Skill N.5 2017

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SKILL TEORIE ED ESPERIENZE SULLA FORMAZIONE

NUMERO 5 GIUGNO 2017

PERIODICO DI ENAIP LOMBARDIA

L’innovazione interroga la proposta formativa di Enaip Lombardia


SKILL TEORIE ED ESPERIENZE SULLA FORMAZIONE

PERIODICO DI ENAIP LOMBARDIA Fondazione Enaip Lombardia Via B. Luini, 5 - 20123 Milano T. 02 88124402 F. 02 804380 www.enaiplombardia.it


GIUGNO 2017 N. 5

SOMMARIO

L’innovazione interroga la proposta formativa di Enaip Lombardia EDITORIALE Come applicare l’innovazione dentro i profili formativi di Giuseppe Longhi

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CONTESTO I nuovi spazi della formazione: i Fab Lab di Massimo Temporelli

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I nuovi spazi del lavoro: il coworking secondo Talent Garden di Alessia Anniballo

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Lombardia 4.0. Modelli di previsione delle competenze di Emilio Colombo

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I nuovi spazi della conoscenza: i programmi Erasmus+ di Fabio Veneri

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La Mobilità Sostenibile agli Stati Generali dell’Innovazione di Redazione

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Enaip e la formazione 4.0 di Irene Bertucci

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CASI DI ENAIP LOMBARDIA Enaip Mantova alle prese con la trasformazione dell’operatore sociale di Fabio Veneri

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Scrivi “mobilità sostenibile”, leggi “innovazione”. Succede alla Fondazione ITS di Bergamo di Beppe Longhi

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Riflessioni sull’esperienza della Fondazione ITS Mobilità sostenibile di Bergamo di Gigliola Pezzotta

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Come cambia il modo di fare formazione: l’esperienza del Polo di Enaip Cantù di Ilenia Brenna

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CASI DI ENAIP ITALIA La valutazione dell’apprendimento nei tirocini in azienda di Gilberto Collinassi

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Dal lavoro cooperativo al lavoro a progetto – la proposta educativa di Enaip Piemonte per gli allievi in obbligo formativo di Isabella Del Vecchio

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Il gruppo classe come soggetto dell’apprendimento nella Iefp di Alessandro Sacchi

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RASSEGNA NORMATIVA E DOCUMENTI Legge regionale 24 settembre 2015, n. 26

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Legge regionale 5 ottobre 2015, n. 30

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Piano nazionale Industria 4.0

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Una scuola pensata per l’Industria 4.0

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EDITORIALE

Come applicare l’innovazione dentro i profili formativi di Giuseppe Longhi

Il mercato è in evoluzione. Il servizio diventa una componente intrinseca all’offerta, non più un elemento a supporto: si vende sempre più il servizio e non il prodotto. Si va inoltre incontro ad una personalizzazione di massa dei prodotti. Le imprese devono rispondere ai fabbisogni dei singoli clienti, differenziandosi dai concorrenti e cercando di mantenere i benefici di costo derivanti dalla produzione su larga scala. La domanda si frammenta in una gamma di prodotti sempre più ampia, per rispondere alle richieste di personalizzazione avanzata dai consumatori. Cambia il paradigma di riferimento della produzione: da pochi prodotti con alti volumi unitari si passa a tanti articoli “custom” realizzati in volumi ridotti e con tempi di consegna sempre più ristretti. In questo scenario arriva la cosiddetta Quarta Rivoluzione (Industria 4.0) che cerca di integrare le nuove tecnologie digitali e i nuovi approcci manageriali con i metodi tradizionali di fare impresa e di produrre al fine di incrementare i livelli di produttività e di flessibilità richiesti dal mercato. Ciò comporta innovazione sia nei prodotti (interconnessione, prodotti smart, interfaccia verso l’utente o l’ambiente) sia nei processi di produzione (automazione, informazione, condivisione) sia nei modelli di business (dal prodotto al servizio alle soluzioni integrate, dalla compravendita al pagamento per l’uso o la performance). Si tratta di un processo che porterà alla produzione industriale automatizzata e interconnessa. Non cambia la struttura gestionale dell’azienda, ma si integrano i flussi di materiali con le informazioni agendo in tempo reale sugli eventi. Secondo gli studi della McKinsey (2013) i contesti che genereranno maggiore attività economica e valore saranno: le smart factory, le città, la logistica e trasversalmente le attività legate alla salute ed alla sicurezza. Nei prossimi 5 anni i fattori tecnologici e demografici influenzeranno profondamente l’evoluzione del lavoro. Secondo il World Economic Forum (The future of Jobs), a livello mondiale, nei prossimi anni si creeranno 2 nuovi milioni di posti di lavoro, ma contemporaneamente ne spariranno 7 milioni. Per l’Italia si prevede un saldo in pareggio (200mila posti creati e altrettanti persi). Le perdite si concentreranno nelle aree amministrative e della produzione. Sono invece attesi incrementi occupazionali nelle aree finanziarie, gestionali, di informatica ed ingegneria. Il lavoro si sposta dalle mansioni ripetitive che possono essere gestite con l’intelligenza artificiale a quelle in cui la risorsa umana produce valore aggiunto. La Rivoluzione 4.0 significa maggiore compeSKILL 5/2017

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titività, velocità di gestione del business e capacità di essere in presa diretta con il cliente L’innovazione digitale (Stampa 3d, Big data & Analitics, Internet of things, Cloud computing, Additive manufacturing, Advanced Automation, Advanced human-machine interface, Augmented reality, ecc.) sta cambiando il modo di produrre. Il passaggio da processi analogici a digitali produce una razionalizzazione dei costi di produzione, l’ottimizzazione dell’utilizzo dei macchinari e delle prestazioni dei lavoratori e un uso più mirato ed attento dell’energia. Insieme al modo di produrre cambiano anche le professionalità e la mentalità. La digitalizzazione richiede nuove competenze. Crescerà in particolare la domanda di competenze non facilmente sostituibili dalla tecnologia, dai cambiamenti organizzativi o dall’outsourcing, che richiedono capacità di pensiero e di comunicazione, decisionali e organizzative. Le competenze più richieste, oltre a quelle specialistiche di carattere tecnico-professionale, sono le soft skill. Quelle sociali come lavorare in team, comunicare, gestire relazioni produttive, creare consenso e fiducia. Quelle metodologiche come problem solving, pensiero analitico, pensiero critico, creatività, capacità manageriali. Quelle personali come gestire lo stress, intelligenza emotiva, proattività. Le competenze tecniche e specialistiche continueranno ad essere necessarie, ma per essere adeguate ad un contesto tecnologico in continua evoluzione, richiederanno un costante investimento in formazione e aggiornamento per evitare la loro rapida obsolescenza. L’impatto della “Rivoluzione 4.0.” sui profili professionali è partito e produrrà nel breve-medio periodo importanti conseguenze anche nella formazione e nel rapporto tra formazione e lavoro. Cambieranno i profili formativi ed il mix tra competenze tecnico-professionali e trasversali, questo è dato per scontato. Ma soprattutto si svilupperanno nuovi modelli e nuovi contesti di apprendimento più dinamici e connessi ai sistemi informativi ed alle tecnologie digitali (Fab Lab, Trasferimento tecnologico, Progettazione condivisa in rete), ma anche più attenti a valorizzare nuove idee e proposte di soluzione (Laboratori di idee, Start up). Si imporranno nuovi approcci metodologici (Design Thinking, Simulazioni, Giochi di ruolo ecc.) più rispondenti alle caratteristiche delle competenze da formare. Siamo solo all’inizio di questo cambiamento, proprio per questo è importante sperimentare l’innovazione e soprattutto acquisire knoh how, imparando dalle esperienze fatte direttamente o apprese indirettamente da altri.

L’autore: Responsabile Dipartimento produzione e sviluppo di Enaip Lombardia.

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CONTESTO

I nuovi spazi della formazione: i Fab Lab di Massimo Temporelli [Tratto da EM n.6]

Nel 2001 abbiamo iniziato a condividere conoscenza su Wikipedia, nel 2004 video su Youtube e poi ancora le nostro foto su Flickr. Poi è stato il tempo dei nostri stati su Facebook e delle informazioni veloci su Twitter. Oggi condividiamo tutto. Negli ultimi mesi abbiamo imparato anche a condividere biciclette e automobili con il bike sharing e il car sharing, alcuni lo fanno anche con i divani e le case. In questo contesto, quello della Sharing Economy, e con questo spirito sono nati negli Stati Uniti e poi si sono diffusi in tutto il mondo i FabLab. Chi scrive queste note ha avuto la fortunata idea di aprire il primo fablab a Milano nel 2013 ed oggi dirige orgogliosamente The FabLab, laboratorio digitale nato dalla collaborazione con la Società Incoraggiamento Arti e Mestieri e attivo nel pieno centro di Milano, in Via Santa Marta 18 (www.thefablab.it). Un FabLab o “Fabrication Laboratory” è un luogo fisico, un laboratorio, dove sono presenti tutte o quasi tutte le macchine per la fabbricazione digitale. Se entrate in un FabLab, spazi ormai presenti nelle maggiori città italiane, vi troverete circondati da stampanti 3d, laser cutter, plotter da taglio, frese CNC e decine di schede elettroniche programmabili. Se sarete fortunati troverete anche qualche robot e qualche drone. In un FabLab, solitamente, regna un caos progettuale perenne e, soprattutto, questi luoghi pullulano di persone che, se interpellati, si definirebbero makers. Un maker è una nuova figura professionale, che opera a metà tra l’artigianato e il mondo del design, è un autoproduttore, un professionista che si trova a suo agio tra le macchine e i programmi digitali e le più antiche macchine delle botteghe artigianali. Un FabLab è dunque un luogo dove makers o aspiranti tali si riuniscono e si ritrovano per svolgere le loro attività o per scambiarsi informazioni e conoscenze, replicando quello che già fanno sul web come community. Il concetto di FabLab è nato nel 2001 al MIT di Boston all’interno del Center for Atoms and Bits e da allora questo modello si è diffuso in tutto il mondo e oggi ci sono più di 800 laboratori diffusi su tutti i continenti. Il primo FabLab in Italia è nato a Torino nel 2011 durante le manifestazioni per il 150° anno dell’Unità di Italia e oggi nella nostra penisola si contano più di 60 laboratori di fabbricazione digitale: questi laboratori in Italia oggi nascono con una frequenza di uno alla settimana. Milano, città del design e della moda è la città più attiva e anche se partita più tardi oggi vede attivi quasi dieci FabLab e il comune di Milano sta incentivando molto la nascita di altri spazi dedicati a questi laboratori. L’idea che sta dietro i fablab è molto affascinante ma anche molto semplice, un FabLab mette a disposizione uno spazio e degli strumenti a studenti, artisti, designer, artigiani e professionisti. L’acSKILL 5/2017

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cesso a questo tipo di laboratori è davvero democratico, spesso è richiesta solo la sottoscrizione di un abbonamento annuale o semestrale di poche decine di euro. L’economicità, il potere quasi magico di alcune macchine della digital fabrication, la possibilità di imparare dagli altri e di frequentare corsi di formazione e conferenze organizzati dai fablab stessi, trasforma questi laboratori in nuovi centri di aggregazione per una nuova progettualità. Così nei FabLab i professionisti incontrano altri professionisti, i designer incontrano i makers, gli imprenditori incontrano gli studenti. Con questo spirito, insieme alla Società Incoraggiamento Arti e Mestieri, luogo storico per la formazione dei tecnici e degli artigiani (qui è nato il Politecnico a metà dell’Ottocento!), tutti i giorni e con grande impegno apriamo le porte di The FabLab, luogo dove facciamo supporto, formazione e divulgazione su questo movimento culturale e tecnologico che secondo alcuni darà o sta dando avvio ad nuova rivoluzione industriale. L’Italia non può perdere questo treno che sembra fatto apposta per il nostro Paese: nella rivoluzione della fabbricazione digitale, botteghe artigianali, medio piccole imprese, design e made in Italy potrebbero fondersi perfettamente per cambiare l’economia e il tessuto sociale e professionale del nostro Paese.

Abbecedario Tecnologico: Arduino Arduino è un progetto nato in Italia e oggi popolarissimo in tutto il mondo. Arduino è una piattaforma di elettronica programmabile, una piattaforma che ti permette di programmare oggetti fisici (motori, luci e sensori) attraverso un linguaggio abbastanza intuitivo e facilmente utilizzabile. A me piace definire Arduino come un Trittico, e proprio come i trittici in Arte la singola parte non avrebbe senso senza le altre. Arduino è innanzitutto un scheda hardware (ce ne sono di diversi tipologie), poi è un linguaggio di programmazione (molto simile al linguaggio di programmazione C) e infine, ma non meno importante, Arduino è una comunità. Le persone all’interno della comunità scrivono software e programmi, usano hardware (sensori e attuatori) condividendo sul web le loro esperienze e i file dei loro progetti. In questo modo chi usa Arduino può copiare e modificare i progetti degli altri aumentando l’efficacia delle proprie idee. Con Arduino si può fare praticamente di tutto, dalla domotica, alla robotica, dai droni a internet delle cose. Arduino è molto utilizzato all’interno dei FabLab e molti di questi organizzano corsi di formazione per questa piattaforma che permette a designer e maker di accedere ad un prezzo basso a tecnologie e applicazioni molto scenografiche.

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Stampa 3D La tecnologia della stampa 3d non è così nuova come si potrebbe pensare. La stampa 3D è nata negli Stati Uniti circa 30 anni fa, esattamente nel 1984, quando Chuck Hull deposita il brevetto numero US4575330. La tecnica di stampa 3D inventata da Hull è chiamata stereolitografica e usa un liquido fotopolimerico che viene solidificato, piano dopo piano, “layer by layer” direbbe Chuck, da una luce ultravioletta. Il fascio di luce UV viene pilotato dalle matematiche (ottenute al computer) che rappresentano il modello digitale 3D dell’oggetto da produrre. Dunque, dal modello digitale è possibile passare direttamente all’oggetto fisico, per addizione di materiale, facendo lavorare solo la macchina e senza avere praticamente materiale di scarto. Oggi sul mercato ci sono diverse tipologie di macchine per la stampa 3D, tra cui citiamo: 1. a liquido polimerico e luce UV (Stereolithography o SLA) 2. a polvere e laser (Selective laser sintering, SLS) 3. a fusione di materiale plastico (Fused Deposition Modeling o FDM). Oggi si parla così tanto di stampa 3d perché una delle tecnologie appena nominate, la FDM, è da qualche anno diventata alla portata di tutti, sia economicamente che nella facilità di utilizzo. Inventata e brevettata nel 1989 da S. Scott Crump, che poi fondò la Stratasys, altro colosso della stampa 3D, dall’inizio del nuovo millennio non è più protetta da brevetto. Questa situazione ha prodotto a partire dal 2007 circa l’apparizione delle prime piccole stampanti 3D open source. Oggi sono centinaia, forse migliaia e alcune sono diventate dei veri e propri prodotti commerciali in vendita sul mercato, tra cui citiamo la statunitense MakerBot nata nel 2009 e l’italiana Sharebot nata nel 2012, entrambe con stampanti a partire da 1500 euro. Queste tecnologie vengono utilizzate tantissimo all’interno dei FabLab e sembrano poter sostituire per le piccole produzioni il vecchio modello industriale. La rivoluzione è solo all’inizio ma sta già lasciando i primi segni.

L’autore: Presidente e fondatore di The Fablab, Make in Milano

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CONTESTO

I nuovi spazi del lavoro: il coworking secondo Talent Garden di Alessia Anniballo (Tratto da EM n.6) Uno spazio dove talenti con diverse professionalità si possono incontrare e confrontare. Ecco cos’è Talent Garden, la rete di coworking internazionale nata a Brescia nel 2011 e ora leader europeo del settore. Contaminazione è la parola d’ordine. Eventi, corsi di formazione, ma soprattutto la vita lavorativa quotidiana diventano la scusa per conoscere gli altri professionisti che abitano lo spazio e condividere nuove idee, o semplicemente un caffè. Il digitale è la seconda parola chiave. Freelancer, web agency, startup e grandi aziende hanno scelto gli spazi di Talent Garden per far crescere il proprio business. Gli oltre 500 professionisti ospitati nelle varie sedi vedono TAG come un punto di aggregazione fondamentale per l’ecosistema digitale, dove risulta molto più semplice incontrare investitori o possibili clienti ed accelerare la propria crescita professionale e personale. Aziende di successo hanno costruito il loro successo partendo dai campus appartenenti alla rete di Talent Garden. «Avevamo scelto TAG Milano come sede, perché avevamo bisogno di un posto flessibile che si potesse adattare velocemente ai nostri bisogni e ci permettesse di concentrarci esclusivamente sul nostro business» racconta Almir Ambeskovic, CEO dell’ex RestOpolis, recentemente diventata The Fork dopo l’acquisizione da parte di TripAdvisor. Anche DaWanda, marketplace di oggetti d’artigianato, ha la sede operativa italiana in uno dei coworking Talent Garden. «Quando sono partita ero completamente da sola in Italia. Parte del team era a Berlino, ma sapevo che l’Italia come paese sarebbe cresciuto molto all’interno del gruppo». È Ilaria Contrastini a parlare, country manager per l’Italia di DaWanda, l’azienda berlinese che sta espandendo le operazioni a livello globale dopo aver ricevuto un finanziamento milionario a doppia cifra. «Volevo stare in un posto dinamico, dove potessi incontrare professionisti che operano nello stesso settore e devono affrontare le mie stesse problematiche. Ora il team italiano è cresciuto, e continueremo a stare all’interno di Talent Garden». CubeYou, invece, ha il team distribuito tra San Francisco e Milano. Si occupano di sentiment analysis sui social media e hanno creato insieme all’Università di Cambridge un’interessante applicazione collegata a Facebook per scoprire la tua personalità e quella dei tuoi amici. Si chiama youarewhatyoulike e presuppone di conoscerti meglio di quanto non ti conosca tu stesso. Provare per credere. SKILL 5/2017

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A Torino, invece, si è creata una nuova società unendo le capacità di diverse persone incontrate all’interno dello spazio. «Ci siamo conosciuti a TAG Torino e abbiamo iniziato a collaborare insieme per partecipare ad un concorso de La Stampa. Ci siamo trovati così bene a lavorare insieme che abbiamo deciso di continuare a farlo creando una nuova società: Viz & Chips. Ci occupiamo di data journalism e siamo un team misto di giornalisti, grafici e sviluppatori» racconta Barbara D’Amico. C’è anche chi appena uscito dall’Università punta a cambiare un pochettino il mondo. È il caso di Horus Technology, un team di tre ragazzi brillanti poco più che ventenni che hanno la grande ambizione di permettere ai non vedenti di leggere i caratteri latini grazie ad un paio di occhiali speciali. «Attraverso una telecamera posta sopra le lenti riusciamo a riconoscere le scritte e a comunicarle alla persona tramite un auricolare. Il tutto in maniera automatica» spiega Saverio Murgia. «Ci è venuta l’idea quando tornando dall’università una signora cieca ci ha chiesto indicazioni per trovare la stazione degli autobus. Le indicazioni c’erano, ma erano solamente per noi vedenti». Anche a Cosenza c’è chi ha il sogno di cambiare le cose. I nostri cinque fondatori locali lottano ogni giorno per provare a migliorare la situazione calabrese attraverso l’innovazione. Vogliono ridare speranza ai giovani e hanno creato uno spazio di coworking per far incontrare i talenti locali. «Il nostro motto? Ciaputimu fà (Yes, we can). E ci crediamo con tutto il cuore» racconta emozionata Lucia Moretti, una delle cofounder di TAG Cosenza. «Abbiamo ottimi rapporti con le università e con le grandi aziende locali, come Amarelli. Sono tutti segni che ce la possiamo davvero fare e che qualcosa sta cambiando». E che qualcosa stia davvero cambiando lo si può vedere appena si varca la soglia di un Talent Garden. Nato a Brescia nel 2011, in tre anni ha dimostrato come ce la si possa fare anche in Italia in periodo di crisi, per poi espandersi velocemente all’estero. L’idea iniziare era quella di creare un punto di aggregazione per professionisti del digitale e permettere loro di contaminare con l’innovazione anche le aziende più tradizionali e aiutarle a stare al passo con i tempi. Dopo tre anni, varcare la soglia di un Talent Garden significa venir inondati di speranza verso il futuro e di voglia di cambiare, anche solo un pochino, le cose in meglio.

