Giornalino 71 -Eccoci Mamma!

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Novembre

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2018 N° 71

Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n. 46) art 1, comma 1, LO/CO N. 64 - Maggio 2015

“Con Maria, in cammino verso il 25˚ di Radio Mater”

Festa Radio Mater 2000: Processione dal Palazzo Lariofiere alla Cappellina in Arcellasco - Erba

Carissimi, eccoci, ancora una volta, cuore a cuore, uniti e aperti “come una sola famiglia“in questo “progetto di Maria”. SI, miei c ar i, insieme ringraziamo la Mamma, per l’amore con cui ha avvolto la nostra vita e voluto la nostra missione in Radio Mater. Con Santa Elisabetta e immersi nello stupore, testimoniamo la gioia e la bellezza di lasciarci, ogni giorno, incontrare da Lei, Mamma di Gesù e Mamma nostra, per accogliere la Vita, la Verità e la Via e danzare con Lei anche il nostro Magnificat!

Grazie, Mamma, perché il tuo sguardo, posato su ciascuno di noi, ci rende capaci di aprire i nostri occhi e accogliere e riconoscere Dio, il Signore! Grazie Mamma, perché ci aiuti ad accogliere “la Luce”, la vera ricchezza, il vero tesoro, il Salvatore. Grazie Mamma, perché ci apri alla vocazione e a sentire che ciascuno è amato, scelto e destinato ad una missione speciale nel disegno di salvezza di Dio. E’ questo, carissimi, che la Mamma, ogni giorno, anche attraverso ogni collaboratore in Radio Mater, ci esorta a vivere ripetendo: figlio, fidati di

Dio, apriti alla speranza, vestiti di carità, non avere paura... perché Dio ama e chiama i deboli e i piccoli, perché sono più pronti a sentire la Sua voce e a ricevere il Suo amore. Crediamoci miei cari ogni volta che uniamo il nostro Fiat e stendiamo con Gesù le nostre


Sia il vivere l’amore ad aprire i nostri cuori. Carissimi, offriamo a Dio, in unione al sacrificio di Cristo, Sacerdote e vittima, la testimonianza del nostro lavoro, delle nostre croci, delle nostre fatiche in oblazione pura e Santa, perché il mondo creda!

11 Maggio 2003 Festa di Radio Mater

braccia nell’amore, è una nuova creazione nella Volontà divina.

Con Maria in cammino verso il 25˚ di Radio Mater

Insieme, ogni giorno, preghiamo: “venga il Tuo regno o Signore” nelle nostre anime, nei nostri cuori, ... sia fatta e annunciata la Tua volontà, con la stessa “fretta” d’amore e tenerezza con cui l’hai accolta tu, Mamma!

Mamma, che sei stata eletta dall’eterna bontà e Provvidenza come Madre di Grazia, di pietà e avvocata nostra, facci vivere: accanto a te nel silenzio di Nazareth, intercedi per noi come nelle nozze di Cana, fa che ti seguiamo sulla via del Calvario, e aiutaci a rimanere con te ai piedi della Croce, per seguirti e pregare poi assieme a te nel Cenacolo, con e come Chiesa nascente. Ci aiutino tutti i nostri cari defunti, che suffraghiamo ogni giorno nella Santa Messa, a lasciarci portare nel cuore dell’amore di Cristo, ad amare profondamente la Santa Madre Chiesa e, come famiglia festosa, a glorificare il Padre.

Donaci, come figli, di immergerci nella preghiera, per non lasciare che le preoccupazioni, le fatiche, le tristezze chiudano il nostro cuore a Gesù che, amandoci, bussa e chiede a ciascuno di noi un po’ d’amore, un po’ di amicizia. Aiutaci Mamma, come famiglia di Radio Mater, a camminare sempre con Te per cantare, anche alla sera della vita:”abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi”. (1 Gv,4,16). Che grande gioia!! Questo è il dono che chiediamo per la famiglia di Radio Mater: imitare le tue virtù umane ed evangeliche , per parlare e vivere l’Amore! Il Filo d’oro del Santo Rosario ci tenga uniti, come una sola famiglia, ci apra sempre alla fede, per una vera e continua conversione. Aiuta, Mamma, e benedici tutti coloro che tu chiami a collaborare, a servire il nostro “Dio della Vita” nella gioia del quotidiano. Proteggi e benedici tutti coloro che aiutano, ascoltano e fanno sacrifici per permettere alla Parola di Dio, alla Sua Misericordia di incontrare ciascuno, anche attraverso la radio della Tua maternità, affinché ogni pianto, ogni dolore, ogni gemito sia accolto, condiviso, offerto e soccorso.

06 Maggio 2001 Festa di Radio Mater

Ecco, miei cari, nel ringraziarvi e supplicarvi di non lasciare mai mancare l’aiuto a Radio Mater, abbraccio ciascuno di voi e gioisco per questi meravigliosi anni vissuti insieme. Ringrazio la Mamma perché ogni giorno mi dona di affidarvi a Dio e, unendo umilmente la mia sofferenza, a chiedere le grazie necessarie, affinché la dolcezza dell’unione con Dio, renda la vita di ciascuno beata e santa. “Tutto quello che facciamo, miei cari, in parole e in opere, compiamolo tutto nel nome del Signore Gesù” (Col. 3, 17) Coraggio e Avanti... viviamo da Santi!! Vi voglio tanto bene. Don Mario.

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“RADIO MATER CON LA CHIESA, AL SERVIZIO DELLA CHIESA, IN OBBEDIENZA ALLA CHIESA. SEMPRE” (Don Mario). Mons. Ivan Maffeis, Sottosegretario della Conferenza episcopale Italia, Direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali, membro del Comitato per la promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica e consultore della Dicastero per la Comunicazione, nonché Segretario del Consiglio di Amministrazione Fondazione Comunicazione e Cultura, ringrazia Radio Mater per la sua presenza e il suo servizio in questi 25 anni di missione radiofonica.

C’è più di un motivo per cui ho accettato volentieri di scrivere queste righe in occasione dei 25 anni di Radio Mater.

Il primo è la gratitudine. I compleanni sono, infatti, occasione preziosa non solo per far festa, ma per dire grazie di una presenza e di un servizio. Radio Mater, con la sua proposta, accompagna la giornata di tanti; le sue frequenze uniscono in maniera reale persone distanti geograficamente, che si ritrovano e fanno anche in questo modo un’esperienza di Chiesa. Una Chiesa attenta ad ascoltare e, quindi, a farsi voce, offrendo momenti di informazione, riflessione, approfondimento e preghiera. Legato a questo, un secondo motivo rimanda allo stile di collaborazione e sinergia che Radio Mater ha saputo sviluppare con il circuito InBlu e con l’associazione Corallo. Una volta di più si tocca con mano la fecondità delle relazioni: quando ci si incontra nella reciprocità si trova modo di valorizzare la qualità e la competenza che

1990 S. Giovanni Paolo II benedice la statua di Maria di Radio Mater

documenta l’ultimo Rapporto sulla comunicazione curato dal Censis, nonostante la diffusione di nuove forme di consumo mediatico, la radio conta su un pubblico vasto e fedele.

