Architettura

ciclo di conferenze 2016 Info Reclam tel. 0544 408312 - redazione@trovacasa.ra.it - www.reclam.ra.it

ore 21.20 Diverserighestudio ore 22.15 TAVOLA ROTONDA ore 23 Brindisi e saluto conviviale Aziende sostenitrici

Aziende partner


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ARTE

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COVIGNANO

Un museo degli sguardi per scoprire noi stessi

di Elettra Stamboulis

La Romagna è una fitta mappa di straordinari piccoli musei e fondazioni e ciascuno di essi ha una storia che vale la pena di essere raccontata. Se c'è un museo che ci misura sui grandi quesiti del presente, questo è il Museo degli Sguardi di Covignano, una frazione di Rimini. Il nuovo percorso museale è stato inaugurato nel 2005 ed è stato curato da un comitato alla cui guida c'era Marc Augè. L'antropologo teorico dei nonluoghi ha sicuramente impresso una

Tra antropologia ed

etnografia, il percorso è stato curato da un comitato guidato da Marc Augé direzione innovativa e, se vogliamo, leggermente profetica a questo museo che nasce dalle donazioni di diversi collezionisti. Innanzitutto il nobile veneziano Delfino Dinz Rialto, che fondò nel 1972 nel Palazzo dell'Arengo e del Podestà, il “Museo delle Arti Primitive Raccolta Delfino Dinz Rialto” ispirandosi al “Museum of Primitive Art” di New York fondato nel 1957

da Nelson Rockfeller. A questa prezioso lascito si aggiunsero 514 pezzi donati da Ugo Canepa, un collezionista biellese che aveva ancora tra le mani la collezione privata più importante di materiale precolombiano in Europa posseduta da un privato e che arrivò allo scorcio dell’inaugurazione dopo un percorso ad ostacoli durato circa un decennio. A queste si aggiunse il nucleo dei Frati Francescani missionari delle Grazie, che operano ancora ad Aitape, in Papua Nuova Guinea e una collezione di pezzi dell'Amazonia regalata dal cesenate Bruno Fusconi. Ma se da soli gli oggetti antropologici ed etnografici possono comunicare un senso di galleria delle meraviglie dell'Ottocento, l’allestimento e il taglio museografico di Rimini ci portano nel cuore tenebroso dell’Europa, ovvero il nostro sguardo sull'altro. Ed è per questo che lo sforzo per il visitatore è scoprire il proprio sguardo o i nostri plurimi sguardi sull’altro: a questo

invitano ad esempio le vetrine opache che sfumano i contorni degli oggetti esposti. Esse ci interrogano su cosa veramente è e cosa riusciamo a vedere della cultura dell'altro. Un nodo questo che attraversa ormai qualsiasi tema all’ordine del giorno dell’opinione pubblica: anche quando l’altro è il nostro vicino di casa spesso il nostro sguardo ha una vetrina opaca che non permette una visione non conflittuale della nostra relazione. Questo museo etnografico ci pone davanti quindi all'antico indovinello di Edipo, dando però un altro esito al grifo della sfinge: ogni essere umano ha caratteristiche comuni, ma allo stesso tempo è qualcosa di ignoto, se non addirittura segreto. E anche se oggi viaggiamo molto più di ieri, quello che incontriamo ha spesso il sapore dell’identico a noi, perché il nostro sguardo fatica a togliersi lo strabismo del monopolio culturale. È qualcosa di naturale, ma su cui serve riflettere e sperimentare. Così il museo rimi-

9° FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL CIBO DI STRADA 9th INTERNATIONAL STREET FOOD FESTIVAL

30 SETTEMBRE 1 e 2 OTTOBRE 2016

CESENA PIAZZA DEL POPOLO

CENTRO STORICO


ARTE

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23 BAGNACAVALLO nese ci permette un viaggio ampio nel tempo e nello spazio, dall’Oceania all’Asia, dall’Africa alle Americhe, con pochi chilometri di benzina. Il Museo degli sguardi si svolge di fronte a noi come un romanzo di Roberto Bolaño: difatti, come nel romanzo fiume 2666, gli sguardi che si seguono in questo particolarissimo museo che mostra oggetti per suscitare introspezione sono quattro. Lo sguardo meravigliato, che è quello del primo incontro con l'altro, in particolare il continente americano, e che è uno sguardo che trasforma l'oggetto in stupore, curiosità, e che lo colloca in gabinetti che devono far pronunciare a chi vi entra Uhao! E poi interviente lo sguardo scientifico, ovvero quel-

