Progetto Montelungo

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Investimenti Sgr



INDICE 2 3 4 5

Giorgio Gori sindaco di Bergamo Francesco Valesini assessore alla Riqualificazione Urbana Comune di Bergamo Marco San Giorgio direttore generale CDP Investimenti Sgr Remo Morzenti Pellegrini rettore dell’Università degli Studi di Bergamo

MATERIALE DI CONCORSO

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Introduzione concorso

PROGETTI FINALISTI

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VINCITORE Barozzi/Veiga

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David Chipperfield srl

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Nieto Sobejano arquitectos slp

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Inês Varela Maia Lobo

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Joaõ Maria Godinho de Paiva Ventura Trindade

RINGRAZIAMENTI


GIORGIO GORI SINDACO DI BERGAMO

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La riqualificazione delle ex caserme Montelungo-Colleoni è uno di quegli interventi che valgono un’intera Amministrazione. Per la valenza storica dell’edificio, sito in un luogo centrale della nostra città; per il valore simbolico dell’intervento, un problema irrisolto da quasi venti anni in città. Ma il significato della Montelungo ha anche una valenza in termini più ampi e di carattere generale. Lo sviluppo futuro delle città passa soprattutto da operazioni di riqualificazione di aree dismesse. Nel tessuto urbano di Bergamo questi “buchi” sono visibili a tutti i cittadini e coincidono con le grandi aree industriali che sono andate spegnendosi nei cambiamenti economici e sociali del nostro Paese e della nostra città. È necessario costruire sul costruito, “una crescita per implosione”, per citare Renzo Piano, una rivitalizzazione in grado di cambiare in meglio le realtà urbane e la vita delle persone che le abitano e vivono. In questo senso, la Montelungo-Colleoni è forse stato negli ultimi decenni il “buco” più evidente agli occhi dei cittadini di Bergamo: l’accordo con Cassa Depositi e Prestiti e Università degli Studi di Bergamo dà oggi il via a un recupero destinato a cambiare l’aspetto e gli assetti della nostra città. Il futuro studentato va a cucire l’area del centro a quella di via Pignolo, di Borgo Santa Caterina e al polo culturale di via San Tomaso: l’accordo con l’Università degli Studi di Bergamo rappresenta un investimento sul capitale umano e sulla conoscenza, la valorizzazione di due ambiti fondamentali della città di Bergamo. La scelta di ospitare tanti ragazzi nella Montelungo non potrà che fare bene al centro cittadino: al Comune il compito di realizzare percorsi che potranno rendere più fruibile il collegamento tra via Tasso e il Parco Suardi, tra il polo della cultura di via San Tomaso e via Pignolo.

Vorrei sottolineare la scelta dell’Amministrazione, in accordo con Cassa Depositi e Prestiti, di prevedere una procedura concorsuale per la riqualificazione del comparto. In Italia si fanno pochi concorsi di architettura e si rinuncia, di norma, ad uno strumento che garantisce dibattito e trasparenza sulle scelte pubbliche, in aggiunta ad una maggior qualità degli interventi. Il concorso è un primo importante risultato di un percorso che torna a premiare la competenza e il merito. Il bando “Progetto Montelungo” rappresenta un paradigma che intendiamo seguire anche in futuro, cercando di garantire un’altissima qualità nella progettazione: i cinque progetti finalisti vengono da alcuni dei più importanti studi di architettura d’Europa, sguardi internazionali che non possono che fare bene alla città di Bergamo, ogni tanto forse un po’ provinciale e abituata a bastare a se stessa più che ad aprirsi. Vorrei ringraziare tutte le parti e i soggetti che hanno dato reso possibile quest’accordo, dalla Cassa Depositi e Prestiti all’Università degli Studi di Bergamo, dalla Soprintendenza agli Assessori, dirigenti e funzionari del Comune di Bergamo. Si è trattato di un lavoro di squadra che ha ottenuto un risultato e un investimento di grande importanza anche in un periodo delicato per l’economia del nostro Paese e del nostro territorio: è la dimostrazione che le cose possono accadere.


FRANCESCO VALESINI ASSESSORE ALLA RIQUALIFICAZIONE URBANA COMUNE DI BERGAMO

La conclusione del Concorso internazionale rappresenta una tappa decisiva del processo di riqualificazione della caserma Montelungo, che ci consente finalmente di poter prefigurare, dopo quasi vent’anni dalla sua definitiva dismissione, la riconversione di un’area della città, oggi del tutto preclusa, dall’alta qualità ambientale ed insediativa, ulteriormente accresciuta dalla futura presenza di una importante destinazione pubblica, quale quella di una residenza studentesca e di un centro universitario sportivo. Un processo che ha origine in realtà da un altro immobile dismesso di grande rilevanza per le sorti future della città, quale è il complesso degli ex Ospedali Riuniti: un’area di 140 mila mq, posta ad ovest, in posizione speculare rispetto a quella della vecchia caserma, destinata oggi ad ospitare la nuova sede dell’Accademia di Guardia di Finanza. La lunga elaborazione, avvenuta nell’arco di quindici anni, di progetti di riqualificazione riferiti a questo comparto, ha sempre visto riconoscere all’Università di Bergamo un ruolo preminente per la sua rifunzionalizzazione. Ruolo che, in conseguenza di scelte urbanistiche e strategiche diverse, fondate su una sua presenza più diffusa all’interno del tessuto cittadino, è andato via via ridimensionandosi, fino ad arrivare a rappresentare una presenza non facilmente conciliabile, dal punto di vista spaziale e dimensionale, con la nuova sede dell’Accademia. L’occasione unica, colta dall’Amministrazione comunale, di potersi confrontare, sulle sue sorti future, con uno stesso soggetto, quale Cassa Depositi e Prestiti Investimenti, proprietaria sia della ex caserma che dell’ex ospedale, unitamente alla disponibilità dell’Università, ha consentito di trovare la soluzione migliore e più equilibrata, dando una dimensione e ai processi di riqualificazione di questi due ambiti un’estensione di scala davvero unica, considerati gli effetti che destinazioni pubbliche di questa rilevanza possono indurre sui rispettivi quadranti, a est e a ovest della intera città. Una soluzione che trova, soprattutto nell’ipotesi di riuso della caserma Montelungo, una precisa

corrispondenza con quanto previsto anche all’interno dello strumento urbanistico vigente, in quel Polo della Cultura, dello Sport e del Tempo libero richiamato nello stesso PGT, come una delle previsioni di maggior qualità e rilevanza urbana. Il Progetto Montelungo rappresenta in questo senso un tassello fondamentale di questo ampio disegno che, partendo dal complesso di Sant’Agostino, in Città Alta, attraverso il Collegio Baroni (già entrambe sedi universitarie), si collega al polo museale della Accademia Carrara e, lungo un percorso pedonale che attraversa parco Suardi, raggiunge il vasto recinto della Montelungo. Da qui, percorrendo ancora una volta un altro parco cittadino, parco Marenzi, si connette con il tratto pedonale di via Tasso, fino al centro Piacentiniano, cuore della città bassa. Un sistema, di cui si parla da più di venticinque anni, la cui rilevanza e suggestione si colgono anche solo nel racconto delle relazioni urbane e funzionali richiamate e che, finalmente, porterebbe a compimento quell’idea, tutta europea, di campus universitario diffuso, in una realtà cittadina afflitta da una condizione demografica che la sta portando ad un lento e costante invecchiamento. Uno di quei progetti che nel nostro Paese siamo abituati a guardare con comprensibile scetticismo, tanto ci pare troppo bello per essere vero, ma che può trovare invece, proprio nella riqualificazione della Montelungo, il suo punto di svolta per renderlo davvero attuabile e concreto. Quella del concorso internazionale è sembrata, di conseguenza, la procedura più appropriata per restituire la qualità che un progetto così ambizioso merita, e, in questo, questa esperienza ha saputo essere all’altezza delle attese. I cinque finalisti prescelti dalla Giuria sono, infatti, interpreti raffinati e colti, che, nella loro carriera professionale, hanno dimostrato di sapersi misurare con grande sensibilità ed attenzione rispetto a contesti urbani complessi come quello in cui la Montelungo si colloca. Sta ora a tutti i soggetti coinvolti far sì che la proposta vincitrice imbocchi la strada migliore 3 per essere finalmente attuata.


