Posta Militare n.93

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Posta militare e storia postale

Spedizione in abb. postale 70 % - C.M.P. di Padova - In caso di mancato recapito, ritornare al CMP di Padova per la restituzione al mittente. Contiene I.R.

RIVISTA DELL’A.I.C.P.M.

in questo numero:

Cartolina reggimentale del “San Marco”

Soldati italiani in Cina 1866/1946 di Valter Astolfi (seconda parte)

Tariffe delle carte punteggiate per ciechi di Grandinetti - Riboldi

I prigionieri di guerra e gli internati civili italiani in mano francese di Antonio Pasquini (prima parte)

Il colera nelle Legazioni Pontificie delle Romagne di Nello Bagni (prima parte)

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La censura postale italiana di Giancarlo Michelucci

L’Italia negli interventi oltremare a partire dagli anni ’50 di Gaetano Candia

Prigionieri ed internati austro-ungarici in Italia

dicembre 2004 XXX ANNO

di Franco Napoli

Quando “il pezzo” non fa una collezione di Mario Carloni


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INDICE

LA POSTA MILITARE

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è la rivista dell’Associazione Italiana Collezionisti Posta Militare Direttore responsabile: Piero Macrelli Redazione: Gian Franco Mazzucco via San Benigno 8 - 10036 Settimo Torinese Tel. 0118000100 - Cell. 3289061974 gianfrancomazzucco1@virgilio.it Registraz. Tribunale di Milano n. 560/97 Stampa: Tipo-Litografia Bertato Villa del Conte PD Spedizione in abb. post. Filiale di Padova Tiratura: 1.000 copie La rivista non è in vendita, ma destinata esclusivamente alla diffusione presso i soci e gli amici dell’AICPM. La collaborazione alla rivista è gratuita. Gli articoli firmati impegnano solo i loro estensori. Il materiale inviato non si restituisce. È permessa la riproduzione citando la fonte.

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Codice fiscale - Partita IVA: 02014180307 CCP: 49059124 intestato a AICPM, - CCB: n. 7470071, Carim, filiale corso Augusto, Rimini ABI: 6285; CAB 24202. Presidente: Piero Macrelli, CP 180, 47900 Rimini. tel. e fax 05.41.28.420; pmacrelli@adhoc.net Vicepresidente: Emanuele Gabbini via Matteotti 16 20020 Arese MI tel. 029381396; emanuele.gabbini@virgilio.it Vendite e scambi: Bruno Deandrea corso Panaro 4, 44012 Bondeno FE tel. 05.32.89.31.84. Mostre e manifestazioni: Ercolano Gandini via Gramsci 38 25010 Pozzolengo BS tel. 03.09.91.63.53. Rivista: Gian Franco Mazzucco Delegati regionali: Giorgio D’Agostino via Galilei 45, 00185 Roma tel. 0677200135 Segreteria: Roberto Mulazzani AICPM, CP 180, 47900 Rimini tel. e fax 054128420 pmacrelli@adhoc.net Delegati regionali Piemonte: Claudio Toscano via Pavese 4, 10044 Pianezza TO - tel. 0119672485 Liguria: Luca Lavagnino C.P. 178, 16043 Chiavari GE tel. 3474674132 Lombardia: Emilio Zucchi via San Senatore 4, 20122 Milano tel. 028051829 Veneto: Sergio Colombini C.P. 16, 37100 Verona tel. 045 8035580 Marche: Marco Donnini via Rubicone 18, 60020 Ancona tel. 3393418689 Lazio: Giorgio D’Agostino via Galilei 45, 00185 Roma Campania: Aniello Veneri via Olevano 62, 84091 Battipaglia SA tel. 0828304638 Calabria: Franco Napoli Nuova Focà CP 51, 89040 Marina Caulonia RC tel. 096483635 - 3356226057

Editoriale Piero Macrelli Soldati Italiani in Cina 1866/1946 (2a parte) Valter Astolfi Tariffe delle carte punteggiate per ciechi Francesco Grandinetti - Francesco Riboldi I prigionieri di guerra e gli internati civili italiani in mano francese (1a parte) Antonio Pasquini Il colera nelle Legazioni Pontificie delle Romagne nel periodo 1831-1855 (1a parte) Nello Bagni La Censura postale italiana all’epoca della Prima guerra mondiale Giancarlo Michelucci L’Italia negli interventi oltremare a partire dagli anni ’50 Gaetano Candia Prigionieri ed internati austro-ungarici in Italia Franco Napoli Quando “il pezzo” non fa una collezione Mario Carloni

Aggiornamenti cataloghi 58 59

Franchigia militare italiana (1912-1946) G. Cerruto - R. Colla Occupazioni ed annessioni italiane nella seconda guerra mondiale Valter Astolfi

Rubriche 62 65

Segnalazioni a cura di Valter Astolfi Annunci

Vita sociale 38 57 60 61 64

Volumi disponibili Ricordo di Ruggero Benussi Colloqui coi soci Emanuele M. Gabbini Risultati Mostra Sociale 2004 Vita sociale

Inserzioni 2a cop. 3a cop. 4a cop. 4 6 18 38

Principato di Monaco Poste Italiane Bolaffi Centro del Collezionismo Piem Ipzs Veronafil

In copertina: Cartolina reggimentale del battaglione “San Marco”

Quota sociale per il 2005: € 40

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di Liana Carlon Fragiacomo Trieste - Via Piccolomini, 3/D - Tel. 040.635312 - Fax 040.635984 e-mail: info@centrodelcollezionismo.com http://www.centrodelcollezionismo.com

Dal 1980 vendite all’asta di tutti i settori del collezionismo In ogni catalogo un ampio settore dedicato alla storia postale classica e moderna


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EDITORIALE Piero Macrelli

on la puntualità che ci siamo imposti, e che spero riusciremo a mantenere in futuro, anche questo numero della rivista è stato spedito nei tempi previsti. La risposta molto positiva data alla richiesta di articoli ci permette di preparare i numeri della rivista con un buon anticipo sui tempi di stampa e di calibrarne il contenuto, con una buona miscela fra articoli di posta militare e di storia postale in genere, così da interessare il maggior numero possibile di lettori. Come vedrete anche le segnalazioni e i quesiti sono aumentati, tanto da decidere di affidare la rubrica a Valter Astolfi a cui potete inviare direttamente il materiale, testo e fotocopie a colori dei pezzi: Valter con la sua grande esperienza risponderà direttamente sulla rivista o pubblicherà la risposta preparata da qualche esperto del settore in oggetto oppure chiederà ai lettori di rispondere ai quesiti. Anche gli annunci finalmente sono decollati, inviati da circa cinquanta soci; vi ricordo che saranno pubblicati su tre numeri consecutivi e invito tutti a continuare ad inviarne, contribuendo così allo scambio tra soci che molti di voi hanno auspicato nei questionari. Con tutto questo la rivista, oltre all’aspetto grafico, anche nei contenuti sta ormai avvicinandosi molto a quella che avevamo in mente quando, col numero 91, abbiamo cambiato corso. La vendita ha pure avuto un ottimo impulso, tanto da raddoppiare quasi il numero dei lotti e con un buon aumento dei settori rappresentati, come richiesto da molti soci; accontentati anche coloro che hanno richiesto la pubblicazione di foto almeno dei pezzi più importanti, ferma restando la possibilità di richiedere fotocopie; un test interessante sarà vedere come sarà accolta la novità costituita dalla presenza di alcune collezioni, base di partenza per iniziare quei settori, e di alcuni lotti di letteratura, richiesti da diversi soci. E veniamo alle iscrizioni: l’obiettivo per il 2004 era di quattrocento soci e lo abbiamo raggiunto e decisamente superato, ma sono certo converrete con me che il numero potenziale di iscritti ad una Associazione come la nostra è molto, molto più alto. Darsi come obiettivo il raddoppio, cioè ottocento soci, è probabilmente azzardato ed eccessivo, quasi impossibile da raggiungere, ma le imprese più difficili sono anche le più stimolanti, le più divertenti e quelle che danno più soddisfazione. Diversi soci, non tantissimi per la verità, hanno risposto al miniquestionario sull’operazione “Un nuovo socio per ogni socio”, idea quasi banale: se ogni socio iscrivesse un nuovo socio l’obiettivo del rad-

doppio sarebbe già raggiunto. Tutte le risposte pervenute ritengono il progetto interessante e con buone possibilità di riuscita (non mi illudo che tutti i soci la pensino allo stesso modo: probabilmente chi non è d’accordo si è astenuto dal rispondere); invece sulla seconda domanda le risposte si sono quasi equamente divise sulle tre possibilità per cui il C.D. ha deciso di attuare tutte e tre le ipotesi: il rinnovo della quota d’iscrizione 2005 per chi iscriverà contemporaneamente un nuovo socio sarà ridotta da 40 a 20 euro; i cinque soci che avranno inviato il maggior numero di nuove iscrizioni saranno premiati con pubblicazioni e fra tutti coloro che ne avranno iscritto almeno uno saranno estratti a sorte premi anch’essi consistenti in pubblicazioni, fra cui l’ormai mitico “Le poste militari in Africa” pubblicato dall’AICPM nel 1978 e introvabile da moltissimi anni. Allegata alla rivista trovate la scheda d’iscrizione 2005 che può essere utilizzata sia per il rinnovo normale a 40 € che per il rinnovo a 20 € con la contemporanea nuova iscrizione: importante è che con la scheda venga trasmessa, per posta o per fax, la fotocopia della (o delle) ricevuta relativa al versamento. Trovate anche allegato l’elenco semplificato dei soci aggiornato al momento di andare in macchina: oltre ad essere una anticipazione sul volume “AICPM 1974-2004” che verrà distribuito il prossimo anno, vi sarà utile per individuare gli amici collezionisti non ancora iscritti all’Associazione: basterà segnalarci l’indirizzo e provvederemo ad inviare copia omaggio della rivista. Da non trascurare l’idea di una iscrizione regalo a qualche amico per le prossime feste. Parteciperanno all’estrazione dei premi che avverrà durante la prossima Assemblea tutte le schede rinnovo più nuova iscrizione pervenute entro il 30 marzo 2005. Per quanto riguarda l’Assemblea e la Mostra sociale trovate la cronaca a cura di Gabbini più avanti: due belle giornate con interessanti incontri e una bella esposizione per le quali un cordiale ringraziamento va agli attivissimi amici del Circolo Banino. I soci che hanno richiesto aiuto per montare le proprie collezioni ed esporre possono scrivere in Segreteria indicando il titolo della collezione e saranno messi in contatto con soci esperti di quel settore che li seguiranno con consigli e suggerimenti. Per finire siamo al lavoro per preparare il sito dell’Associazione su Internet: spero di potervi comunicare la sua apertura quanto prima. Non mi resta che salutarvi cordialmente e augurare a voi e alle vostre famiglie un buon 2005.

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storia postale italiana e di tutto il mondo specialisti in storia postale pontificia presenti ai maggiori convegni italiani ed esteri Corrispondenza: c.p. 171 - 06034 Foligno Tel. (+39) 335 6588677 - Fax (+39) 0742 352047 E-mail: info@piem.it


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Soldati italiani in Cina 1866/1946 Seconda parte: dalla prima guerra mondiale al Trattato di pace Valter Astolfi

a nominare Pu Yi (ultimo discendente della dinastia Manciù) a capo del Manchukuo (dal 1931 questa regione era diventata uno stato satellite del Giappone in Manciuria). Si arrivò quindi a quella che è passata alla storia come la “Lunga marcia”. In quella vicenda, a cavallo tra il 1934 ed il 1935, circa 100.000 soldati comunisti abbandonarono il Jiangxi incalzati dall'esercito nazionalista e dopo aver percorso circa 10.000 km. si misero in salvo nella zona dello Shaanxi. Fu durante questa marcia che Mao Zedong fu consacrato a capo del movimento e dell'esercito comunista. In quegli anni, rispetto ai suddetti avvenimenti, la situazione per gli italiani si mantenne abbastanza tranquilla (fig. 30). Per la prima volta, nel 1922, l'incrociatore Libia giunse in circumnavigazione in Cina; di lì a poco e per qualche anno, seppure saltuariamente, sarebbe stata questa la principale zona d'operazioni per la nave

5° periodo - Dagli anni post prima guerra mondiale all'invasione giapponese del 1937 Storia Fu questo il periodo dei “signori della guerra” e del conflitto tra nazionalisti e comunisti. Approfittando del vuoto di potere del governo centrale, i generali ed i governatori delle province cinesi arrivarono a gestire in proprio i diversi territori. Così, nel 1926, l'esercito nazionalista di Canton (con a capo Chiang kai Scek) marciò verso le province del nord per sconfiggere i potentati locali; la spedizione ebbe successo e la sede del Governo fu pertanto trasferita a Wuhan. Nel 1927 iniziò la lunga guerra tra comunisti e nazionalisti. Nel 1934, approfittando della situazione, il Giappone riuscì

Fig. 30 Cartolina fotografica con una veduta dell'interno della Concessione italiana a Tien-Tsin durante le esercitazioni dei nostri soldati.

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Fig. 31 3.11.1922 Cartolina da Shanghai con il bollo della R.N.“ Libia”.

Tien-Tsin con il piroscafo Venezia che era giunto in Cina scortato dalla R.N. Alessandro Volta. La situazione si normalizzò dopo qualche mese e tale rimase, seppure contrassegnata da continue tensioni, fino al 1931 quando i rapporti tra Cina e Giappone sfociarono in aperto conflitto; nel frattempo era nuovamente arrivata in Cina la nave Libia (fig. 33). Questi fatti determinarono una nuova ricostituzione della Divisione Navale E.O. ed il conseguente invio in Cina delle navi Trento ed Espero (quest'ultimo in sostituzione del Muggia che nel 1929 era affondato a causa di un incidente). Con l'Espero arrivò in Cina anche un'altra compagnia del “San Marco” che fu sbarcata a Shanghai. Si giunse così all'1.5.1932, data in cui fu firmato un armistizio fra Cina e Giappone. A quel punto, le forze italiane in Cina si trovavano così dislocate: il Battaglione a Tien-Tsin; la Guardia alla Legazione di Pechino (fig. 34); una compagnia del “San Marco” a Shanghai (dove il Comando aveva affittato una caserma in Robinson Road, nelle vicinanze del Consolato); un drappello a Shan-hai-kwan; un altro drappello a Pei-ta-ho (dove c'era una stazione radio). Continuavano inoltre ad operare in Cina le cosiddette navi stazionarie. In questa situazione si arrivò all'epoca della prima crisi

(fig. 31). Nel 1923 le lotte interne cinesi, qualche rigurgito di xenofobia ed il conflitto latente tra Cina e Giappone consigliarono di rinforzare il nostro contingente militare in Cina. Così, nel 1924, fu deciso di inviare in estremo oriente le navi Libia e San Giorgio per ricostituire la Divisione navale ed una compagnia di fanteria di marina da prelevare dal reggimento “San Marco”. Il 31.12.1924 arrivarono pertanto a Shanghai, con la nave San Giorgio, 110 marinai del “San Marco” che assieme alle compagnie fornite dallo stesso San Giorgio e dalla Libia (queste due navi rimasero in Cina negli anni 1924/25) andarono a formare il “Battaglione italiano in Cina” (ufficialmente, il battaglione fu costituito il 5 marzo 1925); detto battaglione fu accasermato a Tien-Tsin dove, nell'aprile del 1926, fu inaugurata la caserma “Ermanno Carlotto” (fig. 32). Tra il 1926 ed il 1927 ripresero le turbolenze tra le opposte fazioni cinesi vicino a Shanghai e così pure i moti antibritannici e antigiapponesi in varie località della Cina. Fu pertanto deciso di rinforzare i presidi nella Concessione internazionale di Shanghai. Per l'Italia arrivò ancora la nave Libia e poi il cacciatorpediniere Muggia (marzo 1927). Subito dopo arrivò anche un nuovo contingente di 200 marinai del “Battaglione San Marco”; questi uomini arrivarono a

Fig. 32 Una foto con veduta della caserma “Carlotto” a Tien-Tsin.

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Fig. 33 23.4.1932 Lettera dalla Cina con il bollo della R.N.“ Libia” ed il contrassegno di franchigia “Regie Poste / Comando / Superiore Navale in / Estremo Oriente”.

con l'Etiopia e quindi alla decisione di lasciare inalterata la forza operante in Cina; pertanto, al richiamo in patria dell'Espero e della Libia fece seguito la sostituzione con la nave coloniale Lepanto e con l'incrociatore Quarto (fig. 35). Nell'autunno del 1935 il Quarto rimpatriò e rimasero in Cina solo il Lepanto ed il Carlotto. Posta Il Battaglione San Marco ebbe in dotazione vari bolli amministrativi (di diversa foggia) con la dicitura “Battaglione Italiano in Cina” (normalmente accompagnato dallo stemma di Stato); come bolli postali ebbe invece un bollo a due cerchi con lunette vuote sopra e sotto il datario e la dicitura “BATTAG. ITALIANO IN CINA* TIENTSIN*” (fig. 36) ed un contrassegno ovale di franchigia con la dicitura “REGIE POSTE / BATTAGLIONE / ITALIANO IN CINA / TIENTSIN”

e stemma di Stato. L'inoltro delle corrispondenze per i nostri soldati in Cina continuava ad essere svolto attraverso il servizio della marina militare; pare addirittura che anche le nostre navi passeggeri con scalo a Shanghai si avvalessero di questo servizio. Per il Battaglione San Marco fu predisposta anche una cartolina reggimentale che dalla parte della figura reca, appunto, la dicitura “Battaglione Italiano in Cina” (fig. 37).

6° periodo - Dal conflitto cino - giapponese (1937/45) all’inizio della seconda guerra mondiale Storia La conflittualità che da tempo contrapponeva il Giappone e la Cina sfociò in una vera e propria guerra

Fig. 34 L'entrata della Legazione italiana a Pechino (da una cartolina illustrata).

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nell'estate del 1937, quando i giapponesi sbarcarono un corpo di spedizione a Shanghai. In seguito ai combattimenti subito scoppiati in città risultò in pericolo anche la colonia di occidentali che a quell'epoca viveva nella Concessione Internazionale (circa 2.280 persone, tra le quali gli italiani erano 46). A protezione della Concessione fu pertanto deciso di inviare una forza internazionale così composta: 2.500 inglesi; 1.400 americani ed 800 italiani circa. L'incrociatore Montecuccoli partì pertanto da Napoli il 27.8.1937 ed a tempo di primato giunse a Shanghai il 15 settembre. Come forze di terra fu invece deciso di inviare a Shanghai un battaglione dei Granatieri di Savoia che come dislocazione già si trovava geografi-

camente più vicino al luogo delle operazioni; esso si trovava infatti in A.O.I.. La Divisione Granatieri di Savoia (basata su due reggimenti di tre battaglioni ciascuno) era stata costituita nel 1936 con personale volontario ed ai primi del 1937 era stata inviata ad Addis Abeba con funzioni di Guardia al Viceré. Il battaglione si imbarcò il 27 agosto sul piroscafo Conte Biancamano e giunse a Shanghai il 14 settembre; era composto da 741 uomini (24 ufficiali, 45 sottufficiali e 672 tra graduati e truppa). Subito, questo contingente, assieme ad un plotone di marinai del Montecuccoli, prese posizione sulla linea di difesa (a fianco degli alleati); in tal modo la Concessione risultò indenne dall'offensiva finale dei giapponesi, che iniziò in ottobre e

Fig. 35 25.10.1933 Cartolina illustrata da Taku con il bollo della R.N. “Quarto”.

Fig. 36 6.2.1936 Lettera raccomandata dalla Cina con il bollo “Battag. Italiano in Cina Tientsin”. Al verso il bollo tondo amministrativo con stemma di Stato “Battaglione Italiano in Cina Comando”.

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Fig. 37 Cartolina reggimentale del “San Marco” (sul bordo la dicitura “Battaglione Italiano in Cina”).

Fig. 38 1.5.1933 Lettera dalla Cina con il bollo della R.N. “Seb. Caboto”.

Fig. 39 6.10.1938 Lettera dalla Cina con il bollo “Battaglione Granatieri Savoia E.O.”.

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Fig. 40 Medesimo bollo della lettera precedente usato in data 22.11.1938, pochi giorni prima che il Battaglione venisse imbarcato per il rimpatrio. Sulla lettera anche il contrassegno di franchigia “Regie Poste / Comando / Batt. Granatieri Savoia / in Estremo Oriente”.

si concluse il 12.11.1937 con l'occupazione della città. Dopo questi fatti la situazione ritornò abbastanza presto alla normalità e così il 28 novembre il battaglione fu rimpatriato con imbarco sul piroscafo Conte Verde, diretto a Brindisi; nel frattempo era ripartito anche il Montecuccoli, diretto in Australia e poi in Giappone. Dopo la partenza dei Granatieri di Savoia il presidio del “Battaglione San Marco” a Shanghai fu portato a 220 uomini; a questo scopo furono inviati a Shanghai altri 50 marò e tre ufficiali che arrivarono nel dicembre del 1938 con il Colleoni. Si giunse così alla vigilia della seconda guerra mondiale. A quella data erano presenti in Cina le sole navi Lepanto e Carlotto; era invece cessato nel 1939 l'impiego della Caboto come nave stazionaria (fig. 38).

quelle spedite fino alla primavera del 1938) risulta bollato in transito a Napoli oppure anche a Brindisi; evidentemente, i dispacci contenenti la corrispondenza (regolarmente affrancata con la tariffa interna) venivano caricati sulle navi e poi affidati al servizio postale civile quando queste arrivavano nei porti italiani. I bolli che si trovano usati come annullatori dei francobolli su queste lettere e cartoline non bollate all'origine sono normalmente i seguenti: “Napoli / Concentramento Poste”; “Napoli Ferrovia A.O. / (Raccomandate N° 2)”; “Brindisi Transiti / Arr. e Part.”. Per i Granatieri in Cina fu approntata anche una cartolina reggimentale che dalla parte dell'indirizzo reca l'intestazione (su tre righe)“10° Reggimento Granatieri di Savoia / Savoia - Italia - Impero / Battaglione in Estremo Oriente” (fig. 41). Questa stessa cartolina esiste anche con la sola veduta senza intestazione e righe dalla parte dell'indirizzo: veniva usata come omaggio e per segnare i posti a tavola nei ricevimenti offerti dal Comando di Battaglione. Considerato il breve periodo di permanenza in Cina di questo battaglione, risulta ovviamente interessante anche la corrispondenza spedita dal paese al fronte (fig. 42).