turale; ogni collezionista racconta in fondo anche di sé. Infine, lo sguardo dell'esteta: senza l'incontro con la cultura altra gli artisti delle avanguardie, ridotti all'inabilità a seguito della nascita della fotografia, avrebbero avuto sicuramente meno strumento per trovare nuove strade. Anch’essi saccheggiatori di sguardi, per poi promuoverne di nuovi, si sono alimentati a piene mani Gauguin, i Fauves (Derain, Matisse e De Vlaminck), Picasso, Braque, Kandinskij e gli Espressionisti, ma in realtà lo sguardo sull'altro continua ad essere l'energia creativa più potente per gli artisti contemporanei. Uscendo si cammina per la discesa che riporta da Villa Alvarado, sede dell'esposizione, alla strada principale un po' sospesi: chi siamo infine noi? Qual è la nostra identità? E soprattutto, in quale specchio ci possiamo guardare senza vedere ombre? Vale la pena di ripercorrere a ritroso le radici da cui proveniamo, quelle della cultura contadina a cui apparteneva il 95% della popolazione un secolo fa: ma per questo bisognerà aspettare il prossimo mese.

Quattro gli sguardi che si

intrecciano: quello della meraviglia, della scienza, della collezione e dell’esteta lo razionalista del Settecento: gli oggetti riportati dai viaggi esotici degli europei sono trattati in modo “scientifico”, alla pari dei rinvenimenti delle scienze naturali, accanto ai quali spesso sono esposti seguendo perlopiù un criterio geografico. Importante poi lo sguardo del collezionista, ovvero quello della meraviglia di chi, con criteri puramente soggettivi, ha sottratto quell'oggetto al suo contesto per renderlo protagonista della propria “versione dei fatti”, “oggetto nuovo di stupore e meraviglia”, seguendo i propri gusti e la propria chiave cul-

Museo degli Sguardi, Via delle Grazie, 12, Covignano di Rimini; tel 0541 793858. Orari: mercoledì e sabato 8.3013.00. Negli altri giorni il Museo degli Sguardi può essere visitato su richiesta (tel. 0541.704421-26 in orario d'ufficio dal lunedì al venerdì). Ingresso gratuito http://www.museicomunalirimini.it/musei/museo_sguardi/

CENTO

INCISIONI DI

CHAGALL

PER

“LE

ANIME MORTE ” DI

GOGOL’

Il genio immaginifico di Marc Chagall incontra Gogol' in una mostra che presenta l'intero ciclo illustrativo del romanzo Le anime morte composto da un centinaio di incisioni originali e autografe realizzate dal maestro russo tra il 1923 e il 1927. Attraverso le avventure di Cìcikov, protagonista del romanzo, Chagall restituisce la degenerazione morale, le miserie e i paradossi della società russa del tempo, descritta da Gogol' con ironia e rassegnazione. La mostra è a cura di Diego Galizzi e Michele Tavola ed è allestita al Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo. L’inaugurazione è sabato 17 settembre alle 18. Orari: martedì e mercoledì 1518; giovedì 10-12 / 15-18; venerdì, sabato e domenica 10-12 / 15-19; chiuso lunedì e post festivi. Aperture serali speciali (fino alle 23.30) dal 28 settembre al 2 ottobre. Info: 0545.280911 - centroculturale@comune.bagnacavallo.ra.it.