MARCO SAN GIORGIO DIRETTORE GENERALE CDP INVESTIMENTI SGR

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L’esito del concorso di progettazione della Caserma Colleoni Montelungo rappresenta un passaggio essenziale nell’attuazione del protocollo di intesa avviato a marzo scorso con due primari soggetti istituzionali quali il Comune e l’Università, rappresentando un primo risultato virtuoso di un percorso che vedrà anche la riqualificazione urbanistica degli ex Ospedali Riuniti, con l’insediamento della nuova Accademia della Guardia di Finanza. Tali operazioni confermano più di ogni altro dato l’attenzione e l’interesse di CDP a continuare nella proficua collaborazione con l’Amministrazione di Bergamo, città che aggrega la maggior esposizione di investimenti dell’intero portafoglio FIV. L’intervento in sé rappresenta la seconda esperienza di concorsi di progettazione dopo l’esito della procedura internazionale svolta a Roma con il Progetto Flaminio, e conferma che l’architettura intesa come elemento competitivo permette di esaltare la qualità architettonica, pur nell’ambito di interventi di recupero comunque diversi. Il numero elevato di candidature della prima fase e il numero di progettisti stranieri interventi dimostra la forte attenzione internazionale al nostro paese e le potenzialità ancora inespresse e connesse ai processi di valorizzazione dell’ex patrimonio pubblico. Siamo molto soddisfatti anche dei contributi architettonici che si sono aggiunti grazie al concorso internazionale, una metodologia che ci allinea alla best practice internazionale e che abbiamo già sperimentato con successo a Roma. L’attività di valorizzazione delle ex caserme è svolta da parte di Cdp Investimenti Sgr attraverso il Fondo Investimenti per la Valorizzazione (FIV), un fondo multicomparto, riservato a investitori qualificati, il cui comparto Extra è dedicato ad acquisire e valorizzare patrimoni immobiliari di Enti

pubblici e società da questi ultimi controllate: Il solo FIV ha un patrimonio di quasi un milione di metri quadrati. Le destinazioni sono le più varie: il 70% potrebbero essere destinate al residenziale, di qualsiasi natura nelle trasformazioni delle grandi caserme ci sono funzioni accessorie tra cui l’social housing. C’è poi c’è il grande patrimonio di Cdp Immobiliare, che rappresenta l’altro settore dell’immobiliare di Cassa depositi e prestiti. Anche lì ci sono grandi progetti e anche lì la parte residenziale è predominante. La cassa esprime una potenzialità molto interessante.


REMO MORZENTI PELLEGRINI RETTORE DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO

Una “dorsale” culturale nella città L’insediamento nel complesso delle ex caserme Montelungo-Colleoni rappresenta un atto importante nello sviluppo coerente della presenza dell’Università di Studi di Bergamo nella città. La realizzazione di nuove residenze universitarie e di attrezzature del CUS (Centro Universitario Sportivo) risponde alle esigenze di un Ateneo aperto e di respiro europeo anche nei servizi e nelle funzioni che vengono offerti. L’Università, e con essa la città, rappresenta così sempre più sia un riferimento saldo per il contesto lombardo, sia una realtà attrattiva in continua apertura internazionale. La presenza dell’Università nella Montelungo si colloca con coerenza nella storia e nella vita che ha caratterizzato per decenni la caserma: un crocevia di destini, dove giovani provenienti da diverse parti d’Italia hanno svolto il servizio militare, per lungo tempo momento principale di “maturazione” e inserimento, per così dire, nell’età adulta. In questa prospettiva, l’università è oggi la “nuova frontiera” per i giovani che si preparano ad affrontare la vita, dischiudendo loro scenari nazionali e internazionali.

Museo Diocesano Bernareggi, il complesso dell’ex-convento delle Canossiane, l’Accademia Carrara con la prospicente GAMeC. La scelta di una “università nella città”, pur ponendo impegni organizzativi e gestionali notevoli, rappresenta tuttavia una modalità efficace per costruire rapporti fecondi tra attività universitaria e vita cittadina in una traiettoria che offre occasioni di sinergia tra università, istituzioni locali e cittadini, anche ai fini di una rigenerazione urbana di parti di città. Eloquente per il rapporto tra patrimonio architettonico storico e città è un’affermazione che Giancarlo De Carlo avanzò nell’ambito del partecipato dibattito sviluppatosi a Bergamo nei primi anni Ottanta del secolo scorso sul recupero dei “contenitori storici” della città e su “cosa mettere dentro ai contenitori”. De Carlo non aveva dubbi, il problema “può essere risolto in modo molto semplice che può essere messa qualunque cosa, in modo molto complicato che non ci deve essere niente.” Ma sempre nelle sue parole: “Il contenuto dipende dalla individuazione del ruolo complessivo della città”.

La nostra Università si è sviluppata diffondendosi nella città e nel territorio con un assetto per poli, rappresentati dal campus umanistico, economico-giuridico, di ingegneria. Il disegno del campus umanistico, in particolare, si articola dalla Città Alta alla Città Bassa, costituendo una vera e propria “dorsale” della cultura, con le sedi di via Salvecchio e di Piazza Rosate, con il complesso di S. Agostino e dell’ex-Collegio Baroni, fino a innestarsi sull’area della Montelungo attraverso i percorsi di via Pignolo, via San Tomaso e via della Noca, il cui patrimonio edilizio storico assolve funzioni di pregio: Palazzo Lupi, il 5





Il Concorso internazionale riguarda l’ambito urbano corrispondente al compendio delle ex Caserme Montelungo-Colleoni, dismesse da quasi un quarto di secolo, oggi di proprietà del Fondo Investimenti per le Valorizzazioni (FIV) ed è promosso da Cassa Depositi e Prestiti, attuale gestore dell’immobile. L’area, non distante dal Centro Piacentiniano, la zona centrale di “Città Bassa”, è circondata da importanti strutture storiche, architettoniche, sportive e culturali: i borghi di Pignolo e San Giovanni, i parchi Marenzi e Suardi, la Torre del Galgario e il sistema delle “muraine” (antiche mura daziarie), il Palazzetto dello Sport e lo Stadio, l’Accademia e Pinacoteca Carrara, la Galleria di Arte Moderna e Contemporanea (GAMeC) e i plessi universitari di via Pignolo e dell’ex convento di Sant’Agostino. “Luogo generatore di spazi collettivi, pubblici per cultura tempo libero e funzioni urbane attive”, il comparto si colloca nell’Ambito Strategico del Documento di Piano del vigente PGT, di cui costituisce un importante Ambito di Trasformazione e un’area dismessa di prioritaria rilevanza. Pubblicato in attuazione del Protocollo sottoscritto in data 17/03/2015 da CDP con il Comune e l’Università degli Studi di Bergamo, il Bando ha come tema la riqualificazione e riconversione funzionale delle ex-caserme, che ospiteranno nuovi servizi universitari (Studentato e CUS), spazi pubblici di rilevanza urbana e territoriale, nonché funzioni private a destinazione prevalentemente residenziale e terziariocommerciale, oltre a nuovi percorsi di connessione con gli spazi pubblici già esistenti (servizi, piazze, parchi e di spazi aperti di relazione). Il concorso è incentrato sulla progettazione urbana e architettonica dell’ambito, verso una soluzione attenta ai valori culturali sanciti dal Decreto di interesse storico-

artistico presente sul compendio immobiliare, efficace nella distribuzione e ottimizzazione di spazi e volumi esistenti, ma, soprattutto, capace dimostrare efficacia e sostenibilità economico-finanziaria dell’ipotesi di riqualificazione, per garantire la rigenerazione urbana di una parte di città densa di valori storici, culturali e ambientali. La scommessa risiede nella scelta strategica di far convivere nuovi servizi integrati a spazi funzionali dinamici, forme di residenzialità temporanea e flessibile, attività commerciali, ricettive e destinate al tempo libero, in nuovi spazi pubblici: l’obiettivo ambizioso è quello di restituire alla città e al quartiere un importante contenitore urbano, oggi fortemente degradato, attraverso un progetto architettonico di respiro europeo.

