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editoriale / porto&diporto

2 - maggio 2012


armamento / porto&diporto

Le crociere in Italia D

agli anni ‘90 a oggi il turismo da crociera si è straordinariamente sviluppato grazie alla capacità delle compagnie di saper captare con lungimiranza le nuove esigenze del mercato, reinventando formule delle offerte, itinerari, servizi, e offrendo un’incredibile varietà di opzioni che solo vent’anni fa sarebbero state inimmaginabili. Un settore in controtendenza rispetto a tutti gli altri, specie rispetto al turismo di terra. Nonostante la crisi economica mondiale e i noti tragici eventi dello scorso gennaio, nel 2012 le crociere si confermano come uno dei principali comparti dell’industria del turismo in Europa con 36,7 miliardi di euro di contributo globale all’economia continentale e oltre 315.500 posti di lavoro garantiti. L’Italia è l’epicentro del sistema crocieristico europeo e numerosi record testimoniano il ruolo fondamentale di questo comparto per la nostra economia: 1,9 milioni di passeggeri pari al 33% del totale europeo; un passeggero su tre in Europa salpa da un porto italiano; siamo leader nella cantieristica ed ora sono 7 le navi da crociera in costruzione; 100.000 gli occupati diretti e indiretti del settore; primi in Europa per il contributo diretto all’economia con 4,5 miliardi di euro; dei 10 maggiori porti crocieristici mediterranei ben 5 sono italiani (Civitavecchia, Venezia, Napoli, Livorno e Savona). Il 2012 si chiuderà registrando nei porti italiani un movimento passeggeri intorno agli 11 milioni, 4% in meno sul 2011 ma in aumento sul 2010, e per 2013 si prevede una sostanziale stabilità ed anche un leggero incremento di passeggeri movimentati. Le compagnie di navi da crociera negli ultimi 2 anni hanno dovuto ridurre molto i loro prezzi per mantenere buoni livelli della domanda e proseguire nei piani di investimento a vantaggio di tutta l’economia, ma le politiche tariffarie dovranno

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riportare i prezzi in linea con il valore del prodotto offerto. Non bisogna dimenticare che nel turismo che viene dal mare, accanto alle crociere vi è il settore ferries, che negli ultimi anni, con il miglioramento degli standard qualitativi, ha fatto sì che in Europa e in Italia, centinaia di migliaia di passeggeri preferiscano il trasporto via mare su rotte ove prima le uniche alternative erano la strada o l’aereo. E come Presidente di Confitarma, sono orgoglioso di poter annoverare tra i nostri soci due casi di eccellenza nel settore del turismo che viene dal mare. Il Gruppo Grimaldi, il principale armatore europeo di moderni ferries, operatore multinazionale di logistica integrata anche attraverso l’acquisizione di importanti realtà portuali e armatoriali in Nord Europa e nel Mediterraneo. Costa Crociere, unica azienda crocieristica a sventolare il Tricolore sulle sue 14 navi e sulle 9 della filiale tedesca AIDA, con oltre 3 miliardi di euro di fatturato e un impatto economico di 2,2 miliardi di euro sulla nostra economia, occupa direttamente e indirettamente un totale di 12.300 unità; dal 1990 ha investito quasi 6 miliardi di euro nei cantieri italiani per 14 navi costruite o in ordine e movimenta da sola 3 milioni di crocieristi nei porti italiani ogni anno. Senza contare i circa 20 miliardi di euro investiti in Italia dal gruppo Carnival, di cui Costa Crociere fa parte, accrescendo la leadership mondiale di Fincantieri nel settore. E’ evidente che parlando di crociere, non si può non pensare all’incidente dell’isola del Giglio che, per la sua dinamica, possiamo definire unico ed inimmaginabile. Se nel 2012, Costa Crociere ha mantenuto la sua quota di mercato, vuol dire che i crocieristi le hanno confermato loro fiducia nella sicurezza e qualità del prodotto. Gli aspetti normativi che regolano le crociere connessi con la sicurezza e l’ambiente, vengono attentamente rie-


saminati per identificare eventuali miglioramenti da apportare in sede internazionale e nazionale. Sottolineo “eventuali”, perché sono già numerose e severissime le norme che regolano il comparto. Tra le numerose iniziative che il comparto crocieristico ha avviato o sta avviando per garantire, elevati standard di sicurezza ed una stringente osservanza delle norme vigenti, ne ricordo due a cui Costa Crociere dedica particolare attenzione: l’innovativo sistema “High Tech Safety Monitoring System” con cui la compagnia monitora in tempo reale la rotta di tutte le sue navi verificando la sicurezza dei piani rotta e confrontando la rotta pianificata con l’effettiva posizione della nave durante la navigazione. Inoltre, dato che il migliore dei sistemi di sicurezza non può sopperire all’errore umano, si sta studiando come ridurre gli ambiti di discrezionalità nelle procedure sul ponte di comando per rendere ogni decisione più collegiale. Le navi di bandiera italiana devono comunque rispettare il Codice della Navigazione, e quindi ogni nuova procedura sulla loro conduzione non deve essere in contrasto con quanto previsto dalle nostre norme per poi essere implementata con il preventivo assenso dell’Autorità Marittima. L’introduzione di questo nuovo approccio nella gestione collegiale del ponte di comando è stata oggetto di incontri tra Costa Crociere e il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, per assicurare l’effettivo incremento dei già elevati standard di sicurezza della navigazione. Last but not the least, sono oltre 2.200 i comandanti e gli ufficiali italiani imbarcati su navi da crociera di tutto il mondo e non solo italiane, la cui elevata professionalità è da sempre riconosciuta a livello internazionale; prova ne è che circa la metà delle navi da crociera del mondo ha un comandante italiano. La flotta di navi da crociera battente bandiera italiana si posiziona al 4° posto nella graduatoria mondiale ed è senz’altro leader nel mondo sotto tutti i punti di vista. Paolo d’Amico Presidente Confitarma

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Semplificare per continuare a crescere I

l tema della sburocratizzazione assume sempre più un ruolo centrale nelle istanze del mondo imprenditoriale alla politica ed alla amministrazione e certamente, più di altri settori, l’industria armatoriale, da sempre aperta al confronto su scala globale, avverte l’esigenza di una legislazione moderna e di una amministrazione efficiente e flessibile per poter competere a livello internazionale. Purtroppo, come dimostra lo studio sulla bandiera italiana, presentato dal Gruppo Giovani Armatori proprio un anno fa, nonostante il nostro Paese negli ultimi anni abbia investito molto per sostenere e rilanciare la flotta italiana con provvedimenti coraggiosi e lungimiranti, la competitività del settore marittimo italiano è fortemente limitata da procedure rigide e complesse. Dal 1998, grazie all’istituzione del Registro internazionale, la nostra flotta ha continuato a svilupparsi, proseguendo nella sua crescita anche in questo periodo di crisi, ed oggi si attesta sui 19 milioni di tonnellate. Questo è il risultato di una sapiente politica marittima che oggi non basta più, perché l’equiparazione dei costi ed il livellamento verso l’alto dei servizi, raggiunto praticamente da tutte le flotte, sposta la

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competizione verso aspetti una volta marginali e ora sempre più determinanti. Non accettare questa sfida potrebbe vanificare quanto di buono fatto finora dai Governi precedenti. Le imprese chiedono rapidità, uniformità e chiarezza. L’Amministrazione non deve essere complice ma amica, deve saper coniugare gli interessi degli stakeholder di riferimento con quelli della comunità. Sono le stesse esigenze del singolo cittadino, sia esso un pensionato in fila allo sportello o un commerciante che vuole aprire un’attività. Occorrerebbe aumentare la responsabilità dell’Amministrazione lasciando al potere legislativo il compito di intervenire soltanto sui provvedimenti più rilevanti. Va anche detto che, dopo la scomparsa del Ministero della Marina Mercantile, la frammentazione delle sue competenze ha fatto venir meno un soggetto istituzionale di riferimento dotato di una visione di insieme dell’intero settore e in grado di indirizzare il Paese verso scelte che portino uno sviluppo armonizzato fra tutti i soggetti appartenenti al cluster marittimo. L’elenco dei possibili miglioramenti delle procedure è molto lungo. Mi limiterò a ricordare che non esiste ancora una banca dati naviglio informatizzata e centralizzata

e che le procedure riguardanti il regime amministrativo delle navi sono ancora quasi tutte cartacee. La marca da bollo è “un totem” irrinunciabile anche oltreoceano dove però le tabaccherie scarseggiano! Inoltre, in Italia il recepimento di normative internazionali introduce quasi sempre appesantimenti e nuovi adempimenti non riscontrabili altrove. Diventano così più onerose che per le altre bandiere comunitarie alcune delle ispezioni alle navi italiane, specie quando si trovano in porti esteri. Pensiamo alle visite di security oppure a quelle per i certificati di sicurezza radio. Vorrei lanciare però anche qualche segnale di ottimismo e di speranza. Quando Amministrazione e utenza affrontano insieme le sfide in piena trasparenza i risultati sono sempre positivi. Ed in questo senso molte sono le aspettative nei confronti del lavoro che nei prossimi mesi porterà all’elaborazione del Bilancio Sociale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, primo Dicastero in Italia a munirsi di questo importante strumento già in uso nelle amministrazioni di molti altri paesi. Valeria Novella Presidente Gruppo Giovani Armatori di Confitarma


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Onorato apre lo scontro con i soci di CIN

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ei dissapori fra i soci di CIN, la newco che ha rilevato la scorsa estate la Tirrenia, si era scritto molto nelle ultime settimane, ma quanto avvenuto a fine novembre a Torre del Greco ha definitivamente cancellato l’ovatta con cui erano state prudentemente circondate le voci al riguardo e ufficializzato la querelle. Durante un convegno organizzato dal neonato movimento “Marittimi per il futuro”, infatti la guest star inattesa è stata Vincenzo Onorato, patron di Moby, che, arringando per una decina di minuti una plaudente folla di marittimi (sono disponibili alcuni video su Youtube), si è scagliato a muso duro contro i suoi soci in CIN. “Mi hanno buttato fuori (il riferimento è alle sue dimissioni dal CdA, nda), malgrado detenga il 40% del capitale, perché il mio progetto non porta soldi subito, ma presuppone la volontà di investire”. Secondo Onorato, invece, lo scopo dei suoi soci (il fondo Clessidra, socio anche in Moby, detiene il 35% del capitale, GIP - Gruppo Investimenti Portuali il 15% e Shipping Investment il 10%) è un altro: “La Tirre-

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nia è costata 380 milioni di euro, ha asset per oltre 500 in aggiunta alle rotte, che valgono. Se fallisce, si fanno i soldi subito, con l’unico problema di doversi disfare dei dipendenti. Ma se crolla Tirrenia, crollano anche Moby, GNV e le altre compagnie italiane e nessun marittimo italiano potrà più navigare!”. A sostegno di queste tesi Onorato, accusando i manager di CIN di essersi attribuiti stipendi faraonici, ha anche parlato dell’attuale situazione amministrativa e finanziaria della compagnia: “Tirrenia oggi va malissimo. Il programma era fare un utile di 14 milioni e se ne sono invece persi due. Alla fine del prossimo anno, non ci saranno i soldi per pagare i debiti, Tirrenia sta andando contro uno scoglio!”. L’armatore di Moby ha anche stigmatizzato il fatto di “non aver ricevuto il piano industriale mandato ai sindacati, un documento in cui non si capisce nulla e pieno di bugie”, e ha rilanciato il suo progetto, causa, secondo le indiscrezioni di qualche settimana prima, del dissidio con gli altri soci in CIN per il prospettato rinvio del merger fra le due compagnie: “Per superare la crisi ci vuole un progetto e io ce l’ho: creare, fondendo Moby e Tirrenia, la più grande compagnia marittima del Mediterraneo, che imbarchi solo marittimi italiani! Con la fusione si potrebbero ottenere 20-25 milioni di euro di risparmi all’anno e salvaguardare pienamente l’occupazione”. Il contesto naturalmente ha portato Onorato a concentrarsi sul tema dell’occupazione, a volte blandendo

l’uditorio: “C’è un solo armatore con 50 navi e senza un marittimo straniero: io! I problemi di personale di cui si sente parlare non esistono: Tirrenia necessita di 20 persone in più a nave, perché il miglioramento dei servizi di bordo cui aspira CIN si fa solo col personale, col personale italiano!”. Se soci e amministratori di CIN si sono trincerati dietro un generale silenzio – “Le affermazioni e lo show di Vincenzo Onorato a Torre del Greco non valgono la pena di essere commentati” si è limitato a osservare Luigi Negri, numero uno di GIP – l’uscita dell’armatore torrese è stata pesantemente attaccata da alcune sigle sindacali, che lo hanno accusato di muovere critiche pretestuose e di cercare sponda nei dipendenti di Tirrenia, per i quali la buona riuscita dell’operazione CIN ha invece rappresentato la salvaguardia del posto di lavoro. Durissime in particolare le reazioni dell’Unione Sindacale di Base e di Uiltrasporti. Nella nota di entrambe, in particolare, ci si chiede retoricamente “quali siano in realtà le ragioni e le motivazioni che hanno originato questa incredibile e delirante performance”, alludendo esplicitamente al numero di “marittimi di Moby in CRL (continuità di rapporto di lavoro, l’inquadramento più conveniente, nda)”, nonché allo “stato di indebitamento di Moby e alla sua sostenibilità”. Andrea Moizo


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Ecco il piano industriale

della nuova Tirrenia I

l piano industriale di CIN per il 2012-2020, presentato dalla compagnia ai sindacati e parzialmente esposto dall’amministratore delegato Ettore Morace nel corso di un’audizione parlamentare, non contiene rivelazioni sorprendenti rispetto a quanto preannunciato all’atto della privatizzazione di Tirrenia, ma puntualizza alcuni aspetti utili a comprendere la strategia della newco che ha rilevato l’estate passata la compagnia di bandiera e il contesto in cui essa si sta muovendo. Risultano innanzitutto utili le considerazioni in merito alla Convenzione firmata col Ministero, di cui non è mai stato reso pubblico il testo, al di là dell’importo complessivo a copertura degli oneri di servizio pubblico, pari a 72,7 milioni di euro l’anno fino al 2020. Si apprende ad esempio che CIN considera una minaccia sia “l’incertezza sulla posizione della Commissione Europea riguardo alla compatibilità della Nuova Convenzione con la normativa di riferimento”, sia il fatto che “importo e servizi previsti della Nuova Convenzione sono stati determinati sulla base di parametri definiti nel 2009 in un contesto di mercato completamente cambiato”. Per contro, però, la Convenzione stessa prevede “l’aggiornamento bimestrale delle tariffe massime in base al tasso di inflazione e al costo dei carburanti” e la “verifica triennale delle condizioni economico finanziarie”, con la possibilità che “qualora il corrispettivo previsto in Convenzione non consenta la copertura degli oneri dei servizi, il perimetro della attività sovvenzionate, gli assetti nautici e i vincoli tariffari potranno subire modifiche”; in particolare “nel caso di scostamenti di ricavi e costi superiori al 3%, potranno essere concordati dei provve-

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dimenti per ripristinare condizioni di equilibrio”. Il piano conferma poi le decisioni in materia di flotta, con la dismissione di cinque unità (Flaminia, Clodia, Nomentana Toscana e Lazio) e l’introduzione di tre navi (Amsicora, Bonaria e, forse, Moby Tommy), sulle quali CIN – questa la novità – vanta un’opzione per il riscatto. A prescindere dall’esercizio di queste opzioni, il programma di investimenti sulla flotta, comprensivo invece di manutenzioni e migliorie tecniche, prevede per quest’anno un surplus di 13 milioni (frutto delle cessioni) e per gli anni a venire una spesa di 5 milioni nel 2013, di 2 nel 2014 e di 3 milioni l’anno fino al 2020. Quanto a collegamenti e traffici, Morace ha riferito al Parlamento che “non sono previste nuove rotte e dunque, per almeno tre anni, ci si concentrerà probabilmente sul miglioramento dell’esistente”, mentre il piano riporta interessanti proiezioni per il futuro. Premesso che a fronte di un calo generale del 20% dei volumi di traffico fra isole e continente nel corso dell’anno, CIN registrerà invece una crescita del 9%, la compagnia prevede che i passeggeri passino fra il 2011 e il 2013 da 1,77 a 2,04 milioni, per salire a 2,19 milioni nel 2020, che le auto crescano dalle 462.000 del 2011 a 529.000 nel 2013 e a 568.000 nel 2020 e le merci dai 3,3 milioni di tonnellate nel 2011 ai 4,01 del 2013 e a 4,3 nel 2020. Le linee guida per raggiungere questi obiettivi indicano alcune azioni come “investimenti di siliconatura sulle navi di proprietà, noleggio di navi più performanti, ottimizzazione della velocità in crociera”, ma si fondano soprattutto sulla rimodulazione dei costi attraverso la “rinegoziazione dei contratti con i fornitori, la rinegoziazione di tutti i contratti e l’otti-


mizzazione degli interventi manutentivi, la revisione dei contratti assicurativi con la previsione di condizioni migliorative su costi e franchigie, il noleggio di navi a costi inferiori in ragione della crisi di mercato, la rinegoziazione dei contratti per la fornitura di lubrificanti e rifornimenti idrici” e la verifica dei costi portuali delle singole navi. A far da contraltare a tutto ciò le previsioni grigie sull’aumento del costo del carburante, per cui si prevede di passare da una spesa di 120,3 milioni di euro di quest’anno a spenderne 137,4 nel 2020. Detto che anche al Parlamento Morace ha confermato come la sostituzione di 3 dei quattro consiglieri di CIN espressi da Moby (socio di maggioranza col 40%, gli altri sono al 35% Clessidra, al 15% Gruppo Investimenti Portuali e al 10% Shipping Investment) sia stata dovuta a “una divergenza di vedute in merito ai tempi del progetto di fusione tra Moby e Tirrenia”, il capitolo finale del piano è dedicato al personale. Per quello amministrativo si prevede il mantenimento delle attuali 240 unità in organico, mentre per quello navigante, che potrebbe passare da 920 a 900 persone circa nel 2013 e restare su A sinistra Vincenzo Onorato e sullo tale livello fino al 2020, si preconizza soprattutto “la sfondo Ettore Morace rivisitazione della composizione dei turni”. Potrebbe esser questo il dettaglio che ha portato la Filt Cgil – tutti gli altri sindacati si sono mostrati più cauti, in attesa di un nuovo incontro – a definire “generico, scontato ed insoddisfacente” il piano di CIN, accusata di non rispettare gli “accordi sottoscritti un anno fa in merito al mantenimento dei livelli retributivi, riferiti nello specifico ai compensi corrispondenti alle mansioni svolte al momento dell’imbarco per i cosiddetti lavoratori facenti funzione”.