Posta I Granatieri di Savoia in Cina ebbero in dotazione un bollo postale a data (tipo “Guller”) con la dicitura “BATTAGLIONE GRANATIERI SAVOIA E. O.” (fig. 39); pare però che questo bollo sia stato messo in uso solo molto tardi (forse a metà settembre del 1938). Pertanto, per circa un anno, il battaglione inoltrò la propria posta prima con il solo bollo amministrativo (il più ricorrente è in gomma del tipo a due cerchi con stemma di Stato al centro e dicitura “BATTAGLIONE GRANATIERI DI SAVOIA - SHANGAI”) e poi con il bollo ovale di franchigia. Quest'ultimo è noto in due versioni: il primo con la dicitura “REGIE POSTE / COMANDO / 10° REGGIMENTO GRANATIERI / DI SAVOIA” ed il secondo con la dicitura “REGIE POSTE / COMANDO / BATT. GRANATIERI SAVOIA / IN ESTREMO ORIENTE” (fig. 40) (entrambi con stemma di Stato). Sia i bolli amministrativi che i contrassegni di franchigia sono noti come annullatori dei francobolli (italiani) applicati sulla corrispondenza. A questo proposito si può anche aggiungere che un certo numero di lettere e cartoline (almeno

7° periodo - Dall'inizio della seconda guerra mondiale all'8.9.1943 Storia Poco prima dello scoppio della guerra le forze italiane in Cina erano ridotte al minimo e nell'incertezza di quello che sarebbe potuto accadere fu pertanto deciso l'invio di rinforzi; questi furono definiti in un aumento degli effettivi del nostro Battaglione da 220 a 430 uomini. Il 4.4.1940 giunse pertanto a Shanghai (con il piroscafo Conte Verde) un nuovo contingente del “San Marco”.

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Fig. 41 Recto e verso della cartolina reggimentale preparata per i Granatieri di Savoia in Cina. Spedita da Shanghai in data 20.4.1938 ma bollata in transito a Brindisi in data 29.5.1938.

Dopo questo riassestamento il battaglione fu diviso in quattro distaccamenti e nell'aprile del 1940 si trovava così distribuito: 180 uomini a Tien-Tsin; 30 uomini alla stazione radio di Pechino; 20 uomini a Shan-hai-kwan ed i restanti 200 a Shanghai nella Concessione internazionale dove c'era anche il Comando navale per l'E.O. All'inizio della guerra i militari inglesi e francesi lasciarono le loro concessioni per riparare nei possedimenti più vicini e rimasero quindi in Cina solo i giapponesi, gli italiani e gli americani. Anche questi ultimi furono poi costretti a lasciare il paese quando scoppiò la guerra con il Giappone. Sul piano militare gli effetti della guerra non arrivarono mai a coinvolgere i nostri soldati in Cina e quindi la loro permanenza in quello scacchiere fu relativamente tranquilla, a parte le difficoltà di convivenza con i giapponesi. Con la caduta dell'A.O.I. arrivarono in Cina anche le navi Calitea II (ex Ramb II) ed Eritrea sfuggite alla cattura da parte degli inglesi; quest'ultima era la nave destinata all'appoggio dei sommergibili italiani operanti nell'Oceano Indiano. L'Eritrea giunse a Shanghai il 28.8.1941 ma poi lasciò le acque cinesi per ritornare nella zona di Singapore per soccorrere i nostri sommergibili che dalla base di Bordeaux cercavano di arrivare in Giappone (benché interessantissima, la storia di questi sommergibili non rientra nel presente articolo in quanto non arrivarono mai in Cina).

parte della Germania, la via di passaggio attraverso la “Transiberiana” divenne infatti impraticabile. Nel dicembre, dopo Pearl Harbour, con l'entrata in guerra degli Stati Uniti, anche le vie marittime non furono più facilmente percorribili; ne derivò pertanto il blocco quasi totale dei collegamenti con la Cina. Nell'ambito delle comunicazioni postali l'unica via ancora percorribile era quella telegrafica ma, come si

Posta Dopo l'entrata in guerra dell'Italia, l'unica posta che si conosce proveniente dalla Cina è quella con il bollo del Battaglione “San Marco” e delle nostre navi (Figg. 43, 44). La situazione si complicò radicalmente nel giugno del 1941; a quel punto, con l'invasione della Russia da

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Fig. 42 30.5.1938 Corrispondenza tra militari, da fronte a fronte. Dalla guerra di Spagna al Battaglione Granatieri di Savoia in Cina.

Fig. 43 11.7.1940 Cartolina illustrata dalla Cina con il bollo della R.N. “Colleoni”. La cartolina è affrancata con un francobollo di Libia, evidentemente acquistato a suo tempo dal mittente oppure ancora nelle disponibilità del Commissario di bordo come residuo di una scorta fatta in colonia.

Fig. 44 13.2.1941 Lettera con il bollo della R.N. “Lepanto”. Spedita da un marò del Batt. “San Marco”.

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può ben immaginare, questa strada era costosa e non a tutti accessibile (fig. 45, 46).

Mentre succedevano questi fatti i giapponesi avevano circondato in forze tutti i distaccamenti italiani intimando la resa delle armi. La situazione per i nostri militari stava quindi volgendo verso una dura prigionia quando, il 18 settembre, arrivò la notizia del discorso di Mussolini da Radio Monaco dove annunciava la nascita della R.S.I. Questa nuova situazione consentì ai giapponesi di porre un ultimatum ai nostri soldati: o con la R.S.I. o prigionieri. Forse a causa della grande lontananza dalla madrepatria e della consapevolezza di cosa avrebbe significato la prigionia sotto i giapponesi, quelli che scelsero la strada della prigionia furono molto pochi. A Shanghai furono infatti solo 29 quelli del “San Marco” che rifiutarono di aderire alla R.S.I.; per loro e per gli equipaggi delle navi si aprì pertanto la strada della prigionia in un campo coreano (secondo i giapponesi, con l'autoaffondamento delle navi, gli equipaggi avevano già manifestato la loro scelta). A Tien-Tsin, su 202 presenti furono invece 34 quelli che rimasero fedeli al Re; anche per questi, naturalmente, la sorte fu quella della prigionia più dura. L'internamento avvenne prima nella stessa Tien-Tsin (fino al marzo 1944) e poi nei campi di Kiang-wan

8° periodo - Dall’8.9.1943 alla firma del Trattato di pace (Parigi, 10.2.1947) Storia Alla notizia dell'armistizio (giunta alla stazione radio di Pechino) le navi italiane si comportarono in conformità agli ordini trasmessi da Supermarina (Roma): autoaffondamento, distruzione degli archivi e consegna degli equipaggi in caserma in attesa di ulteriori istruzioni. Nelle acque di Shanghai si autoaffondarono pertanto il Carlotto ed il Lepanto (e così pure il piroscafo Conte Verde) mentre il Calitea II fece lo stesso a Kobe (nel 1944 queste navi furono rimesse a galla dai giapponesi ed il Carlotto prese il nome di Narumi, il Lepanto il nome di Okitsu ed il Conte Verde il nome di Kotubi Maru). In base agli ordini, gli equipaggi di queste navi si rifugiarono a Shanghai nella caserma del “San Marco”. Riuscì invece a fuggire la nave Eritrea che si diresse verso Ceylon per consegnarsi agli inglesi.

Fig. 45 - Telegramma di un marinaio della “Lepanto” spedito da Shanghai a Vercelli; giunto in data 3.8.1943. Salvo eccezionali instradamenti con navi o sommergibili, il servizio telegrafico era l'unica strada per comunicare con l'Italia dopo lo scoppio della guerra tra la Russia e la Germania e conseguente chiusura della via della Siberia attraverso la ferrovia “Transiberiana”. 15


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Fig. 46 - Telegramma come il precedente, da Tien-Tsin ad Albissola (Sv), giunto in data 18.8.1943. sono pertanto compresi gli equipaggi delle navi (o una parte di essi) che, in base a quanto sopra, dovevano invece aver seguito la sorte di coloro che erano rimasti fedeli al Re. Evidentemente, una parte degli equipaggi aveva subito un trattamento diverso. Si può inoltre osservare che questi uomini, essendo ancora in Cina nell'aprile del 1946, non avevano beneficiato dell'iniziativa promossa dal nostro Governo il quale, nell'ottobre del 1945, aveva inviato la nave Eritrea a fare un giro di recupero del personale italiano disperso in quello scacchiere. In ogni caso, dal confronto delle suddette notizie si rileva che coloro che aderirono alla R.S.I. rimasero in E.O. un po' più a lungo di quelli che invece furono subito imprigionati. Di loro si sa che non furono certo mantenuti in armi ma che furono invece adibiti a lavori di manovalanza nei cantieri navali, ecc. Dal gennaio 1944 i giapponesi considerarono questi nostri militari come civili all'estero di un paese amico; come tali, liberi di andarsene. Qualcuno ci provò riuscendo a sistemarsi in Cina e ad arrivare alla fine della guerra. Dal punto di vista politico nel 1944 ci fu anche la rinuncia alle Concessioni italiane in Cina. Secondo gli impegni derivanti dalle alleanze, già nel gennaio del

(presso Shanghai) e Feng-Tai (presso Pechino); furono poi trasferiti in Manciuria ed in Corea. Nel luglio del 1945 furono definitivamente trasferiti in Giappone (assieme ad americani, inglesi e norvegesi) e ripartiti nei campi di prigionia di Omori, Ofuna, Shinagawa, Denon-che-fu, Komanai, Kawasaki, Nishin e Warabi (tutti compresi tra Tokio e Yokohama), dove rimasero fino alla fine della guerra. Il 30.8.1945 furono infatti imbarcati sulla nave ospedale U.S.S. Benevolence che li trasportò prima a Okinawa e poi a Manila; qui arrivarono in 75 in quanto, nel frattempo, si erano aggiunti quelli provenienti da altri campi. Alla fine di ottobre furono ancora trasferiti a Honolulu, in un campo per prigionieri italiani, dove rimasero fino al gennaio del 1946, quando furono imbarcati per Napoli, via Panama. Le suddette notizie, tratte dai testi pubblicati dall'Ufficio Storico della Marina Militare, contrastano in parte con altre che si ricavano invece dal “Bollettino d'informazione sui prigionieri di guerra” edito dal Governo italiano nell'aprile del 1946. In tale Bollettino si legge infatti che a quella data sono ancora 276 i prigionieri italiani in Cina e precisamente: 184 del Battaglione “San Marco”, 70 della nave Lepanto, 18 della nave Carlotto e 4 della nave Calitea. Nel numero

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Fig. 47 13.9.1946 Lettera raccomandata aerea (recto e verso) spedita da Tien-Tsin in Italia da un componente dell'Ambasciata d'Italia. Il mittente indica nelle generalità “Ex Concessione Italiana”. I francobolli cinesi risultano asportati, probabilmente dalla censura, anche se sulla lettera non figurano timbri o fascette di tale servizio. La lettera giunge in Italia il 29.9.1946.

ri della repubblica sociale. Evidentemente, attraverso il servizio della Croce Rossa e/o dei prigionieri di guerra era possibile tenere un contatto con il resto del mondo mentre con le normali comunicazione questo era impossibile. Secondo alcune testimonianze pare che ai prigionieri i giapponesi abbiano consentito una sola volta (secondo alcuni, forse due) di scrivere ai loro cari; la frequenza dell'invio di notizie a casa (e viceversa) è invece rientrata nella norma solo dopo la fine della guerra, con l'arrivo degli americani. La ripresa delle comunicazioni postali con l'estremo oriente è avvenuta agli inizi del 1946 ma un regolare collegamento aereo con la Cina è iniziato solo a metà anno (Bollettino PP.TT. n. 16 del 1.6.1946). Le corrispondenze dirette in Cina dovevano essere concentrate a Napoli ed il trasporto avveniva con le aviolinee olandesi della “X.L.M”; è probabile che anche la posta in arrivo seguisse lo stesso instradamento (fig. 47). (Fine)

1943 il Governo italiano aveva dichiarato la sua disponibilità alla revoca delle concessioni. Tale rinuncia fu poi confermata nel 1944 sia dal Governo del Re sia da quello della R.S.I.; l'uno nei confronti del Governo di Chiang kai Scek, alleato degli Stati Uniti e dell'Inghilterra, l'altro nei confronti del Governo cinese filo-giapponese. La rinuncia ufficiale e formale (questa volta non più con un atto bilaterale) avvenne a Parigi con il Trattato di Pace del 10.2.1947. Posta Dopo l'8.9.1943 la posta dalla Cina si può dividere tra quella spedita dal gruppo (il più numeroso) di coloro che hanno aderito alla R.S.I. oppure di coloro che sono rimasti fedeli al re i quali, per questo motivo, diventarono prigionieri di guerra. Malgrado il confronto dei numeri faccia pensare il contrario, si conosce qualche corrispondenza da parte dei prigionieri e nulla invece per quanto riguarda i milita-

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Tariffe delle carte punteggiate per ciechi: nuove evidenze conclusive Francesco Grandinetti - Francesco Riboldi

al punto di vista postale, con “carte punteggiate per ciechi” si intendono le corrispondenze viaggiate ed impresse su fogli di cartoncino spesso mediante caratteri "puntinati" incisi, di solito col metodo Braille. Per questo specifico tipo di comunicazioni epistolari, già a partire dai primi anni del XX secolo (Legge del 9/7/1905 n. 374), furono concesse particolari agevolazioni tariffarie equiparando tale corrispondenza alle stampe periodiche che all'epoca scontavano una tariffa di due centesimi (fig. 1). Le ragioni che portarono al provvedimento furono dettate oltre che da considerazioni di tipo umanitario

anche, e non ultimo, dal fatto che il particolare tipo di scrittura necessitava di supporti di una certa consistenza e quindi costituiti, per lo più, da carta spessa o cartoncino i quali, ovviamente, comportavano pesi che dal punto di vista delle tariffe postali avrebbero penalizzato in modo ingiusto questa categoria di utenti. Con la legge del 2/7/1912 n. 748, e successivo R.D. del 6/2/1913 n. 142, comparve per la prima volta la specifica voce tariffaria “Carte puntinate dei ciechi”, con la quale questi oggetti postali ebbero una propria tariffa ridotta (2 centesimi), calcolata per porti di un chilo, con notevole riduzione tariffaria anche per la sopratassa di raccomandazione, che veniva fissata a 10 centesi-

D

Fig. 1 Carta punteggiata spedita da Firenze per città il 6/12/1907 ed affrancata in tariffa stampe per 2 Centesimi. È la prima data a noi nota di una scrittura “braille” spedita in tariffa stampe.

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Fig. 2 - Lettera con scrittura “braille” spedita da Siena per Firenze il 23/03/1913, affrancata per 2 Cent. È la prima data a noi nota di una scrittura “braille” spedita in tariffa “Carte punteggiate per ciechi”. zio interno bisognò attendere fino al 1° di ottobre del 1957 con l'introduzione del D.P.R. 5/9/57 n. 855 , mentre la voce tariffaria “Carte dei ciechi” fu definitivamente soppressa dal primo settembre del 1959 (D.P.R. dell'8/8/59 n. 675) in conseguenza della già citata concessione della franchigia totale per la corrispondenza ordinaria e raccomandata. A questo punto l'argomento delle tariffe per ciechi in Italia sembrerebbe definitivamente concluso, in quanto suffragato da puntuali disposizioni di legge via via succedutesi nel tempo, come fino a qui riportato. Tuttavia ci è sempre rimasta una certa perplessità nell'accettare il fatto che, secondo la legge, dal primo aprile del '54 al 30 novembre del '57, un cieco che spediva una lettera in braille in Italia dovesse affrancare per una lira (più le due lire della eventuale raccomandazione), mentre inoltrando la stessa missiva all’estero non dovesse pagare nulla, in quanto poteva fruire della

mi (figg. 2 e 3). Questa forma di corrispondenza mantenne il diritto all'agevolazione tariffaria per tutto il periodo in cui essa rimase soggetta all'obbligo di affrancatura, ovvero fino al 1954, anno in cui, a fronte di una tariffa ordinaria di 25 lire ed una soprattassa di raccomandazione di 55 lire, la corrispondenza dei ciechi scontava rispettivamente tariffe di 1 e 2 lire (fig. 4). A seguito degli accordi internazionali raggiunti in sede U. P. U. il 13/3/54, si stabilì che dal 1° Aprile 1954 le carte per ciechi venissero ammesse alla circolazione tra i vari stati in totale esenzione di tassa e che l'esenzione riguardasse anche l'eventuale diritto di raccomandazione. Sulla base di quanto sopra riportato la maggioranza degli studiosi dell' argomento ha sempre sostenuto che, sebbene la corrispondenza per l'estero godesse della franchigia postale, per l'applicazione di questa al servi-

Fig.3 Carta punteggiata raccomandata spedita da Ongina (CT) a Firenze sempre in tariffa ciechi (2+10 Cent.) del 9/8/1927.

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Fig. 4 Bustina contenente cartoncino in scrittura punteggiata (1947) in tariffa ciechi (1 Lira).

una grande quantità di corrispondenza viaggiata in franchigia (in Italia) senza mai subire sanzioni di qualsivoglia natura, sia riconducibile ad una errata interpretazione della legge e che 1'errore interpretativo fosse non solo dei singoli utenti, ma anche delle varie Unioni Provinciali dei Ciechi che, tra l'altro, oltre ad utilizzare i timbri di esenzione, li fornivano pure ai loro iscritti. Inoltre aggiungono che andrebbe tenuta in adeguata considerazione anche una certa forma di “tolleranza”, verosimilmente da attribuire a motivi pietistici ed umanitari, che la gran parte degli impiegati postali mostrava nei confronti di queste specifica corrispondenza,. Francamente la cosa ci è sembrata poco probabile. Per di più non ci hanno mai convinto le varie spiegazioni avute relativamente al valore attribuito al “Telegramma Circolare” del 13 marzo 1954 che, sempre secondo alcuni, proprio perché recante la stessa data in cui veniva stabilita la franchigia per le corrispondenze dirette all'estero, avrebbe contribuito a generare confusione avvalorando, conseguentemente, la tesi dell' errore interpretativo. Le nostre perplessità hanno trovato ulteriore alimento in ciò che, oltre alla già citata presenza di numerosi documenti del periodo viaggiati per 1'interno in esenzione e non tassati, ci appariva come un incongruità e, se vogliamo, una vera ingiustizia da parte di un sistema che da sempre aveva riservato alle carte per ciechi particolari agevolazioni postali, indipendentemente dalla loro destinazione. Un primo elemento di chiarezza l'avemmo consultando

franchigia postale secondo gli accordi sanciti in sede U. P. U. La curiosità indotta da questa apparente "anomalia" ci ha portato a riesaminare tutto il nostro materiale, quello di altri amici collezionisti, nonché tutti i documenti rintracciabili nei vari cataloghi di vendite o aste. Alla fine di questo lavoro il dato che ci emergeva con chiarezza era che le carte ciechi spedite in Italia durante questo periodo e non affrancate erano in misura decisamente preponderante; inoltre tutte quelle che avevamo potuto vedere vennero inoltrate a destino senza subire alcuna tassazione. In tutti questi casi il mittente giustificava 1'invio in franchigia scrivendo a mano “Carta punteggiata per ciechi. Esente dalle tasse postali”, o frasi simili. Oppure giustificava l' esenzione mediante l'uso di timbri, generalmente forniti dalle locali U.I.C. (Unioni Italiane Ciechi), che riportavano frasi di analogo significato (fig. 5). In alcuni casi, infine, i timbri contenevano la frase: “Carte punteggiate per ciechi. Esenti dalle tasse postali a norma Tel. Circ. 13 marzo 1954 n. 6680” (fig. 6). Coloro i quali hanno fino ad oggi sostenuto la tesi dell'esenzione solo per le missive dirette all'estero ritengono che quanto da noi verificato, ovvero l'esistenza di

Fig. 5 Carta punteggiata spedita da Firenze per Cosenza il 28/12/54, senza affrancatura, con impresso sul fronte uno dei tanti timbri richiamanti l'esenzione dalle tasse postali

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Fig. 6 Tipo di timbro di cui si fa cenno al Telegramma Circolare del 13/3/1954.