L’autrice: Già Communication Manager di Talent Garden

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CONTESTO

Lombardia 4.0. Modelli di previsione delle competenze di Emilio Colombo [Tratto da Competenze e Lavori per il futuro] È importante dotarsi di strumenti previsionali sul mercato dal lavoro, visto che le conseguenze delle politiche sono sul medio periodo: il rischio altrimenti è di non essere sincronizzati con le esigenze del sistema produttivo, spingendo gli studenti verso professioni oggi molto richieste, ma che non lo saranno altrettanto quando gli stessi studenti si affacceranno nel mondo del lavoro. Sono due gli elementi che vanno considerati: le occupazioni, che cambiano rapidamente, e le competenze, che invece hanno tempi di evoluzione molto più lunghi. Tradizionalmente i modelli previsionali si sono concentrati sulle prime, anche per una maggiore disponibilità di dati e la presenza di classificazioni internazionali, ma negli anni è emersa l’importanza delle competenze (new skills for new jobs) e la necessità di elaborare strumenti di previsione adeguati. La didattica stessa d’altronde è in ritardo su questo tema: trasferire le competenze è complesso e richiede un metodo di studio e lavoro completamente diverso. In Europa è Cedefop che si occupa di prevedere la domanda e l’offerta di competenze nel lungo periodo (fino al 2030) e di sviluppare indicatori di mismatch. In Italia invece il tema è indagato, oltre che da Isfol, dal sistema informativo Excelsior, che, partito come indagine sulle occupazioni richieste dal sistema produttivo, ha nel corso del tempo integrato elementi riguardanti anche le competenze.

Skill e occupazioni È un fatto che il lavoro stia cambiando molto velocemente, sia in termini di creazione e distruzione dei posti di lavoro sia in termini di caratteristiche del lavoro stesso. Lo sviluppo di nuove tecnologie e l’emergere di nuovi fabbisogni creano nuove occupazioni e ne rendono obsolete altre (si pensi ad esempio ai gestori di impianti fotovoltaici nel primo caso e a molte professioni manuali ma anche amministrative nel secondo). Cambia rapidamente anche la modalità con cui vengono svolte tutte le occupazioni dalle più impegnative alle più semplici (si pensi ad esempio a come sono cambiate negli ultimi anni le professioni di segretarie e operai a seguito dell’utilizzo sempre più spinto del computer e delle macchine) e le competenze che alcuni lavori richiedono (le competenze di tipo green sono sempre più richieste tra gli architetti). Non altrettanto velocemente cambiano le competenze (skill) che essendo un mix di conoscenze acquisite e di abilità individuali non possono essere modificate senza rilevanti costi di aggiustamento. Tuttavia le competenze, essendo spesso trasversali e non occupaSKILL 5/2017

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tion specific possono essere spese in lavori diversi ed in settori diversi. Come noto le competenze comprendono conoscenze e abilità formali, acquisite tramite un’educazione di carattere formale (scuola, università, formazione professionale ecc.), non formali, derivanti da fonti non intenzionalmente formative (la rete, i mezzi di comunicazione di massa, l’esperienza stessa del lavoro) e informali (acquisite durante la vita quotidiana o legate a caratteristiche innate dell’individuo - talento, carattere, capacità di rapportarsi agli altri ecc.). L’elemento qualificante delle competenze è costituito dal fatto che esse indicano la capacità di mobilitare conoscenze e abilità indirizzandole verso un fine specifico. Il fatto che il termine stesso sia ampio e per certi versi generico fa sì che risulti complesso codificare le competenze attraverso una classificazione specifica. Dunque mentre esistono dettagliate classificazioni riconosciute a livello internazionale per le occupazioni (ISCO), per i settori di attività economica (NACE), per i settori educativi (ISCED), non esiste una classificazione delle competenze altrettanto condivisa. Esistono tuttavia alcune “classificazioni di consenso” che permettono una codificazione molto generica delle competenze ad un livello che potrebbe essere comparabile al I digit. • Skill sociali: abilità comunicativa, abilità nella gestione e nel rapporto con i clienti, capacità di lavorare in team, capacità manageriali-direttive • Skill cognitive: conoscenza delle lingue straniere, capacità di risolvere problemi, abilità numeriche, abilità letterarie • Skill tecniche/pratiche: abilità amministrative, abilità manuali, capacità informatiche. Dunque per comprendere e analizzare l’evoluzione del mercato del lavoro del 21° secolo occorre poter prevedere l’evoluzione delle occupazioni (professioni) e delle competenze. Per farlo è necessario sia costruire adeguati modelli di previsione sia sviluppare strumenti che consentano di avere una misura più precisa delle caratteristiche correnti del mercato del lavoro.

Prevedere il lavoro Un esercizio previsionale completo deve affrontare diverse problematicità che sono sostanzialmente ascrivibili alla differenza tra le caratteristiche della domanda e dell’offerta. Mentre infatti la domanda di lavoro delle imprese è espressa e misurata in termini di occupazioni, l’offerta di lavoro da parte degli individui è invece espressa in termini di competenze. Il match tra occupazioni e competenze non è semplice in quanto non c’è una corrispondenza biunivoca tra queste due classificazioni. Le previsioni devono dunque essere effettuate in diversi passaggi. Da una parte occorre prevedere la domanda di occupazioni, dall’altra l’offerta di competenze, infine occorre definire degli indicatori di mismatch che consentano di confrontare domanda ed offerta. 14

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La domanda di occupazione La previsione delle occupazioni può essere effettuata attraverso modelli previsionali più o meno complessi che tuttavia devono nei limiti del possibile poggiare su due elementi fondamentali. In primo luogo occorre privilegiare la dinamica settoriale. L’andamento di un sistema economico (nazionale o locale) è frutto del combinato disposto delle diverse dinamiche a livello settoriale che riflettono fattori strutturali (i cambiamenti strutturali di lungo termine sono spesso fortemente differenziati tra settori, ad esempio il processo di delocalizzazione ha influenzato in maniera rilevante alcuni settori manifatturieri quali il tessile mentre ha avuto un impatto marginale sui servizi) o congiunturali. Nell’effettuare previsioni a medio-lungo termine è dunque necessario tener conto delle diverse caratteristiche settoriali. In secondo luogo è necessario distinguere tra domanda incrementale (expansion demand) e domanda per sostituzione (replacement demand) al fine di fornire stime adeguate del fabbisogno effettivo. Le variazioni annuali dello stock di occupati identificano infatti la domanda di lavoro incrementale, che può essere di segno sia positivo che negativo. Tuttavia questa costituisce solo una parte del fabbisogno complessivo: anche in settori in crisi, nei quali si verifica una contrazione complessiva dei livelli di impiego, vi sono infatti opportunità di lavoro che si aprono. In altri termini occorre considerare un’ulteriore componente della domanda di lavoro: la cosiddetta replacement demand, costituita dalla domanda che deriva dalla necessità di sostituzione dei lavoratori in uscita (per pensionamento, mortalità, dimissioni o qualunque altra causa di abbandono dell’impiego). A differenza dell’expansion demand, la replacement demand è sempre positiva e, poiché si riferisce all’intero stock della popolazione lavorativa, di solito risulta ampiamente superiore all’altra componente. Il fabbisogno effettivo, che è quindi il principale di riferimento per caratterizzare la domanda di lavoro, è dato dalla somma di queste due componenti.

La domanda di competenze La domanda di lavoro viene solitamente identificata con la domanda di occupazioni perché queste ultime sono ciò che è misurato dagli indicatori del mercato del lavoro (indagine forze lavoro, dati di contabilità nazionale ecc.). Tuttavia anche le imprese non domandano una occupazione bensì delle competenze. Per analizzare e stimare le competenze occorre utilizzare strumenti diversi, tipicamente le skill surveys che analizzano le competenze richieste in determinate mansioni e occupazioni. Queste indagini sono effettuate o dal lato dell’offerta (i.e. indagini effettuate tra i lavoratori) o dal lato della domanda (i.e. indagini dal lato delle imprese) Le prime offrono delle informazioni relativamente alla tipologia di competenze che è richiesto nello svolgimento di una determinata professione. SKILL 5/2017

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Le seconde offrono informazioni relativamente alle competenze richieste dai datori di lavoro nelle professioni, alla presenza di skill mismatch, alla esistenza di skill gaps e shortages.

L’offerta di competenze A fianco dell’analisi della domanda è necessario prevedere l’offerta non di occupazioni quanto più propriamente di competenze. Quest’ultima è meno sensibile alle condizioni e agli scenari macroeconomici mentre risulta determinata principalmente dalle dinamiche demografiche e dalle scelte di istruzione. I modelli previsionali in questo caso dovranno considerare la struttura per età della popolazione la dinamica demografica attesa e le scelte di educazione per tipologia ed indirizzo di modo da caratterizzare le competenze acquisite di ogni coorte di individui.

Il match tra domanda e offerta Una volta costruite le previsioni di domanda ed offerta sarà necessario costruire degli indicatori di squilibrio (imbalance) tra domanda ed offerta. Questa operazione non è semplice in quanto come sottolineato precedentemente non esiste una corrispondenza biunivoca tra l’offerta di competenze espressa dal sistema formativo e la domanda formulata dalle imprese. Si pensi ad esempio ad una persona laureata in una disciplina umanistica: è molto probabile che trovi una impiego in un settore ed in una occupazione diversa rispetto a quello che possiamo considerare come lo sbocco naturale del proprio percorso di studi (es. insegnamento). D’altro canto a livello di impresa la stessa occupazione può essere svolta da persone provenienti da percorsi formativi diversi. Esistono tuttavia diversi indicatori che possono essere elaborati al fine di individuare le professioni per cui gli squilibri sono (o sono attesi essere) più consistenti. L’analisi congiunta di domanda ed offerta consente di definire degli indicatori di mismatch su cui concentrare l’azione di politica del lavoro e formativa.

Cosa è stato fatto in Italia e all’estero Nel 2008 la Commissione Europea ha emesso la Comunicazione “New Skills for New Jobs”, seguita da due conclusioni del Consiglio e da un rapporto stilato da un gruppo di esperti e che sottolineava la necessità di rafforzare le capacità della UE di anticipare i fabbisogni futuri di skill, di identificare l’esistenza di shortages rilevanti e di valutare la consistenza di eventuali mismatch tra domanda ed offerta. All’interno della strategia Europa 2020 è stata di conseguenza data notevole importanza all’”Agenda for new skills and new jobs”, finalizzata alla realizzazione di un sistema di previsione dei fabbi16

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sogni di skill a livello Europeo che integrasse analoghe iniziative eventualmente presenti a livello nazionale. L’agenzia europea CEDEFOP (European Centre for the Development of Vocational Training) ha di fatto assunto il ruolo di leader nelle iniziative di tipo comunitario. A partire dal 2007 ha sviluppato un modello previsionale a lungo termine a livello settoriale per effettuare previsioni di domanda e di offerta di skill sia a livello Europeo che per singolo paese. Gli ultimi risultati sono stati pubblicati all’inizio del 2016. Negli USA il Bureau of Labor Statistics effettua da diversi anni previsioni a 10 anni sul fabbisogno professionali a livello di estremo dettaglio e analizza le caratteristiche delle occupazioni attraverso il sistema O*NET. Negli USA il Bureau of Labor Statistics da esercizi diversi anni previsioni a relativi 10 anni sul In Italia esistono ad effettua oggi due previsionali al fabbisogno fabprofessionali a livello di estremo dettaglio e analizza le caratteristiche delle occupazioni attraverso il bisogno occupazionale a medio termine. Le previsioni effettuate sistema O*NET. da Gruppo Clas per Unioncamere all’interno del sistema informativo Excelsior e le previsionali previsionirelativi effettuate dalla Fondazione In Italia esistono ad oggi due esercizi al fabbisogno occupazionaleBrodolini a medio termine. per l’Isfol. Le prime sono effettuateall’interno con unadel metodologia analoga Le previsioni effettuate da Gruppo Clas per Unioncamere sistema informativo Excelsior a quella seguita dal Cedefop, le seconde sono invece effettuate e le previsioni effettuate dalla Fondazione Brodolini per l’Isfol. Le prime sono effettuatecon con una un modello la componente di simulazione è con più un rilemetodologia analoga a quellaDSGE seguitain dalcui Cedefop, le seconde sono invece effettuate modello Dal punto di vista pratico le stimeDal di punto Unioncamere-Clas DSGE in cui lavante. componente di simulazione è più rilevante. di vista pratico sono le stime di Unioncamere-Clas sono realizzabili su scala regionale, mentrenel nelcaso caso dell’approcdell’approccio Isfol realizzabili anche anche su scala regionale, mentre questo aspettocio deve essere valutato con attenzione. Isfol questo aspetto deve essere valutato con attenzione. A titolo di esempio si riportano nella figura la dinamica della e replacement prevista A titolo di esempio si riportano nellaexpansion figura la dinamica demand della exda Unioncamere-Clas pereil replacement periodo 2016-2020. pansion demand prevista da Unioncamere-Clas per

il periodo 2016-2020.

Figura 1. Expansion e Replacement demand per settore (2016-2020, variazione % media annua) Totale Industria Estrazione di minerali Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco Industrie tessili, dell'abbigliamento e delle calzature Industrie del legno e del mobile Industrie della carta, cartotecnica e stampa Industrie chimiche, farmaceutiche e petrolifere Industrie della gomma e delle materie plastiche Industrie della lavorazione dei minerali non metalliferi Industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo Fabbric. macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto Industrie elettriche, elettroniche, ottiche e medicali Ind. dei beni per la casa, tempo libero e altre manifatt. Public utilities (energia, gas, acqua, ambiente) Costruzioni Servizi Commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli Commercio all'ingrosso Commercio al dettaglio Servizi di alloggio e ristorazione; servizi turistici Servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio Servizi dei media e della comunicazione Servizi informatici e delle telecomunicazioni Servizi avanzati di supporto alle imprese Servizi finanziari e assicurativi Servizi operativi alle imprese e alle persone Istruzione e servizi formativi Sanità, assistenza sociale e servizi sanitari Servizi culturali, sportivi e altri servizi alle persone

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Expansion e Replacement demand per settore (2016-2020, variazione % media annua) Con riferimento all’analisi delle competenze l’ISFOL ha condotto l’indagine PIIAC-OCSE che investiga le competenze degli adulti, all’interno della quale c’è un modulo (JRA) relativo alle competenze richieste sul lavoro. L’ISFOL conduce anche una indagine campionaria sulle professioni (lato lavoratori ogni 5 anni) e l’audit dei fabbisogni professionali (lato imprese) SKILL 5/2017 Infine il sistema informativo Excelsior analizza il fabbisogno professionale delle imprese nel17 breve medio termine arricchito da una sezione orientata all’identificazione del fabbisogno di competenze. Stante la sua capillarità l’indagine Excelsior può potenzialmente diventare una vera e propria skill


Con riferimento all’analisi delle competenze l’ISFOL ha condotto l’indagine PIIAC-OCSE che investiga le competenze degli adulti, all’interno della quale c’è un modulo (JRA) relativo alle competenze richieste sul lavoro. L’ISFOL conduce anche una indagine campionaria sulle professioni (lato lavoratori ogni 5 anni) e l’audit dei fabbisogni professionali (lato imprese) Infine il sistema informativo Excelsior analizza il fabbisogno professionale delle imprese nel breve medio termine arricchito da una sezione orientata all’identificazione del fabbisogno di competenze. Stante la sua capillarità l’indagine Excelsior può potenzialmente diventare una vera e propria skill survey adatta a definire sia i fabbisogni di competenze sia i cosiddetti skill gaps che le imprese identificano nelle diverse professioni.

L’autore: Funzionario del Consiglio Regionale della Lombardia

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CONTESTO

I nuovi spazi della conoscenza: i programmi Erasmus + di Fabio Veneri Il 2017 è l’anno in cui l’Unione europea celebra il trentennale della nascita dell’Erasmus. Il ben noto programma di mobilità studentesca, il cui nome è da leggersi anche come acronimo di European Region Action Scheme for the Mobility of University Students, ha rappresentato, durante questo arco temporale, non soltanto uno degli elementi di collante più forti verso la creazione di uno spirito e di un sentimento di appartenenza continentale. L’invio di studenti tra le varie nazioni ha infatti favorito lo scambio reale, il flusso costante e la definizione congiunta delle conoscenze nella direzione di piattaforme comuni e condivise legate al mondo del sapere e del lavoro. Significativo è sottolineare come dal 2014 il programma abbia assunto la nuova denominazione, più inclusiva, di Erasmus +, con la caratteristica di promuovere azioni a favore di settori ancora più ampi: l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport. In questa sede, si proverà a delineare, in sintesi, come oggi tale rinnovato programma offra, attraverso progetti in ambito europeo, opportunità di sperimentazione e innovazione formativa di rilievo per la formazione professionale. Migliorare le competenze, creare interconnessioni, innescare cambiamenti in termini di modernizzazione e internazionalizzazione. Questi sono alcuni dei concetti fondanti che regolano la prima azione chiave di Erasmus Plus, denominata azione 1, a favore della mobilità per l’apprendimento individuale. Nel concreto, e per quanto riguarda la formazione professionale, questo significa la possibilità di realizzare tirocini per studenti IFP in istituti di formazione professionale e in aziende all’estero oltre che l’opportunità di formazione del personale fuori dall’Italia. Si comprende come tali azioni formative rappresentino non solo fattori di accrescimento delle potenzialità future di carriera degli studenti ma anche esperienze realmente immersive all’interno di contesti nuovi, stimolanti e spesso anche multi-disciplinari. L’azione 2 è invece quella che promuove la cooperazione per l’innovazione e lo scambio di buone pratiche e ha come linee centrali la creazione di partenariati strategici (nel settore dell’istruzione, della formazione e della gioventù), le alleanze per la conoscenza e lo sviluppo delle capacità. Si tratta di una serie articolata e composita di opportunità messe a disposizione, tra gli altri, anche al mondo dell’IFP. È infatti qui dentro che possono trovare spazio progetti che mirano allo sviluppo di pratiche innovative con programmi di studio e curricula congiunti, nuovi metodi didattici per le veicolazione di competenze trasversali, il networking e lo scambio di buone pratiche, la validazione delle competenze acquisite tramite l’apprendimento informale, non formale, digitale e aperto. È dunSKILL 5/2017

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que facoltà degli enti di formazione europei poter creare azioni di partenariato anche molto composite che favoriscano lo stimolo costante verso la sperimentazione, lo scambio e il rafforzamento della capacità di adattarsi sempre più e sempre meglio alle richieste di cambiamento. Integrate al programma Erasmus + si segnalano poi un’altra serie di opportunità significative, come ad esempio eTwinning, il portale europeo dei gemellaggi elettronici tra scuole, una piattaforma online che promuove le possibilità offerte dalle nuove tecnologie nei sistemi di didattica e formazione. Grazie a tale strumento, gli insegnanti possono accedere a una comunità virtuale in cui scambiare informazioni e collaborare in modo veloce e semplice. In conclusione di questa breve sintesi, quelli offerti dal programma Erasmus + sono nuovi spazi per la conoscenza e la connessione che gli enti di formazione professionale possono integrare con altre misure per la mobilità messe a disposizione in questi anni dalle istituzioni regionali e nazionali e che nel complesso formano un quadro di opportunità tese alla innovazione della propria proposta.

