Dossier Manovra 2011

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Giuseppe Turani L’ANALISI

dossier manovra

Lunedì 18 Luglio 2011

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GUIDA ALLA STANGATA DI MEZZA ESTATE

LA MANOVRA DI ARLECCHINO SE LA TEMPESTA che l’ha originata (la crisi finanziaria del venerdì e del lunedì nero) era quasi perfetta, la manovra che ne è uscita non è perfetta. «Il sole-24 ore», che ha dedicato alla stessa un esame dettagliato, voce per voce, e ha dato i voti, si è sprecato con i 6. E si capisce benissimo che, forse, sarebbero andati anche più giù, i professori. Che cosa non convince? Tantissime cose. 1- Nel giro di soli tre giorni, davanti all’ira dei mercati, è aumentata. «Il sole-24 ore», che giura di aver fatti i conti con scrupolo, sostiene che è di «appena» 47 miliardi di euro. E che tale somma dovrebbe bastare ad andare in pareggio nel 2014. Ma in realtà questa è la cifra dell’ultimo anno, il 2014, mentre nel complesso dei quattro anni assomma a circa 80 miliardi. Così a fine periodo il debito pubblico italiano dovrebbe smettere di crescere, come invece farà ancora quest’anno, nel 2012, e nel 2013. E questo è il primo appunto: siamo pieni di debiti, i mercati ci martellano, ma per altri tre anni continueremo a farne. Si dirà: ma questo è esattamente quello che ci ha chiesto Bruxelles. Bene, però un po’ più di fantasia (e di coraggio) ci avrebbe consentito forse di fare un po’ prima. In ogni caso, Bruxelles o non Bruxelles, adesso la parola passa ai mercati. Bisognerà vedere se questo lento procedere (e con questo provvedimento-arlecchino) li soddisferà. Se saranno scontenti, e picchieranno ancora sull’Italia, bisognerà correre ai ripari. 2- La seconda ragione per cui non posso dirmi un fan di questa manovra è che per il 60% (e cioè quasi 30 miliardi) è fatta di nuove tasse. Ci si può girare intorno fin che si vuole, ma venerdì il Parlamento ha approvato nuove tasse per 30 miliardi di euro. E per una maggioranza che fino a pochi giorni prima diceva che tutto andava bene, e che non avrebbe mai messo le mani nelle tasche degli italiani, è un bel colpo basso. Inoltre, penso che i soldi prelevati dalle tasche dei cittadini siano anche di più. Molti dei “tagli” finiscono per sopprimere servizi che fino al giorno prima erano gratis e che ora bisognerà pagare. Con aree anche molto ambigue e grigie. I famosi ticket (25 euro, cioè 50 mila lire di una volta, mica poco) per i “codici bianchi”, ad esempio. Se arriva la vecchia pensionata con un dito ferito e non ha i 25 euro, che cosa si fa? La si rimanda a casa? Un amico medico, sorridendo, mi ha detto: «Ma nemmeno per idea, la si registra come codice giallo, e via». [Continua a pagina 2]

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IN PILLOLE: | SANITA’: Scattano i nuovi ticket, ma le regioni fanno resistenza e solo sette hanno detto sì | PENSIONI: Contributo di solidarietà per le pensioni d’oro e aumento dell’età TASSE: Tagli alle agevolazioni fiscali; auto: aumentano le accise e compare il superbollo | SCUOLA: meno classi, meno docenti e tagli alle dotazioni, ma si salvano i fondi per la ricerca | POLITICA: I parlamentari si guardano bene dal ridursi gli stipendi | PRIVATIZZAZIONI: Solo vaghe promesse e rinvii. Disinnescata anche la mina delle liberalizzazioni | RISPARMIO: Stangata sui depositi titoli e più Irap per banche e assicurazioni


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SPECIALE

IL RESTO DEL CARLINO - LA NAZIONE - IL GIORNO

Scure sul welfare STRETTA SU PREVIDENZA E SALUTE

SEGUE

UNA MANOVRA IN STILE ARLECCHINO [Segue dalla prima] 3- La manovra non mi piace, insomma, per questo suo procedere a pezzi e bocconi. Un taglio qui, un aumento là, un altro taglio (o aumento d’imposta) da questa parte. Il minestrone dei tagli (e degli aumenti) è talmente complicato che è difficile ritrovare il senso di qualche forma di giustizia sociale. Si ha la sensazione che i sacrifici, questa volta, siano capitati un po’ a caso, magari sui ceti più deboli (come nel caso dei ticket). E con anche qualche clamorosa stupidaggine. Le pensioni d’oro sopra i 90 mila euro lordi dovranno pagare un contributo di solidarietà del 5 (o del 10%). Ma questi redditi (perché questo sono) già pagano l’Irpef. Poniamo del 40%, ma adesso passeranno al 45 o al 50. E chi invece ha uno stipendio da 90 mila euro, continua a pagare l’aliquota di prima? Perché? Si parte dalla premessa che le pensioni d’oro sono tutte rubate? Qualcuno, magari, ha pure versato ricchi contributi per 40 anni. 4- E qui siamo al nocciolo “duro” della manovra. Questo procedere con un aumento qui e una nuova imposta là, un taglio a questo servizio e una quasi soppressione di quell’altro, è un procedere disordinato e frutto (inevitabilmente) di ingiustizie. Per raccogliere le sue entrate, lo Stato ha le sue imposte (Irpef, Irpeg, Irap, ecc.) e ha la tabella dei servizi che, a fronte del pagamento delle imposte, fornisce. In uno Stato ben ordinato i soldi si raccolgono attraverso le imposte e il Parlamento stabilisce quali servizi è giusto che lo Stato eroghi e quali servizi deve invece lasciar perdere. Tutta questa arlecchinata, invece, ha tutta l’aria di voler nascondere la cosa fondamentale. Lo Stato, in tutti questi anni, ha avuto una gestione pessima (ha continuato a spendere più dei soldi che aveva a disposizione) e adesso è alla caccia di soldi. Non avendo il coraggio di dire: «Italiani, ho fatto casino, e mi servono 47 mila miliardi» taglia e cuce, come una sarta che cerca di adattare faticosamente una taglia 42 a una taglia 46. Con una sola dimenticanza. La causa numero 1 di questo disastro (l’eccessivo costo della politica e della pubblica amministrazione) esce quasi indenne. Le auto blu rimangono, poi si vedrà, gli stipendi degli eletti (dai consigli comunali fino ai parlamentari) rimangono, continuiamo avere mille parlamentari (contro i 400 degli Stati Uniti), le province sono sempre lì, i 40 mila consiglieri delle aziende “locali” anche. E così via. Insomma, una grassa manovra per un grasso Stato. Giuseppe Turani

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LE REGIONI CHE HANNO DETTO SÌ AL TICKET: BASILICATA, SICILIA, VENETO, LAZIO, CALABRIA, LIGURIA, LOMBARDIA

DUE FRONTI: STRUTTURALE L’INNALZAMENTO DEI REQUISITI, UNA TANTUM LO STOP AGLI

In pensione più vecchi. Giro di L’aspettativa di vita alza l’età minima di tre mesi già dal 2013. Nel La manovra sul welfare è stata modificata per alleggerire l’impatto delle misure straordinarie e rafforzare la parte strutturale, cioè i requisiti di età per lasciare il lavoro Giuliano Cazzola* IN MATERIA di pensioni gli emendamenti del Senato hanno reso più eque le misure di carattere straordinario e limitate nel tempo, contenute nell’articolo 18 e, nello stesso tempo, hanno rafforzato le modifiche strutturali (inizialmente parecchio deboli) del sistema. ADEGUAMENTO automatico delle pensioni al costo della vita: le regole previgenti (che torneranno a valere dal 2014) prevedevano una copertura pari al 100% dell’indice Istat fino all’importo corrispondente a tre volte il minimo Inps (nel 2011, fino a 18.270 euro lordi annui). Nella quota compresa fra tre e cinque volte (30.440 euro lordi annui) la copertura era pari al 90% mentre per le fasce superiori operava un’indicizzazione del 75%. Ora, limitatamente agli anni 2012 e 2013, la rivalutazione

automatica è stata così ridisegnata: fino a cinque volte il minimo restano in vigore le regole precedenti; per i trattamenti superiori a cinque volte non è concessa la perequazione automatica, fatta salva e in misura del 70% del costo della vita, la quota fino a tre volte il minimo. In sostanza, per le pensioni di importo medio e medio-basso (fino a 30.440 euro lordi annui) non sono previste variazioni, mentre anche per i trattamenti più elevati, che non percepiranno la perequazione nei prossimi due anni, sarà comunque adottata — fino a tre volte il minimo — una copertura al 70%. Queste modifiche assicurano il medesimo risparmio inizialmente previsto prima degli emendamenti correttivi: 420 milioni nel 2012, 680 rispettivamente nel 2013 e nel 2014. CONTRIBUTO di solidarietà: dal prossimo 1˚ agosto fino a tutto il 2014, sulla quota di pensione eccedente i 90mila euro lordi l’anno e fino a 150mila euro sarà applicato un contributo di solidarietà del 5% che salirà al 10% sulla quota eccedente i 150mila euro. La misura determinerà, al netto degli effetti fiscali, risparmi per 12 milioni nel 2011 e 24 per ciascuno de-

