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NEWS LETTER N 19

ITALIA S’E’ DESTA: SPLENDIDO INIZIO POLITICA

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Marchisio-Balotelli, l’Italia s’è desta Et voilà, come sempre l’Italia nei grandi appuntamenti si trasforma e, dopo le prove opache delle ultime amichevoli, tira fuori una prestazione da Italia delle grandi occasioni e porta a casa una vittoria preziosa nell’economia del cammino mondiale. Il bel gioco non si è visto, abbiamo sofferto ma questo è nel nostro dna. L’Italia sa soffrire e se soffre spesso vince, come stanotte a Manaus al cospetto di un Inghilterra domata 2 a 1. Alla fine Prandelli parla di “partita epica che ricorderemo tutta la vita” perché “L’Inghilterra è forte” ma l’Italia “è stata meravigliosa perché ha saputo soffrire”. 4 -1 – 4 – 1 per il tecnico azzurro che mette Balotelli da solo in avanti con Candreva a fare la spola tra centrocampo e attacco e Paletta che prende il posto di De Sciglio con Chiellini dirottato in fascia a sinistra e Darmian a destra. Ed è il terzino del Torino la nota più lieta di questa serata. Dall’altra parte Hodgson sorprende tutti con Rooney, Sturridge, Welbeck e Sterling tutti in campo. Ed è proprio l’ala del Liverpool che al terzo mette i brividi a Sirigu con un destro terrificante dalla distanza che da l’illusione del gol colpendo l’esterno della rete. Ci prova Henderson al 5′ e Sirigu compie il primo intervento importante della sua partita prima che Welbeck calci a lato dal limite. L’Italia ci prova dalla distanza con Candreva a cui si oppone goffamente Hart e con Balotelli che calcia alto. Al 23′ brivido enorme sulla schiena degli italiani con Welbeck che salta netto un Paletta in costante difficoltà e mette in mezzo con Barzagli che rischia l’autogol ma compie un intervento prodigioso. Al 33′ De Rossi illumina per Darmian che di prima rimette in mezzo dove Balotelli manca la deviazione decisiva ma sul calcio d’angolo successivo gli azzurri passano: Candreva tocca corto per Verratti che cerca Pirlo il quale, pressato, lascia scorrere per Marchisio che controlla e batte Hart dai 20 metri. Sembra mettersi tutto bene, tutto come piace all’Italia ma roviniamo tutto dopo due minuti perdendo palla e prendendo un illogico contropiede che porta Rooney a pennellare per Sturridge che insacca comodamente.

Il Premier ha fretta: opta per il decreto legge Ancora un provvedimento omnibus Matteo Renzi nell’annunciare la riforma della pubblica amministrazione aveva espresso,a chiare lettere, la preferenza per il disegno di legge, ma al cdm del 13 giugno e’ stato presentata la bozza di un decreto omnibus con ben 120 articoli, per un centinaio di pagine di testo. Questa spasmodica fretta mette in evidenza la difficoltà del governo Renzi di tradurre rapidamente in leggi , in un sistema come il nostro, i provvedimenti varati. Il bicameralismo perfetto non va di pari passo con il ritmo dell’esecutivo, con la necessità di convincere gli investitori internazionali che le riforme si stanno facendo ,che il Paese sta ripartendo lasciandosi alle spalle la crisi. Ad acuire ancora di più le difficoltà del Premier, nel perseguire i suoi obiettivi, ci si e’ messa anche la fronda interna al Pd che al Senato ,non solo sulle riforme istituzionali, si metterà di traverso. Renzi questo lo sa e per questo ha fretta. Ecco il perché del decreto al posto del disegno di legge, i 120 articoli, le quasi 100 pagine di testo. Un provvedimento ‘omnibus’ :dalle misure sulla staffetta generazionale nel pubblico impiego all’incompatibilità per i magistrati; dalle semplificazioni fiscali alle norme anticorruzione; dall’informatizzazione del processo civile alla detassazione degli investimenti in azienda; dalle norme in materia ambientale a quelle per il rilancio del settore vinicolo. Tutti questi provvedimenti, alla fine, sono stati opportunamente distribuiti su due decreti. Altro motivo che ha spinto il Premier ad optare per la decretazione d’urgenza e’stato sicuramente la circostanza di mettere in condizione le Camere di approvare il tutto prima della pausa estiva. ‘I mercati vogliono vedere se le riforme vanno avanti, e quindi la decretazione d’urgenza e’ necessaria’, ha detto il Premier. La riforma della pubblica amministrazione con alcuni interventi in merito all’età pensionabile degli statali, dovrebbe creare circa 15000 nuovi posti di lavoro, previsione alquanto ottimistica. Più vicina alla realtà ci sembra la previsione di un risparmio di circa due miliardi di euro per le aziende, con i tagli alle bollette elettriche ed al costo dei diritti camerali. Certo i tempi della riforma della pubblica amministrazione si allungano,per i decreti di attuazione bene che vada, bisognerà attendere il 2015.