L’autore: formatore Enaip Mantova

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CONTESTO

La Mobilità Sostenibile agli Stati Generali dell’Innovazione di Redazione Il presente contributo rappresenta l’anticipazione dello speech che si terrà agli Stati Generali dell’Innovazione dell’Istruzione e Formazione professionale lombarda il 18 Giugno 2017 presso il Kilometro Rosso di Bergamo Fare istituto tecnico superiore nel campo della mobilità sostenibile è un’attività bella e avvincente. Si tratta di formare professionisti – “tecnici superiori” – in possesso sia di skills tecnico-professionali confacenti alle posizioni lavorative richieste dalle imprese, che di “soft skill” sociali, metodologiche e personali sempre più importanti per inserirsi in modo proattivo e dinamico nel mondo del lavoro. Il business, il modo di produrre ed il lavoro sono in continua evoluzione. Siamo già entrati, sulla scia della “IV rivoluzione industriale” (Industria 4.0), nell’era digitale, dell’automazione e della connettività. I cambiamenti introdotti si riflettono sui livelli di competenze e professionalità richiesti dal mercato, dove trovano sempre più accoglienza profili professionali “high skilled”. I corsi ITS hanno durata biennale e il processo di apprendimento si realizza in una varietà di contesti: lezioni in aula e laboratorio, realizzazione di workshop aperti di confronto con le realtà produttive o su tematiche, partecipazione a seminari e fiere esterne, visite aziendali, viaggi studio, project work, tirocini curricolari. I due periodi di stage, uno per ogni anno di corso, impegnano oltre il 40% del monte ore complessivo e offrono l’occasione di trasformare in itinere il sapere teorico in sapere pratico, contestualizzandolo. Oltre il 70% dei formatori proviene dalle imprese e dal mondo della consulenza. È la chiave per leggere la particolare efficacia del modello ITS. Il concetto di innovazione formativa per la Fondazione ITS Mobilità Sostenibile delle persone e delle merci è associato a tre dimensioni tra loro intrecciate. In primo luogo, fornire una formazione specialistica di carattere tecnico-professionale, rispondente alle trasformazioni di mercato, di processo e di prodotto che caratterizzano le filiere produttive di riferimento. In secondo luogo, sviluppare “soft skill” funzionali non solo alle performances lavorative, ma soprattutto alla flessibilità ed adattabilità dei ruoli professionali in un contesto soggetto a continui cambiamenti ed innovazioni. In terzo luogo, mettere alla prova le competenze acquisite e svilupparne delle nuove attraverso l’apprendimento on the job in contesti lavorativi reali. Interessanti sono le esperienze che abbiamo avviato di realizzazione del percorso formativo ITS in apprendistato Art. 45. Vengono valorizzati al massimo il contributo formativo dato dall’azienda e l’apprendimento on the job. Al contempo, lo studente oltre a lavorare (e quindi avere anche un reddito) può completare il percorso forSKILL 5/2017

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mativo acquisendo ulteriori competenze non strettamente connesse alla posizione lavorativa ricoperta, ampliando il proprio bagaglio culturale e professionale. Il rafforzamento delle reti di impresa su scala internazionale, l’innovazione dei modelli di business, i processi orientati alla soddisfazione del cliente e al miglioramento continuo, l’uso “intelligente” e portante della tecnologia dell’informazione, la digitalizzazione dei processi di lavoro, il trattamento dei dati la valorizzazione delle persone, del lavoro in team per la risoluzione dei problemi e l’innovazione. Sono queste le linee di forza che trasformano il modo di fare impresa e che richiedono profili di competenza innovativi, con alle spalle però solide competenze di base e di settore e spiccate competenze metodologiche, relazionali, comportamentali e di apprendimento. Hanno per lo più valore propedeutico conoscenze e abilità, per citarne alcune, attinenti alla normativa di settore, ai principi e procedimenti della gestione aziendale, all’uso di strumenti informatici individuali e d’impresa, all’inglese tecnico, ai metodi di gestione di processi tipici quali gli approvvigionamenti, la programmazione dei viaggi, l’organizzazione di spedizioni. Impossibile contemplare la varietà di saperi tecnico-pratici agìti nei diversi ambiti operativi. Centrali e trasversali sono le competenze di tipo metodologico, relazionale, cognitivo: coltivare fiducia e apprezzamento, collaborare, lavorare in team, reggere lo stress, gestire il problem solving, assumere responsabilità, generare interrogativi – essere curiosi – e farsi guidare da essi in un percorso di apprendimento continuo, sviluppare pensiero critico e proattivo, utilizzare l’intelligenza emotiva. L’approccio metodologico adottato dà crescente spazio alle attività di gruppo e all’attivazione di percorsi di ricerca che “attraversano” le materie e le annualità, alla costruzione di project work a partire da situazioni reali, maturate durante gli stage. Ci sono ambiti che possono essere affrontati dando spazio al metodo della ricerca-azione: sono i mercati e le filiere in sviluppo “embrionale” quali i servizi per la mobilità elettrica, condivisa, interconnessa. Il mercato va osservato e interpretato nel suo divenire, non ci sono precedenti. Si può comprendere solo diventando attori partecipi del cambiamento in corso. Altra interessante sperimentazione messa in atto con Mori 2a ed Isinnova srl è stata quella del Laboratorio di produzione di idee: gli studenti vengono sollecitati a proporre idee innovative sulla base di un processo di elaborazione guidato, i consulenti ne valutano la fattibilità e la possibilità di sostenerne lo sviluppo anche in termini economici. Sono percorsi intorno ai quali si vanno organizzando e rafforzando le collaborazioni con le imprese e gli enti partner della Fondazione. In questa prospettiva la Fondazione ITS Mobilità sostenibile assume il ruolo e di generatore di sapere condiviso e di facilitatore della collaborazione tra sistema delle imprese e società a scala territoriale.

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CONTESTO

Enaip e la formazione 4.0 di Irene Bertucci Molti che si occupano, con serietà ed impegno, di processi educativi e d’apprendimento si interrogano su come far buon uso, nei contesti d’aula o di laboratorio, delle innovazioni e delle tecnologie che sono entrate a far parte del nostro quotidiano. La sfida è certamente quella di rendere le proposte formative il più possibile attrattive, o quanto meno al passo con i tempi, ma c’è anche il dovere educativo - avvertito nei formatori più sensibili e preparati - di riconoscere e non lasciare evase le necessità di apprendimento che si manifestano con più frequenza o con più urgenza, perché spesso sono quelle a fare la differenza sul versante della motivazione e della partecipazione nel lungo termine. Tra queste vi è proprio la familiarità con cui i più giovani si avvicinano alla tecnologia, la rapidità con cui la usano e la consumano, la frequenza con cui la domandano nei suoi diversi risvolti e possibilità. Ovviamente tutte le generalizzazioni sono di per sé mediocri, ma è un dato di fatto che sono gli under 30 a possedere uno speciale talento nel comprendere il digitale, trasformarlo in capitale redditizio, costruire l’innovazione. Leggiamo spesso che la crescita economica si fonda sulla capacità di progredire, di generare il futuro. E quali sono le idee che generano il futuro? La storia ci insegna che siamo progrediti in quei contesti culturali che avevano posto a proprio fondamento l’inclusione, il confronto, la valorizzazione delle diversità. Non a caso, le due metafore che in letteratura non conoscono obsolescenza e continuano ad essere scelte per connotare i processi di conoscenza più prolifici e fecondi sono la rete o il ponte, simboli per eccellenza di connessione e di legame. Ed è proprio nei contesti scolastici e ancor più in quelli della formazione professionale, perché prepara ai lavoratori del domani, di quell’industria 4.0 che è già oggi, che la costruzione di reti o di ponti dovrebbe essere la pratica più utilizzata per costruire cambiamenti e attenuare quelle distanze che generano le frustrazioni, i ritardi, le discriminazioni. Il sistema ENAIP è antico e prezioso testimone di questo tipo di approccio, cioè di un fare formazione che si basa su costruire connessioni e valorizzare differenze. Qui il metodo è il risultato di più approcci sperimentati, osservati, meditati. La tecnologia non è solo il tentativo di proporsi al passo con i tempi, ma è una scelta educativa proposta in aula come nei laboratori. Diventa quindi uno degli elementi chiave per realizzare progettualità condivise, esercitare la competenza, e non da ultimo produrre quelle evidenze su cui si misura il nostro modo di concepire e fare valutazione.

L’autrice: Responsabile Comunicazione&Immagine di ENAIP NAZIONALE Impresa Sociale

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CASI DI ENAIP LOMBARDIA

Enaip Mantova alle prese con la trasformazione dell’operatore sociale di Fabio Veneri Nel contesto della formazione in area socio-sanitaria, la parola “innovazione” si riempie di un significato certamente non convenzionale se si accompagna a progettualità partecipate e di lungo periodo. Da questo punto di vista, l’esperienza di Enaip Mantova offre un osservatorio privilegiato per intercettare alcuni degli snodi di cambiamento fondamentali che la figura dell’operatore sociale è chiamata a interpretare. È infatti la peculiare offerta formativa della sede mantovana a determinare una sinergica situazione di filiera: oltre alla consolidata proposta legata ai corsi abilitanti per le professioni sociali (ASA, OSS, Assistente sociale) e alla formazione continua (ad esempio, corsi ECM rivolti a infermieri professionali nel biennio 2015-2016), Enaip Mantova gestisce, in convenzione con l’Università di Brescia, il Corso di Laurea in Educazione Professionale. Data la vastità del tema, in questa sede centreremo lo sviluppo della trattazione in particolare su quest’ultimo per cercare di mettere in evidenza come le mutazioni sociali interroghino e stimolino in maniera costante l’innovazione formativa del nostro ente. È importante introdurre un elemento di contesto che spiega la tipicità del caso. Da ottobre 2008 la sede del Corso di Laurea dispone di un proprio campus sito in una parte periferica della città di Mantova. È il quartiere di Lunetta, sorto alla fine degli anni sessanta come nuova zona di edilizia residenziale e storicamente associato a situazioni di complessità sociale e abitativa. Lo spostamento della sede è collegato a un nuovo mandato di cui è stata investita la struttura formativa: non solo quello di portare a Lunetta esperti e iniziative di prestigio legate allo studio e alla conoscenza dell’ambito socio-educativo ma anche sostenere, di concerto con gli altri attori territoriali coinvolti, azioni concrete e sperimentali per la prevenzione del disagio e la promozione del benessere. È naturale comprendere perché tale mandato sia stato attribuito a questo specifico Corso di Laurea: l’educatore è la figura professionale che, probabilmente più di ogni altra, ha la specifica funzione di conoscere e riconoscere il contesto sociale e territoriale in cui opera e, sulla scorta di questo, programmare e realizzare progetti di sviluppo locale e di comunità. Risulterebbe senza dubbio interessante scorrere l’elenco completo delle progettualità sviluppate all’interno del Corso di Laurea in questi nove anni di intensa sperimentazione metodologica. Si potrebbero in tal modo conoscere azioni a favore dell’housing sociale e laboratori di comunità, progetti di ricerca legati alle nuove povertà e attività di rete a sostegno delle associazioni che popolano SKILL 5/2017

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Lunetta. Tuttavia, l’insieme delle attività è ben più lungo e in continuo divenire e testimonia la volontà di accompagnare e monitorare i processi sociali in corso, dentro e fuori il quartiere. In questa sede è dunque più significativo porre l’attenzione su un altro elemento. Tale ricchezza di attività, che diventa al contempo impulso e palestra per gli studenti, giustifica a pieno titolo un fondamento di metodo che caratterizza da sempre non solo il Corso di Laurea ma anche il mondo Enaip nella sua interezza: l’innovazione delle figure professionali e dei profili formativi non va concepita come astrazione da elaborare attorno a una scrivania, ma come dialettica e negoziazione costante tra teoria e prassi plasmata dai contesti di lavoro. Ecco dunque i caratteri del caso mantovano. L’ambito territoriale e istituzionale hanno stimolato l’ente a cercare continue innovazioni di sistema e di metodo per favorire la formazione di educatori professionali capaci di rispondere alle effettive richieste del contesto di azione e del mercato. Così facendo, passo dopo passo e in maniera non forzata, si sono rivelate e messe alla prove le nuove competenze chiave di un operatore sociale oggi più che mai attore centrale nello sviluppo di welfare di comunità. Per approfondire, video di presentazione del Corso di Laurea in Educazione Professionale- Università di Brescia sez. di Mantova:

https://www.youtube.com/watch?v=8_hFrzVD61I

L’autore: formatore Enaip Mantova

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CASI DI ENAIP LOMBARDIA

Scrivi “mobilità sostenibile”, leggi “innovazione”. Succede alla Fondazione ITS di Bergamo di Giuseppe Longhi Lo sviluppo sostenibile è una forma di sviluppo economico-sociale compatibile con la salvaguardia dell’ambiente, che connette in un rapporto di interdipendenza, la tutela e la valorizzazione delle risorse naturali alla dimensione economica, sociale e istituzionale, al fine di soddisfare i bisogni delle attuali e delle future generazioni. In questo senso la “sostenibilità dello sviluppo” è incompatibile in primo luogo con il degrado del patrimonio e delle risorse naturali (che di fatto sono esauribili) ma anche con la violazione della dignità e della libertà umana, con la povertà e il declino economico, con il mancato riconoscimento dei diritti e delle pari opportunità. La sostenibilità ruota attorno a tre componenti fondamentali: la sostenibilità economica, intesa come capacità di generare valore aggiunto, reddito e lavoro per il sostentamento della popolazione, combinando efficacemente le risorse presenti nei territori; la sostenibilità sociale, intesa come capacità di garantire condizioni di benessere umano (sicurezza, salute, istruzione, democrazia, partecipazione, giustizia.) equamente distribuite per classi e genere; la sostenibilità ambientale, intesa come capacità di preservare nel tempo le tre funzioni dell’ambiente: la funzione di fornitore di risorse, funzione di ricettore di rifiuti e la funzione di fonte diretta di utilità, mantenendo la qualità e la riproducibilità delle risorse naturali presenti nel territorio. È possibile agire in maniera sostenibile intervenendo sulle fasi del ciclo di vita dei prodotti (nascita - mantenimento in vita - riciclo). Per ciascuna di queste fasi, la quantità di scarto generato rappresenta un indice fondamentale da minimizzare per l’ottenimento di un processo sostenibile. Più lo scarto è prossimo allo zero, più il processo da cui esso è generato può essere definito sostenibile.

Mobilità sostenibile La mobilità è uno dei problemi più complessi della società moderna. L’economia globalizzata si basa sullo scambio e la diffusione delle merci; i nuovi stili di vita e i modelli di organizzazione delle città e del territorio sviluppatisi negli ultimi anni impongono alle persone continui spostamenti per lavorare, per divertirsi, per studiare, per gestire la vita quotidiana; la libertà di movimento dei cittadini è uno dei diritti umani fondamentali riconosciuti da tutti gli stati.

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Tuttavia, i trasporti delle persone e delle merci consumano grandi quantità di energia: sono responsabili di un terzo dei consumi energetici nei Paesi dell’UE. La mobilità deve essere sostenibile perché i trasporti, contribuiscono allo sviluppo economico e sociale ed al benessere, ma producono anche effetti negativi per la salute dell’uomo e dell’ambiente come l’aumento dell’inquinamento atmosferico e acustico; le emissioni di CO2 che danneggiano il clima; il consumo di fonti di energia non rinnovabili; gli effetti negativi sulla salute delle persone (malattie respiratorie, problemi all’udito); la congestione stradale e l’aumento del pericolo connesso agli incidenti legati al traffico; l’aumento dello spazio urbano occupato da parcheggi, luoghi per la sosta e mezzi in movimento o parcheggiati lungo le strade; il consumo di territorio, causato dalla realizzazione delle strade e infrastrutture. La mobilità sostenibile riduce al minimo l’impatto ambientale, massimizzando l’efficienza, l’intelligenza e la rapidità degli spostamenti, mette a punto e utilizza carburanti e sistemi di propulsione innovativi e sostenibili; ottimizza l’efficienza delle catene logistiche multimodali, incrementando l’uso di modi di trasporto più efficienti sotto il profilo energetico (ferrovia, vie navigabili), migliora l’efficienza dei trasporti e l’uso delle infrastrutture mediante sistemi d’informazione, l’utilizzo di nuove tecnologie e gli incentivi di mercato. Come raggiungere il modello di mobilità sostenibile? Basta investire su tecnologie green (elettrico, ibrido), sulla sharing economy, su smart city, su infrastrutture più moderne, ma soprattutto sulla disponibilità personale a cambiare abitudini personali. Le aziende partner della Fondazione ITS Mobilità sostenibile sono aziende all’avanguardia per quanto riguarda l’uso e lo sviluppo di soluzioni innovative sia a livello hardware che software, tali da migliorare i processi produttivi e distributivi, abbattendo i costi e diminuendo l’impatto ambientale. I nostri percorsi formativi in collaborazione con il mondo aziendale sviluppano profili professionali che adottano una cultura aziendale per la quale controllare e migliorare gli aspetti ambientali della produzione e della distribuzione attraverso l’uso di energia rinnovabile, il controllo delle emissioni di anidride carbonica, e l’impiego di materiali a ridotto impatto ambientale siano aspetti chiave.

Trasporti e Logistica 4.0 In Italia il valore del mercato della logistica risulta sotto-dimensionato, anche a causa dell’arretratezza dei modelli organizzativi e dei sistemi tecnologici utilizzati. Il concetto di logistica multimodale è diffuso da tempo, ma la sua implementazione richiede una forte connessione tra gli elementi che la compongono. Tutto ciò potrà essere più facilmente possibile grazie alla diffusione della connettività e dell’automazione che caratterizzano le tecnologie digitali. Il cambiamento opererà con maggiore velocità e forza nelle aree

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logistiche a maggior impatto, come la logistica di produzione, il magazzino distributivo, la consegna consumer. Industria 4.0 non può prescindere da un’organizzazione basata sui flussi e non più sui reparti o sui lotti economici di prodotti di basso-medio livello, e punta sull’integrazione di processi, materiali ed informazioni a supporto di una produzione on demand, incentrata sugli ordini dei clienti. L’automazione e la connessione dei processi avranno un ruolo centrale nella Logistica 4.0 per garantire un’integrazione tra sistemi gestionali e soluzioni informatizzate che sia in grado di incrementare in modo significativo i livelli di produttività e di flessibilità della produzione. L’Industria 4.0 è destinata a portare importanti cambiamenti nel comparto Trasporti e Logistica Secondo lo studio “The digital manufacturing revolution – Quali impatti sulla logistica?” del Laboratorio RISE dell’Università di Brescia, l’impatto congiunto di stampa 3D e Internet of Things porterà a una riduzione della merce movimentata per circa 100 miliardi di euro nel 2025. Considerando che il valore della produzione movimentata registrato in Italia è pari a 4000 miliardi di euro, l’impatto delle tecnologie digitali si traduce in una riduzione percentuale compresa fra il 2 e il 4% entro il 2025. Si sta progressivamente passando da un modello industriale “mass production” ad un nuovo modello “mass customisation”: il business del futuro consisterà nella capacità di progettare, produrre e commercializzare, prodotti personalizzati in volumi limitati che dovranno essere consegnati in tempi sempre più ristretti. La quota sempre maggiore di prodotti fisici convertiti in modelli digitali comporterà una riduzione dei volumi movimentati lungo le filiere e una riduzione delle scorte nei nodi della distribuzione. Alcuni prodotti verranno resi disponibili in formato digitale a luoghi di produzione distribuiti sul territorio vicini ai consumatori. Si ridurrà il trasporto primario (lunghe tratte, mezzi saturi), mentre s’incrementerà il trasporto secondario di ultimo miglio (brevi tratte, mezzi idonei a soddisfare la domanda in breve tempo). I settori più interessati saranno la fabbricazione di prodotti in plastica, in gomma e in metallo (esclusi i macchinari), le apparecchiature elettriche, l’assemblaggio e la produzione della componentistica auto. Nel mercato globale dei trasporti il tasso di diffusione dei veicoli connessi cresce rapidamente: alcune case costruttrici di veicoli hanno già adottato dispositivi per la connessione. La connettività consente di monitorare in tempo reale la flotta di veicoli, di controllare le prestazioni e lo stato di usura dei mezzi, di verificare i consumi di carburante e i livelli di emissioni, di gestire i tempi di percorrenza, comunicando in tempo reale variazioni di percorso o nuovi incarichi, di adattare il piano di manutenzione dei veicoli sulle reali condizioni del mezzo (diagnostica remota), di ridurre i tempi di fermo del veicolo, di istruire gli autisti ad uno stile di guida più sicuro e rispettoso dei consumi.

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A livello europeo è già stata sperimentata con successo la tecnologia per realizzare il “platooning” (fila di camion interconnessi che viaggiano insieme), primo step verso l’introduzione di una guida totalmente automatizzata del mezzo. In prospettiva per il comparto Trasporti e Logistica si prevedono importanti cambiamenti in termini di innovazione tecnologica, organizzativa e di prodotto/mercato, ad esempio gli operatori logistici potrebbero diventare centri distributivi sul territorio di produzione additiva.

L’autore: Responsabile Dipartimento produzione e sviluppo di Enaip Lombardia.