FAENZA

Oltre settanta eventi e duecentocinquanta espositori per il weekend della ceramica Argillà Come anticipato sul numero di agosto, dal 2 al 4 settembre Faenza, tra le capitali mondiali della ceramica, ospita la nuova edizione di Argillà, evento che unisce mostre, espositori in piazza, laboratori, conferenze e una miriade di eventi collaterali tutti dedicati naturalmente alla ceramica. Duecentocinquanta gli espositori per questa edizione 2016 provenienti da tutte le regioni di Italia ma anche da vari paesi europei. La Fondazione MIC Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, che da quest’anno è diventata l’organizzatrice di tutta la manifestazione, sarà anche il fulcro della progettazione degli eventi collaterali ufficiali che per questa edizione porterà diverse mostre. In particolare la città ha risposto con una partecipazione straordinaria: saranno più di 70 le mostre organizzate negli studi d’artista, nelle botteghe, cortili e giardini del centro storico. Un’apoteosi di eventi che vedrà coinvolti, tra gli altri, Ceramic&Colours con la mostra del Ceramic&Colours Award 2016 nel Salone delle Bandiere della residenza municipale; Tramonti in centro una selezione di opere di Guerrino Tramonti presso Caffè Nove100; le riviste D’A e La Ceramica Moderna & Antica, con la mostra “Primedicopertina 14/16” allestita nella pinacoteca comunale e moltissime altre in tutta la città. Tra queste particolarmente consigliata è Finzioni/Funzioni di Andrea Salvatori - CaCO3nella galleria comunale d’Arte nel Voltone della Molinella, aperta fino al 18 settembre (nella foto un’opera di Salvatori). Per il programma completo della manifestazione: www.argilla-italia.it.

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TEATRO DI FIGURA

Quel festival diffuso che celebra le mani Da Ravenna a Gambettola, 40 spettacoli, mostre e convegni per il nuovo “Arrivano dal Mare” Il Festival Internazionale dei Burattini e delle Figure Arrivano dal Mare spegne quest’anno quarantuno candeline e può dichiarare con orgoglio di essere un “adulescente”, il neologismo adatto a chi si ostina a rimanere giovane nonostante l’età anagrafica. In questo caso adultescente è un termine adatto a una manifestazione che, ostinatamente in tempi di Internet of Things, continua a raccontare la meravigliosa storia del teatro di figura, dalle radici più fieramente popolari e tradizionali alle sperimentazioni più innovative e divergenti. Più di quaranta spettacoli, due convegni internazionali sul Teatro di Figura, sette luoghi diversisono i numeri dell’edizione 2016 che vede al timone come direzione artistica Stefano Giunchi affiancato da Roberta Colombo, come direzione tecnica

Andrea Monticelli e direzione organizzativa team del Teatro del Drago. Il tema: le mani “Il Teatro nelle Mani. I burattini, una grammatica antica specchio dei tempi“ è il nucleo tematico di questa edizione, che si sviluppa attraverso spettacoli, colloqui, workshop e mostre. Cosa collega fra loro tradizioni antiche di spettacolo ancora vivacissime ovunque e quale segreta struttura ne determina il successo e l’efficacia? La risposta a questo quesito sta nella mano, strumento predisposto dalla opponibilità del pollice a rappresentare naturalmente la figura umana. Nei movimenti possibili delle dita sono contenuti un linguaggio e una “grammatica”, universalmente compresi e applicati. La maestria e la fantasia dei burattinai hanno rivestito

la mano e ne hanno fatto un burattino, diverso per colori, espressione e carattere. Pulcinella, Punch, Petrushka, Fagiolino, Sandrone e Sganapino sono varianti di questo antico “format”, ancora efficace e attraente. Un festival diffuso tra mostre e convegni Quello del 2016 è un Festival diffuso che avvolge la Romagna tra ravennate e cesenate con decine di spettacoli allestiti in location affascinanti (dalle Artificerie Almagià di Ravenna al Teatro Petrella di Longiano, dalla Rocca Malatestiana di Montiano all’Oratorio di San Rocco di Gatteo), mantenendo il cuore pulsante al Teatro” La Baracca dei Talenti” di Gambettola, città dove saranno anche allestite le mostre Neonati dalle Mani,c/o Sala Mostre – Centro

Culturale Fellini, in collaborazione con Istituto dei Beni Marionettistici e Popolari di Grugliasco e del Museo La Casa delle Marionette di Ravenna, Una vita per le Figure, c/o Locali Ex Cooperativa del Popolo, a cura di Albert Bagno, Facce da burattinaio c/o Teatro Comunale “La Baracca dei Talenti”, mostra fotografica a cura di Mauro Foli, e dove saranno organizzati, alla Sala Fellini, i convegni internazionali” Il Teatro nelle Mani. I burattini, una grammatica antica specchio dei tempi – Interventi, comunicazioni, dimostrazioni e workshop” (giovedì 22 e venerdì 23 alle 9.30) e la Tavola rotonda Unima - Assitej- Atf/Agis (sabato 24 settembre alle 10). Parteciperanno esperti come Eloi Recoing e Didier Plassard, assieme a ricercatori come Luigi Allegri, Alfonso Cipolla, Domenico Scafoglio,