2007 Papa Benedetto benedice la statua di Maria di Radio Mater

l’altro può offrire. Non è più il tempo, ammesso che lo sia mai stato, in cui ci si può muovere da soli: il camminare insieme, il contaminarsi a vicenda, non è soltanto una strategia di sopravvivenza, ma è anch’esso un segno di Chiesa. Un ultimo motivo, infine, nasce dallo sporgersi sulla difficile situazione che nel mondo cattolico sta interessando le radio. Questi anni hanno visto la chiusura di tante emittenti locali, la cui scomparsa costituisce un impoverimento oggettivo per tutti, un venir meno di passione, originalità e professionalità che innervavano il territorio. Paradossalmente, questa crisi avviene in un tempo che registra una nuova primavera della radiofonia: come

Agli amici di Radio Mater, a partire dall’infaticabile don Mario, l’augurio di poter continuare a intercettare tale pubblico, contribuendo a diffondere la freschezza del Vangelo, facendosi voce – come hanno chiesto i giovani al Sinodo dei Vescovi – di una Chiesa autentica, luminosa, trasparente e gioiosa. Una Chiesa che, per essere tale, non può che abbracciare la misura alta della santità. Mons. Ivan Maffeis Sottosegretario CEI

2014 Papa Francesco benedice la statua di Maria di Radio Mater

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‘’Radio Mater diffonda la freschezza del Vangelo...’’

“Radio Mater diffonda la freschezza del Vangelo, facendosi voce di una Chiesa autentica...”


Radio Mater fondata sulla preghiera... \ I venticinque anni di Radio Mater...

I venticinque anni di Radio Mater: un’esperienza entusiasmante per tutti. Ricorrenza d’argento per Radio Mater!

Venticinque anni sono tanti.

Ricordo di aver letto nel 1994 un titolo di giornale: Don Mario apre un’altra radio.

Sono la vita di un uomo che trascorre l’infanzia, cresce e diviene adulto. Un uomo che raggiunge il pieno della maturità.

Mi informai subito e raccolsi l’abbraccio.

Radio Mater si è sviluppata come una creatura.

Don Mario è così. Coltiva l’accoglienza d’istinto. Si fida ciecamente di tutti e ne paga anche le conseguenze. Perché il mondo non è come Don Mario.

Il fondatore lo ha pagato con tanta fatica, con dispiaceri continui, con contrasti incredibili. Ma ha resistito. Ha sempre ascoltato la Mamma e, nella preghiera costante, ha visto fiorire la sua creatura donandola a tutti quanti l’ascoltano.

Gli ascoltatori possono aiutare, sono l’alimento vitale, ma è il Cielo che agisce. Don Mario lo sa e prega. Continua a pregare, fra gli inciampi che tanti gli pongono per incomprensione o per quella moda che vede nella spiritualità un ostacolo alla mentalità corrente. Chi è vicino a Don Mario vede tutte queste cose e ringrazia il Cielo di viverle.

Il mondo è cinico. Gesù lo giudicava nelle parabole, dove parlava di frutti buoni e cattivi. Radio Mater è un frutto buono. E’ ciò che Don Mario ha sempre voluto.

Può svilupparsi ulteriormente negli anni, ma questo sta alla Provvidenza dirlo.

la regia della ex sede di Arcellasco - Erba

Ha subito tutti i malanni dell’età. Ha incontrato difficoltà materiali, mancanza di alimenti, contrasti di “esperti”, incomprensioni e cattiverie. Ma ha anche incontrato affetto. Tanto affetto, che l’ha fatta crescere e, a sua volta, dare.

I venticinque anni fin qui trascorsi sono un’esperienza entusiasmante per chi partecipa e per chi ascolta, sempre sostenendo fino al termine della propria vicenda e rimanendo così come un tassello nel mosaico dell’emittente, il cui termine è nelle mani di Dio. Ugo Paderi.

I 25 anni di Radio Mater nel ricordo di Franco Mugerli, attuale direttore di Ter – Tavolo editori radio. Mugerli ha sempre lavorato nel mondo della radio e della tv. Gli ultimi vent’anni li ha passati con ruoli di responsabilità a Tv2000 e Radio InBlu della Cei. Giornalista cattolico, è stato tra l’altro presidente del Comitato di applicazione del codice Media e Minori. In questo articolo Mugerli racconta l’inizio di Radio Mater e l’importanza della sua presenza nella Chiesa.

Radio Mater fondata sull’annuncio della Parola e sulla preghiera. Di quell’inizio di Radio Mater nel 1993 conservo due ricordi. Ero presidente di CORALLO, l’associazione delle emittenti radiotelevisive ecclesiali italiane, e avevo dato vita alla NEWS PRESS, l’agenzia giornalistica radiofonica che, su incarico della Conferenza Episcopale Italiana, forniva servizi informativi quotidiani alle radio collegate. Già negli anni ottanta avevo conosciuto don Mario Galbiati, fondatore di Radio Maria, in occasione di riunioni del CORALLO cui partecipava. In quel 1993, un giorno lo incontrai a Roma

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presso la CEI. Stava uscendo dall’ ufficio di Mons. Dionigi Tettamanzi, allora Segretario Generale e futuro Arcivescovo di Milano. Non so se fu in quella o in un’altra occasione che Mons. Tettamanzi, che stimava don Mario e sapeva della sua estromissione da Radio Maria, gli suggerì di dar vita a una nuova emittente. Non so nemmeno se questo episodio ha a che fare con l’altro mio ricordo di quell’anno, se cioè Mons. Tettamanzi abbia detto a don Mario di parlarne con me. Sta di fatto che don Mario mi chiese un consiglio su Franco Mugerli


rilevare. E’ quanto accadde, così iniziò l’avventura di Radio Mater.

Dopo anni di deregulation, nel 1990 la legge Mammì aveva dato regole al settore. Era vietato accendere nuovi impianti radiotelevisivi. Potevano esercire l’attività di radiodiffusione solo le emittenti preesistenti che avevano ottenuto la concessione ed operavano in regola con le nuove diposizioni. Avevo seguito l’iter della legge e mi ero adoperato perché anche le nostre radio comunitarie fossero tutelate. Con una successiva legge, nel 1992, avevamo ottenuto di favorire processi di aggregazione tra le emittenti.