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VINCITORE BAROZZI/VEIGA BARCELLONA-COIRA

Autori BAROZZI / VEIGA Fabrizio Barozzi Alberto Veiga Componenti del gruppo Paola Calcavecchia Isaac Mayor Ingegneria strutturale Studio Capè Ingegneria delle Costruzioni Progetto impianti e sostenibilità T.E.S.I. Engineering s.r.l. Consulenza di restauro Dott. Arch. Corrieri Libero Ferruccio Rosario

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Fabrizio Barozzi ed Alberto Veiga iniziano la loro attività professionale fondando lo studio Barozzi / Veiga nel 2004 a Barcellona. Barozzi / Veiga ha vinto numerosi premi in concorsi nazionali ed internazionali fra cui si distinguono il recupero e la riconversione del Palazzo Santa Chiara ad Ùbeda, l’Auditorium di Águilas, la Sede del Consiglio Regolatore della D.O.C. Ribera del Duero a Roa, la Filarmonica di Szczecin, il Museo delle Belle Arti di Losanna, l’ampliamento del Bündner Kunstmuseum di Coira, l’ampliamento della Scuola di Musica a Brunico e la ricostruzione della Tanzhaus lungo il fiume Limmat a Zurigo. Fra i numerosi premi che riconoscono il percorso professionale di Barozzi / Veiga sono degni di menzione il Premio AJAC 2007 concesso dall’Ordine degli Architetti di Catalogna, il Premio Internazionale “Barbara Cappochin” 2011, la Medaglia d’Oro dell’Architettura Italiana all’opera prima 2012 assegnata dalla Triennale di Milano, il Premio “Giovane talento dell’architettura italiana 2013” assegnato dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori. In maggio 2015 Barozzi / Veiga vince il Premio Mies van der Rohe Award European Union Prize for Contemporary Architecture 2015 per la Filarmonica di Szczecin concesso dalla Commissione europea e dalla Fundació Mies van der Rohe. Il lavoro di Barozzi / Veiga è stato presentato in molteplici esposizioni nazionali ed internazionali ed è stato pubblicato nelle principali riviste internazionali.


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Impianto urbano L’impianto ad anello delle caserme Montelungo e Colleoni, che si è costituito per successive addizioni di parti nelle diverse fasi di costruzione, è l’elemento identitario principale della forma urbana di quest’area. È anche l’elemento che conferisce all’esistente la sua specificità ed unicità all’interno della città: la singolarità di un grande spazio urbano recintato. Il progetto propone di conservare la peculiarità di questo impianto urbano e di trasformarlo in un nuovo spazio pubblico attraverso l’accentuazione del suo carattere di recinto e contemporaneamente modifica e trasforma il limite costruito, con l’obbiettivo di renderlo permeabile ed adattarlo alle nuove funzioni pubbliche e private che ospiterà quest’area. L’intervento, tramite una chiara disposizione planimetrica, genera connessioni dirette con i parchi Suardi e Marenzi, rispettivamente a nord e a sud dell’area di progetto. Il progetto unisce le corti delle ex Caserme Montelungo e Colleoni, per creare un nuovo parco pubblico interno, connesso al sistema dei parchi limitrofi. Nuovi corpi edificati con la loro planimetria, permetteranno la conservazione dell’impianto urbano ad anello, la creazione di una nuova permeabilità verso il parco pubblico, e la riorganizzazione dei fronti, degli spazi aperti e delle relazioni con l’esterno. Intervento sull’esistente Il progetto si appella alla memoria dell’evoluzione del fabbricato usando il palinsesto come momento che vede un nuovo periodo storico determinato da prospettive diverse e come momento che definisca la nuova architettura come elemento dialettico ma garante di continuità con la preesistenza. In quest’ottica, dopo un’attenta valutazione di ogni corpo di fabbrica, abbiamo rilevato complessità della trasformazione degli edifici

6 7-8-10a-10b ed 11 ad edifici adatti ad ospitare le funzioni di progetto, oltre che il loro estremo degrado costruttivo. Per questa ragione, presa visione dei documenti relativi ai vincoli di tutela, e valutato che un’ipotetica trasformazione di questi manufatti per accogliere parte delle funzioni richieste avrebbe implicato una radicale alterazione della loro conformazione, abbiamo deciso di procedere ad una demolizione e sostituzione degli stessi. Questa ipotesi progettuale permette l’inserimento delle funzioni richieste in un modo ottimale nei nuovi volumi ed al contempo permette la conservazione, senza quasi alterazioni, delle parti storiche di maggior pregio dell’area, conformando un misurato equilibrio fra l’intervento di restauro e le nuove costruzioni. L’intervento negli edifici 1-2-3-4-5-9.prevedrà una sostanziale attenzione conservativa che introdurrà e medierà quelle scelte progettuali maggiormente ristrutturative che rispondono alle esigenze indirizzate alla realizzazione di nuove modifiche organiche che si integreranno per scelte materiche, per linguaggio e tipologie architettoniche, per rapporti tra pieni e vuoti, con gli elementi storici conservando gli elementi strutturali e caratteristici. Negli edifici esistenti il progetto si limita, infatti, a degli interventi di mantenimento e consolidamento delle strutture esistenti e delle scale esistenti, al rifacimento della coperture e all’inserimento di nuove strutture che permettano di adattare gli edifici alle funzioni che ospiteranno. Gli edifici nuovi, dal canto loro, cercano di inserirsi in modo armonioso al contesto storico, con un’altezza di 5 piani fuori terra che si armonizza alle altezze esistenti ed un trattamento massiccio della facciata.

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Mobilità Nell’ottica dell’integrazione alle strategie comunali circa i temi della mobilità, il progetto intende disincentivare il trasporto privato su ruota, migliorando le connessioni tanto pedonali, quanto ciclabili, e del trasporto pubblico. L’intervento prevede l’ampliamento dei percorsi pedonali esistenti in via S. Giovanni in entrambi i lati e su viale delle Muraine limitatamente al lato tangente alla nostra area di progetto. I parcheggi esistenti sul lato opposto del viale passano da un’inclinazione di 45 gradi ad una di 30 gradi, per poter ampliare tanto i percorsi pedonali quanto l’ampiezza del senso di marcia più trafficato. Su via Frizzoni all’ampliamento del percorso pedonale sarà affiancato alla riqualificazione della pista ciclabile, già esistente ma non regolamentare. L’intervento facilita inoltre la connessione pedonale tra le fermate del trasporto pubblico e le aree limitrofe, tanto su via S.Giovanni come su via Frizzoni. Vicolo S.Giovanni, vista la ridotta portata del traffico, viene pavimentata per favorire la circolazione pedonale, incentivata dalla nuova connessione aperta su parco Marenzi. Seppure non viene ridotta la possibilità di sosta su strada esistente, non sono previsti nuovi parcheggi in superficie valutando che, essendo l’area di progetto inserita in un ambito di trasformazione più ampio, gli stessi possano essere ubicati nell’area del Palazzetto dello Sport. Valutando per ora delicata, in assenza di una decisione più globale a livello comunale, la riduzione del volume di traffico che attualmente insiste sull’area, i nostri interventi non riducono in nessun modo la capacità di sopportazione dei flussi di traffico già esistenti, mirando solo a facilitare le alternative pubbliche. 14

Il parco interno L’interno dell’anello costruito sarà conformato come un ampio parco pubblico che collega pedonalmente il parco Suardi al parco Marenzi, aprendo quest’ultimo al vicolo S. Giovanni. Questo nuovo parco pubblico, facilmente accessibile, animato dalle funzioni disposte perimetralmente, isolato dal traffico veicolare, è il cuore del progetto, uno spazio sociale e pubblico, con un’atmosfera tranquilla. Il collegamenti pedonale principale pavimentato, in asse nord-sud, transiterà fra i portali arcuati degli spazi commerciali e sarà l’elemento strutturante del parco. Ad ovest e ad est di questo collegamento si disporranno le aree verdi, a due quote distinte, collegate da percorsi perimetrali e da una grande rampa. Il taglio preciso e netto della corte del CUS, manifesta in superfice la presenza di spazi ipogei.