Vittorio Gallese, Michele Guerra, che affronteranno il tema sotto il profilo della storia, dell’antropologia culturale, delle neuroscienze. Porteranno il loro contributo di esperienza artisti come Gigio Brunello, Eugenio Monti Colla, Bruno Leone, Mimmo Cuticchio, Irene Vecchia, Gaspare Nasuto. Alla grande festa finale non mancherà la consegna dei Premi Sirene d’oro, il premio ad artisti e personalità che con il loro lavoro abbiano contribuito a sviluppare e illuminare il Teatro di Figura nel mondo (mentre nel pomeriggio a Gambettola si svolge Il carnevale dei burattini). Il programma Preview del Festival a Cervia, in Piazzetta Pascoli alle 18 con lo spettacolo La Mirabilante Istoria di Fagiolino del Teatro del Drago. L’inaugurazione

RISTORANTE - PIZZERIA

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ufficiale è a Ravenna, alla presenza dell’assessore alla Cultura Elsa Signorino, il 20 settembre partendo dalle 18 quando, ai Giardini Pubblici, verrà rappresentato - Storie appese a un filo della Compagnia All'inCirco, a seguire visita guidata al Museo La Casa delle Marionette di Vicolo Padenna alla scoperta di burattini, marionette e fondali antichi dell’Archivio Monticell. Nella serata, ad Artificerie Almagià alle 21: Rosso Cappuccetto del Teatro delle Briciole, regia di Mirto Baliani, che cura anche suono e musiche, ed Emanuela Dall’Aglio. Il giorno successivo il Festival si sposta, allo stesso modo del Carro di Tespi di una compagnia di burattinai ottocentesca, in altri luoghi: Gatteo, Montiano e Gambettola. E poi, di seguito, verso Longiano e di

nuovo a Gambettola. Ci saranno diverse anteprime, prime, e spettacoli che si vedono raramente perché il teatro di figura per adulti in Italia ha pochi circuiti; alcuni selezionati tramite bando, in base al tema centrale del Festival e su una visione più generale delle nuove produzioni italiane. Il festival è quindi un’occasione speciale per i più piccoli ma anche per gli adulti che hanno la possibilità di incontrare spettacoli di grande poesia, poco rappresentati. Difficile dare una scaletta delle rappresentazioni da non perdere. Per i più piccoli ci sono le Cose da Lupi di Zanubrio Marionettes (21 settembre, Oratorio di San Rocco a Gatteo), dove si attraversano le fiabe dei lupi attraverso una prospettiva distorta e burlesca, a partire dagli oggetti. E poi Riccioli d’Oro,

Biancaneve, Fagiolino e Sganapino e i lavori della compagnia storica Gran Teatro Burattini Niemen, affiancati da compagini straniere come il Theatre Pas Sage con il suo Polichinelle, gli Etcetera con El Alma del Pueblo, Théatre Chignolo Guignol con Le Déménagement Fantastique, La Puntual /Eugenio Navarro con Rutinas. Insieme ci sono, tra gli altri, la Drammatico Vegetale/RavennaTeatro con il suo Lo zoo di Pinocchio, inedita reverie in forma di bestiario della grande fiaba, e Dentro di me di Ca' Luogo d’Arte, piccola anatomia infantile e, ancora, il Teatro Gioco Vita con Donna di Porto Pim, Ballata per attore e ombre dal racconto Donna di Porto Pim di Antonio Tabucchi, coprodotta dal Teatro Stabile di Innovazione e dal Théâtre de Bourg en Bresse. «Chi ci accompagna, nel racconto di questa storia d’amore e di morte, di sogno e realtà, in questo breve viaggio nel mistero dell’anima umana, è lo scrittore stesso, incarnato dall’attore-manipolatore. È lui il cantore di quest’epica dell’anima ed è lui che attraverso la propria testimonianza fatta di parole e gesti evoca ombre, reali e immaginarie, metafore di naufragi e naufraghi, di personaggi dagli atti mancati e dalle vite fallimentari». spiega a proposito dello spettacolo il regista Fabrizio Montecchi. Un cenno speciale va infine allo spettacolo degli andalusi Etcetera che in El Alma del Pueblo mettono in scena un mix tra teatro di figura, ricerca antropologica e documentaria che è una dichiarazione d’amore commossa e incandescente per il teatro di figura di tutto il mondo, una narrazione bellissima e coinvolgente che, work in progress, scivola tra le tante anime e i piani di relazione, da Occidente e Oriente, tra realtà e immaginario, tra presente e passato ed è in qualche modo lo specchio di questo grande festival, diventato parte indelebile dell’identità storica e culturale del nostro territorio. Sabina Ghinassi