Renzi ad Hanoi HANOI. Matteo Renzi è arrivato, accompagnato dalla moglie, ad Hanoi per una missione in Oriente che farà tappa in Cina e Kazakistan. Una visita storica, visto che è la prima volta che un presidente del consiglio italiano fa visita in Vietnam nonostante negli ultimi vent’anni le relazioni tra i due paesi si sono molto intensificate con aziende italiane già leader come Piaggio e Ariston. Con l’Italia che punta a giocare un ruolo importante nella realizzazione di opere infrastrutturali.

Stop rimborsi a Genovese Il collegio dei Questori della Camera ha sospeso l’erogazione di tutte le somme dovute a titolo di rimborso, nessuna esclusa, legate all’esercizio del mandato parlamentare, nei confronti di Francantonio Genovese da quando l’Assemblea ne ha concesso l’arresto. Lo rende noto Stefano Dambruoso, che attacca i deputati M5S: “Pur partecipando alla riunione del 4 giugno con il vice presidente Di Maio e il segretario Mannino, non hanno sollevato rilievi rispetto alla comunicazione”. .

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Il PD non sfonda Al secondo turno per le elezioni dei sindaci si assiste ad uno stop per la volata del centrosinistra che perde quattro storiche roccaforti di sinistra come Livorno, Padova, Perugia e Potenza, di cui le ultime due sono anche capoluoghi di regione. A Livorno, la città che ha tenuto a battesimo il Pci e che dal dopoguerra aveva affidato le proprie sorti sempre alla guida della sinistra, Filippo Nogarin, candidato per il Movimento 5 Stelle, con una campagna elettorale non urlata, è riuscito a strappare la poltrona di sindaco a Marco Ruggeri, Pd, che per la prima volta nella storia della sinistra livornese è stato costretto ad andare al ballottaggio, perdendolo. La sconfitta a Livorno, per il Pd, è paragonabile a quando a Bologna, nel 1999, Giorgio Guazzaloca riuscì a strappare la città portando, per la prima volta dal dopoguerra, una coalizione di centro-destra alla guida del capoluogo emiliano. Il Movimento 5 Stelle ha vinto anche a Civitavecchia, nel Lazio. A Padova l’altra clamorosa sconfitta del Pd che ha governato la città dal 1993, con un break tra il ’99 e il 2004: il candidato del centrosinistra Ivo Rossi, che ha guidato la città da quando l’ex sindaco Flavio Zanonato divenne ministro allo Sviluppo Economico, ha perso la sfida contro Massimo Bitonci, sostenuto da Ln e Fi. L’affluenza è stata del 49,5 per cento nei 139 Comuni delle Regioni a statuto ordinario chiamati al voto. Al primo turno, il 25 maggio scorso, l’affluenza era stata del 70,6 per cento. Si è assistito ad un calo di oltre venti punti.


Maleficent al top Maleficent, la versione dark della fiaba Disney sulla malvagia della Bella Addormentata nel bosco, resta saldamente in testa al box office italiano dopo due settimane incassando 1.695.656 mila euro e sfiorando un totale di 9 milioni. Al secondo posto Edge of Tomorrow, che sale di una posizione, con un incasso di 420 mila euro prendendo il posto di X Men che scivola al terzo. In un weekend estivo incasso totale crollato del 57% rispetto alla settimana scorsa con 3 milioni 826.754 mila euro.

Siria: Assad decreta “amnistia generale” Il presidente siriano Bashar al Assad ha decretato una “amnistia generale”, secondo quanto annuncia oggi la televisione di Stato. L’agenzia governativa siriana Sana precisa che l’amnistia decretata dal presidente Assad riguarda tutti coloro giudicati colpevoli fino ad oggi 9 giugno. Da quanto sembra, dunque, il provvedimento non si applicherebbe agli arrestati senza un’incriminazione ufficiale e a coloro ancora in carcere senza processo. Si tratta della quinta amnistia decretata da Assad dallo scoppio del conflitto civile, nel 2011. Il decreto e’ stato annunciato dopo che Assad e’ stato rieletto alla presidenza con la consultazione del 3 giugno scorso, svoltasi solo nelle regioni sotto il controllo lealista e condannate dall’opposizione come una farsa.