Dopo qualche anno lasciai CORALLO e seguii la nascita e lo sviluppo di TV2000. Solo nel 2014, quando la CEI mi chiese di occuparmi di inBlu Radio, il circuito radiofonico delle radio ecclesiali italiane, rincontrai don Mario. Scoprii che Radio Mater, partita da quella parrocchia milanese, aveva fatto tanta strada. Era ormai presente in 17 regioni italiane con circa 150 impianti di trasmissione: Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino Alto Adige, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto.

Così consigliai a don Mario di acquisire una radio. Dato che la concessione a carattere comunitario era rilasciata a un’associazione, cooperativa o fondazione, si trattava di disporre di una radio che avesse ottenuto la concessione, subentrando ai soci preesistenti, diventandone così titolari, se il caso cambiandone il nome, trasferendone la sede e potenziandone la copertura con l’acquisizione di nuovi impianti dismessi da altre radio. Avevo saputo che a Milano una piccola emittente, Gallaradio della Parrocchia Regina Pacis che operava nel quartiere Gallaratese, stava per chiudere. Suggerii a don Mario di contattarla per verificare se fosse stata disponibile a farsi

Don Mario mi manifestò il suo grande desiderio che la Chiesa potesse accogliere questa sua realtà e sostenere la sua missione pastorale. Una richiesta questa ripetutamente fatta sia alla Diocesi di Milano, dove la radio ha sede, sia alla Conferenza Episcopale Italiana per la dimensione nazionale assunta dall’emittente. Così anch’io, per ciò che ho potuto, mi sono fatto carico di rappresentare questa richiesta presso la CEI. In varie occasioni e con diversi interlocutori ho invitato a porre attenzione a questa importante emittente radiofonica. Questo è ciò che ho cercato di comunicare. Si era di fronte a una realtà complessa, da un lato molto fragile e al tempo

Sede di Radio Mater ad Arcellasco

stesso cresciuta misteriosamente alle attuali dimensioni a dispetto di questa fragilità. Ciò doveva sollecitare un atteggiamento di grande attenzione e se possibile di valorizzazione. Radio Mater non era la realizzazione di un progetto di comunicazione costruito a tavolino, ma lo sviluppo inaspettato di una piccola radio che, annunciando la Parola e pregando con i suoi radioascoltatori, si era via via trovata ad essere sempre più estesa. Don Mario chiedeva di accogliere e custodire questa che non considerava una propria opera, ma di un Altro che l’ha permessa e auspicava un coinvolgimento della Chiesa (diocesana e/o italiana) in modo da assicurare la bontà di un cammino ecclesiale e autenticamente cattolico e un futuro all’emittente. So che in questi ultimi anni la Chiesa di Milano ha manifestato capacità di attenzione, consiglio e coinvolgimento con la realtà di Radio Mater. Ciò è certamente di aiuto e consolazione per don Mario e Radio Mater. D’altra parte la dimensione nazionale di Radio Mater non può non interpellare anche la CEI. Per questo, finché ho operato presso inBlu Radio (che ho lasciato lo scorso anno per andare in pensione), ho cercato di rappresentare ai miei interlocutori la realtà di Radio Mater, anche all’interno di una valutazione sullo stato della radiofonia ecclesiale italiana.

Don Mario alla Regia nella ex sede di Arcellasco - Erba

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Radio Mater fondata sulla preghiera e sull’annuncio della Parola

come fare per mettere in piedi una nuova radio.


La Cappellina ci attende! / Radio Mater fondata sulla preghiera...

La Segreteria nella ex Cappellina di Arcellasco di Erba

Nonostante l’importante supporto offerto dalla CEI all’emittenza ecclesiale tramite inBlu Radio, non ci si può nascondere la debolezza strutturale di tante nostre radio. Alla cospicua quantità di antenne non è mai corrisposta una proporzionale incidenza sull’opinione pubblica per diverse ragioni: disorganicità delle presenze, scelte editoriali e format differenti, scarsezza delle risorse disponibili, gestione non professionale, mancanza di dati d’ascolto, non disponibilità a sacrificare personalismi a vantaggio di un progetto comune. Un eventuale coinvolgimento in Radio Mater da parte di CEI,

oltre a rispondere alle attese dell’emittente di un suo riconoscimento ecclesiale, potrebbe costituire un’importante opportunità per una rinnovata presenza della Chiesa italiana nella radiofonia. In tal modo, accanto a inBlu Radio con format generalista, la Chiesa potrebbe contare su un’emittente radiofonica a carattere devozionale di dimensione nazionale, venendo così incontro a un pubblico che richiede questo servizio ed è disposto a sostenerlo anche economicamente.

ciò che tutto il mondo cerca senza saperlo. Ma ricordo un interrogativo che nel luglio 2015 a Roma venne posto in un incontro del CORALLO, proprio prendendo le mosse da una constatazione sulle difficoltà delle nostre radio dopo oltre quarant’anni di presenza. Ci si chiese drammaticamente e forse profeticamente...: “E se la Chiesa italiana nell’etere diventasse afona?”. Franco Mugerli.

C’è stato un momento in cui è sembrato che anche a livello di Chiesa italiana si potesse passare da un’attenzione a un coinvolgimento con Radio Mater, tuttavia non ne sono conseguite scelte operative. Ora sono lontano, non so di eventuali sviluppi o se queste mie riflessioni possano ancora trovare una qualche accoglienza. Mi consola ricordare con affetto gli incontri avuti con don Mario nei quali ho sempre sperimentato di avere la grazia di stare con un uomo di Dio. Il segreto di don Mario è tutto qui ed è anche

La Cappellina ci attende! “Dove Tu, Mamma ci chiami, dove Tu hai posto dimora, tutti con gioia verremo, attratti dal Tuo Gesù”... E’ una strofa di un bel canto sgorgato dal cuore di don Mario che ben definisce questo “dono del Cielo” che ci ospita. E noi che lo frequentiamo lo confermiamo, gioiosi e riconoscenti, definendolo così: il CENTRO MARIANO, CASA DI MARIA: luogo scelto dalla Mamma, quasi perimetro amoroso come il “cerchio delle Sue Braccia”, per contenerci...

e, la RADIO: “Eco della Sua Voce” per farsi sentire vicina, parlarci, incoraggiarci, sostenerci... ma la CAPPELLINA è il “cuore”, anzi, è il “grembo” dove Lei, la Mamma ci racchiude per custodirci, per farci, con lo Spirito Santo, “degli altri Gesù”. E’ bella la Cappellina, calda, accogliente, pulsante d’amore per tutta la fede, tutte le preghiere e tutte le lacrime di cui è testimone... La Cappellina, chiama, raduna e dona: • sempre: la possibilità di stare con Gesù, “Presenza Viva” nel Tabernacolo; • o g n i g i o r n o – A L L E O R E (0 6, 2 5): UFFICIO DELLE LET TURE, PREGHIERE DEL MAT TINO, LITURGIA DELLE LODI, S. ROSARIO... ALLE ORE (15,30): VESPRI, SANTO ROSARIO e SANTA MESSA; • il primo Sabato di ogni mese (ore 15,30): ROSARIO in onore della Madonna di Fatima, pregato dai bambini presenti;

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• prima Domenica del mese (ore 15,30): CONSACRAZIONE alla Madonna degli adulti presenti;


• quinta Domenica del mese (ore 15,30): AFFIDAMENTO alla Madonna dei BAMBINI (0-10 anni) e DEFUNTI (morti negli ultimi 3-4-mesi); • Ogni primo Giovedì - Venerdì e Sabato del mese: (ore 20,00): S. ROSARIO, RIFLESSIONE E ADORAZIONE EUCARISTICA. • sempre: ANNIVERSARI di MATRIMONIO (avvertendo in anticipo) (ore 15,30).