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DAVID CHIPPERFIELD srl LONDRA–MILANO

Progetto Architettonico David Chipperfield Architects, Milano Arup Italia, Milano Capogruppo Progetto David Chipperfield Architects, Milano Principal David Chipperfield Direttore e Amministratore Giuseppe Zampieri Associate Cristiano Billia Gruppo di progettazione Pietro Bagnoli Filippo Serra Corrado Bongiorno Federica Corrà Giorgia Anastasio Maria Elena Codazzi Seunggeun Jee Annunziata Staffieri Lorenzo Rossettini Anna Frigerio Nicola Guercilena Modelli David Chipperfield Architects, Milano Tsukasa Goto Filippo Carcano Maris Ivanov Kojuharov Francesca Carino Rendering David Chipperfield Architects, Milano Eugenio Matteazzi Pietro Torricini Maria Letizia Somenzi

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Lo studio David Chipperfield Architects, fondato nel 1985, ha sviluppato numerosi e significativi progetti in ambito internazionale e ha acquisito esperienza nella realizzazione di opere in ogni settore, dal residenziale al pubblico, dalla scala privata al grande complesso urbanistico. All’interno del vasto portfolio di musei e gallerie realizzati, si annoverano sia progetti privati, quali il Museo Jumex di Città del Messico, che pubblici, come il rinnovato Neues Museum di Berlino. Gli studi di Londra, Berlino, Milano e Shanghai contribuiscono ad accrescere e contraddistinguere la molteplicità e la varietà di tali opere. I progetti attualmente in corso comprendono il Nobel Center di Stoccolma; una nuova ala dedicata all’arte moderna e contemporanea del Metropolitan Museum di New York; un nuovo edificio per la Kunsthaus Zürich in Svizzera; il restauro della Neue Nationalgalerie di Berlino; una torre polifunzionale con vista panoramica su Bryant Park a New York; un resort di lusso a Doha in Qatar; la James Simon Gallery, nuovo edificio di ingresso al Museum Island di Berlino; l’Elizabeth House, importante complesso di uffici e abitazioni sviluppato nei pressi di Waterloo, a Londra; il Palazzo di Giustizia di Salerno in Italia e un edificio della sede centrale dell’azienda di cosmetici coreana Amorepacific a Seoul.Lo studio ha ricevuto oltre 100 premi internazionali e citazioni per l’eccellenza nel design tra cui il Royal Institute of British Architects (RIBA), il Royal Fine Art Commission (RFAC) e l’American Institute of Architects (AIA), nonché il RIBA Stirling Prize nel 2007 e l’European Union Prize for Contemporary Architecture – Mies van der Rohe Award nel 2011. Nel 2011 David Chipperfield ha ricevuto la RIBA Royal Gold Medal e nel 2013 il Japan Art Association’s Praemium Imperiale, quali riconoscimenti per il lavoro fino ad ora svolto.


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Il progetto presentato è partito da un attento studio delle Ex Caserme MontelungoColleoni e del loro contesto. Il recupero e la valorizzazione del complesso, da coniugare rispetto a un Programma Funzionale relazionato prevalentemente alla cultura ed al tempo libero, non ha potuto prescindere da un approfondimento delle vicende storiche degli edifici, che sono stati costruiti in momenti diversi dagli inizi del XIX secolo agli anni ’20 del XX secolo e dallo studio degli aspetti di valorizzazione architettonica e di compatibilità ambientale. Diagramma Urbano Il Diagramma Urbano del Progetto di riqualificazione e di conversione funzionale delle ex Caserme Montelungo-Colleoni riguarda la creazione di due blocchi a Corte di cui uno più aperto e uno più chiuso, e di una strada che attraversa i due blocchi collegando il Parco Suardi a Nord con il Parco Marenzi a Sud e caratterizzandosi come elemento di connessione dei principali Spazi Pubblici circostanti. Il Diagramma Urbano si compone di due Parti Esistenti con una struttura più statica (Residenziale Universitario) e di due Parti Nuove con una struttura più dinamica (Centro Universitario Sportivo, Residenziale e TerziarioCommerciale). Una Serie di Volumi Le due Parti Nuove sono costituite da una serie frammentata ma concatenata di Volumi di dimensioni ridotte, piuttosto che da pochi grandi Volumi che avrebbero invece presentato il rischio di apparire monotoni e fuori scala. Su un lato il Centro Universitario Sportivo genera un fronte che, trattato come una composizione di Volumi Pubblici con grandi aperture, risulta più elegante

di un grande blocco. Sul fronte opposto il Residenziale si configura come una composizione di Volumi Privati più piccoli e maggiormente frammentati, che includono anche il Terziario-Commerciale offrendo una dimensione più domestica e di maggiore gradevolezza rispetto ad un grande blocco Residenziale. La natura delle Corti Nella riqualificazione e riconversione funzionale delle ex caserme MontelungoColleoni è risultato importante capire quale fosse la natura delle Corti, e come queste potessero essere urbanizzate e reinserite nella città. È stato importante capire la natura dei due spazi interni indagando se dovessero essere spazi Pubblici o Privati. La Corte Residenziale è risultata più relazionata alla strada esterna e quindi alla città, mentre la Corte Universitaria più alla natura attraverso il Giardino della Corte Universitaria. Le due sequenze di Volumi del Centro Universitario Sportivo, della nuova Residenza e del TerziarioCommerciale intendono creare un nuovo spazio, proponendo un Diagramma Urbano che chiaramente fa capire quale sia il senso di questa strada: essa riguarda la connessione attraverso tutto il complesso con il Parco Suardi, il Parco Marenzi e, quindi, con gli spazi Pubblici della città. a4_La Corte della Residenza Universitaria La Corte della Residenza Universitaria, anche se introversa, risulta comunque abbastanza aperta in termini di accessibilità ai Nuclei degli alloggi, infatti si configura come una sorta di “chiostro” di un’Università storica. Per raggiungere questo obiettivo, il progetto di riqualificazione e conversione funzionale propone per gli studenti un percorso perimetrale adiacente agli edifici esistenti ed interno alla Corte che presenta tre punti di 19


accesso controllato: due grandi varchi dalla nuova strada interna attraverso i due volumi del complesso del Centro Universitario Sportivo ubicati agli estremi Nord e Sud, e l’ingresso dallo slargo della “Colonna dei Lupi”. La Corte Residenziale La Corte Residenziale, anche se estroversa, risulta comunque abbastanza chiusa in termini di accessibilità alle Residenze Private, configurandosi come giardino Privato per gli appartamenti ricavati nei corpi edilizi della ex caserma Colleoni. Per raggiungere questo obiettivo i due Volumi della nuova Residenza Privata, prospicenti rispettivamente a Nord su via Muraine e a Sud su Vicolo San Giovanni, sono stati collegati agli edifici preesistenti configurandoli come elementi di transizione tra vecchio e nuovo. L’ingresso alla Corte viene così riservato soltanto agli abitanti delle Residenze Private. b_Tipi e metodi di intervento proposti con particolare riguardo all’esigenza di tutela dei valori culturali e dai fattori di degrado. Uno sguardo adeguato alla condizione contemporanea della città di Bergamo ed agli strumenti ed ai piani urbanistici ha contribuito con gli altri studi ed analisi a mettere a punto un quadro concettuale che ha aiutato ad individuare criteri ed idee per motivare e sostenere le scelte progettuali. Un approccio olistico ha aiutato ad individuare sia da un punto di vista tecnologico che strutturale, impiantistico, energetico e dell’ingegneria dei costi, tipi e metodi di intervento e la fattibilità del progetto. Livelli, Quote e Nuclei Il Livello Terreno degli edifici è stato strutturato in rapporto al contesto ed alle nuove funzioni Universitarie, Sportive, Residenziali, Terziarie-Commerciali. La Corte dell’Università, si struttura su un piano 20

orizzontale posto alla quota + 256,56 in continuità con lo slargo della “Colonna dei Lupi”, realizzando al suo interno un grande giardino ed un percorso pedonale lungo tutto il suo perimetro. La Corte delle Residenze si struttura su un piano orizzontale alla quota 258,00 ovvero a più 1,50 rispetto alla quota esterna dello slargo della Torre del Galgario, allo stesso livello del Piano Terra delle Residenze. La nuova strada interna si struttura anch’essa alla quota + 260,50 in piano, in continuità con via Cesare Battisti e si raccorda al suo estremo meridionale con un piano inclinato alla quota +256,50 di Vicolo San Giovanni. Le Residenze Universitarie strutturano gli edifici della ex Caserma Montelungo in 10 Nuclei Residenziali sviluppati in verticale, con Comunità abitative costituite in media da 24 studenti ciascuna per un totale di 280 studenti. Gli accessi ai Nuclei delle Residenze Universitarie sono organizzati dall’internodella Corte, attraverso un percorso perimetrale con ingresso dai due varchi agli estremi, a Nord e Sud della nuova strada interna. Gli accessi alle Residenze Private si rapportano, invece, sempre alla strada sia per i nuovi Volumi che per i Volumi preesistenti della Caserma Colleoni. Viste sul contesto e sul paesaggio Nell’organizzare il Secondo Livello dei Volumi preesistenti e dei nuovi Volumi il Progetto di riqualificazione e di conversione funzionale si avvantaggia delle viste sul complesso, sul contesto e sul più ampio paesaggio urbano. Gli spazi delle Residenze Universitarie, del Centro Universitario Sportivo e delle Residenze Private, sia nei Volumi preesistenti, sia nei nuovi Volumi si aprono verso orizzonti più ampi che, aperture ed affacci sulla città verso l’esterno, e sul complesso con le sue grandi Corti verso l’interno, offrono a questi livelli. Una grande apertura al Secondo Livello

del Centro Universitario Sportivo sul verde della Corte Universitaria celebra la relazione di questo spazio interno con la natura mentre le sue aperture verso l’esterno più urbano sottolineano la relazione degli spazi più Pubblici del complesso con la città.