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09.02.11

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Andrea Moizo

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D’Amato

vira sulle containers strizzando l’occhio

ad Aponte

L’

assegnazione di una commessa ad un cantiere navale da parte di un armatore italiano è sempre una notizia, ma nello specifico quella piazzata nelle scorse settimane da Luigi D’Amato, numero uno della shipping company partenopea Fratelli D’Amato Armatori di Napoli, ha destato un particolare scalpore. E non solo per la particolare congiuntura del settore, in piena ‘stanca’ derivante dalla crisi economica in atto e dalla conseguente difficoltà ad ottenere credito. A rendere speciale l’ordine è in primis la tipologia di navi, tre unità portacontainer Post Panamax da 9.200 TEUs di capacità, che verranno consegnate rispettivamente a febbraio 2015, giugno 2015 e febbraio 2016. Poi c’è il prezzo delle nuove costruzioni (88 milioni di dollari a nave) e il fatto che si tratta in effetti della trasformazione di un ordine precedente, come

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spiega direttamente Luigi D’Amato: “Dopo mesi di trattative con i cantieri coreani STX, abbiamo appena firmato i contratti di cancellazione dell’ordine di due petroliere VLCC (Very Large Crude Carrier) e contestualmente quello per la conversione in tre portacontainer da 9.200 TEUs di capacità, al prezzo complessivo di 264 milioni di dollari, di cui è stato già versato il 25% di anticipo”. Il contratto di costruzione originario era stato firmato dall’allora Dolphin Tankers (joint venture con il genovese Gruppo Scerni nel frattempo sciolta) e prevedeva la costruzione di due petroliere VLCC da 320.000 tonnellate di portata lorda del valore unitario di circa 150 milioni di dollari. Con questa decisione la società armatoriale partenopea dovrebbe dunque esser riuscita a rimediare a una prevedibile forte minusvalenza attesa nel mercato delle VLCC con un nuovo

ordine per navi di ultima generazione agli attuali favorevoli prezzi di mercato. “L’operazione – ha proseguito D’Amato - è stata possibile grazie all’abilità di un grande broker e amico quale Aldo Frulio (titolare della società di brokeraggio Unitramp di Napoli, nda), ma sopratutto grazie al supporto del migliore operatore del mondo del settore container, Gianluigi Aponte, che ha forti legami con questi cantieri, costruttori tra l’altro di gran parte delle sue navi passeggeri (presso lo stabilimento francese di STX Europe a Saint Nazaire, nda)”. Quest’ultima considerazione potrebbe avallare la tesi di diversi addetti ai lavori, secondo cui le tre nuove navi entrerebbero in servizio proprio per MSC, ma la risposta dell’armatore partenopeo al riguardo è ancora prudente: “Il noleggiatore pluriennale ideale per noi sarebbe certamente MSC, e questo anche per coronare una solida amici-


zia che dura ormai da 40 anni, ma ci sembra prematuro definire i programmi delle nostre rispettive società con tanto anticipo, anche in previsione della normalizzazione dei mercati globali che dovrebbe avvenire nei prossimi 2-3 anni”. La scelta del size Post Panamax per la portata delle navi, ha spiegato infine Luigi D’Amato, “è conseguenza di un’accurata indagine di mercato condotta con i principali analisti del settore, che hanno individuato in questo tipo di navi le naturali sostitute delle unità da 4.500 - 5.500 TEUs di capacità, anche in previsione dell’ampliamento del canale del Panama”. Le navi saranno dotate di motori elettronici che consentiranno una velocità di 21 nodi su 133,5 tonnellate di carburante, con un risparmio di 35/40 tonnellate al giorno rispetto alle navi dell’attuale generazione ancora in consegna in questi mesi. Curioso che recentemente, lo scorso luglio per l’esattezza, anche la terza nave facente parte dell’ordine originario di Dolphin Tanker a STX sia stata ‘convertita’. In questo caso la commessa per una VLCC da 320.000 dwt era rimasta in capo al Gruppo Scerni, cui è subentrato però la compagnia armato-

riale concittadina Ignazio Messina & C, che al cantiere coreano ha raddoppiato il valore dell’ordine (300 milioni di dollari complessivamente), convertendolo però in quattro con-ro da 240 metri di lunghezza, 37,5 di larghezza e 2.920 TEUs o 6.030 metri lineari di capacità). Sul fronte delle cessioni, invece, la Fratelli D’Amato ha registrato nelle scorse settimane quelle dei Platform Supply Vessel FD Reliable e FD Incredible, venduti alla statunitense Tidewater (specializzata in attività di assistenza alle piattaforme, con sede centrale a Houston, in Texas). L’FD Reliable, costruito nel 2007 dai cantieri Rosetti Marino di Ravenna, per conto di Fratelli D’Amato, ha una stazza di 2.300 tonnellate, così come il gemello FD Incredible, realizzato dai medesimi cantieri anch’esso nel 2007. I due mezzi passati nella flotta di Tidwater e ribattezzati Melton Tide e Skipsey Tide facevano parte di una serie di 10 newbuilding destinate al comparto offshore commissionate da Fratelli D’Amato a Rosetti Marino. Della decina, sono due – FD Untouchable e FD Unbeatable – le unità ancora in lavorazione presso gli stabilimenti ravennati, con consegne previste per la prossima estate. Andrea Moizo

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Toremar a gonfie vele

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d un anno dalla privatizzazione della Toremar Achille Onorato, l’Amministratore Delegato della ex compagnia regionale del Gruppo Tirrenia, presenta con orgoglio i risultati raggiunti. Non solo risultati economici ma anche sociali ed occupazionali. Molti i progetti in campo, cospicui gli investimenti e tanta la voglia di vincere la sfida raccolta dal gruppo Moby per offrire alla Regione Lazio ed a tutti i clienti Toremar, servizi d’eccellenza. L’occasione è stata la presentazione della “nuova” Aethalia, l’ammiraglia della Toremar costruita nel 1991, che ha cambiato completamente look dopo il totale refitting operato dall’armatore Onorato. L’ammodernamento della flotta ha riguardato anche la Oglasa, mentre le due motonavi Aegilium e Planasia sono state sostituite con le più moderne Giuseppe Rum e Rio Marina Bella. Con 2914 tonnellate di stazza lorda per 83,52 metri di lunghezza la motonave Aethalia ha visto potenziate con i lavori le caratteristiche di stabilità e di sicurezza. Grazie all’ampliamento dei ponti mobili potrà trasportare 96 auto e 790 passeggeri coprendo le tratte Piombino – Portoferraio - Piombino e Livorno – Capraia - Livorno. Completamente riorganizzati e arredati gli spazi interni, compresa la nuova illuminazio-

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ne per rendere gli ambienti più accoglienti e l’introduzione di nuovi servizi per l’intrattenimento a bordo. Il piano di rilancio della compagnia si fonda sulla totale valorizzazione del profondo legame che unisce Toremar alla terra toscana e alla sua cultura. I servizi di ristorazione offrono una selezione di prodotti rappresentativi e tipici della regione mentre la nuova immagine della Compagnia è nata dal concorso di idee “Disegna il futuro di Toremar e Toremar disegnerà il tuo” che ha coinvolto i giovani degli istituti artistici toscani. Toremar è stato partner anche di iniziative artistiche, culturali e sportive, fra le quali il Circuito Melges 32 e Melges 20 e il Circuito Smeralda 888, che hanno coinvolto una sessantina di equipaggi di barche a vela provenienti da tutto il mondo. Inoltre Toremar ha promosso insieme al Comune di Portoferraio il concerto dell’Orchestra Italiana di Renzo Arbore, che ha portato in piazza oltre 5.000 persone e Bolgheri Melody, una tra le più importanti rassegne culturali italiane. L’operazione di miglioramento della flotta fa parte del piano di investimenti che la Moby - uno dei principali operatori nel trasporto marittimo e leader nei collegamenti tra i porti del Nord Tirreno e la Sardegna, la Corsica e l’Isola d’El-

ba - ha messo in campo dopo l’acquisto della Toremar, Una strategia condivisa con la Regione Toscana che ha affidato alcuni servizi alla Compagnia, con un contratto della durata di dodici anni, garantendone la stabilizzazione: “Puntiamo a fare investimenti nel trasporto pubblico locale – ha confermato l’assessore regionale ai trasporti Ceccobao – per migliorare la qualità della vita e il benessere dei cittadini” “La ripresa del servizio della Aethalia – ha ricordato il Presidente Toremar, Stelio Montomoli – testimonia il profondo processo di rinnovamento che sta interessando la Toremar, del quale si vedono già i frutti. Nel 2012 la Compagnia ha trasportato circa 169.000 passeggeri in più rispetto al 2011, per un totale di 1 milione 477 mila passeggeri al 30 novembre, effettuando 18.757 viaggi”. Lo scorso anno la Società ha registrato un fatturato pari a circa 38 milioni di euro con una flotta sociale costituita da 7 traghetti e un aliscafo. Soddisfatto il giovane Amministratore Delegato, Achille Onorato. “E’ passato un anno dalla privatizzazione della Toremar - ha ricordato Onorato - Una buona compagnia che aveva, però, molti problemi da risolvere, compresi quello occupazionali. Siamo riusciti a stabilizzare tutti i precari e risolvere le


Achille Onorato cause aperte con i lavoratori”. E’ stato infatti siglato un accordo di fabbisogno per 206 persone a tempo indeterminato, di cui 43 nuovi assunti, introducendo due nuove figure professionali di camera per ogni nave, accanto a un responsabile armamento, un responsabile sicurezza e un direttore operativo di flotta per gli uffici amministrativi. Toremar è stata inoltre in grado di mantenere il contratto di lavoro collettivo nazionale, rispettando la turistica, che prevede nell’arco di un mese 15 giorni a bordo e 15 giorni a terra retribuiti. “Ci abbiamo creduto – ha concluso Achille Onorato - anche per l’amore che ci lega alla Toscana. Nonostante la difficile congiuntura economica, abbiamo messo in campo molte iniziative, per la Compagnia e per i cittadini toscani, per favorire la destagionalizzazione delle attività. Garantire il servizio di continuità territoriale e trasportare turisti tutto l’anno significa benessere per tutti.” Patrizia Lupi

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La Federazione del Mare partecipa al MedForum

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el corso degli ultimi anni, i Paesi delle sponde meridionali ed orientali del Mediterraneo hanno attraversato importanti mutamenti che hanno conferito loro nuovi e imprevedibili assetti, sia dal punto di vista politico che dal punto di vista socio-economico, con sensibili ricadute sugli interscambi commerciali. La “Primavera Araba” ha dato avvio a un processo più o meno rapido del quadro politico istituzionale dell’intera area, avviando una svolta epocale. Pur nel permanere di elementi di incertezza dati dall’instabilità politica, dalla presenza di rischi sociali legati all’elevato tasso di disoccupazione e dalle problematiche legate alla sicurezza marittima, ai rischi ambientali e ai traffici illeciti, esistono fattori indubbiamente positivi. I Paesi delle sponde Sud e Est del Mediterraneo hanno mantenuto, in media nel 2011, un tasso di crescita superiore al 4%, con punte di oltre il 7,6% per la Turchia. Tale condizione di crescita economica dovrebbe continuare anche sulla base delle previsioni per 2013. Rappresentando un mercato di più di 600 milioni di potenziali consumatori, i Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente rimangono un target strategico per le attività di import-export dell’Unione Europea. A comprova di ciò, nel 2011 l’interscambio tra le due macro-regioni ha subito un aumento del 12%, attestandosi su un valore di oltre 320 miliardi di euro. In questo quadro l’Italia rimane uno dei partner commerciali primari per i Paesi dell’Area Mediterranea, con un interscambio di quasi 60 miliardi di euro, e ha fatto registrare tra il 2010 ed il 2011 un incremento di quasi l’8%. Tra le Regioni italiane, la Lombardia rappresenta il primo partner commerciale realizzando, con oltre 14 miliardi di euro nel 2011, un quarto dell’intero interscambio nazionale. Milano, con quasi 6 miliardi di euro, realizza quasi la metà dell’intero interscambio lombardo. Per questo la Camera di Commercio di Milano ha promosso l’istituzione del Centro Euro-Mediterraneo per lo sviluppo delle Micro, Piccole e Medie Imprese. Il Centro mira a stabilire una partnership di successo tra agenzie pubbliche e private a sostegno delle Micro, Piccole e Medie Imprese dell’Area Euro-Mediterranea, per valorizzare le competenze comuni e fornire servizi di sostegno efficaci al fine di incrementare i rapporti economici e finanziari tra le due sponde del Mediterraneo. Il Centro è stato presentato in occasione

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del Med Forum 2012, il forum economico e finanziario per il Mediterraneo che ha visto la partecipazione a Milano dei rappresentanti di 35 Paesi. Il Forum è stato promosso e organizzato dalla Camera di Commercio di Milano, attraverso Promos, in collaborazione con i Ministeri degli Affari Esteri, dello Sviluppo Economico, dell’Economia e delle Finanze, con il sostegno della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Commissione Europea, della Banca Europea per gli Investimenti e del Segretariato dell’Unione per il Mediterraneo. Fra gli argomenti principali si è parlato del futuro dei trasporti marittimi nell’area mediterranea. La sessione “Bridging the gap: infrastructures and transports and maritime economy ha visto l’Economia Marittima al centro del dibattito e ha coinvolto esponenti di Governi e Istituzioni nazionali e internazionali, imprenditori e uomini d’affari, personalità del mondo politico e della società civile. Umberto Masucci, Vicepresidente Federazione del Mare e Luigi Merlo, Presidente di Assoporti hanno rappresentato il Cluster Marittimo Italiano. Strategica la partecipazione della Federazione del Mare che ha sottolineato il rilievo strategico delle attività marittime per l’economia italiana ed europea. L’Italia è infatti al primo posto in Europa per le importazioni via mare e ai primi posti per le esportazioni con un rilievo quindi che non riguarda solo le regioni che si affacciano sul mare, ma l’intera economia nazionale. Da anni la Federazione del Mare, fondata nel 1994, si batte per far conoscere e promuovere lo sviluppo delle attività marittime che secondo l’ultimo rapporto Censis, annualmente producono beni e servizi per un valore di 39,5 miliardi di Euro (2,6% del PIL), di cui 9,7 miliardi esportati (3,3% dell’export nazionale), e dedicano a costi intermedi e investimenti fissi 13,9 miliardi di Euro (4,9% degli investimenti italiani). Il Cluster Marittimo fornisce occupazione a oltre 213.000 addetti direttamente e ad altri 265.000 nelle attività manufatturiere e terziarie indotte. La Federazione del Sistema Marittimo Italiano riunisce oggi gran parte delle organizzazioni del settore marittimo e dei trasporti: Aidim (diritto marittimo) , Ancip (lavoro portuale) Ania (assicurazione), Assologistica (logistica), Assoporti (amministrazione portuale), Assonave (cantieristica navale), Assorimorchiatori (rimorchio portuale), Collegio Capitani (stato maggiore marittimo), Cetena (ricerca navale), Confitarma (mercantile), Federagenti (agenzia e intermediazione marittime), Federpiloti (pilotaggio), Federpesca (navigazione peschereccia), Fedespedi (trasporti internazionali) , Inail/exIpsema (previdenza marittima), RINA (certificazione e classificazione), Cons.A.R. (ricerca), Ucina (nautica da diporto) Sabrina Bertini


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shipping / porto&diporto

Crociere, resta stabile il mercato italiano

I nostri porti risentono della mancanza di un vero e proprio sistema portuale organizzato

N

el 2013 assisteremo ad una nuova crescita del settore crocieristico in tutto il bacino del Mediterraneo, mentre il mercato italiano sarà caratterizzato da una sostanziale stabilità. E’ quanto ha annunciato questa mattina Sergio Senesi, presidente di Cemar Agency Network di Genova, nell’ambito di Seatrade Med Cruise Convention, in programma a Marsiglia da oggi a giovedì 29 novembre. Le proiezioni indicano infatti che il “Mare Nostrum” continuerà ad essere la destinazione di riferimento per molte Compagnie, con un aumento del +7% rispetto al 2012. A questo dato non corrisponde però una performance altrettanto positiva del mercato italiano, che rappresenta circa il 30% di tutto il traffico crocieristico nel Mediterraneo ma che si attesta su una sostanziale stabilità: nel 2013 si prevedono infatti 10.965.000 passeggeri movimentati nei porti italiani (+1,42% rispetto al risultato del 2012, pari a 10.809.000 pax). “Se è vero che per il 2013 il mercato italiano delle crociere si presenta sostanzialmente stabile, dobbiamo comunque rilevare che, nel corso della prossima stagione crocieristica, ci sarà almeno un milione di passeggeri che effettuerà una crociera nel Mare Nostrum senza scali in Italia – ha dichiarato Sergio Senesi - Con sempre maggior frequenza le Compagnie prediligono altre destinazioni, caratterizzate da une vero e proprio sistema portuale organizzato. Sarebbe sufficiente migliorare la ricettività dei nostri porti e garantire banchine attrezzate: si tratta di semplici azioni mirate che senza dubbio andrebbero a vantaggio del nostro Paese e a discapito della movimentazione nei porti francesi, spagnoli e croati”. Scende anche il numero dei porti italiani coinvolti nell’attività crocieristica, che passano da 66 nel 2012 a 61 nel 2013 (-7,57%) per effetto del decreto “Salva Coste”. “Nel corso del prossimo anno assisteremo purtroppo a una drastica diminuzione se non alla scomparsa degli scali in alcuni porti minori, quali Portofino (quasi -50%), Ischia e Porto Cervo – ha dichiarato Sergio Senesi – Si tratta degli effetti negativi del decreto Salva Coste, con il quale abbiamo perso circa 40.000 passeggeri nel settore elle crociere di lusso: nonostante l’impegno profuso dalle Istituzioni Locali, gli armatori hanno giustamente preferito rivolgersi a destinazioni vicine e maggiormente garantite,