RAVENNA Danza contemporanea a misura di ragazzi: Ammutinamenti in città Anche quest’anno il festival Ammutinamenti (vedi pagina 13) presenta alcuni appuntamenti per la promozione della danza contemporanea. Il primo è il laboratorio CorpoGiochi Off, condotto da Monica Francia, sabato 10 settembre dalle 15.30 alle 18 alle Artificerie Almagià di Ravenna con dimostrazione laboratorio alle 20 nella piazzetta antistante. Qui i giovani danzatori, insieme ai bambini e agli adulti che partecipano al workshop, sperimenteranno un’esperienza individuale e di gruppo che stimola a prendere coscienza delle potenzialità personali in relazione al movimento e all'azione. L'artista, oltre a partecipare, diventa un ricercatore dei meccanismi transgenerazionali e delle necessità della vita sociale e urbana contemporanea. Anche Bioma, il secondo degli appuntamenti, segue la volontà di creare un’azione trasversale, paritaria e orizzontale. È una comunità migrante che si racconta attraverso lo storytelling performativo, diventando vettore narrativo di nuovi legami sociali e di una diversa comprensione del mondo che ci circonda. Bioma si sviluppa come un ecosistema rizomatico dalle 17 dell’11 settembre, partendo da Palazzo Rasponi, per poi spostarsi in Piazza Kennedy e altri luoghi della città. Iniziano i NNChalance con Supereroi, esito di una residenza all’associazione L’Arboreto di Mondaino (che ha sostenuto il progetto) a cui hanno partecipato ragazzi e ragazze con la sindrome di down di Centro 21 onlus di Riccione insieme a un gruppo di studenti di scuola media, e con le giovani danzatrici di Puro. Seguono i ragazzi della media Montanari con Bianco, performance legata all’ultima fase del percorso di CorpoGiochi a Scuola. Sempre giovani sono i membri del gruppo Phren del Centro Mousiké, protagonisti di Montyon (esercizi pedonali), penultima azione di Bioma che si concluderà all’Almagià alle 21 con Prometeo: Architettura della Compagnia Simona Bertozzi/Nexus. Lo spettacolo è il risultato di una serie di residenze creative coordinate da Simona Bertozzi e rivolte a giovani danzatori e danzatrici di scuole di danza ravennati e bolognesi. (sa. ghi.)

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GUSTO

TIPICITÀ

LA STORIA

Quel sale dolce che è oro bianco Le saline di Cervia hanno una storia plurisecolare in cui non mancano leggende di Giorgia Lagosti

Il Sale di Cervia è un sale marino che, subendo unicamente una lavorazione fisico-meccanica e non un’essiccazione forzata, viene definito integrale: prima di entrare nei sacchetti pronti per la vendita subisce infatti solo la cernita, il lavaggio con acqua ad alta concentrazione salina e l’asciugatura naturale fino ad arrivare a un’umidità del 2/3%, il tutto senza aggiunte né correttivi. Così facendo, tutte le sue proprietà rimangano intatte. Poi, da sempre, il “nostro” sale viene definito “dolce”. Perchè? Beh, perché privo di quel retrogusto amaro tipico di molti altri sali: il “segreto” sta nella purezza del cloruro di sodio e nella minima presenza di componenti amare che normalmente sono contenute nell’acqua di mare. Infine, valore di non poco conto, l’“oro bianco” di Cervia, così chiamato in passato per l’altissimo valore economico che ricopriva nel sostentamento della popolazione della zona, oltre ad indiscutibile “spezia” pregiata, evoca anche un lungo percorso storico che porta dalla tradizione alla ricerca e nasce in grembo in simbiosi con un suggestivo patrimonio paesaggistico. Ed è proprio per questo che per noi gente di Romagna, permane sì nel palato, ma anche nel cuore. L’identità territoriale che oggi spinge alla rivalutazione dei prodotti tipici, ha giustamente reso famoso nel mondo il marchio del sale dolce di Cervia, ma le