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NIETO SOBEJANO ARQUITECTOS S.L.P. LONDRA–MILANO

Architetti Fuensanta Nieto Enrique Sobejano con Arch. Paolo Belloni-PBEB Architetti

Nieto Sobejano Arquitectos é stato fondato nel 1985 da Enrique Sobejano e Fuensanta Nieto e ha attualmente sede a Madrid e a Berlino. L’ opera di Nieto Sobejano é stata pubblicata in numerose riviste e libri spagnoli e internazionali, ed é stata esposta in numerosi musei e istituzioni tra cui il Museum of Modern Art (MoMA) di New York (2006), il Kunsthaus a Graz (2008) e la Fondazione MAST di Bologna (2014). Nieto Sobejano ha ricevuto: il Premio Nazionale di Restauro del Ministro della Cultura Spagnolo (2007), il Premio Nike della BDA (Bund Deutscher Architekten) (2010), Il Premio Aga Khan di Arquitettura (2010), il Premio Piranesi di Roma (2011), il Premio per il Museo Europeo dell’Anno (2012), il Premio Hannes Meyer (2012), sono Membri Onorari dell’ American Institute of Architects (AIA) e hanno ottenuto la Medaglia Alvar Aalto (2015). Tra le loro principali opere risaltano il Museo Madinat al Zahra, il Museo di Moritzburg, il Museo di San Telmo, il Palazzo dei Congressi di Zaragoza, l’ estensione del Museo Joanneum di Graz e il Centro di Arte Contemporanea di Cordoba. Nieto Sobejano Arquitectos ha attualmente progetti in corso in Germania, Spagna, Austria, Estonia, Marocco e Cina. Sono state recentemente pubblicate due monografie dedícate alla loro opera: “Nieto Sobejano. Memory and Invention” (Hatje Cantz Verlag, Ostfildern, Germania, 2013) e “Fuensanta Nieto, Enrique Sobejano. Architetture” (Mondadori Electa Spa, Milano, Italia, 2014).

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La Caserma Montelungo/Colleoni è una struttura urbana rilevante nella città di Bergamo. Anche se probabilmente il suo valore architettonico non è di particolare importanza si tratta di complesso la cui scala e materialità trascende la sua funzione originaria. Nonostante le successive trasformazioni nel corso degli ultimi decenni, si è mantenuta una struttura formale essenziale: il recinto, definito da muri intonacati, le coperture inclinate in laterizio a differenti altezze, i vuoti profondi delle finestre verticali. Tutti questi elementi restituiscono la vita dell’edificio che ora ha necessità di adattarsi alle circostanze attuali e all’evoluzione dei nuovi usi previsti. L’intenzione architettonica negli edifici si manifesta a due livelli: Nella residenza universitaria si mantengono i volumi esistenti, i prospetti e le coperture affinchè il complesso si percepisca in modo unitario e coerente. Negli edifici destinati a residenza privata invece si propone un diverso criterio: La metà esterna degli edifici, cioè quella che si presenta come un complesso riconoscibile nella città si restaura e conserva la struttura formale, mentre la metà interna si sostituisce con un’architettura completamente nuova la cui materialità e linguaggio formano parte dei nuovi spazi urbani interni. Il nuovo progetto Montelungo/Colleoni esprimerà un equilibrio tra la contemporaneità dei nuovi interventi e il rispetto delle memoria del passato, con una proposta che oltre a risolvere le nuove funzioni universitarie, sportive e residenziali, comporta la creazione di uno spazio pubblico all’interno della città. Il nostro progetto nasce da una chiara intenzione: collegare gli ambiti del Parco Suardi e Marenzi attraverso nuovi spazi urbani costituiti da quello che un tempo era l’interno della caserma. Il recinto chiuso si apre in due dei suoi angoli per permettere la connessione

pedonale da entrambi i parchi e per separare le funzioni di residenza privata e di residenza universitaria. Si generano quindi due nuovi percorsi pubblici: una “strada” pedonale e una “piazza” elevata. Quest’ultima ospita, in posizione ipogea, il centro Sportivo con un padiglione che emerge dalla piazza e convoglia la luce naturale all’interno. La piazza mantiene e valorizza la sua natura di spazio unico. Nella parte adiacente alle future residenze private e spazi commerciali e terziari una “Piazza Lineare” è caratterizzata da un suolo duro e dalla presenza di puntuali elementi di vegetazione, di arredo e di servizio all’ettività commerciale. È un luogo dinamico sul quale affacciano le attività commerciali poste al piano terra degli adiacenti edifici. il lato ovest è caratterizzato dallo sguardo verso gli spazi ipogei del CUS che prendono luce e apertura verso l’esterno da una lunga finestra che delimita questo lato della piazza. Nella soprastante zona di “pertinenza” dell’Università la Piazza si ingentilisce lasciando spazio ad una presenza più generosa di aree verdi e di vegetazione. è una “Piazza Verde”, un luogo di relax, tranquillo. La sua grande dimensione e riequilibrata dalla presenza della copertura poligonale rovesciata che mette in relazione visiva questo spazio con le sottostanti strutture del CUS generosamente illuminate da luce naturale. Una gradonata che può fungere da “tribuna” in occasione di eventi pubblici all’aperto mette in relazione le due “piazze” della corte interna. Nel rapporto con la città. Gli edifici che delimitano il nuovo spazio pubblico non posseggono un particolare valore architettonico o storico in sè. Il loro principale valore è quello di costituire una cortina edilizia uniforme nel carattere di questa architettura ottocentesca sobria ed essenziale, che attraverso un lavoro di integrazione architettonica 25


può riconquistare una propria identità, percorrendo il processo di una città che si costruisce su se stessa senza produrre macerie, ma considerando le preesistenze come una risorsa alla quale conferire un nuovo valore. Il valore architettonico unitario complessivo della “Caserma Montelungo”, come più sinteticamente denominata nell’immaginario collettivo della città, viene mantenuto e valorizzato. Le uniche demolizioni previste riguardano gli edifici centrali che dividono le due caserme, la demolizione degli edifici Ed11 e Ed7 per favorire una continuità dello spazio pubblico e alcune demolizioni puntuali per favorire la permeabilità pedonale. Intervento conservativo degli edifici destinati a residenza universitaria Gli edifici destinati a questa nuova funzione vengono di fatto semplicemente restaurati e rifunzionalizzati senza nessuna aggiunta o alterazione volumetrica. La struttura esistente si adatta infatti bene ai nuovi usi previsti e alla suddivisioen del nuovo programma funzionale. In termini costruttivi, fatte salve ulteriori verifiche sugli elementi strutturali di cui si posseggono scarse informazioni, è però ipotizzabile che siano necessari interventi di consolidamento strutturale di tipo leggero e convenzionale. La residenza universitaria si distribuisce quindi all’interno dei volumi esistenti usufruendo di alcune porzioni soppalcate ma senza necessità di utilizzo dei sottotetti. La superficie lorda di pavimento a disposizione nei sottotetti verrà recuperata nell’utilizzo degli edifici Ed5 e Ed6 che vengono integrati nella funzione universitaria per garantire una maggiore coerenza tra l’unità dei due “corpi di fabbrica” che delimitano il perimetro dell’intero isolato e la loro destinazione d’uso interna. 26