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favorendo anche così i porti della Costa Azzurra e della Corsica”. Sempre per quanto riguarda i porti italiani, Civitavecchia si conferma primo porto nel 2012 (con oltre 2.450.000 passeggeri movimentati), seguito da Venezia, Napoli e Livorno (che per la prima volta supera quota 1.000.000 di passeggeri movimentati). Da sottolineare la performance di Genova, che si contenderà con Savona la quinta posizione. Il 2013 porterà invece importanti variazioni nella classifica dei porti. Genova guadagnerà ben due posizioni, superando i 1.100.000 passeggeri movimentati, piazzandosi così in terza posizione dopo Civitavecchia e Venezia e prima di Napoli, Savona e Livorno. Nel 2013 ben 5 porti supereranno quota un milione di passeggeri (Civitavecchia, Venezia, Genova, Napoli e Savona), mentre altri 3 si assesteranno tra i 500.000 e il 1.000.000 (Livorno, Bari e Messina). A scendere, troviamo 6 porti tra i 100.000 e i 500.000 passeggeri (Catania, Palermo, Salerno, Ancona, Cagliari e Ravenna) e poi ancora 4 porti tra i 50.000 e i 100.000 pax e 12 porti tra i 10.000 e i 50.000 pax. Chiudono la classifica i 31 porti minori italiani, che non raggiungono i 10.000 passeggeri movimentati. “La forte crescita del porto di Genova come anche di altri porti della penisola nel 2013 è senz’altro riconducibile all’aumento degli scali di MSC Crociere, mentre Costa Crociere e Royal Caribbean nel complesso rimangono stabili – ha continuato Sergio Senesi – Napoli e Livorno saranno invece penalizzati nel 2013 da evidenti difficoltà nella garanzia degli ormeggi”. Cosimo Brudetti


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capitanerie / porto&diporto

Il mare, un impegno a 360° “I

l mare? Comporta un impegno a 360° per garantire sempre adeguati standard di sicurezza e legalità”. Ne è convinto il contrammiraglio Antonio Basile, da due mesi Direttore Marittimo della Campania e Comandante del Porto di Napoli. Quello di Basile - subentrato a Domenico Picone - è un ritorno alle origini: proprio a Napoli nel 1982, dopo l’Accademia, svolse due mesi di tirocinio prima della crociera addestrativa. Undici

trasferimenti in trentuno anni di carriera hanno portato il comandante palermitano Basile a guidare ora il vasto territorio che si estende dalla foce del Garigliano a Sapri. “Che realtà ha trovato in Campania?”. “Sicuramente molto complessa tra condizioni socio-ambientali ed economiche, problematiche ordinarie e straordinarie legate all’economia da diporto, cantieri, inquinamento e aspetti

Organizzazione strutturale La struttura organizzativa si articola in: • DIREZIONE MARITTIMA DELLA CAMPANIA da cui dipendono le CAPITANERIE DI PORTO di NAPOLI, TORRE DEL GRECO, CASTELLAMMARE DI STABIA, SALERNO. • Dalla Capitaneria di Porto di Napoli dipendono gli UFFICI CIRCONDARIALI MARITTIMI di ISCHIA, PROCIDA e POZZUOLI. Dalla Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia dipende l’UFFICIO CIRCONDARIALE MARITTIMO di TORRE ANNUNZIATA e, infine, dalla Capitaneria di Porto di Salerno dipendono gli UFFICI CIRCONDARIALI MARITTIMI di AGROPOLI e PALINURO Unità Operative Sempre alle dipendenze del Direttore Marittimo, dislocate presso i vari Comandi dipendenti, impiegate lungo il litorale campano sono in servizio operativo 47 unità navali così suddivise: Classi 200 2 unità d’altura Classe Super 200 “a grande autonomia” per l’impiego a lunga distanza dalla costa ed autonomia anche fino ad una settimana. Classi 800 SAR 6 unità Classe 800 SAR “ogni tempo” per l’impiego immediato in operazioni di ricerca e soccorso con la caratteristica principale di essere pronte a muovere sulle 24 ore in meno di 15 minuti e navigare con qualsiasi condizioni di tempo riscontrabile nel mediterraneo essendo dotate di una particolare struttura di carena e un sistema di auto raddrizzamento che le rende “inaffondabili”. Classi 800 - GIUBILEO 1 unità Classe 800 tipo “Giubileo” impiegata presso il porto di Napoli per il soccorso aeroportuale ed aeronautico in considerazione della vicinanza dell’Aeroporto civile di Capodichino con la caratteristica essenziale di possedere dotazioni di salvataggio costituite da zattere autogonfiabili per circa 520 persone. Classi 500 12 unità Classe 500 impiegate prevalentemente per la vigilanza e il controllo delle aree marine protette e per operazioni di polizia marittima e polizia giudiziaria lungo la costa. Classi 2000 2 unità Classe 2000 a medio e corto raggio di impiego prevalentemente impiegate in servizio di vigilanza lungo la costa e in attività di polizia marittima e prevenzione dei reati ambientali. Classi 400 - IDROAMBULANZE 3 unità Classe 400 “Idroambulanza” particolarmente idonee al primo soccorso ed al trasporto di traumatizzati con la caratteristica di poter imbarcare all’esigenza personale sanitario in apposita sala medica presente a bordo. Per la loro peculiarità le unità sono dislocate nei porti delle isole di Capri, Ischia e Procida per il trasporto sulla terraferma di ammalati e traumatizzati che necessitano di trattamento ospedaliero. Il servizio, in convenzione con la Regione Campania, è attivo tutto l’anno, 24 ore su 24. Classi GC – Battelli costieri 20 unità Battelli Pneumatici Costieri veloci e flessibili impiegati in servizio di vigilanza sotto costa e in attività di polizia e di prevenzione di incidenti in mare, soprattutto dedicate al controllo del tranquillo svolgimento delle attività balneari e delle manifestazioni sportive e di altro genere particolarmente numerose durante il periodo estivo lungo la costa. Eventi S.A.R. Vengono qui riportati, concisamente, i risultati conseguiti nel corso dell’ultimo anno, grazie al lavoro ed all’impegno di tutto il personale militare della Direzione Marittima imbarcato sulle unità navali ad essi affidate. • Interventi soccorso eseguiti: 274 • Mezzi soccorsi: 274 • Miglia percorse: 9.435 • Persone soccorse : 487 Un dato di rilievo è quello riferito ai soggetti soccorsi in condizioni limite. Vale a dire che senza tale intervento queste persone sarebbero quasi sicuramente perite. • Persone soccorse in condizioni limite : 32

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turistico-commerciali. D’altronde in 575 chilometri di costa le necessità sono tante”. “Quali sono i suoi prossimi obiettivi per la Campania e per il porto di Napoli?”. “Molto è legato anzitutto ai fondi che gli enti nazionali destineranno al nostro comparto. Basti pensare che ci stiamo attivando per reperire defibrillatori da posizionare sulle motovedette, dal momento che ne sono dotate solo le tre idroambulanze. Ci stiamo occupando, intanto, di regolamentare la raccolta dei rifiuti in tutti i porti di nostra competenza. Mi riferisco a batterie esauste e oli, per evitare che vadano in mare e per questo è stato istituito il gruppo di lavoro per stilare il regolamento. In materia ambientale, poi, stiamo per chiudere una convenzione con la Regione per intensificare i controlli aerei e rilevare dall’alto situazioni di inquinamento marino e terrestre: con adeguate apparecchiature è possibile individuare discariche i cui rifiuti sono coperti sotto un metro di terra”. “Ma è importante anche ridisegnare gli spazi all’interno del porto di Napoli. In che modo?”. “Puntiamo all’adeguamento del piano regolatore portuale. In pratica una nuova ripartizione di spazi all’interno del porto di Napoli, che sia più consona per lo sviluppo delle aree a terra e per il riordino di quelle esistenti. Così sicuramente sarà migliorata la viabilità per il traffico merci e per i passeggeri. Redatto dall’autorità portuale, il piano deve essere visionato dagli enti locali e poi adottato


dal Ministero”. “Napoli come Genova è al vertice in Italia in termini di traffici turistici. Qui le problematiche ambientali non mancano. Il lavoro della Direzione Marittima della Campania verso cosa è orientato?”. “Abbiamo circa 1000 uomini impiegati nei numerosi uffici della Direzione Marittima, 450 persone tra equipaggi di motovedette, sala operativa ed uffici amministrativi. Oltre alla sicurezza portuale ed in mare ci occupiamo di ispezionare cantieri e pescherecci, imbarcazioni e, in collaborazione con l’Asl, fabbriche dove si lavora e confeziona il pesce al fine di tutelare sempre il consumatore lungo tutta la filiera della pesca. Poi, da non sottovalutare, il nostro impegno nel contrasto all’inquinamento. Spesso in mare finiscono scarichi industriali provenienti persino da insediamenti produttivi dell’entroterra, ecco perché la nostra competenza si estende anche in zone del casertano, avellinese e beneventano”. “Sul mare e non solo, quindi, per un lavoro che richiede enorme dispendio di uomini e mezzi d’estate, ma anche d’inverno”. “Certo, perchè se nella bella stagione aumentano i bagnanti, il traffico di

passeggeri e quello di imbarcazioni che raggiungono le coste campane e le isole del Golfo, in inverno ci sono altre necessità. Non dimentichiamo che i nostri controlli nei posti di lavoro, nei terminal e a bordo delle navi, l’assistenza agli ormeggi, alle navi che arrivano nei porti e la ricognizione con le motovedette continuano senza sosta. Siamo ufficiali di polizia giudiziaria e sempre a servizio della magistratura e della comunità”. “Oltre che con la Regione Campania, quali sono gli accordi firmati con le istituzioni del territorio?”. “Abbiamo sottoscritto un protocollo di intesa con l’Università Parthenope di Napoli per l’utilizzo di tecnologie avanzate di rilevamento ambientale, con la realizzazione di un “drone” telecomandato per il telerilevamento a infrarossi del litorale di tutta la Regione. Poi c’è il protocollo organizzativo di salvaguardia ambientale della provincia di Caserta, in stretta collaborazione con la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e la Prefettura di Caserta, per il costante e continuo controllo del litorale domizio, sempre per la tutela del demanio”. “La vostra attenzione è rivolta anche ai giovani, con quali progetti?”. “Ogni anno alla chiusura delle scuole parte la campagna pre-estiva con l’ufficio scolastico campano con gli allievi delle scuole elementari, medie e superiori. Conoscere da vicino il nostro lavoro è importante anche nell’ottica di un impiego futuro in marina. Educare al mare e alle forze armate, quindi, come accade a Salerno. Ogni anno c’è il Campo Giovani, con ragazzi dai 16 ai 21

anni scelti dalle scuole in base al merito, che vivono con noi una settimana effettuando ispezioni notturne, turni di guardia, controlli ai mercati ittici e sulle spiagge, senza tralasciare però l’aspetto turistico-formativo essenziale nella vita dei giovani. I partecipanti, infatti, escono in barca a vela, partecipano a visite guidate e conoscono così anche nuove realtà culturali”. “Tra i compiti della Capitaneria di Porto anche quello di tutelare le riserve marittime e i parchi acquatici. Come è lo stato di salute di queste nostre bellezze?”. “In Campania abbiamo un’enorme concentrazione di risorse marine protette, molte delle quali sommerse. Tesori archeologici e ambientali disseminati in tante aree che meritano maggiore attenzione: Gaiola, Baia, Campi Flegrei, Regno di Nettuno, Punta Campanella, Costa degli Infreschi, Santa Maria di Castellabate. Zone in cui la natura deve sempre essere preservata e per questo serve molta collaborazione da parte anche dei cittadini, che siano bagnanti o diportisti”. “Il numero blu 1530 è sempre al servizio degli utenti, vero?”. “Certo, un numero nazionale per le emergenze in mare che serve anche per segnalare qualsiasi tipo di abuso. È un numero gratuito per il cittadino, che conferma l’impegno delle Capitanerie di Porto nella salvaguardia della vita umana in mare, che garantisce la sicurezza ed il tranquillo svolgimento delle attività balneari turistiche e di ogni altro genere che si svolgono in mare lungo gli 8000 chilometri di costa del nostro Paese. Un collegamento tra addetti ai lavori e utenti che deve sempre funzionare al meglio. La sinergia nel nostro lavoro è importante e tutti possono e devono fare la loro parte”. Emanuela Sorrentino

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cantieristica / porto&diporto

Wärtsilä, la tecnologia sostenibile dei motori a gas W

Oltre 2000 motori venduti e 7 milioni di ore di operatività accumulate

ärtsilä, leader nella fornitura di soluzioni e servizi per il settore navale, ha superato il traguardo degli oltre 2000 motori a gas venduti. Questi prodotti hanno accumulato nel complesso oltre 7 milioni di ore di operatività sul fronte delle applicazioni sia navali, sia terrestri. Questi prestigiosi risultati rafforzano la posizione di leader globale che Wärtsilä si è guadagnata nell’ambito della tecnologia dual-fuel e dei motori a gas. “I motori a gas e a doppio combustibile sviluppati da Wärtsilä trovano applicazione su tutti i tipi di nave e possono essere installati sia sulle imbarcazioni di nuova realizzazione, sia su navi già in operazione in sostituzione dei precedenti sistemi propulsori. In un momento in cui i prezzi dei combustibili e l’obbligo di rispettare le normative ambientali costituiscono le principali sfide per tutti gli armatori e operatori navali, il ricorso al gas naturale è la giusta risposta. Wärtsilä è stata coinvolta in diversi studi di fattibilità volti a stabilire i costi complessivi di gestione dei motori che utilizzano il gas come alternativa ai tradizionali carburanti. I risultati hanno dimostrato in maniera continuativa che il GNL (gas naturale liquefatto) è un’alternativa percorribile e vantaggiosa al diesel marino e agli oli combustibili a basso tenore di zolfo. Questi importanti risultati nei volumi di vendita dei motori a gas e dual-fuel, assieme alle ore di operatività accumulate, rappresentano un’ulteriore prova della validità di questa soluzione”, ha affermato Alexandre Eykerman, Direttore Commerciale, Wärtsilä Ship Power. Wärtsilä ha dato inizio allo sviluppo della tecnologia dual-fuel nel 1987; il primo frutto di questi studi fu un motore gas-diesel (GD) ad alta pressione di iniezione del gas. A questo fecero seguito i motori a gas di seconda generazione quando, nei primi anni ‘90, la società introdusse sul mercato i motori ad accensione comandata (SG) che utilizzavano gas puro a bassa pressione. La vera svolta avvenne tuttavia nel 1995 con l’introduzione del motore

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Wärtsilä dual-fuel (DF). I motori a gas di terza generazione offrivano il vantaggio di combinare l’efficienza e la flessibilità nell’impiego dei combustibili con le prestazioni ambientali. La tecnologia dual-fuel permette di operare il motore con gas naturale, olio combustibile leggero (LFO) oppure olio combustibile pesante (HFO). Il passaggio da un combustibile all’altro avviene senza interruzione delle operazioni e non comporta perdite di potenza o velocità. La commutazione dei combustibili può avvenire senza interruzione durante il funzionamento, senza perdere potenza o velocità. Il motore è inoltre progettato per fornire sempre lo stesso output, indipendentemente dal combustibile utilizzato.

sul mercato. I test eseguiti sul motore a bassa pressione DF a 2 tempi hanno dimostrato per la prima volta che le prestazioni di un motore a bassa velocità permettono di rispettare appieno i limiti stabiliti dalle norme Tier III sulle emissioni di ossido di azoto (NOx). Il lancio del motore a gas a bassa pressione a 2 tempi sviluppato da Wärtsilä è previsto per il 2013 e sarà disponibile in commercio nel 2014. Il prodotto sarà inserito nel portfolio completo di tutti i motori disponibili nel corso del 2015/2016, per offrire così ai clienti la possibilità di scegliere la soluzione più adatta alle singole esigenze.