gli anni fino al 2014. Si tenga conto che, su queste pensioni, opererà anche la riduzione della perequazione automatica. INTERVENTI per il posticipo del pensionamento. Si tratta di norme che hanno carattere strutturale, e cioè: l’aggancio automatico all’attesa di vita, rilevata dall’Istat, dell’età pensionabile prevista per le diverse tipologie di pensione, già in vigore dal 2015, viene anticipato al 2013, determinando un incremento del requisito anagrafico di 3-4 mesi ad ogni cadenza triennale. Nel testo inizia-

le del decreto l’anticipo era fissato al 2014. Di conseguenza si realizza, rispetto ai notevoli risparmi già contabilizzati prima dell’emendamento, un effetto differenziale importante pari a 38 milioni nel 2013, 262 nel 2014, 290 nel 2015, 29 nel 2016, 349 nel 2017, 400 nel 2018, 430 nel 2019, 436 nel 2020 e 439 nel 2021. I REQUISITI derivanti dall’aggancio automatico all’aspettativa di vita saranno ulteriormente incrementati quando, dal 2020 al 2032, andrà a regime l’allineamento a 65 anni dell’età pensionabile di

Ticket e non solo Già quest’anno recupero di 105 Scattano da oggi i ticket da 10 euro sulle visite specialistiche e di 25 sui codici bianchi del pronto soccorso. Le Regioni più virtuose potranno non applicarli. Alessandra Servidori IL DECRETO n.98 del 2011 ha affrontato anche il tema cruciale della spesa sanitaria partendo dalla riquantificazione del finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) prevedendo una riduzione di spesa, rispetto quanto previsto a legislazione vigente, di 2,5 miliardi nel 2013 e di 5,4 miliardi nel 2014. Anche questo obiettivo deve essere conseguito mediante una intesa tra Stato e Regioni da stipularsi entro il 30 aprile 2012, fatta salva l’applicazione delle misure già indicate nella norma, nel casi in cui il per-

corso concertato non dovesse avere seguito. In caso di mancato accordo, infatti, scatterebbe quanto indicato all’articolo 17 con riguardo, dal 1˚ luglio 2012, ai prezzi di riferimento dei beni, prestazioni e servizi, all’obbligo, dal 2013, per le aziende farmaceutiche di versare direttamente alle Regioni una quota, non superiore al 35% dell’eventuale sforamento del tetto di spesa fissato per la farmaceutica ospedaliera. Come in casi precedenti, saranno dunque a carico dell’industria del farmaco, nella quota indicata, gli eventuali deficit per i prodotti farmaceutici. SEMPRE dal 2013 opererà il controllo della spesa per l’acquisto di dispositivi medici che non potrà superare il 5,25 del fabbisogno standard nazionale e regionale. Dal 2014 con regolamento governativo sarà messa a punto la compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria (farmaceutica ed altre prestazioni sanitarie). Per gli


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SPECIALE

IL GIORNO - LA NAZIONE - IL RESTO DEL CARLINO

È L’ETÀ A CUI È ARRIVATA NEL 2010 LA SPERANZA DI VITA RILEVATA DALL’ISTAT NEL 1975 SI FERMAVA A 73 ANNI

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MILIONI DI PERSONE, CON LE REGOLE PRIMA DELLA MANOVRA, SECONDO L’ISTAT SAREBBERO IN ETÀ DA PENSIONE NEL 2041

AUMENTI E IL PRELIEVO DI SOLIDARIETÀ

vite sulle rendite 2032 parità fra donne e uomini MATRIMONI PUNITI Nessuna modifica al taglio della reversibilità sulle nozze ‘sospette’ per l’età dei coniugi COMPROMESSO La rivalutazione rimodulata per salvare gli importi bassi Sarà al 70% su quelli medi vecchiaia delle lavoratrici del settore privato, ora di 60 anni. Il requisito anagrafico sarà aumentato di 1 mese nel 2020, 2 mesi dal 2021, di 3 mesi dal 2022, di 4 mesi dal 2023, di 5 mesi dal 2024, di 6 mesi per ogni anno dal 2025 al 2031 e di ulteriori 3 mesi dal 2032. Tale misura, non modificata in sede di conversione del decreto legge, determinerà, a regime, una riduzione della spesa pensionistica sul Pil che raggiungerà lo 0,4% nel decennio 2031-2040. LE DECORRENZE dei trattamenti pensionistici di anzianità (le cosiddette finestre: 12 mesi per i dipendenti e 18 per gli autonomi) conseguiti in ragione dell’anzianità contributiva (40 anni) a prescindere dall’età anagrafi-

ca, sono posticipate di un mese per i soggetti che maturano il requisito nel 2012, due mesi e tre mesi per quelli che lo maturano rispettivamente nel 2013 e nel 2014. È una misura introdotta con emendamento al Senato che assicura parecchi risparmi: 201 milioni nel 2013, 433 nel 2014, 710 nel 2015, 790 nel 2016. Le decorrenze previgenti continuano ad applicarsi ad un contingente pari a 5mila soggetti che versino in particolari condizioni (ad esempio, mobilità). Come si vede, ancorchè connotati da una gradualità molto accentuata, gli interventi strutturali sull’età pensionabile assicurano significativi risparmi al sistema. DA ULTIMO non ha subito modifiche la cosiddetta norma antibadanti, che poi finisce per colpire anche i cittadini italiani. Se un settantenne convola a giuste nozze con una signora (il discorso può essere invertito) di età inferiore di venti o più anni, se dovesse morire prima che siano trascorsi dieci anni di matrimonio l’assegno di reversibilità si ridurrebbe del dieci per cento per ogni anni in meno. La norma è cifrata per 9 milioni nel 2012, 27 nel 2013 e 45 nel 2014. *deputato Pdl e vicepresidente della Commissione Lavoro

per arginare la spesa sanitaria milioni. Poi misure da 5,4 miliardi concordate con le Regioni anni 2013 e 2014 sono estese al SSN le norme per il contenimento della spesa del personale. Viene potenziata la strumentazione concernente i Piani di rientro dai deficit sanitari e al rafforzamento della governance del settore per le Regioni sottoposte a tale procedura.

(ovvero da oggi), la modifica del regolamento ministeriale sulla Agenzia del farmaco (AIFA). Come si vede in materia di sanità vengono rafforzati i poteri e le funzioni centrali di programmazione e coordinamento al fine di tenere sotto controllo la dinamica della spesa, secondo il metodo del-

VIENE fornita una copertura (70 milioni) per i costi degli accertamenti medico-legali sui dipendenti pubblici assenti dal servizio per malattia. E’ prorogato fino a tutto il 2013 il progetto sperimentale coordinato dal INMP (Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti) per la ricerca, la prevenzione e la cura delle malattie connesse alle migrazioni e alle povertà, con particolare riferimento alle patologie femminili e della maternità. All’uopo è stanziato un finanziamento di 5 milioni. E’ prevista, entro novanta giorni dall’entrata in vigore della legge

LA STRATEGIA Attraverso il Fondo nazionale il governo imporrà agli enti locali un controllo rigoroso le indicazione di possibili interventi già operativi nel caso in cui le Regioni non siano in grado di raggiungere in autonomia gli obiettivi di risanamento. Tali disposizioni, poi, si integrano con il disegno più complessivo che deriverà dall’entrata in vigore del federalismo fiscale e della relativa politica dei costi standard che dovrebbero rendere tendenzialmente uniformi nelle diverse regioni i

costi delle medesime prestazioni sanitarie. AL SENATO si è posta l’esigenza di incrementare le entrate di 105 milioni di euro per il 2011. Di qui l’emendamento che ha reintrodotto, a partire dalla data di entrata in vigore del provvedimento, un ticket di 10 euro sulle visite specialistiche e le analisi mediche (da cui sono esenti gli anziani e gli affetti da particolari patologie) nonché il ticket di 25 euro per l’accesso e l’assistenza nei Pronto soccorso, non seguiti da ricovero (salvo alcuni casi). Le Regioni (che già hanno applicato forme di compartecipazione per queste prestazioni) possono evitare l’applicazione dei ticket mediante il ricorso a fondi propri o ad altre differenti forme di compartecipazione. A quanto risulta in base alle prime informazioni saranno le Regioni che presentano situazioni di disavanzo a dare applicazione ai ticket, mentre quelle ‘virtuose’ si avvarranno di mezzi propri, risparmiando i cittadini.