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CASI DI ENAIP LOMBARDIA

Riflessioni sull’esperienza della Fondazione ITS Mobilità sostenibile di Bergamo di Gigliola Pezzotta con Francesco Bianchi, Ramona Ubbiali, Valentina Iavarone

Dar vita, promuovere e gestire una Fondazione ITS è un’esperienza impegnativa ma molto avvincente, anche per chi ha alle spalle decenni di attività nella Formazione Superiore o Post-diploma. La Fondazione ITS è una istituzione formativa nuova, diversa sia dall’istituzione scolastica di secondo grado (Istituti tecnici ed Istituti professionali) o di alta formazione (Accademie) o di tipo universitario (corsi di Laurea, Master) che dalle istituzioni formative degli Enti di Formazione professionale e delle Agenzie di formazione. Costituire una nuova Fondazione ITS ha voluto dire mettere insieme soggetti diversi (con mission, identità, culture organizzative, modelli operativi non omogenei) attorno ad una “idea forte”: sviluppare una formazione di specializzazione tecnica e professionale di livello terziario non accademica, fortemente legata, da un lato, ai fabbisogni professionali ed occupazionali del mondo produttivo (organizzati per filiere ed aree di sviluppo) e, dall’altro, a modelli formativi ed organizzativi innovativi e di tipo “duale” (alternanza formazione/lavoro). Ha richiesto un grosso lavoro organizzativo, dovendo creare ex novo una equipe di lavoro, in grado di coordinare e ricoprire una pluralità di funzioni: dall’attività di promozione e reperimento degli iscritti alla analisi dei fabbisogni formativi presso le imprese, dalla progettazione macro e micro del percorso formativo alla programmazione didattica dei moduli formativi in cui è strutturato il percorso formativo, dall’erogazione dell’attività didattica (con una variegata gamma di metodologie didattiche) alla organizzazione e gestione degli stage curriculari, dall’attività di tutoraggio a supporto dell’apprendimento all’attività di counselling a supporto di eventuali problematiche personali degli allievi, dal monitoraggio in itinere alla valutazione degli apprendimenti, dall’attività di diffusione dei risultati all’attività di valutazione complessiva dell’intervento realizzato. Abbiamo dovuto affrontare una grossa sfida comunicativa. L’Istruzione Tecnica Superiore è sostanzialmente sconosciuta sia alla platea delle famiglie e dei ragazzi che degli insegnanti della scuola secondaria superiore. Nell’immaginario collettivo esistono solo la Scuola superiore e l’Università. Va fatto perciò un grosso sforzo di comunicazione e di promozione della bontà del “prodotto ITS” per far comprendere le peculiarità dell’approccio metodologico e diSKILL 5/2017

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dattico utilizzati e soprattutto la rispondenza positiva in termini occupazionali professionali dei percorsi ITS. Occorre convincere che, sebbene il titolo di studio universitario mantenga un forte appeal, non è detto che per tutti i ragazzi il percorso universitario sia l’unica strada percorribile dopo la maturità (anche perché i dati dell’abbandono universitario in Italia sono preoccupanti), e che anzi la via dell’ITS rappresenta un’opportunità concreta ed innovativa, in quanto fortemente intrecciata ai reali fabbisogni del mondo produttivo. È evidente che un maggiore sforzo, anche istituzionale, di diffusione presso gli insegnanti e più in generale verso l’opinione pubblica della prospettiva della Formazione terziaria non accademica non potrebbe che essere di giovamento. Come pure sarebbe importante dare rilevanza istituzionale anche al titolo di studio di Tecnico superiore. Ma ciò che caratterizza veramente i percorsi ITS, è lo sforzo progettuale di costruire i percorsi formativi a partire dai fabbisogni formativi ed occupazionali delle imprese della Filiera sul territorio. I profili formativi vengono modellati sulla base dei riscontri e dei contatti diretti con le imprese e con i consulenti ed i professionisti che operano a supporto delle aziende. L’approccio “duale” dell’alternanza tra teoria e pratica, tra formazione e lavoro e di riflessione critica sull’esperienza formativa o lavorativa realizzata sono alla base del modello di apprendimento. Ma grande attenzione viene posta anche alla gestione del processo formativo ed all’utilizzo di metodologie didattiche attive. Si tratta di formare professionisti – “tecnici superiori” – in possesso sia di skills tecnico-professionali confacenti alle posizioni lavorative richieste dalle imprese, che di “soft skill” sociali, metodologiche e personali sempre più importanti per inserirsi in modo proattivo e dinamico nel mondo del lavoro. Il business, il modo di produrre ed il lavoro sono in continua evoluzione. Siamo già entrati, sulla scia della “IV rivoluzione industriale” (Industria 4.0), nell’era digitale, dell’automazione e della connettività. I cambiamenti introdotti si riflettono sui livelli di competenze e professionalità richiesti dal mercato, dove trovano sempre più accoglienza profili professionali “high skilled”. I corsi ITS hanno durata biennale e il processo di apprendimento si realizza in una varietà di contesti: lezioni in aula e laboratorio, realizzazione di workshop aperti di confronto con le realtà produttive o su tematiche, partecipazione a seminari e fiere esterne, visite aziendali, viaggi studio, project work, tirocini curricolari. I due periodi di stage, uno per ogni anno di corso, impegnano oltre il 40% del monte ore complessivo e offrono l’occasione di trasformare in itinere il sapere teorico in sapere pratico, contestualizzandolo. Oltre il 70% dei formatori proviene dalle imprese e dal mondo della consulenza. È la chiave per leggere la particolare efficacia del modello ITS. Il concetto di innovazione formativa per la Fondazione ITS Mobilità Sostenibile delle persone e delle merci è associato a tre dimensioni 32

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tra loro intrecciate. In primo luogo, fornire una formazione specialistica di carattere tecnico-professionale, rispondente alle trasformazioni di mercato, di processo e di prodotto che caratterizzano le filiere produttive di riferimento. In secondo luogo, sviluppare “soft skill” funzionali non solo alle performances lavorative, ma soprattutto alla flessibilità ed adattabilità dei ruoli professionali in un contesto soggetto a continui cambiamenti ed innovazioni. In terzo luogo, mettere alla prova le competenze acquisite e svilupparne delle nuove attraverso l’apprendimento on the job in contesti lavorativi reali. Nel nostro piccolo, la Fondazione ITS Mobilità sostenibile di Bergamo, ha realizzato, a partire dal 2014 due edizioni (biennali) del percorso formativo ITS di Tecnico superiore per mobilità delle persone e delle merci e, a partire dal 2016, tre edizioni (biennali) del medesimo profilo, ma differenziate per ambito specifico d’intervento (Tecnico di Spedizioni, Trasporto e Logistica – Tecnico di pianificazione del ciclo integrato dei rifiuti – Mobility management & smart urban mobility). A queste attività si sono aggiunti anche due corsi IFTS sempre nel settore della Logistica (Tecniche di programmazione della produzione e della logistica). Il volume delle attività si è ampliato, come pure è sensibilmente aumentato il numero degli allievi partecipanti e delle imprese coinvolte sia in fase di progettazione dei profili formativi che di partecipazione diretta alle attività formative ed alla gestione degli stage. Buoni i risultati occupazionali raggiunti nella 1° edizione del corso ITS, conclusosi nel 2016, con percentuali di inserimento lavorativo a 6 mesi superiori all’80%. Interessanti sono le esperienze che abbiamo avviato di realizzazione del percorso formativo ITS in apprendistato art 45. Vengono valorizzati al massimo il contributo formativo dato dall’azienda e l’apprendimento on the job. Al contempo, lo studente, oltre a lavorare (e quindi avere anche un reddito) può completare il percorso formativo acquisendo ulteriori competenze non strettamente connesse alla posizione lavorativa ricoperta, ampliando il proprio bagaglio culturale e professionale. Il rafforzamento delle reti di impresa su scala internazionale, l’innovazione dei modelli di business, i processi orientati alla soddisfazione del cliente e al miglioramento continuo, l’uso “intelligente” e portante della tecnologia dell’informazione, la digitalizzazione dei processi di lavoro, il trattamento dei dati, la valorizzazione delle persone, del lavoro in team per la risoluzione dei problemi e l’innovazione. Sono queste le linee di forza che trasformano il modo di fare impresa e che richiedono profili di competenza innovativi, con alle spalle però solide competenze di base e di settore e spiccate competenze metodologiche, relazionali, comportamentali e di apprendimento. Hanno per lo più valore propedeutico conoscenze e abilità, per citarne alcune, attinenti alla normativa di settore, ai principi e proSKILL 5/2017

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cedimenti della gestione aziendale, all’uso di strumenti informatici individuali e d’impresa, all’inglese tecnico, ai metodi di gestione di processi tipici quali gli approvvigionamenti, la programmazione dei viaggi, l’organizzazione di spedizioni. Impossibile contemplare la varietà di saperi tecnico-pratici agiti nei diversi ambiti operativi. Centrali e trasversali sono le competenze di tipo metodologico, relazionale, cognitivo: coltivare fiducia e apprezzamento, collaborare, lavorare in team, reggere lo stress, gestire il problem solving, assumere responsabilità, generare interrogativi – essere curiosi – e farsi guidare da essi in un percorso di apprendimento continuo, sviluppare pensiero critico e proattivo, utilizzare l’intelligenza emotiva. L’approccio metodologico adottato dà crescente spazio alle attività di gruppo e all’attivazione di percorsi di ricerca che “attraversano” le materie e le annualità, alla costruzione di project work a partire da situazioni reali, maturate durante gli stage. Ci sono ambiti che possono essere affrontati dando spazio al metodo della ricerca-azione: sono i mercati e le filiere in sviluppo “embrionale” quali i servizi per la mobilità elettrica, condivisa, interconnessa. Il mercato va osservato e interpretato nel suo divenire, non ci sono precedenti. Si può comprendere solo diventando attori partecipi del cambiamento in corso. Altra interessante sperimentazione messa in atto con Mori 2A ed Isinnova srl è stata quella del Laboratorio di produzione di idee: gli studenti vengono sollecitati a proporre idee innovative sulla base di un processo di elaborazione guidato, i consulenti ne valutano la fattibilità e la possibilità di sostenerne lo sviluppo anche in termini economici. In questa prospettiva la Fondazione ITS Mobilità sostenibile assume il ruolo e di generatore di sapere condiviso e di facilitatore della collaborazione tra sistema delle imprese e società a scala territoriale. Un ringraziamento particolare va ai Soci della Fondazione ITS Mobilità sostenibile (Istituto Majorana di Seriate, Provincia di Bergamo, Università di Bergamo, Confimi Apindustria di Bergamo, Federazione Autotrasportatori di Bergamo, SACBO, AGS, Autotrasporti Cristinelli, Tecnofreight, ATB Mobilità, DEKRA Italia, EBITRAL) che hanno collaborato alla gestione della Fondazione ITS, ed alle oltre 100 imprese che a vario titolo sono state coinvolte nelle attività realizzate in questo triennio.

Gli autori: Direttore e collaboratori dell’Equipe formativa Fondazione ITS Mobilità sostenibile di Bergamo

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CASI DI ENAIP LOMBARDIA

Come cambia il modo di fare formazione: l’esperienza del Polo di Enaip Cantù di Ilenia Brenna Con il cambiamento industriale e artigianale 4.0 nei processi produttivi, Enaip, in un territorio deve l’eccellenza produttiva continua oggi a fare la differenza nei mercati internazionali, ha realizzato un Polo formativo innovativo in stretta relazione ai fabbisognI delle aziende e del territorio stesso e dei giovani. Ciò a cui si punta è una formazione duale con l’obiettivo di integrare teoria e pratica, sapere e “saper fare”, attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie e metodologie didattiche innovative quali: laboratori digitali, gestione di commesse, project work, visite di luoghi produttivi, di cultura e di ricerca, formazione in assetto lavorativo, partecipazione a concorsi ed eventi. Tutto ciò ha condotto a una formazione profondamente connessa con la “cultura locale del lavoro e del fare impresa”, con la sua tradizionale propensione al lavoro artigianale e manifatturiero e all’imprenditorialità diffusa. Il Polo di Enaip Cantù si struttura in tre edifici: Enaip-School, è il centro di formazione, con aule, laboratori, uffici, dove si concentrano la maggior parte delle attività didattiche; è questo il luogo principale dove si preparano i giovani dai 14 ai 18 anni con i corsi di formazione; corsi post-diploma; si realizzano i corsi di formazione continua e i servizi al lavoro. Enaip Factory luogo polifunzionale, con la stabile presenza di elaborati di Bruno Munari e pezzi d’arredo di famosi designer italiani e stranieri e una biblioteca tecnica sull’arredo. E’ un luogo dove si mettono in mostra lavori e manufatti realizzati degli allievi. Si organizzano seminari, convegni, mostre tematiche e laboratori sui mestieri. Una parte dell’edificio è adibita ad attività di co-working per i giovani che stanno o hanno già avviato un’impresa nel settore dell’arredo e del design. Abbiamo realizzato un FAB LAB denominato WeWork, laboratorio di fabbricazione digitale, dove sono presenti strumentazioni, attrezzature (stampanti 3d, laser cut, arduino ecc.) e macchine a controllo numerico che consentono la realizzazione di manufatti convenzionali e tecnologici attraverso tecniche di prototipazione rapida supportate dalle tecnologie digitali aperto alle scuole del territorio e ai giovani e alle imprese. Enaip Lodge è una foresteria di nuovissima realizzazione che coniuga design e ospitalità, nel cuore del territorio dove vive l’eccellenza produttiva del Made in Italy. Per studenti, aziende, professioSKILL 5/2017

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nisti, organizzazioni, associazioni e per coloro che vogliono vivere l’eccellenza. Il Polo vuole essere un luogo dove si sviluppa un contatto costante con la realtà e le esigenze del territorio, con le imprese, con gli studenti, con i progettisti, con gli operatori. Un luogo dove si mettono in mostra i frutti dell’ingegno e della tecnica costruttiva di menti che si stanno formando e di mani che stanno imparando un mestiere. La caratteristica principale del Polo è l’essere “Scuola aperta” che da la possibilità, ai giovani e non solo, di sviluppare attività e fruire di servizi in tutta la giornata. Le attività innovative promosse nel Polo sono le seguenti.

WeWork - FABLAB La medologia del l FABLAB, oltre ad essere stata introdotta in tutti i nostri percorsi di formazione, è utilizzato per realizzare specifici interventi anche al di fuori dei percorsi formativi. Il FABLAB rappresenta un processo innovativo per ideare, progettare e realizzare un prodotto. Per i giovani questo approccio di processo integrato di “pensiero e realizzazione” che tiene insieme “la testa e le mani”, coniugandole con l’innovazione tecnologica (stampi 3d, sw di modellazione, laser, Arduino), è fattore di forte stimolo alla crescita personale, culturale e professionale che valorizza anche un nuovo modo di approcciare il settore dell’artigianato, talvolta ritenuto non particolarmente attrattivo. Il FABLAB inoltre è uno strumento che può risultare molto utile alle imprese del territorio per la realizzazione di prototipi con tecniche e materiali innovativi.

Laboratori per scuole primarie e secondarie all’interno del FABLAB La diffusione della cultura digitale rappresenta un obiettivo delle politiche formative e di sviluppo economico a livello sia nazionale che europeo. In Italia siamo fortemente in arretrato, per questo crediamo che sia importante diffondere il più possibile tra le nuove generazioni le competenze digitali legate all’elettronica, all’informatica ed alla programmazione. Da qui la nostra proposta formativa rivolta ai ragazzi delle scuole primarie e secondarie di Laboratori dove fare “esperienza” del digitale. A titolo esemplificativo i temi affrontati nei Laboratori riguardano: concetti di energia, circuiti, elettronica; principali componenti di un circuito elettrico; I moduli LittleBits: codifica colori, connessioni, Power/Input/Output/ Wire. Alla teoria uniamo però la realizzazione pratica di progetti su moduli sonori/luminosi su esperienze di fisica applicata.

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Cicli di seminari Workshop per la sensibilizzazione del territorio sulle tematiche, artigianato digitale, internet delle cose, digital fabbrication e social network per business, con relative proposte formative (Corsi di Arduino, Uso stampanti 3d, laser cut).

Eventi Organizzazione e partecipazione ad eventi/seminari sul territorio per diffondere la cultura produttiva locale. Co-organizzatore della manifestazione Festa del legno organizzata nella città di Cantù.

Internazionalizzazione L’internazionalizzazione è un elemento sempre più importante per la formazione dei giovani, a questo scopo abbiamo partecipato a progetti Erasmus con 116 mobilità che prevedono lo scambio di studenti e docenti per un periodo di ¾ settimane in vari ambiti professionali in paesi quali la Germania, Spagna, Francia, Lettonia, Repubblica Ceca, Inghilterra Con Enaip lodge abbiamo accolto giovani dei diversi paesi Europei, organizzando momenti di formazione e laboratoriali con viste e stage aziendali. Stiamo predisponendo un catalogo di servizi incoming nell’ambito del settore Food/Turismo. Partecipiamo a progetti europei per la scambio di buone prassi al fine di confrontare vari sistemi e metodologie differenti per costruire competenze sempre più in linea con le richieste di un mercato ormai globale.

Project work Tra le medologie formative utilizzate il project work rappresenta una sperimentazione attiva e personalizzata dei contenuti appresi durante un percorso didattico formativo. Nella nostra offerta formativa diamo ampio spazio alla implementazione di project work, che vengono realizzati su commessa di aziende o enti territoriali e che hanno permesso agli allievi di confrontarsi con un compito reale. Ad esempio abbiamo avuto il caso di un allievo del secondo anno di operatore del legno che sulla base di indicazione date dal docente e dall’azienda ha progettato una texture per la realizzazione di porte per la casa. Il progetto è stato poi fatto proprio e prodotto dall’azienda che lo ha inserito nel proprio catalogo ed esposto in importati fiere internazionali di settore.

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Sistema produttivo La collaborazione costante con il sistema produttivo territoriale si concretizza non solo con la partecipazione di alcune aziende al Comitato Guida del Centro, che collabora all’individuazione dei fabbisogni formativi più rilevanti per il sistema produttivo locale. C’è anche una partecipazione diretta degli imprenditori nei percorsi formativi, con testimonianze e lezioni e visite guida in azienda. Oltre al costante coinvolgimento di oltre 200 aziende per le attività di stage formativo. Il Centro, essendo un punto di riferimento per le imprese, offre anche un servizio di supporto alla ricerca di personale qualificato e gestisce Servizi al lavoro per favorire l’inserimento lavorativo di giovani ed adulti in cerca di occupazione attraverso Garanzia Giovani e Dote Unica Lavoro.

L’autrice: Direttore Enaip Cantù

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CASI DI ENAIP ITALIA

La valutazione dell’apprendimento nei tirocini in azienda di Gilberto Collinassi

L’alternanza scuola lavoro ed il ruolo formativo dell’impresa sono diventati ultimamente oggetto di grande attenzione e rilievo. Ciò deriva da un lato dai vincoli introdotti nel nostro Paese dalla legge sulla “Buona scuola” e dalla sperimentazione in atto del “sistema duale” nell’IeFP, dall’altro dalla spinta a livello europeo verso la valorizzazione dell’apprendimento in contesto non formale (in particolare l’apprendistato). Per il sistema di formazione professionale ciò non costituisce particolare novità: da decenni i corsi di qualifica proposti da ENAIP prevedono consistenti periodi di stage in impresa per tutti gli allievi, ma il peso assunto in termini di quantità di ore e di obiettivi di apprendimento trasferiti al contesto non formale nei percorsi duali determina senz’altro la necessità di strumenti adeguati per valutare il raggiungimento dei risultati attesi.

nota 1 http://nrpitalia.isfol.it/sito_standard/ sito_demo/atlante_repertori.php

nota 2 http://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/ RAFVG/formazione-lavoro/formazione/ FOGLIA15/

nota 3 All’articolo 8 del Decreto Legislativo 16 gennaio 2013, n. 13

All’interno del partenariato EffePi, gestore unico della proposta formativa IeFP nella regione Friuli Venezia Giulia, gli enti partner stanno sperimentando modalità comuni e innovative per la gestione del feedback da parte dei tutori aziendali delle imprese che ospitano allievi in stage, alternanza rafforzata, apprendistato di I livello. Tali strumenti sono frutto delle esperienze acquisite nella gestione di migliaia di percorsi di apprendistato professionalizzante realizzati dai partner EffePi in passato combinati con i recenti sviluppi degli standard di riferimento regionali e nazionali collegati all’applicazione della legge 13/2013 sulla certificazione delle competenze acquisite in contesti non formali e informali (Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni INAPP1, il repertorio di competenze tecnico professionali FVG2). L’Atlante è il nascente quadro operativo per il riconoscimento a livello nazionale delle qualificazioni regionali e delle relative competenze, nell’ambito del Repertorio nazionale dei titoli di istruzione e formazione e delle qualificazioni professionali3, permettendo un importante riferimento unitario per la loro correlazione ed equivalenza a livello nazionale. Lo standard nazionale definisce il costrutto di Aree di attività (ADA), riferimento primario per la definizione dei Qualificatori professionali regionali (QPR) di tutte le regioni italiane. La loro individuazione e validazione è il risultato dell’analisi dei Processi di lavoro relativi al Settore economicoprofessionale di riferimento secondo una logica di scomposizione progressiva dei processi di lavoro (Fig. 1).