sue origini sono antichissime, probabilmente risalenti a epoche greche od etrusche. Fra le altre, c’è una suggestiva ipotesi che l’abate gesuita Pietro Antonio Zanoni (1700) racconta nel suo poema latino “De Salinis Cerviensibus”. Secondo una remota credenza l’idea strutturale della salina deriverebbe dalla osservazione diretta di cosa accadeva in alcune impronte lasciate dagli zoccoli dei cavalli sul litorale: il mare riempiva i solchi, il sole

faceva evaporare l’acqua e dopo qualche giorno l’impronta restava asciutta, ma “ornata” sul fondo da un fitto ricamo di cristalli di sale. Leggende a parte, l’inizio della campagna salifera comincia con lo svuotamento, alla fine dell’inverno, dei bacini dalle acque piovane che si sono raccolte nei mesi freddi. Poi, nei primi giorni di Aprile, in un momento in cui la salinità è particolarmente elevata e in sincronia con il massimo livello dell’alta marea, l’acqua viene “rubata” al mare ed

intraprende il suo viaggio. Durante tutta l’estate, man mano che l’evaporazione procede, nei bacini salanti si forma una bianca distesa di sale, il cui spessore aumenta col procedere della campagna. E proprio in questi giorni raggiunge il culmine ed inizia il raccolto che sarà vita all’abbagliante e maestosa montagna bianca. Il Camillone e l’Armesa de sel Come non raccontare ora della Salina Camillone, un piccolo bacino

DALLE ORIGINI (FORSE) ETRUSCHE AL PARCO DELLA SALINA Le origini delle saline di Cervia si perdono nell'antichità: qualcuno le ricollega alla presenza etrusca, altri alla colonizzazione greca citando, a sostegno di tale tesi, il vecchio toponimo di Cervia Ficocle, di sicura origine greca. Quello che è certo, comunque, è che già ai tempi dei Romani la produzione del sale in queste zone era florida e fonte di ricchi commerci. Nel medioevo, il sale era fondamentale per l'economia di tutta la Romagna, della Marca Anconitana e di alcune zone della Lombardia. E prosegue occupando, via via, bacini sempre più ampi. La crescita dei bacini è tale che, nel 1698, l'antico borgo di Cervia, ormai insidiato dalle acque, deve essere "smontato" e ricostruito di sana pianta a due chilometri di distanza. Più di recente, un'altra data fondamentale nella storia delle saline è il 1950. Quell'anno la proprietà delle saline passa ai Monopoli di Stato e, contestualmente, la direzione decide di trasformare i circa duecento bacini saliferi, a raccolta multipla, in un unico grande specchio d'acqua, dove effettuare la raccolta solo una volta e con mezzi meccanici, secondo il metodo cosiddetto "francese". Con la cessione, gli 827 ettari della salina di Cervia sono stati affidati in gestione alla Società Parco della Salina di Cervia.

superstite delle antiche saline etrusche, dove la raccolta, affidata alla cura dei “vecchi” salinari, avviene secondo il metodo arcaico e il cui sale è presidio Slow Food. Qui si raccoglie anche il salfiore, un sale leggero, integrale, che resta in superficie: quotidianamente, e rigorosamente a mano per mezzo di veri e propri retini, questo prodotto ha un legame strettissimo con i salinari che accolgono chiunque sia interessato a capire da dove arriva il sale.Il Camillone è un

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GUSTO

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27 LA RICETTA

CESENA

FILETTO DI SGOMBRO COTTO NEI VAPORI DEL SALE DI CERVIA

TORNA LO STREET FOOD DAL MONDO, SENZA OLIO DI PALMA

Ingredienti per 4 persone: 4 tranci di sgombro (ottimo anche il branzino e l’orata, il pesce spada, il salmone …. insomma: tutto il pesce che si può ridurre in tranci); 200 grammi di sale grosso marino integrale (di Cervia); erbe aromatiche come timo, prezzemolo, salvia, scorza di mezzo limone, olio extravergine di oliva Preparazione: Porre sul fondo di una larga casseruola il sale e distribuirlo per bene con le mani. Aggiungere il trito di erbe aromatiche, la scorza del limone a pezzetti (mescolare) e mezzo bicchiere di acqua. Accendere il fuoco sotto al recipiente. Coprire con un foglio di carta oleata bagnata a strizzata. Disporre ora i filetti di pesce con la parte della pelle rivolta verso l’alto. Mettere il coperchio e continuare sul fuoco a fiamma abbastanza viva. Dopo 5 minuti i filetti saranno cotti. Basterà servire con un filo di olio a crudo o una emulsione di olio e erbe aromatiche.