FRENATO Il ministro della Salute Ferruccio Fazio: i ticket devono arginare la spesa sanitaria


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SPECIALE

IL RESTO DEL CARLINO - LA NAZIONE - IL GIORNO

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Le mani in tasca NUOVE TASSE SULLE FAMIGLIE

L’informazione prosegue su quotidiano.net smartphone e tablet

MILIARDI È IL COSTO COMPLESSIVO DI TUTTE LE AGEVOLAZIONI A VARIO TITOLO A FAVORE DELLE PERSONE FISICHE

Il fisco chiede il Colpo di scure Tagli a tutte le agevolazioni CONTRIBUENTI ALL’APPELLO

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FORUM La manovra è giusta, o si potevano adottare misure diverse? Scrivi un post e commenta

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MILIONI

MILIONI

È il numero complessivo di contribuenti che usufruisce di deduzioni e detrazioni sanitarie

Sono i contribuenti che recuperano il 36% dei costi di ristrutturazione edilizia

Nicoletta Magnoni VIDEO L’approvazione lampo della manovra in Parlamento: l’intervento di Tremonti al Senato e l’ok della Camera

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MANOVRA, vedi alla voce fisco. Tasse e dintorni rappresentano la parte più consistente delle misure per tentare di centrare il pareggio di bilancio nel 2014: anche solo facendo i conti con l’aumento dell’imposta di bollo sul deposito titoli e il taglio delle agevolazioni fiscali e assistenziali, i contribuenti dovranno calare sul piatto del Tesoro circa 28 miliardi al 2014. Ma, mentre è certo che il superbollo in banca salverà il piccolo risparmiatore, molto dubbio è capire chi, e se, sarà graziato dall’annunciato taglio lineare dei bonus fiscali. Dubbio perché nulla si sa di modi e tempi. I RITOCCHI in corso d’opera sono stati consistenti: prima un passaggio dalla legge di stabilità in discussione dal prossino ottobre al decreto in vigore da oggi, poi l’aumento della posta in gioco da 17 a 24 miliardi, infine la riformulazione delle condizioni per arrivare ai tagli. E questa è certa: se entro il 30 settembre 2013 il riordino delle agevolazioni per eliminare so-

vrapposizioni e incroci tra fisco e assistenza non avrà prodotto 24 miliardi di risparmi, la scure si abbatterà sugli sgravi. Nel 2013, la decurtazione sarà del 5% e nel 2014 del 20. IN TOTALE, la galassia delle agevolazioni comprende 483 voci che costano poco più di 161 miliardi. Il ministro Tremonti ha avvertito che i tagli saranno lineari. Ma in realtà, facendo due conti, non sarà così perché il 5% più il 20% applicato al costo complessivo, come risultato dà circa 40 miliardi. Non avendo dettagli di questa ‘sottomanovra’, si procede per ipotesi. La prima considerazione è che se il risparmio messo a bilancio è inferiore al risultato matematico dell’operazione, le voci e gli importi su cui intervenire saranno selezionati. Chi prenderà in mano le forbici dovrà considerare gli obiettivi sensibili del sistema agevolazioni, cioè le fasce deboli, messe sempre più sotto scacco dalla crisi. E non solo: il sistema di tassazione italiano è progressivo e proporzionale al reddito, come sancito dalla Costituzione. Quindi, tagliare indiscriminatamente

Meno fondi in periferia: rischio addizionali Nuovi tagli a Regioni, Comuni e Province. Bankitalia prevede un aumento della I TAGLI agli enti locali sono di 3,2 miliardi nel 2013 e di 6,5 miliardi a partire dal 2014, comprese le regioni a statuto speciale. Confermata la riforma del Patto di stabilità per i Comuni: chi rispetta gli obiettivi di bilancio e ha soldi in avanzo, a differenza di quanto avviene oggi, potrà spenderli. I nuovi parametri di virtuosità introdotti al Senato prevedono: la prioritaria considerazione della convergenza fra spesa storica e costi e fabbisogni standard, il rispetto del patto di stabilità interno, l’autonomia finanziaria, il rapporto fra spesa in conto capitale, finanziata con risorse proprie, e spesa corrente e l’effettiva partecipazione degli enti locali all’azione di contrasto all’evasione fiscale, operazione di dismissione di partecipazioni societarie nel rispetto della normativa vigente. NEL CALCOLO del tetto del 40% nel rapporto fra spese di personale e spese correnti rientrano anche le società partecipate o controllate. Nella determinazione dei LEA (livelli essenziali di assistenza) sono compresi i rapporti qualità-

costi. Il limite demografico che i comuni sono tenuti a rispettare per l’esercizio delle funzioni associate è di 5.000 abitanti o il quadruplo degli abitanti del comune più piccolo e, entro il 2013, tutte le funzioni dovranno essere svolte in forma associata. I TAGLI introdotti sono la risultante di quelli già previsti con il Patto introdotto dal decreto-legge n.78 del 2010, che viene esteso oltre il 2013 (a decorrere dal 2012: regioni a statuto ordinario 4.500 milioni; regioni a statuto speciale e le province autonome, 1.000 milioni; le province 500, comuni 2.500 milioni) cui si aggiungono le regioni a statuto ordinario per 800 milioni di euro nel 2013 e per 1.600 milioni a decorrere dal 2014; le regioni a statuto speciale e le province autonome 1.000 milioni nel 2013 e 2.000 milioni a decorrere dal 2014; le province per 400 milioni nel 2013 e per 800 milioni nel 2014; comuni per 1.000 milioni nel 2013 e 2.000 milioni di euro a decorrere dal 2014. Il Senato ha soppresso le ulteriori riduzioni previste per Sicilia e Sar-

degna, mentre ha inserito un ulteriore taglio ai trasferimenti relativi a rimborsi e compensazioni di imposte per 700 milioni nel 2013 e 1.400 milioni nel 2014. Severe sanzioni sono introdotte per i comportamenti elusivi. Gli amministratori colpevoli pagheranno una sanzione pari a 10 volte l’indennità di carica, mentre per le istituzioni è previsto il recupero delle somme anche a valere sui trasferimenti futuri. LA MANOVRA chiede alle amministrazioni locali un contributo consistente, con il rischio di un aumento delle imposte decise a livello locale. E’ l’allarme lanciato da Bankitalia, nel corso delle audizioni al Senato sul decreto legge. Il contributo delle Amministrazioni locali alla correzione dell’indebitamento netto «è rilevante», ha evidenziato il vicedirettore generale della Banca d’Italia, Ignazio Visco,aggiungendo che con le misure sulle entrate contenute in manovra si profila comunque «un lieve aumento della pressione fiscale rispetto al 2010».


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SPECIALE

IL GIORNO - LA NAZIONE - IL RESTO DEL CARLINO

EURO È LA DETRAZIONE MEDIA PER FIGLI E CONIUGE A CARICO DI CUI BENEFICIANO 11,8 MILIONI DI CONTRIBUENTI

prezzo più alto da 24 miliardi con molti ostacoli. Ecco quali

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MILIONI

MILIONI

Sono i contribuenti che vanno in detrazione con una polizza vita o infortuni

È consistente anche la platea di chi detrae le spese per corsi di istruzione

ad esempio le detrazioni per i figli a carico, avrebbe un effetto distorsivo sul principio di equità. E ANCORA, ragionando sulle misure, non poter più abbattere nella dichiarazione dei redditi il valore della rendita catastale della casa di proprietà (che si denuncia ai fini Irpef) significherebbe ripristinare l’Ici prima casa sotto altra forma. Altro capitolo delicato, la detrazione degli interessi passivi sul mutuo: con l’esercito di mutuatari che non riesce da tempo a pagare le rate del prestito, tanto che le banche a fasi alterne propongono la moratoria, abbassare la quota di deducibilità significa togliere ossigeno a queste famiglie. Restando tra le pareti di casa, le detrazioni del 36 e del 55% per le ristrutturazioni edilizie e il risparmio energetico hanno sen-

so non tanto perché sono esiziali per i contribuenti, quanto perché hanno dato una bella scossa al sottobosco dell’evasione. E l’evasione vale ben più della manovra lacrime e sangue. IL LAVORO di taglio, quindi, non potrà essere così lineare, né drastico, e fare oggi simulazioni per le famiglie è più autolesionistico che utile. Ma lacrime e sangue si verseranno comunque, perché chi le tasse le paga quei 24 miliardi dovrà darli alla causa.

in vista pressione fiscale

CONTI DA RIFARE Agevolazioni ridotte e probabile aumento delle addizionali: aumenterà il prelievo fiscale su famiglie e lavoratori dipendenti

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MILIARDI È IL COSTO COMPLESSIVO DEGLI SCONTI FISCALI SUI REDDITI DA PENSIONE E DA LAVORO DIPENDENTE

TRASPORTI SFORBICIATA AI DISTRIBUTORI. RINCARI SULL’ALTA VELOCITÀ?