1'estero, e che pertanto a partire dal 1° Aprile dello stesso anno detta corrispondenza dovesse fruire del predetto beneficio, previa indicazione sul fronte che richiamasse la particolarità della corrispondenza. Quest'ultima parte chiarisce anche il perché delle scritte apposte a mano o con i vari timbri di fattura privata che normalmente appaiono sul fronte degli involucri. Alla luce di quanto sopra esposto, riteniamo sia giusto correggere quanto fino ad ora si è pensato e scritto sull'argomento, essendo ormai dimostrato che la franchigia postale per le carte ciechi, in funzione di quanto promulgato in sede U.P.U. il 13/3/54 e delle conseguenti disposizioni dell'amministrazione centrale seguite dalle circolari delle varie amministrazioni provinciali (dirette a tutti gli uffici postali) del Marzo del 1954, ebbe decorrenza dal primo aprile 1954, sia per la corrispondenza interna che per quella estera.

una recente pubblicazione di un noto studioso di tariffe postali: in essa si afferma che le carte dei ciechi, con decorrenza 13 marzo 1954, “viaggiano in esenzione di tasse postali; devono portare per l'interno l'indicazione ...., e per l’estero l’indicazione....”. A sostegno della sua affermazione 1'autore cita appunto la circolare telegrafica n. 6680 del 13 marzo 1954, e la relativa fonte documentale “Il nuovo riepilogo postelegrafonico” di G. Battaglia, aggiornato a tutto il 1955. Non avendo potuto reperire questo testo, la nostra ricerca si è orientata verso 1' ormai famoso telegramma circolare del '54. Eravamo convinti che, a questo punto solo il "Telegramma Circolare", date le sue caratteristiche di dispaccio comunemente utilizzato per diffondere indicazioni o note interpretative inerenti le varie disposizioni di legge riguardanti il servizio postale, ci avrebbe dato gli elementi per una più sicura interpretazione. Grazie all'aiuto di un amico, appassionato studioso di cose di posta, abbiamo trovato la Circolare n. 31 emessa dalla Direzione Postale Provinciale di Savona il 15 Marzo del 1954 di cui riportiamo copia (fig. 7). Dalla lettura della circolare risulta chiaramente ed inequivocabilmente come, sulla base dell' art. 38 della Convenzione di Bruxelles (13/3/1954), fosse prossima l'emanazione di un provvedimento per l'esenzione postale delle carte dei ciechi sia per l'interno che per

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE - Catalogo Unificato di Storia Postale, Ed. 2002-03. - Filanci-Angellieri: “I Servizi Postali in Italia: 1861-85”. - Giovanni Micheli: “Le Tariffe Postali Italiane: 18622000”. Ringraziamo sentitamente gli amici Emanuele Gabbini ed Enrico Bertazzoli per la preziosa collaborazione dataci nell'opera di ricerca e per gli utilissimi consigli.

Fig. 7 - Testo del Telegramma Circolare n° 31 del 15/3/1954.

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I prigionieri di guerra e gli internati civili italiani in mano francese Prima parte

Antonio Pasquini

ome vedremo nel corso di questa trattazione il tema dei prigionieri di guerra ed internati civili italiani in mano francese è molto articolato e complesso. Mi sono avvalso sia di testi italiani, che trattano quasi sempre l' argomento in modo del tutto marginale, sia di articoli francesi, che attingono anche a fonti archivistiche locali. Come già ho accennato nei miei precedenti articoli sui prigionieri di guerra anche questo studio, pur rappresentando una sintesi organizzata e coerente di quanto sono riuscito a reperire sull' argomento, non può considerarsi completo. Sono quindi grato fin d'ora a quanti vorranno aiutarmi a migliorarlo, fornendomi eventuali ulteriori informazioni/studi in loro possesso Cercherò di trattare l'argomento suddividendolo per periodi, per Area geografica e per tipologia di internamento, secondo la seguente ripartizione:

C

B: internati civili - periodo da settembre 1940 a novembre 1942 C: internati civili - periodo da novembre 1942/maggio 1943 a luglio 1946 D: prigionieri di guerra - periodo da novembre 1942/maggio 1943 a luglio 1946 I PARTE AREA METROPOLITANA E POSSEDIMENTI FRANCESI NEL MONDO FRANCIA 1A INTERNATI CIVILI NEL PERIODO COMPRESO FRA LA DICHIARAZIONE DI GUERRA DA PARTE DELL' ITALIA (10 GIUGNO 1940) E L’ARMISTIZIO (24 GIUGNO 1940)

1 - AREA METROPOLITANA Nell’anno 1940 si trovavano in FRANCIA ben 750.000 civili Italiani, di cui 350.000 naturalizzati francesi di 1ª generazione e 250.000 di 2ª generazione. Al momento dell’attacco italiano, con le truppe tedesche ormai alle porte di Parigi, le Autorità Francesi non potevano ovviamente procedere all’internamento di un tale numero di persone. Si limitarono quindi ad internare solamente i “fascisti notori”, già da tempo individuati e schedati: circa 20000, secondo fonti italiane. Già a partire dal 10 giugno furono improvvisati, nelle principali città, numerosi centri di raccolta e da questi, attraverso campi di transito e smistamento, gli internati italiani furono poi trasferiti nei campi definitivi. Per molti di loro la liberazione avvenne 3/4 settimane dopo l’armistizio. Per tutti, secondo le testimonianze dell'epoca, il trattamento fu molto duro.

A: internati civili - periodo da 10 giugno 1940 a 24 giugno 1940 B: prigionieri di guerra - periodo da giugno 1944 a luglio 1946 2 - POSSEDIMENTI FRANCESI NEL MONDO A: internati civili - periodo da 10 giugno 1940 a 24 giugno 1940 B: prigionieri di guerra - periodo da I° semestre 1941 a primavera 1946 3 - NORD AFRICA (ALGERIA, MAROCCO, TUNISIA) A: internati civili - periodo da 10 giugno 1940 a 24 giugno 1940 23


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Fig. 1 Campo per internati civili di San Cyprien.

Sono noti i seguenti CAMPI DI RACCOLTA: SEDE CITTÀ

N° INTERNATI

1 - CASERMA MARGHERITA RENNES 2 - ISTITUTO "MON ANGE " CL. FERRAND 3 - STADIO J. BUCHAYER GRENOBLE 4 - STADIO GERLAND RENNES 5 - CASERMA GASSERAS MONTAUBAN 6 - PRIGIONE LA FAYETTE NANTES 7 - CASERMA CHANMBERY CHAMBERY 8 - STADIO MUNICIPALE TOULOUSE 9 - PRIGIONE MILITARE TOULOUSE 10 - SCUOLA VETERINARIA TOULOUSE 11 - STADIO DI BUFFALO PARIS 12 - STADIO ROLAND GARROS PARIS 13 - STADIO PERSING PARIS 14 - STADIO COLOMBES PARIS 15 - PRIGIONE DI FRESNES PARIS 16 - PRIGIONE DI SEMLIS PARIS 17 - ALBERGO ATLANTIC MARSEILLE 18 - ALBERGO ANTOUN MARSEILLE Sono noti i seguenti CAMPI DI TRANSITO: SEDE CITTÀ 19 - FORTE S. CATERINE 20 - FORTE CARRE' 21 - FORTE S. NICOLE 22 - FORTE S. MICHEL 23 - ARENA DI BEZIERS 24 - ? 25 - CASTELLO DI SERIEGE 26 - ? 27 - ? 28 - ? 29 - ? 30 - ? 31 - ? 32 - ?

100 ? 800 100 ? 80 200 300 300 12

3000

40

N° INTERNATI

TOULON ANTIBES MARSEILLE MARSEILLE BEZIERS FUNAY CRUGY ARGELES SERIEGE MAZERES NANTES CL. FERRAND LYON ST.JEAN LE LUC

1500 750 3000 ? 4000 100 ? ? ? 800 ? ? ? ? 24

INVIATI AI CAMPI DI TRANSITO - DEFINITIVI FUNAY ST. GERLAND MAZERES MAZERES MAZERES MAZERES -

NANTES

-

ST.CYPRIEN ST.JORDARD ST.JORDARD ST.JORDARD MONTECH MONTECH COURGY MONTECH MONTECH -

VERNET RENNES

INVIATI AI CAMPI DEFINITIVI

ST. CYPRIEN ST. CYPRIEN ST. CYPRIEN ST. CYPRIEN ST. CYPRIEN ST. CYPRIEN ST. CYPRIEN LE BLANC ST. CYPRIEN MONTECH VERNET/RENNES ST. JORDARD/HURIEL/LA GENEP. COURGY DOUHET


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Sono noti i seguenti CAMPI DEFINITIVI: CITTÀ N° INTERNATI CHIUSURA

PROVENIENTI DA CAMPI DI TRANSITO RACCOLTA

1 - VERNET

1000

19 luglio

2 - ST. CYPRIEN (fig. 1)

4200

dal 10 al 18 luglio

3 - ST. JORDARD

3000

dal 28 al 30 giugno

4 - HURIEL 5 - LA GENEPRIERE

100

24 giugno

6 - MONTECH

800

25 giugno

7 - CASCARET 8 - COURGY 9 - RENNES 10 - LE BLANC 11 - LA BRACONE

760 ? ? ? ?

19 luglio 24 luglio ? 22 giugno 26 giugno

12 - DOUHET

240

27 giugno

? ? 12 ? ? ? ? ? ? ?

? 28 giugno ? ? ? ? ? ? ? ?

13 - MONTREUIL 14 - LIBOURNE 15 - REMOULINS 16 - BRIANCON 17 - ST. RAPHAEL 18 - LE LUC 19 - LA CIOTAT 20 - BRAM 21 - LES MILLES 22 - GURS

NANTES PARIGI TOULON MARSEILLE MARSEILLE ANTIBES BEZIERS FUNAY RENNES CRUGY SERIEGE CL. FERRAND ST. GERLAND - GRENOBLE RENNES CL. FERRAND MAZERES MAZERES MAZERES MAZERES MAZERES LYON NANTES ARGELES ?

BAYONNE (TR.?) BYARRITZ (TR.?) LE LUC HENDAJE (TR.?) ? ? ? ? ? ? ? ? ? ?

Fig. 3 Cartolina postale dal campo prigionieri di guerra n° 155 di St. Marthe.

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MONTAUBAN NANTES TOULOUSE TOULOUSE CHAMBERY PARIS ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ?


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Fig. 2 - Biglietto postale spedito dal campo prigionieri di guerra n째 153 di Hyeres.

Fig. 4 - Messaggio della Croce Rossa di Ginevra alla famiglia di un prigioniero che si trova nel campo n째 10 di Ajaccio.

Fig. 5 - Cartolina postale del campo prigionieri di guerra n째 162 di Rivesaltes.

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Fig. 6 - Messaggio urgente della Croce Rossa dal campo prigionieri di guerra n° 162 di Rivesaltes.

Fig. 8 - Libretto personale dal campo prigionieri di guerra n° 182 di Germignan.

1B PRIGIONIERI DI GUERRA NEL PERIODO COMPRESO FRA LO SBARCO DEGLI ALLEATI IN FRANCIA (GIUGNO 1944 ) ED IL TERMINE DEL RIMPATRIO (LUGLIO 1946)

Fig. 9 - Cartolina postale spedita dal campo prigionieri di guerra n° 182 di Germignan.

Secondo Flavio Conti (testo citato in bibliografia) i militari italiani internati in Francia ammontavano a circa 35.000. La maggior parte di essi (circa 30.000) era costituita da quei soldati della 4a Armata i quali, disarmati dai Tedeschi dopo l' 8 settembre, non erano stati inviati in Germania ma erano rimasti al loro seguito come ausiliari o combattenti volontari e che, ricatturati dagli Americani dopo lo sbarco, erano stati consegnati ai Francesi. La restante parte (circa 5000) era costituita da ex prigionieri dei tedeschi in Germania i quali, liberati dagli Alleati alla fine della guerra, erano stati ricatturati dai Francesi al passaggio della loro frontiera, lungo la via del rimpatrio. Non sono riuscito a rintracciare finora alcun elenco specifico relativo ai campi in cui essi furono internati. Esiste un elenco dettagliato di campi per prigionieri dell' Asse (cioè per Italiani e Tedeschi, questi ultimi ovviamente in grande maggioranza) che però purtroppo, pur indicando le presenze totali, non ne specifica la relativa nazionalità. Lo riporto indicando in grassetto corsivo quelli che ospitarono sicuramente militari Italiani, avendone rintracciato i relativi documenti postali.

Fig. 7 - Modulo per spedizione pacchi (simile a quello usato dagli internati militari italiani in Germania) spedito dal campo prigionieri di guerra n° 171 di Sables (scritto sul verso).

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98 - MAZERAY 4300 99 - ROYAN 2800 901 - ST MARTIN DE RE' 1200 N° 10 REGION MILITAIRE (STRASBOURG) 101 - MUTZIG 12100 102 - COLMAR 13900 103 - HAGUENAU 11300 104 - MULHOUSE 12200 105 - STRASBOURG 9400 N° 11 REGION MILITAIRE (RENNES) 111 - LAMBALLE 5200 112 - CONPER 4100 113 - CHATEAULIN 3100 114 - LANNIRON 3200 115 - ST. SERVAN-SUR-MERE 2900 116 - PLEYBER-CHRIST 2400 117 - LA-LANDE-D'OUEE 2300 118 - LE PARGO 12800 119 - ERQUY 1000 1101 - RENNES 3500 1102 - RENNES 16000 N° 12 REGION MILITAIRE (LIMOGES) 121 - ST. PAUL-D'EJIAUX 4500 123 - LA TREMOUILLE 6100 124 - GUERET 2400 125 - BRANTONE 3700 126 - ? ? 127 - LE DEFENS-CHATEAUROUX 4100 N° 13 REGION MILITAIRE (CL. FERRAND) 131 - CLERMOND FERRAND 6600 132 - ST. BONNET-TRONCAIS 7900 133 - BRIOUDE 3000 134 - MAURIAC 1800 135 - CLERMOND FERRAND 7100 N° 14 REGION MILITAIRE (LYON) 141 - FORT-DE-FEYZIN ? 142 - THOL 7700 143 - CAMP DE NOVEL-ANNECY 5800 144 - AIX-LES-BAINS 6500 145 - GRENOBLE 8500 146 - VALS-LES-BAINS 4400 147 - MONTELIMAR 4800 148 - SAINT-ETIENNE 6300 N° 15 REGION MILITAIRE (MARSEILLE) 151 - ST. MARTHE 4300 152 - AUBAGNE 10200 153 - HYERES (fig 2) 8800 154 - AVIGNON 3600 155 - ST. MARTHE (fig 3) 5700 156 - LA VALETTE 8700 157 - DIGNE 2700 158 - GAP 3300 159 - NICE 5600 10TA - AJACCIO (fig 4) 4800 N° 16 REGION MILITAIRE (MONTPELLIER) 161 - LARZAC 8000 162 - RIVESALTES (fig 5 - 6) 12700 163 - LARZAC 1600

N° 1 REGION MILITAIRE (LILLE) - N° PRIG. 11 - BARLIN 9600 12 - DANNES ( HESDIN ? ) 6900 13 - DUNKERQUE 7000 14 - DOUAI 9100 15 - LENS 7600 16 - VALENCIENNES ? N° 2 REGION MILITAIRE (AMIENS) 21 - LAON 7800 22 - ST.GERMAIN-LA-POTERIE 6300 23 - SALEUX 7400 24 - MOUZON 4800 N° 3 REGION MILITAIRE (ROUEN) 31 - DAMIGNI 20300 32 - LE GRAND-QUEVILLY ? 33 - DIEPPE 11500 34 - FLEURY-SUR-ORNE 6400 301 - CHERBOURG 11900 N° 4 REGION MILITAIRE (ANGERS) 41 - AMBOISE ? 42 - EVRON ? 43 - MONTOIRE-DE-BRETAGNE ? 44 - NANTES ? 401 - CAMP D'AUVOURS ? 402 - THOREE-LE-PINS ? 403 - MULSANNE ? N° 5 REGION MILITAIRE (ORLEANS) 51 - ORLEANS 7400 52 - BOURGES 5400 53 - BLOIS 6100 54 - LE COUDRAY 21000 501 - LE COUDRAY 502 - VOVES 10000 N° 6 REGION MILIT.(CHALON-SUR-MARNE) 61 - LANGRES 10800 62 - ST. MENEHOULD 6300 63 - BRIENNE-LE-CHATEAU 11400 64 - VITRY-LE-FRANCOIS 5500 N° 7 REGION MILITAIRE (BESANCON) 72 - DANNESP ? ? N° 8 REGION MILITAIRE (DIJON) 80 - FORT D'HAUTEVILLE 9400 81 - FORT-DE-LA-MOTTE-GIRON ? 82 - CHALON-S-SAONE 8900 83 - NEVERS (AUXERRE?) 9700 84 - AUXONNE 4700 85 - BESANCON 6000 87 - BELFORT 12000 88 - LONS-DE-SAUNIER 5500 89? - LA TOCHE-S-YON ? N° 9 REGION MILITAIRE (TOURS) 91 - POITIERS 7300 92 - LA-ROCHE-SUR-RHONE 2900 93 - PRIN-DEYRANCON 3900 94 - ANGOULEME 7000 95 - MONTENDRE 3500 96 - ROUILLE' 900 97 - LA ROCHELLE 8500

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164 - ALES 11200 165 - MONTPELLIER 7900 N° 17 REGION MILITAIRE (TOULOUSE) 171 - CAMP DE SABLES (fig 7) 9800 172 - LE VERNET 5200 173 - CASTRES 5400 N° 18 REGION MILITAIRE (BORDEAUX) 181 - ARDENOS-LE-BANS 1100 182 - GERMIGNAN (fig 8-9) 1200 183 - ST MEDARD-EN-JALLES 14100 184 - SOULAC-SUR-MER 4400 185 - LABOUEYRE 6600 186 - BAYONNE 4800 N° 19 REGION MILITAIRE (BORDEAUX) N° 20 REGION MILITAIRE (NANCY) 201 - POUJEUX 15800

202 - VAUCOULEURS 203 - BAR-LE-DUC 204 - LUNEVILLE 205 - BACCARAT 2001 - EPINAL N° 21 REGION MILITAIRE (METZ) 211 - METZ 212 - ST. AVOLD 213 - SARREBOURG 2101 - SARRABLE N° 22 REGION MILITAIRE (PARIS) 221 - FORT-DE-CORMEILLES 222 - FORT-DE-NOISY 224 - ERREUX 231 - ?

600 6800 11800 2300 1400 17000 10000 5000 5100 5000 9100 ? ?

POSSEDIMENTI FRANCESI 2 A - INTERNATI CIVILI NEL PERIODO COMPRESO FRA LA DICHIARAZIONE DI GUERRA DA PARTE DELL'ITALIA (10 GIUGNO 1940) E L' ARMISTIZIO (24 GIUGNO 1940) Anche nei possedimenti Francesi, già a partire dall' 11 giugno 1940, le Autorità locali procedettero all'arresto ed all' internamento dei civili Italiani colà residenti (circa 1500 persone). In particolare furono considerati prigionieri di guerra sia i 31 componenti l'equipaggio della nave Semien, in quel momento ancorata a Dakar, sia i 12 militari dell' Aviazione Italiana appena arrivati a Gibuti. - MICH-NIEH - TARTOUSS

AFRICA ORIENTALE SENEGAL - internate 154 persone: 31 prigionieri di guerra, 78 civili, 45 sorvegliati speciali Si conoscono i campi di: - DAKAR - SEBIKOTANE - RUFISQUE

ASIA - internate 77 persone ANNAN CAMBOGIA Si conoscono i campi di: - PHNOM PEHN COCINCINA TONCHINO

AFRICA EQUATORIALE internate 52 persone: 51 civili, 1 sorvegliato speciale OUBANGUI CHARI CONGO Si conoscono i campo di: - BRAZZAVILLE - DUNANDJI - KARTOUM GABON Si conosce il campi di: - LIBREVILLE TOGO - internata 1 persona CAMERUN - internate 59 persone Si conoscono i campi di: - BATSCHENGA ISOLE REUNION - internate 2 persone MADAGASCAR - internate 65 persone: 12 prigionieri di guerra, 33 civili, 20 sorvegliati speciali Si conoscono i campi di: - AMBATOLAMPI - MORAMANGO - TAMATAVE

OCEANIA internate 7 persone: 6 civili, 1 sorvegliato speciale NUOVA CALEDONIA AMERICA MARTINICA - internate 34 persone Si conosce il campo di: - LAZARET GUADALUPA - internate 87 persone Si conoscono i campi di: - BASSE-TERRE - RICHEPANSE GUYANA - internate 34 persone Si conosce il campo di: - FORT CEREPOU

La liberazione degli internati avvenne con notevole ritardo rispetto alla data dell’armistizio ed in tempi diversi a seconda del paese detentore. I rimpatrii furono pochi e comunque con tempi molto lunghi, soprattutto per la scarsità dei mezzi di trasporto disponibili.