Dagli arrosticini abruzzesi al sushi, dalla pita ai falafel, passando per India, Marocco, Messico in un vero e proprio giro del mondo e delle regioni italiane: torna a Cesena il festival dedicato allo Street Food in piazza del Popolo dal 30 settembre al 2 ottobre. Giunto alla nona edizione, il festival è l’occasione per assaggiare davvero piatti dal mondo. Tra le cose da sapere, la "Street Food Truck Area" sarà allestita in piazza Giovanni Paolo II antistante il Duomo con alcune postazioni "su ruote” e al Foro Annonario invece sarà presente il "Mercatino dei Presìdi Slow Food". Il festival sarà “PalmOil Free”, ossia non sarà impiegato olio di palma.

vero e proprio museo a cielo aperto dove è possibile assistere a tutti i passaggi di produzione. E come si faceva una volta, ancora oggi il salinaro divide il proprio bacino di raccolta in cinque piccoli settori e ogni giorno raccoglie il contenuto di un settore: in cinque giorni quindi il sale si esaurisce completamente e ciò fa sì che non si inneschi la cristallizzazione dei Sali amari che invece richiederebbero più tempo.Alla fine della stagione poi, in settembre, arrivava “l’armèsa de sèl” (la rimessa del sale), l’antico rito della raccolta a mano e del trasporto fino ai seicenteschi “magazzeni” del sale a bordo della “burchiella”, l’imbarcazione tipica dei salinari.Ad attenderlo c’era una folta schiera di gente festante che, come tradizionale augurio di fortuna per l’anno a venire, ne riceveva in dono una manciata.

Un’immagine d’archivio del lavoro nelle saline

LA SAGRA DALL’8

ALL’11 SETTEMBRE LA

XX

EDIZIONE DI

A Cervia si celebra da vent’anni il proprio oro bianco all’interno di una sagra con incontri, show cooking, appuntamenti, street food, ospiti internazionali. Nel 2016 la ventesima edizione di Sapore di Sale prenderà il via giovedì 8 settembre alle 19 su un’imbarcazione storica sul canale. L’evento più caratteristico e tradizionale della manifestazione è la rievocazione storica dell’Armesa de sel, la distribuzione del sale di Cervia alla popolazione, dopo l’arrivo della burchiella al molo del Piazzale dei Salinari presso i Magazzini del Sale Darsena che si svolgerà dalle 16.30 di sabato 10 settembre con replica domenica 11 sul Porto Canale e la Banchina dei Salinari. La sagra termina domenica.

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La Pizza è un’arte, al Basilico… La “Pizza” è un’arte e noi, al Basilico Nel Cuore, la facciamo con passione. Il nostro locale a Forlì non è una semplice pizzeria, è una bottega in cui mettiamo all’opera i segreti imparati dai migliori pizzaioli napoletani, facendoli incontrare con i prodotti di stagione del nostro territorio e con impasti, tecniche di lievitazione e cottura che danno vita ad una pizza leggera e gustosa come nessun’altra.

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SAPORE

DI SALE

ERBE PALUSTRI STROZZAPRETI, STROZZASINDACI E MENÙ DI VALLE ALLA SAGRA Dal 9 al 12 settembre si svolgerà a Villanova di Bagnacavallo la 32° edizione della Sagra delle Erbe Palustri, iniziativa che rievoca le antiche arti dell'utilizzo delle erbe di valle. Accanto ai laboratori, spettacoli, mercatini, si potrà assaggiare la cucina delle azdóre nella sala dell'Ecomuseo allestita come “Locanda dell'allegra mutanda” che proporrà il binomio strozzapreti e strozzasindaci, taglieri e secondi a base di carne e i dolci caserecci; venerdì si terrà “PerBacco che cena!” con menu in abbinamento ai vini del Consorzio Il Bagnacavallo (prenotazione obbligatoria: 0545 47122). Il 13 si terrà la cena “La cucina delle valli” con un menu dello chef Riccardo Vecchi. (Prenotazione obbligatoria: 347 4524084 – slowfoodgodo@gmail.com). Il programma completo su: www.ecomuseoerbepalustri.it.



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