Salgono le accise sui carburanti Nel 2012 nuovi incassi per 1,8 miliardi DIVENTA permanente la stangata di giugno sui carburanti. Il comma 50-quater dell’articolo 23 conferma infatti dal 1˚ gennaio 2012 gli aumenti delle aliquote di accisa sui carburanti disposte dalla determinazione del Direttore dell’Agenzia delle Dogane n. 77579 del 28 giugno 2011. Tale determinazione, pubblicata sul sito internet dell’Agenzia il 28 giugno 2011 ha modificato le aliquote di accisa dei suddetti prodotti energetici con le cadenze temporali esposte nella tabella qui a finaco (i valori sono espressi in euro per mille litri di prodotto). Ai sensi delle disposizioni inserite in manovra (tramite rinvio all’articolo 1, comma 4, terzo periodo del D.L. 34 del 2011), non operano le norme che limitano gli effetti dell’aumento dell’accisa rispetto alle eventuali forme di imposizione regionale vigenti (nel dettaglio, quelle contenute nell’articolo 1, comma 154, secondo periodo, della legge n. 662 del 1996). IN SOSTANZA, l’aumento dell’aliquota dell’accisa sulla benzina si somma all’imposta regionale sulla benzina eventualmente vigente nelle regioni a statuto ordinario. Sono altresì confermate le disposizioni di favore nei confronti di alcuni soggetti esercenti l’attività di trasporto. Viene dispo-

sto il rimborso del maggior onere derivante dagli aumenti di accisa nei confronti di: soggetti esercenti le attività di trasporto merci (articolo 5, comma 1 del decreto-legge n. 452 del 2001) con veicoli di massa massima complessiva pari o superiore a 7,5 tonnellate; enti pubblici e imprese pubbliche locali esercenti l’attività di trasporto pubblico locale; imprese esercenti autoservizi di competenza statale, regionale e locale; enti pubblici e imprese esercenti trasporti a fune in servizio pubblico per trasporto di persone. L’importo per il 2012 è fissato in 1,8 miliardi, compensati dal credito d’imposta per 306 milioni. La manovra introduce anche un sovrapprezzo al canone per il trasporto passeggeri sulle linee ad alta velocità. Le modalità saranno decise in seguito, ma sicuramente questo provocherà un aumento dei biglietti. DISTRIBUZIONE dei carburanti: accelera la ristrutturazione in base all’articolo 28 che si propone di razionalizzare il sistema di distribuzione. Le risorse del Fondo già esistente saranno destinate per il 255 alla chiusura di impianti di soggetti con non più di 10 impianti o di quelli non integrati con il sistema di raffinazione. Tutti gli impianti dovranno avere il self service e la possibilità di vendere alimenti, bevande, quotidiani.

AUTO VIA AL SUPPLEMENTO, MA RIGUARDERÀ SOLO 98MILA VEICOLI

Scatta il superbollo sulle vetture di lusso Dieci euro in più a partire da 225 chilowatt STANGATA sulle auto di lusso. Il comma 21 dell’articolo 23 introduce, a partire dal 2011, una addizionale erariale della tassa automobilistica per le autovetture e per gli autoveicoli per il trasporto promiscuo di persone e cose, pari a dieci euro per ogni chilowatt di potenza del veicolo superiore a 225 chilowatt. L’importo dell’addizionale, da versare alle entrate del bilancio dello Stato, ammonta a dieci euro per ogni chilowatt di potenza del veicolo superiore a duecentoventicinque chilowatt. Si evidenzia che, secondo quanto riportato nella relazione tecnica (A.S. 2814), all’archivio dell’anagrafe tributaria risulterebbe che le autovetture interessate dalla norma aventi potenza superiore ai 225 KW sarebbero circa 98 mila. La norma rinvia ad provvedimento del Ministero dell’Economia e delle finanze, d’intesa con l’Agenzia delle entrate, da emanarsi entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della disposizione, per individuare modalità e termini di pagamento dell’imposta. La sanzione da applicare nell’ipotesi di omesso o insufficiente versamento dell’addizionale è quella di cui all’articolo 13 del decreto legislativo n. 471 del 1997172, pari al 30 per cento dell’importo non versato. Nella prima bozza di manovra uscita dal consiglio dei ministri l’addizionale doveva riguardare i veicoli di potenza superiore ai 125 chilowatt pari a 175 cavalli. Avrebbe quindi riguardato una platea di alcuni milioni di veicoli ed era stata definita il «superbollo per i Suv».


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SPECIALE

IL RESTO DEL CARLINO - LA NAZIONE - IL GIORNO

Il su e giù delle tasse FINANZA NEL MIRINO, SCONTI ALLE BABY AZIENDE

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MILIARDI DI EURO È IL GETTITO STIMATO PER L’AUMENTO IRAP SULLE BANCHE E PER IL SUPERBOLLO SUI DEPOSITI TITOLI

L’IMPOSTA È STATA RIMODULATA RISPETTO ALLA PRIMA VERSIONE. IL RIALZO COLPISCE IN MODO PROGRESSIVO

Depositotitoli, il superbollomorde Per i piccoli risparmiatori il balzello annuale resta di 34,20 euro. Al top si IL SIGNOR ROSSI può tirare un bel sospiro di sollievo. La ventilata tagliola sul suo gruzzoletto in titoli mobiliari non ci sarà. Sempreché il controvalore (nominale o di rimborso) del giardinetto del dossier intestato non superi, tra azioni e obbligazioni, la soglia dei cinquantamila euro. Nella versione definitiva della manovra è prevalso infatti il buon senso, vale a dire è stato premiato il concetto della progressività rispetto all’inziale imposizione alla cieca, che avrebbe provocato rendimenti negativi a una buona fetta del ‘Bot people’.

posito si calcola in base al prezzo nominale o di rimborso dei titoli stessi. Gli esempi a lato aiutano a capire l’impatto che le nuove imposte di bollo hanno e avranno sui risparmiatori dalle spalle più larghe. Tenuto conto che la maggiore incidenza fiscale sull’insieme delle cedole e dei dividendi andrebbe vista alla luce della strategia e della politica che attua il cugino (ricco) del Signor Rossi per proteggere i propri averi. In pratica, non si deve dimenticare che un rendimento netto decurtato di qualcosa fa solo il solletico a eventuali aumenti in conto capitale dell’investimento mobiliare complessivo. S’intende, se ben gestito.

IL COMMA 7 dell’articolo 23 chiarisce i termini di quella che gli esperti concordano nel ritenere la mini patrimoniale di Tremonti. In particolare, fatta salva l’invarianza nel tempo dell’imposta attuale sui depositi inferiori ai cinquantamila euro (34,20 euro all’anno), da ora e per tutto il 2012 il balzello sale a 70 euro per chi possiede dossier compresi tra i 50mila e i 150mila euro, a 240 euro per la fascia 150-500mila euro e a 680 euro per gli importi superiore al mezzo miliardo. Un ulteriore aumento è poi calendarizzato dal 2013 in poi, quando in corrispondenza di ciascuna di queste tre fasce si dovrà versare all’Erario rispettivamente 230, 780 e 1.100 euro. È bene precisare di nuovo che il valore dei titoli in de-

SEMPRE per quanto riguarda l’esercito dei risparmiatori di casa, più complessa appare la parte della manovra che colpisce i soggetti non residenti nei commi dall’1 al 4 del già citato articolo 23. Si tratta di fatto di una disposizione per le multinazionali, che va a modificare il DPR 600/73, con l’introduzione di una ritenuta del 5 per cento sugli interessi corrisposti a società non residenti qualora questi siano destinati a finanziare il pagamento di interessi su prestiti obbligazionari emessi da queste ultime. In questo caso va applicata la ritenuta del 12,50%, in quanto viene a mancare uno dei requisiti previsti finora per l’esenzione, ovvero lo status di beneficiario effettivo del percipiente estero.

Maurizio Fedi

Imprese, bonus ai giovani e Prelievo al 5% per le nuove attività degli under 35. Studi di settore NELLA RAFFICA di provvedimenti restrittivi, anche per le imprese, spicca una novità che dovrebbe dare impulso all’imprenditoria giovanile. Giovani imprese. Dal 2012 agli imprenditori under 35 sarà riservato un trattamento fiscale di favore, con un’imposta forfetaria del 5% sui redditi. Il cosiddetto ‘forfettone’ avrà una durata di cinque anni

dall’apertura dell’attività. Ma sarà comunque applicabile fino al compimento del 35˚ anno di età. La misura prevede anche un gettito di 176 milioni in tre anni. Stretta sui minimi. Il regime fiscale semplificato per i cosiddetti contribuenti minimi si applica, per il periodo d’imposta in cui l’attività è iniziata e per i quattro successivi, esclusivamente alle persone fisiche che intraprendono un’attività o che l’abbiano intrapresa dopo il 31 dicembre 2007. La platea dei beneficiari della tassazione forfetta-

ria del 20% per i titolari di partite Iva e i lavoratori autonomi che a fine anno incassano meno di 30 mila euro, è ridotta a chi ha iniziato l’attività negli ultimi tre anni e mezzo o l’inizia ora. Il gettito 2013-2014 sarà di 180 milioni. Studi di settore. Sono stati introdotti criteri più stringenti e sanzioni aumentate del 50% sull’obbligo di comunicazione per gli studi di settore. A cui si aggiunge la possibilità di accertamenti fiscali induttivi se i dati comunicati sono infedeli od omessi. Da questa misura, in vi-

gore dal 2012, è atteso un gettito di oltre 830 milioni in tre anni. Ammortamenti. La revisione dei coefficienti di ammortamento dei beni d’impresa, che saran-