Sviluppo del motore dual-fuel a due tempi

Il gas naturale è il combustibile alternativo che offre le più elevate garanzie di rispetto delle norme ambientali dell’IMO (International Maritime Organisation) di prossima introduzione, senza scendere a compromessi sull’efficienza dei costi. In particolar modo, l’utilizzo dei motori dual-fuel offre la possibilità di utilizzare il gas naturale, che rispetta l’ambiente, quando si opera nelle Aree di controllo delle emissioni (le cosiddette ECA, Emission Control Areas), e di passare ai combustibili tradizionali quando la nave si trova al di fuori di queste zone. Durante il funzionamento

Verso la fine del 2010, Wärtsilä ha avviato un importante progetto per estendere la propria leadership nell’ambito dei motori dual-fuel, adattando la tecnologia Wärtsilä dei motori a gas a bassa pressione per utilizzarla nel portfolio dei motori a bassa velocità. Successivamente, nel marzo del 2011, è stato installato presso il laboratorio motori di Trieste il nuovo motore per collaudi RTX-5, la cui tecnologia si basa su un motore a 6 cilindri RT-flex50 disponibile

Wärtsilä in breve

Rispetto dell’ambiente e dell’efficienza dei costi

Wärtsilä è leader mondiale nella fornitura di soluzioni per la generazione di energia pensate per l’intero ciclo di vita degli impianti, progettate per il settore marino e dell’energia. Concentrando la propria attenzione sull’innovazione tecnologica e sull’efficienza totale, Wärtsilä riesce a otten e r e il massimo delle prestazioni a livello ambientale ed economico con soluzioni pensate per le imbarcazioni e gli impianti di generazione dell’energia dei propri clienti. Nel 2011, Wärtsilä ha totalizzato un fatturato di 4,2 miliardi di Euro, con più di 18.000 dipendenti. L’azienda dispone di unità operative dislocate in 160 siti, distribuiti in 70 paesi sparsi in tutto il mondo. Wärtsilä è quotata in borsa sul NASDAQ OMX di Helsinki, Finlandia. In Italia Wärtsilä occupa direttamente oltre 1400 persone e coinvolge un indotto di almeno ulteriori 500 addetti.


a gas, i motori dual-fuel Wärtsilä a bassa pressione non richiedono il ricorso a componenti aggiuntivi (ad esempio sistemi di trattamento dei gas esausti) per soddisfare i requisiti delle norme IMO Tier III sulle emissioni di NOx. I primi motori 50DF Wärtsilä furono installati a bordo delle navi metaniere circa dieci anni fa, e da allora quasi il 65% di tutte le nuove imbarcazioni della flotta del settore sono state dotate di motori Wärtsilä dual-fuel. All’inizio di quest’anno è stata segnata una tappa fondamentale quando il motore Wärtsilä 50DF è stato installato sulla centesima metaniera. In aggiunta a questa pietra miliare, sul fronte dei sistemi di propulsione, i motori a gas e dual-fuel Wärtsilä stanno diventando la scelta privilegiata in tutti i segmenti del trasporto marittimo, in particolare per imbarcazioni come rimorchiatori, traghetti e navi da crociera che operano frequentemente nelle aree ECA. I motori Wärtsilä dual-fuel vengono impiegati sempre più spesso anche nel segmento dell’industria petrolifera e del gas offshore, perché consentono di rispondere alle particolari esigenze in termini di flessibilità, utilizzo efficiente del carburante e rispetto di normative ambientali particolarmente severe a cui sono sottoposte ad esempio le unità galleggianti di produzione, stoccaggio

e scarico (FPSO – Floating Production Storage & Offloading) e le navi di supporto alle piattaforme (PSV – Platform Supply Vessels). Con l’acquisizione di Hamworthy, Wärtsilä ha ora arricchito la propria offerta con sistemi di alimentazione a gas naturale liquefatto e impianti di liquefazione e rigassificazione del gas

naturale di piccola taglia. Questi nuovi prodotti, uniti ai motori Wärtsilä a gas e dual-fuel, oltre ad ampliare l’ambito di fornitura, favoriscono ulteriormente i benefici dell’uso del GNL offrendo al contempo una maggiore flessibilità operativa. Stefania Vergani

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cantieristica / porto&diporto

Su Fincantieri torna il sereno N

el settore della costruzione di nuove navi da crociera Fincantieri ormai da vent’anni si distingue per essere un produttore d’eccellenza di questo tipo d’imbarcazioni; per anni è stata leader del mercato, ma poi con il propagarsi della crisi economica l’azienda triestina ha subito duri colpi con la riduzione delle commesse. Anche i cantieri del ramo cruise di Fincantieri hanno subito scarichi di lavoro che hanno costretto alla cassa integrazione parte delle maestranze; in questa congiuntura difficile i tedeschi di Meyer Werft sono riusciti pure a strappare il primato se consideriamo la stazza lorda complessiva di nuove navi da consegnare. Ma alla fine del 2012 c’è stato il ri-sorpasso grazie alle nuove commesse acquisite che sono state un vero toccasana per l’azienda triestina. Quindi oggi Fincantieri alla luce dei nuovi ordini può guardare al futuro con più fiducia e lo stesso lo devono fare i suoi dipendenti. Vediamo ora nel dettaglio quali sono i carichi di lavoro dei suoi stabilimenti dedicati alla costruzione di cruise-liners. Monfalcone, il più grande cantiere del gruppo, al momento sta lavorando su tre commesse. Si trova in fase d’allestimento alla banchina la Royal Princess, nuovo prototipo da 141.000 t.s.l. e 3.600 passeggeri su base doppia da consegnare a Princess Cruises alla fine del maggio dell’anno prossimo. Nel bacino si trova in costruzione la Regal Princess, sorella di “Royal” che sarà invece pronta

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nel 2014. Infine a terra nelle officine si sta già lavorando sulla terza nave di questa nuova classe che però sarà completata con i colori di P&O Cruises e avrà due fumaioli invece che uno (consegna 2015). Il cantiere di Marghera invece ha impostato la nuova nave di Costa Crociere il 10 dicembre scorso: con 132.500 t.s.l. sarà la più grande nave passeggeri battente bandiera italiana. Quest’unità, evoluzione della fortunata classe “Dream” di Carnival, si differenzierà esternamente principalmente per il fumaiolo con la “C” blu su sfondo giallo e per la piscina centrale coperta. Potrà ospitare un massimo di 4.928 passeggeri e sarà pronta nell’ottobre del 2014. Lo stabilimento di Ancona invece sta lavorando sulla piccola Le Solèal di 10.700 t.s.l. che sarà consegnata l’anno prossimo alla Compagnie du Ponant. Le navi elencate sono solo quelle che sono già state assegnate ad un cantiere e che sono già in fase di lavorazione, ma il 2012 ha portato in dote ordini per ben altre 6 navi da crociera che dovranno essere ancora destinate ai vari cantieri. Il gruppo Carnival Corporation & Plc. ha ordinato una nave per il marchio Holland America Line di 99.000 t.s.l. e 2.660 passeggeri che verrà consegnata nell’autunno del 2015 e una nave per il marchio Carnival Cruise Lines da 135.000 t.s.l. e 4.000 passeggeri che verrà consegnata nell’inver-


no del 2016. Inoltre il gruppo Carnival vanta anche alcune opzioni per altre navi con Fincantieri e quindi l’anno prossimo si potrà ulteriormente infoltire il portafoglio ordini dell’azienda triestina. Quest’anno poi Fincantieri è riuscita ad accaparrarsi un doppio ordine per un nuovo cliente: Viking Ocean Cruises. Quest’ultimo ha ordinato prima una nuova coppia di navi da 48.000 t.s.l. dopo una complicata trattativa che ha visto l’azienda di Bono prevalere sui concorrenti di STX France Cruise; infine all’inizio di questo mese le due società hanno comunicato di aver raggiunto l’accordo per la costruzione di altre due unità di questa classe con opzione per altre due. In totale il portafoglio ordini di Fincantieri con 11 navi nel carnet supera ampiamente i 4 miliardi di Euro di valore, una cifra che non può che far riflettere sull’importanza di quest’azienda per il nostro Paese. Le due navi di maggior stazza acquisite dal gruppo Carnival verranno assegnate quasi sicuramente ai due cantieri più grandi, quello di Monfalcone e quello di Marghera: il primo potrebbe ottenere la nuova costruzione Carnival, mentre il secondo la nuova nave per Holland America. Per quel che riguarda le quattro nuove navi Viking, in consegna a partire dal 2015, sicuramente Ancona otterrà la sua parte, ma anche tutti gli altri cantieri del gruppo potranno partecipare a questa importante commessa, anche quelli impiantisticamente più disagiati come Sestri Ponente e Castellamare di Stabia. Ricordiamo che in ballo c’è anche la commessa già acquisita per il traghetto della Société des Traversiers du Québec la cui consegna è prevista entro il 2014. Pure questa commessa potrà aiutare a risolvere il

problema della cassa integrazione che grava ancora sulle maestranze Fincantieri, segno che la crisi non è ancora passata, ma grazie alla capacità di far squadra di tutta l’azienda si è riusciti a porre delle buone basi per il prossimo futuro. Anche nel settore refitting di navi da crociera Fincantieri può vantare una prestigiosa commessa: quella della trasformazione l’anno prossimo della Carnival Destiny in Carnival Sunshine. Infatti i lavori saranno talmente estesi che cambieranno totalmente l’aspetto interno ed esterno, con l’aggiunta di due semiponti, di questa storica nave, la prima a superare al mondo le 100.000 t.s.l. (consegnata nel 1996): per questo motivo Carnival ha deciso anche di cambiarle il nome. I lavori saranno eseguiti presso il bacino Fincantieri dell’Arsenale Triestino San Marco di Trieste e dureranno da fine febbraio ad inizio aprile. Vista la complessità dell’opera una parte dei lavori saranno eseguiti anche dal cantiere di Monfalcone dove questa nave è stata costruita. Questa trasformazione sarà la più importante mai effettuata su una nave Carnival e il valore della commessa raggiunge quasi i 120 milioni di Euro. L’azienda triestina sembra a questo punto aver trovato la giusta direzione per uscire dalla crisi e dopo aver acquisito i tre cantieri americani, adesso sembra aver puntato su STX-OSV, leader mondiale nelle costruzioni off-shore, di cui mira ad acquisire la maggioranza azionaria. Se anche questa operazione andrà in porto Fincantieri diventerà a pieno diritto uno dei leaders mondiali delle costruzioni navalmeccaniche. Matteo Martinuzzi

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cantieristica / porto&diporto

Consilium Remocean vigila su Costa Concordia L

e operazioni di recupero del relitto della Costa Concordia presentano un buon numero di fattori di rischio che rendono l’impresa particolarmente difficile e complessa. Fra i rischi, giocano un ruolo fondamentale le condizioni del mare ed il loro peggioramento desta non poche preoccupazioni non solo agli addetti ai lavori, ma anche agli abitanti dell’Isola del Giglio. Poter monitorare con continuità ed in tempo reale lo stato del mare è sicuramente un modo sicuro ed efficace per prevenire catastrofi e, comunque, anche per organizzare efficaci contromisure. Micoperi, la Società che cura le attività di rimozione di Costa Concordia, ha affidato al Consorzio LaMMA il monitoraggio continuo delle condizioni meteomarine nell’area. Il Consorzio LaMMA (Laboratorio di Monitoraggio e Modellistica ambientale) che ha sede a Sesto Fiorentino, è stato costituito a fine 2007 per iniziativa di Regione Toscana, CNR e Fondazione per il Clima e la Sostenibilità. I principali settori di specializzazione del

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Consorzio riguardano meteorologia, climatologia, sistemi informativi geografici (GIS), geologia e, più in generale, di ecosostenibilità ambientale. Per rilevare lo stato del mare viene impiegato un wave radar Consilium Remocean. Il wave radar è un radar di navigazione in banda X Consilium che integra degli algoritmi matematici sviluppati da Remocean e che permette di stimare in tempo reale e con elevata precisione i seguenti parametri di mare: • Lunghezza dell’onda, periodo e direzione delle onde dominanti • Altezza significativa dell’onda • Correnti marine sulla superficie • Mappe batimetriche e di correnti • Ricostruzione spazio-temporale dell’altezza d’onda Le informazioni raccolte ed elaborate dal wave radar vengono presentate su un’apposita stazione operatore installata nella sala controllo di Micoperi. Il wave radar trova naturale applicazione in tutti quei settori dove la conoscenza dello stato del mare è fondamentale per la sicurezza della navigazione, in operazioni di ricerca e soc-

corso e di sorveglianza della costa. Lo sviluppo di questo prodotto è interamente “made in Italy” e si è reso possibile grazie all’innovazione tecnologica che Remocean ha introdotto in questo campo specifico. Remocean è una giovane e dinamica Società con sede a Napoli, fondata da un gruppo di brillanti ricercatori provenienti dall’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente (IREA) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Consilium dal canto suo ha provveduto allo sviluppo del necessario interfaccia ed ai test di integrazione del sistema. Malgrado un momento nel quale gli investimenti languono, l’interesse suscitato nel mondo navale dal wave radar è stato significativo ed incoraggiante. Già alcuni Armatori stanno valutandone l’installazione a bordo delle loro navi come strumento ai fini anche di energy saving. L’applicazione per Costa Concordia è comunque importante per il contributo al fine di assicurare una positiva conclusione di una vicenda così delicata. Fabrizio De Cesare


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crociere / porto&diporto

L’industria crocieristica e il Mediterraneo

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ppuntamento a Marsiglia dei big dell’industria crocieristica in occasione della nona edizione del SeatradeMed Cruise e Superyacht Convention. La Convention, ospitata da Marseille Provence Cruise Club - grazie anche agli eventi e ad un programma di conferenze di alto livello oltre ad una esposizione con oltre 100 stand - ha visto una ampia gamma di operatori e industrie del settore, armatori, porti e tour operator riuniti per discutere del futuro del settore crocieristico nella regione Mediterranea, soprattutto in termini di efficienza e di qualità ambientale. Non bisogna

importante gateway per il Mediterraneo sia come home port che come porto di transito. Primo porto francese per le crociere ha registrato 382 presenze e 810.000 passeggeri nel 2011, con un aumento del 16% rispetto al 2010. Marsiglia punta al turismo crocieristico e si organizza per accogliere i turisti con un piano ambizioso che prevede un massiccio sviluppo urbano intorno allo scalo e la realizzazione di un nuovo terminal che potrà accogliere due navi contemporaneamente e che lascia presagire la possibilità di raggiungere 1 milione di passeggeri entro il 2013. La sessione di apertura della con-

dimenticare che il Mediterraneo, dopo i Caraibi, resta una delle mete più appetibili per i crocieristi di tutto il mondo. Lo dimostra un mercato in costante crescita: 171 le navi da crociera presenti nell’area, nel 2011, con un potenziale di 4 milioni di passeggeri e 2.958 crociere. Marsiglia è diventata negli anni un

ferenza dedicata al mercato mediterraneo si è concentrata sull’ampia offerta di destinazioni dell’area ed alle prossime sfide in termini di espansione geografica e stagionale. “Le conferenze – ha commentato Chris Hayman, Presidente Seatrade - forniscono l’occasione per un confronto dei nostri delegati con gli esperti del settore, provenienti dalle diverse aree, capaci di far conoscere le opportunità del settore oltre ad offrire spunti e soluzioni per lo sviluppo delle crociere anche in base alle differenze geografiche”. Numerosi i porti italiani presenti alla Mostra nel padiglione allestito da Med Cruise. Fra questi il porto di La Spezia che sta lavorando per dedicare un accosto alle navi da crociera. Durante la presentazione dei progetti alcune simulazioni e rendering hanno sovrapposto la situazione attuale di La Spezia con quella futura. “Il progetto - ha dichiarato il Presidente del’Authority Forcieri - è stato già presentato in conferenza StatoRegione e stiamo dialogando con le

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più importanti compagnie mondiali per realizzare la stazione crocieristica. Provvisoriamente le navi saranno accolte, a partire dalla prossima primavera, presso il Molo Garibaldi. E’ cresciuta la nostra credibilità a livello internazionale – ha continuato Forcieri - e a Marsiglia abbiamo potuto riscontrare una sempre maggiore attenzione rispetto alla progettualità del nostro scalo, oltre che per le capacità attrattive del nostro golfo e del territorio ligure, a partire dalle Cinque Terre”.