Il divorzio di Banderas Melanie Griffith e Antonio Banderas divorziano dopo 18 anni di matrimonio e l’attrice ha presentato le carte per il divorzio al tribunale di Los Angeles, citando come motivazione differenze irreconciliabili. I due si erano sposati a maggio del 1996 e hanno una figlia di 17 anni. Banderas, 52 anni, e Griffith, 55 anni, lavorarono per la prima volta insieme sul set nel 1995 per la commedia romantica ‘Uno di troppo’, mentre nel 1999 Banderas diresse la moglie nel film ‘Pazzi in Alabama’, di cui era appunto regista.


L’Olanda si prende una rivincita pazzesca Nella partita d’esordio del loro Mondiale l’Olanda si prende la rivincita sulla Spagna a quattro anni di distanza dalla finale sudafricana. E che rivincita! Certo, il peso specifico delle due partite è diversissimo ma è una partita che i giocatori e i tifosi Oranje aspettavano per provare a sbiadire quel triste ricordo. E la dimostrazione viene dalla fame con cui gli olandesi continuano ad attaccare anche dopo aver ipotecato la vittoria. È la vittoria di Van Gaal, solito genio tattico che ieri ai giornalisti aveva detto: <<Potete dirmi tutto ma non come mettere in campo una squadra>>. E anche oggi ha avuto ragione con un roboante 5 a 1 in faccia ai campioni del mondo. I fantasmi sudafricani sembrano materializzarsi subito, al 7′ con Sneijder che si invola e si presenta a tu per tu con Casillas che si oppone come fece quattro anni fa davanti a Robben. Praticamente uguale l’azione, praticamente impossibile non pensarci. Ma stavolta il film prenderà una piega diversa. È comunque la Spagna a fare inizialmente la partita grazie al suo solito palleggio meraviglioso orchestrato da Xabi Alonso, Xavi, Iniesta, Silva ma in area servirebbe più cattiveria, quella che manca incredibilmente a Diego Costa al 12′ che cincischia e si fa fermare. Ma l’attaccante brasiliano, e proprio per questo fischiatissimo, alla terza con la “Roja” è comunque decisivo procurandosi un rigore al 26′ che Xabi Alonso trasforma per il vantaggio iberico. L’attaccante dell’Atletico Madrid sterza su De Vrij che lo stende e il numero 14 di Spagna e Real Madrid realizza con freddezza con Cillesen che intuisce ma non arriva. Per Xabi Alonso è il sedicesimo gol in Nazionale e arriva a due anni di distanza dall’ultima marcatura. L’Olanda reagisce, attacca ma al 42′ la Spagna ha una colossale occasione per raddoppiare. Palla geniale di Iniesta che con un taglio fantascientifico trova Silva nel cuore dell’area che però tenta lo scavetto intuito e respinto da un attento Cillesen che salva l’Olanda da un pesantissimo 2 a 0. Capovolgimento di fronte e l’Olanda pareggia grazie a una disattenzione di Pique e ad una magia di Van Persie. Lancio di cinquanta metri di Blind, Pique non segue la linea difensiva e tiene in gioco Van Persie che sorprende i difensori spagnoli e in tuffo di testa, da quindici metri, beffa con un pallonetto chirurgico Casillas. I minuti iniziali della ripresa sono caratterizzati da un autentico nubifragio che si abbatte su Salvador, nulla in confronto al “ciclone olandese” che sta per abbattersi sulle “Furie rosse”. Al 52′ l’Olanda mette la freccia e sorpassa la Spagna. Nasce tutto, ancora una volta, dai piedi di Blind che pesca Robben col solito lancio a tagliare alle spalle della difesa Roja. L’olandese volante aggancia in maniera sublime, dribbla Pique rientrando sul mancino e fredda Casillas prendendosi la sua piccola personale rivincita. In contropiede l’Olanda è letale e la solita cavalcata di Robben porta Van Persie a colpire la traversa con un destro terrificante. Gioia rimandata per gli arancioni che al 64′ triplicano con De Vrij che approfitta dell’uscita a vuoto di Iker Casillas sul quale però forse c’è fallo di Van Persie.