PRO E CONTRO Limiti alle perdite pregresse e agli ammortamenti Vantaggi ai salari produttivi no più stringenti, produrrà, dal 2014, oltre 1,3 miliardi di euro di maggiori entrate per le casse dello Stato. Riporto perdite fiscali. Dalla


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SPECIALE

IL GIORNO - LA NAZIONE - IL RESTO DEL CARLINO

MILIARDI DI EURO È QUANTO DOVREBBERO DARE AL FISCO LE IMPRESE FRA IL 2013 E IL 2014 CON I TAGLI DELLE AGEVOLAZIONI FISCALI DEL 5 E DEL 20%

I PORTAFOGLI OLTRE I 50MILA EURO

più in alto arriva a quota 1.100 OCCHIO AL VALORE Le soglie su cui si applica il bollo si calcolano sul prezzo nominale o di rimborso

LA FILOSOFIA L’incidenza massima sulla ricchezza si ha nella fascia media

NEL MIRINO Eurisko stima che in Italia siano attivi circa 40 milioni di conti correnti: il 26% ha un deposito titoli collegato, quindi i depositi sono circa 10,6 milioni

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MILIARDI DI EURO. É IL GETTITO DELLA STRETTA SULLA DEDUCIBILITÀ DELLE PERDITE FISCALI PREGRESSE DELLE IMPRESE CALCOLATO NEL TRIENNIO 2012-2014

RIALZO D’IMPOSTA PER 1,85 MILIARDI

Un giro di Irap su banche e assicurazioni AL MONDO della finanza, del credito e del risparmio, la manovra presenta un conto abbastanza salato. Soprattutto se si considerano gli oltre tre miliardi che dovrebbe fruttare in quattro anni il superbollo sul deposito titoli.

addizionale fiscale del 10 per cento. L’aliquota, finora applicata per la quota che supera il triplo della parte fissa della retribuzione, sarò applicata sull’intero importo che eccede la parte fissa della retribuzione.

Più Irap. Anche banche e assicurazioni devono fare la loro parte. E la faranno con un aumento dell’Irap. L’imposta sulle attività produttive su banche e società finanziarie sale infatti dal 3,9% al 4,65%. Mentre per le assicurazioni è previsto un incremento di 2 punti percentuali, che porta l’aliquota al 5,90%. La stretta fiscale dovrebbe portare un gettito di 889 milioni nel 2012, e di 480 milioni all’anno per il biennio successivo.

Indagini finanziarie. Il Fisco allarga il tiro sulle indagini finanziarie e mette nel mirino anche società ed enti di assicurazione che svolgono attività finanziarie e creditizie. Spesometro: Scatta l’obbligo di comunicazione all’Agenzia delle Entrate da parte degli istituti finanziari emittenti di carte di credito delle operazioni rilevanti ai fini Iva di importo non inferiore a 3mila euro.

Stock option. Altro gettito, non ancora quantificato arriverà dai redditi dei manager del settore finanziario. Aumenta infatti la base imponibile su bonus e stock option sulle quali viene applicata un’aliquota

stretta sui conti più attenti. Meno spese deducibili stretta ai meccanismi di riporto delle perdite pregresse nei bilanci delle imprese lo Stato conta di incassare 471 milioni nel 2012 e 269 all’anno per i due anni successivi. Bonus salario produttività. Prorogata anche per l’anno prossimo la tassazione agevolata (ora al 10%) sulle intese contrattuali che aumentano la produttività, compresi i contratti aziendali sottoscritti in base all’accordo interconfederale del 28 giugno 2011 fra Confindustria, Cgil, Cisl e Uil. I termini della proroga saranno decisi con le parti sociali. Rivalutazione beni d’impresa. I beni che l’impresa mette a bilan-

cio dovranno essere rivalutati a partire da quest’anno. Il gettito sarà di 544 milioni nel 2011. Poi calerà di 16 nel 2012 e nel 2013 e di 240 nel 2014. Concessionarie. L’aumento dello 0,3% dell’Irap (da 3,9% a 4,2%) sulle concessionarie frutterà 126 milioni l’anno prossimo e 63 all’anno nel 2013 e 2014. Fanno eccezione a questa norma autostrade e trafori, per cui è stata fissata all’1% la deducibilità delle somme accantonate nel cosiddetto fondo di ripristino. Da questo capitolo lo Stato incasserà 63 milioni nel 2012, ma ne perderà 32 l’anno dopo e 54 nel 2014.

SANATORIA SANZIONE DI 129 EURO

Partite Iva ‘dormienti’ Si cancellano con la minimulta ALLA PICCOLA IMPRESA è mirata anche la misura che prevede la chiusura d’ufficio delle partite Iva inattive da almeno tre anni. In caso di chiusura d’ufficio si va incontro a una sanzione che può andare da 516 fino a 2.056 euro. Ma è prevista una sanatoria: con 129 euro di sanzione ridotta (pari ad un quarto di quella minima) si può comunicare, entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge (il 6 luglio 2011), la cessazione dell’attività e della posizione Iva. Si stima che le partite Iva inattive siano circa due milioni. L’operazione, finalizzata anche alla prevenzione delle frodi fiscali, potrebbe fruttare oltre 250 milioni di euro. Per usufruire della sanatoria sarà sufficiente pagare la sanzione con un modello F24 con gli elementi identificativi, indicare come codice tributo l’ ‘8110’, aggiungere il numero di partita Iva che si intende chiudere e l’anno in cui si è cessata l’attività. Non occorre presentare la dichiarazione di chiusura. Basta semplicemente procedere al versamento della sanzione ridotta con modello F24 entro il 4 Ottobre 2011. L’Agenzia delle Entrate procederà in automatico alla chiusura della partita Iva.


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SPECIALE

IL RESTO DEL CARLINO - LA NAZIONE - IL GIORNO

Lo Stato a dieta

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I TAGLI ALLA MACCHINA PUBBLICA IL RIORDINO DEGLI ENTI

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MILA DIPENDENTI PUBBLICI IN MENO OGGI RISPETTO AL 2007, ANCHE GRAZIE ALLA RIDUZIONE DEL PERSONALE PRECARIO

PUBBLICO IMPIEGO MINORI SPESE PER OLTRE 1,6 MILIARDI ENTRO IL 2016 DALLA STRETTA

Statali, futuro a stipendio

Addio Ice Cambiano Confermato anche lo stop del turn over con esclusione delle Anas e Unire PROVE TECNICHE DI RISPARMIO

ABOLIZIONE dell’Ice e sfoltimento di altri enti pubblici; è quanto previsto dagli articoli 14 e 15. L’articolo 14 rende più incisivi i poteri della Commissione di vigilanza sui fondi pensione (COVIP), trasforma Cinecittà holding in Cinecittà Luce srl. ridimensionando il numero dei dipendenti (quelli in eccesso saranno assorbiti dal Mibac), sopprime l’Istituto per il Commercio Estero, conferendone le funzioni al Ministero dello Sviluppo economico e degli Esteri. Gli enti e le società vigilati o possedute dal Ministero politiche agricole subiranno un complessivo e indistinto processo di ristrutturazione. l’Unire è trasformato in ASSI Agenzia per lo sviluppo del settore ippico. La riforma prevede la revisione dei meccanismi delle corse, delle manifestazioni e di piani e programmi. E’ prevista la rideterminazione delle strutture consultive dell’Ente, attraverso l’istituzione di un’unica Consulta permanente dell’Ippica, a cui partecipano tutte le componenti di settore. L’articolo 15 introduce una disciplina generale per la liquidazione degli enti pubblici dissestati. L’ARTICOLO 36 dispone invece il riordino ANAS che sarà divisa in due: una holding e una società per azioni. La Spa sarà controllata da un commissario governativo, mentre la Holding sarà istituita a partire dal primo gennaio del 2012 e nascerà da una costola di Anas Spa. Essa avrà il compito di costituire e avviare partecipazioni all’interno delle società che costruiscono infrastrutture all’estero e dovrà gestire le partecipazioni nelle società che ottengono in concessione la gestione delle autostrade. Ci sarà anche una Agenzia per le infrastrutture stradali e autostradali: gestirà le concessioni e stabilirà le tariffe, con sede a Roma.