LIBANO - internate 700 persone Si conoscono i campi di: 29


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2 B - PRIGIONIERI DI GUERRA NEL PERIODO COMPRESO FRA L' ATTACCO ALLA LIBIA DA PARTE DELLE TRUPPE DELLA FRANCIA LIBERA (1° SEMESTRE 1941) E LA FINE DEI RIMPATRI (PRIMAVERA DEL 1946)

erano discrete; il vitto, simile alla razione francese, era sufficiente. La scarsità d'acqua e le cattive condizioni sanitarie causarono però una elevata mortalità (circa il 10%). I prigionieri lasciarono il campo a novembre 1945 e, attraverso molte tappe (Yaoundè, Dakar, Casablanca, Orano, Saida), arrivarono a Napoli soltanto 7 mesi dopo. La creazione dei campi di FORT ARCHAMBAULT e di BERBERATI, distanti da FORT LAMY circa 500 e 900 Km, fu probabilmente motivata sia dall’esigenza di ridurre le difficoltà di mantenimento dei prigionieri, spostandoli in zone agricole e pastorali, sia dalla necessità di utilizzare mano d'opera specializzata in zone carenti di risorse locali, impiegate in guerra. Infatti in quelle zone furono aperti anche numerosi cantieri stradali di comunicazione con il Camerun, il Ciad e l’Oubangui-Chari

I circa 1000 militari italiani internati nell’AFRICA EQUATORIALE FRANCESE (CIAD ed OUBANGUI-CHARI) furono catturati in LIBIA dalle truppe della Francia Libera, al comando del Generale Leclerc. Le principali battaglie in cui caddero prigionieri i nostri soldati furono quelle di Cufra, la cui guarnigione si arrese nel marzo 1941, e quelle del Fezzan, di febbraio/marzo 1941 e di dicembre1942/gennaio 1943. Tutti gli Ascari, soldati indigeni inquadrati nell'esercito italiano, furono disarmati e lasciati liberi di ritornare nei loro villaggi. I militari italiani, invece, attraverso i campi di transito di CUFRA e di FAYA LARGEAU, furono inviati a FORT LAMY e di qui, attraverso il campo di transito di PALLA, smistati nei campi definitivi di FORT ARCHAMBAULT e di BERBERATI

Fig. 10 - Lettera spedita dal Maggiore Landri, comandante del campo di Berberati nell’Oubangui-Chari.

Si conoscono i seguenti CAMPI DI TRANSITO: - CUFRA - FAYA LARGEAU (CIAD) - PALLA (CIAD) Si conoscono i seguenti CAMPI DEFINITIVI: - FORT LAMY (CIAD) Era il capoluogo della regione militare del CIAD e quartier generale dello Stato Maggiore della Francia Libera - FORT ARCHAMBAULT (CIAD) - BERBERATI (OUBANGUI CHARI) fig. 10, 11, 12. A metà 1941 erano presenti nel campo 77 prigionieri, saliti a 250/300 ad inizio 1943. Il comandante italiano del campo era il Maggiore Landri. Le condizioni di vita

Fig. 11 - Biglietto postale spedito dal campo di Berberati nell’ Oubangui-Chari.

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Il colera nelle Legazioni Pontificie delle Romagne nel periodo 1831-1855 Alcuni aspetti di prevenzione e disinfezione postale Prima parte

Nello Bagni

l colera colpì gli stati italiani con diversa intensità nei periodi 1831-32, 1835-37, 1848-49 e 1854-55. La prima grande epidemia colerica del XIX secolo in Italia, ebbe inizio nel luglio 1831 nel territorio milanese fra le truppe austriache di stanza nel Regno Lombardo-Veneto: le prime segnalazioni sono del 26 luglio ed indicano i focolai della malattia nelle cittadine di Abbiategrasso e Magenta, nonchè nella stessa Milano. La causa stava probabilmente nell'afflusso di truppe imperial-regie che, provenienti dai Balcani, ove il morbo era quasi endemico, erano venute a dare il cambio ai reparti che erano stati impiegati nella repressione dei moti rivoluzionari della precedente primavera che avevano interessato, partendo dalla Romagna, quasi tutto lo stato pontificio. Immediatamente nelle 4 legazioni pontificie delle "Romagne" le commissioni sanitarie provinciali si attivarono per dare particolari istruzioni specialmente in relazione alla prevenzione, alle commissioni e deputazioni sanitarie comunali delle province. Una di queste consisteva (circolare n. 918 del 16 settembre 1831) nell'accordare alle commissioni comunali di Sanità il permesso di rilasciare e vidimare i certificati o le fedi di Sanità per persone e merci che partissero dal circondario dei rispettivi comuni per dirigersi fuori dello Stato. Tali certificati venivano rilasciati su appositi moduli stampati e venivano richiesti ai richiedenti solo 2 bajocchi per rimborso spese di carta e stampa (fig. 1). Inoltre finchè il colera non oltrepassava i confini d'Italia, gli abitanti dei comuni di frontiera che giornalmente passavano il confine per ragioni di lavoro erano

dispensati da tale certificato. Già nel luglio 1831 avuto notizia che il colera dalla Galizia e dall'Ungheria stava minacciando i confini del Regno Lombardo Veneto, il Presidente della Commissione Sanitaria, il Conte Camillo Grassi, Pro-Legato di Bologna, facendo seguito al Regolamento Sanitario per prevenire qualunque emergenza contagiosa e per le cautele e discipline all'opportunità, emanato a Roma il 20 agosto 1831 dal Cardinale Bernetti, Segretario di Stato e Prefetto della “Sagra Consulta” (1), ottenne di istituire in data 27 agosto una Commissione Straordinaria di Sanità per il Colera composta da professori dell'Università di Bologna e da medici illustri. Tale commissione, di concerto col Superiore Governo tramite la Sacra Consulta, prese una serie di determinazioni circa la macellazione e smercio delle carni, la nomina in ogni comune di una Commissione Sanitaria Comunale col compito di eseguire tutte le misure di precauzione diramate dalla Commissione Sanitaria Provinciale, in particolare sulla provenienza di persone, animali e merci da luoghi infetti o sospetti. A tale proposito si dovevano applicare i regolamenti che disciplinavano i certificati di sanità (circolare n. 918 del 16 settembre 1831) e la disinfezione delle lettere e dei pieghi e di tutti gli oggetti sui quali cader potesse il più lontano sospetto che contenessero il temuto contagio. Come è noto infatti la carta assieme alla lana, vestiti, corda, alla pelle era ritenuta “materiale suscettibile” al contagio (2; 4). Trattandosi inoltre di malattia poco conosciuta, e poichè i medici che vivevano in campagna non avevano molte opportunità di leggere i molti scritti intorno alla malattia, la Commissione incaricò alcuni suoi membri di elaborare una breve istruzione

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Fig. 1 Fede di Sanità per viaggiatore, rilasciata dalla Commissione Provinciale di Sanità di Bologna nel 1831.

di confine (fig. 2) “ingiungendo” che le persone e merci che provenivano dall'estero per entrare nei Domini Pontifici dovevano passare solo attraverso vie consolari e corriere. Vennero inoltre riattivati i Lazzaretti, presidi sanitari in Ospedali, Conventi, ex Conventi, carceri. Questi si dividevano grosso modo in “Lazzaretti di degenza” per il ricovero e cura delle persone colpite dal Colera (situati in genere nelle città di maggiore importanza) ed in “Lazzaretti di osservazione” posti a breve distanza dai confini di stato (fig. 3), per la quarantena o contumacia dei passeggeri in entrata. Questi ultimi erano posti sulle principali strade di comunicazione o vie fluviali e per le Legazioni delle Romagne erano in tutto sei: - La Ca' vicino a Scaricalasino (ora Monghidoro) al confine col Granducato di Toscana sulla strada corriera per Firenze; - A Castel Franco sulla via Emilia al Confine col Ducato di Modena; - Alla Rovere (Forlì) sulla strada di Rocca S. Casciano per la Toscana. Inoltre a Pontelagoscuro, Stellata e Francolino (Ferrara) vi erano le stazioni sanitarie di confine col Regno Lombardo Veneto sul Po. Vi erano poi Lazzaretti e Stazioni di Contumacia Marittimi lungo le coste adriatiche con quarantena per le imbarcazioni a Goro, Ravenna, Cesenatico e Rimini. Con circolare n. 798 (senza data a stampa con manoscritto 6 settembre 1831) venne pubblicato il Regolamento Sanitario della Commissione Provinciale di Sanità per le Dogane di Confine nella provincia di Bologna. Tale circolare (fig. 4) è di fondamentale importanza per conoscere i regolamenti ed i metodi della disinfezione postale, in particolare gli Artt. 7, 8, 9, 10.

sul Cholera Morbus, che, approvata nella seduta del 7 settembre, fu pubblicata e diramata ai Comuni. La Commissione incaricò inoltre la medesima Deputazione di occuparsi di un progetto di Regolamento sanitario che venne approvato nel mese di ottobre e pubblicato come Regolamento sanitario generale intorno alle malattie epidemiche contagiose, e particolarmente a quella del Colera ora dominante. Il regolamento consisteva di cinque titoli. In particolare nel Titolo II si prescrivono le regole circa l'istituzione dei Cordoni sanitari, gli Ospedali per gli infetti ed i Lazzaretti di contumacia. I cordoni sanitari consistevano in uno sbarramento di truppe di linea e di volontari che impedivano l'accesso di persone e merci, sospetti veicoli di infezione. I cordoni sanitari erano di tre tipi: terrestri, fluviali e marittimi. Nel caso delle legazioni delle Romagne si avevano cordoni terrestri alla frontiera con il Granducato di Toscana a sud, col Ducato di Modena a nord-ovest; cordoni fluviali col Regno LombardoVeneto a nord, lungo il corso del Po; cordoni marittimi lungo tutta la costa adriatica dalle foci del Po a Cattolica. Contemporaneamente venivano attivate tutte le Dogane

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Fig. 2. - Lettera inviata dal Comandante della Dogana di Mesola (Ferrara) il 6 febbraio 1830 al priore dello stesso paese circa il controllo sanitario delle persone provenienti dalla Lombardia nella cui regione si erano manifestati casi di vaiolo. Come si vede anche per questa malattia in gran parte debellata grazie alla vaccinazione operata a partire dal periodo napoleonico veniva operato un servizio di controllo sanitario.

l’improvvisa apparizione del medesimo in Parigi, la Commissione sanitaria provinciale di Bologna in data 19 aprile 1832 raccomandò la vigilanza alle Commissioni di Sanità comunali diramando alle Dogane di confine ed agli uffici postali le opportune istruzioni per l'esatto adempimento delle prescrizioni già in vigore e relative ai certificati di Sanità ed alla disinfezione degli oggetti e delle lettere provenienti dai luoghi infetti o sospetti. Con la circolare n. 30 del 28 gennaio 1833 la Commissione provinciale di Sanità di Bologna abroga tutte le discipline sanitarie ai confini dello Stato Pontificio quali i cordoni sanitari, essendo venuta meno la minaccia del colera, rendendo pertanto libero l'ingresso a persone e merci provenienti dalla Francia, Inghilterra, Germania, Belgio ed altri stati europei. Contemporaneamente invita a cessare la disinfezione delle lettere per gli stati sopra nominati provenienti per la via di terra, conservando gli attrezzi all'uopo allestiti previo inventario per eventuali nuove emergenze. Si deduce pertanto che rimangono attivi i controlli sanitari per le persone e merci provenienti dal mare, segnatamente dal levante dove il colera era praticamente epidemico. Rispetto ai successivi periodi di epidemie coleriche non furono molti i bolli di disinfezione postale usati nel 1831-1832, tali bolli possono essere classificati in bolli di disinfezione a livello di direzione postale e bolli di disinfezione a livello di lazzaretto confinario.

Il sistema descritto nel Regolamento permetteva di disinfettare anche all'interno le corrispondenze, senza violare il segreto epistolare. Esso consisteva nell'incidere, con appositi “scalpelletti a taglio” che vennero inviati da Roma, le lettere stesse, sottoponendole poi a vapori di cloro per reazione chimica come descritto nella seconda parte del Regolamento (fig. 4). Mentre negli anni 1800-1825 molti erano favorevoli alla disinfezione con l'aceto e contrari al cloro, dal 1829 aumenta l'utilizzo di quest'ultimo da parte del Governo Pontificio e viene preferito in quanto lasciava intatto lo scritto, evitando le bruciature dovute a calore o gli sbiadimenti dovuti all'aceto. Lo Stato Pontificio fu il primo ad adottarlo come risulta dal Regolamento sanitario emesso dal Prefetto della Sacra Consulta a Roma il 20 agosto 1831. Numerose sono le circolari diramate dalla Commissione Provinciale di Sanità di Bologna per il buon funzionamento del cordone sanitario. Tra queste ricordo per esempio la circolare n. 1077 inviata al Priore di Crevalcore in data 2 ottobre 1831: ... i Corpi della Guardia Forense lungo il confine coll'estero debbono respingere persone, animali e merci non muniti di Fedi di Sanità e di tradurli nei Lazzaretti di Castelfranco e della Ca' qualora si fossero introdotti clandestinamente. In pratica l'autunno-inverno 1831 passò indenne per le Legazioni Pontificie. Nella primavera 1832 per il timore di una probabile invasione del colera, suscitato dal-

Fig. 3 Lettera spedita dall'Ispettorato Politico al Confine della Rovere (Forlì) sulla strada di Rocca S. Casciano per la Toscana dove era localizzato uno dei Lazzaretti di Osservazione.

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La necessità di una accurata disinfezione delle lettere portò ad una serie di problemi di tipo logistico. Infatti, come citato da Mainoldi (6), già il 14 settembre il marchese Valerio Boschi, Ispettore del III Circondario Postale, inviava una lunga lettera alla Direzione Statale delle Poste di Roma in cui si consigliava che la disinfezione avvenisse alle Dogane di confine dello Stato, ma solo all'esterno delle corrispondenze, avviando poi i singoli pacchi alle varie Direzioni postali, ove le missive sarebbero state disinfettate anche all'interno, con l'aiuto del personale sanitario locale. Questo era particolarmente facile a Bologna, poiché la sede della Commissione Provinciale di Sanità, della Dogana e la Direzione Postale erano tutte situate nell'ex convento di S. Francesco. Solo le direzioni postali di Bologna e Ferrara usarono bolli di disinfezione inchiostrati. Bologna usò un bollo in cartella ovale con scritto “PROVINCIA DI/disinfettata/BOLOGNA” (fig. 5) di colore nero o verdastronero, usato al fronte od al verso con o senza tagli per la disinfezione (bollo 1, Bologna, classificazione A.I.S.P. (5); bollo 13.1.1, classificazione De Zanche, (4). La presenza di una quarantina di lettere facenti parte di due corrispondenze provenienti dalla Francia e dirette a Bologna rispettivamente al dr. Paolo Silvani, patriota e banchiere bolognese esiliato in Francia in seguito ai moti del 1831 ed a Vincenzo Golfieri in casa Fava, che coprono il periodo 12 gennaio 1832 - 23 luglio 1833, permette di fare, anche se preliminare, una disanima sulla disinfezione delle lettere nel periodo in oggetto e sull'uso del bollo attestante la disinfezione. Le lettere provenienti dalla Francia sono disinfettate fino al 23 gennaio 1832, poi fino ai primi di aprile non presentano disinfezioni per riprendere con l’11 aprile fino al dicembre 1832 (fig. 6). Dalla fine di gennaio 1833 sulle lettere non ci sono più disinfezioni postali evidenziate dai tagli. Questo è in accordo colle circolari precedentemente descritte. Un altro aspetto che si è subito riscontrato è che non sempre alla disinfezione operata coi tagli (fig. 6) seguiva la sua certificazione col bollo ovale il quale è stato riscontrato solo sul 20 per cento delle lettere esaminate. Ferrara usò in questo periodo due bolli: circolare

"Ferrara/Netta Fuori/e dentro", di colore nero, al fronte od al verso di lettere con tagli o risigillature (bollo 1, Ferrara, classificazione A.I.S.P. (5); bollo 13.8.1., classificazione De Zanche (4); circolare “Ferrara/Netto Fuori/Sporco dentro”, al verso di lettere senza tagli nè risigillature, (bollo 13.8.2 classificazione De Zanche). Quest’ultimo bollo è segnalato solo da De Zanche usato in questo periodo. Per quanto riguarda il bollo circolare di Francolino “FRANCOLINO/NETTA FUORI/E/DENTRO”, non segnalato da De Zanche (4) come bollo di disinfezione postale su lettere e noto solo su passaporti, e segnalato nel catalogo A.I.S.P. (5) usato nel 1832 come bollo di disinfezione, riporto (fig. 8) parte di Passaporto emesso a Venezia il 20 settembre 1831 da Francesco I, Imperatore d'Austria a favore di Bernardo Tomea che da Zoppè (Belluno) si doveva recare a Ferrara “per industria”. Il passaporto venne utilizzato il 15 ottobre 1831 come risulta dalla certificazione con relativo bollo della I.R. Commissione di polizia nella Provincia di Rovigo e nel

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Fig. 4. - Regolamento Sanitario della Commissione Provinciale di Sanità per le Dogane di Confine nella Provincia di Bologna. Notasi il diverso trattamento circa la disinfezione postale per le lettere dirette ai “particolari” che erano disinfettate anche all'interno, rispetto alle lettere e plichi diretti ai rappresentanti del Governo, ai Consoli Esteri o a qualche personaggio di molto riguardo (sic!) che dovevano essere disinfettati solo all'esterno e portare segnato Nette fuori e sporche dentro.

Non mi risulta che altri bolli di disinfezione fossero usati in questo periodo se si esclude il bollo circolare “SANITÀ PROVINCIALE DI RAVENNA” lungo il bordo ed in centro “Netta/dentro e/fuori” che Fedele e Fioravanti (7) citano usato a partire dal 1832. C'è da segnalare infine che il bollo amministrativo in cartella ovale “COMMISSIONE SANITARIA/DI CESENA”, fu usato come bollo di disinfezione nel periodo di epidemie (1832-1836) probabilmente utilizzato a Cesenatico (A.I.S.P. classificazione 1. Cesena); anche De Zanche (4) lo riporta sempre usato su lettere provenienti da Cesenatico, ma segnalato nel luglio-settembre 1836. De Zanche (4) riporta inoltre che il bollo amministrativo con chiavi decussate e leggenda “COMMISSARIATO DI SANITÀ RIMINI”, è stato usato al verso di lettera con sigilli cartacei il 5 dicembre 1831 con manoscritto vista, netta dentro e fuori. Il Commissario Int.o G. Gherardi. Come conclusione si possono fare alcune considerazioni sull'uso della disinfezione delle lettere nelle legazioni pontificie delle Romagne nel periodo 1831-1832. Le lettere disinfettate provengono prevalentemente dal Regno Lombardo Veneto e dall'Impero Austriaco ed il materiale esaminato è relativamente scarso, al contrario di quello relativo alle successive epidemie coleriche. Per quanto riguarda i bolli di disinfezione utilizzati quello di Ferrara, netto fuori e sporco dentro assieme ai bolli di Francolino e Stellata debbono considerarsi molto rari.

successivo controllo posto al confine del Lombardo Veneto in data 16 ottobre. L'ingresso nello Stato Pontificio avvenne nello stesso giorno a Francolino dove accanto al bollo in cartella della “DOGANA DI/FRANCOLINO”c'è il bollo della disinfezione postale. Il fatto non meraviglia in quanto Francolino era uno dei luoghi di ingresso dal Lombardo Veneto nel cui territorio c'erano stati casi di colera tra le truppe austriache e del fatto che anche i passaporti erano soggetti a disinfezione postale come risulta, oltre che dai regolamenti sanitari, anche da una lettera inviata da un contumace presso il lazzaretto di Forte Urbano (Castel Franco) al proprio padre il 5 novembre 1835 (3). Per quanto riguarda il bollo circolare di disinfezione di Stellata, località posta al confine sul Po verso il Veneto ed il ducato di Modena, questo bollo è dello stesso tipo di Francolino, “STELLATA/NETTA FUORI/E/DENTRO” e viene segnalato da De Zanche (4) solo nel 1836 mentre il catalogo curato dall'A.I.S.P. (5) lo segnala usato dal 1831 al 1836. Da un altro passaporto consultato tale bollo risulta utilizzato il 17 ottobre 1831 assieme al bollo in cartella della DOGANA DI STELLATA.

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Fig. 5 Fronte e retro di lettera spedita da Avignone (Francia) in data 23 gennaio 1832 e diretta a Bologna dove arrivò il 2 febbraio. Presenta due tagli di disinfezione orizzontali, evidenziati colla matita, ed al verso il bollo ovale di Bologna attestante l’avvenuta disinfezione. La presenza del bollo PONT BEAUVOISIN, punto di ingresso in Italia attraverso il Moncenisio, ed il bollo rosso SAR, bollo posto a Milano per indicare il transito attraverso il Piemonte, permette di individuare il percorso della lettera: AVIGNONE-LION PONT BEAUVOISIN-CHAMBERYMODANE-TORINO-MILANO-PIACENZA-BOLOGNA, nonostante che la via AVIGNONE-MARSIGLIA-NIZZAVENTIMIGLIA-GENOVA fosse più breve. Al recto c'è il bollo ovale di controllo pontificio S.E.O.F. (Stati Esteri Oltre Frontiera) del 1° tipo. Il destinatario pagò 19 bajocchi.

Fig. 6 Fronte e retro di lettera spedita da Londra in data 27 marzo 1832 e diretta a Bologna per la via di Francia dove arriva l'11 aprile. La lettera presenta un solo taglio di disinfezione molto irregolare; come è noto in Francia stava ancora imperversando il colera. Il percorso è insolito: PARIGI - LIONE - PONT BEAUVOISIN - CHAMBERY TORINO - ALESSANDRIA - GENOVA - LIVORNO (FIRENZE) - BOLOGNA. Al recto si noti il bollo ANGLETERRE, posto in transito in Francia per indicare la provenienza ed i bolli di controllo per le lettere provenienti dall'estero opposti in transito a Livorno (Corrispondenza Estera da Genova ed al centro il giglio di Firenze) ed in arrivo a Bologna. Il destinatario pagò 27 bajocchi.

Fig. 7 Fronte e retro di lettera simile alla precedente (fig. 5), ma spedita da Parigi in data 1 dicembre 1832 ed arrivata a Bologna in data 12 dicembre. Presenta i tagli di disinfezione, ma non il bollo attestante la disinfezione stessa. Il destinatario pagò 23 bajocchi.