• Un particolare appuntamento di grazia è la PREGHIERA CHE OGNI NOTTE dalle 02.00 alle 06.00 che sicuramente attira su tutto e su tutti la “benevolenza del cielo” Anche la bella statua della Madonna, che la rappresenta con le braccia allargate in atteggiamento accogliente, sembra dirci : VENITE FIGLI... al Suo amoroso invito rispondiamo di cuore: ECCOCI, MAMMA!

Il Sinodo dei giovani

Lo scorso 28 ottobre, a conclusione del Sinodo dei giovani, i Padri sinodali hanno scritto una lettera a tutti i giovani del mondo. Ecco il testo completo.

“La Chiesa e il mondo hanno urgente bisogno del vostro entusiasmo”. “A voi, giovani del mondo, ci rivolgiamo noi padri sinodali, con una parola di speranza, di fiducia, di consolazione. In questi giorni ci siamo riuniti per ascoltare la voce di Gesù, ‘il Cristo eternamente giovane’, e riconoscere in Lui le vostre molte voci, le vostre grida di esultanza, i lamenti, i silenzi. Sappiamo delle vostre ricerche interiori, delle gioie e delle speranze, dei dolori e delle angosce che costituiscono la vostra inquietudine. Desideriamo che adesso ascoltiate una parola da noi:

accompagnarvi su strade nuove, sui sentieri di altura ove il vento dello Spirito soffia più forte, spazzando via le nebbie dell’indifferenza, della superficialità, dello scoraggiamento. Quando il mondo, che Dio ha tanto amato da donargli il suo Figlio Gesù, è ripiegato sulle cose, sul successo immediato, sul piacere e schiaccia i più deboli, voi aiutatelo a rialzarsi e a rivolgere lo sguardo verso l’amore, la bellezza, la verità, la giustizia. Per un mese

abbiamo camminato insieme con alcuni di voi e molti altri legati a noi con la preghiera e l’affetto. Desideriamo continuare ora il cammino in ogni parte della terra ove il Signore Gesù ci invia come discepoli missionari. La Chiesa e il mondo hanno urgente bisogno del vostro entusiasmo. Fatevi compagni di strada dei più fragili, dei poveri, dei feriti dalla vita. Siete il presente, siate il futuro più luminoso”.

vogliamo essere collaboratori della vostra gioia, affinché le vostre attese si trasformino in ideali. Siamo certi che sarete pronti a impegnarvi con la vostra voglia di vivere, perché i vostri sogni prendano corpo nella vostra esistenza e nella storia umana. Le nostre debolezze non vi scoraggino, le fragilità e i peccati non siano ostacolo alla vostra fiducia. La Chiesa vi è madre, non vi abbandona, è pronta ad

Papa Francesco con i padri Sinodali

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“La Chiesa e il mondo hanno urgente bisogno... / La Cappellina ci attende!

• terza Domenica del mese (ore 15,30): PREGHIERA per gli AMMALATI


Preghiamo per i Nostri Morti Preghiera a Maria SS. per le Anime del Purgatorio O Maria, Madre nostra, Tu che sei la gioia della Chiesa trionfante e l’aiuto della Chiesa militante, sii anche il conforto della Chiesa purgante. Stendi la tua mano pietosa verso le anime che soffrono nel fuoco del purgatorio e fa’ che presto siano ammesse nella gioia del Cielo. Ricordati, o Santa Vergine, di soccorrere specialmente le anime dei miei cari e quelle più dimenticate. O pietosissima Signora, versa su tutte, la grazia purificante che Gesù ha ottenuto per loro col suo Sangue prezioso, affinché possano essere consolate nella gioia eterna del Paradiso. E voi, anime benedette, che tanto potete presso Dio con le vostre preghiere, intercedete per noi, otteneteci la grazia di liberarci da tutti i pericoli dell’anima e del corpo e proteggete le nostre famiglie, affinché a noi tutti sia cocesso di entrare in Paradiso.

Preghiere per i Defunti

Amen.

L’eterno riposo, dona loro, o Signore, e splenda ad essi la Luce perpetua. Riposino in pace.

Amen.

Una lacrima per i defunti evapora, un fiore sulla tomba appassisce, una preghiera, invece, arriva fino al cuore dell’Altissimo.

(Sant’Agostino)

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Preghiera

Crediamo in te Gesù, Signore della vita, molti sono quelli che ci vorrebbero consolare quando la morte rapisce chi ci è caro. Ma nulla possono per toglierci l’angoscia che ci invade di fronte alla grande nemica. Tu, tu solo, che l’hai vinta con la risurrezione, puoi dare ali alla nostra speranza.Donaci, Signore, di credere in te, vivo e presente con il tuo Spirito consolatore, amore più forte della morte. Amen.

Madre Anna Maria Cànopi.

Se mi ami non piangere! Se conoscessi il mistero immenso del cielo dove ora vivo; se potessi vedere e sentire quello che io sento e vedo in questi orizzonti senza fine e in questa luce che tutto investe e penetra, non piangeresti se mi ami! Sono ormai assorbito dall’incanto di Dio, dalle sue espressioni di sconfinata bellezza. Le cose di un tempo sono così piccole e meschine al confronto! Mi è rimasto l’affetto per te,

una tenerezza che non hai mai conosciuti Ci siamo amati e conosciuti nel tempo: ma tutto era allora così fugace e limitato! lo vivo nella serena e gioiosa attesa del tuo arrivo fra noi; tu pensami così: nelle tue battaglie. pensa a questa meravigliosa casa dove non esiste la morte, e dove ci disseteremo insieme nel trasporto più puro e più intenso alla fonte inestinguibile della gioia e dell’amore. Non piangere più, se veramente mi ami! Sant’Agostino.

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Preghiere per i Defunti

Se mi ami non piangere!