Riqualificazione architettonica e rifunzionalizzazione degli edifici destinati ad iniziativa privata (Cassa Depositi e Prestiti) Gli edifici destinati a questo utilizzo sono reinterpretati architettonicamente per garantire i necessari standard di comfort abitativo e di qualità architettonica complessiva con riferimento ai parametri igienico sanitari fondamentali (parametri aeroilluminanti) e alla qualità complessiva degli spazi abitativi collocati in un area centrale della città e destinati a giovare della vicinanza della nuova residenza universitaria e del nuovo Centro Sportivo Universitario. Non essendo in questa fase possibile definire il target esatto di utenza al quale saranno destinati gli alloggi e le attività terziarie e commerciali previste il progetto propone una soluzione di massima flessibilità distributiva realizzando alloggi di piccola dimensione più facilmente aggregabili in unità di taglio maggiore laddove ve ne sia l’esigenza. Sul piano architettonico e costruttivo il progetto prevede la conservazione delle strutture in affaccio verso il fronte urbano che vengono mantenute esattamente con la loro conformazione volumetrica esistente mentre sul lato interno alla “Piazza” le strutture e i fronti, che nelle strutture originarie appaiono decisamente meno pregiati, deboli e con un passo di aperture eccessivamente vincolante, vengono totalmente ricostruiti per generare una nuova architettura più libera e flessibile. Realizzazione del Centro Sportivo Universitario L’andamento topografico naturale dello spazio interno presenta un dislivello di circa 3,5 metri da est ad ovest. La presenza di questo dislivello diventa il principio generatore nell’organizzazione degli spazi della piazza e di quelli ipogei del Centro Sportivo Universitario. Il programma del CUS

rispetta fedelmente quello dettagliato e preciso richiesto nel bando di gara. L’ingresso principale avviene dalla parte bassa della Piazza in corrispondenza dell’incrocio tra via S.Giovanni e via delle muraine. Il salto di quota di circa tre metri tra il livello superiore della piazza e quello inferiore permette la realizzazione di un taglio longitudinale che si sviluppa su tutta la lunghezza della linea che divide le due quote. L’ingresso si colloca quindi in una posizione intermedia tra il piano dei campi per le attività sportive e quello del solaio di copertura permettendo una visione aerea e complessiva dell’intero spazio sportivo.


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INÊS VARELA MAIA LOBO LISBONA

Architecture Inês Lobo con João Vaz João Rosário Júlia Varela Miguel Judas Inês Serrano João Rosário Landscape Architecture Jacopo Pellegrini Teresa Figueiredo Marques Building physics and Sustainability Mario Boucinha > Guilherme Carrilho da Graça Historian Tommaso Tagliabue Photographe Duarte Belo Structural Design and Geotechnical studies Bruno Becci > Bruno Finzi Systems planning and coordination Patrizia Polenghi

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Nata a Lisbona nel 1966. Laurea in Architettura alla Superior School of Fine Arts nel 1989, quando inizia la sua carriera. Insegnante di Studi Architettonici fin dal 1989, attualmente è invitata come guest professor in corsi di Architettura presso l’Universidade Autónoma de Lisboa. È regolarmente invitata a parteipare in seminari e conferenze in Portogallo e all’estero. Ha avviato l’attività del suo studio nel 2002 con il marchio Inês Lobo, Arquitectos. Negli ultimi anni si è distinta come curatrice e commissario in mostre di Architettura, essendo stata responsabile della sezione portoghese alla Biennale di Venezia del 2012 e delegata portoghese al VIII BIAU - Iberian-American Biennial of Architecture and Urbanism. È inoltre presente con regolarità all’interno di giurie internazionali e premi internazionali di Architettura come il premio FAD del 2012 o il premio Secil del 2006. Nel 1999 le è stato conferito il titolo di Ufficiale dell’Ordine al Merito dal Presidente del Portogallo; nel 2013 ha vinto il premio “Women creators of Culture” del governo portoghese e, nel 2014, il premio internazionale ArcVision - Women and Architecture.


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Introduzione Alla base del progetto vi è una riflessione sulle possibilità offerte dal complesso Montelungo-Colleoni, prima di tutto come sito di interesse nazionale e, successivamente, sul suo futuro come parte significativa della città, integrata nel suo tessuto urbano. Per questo abbiamo cercato di raggiungere una (ri)progettazione complessiva del sito di tipo inclusivo, equilibrando i valori culturali e le possibilità future. Un approccio che, perseguendo gli stessi obiettivi del Piano Regolatore della Città di Bergamo (Piano di Governo del Territorio o PGT), ha portato a mettere in discussione alcuni dei presupposti del Rapporto Preliminare del Progetto (PDR) e del Protocollo di Intesa, ossia gli scopi della promozione pubblica e privata e, di conseguenza, il loro equilibrio. Criteri del progetto Domande Il contesto generale del progetto ha determinato tre ordini di domande: − Patrimonio, in riferimento alla salvaguardia del significato culturale del sito. Come trasformare salvaguardando l’identità del sito? Come salvaguardare il carattere di ogni edificio, sia dal punto di vista costruttivo che dello spazio? Come trarre vantaggio da ciò che esiste e aggiungere valori ulteriori? − Spazi aperti, in riferimento alla relazione tra il sito e la città. Come far diventare una piazza d’armi parte della città? Come far diventare qualcosa al di fuori della città, una parte della stessa? Come unirli? − Fabbricato, in riferimento alla configurazione degli edifici esistenti. Come trasformare un antico complesso militare in spazi di vita contemporanei? Come trasformare alloggi militari in appartamenti, sia in maniera temporanea

che definitiva? Come può essere modificata la loro scala per adattarla ad entrambi gli usi? Come possono soddisfare gli attuali standard di vita? Come ospitare strutture sportive? Ri-utilizzo Trattandosi di un sito di interesse nazionale, il nostro punto di partenza è stata la salvaguardia di ciò che esiste, seguita dalle definizione di una strategia per apprezzare il valore culturale già riconosciuto. Possiamo identificare due livelli di approccio per questo obiettivo, pur essendo inseparabili: uno che riguarda la città, il ruolo del sito all’interno della città e la relazione tra il sito e i suoi immediati dintorni; l’altro collegato al sito in sé, riguardante le qualità degli edifici, individualmente e come insieme, e i suoi spazi aperti. Avendo come premessa la salvaguardia degli edifici esistenti, il primo passo è stato quello di riconoscere le loro caratteristiche (livello di protezione, stato di conservazione, valori architettonici); confrontarle poi con il programma proposto; infine, viceversa, stabilire la necessità di modificare il programma per assicurare la salvaguardia dei valori essenziali degli edifici (sia dal punto di vista costruttivo che degli spazi). L’apprezzamento è un concetto di natura sia materiale che immateriale, dato che deriva dalla percezione sociale complessiva, da un lato della qualità della progettazione, della costruzione e dello stato di conservazione; dall’altro dal suo suolo storico e quotidiano. La valorizzazione degli edifici (e del sito) è, di conseguenza, il risultato di un processo su diversi livelli di inversione dell’attuale obsolescenza: introdurre usi pertinenti, moltiplicare e accrescere le possibilità di utilizzo e, in questo modo, aumentare il significato del complesso all’interno della città di Bergamo.

Piazza La trasformazione dello spazio centrale esistente è una parte centrale della strategia adottata: rappresentare uno spazio di pubblico dominio, sia come piazza che come sede di edifici destinati al pubblico. Data, da una parte, la somiglianza della scala dell’intero lotto agli spazi pubblici nelle vicinanze (Parco Suardi, Parco Marenzi e Parco del Calgario) e, dall’altra, la mancanza di valore e capacità di rispondere direttamente al programma, da parte degli edifici situati all’interno della recinzione (E12), è stato considerato appropriato eliminarla e reinterpretare la divisione storica degli edifici tra le caserme Montelungo e Colleoni. Per cui il cuore del complesso è stato considerato come un blocco unico, all’interno del quale gli edifici fanno spazio a una nuova topografia che uniformi lo spazio pubblico, collegando i vari ingressi ed edifici, e supporti le strutture pubbliche costruite (come strutture sportive e parcheggi). L’articolazione tra questi spazi aperti racchiusi, gli utilizzi pubblici che ospitato e i punti di contatto con l’esterno, creano un sistema di spazi di movimento e di insediamento collegati, ma anche individuali; sul livello più alto (ovest), uno più riservato, in relazione con gli alloggi universitari, su quello più basso (est), un passaggio pubblico aperto, tra Via San Giovanni e Vicolo San Giovanni/Via Teodoro Frizzoni, in relazione con gli edifici ad uso pubblico e misto (come le strutture sportive) e limitato ad est dagli alloggi privati. Il sistema, combinando nuovi passaggi e utilizzi pubblici, cerca di accrescere la rilevanza del complesso nella vita quotidiana e, in questo modo, la sua importanza nel collegamento con i poli e le strade importanti nelle vicinanze che collegano alla città: quello culturale e dell’istruzione, attraverso il Parco verso la sede Sant’Agostino dell’Università di 31