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BIBLIOGRAFIA CONSULTATA 1.- Archivio Comunale di Lagosanto (Ferrara) 2.- N. Bagni, Disinfezione postale in Europa e nell'area mediterranea. Atti del “42° Congresso della Società Italiana di Storia della Medicina”, Bologna, 2004, in stampa. 3.- N. Bagni, Mail disinfection in Italy during Cholera epidemic. Proceedings of 39th ISHM International Congress, Metaponto, 5-10 September 2004. 4.- L. De Zanche, Storia della Disinfezione Postale in Europa e nell'Area Mediterranea - Catalogo dei Bolli, Sigilli ed Annotazioni Manoscritte di Disinfezione dell'Area Mediterranea, Padova, stampato in proprio, 1997. 5.- A.I.S.P., Bolli e documenti di sanità dell'area italiana, Italphil, Roma, 1981. 6.- F. Mainoldi, La Posta nell'Ottocento; in: C. Fedele e F. Mainoldi, Bologna e le sue Poste, BC Tipolitografia, Bologna, 1980. 7.- C. Fedele e G. Fioravanti, Ravenna e le sue Poste, Longo Editore, Ravenna, 1977.

Fig. 8. Fronte e retro di Passaporto emesso a Venezia il 20 settembre 1831 da Francesco I. Per dettagli vedi testo. È riprodotta la parte riguardante il bollo di disinfezione postale di Francolino e della dogana di Francolino in data 16 ottobre 1831. Notasi la mancanza del bollo di disinfezione postale in data 6 marzo 1832 al ritorno nel Regno Lombardo Veneto, segno che erano venute meno le precauzioni sanitarie che verranno ripristinate nelle legazioni pontificie alla fine dell'Aprile 1832 al riapparire del colera in Francia.

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ASSOCIAZIONE FILATELICA NUMISMATICA SCALIGERA

VERONAFIERE

104 ª VERONAFIL manifestazione di FILATELIA, NUMISMATICA, CARTOLINE, TELECARTE, PICCOLO ANTIQUARIATO ED HOBBISTICA

27 - 28 - 29 maggio 2005 (Autorizz. Comune di Verona - Commercio e Attività produttive n. 19/2004 del 13.04.04)

Sede della manifestazione: Fiera di Verona, padiglione n. 8 ex 37 (uscita autostrada A-4 a Verona Sud)

INGRESSO LIBERO orari per il pubblico venerdì 27 maggio ore 10 -18; sabato ore 9 -18; domenica ore 9 -15 Informazioni particolareggiate potranno essere richieste all’Associazione Filatelica Numismatica Scaligera, casella postale 307, 37100 Verona. Tel. e fax 045.59.10.86, direttamente il mercoledì, giovedì e sabato 16,30-19; segreteria telefonica nel restante periodo. Sito internet: www.veronafil.it; veronafil@veronafil.it

1 0 5 ª Ve r o n a f i l : 2 5 - 2 6 - 2 7 n o v e m b r e 2 0 0 5

Volumi disponibili

Edizioni AICPM

1795-2000 DUE SECOLI DI STORIA DELLA POSTA attraverso i piani di 32 importanti collezioni E. GABBINI - 116 pagg. a colori - 21x29,7 - ed. 2002 - soci 25 €, non soci 50 €. In esaurimento. OGGETTI E SERVIZI POSTALI ITALIANI 150 anni di tariffe 1850-2000 - E. GABBINI - 215 pagine a colori - 21x29,7 - ed. 2003 VASTOPHIL - soci 25 €, non soci 50 €. STORIA DELL’UOMO E DELLA POSTA - E. GABBINI - 240 pagine a colori- 21x29,7 - ed. 2004 VASTOPHIL - soci 25 €, non soci 50 €. I nuovi soci iscritti nel 2005 (quota associativa 40 €) riceveranno il volume STORIA DELL’UOMO E DELLA POSTA in omaggio e possono richiedere il volume OGGETTI E SERVIZI POSTALI ITALIANI a 20 € comprese spese postali. I BOLLI DEGLI UFFICI POSTALI CIVILI DELLA LIBIA - P. Macrelli - 40 pagine b/n - 21x29,7 soci 10 €, non soci 25 €. Versamenti sul ccp 49059124 intestato AICPM: indicare nella causale i volumi richiesti. Edizioni della Federazione DAGLI ANTICHI STATI ALL’UNITÀ D’ITALIA - a cura di B. CREVATO-SELVAGGI - 173 pagine a colori 17x24 - Montecitorio 1999 - soci 25 €, non soci 40 €. In esaurimento. LA REPUBBLICA ITALIANA a cura di B. CREVATO-SELVAGGI - 414 pagine a colori - 21x29,7 Montecitorio 2003 - soci 20 €, non soci 30 €. ANNUARIO della filatelia italiana 1998 - 312 pagine - soci 15 €, non soci 30 €. In esaurimento. ANNUARIO della filatelia italiana 2004 - 328 pagine - soci 12 € non soci 25 €. I BOLLI DELL’AFRICA ORIENTALE ITALIANA - P. Macrelli, B. Crevato Selvaggi - 6 fascicoli inseriti in vari numeri di Qui Filatelia - 48 pagine - soci 10 €, non soci 25 €. Versamenti sul ccp 16401473 intestato a FSFI: indicare nella causale i volumi richiesti. I costi indicati comprendono le spese per spedizione ordinaria; per raccomandata aggiungere 2,35 €. 38


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La Censura postale italiana all’epoca della Prima Guerra Mondiale Giancarlo Michelucci

Circolare n. 13 - n. di protocollo 599875 Istruzione per l'esecuzione del servizio di censura delle corrispondenze postali

LA CENSURA DELLE COMMISSIONI PROVINCIALI SULLA CORRISPONDENZA CIVILE ALL’INIZIO DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE (giugno - luglio 1915)

A tutti gli Uffici, Ricevitorie e Collettorie del Regno. In relazione alla facoltà accordata al Governo di sottoporre a censura le spedizioni per l'interno e per l'estero effettuate dai privati per mezzo della posta, a datare dal giorno ………, e sino a nuovo avviso, gli uffici si atterranno alle disposizioni seguenti: Art. 1 Tutte le corrispondenze, di qualsiasi specie, comunque e dovunque impostate nel Regno, (fatta eccezione per quelle da distribuirsi nel distretto del rispettivo ufficio d'impostazione, le quali verranno trattenute per essere recapitate come nei tempi normali), debbono essere concentrate negli uffici del capoluogo della provincia alla quale appartiene l'ufficio d'impostazione. Nei capoluoghi di provincia, ove esiste l'ufficio postale

rima di entrare nel dettaglio sulla censura effettuata dalle Commissioni Provinciali sulla corrispondenza civile del maggio/luglio 1915, desidero riprodurre alcuni articoli della Circolare n. 13 della Direzione Generale delle Poste in quanto si può definire il primo atto predisposto in previsione dell’istituzione della censura postale (nel documento in mio possesso non è apposta la data e non è citato neppure il giorno in cui questa sarebbe stata attivata).

P

MINISTERO DELLE POSTE E TELEGRAFI Direzione Generale delle Poste Divisione 3a - Sezione 2a

Fig. 1 Il bollo speciale “Verificato per censura” modello base.

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Fig. 2 Lettera censurata a Belluno.

In quello b), le corrispondenze dirette a località delle rimanenti province del Regno e delle Colonie italiane. Nel mazzo c), le corrispondenze dirette all'estero. Nel mazzo d), le corrispondenze ufficiali di servizio governativo2. Le corrispondenze spedite da Sindaci, non ammesse alla riduzione o all'esenzione di tassa, debbono essere comprese - secondo le rispettive destinazioni - nei mazzi etichettati di cui alle lettere a) e b) del presente articolo. Invece le corrispondenze ammesse alla riduzione o all'esenzione di tassa, ai sensi dell'art. 57 del T.U. delle leggi postali, debbono essere comprese nei mazzi etichettati di cui alla lettera d). Le corrispondenze ordinarie per espresso dovunque dirette, meno quelle pel distretto d'impostazione, continueranno ad essere comprese in buste 147-B le quali però, anziché fuori dispaccio, debbono senza eccezione, includersi nei dispacci per capoluogo di provincia, allegandole ai rispettivi fogli d'avviso N. 1. Art. 7 Salvo le eccezioni di cui nell'articolo seguente, negli uffici provinciali di censura, (presso i quali - secondo il

alla ferrovia, il concentramento di cui sopra e la conseguente censura vengono effettuate in detto ufficio. Conseguentemente, dalla data suindicata, è sospeso l'attuale movimento dei dispacci e perciò sono soppressi tutti i dispacci attualmente formati dagli uffici1 che invece, formeranno soltanto i dispacci indicati nel mod. 37A che, in relazione alla presente circolare, riceveranno dalla rispettiva Direzione provinciale. Art. 2 Le corrispondenze ordinarie da comprendersi nei dispacci sopra indicati debbono, con la massima diligenza e sotto comminatoria di severi provvedimenti in caso di inadempienza, essere suddivise in distinti mazzi etichettati portanti le seguenti indicazioni: a) - Provincia b) - Transito c) - Estero d) - Ufficiali Nel mazzo a) debbono comprendersì le corrispondenze (escluse quelle da distribuirsi nel distretto) dirette a località del territorio della provincia alla quale appartiene l'ufficio di impostazione.

Fig. 3 Lettera censurata a Brescia.

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Fig. 4 Brescia timbro a cartella.

disposto dell'art. 1 - sono concentrate le corrispondenze impostate nelle rispettive province) le lettere ordinarie e raccomandate, dopo essere state verificate, vengono chiuse mediante cartellino gommato recante la scritta: “Verificato per censura”; le lettere assicurate, inoltre, vengono ammagliate e cucite e suggellate con due suggelli a ceralacca ottenute coi bollo a fuoco dell'ufficio provinciale di censura. In luogo del cartellino gommato, l'ufficio provinciale di censura può, ove lo creda, applicare alle lettere, dal lato dell'indirizzo, un bollo con la dicitura: “Verificato per censura”. Gli altri oggetti di corrispondenza (cartoline, manoscritti, stampe, campioni) che hanno corso aperti sono bollati, dal lato dell'indirizzo, dagli uffici provinciali di censura col bollo: "Verificato per censura” sopraccennato.

Art. 8 Il cartellino gommato od il bollo speciale, indicati nell'articolo precedente, non saranno applicati alle seguenti corrispondenze: a) - alle lettere provenienti da paesi esteri extra-europei situati oltre il Canale di Suez e lo stretto di Gibilterra3 b) - ai periodici spediti in conto corrente, impostati in località capoluogo di provincia; c) alle corrispondenze ufficiali di servizio governativo; d) alle corrispondenze originarie da uffici appartenenti alla stessa provincia di cui fa parte l'ufficio di destinazione. Art. 13 I dispacci formati dalle RR Navi per gli uffici del

Fig. 5 Lettera censurata a Ferrara.

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Fig. 6 Lettera censurata a Mantova.

Regno, che pervenissero a località dove non ha sede ufficio provinciale di censura, dovranno farsi proseguire al più prossimo ufficio provinciale di censura che provvederà all'apertura dei dispacci stessi ed all’ inoltro delle corrispondenze in esse contenute. Tali dispacci saranno inclusi dagli uffici riceventi nei propri dispacci per l'ufficio di censura suddetto, con apposita annotazione spiegativa da indicarsi sull'etichetta. Art. 16 Considerata la gravità del momento e le necessità per

cui il Governo del Re ha dovuto ricorrere alla adozione dei provvedimenti sopra indicati, il sottoscritto confida che il personale addetto agli uffici ed alle ricevitorie di ogni grado e di ogni classe osserverà scrupolosamente e con la massima diligenza le disposizioni stesse, potendo, dalla trasgressione di esse, derivare grave nocumento ai supremi interessi dello Stato, per la tutela dei quali fu emanata la legge N. 273 del 21 marzo 1915 inserita nel bollettino dell'anno corrente col paragrafo 271. pel Ministro SCOTTI

Fig. 7 Lettera censurata a Padova.

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Fig. 8 Lettera censurata a Ravenna.

di mm 53,5 x 23 e con la scritta interna di mm 44 x 16, era in gomma ed impresso normalmente in inchiostro violetto. La sua caratteristica era quella di avere il gambo della T di “Verificato” sopra il primo gambo della U di “Censura”. Oltre al bollo speciale, talvolta, si riscontravano i bolli personali numerici dei censori che avevano caratteristiche diverse da città a città e che verranno elencati in occasione dell'esame analitico dei vari uffici. I cartellini gommati di chiusura vengono qui definiti come tipo A-1. I suddetti uffici, con le relative notizie a me conosciute sono indicati nell’apposita tabella nella quale ho incluso anche altri tre uffici Messina, Reggio Calabria e Venezia i quali, ma resta il dubbio non avendo riscontro apposite notizie sulla scarsa documentazione rintracciabile, sono sorti come censura provinciale e poi divenuti uffici censura presso una Base Marittima, alle dipendenze della Regia Marina.

Sulla base di questa circolare si evince che alla data dell’applicazione del Regio Decreto N. 689 del 23 maggio 1915 in tutte le province del Regno si poteva applicare la censura delle corrispondenze e che gli uffici provinciali di censura erano in possesso del bollo speciale (in seguito chiamato “tipo base”) e dei cartellini di chiusura con la dicitura: “Verificato per censura”. In pratica le cose non si sono svolte in questi termini in quanto ho potuto riscontrare corrispondenze censurate provenienti solo dalle province di Belluno, Brescia, Ferrara, Genova, Mantova, Padova, Ravenna, Sondrio, Treviso, Udine, Verona e Vicenza e, con qualche distinguo, da Messina, Reggio Calabria e Venezia in quanto Basi Marittime la cui censura era demandata alla Regia Marina. Si tratta quindi di località prossime alla zona di guerra definite di particolare interesse. Il bollo speciale (tipo base) con la scritta “Verificato per censura” si presentava in cartella dalle dimensioni

Note: 1

XI delle istruzioni per il servizio delle corrispondenze. Per quanto riguarda le corrispondenze dei Sindaci, si tenga conto delle avvertenze contenute nel penultimo capoverso dell'art. 2 3 Stati dell'America del Nord e del Sud; dell'Oceania; dell'Asia, meno l'Anatolia, la Siria e la Palestina; dell'Africa, meno l'Egitto, la Tunisia, l'Algeria e il Marocco.

Sotto la denominazione generica di uffici, agli effetti della presente istruzione, si intendono: gli uffici interni delle Direzioni, gli uffici principali, gli uffici di stazione, di porto, gli uffici ambulanti, natanti, le ricevitorie postali di ogni classe e le collettorie postali. 2 Agli effetti della presente istruzione, per corrispondenze ufficiali debbono intendersi tutte quelle di cui tratta il titolo

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Ufficio censura

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Prima Ultima Bollo tipo data nota data nota base

BELLUNO

06.06.15

27.06.15

BRESCIA

02.06.15

15.07.15

FERRARA

07.06.15

18.06.15

GENOVA

30.06.15

MANTOVA

31.05.15

19.07.15

PADOVA

03.06.15

07.07.15

RAVENNA SONDRIO

15.06.15 28.06.15

20.07.15

TREVISO UDINE

01.06.15 04.06.15

23.06.15 17.07.15

VERONA

06.06.15

09.07.15

VICENZA MESSINA REGGIO C.

04.06.15 08.06.15 21.06.15

16.07.15 30.07.15 28.07.15

sì sì sì

VENEZIA

01.06.15

11.07.16

Bollo censore caratteristiche

Bollo censore numeri noti

a) h numero: 16 mm b) ovale aperto in alto c) h numero: 10 mm d) h numero: 12 mm e) h numero: 16 mm

1-2-3-4 3-5 1 1-12-13-15-18-20-23 1-2-3-4-6-7-8-9-23 (n° 6 e 9 sottolineato)

a) doppio cerchio con "Censura Postale"

I-II-IV-VII

sì sì sì

a) in cartella su tre righe, 1-2-3-4-5 in gomma b) idem, in metallo 2-3 a) in cartella su tre righe 1-5 1-2-5-6-7-8-10-13b) h numero: 12 mm 15-18 (8 alto)-19-22 24-25-27 triplo cerchio 1-2-3 a) h numero: 10 mm 1 b) ovale aperto in alto 1-2-3 a) in quadrato da 15 mm 1-7-15 a) cerchio mm 20, gomma 2-5-7-11-22-27 2-4-7-8-15-16-19-22 b) idem, in metallo 26-31-35 a) in cartella su due 1-3-4-5-senza numerighe, mm 4,5 ro b) idem, mm 6 1-3-4-5-6-7-9-11 due cerchi, mm 20-21,5 3-9 lineare 2-4-6 cerchio semplice 3-4-6 1-2-3-4-5-7-8-9-11h numero: 16 mm 12-14-17-18-19-2023-25-27

Si ringrazia il socio Beniamino Cadioli per le segnalazioni di prime date d’uso. G.M.

Fig. 10 Lettera censurata ad Udine.

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L’Italia negli interventi oltremare a partire dagli anni ’50 Gaetano Candia

mento della pace nel Sinai, a Cipro, nel Libano meridionale, in Namibia, in Cambogia e in altri Paesi nonché a 8 operazioni di evacuazioni di connazionali o ricupero di profughi e ad oltre 30 missioni di rifornimento e di assistenza, anche sanitaria, a popolazioni civili.

L'Italia negli interventi oltremare Dal 1950 a oggi, le FF.AA. italiane hanno svolto autonomamente o insieme ad altri Paesi, su mandato dell'ONU, della Nato, dell'Unione Europea Occidentale (UEO), della Comunità Europea e di altre organizzazioni, un centinaio di missioni oltremare in oltre 40 Paesi. Le più significative (spiegamento di forze di sicurezza, tutela della libertà di navigazione, bonifica di mine in acque internazionali, blocchi navali e di interdizione aerea, disarmo di fazioni in lotta, ecc.) hanno riguardato la Somalia (1950-56, 1992-94 e 1995), il Mar Rosso (1984), il Mozambico (1993-94), la BosniaErzegovina (1995- in corso), l'Albania (1997-1999), la Macedonia (1998- in corso), l'Afganistan (2001- in corso), l'Iraq (in corso dal luglio 2003). Inoltre, le FF.AA. italiane hanno dato il loro importante contributo a missioni multinazionali per il manteni-

Elenco delle Missioni delle FF.AA. italiane secondo tipologia e finalità Missioni ONU: Somalia (1949-1959) - Contingente militare delle tre FF. AA. denominato Corpo di Sicurezza (Amministrazione fiduciaria della Somalia). Kashmir Osservatori militari italiani UNMOGIP (Gruppo militare di Osservatori delle Nazioni Unite in India e in Pakistan) - dal 1958. Palestina dal 1958 - Gruppo Osservatori Militari Italiani UNTSO (United Nations Truce Supervision Organization). Libano (giugno-dicembre 1958) Missione UNOGIL (United Nations Observers Group in Lebanon). Kashmir dal 1959 - Missione UNMOGIP (United Nations Military Observers Group in India and Pakistan). Yemen (Luglio 1963-settembre 1964) - UNYOM (United Nations Yemen Observer Mission). India - Pakistan (agosto 1965febbraio 1966) Missione UNMOGIP (vedi Kashmir).

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dicembre 1992 -14 aprile 1993). Somalia - UNOSOM 2 RESTORE HOPE- Missione IBIS 2 (5 settembre 1993-28 marzo 1994) - 25° Gruppo Navale (11 febbraio 1994 - 6 aprile 1994). Somalia - UNOSOM 3 - UNITED SHIELD - Missione IBIS 3 (11 gennaio 1995-22 marzo 1995). - 26° Gruppo Navale (21 gennaio 1995 - 22 marzo 1995). Somalia IBIS 1 Somalia IBIS 2 Somalia IBIS 3 Congo - MONUC - Missione di Osservazione delle Nazioni Unite (in corso dal dicembre 1999). Timor Est - Missione Timor Est - (22 settembre 1999 - 17 febbraio 2000). Etiopia ed Eritrea - Missione UNMEE (in corso dal settembre 2000)

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Libano - Naqura (in corso dal luglio 1979) Squadrone elicotteri ITALAIR nell'ambito della forza UNIFIL (United Nations Interim Forces in Lebanon). Iran - Iraq (agosto 1988-febbraio 1991) - Missione UNIIMOG (United Nations Iran Iraq Military Observer Group). Namibia (marzo 1989-aprile 1990) - Missione UNTAG ( United Nations Temporary Assistance Group). Iran (febbraio 1991) - Missione UNOSGI (United Nations Office of the Secretary General in Iran) in sostituzione della Missione UNIIMOG, con tre consulenti militari di cui uno italiano. Iraq - Kuwait (in corso dall'aprile 1991) - UNIKOM (United Nations Iraq-Kuwait Observers Mission). Iraq (dal maggio 1991) - Missione UNSCOM (United Nations Special Commission). Sahara occidentale (in corso dal luglio 1991) MINURSO (Mission des Nations Unies pour le Referendum dans le Sahara Occidentale). EI Salvador (dall'agosto 1991) - Missione ONUSAL (Observadores de Naciones Unidas en el Salvador). Cambogia (dal maggio al luglio 1992) - Missione UNTAC (United Nations Transitional Authority in Cambodia). Palestina - Hebron (dall'8 maggio all'8 agosto 1994) Missione TIPH (Temporary International Presence in Hebron). Ruanda - Operazione Ippocampo Ruanda - (10 marzo 1994 - ?) Mozambico Missione Albatros 1 (dal 2 marzo 1993 al 30 maggio 1994). Mozambico Missione Albatros 2 (dal 1° giugno 1994 al 21 novembre 1994). Somalia - UNOSOM - RESTORE HOPE - Missione IBIS 1 (13 dicembre 1992-4 febbraio 1993) - 24° Gruppo Navale (11

Missioni di addestramento: Malta (in corso dall'agosto 1973) - Missione italiana di cooperazione tecnico militare MIATM. Somalia (giugno 1983-settembre 1990) - Delegazione Italiana Assistenza Tecnico-Militare. Afganistan (marzo 1989-ottobre 1989) - UNOCA (United Nations Office for Coordinating Relief in Afganistan, “Operazione Salaam”). Kuwait (settembre 1991-dicembre 1991) - DIATM Delegazione operazioni di sminamento. Angola (novembre 1995-giugno 1997) - MONUA Sminamento e Osservazione ONU.