Il porto di Trieste, con Trieste Terminal Passeggeri, si è presentato con un progetto di rilancio avviato nel secondo semestre del 2012 proponendo un terminal inteso come home port per le love boat, ma anche come approdo per maxy yacht, nonché centro congressuale. “L’appuntamento di Marsiglia – commenta il nuovo Presidente Antonio Paoletti - è una tappa fondamentale per TTP che quest’anno ha già registrato una crescita considerevole con la conferma per il 2013 di Costa Classica (26 scali), di Msc Melody (14 scali), Grimaldi Group con la controllata greca Minoan (150 scali)”. Particolarmente intensi a Marsiglia i rapporti con Aida Cruise, società tedesca del gruppo Carnival per far arrivare a Trieste l’Aida Aura dal 27 aprile 2014 con 17 toccate e la Aida Sol dal 2015. “Puntiamo ad un aumento dei traffici - commenta il presidente dell’Autorità Portuale di


Trieste, Marina Monassi – e cerchiamo di guardare oltre la crisi, investendo nel miglioramento delle strutture portuali, nel loro ampliamento e nella ridefinizione di una strategia che dia allo scalo giuliano un ruolo di crescente importanza non solo nel Nord Adriatico, ma anche nel Centro Europa”. Livorno e Piombino, due dei tre porti toscani si sono presentati insieme a Marsiglia, come gate della Toscana, uno delle mete più gettonate a livello internazionale. Non solo come porte di accesso alle città d’arte, da Firenze, a Pisa, a

Lucca ma anche alla costa toscana ricca di non meno importanti reperti archeologici, storici ed artistici. “Livorno ha festeggiato proprio in questi giorni il milionesimo crocierista – spiega Roberto Piccini, Presidente della Porto Livorno 2000 - Grazie alla lungimiranza del Governatore della Regione Toscana Rossi ed all’Autorità Portuale possiamo dare nuove certezze agli armatori che scaleranno Livorno il prossimo anno, sia per gli accosti che per i servizi. Se siamo oggi il quarto porto in Italia come numero di passeggeri con un maggior numero di ormeggi e

la realizzazione del terminal crociere sull’Alto Fondale potremo vedere crescere ulteriormente le presenze nel nostro scalo”. E dai progetti di espansione dei porti di Piombino - Isola d’Elba e di Livorno nasce l’idea di Costa Toscana Cruise, un’alleanza fra soggetti pubblici e privati che perseguono il comune obiettivo di favorire l’incoming sul litorale toscano. “Livorno è nata come porto del Granducato e mantiene la sua vocazione di porta di accesso alla terra ed alla cultura toscana – spiega Roberto Piccini, Presidente della Porto di Livorno 2000 – ma, grazie alla collaborazione de La Strada del Vino e degli altri soggetti che hanno partecipano con noi al SeatradeMed, intendiamo presentare agli armatori ed ai tour operator, oltre che ai Media, i servizi dei due porti toscani ma anche una serie di itinerari per far conoscere il nostro territorio nelle sue diverse sfaccettature: Livorno e il Granducato di Toscana, Bolgheri e le strade del vino, l’Isola d’Elba e le perle del Tirreno, Gli Etruschi e l’Alta Maremma. Oltre ai servizi che il porto di Livorno offre alle Compagnie di Navigazione possiamo contare su un’offerta turistica di qualità che punta sulle eccellenze del territorio”. Patrizia Lupi

CR Marine & Aviation - Via Francesco Crispi, 74 - 80121 Napoli dicembre Tel.: +39.081.668488 Fax: +39.081.665963 - info@crmarineaviation.it – P.IVA 00822900940

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crociere / porto&diporto

Le ragioni di un successo L’

escalation di Venezia fra gli home port crocieristici europei è stata travolgente e come tutti i fenomeni complessi ha visto la concomitanza di vari fattori per imporsi all’attenzione di un bacino di utenza in forte evoluzione quale quello che gravita sul Nord Est e sul centro Europa. Porto&diporto ne ha parlato con Sandro Trevisanato, presidente di Venezia Terminal Passeggeri, uno dei soggetti artefici di questo successo. “Ritengo che un fattore essenziale sia quello che stiamo a Venezia ovvero l’appeal della città è forte, però altrettanto essenziale è stata l’offerta di servizi adeguati alle richieste delle compagnie crocieristiche. La qualità dei servizi in generale alle navi, ai passeggeri ed ai bagagli è frutto di molti investimenti fatti dalla nostra società e dall’Autorità Portuale: parliamo di circa 60.000.000 di euro nell’ultimo decennio che ci hanno consentito di realizzare praticamente quattro nuove stazione passeggeri, adesso stiamo realizzando la quinta stazione nuova sfruttando fabbricati già esistenti e ciò ci consentirà a breve di dare una stazione passeggeri ad ogni nave. Inoltre abbiamo potuto realizzare parcheggi per quasi 5.000 auto che insieme ad una adeguata attività commerciale hanno fatto si che abbiamo potuto dare una buona accoglienza alle compagnie di navigazione e raggiungere un risultato di grande rilievo, un aumento del quasi 600% nel decennio”. Quale è la situazione attuale degli ormeggi? Attualmente abbiamo la possibilità di ospitare sette navi contemporaneamente avendo a terra 6 fabbricati. Stia-

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Sandro Trevisanato mo realizzando il settimo fabbricato di modo che a fine 2013 saremo in grado di offrire ad ogni nave ormeggiata una struttura dedicata. Ciò rappresenta una nuova concezione di terminal passeggeri in funzione anche del gigantismo delle moderne navi. Quindi un nuovo concetto di stazione marittima? Appunto ed inoltre non è da sottovalutare una intensa attività commerciale che ci ha consentito di portare quasi l’80% delle navi circolanti nel Mediterraneo a Venezia Non ci siamo fossilizzati ma abbiamo contatti con tutte le più grandi compagnie del mondo. Quali sono le caratteristiche della vostra clientela come home port? Per essere home port occorre avere tutte le strutture idonee, noi abbiamo l’aeroporto internazionale Marco Polo praticamente collegato al porto

via acqua e siamo vicinissimi alla rete autostradale mentre il centro storico è a pochi minuti. Quale è l’impatto economico sul territorio? Abbiamo circa 300 milioni di euro all’anno dall’indotto diretto ed altrettanti se non di più dall’indotto indiretto. Poi c’è un giro di affari per le forniture navali stimato in circa 200 milioni di euro, raggiungendo così un giro d’affari di quasi un miliardo di euro con circa 5.500 addetti. Mentre l’impatto ambientale ha aperto più di un dibattito. Siamo stati promotori di un accordo spontaneo tra le compagnie ed il comune che prevede l’utilizzo di carburanti puliti per la sosta in banchina inoltre stiamo promuovendo un altro accordo, già sottoscritto da due compagnie, per l’utilizzo di questi carburanti all’interno dell’intera laguna. La seconda area di intervento è lo studio con l’Autorità Portuale del cold ironing per servire 2 o più stazioni di navi con il rifornimento di energia elettrica in banchina in modo da ridurre l’utilizzo dei generatori di bordo. Avete generato un particolare know how, prevedete di esportarlo? Le nostre performance di crescita non sono passate inosservate e ci è stato richiesto di partecipare ad alcune cordate con compagnie di crociere; siamo riusciti ad aggiudicarci partecipando con queste cordate la gestione dapprima del porto di Ravenna poi del porto di Brindisi poi Catania e per ultimo Cagliari che abbiamo presentato al Seatrade di Marsiglia. Maurizio De Cesare



crociere / porto&diporto

Iniziative CLIA ed ECC per la sicurezza in mare

L’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) pronta a includere le procedure dell’Operational Safety Review (OSR) introdotte dalle Associazioni

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ruise Lines International Association (CLIA) e la European Cruise Council (ECC) sottolineano la decisione dell’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) di approvare l’inclusione nella Convenzione internazionale per la salvaguardia della vita umana in mare (SOLAS) della policy introdotta dal settore rela-

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tiva al completamento delle attività informative sulla sicurezza prima della partenza dal porto. La procedura, annunciata con effetto immediato il 9 febbraio 2012 come misura volontaria da parte delle compagnie CLIA ed ECC all’interno del progetto di revisione delle policy di sicurezza del comparto denominato Cru-

ise Industry Operational Safety Review (OSR) andrà quindi ad aggiungersi al sistema normativo previsto dal SOLAS, convenzione internazionale volta a tutelare la sicurezza della navigazione a bordo con normative che riguardano anche le apparecchiature di sicurezza


e le procedure all’interno delle navi. Il Comitato per la sicurezza marittima dell’IMO, in occasione delle recenti riunioni di Londra, ha inoltre fatto proprie tre ulteriori policy nate nell’ambito dell’OSR. Le procedure incorporate riguardano il training per l’imbarco sulle scialuppe da parte dell’equipaggio, la registrazione delle nazionalità dei passeggeri e la condivisione di elementi comuni per esercitazioni e informazioni per la gestione delle emergenze. Queste nuove procedure saranno ora incluse all’interno della guida IMO per la sicurezza dei passeggeri e applicate a tutto il settore. “L’industria mondiale delle crociere apprezza e condivide il rigore con cui l’IMO, il suo Segretario generale, il Comitato per la sicurezza marittima e i 170 Stati membri si impegnano in tutto il mondo per migliorare continuamente la sicurezza dei passeggeri e dell’equipaggio, la nostra priorità numero uno - ha commentato Christine Duffy, Presidente e CEO di CLIA - L’innovazione in materia di sicurezza è stata una costante del settore delle crociere per decenni e restiamo saldamente impegnati nel consolidare la nostra leadership per

il miglioramento della sicurezza e delle procedure di bordo”. “Accogliamo con favore la decisione dell’IMO di includere alcune procedure dell’Operational Safety Review all’interno del SOLAS - ha dichiarato Manfredi Lefebvre d’Ovidio, Presidente ECC -Questa scelta è un riconoscimento all’attenzione del nostro settore verso il continuo miglioramento nella sicurezza e dimostra come, con il lavoro congiunto di tutti gli associati, sia stato possibile raggiungere risultati concreti e in tempi rapidi attraverso la condivisione delle best practice in materia. Ci auguriamo di poter continuare a collaborare con l’IMO anche in futuro per potenziare ulteriormente la sicurezza a bordo” Nel corso degli incontri di Londra, l’IMO ha inoltre identificato ulteriori azioni immediate per migliorare la sicurezza delle navi passeggeri, utilizzando Cruise Industry Operational Safety Review quale fonte di molti degli elementi di novità introdotti. Tra questi, una valutazione completa dei fattori umani e degli aspetti operativi nella sicurezza marittima e lo sviluppo di best practice globali da attuare a livello di comparto. Ad oggi, il progetto OSR ha introdotto dieci nuove procedure che superano gli attuali requisiti normativi internazionali. Tutte le informazioni relative all’OSR sono disponibili online all’indirizzo ECC European Cruise Council è l’associazione che rappresenta i maggiori player europei del settore e conta, tra i suoi membri, 30 operatori crocieristici e 34 società marittime associate. ECC promuove in Europa gli interessi degli operatori del comparto, lavorando a stretto contatto con le più importanti Istituzioni europee: la Commissione, il Parlamento, il Consiglio dei Ministri e le relative Rappresentanze Permanenti, ma anche l’Agenzia Europea per la Sicurezza Marittima (EMSA). ECC guarda inoltre alla tutela degli interessi

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dei propri associati attraverso lo stretto rapporto con altri organismi europei quali la European Community Shipowners Association (ECSA), la European Sea Ports Association (ESPO) e la European Travel Agent & Tour Operators Association (ETCAA). ECC inoltre sostiene il settore delle crociere favorendo l’espansione del mercato Europeo, collaborando con alcune associazioni regionali quali: Cruise Baltic, Cruise Europe, Cruise Norway e MedCruise. L’industria europea delle crociere continua ad incrementare la propria quota di mercato globale con 27,8 milioni di passeggeri ospiti di un porto europeo nel 2011; nello stesso anno 6,2 milioni di passeggeri europei hanno viaggiato con una crociera. Il comparto ha generato un giro d’affari complessivo di 36,7 miliardi di euro e garantendo più di 300.000 posti di lavoro. Nel 2011 hanno operato in Europa 171 navi da crociera attive nel Mar Mediterraneo e 102 nei mari del Nord Europa. CLIA Cruise Lines International Association (CLIA) è la più grande organizzazione non-profit mondiale nell’industria delle crociere. CLIA rappresenta gli interessi di 26 operatori e partecipa al processo di regolamentazione e di elaborazione delle policy internazionali, sostenendo misure che favoriscano un ambiente sicuro e sano a bordo delle navi da crociera. CLIA è inoltre impegnata nella formazione degli agenti di viaggio, nella ricerca e nello sviluppo di attività di comunicazione e marketing finalizzate alla promozione del valore di una vacanza in crociera con migliaia di agenzie e agenti di viaggio associati in tutto il Nord America. Per ulteriori informazioni su CLIA, il settore delle crociere, e i membri CLIA tra le compagnie e le agenzie di viaggio, visitare il sito www.cruising.org. CLIA può essere seguita anche sulle pagine ufficiali di Facebook e Twitter. Giacomo Canarsa

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Uno scivolo d’acqua da sogno su Msc Preziosa Grazie ai suoi 120 metri di lunghezza, la nuova attrazione stabilisce un record tra gli scivoli a corpo libero

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bordo di MSC Preziosa, la nuova ammiraglia attualmente in costruzione presso i cantieri di Saint Nazaire in Francia, sarà installato “Vertigo”, uno scivolo acquatico lungo più di 120 metri. Si tratta dello scivolo più lungo a corpo libero mai installato a bordo di una nave da crociera. E’ questa una delle novità della nuova ammiraglia che sarà battezzata a Genova il 23 marzo 2013 e che, a differenza delle sue 3 ammiraglie gemelle già in servizio, sarà dotata sul ponte più alto di un grande aqua park con scivoli, giochi d’acqua, spruzzi e fontane per far divertire grandi e piccini. Il Doremi Castle, questo il nome dell’aqua park, sarà un insieme di percorsi e giochi d’acqua che si svilupperanno su una serie di piattaforme rialzate con tante attrazioni date da spruzzi vaporizzatori. Divertimento e suspense garantiti anche da getti d’acqua a sorpresa sopra le teste ignare dei bagnanti. Situato all’interno dell’aqua park, lo scivolo Vertigo permetterà agli ospiti di provare una emozionante discesa lunga 120 metri. Un’avventura fatta di curve e favolosi tornanti con fasce di colore traslucide che creeranno un meraviglioso effetto stroboscopico da ammirare a tutta velocità, che porterà gli ospiti anche oltre il perimetro della nave con un breve passaggio sul mare. Proprio in questo tratto lo scivolo diventerà trasparente, regalando una vista mozzafiato sul mare da circa 60 metri di altezza. Con le sue caratteristiche divertenti progettate per accendere l’immaginazione e stimolare la creatività, l’aqua park Doremi Castle sarà il luogo ideale a bordo di MSC Preziosa per nuotare e scatenarsi per tutto il tempo. Come scritto MSC Preziosa sarà varata il prossimo 23 marzo a Genova.

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Lunga 333 metri e larga 38 metri, sarà in grado di raggiungere una velocità di 23 nodi e potrà ospitare fino a 4.345 passeggeri. Ancora una volta, a firmare gli eleganti ambienti della nave è lo studio di architetti italiani De Jorio Design

ramico, ponti privati e ascensore riservato per accesso all’MSC Aurea Spa, il grande centro benessere balinese a bordo della nave. Nel frattempo la quarta nave ammiraglia della classe Fantasia di MSC

International specializzato in costruzioni navali. Dopo il varo, MSC Preziosa partirà ogni settimana da Genova per crociere con tappe a Napoli, Messina, Tunisi, Barcellona e Marsiglia fino a novembre 2013. Fra le caratteristiche più importanti della nuova ammiraglia spicca l’MSC Yacht Club, già presente nelle navi gemelle MSC Fantasia, MSC Splendida e MSC Divina. Situato a prua della nave e concepito come un’area privata completamente indipendente, l’MSC Yacht Club è diventato un benchmark per i viaggi esclusivi. Con una spettacolare vista mare, suite superior con servizio maggiordomo h 24, un ristorante dedicato, piscina, solarium, lounge pano-

Crociere, nei giorni scorsi è stata ufficialmente trasferita al molo Joubert, bacino C dei cantieri STX Europe di Saint-Nazaire, dove saranno effettuati gli ultimi ritocchi al suo scafo e completati gli impianti e gli arredi. Si tratta del primo spostamento da quando è iniziata la costruzione della nave. Una lunga operazione durata due giorni che ha richiesto il coinvolgimento di gran parte dello staff dei cantieri navali francesi. MSC Preziosa durante la “sfilata” è stata accompagnata da cinque rimorchiatori al molo di destinazione, dove verrà completata con massima cura per i dettagli. Intanto, dall’altra parte dell’Italia, sull’Adriatico si è svolta al porto di Trie-


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ste la tradizionale cerimonia del “Maiden Call” per celebrare il primo scalo di MSC Poesia nel capoluogo giuliano. Durante l’evento alla Stazione Marittima, al Molo dei Bersaglieri, sulla lussuosa unità della flotta MSC Crociere si è tenuto il tradizionale scambio di crest tra il Comandante della nave Francesco Veniero e i rappresentanti delle autorità marittime e locali. Alla cerimonia hanno preso parte anche il Country Manager Mercato Italia di MSC Crociere Leonardo Massa e l’Area Manager Nord Est Italia di MSC Crociere Massimo Bertoldero. MSC Poesia è poi partita verso Dubrovnik (Croazia) per poi arrivare a Genova. Da lì inizierà una traversata

oceanica in direzione dei Caraibi, dove effettuerà 22 crociere fino ad aprile 2013. “Trieste è senza dubbio uno dei porti italiani che nel 2012 hanno fatto registrare una crescita maggiore in termini di crocieristi movimentati - ha dichiarato l’area manager Nord Est Italia di MSC Crociere Massimo Bertoldero - Il prossimo anno MSC Crociere ha inserito Trieste, punto nevralgico per il raggiungimento dei crocieristi provenienti dai paesi dell’Est, come porto di imbarco di un ciclo di 15 itinerari estivi verso Croazia, Montenegro e Grecia, con una movimentazione prevista di 19.000 passeggeri”.