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Fig.1 Scomposizione processi di lavoro

Fig.2 Struttura di Area di Attività

I Qualificatori professionali regionali (QPR) possono essere costituiti da una singola competenza o da profili (cluster di competenze) correlati a una o più Aree di attività (ADA) all’interno del Settore economico-professionale di riferimento (Fig.2).

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Nella regione Friuli Venezia Giulia, i QPR sono riferimento primario per la declinazione dei Profili professionali regionali. Al fine della progressiva standardizzazione delle qualificazioni definite nelle diverse regioni, i QPR rispettano i criteri costruttivi e descrittivi dall’Allegato 3 del Decreto interministeriale del 30/06/2015 e sono referenziati al Quadro europeo delle qualificazioni per l’apprendimento permanente attraverso l’identificazione del proprio livello EQF. In particolare: • la descrizione della competenza, la denominazione e la referenziazione al quadro europeo EQF (Allegato 3, punto 3, lettere a b e d) sono presenti direttamente nel format descrittivo del singolo QPR (si veda lo schema sottostante, Fig 3)); • la referenziazione ai codici statistici nazionali (Allegato 3, punto 3, lettera c) è automaticamente determinata dall’associazione del QPR alla/e ADA ad esso correlate nella fase di inserimento del QPR nel DBQc (Data Base delle Qualificazioni e delle competenze) così come previsto dall’Allegato 2 del Decreto. Fig.3 Struttura di Area di Attività

Oltre a questi elementi, il sistema della regione Friuli Venezia Giulia fornisce uno strumento aggiuntivo particolarmente adatto alla valutazione delle performance on the job: la “Scheda delle situazioni tipo” (SST). Esse costituiscono lo strumento di riferimento primario nel processo di valutazione dei Qualificatori professionali regionali: ogni QPR ha una specifica SST associata (Fig.4).

nota 4 EffePi FVG, 2014 capitolo introduttivo ai documenti del Repertorio delle Qualificazioni regionali regione FVG

Una SST è uno “schema di classificazione della complessità esecutiva di una competenza (QPR), attraverso un insieme di situazioni lavorative a difficoltà crescente, identificate sulla base degli elementi caratterizzanti le condizioni di esercizio (contesto di riferimento, prodotti/servizi realizzati, attività previste, strumenti richiesti, tecniche applicate, materiali utilizzati, ecc.)”4 .

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Fig.4 Struttura di SST

Le SST sono caratterizzate dai seguenti elementi: • dimensioni valutative: classificano le diverse tipologie di risultati generati nell’esercizio della competenza a cui la scheda si riferisce, in termini di prodotti (o servizi) e possono essere relativi sia a fasi lavorative intermedie (semilavorati) che finali (prodotti finiti); • situazioni tipo: descrivono situazioni lavorative in cui viene tipicamente agita la competenza, classificate sulla base delle condizioni di esercizio (contesto di riferimento, prodotti/servizi realizzati, attività previste, strumenti richiesti, tecniche applicate, materiali utilizzati, ecc.); • posizione: identifica all’interno della colonna relativa alla dimensione valutativa di riferimento il livello di complessità realizzativa della situazione tipo, considerando che il verso di crescita va dal basso verso l’alto; •colore di una situazione tipo: stabilisce quali sono le situazioni tipo che un soggetto deve necessariamente saper gestire in autonomia per poter affermare che padroneggia la competenza di riferimento.

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Considerato il fatto che il numero delle dimensioni valutative e il numero delle situazioni tipo individuate per ogni dimensione valutativa sono variabili, le SST così organizzate risultano facilmente adattabili alle caratteristiche dei differenti QPR presenti nel repertorio. Nella sostanza le SST sono delle rubriche valutative a geometria variabile che costituiscono la base per la costruzione del dossier di rilevazione dei risultati di apprendimento dei periodi di alternanza realizzati dai partner EffePi. Tali dossier vengono consegnati ed illustrati ai tutor aziendali e costituiscono di fatto anche strumento di programmazione trasparente dell’attività di tirocinio. Il dossier quindi ha una struttura molto semplice: • introduzione che illustra il metodo e i criteri di utilizzo; • elenco di schede SST con evidenza delle ST da osservare; •una pagina finale con feed back sull’esperienza in azienda. Di seguito si forniscono esempi concreti sull’applicazione degli strumenti proposti.

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L’autore: Direttore R&S ENAIP Friuli Venezia Giulia, Direttore progettazione EffePi

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CASI DI ENAIP ITALIA

Dal lavoro Cooperativo al lavoro a progetto. La Proposta Educativa di Enaip Piemonte per gli allievi in Obbligo Formativo. di Isabella Del Vecchio

L’epoca a cui apparteniamo, caratterizzata da cambiamenti dirompenti, nuovi scenari e continue accelerazioni ci fa pensare al futuro come a qualcosa di incerto e al mercato del lavoro dei prossimi anni come qualcosa di fortemente imprevedibile. In questo mondo ambivalente e complesso alla formazione professionale spetta certamente il compito di dare le risorse intellettuali e il “kit di strumenti” necessari agli allievi per esprimere le proprie potenzialità e sapersi reinventare continuamente. Anche per questo, è essenziale, oltre che innovare, allineare maggiormente il sistema formazione a tutti i livelli e in tutte le sue forme, al lavoro e ricondurre l’apprendimento a contesti di vita (personale e professionale) reale, nella logica dell’apprendimento attivo centrato su situazioni e contesti, dove conoscenze e abilità divengono concretamente strumenti utili per leggere e capire il mondo. È per superare queste criticità e per rispondere con concretezza alla logica dell’apprendimento attivo, che Enaip Piemonte vede, nell’approccio cooperativo e nei Lavori a Progetto (LaP) un contributo reale, concreto, fondato da una parte sul potere delle relazioni fra e con gli individui (la nostra pedagogia cooperativa); dall’altra sulla consapevolezza di poter misurare le competenze acquisite con la realizzazione di un manufatto, di un evento o di un elaborato (il nostro LaP). La pedagogia cooperativa sviluppa e integra la quotidianità del lavoro nelle nostre classi e offre a ragazzi e operatori una modalità concreta e innovativa da contrapporre alla realtà astratta e virtuale che stiamo vivendo. Per lavoro a progetto (LaP) intendiamo un’esercitazione articolata e interdisciplinare che raccoglie ed evidenzia le competenze acquisite dagli allievi fino a quel momento e fornisce loro consapevolezza di quanto, di come e di cosa sono in grado di fare. Nel LaP c’è la nostra voglia di concretizzare, c’è la volontà dei formatori di permettere ai loro allievi di esprimersi attraverso la realizzazione di un prodotto lavorando insieme, collaborando allievi e allieve, insegnanti di tecniche professionali e insegnanti di competenze di base.

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Questa logica promuove e integra centralità dell’allievo, interdisciplinarietà e applicazione pratica in un contesto professionale che si allinea al mondo del lavoro al quale il soggetto si sta avvicinando consentendo agli allievi di sperimentarsi con un metodo di apprendimento induttivo e caratterizzato da un approccio fortemente operativo. Attraverso i LaP i ragazzi hanno infatti la possibilità di confrontarsi con risorse realmente tangibili, scoprono di essere capaci di realizzare concretamente un’opera, questo accresce la fiducia in se stessi e nelle proprie potenzialità e migliora l’impegno profuso nelle attività di apprendimento che seguono, capiscono il perché dello studiare inglese, italiano, scienze, Excel, autocad ”se voglio fare solo l’elettricista” e imparano a determinare attivamente un clima più favorevole alle relazioni tra allievi e docenti, tra pari e non con la finalità di rivolgersi entrambi verso un obiettivo comune. Sfruttando l’approccio cooperativo le risorse teoriche diventano competenze in una visione che infrange e supera il confine della singola disciplina e restituisce nuova vita al sapere: l’apprendimento diventa significativo e duraturo, l’allievo impara infatti a costruire una visione unitaria del proprio apprendimento che integra conoscenze teoriche (competenze di base); conoscenze pratiche (competenze professionali) e lifeskills (competenze sociorelazionali). Ciò che unisce teorizzazione, applicazione e relazione (tre dimensioni su cui insiste la nostra proposta educativa) è l’idea che il rapporto interpersonale strutturato in chiave cooperativa possa da una parte favorire l’apprendimento dall’altra lo sviluppo sociorelazionale dei nostri allievi; aiutandoli a divenire maggiormente consapevoli e protagonisti attivi della vita sociale. Tale approccio si basa dunque sulla interdisciplinarietà e trasversalità dove per interdisciplinarietà si intende l’integrazione e la costruzione di connessioni tra discipline, che per essere efficace deve necessariamente basarsi su un progetto educativo condiviso; in quest’ottica diventa possibile visualizzare il LaP come il prodotto, il risultato di quel progetto educativo condiviso. Interdisciplinarietà e trasversalità costituiscono anche opportunità di condivisione fra formatori e tutor, scambio di metodologie, creatività e confronti fra discipline diverse oltre che modalità didattiche innovative portatrici di opportunità di arricchimento reciproco. Lavorare insieme verso un unico risultato, valorizzando e integrando il contributo di ognuno dove cooperare significa essere orientati ad un obiettivo di gruppo, nella logica in cui il successo del risultato è frutto del raggiungimento di un obiettivo di gruppo ottenuto attraverso la responsabilità individuale di ciascuno nel rispetto del progetto, delle sue regole, della sua pianificazione.

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Forza Del Modello Gli sforzi fatti in questi anni per arrivare a un modello didattico condiviso di Enaip Piemonte sono stati notevoli e sono stati articolati con la costituzione di un Gruppo di lavoro sulla Pedagogia Cooperativa, con iniziative formative rivolte a formatori e tutor, con guide, sistemi di valutazione e monitoraggio, con sperimentazioni e documenti di riferimento. Lo scorso anno è stata pubblicata una selezione dei 14 LaP più significativi (LAP TOP) prodotti nei centri servizi formativi nell’ambito dell’applicazione della Pedagogia Cooperativa al fine di condividere sempre di più la nostra proposta educativa; per confermare la scelta di continuare ad operare secondo questo modello ma soprattutto per vincere la sfida più grande, quella di credere nel nostro metodo, nelle nostre scuole, nei nostri allievi. SETTORE PROFESSIONALE

CORSO

ELABORATO

OBIETTIVI

VALUTAZIONE

COMPETENZE CERTIFICABILI

Meccanico – Elettrico

Laboratorio scuola formazione. CSF ENAIP Rivoli

TORCIA A LED

Favorire l’integrazione di più discipline in un unico compito: laboratorio meccanico, elettrico, utilizzo di SW per il disegno e la progettazione (CAD)

Processo: superare le difficoltà, assumersi le responsabilità. Prodotto: qualità del manufatto realizzato e rispondenza al progetto.

Conoscenze tecnicoscientifiche e abilità in ambito meccanico ed elettrico. Lavorazione di metallici e non al banco e alle macchine (tornio e fresatrice).

Elettrico

OPERATORE ELETTRICO Classe Seconda. CSF ENAIP Acqui Terme

SIMULATORE LEGGE DI OHM

Realizzare un simulatore utile per la verifica della legge di Ohm, per agevolarne l’apprendimento e l’uso del multimetro.

Documentazione da produrre (elenco materiali, attrezzature utilizzate). Apprendimento a seguito dell’esperimento.

Principali grandezze fisiche in gioco in un circuito elettrico, legge di Ohm, uso di tester, nozioni di Autocad e fondamenti sulla lettura di disegni quotati.

Servizi turistici

OPERATORE DELLA RISTORAZIONESERVIZI SALA E BAR Classe prima. CSF ENAIP Alessandria

PRODUZIONE DELLA BIRRA

Approntare le risorse necessarie per produrre la birra, individuare i passaggi principali e le fasi tecnologiche delle linee di trasformazione, conservazione.

Applicazione durante l’attività. Rispetto dei tempi. Fronteggiamento delle situazioni. Realizzazione del LaP.

Conoscenze tecnicoscientifiche e abilità per la preparazione della birra (aspetti nutrizionali, conservazione, abbinamento cibi).

Fonte: LAP TOP ed. 2016 – Enaip Piemonte

L’autrice: referente Formazione Area Risorse Umane e Gruppo di lavoro Pedagogia Cooperativa Enaip Piemonte

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CASI DI ENAIP ITALIA

Il gruppo classe come soggetto dell’apprendimento nella Iefp. di Alessandro Sacchi Spesso la prima domanda che uno studente riceve dai genitori dopo la consegna di una verifica è: “Che voto hai preso?” E la seconda è: “E gli altri hanno fatto meglio o peggio di te?” La maggior parte di noi ha sperimentato nel corso della propria vita forme di apprendimento di tipo individuale e competitivo. Ma queste sono spesso le ragioni per cui alcuni ragazzi cominciano a disaffezionarsi alle aule scolastiche, quando cioè non reggono alla competizione e cominciano a sentirsi inadeguati.

Una didattica a partire dal gruppo classe Mettere al centro il gruppo classe come nuovo soggetto dell’azione educativa e formativa permette di potenziare il tradizionale e sempre efficace approccio della formazione professionale nella -e attraversola pratica lavorativa, nonché di orientare l’azione educativa nel rispetto delle differenze, anzi valorizzando le differenze, come uno degli elementi che favoriscono l’integrazione e la collaborazione. Non si tratta solo di sviluppare la componente affettiva del gruppo, come pure non ci riferiamo solo alle tecniche di apprendimento cooperativo – che pur vengono utilizzate – ma l’obiettivo è quello di aiutare i ragazzi a vivere il gruppo classe come una risorsa per l’apprendimento e a migliorare il proprio benessere all’interno del contesto formativo.

Le ore di competenze trasversali L’obiettivo formativo del modulo “Competenze trasversali” è quello di creare un contesto positivo di apprendimento a partire dalla creazione di un ambiente-classe accogliente e collaborativo. I metodi e le tecniche di animazione di gruppo, che comprendono giochi, interviste, circletime, ecc, vengono utilizzati come strumento col quale si creano un’identità di gruppo e un ambiente di apprendimento dove lo scambio e il sostegno reciproco diventano risultati soggetti a valutazione, tanto quanto il raggiungimento delle competenze tecniche e professionali delle altre materie. Inoltre, riuscire a creare un ambiente accogliente e di fiducia reciproca migliora l’approccio e l’apprendimento in tutte le altre materie. Anche gli argomenti che più coinvolgono gli adolescenti come l’amicizia, il rapporto con i genitori o con la sessualità sono trattati durante le attività d’aula e sono essi stessi strumenti di crescita individuale - ma anche di gruppo - perché permettono di creare fiducia e di aumentare l’intensità della relazione. Vengono anche organizzate uscite didattiche, soprattutto a inizio anno, per consentire la creazione del gruppo con i docenti che, fuori dal contesto scolastico, possono iniziare a costruire un rapporto più informale. SKILL 5/2017

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I social come strumenti del gruppo classe Come ogni gruppo che si rispetti, nell’era digitale, anche il gruppo classe ha i suoi strumenti di condivisione delle informazioni. All’inizio dell’anno viene creato un gruppo WhatsApp moderato dal tutor del corso, il cui ruolo è fondamentale per aiutare il gruppo a utilizzare nel modo migliore questo strumento di comunicazione. Il gruppo WhatsApp non viene solo utilizzato per condividere informazioni scolastiche, come ad esempio quelle sull’orario di frequenza, ma anche per condividere le foto di un’uscita didattica, per sostenere un coetaneo che vuole abbandonare la scuola, per condividere informazioni durante lo stage ecc. Soprattutto durante gli stage, i ragazzi continuano a mantenere vivo il rapporto con il proprio gruppo, raccontando le proprie difficoltà e i propri successi. Anche Facebook - configurato come gruppo chiuso - viene utilizzato dal tutor per documentare i momenti più importanti della vita della classe e della scuola. Diventa una sorta di storytelling del gruppo e consente di mantenere i rapporti anche durante le vacanze.

Moodle come sistema operativo dell’apprendimento cooperativo Nell’apprendimento cooperativo le persone cominciano a percepire gli altri come risorse e devono imparare a collaborare e a scambiarsi aiuto per raggiungere un risultato comune. Moodle è un ambiente di apprendimento in cui mettere a disposizione risorse didattiche, promuovendo l’apprendimento collaborativo. Anche questo strumento, sperimentato con successo nella formazione superiore, sta diventando una risorsa all’interno della Iefp. Con questo strumento è possibile mettere online tutte le risorse didattiche utilizzate, creare test d’ingresso e verifiche di modulo, ma soprattutto mettere a disposizione forum che diventano il vero motore dell’apprendimento collaborativo. Attraverso i forum gli studenti discutono e propongono soluzioni che consentono di aiutare gli alunni più in difficoltà.

I millenials al lavoro Oggi la ragione più diffusa del licenziamento di persone al loro primo lavoro non è dovuta alle scarse capacità lavorative ma piuttosto alla carenza di capacità relazionali. È cambiato l’approccio con il lavoro e sono cambiate le competenze richieste per poter mantenere un lavoro. Diventa quindi necessario inserire nella declaratoria delle qualifiche il raggiungimento di queste competenze, adottando un adeguato approccio pedagogico per conseguirle e un adeguato approccio docimologico per valutarle.

L’autore: Direttore della Fondazione Enaip don Magnani. Coordinatore progettazione Retenaip Emilia Romagna

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RASSEGNA NORMATIVA E DOCUMENTI

Legge regionale 24 settembre 2015 - n.26 di Redazione Bollettino Ufficiale

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Legge regionale 24 settembre 2015 - n. 26 Manifattura diffusa creativa e tecnologica 4.0 IL CONSIGLIO REGIONALE ha approvato IL PRESIDENTE DELLA REGIONE promulga la seguente legge regionale: Art.1 (Finalità) 1. La Regione, nell’ambito delle potestà e delle competenze regionali di cui all’articolo 117 della Costituzione e dei principi e degli strumenti di cui alla legge regionale 19 febbraio 2014, n. 11 (Impresa Lombardia: per la libertà di impresa, il lavoro e la competitività), riconosce il valore artigiano e la manifattura innovativa, come definiti ai sensi degli articoli 2 e 3, nelle loro diverse espressioni, quali componenti essenziali del tessuto sociale e produttivo lombardo, promuovendone l’innovazione attraverso la piena integrazione tra i saperi tradizionali, le nuove conoscenze e la tecnologia. 2. La Regione sostiene il lavoro artigiano, i suoi valori e la relazione tra l’artigiano e le comunità di pratica in un costante dialogo tra «sapere» e «saper fare» coniugando la conoscenza scientifica e tecnologica con la tradizione e la manifattura innovativa. 3. La Regione promuove l’attrattività del territorio lombardo per favorire l’insediamento delle imprese della manifattura innovativa e del lavoro artigiano, il rilancio produttivo e la valorizzazione congiunta delle attività artigianali storiche e di tradizione, produttive e di servizi, a partire dai settori strategici, ai fini dello sviluppo, della piena valorizzazione del capitale umano e del sostegno all’occupazione. Art. 2 (Definizioni) 1. Ai fini della presente legge si intende per: a) ‘manifattura innovativa’ e ‘valore artigiano’, una modalità di lavoro caratterizzata dal radicamento nei saperi tradizionali e nella connessione con i processi di innovazione culturali, formativi e produttivi, promossi anche in comunità di pratica socialmente riconosciute. Fanno riferimento a criteri definitori di tipo qualitativo e comprendono qualunque forma di impresa anche a prescindere dalla dimensione aziendale; b) ‘innovazione incrementale’, un miglioramento o adattamento di una tecnologia già esistente; c) ‘manifattura additiva’ o ‘stampa tridimensionale’, una modalità produttiva che, utilizzando tecnologie anche molto diverse tra loro, consente la realizzazione di oggetti, parti componenti, semilavorati o prodotti finiti, generando e sommando strati successivi di materiale; d) ‘continuità competitiva d’impresa’, il passaggio generazionale all’interno dell’impresa al fine di generare nuove strategie produttive, anche per realizzare nuove tipologie di prodotti e affrontare nuovi mercati; e) ‘comunità di pratica’, gruppi di persone che hanno in comune un interesse o una passione e che in base a questi elementi interagiscono per migliorare il loro modo di agire. 2. Con successivi provvedimenti attuativi della Giunta regionale le definizioni di cui al comma 1 possono essere attualizzate in relazione all'evoluzione del lavoro artigiano e della manifattura innovativa. Art. 3 (La manifattura innovativa) 1. Il lavoro artigiano e la manifattura innovativa, quali elementi distintivi e ambiti di applicazione della presente legge, si informano ai principi di flessibilità nei processi produttivi, attenzione alla qualità, orientamento al cliente, alla personalizzazione del prodotto, alla sostenibilità dei materiali, alla innovazione creativa e all’apporto prevalente e continuativo del capitale umano nella produzione.