Missioni umanitarie: Iraq-Kurdistan (maggio-dicembre 1991) - Missione di soccorso umanitario Airone I e Airone II. Albania - Pellicano 1 (dal 16 settembre 1991), Pellicano 2 (dall'8 aprile 1992 al dicembre 1993). Albania - Missione Multinazionale Alba 1 (15 aprile 1997- agosto 1997).

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Albania - Missione Alba D.I.E. (dal 28 agosto 1997).

Missioni NATO: Albania - Missione ITALFOR Albania - AFOR HALLIED HARBOUR (14 aprile 1999 - 31 agosto 1999). Albania - Missione ITALFOR Albania - Commz W - JOINT GUARDIAN (in corso dal 10 settembre 1999) Bosnia Erzegovina - Missione ITALFOR Bosnia IFOR/SFOR ( in corso dal 27 dicembre 1995). Kosovo - Missione ITALFOR Kosovo (in corso dal 12 giugno 1999)

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Beirut del Contingente. Il 31 marzo 1984 si conclude la missione della forza multinazionale. Macedonia - Missione Internazionale Joint Guarantor (dal 28 gennaio 1999 al luglio 1999). Macedonia - Missione Internazionale ITALCON Macedonia (maggio 1999 - .?). Afganistan - Missione ISAF (International Security Assistance Force) - (dicembre 2001 - in corso). Afganistan - COMGRUPNAVIT (Comando Gruppo Navale Italiano) - (in corso dal 18 nov. 2001) Iraq -- Operazione Antica Babilonia - (in corso dal luglio 2003)

Missioni W.E.U.: Danubio - Western European Union Danube Mission (dal 17 giugno 1993 al 18 giugno 1996). Operazioni di controllo dell'embargo divenuto operativo il 18 giugno 1993. Mostar - Western European Union Mostar Mission (marzo 1995 - ottobre 1996).

Il Servizio Posta

Missioni di sminamento:

In genere (non sempre), i militari italiani impegnati nelle missioni oltremare usufruiscono, per la spedizione o per la ricezione della corrispondenza privata, di servizi degli uffici postali militari dei vari contingenti o di quelli delle unità navali della M.M. Talvolta la posta passa attraverso gli uffici postali di contingenti di altri Paesi che provvedono all'invio (fig. 1, 2). Tali uffici sono forniti di timbri postali a data variabile e, alcuni di essi, hanno anche una dotazione di francobolli per le necessità militari. Naturalmente tutti i “nuclei posta” dei contingenti utilizzano per la corrispondenza timbri del “Comando” che certifichino il diritto di godere della franchigia postale; quello regolare è il classico contrassegno ovale di franchigia al cui interno vi è la scritta “POSTE ITALIANE” e quella identificativa del reparto; in mancanza di questo ne vengono usati altri, circolari o lineari. Questi ultimi, non frequentemente, vengono apposti anche sulle corrispondenze private regolarmente affrancate e sono anche impiegati, in mancanza di timbro a data variabile, per l'annullamento dei francobolli i quali annullati con il timbro postale della Missione, quando questo esiste (fig. 3, 4, 5, 6, 7).

Mar Rosso - 14° Gruppo Navale ( 22 agosto 1984 - 19 ottobre 1984)

Missioni Multinazionali: Sharm el Sheik -10° Gruppo Navale Costiero (COMGRUPNAVDIECI) - (in corso dall'aprile 1982). Golfo Persico - Missione Multinazionale di Pattugliamento e scorta. 18° Gruppo Navale (settembre 1987dicembre 1988). Golfo Persico - Guerra del Golfo. 20° Gruppo Navale (2 agosto 1990-30 luglio 1991). Libano - inizio 21 agosto 1982 con partenza da Brindisi; 26 agosto sbarco a Beirut del Contingente; fine il 12 settembre 1982. Libano - inizio il 26 settembre 1982 con il ritorno a

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zione di corrispondenza tradizionale da e per il Contingente navale GRUPNAVIT (Incr. P.A. “G. Garibaldi”, Rifornitrice di Squadra “Etna”, Pattugliatore di Squadra “Aviere”, Fregata “Zeffiro”) e gli interessati furono invitati a “...favorire al massimo l'uso di posta in formato digitale da inviare attraverso posta elettronica...” e “... i Comandi del Gruppo Navale si adoperino affinché tutto il personale sensibilizzi i propri familiari ed amici a ridurre l'invio di lettere optando per i 7

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In taluni casi la corrispondenza viene avviata a destinazione tramite gli uffici postali locali con relativa affrancatura estera, oppure spedita con voli militari e postalizzata all’arrivo in Italia oppure ancora affidata alle Ambasciate, trasferita a New York con valigia diplomatica e fatta proseguire dall'ufficio postale delle Nazioni Unite per l'inoltro definitivo (fig. 8). In Somalia (Missione IBIS 2, dal novembre 1993) si verificò il caso, assolutamente inconsueto, che portò 8

canali di comunicazione alternativi e massimizzando l'uso della posta elettronica...” Queste istruzioni furono date con un messaggio, non classificato, del novembre 2001.

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il Comando ITALFOR ad attivare un servizio usufruendo delle poste keniane, meno care e più efficienti: la corrispondenza dei nostri militari preventivamente affrancata con francobolli keniani, venne trasportata a Nairobi da elicotteri di ITALHELY e quindi avviata in Italia tramite le linee aeree di quel Paese (fig. 9). All’avvio della missione del “Gruppo Navale Italiano” nelle acque del Mare Arabico Settentrionale (Enduring Freedom - Afganistan), da parte di MARISTAT, fu scoraggiata la spedi-

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Prigionieri ed internati austro-ungarici in Italia Franco Napoli Considerando per semplicità l’attuale situazione geografica, queste note cercano di fornire un modesto contributo aggiuntivo allo studio di tale - ancora nebuloso - capitolo storico postale, avvertendo che l’elenco dei campi è da considerare provvisorio e incompleto come pure taluni dati riguardanti il servizio postale relativo agli instradamenti e le attività di concentramento e censura della corrispondenza e pacchi, principalmente nelle prime fasi del conflitto e dopo la rotta di Caporetto. Dalla mia ricerca, fino al settembre 1916 risulterebbero impiantati sul territorio nazionale almeno 83 campi di prigionia (purtroppo non tutti chiaramente localizzabili) le cui condizioni di vivibilità sono state riferite non delle migliori - luoghi poco accoglienti, specialmente quelli adibiti alla truppa. La qual cosa poco interessò le autorità italiane almeno fino alla decisiva battaglia di Vittorio Veneto dopo la quale, con il notevole afflusso di nuovi internati, venivano decise opere di ampliamento e riorganizzazione di queste istallazioni.

nche se non esistono cifre assolutamente sicure, i calcoli dello Stato Maggiore dell’Esercito riportano il numero di 168.898 (più 5.000 disertori) soldati dell’ Austria-Ungheria (pochi i tedeschi) fatti prigionieri dal Regio Esercito principalmente nel corso delle varie azioni militari condotte sul fronte alpino. Questi una volta catturati venivano ripartiti e trasferiti in campi di prigionia distanti dal teatro di operazioni, dislocati in tutto il territorio nazionale, dalla pianura Padana fino alle regioni del sud, comprese le isole. Ancor oggi vi è grande difficoltà nel localizzare - ed anche nel fornire precisi dati su apertura e chiusura, numero, nazionalità dei prigionieri , ecc. - in modo capillare tutti i luoghi di prigionia ed internamento presenti sul territorio metropolitano, non dimenticando che in Albania e in Egeo nonché nelle terre redente ed annesse - ed in genere ove operò l’Esercito italiano risulterebbero aperti dei campi di prigionia. Parecchi sia in Italia che nei territori di oltre confine, funzionarono solo temporaneamente, principalmente quelli creati al fronte e nelle immediate retrovie dello stesso.

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5 luglio 1915 cartolina in franchigia per militari austro-ungarici adattata a franchigia per prigionieri di guerra ed indirizzata ad internato boemo nel Campo dell’Asinara.

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3 giugno 1917 cartolina in franchigia italiana per prigioniero del tipo ufficiale bilingue (italiano e tedesco) fornita gratuitamente dallo Stato agli internati. Dal Campo di Castello d’Aragona, provincia di Pavia, per la Cecoslovacchia.

slovena, serba, croata, czeco-slovacca, rumena, polacca, tedesca, jugoslava. Ovunque anche la disciplina imposta ai soldati detenuti viene riferita piuttosto pesante in linea con il regime di sorveglianza imposto dalle autorità militari italiane dell’epoca, tanto da provocare continue proteste da parte delle autorità e della stessa opinione pubblica austriaca. La situazione migliorò fino a risolversi sia per i prigionieri di estrazione italiana che giuravano fedeltà alla Monarchia che - in seguito - anche per i rumeni e cechi quando inquadrati in regolari ed autonome Legioni armate costituite ed addestrate (anche) in Italia, poi trasferite ed utilizzate per la liberazione delle loro terre. Per quanto riguarda il servizio postale per i prigionieri stranieri in Italia, all’inizio del conflitto, le autorità fecero riferimento alla Convenzione dell’Aja stabilendo che la corrispondenza ordinaria (lettere e cartoline), i pacchi ed i vaglia diretti o spediti dagli internati godevano della franchigia. Da una prima analisi, almeno nel 1915 e 1916, risulta che sia la corrispondenza in arrivo che quella in par-

All’entrata in guerra, su disposizione del Ministero dell’Interno, i prigionieri non venivano mai utilizzati per alcun tipo di lavoro esterno al campo, in quanto si riteneva che il fatto potesse tra l’altro fomentare malumori sociali, sovvertendo il mercato del lavoro con l’immissione di manodopera a basso costo. Tuttavia questa disposizione veniva mantenuta per poco tempo: anche gli Italiani (gli austro-ungarici lo fecero dall’inizio) dopo un anno di guerra, decidevano di adottare l’art. 6 del Regolamento dell’Aja 1907 che ammetteva l’uso dei prigionieri di guerra in lavori esterni sia statali che su richiesta di privati per attività prevalentemente agricole ed, in misura ridotta, industriali. Provenendo le richieste di manodopera da tutta la penisola, i prigionieri venivano trasferiti - temporaneamente o permanentemente - da un campo all’altro in numero diverso e senza distinzione di nazionalità, essendo queste ultime molte e varie, se si considerano i confini entro cui si estendeva la duplice monarchia austro ungarica. Difatti tra i disertori ed i prigionieri erano presenti,oltre quelli di origine italiana ed austriaca, altri di estrazione

12 luglio 1917 parte domanda di cartolina della Croce Rossa in franchigia per prigionieri del tipo ufficiale plurilingue fornita al prezzo di 4 heller. Corrispondenza indirizzata a prigioniero austriaco nel campo di Termini Imerese.

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L’ufficio centrale della CRI aveva il compito anche di concentrare ed inoltrare la corrispondenza in arrivo dall’estero per i prigionieri in Italia dalla Croce Rossa di Ginevra sempre dopo averla sottoposta alla prevista attività di censura. Tutti i passaggi in arrivo ed in partenza portano i tipici annulli di transito e verifica sia italiani che austriaci. In un mese gli ufficiali potevano scrivere otto missive, la truppa quattro; non erano ammesse più di 15 righe tassativamente redatte in modo chiaro ed in una delle lingue consentite; la corrispondenza, tenuta distinta quella degli ufficiali da quella della truppa, veniva suddivisa per lingua e riunita in mazzetti da inviare al Reparto censura militare. Ai prigionieri stranieri in Italia non vennero, se non raramente, fornite le tipiche cartoline in franchigia a due sezioni stampate su indicazione della Croce Rossa, al contrario fatte usare ai prigionieri italiani in Austria che dovevano pagarle 4 heller o 2 filler. Anche se tardivamente e con molta parsimonia vennero invece gratuitamente distribuite delle speciali cartoline in franchigia con testo bilingue, fermo restando che erano ammessi anche supporti di altro genere acquisiti a cura del mittente.

tenza spesso veniva erroneamente affrancata con traffico postale svolto in modo assai irregolare. Le prime specifiche istruzioni riguardanti il servizio postale dei prigionieri austriaci vennero emanate con la circolare n. 6220 del 30 dicembre 1915 a cura del Ministero della Guerra - Commissione per i prigionieri di guerra, in un secondo tempo riprese e perfezionate nella pubblicazione concernente “Le disposizioni generali relative ai servizi postale, telegrafico e telefonico” redatte sia nell’aprile 1916 che nell’ottobre 1918 dall’Intendenza Generale dell’Esercito. In queste disposizioni veniva confermata l’istituzione della Commissione per i Prigionieri presso il Comitato centrale della Croce Rossa Italiana avente il compito di curare l’inoltro all’ufficio centrale di Ginevra della corrispondenza - ed eccezionalmente di giornali illustrati - solo dopo averla ricevuta censurata dall’ufficio addetto ubicato presso il Gabinetto di S.E. il Ministro delle Poste e dei Telegrafi al quale ultimo veniva avviata la corrispondenza per cura degli uffici di posta militare assegnati alle Armate esistenti - dalla 1a alla 9a - poi stabilizzatosi ed identificato come Reparto Censura Militare dei prigionieri di guerra ed internati - Via Tacito 64 Roma.

4 aprile 1918 cartolina in franchigia per prigionieri prodotta localmente senza stemma Sabaudo, intestazione in italiano e francese, fornita gratuitamente agli internati nel campo prigionieri di Forte Sperone in Genova, corrispondenza indirizzata in Austria.

21 febbraio 1916 cartolina in franchigia per prigionieri prodotta localmente con stemma Sabaudo, intestazione in italiano ed indirizzo in tedesco fornita gratuitamente agli internati del campo prigionieri di Cremona, corrispondenza indirizzata in Austria - trattasi di adattamento di franchigia prodotta per i militari sorveglianti italiani.

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29 giugno 1917 lettera spedita da prigioniero ungherese tramite l'ufficio di posta militare della 6a Armata, internato nel campo prigionieri di Mirabella.

15 febbraio 1916 da internato boemo, cartolina postale illustrata distribuita gratuitamente ai lavoratori prigionieri della Società Lucana per Imprese Idro-elettriche di Muro Lucano, sede di campo di concentramento.

ABRUZZI: Aquila, Ari, Avezzano ,Cittaducale, Chieti,

I pacchi postali diretti o spediti dai prigionieri godevano dell’esenzione di tassa; il loro corso verso l’AustriaUngheria veniva curato dall’Amministrazione postale svizzera dopo essere stati concentrati a Domodossola. La censura veniva effettuata presso il Campo di prigionia ove il pacco veniva confezionato e sigillato alla presenza di un addetto militare; altra censura, se necessaria, avveniva presso l’Ufficio di confine di Domodossola - iter inverso per i pacchi diretti ai prigionieri stranieri in Italia. Gli internati potevano movimentare del denaro ricevendolo o inviandolo tramite il servizio vaglia ordinari espletato in franchigia, raramente era concesso l’uso del vaglia telegrafico. Infine i prigionieri erano anche autorizzati a corrispondere telegraficamente sempre nelle lingue consentite, ma tale servizio poteva ottenersi solo pagando la tassa prevista. Di seguito un elenco orientativo dei Campi di prigionia che sono riuscito a censire in modo documentario in Italia dal 1915 al 1919. In tali campi erano presenti prigionieri e disertori di varia nazionalità e grado; anche se all’inizio risultano attivati campi per solo ufficiali o per solo militari di truppa o per sole determinate nazionalità, nel tempo in tanti casi si diluì:

Orvieto, Sulmona - Badia, Sulmona - Fonte d’Amore. BASILICATA: Barile, Lagonegro, Matera, Melfi, Muro Lucano, Potenza. CALABRIA: Melia di Scilla. CAMPANIA: Agnano, Amalfi, Baronissi , Benevento, Casagiove, Caserta, Cassino, Castello di Badia, Fisciano, Maddaloni, Montefusco, Napoli, Nola, Ostiglia, Padula, Policastro, Polla, Sala Consilina, Salerno, Santa Maria C.V., Somma Vesuviana, Vallo di Diano. EMILIA ROMAGNA: Cesena, Ferrara, Gossolengo, Modena, Passo Segni, Piacenza, Scandiano. FRIULI VENEZIA-GIULIA: Resana, Udine. LAZIO: Baia, Civitacastellana, Roma -Monte Mario. LIGURIA: Arma di Taggia, Cogoleto, Doria Stroppa, Finale Marina, Genova - Forte Begato, Genova - Forte Taraglia, Genova - Forte Sperone, Genova Nervi, Taggia. 52


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15 settembre 1917 cartolina in franchigia per prigionieri di guerra indirizzata ad internato ungherese nel campo di concentramento di Fossano - notare il costo di 2 filler del supporto bilingue censura austriaca in partenza ed italiana in arrivo.

LOMBARDIA: Bagnolo Mella, Brescia, Casalmaggiore, Carpenedolo, Castello d’Agogna, Celpenchio, Cremona, Mantova, Pavia , Pizzighettone, Porzano , Zelo Surrigone. MARCHE: Servigliano, Urbania. MOLISE: Isernia PIEMONTE: Alessandria, Asti - Caserma Colli, Bardonecchia, Casal Borgone, Casale Monferrato, Castel Franco, Cavanelle, Chiomonte, Cittadella, Cressa, Exilles, Fossano, La Mandria di Chivasso, Luserna, S.Giovanni C., Stazzano, Ticineto, PUGLIA: Altamura, Altamura - Casale, Cerignola, Conversano, Foggia, Monopoli. SARDEGNA: Asinara Campo Perdù, Asinara Campo Faro, Asinara Campo Fornelli, Asinara Campo Stretti, Asinara Cala Reale, Asinara Tumborico, Oristano, San Vito Montenarba, Sassari. SICILIA: Adernò, Balestrate, Carini, Milazzo, Monreale, Paternò, Picarello, Pozzallo, Salaparuta, Siracusa, Termini Imerese, Terrasini, Trapani, Vittoria TOSCANA: Bibbiena, Calci, Capraia, Castel S.Giorgio, Castel del Trebbio, Firenze -Caserma Porto Belvedere, Pisa, Porto Ercole, Portoferraio , Siena, Volterra - Caserma S. Chiara, Volterra Caserma dell’Abbazia. TRENTINO ALTO ADIGE: Auronzo, Bolzano.

19 gennaio 1918 - Telegramma-Espresso di Stato dal Comando campo concentramento Gossolengo utilizzato per i disertori.

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22 marzo 1918 lettera dal Comando del campo di concentramento di Bagnolo Mella indirizzata al campo di concentramento di Porziano. In questo caso è stato utilizzato l’ufficio di posta civile non trattandosi di corrispondenza dei prigionieri ma dei militari addetti alla sorveglianza. Timbri di reparto come da disposizioni postali per l’esenzione di affrancatura.

UMBRIA: Montenero, Narni, Nocera Umbra, Perugia. VALLE D’AOSTA: nessun campo VENETO: Bosco Chiesanuova, Castelfranco Veneto, Castel d’Azzano, Cavarzere, Mirabella, Tavernelle, Verona, Villabartolomea. In alcuni di quei pochi precedenti studi apparsi sull’argomento, si era fatta una certa confusione tra le circolari e i luoghi riguardanti i prigionieri ed internati stranieri in Italia con quelli inerenti i centri di raccolta dei prigionieri italiani liberati alla fine della guerra. Tali campi vennero aperti nel novembre 1918, alcuni con annesso autonomo ufficio di Posta Militare: Vignola, Castel Nuovo Rangone, Bastiglia, Castelfranco E., Nonantola, Crevalcore, Persiceto, Tavernelle, Carpi, Gossolengo, Correggio, Rubiera, Reggio, Mirandola, Cavezzo, S.Felice Panaro. Operarono fino ai prima metà del 1919 ed ad esclusione di Gossolengo e Boscochiesanova (afferente al Centro Raccolta n.2 zona Piacenza) ove vi erano dei campi per disertori tra cui anche moltissimi militari dell’esercito austro ungarico di origine (o con legami) italiana, per tutti gli altri dubito fortemente che vi fossero aggregati anche militari stranieri.

1918 lettera in franchigia da ufficiale cecoslovacco internato nel campo di concentramento di Milazzo - timbro ovale “R Poste Reparto custodia Prigionieri Milazzo” - trattasi di ristretto numero di internati, verosimilmente aviatori, utilizzati presso la locale stazione di aviazione della Reale Marina (idrovolanti).