Giovanni Marelli, il nostro “Giovanni della Lirica”, è morto il 30 luglio scorso. Aveva 88 anni. Lascia tre figli: Stefano, Ornella e Ilaria e quattro nipoti. E’ stato non solo un appassionato della musica lirica, ma anche un imprenditore, un insegnante e fondatore della scuola professionale di Erba, vice presidente dell’Avis, assessore e consigliere comunale. Il 30 giugno di quest’anno, alla messa vigilare in Cappellina per il 65mo anniversario di ordinazione sacerdotale di don Mario, disse: “Don Mario voglio chiedere una grazia dal Signore: di potere incontrare la mia Pinuccia in Cielo”. Sua moglie Pinuccia era morta proprio il 30 giugno di trent’anni fa. Grazie Giovanni. Grazie da tutta la Famiglia di Radio Mater. Ecco la testimonianza del nipote Filippo.

Siamo orgogliosi di te, per il tuo impegno civico e sociale disinteressato, per la tua umiltà, per essere stato il nostro nonno deejay…

Siamo orgogliosi di te, per il tuo impegno civico...

Sarà stato un mese fa che io e te ci siamo seduti al tavolo del salotto, armati di registratore e computer, e tu mi hai elencato con lucidità tutte le ragioni per le quali ti si sarebbe dovuto ricordare. Il disinteressato impegno civico e sociale, la fondazione e la presidenza della scuola professionale, la tua amata Radio Mater, la musica lirica di cui per tutta la vita sei stato amante e divulgatore, e così via.

Queste ultime, poi, avevano fatto di te la nostra rockstar di casa: le pareti tappezzate di vinili, musicassette, CD e DVD, le tue “reliquie” che senza feticismi seguivano il passo dei tempi; la tua voce che la domenica pomeriggio usciva dalla radio, con lo stesso tono amico e sicuro di quando invece rimbalzava tra le mura di casa; i tuoi ascoltatori affezionati che ti contendevano ad ogni rientro, ché avevamo dovuto mettere una sedia vicino al tavolo dell’anticamera prima di rassegnarci definitivamente al cordless. Ma, insomma: mica tutti potevano dire di avere un nonno deejay. Nemmeno tu, nella tua infinita umiltà, hai mai smesso il vezzo di concederti un po’ di celebrazione, che prontamente sfoggiavi ogni volta che ci avevi tutti seduti alla tua tavola, con te in capo. A noi figli e nipoti facevano sorridere il tuo tono bonariamente cattedratico, le conoscenze e i primati che qualche volta vantavi, e la prontezza che avevi di essere sempre al centro delle fotografie.

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Avevi già più di settant’anni.

Giovanni con il nipotino Orlando

La verità è che per noi, prima che tutte le altre vite che raccontavi alla stregua di un supereroe in pensione, eri il nostro nonno. Di Orlando, di Matteo, di Miriam, e il mio. Sono stato il nipote più fortunato, quello che hai coccolato per quasi trent’anni. In queste ore, di aneddoti da ricordare se ne rincorrono tanti. Uno di quelli che mi piace raccontare risale a una delle volte che mi portasti con te in visita ai tuoi fans radiofonici. Partivamo di domenica, sempre all’alba, ma solo dopo le preghiere e il caffelatte. Quella volta eravamo diretti in Toscana, forse a Pisa, io mi ero addormentato sul sedile del passeggero e tu mi svegliasti perché vedessi che il tachimetro segnava i duecento all’ora.

Ricordo poi le tante volte in cui, dopo una giornata passata per casa in braghe corte e maglietta, la sera ti mettevi abito e cravatta per andare alla sede dell’AVIS, anche d’estate. Noi bambini, abituati a metterci il pigiama al termine delle giornate, il valore di quello strano rituale lo capimmo solo molti anni dopo, insieme alla vocazione che ci hai lasciato con il tuo esempio. Mi è tornata poi con insistenza alla memoria una fotografia di noi due, forse la prima che ci abbia ritratto insieme. Io avevo pochi mesi e tu mi tenevi in alto tra le tue braccia muscolose, sul vialetto di casa tua. Quello che, quasi per scherzo, in questi ultimi mesi era diventato anche il vialetto di casa mia. Non ho ancora avuto modo di cercarla, quella foto. Ma è strano rendersi conto che, quasi trent’anni più tardi, con le tue braccia che si sono svuotate e tante volte sono state le mie a stringersi intorno al tuo busto perché tu non cadessi a terra, di noi due sia ancora tu quello più grande, quello più forte. Ciao Nonno. Tuo nipote, Filippo.

Giovanni a capotavola con la numerosa famiglia


Un medico attento alla sofferenza dei fratelli. E’ con grande commozione che scrivo questo pensiero in ricordo di un caro amico: il professor Pierluigi Zucchi col quale ero legato da un’amicizia di ‘vecchia data’, che si rafforzava in quell’unica Fede cristiana che stava diventando il nostro modo di vita. Pierluigi era un medico che aveva messo avanti alla sua stessa professionalità, la sua Fede e l’amore verso il prossimo. Per il suo lavoro di medico era attento alla sofferenza dei fratelli, e questo l’aveva spinto a mettersi in gioco su tutti i fronti pur di arrivare a lenire il dolori di tanti. I suoi studi sull’argomento del dolore l’avevano portato a realizzare e dar luogo a seminari e incontri fra medici, fino a

realizzare una rivista dal nome: ‘Algologia’. Ricordo la sua emozione quando mi consegnò il suo primo numero. In quella rivista non era solo il medico che scriveva ma anche il cristiano che, proprio per la sua fede, sperava che il dolore, in tutte le sue espressioni, non solo potesse essere vinto, ma diventare anche uno strumento di salvezza, così come lo è diventato sul Calvario. Proprio per la nostra amicizia, gli proposi di partecipare, con un suo intervento, ad una trasmissione su Radio Mater, cosa che accettò con quel suo solito entusiasmo di colui che sa che veramente tutto può diventare utile e strumento di grazia.

Il prof. Pierluigi Zucchi

Purtroppo, lui che ha sempre curato gli altri, poi è stato raggiunto dal male, con grande dignità però, si è ritirato da tutto e da tutti quasi per prepararsi a quell’Incontro che con tutta la sua umanità aveva sempre vissuto nella carità verso gli altri. Grazie Pierluigi Mons. Luigi Oropallo.

In questo articolo Rosanna de “Il Teatrino di noi” traccia un ricordo della nostra Lella Greco, la “the voice”, che ci ha lasciato lo scorso 5 agosto. Una donna straordinaria con una voce straordinaria.