2. Ai fini della presente legge, l’innovazione è riferita alle nuove tecnologie, alle nuove forme di espressione creativa e ai processi di produzione, organizzazione e gestione. Art. 4 (Promozione della manifattura innovativa) 1. La Regione promuove la formazione delle nuove generazioni nell’ambito dei percorsi di primo e secondo ciclo secondo i principi contenuti nella legge regionale 6 agosto 2007, n. 19 (Norme sul sistema educativo di istruzione e formazione della Regione Lombardia), anche attraverso l’approfondimento e la diffusione della cultura del lavoro artigiano e della manifattura innovativa nelle istituzioni scolastiche e formative. 2. La Regione, attraverso gli strumenti individuati nella presente legge e con il concorso delle associazioni di categoria e degli enti bilaterali, promuove le esperienze di aggregazione che raccolgano le imprese del lavoro artigiano e della manifattura innovativa, attraverso la cooperazione economica e l’internazionalizzazione. 3. Per la finalità di cui al comma 2, la Regione, anche attraverso le risorse della presente legge, sostiene la re-industrializzazione attraverso l’innovazione, promuovendo il lavoro artigiano e la nascita di nuove imprese operanti nell’ambito della manifattura innovativa e la libera aggregazione tra queste, per la promozione e la crescita del lavoro artigiano in Italia e nel mondo. Art. 5 (Contributi e accesso al credito) 1. La Giunta regionale, nell'erogazione delle agevolazioni alle imprese del lavoro artigiano e della manifattura innovativa, può prevedere misure di sostegno, nel rispetto della disciplina comunitaria sugli aiuti di Stato, anche attraverso la patrimonializzazione e l'attivazione di strumenti finanziari innovativi e complementari agli attuali strumenti di accesso al credito e tramite il coinvolgimento di operatori di capitale di rischio. Tali strumenti possono essere attivati anche attraverso le società del sistema regionale. 2. La Giunta regionale favorisce iniziative di finanziamento diffuso promosse da imprese con sede in Lombardia. Art. 6 (Ricerca, innovazione e tecnologia) 1. La Giunta regionale promuove l’innovazione incrementale attraverso lo sviluppo o l’adattamento di un prodotto o di un sistema esistente, al fine di favorire la competitività del territorio regionale. 2. La Giunta regionale, sentita la commissione consiliare competente, al fine di garantire la trasmissione delle competenze, la re-industrializzazione attraverso l’innovazione del territorio lombardo, l’innovazione del lavoro artigiano e la continuità competitiva d’impresa, aggiorna periodicamente il «Documento Strategico per le Politiche Industriali» anche con l’obiettivo di: a) favorire l’integrazione tra formazione professionale, università, ricerca e lavoro artigiano; b) favorire la nascita di imprese del lavoro artigiano innovative promuovendo la cultura imprenditoriale in particolare nei giovani; c) promuovere la qualificazione e la riqualificazione del personale all’interno delle imprese; d) sviluppare competenze integrate in stretta sinergia con le università, i centri di ricerca e le imprese; e) supportare la collaborazione e lo scambio di competenze e conoscenze favorendo sinergie all’interno dell’impresa; f) sperimentare nuovi percorsi per promuovere l’innovazione delle imprese; g) promuovere il raccordo tra le università, i centri di ricerca e le imprese, anche in ambito internazionale, per accrescere la competitività e sviluppare l’innovazione del sistema. 3. La Giunta regionale sostiene l’ecosistema della ricerca e dell’innovazione sulla base di obiettivi comuni e condivisi e attraverso strumenti esistenti aperti anche alle imprese del lavoro artigiano e della manifattura innovativa. 4. La Giunta regionale, attraverso specifiche misure, sostiene la progettazione, l’acquisto e la promozione di tecnologie innovative e degli strumenti creativi per la manifattura additiva da parte delle imprese e ne favorisce l’applicazione, la contaminazione e la diffusione, anche attraverso gli enti del sistema regionale.

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Supplemento n. 40 - Lunedì 28 settembre 2015 Art. 7 (Percorsi formativi per l’artigianato) 1. La Regione promuove e favorisce il raccordo tra le università, i centri di ricerca e le imprese, anche in ambito internazionale, per accrescere la competitività e sviluppare l’innovazione del sistema. 2. La Regione, per un raccordo sistematico, organico e continuo tra formazione e lavoro artigiano, promuove l’aggiornamento del Quadro regionale degli standard professionali affinché la cultura del lavoro artigiano rientri nell’offerta formativa proposta dagli enti di formazione accreditati nell’ambito della formazione continua permanente e di specializzazione ai sensi della l.r. 19/2007. 3. La Regione favorisce, anche attraverso l’instaurazione di specifici accordi, la cultura del lavoro artigiano al fine di assicurare un sistema duale per i percorsi di istruzione e formazione professionale, che si caratterizza per un raccordo sistematico, organico e continuo tra formazione e lavoro anche attraverso esperienze in assetto lavorativo, tirocinio e apprendistato. 4. La Regione incoraggia la costituzione di reti territoriali tra soggetti del sistema educativo, del sistema economico e della ricerca che intendono promuovere la contaminazione tra la conoscenza scientifica e il lavoro artigiano. Art. 8 (Laboratori e officine della ricerca e dell’innovazione) 1. La Giunta regionale, attraverso specifici accordi con i comuni e gli enti del sistema regionale, promuove e sostiene la diffusione di spazi aperti, imprese diffuse, nuovi luoghi di lavoro e socializzazione anche ai fini dello sviluppo e della valorizzazione economica e sociale e della rivitalizzazione dei territori e dei centri urbani, anche a partire dalla riqualificazione delle aree industriali dismesse e dai processi di trasformazione urbana. 2. Nell’ambito degli accordi di cui al comma 1, i comuni e gli enti del sistema regionale possono concedere in comodato d’uso gli immobili disponibili alle imprese, singole o aggregate, secondo modalità definite con successivi provvedimenti della Giunta regionale d’intesa con gli enti interessati. 3. La Giunta regionale aggiorna l’elenco delle aree e degli spazi disponibili per la localizzazione delle imprese del lavoro artigiano anche implementando il Sistema Informativo Territoriale come previsto dall’articolo 3, comma 3, della l.r. 11/2014. 4. La Regione attraverso la stipula di convenzioni con i comuni favorisce: a) l’aggregazione tra imprese del lavoro artigiano e della manifattura innovativa, indipendentemente dalla loro forma e soggettività giuridica; b) la concessione di aree e laboratori ovvero il cambio di destinazione d’uso, senza consumo di nuovo suolo; c) investimenti in conto capitale per la riqualificazione dei laboratori esistenti. Art. 9 (Semplificazione amministrativa e fiscale) 1. La Giunta regionale, nell’ambito dei programmi di cui al comma 2 e nell’ambito del piano dei controlli di cui all’articolo 9 della l.r. 11/2014, favorisce la razionalizzazione e la semplificazione dei controlli per le imprese del lavoro artigiano e della manifattura innovativa, relativamente ai luoghi e all’esercizio dell’attività di impresa. 2. La Giunta regionale, attraverso specifici programmi pluriennali, sviluppa un attento monitoraggio degli oneri amministrativi e, con il coinvolgimento delle agenzie delle imprese, assicura la più ampia semplificazione amministrativa per le imprese del lavoro artigiano e della manifattura innovativa, anche attraverso accordi con gli enti locali e le altre amministrazioni. 3. Nell’ambito della legge di stabilità annuale vengono individuate forme e strumenti di agevolazioni fiscali per sostenere la crescita delle nuove imprese del lavoro artigiano e della manifattura innovativa per i primi cinque anni di attività. Le agevolazioni previste operano nel rispetto della disciplina comunitaria in materia di aiuti di Stato. La Giunta regionale definisce le modalità applicative con riferimento al regime di aiuti prescelto. Art. 10 (Programmi straordinari) 1. La Giunta regionale promuove programmi straordinari per la crescita e l’internazionalizzazione delle imprese del lavo-

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ro artigiano e della manifattura innovativa, anche attraverso il coinvolgimento della rete museale regionale e nazionale, degli enti di promozione del territorio e delle istituzioni di alta cultura e formazione. 2. La Giunta regionale, nell’ambito dei programmi straordinari di cui al comma 1, anche avvalendosi delle associazioni di categoria, riconosce alle imprese che prendono parte ai predetti programmi particolari forme e condizioni di garanzia ivi compreso il supporto allo sviluppo economico e alla crescita aziendale. Art. 11 (Clausola valutativa) 1. Il Consiglio regionale controlla l’attuazione della presente legge e valuta i risultati ottenuti dalle azioni realizzate per favorire la diffusione della manifattura innovativa e del valore artigiano sul territorio regionale. A tal fine la Giunta regionale presenta al Consiglio entro il 31 marzo di ogni anno una relazione che descrive e documenta gli interventi progressivamente attivati, specificando le risorse stanziate e utilizzate, i soggetti coinvolti nell’attuazione, il grado di partecipazione alle misure offerte, i beneficiari raggiunti e le loro caratteristiche, le eventuali criticità incontrate e le modalità con cui vi si è fatto fronte. 2. A partire dal secondo anno, la relazione di cui al comma 1 includerà i risultati progressivamente ottenuti dagli interventi attuati per le imprese di manifattura innovativa e del lavoro artigiano, anche con riguardo a: a) creazione di nuove imprese e innovazione di processo e di prodotto; b) diffusione di strumenti e tecnologie di manifattura digitale e di nuovi spazi di lavoro, laboratori, officine, anche aperti al pubblico; c) disponibilità di competenze professionali adeguate; d) crescita e internazionalizzazione conseguita dalle imprese che hanno partecipato ai programmi straordinari previsti dall’articolo 10. 3. La Giunta regionale rende accessibili i dati e le informazioni raccolte per le attività valutative previste dalla presente legge. La relazione di cui ai commi 1 e 2 è resa pubblica, unitamente agli eventuali documenti del Consiglio che ne concludono l'esame. Art. 12 (Norma finanziaria) 1. Alle spese derivanti dall’applicazione degli articoli 4, 5 e 8 si provvede con: a) le risorse a destinazione vincolata provenienti da assegnazioni statali e comunitarie POR FESR 2014-2020 nei limiti delle disponibilità e nell’ambito delle azioni programmate Asse 3 «Promuovere la competitività delle PMI» (OT 3), quantificate in euro 206.497.000,00 nel settennio; b) le risorse disponibili presso il Fondo regionale per le agevolazioni finanziarie all’artigianato di cui alla legge regionale 16 dicembre 1996, n. 34 (Interventi regionali per agevolare l’accesso al credito alle imprese artigiane), il Fondo di rotazione imprenditorialità - FRIM e il Fondo attrattività degli investimenti di cui alla l.r. 11/2014; c) le risorse regionali quantificate in euro 100.000,00 per l’anno 2015, euro 100.000,00 per l’anno 2016 e in euro 100.000,00 per l’anno 2017 stanziate alla missione 14, programma 1 «Industria, PMI e Artigianato» del Bilancio di previsione 2015-2017. 2. Alle spese derivanti dall’applicazione dell’articolo 6 si fa fronte con le risorse a destinazione vincolata provenienti da assegnazioni statali e comunitarie POR FESR 2014-2020 nei limiti delle disponibilità e nell’ambito delle azioni programmate Asse 1 «Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione» (OT 1), quantificate in euro 349.355.000,00 nel settennio. 3. Alle spese per la realizzazione dei percorsi formativi di cui articolo 7 si fa fronte per il triennio 2015-2017 nei limiti delle risorse disponibili dell'Asse 3 del POR - FSE 2014/2020 allocate alla missione 4 "Istruzione e Diritto allo studio", programma 2 "Altri ordini di istruzione universitaria" dello stato di previsione delle spese del bilancio regionale 2015-2017. 4. Alle spese derivanti dall’applicazione dell’articolo 10 si provvede con le risorse a destinazione vincolata provenienti da assegnazioni statali e comunitarie POR FESR 2014-2020 nei limiti delle disponibilità e nell’ambito delle azioni programmate Asse


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3 «Promuovere la competitività delle PMI» (OT 3), quantificate in euro 31.800.000,00 nel settennio. 5. Ulteriori risorse per le spese di cui agli articoli 4, 5, 8 e 10 possono essere annualmente stanziate con legge di Bilancio a valere sulla missione 14, programma 1 «Industria, PMI e Artigianato» e sulla missione 14, programma 3 «Ricerca e innovazione». Art. 13 (Norme che restano in vigore) 1. Dalla data di entrata in vigore della presente legge continuano ad applicarsi le norme di cui alla l.r. 11/2014, quelle di cui alla legge regionale 16 dicembre 1989, n. 73 (Disciplina istituzionale dell’artigianato lombardo) e quelle di cui alla legge regionale 20 marzo 1990, n. 17 (Disciplina degli interventi regionali a sostegno della promozione e dello sviluppo del comparto artigiano in Lombardia). Art. 14 (Entrata in vigore) 1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della data di pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione Lombardia.

La presente legge regionale è pubblicata nel Bollettino ufficiale della Regione. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e farla osservare come legge della Regione Lombardia. Milano, 24 settembre 2015 Roberto Maroni (Approvata con deliberazione del Consiglio regionale n. X/820 del 15 settembre 2015)

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RASSEGNA NORMATIVA E DOCUMENTI

Legge regionale 5 ottobre 2015, n.30 di Redazione –8–

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Supplemento n. 41 - Venerdì 09 ottobre 2015 Legge regionale 5 ottobre 2015 - n. 30 Qualità, innovazione ed internazionalizzazione nei sistemi di istruzione, formazione e lavoro in Lombardia. Modifiche alle ll.rr. 19/2007 sul sistema di istruzione e formazione e 22/2006 sul mercato del lavoro IL CONSIGLIO REGIONALE ha approvato IL PRESIDENTE DELLA REGIONE promulga h) la seguente legge regionale: Art. 1 (Innovazione nel sistema educativo di istruzione e formazione) 1. Alla legge regionale 6 agosto 2007, n 19 (Norme sul sistema educativo di istruzione e formazione della Regione Lombardia) sono apportate le seguenti modifiche: a) dopo il comma 6 dell’articolo 2 sono inseriti i seguenti: «6 bis. La Regione orienta la programmazione dei servizi del sistema educativo di istruzione e formazione alla lotta alla dispersione scolastica, all’occupabilità delle persone e alla competitività del sistema economico regionale. 6 ter. La Regione promuove l’integrazione scuola lavoro e l’apprendistato come modalità formative prioritarie per l’apprendimento permanente.»; b) il comma 7 dell’articolo 2 è sostituito dal seguente: «7. La Regione promuove il raccordo del sistema d’istruzione e formazione professionale con l’istruzione, l’università e l’ambito territoriale e produttivo di riferimento, riconosce il valore del partenariato territoriale e sostiene la costituzione di reti fra sistema educativo e sistema economico, finalizzate a realizzare filiere settoriali per l’occupabilità e l’occupazione.»; c) dopo il comma 1 dell’articolo 7 sono inseriti i seguenti: «1 bis. Gli indirizzi pluriennali e i criteri di cui al comma 1 sono correlati ai fabbisogni di competenze professionali, anche innovative, per lo sviluppo del sistema economico lombardo. 1 ter Per le finalità di cui al comma 1 bis, la programmazione dell’offerta formativa valorizza le ricerche e le elaborazioni delle associazioni territoriali di rappresentanza e dei loro osservatori o di altre istituzioni di monitoraggio e ricerca.»; d) il comma 1 dell’articolo 8 è sostituito dal seguente: «1. La Regione, anche al fine di rimuovere gli ostacoli di ordine economico che impediscono l’accesso e la libera scelta dei percorsi educativi e di facilitare la permanenza nel sistema educativo, può attribuire buoni e contributi anche per servizi agli studenti frequentanti le istituzioni scolastiche e formative del sistema educativo di istruzione e formazione, a seguito di domanda delle famiglie.»; e) il comma 2 dell’articolo 8 è sostituito dal seguente: «2. La Regione adotta, come modalità di attuazione degli interventi di cui al comma 1, il sistema dote, quale strumento di destinazione delle risorse finanziarie alla persona, il cui valore per i percorsi di istruzione e formazione professionale triennali e di quarto anno è definito sulla base di costi unitari, differenziati per qualifica e diploma professionale. La dote è, altresì, lo strumento di riferimento per il corso annuale ai fini dell’ammissione all’esame di stato per l’accesso all’università.»; f) dopo il comma 2 dell’articolo 8 è inserito il seguente: «2 bis. La Giunta regionale determina le risorse finanziarie da destinare alla fruizione dei percorsi di cui all’articolo 11, favorendo l’adesione all’offerta dei percorsi formativi rispondenti alle richieste più strategiche e qualitative del sistema produttivo nel rispetto dei principi di cui all’articolo 2.»; g) dopo l’articolo 8 è inserito il seguente: «Art. 8 bis (Riconoscimento del merito e mobilità internazionale) 1. La Regione riconosce il merito degli studenti che hanno conseguito risultati eccellenti negli ultimi anni del se-

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condo ciclo di istruzione e formazione, sostenendo l’acquisto di materiale didattico e tecnologico e la realizzazione di esperienze di apprendimento o l’iscrizione a percorsi di studio in Italia e all’estero. 2. La Giunta regionale stabilisce annualmente le risorse e i criteri di assegnazione. 3. La Giunta regionale, previo parere della commissione consiliare competente, definisce annualmente le risorse e i criteri per promuovere e sostenere progetti di mobilità internazionale destinati agli studenti del secondo ciclo di istruzione e formazione.»; il comma 1 dell’articolo 10 è sostituito dal seguente: «1. In coerenza con gli standard definiti a livello nazionale e le direttive comunitarie in materia, la certificazione a seguito di frequenza dei percorsi di istruzione e formazione professionale nonché dei percorsi di formazione continua, permanente e di specializzazione e la certificazione in ambito non formale e informale fanno riferimento alla raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 aprile 2008 sulla costituzione del Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente (EQF).»; il comma 3 dell’articolo 10 è sostituito dal seguente: «3. La certificazione avviene attraverso il rilascio di: a) certificato delle competenze di base acquisite nell’assolvimento dell’obbligo di istruzione di II livello EQF; b) qualifica di istruzione e formazione professionale di III livello EQF; c) diploma professionale di istruzione e formazione professionale di IV livello EQF; d) certificato di specializzazione tecnica superiore di IV livello EQF; e) attestato di competenza a seguito di specializzazione, formazione continua, permanente e abilitante, nonché certificazioni in ambito non formale e informale.»; alla lettera a) del comma 1 dell’articolo 11 le parole «II livello europeo» sono sostituite dalle seguenti: «III livello EQF» e le parole «una certificazione di competenza di III livello europeo» sono sostituite dalle seguenti: «un diploma professionale di IV livello EQF»; la lettera b) del comma 1 dell’articolo 11 è sostituita dalla seguente: «b) percorsi di formazione superiore non accademica successivi al secondo ciclo cui consegue un certificato di specializzazione tecnica superiore di IV livello EQF; in tale ambito si attivano inoltre i corsi avviati dagli istituti tecnici superiori (ITS) cui consegue il diploma di tecnico superiore di V livello EQF;»; dopo il comma 3 all’articolo 14 è inserito il seguente: «3 bis. Le istituzioni formative verificano meditante test, la conoscenza della lingua italiana da parte di cittadini stranieri che accedono per la prima volta al sistema educativo e formativo lombardo. Nel caso di verifica di un insufficiente livello di conoscenza della lingua, le istituzioni formative assicurano interventi per facilitare l’apprendimento della lingua italiana, secondo modalità definite dalla Giunta, al fine di consentire un regolare svolgimento dell’attività didattica.»; al comma 1 dell’articolo 15 le parole «una certificazione di competenza di III livello europeo» sono sostituite dalle seguenti «un diploma professionale di IV livello EQF»; l’articolo 16 è sostituito dal seguente: «Art. 16 (Reti territoriali per l’apprendimento permanente) 1. In attuazione dell’intesa approvata in sede di Conferenza unificata il 20 dicembre 2012 concernente le politiche per l’apprendimento permanente e gli indirizzi per l’individuazione di criteri generali e priorità per la promozione e il sostegno di reti territoriali, ai sensi dell’articolo 4, commi 51 e 55, della legge 28 giugno 2012, n. 92 (Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita), la Regione promuove la costituzione di reti territoriali tra soggetti del sistema educativo e del sistema economico, ivi compresi i poli tecnico-professionali di cui all’articolo 52 del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5 (Di-