Bergamo, passando per l’Accademia Carrara e il GAMEeC; e quello sportivo e del tempo libero, verso Campo Generale Utili o lo Stadio Comunale, a fianco del Palazzetto dello Sport. Nella costruzione dei confini del complesso, sono stati allestiti principalmente due tipi di associazioni/edifici: costruzioni eccezionali, ossia i tre vertici (ed accessi alla zona), dove abbiamo collocato usi eccezionali o combinazioni di usi; costruzioni normali, ai lati del perimetro, occupati principalmente dagli alloggi. La reinterpretazione del confine tra le caserme Montelungo e Colleoni e la promozione della mobilità lenta attraverso il complesso, hanno portato inoltre a una riconfigurazione dell’equilibrio tra utilizzi pubblici e privati, in favore dei primi e, quindi, a una modifica del livello funzionale proposto. Gli utilizzi destinati al pubblico (come strutture terziarie, commerciali e sportive) sono stati associati a dei percorsi pubblici; gli alloggi per gli studenti e quelli privati sono stati ricollocati e riequilibrati per farli corrispondere agli spazi aperti. Identificarli e d essere identificati. La riconfigurazione del livello funzionale e, conseguentemente, l’equilibrio tra aree di promozione private e pubbliche, ha implicato la necessità di riequilibrarli dal punto di vista finanziario. È qualcosa di cui ci siamo occupati minimizzando gli interventi (ed i costi conseguenti) relativi alle parti del progetto finanziate da fondi pubblici. Sostenibilità ambientale e risparmio energetico La gestione dell’utilizzo delle materie prime è una parte fondamentale della sostenibilità, sia della costruzione che delle fasi di utilizzo del ciclo vitale dei nuovi edifici. Per questo, la strategia di progettazione è basata sull’idea di re-utilizzo. Re-utilizzo della morfologia degli edifici, minimizzando l’importanza degli 32

interventi; re-utilizzo dei materiali presenti sul sito, riducendo l’inquinamento derivato dai trasporti e di conseguenza l’impronta carbonica del processo costruttivo. La richiesta di acqua è ridotta mediante l’uso di soluzioni standard di risparmio dell’acqua per rubinetti e docce, ma anche risparmiando l’acqua corrente per l’utilizzo delle persone: le acque grigie delle docce sono raccolte, trattate e immagazzinate a breve termine per l’utilizzo degli scarichi dei water; l’acqua piovana è raccolta e immagazzinata a breve termine per l’irrigazione e l’utilizzo nelle zone esterne, così come per la pulizia urbana e delle strade. A tal scopo il design del paesaggio include due canali che raccolgono contemporaneamente l’acqua piovana e la conducono in una cisterna (il piano delle acque è una caratteristica visiva). Questi circuiti delle acque posso inoltre funzionare come mezzi di compensazione della temperatura degli spazi aperti, durante il periodo estivo. La strategia energetica complessiva del progetto ruota attorno a tre assi: riduzione della perdita di energia in inverno, sistemi di ventilazione efficaci e produzione on-site di energia rinnovabile. Le difficoltà nella salvaguardia delle coperture degli edifici esistenti, mantenendo allo stesso tempo un isolamento termico e acustico adeguato, vengono affrontati mediante un doppio rivestimento interno che presenta una seconda finestra e alti livelli di isolamento termico. Le perdite di calore della ventilazione sono ridotte attraverso l’utilizzo di un sistema di ventilazione a condutture nascoste che permette un flusso di temperature medie durante tutto l’anno. Nelle zone residenziali il riscaldamento avviene tramite pavimenti radianti. L’edificio sarà collegato al sistema di riscaldamento disponibile della zona. In estate il raffreddamento è fornito dalle pompe di calore disposte vicino le tre

stanze a destinazione multipla. La grande palestra avrà un sistema di controllo climatico ibrido che combina la ventilazione naturale tramite lucernari e un sistema sopraelevato tradizionale di ventilazione. Il progetto propone tre grandi linee di pannelli fotovoltaici integrati sui soffitti. Il sistema ha un picco totale di potenza di 240 kW e fornirà tra il 35 e il 50% della richiesta elettrica del complesso. In tutti gli spazi residenziali, i sistemi di ventilazione meccanica saranno controllati per quanto riguarda i requisiti di raffreddamento e CO2.


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JOAÕ MARIA GODINHO DE PAIVA VENTURA TRINDADE LISBONA Project Ventura Trindade (general coordination) João Maria Ventura Trindade Ana Pedro Ferreira Pedro Maria Ribeiro Paulo Monteiro Cláudio Velez José Gustavo Freitas Fábio Lopes Silva Nadja Trofimenko Vasco Rosa Tomaz CLAB architettura Andrea Castellani Nicola Bedin Matteo Fiorini NIMBU architecture urban design Ettore Donadoni Marco baccarelli Structure and infrastructural systems Adão da Fonseca-engenheiros consultores António Adão daFonseca (adf consultores, lda.) con Paulo Cardoso (prpc engenheiros lda.) 3D model and architectural visualization Luca Martinucci, Filipe Alves (18:25 - research studio for architectural visualization) Special thanks to Catarina Raposo, Pedro Gusmão, Joana Marques (baldios, arquitectos paisagistas, lda.), Pedro Oliveira, Paulo Costa, Patrícia Marques, Paulo Cardoso, Carlos Crespo, Carlos Certal, Simão Botelho, Tânia Oliveira, Carolina Fernandes, João Tavares

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Lo studio inizia la sua attività nel 2005. Nel 2009 ha ricevuto il FAD – ARCHITECTURE AWARD a Barcellona, Spagna, con il progetto della Stazione Biologica Garducho, a Mourão, la sua prima opera pubblica a essere realizzata. Nello stesso anno è stato finalista all’AR AWARDS 2009, assegnato a Londra dal Royal Institute of British Architects. Nel 2010 è stato premiato durante la VII BIENAL IBEROAMERICANA DE ARQUITECTURA a Medellin, Colombia, e nel SECIL PRIZE di Architettura 2010 in Portogallo. Nel 2011 gli è stato conferito il PREMIO DI ARCHITETTURA SOSTENIBILE dell’Università di Ferrara, in Italia e, inoltre, è stato nominato per il IAKOV CHERNIKHOV PRIZE 2010 per giovani architetti, assegnato dalla Fondazione Iakov Chernikhov di Mosca, Russia. Nello stesso anno è stato nominato per il MIES VAN DER ROHE European Architecture Award 2011 a Barcellona in Spagna. Nel 2014 ha ricevuto in Portogallo il National Prize of Rehabilitation – IRHU 2013 da una giuria presieduta da Eduardo Souto de Moura. Tra i progetti dello studio si distinguono la Stazione Biologica Garducho, a Mourão in Portogallo; il Restauro dell’antica fabbrica ‘Leões’ per la Scuola di architettura e le arti all’università di Évora, Portogallo (con Inês Lobo – gara internazionale – primo premio); il Museo Comunale Moura, Portogallo (gara internazionale – primo premio); il Centro Congressi e Aparthotel dell’Aquiraz Riviera Resort in Brasile e l’Hotel Liesma a Riga, in Lettonia (gara internazionale – primo premio).


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Un ordine geometrico di relazioni disegno urbano/relazioni con il contesto L’area urbana in cui si inscrive l’isolato delle antiche caserme Montelungo e Colleoni è definita da Via San Tommaso a nord, Via Pignolo a sud e a ovest e dal torrente La Morla a est, ed è affiancata da tre parchi (Suardi, Marenzi e Galgario) che rappresentano quasi un terzo di quest’ambito urbano, compreso tra Borgo Santa Caterina, Borgo Palazzo e Borgo Pignolo. Questa sorta di cuore costituito dai 3 borghi (di cui curiosamente sembra evocarne la forma) è attraversato verticalmente dalle vie Cesare Battisti, Muraine e Teodoro Frizzoni che corrispondono tutt’oggi al tracciato delle antiche mura veneziane (Muraine). In senso opposto via e vicolo San Giovanni collegano questo sistema al centro di Bergamo, alla Città Alta e al Centro Piacentiniano. L’isolato delle excaserme occupa il centro di questo ambito caratterizzato da una configurazione organica, un cerchio incompleto e irregolare, in cui si iscrive imponendosi con una geometria a rombo deformato. Uno sguardo più attento, che va oltre l’organicità della morfologia urbana e l’irregolarità della geometria dell’isolato, permette di scoprire relazioni tra gli edifici apparentemente sconnessi nella città, ma in realtà interconnessi da una matrice geometrica chiara: un tracciato regolatore cartesiano. di fatto, le entrate delle due excaserme s’inscrivono in due facciate parallele tra loro, e sono entrambe caratterizzate da un elemento urbano all’esterno dell’isolato in asse con la porta. Di fronte all’entrata della Caserma Montelungo il monumento ai caduti “Lupi di Toscana”. Dall’altro lato, di fronte all’entrata della Caserma Colleoni, la torre del Galgario; ultima testimonianza della muraglia difensiva che definiva in questa zona