MSC Poesia è lunga 293,8 metri, alta 50 metri e larga 32 metri: dispone di 1.275 cabine e può ospitare fino a 3.000 passeggeri. La nave ha 5 ristoranti dove gustare le prelibatezze della cucina italiana e internazionale, fashion boutique, discoteca, casinò, un teatro da 1.240 posti, 3 piscine e 4 vasche idromassaggio. Comfort anche per chi ama il relax e il benessere grazie all’MSC Aurea Spa, un vero e proprio fiore all’occhiello composto da un esclusivo centro benessere in pieno stile balinese fornito di bagno turco, sauna, sale massaggi, talassoterapia, parrucchiere e salone di bellezza. Fabrizio De Cesare

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infrastrutture / porto&diporto

De Simone Presidente dell’AP di Messina

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entata di novità in seno allo Stretto: il nuovo Presidente dell’Autorità Portuale di Messina, Antonino De Simone, insediato la scorsa estate, ha le idee ben chiare su quello che c’è da fare per rivitalizzare un territorio che può contare su svariati chilometri di costa, una posizione geografica eccellente, su un traffico passeggeri elevatissimo, sulle crociere, sulla cantieristica. E l’Autorità portuale di Messina rappresenta un elemento determinante ai fini dello sviluppo e del rilancio della città. A distanza di pochi mesi dall’insediamento del nuovo Presidente si è già passati dagli intenti a progetti avviati e cantierabili, grazie anche alla collaborazione del nuovo segretario generale, Francesco Di Sarcina, nomina condivisa da tutti gli operatori del porto, e da un fattore non trascu-

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rabile, ovvero la disponibilità di “Risorse economiche necessarie a finanziare i progetti e in questo senso l’Autorità portuale non ha problemi a spenderle - ha precisato il presidente De Simone - Abbiamo di recente portato a termine l’approvazione del Piano Operativo Triennale nel quale sono state previste una serie di nuove opere di infrastrutturazione e di collegamento viario per i porti di Messina e di Milazzo. Queste opere, sempre concertate con le istituzioni locali e con gli operatori del porto in virtù di una politica basata sulla condivisione delle scelte, saranno finanziate proprio grazie a quelle risorse che erano disponibili nelle casse dell’autorità Portuale”. Contestualmente procede spedita la redazione e successiva approvazione dei Piani regolatori portuali di Messina e Milazzo per poter pia-

nificare le future realizzazioni attraverso una serie di incontri con le amministrazioni locali competenti: il nuovo anno vedrà un’attività spedita per mettere in progetto tutte le considerazioni che sono state formulate dai vari enti e dai vari soggetti per venire al più presto alla redazione del documento definitivo relativo al piano regolatore portuale da portare ad approvazione secondo le previsioni di legge. Le linee programmatiche dei nuovi piani regolatori saranno dettate dalle indiscutibili potenzialità del sistema portuale Messina - Milazzo - a partire dall’invidiabile posizione geografica - legate sia alle attività di logistica che alle autostrade del mare


e alle crociere. “Nel settore crocieristico, che per noi è già un fiore all’occhiello perché siamo il primo porto in Sicilia e tra i primi porti in Italia per numero di passeggeri croceristi, ci aspettiamo un aumento fisiologico ma non esponenziale, mentre per tutti gli altri traffici commerciali abbiamo iniziato un lavoro

complesso di individuazione delle logiche che stanno alla base dell’interesse che può avere un armatore o una azienda a utilizzare il porto di Messina o di Milazzo per veicolare le proprie merci nel territorio siciliano – spiega Antonino De Simone - Si tratta di un lavoro abbastanza complesso che richiede consultazioni, ricerche e approfondimenti, per il quale abbiamo creato una task force all’interno della struttura”. I filoni di intervento sono vari e vanno dalla riqualificazione di alcune aree pregiate come, ad esempio, il quartiere fieristico di Messina, di competenza dell’Autorità Portuale e da tempo in totale degrado, particolarmente dedicato al water front, ad interventi nella zona Falcata del porto di Messina per il recupero delle aree disponibili da dedicare a fini operativi e commerciali. Inoltre si interverrà sui collegamenti tra i porti e tra porto e città, sia quelli stradali che ferroviari: evitare alle merci l’attraversamento delle aree urbane e migliorare il collegamento ferroviario da parte di RFI nel porto di Messina sono punti focali dell’azione della nuova presidenza. Sarà abbandonata la politica dei piccoli interventi che servono solo a fare clientela, ma si punterà solo a grandi progetti, pochi ma importanti. RedMar

Antonino De Simone

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infrastrutture / porto&diporto

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Impianto fotovoltaico nel porto di Palermo

o scorso 29 novembre, a Genova, nell’ambito della manifestazione Port & Shipping Tech, Renato Coroneo, dirigente dell’Autorità Portuale di Palermo, ha presentato il progetto “Sicheo”, in corso di realizzazione nel porto di Palermo. Durante la sessione “Green Ports”, dedicata allo sviluppo sostenibile dei sistemi portuali e delle città ed alle energie rinnovabili negli ambiti portuali e marino-marittimi, è stata pubblicizzata l’iniziativa della Rete di Imprese “Zefiro” consistente nella realizzazione nello scalo di due generatori solari fotovoltaici di potenza complessiva pari a 1.040 Kwp posizionati su capannoni già in uso dei Magazzini Generali del Porto di Palermo e su apposite pensiline create su un’area adibita a parcheggio di circa 1.200 metri quadrati gestita dalla Società Operazioni e Servizi Portuali. Quest’ultimo parcheggio sarà dotato di colonnine di ricarica per veicoli elettrici, esperienza unica per la città di Palermo, che si pone come battistrada

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Renato Coroneo per un rinnovamento ecologico dello scalo e che pone la propria candidatura quale “smart city”. L’Autorità Portuale di Palermo ha sposato entusiasticamente il progetto delle due Imprese operanti da diversi anni in porto e supportato l’iter amministrativo-burocratico. Si pensi che il progetto esecutivo è stato presentato solo a luglio del corrente anno ed entro il 31 dicembre l’impianto fotovoltaico dovrebbe essere già realizzato ed “acceso”.

Il progetto prevede la realizzazione di generatori solari con una superficie di circa 8.000 mq., la produzione elettrica soddisferà il bisogno giornaliero di circa 5.000 persone, saranno utilizzati 8,5 Kw di cavi di bassa tensione e si otterrà la riduzione di inquinamento atmosferico di ben 1.100 tonnellate di CO2 all’anno. L’investimento per l’impianto fotovoltaico delle due Imprese palermitane è pari a 1,9 milioni di euro con un investimento complessivo del progetto di oltre 3,5 milioni di euro. Renato Coroneo ha inoltre messo in evidenza l’attenzione posta negli ultimi anni dalle Autorità Portuali italiane nei temi oggetto del convegno genovese; in tale attenzione specifica si inquadra anche l’attività posta in essere dall’Autorità Portuale di Palermo per la riduzione dell’inquinamento portuale, per la riduzione delle emissioni di CO2, nonché l’attenzione sul tenore di zolfo dei carburanti delle navi. La Port Authority ha anche realizzato un progetto per l’elettrificazione delle banchine ed uno studio progettuale per la realizzazione di un impianto eolico al Molo Sud che ospita nautica da diporto. Sandro Minardo


trasporti / porto&diporto

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infrastrutture / porto&diporto

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La Spezia, il porto “faro” per gli investitori

a Spezia attrae cospicui investimenti e rilancia. Il solo gruppo Contship, che ha creduto nello scalo di La Spezia alla fine degli anni ’80, investirà duecento milioni in aggiunta ai 200 già spesi negli ultimi anni per creare il più efficiente terminal container del Mediterraneo. In sensibile crescita anche l’occupazione che dovrebbe raggiungere le 700 unità. Ma non si ferma qui il progetto di espansione del porto. Con l’entrata in servizio del porto di Mirabello, l’unico nel Mediterraneo in grado di ospitare contemporaneamente cento mega yacht, e l’acquisto del brand storico della nautica italiana, il Cantiere Baglietto, da parte di un gruppo Gavio, La Spezia differenzia le sue attività puntando non solo sui containers ma anche sulla nautica. Il Gruppo Gavio ha già investito 30 milioni e si propone di investirne altri 20 nella creazione dello stabilimento per la produzione di mega yacht più avanzato d’Europa. L’interesse del Gruppo per lo scalo ligure è testimoniato dagli ingenti investimenti realizzati negli anni. In un solo decennio Gavio ha investito 500 milioni nell’Autocamionale della Cisa e si prepara ad appaltare il primo lotto del collegamento fra la Cisa e VeronaBrennero. Altri imprenditori guardano a La Spezia con particolare fiducia. Basti pensare che Fincantieri, nonostante la crisi, ha potenziato il suo investimento nell’attività di produzione di mega yacht

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a La Spezia e candida il suo stabilimento a diventare il centro più importante di manutenzione e riparazione per navi militari e grandi imbarcazioni da diporto. Altre realtà crescono nell’area del levante ligure. Termomeccanica da qui è partita, sotto la guida di Enzo Papi, per effettuare in Italia e all’estero shopping di aziende diventando una vera multinazionale, forte di una crescita verticale di fatturato. Ed ancora il gruppo Malacalza, pronto a bissare la maxi commessa per superconduttori destinati a diventare il cuore della prima centrale del mondo per la fusione nucleare. E infine il gruppo Volpi, leader in Nigeria dove sta costruendo in collaborazione con Maersk e Msc, il più grande porto container d’Africa e che a La Spezia ha investito nello Spezia calcio e nello sport giovanile con l’obiettivo a breve termine di sbarcare in serie A. “Esiste un “sistema La Spezia” – spiega Forcieri, Presidente dell’Autorità Portuale - che, grazie al porto come volano e con la collaborazione di enti pubblici e imprese private, ha mostrato la capacità di porre a fattor comune una macchina burocratica più efficiente della media nazionale e un mercato del lavoro non contrappositivo rispetto all’impresa. Grazie al dialogo fra pubblico e privati La Spezia rappresenta un esempio unico di riconversione industriale, ma anche di fertilizzazione di un territorio esteso, in grado di at-

trarre investitori internazionali. Il vecchio identikit del porto di La Spezia – ricorda ancora Forcieri tracciando le tappe della crescita del porto, vero e proprio faro per la città - era quello di città della Marina militare e dell’industria della difesa, ma negli anni abbiamo costruito una nuova realtà e una nuova immagine. Sono molte le forze imprenditoriali che si sono radicate nel porto e nella città generando un vero e proprio sistema non solo in grado di crescere a La Spezia, ma anche di consentire alle aziende che operano sul territorio di generare nuove attività sui mercati internazionali.” Unanime la voce degli imprenditori spezzini a partire da Malacalza e da Papi. “In questo periodo di crisi sono le piccole e medie imprese che stanno soffrendo - hanno dichiarato gli imprenditori - Non dobbiamo dimenticare che rappresentano la colonna portante del Paese e il 95% del suo tessuto economico nazionale. Dovrebbero essere garantite a queste imprese minime condizioni di sopravvivenza, ricordando come il sistema Italia si sia privato di un’Iri, che pur fra i suoi sprechi, segnava la strada dello sviluppo e dell’innovazione tecnologica delle Pmi. Iri che è stata sostituita in Italia da municipalizzate prive di qualsiasi contenuto tecnologico da esportare come modelli su mercati esteri”. Sabrina Bertini


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infrastrutture / porto&diporto

Nuova stagione per il porto di Civitavecchia N

uova stagione di sviluppo per il network dei porti del Lazio, parte integrante di un sistema infrastrutturale e logistico in grado di favorire lo sviluppo accelerato di una vasta area di produzione e consumo e di porre idealmente le basi di un corridoio economico che colleghi i due mari, Tirreno e Adriatico. Dopo la posa della prime pietra della nuova Darsena nel porto di Civitavecchia e l’alleanza con Barcellona per favorire la crescita dei traffici crocieristici nel Mediterraneo l’Autorità Portuale laziale si candida a diventare volano di sviluppo dell’intera regione. Particolarmente interessante l’accordo con l’Autorità catalana anche per quanto riguarda le Autostrade del Mare: il collegamento Civitavecchia Barcellona, realizzato dalla compagnia Grimaldi Napoli, è diventato una linea di riferimento per il Mediterraneo registrando una crescita costante dal 2004 ad oggi sia nel traffico di merci che in quello passeggeri. «Nel momento in cui per la prima volta il porto di Civitavecchia guadagna traffici grazie alle merci, mentre ‘‘soffre’’ per i passeggeri per cause esogene, vogliamo lanciare una sfida che parte proprio dalle Autostrade del Mare, con il raddoppio infrastrutturale ed operativo partito con l’inizio dei lavori della nuova darsena Sant’Egidio. Il porto di Civitavecchia ha affermato Monti - è l’unico in Italia che oggi guadagna il 10% nel traffico delle merci e rispetto allo scorso anno vanta un +16,8% per quanto riguarda l’occupazione nel sistema portuale».

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In quest’ottica di ampliamento va il Piano Operativo triennale 2012-2015 che prevede una serie di importanti finanziamenti per le diverse aree operative a partire dal Porto Storico dove verranno realizzati attracchi e pontili per i Mega Yacht con un investimento di 10.8 milioni di euro e un Museo Marino che costerà 35.6 milioni di euro. La realizzazione del Termina Crociere con l’allargamento dell’Antemurale prevede invece un investimento di 35 milioni di euro. Le opere strategiche per il porto commerciale prevedono investimenti per 174 milioni di euro mentre le opere di edilizia demaniale e di servizio 83 milioni. Il POT prevede anche l’apertura del porto a Sud e la realizzazione di un ponte mobile di collegamento con

l’Antemurale per un costo di 125 milioni. Infine la darsena Energetica Grandi Masse che richiederà un investimento di 120 milioni. Monti, che riveste anche il ruolo di vice-presidente vicario di Assoporti, allargando l’orizzonte sull’intero sistema portuale nazionale ha auspicato «che entro la fine della legislatura venga approvata la legge di riforma: pur nella consapevolezza della necessità di ulteriori interventi, sarebbe comunque un segnale importante ed un significativo passo in avanti, rispetto alla legge 84/94, che nacque vecchia già 18 anni fa, rispetto alle esigenze della portualità e del mercato, cui bisogna andare incontro. Penso, ad esempio al superamento dell’attuale ruolo delle stesse autorità portuali, che a mio avviso dovrebbero avere competenze anche sulla logistica: non si può pensare, come ad esempio accade proprio a Civitavecchia, di sviluppare le infrastrutture portuali, di avere a disposizione 5 milioni di metri quadrati retroportuali e di rimanere strozzati senza adeguati collegamenti stradali e ferroviari. E’ necessario un soggetto che possa mettere a sistema la rete infrastrutturale. La partita della competitività dei nostri scali non può essere limitata al solo ciclo portuale, ma si gioca anche sui collegamenti alle loro spalle, sull’efficienza nel muovere le persone e le merci una volta sbarcate e uscite dai porti, verso la loro destinazione». P.L.


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infrastrutture / porto&diporto

Trieste forte aumento dei traffici petroliferi

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Il porto triestino primo scalo per il trasporto del greggio dal Mediterraneo al centro Europa

rieste diventerà nel 2013 il primo porto d’Italia per traffici complessivi e il decimo in Europa. Con l’incremento del 20% dei traffici petroliferi lo scalo giuliano farà un ulteriore salto in avanti. Autorità Portuale e Siot, infatti, sono unite per far crescere il terminal petrolifero. In questi mesi è stata intensa la collaborazione che ha portato all’ufficializzazione degli incrementi di traffico di grande rilevanza previsti per il 2013. Percentuali a due cifre che fanno ben sperare per il futuro, ma che soprattutto, sono delle rarità in questa difficile fase economica. Nel 2013 la SIOT – società del Gruppo TAL che gestisce il tratto italiano dell’oleodotto transalpino - ha infatti previsto un incremento del trasporto di greggio dalla SIOT alle raffinerie del centro Europa che potrebbe superare i 40 milioni di tonnellate, con più di 500 petroliere attese nel Golfo di Trieste. Posto che l’aspettativa di trasportato in chiusura del 2012 è di 35 milioni di tonnellate, l’incremento stimato per il 2013 è di circa il 20% in più rispetto all’anno in corso. Complessivamente ogni anno l’impatto economico sul territorio del Friuli Venezia Giulia è di ben 70 milioni di euro. La prospettiva di crescita è dovuta principalmente all’aumento del l’approvvigionamento della

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raffineria di Karlsruhe nel Baden Württemberg in Germania. Il porto di Trieste assumerà un ruolo essenziale non solo per l’economia cittadina ma anche per quella europea. Per far fronte alla previsione di crescita dei traffici la SIOT ha deciso di provvedere ad un aumento occupazionale. L’azienda sta assumendo nuove risorse da destinare oltre alle attività del Terminale Marino anche alle operazioni del Parco Serbatoi di San Dorligo della Valle al fine di adeguarsi alle nuove opportunità. Ricordiamo inoltre che ogni petroliera sbarcata al Terminale Marino genera, fra diritti portuali e di ancoraggio, rimorchio, ormeggio, pilotaggio ed esborsi tramite agenzie marittime, un flusso di circa 75 mila euro. Con l’incremento dei traffici di greggio SIOT garantisce così una netta inversione di rotta rispetto al trend negativo che aveva segnato l’avvio del 2012. Tra gennaio ed agosto, infatti, i traffici di petrolio greggio avevano subito un calo di circa il 9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente a causa della crisi del Gruppo Petroplus, che aveva portato al fermo dell’attività della raffineria di Ingolstadt in Baviera. Questa situazione era stata superata a fine agosto grazie all’accordo tra il gruppo TAL e la Gunvor, uno dei maggiori trader mondiali di prodotti petroliferi, salvando così oltre 400 posti di lavoro.