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Quando “il pezzo” non fa una collezione Mario Carloni

a comunicare fra loro anche in assenza di appositi uffici attrezzati allo scopo. Ogni “caicco” che andava a Smirne o a Rodi era buono per trasportare i messaggi epistolari dei commercianti dell'isola. In ciascuna di queste tappe intermedie, le lettere erano poi inoltrate o dall' Agenzia del Lloyd di Smirne (fig. 1) o dall’Ufficio Austriaco di Rodi (fig. 2). Il percorso forzato non soddisfaceva molto gli abitanti di Simi: perché non potevano avere anche loro un servizio rapido e diretto come in altre località? Il Lloyd raccolse questo “grido di dolore” e riattivò nell'estate del 1877, prudentemente in prova, la linea di navigazione “Caramania” che per la prima volta toccò Simi. Come sempre avveniva, nell'occasione fu aperta nell’isola anche una Agenzia che raccoglieva e smistava la posta. Un abitante di Simi, quello a cui fu affidata la

ra gli appassionati di filatelia esistono dei “pezzi” che hanno assurto un valore simbolico così generalizzato da essere conosciuti anche dai profani. Un esempio tipico sono i due valori dell'isola di Mauritius ma anche, molto più banalmente, il “Gronchi Rosa”, senza cui la collezione della “Repubblica Italiana” può sembrare a qualcuno una raccolta di figurine. Ci sono poi altri pezzi-simbolo, assai meno noti, di cui qualche giurato ritiene indispensabile la presenza in una partecipazione degna di un punteggio elevato. Uno di questi è il cosiddetto “bollo di Simi”, ossia il bollo dell’Agenzia del Lloyd Austro-Ungarico dell'isoletta di Simi nel Dodecanneso. Simi nella seconda metà dell'ottocento era un florido centro commerciale che aveva allacciato rapporti con molti paesi europei. Il commercio, come si sa, è legato a frequenti scambi epistolari e gli uomini si ingegnano

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Fig.1- Retro di lettera consegnata all'Agenzia del Loyd di Smirne ("LLOYD AGENZIA * SMIRNE 31-5"). Il bollo “SMIRNE 2-6” indica il passaggio all'Ufficio consolare austriaco. All'interno indicazione della provenienza (Simi) e la data (29 maggio 1866).

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Fig.2- Lettera consegnata all'Ufficio postale austriaco di Rodi come attesta il bollo “RHODUS 30 OTTO”. All'interno indicazione della provenienza (Simi) e la data (21 ottobre 1867).

inviata al porto greco di Syra, dove, malgrado la connivenza, si rese necessario tassare la corrispondenza affrancata con francobolli di un altro Stato (fig. 5). Si può immaginare lo stupore del destinatario di quest'ultima lettera, quando si trovò costretto a pagare una tassa su una missiva affrancata esattamente come le altre, che aveva ricevuto dallo stesso mittente. Probabilmente si trovava troppo lontano dal luogo di partenza, per capire le misteriose alchimie delle poste levantine. Tutto questo fa comprendere quanto fu breve nel tempo la legittima apposizione del “bollo di Simi” di cui oggi conosciamo timbrate solo due lettere, classificate dal Sassone R2 - massima quotazione del Levante austriaco. Qualche giurato però ritiene che la mancanza di tale bollo debba penalizzare una partecipazione che comprenda lettere del Levante austriaco. Come nell'esempio riportato, un simile atteggiamento è abbastanza diffuso nelle giurie e appartiene alla scuola di pensiero che sostiene si debba guardare più a quello che manca piuttosto che a quello che c'è. Una scuola di pensiero che è stata giustamente sconfitta dal regolamento per le esposizioni e le giurie, approvato recentemente dalla nostra Federazione.

gestione del servizio postale, fu certamente felice di intraprendere la nuova attività per il discreto guadagno che questa comportava. L’Agente fu dotato di un ufficio e di un bel bollo ovale in cui spiccava la scritta: “AGENZIA DEL LLOYD AUSTRO-UNGARICO SYMI” (fig. 3). Purtroppo, dopo poco tempo, il Lloyd si accorse che la linea era in perdita e che i piroscafi che solcavano l'azzurro mare Egeo erano semivuoti. La linea fu allora definitivamente disattivata e l’Agenzia di Simi, come afferma Del Bianco1, fu chiusa. Ma torniamo al povero Agente, diventato oramai un ex, il quale non si rassegnò a perdere così rapidamente il guadagno sperato. Dato che i suoi compaesani, ignari dei meccanismi austro-ungarici, continuavano a portargli lettere da spedire e dato che ormai si erano consolidate le sue relazioni amichevoli con i colleghi dell' ufficio del Lloyd di Smirne e di quello greco di Syra, continuò ad accettare tranquillamente le lettere dietro pagamento, facendole pervenire agli amici per il successivo inoltro. Probabilmente mai lo sfiorò l'idea (austro-ungarica) che quello non fosse un modo molto corretto di agire. Lui probabilmente pensò che bastasse affrancare le lettere con francobolli austriaci perché tutto fosse regolare. Effettivamente, per la posta inoltrata a Smirne questa operazione non provocò alcun inconveniente (fig. 4). Altro discorso fu per quella

1

U. Del Bianco: Il Lloyd austriaco e gli annulli marittimi dell'Austria-Ungheria. Vol. II, pag. 21.

Fig. 3- Lettera da Simi a Trieste (data manoscritta 31-12-1877) affrancata con 10 soldi annullato dal bollo ovale “AGENZIA DEL LLOYD AUTRO-UNGARICO SYMI”. Al retro bollo di transito a Smirne dove la posta per Trieste fu trasferita sul piroscafo della linea Greco-Orientale.

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Fig. 4- Lettera da Simi affrancata con 10 soldi e inoltrata dall'Agenzia del Lloyd di Smirne. All’interno indicazione della provenienza (Simi) e la data (24 maggio 1878).

Fig. 5- Lettera da Simi spedita allo stesso indirizzo della lettera precedente, affrancata con 10 soldi. La lettera fu inoltrata dall'ufficio greco di Sira, che ovviamente non annullò il francobollo austriaco. La lettera quindi fu tassata con 20 (soldi). All'interno indicazione della provenienza (Simi) e la data (24 giugno 1879).

Ruggero Benussi non è più con noi. ne. Benussi era anche dirigente presso le acciaierie di Bolzano ove lavorò per 38 anni sino alla pensione. Collezionista di decorazioni di ordini equestri cominciò a interessarsi alla storia postale seguendo l’istinto che lo portava a collezionare quanto richiamavano i suoi interessi in particolare storici, mentre andava appassionandosi alle emissioni della Jugoslavia ottenendo più volte l’oro internazionale. Per tale collezione gli venne assegnato il Gran Premio del Presidente della Repubblica di Jugoslavia a Belgrado e l’Award of the American Philatelic Society. Iscritto alle più importanti associazioni mondiali ed europee era ancora membro dell’Associazione Italiana di Storia Postale e della Royal Philatelic Society di Londra. Per quanto mi ha insegnato ed ha insegnato a tutti noi, Ruggero fu l’immagine di mio padre e per lui ho provato un affetto profondo; permettetemi quindi, per tutti voi, di abbracciarlo ancora una volta. (Luciano Buzzetti) Il presidente Macrelli, il Consiglio Direttivo e i soci tutti si stringono intorno alla famiglia con il calore dell’amicizia.

Si è creato un vuoto nella storia postale italiana e nella nostra cultura. Lo scorso 22 ottobre si è spento Ruggero Benussi, presidente della nosta Associazione dal 1984 al 1997, un collezionista che faceva parte, forse ne era ormai l’ultimo “esemplare”, di quel gruppo di ricercatori come Bernardelli, Diena, Montanelli, che avevano dato respiro allo studio delle poste militari richiamando su tali tematiche l’attenzione di quanti all’epoca barcollavano ancora tra la storia postale e la filatelia. Tutte queste ricerche hanno via via spianato la strada alla successiva revisione tecnica di Cadioli e Cecchi. Nato a Fiume il 21 ottobre 1924 visse in un ambiente di sentimenti italiani ma con rispetto verso i suoi concittadini slavi. Nel 1944, giovanissimo, era paracadutista sul fronte di Nettuno e Latina secondo la scelta impostagli dalla sua coscienza. Pluridecorato, Maestro del Lavoro, dopo un periodo trascorso presso l’A.M.G. a Trieste si trasferì a Bolzano dove rimase sino a questo triste momento. Sempre legato alla sua terra entrò a far parte come consigliere regionale del Trentino-Alto Adige, più volte rieletto fin tanto che la salute gli permise di operare per l’italianità della regio57


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Aggiornamenti cataloghi FRANCHIGIA MILITARE ITALIANA (1912-1946)

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G. Cerruto - R. Colla

Bisogna distruggere / L'Austria e la Turchia / La giustizia è con noi (fig. 2). grigio nero su verde grigio 9 8

pag. 273 aggiungere: 177/2ca idem con al verso vignetta uguale alla n. 177/2a 8

Aggiornamento n. 2 Prima Guerra Mondiale - pag. 271 aggiungere: 1918 Intestazione mm. 68; Stemma mm. 16 x 21; 2 riga mm. 46: Corrispondenza in franchigia; Formato mm 141x 92 circa; Questionario mittente simile alla n. 163; Divisoria: linea doppia Al verso vignetta in grigio nero con in alto a sinistra LA GERMANIA / prima dell'agosto 1914 /.... e a destra IL SOGNO PANGERMA NISTA DEGLI IMPERI CENTRALI / che le vittoriose armi dell'Intesa stanno rompendo / …; sotto due cartine geografiche (fig. 1). Stampa tipografica.

Seconda Guerra Mondiale - pag. 322: aggiungere 1942 Tipo precedente (n. 8) con stampa al verso di vignetta augurale per la Pasqua 1942 da parte del Battaglione alpini Esille del 3 reggimento. Stampa tipografica nera BUONA PASQUA, "PIETA' L'E' MORTA", ESILLE ed del disegno della penna alpina, in verde bordato di nero il numero 3 (fig. 3). 52B, vignetta al verso in verde e nero su cartoncino grigio verde 8 7

3

1

1943 173A 1918

grigio nero su verde grigio 9 8 Idem con aggiunta nel riquadro sotto la carta geografica a sinistra della frase: Bisogna abbattere il / Militarismo prussiano / Bisogna ridurre la Germania ai suoi giu-/sti confini /

1A/2

C.I.L. - pag. 383: aggiungere: Tipi precedenti (nn. 27 e 28 2ª guerra mondiale) con frase di propaganda e scure ricoperti da soprastampa tipografica composta da rombi e quadrati. Altre caratteristiche invaria te (fig. 4). Armi e cuori 9

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2

Il volume “Franchigia militare italiana 1912-1946” di G. Cerruto - R. Colla ed. 1995 è disponibile da Vaccari (tel. 059771251) a € 24,80. 58


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OCCUPAZIONI ED ANNESSIONI ITALIANE NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE di Valter Astolfi Aggiornamento n. 3 Dopo l’Albania e la Francia (vedi n. 91 e n. 92 di questa rivista) tocca ora alla Grecia. I criteri di aggiornamento sono quelli già precisati nell’introduzione all’Albania (riferimento alle pagine del libro edito nel 1996 da F. Zanetti – Milano). GRECIA Pag. 239 Alla voce “Isole Jonie”, subito dopo il primo capoverso, aggiungere: Qualche tolleranza (o svista ?) deve tuttavia essersi verificata. Ho visto infatti una lettera spedita dall’isola di Leuca a fine luglio 1941 che presenta ancora i francobolli greci senza soprastampa. Pag. 249 Per una svista non sono stati riprodotti i francobolli e le cartoline postali italiane che hanno ricevuta la soprastampa “Isole Jonie” e cioè: serie cosiddetta “Imperiale” da cent. 5, 10, 20, 25, 30, 50, 75 e da lire 1,25; posta aerea tipo “Pegaso” da cent. 50; segnatasse del 1934 da cent. 10, 20, 30 e da lire 1 e cartoline postali tipo “Imperiale” da cent. 30, con o senza il motto “Vinceremo”. Pag. 294 Integrare l’elenco come segue: Ufficio Postale Zona Occupaz. Isola Isole Jonie Corfù Gastourion “ “ Kastellani “ Leuca Karya Lefkados “ Cefalonia Asprogerakas Pref. Lassithi Creta Kato Phournis Pag. 303 Depennare dall’elenco gli uffici di cui sopra Pag. 318 Aggiungere i seguenti Uffici e bolli: - GASTOURION Punti 13 - KASTELLANI Punti 13 - SKRIPERON - aggiungere bollo rurale (tipo a rombo) con all’interno il n. 70: Punti 12 Pag. 322 - LEFKAS - aggiungere nuovo tipo di bollo (a due cerchi, con ponte del datario che arriva fino al cerchio esterno): Punti 12

Pag. 325 - ASSOS – il diametro del bollo è mm. 28 anziché 30 - ASPROGERAKAS – aggiungere bollo dell’ufficio – Punti 13

Pag. 322 - Lettera spedita da Karya Lefkados (collez. Galinos). Pag. 327 - SAMI – nella parte bassa del bollo di fig. 2 figura una rosetta con petali anziché una stelletta - SAMI – aggiungere bollo rurale (tipo a rombo) con all’interno il n. 51 – Punti 11 Pag. 331 - ZAKHINTOS – aggiungere bollo rurale (tipo a rombo) con all’interno il 36 – Punti 11 Pag. 334 - KATO PHOURNIS – aggiungere bollo dell’ufficio– Punti 13 Pag. 355 L’etichetta del tipo 3 esiste anche con il nome dell’ufficio in tutte lettere maiuscole.

Pag. 322 Bollo di Lefkas (collez. Galinos)

- KARYA LEFKADOS - aggiungere bollo dell’ufficio (Punti 12) e relativi bolli rurali (tipo a rombo) con all’interno il n. 79 (Punti 13) e n. 80 (Punti 13) Pag. 324 - ARGOSTOLION – aggiungere bollo rurale (tipo a rombo) con all’interno il n. 56: Punti 11

Pag. 355 - Etichetta raccomandata del tipo 3 con tutte lettere maiuscole (collez. Galinos).

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Vita sociale

COLLOQUI COI SOCI di Emanuele M. Gabbini Baninofil 2004 Il 2 e 3 ottobre sono state due giornate di piacevole festa sia per i soci AICPM presenti a San Colombano che per i soci del Circolo Filatelico Numismatico Banino (socio AICPM) che ha organizzato la manifestazione. Va quindi un caldo ringraziamento ad Angelo Lunghi, Presidente del Circolo, e a tutti quei soci del circolo che con il loro lavoro hanno dato vita ad un evento di alta qualità. La manifestazione si è tenuta presso le Fonti Minerali Gerette di San Colombano al Lambro: nell'ampia e confortevole struttura dedicata alla manifestazione era stata predisposta un’area per conferenze, l’area espositiva della mostra sociale AICPM, un'area con la esposizione di due collezioni ad invito sulla Croce Rossa e sull'ufficiale livraghino Passerini, un'area con la esposizione di materiale bellico della prima guerra mondiale, un'area con esposizione di fotografie, un'area con la esposizione di collezioni un quadro tutte inedite preparate dai soci del circolo Banino, un'area con la esposizione di soldatini, diorami e navi di ogni epoca. Un'area bar e consumazione snack ed un'area con un piccolo convegno commerciale completavano in modo armonico il "contenuto" della struttura. Il programma era fitto e le due giornate sono trascorse in modo intenso ma non frenetico, aiutati anche da due giornate autunnali di sole con temperature ancora estive. Assemblea 2004 Si è svolta il sabato alle 11: la concomitanza di una manifestazione filatelica a Mantova che vedeva impegnati diversi soci A.I.C.P.M. ha impedito che la partecipazione fosse più folta. Erano presenti 30 soci, alcuni dei quali nuovi. Presidente e Vicepresidente hanno ampiamente illustrato le strategie ed i programmi dell'anno che possono essere sintetizzati in: 1) apertura, oltre alla posta militare, alla storia postale in genere visto che il 75% dei soci è collezionista di storia postale; 2) rivista a

colori con articoli bilanciati nei vari settori; 3) volume annuale in omaggio ai soci; 4) campagna sviluppo soci: siamo oltre 400! Viene ribadita la necessità di collaborazione dei soci per articoli, segnalazioni, notizie, ecc. (che peraltro è stata produttiva negli ultimi mesi) e viene illustrato a sommi capi il contenuto del prossimo volume per il 30° anniversario della fondazione della Associazione. Si decide che la prossima assemblea e mostra sociale avverrà nell' aprile 2005 a Firenze; si decide inoltre di adeguare la quota sociale a 40 euro all'anno comprese le spese di spedizione del volume. Si raccomanda ancora una volta (per l'ultima volta) a chi non lo avesse già fatto di spedire urgentemente il questionario compilato: finora lo ha fatto il 65% dei soci. Mostra sociale 2004 e Palmares In altra parte della rivista sono elencate le collezioni esposte ed il livello di medaglia che hanno ottenuto. Erano presenti 25 collezioni: mediamente di alto livello. Per il prossimo anno ci si aspetta una maggiore partecipazione: come da questionario, i soci normalmente espositori sono il 40% del totale ed un altro 20% che non ha mai esposto, desidererebbe farlo con l'aiuto della Associazione. Ebbene la mostra sociale (nelle sezioni “già esposte”, “inedite” e “un quadro”) è l'evento ideale per presentare una nuova collezione o “la prima collezione” magari di un solo quadro e di ricevere da una giuria di consoci utili suggerimenti. I componenti la giuria sono stati a disposizione degli espositori per tutta la giornata di domenica. Il palmares si è svolto, sabato sera, con la presenza del Vice Sindaco di San Colombano che si è complimentata per la buona riuscita della manifestazione. Tutti gli espositori hanno ricevuto una artistica medaglia di bronzo a sbalzo messa a disposizione dalla Fondazione Don Gnocchi. Sono stati distribuiti premi speciali (targhe e libri) e il gran premio 2004 vinto dal socio Roberto Sciaky.

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Dibattito “Quale futuro per la filatelia” Sabato alle ore 15,00 si è tenuto il workshop che ha avuto, in ordine di svolgimento, le relazioni di Emanuele Gabbini, Vicepresidente della Associazione; Paolo Deambrosi, Vicepresidente della Associazione filatelisti italiani professionisti; Angelo Lunghi, Presidente del circolo filatelico numismatico Banino e Piero Macrelli, Presidente della Federazione fra le società filateliche italiane e, successivamente, un dibattito tra relatori e soci presenti. In estrema sintesi c'è stato consenso che la filatelia negli ultimi anni e in forma sempre più veloce si è modificata nell'età dei collezionisti (pochissimi giovani e molti con età oltre i 40 anni), nella loro cultura media (quasi tutti diplomati o laureati) nei loro interessi (dove la parte culturale diventa sempre più preminente), nella tecnologia a loro disposizione (internet), negli stili di vita (poco inclini, specie nelle grandi città, alle riunioni). Tutto questo ha “messo in crisi” i commercianti da un lato (che vedono modificato e complicato il loro ruolo e la loro professione) e la filatelia organizzata - circoli ed associazioni - che devono “ripensare” al loro ruolo. Fortunatamente sia A.I.C.P.M. che il Circolo Banino sono due istituzioni che, avendo adottato strategie vincenti, hanno visto raddoppiare i propri soci negli ultimi due-tre anni. Altri punti emersi sono le esposizioni (si auspica che accanto a quelle regolate dai regolamenti F.I.P., possano essercene altre, non a concorso, che permettano la esposizione di elaborati che possono essere molto interessanti anche se non composti in ossequio ai regolamenti) e l'annoso problema dei prezzi indicati dai cataloghi, spesso molto difformi dalla realtà del mercato.

“La Posta in Verona e nella sua provincia” Il socio Ruggero Cataldi, autore del volume “La Posta in Verona e nella sua provincia” di 975 pagine a colori, prezzo di copertina € 93, aderendo alla nostra richiesta lo mette a disposizione dei soci AICPM a € 57 comprese spese di spedizione. Le richieste vanno inviate all’autore, via Favretto 8 37138 Verona.