Lella, “the voice”, ora canta in Cielo. Mi ha telefonato Enrico. Per scrivere di Lella devo cercarne le parole. Cos’è stata Lella? Ne ho trovate due, immediatamente: The Voice!

e il mal di testa. E non posso fare a meno di nessuna delle due…” Poi si iniziava: Lei sempre attentissima, coi suoi fogli misteriosamente colmi di segni sui testi delle canzoni, come su

Era così che chiudevo tutti i nostri spettacoli, quei recital che Vito aveva chiamato Popolare Alto, e alla fine delle esibizioni del “Teatrino di noi”, ne dicevo a gran voce i nomi: “Alla chitarra Roberto Motta, al primo leggio Vito Trombetta, e infine The Voice, Lella Greco!” e giù lunghissimi applausi.

quei vecchi codici miniati della musica medievale: il suo modo per segnalare acuti, pause, difficoltà, il grande Vito che studiava e leggeva, la chitarra magica di Roberto, io al computer. E quando li riaccompagnavo al cancelletto, lei camminava sorridente e spedita: la musica era il suo viatico, il rimedio universale che l’aveva guarita. Non posso elencare tutti gli spettacoli, adesso ne ricordo alcuni: Angeli, Homo Viator, Anima cöör e panza, Da Lourdes a Fatima...

Penso di non dire niente di sconveniente nel confidare qualcosa dei suoi ultimi tempi: alle “prove” arrivava lenta e con il volto segnato. “Come stai?” “La testa…La mia mamma mi ha lasciato solo due eredità: la voce Lella mentre canta con Roberto Motta alla chitarra

Quanto lavoro! pensate, abbiamo superato il numero di 100 recital, sempre col fil-rouge di un argomento da raccontare, nuovo, o magari terribilmente storico, come la Schoha, che Lella introduceva con la straziante Auschwitz di Guccini, e, accompagnata dalla

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Lella, ‘‘the voice’’, ora canta in Cielo. / Un medico attento alla sofferenza...

Anche il dott. Pierluigi Zucchi, che conduceva a Radio Mater, “Lezione di medicina pastorale”, lo scorso mese di giugno è salito al Cielo. Ecco il ricordo dell’amico Mons. Luigi Oropallo, canonico della Basilica di Santa Maria all’Impruneta in Firenze.


Banda di Valbrona, chiudeva con Rosamunda, che lei ha cantato piangendo con la voce.

Luigi Tenco regalandole un nuovo arrangiamento: “Vai Greco, con questa spacchi tutti!”.

La vita era stata matrigna con lei, ad appena 10 anni aveva perso la mamma, e questo l’aveva segnata per sempre, così Lellina fu mandata dai parenti a Morbegno, che l’avevano relegata a scuola dalle Suore come orfana “non pagante”.

D’Anzi, che le dava del lei, e le diceva sempre “Sciura Greco, quand möri mi ghe lassi Nustalgia de Milan…e la mia Bela Madunina!” purtroppo morì improvvisamente.

Lella, ‘‘the voice’’, ora canta in Cielo.

E a Morbegno, come nelle fiabe, c’era una zia cattiva e che “non mi poteva sopportare”. Brutta, arcigna, che “ce la metteva tutta a sgridarmi se non stavo composta a tavola, parlavo a voce alta, o correvo invece di camminare…” Anche le suore non erano benigne, e le facevano pelare quintali di patate ordinandole di cantare perché non mangiasse le mele, ma lei aveva così fame che adesso le mangiava con avidità. Un giorno, durante il suo soggiorno in Valtellina, era arrivata a Morbegno la squadra di calcio dell’Erbese, e lei non aveva resistito: scappata da scuola si era schiacciata piccina e magrissima contro la recinzione del campo di calcio per non esser vista, ma una mano ad artiglio l’aveva subito strappata dalla rete metallica: la zia cattiva l’aveva scovata subito dove giocavano “quegli erbesi che non avevano niente di meglio da fare!”. La nostalgia della sua gente la pagò carissima, perché “la strega” le fece fare a sberle e calci tutta la via principale di Morbegno, fino alla casa dove era “sopportata” ospite. E Lella se ne vergognava ancora, ma la nostra indignazione non fu sufficiente a colmare quella “figura” per lei sempre dolorosa. Lella aveva cominciato presto quella che avrebbe potuto essere una lunga carriera, e dopo aver cantato in Rai con Pippo Baudo ed esser stata compagna di Al Bano e della Vanoni, aveva incontrato il grande Giovannino D’Anzi. Nel frattempo aveva vinto a Messina un concorso su 3000 concorrenti con “Mi sono innamorata di te” di

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Poi si era sposata, aveva avuto una figlia, e la carriera era terminata senza seguito. Un giorno, anni dopo, dovendo leggere poesie di Alberto Ajroldi, avevo chiesto a Roberto Motta di accompagnarmi con la chitarra, e lui era venuto a casa mia con una timida Lella. Quella sera stessa è nato il “Teatrino di noi”, quando tutto questo? Sono passati, ahimè, mese più mese meno, più di 25 anni.

musicata sempre da Roberto, con quel “Pater Noster” che gli ascoltatori della nostra rubrica poetica conoscono bene. L’amore di Lella per la Madonna esplose in una serata importante nell’aula Consigliare del Comune di Erba: il noto vaticanista Giuseppe De Carli vi presentava il suo ultimo saggio mariano “Da Lourdes a Fatima” con prefazione del futuro papa Benedetto XVI e lei cantò tutte le Ave Maria più famose che poi registrammo a Radio Mater incantando tutti. Lella veniva alla Radio con grandissimo piacere, e quando incontrava don Mario si emozionava tantissimo perché lui l’accoglieva con un grande affettuoso abbraccio. In una serata estiva, una di quelle che il Teatrino voleva partecipare ai suoi “aficionados”, eravamo rimasti improvvisamente senza Vito e Roberto, ma Giovanna della Comunità di Maria non riusciva a sostituirci. Allora ho chiamato Lella, e senza chitarra, abbiamo imbastito uno dei più divertenti e scoppiettanti recital. Lei vi si era buttata a capofitto, lanciandomi magari grandi occhiatacce, ma con quel coraggio che, forse, non sapeva d’avere. Adesso dovrei chiudere, però sento forte di bisogno di parlare di Barbara, sua figlia

Per raccontare delle musiche che aprono e chiudono la rubrica VERSO del venerdì, ricordo che una mattina la Superiora dell’Asilo di S. Pietro, sul piazzale della Radio Mater di quel tempo, mi chiese: “Me la scrive per Natale una poesiola in dialetto facile facile?” Quella domenica, tornando dalla Mara, mi cominciarono a balenare, ritmicamente, le prime parole “Angiul del Signuur” poi, a passo cadenzato, “guardian e prutetuur…” A casa dettai le parole a Roberto: dopo un’ora Lella mi cantava al telefono quello che considero “un miracolo” di armonia e intensità. E la Messa che scrissi in onore del mio papà, tutta in dialetto, fu

Ebbene, Barbara non aveva mai seguito la madre nei nostri viaggi musical/poetici, aveva un fidanzato, una vita spensierata da giovane ragazza, eppure un giorno, un brutto giorno, l’abbiamo incontrata accanto al suo letto. Sempre. E per tanti mesi, fino all’ultimo, l’abbiamo vista carezzarla, spalmarle la crema, curarle pettinatura, manicure e look con dedicazione così amorosa che ha commosso tutti. E adesso? Come terminare questo racconto? Lo farò così, come l’ho iniziato, conscia che il “Teatrino di noi”, col poeta Vito Trombetta, e il chitarrista Roberto Motta, saranno totalmente e sentimentalmente d’accordo: Lella Greco THE VOICE! Rosanna.