Inoltre, grazie a questo accordo le attese di chiusura del 2012 sono in linea con le previsioni di inizio anno (35 milioni di tonnellate di greggio trasportato). A consolidare questo risultato anche la firma dell’acquisizione da parte del Gruppo Gunvor del 10% delle azioni in ciascuna delle tre società del Gruppo TAL, avvenuta il 4 dicembre scorso a seguito del rilevamento del pacchetto azionario prima detenuto dal Gruppo Petroplus. L’ingresso della Gunvor tra gli azionisti garantisce la solidità della struttura azionaria del Gruppo TAL oltre che una prospettiva di maggior stabilità per i traffici petroliferi del porto di Trieste. “Sappiamo bene - ha affermato Marina Monassi, Presidente dell’Autorità Portuale - che la movimentazione delle rinfuse liquide rappresenta il 70% dei traffici del nostro scalo. La SIOT è la linfa vitale per il nostro porto. L’Autorità Portuale di Trieste e la Società Italiana per l’Oleodotto Transalpino collaborano per rafforzare il ruolo strategico del porto di Trieste quale scalo petrolifero più importante del Mediterraneo. I numeri e le previsioni di sviluppo presentati recentemente dal gruppo TAL sono incoraggianti, specie se teniamo conto della crisi economica mondiale che sta


quali ad esempio il pagamento dei diritti doganali dilazionato fino a 6 mesi ad un tasso d’interesse ridotto. Vantaggi competitivi che dobbiamo prendere in grande considerazione e che, come in questo caso, sono la ragione degli incrementi dei traffici”. “A 45 anni dall’entrata in funzione dell’oleodotto (era il 1967, ndr) – ha concluso Ulrike Andres, presidente del Gruppo TAL - la Siot sta consolidando la sua posizione

mettendo a dura prova tutti i porti europei. Siamo un porto che ha la forza di crescere anche in una fase economica di grande recessione e anche la chiusura stimata per il traffico contenitori 2012 sarà del +3% su un 2011 che è stato un anno eccezionale. Si parla molto di Punti franchi in questi mesi e a volte senza cognizione di causa. Infatti, in questo caso risulta fondamentale – ha aggiunto Marina Monassi - la particolare rilevanza che per la SIOT riveste il regime dei punti franchi. E’ infatti la loro esistenza che consente agli operatori del porto di Trieste di godere di importanti benefici,

di primato sul mercato quale il più importante oleodotto d’Europa e si appresta a raggiungere il prossimo anno il record storico di petrolio trasportato. Siamo molto soddisfatti di questa nuova prospettiva sia per le ricadute economiche sulla città che per il ruolo strategico che la SIOT rivestirà sul piano portuale e nel contesto energetico europeo, operando sempre nel rispetto dell’ambiente e garantendo i massimi livelli di sicurezza. Tutto ciò è possibile grazie alla lunga esperienza e stretta collaborazione con tutti gli operatori ed in particolare con l’Autorità Portuale”. Michela Fanis

La Società Italiana per l’Oleodotto Transalpino S.p.a. (S.I.O.T.) viene costituita nel 1964 allo scopo di gestire il tratto italiano dell’oleodotto transalpino che collega il Porto di Trieste con il centro Europa, trasportando il petrolio greggio alle raffinerie di Austria, Germania e Repubblica Ceca al fine di provvedere al fabbisogno energetico di questi paesi. S.I.O.T. è parte del Gruppo TAL, un consorzio transfrontaliero i cui azionisti sono alcune delle majors del settore petrolifero a livello mondiale: OMV, Shell, Ruhr Oel, ENI, BP, Exxon Mobil, C-BLUE LIMITED/Gunvor Group, Phillips 66/Jet Tankstellen e Total. Il ruolo che da quarantacinque anni il Gruppo TAL svolge nell’approvvigionamento energetico è di primaria importanza per l’economia europea: il petrolio che viaggia nell’oleodotto, decongestionando in tal modo il traffico stradale, ricopre infatti il 100% del fabbisogno energetico della Baviera, oltre il 50% del Baden-Württemberg, il 90% dell’Austria e oltre il 30% della Repubblica Ceca. Per trasportare su strada la stessa quantità di prodotto che il Gruppo TAL movimenta tramite l’oleodotto, sarebbero necessari più di 8.000 camion cisterna al giorno. L’oleodotto transalpino, partendo dal golfo di Trieste, attraversa il confine e, dopo aver valicato le Alpi, prosegue il suo percorso in Austria per raggiungere Ingolstadt in Germania da dove si snoda in due direzioni terminando ad Ovest nei pressi di Karlsruhe e ad est con l’impianto di Neustadt, per una lunghezza complessiva di 753 chilometri. L’oleodotto è collegato ad altri impianti analoghi: attraverso una sua diramazione in Austria rifornisce l’oleodotto AWP (Adria Wien Pipeline) che alimenta la raffineria di Schwechat nei pressi di Vienna mentre una seconda diramazione in Germania permette di raggiungere le raffinerie ceche di Kralupy e Litvinov a nord di Praga. Operare nel rispetto dell’ambiente, con responsabilità e con attenzione per la sicurezza rappresenta da sempre una priorità assoluta per la società che investe continuamente nell’innovazione e nell’ammodernamento dei propri impianti al fine di garantirne massimi livelli tecnologici. Dal 1967, anno in cui la prima petroliera attraccò a Trieste, ad oggi al terminale marino sono state scaricate complessivamente 16.880 navi per un totale di 1.241.630.000 tonnellate.

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federagenti / porto&diporto

Federagenti, anni difficili e sfide prestigiose C

on l’Assemblea di dicembre termino il mio mandato in Federagenti: quattro anni belli, emozionanti e allo stesso tempo difficili poiché caratterizzati da una situazione di mercato che ha visto il susseguirsi di due crisi molto profonde. Tuttavia, durante questo periodo, ho guidato una Federazione coesa e unita e che ha continuato a rappresentare le proprie richieste ai decisori con grande determinazione. Molti tavoli sono stati aperti ma, purtroppo, le scelte sulle politiche marittime si sono mostrate poco incisive e non all’altezza delle aspettative del mercato e i risultati sono stati, quindi, abbastanza deludenti soprattutto a causa di una scarsa capacità di comprensione, a livello politicamente più alto, del nostro modello di business e delle nostre necessità. Un esempio fra tutti che può ben rendere l’idea è il tema dello sportello unico doganale: nonostante fosse stato imposto dall’Unione Europea a partire dal 1 gennaio 2012, non è mai stato reso operativo. Ebbene questo semplice strumento sarebbe bastato per abbattere costi e burocrazia e rendere i nostri porti più attraenti in uno scenario internazionale sempre più competitivo. Per tornare al mercato, come ho accennato, per lo shipping il 2008-2009 è stato un biennio terribile, mentre il 2010 è stato un anno discreto con buone performance da parte di molti settori. Il 2011 e il 2012 sono stati invece due anni che hanno inciso negativamente sull’intero segmento. Il 2013 si presenta altrettanto duro (almeno nella prima metà). Visto che l’ultima ondata della crisi ha toccato tutti gli attori fra cui i terminalisti, all’orizzonte potranno verificarsi dei forti ripensamenti in merito alle politiche di business di tutto il settore comprese le agenzie marittime. E’ proprio su questo tema, che s’inserisce il dibattito sui grandi progetti dei nuovi terminal e che vede tutti gli operatori molto attenti. La mia posizione è molto critica e ritengo che la riflessione

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dovrebbe ruotare quasi esclusivamente attorno alle opere esistenti varando ad esempio un piano nazionale della portualità, lasciando da parte la tentazione di progettarne di nuove. Il nostro territorio è infatti già dotato di troppi Hub e nuove strutture non risponderebbero a logiche di mercato efficienti. Altro punto fondamentale è quello della necessità di continuare a sensibilizzare sia la nostra business community sia la classe politica sull’importanza dello shipping per l’economia. In qualità agenti marittimi, che propongono continuamente al mercato il nostro sistema portuale, riteniamo importante che vi sia in Italia un evento di alto profilo e che affronti i diversi temi dell’economia marittima da tenersi, magari, in una città non di mare. Infine un accenno all’Assemblea Annuale di Fonasba che si è tenuta lo scorso ottobre a Venezia. La scelta della Serenissima ha confermato il prestigio che l’Italia gode a livello internazionale e l’evento è stato un vero e proprio successo con la presenza di circa 150 delegati provenienti da tutto il mondo e interventi di altissimo profilo. Un ringraziamento va quindi ai nostri sponsor e partner (Costa Crociere, Port of Venice, Panfido, Rina, Vecon, Aviva). Desidero, infine, ringraziare tutte le componenti del Cluster Marittimo, pubblico e privato, con cui ho collaborato e lavorato in maniera costruttiva e propositiva in tutti questi anni ed in particolare le Direzioni Generali dei Porti e della Navigazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per la proficua e preziosa collaborazione anche quotidiana, il Comando Generale delle Capitanerie di Porto per l’eccellente opera che offre in modo funzionale all’intera economia del mare e alla portualità italiana. Lascio quindi con orgoglio e soddisfazione la guida della Federazione a Michele Pappalardo che ha lavorato in questi anni con me come Vice Presidente con grande impegno e preparazione. Michele è un collega di alto profilo e grande professionalità, che dovrà affrontare durante la sua Presidenza questioni importanti per tutta la categoria. A lui vanno i miei migliori auguri per il suo mandato. Filippo Gallo Presidente Federagenti


Salvage

Tug ANACAPRI

BHP

4400

Salvage

Tug PUNTA ALICE

BHP

2205

Salvage

Tug ARMANDO DE DOMENICO

BHP

5300

Salvage

Tug PUNTA CAMPANELLA

BHP

3750

Salvage

Tug GALESUS

BHP

3750

Salvage

Tug PUNTA RONDINELLA

BHP

2205

Salvage

Tug GUARRACINO

BHP

4400

Salvage

Tug PUNTA SCUTOLO

BHP

3750

Salvage

Tug MAGNA GRECIA

BHP

5300

salvage

Tug SAN BENIGNO

BHP

2205

Salvage

Tug MARECHIARO

BHP

4400

Salvage

Tug SAN CATALDO

BHP

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Salvage

Tug MASTINO

BHP

3090

Salvage

Tug SANT’ELMO

BHP

3750

Salvage

Tug MONTE FAITO

BHP

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Salvage

Tug TARENTUM

BHP

2205

Salvage Escort Tug CHERADI BHP Salvage Escort Tug DRITTO BHP Salvage Escort Tug CSM22 BHP Salvage Escort Tug CSM25 BHP Salvage Tug VESUVIO BHP Pontone VERVECE L 91,4M - B 27,4 - D 6.1 Psv GARGANO BHP Psv PORTOSALVO BHP SV AKER 09CD N.B. AKER N° 728 (2010-8880-4850

5550 5550 5550 5550 2205 5450 6310

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logistica / porto&diporto

CE - 1,2 miliardi di euro per finanziare progetti TEN-T

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a Commissione europea ha pubblicato due inviti a presentare proposte nel quadro dei programmi annuali e pluriennali della Rete transeuropea di trasporto (TENT) per il 2012, mettendo a disposizione 1,265 miliardi di euro per finanziare, in tutti gli Stati membri, progetti relativi a infrastrutture concernenti tutti i modi di trasporto: aereo, ferroviario, su strada e marittimo/vie navigabili, oltre a sistemi di logistica e di trasporto intelligenti. Il Vicepresidente della Commissione Siim Kallas, responsabile per i trasporti, ha dichiarato: “Mettendo a disposizione un finanziamento di questa importanza, la Commissione mira a un rilancio competitivo dell’economia europea per sostenere e favorire la crescita. Indirizzando questi fondi verso le infrastrutture TEN-T, contribuiamo inoltre alla realizzazione dell’intera rete TEN-T, offrendo vantaggi concreti ai cittadini e alle imprese che potranno usufruire di un sistema di trasporti più efficiente, sostenibile ed efficace”. Il programma di lavoro pluriennale finanzia le priorità della rete TEN-T. Il bando pluriennale di quest’anno è incentrato su sei settori per i quali è messo a disposizione un bilancio indicativo totale pari a 1,015 miliardi di euro. I 30 progetti prioritari TEN-T: bilancio

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indicativo pari a 725 milioni di euro. Sistema europeo di gestione del traffico ferroviario (ERTMS), che permette l’interoperabilità sulla rete ferroviaria europea: bilancio indicativo pari a 100 milioni di euro. Servizi d’informazione fluviale (RIS), che comporta un’infrastruttura di gestione del traffico sulla rete delle vie navigabili interne: bilancio indicativo pari a 10 milioni di euro. Gestione del traffico aereo (ATM), che rende possibile la realizzazione del cielo unico europeo e gli obiettivi di modernizzazione della gestione del traffico aereo: bilancio indicativo pari a 50 milioni di euro. Autostrade del mare (MoS), che offre alternative efficienti alla congestione del traffico stradale spostando le merci sulle rotte marittime: bilancio indicativo pari a 80 milioni di euro. Sistema di trasporto intelligente (STI), che comprende il Servizio europeo di telepedaggio (SET), promuove l’intermodalità e il miglioramento della sicurezza e dell’affidabilità della rete: bilancio indicativo pari a 50 milioni di euro. Il programma annuale integra il programma pluriennale e indirizza i finanziamenti verso quattro priorità distinte con un bilancio indicativo totale pari a 250 milioni di euro:

Realizzazione rapida dei progetti TEN/T (studi e lavori per progetti relativi a tutti i modi di trasporto, che rientrano in progetti di interesse comune): bilancio indicativo pari a 150 milioni di euro. Misure per promuovere l’innovazione e le nuove tecnologie per l’infrastruttura dei trasporti, nonché impianti in grado di contribuire alla decarbonizzazione o alla riduzione dei costi esterni in generale: bilancio indicativo pari a 40 milioni di euro. Sostegno a partenariati pubblico-privato (PPP) e a strumenti finanziari innovativi: bilancio indicativo pari a 25 milioni di euro. Sostegno alla realizzazione a lungo termine della rete TEN-T, in particolare per quanto riguarda i corridoi: bilancio indicativo pari a 35 milioni di euro. L’Agenzia esecutiva (TEN-T EA) gestisce l’attuazione tecnica e finanziaria del programma TEN-T, sotto l’egida della Direzione generale della mobilità e dei trasporti. La TEN-EA ha tenuto il 29 novembre scorso, un Info Day a Bruxelles, per aiutare i potenziali candidati a comprendere meglio le priorità dei bandi e la procedura di valutazione e a preparare le proposte. Il termine ultimo per l’inoltro delle proposte è il 28 febbraio 2013. Fabrizio De Cesare


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logistica / porto&diporto

Ultimo miglio: manifesto della logistica sostenibile

La crisi frena scelte e iniziative strategiche delle imprese a favore di un trasporto ecologico

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e aziende sono consapevoli che il trasporto delle merci è un elemento di forte criticità economica, sociale e ambientale, tanto da mettere la ricerca di una logistica sostenibile al primo posto (34,8%) nelle priorità dell’agenda futura. Anche se, per ragioni di costo-opportunità, non lo vedono un tema attualmente percorribile. Solo 1 impresa italiana su 4, al contempo, risulta interessata ai nuovi sistemi di mobilità elettrica applicati allo spostamento delle merci. Crisi economica (33,7%) ed eccessiva burocrazia (28,3%) sono i principali ostacoli agli investimenti in questo settore, in un momento in cui la recessione morde forte e le tematiche relative alla sostenibilità sono viste più come una leva di marketing che come un driver per il profitto. Sono questi i principali risultati dell’indagine effettuata da Nomisma per Pentapolis, associazione per la responsabilità sociale e lo sviluppo sostenibile, che, insieme ad EcCo! –

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Ecological Courier, promuove “ULTIMO MIGLIO - Logistica urbana sostenibile” (www.ultimomiglio.org), un progetto presentato in un seminario tenutosi recentemente a Roma, al quale hanno partecipato le più importanti associazioni di categoria. Un’occasione per mettere le politiche ambientali e della mobilità al centro del dibattito, presentando le soluzioni concrete intraprese dalle amministrazioni pubbliche e dalle imprese, in uno scenario in cui il sistema dei trasporti è uno dei fattori che più contribuisce alla crescita e alla competitività delle città. Un momento di confronto e conoscenza fra i vari attori coinvolti, e che vedrà la nascita di un Osservatorio permanente per arrivare alla redazione di un vero e proprio Manifesto, che incentivi e diffonda le best practices. Un rinnovato livello di attenzione nei confronti della mobilità sostenibile delle merci può dunque essere favorito da un crescente interesse, culturale e politico, verso nuove dimensio-


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ni di centralità urbana: rigenerazione, riqualificazione, efficientamento, valorizzazione; e dal conseguente aumento della distribuzione dei prodotti e servizi in ambito urbano. Sulla base delle tendenze in atto e dell’evoluzione dello scenario futuro, il Libro Bianco 2011 della Commissione Europea sui trasporti avverte che “lo status quo non è sostenibile”. In particolare, in assenza di nuove politiche messe in campo su tutti i livelli di governance (dal pubblico al privato, dal locale al sovranazionale), l’attività totale di trasporto continuerà presumibilmente a crescere di pari passo con l’attività economica. Per il trasporto merci, le proiezioni indicano, rispetto al 2005, un aumento dell’attività di circa il 40% nel 2030 e di poco superiore all’80% entro il 2050. In base alle proiezioni, i costi della congestione, non solo urbana, aumenterebbero di circa il 50% entro il 2050 fino a raggiungere quasi 200 miliardi di euro all’anno. In questo scenario, la quota delle emissioni di inquinanti atmosferici riconducibile ai trasporti continuerebbe ad aumentare, raggiungendo il 38% entro il 2030 e quasi il 50% entro il 2050, rispetto al totale delle emissioni in ambito

UE. A causa dell’assenza di politiche incentivanti, l’uso delle energie rinnovabili nei trasporti salirà a un modesto 13% entro il 2050 e la propulsione elettrica non riuscirà ad affermarsi in maniera significativa nel trasporto stradale. «Innovazione, qualità e sviluppo di sistemi di trasporto sostenibili devono diventare sempre più parte della nostra cultura, perché solo comprendendone a fondo l’impatto sul quotidiano si potranno raggiungere risultati fondamentali per una conversione ecologica dell’intera economia di settore - ha dichiarato Massimiliano Pontillo, Presidente di Pentapolis - Ultimo Miglio vuole promuovere un network dedicato alla ricerca di soluzioni efficienti ed efficaci, in grado di raggiungere elevati e soddisfacenti livelli di servizio, che riducano tutti gli sprechi di risorse per l’industria del trasporto merci. L’obiettivo è quello di stabilire reti complesse ed estese tra diverse entità, riconoscerne i fabbisogni comuni individuando soluzioni intelligenti che portino a un reciproco vantaggio, raggiungendo in tal modo dimensioni e masse critiche sufficienti per accrescere la competitività del sistema e delle imprese ad esso correlate». Paola Martino

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logistica / porto&diporto

Il ruolo della logistica per la crescita del sistema Italia G

razie alla sua posizione strategica al centro delle rotte commerciali con Europa Orientale, Asia Orientale e Nord Africa, l’Italia riveste una posizione centrale nei flussi logistici delle merci, come dimostra il secondo posto detenuto nel 2010 dal nostro Paese nella classifica relativa alle merci movimentate per via marittima. Tale modalità di trasporto è probabilmente quella in grado di stimolare maggiormente la produzione e l’occupazione del sistema economico nazionale, come dimostrano i 39,5 miliardi di euro generati nel 2009 (pari al 2,6% del PIL) e i 213.000 addetti impiegati nello steso anno. Non è un caso infatti che i cosiddetti “moltiplicatori del reddito e dell’occupazione” del sistema portuale e del siste-