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Risultati Mostra Sociale 2004 Partecipazioni in Corte d'onore L'Italia nelle isole della Grecia - Valter Astolfi Iconografia postale - Emanuele Gabbini Sui fatti di Genova del marzo/aprile 1848 - Fabio Galli Corrispondenza raccomandata/assicurata nella R.S.I. - Emilio Zucchi Partecipazioni a concorso Giuria: Valter Astolfi (Presidente), Luciano Buzzetti e Vanni Alfani. “già esposte” Etiopia-dalla prefilatelia all'ammissione dell’U.P.U. - Roberto Sciaky - Oro grande e Gran Premio 2004 Storia postale del Dodecanneso - Mario Carloni - Oro Deutsche Feldpost (1937-1945) - Gianfranco Mattiello - Oro La tassazione - Gianni Deppieri - Oro La guerra e le annessioni del ‘59 - Mario Valiante - Oro La conquista dell’impero - Luciano Tagliabue - Oro Posta degli internati civili - Egidio Errani - Vermeil grande La Floreale - Aldo Francalanci - Vermeil grande “inedite” Uso postale dell'emissione Parmeggiani - Emanuele Gabbini - Vermeil grande e premio speciale Prima GM-censure italiane all'estero e estere in Italia - Giancarlo Michelucci - Vermeil grande Affrancature miste - Gianni Deppieri - Vermeil grande I servizi di posta aerea italiani con l'A.O.I. - Lino Lensi - Vermeil grande La rivoluzione tariffaria del 1975 - Benito Carobene - Vermeil “un quadro” I servizi a denaro nella R.S.I. - Emilio Zucchi - Oro e premio speciale La zona libera dell'Ossola - Gianfranco Rossetti - Vermeil grande I servizi a denaro dopo l'unificazione del regno d’Italia - Emanuele Gabbini - Vermeil Cecoslovacchia: nascita di una nazione - Corrado Bianchi - Argento grande Armé d'Orient: italiani e alleati - Michele Amorosi - Argento grande Non hanno potuto essere valutate, perché non conformi ai canoni delle esposizioni di storia postale: Caporetto - Luciano Castelletti La prigionia di Amedeo d’Aosta: ultimo vicerè - Gianfranco Rossetti La montagna e gli alpini - Gilberto Toffaletti

Censimento-studio documenti servizi postali all'interno dell'A.O.I. servizio pacchi nonché gli usi fiscali dei francobolli. Si sta dimostrando che questi documenti sono veramente rari (di 29 tariffe si è censito solo 1, o 2 documenti), pochissimi sono i documenti dei servizi a denaro ed i bollettini pacchi (sempre per servizi all’interno dell'A.O.I.). Rivolgo un ultimo appello a tutti gli altri soci, collezionisti di Africa Orientale Italiana, affinché mi inviino nel più breve tempo possibile le fotocopie dei loro documenti al fine di avere un campione veramente significativo per il censimento. Lo studio sarà pubblicato sulla nostra rivista nel corso del 2005. Emanuele Gabbini

Desidero ringraziare per la loro collaborazione i seguenti collezionisti: Castagneri di Pont Canavese, Carli di Trieste, Ciccarelli di Chiavari, De Martino di Napoli, Grandinetti di Cosenza, Lampariello di Calitri, Macrelli di Rimini, Miressi di Foggia, Piga di Genova, Ponzo di Fossano, Riboldi di Senna Lodigiana, Sani di Milano, Truglio di Povoletto e Simonazzi di Roma che hanno voluto aderire alla richiesta di inviarmi le fotocopie dei documenti di "servizi postali all'interno dell'A.O.I." inclusi nelle loro collezioni. Ho potuto così censire 152 pezzi che documentano ben 43 tariffe diverse del servizio corrispondenza, tutti i servizi a denaro (cassa di risparmio postale, vaglia, pensioni, conti correnti e buoni postali fruttiferi), il

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Le rubriche

SEGNALAZIONI E QUESITI a cura di Valter Astolfi - via Ennio 25 - 20137 Milano Mi - telefono 025457536 Le segnalazioni ed i quesiti vanno inviati alla Segreteria oppure al curatore della rubrica (allegare nitide fotocopie a colori). Le risposte vanno inviate al curatore della rubrica indicando il numero di riferimento che figura prima del quesito.

93/1

Sul fronte dell’A.R. è incollato il cartellino e risulta impresso con inchiostro blu il timbro del censore del campo “58/Geprüft/Stalag XI B”; al retro, sulla sinistra il timbro rotondo nero “SS Wachtruppe....” con aquila nazista e, sulla destra, la scritta a macchina “SS Oberstunmf. Müller” e firma dell’ufficiale addetto alla ricezione. Il socio dice di aver interpellato alcuni collezionisti esperti, ma nessuno di essi ha mai visto un documento simile. Qualche socio ne ha forse visti altri?

Il socio Enrico Manieri ci invia la ricevuta qui riprodotta (fronte e retro) precisando che si tratta del Mod. 23-E per l’estero usato in R.S.I. a Maggianico il 24.5.1944 come avviso di ricevimento di un pacco per militare internato in Germania, spedito al Campo di Concentramento per militari di truppa “Stalag XI B” (situato a Fallingbostell: aperto nel 1939 ed ancora funzionante nel gennaio 1945).

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bollo postale con lunetta tratteggiata in basso e dicitura “PRA / Genova / Distacc.to Avanguard.sti Estero” che figura su questa cartolina ? Il bollo reca la data del 12.7.1932.

Il socio Enrico Bertazzoli di Genova ci invia la cartolina qui sotto riprodotta chiedendo quanto segue: 1) Qualcuno è in grado di fornire informazioni sul

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1869 due valori del 20 c. azzurro (tavola e stampa di Torino su carta bianca con fondo di sicurezza) + 20 c. celeste chiaro (tavola di Londra/stampa di Torino su carta bianca con fondo di sicurezza) in affrancatura mista con due valori del 10 c. ocra arancio (Londra) + 10 c. giallo ocra (Torino) e 60 c. lillà chiaro (Londra) su lettera raccomandata di 6 porti da Sondrio per Treviso.

93/3 Il socio Paolo Bianco ci segnala: due pezzi importanti per la mia collezione, ma anche per il piacere dei collezionisti di epoca classica. Il primo che riproduco, anche con ingrandimento del particolare , è una varietà non ancora catalogata del francobollo da 20 c. del 1867 della tavola e tiratura di Torino di colore azzurro con doppia stampa parziale nella parte bassa “20 Cent.” Come per il 15 c. litografico 1° tipo del 1863 (Zanaria-Serra 1997), si tratta dell’unico esemplare conosciuto con doppia stampa parziale. Per concludere la presentazione aggiungo che il

La lettera inizialmente spedita in tariffa di lire 1,10 corrispondente a 4 porti in raccomandata, venne verificata in transito dall’ufficiale postale ambulante, risultando avere un peso di 66 grammi anziché di 37 come dichiarato in partenza, per cui venne applicata una aggiunta di centesimi 40 con due valori da 10 c. + un valore da 20 c. annullandoli con il numerale dell’ambulante ferroviario. Bella combinazione tricolore con diverse tirature di stampa e tonalità di colore per gli stessi valori. Unica combinazione di affrancatura per lire 1,50 fino ad oggi conosciuta.

francobollo è applicato su un piego (manoscritto) del Ministero di Grazia e Giustizia e dei Culti di Firenze per la Regia Intendenza di Finanza di Novara in data “Firenze succursale 21 luglio 1875/5s”, affrancato appunto con il 20 c. in questione. Il secondo pezzo, anch’esso inedito, è una combinazione di affrancatura e cioè:

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93/4 Il socio Roberto Gallo di Milano ci chiede:

centesimi. Ne consegue che il francobollo austriaco da 5 heller è stato applicato solo come… souvenir. b) anche la corrispondenza spedita in Italia tramite gli uffici a bordo delle navi (in questo caso il bollo è quello della R.N. Lussin) è soggetta alla tariffa per l’interno; nel 1928 la tariffa di una cartolina illustrata fino a 5 parole era di 20 centesimi. Nel caso qui rappresentato si può immaginare che il mittente abbia dapprima applicato e fatto bollare in loco i francobolli dello Yemen ma che poi, non fidandosi del servizio postale locale, abbia deciso di impostare la cartolina sulla nave per inoltrarla con il servizio postale navale italiano. Pertanto la cartolina non ha viaggiato con le poste yemenite. c) anche nel caso della cartolina di origine spagnola si deve immaginare che l’impostazione sia avvenuta a Genova e non in Spagna (siamo all’epoca della guerra di Spagna). Infatti sia i francobolli spagnoli che quello italiano sono annullati a Genova. Si possono quindi fare due ipotesi: i francobolli sono sfuggiti all’annullo in Spagna e sono stati bollati a Genova; la cartolina è stata trasportata a Genova privatamente e qui è stata impostata. L’ufficio di Genova ha annullato tutti i francobolli. In ogni caso, nel 1937 la tariffa di una cartolina illustrata con più di 5 parole spedita nel distretto (da Genova per Genova) era pari a 15 cent. (fuori distretto erano 30 cent.). Pertanto, in entrambe le ipotesi, il francobollo da 50 cent. rappresenta un eccesso di affrancatura.

come si giustificano le affrancature miste che figurano su queste tre cartoline illustrate? Risposta Non c’era alcun motivo per affrancare con i francobolli locali le cartoline spedite, rispettivamente, dall’Austria, dalla Somalia e dalla Spagna. Infatti, l’affrancatura rappresentata dai soli francobolli italiani è corretta ed in perfetta tariffa (anzi, nel caso della Spagna c’è addirittura un eccesso di affrancatura). In particolare, si può precisare che: a) le corrispondenze spedite in Italia da un ufficio italiano di posta militare dislocato all’estero (in questo caso il n. 151 che si trovava in Austria) sono soggette alla tariffa per l’interno; nell’aprile del 1919 la tariffa di una cartolina illustrata con la sola firma era di 5

Vita sociale ESPANA 2004 Alla mondiale FIP, per tutte le classi, classe aperta e “un quadro”, Espana 2004 che si è svolta a Valencia, dal 22 al 30 maggio 2004, ha partecipato anche il socio Roberto Sciaky con Etiopia, raggiungendo l’oro in storia postale.

90° anniversario dell'inizio della Prima. Il tema della mostra sarà: 24 maggio 1915 - 9 maggio 1945 Trent’anni della nostra Storia. Chi vuole partecipare deve mettersi in contatto con il Presidente del G.C.C.B. Vittorio Crosa - Piazza Marchese 3C/5 - 16010 Busalla Sarissola GE - tel/fax 0109649038 - vitcrosa@tin.it

25 aprile 2005 Mostra filatelica In occasione della Festa della Liberazione, il Gruppo Culturale Collezionistico Busallese, organizza una mostra filatelica commemorativa per il 60° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale e per il

9° Campionato italiano di filatelia serie cadetti 2004 La semifinale interregionale di Empoli ha sancito l’ammissione alla finale di Enrico Carsetti, Uffici postali ambulanti ferroviari d'Italia dalle origini al 1900, 75 VG. 64


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Annunci Nicolino Parlapiano - via Principe di Napoli 103 - 82100 Benevento BN nicknick3@inwind.it (93)

Cerco franchigie 1a GM - PM 10 - 90 e 5a Divisione (generiche, illustrate e anche reggimentali con tali annulli) Enzo Zanotti - Via San Rocco 26 - 26100 Cremona CR zanna10@virgilio.it - (92)

Ricerco scambio oggetti postali viaggiati con annulli Posta da Campo RSI (solo numerali) ed indicativi di reparto. - Sergio Colombini - via Mazza 53 - 37129 Verona VR. (93)

Sono interessato a ricostruire la storia postale militare che ha operato in Friuli - Provincia di Udine. Accetto offerte. Bruno Lucci via S. Paolo 29 - -33100 Udine UD- (92)

Cerco interi postali RSI tipo CP Mazzini e BP Monumenti distrutti, con annulli di Posta da Campo e Feldpost - Vignette e scritte di propaganda - Timbri di censura- - Roberto Gallo - via Sperino 17 - 10126 Torino TO (93)

Cerco libri, opuscoli, articoli su: Corpo Militare della C.R.I. e Corpo di sanità dell'Esercito Italiano nella IIGM. Francesco Cavicchi - via Scandiana 7/a - 44100 Ferrara FE(92)

Cerco letteratura (fotocopie) riguardante corrispondenza con Mazagan e Marrakesh 1897-1900. Cerco collezionisti di questo servizio postale italiano in Marocco. - Luis Baselli - via Venezian 4 - 33097 Spilimbergo PN. ftwxza@tin.it (93)

Cerco raccomandate, assicurate, Guerra di Etiopia, Guerra di Spagna e marina 2a GM. - Luciano Tagliabue via Carli 45 20161 MI - (92)

Cambio, cedo, acquisto storia postale e posta militare italiana. - Angelo Zamboni - viale Milite Ignoto 200 - 15100 Alessandria AL. (93)

Cerco corrispondenza affrancata con francobolli della serie “Etiopia” del 1936, nonchè notizie inerenti la stessa e decreto di emissione. Antonio Lampariello - Corte Sambuco83045 Calitri AV - (92)

Acquisto e scambio vecchi cataloghi aste filateliche italiane ed internazionali. Richiedete elenco miei duplicati con oltre 600 cataloghi passate aste filateliche con importanti vendite. Franco Peli - via Oriani 6 - 20052 Monza MI francopeli@virgilio.it (93)

Cerco qualsiasi tipo di corrispondenza censurata, periodo 1940/1947. Cerco posta internati civili medesimo periodo Bruno Travella - via Loreschi 2 - 24060 Villongo BG - b.travella@virgilio.it - (92)

Cerco storia postale e cartoline di Lodi e Provincia. Francesco Riboldi - via Cascina Springalli - 26856 Senna Lodigiana LO Francesco.riboldi@tiscali.it (93)

Cerco materiale delle missioni militari italiane all'estero e posta viaggiata in valigia diplomatica. Danilo Torassa via Paglieri 21-12045 Fossano Cn- (92)

Acquisto storia postale militare campagne e spedizioni francesi in Indocina dal 1873 al 1956. Giuseppe Pagani - via Mantegazza 7A - 21047 Saronno VA aduaveterano@tiscali.it (93)

Cerco franchigie 1ª GM dell'esercito turco, marina inglese, marina tedesca (incrociatori “Pillau” e “Emdem” e sottomarini). Mario De Fraja viale Venezia 39 - 36061 Bassano del Grappa VI - (92)

Ricerco P.M. 1a GM: Concentramento Sussidiario n° 2 e 3; Intendenza 5a Armata (1.6.16-6.7.16); P.M. 17/A (5.5.1931.8.19); P.M. 94 (19.12.19-15.6.20); P.M. 115 (4.2.2028.2.21); P.M. 151/A (1.9.19-30.11.19); P.M. 162 (dal 26.4.19). - Antonio Coviello - viale Principe di Napoli 79 82100 Benevento BN. (93)

Cerco annulli con date tra il 1916 ed il 1917 di: 56a div. Sez. A - 18° corpo d'armata sez. A - Int. 4a armata sez. B - Pm 55 - Pm 86 - Pm 86 sez. A - Timbrature lineari dei: Gruppi Ferrari e Nucleo Garibaldi - Posta delle div. Nembo e Folgore - Lineari di reparti Lanciafiamme di tutti i periodi. Mauro Caimi - via Soperga 10 - 20127 Milano caimi@katamail.com (93)

Sono interessato alla “censura” connessa con i servizi giornalistici. - Umbertomaria Bottino - via Cassala 61 - 20143 Milano MI (93)

Cerco materiale delle missioni militari italiane all'estero. Federico Mariani - via Bellini 3 - 30022 Ceggia VE (93)

Acquisto storia postale periodo fra le due guerre e 2aGM e materiale non filatelico delle Conferenze di Genova (1922) e Stresa (1935) - Fernando Martinez - Sain Calvo 25/1° 09003 Burgos Spagna martinez@corinphila.ch (93)

Cerco materiale relativo ai prigionieri di guerra e internati civili italiani nel mondo e stranieri in Italia sia nella Prima che nella Seconda guerra - Antonio Pasquini - fraz. Tetti Piatti 101 - 10024 Moncalieri TO (93)

Interessa storia postale di Porto Maurizio e Oneglia fino al 1923. - Circolo Fil. Num. Imperiese - CP 300 - 18100 Imperia. (93)

Cerco 2a GM - Posta Militare: n° 10 dal 5.2.40 al 16.6.40 - n° 24 dal 20.6.40 al 4.9.40 - n° 40 dal 4.10.41 al 10.4.41 su qualsiasi supporto postale. Luigi Gratton - via degli Alpini 15 33050 Ruda UD (93)

Cerco corrispon. in partenza da località delle Marche nel periodo RSI (nov. 43/ago.44). Sempre dello stesso periodo cerco le seguenti Poste da Campo: n 735, n 743, n 789, n 809. Enrico Carsetti - via Bovio 39 - 60044 Fabriano AN. (93)

Acquisto San Marino su busta/documento fino alla fine dell'800 - Ricerco anche buoni internazionali di risposta. -

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Compro e cambio: RSI Posta da Campo delle Marche Prigionieri e internati Marche - Prigionieri RSI. - Giuseppe Jannaci - via Panoramica 16 - 60123 Ancona AN (93)

Scambio Posta Militare 1a GM e 2a GM. Piero Raggi - 01100 Viterbo VT. (93) Cerco tessere, documenti, curiosità su “sistema annonario italiano” ogni epoca. Gradite fotocopie prezzate. Claudio Barbero - via Prese 2 Pratavecchia - 12025 Dronero CN- tel. 3683682378. (93)

Compro, vendo, scambio materiale per le mie tematiche sulla sanità nella 1a GM periodo 1915-1918 (osp. mil., osp. da campo, sez. sanità, treni osp. ed altri) - Missioni militari italiane all'estero (Kosovo, Iraq, Bosnia, Agfhanistan ed altre). Per accordi inviare fotocopie. - Domenico Matera - via Cellini, 8 - Cassina Nuova - 20021 Bollate MI. (93)

Cerco Posta Militare prefilatelica francese. Leopoldo Della Porta - via Serra 6 - 20148 Milano MI. (93)

Cerco qualsiasi corrispondenza militare e/o civile viaggiata in Messina e provincia da luglio 1943 a settembre 1944. Inoltre oggetti postali (libretti, ricevute, circolari) stesso periodo e località. - Renato Lualdi - via Vecchia Nazionale 1988 D - La Coccinelle - 98135 S. Margherita Marina ME (93)

Ricerco lotti anche numericamente consistenti delle franchigie, ufficiali e non, 1a GM, guerra Italo-turca, guerra d’Etiopia, guerra di Spagna, 2a GM con annulli leggibili, anche se non di grande pregio, cartoline e biglietti della IIGM - Luciano Fabbri - via Perugia 4 - 52023 Montevarchi Levane AR - 3396359021. (93).

Acquisto scambio storia postale Italia e Colonie. - Franco Napoli - CP 51 - 89040 Caulonia KR. (93)

Ricerco storia postale del Lloyd Austriaco, annulli delle Agenzie e dei piroscafi. Giorgio Piva - via Modotti 6 - 33084 Cordenons Pn. tel 043441538.(93)

Cerco annullo di posta militare “Direzione postale 3a Armata” dal 27.5.15 al 31.5.15. - Renato Fontana - via M.L. King 12/5 - 30027 San Donà di Piave VE. (93)

Cerco documenti inoltrati durante la RSI, con i bolli RP PAGATO e RR POSTE TS usati come sostituti o a complemento dell’affrancatura. Antonio A. Piga - via di Pino 30/11 - 16138 Genova GE - piga32@virgilio.it. (93)

Cerco posta prigionieri di guerra in Italia IGM - Posta militare austriaca 1a GM - Cartoline, foto e storia postale Trentino. - Franco Trentini - via Ferrera 34 - 38062 Arco TN. Trentini. franco@virgilio.it (93)

Cerco corrispondenze con partenza da aeroporti militari siciliani 2a GM - PM 30-72-3500-3550. Andrea Amoroso - via Carapelle 10 - 90129 Palermo PA - tel. 091488601. (93)

Cerco e scambio telegrammi pubblicitari italiani anni '30 e '50. - Enrico Bertazzoli - via Passaggi 8/3 - 16131 Genova enrico.bertazzoli@fastwebnet.it (93)

Cerco PM CIL e Brigata Maiella; RSI: corrispondenze con marche di servizi postali comunali dell’Astigiano e di Dizzasco trasportate da corrieri privati (esclusi BCI E Coralit) e dal servizio militare e staffette; corrispondenze civili, prigionieri e internati per i paesi esteri e dai paesi esteri alla RSI (escluse Germania e Svizzera, compreso Vaticano). Emilio Zucchi - via San Senatore 4 - 20122 Milano (93)

Ricerco per studio tassate, raccomandate, corrispondenza ordinaria con segni del verificatore di ogni periodo nonché verbali per irregolarità di servizio e multe. Rispondete numerosi anche per scambio informazioni. - Aniello Veneri - via Olevano 62 - 84091 Battipaglia SA. (93) Acquisto scambio corrispondenza relativa a: PM dalla guerra di Libia alle attuali Missioni di Pace; PdC solo 2a GM.; colonie e occupazioni; PM francese 1a GM. Valuto anche differenti proposte di scambio. - Mauro Miressi - CP 79 - 71100 Foggia FG. (93)

IGM: cerco materiale prigionieri di guerra e occupazione Trentino Sud Tirolo e Austria. Fotocopie prezzate a Achille Ferrari - CP 114 - 47838 Riccione RN (93)

Cerco interi postali usati della Posta Militare, sia italiani che stranieri. Inviare fotocopie prezzate. - Pino Di Padova - Viale Napoli 25 - 67033 Pescocostanzo AQ. (93)

Per completare studio su censure italiane durante 2a GM cerco fotocopie corrispondenza. Rimborso spese postali. Gianfranco Mattiello - via Strepponi 34 - 26900 Lodi LO tel. 0371420713 (93)

Cerco lettere e documenti dei Dipartimenti Napoleonici “105 Stura” e “103 Tanaro”. Inviare fotocopie e offerte prezzate a Luca Lavagnino - CP 178 - 16043 Chiavari GE. (93)

Ricerco autografi, anche di personalità non italiane Tommaso Carlo Turi - via G. Da Verrazzano 25 - 57127 Livorno LI - t.turi@tin.it (93)

Cerco annulli - Navigazione - Regia Flottiglia - Servizio postale sul lago di Garda. Antonio Martinelli - via Porto 41 - 25010 Limone sul Garda BS (93)

Cerco interi postali riguardanti l’occupazione italiana della Slovenia 1941-1943 e periodi successivi. Gradite fotocopie prezzate. - Oscar Mirolli - via Garibaldi 1 - 15044 Quargnento AL (93)

Cerco: V Mail e Airgraph degli Alleati nella guerra in Italia (1943-45) - Corrispondenza nel Sud Italia dal settembre’43 al febbraio 1944 (escluso AMGOT di Sicilia) - Posta prigionieri di guerra dalla RSI ai campi degli Alleati e da questi alla RSI - Telegrammi della RSI. Mario Zucchi - via Cesare da Sesto 17 - 20123 Milano MI. (93)

Collezionista avanzato nello studio del 20 c. del 1867 cerca affrancature miste con 20 c. (26) + altri valori solo tricolori o su oggetto postale particolare. Cerco anche cartoline d’epoca (piccole) viaggiate e non di Casale Monferrato - Paolo Bianco - via Luparia 15 - 15033 Casale Monferrato Al (93)

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