La famiglia di Radio Mater Gli ascoltatori ci scrivono...

Testimonianza di un nostro ascoltatore: Stefano.

Carissimi, proprio “a cuore aperto” e con sofferenza, voglio testimoniare che, al giorno d’oggi, avere un “credo” non è semplice. Molte volte, il vivere cristianamente, viene confuso e frainteso con l’essere fanatici o ipocriti! Purtroppo, diveniamo poco credibili, perché le nostre azioni non sono sempre immerse nel Vangelo. Mi chiamo Stefano e, fra qualche mese, compirò i miei secondi 20 anni. Quando ero adolescente e poi giovane, non credevo, ero ateo, deridevo “la religione e il sacro”.

peccati, credo che mi abbia perdonato.

ogni occupazione diventa un inno alla vita per Lui.

No, non sono santo! Ho una disabilità visiva che mi sta portando lentamente a perdere vista ed udito e, forse, grazie a questa sofferenza, sono riuscito a salire sulla croce, insieme a Cristo.

Da 14 anni, ogni settimana, la mia sedia diventa un altare dove, le mie terapie infusionali, gli aghi, le flebo, i buchi, le sofferenze, da “corone di spine” offerte a Dio, diventano fiori meravigliosi che possono essere doni per me e per gli altri.

Ieri ho ascoltato “A cuore aperto”, la rubrica di Radio Mater, la storia del signor Domenico e anche io volevo testimoniare la mia vita, molto più leggera della sua, ma credo possa essere utile per qualcuno.

La mia famiglia era amorevole, onesta, ma lontana dalla fede. L’unica che spendeva preghiere per noi, era la mia nonna Giuseppina. Nel periodo dell’adolescenza, fui molto scosso dalla morte di una mia compagna di scuola... e questo mi fece avvicinare a Dio! Poi, la scomparsa della nonna e di mio papà, mi fece cambiare radicalmente! Ero uno che aveva bestemmiato perfino in Chiesa, e ora, non voglio, alla Domenica, perdere neppure una S. Messa! Sento forte il desiderio della vicinanza di Dio e, malgrado tutta la mia ribellione e i miei

la regia di Radio Mater ad Albavilla

Non so nemmeno perché mi sto mettendo a nudo, ma a volte, bisogna essere testimoni. Essere cristiani per me significa “affidamento e carità”, significa che, malgrado tutto, ogni cosa è dono: la tua vita è dono per te e per gli altri, ogni giorno è preghiera, anche il tuo lavoro, ogni tuo respiro è vicino all’Eterno e non deve essere un peso; ogni foglio di carta, ogni pratica,

Settimana scorsa vi avevo telefonato chiedendo preghiere per il mio amico Giuseppe, in rianimazione. Guardando a Gesù ora so che, anche le mie sofferenze, possono essere dono per Lui; si, posso anche io essere utile per il mio amico e per tutti. Tutta questa sofferenza che mi porto dentro, grazie a Cristo, diventa coraggio e profumo di carità. So purtroppo di non poter ricevere la comunione perché convivo... Ma, supplico e vivo, offrendo le mie croci, af f inc hé, at trave r s o la Comunione spirituale, possa ricevere anche io il Pane di Vita! “Dolce il mio giogo se la mia speme è in Gesù, non esiste più tormento e afflizione quando Lui è con me.” Perdonatemi se mi sono dilungato. Grazie per ciò che fate! Stefano.

Lina, 92 anni, è venuta da Messina a trovarci in Radio nei giorni scorsi portando con sé e sobbarcandosi le spese, figli, nipoti, parenti, per un totale di 14 persone.

“Nostra mamma appartiene alla famiglia di Radio Mater... Caro don Mario e cari amici della comunità di Maria, Le poche ore trascorse con voi nella sede di Radio Mater

domenica 7 ottobre sono bastate per considerarvi amici e per sentire nostri quei luoghi che, fino a quel giorno, erano cari e familiari, pur non avendoli visti

mai, solo a nostra madre, Natalina (92 anni il prossimo Natale), che ha avuto l’ardire di considerare secondari i numerosi acciacchi che le riducono vista, udito e

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‘‘Nostra mamma appartiene...’’ / La vita è dono per te e per gli altri.

La vita è dono per te e per gli altri.


all’ascolto di qualche rubrica, che abbiamo apprezzato e seguito nei momenti liberi; dopo quel giorno insieme, anche per noi, riascoltarvi ha il sapore dell’amicizia e della familiarità.

Don Mario con Lina di Messina

‘‘Nostra mamma appartiene alla famiglia di Radio Mater...’’

deambulazione, nei confronti dell’ampiezza smisurata del suo desiderio di venirvi a trovare. Ha proposto ai figli di accompagnarla da Messina ad Albavilla, sobbarcandosi interamente i costi del gesto per loro e per quanti della famiglia avessero voluto e potuto unirsi. Ci siamo ritrovati in 14 in quella bellissima giornata di sole al mattino in Cappellina ed il pomeriggio nella Cappella grande per la Santa Messa e la consacrazione a Maria. In cinque siamo partiti da Messina, noi quattro figli con il genero Riccardo, gli altri invece, nipoti e pronipoti si sono uniti a noi provenendo da Torino, Milano e Desio. Eravamo lì per lei, guardavamo ogni cosa con i suoi occhi di ipovedente, gli occhi del cuore, tesi a cogliere e a custodire nella memoria ogni gesto, ogni parola, ogni luogo. Ma subito ci siamo ritrovati tutti noi protagonisti del gesto: quell’ avvenimento era per noi, ognuno lo sentiva donato a sé, un tacito ed affettuoso abbraccio univa noi, voi, Natalina e la Mamma, come abbiamo imparato a chiamare la Madonna dalla voce di don Mario. “Sono venuta per contribuire alla realizzazione del desiderio di nostra madre, - ha detto una di noi figli, interpretando un sentimento comune- per accorgermi, invece, che era a me che veniva fatto un dono, e non ho smesso durante la celebrazione di pregare per gli altri della famiglia che non erano venuti, domandando per loro doni di totale conversione”. Nessuno di noi figli, in verità, era estraneo a questa radio, perché, vivendo la mamma nelle nostre case, ci ha introdotto