Cala l’organico

La verifica

Assenteisti torchiati

Le misure di riduzione dovrebbero portare l’organico della pubblica amministrazione a 3,3 milioni di unità, con un calo complessivo di 300mila unità dal 2008

Ogni anno, entro il 31 marzo, le amministrazioni possono adottare piani triennali di razionalizzazione: il 50% delle economie aggiuntive andrà alla contrattazione integrativa

Le visite fiscali di controllo saranno concentrate nelle aree di attività in cui si concentrano gli abusi e saranno obbligatorie nei giorni che precedono o seguono festività

La stretta nei confronti del personale permetterà allo Stato di ridurre la spesa e portare il numero complessivo dei dipendenti pubblici sotto la soglia dei 3,3 milioni STATALI: stretta sugli stipendi, blocco del turn over e più controlli delle assenze. La manovra finanziaria per il settore del pubblico impiego prevede risparmi in termini di indebitamento netto non inferiori a: 30 milioni di euro per l’anno 2013, 740 milioni di euro per l’anno 2014, 340 milioni per l’anno 2015 e 370 milioni dal 2016. La riduzione della spesa si otterrà con la proroga delle limitazioni alle assunzioni nelle amministrazioni dello Stato, nelle agenzie fiscali e negli enti pubblici non economici (sono esclusi i corpi di polizia e i vigili del fuoco). Per il 2014 le assunzioni possibili saranno ridotte al 20% delle cessazioni invece di passare al 50%.

IN CATTEDRA Il ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, alle prese con tagli, risparmi e aggregazioni di plessi scolastici

Prorogato al 31 dicembre 2014 il blocco delle retribuzioni e la fissazione delle modalità di calcolo relative all’erogazione dell’indennità di vacanza contrattuale per gli anni 2015-2017. Sul blocco del turn-over sono possibili interventi selettivi per valorizzare l’efficienza di settori specifici. La misura vale anche per il blocco delle retribuzioni e in questo caso la norma prevede una consultazione con le confederazioni sindacali. NEGLI ANNI 2008 e 2009 il personale era stato già ridotto di circa 74.000 occupati (per complessive 3.493.481 unità rispetto alle 3.572.317 del 2007, comprensivi anche dei dipendenti con contratti flessibili). Gli interventi già presi in materia di blocco parziale e selettivo del turn-over, contratti di lavoro flessibile e collocamento a riposo potrebbero portare nel 2014 il numero di dipendenti del settore pubblico sotto i 3,3 milioni di unità. Nel periodo 2008-2014 le misure complessiva-

mente adottate porteranno a una riduzione stimabile in oltre 300 mila unità (-8%). Il dividendo dell’efficienza, già previsto dalla normativa vigente e dall’accordo firmato tra governo e sindacati lo scorso 4 febbraio, viene rideterminato e all’interno della manovra vengono stabilite le procedure per attuarlo. Le amministrazioni possono adottare entro il 31 marzo di ogni anno piani triennali di razionalizzazione della spesa che dovranno indicare uscite e obiettivi in termini fisici e finanziari. Le eventuali economie aggiuntive effettivamente realizzate rispetto a quelle già previste possono essere utilizzate annualmente, nell’importo massimo del 50%, per la contrattazione integrativa, di cui il 50% destinato alla erogazione dei premi (previsti dall’art. 19 del decreto legislativo n. 150/2009). LE RISORSE aggiuntive possono essere impiegate solo se è accertato il raggiungimento degli obiettivi fissati per ciascuna delle singole voci di spesa previste nei piani.

Lotta all’assenteismo. La manovra prevede di concentrare le visite di controllo nei casi più esposti all’abuso e di renderle obbligatorie nei giorni che immediatamente precedono o seguono festività. Saranno favorite, grazie all’accordo governo-Regioni, razionalizzazione e dismissione del patrimonio residenziale pubblico. Di concerto tra i diversi ministeri e gli enti locali saranno semplificate le procedure di alienazione degli immobili di proprietà degli Iacp nonché la dismissione e la razionalizzazione del patrimonio di questi ultimi anche attraverso la promozione di fondi immobiliari. TRASPARENZA. Entro tre mesi dall’entrata in vigore del decreto tutti gli enti e gli organismi pubblici dovranno inserire sul proprio sito istituzionale l’elenco delle società di cui detengono (direttamente o indirettamente) quote di partecipazione anche minoritaria, indicandone l’entità. Silvia Mastrantonio

E il prof «inidoneo» Ricollocazione del personale. Autonomia Obiettivo: ridurre di 1350 unità i ruoli da dirigente scolatico. Per questo la manovra impone aggregazioni fra scuole di ogni ordine e grado fino a raggiungere un numero minimo di 1000 alunni per istituto I PROFESSORI «inidonei» diventeranno bidelli o impiegati; saranno razionalizzati gli insegnanti di sostegno: uno ogni due alunni disabili. Rafforzato il sistema di valutazione allargato alle università che non subiranno tagli. Ridotti gli esoneri dei docenti. Nella manovra si parla dell’istruzione a partire dall’articolo 19. Il primo tema affrontato è la riduzione del numero delle istituzioni scolastiche dotate di autonomia e degli incarichi di di-

rigente scolastico. Dall’anno scolastico 2011/2012 le scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado sono aggregate in istituti scolastici comprensivi. Per il conseguimento dell’autonomia scolastica gli istituti comprensivi devono avere un numero minimo di 1000 alunni, ridotti a 500 per le scuole collocate in piccole isole, comuni montani e aree geografiche con specifiche caratteristiche linguistiche. La direzione delle istituzioni scolastiche autonome attualmente ospitanti un numero di alunni inferiore a 500 unità, ridotto fino a 300 per specifici contesti (istituzioni site in piccole isole, comuni montani, aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche) è assegnata in reggenza a dirigenti scolastici già titolari di incarico altrove.


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SPECIALE

IL GIORNO - LA NAZIONE - IL RESTO DEL CARLINO

DI RIDUZIONE COMPLESSIVA DEI DIPENDENTI PUBBLICI NEL 2016 RISPETTO AGLI ORGANICI DEL 2008, GRAZIE AL BLOCCO DEL TURN-OVER E ALLO STOP A NUOVE ASSUNZIONI

SUI DIPENDENTI DELL’AMMINISTRAZIONE

bloccato

1,96

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MILIARDI È IL TAGLIO PIÙ ALTO AI MINISTERI: SCATTA PER LO SVILUPPO, SEGUE L’ECONOMIA CON UNA RIDUSIONE DI 1,39 MILIARDI

RISPARMI COMPENSATO IL MANCATO INCASSO DELL’ASTA FREQUENZE

Doppia stangata sui ministeri: forze di polizia e dei pompieri mancano all’appello altri 2,4miliardi I MINISTERI sono chiamati a contribuire alla manovra di finanza pubblica in modo ‘pesante’: oltre ai tagli previsti dalla manovra 2011-2014, quella del pareggio, diventano infatti definitivi i tagli di 2,4 miliardi previsti come clausola di salvaguardia dalla precedente manovra nel caso in cui fosse andata male l’asta per le frequenze. Asta che dovrà essere realizzata entro la fine del prossimo anno. Anche se l’asta dovesse andare in porto sarebbe comunque impossibile per i diversi dicasteri recuperare le somme tagliate che sono già state destinate a copertura del deficit: 1,7 miliardi nel 2011, 400 milioni nel 2012 e 300 milioni nel 2013. UNICA possibilità concessa dalla manovra di quest’anno è quella di rimodulare i tagli tra i diversi capitoli di spesa rendendo più digeribile l’ammanco. L’articolo 25 della manovra prevede infatti l’incremento dei «margini di flessibilità gestionale delle amministrazioni, in relazione alle riduzioni lineari degli stanziamenti» previste nell’eventualità di un insuccesso dell’asta. Si dispone, ad esempio, che «variazioni tra gli accantonamenti gestionali, possono essere disposte anche tra programmI appartenenti a missioni diverse». Ma questo, chiaramente, a patto venga mantenuta l’invarianza dell’indebitamento netto della P.a. Ma la decurtazione di 2,4 miliardi è solo l’antipasto. Il ‘piatto forte’ è infatti nella manovra record di quest’anno che sin dal testo uscito dal Consiglio dei ministri, prevede ulteriori tagli per 1 miliardo nel 2012, 3,5 e 5 nei due anni successivi sempre a carico dei ministeri. Dalle riduzioni di spesa sono esclusi il fondo per il finanziamento delle università; le risorse destinate alla ricerca, all’istruzione scolastica e al finanziamento del cinque per mille; il fondo unico per lo spettacolo; le risorse destinate alla manutenzione ed alla conservazione dei beni culturali; il fondo per le aree sottoutilizzate (ma solo per il 2012).