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sposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo) convertito,con modificazioni, dalla legge 4 aprile 2012, n. 35. 2. Le reti territoriali hanno la finalità di sistematizzare e razionalizzare i servizi esistenti sul territorio, sviluppando un’efficace collaborazione tra sistema educativo e sistema economico, nel rispetto degli spazi di flessibilità organizzativa delle istituzioni scolastiche e formative, anche coinvolgendo le forme di aggregazione di impresa e le articolazioni territoriali delle rappresentanze dei datori di lavoro. 3. Le reti garantiscono l’integrazione delle politiche di istruzione, formazione e lavoro, per diffondere la cultura tecnico-scientifica, migliorare la qualità dell’orientamento scolastico e professionale, per il pieno sviluppo delle competenze chiave per l’apprendimento permanente, anche sviluppando una forma di coordinamento con il sistema dei fondi interprofessionali. 4. La Giunta regionale stabilisce i criteri per il riconoscimento delle reti territoriali, nonché le risorse dedicate e i criteri di attribuzione, valorizzando il cofinanziamento anche da parte dei fondi regionali e di altre risorse pubbliche e private.»; o) l’articolo 19 è sostituito dal seguente: «Art. 19 (Orientamento permanente) 1. L’orientamento scolastico e professionale, a partire dalla secondaria di primo grado, quale attività strutturale dell’offerta formativa, è strettamente connesso ai processi educativi ai fini del successo formativo, della lotta contro la dispersione scolastica, delle transizioni tra i diversi percorsi di istruzione e formazione professionale, nonché di inserimento lavorativo. 2. Al fine di supportare adeguatamente la naturale vocazione alla imprenditorialità, la Regione promuove, anche attraverso il sistema dell’orientamento permanente, specifici interventi per sviluppare gli obiettivi e le competenze necessarie alla imprenditorialità, in collaborazione con il sistema universitario. 3. In attuazione degli accordi in Conferenza unificata del 20 dicembre 2012 e del 13 novembre 2014, concernenti il sistema nazionale dell’orientamento permanente, la Regione promuove l’integrazione e la messa in rete dei servizi rivolti al cittadino realizzati dai diversi soggetti istituzionali del territorio. 4. L’offerta territoriale dell’orientamento permanente è costituita dai servizi delle istituzioni scolastiche e formative, dei centri provinciali per l’istruzione degli adulti, dei soggetti pubblici e privati, anche accreditati, la cui azione è coerente con le indicazioni regionali. 5. E’ istituito il comitato interistituzionale regionale per l’orientamento permanente, cui partecipano i rappresentanti degli enti territoriali di area vasta di cui all’articolo 1 della legge 7 aprile 2014, n. 56 (Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni), dei comuni capoluogo e delle parti sociali con funzioni di raccordo e coordinamento generale della programmazione degli interventi. 6. Con successivo atto dirigenziale sono definite le modalità di funzionamento del comitato di cui al comma 5.»; p) al titolo II, dopo il capo II è inserito il seguente: «Capo II bis Sistema duale Art. 23 bis (Sistema duale lombardo) 1. La Regione adotta il sistema duale per i percorsi di istruzione e formazione professionale, che si caratterizza per un raccordo sistematico, organico e continuo tra formazione e lavoro, riconoscendo il valore e il ruolo delle micro-imprese. 2. Il conseguimento delle qualifiche e dei diplomi professionali da parte degli studenti del sistema di istruzione e formazione professionale avviene attraverso l’integrazione tra formazione e lavoro e l’apprendistato per la qualifica e il diploma professionale. 3. La Giunta regionale stabilisce le modalità e le risorse a sostegno della formazione in apprendistato anche nei percorsi di istruzione del secondo ciclo.

4. Con il medesimo atto di cui al comma 3, la Giunta regionale, nei limiti delle disponibilità di bilancio, può incentivare le imprese che garantiscono e partecipano ad esperienze di integrazione fra scuola e lavoro. Art. 23 ter (Integrazione tra scuola e lavoro nel sistema di istruzione e formazione professionale) 1. L’integrazione tra scuola e lavoro, caratterizzata da periodi di formazione in aula e di apprendimento attraverso il lavoro, costituisce la metodologia privilegiata per assicurare l’acquisizione di competenze generali e tecnico-professionali, spendibili nel mercato del lavoro e per il pieno sviluppo della persona. 2. La Giunta regionale definisce le modalità per la realizzazione dell’integrazione tra formazione e lavoro nei percorsi di qualifica e diploma di istruzione e formazione professionale, di cui all’articolo 11, comma 1, lettera a). 3. L’offerta formativa di cui al comma 1 è destinata a tutti gli studenti iscritti ai percorsi di qualifica e diploma di istruzione e formazione professionale, che hanno compiuto i quindici anni di età, indipendentemente dall’anno di frequenza. 4. Le istituzioni formative e scolastiche progettano i percorsi in integrazione tra formazione e lavoro in collaborazione con le imprese. 5. La quota del monte orario minimo obbligatorio, definita nelle indicazioni regionali di cui all’articolo 22, comma 2, da destinare all’integrazione tra formazione e lavoro è stabilita, in sede di progettazione, dalle istituzioni formative e scolastiche in misura: a) non inferiore al 15 per cento e non superiore al 50 per cento del monte ore complessivo del percorso triennale di qualifica, definito ai sensi dell’articolo 12; b) non inferiore al 20 per cento e non superiore al 50 per cento del monte ore del percorso di diploma professionale, definito ai sensi dell’articolo 12. 6. Le istituzioni formative e scolastiche possono realizzare anche totalmente in integrazione tra formazione e lavoro la quota eccedente il monte ore annuo obbligatorio dei percorsi di terzo e quarto anno di istruzione e formazione professionale di cui al comma 5. Art. 23 quater (Risorse destinate all’apprendistato per la qualifica ed il diploma e per l’alta formazione) 1. Nell’ambito del terzo e quarto anno dei percorsi di istruzione e formazione professionale e dei percorsi di cui all’articolo 11, comma 1, lettera b), alla formazione degli apprendisti è destinata una quota non inferiore al 5 per cento delle risorse complessive. 2. Agli studenti delle istituzioni scolastiche del secondo ciclo che attivano percorsi in apprendistato per il diploma è assegnato un contributo per la specifica formazione, nel rispetto della regolamentazione regionale e di quanto stabilito dal decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81 (Disciplina organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di mansioni, a norma dell’articolo 1, comma 7, della legge 10 dicembre 2014, n. 183), con particolare riferimento ai criteri generali per la realizzazione dei percorsi di apprendistato e allo schema di protocollo che deve essere stipulato tra datore di lavoro e istituzione formativa. 3. La Regione, nel rispetto della contrattazione collettiva, promuove accordi finalizzati alla rimodulazione della retribuzione degli apprendisti, in relazione all’impegno formativo per ciascuna tipologia contrattuale, alla semplificazione degli adempimenti burocratici, all’innalzamento della qualità della formazione in apprendistato.»; q) dopo l’articolo 27 è inserito il seguente: «Art. 27 bis (Sistema di rating) 1. Allo scopo di migliorare l’efficienza, l’efficacia e la qualità dei servizi per l’istruzione e la formazione, la Giunta regionale, anche previo accordo di collaborazione con enti nazionali e internazionali di valutazione, sentita la competente commissione consiliare, promuove il modello di rating delle istituzioni formative e degli enti accreditati, quale strumento di miglioramento continuo e di orientamento verso standard di qualità elevati nell’erogazione degli interventi a favore della persona.

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Bollettino Ufficiale

Supplemento n. 41 - Venerdì 09 ottobre 2015 2. L’assegnazione delle risorse di cui all’articolo 28 tiene conto anche dei risultati occupazionali raggiunti dalle istituzioni formative in relazione agli studenti qualificati e diplomati nell’anno formativo precedente. 3. Al sistema di rating partecipano anche le istituzioni scolastiche che erogano i percorsi di istruzione e formazione professionale nel rispetto della regolamentazione nazionale.»; r) al comma 1 dell’articolo 28 le parole: «del criterio principale della quota capitaria» sono sostituite dalle seguenti: «dei costi unitari, differenziati per qualifica e diploma professionale, prevedendo specifici finanziamenti ai percorsi e progetti di cui all’articolo 14, comma 3»; s) il comma 2 dell’articolo 28 è sostituito dal seguente: «2. I costi unitari rappresentano il criterio di riferimento per l’individuazione del valore del sistema dote.»; t) dopo l’articolo 29 sono inseriti i seguenti: «Art. 29 bis (Scuola digitale lombarda) 1. La Regione promuove azioni mirate a sviluppare l’utilizzo delle tecnologie digitali per la didattica, per la modernizzazione degli ambienti e degli strumenti di apprendimento e per la valutazione dei risultati formativi. 2. La Regione sostiene l’aggiornamento professionale di insegnanti e formatori e l’adozione di dispositivi integrabili ed interoperabili da destinare all’attività didattica individuale e di gruppo degli studenti. 3. La Regione riconosce una premialità alle migliori pratiche di didattica tecnologica che abbiano coinvolto docenti, studenti, famiglie e realtà territoriali. 4. La Giunta regionale, con provvedimento annuale, individua le risorse e stabilisce i criteri per l’attuazione del presente articolo. Art. 29 ter (Azioni per l’apprendimento permanente) 1. La Regione sostiene azioni per l’apprendimento permanente caratterizzate da elementi di specificità, specializzazione ed eccellenza, con particolare attenzione alle esigenze di ricollocazione nel mondo del lavoro. Sono riconosciute eccellenti le attività che: a) utilizzano modalità e strumenti didattici altamente innovativi e favoriscono la partecipazione attiva dei destinatari stimolandone le potenzialità creative e le capacità di adattamento alle esigenze del mercato del lavoro; b) avviano percorsi che prevedono la trasferibilità e la replicabilità delle azioni progettuali nel sistema di istruzione, formazione e lavoro; c) realizzano in modo stabile, duraturo ed efficace, iniziative di contrasto alla dispersione scolastica; d) favoriscono la costituzione di reti tra operatori anche di natura transnazionale. 2. La Giunta regionale individua le risorse per la realizzazione del presente articolo e stabilisce i criteri per finanziare i progetti di cui al comma 1.»; u) l’articolo 33 è sostituito dal seguente: «Art. 33 (Clausola valutativa) 1 Il Consiglio regionale controlla l’attuazione della presente legge e valuta i risultati ottenuti per favorire la libertà di scelta nel sistema educativo di istruzione e formazione professionale, la pari opportunità di accesso ai percorsi educativi, il successo scolastico e formativo, l’allineamento delle competenze formative alle esigenze del sistema produttivo. A tal fine la Giunta regionale, anche avvalendosi delle attività di valutazione svolte dal valutatore indipendente di cui all’articolo 27, entro il 31 marzo di ciascun anno, presenta al Consiglio regionale una relazione che documenta e descrive: a) gli interventi realizzati in attuazione della presente legge, specificando le risorse stanziate e utilizzate, i soggetti coinvolti nell’attuazione, il grado di partecipazione alle misure attivate, i beneficiari raggiunti e le loro caratteristiche;

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b) le eventuali criticità verificatesi, le soluzioni messe in atto per farvi fronte, le possibili conseguenze sugli obiettivi previsti; c) i risultati conseguiti, secondo specifici temi e quesiti che il Comitato paritetico di controllo e valutazione del Consiglio regionale, tenuto conto delle eventuali proposte pervenute dalla competente commissione consiliare, segnala con cadenza biennale all’assessore competente. 2. La Giunta regionale rende accessibili i dati e le informazioni raccolte per le attività valutative previste dalla presente legge. Il Consiglio regionale rende pubblici i documenti che concludono l’esame svolto unitamente alla relazione che ne è stata oggetto.». Art. 2 (Innovazione nel mercato del lavoro) 1. Alla legge regionale 28 settembre 2006, n 22 (Il mercato del lavoro in Lombardia) sono apportate le seguenti modifiche: a) dopo il comma 4 dell’articolo 1 è inserito il seguente: «4 bis. La Regione considera l’innovazione e l’internazionalizzazione quali tratti identitari e leve strategiche delle politiche dell’istruzione, della formazione e del lavoro, nonché strumenti per innalzare i livelli di occupazione qualificata, produttività e coesione sociale nel mercato del lavoro.»; b) dopo il comma 2 dell’articolo 3 è inserito il seguente: «2 bis. La Regione adotta come primaria modalità di attuazione degli interventi di cui al presente articolo il sistema dote, quale strumento di destinazione delle risorse finanziarie alla persona, secondo quanto stabilito al capo VI bis.»; c) il comma 5 dell’articolo 8 è sostituito dal seguente: «5. La Commissione è così composta: a) l’assessore regionale competente in materia di lavoro, o suo delegato, con funzioni di presidente; b) un rappresentante per ciascuna delle organizzazioni dei datori di lavoro rappresentative su base regionale; c) i rappresentanti delle organizzazioni dei lavoratori rappresentative su base regionale in forma paritetica rispetto ai rappresentanti di cui alla lettera b); d) il consigliere regionale di parità; e) due rappresentanti designati dalle associazioni delle categorie protette più rappresentative su base regionale.»; d) dopo il capo VI è inserito il seguente: «Capo VI bis Azioni di politiche attive ed innovative nel mercato del lavoro Art. 17 bis (Sistema dote nelle politiche attive del lavoro) 1. La Regione garantisce alla persona l’accompagnamento per la qualificazione, la ricollocazione e la riqualificazione professionale e per la ricerca del lavoro. 2. La Regione adotta come modalità di attuazione degli interventi di cui al comma 1 il sistema dote, quale strumento di destinazione delle risorse finanziarie alla persona, spendibile per la fruizione di servizi di formazione professionale e di accompagnamento al lavoro, secondo il profilo personale di occupabilità. 3. I servizi di cui al comma 2 sono erogati dagli operatori di cui all’articolo 12 e sono rimborsati a risultato utile, secondo il profilo personale di occupabilità. 4. Il sistema dote può prevedere incentivi a favore delle imprese per l’inserimento lavorativo. 5. La Giunta regionale definisce: a) gli standard a cui gli operatori di cui al comma 3 devono attenersi nell’erogazione dei servizi con riferimento ai costi, alla qualità del processo erogato e ai risultati attesi, alle condizioni di erogazione e alle regole di ripetizione nel tempo; b) il sistema di monitoraggio e di controllo degli operatori accreditati, fondato sul sistema di rating, quale insieme di indicatori di efficacia, qualità, efficienza ed affidabilità.


Bollettino Ufficiale

– 11 – Supplemento n. 41 - Venerdì 09 ottobre 2015 Art. 17 ter (Reti di partenariato)

1. Gli operatori accreditati possono attivare reti di partenariato con enti territoriali, parti sociali ed imprese, finalizzate a sviluppare azioni integrate di accompagnamento al lavoro. 2. La Giunta regionale, con specifico atto, stabilisce modalità e criteri per il finanziamento delle azioni di cui al comma 1, anche individuando modalità di cofinanziamento da parte di diversi attori pubblici e privati del mercato del lavoro. Art. 17 quater (Esperienze transnazionali di tirocinio o di lavoro e internazionalizzazione) 1. La Regione promuove esperienze di tirocinio professionalizzante nell’ambito di programmi internazionali o di lavoro all’estero per giovani inoccupati o disoccupati o per lavoratori interessati allo sviluppo di competenze professionali. 2. La Regione promuove e favorisce esperienze internazionali degli operatori delle istituzioni scolastiche, formative e dei soggetti accreditati per i servizi al lavoro, finalizzati al miglioramento delle competenze professionali, nonché alla diffusione delle migliori prassi. 3. La Giunta regionale, con specifico atto, definisce annualmente i criteri e le risorse da destinare all’attuazione del presente articolo. Art. 17 quinquies (Misure a sostegno dell’innovazione del mercato del lavoro) 1. La Regione, sentite le parti sociali, individua misure a sostegno dell’innovazione del mercato del lavoro per la diffusione di forme flessibili in ordine a tempi, spazi e strumenti di lavoro (smartworking), nonché per la promozione anche attraverso le associazioni datoriali e dei lavoratori di servizi di welfare contrattuale, territoriale e aziendale derivante dalla contrattazione collettiva e dalla bilateralità, atti a coniugare le esigenze delle imprese con quelle dei lavoratori, al fine di favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per la generalità dei lavoratori. 2. La Regione, sentite le parti sociali, promuove azioni volte a creare le condizioni per l’innovazione di cui al comma 1 attraverso:

b) le eventuali criticità verificatesi, le soluzioni messe in atto per farvi fronte, le possibili conseguenze sugli obiettivi previsti; c) i risultati conseguiti, secondo specifici temi e quesiti che il Comitato paritetico di controllo e valutazione del Consiglio regionale, tenuto conto delle eventuali proposte pervenute dalla competente commissione consiliare, segnala con cadenza biennale all’Assessore competente. 2. La Giunta regionale rende accessibili i dati e le informazioni raccolte per le attività valutative previste dalla presente legge. Il Consiglio regionale rende pubblici i documenti che concludono l’esame svolto unitamente alla relazione che ne è stata oggetto.». Art. 3 (Abrogazioni) 1. Gli articoli 13, 21 e 28 bis della legge regionale 6 agosto 2007, n 19 (Norme sul sistema educativo di istruzione e formazione della Regione Lombardia) sono abrogati Art. 4 (Norma finanziaria) 1. Alle spese derivanti dall’applicazione dell’articolo 1 si fa fronte con le risorse regionali pari a euro 90 902 000,00 per il 2015 ed euro 90 602 000,00 per il 2016 e il 2017 allocate alla missione 4, programma 2 dello stato di previsione delle spese del bilancio regionale 2015-2017, con le risorse a destinazione vincolata provenienti da assegnazioni statali e con le risorse dei POR – FSE programmazione 2007-2013 per euro 60 000 000,00 sul 2015 e POR – FSE programmazione 2014-2020 per euro 95 500 000,00 Asse 3 «Istruzione e Formazione» (OT 10) per il 2016 – 2017, nonché con le risorse a valere sul bilancio ministeriale del Programma Garanzia Giovani 2. Alle spese derivanti dall’applicazione dell’articolo 2 si fa fronte con le risorse a destinazione vincolata provenienti da assegnazioni statali, con le risorse dei POR – FSE programmazione 2007-2013 per euro 25 000 000,00 sul 2015 e POR – FSE programmazione 2014-2020 per euro 125 000 000,00 Asse 1 «Occupazione» (OT 8) per il 2016 – 2017, nonché con le risorse a valere sul bilancio ministeriale del Programma Garanzia Giovani

a) la diffusione di buone pratiche per lo sviluppo di piani aziendali e territoriali volti alla realizzazione di forme flessibili di lavoro, ovvero welfare territoriale aziendale, come definite al comma 1 e delle relative infrastrutture tecnologiche;

La presente legge regionale è pubblicata nel Bollettino ufficiale della Regione E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e farla osservare come legge della Regione Lombardia Milano, 5 ottobre 2015

b) la formazione per lo sviluppo di competenze manageriali, per l’innovazione organizzativa e delle relazioni industriali;

Roberto Maroni

c) la promozione della diffusione di benefit per fruire di servizi sanitari e socio assistenziali, di trasporto, diritto allo studio, formazione professionale, ed altri servizi accreditati, riconosciuti o cofinanziati dalla Regione stessa;

(Approvata con deliberazione del Consiglio regionale n X/838 del 22 settembre 2015)

d) il coinvolgimento del partenariato economico e sociale nella fase di definizione e sperimentazione. 3. La Giunta regionale definisce annualmente con specifico atto i criteri e le risorse da destinare all’attuazione del presente articolo.»; e) l’articolo 33 è sostituito dal seguente: «Art. 33 (Clausola valutativa) 1. Il Consiglio regionale controlla l’attuazione della presente legge e valuta i risultati ottenuti nel promuovere lo sviluppo occupazionale sul territorio lombardo. A tal fine la Giunta regionale, anche avvalendosi delle attività di monitoraggio svolte dall’Osservatorio regionale del mercato del lavoro, entro il 31 marzo di ciascun anno presenta al Consiglio regionale una relazione che documenta e descrive: a) gli interventi realizzati in attuazione della presente legge, specificando le risorse stanziate e utilizzate, i soggetti coinvolti nell’attuazione, il grado di partecipazione alle misure attivate, i beneficiari raggiunti e le loro caratteristiche;