il limite del centro urbano protetto. Nello stesso allineamento, dal lato opposto alla Via Teodoro Frizzoni, la facciata della Chiesa di Ognissanti annessa al Convento del Galgario. Le caserme, nella loro configurazione originaria a forma di “V”, sono perfettamente simmetriche tra loro in relazione all’asse centrale orientato in direzione est/ovest. La via Cesare Battisiti è perpendicolare a questo allineamento e, in connessione a questo sistema cartesiano, costituisce una relazione con gli spazi culturali dell’Accademia Carrara e del GAMEC, e anche con il complesso sportivo di Bergamo ed al magnifico Lazzareto più a nord. Nella direzione del centro Piacentiniano si localizza inoltre al chiesa di S.Bernardino, con la sua torre campanaria, che rafforza l’asse della Montelungo, e segnala l’incrocio con la via Pignolo, una della vie d’accesso alla città alta. Patrimonio, memoria e transformazione analisi storica/inquadramento concettuale la storia della costruzione di questo luogo è caratterizzata da una successione di trasformazioni, demolizioni e nuove costruzioni che ne definiscono il carattere di continuo mutamento. È proprio dallo statificarsi di queste tracce e dalla memoria che esse tramandano che è possibile associare un evidente valore patrimoniale, molto piu’ che dall’immutabilita’ della sua immagine attuale. L’immutabilità al contrario, sarebbe la negazione stessa della sua storia ed evoluzione. La ex-caserma Montelungo, aperta a oriente, ècomposta originariamente da 5 edifici (da E1 a E5), dei quali, a quello sul lato nord (E1) èpossibile attribuire una maggiore qualità architettonica, assieme all’edificio d’ingresso sull’angolo (E2). Sul lato opposto sorge, aperta verso occidente, la excaserma Colleoni, con un edificio centrale nell’angolo (E9) da cui si 37


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dirmano due corpi di fabbrica perfettamente simmetrici (E8 e E10a). Tutte le restanti costruzioni sono differenti per tipologia, sistema costruttivo e aspetto formale, motivo per il quale hanno un grado di vincolo minore. Per l’organizzazione del programma funzionale del CUS, così come per permettere l’incremento dell’area edificata del comparto 2 (con lo scopo di raggiungere l’obiettivo auspicato dal promotore privato di avere 14.550 m2 di slp) , sorgono all’interno dell’isolato due nuovi corpi di fabbrica orientati secondo l’asse nord-sud, perpendicolari all’entrata di ciascuna antica caserma. il progetto propone di chiarire e di rimarcare la geometria costruita di ciascuna delle antiche caserme, perturbata dalla presenza di edifici di poco rilievo architettonio all’interno del grande vuoto centrale. disegno degli spazi pubblici e semi-pubblici, organizzazione degli accessi stradali e dei percorsi ciclabili e pedonali accessibilità e permeabilità sentiero vs recinto la disivione tra i due ambiti (montelungo/colleoni) è definita da un attraversamento urbano che lega i due giardini (suardi e marenzi), con pavimentazione in pietra, e sottolineata da un canale di raccolta delle acque piovane che le conduce in una cisterna a sud. Questo percorso vuol essere l’evocazione e la reinterpretazione della passeggiata pedonale coperta del sentierone piacientiniano e di altri sistemi simili che si trovano nel centro della città bassa. Il lungo attraversamento è coperto per mezzo di tende alla maniera delle antiche via commerciali bergamasche (proprio come il sentierone, all’inizio delXX secolo). La permeabilità dell’isolato rispetto alla città è una delle premesse della proposta, pur tuttavia mantenendo evidente e leggibile che una delle caratteristiche identitarie di questo complesso è la sua configurazione a recinto. l’utilizzo della vegetazione come parte

integrante del disegno del complesso, ri-occupando il sedime degli edifici demoliti, contribuisce a mantenere il piano verticale che rinchiude il complesso e permette simultaneamente la sua permeabilità pedonale, relazionando il nuovo attraversamento con i parchi adiacenti. Paesaggio e disegno urbano In l’angolo del parco viene proposto una nuova entrata (che esisteva già prima), approfittando di una confluenza di percorsi già esistenti al suo interno e dell’allineamento con il nuovo percorso urbano creato nell’antico quartiere militare, in direzione sud, verso parco marenzi. nella via e nel vicolo san giovanni è utilizzata una nuova pavimentazione in pietra, in continuità con le pavimentazioni del centro storico, che permette inoltre la riduzione del della velocità di marcia dei veicoli (ma non la fluidità del traffico). nelle altre strade viene mantenuta la pavimentazione in asfalto, ma si propone di spostare il limite tra lo spazio dell’automobile e quello del pedone facendolo corrispondere precisamente al tracciato dell’antica muraglia che separava il centro dall’area fuori le mura a ovest. sul perimetro dell’antico comparto sono piantati pioppi cipressiformi (populus nigra) in formazioni allineate (diciamo militare), ricostruendo mediante la vegetazione la volumetria delle costruzioni demolite, continuando in questo modo il piano di facciata delle costruzioni principali. Il disegno della proposta da realizzare all’interno dell’isolato dell’antiche caserme, situato al centro dei tre parchi, intende stabilire relazioni di continuità con gli stessi, garantendo una relazione dello spazio urbano viario della città con i suoi spazi verdi. In entrambi i casi la continuità delle specie arboree promuove la percezione di questi percorsi connettivi. 39


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Promosso da CDP Investimenti Sgr con Comune di Bergamo Università degli Studi di Bergamo in attuazione del Protocollo sottoscritto nel marzo 2015 da CDP Investimenti Sgr con il Comune e l’Università degli Studi di Bergamo

Giuria Francesco Dal Co Presidente di Giuria Marco Sangiorgio CDP Investimenti Sgr Paolo Riva Università degli Studi di Bergamo Valentin Bearth Comune di Bergamo Enrico Parlato Soprintendenza Giovanni D’Onofrio 1° membro supplente Giulio Mirabella Roberti 2° membro supplente Paolo Mestriner 3° membro supplente Commissione Istruttoria Giovanni D’Onofrio CDP Investimenti Sgr Roberto Mangani CDP Investimenti Sgr Claudio Bertoletti Università degli Studi di Bergamo Vittorio Mores Università degli Studi di Bergamo Paolo Vitali Comune di Bergamo Massimo Locatelli Comune di Bergamo Federico Tranfa nomina congiunta Comune di Bergamo Giorgio Gori Sindaco Francesco Valesini Assessorato alla Riqualificazione Urbana, Edilizia pubblica e privata, Patrimonio immobiliare Giorgio Cavagnis Dirigente Direzione Verde Pubblico e Ambiente Progetto Interventi di Riqualificazione Urbana Claudio Coppola Gianluca Della Mea Paola Innocenti Silvia Pergami Segreteria Tecnica del Concorso Ester Annunziata Elena Pelosi Si ringraziano Agenzia del Demanio, Ance Bergamo, Comando Generale Accademia della Guardia di Finanza, Comune di Bergamo (Servizio amministrativo programmazione e controllo d’area, Servizio Ecologia e Ambiente, Servizio Mobilità e Trasporti, Servizio Pianificazione Urbanistica, U.O. Ufficio di Piano, Servizio Sicurezza sul lavoro e impianti tecnologici, Squadre tecniche manutentive, Uffici di segreteria, Staff Sindaco Giunta e Comunicazione), Corpo di Polizia Locale e Protezione Civile del Comune di Bergamo, Fondazione Bergamo nella storia Onlus, Ordine degli Architetti PPeC della Provincia di Bergamo, Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bergamo, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, PiScan Guido Pinto e Elio Pinto, Segretariato Regionale per la Lombardia, Soprintendenza Archeologia della Lombardia, Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le province di Milano, Bergamo, Como, Lecco, Lodi, Monza, Pavia, Sondrio e Varese, Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le Province di Milano, Bergamo, Como, Lecco, Lodi, Monza, Pavia, Sondrio e Varese, Università degli Studi di Bergamo... ... e tutti quanti hanno dato il loro contributo alla organizzazione dell’evento



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