sarà degradato a bidello solo per gli istituti più grandi. Meno insegnati d’appoggio Lasciando inalterati i punti di erogazione del servizio, le istituzioni scolastiche autonome saranno ridotte di 1130 unità. DALL’ANNO scolastico 2012/2013, le dotazioni organiche del personale docente, educativo ed Ata della scuola non devono superare la consistenza delle relative dotazioni organiche determinata nell’anno scolastico 2011/2012. Con parte delle economie di spesa nel comparto, sarà istituito un apposito fondo destinato all’incremento delle risorse finanziarie per la contrattazione e la valorizzazione del personale della scuola. L’ORGANICO di sostegno è determinato applicando quanto previsto dall’art. 2 della Finanziaria 2008 (l. 244/2007),

ma con possibilità di istituire posti in deroga in relazione a situazioni di particolare gravità; lo stesso organico è assegnato complessivamente alla scuola o alle reti di scuole appositamente costituite, considerando un docente ogni due alunni disabili; l’azione didattica e di integrazione degli alunni disabili è assicurata sia dai docenti di sostegno che dai docenti di classe. Nelle commissioni mediche chiamate a valutare le condizioni dell’alunno disabile sarà presente un rappresentante Inps. I COMMI da 12 a 15 disciplinano le modalità di impiego del personale docente permanentemente inidoneo alla propria funzione per motivi di salute, collocato fuori ruolo ed idoneo ad altri compiti. Si prevede che tale categoria di per-

sonale, entro 30 giorni dalla dichiarazione di inidoneità da parte della Commissione medica operante presso le Asl, possa presentare istanza per rimanere nei ruoli scolastici con la qualifica di assistente amministrativo o tecnico (Ata), con attribuzione di priorità alla provincia di appartenenza. Nel caso in cui l’istanza non venga presentata o sia rigettata, è prevista la mobilità intercompartimentale nei ruoli delle amministrazioni dello Stato, degli enti pubblici non economici e delle università, con garanzia del riconoscimento dell’anzianità maturata e dell’eventuale maggior trattamento stipendiale mediante assegno personale pensionabile riassorbibile. Silvia Mastrantonio

Da qui al 2014 c’è ancora molto tempo e le elezioni di mezzo. Ma intanto a guidare la classifica dei più tagliati è il ministro dello Sviluppo, Paolo Romani, che alla fine 2014 dovrà spendere 1,9 miliardi in meno. Lo stesso ministro dell’Economia, Giulio Tremonti 1,3 miliardi, Ignazio La Russa (Difesa) 770 milioni e Roberto Maroni (Interno) 263 milioni. Il successore di Angelino Alfano alla Giustizia subirà un taglio di 124 milioni, Altero Matteoli a dovrà risparmiare 113 milioni ai Trasporti e Franco Frattini 91 agli Esteri; Saverio Romano 74 milioni alle Politiche agricole; Maria Stella Gelmini 62 all’Istruzione. E Stefania Prestigiacomo avrà 57 milioni in meno per l’Ambiente, Maurizio Sacconi 42 milioni per il Welfare, Ferruccio Fazio 29 per la Sasnità. Il meno tagliato sara’ il ministro dei Beni culturali Giancarlo Galan, con 27 milioni.

IL SUPER TAGLIATO Il ministro dello sviluppo economico Paolo Romani: per lui 1,9 miliardi in meno


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IL RESTO DEL CARLINO - LA NAZIONE - IL GIORNO

La politica «in gioco»

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DEBORAH SERRACCHIANI Se non daremo risposte ai cittadini ci verranno a cercare con i forconi

“ Cavilli e logaritmi salvastipendio LA CASTA PROMETTE MA CONCLUDE POCO

UN EMENDAMENTO NOTTURNO RIDIMENSIONA I SACRIFICI RICHIESTI A ONOREVOLI E SENATORI. E PER ASSURDO

Assegni legati alla media europea, ma solo quella dei sei Paesi più ricchi Cavilli contabili e modifiche notturne. Così la politica evita di pagare il conto della maxi manovra. Restano generiche indicazioni rimandate a commissioni ancora da costituire

I TAGLI MANCATI Indennità ai ministri E’ di 2.543 euro l’indennità mensile dei ministri (più quella da parlamentare) che andava tagliata per risparmiare 100 mila euro al mese, dunque 1,2 milioni l’anno.

Vitalizi per gli «ex»

Rimborsi ai partiti

Scomparsa anche la norma che cancellava i vitalizi dei parlamentari (2.238 assegni ogni mese per gli “ex”) che comportano un esborso annuo da 218,3 milioni di euro

I rimborsi elettorali ai partiti (180 milioni di euro l’anno), saranno ridotti, ma solo dalla prossima legislatura e solo del 10%: risparmio limitato a soli 18 milioni.

Nuccio Natoli I TAGLI AI COSTI della politica? Come la Primula rossa: tutti li vogliono, tutti li cercano, ma nessuno li trova. Oggi, in Italia i costi della politica sfiorano i due miliardi di euro al mese (23 miliardi l’anno) tra istituzioni nazionali e locali, e tutto ciò che gira negli immediati paraggi dalle consulenze agli incarichi vari, alle auto blu. Quasi l’8% della torta (1,7 miliardi) vanno a Camera e Senato. Il «taglio che c’è, ma non c’è» è parte integrante della manovra. LA NORMA capolavoro prevede che, «a partire dalla prossima legislatura» la busta paga degli eletti (deputati, senatori, consiglieri regionali, provinciali, comunali, eccetera) non potrà superare «la media delle somme percepite» dai loro colleghi europei. Quale sia questa media, quali paesi europei considerare nel calcolo, quali dati confrontare (stipendio, benefit, rimborsi, eccetera) è faccenda lasciata in sospeso. Se ne dovrà occupare una commissione che verrà costituita, pare di capire, entro sei mesi. Che l’intera vicenda resti molto fumosa si desume da un particolare. La manovra è ricca di

tabelle in cui si spiega che l’intervento sulle pensioni produrrà un risparmio x, quella sui ticket di y, la tagliola fiscale nel 2013 darà un gettito aggiuntivo di 4 miliardi e nel 2014 di 20 miliardi. QUANTO porterà il taglio ai costi della politica? Non c’è tabella, non c’è previsione. Si vedrà, ammesso che accadrà. E se la commissione non finirà i lavori prima della prossima legislatura? Si scivolerà a quella successiva del

2018? Per assurdo (e neppure tanto) si può malignare che lavorando per bene sulle “medie europee” alla fine dei giochi per i nostri “onorevoli” potrebbe persino scapparci anche qualche piccolo aumento. Fantasie demagogiche? Forse, ma è un fatto che nella notte tra il 12 e 13 luglio in commissione affari costituzionali al Senato sia stato approvato un «parere vincolante» in cui si sostiene che il raffronto dovrà essere fatto «con i sei maggiori paesi euro-

pei». in base al «principio della ragionevolezza e della consistenza demografica dei vari Paesi». Per farla breve, il raffronto si dovrebbe fare solo sulla base dello stipendio (indennità parlamentare) escludendo tutti i rimborsi e contributi vari. Che cosa ne deriva? Semplice, un nostro parlamentare ha uno stipendio di quasi 12 mila euro al mese che con i vari rimborsi tende a raddoppiarsi (ossia 24mila euro). Lo stipendio è più o meno in linea con quello dei maggiori paesi europei, ma nella me-

GIUNGLA DI PRIVILEGI Manifesti abusivi Salvati i partiti

Auto Blu, 15.000 ancora in servizio

Multe più salate per affissioni e cartelloni pubblicitari abusivi nelle strade: 1.376 euro minimo, 13.765 massimo. «Salvi» invece i manifesti politici.

Le auto blu (oltre 15 mila per 1 miliardo di euro l’anno) non potranno superare in futuro i 1.600 cc di cilindrata, ma quelle in servizio resteranno fino alla rottamazione

dia europea i rimborsi si fermano a 5.800 euro. Insomma si raffronterà solo quello che è già simile. Davvero geniale. Tra le cose che la manovra rimanda alla prossima legislatura c’è anche il taglio dei rimborsi elettorali. In questo caso, l’entità è già stabilita: sarà del 10%. Quindi il doppio rispetto alla tagliola che riduce tutte le agevolazioni fiscali del 5% nel 2013, ma la metà del 20% previsto per il 2014 sempre dalla tagliola fiscale. A CONTI fatti alla voce «tagli ai costi della politica» nella manovra è rimasto solo un uso più accorto delle auto e degli aerei blu. Gli unici che potranno continuare a usarli liberamente sono le quattro massime autorità dello Stato: i presidenti della Repubblica, del consiglio, del Senato e della Camera. I ministri potranno utilizzare gli aerei blu solo per gli incarichi ufficiali o previa autorizzazione però «rilasciata da se stessi». Pure sulle auto blu ci sarà una stretta. Solo le quattro massime autorità della Repubblica potranno avere un’auto oltre 1.600 di cilindrata. Per tutti gli altri, man mano che le auto saranno rottamate, la sostituzione dovrà essere fatta con veicoli di cilindrata inferiore a 1.600.