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RASSEGNA NORMATIVA E DOCUMENTI

Piano nazionale industria 4.0 di Redazione

Piano nazionale Industria 4.0 Investimenti, produttivitĂ e innovazione

Milano, 21 Settembre 2016

Agenda

Industria 4.0 nel mondo La risposta italiana Piano nazionale Industria 4.0

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Industria 4.0: La 4° rivoluzione industriale

Rivoluzione

4° industriale Rivoluzione

3° industriale Rivoluzione

2° industriale 1° Rivoluzione industriale

Robot industriali e computer Produzione di massa e catena di montaggio

Utilizzo di macchine azionate da energia meccanica

Introduzione dell'elettricità, dei prodotti chimici e del petrolio

Utilizzo dell'elettronica e dell'IT per automatizzare ulteriormente la produzione

Connessione tra sistemi fisici e digitali , analisi complesse attraverso Big Data e adattamenti real-time

Utilizzo di macchine intelligenti, interconnesse e collegate ad internet

Introduzione di potenza vapore per il funzionamento degli stabilimenti produttivi

Fine 18° secolo

Inizio 20° secolo

Primi anni '70

Oggi - prossimo futuro

3

Industria 4.0: Le tecnologie abilitanti 1

Advanced Manufact. Solutions Additive Manufacturing Augmented Reality

2

3

4

Simulation

5 6 9

8

7

Horizontal/ Vertical Integration Industrial Internet

Cloud

Cybersecurity Big Data and Analytics

• Robot collaborativi interconnessi e rapidamente programmabili • Stampanti in 3D connesse a software di sviluppo digitali • Realtà aumentata a supporto dei processi produttivi

• Simulazione tra macchine interconnesse per ottimizzare i processi • Integrazione informazioni lungo la catena del valore dal fornitore al consumatore • Comunicazione multidirezionale tra processi produttivi e prodotti • Gestione di elevate quantità di dati su sistemi aperti

• Sicurezza durante le operazioni in rete e su sistemi aperti • Analisi di un' ampia base dati per ottimizzare prodotti e processi produttivi 4

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Industria 4.0: I benefici attesi Maggiore flessibilità attraverso la produzione di piccoli lotti ai costi della grande scala

Flessibilità

Maggiore velocità dal prototipo alla produzione in serie attraverso tecnologie innovative

Velocità

Maggiore produttività attraverso minori tempi di set-up, riduzione errori e fermi macchina

Produttività

Qualità

Migliore qualità e minori scarti mediante sensori che monitorano la produzione in tempo reale

Competitività Prodotto

Maggiore competitività del prodotto grazie a maggiori funzionalità derivanti dall'Internet delle cose 5

Principali programmi Industria 4.0 avviati nel mondo

Programmi in evidenza Altri programmi

Stati Uniti d'America Manufacturing USA

Francia Industrie du Futur

Germania Industrie 4.0

Network di istituti e di lab di eccellenza, per la diffusione tecnologica e delle competenze, costituiti da grandi gruppi privati ICT e università, promosso dal Governo e finanziato tramite partnership pubblico-private

Piano di reindustrializzazione e di investimento in tecnologie I4.0 guidato centralmente dal Governo Impegno pubblico > 10 € Mld, principali manovre: • Incentivi fiscali per investimenti privati • Prestiti agevolati per PMI e per le mid-tier • Credito d'imposta per la ricerca • Finanziamento progetti "Industrie du Futur" e "Invest for the future"

Piano d’azione sponsorizzato a livello federale con il coinvolgimento di grandi player industriali e tecnologici

Impegno pubblico ~ 0,5 $ Mld,

principali manovre:

• Supporto pubblico a progetti di ricerca

1. In fase di approvazione da parte del Governo tedesco Fonte: Dati pubblici

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Impegno pubblico ~ 1 € Mld, principali manovre: • Finanziamento di progettualità aziendali e centri di ricerca applicata • Agevolazioni fiscali per investimenti in start-up tecnologiche1 6


Cabina di Regia Industria 4.0 Cabina di regia a livello governativo Architettura di governo pubblico-privata Presidenza del Consiglio dei Ministri

Min. dell'Economia e delle Finanze Min. dello Sviluppo Economico Min. dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Min. del Lavoro e delle Politiche Sociali Min. delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Min. dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

Politecnici di Bari, Milano e Torino Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa CRUI

Centri di Ricerca

CDP

Mondo economico e imprenditoriale

Organizzazioni sindacali

Nota: In base a risultati dell'indagine conoscitiva della X Commissione attività produttive, commercio e turismo: "La rivoluzione industriale 4.0"

7

Industria 4.0: Il modello italiano Caratteristiche del settore industriale

Linee guida del Governo

• Pochi grandi player privati industriali e ICT in grado di guidare la trasformazione della manifattura italiana

• Operare in una logica di neutralità tecnologica

• Limitato numero di capi filiera in grado di coordinare il processo evolutivo delle catene del valore

• Intervenire con azioni orizzontali e non verticali o settoriali

• Sistema industriale fortemente basato su PMI

• Ruolo chiave di prestigiosi poli universitari e centri di ricerca per sviluppo e innovazione • Forte connotazione culturale dei prodotti finiti

• Operare su fattori abilitanti • Orientare strumenti esistenti per favorire il salto tecnologico e la produttività

• Coordinare i principali stakeholder senza ricoprire un ruolo dirigista

Nota: In base a risultati dell'indagine conoscitiva della X Commissione attività produttive, commercio e turismo: "La rivoluzione industriale 4.0"

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Piano nazionale Industria 4.0 2017-2020 Direttrici strategiche di intervento Direttrici chiave

Investimenti innovativi • Incentivare gli investimenti privati su tecnologie e beni I4.0 • Aumentare la spesa privata in Ricerca, Sviluppo e Innovazione • Rafforzare la finanza a supporto di I4.0, VC e start-up

Competenze • Diffondere la cultura I4.0 attraverso Scuola Digitale e Alternanza Scuola Lavoro • Sviluppare le competenze I4.0 attraverso percorsi Universitari e Istituti Tecnici Superiori dedicati • Finanziare la ricerca I4.0 potenziando i Cluster e i dottorati • Creare Competence Center e Digital Innovation Hub

Direttrici di accompagnamento Infrastrutture abilitanti • Assicurare adeguate infrastrutture di rete (Piano Banda Ultra Larga) • Collaborare alla definizione di standard e criteri di interoperabilità IoT

Strumenti pubblici di supporto • Garantire gli investimenti privati • Supportare i grandi investimenti innovativi • Rafforzare e innovare il presidio di mercati internazionali • Supportare lo scambio salario-produttività attraverso la contrattazione decentrata aziendale

Governance e awareness • Sensibilizzare sull’importanza dell'I4.0 e creare la governance pubblico privata Fonte: Cabina di Regia Industria 4.0

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Piano nazionale Industria 4.0 2017-2020 Obiettivi

Direttrici chiave

Investimenti innovativi

+10 €Mld

incremento investimenti privati da 80 a 90 €Mld nel 2017

+11,3 €Mld

di spesa privata in R&S&I con maggiore focus su tecnologie I4.0 nel periodo 2017-2020

+2,6 €Mld

volume investimenti privati early stage mobilitati nel periodo 2017 – 2020

Fonte: Cabina di Regia Industria 4.0

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Competenze

200.000

studenti universitari e 3.000 manager specializzati su temi I4.0

+100%

studenti iscritti ad Istituti Tecnici Superiori su temi I4.0

Direttrici di accompagnamento Infrastrutture abilitanti

100%

delle aziende italiane coperte a 30Mbps entro il 2020

50%

~1.400

delle aziende italiane coperte a 100Mbps entro il 2020

Competence Center nazionali

in ambito standard IoT presidiati in aggiunta ai tavoli istituzionali a partire dal 2017

dottorati di ricerca con focus su I4.0 (vs. ~5.000 previsti nel PNR)

6 consorzi

Strumenti pubblici di supporto

+0,9 €Mld

Riforma e rifinanziamento per il 2017 del Fondo Centrale di Garanzia

+1 €Mld

Contratti di sviluppo focalizzati su investimenti I4.0

+0,1 €Mld

Forte investimento su catene digitali di vendita (Piano Made in Italy) Scambio salario – produttività tramite incremento RAL e limite massimo agevolabile 10


Iperammortamento e Superammortamento Investimenti innovativi

Agevolazioni previste

Iperammortamento • Incremento aliquota per investimenti I4.0 Proposta Attuale

140%

250%

Superammortamento • Proroga del superammortamento con aliquota al 140% ad eccezione di veicoli ed altri mezzi di trasporto che prevedono una maggiorazione ridotta al 120%

Investimenti in tecnologie Agrifood , Bio-based economy e a supporto dell'ottimizzazione dei consumi energetici

Tempistiche • Al fine di garantire la massima attrattività della manovra, estensione dei termini per la consegna del bene al 30/06/18 previo ordine e acconto >20% entro il 31/12/17

Fonte: Confindustria; MATTM; MEF; MIPAAF; MISE; R.E TE. Imprese Italia

11

Credito d'imposta alla Ricerca Spesa in ricerca, sviluppo e innovazione – esempio 2017 Spesa incrementale Spesa media

Spesa R&S Spesa R&S Spesa R&S 2012 2013 2014 Fonte: MEF; MISE

Calcolo credito

Attuale

Proposta

Aliquota spesa interna

25%

50%

Aliquota spesa esterna

50%

50%

Credito massimo per contribuente

5 €M

20 €M

Spesa R&S 2017

12

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Finanza a supporto di Industria 4.0, VC e start-up

Iniziative

Distribuzione risparmio %

Investimenti del risparmio nazionale1

6% 6%

100

90

Inv. in azioni di società italiane Inv. in titoli di debito di società italiane

10% 10%

80

88%

Altri investimenti

80%

0

Asset Under Mgmt 2013

Asset Under Mgmt 2020

€M 1000

Investimenti early stage

~1000 780 534

500 0

130

Germania 2015

Spagna 2015

Italia 2015

Italia 2020

1. Fondi Aperti, Piani pensionistici e Piani assicurativi; valori 2013 pari a 1.069 €Mld; Fonte: CDP; Invitalia; MEF; MISE

• Detrazioni fiscali fino al 30% per investimenti fino a 1 €M in start-up e PMI innovative • Assorbimento da parte di società "sponsor" delle perdite di start-up per i primi 4 anni • PIR - Agevolazione fiscale mediante detassazione capital gain su investimenti a medio/lungo termine • Programma "acceleratori di impresa", finanziare la nascita di nuove imprese con focus I4.0 con combinazione di strumenti agevolativi e attori istituzionali (CDP) • Fondi di investimento dedicati all’industrializzazione di idee e brevetti ad alto contenuto tecnologico (CDP) • Fondi VC dedicati a start-up I4.0 in co-matching (CDP / Invitalia) 13

Investimenti innovativi: Benefici concreti per le imprese Iperammortamento

Esempio: Investimento in beni I4.0 per 1.000.000 €

Credito d'imposta alla ricerca Esempio: Spesa incrementale per 1.000.000 € • 800.000 € interna • 200.000 € esterna

Finanza a supporto di I4.0, VC e start-up Esempio: Investimento per 1.000.000 € in startup innovative Fonte: MISE

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SKILL 5/2017

OGGI Superammortamento: 140% del valore ammortizzabile  riduzione tasse pagate in 5 anni pari a 96.000€

DOMANI Iperammortamento: 250% del valore ammortizzabile beni I4.0  riduzione delle tasse pagate in 5 anni pari a 360.000€

+275% OGGI

DOMANI

Credito d'Imposta 300.000 €

Credito d'Imposta 500.000 €

(In caso di spesa maggiore limite massimo a 5.000.000 €)

fino a

(In caso di spesa maggiore limite massimo a 20.000.000 €)

+300% OGGI Detrazione fiscale:19% Investimento massimo per contribuente:0,5 €M  Detrazione fiscale pari a 95.000 €/ anno

DOMANI

Detrazione fiscale:30% Investimento massimo per contribuente:1,0 €M  Detrazione fiscale pari a 300.000 € / anno +215%

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Competenze: Digital Innovation Hub e Competence Center I4.0 Competence Center I4.0

Digital Innovation Hub Caratteristiche: • Selezionati DIH pivotando su sedi Confindustria e R.E TE. Imprese Italia sul territorio • Ponte tra imprese, ricerca e finanza Mission: • Sensibilizzazione delle imprese su opportunità esistenti in ambito I4.0 • Supporto nelle attività di pianificazione di investimenti innovativi • Indirizzamento verso Competence Center I4.0 • Supporto per l'accesso a strumenti di finanziamento pubblico e privato • Servizio di mentoring alle imprese • Interazione con DIH europei

Centri di Ricerca

Start-up

Incubatori

Player industriali PMI

CC

Governo e Istituzioni Pubbliche Associazioni di categoria

CC

Caratteristiche: • Pochi e selezionati Competence Center nazionali • Forte coinvolgimento di poli universitari di eccellenza e grandi player privati • Contribuzione di stakeholder chiave (e.g. centri di ricerca, start-up,..) • Polarizzazione dei centri su ambiti tecnologici specifici e complementari • Modello giuridico e competenze manageriali adeguate Mission:

CC

Università • Formazione e awareness su I4.0 Cluster

Investitori

Fonte: MIUR

• Live demo su nuove tecnologie e accesso a best practice in ambito I4.0 • Advisory tecnologica per PMI su I4.0 • Lancio ed accelerazione di progetti innovativi e di sviluppo tecnologico • Supporto alla sperimentazione e produzione "in vivo" di nuove tecnologie I4.0 • Coordinamento con centri di competenza europei 15

Direttrici chiave: Investimenti innovativi Impegno cumulato 2017-2020

Iniziative

Incentivare gli investimenti privati su tecnologie e beni I4.0 • • • •

Iperammortamento: Incremento dell'aliquota al 250% per beni I4.0 Superammortamento: Affinamento e proroga della norma per un anno Beni Strumentali: Proroga della norma per un anno Fondo Rotativo Imprese: Sezione del FRI dedicata a investimenti I4.0 in cui CDP interviene in pool con il sistema bancario3

Aumentare la spesa privata in Ricerca, Sviluppo e Innovazione

• Credito d'imposta alla ricerca: Incremento aliquota su ricerca interna dal 25% al 50% e limiti credito massimo per contribuente da 5 a 20 €M

Impegno privato1

Impegno pubblico

10,0 €Mld

11,3 €Mld

~13 €Mld2

Rafforzare la finanza a supporto di I4.0, VC e start-up • • • • • •

Detrazioni fiscali al 30% per investimenti fino a 1 €M in PMI innovative Assorbimento perdite start-up da parte di società "sponsor" PIR - Detassazione capital gain su investimenti a medio/lungo termine Programma "acceleratori di impresa" Fondi dedicati all'industrializzazione di idee e brevetti innovativi Fondi VC dedicati a start-up I4.0 in co-matching

Totale

2,6 €Mld

~24 €Mld

~ 13 €Mld

1. Include circa 0,5 €Mld di investimenti CDP; 2. Impegno Pubblico include i valori 2018-2024 per la copertura degli investimenti privati sostenuti nel 2017 oggetto delle iniziative Iperammortamento, Superammortamento e Beni Strumentali; 3. Dotazioni nominali addizionali CDP pari a 3 €Mld Fonte: CDP; Invitalia; MEF; MISE

SKILL 5/2017

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Direttrici chiave: Competenze Impegno cumulato 2017-2020

Impegno Impegno privato pubblico

Iniziative Implementazione Piano Nazionale Scuola Digitale – Direttrici • Competenze per la Manifattura 4.0: atelier creativi, corsi di tecnologia e laboratori su I4.0 • Laboratori Territoriali: incontro scuola-impresa, sviluppo competenze digitali per Made in Italy • Curricoli Digitali: sviluppo di 25 curricoli con focus digitale su tematiche I4.0 • Pensiero Computazionale: formazione in pensiero computazionale alla scuola primaria

0 €M

355 €M2

30 €M

70 €M

Focalizzazione Alternanza Scuola Lavoro su percorsi coerenti con Industria 4.0 Specializzazione di corsi universitari, Master e Master Executive su tematiche Industria 4.0 in partnership con player industriali e tecnologici

Incremento del numero di studenti degli Istituti Tecnici Superiori su tematiche Industria 4.0 mediante ampliamento dell'offerta formativa Potenziamento Cluster Tecnologici "Fabbrica Intelligente" e "Agrifood 1 " • Coordinamento con altri cluster tecnologici e stakeholder industriali Incremento dottorati di ricerca su tecnologie Industria 4.0 Iniziative Creazione di selezionati Competence Center a livello nazionale su tematiche Industria 4.0 Adeguamento continuo delle competenze attraverso Fondi Interprofessionali

~ 70 €M Impegno privato 100 €M

170 €M3 Impegno pubblico 100 €M

Budget in approvazione

Totale

~200 €M ~ 700 €M

1. Sviluppo e diffusione delle tecnologie di agricoltura di precisione e delle innovazioni della produzione del cibo; 2. Già stanziati; 3 Di cui 150 €M già stanziati Fonte: LPS; MIPAAF; MIUR

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Direttrici di accompagnamento: Principali iniziative Impegno cumulato 2017-2020

Impegno privato

Impegno pubblico

• 100% delle aziende coperte a 30 Mbps e almeno 50% delle aziende coperte a 100 Mbps, entro il 2020, tramite investimenti pubblici e privati

6 €Mld

6,7 €Mld

• Riforma e rifinanziamento per l'anno 2017 del Fondo Centrale di Garanzia con focus su copertura investimenti I4.0

22 €Mld

0,9 €Mld

• Forte investimento su catene digitali di vendita e incremento del supporto alle PMI (centri tecnologici, workshop, formazione)

1 €Mld2

0,1 €Mld

• Negoziazione ed erogazione di finanziamenti personalizzati in base alle esigenze specifiche delle imprese con priorità su progetti I4.0

2,8 €Mld

1,0 €Mld

N/A

1,3 €Mld

Iniziative

Banda Ultra Larga

Fondo Centrale di Garanzia1

Made in Italy

Contratti di Sviluppo

Scambio Salario - Produttività

• Rafforzamento dello scambio salario produttività tramite incremento RAL e limite massimo somma agevolabile Totale

1 Compresa estensione copertura della garanzia primaria per le imprese agricole tramite ISMEA; 2 Stime ritorno di fatturato Fonte: PCM; MIPAAF; MISE

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SKILL 5/2017

~32 €Mld xx

'17-'20

'17

'17

'17

'17-'20

~10 €Mld

Anno di riferimento iniziativa

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Awareness

Diffondere le conoscenze Industria 4.0 Competence Center / DIH • Demo e presentazioni su recenti tecnologie manifatturiere e digitali (e.g. modalità d’impiego, benefici in termini di innovazione, produttività, competitività aziendale,..) • Target: Manager aziendali con focus su PMI

Roadshow I4.0 sul territorio

Assistenza alti potenziali

• Seminari formativi (documenti, video, testimonianze,..) per sensibilizzare le PMI su temi di innovazione digitale e I4.0

• Assistenza individuale a PMI ad alto potenziale per supportare la definizione e l'implementazione di un piano di trasformazione I4.0

• Target: Manager aziendali con focus su PMI

• Target: Top management PMI

Piano nazionale di comunicazione • Piano nazionale di comunicazione mezzo stampa generalista, web e social media per sensibilizzare il settore industriale sulle tematiche industria 4.0 e sui temi di innovazione digitale. Target: Imprese 19

SKILL 5/2017

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RASSEGNA NORMATIVA E DOCUMENTI

Una scuola pensata per l’Industria 4.0 Nova - Sole24Ore 21_05_2017 Dati rilevati dagli Enti certificatori o autocertificati

Tiratura: n.d. Diffusione: n.d. Lettori Ed. II 2016: 843.000 Settimanale - Ed. nazionale

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SKILL 5/2017

21-MAG-2017

Dir. Resp.: Guido Gentili

da pag. 9 foglio 1 www.datastampa.it


SKILL 5/2017

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SKILL

TEORIE ED ESPERIENZE SULLA FORMAZIONE

PERIODICO DI ENAIP LOMBARDIA Fondazione Enaip Lombardia Via B. Luini, 5 - 20123 Milano T. 02 88124402 F. 02 804380 www.enaiplombardia.it

© Fondazione Enaip Lombardia, 2017


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