Festa Brasile, Neymar scaccia la paura Festa doveva essere e festa è stata per il Brasile nel giorno della cerimonia inaugurale del Mondiale di casa. Ma quanta paura al cospetto di una Croazia che ha fatto tremare i verdeoro per oltre un’ora che però hanno potuto esultare grazie alla doppietta di Neymar, la stella più attesa, e all’arbitro Nishimura che ha concesso un rigore spacca – partita che proprio non c’era prima del gol finale di Oscar, che partita la sua! Dicevamo della festa con una cerimonia di apertura in cui il Brasile ha celebrato la sua storia e la sua cultura dove spiccano il ballo, che non è mancato durante la cerimonia, e il calcio e dalle 22, da adesso ancora di più, il Brasile è diventato l’ombelico del calcio mondiale per il “Mondiale dei Mondiali”. Emozioni fortissime all’Itaquerao di San Paolo, uno stadio completamente giallo che canta a squarciagola l’inno brasiliano tra le lacrime di Julio Cesar commosso davanti a un appuntamento storico ed emozionante per ognuno dei 23 verdeoro convocati da Felipe Scolari. Il Brasile sembra quasi ipnotizzato, bloccato dalla tensione e proprio dall’emozione e allora la Croazia, come promesso da Kovac, se la gioca a viso aperto e senza aver nulla da perde. Così i biancorossi scattano meglio di blocchi e al 7′ Olic regala la prima emozione mondiale con un colpo di testa largo di un soffio. Ed è sempre Olic che al 10′ fugge via a sinistra e mette in mezzo un pallone insidioso che, sfiorato da Jelavic, viene corretto in rete, nella porta sbagliata, da Marcelo. Autogol e Croazia in vantaggio. Il Brasile ci mette un po’ a riprendersi e la carica viene suonata da Paulinho che scalda i guantoni di Pletikosa al 20′ col portiere croato che due minuti dopo si supera su Oscar. Sembra quasi un assedio, rotto però dal colpo di testa di Jelavic al 28′, insidioso ma debole. Sul capovolgimento di fronte però Neymar, l’uomo più atteso, il simbolo del Brasile trova il pareggio con un sinistro dal limite non irresistibile e su cui è in colpevole ritardo Pletikosa. Un bacio al palo ed è pareggio. I primi venti minuti del secondo tempo volano via senza sussulti ed è Dani Alves a spezzare il torpore al 68′ con una punizione alta. Niente di particolare ma sembra la sveglia per il Brasile che un minuto dopo scaccia via i fantasmi.


Studio Legale Antonella Quarta

Sorridono Messico e Cile. La Roja inguaia la Spagna

Piazza Grandi 6 Milano www.studiolegalequarta.it La Costa Rica ci da una mano Incredibile a Fortaleza! L’Uruguay perde 3 a 1 col Costa Rica e forse il girone di ferro diventa un po’ più facile per Italia e Inghilterra. Ammesso che la Costa Rica sia e rimanga una meteora che oggi illumina il Mondiale brasiliano e domani non interferisca col cammino della nostra Italia che tra poco sfiderà l’Inghilterra in una partita delicata ma che, dopo questo risultato, forse fa meno paura. Doveva essere una passeggiata di salute per l’Uruguay e così sembrava dopo il gol di Cavani su rigore. Niente di trascendentale per la Celeste ma un vantaggio a fine primo tempo che sembrava regalare i primi tre punti mondiali per l’Uruguay. Ma nella ripresa succede quello che non ti aspetti, la Costa Rica, tra l’incredulità anche dei propri tifosi, ribalta la partita e altera pesantemente gli equilibri del girone.

Nel giorno dell’impresa dell’Olanda e dell’umiliazione della Spagna si ritagliano uno spazio e si regalano una gioia Messico e Cile. Il Messico nel pomeriggio ha battuto 1 a 0 il Camerun in una partita decisa da Peralta che ha spazzato via nuove polemiche arbitrali dopo i due gol annullati ai sudamericani. Il Camerun ha avuto le sue occasioni, una clamorosa con Eto’o e una nel finale di gara ma sarebbe stata una beffa troppo grande per un buon Messico che ha vinto con merito. Vittoria anche per il Cile che ha battuto l’Australia in una sfida che si è rivelata più dura del previsto. Già alla vigilia si pensava a una facile vittoria per i sudamericani e il primo quarto d’ora sembrava confermare le sensazioni con un uno – due micidiale firmato Alexìs Sanchez (partita spettacolare la sua) e Valdivia. Una testata di Cahill ha riaperto i giochi con i canguri a crederci e provarci e un Cile che ha avuto paura di buttare al vento la partita e compromettere da subito le già poche speranze di qualificazione. Ma nel finale Beausejour ha trovato il gol che ha chiuso i conti e mandato il Cile in testa al girone insieme all’Olanda con la Spagna che adesso deve vincerle entrambe per qualificarsi.


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