ARRIVA IL SUPERENALOTTO EUROPEO, NUOVE LICENZE PER LE SLOT MACHINES

Due miliardi in arrivo da Bingo &.C QUASI 2 miliardi di euro fra il 2011 e il 2014: è il contributo atteso dal comparto giochi alla manovra economica approvata in via definitiva dalla Camera. Il gettito atteso dal settore è di 442 milioni nel 2011, 481 nel 2012 e oltre 500 milioni per i successivi due anni. Bandi di gara per slot, scommesse e poker live, stretta sul gioco illegale, Superenalotto europeo e un contributo alla social card (il 3% dalla pubblicità dei prodotti di gioco) sono presenti nel testo definitivo. IL CONTRIBUTO più rilevante per le casse pubbliche — 585 milioni – sarà realizzato grazie al rinnovo delle attuali licenze per la gestione delle slot machine e alla gara da 550 milioni complessivi che assegnerà le nuove conces-

sioni anche per le Videolotteries, le nuove macchine tecnologicamente all’avanguardia che permettono jackpot fino a 500 mila euro. Fra gara, una tantum e «effetti erariali connessi alla diffusione dei nuovi prodotti di gioco» nel 2011 è «verosimile attendersi maggiori entrate per 35 milioni (una tantum), più 100 milioni per l’erario», e di altri 150 milioni negli anni successivi. Alla gara per le slot — che vedrà nuovi soggetti entrare in gioco a fianco degli attuali dieci concessionari — si aggiunge l’iscrizione obbligatoria all’albo per chi opera nel settore degli apparecchi. Quasi 400 milioni, nel quadriennio, saranno invece a carico delle nuove modalità di gioco per il SuperEnalotto — nella Manovra è indicato il lan-

cio di un concorso europeo — 35 milioni per il primo anno, 120-130 milioni negli anni successivi. ALTRI 350 milioni proverranno dalle novità che interesseranno il Lotto: 50 milioni nel primo anno, 100 milioni per gli altri tre. Gli altri bandi di gara — per allargare la rete delle scommesse sportive e ippiche (7000 punti complessivi, 2000 agenzie e 5000 corner) e regolamentare il settore del poker dal vivo (1000 punti a 100 mila euro di base d’asta ciascuno) — assicureranno 255 milioni di euro nell’arco di quattro anni. Il nuovo Bingo a distanza, secondo le stime, consentirà poi incassi per 210 milioni di euro. La stima di raccolta del gioco su siti non autorizzati, riferisce Agipronews, è di circa 1-2 miliardi di euro l’anno.


LUNEDÌ 18 LUGLIO 2011

SPECIALE 11

IL GIORNO - LA NAZIONE - IL RESTO DEL CARLINO

ANNA MARIA BERNINI Sui costi della politica aspettiamo il Pd al varco, oltre la trincea delle dichiarazioni demagogiche

GIANFRANCO FINI Dobbiamo fare tutto quanto è possibile per convincere i cittadini che in Parlamento non c’è una casta privilegiata

“ “ per il Palazzo Stato e mercato: POTREBBERO ANCHE GUADAGNARE DI PIU’

e ponderata sulla demografia

avanti piano, anzi fermi Privatizzazioni e liberalizzazioni rinviate DOVEVA essere una rivoluzione è diventata una manifestazione di intenti. E’ ciò che la manovra prevede per le liberalizzazioni delle professioni e per una nuova stagione di privatizzazioni. LIBERALIZZAZIONI. La sollevazioni delle lobby di avvocati e notai molto forte in Parlamento ha, di fatto, svuotato l’intenzione originaria di liberalizzare le professioni. La norma approvata salva a priori le categorie protette dall’art.33 della Costituzione, quelle per cui è previsto l’esame di Stato per l’abilitazione alla professione. In sostanza, non saranno toccati tutti gli ordini professionali, dai notai, agli avvocati, dai giornalisti ai medici, ai farmacisti, agli architetti, eccetera. Un autentico «dormite sonni tranquilli, nessuno vi disturberà». Per le altre categorie, invece, è stato previsto che sarà presentata, entro otto mesi, «una proposta di riforma per la liberalizzazione dei servizi e delle attività economiche». La stessa norma non fissa un termine entro cui la riforma dovrà essere approvata, ma aggiunge un generico «tutto ciò che non sarà espressamente vietato sarà libero». Insomma, è tutto da vedere. PRIVATIZZAZIONI. Anche qui siamo nel campo soprattut-

to delle buone intenzioni. Il tutto con una distinzione fondamentale tra ciò che fa capo allo Stato e ciò che è di proprietà degli enti locali, in particolare dei comuni, ossia le società municipalizzate. Lo Stato vuole ripercorrere la strada delle privatizzazioni, ma con molta calma. Quindi è stato previsto che «entro il 31 dicembre del 2013» il ministro dell’economia prepari un «piano di dismissioni» che poi dovrà essere approvato dal consi-

SOLO BUONI PROPOSITI Otto mesi di tempo per liberalizzare le professioni, due anni per le dismissioni glio dei ministri. A quel punto potrebbero entrare in ballo vendite parziali, o totali, di società come Ferrovie dello Stato, Poste, Rai e vari enti pubblici. Una sorta di riserva, invece, è prevista per Eni, Enel, Finmeccanica perché emerge l’intenzione di non fare scendere il capitale del tesoro sotto la soglia del 30%. Il motivo è semplice: da una parte non perdere il controllo di settori essenziali per il sistema economico, dall’altra non rinunciare ai lauti dividendi che finora hanno sempre garantito le tre società. Un po’ diverso, ma non trop-

TELECOMUNICAZIONI DIFFICILE IMCAMERARE I 2,4 MILIARDI PREVISTI: DIFFERENZA A CARICO DEI MINISTERI

Asta frequenze, già ipotecati gli incassi Elena G. Polidori UNA VOLTA erano considerati beni inalienabili dello Stato, oggi sono gioielli di famiglia da vendere bene per fare cassa e abbassare il debito. Se ci si riesce. Ma siccome non è detto che il mercato risponda in modo entusiastico alla prossima asta — indetta dal ministero dello Sviluppo Economico — delle frequenze televisive destinate alla banda larga mobile, è stato inserita in manovra una clausula di salvaguardia che accantona i fondi che potrebbero derivare dalla vendita per evitare ulteriori tagli ai ministeri. In sostanza, nella manovra è previsto che, a seguito della procedu-

ra di assegnazione della banda di frequenze a 800 Megahertz (canali 61-69 della banda UHF) e su altre bande, debbano derivare proventi non inferiori a 2,4 miliardi di euro. Con entrate previste nel bilancio dello Stato entro il 30 settembre 2011. E VENIAMO alla clausula di salvaguardia: in caso di scostamento rispetto alle previsioni di entrata, il Ministro dell’Economica provvederà ad una riduzione lineare delle dotazioni di ciascun Ministero (con esclusione del Fondo ordinario delle Università e delle risorse destinate alla ricerca). In pratica, però, con la manovra sono stati resi definitivi gli accantonamenti. I ministeri, in altre parole, si trova-

no a fare i conti coni tagli lineari alle loro missioni di spesa, mentre gli eventuali introiti derivanti dall’asta delle frequenze sono «conseguentemente» destinati al miglioramento dei saldi di finanza pubblica. Il segnale lanciato da Giulio Tremonti è di chiaro scetticismo rispetto alla riuscita dell’asta, soprattutto sul rispetto dei tempi fissati nella legge di stabilità. Perchè riuscire a fare «cassa» entro il limite fissato del 30 settembre pare davvero complesso. Tanto che ci sono forti dubbi sulla partecipazione all’asta da parte delle principali compagnie telefoniche. Lo stesso ministero, d’altra parte, ha mostrato di non credere troppo alle proprio norme «coattive», cioè alla possibilità

di riuscire a liberare in tempo utile (entro dicembre 2012) le stesse frequenze. C’È INFATTI anche chi sostiene che alla fine lo Stato sarà costretto ad aumentare gli indennizzi per le tv locali che erano le legittime assegnatarie delle frequenze e che sono state «scippate» solo per l’oggettiva necessità del governo di trovare i modi di fare cassa comunque. Insomma, si prospettano possibili contenziosi che, senza dubbio, indurranno alla prudenza i possibili acquirenti nell’avvicinarsi all’asta. I risarcimenti stabiliti dalla legge, infatti, sono fissati nell’ordine del 10% dell’ introito dell’asta. Che il decreto legge di stabilità rimpingua, ma non in modo significativo.

po, l’orientamento per le municipalizzate. Le norme della manovra sono orientate a spingere i comuni a vendere (o comunque a limitare la loro presenza nel capitale) delle aziende municipalizzate. C’è una sola eccezione dettata dalla volontà di rispettare l’esito del referendum: le municipalizzate che gestiscono l’acqua. Per tutte le altre non c’è un «obbligo a vendere o a fare partecipare i privati al capitale». E’ prevista solo una forma di incentivazione alla vendita. I comuni che venderanno potranno utilizzare integralmente il ricavato per dare il via a opere pubbliche locali. Di fatto quei soldi non saranno soggetti ai vincoli del Patto stabilità. Per i comuni che non metteranno in vendita le loro municipalizzate, invece, scatterà un irrigidimento del Patto di Stabilità. Quale penalizzazione, però, non è stato ancora stabilito. COME si vede è una norma un po’ fumosa. Il perché è presto detto: spesso le municipalizzate dei comuni sono la grande riserva per i posti di sottogoverno. Il modo per i partiti politici locali di distribuire incarichi da presidente, consiglieri, eccetera con tutto il contorno di assunzioni per amici e figli degli amici. Meglio non creare problemi quando è più facile tagliare un po’ di pensioni. Nuccio Natoli


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