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Anche i momenti di attesa hanno avuto una loro sacralità: la testimonianza di Rosa, il cui figlio, detenuto, ha visto una concreta svolta e l’agognata pace dopo la visita di una misteriosa signora di cui nessun secondino ha registrato entrata, uscita, documenti... Vorremmo aggiungere delle considerazioni che , seppur avevamo colto in precedenza, dopo il 7 ottobre si sono imposte alla nostra attenzione: - abbiamo scoperto che nostra madre non è una affettuosa ascoltatrice: lei appartiene alla comunità di Radio Mater, se ne nutre, si lascia provocare, si unisce in preghiera, partecipa telefonicamente in diretta, ne avverte conforto e compagnia qualificata, si coinvolge nel desiderio di sostenerla economicamente, desidera che altri ne possano beneficiare come lei (possiamo chiamare questa missionarietà?); comprendiamo nell’esperienza che il metodo di Dio è l’incarnazione: Cristo è vivo ora in persone vive, sorrisi concreti, parole ricche di espressione del volto (i vostri volti), tono e timbro della voce (la vostra voce) che veicolano priorità e certezze; circostanze precise, fatte di luoghi, di cura dei luoghi (la vostra casa-sede), di tempo e di tempi (quelli della liturgia); the e pasticcini (offerti al momento del commiato) per dire “Tu sei un bene per me”. Eppure, non abbiamo assistito ad una pienezza di gioia in nostra madre a conclusione del viaggio. Era grata, molto, per ogni cosa, per ogni particolare: dalla salute che aveva retto al viaggio, alla mitezza del tempo, ad ogni

affettuosità di cui era stata fatta segno. Non era, però, piena e traboccante di letizia come tutto avrebbe lasciato prevedere. Era pervasa da una nostalgia e da un desiderio di rivivere tutto ancora, per un periodo più lungo. “Facciamo tre tende “, è davvero l’immediato desiderio di chi ha vissuto una beatitudine. Il desiderio che ci muove, che è il desiderio di Dio, non può mai essere colmato, per sua natura, anzi man mano che si avvicina all’oggetto del suo desiderare, si dilata lasciando spazio ad una nostalgia infinita.

Di tutto questo figli, nipoti, genero e nuora abbiamo fatto esperienza e di questo siamo grati al buon Dio e a tutti voi volontari (Cinzia, Maurizio, Mario, Giovanna, il figlio di Peppino, il diacono Lucio, Dania…e don Mario). Ci siamo tutti consacrati alla Madonna il pomeriggio in Cappella e chi fra noi lo aveva già fatto nell’adolescenza, ha ripetuto l’atto di consacrazione con una coscienza più adulta e comunionale. Ci rivedremo? Chi può dirlo. Voi restate una presenza quotidiana e noi ci faremo sentire se… riusciremo a prendere le linea. Grazie sempre con vera e profonda gratitudine. Grazie per le affettuose e puntuali mail che ci avete inviato. I figli di Lina: Rosetta, Marta, Graziella, Sebastiano.

Don Mario e il diacono Lucio con la famiglia di Lina di Messina


Come Comunità di Maria, quando arriva il gruppo di bambini che reciterà il Rosario il primo del mese, solitamente l’ accompagniamo prima in cappellina, per una preghiera davanti alla statua della Madonna benedetta dai Papi. Qui i bambini, sotto lo sguardo di Maria , possono rivolgere una loro preghiera . Ecco due bellissime testimonianze di questi incontri!

Siamo i nonni di due gemelli di 4 anni e mezzo, che il primo sabato di luglio si sono recati ad Albavilla presso Radio Mater. Per i nostri nipotini è stata una bellissima esperienza: si sono sentiti accolti durante tutto il pomeriggio, hanno potuto vivere in modo ludico il momento del santo rosario; si sono sentiti molto importanti quando hanno recitato la preghiera al microfono e sono andati in regia, mettendo le cuffie, per poter parlare in diretta radio... Inoltre, i nostri nipotini sono rimasti molto contenti della

piccola processione con la statua della Madonna di Fatima, dove loro e altri bambini indossavano una tunica bianca con la mantellina azzurra e avevano una candelina fra le mani. L’ esperienza è stata vissuta talmente bene, dai nostri bimbi , che spesso ci chiedono quando li riporteremo ad Albavilla!! Cogliamo l’occasione per ringraziare lo staff di radio Mater che avvicina i piccoli alla preghiera in modo gioioso, ludico e divertente. I nonni, Rita e Armando.

Mia nipote, dopo quel pomeriggio in Cappellina, ogni sera recita il S. Rosario Il primo sabato del mese di luglio, assieme ad altri bambini, ho accompagnato Noemi, la mia nipotina di otto anni nella Cappellina di Maria in Albavilla.

Eccoci, Mamma!

n° 71 Novembre 2018 Comunità di Maria ONLUS • C.F. 93012890138 • Casella Postale n. 84 - 22031 Albavilla (CO) Registro stampa: Tribunale di Como n. 1/96 dell’8/1/1996 • Lett. in famiglia “Pro Manoscritto” di Comunità di Maria Onlus, Albavilla (Como) • A. 2005 Direttore Responsabile: Enrico Viganò. Impaginazione e Grafica: Roberto Bonfanti Stampa: Ingraf Industria Grafica Srl • Via Monte San Genesio 7 • 20158 Milano (MI)

Sono rimasta stupita nel vederla, davanti alla statua della Madonna, così raccolta: nel silenzio del suo cuore si percepiva che stava rivolgendosi personalmente e direttamente a Lei! Abbiamo poi partecipato alla preghiera del S. Rosario e alla processione, unendoci a molti altri bambini.

Che meraviglia, anche perché Noemi, non solo è stata molto contenta di aver partecipato a questo incontro di preghiera, che pensava molto più noioso, ma da quel pomeriggio, ogni sera, prende la sua coroncina e recita il Rosario! Accogliamo con gioia l’invito a pregare il Santo Rosario e vedremo nel cuore, anche dei nostri bambini, il sorriso e l’impegno della Vita! Grazie, Maria SS., grazie don Mario, grazie a tutti voi. La nonna, Anna Paola.

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In Europa Via Satellite: EutelSat “Hot Bird” Posizione: 13° Est Ricevitore:Digitale Standard - DVB - (MPEG2) Transponder:BOUQUET EUTELSAT TR. 72 Frequenza: 12,149 Ghz Polarizzazione:Verticale FEC: 3/4 - S/R: 27.500 KB/s Antenna parabolica consigliata:diametro non inferiore a 100 cm. LNB: Universale

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Mia nipote, dopo quel pomeriggio in... / Nonni, quando ci riportate...

Nonni, quando ci riportate a Radio Mater?


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