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ma logistico siano pari, rispettivamente, a 2,75 e a 2,03, valori che testimoniano l’importanza del comparto per l’economia del Paese. Numerose sono però, purtroppo, i limiti che penalizzano il sistema portuale italiano rispetto ai competitors internazionali, tra cui le inefficienze delle infrastrutture esistenti (secondo l’Indice di competitività mondiale del Word Economic Forum, nel 2011 l’Italia si colloca all’81° posto tra le 142 economie valutate in base alla qualità delle infrastrutture portuali), la presenza di procedure o obblighi commerciali non necessari o troppo complicati e la mancanza di politiche “business oriented” dedicate al settore. Per questo motivo secondo Fedespedi, Federazione Nazionale delle Imprese di Spedizione Internazionali, l’Italia

dovrebbe intervenire su alcune imprescindibili aree di priorità tra cui la liberalizzazione del settore dei trasporti, un aumento dell’autonomia finanziaria dei


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porti, l’attivazione dello Sportello Unico Doganale e l’introduzione di procedure di pre-sdoganamento delle merci. In merito alla liberalizzazione del settore dei trasporti, al pari di quanto avviene negli altri Paesi anche in Italia gli operatori portuali dovrebbero poter gestire direttamente i servizi di collegamento tra piattaforme portuali e reti ferroviarie in un ambiente competitivo, soluzione che consentirebbe di ridurre i ritardi e di snellire le operazioni di movimentazione e trasporto. Per quanto riguarda la cosiddetta autonomia finanziaria dei porti le risorse, oltre che aumentate, dovrebbero essere distribuite ad ogni porto in funzione del valore economico che esso riveste e del contributo che è in grado di portare al PIL nazionale, garantendo così la copertura dei costi di gestione ed il finanziamento di investimenti a lungo termine in infrastrutture portuali. In questo contesto Il tema della governance rappresenta un elemento cruciale per il recupero di competitività della portualità italiana, in quanto si riflette direttamente sia sulla qualità dei servizi portuali offerti, sia sulla possibilità per le Autorità Portuali di realizzare investimenti funzionali allo sviluppo degli scali. Lo Sportello Unico Doganale è probabilmente una delle misure che la categoria degli spedizionieri e, più in generale, tutti gli operatori portuali, at-

tendono con maggiore interesse. La sua attuazione consentirebbe la creazione di un unico punto di riferimento e “one-stop shop” per le operazioni doganali, con tutti i vantaggi che questo comporterebbe in termini di velocizzazione delle procedure di sdoganamento delle merci e di riduzione dei costi che gli operatori ad oggi devono sostenere per tali attività. Il pre-sdoganamento delle merci prima dell’ingresso delle navi nei nostri porti, consentirebbe infine di ridurre i tempi di attesa presso lo scalo di arrivo e, conseguentemente, i tempi di importazione, alleggerendo il carico di lavoro dei porti e, pertanto, i costi del commercio. Su quest’ultimo punto mi piace sottolineare come il porto di Genova sia stato il primo a sperimentare il cosiddetto “pre-clearing”, procedura che potrebbe essere ampliata ad altri porti italiani trovandovi applicazione permanente. In conclusione, per un Paese come l’Italia caratterizzato da un sistema industriale con elevata vocazione internazionale e da un significativo grado di dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento delle materie prime, la presenza di un sistema portuale efficiente rappresenta un elemento cruciale per la competitività e la crescita. Troppi sono, ad oggi, gli elementi che penalizzano la portualità italiana e che spingono gli operatori a predilige-

re scali esteri per la movimentazione dei propri carichi, realtà caratterizzate da servizi portuali di qualità adeguata e, soprattutto, da un “transit time” delle merci certo. Inoltre, la presenza di un numero elevato di scali che agiscono in modo non coordinato rappresenta un ulteriore elemento di fragilità del sistema logistico nazionale rispetto ai competitors internazionali. Fondamentale risulta essere pertanto un coordinamento degli interventi che miri, da un lato, a valorizzare le specializzazioni e le vocazioni dei singoli scali e, dall’altro, ad individuare strategie differenti tra i porti in funzione delle loro singole specificità. L’adozione di misure a sostegno della portualità rappresenta quindi una condizione imprescindibile non solo per la definizione di una strategia di ripresa ma anche per lo scongiuramento del rischio, reale, di una marginalizzazione commerciale del nostro Paese. Solo attraverso iniziative e progetti caratterizzati da una strategia definita e da un’effettiva sostenibilità industriale e finanziaria l’Italia può assumere quel ruolo di protagonista nei flussi logistici delle merci che le compete. Piero Lazzeri Presidente Fedespedi Federazione Nazionale delle Imprese di Spedizioni Internazionali

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trasporti / porto&diporto

Le tendenze del trasporto nello scenario globale Lo studio Federtrasporto-Nomisma

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e pagine di questa rivista, mese dopo mese, hanno dato testimonianza degli tsunami che dal 2008 hanno colpito gli scambi internazionali e quindi, inevitabilmente, la filiera di servizi che ne è attrice. Una lente attraverso cui leggere le trasformazioni in corso nei mercati del trasporto e della logistica sono i processi di internazionalizzazione delle imprese del settore. Abbiamo aggiornato al primo trimestre del 2012 lo studio che ormai da tempo realizziamo con Nomisma che osserva e misura annualmente le tendenze delle operazioni di fusione e acquisizione (M&A) sul mercato mondiale e su scala nazionale, valutando la posizione relativa dell’Italia, e, d’altro lato, la quota di mercato che gli operatori italiani riescono a presidiare nei traffici che attraversano le nostre frontiere. Il contesto è molto difficile, lo sappiamo, eppure lo scenario globale non può essere dipinto a sole tinte fosche, considerando il timido recupero di fiducia degli operatori affiorato nel 2010 sulla scia di una congiuntura più favorevole e le opportunità di riposizionamento competitivo che possono derivare nei periodi di crisi. Meritano attenzione alcuni elementi di discontinuità emersi nel 2011. È vero che restiamo ben lontani dalla vivacità pre-crisi delle transazioni, con il picco raggiunto nel 2007 in una travolgente accelerazione di fenomeni di globalizzazione, ma la qualità delle operazioni indica, nel 2010 e nel 2011, una ripresa delle acquisizioni di maggioranza e di filiera rispetto alle più caute scelte di minoranza e di settore prevalse nella prima fase acuta della crisi. Nel quadriennio, i soggetti acquirenti hanno sostanzialmente inteso difendere e consolidare la propria posizione nei mercati già presidiati, ma le operazioni finalizzate a entrare in nuovi mercati e all’espansione su scala

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regionale sono tornate a crescere dal 2010, trainate soprattutto dalla ripresa delle M&A tra operatori di nazionalità diversa ed appartenenti ad aree geo-economiche diverse. I Paesi del Far East figurano per il secondo anno consecutivo tra le aree a maggiore vocazione acquirente e non più solo acquisita. Altro elemento di interesse è il fatto che la presenza di investitori esterni al settore (gruppi industriali, fondi di investimento, banche o enti governativi), drammaticamente

rarefatta nel 2008 sulla scia della stretta creditizia, si mantiene ora solida. Le M&A condotte da questi soggetti, prevalentemente a scopo di investimento, testimoniano le opportunità che possono crearsi in periodi di crisi quando imprese di settore tendono a cedere i rispettivi portafogli a condizioni piuttosto vantaggiose. Ma segnalano anche un cambio di rotta nell’orientare i flussi di investimenti verso nuovi target, ad esempio, dalle imprese dissestate al settore delle infrastrutture, con


un interesse forte per il comparto portuale. I porti in realtà sono entrati nelle mire anche dei principali operatori di trasporto e logistica attivi sul mercato globale già dal 2010, anno in cui è esplosa una vivace competizione per il presidio degli scali mondiali che vede ormai tra i protagonisti le economie emergenti. Nel settore si è sviluppato un massiccio volume di investimenti che ha rivelato un crescente interesse per i terminal portuali mediante la sottoscrizione

di alleanze riguardanti le concessioni di costruzione e gestione, con un’attenzione forte all’area mediterranea. L’Italia è di fatto in linea con le dinamiche rilevate in ambito internazionale, malgrado qualche originalità, a partire da una maggior vitalità delle dinamiche di M&A nel 2010 non confermata tuttavia nel 2011. Anche nel nostro Paese prevalgono le acquisizioni di maggioranza (47%), mentre la nazionalità dei soggetti acquirenti testimonia la ritrosia degli operatori esteri ad investire in imprese italiane (13%), nonostante i segnali positivi emersi nel 2010, a vantaggio delle M&A condotte in ambito prettamente do-

mestico (70%). Per l’Italia restano invece molto preoccupanti i dati relativi all’interscambio con l’estero riferiti alla quota di traffici transfrontalieri servita da vettori nazionali e alla bilancia dei pagamenti di settore. Sono dati che naturalmente vengono qui solo accennati e meritano invece di essere guardati nel dettaglio per valutazioni più articolate (la pubblicazione Scenari è reperibile sul sito internet di Federtrasporto). Certo è che le serie storiche del decennio mostrano la perdita di presenza nazionale e la crescita imponente del disavanzo in due segmenti in particolare, l’autotrasporto e il trasporto aereo di passeggeri, sui quali evidentemente le scelte pubbliche non hanno impresso inversioni di rotta. Nel segmento merci, il commercio estero dell’Italia ha registrato nel 2011 una riduzione dei volumi (-2%) che, dopo la flessione del 2008 (-4%) e del 2009 (-15%) erano tornati a crescere nel 2010 (+11%). In questo mercato, la già modesta quota servita dai vettori italiani si attesta in calo: per l’autotrasporto al 27,4%, per la modalità aerea al 21,3% e per quella marittima al 12,3% Gli armatori italiani operano in prevalenza Estero su Estero, in termini sia di volumi sia di ricavi). Dal 2005 si evidenzia nel trasporto merci su gomma la progressiva riduzione del ruolo degli italiani sul fronte sia delle importazioni sia delle esportazioni; mentre nel segmento aereo merci il dato attuale è in recupero rispetto al picco negativo del 2009 (14,5%). Anche nel mercato passeggeri, al netto dei transiti stradali che sono effettuati in prevalenza con auto privata, trova conferma l’indiscussa preponderanza dei vettori stranieri nelle due modalità rilevate, marittima ed aerea, dove la quota nazionale si ferma rispettivamente al 9,4% e al 14,9%. Inevitabili i riflessi sul disavanzo della bilancia dei pagamenti di settore, prossimo a 8 miliardi nel 2011, generato per il 44% dal trasporto aereo passeggeri (-3,5 miliardi), seguito dall’autotrasporto (-1,9 miliardi) che peggiora il saldo di circa 150 milioni rispetto al 2010, laddove il trasporto marittimo merci (-1,4 miliardi) segna un alleggerimento del passivo di circa 300 milioni, favorito dalla diminuzione degli scambi internazionali e dalla flessione dei noli medi. Valeria Battaglia Direttore Federtrasporto

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trasporti / porto&diporto

FuoriMuro, in espansione ferroviaria privata

Prosegue con successo l’avvio dei servizi di trasporto e navettamento ferroviario di FuoriMuro che dallo scorso 24 ottobre collega la Francia al Nord Italia. La società, che dal 2010 gestisce in esclusiva la manovra ferroviaria all’interno del Porto di Genova, punta a un modello unico di integrazione dell’attività di manovra con i servizi di trasporto ferroviario verso i maggiori interporti, retroporti e centri logistici del Nord Italia. A poco più di un mese dall’avvio dei servizi di trasporto e navettamento ferroviario, FuoriMuro prosegue con successo il proprio piano di sviluppo. La Società, incaricata dall’Autorità Portuale del servizio di manovra ferroviaria all’interno del Porto di Genova dal 2010 e divenuta lo scorso agosto Impresa Ferroviaria, ha inaugurato infatti il 24 ottobre i traffici ferroviari con due treni adibiti al trasporto di gas GPL che collegano la Francia a Parma e a Mortara via Ventimiglia – Genova. Per quanto riguarda quest’ultima tratta, è dello scorso giovedì 29 novembre il primo treno che ha collegato Marsiglia a Mortara (Pavia) via Ventimiglia – Genova, trasportando per conto del Gruppo Mauro Saviola S.r.l. trucioli di legno post-consumo. Nello specifico, grazie ai servizi di manovra e assistenza ferroviaria offerti da Terminal Intermodale

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di Mortara (T.I.MO.), le merci trasportate da FuoriMuro giungono all’impianto di destinazione attraverso il Polo Logistico Integrato di Mortara. Nell’attività di trasporto ferroviario, FuoriMuro beneficia inoltre delle sinergie derivanti dalla collaborazione con l’Impresa Ferroviaria InRail, basata a Udine e attiva nel Nord Est, di cui lo stesso Porta è fondatore e Presidente. Così Guido Porta, Presidente di FuoriMuro, intervenuto lo scorso 23 ottobre presso la sede dell’Autorità Portuale di Genova alla tavola rotonda “Genova – Rotterdam: un corridoio sostenibile” aveva commentato la partenza delle attività di trasporto ferroviario: “Possiamo ora aggiungere un importante tassello alle attività di FuoriMuro, trasportando le merci al di fuori del Porto in tutto il Nord Italia. Lavoreremo al meglio per soddisfare le forti attese del mercato, consci che è la prima volta che un servizio di manovra in Porto viene integrato con un servizio di trazione”. Nella stessa occasione, Porta aveva poi tenuto a elogiare dipendenti e collaboratori per l’impegno profuso: “Sapevamo che non sarebbe stato facile accompagnare il

personale in questo percorso di crescita finalizzato a conseguire le abilitazioni necessarie per la vezione ferroviaria, ma i risultati sono stati eccellenti e di questo vorrei ringraziare istruttori, dipendenti operativi e personale d’ufficio che insieme hanno svolto un lavoro di squadra formidabile”. Sono state infatti oltre 800 le ore di formazione in aula, organizzate presso la sede di FuoriMuro e di diverse aziende del Nord Ovest e del Nord Est nel periodo novembre 2010 – maggio 2011 e necessarie per il conseguimento dell’abilitazione a macchinista, alle quali è seguito un tirocinio pratico di oltre sei mesi, con forte impegno da parte di tutto il personale. Prodromico per l’avvio dei nuovi servizi, il rafforzamento patrimoniale di marzo 2012 che aveva portato a 1 milione di Euro il capitale sociale di FuoriMuro, con l’ingresso del Gruppo Spinelli tra gli azionisti con una quota del 30% (gli altri sono Rivalta Terminal Europa 30%, InRail 15%, Tenor 15% e Compagnia Portuale Pietro Chiesa 10%) e che aveva permesso l’acquisto di due locomotori Siemens Vectron di ultima generazione.


Anche per quanto attiene alle attività di manovra nel Porto di Genova, la Società ha confermato recentemente la propria crescita con una media mensile di circa 11.000 carri, in ripresa rispetto al biennio 2010 – 2011. Secondo quanto affermato da Guido Porta, “Il dato testimonia la centralità del Porto di Genova e la sua capacità di saper attrarre traffici rappresentando uno sbocco fondamentale sul Mediterraneo per i Paesi del Nord Europa. A tal proposito, soluzioni come il Corridoio Genova – Rotterdam - prosegue Porta - sono un’occasione irripetibile di sviluppo per i Paesi attraversati, soprattutto se non si limitano a collegare due porti, ma se prevedono fermate intermedie per il trasporto delle merci destinate alle aree adiacenti al Corridoio”. Secondo Porta, che anche in ambito logistico vanta una profonda esperienza essendo a capo delle Società genovesi I.LOG e Metrocargo Automazioni, responsabili dell’ideazione e della progettazione di Metrocargo (un sistema per il trasporto intermodale che può essere installato lungo i binari ferroviari e permette di caricare o scaricare un intero treno in meno di 40 minuti, in un’unica operazione interamente automatizzata, piena sicurezza e rispetto dell’ambiente), il trasporto ferroviario merci può esprimere la propria competitività rispetto a quello su gomma solo se si prevedo-

no tra il punto di partenza e quello di destinazione delle fermate intermedie che consentano di volta in volta di caricare o scaricare rapidamente anche solo parte dei container e delle casse mobili presenti sul treno. Una visione,

in definitiva, che intende superare il tradizionale approccio “point to point” per adottare una logica “stop and go” o di rete, così come accade per il trasporto passeggeri. Federica De Cesare

FuoriMuro Servizi Portuali e Ferroviari S.r.l. è la Società che gestisce, su incarico dell’Autorità Portuale, le manovre ferroviarie all’interno del Porto di Genova. Costituita nel 2010, FuoriMuro si avvale di un organico di 107 dipendenti, qualificati sia per lo svolgimento dell’attività di manovra, sia di verifica tecnica e formazione treno nonché di vezione ferroviaria. All’interno del Porto di Genova, FuoriMuro ha movimentato lo scorso anno oltre 114.000 carri ferroviari e si appresta a incrementare questo numero nel 2012, attestandosi attualmente su una media mensile di circa 11.000 carri ferroviari movimentati confermata anche dal recente dato di settembre 2012. Con l’acquisizione, dell’agosto 2012, della Certificazione di Sicurezza che la abilita al trasporto ferroviario, la Società integrerà inoltre l’attività di manovra all’interno del Porto di Genova con la trazione verso le realtà retroportuali, collegando il Porto di Genova con i maggiori centri logistici e di consumo del Nord d’Italia. Il Capitale Sociale di FuoriMuro è ripartito tra Rivalta Terminal Europa (30%), Gruppo Spinelli (30%), InRail (15%), Tenor (15%) e Compagnia Portuale Pietro Chiesa (10%). FUORIMURO IN SINTESI Inizio delle attività: 17 maggio 2010 Personale impiegato: 107 dipendenti, acquisiti da Ferport e integrati con nuovo personale operativo Parco macchine: 2 locomotori elettrici Siemens Vectron E190, 7 locomotori diesel e 7 locotrattori Fatturato 2011: 5 milioni di Euro Fatturato atteso 2012: 6,5 milioni, con un incremento dettato sia dall’aumento dei traffici nel Porto che dall’avvio dei servizi ferroviari.

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trasporti / porto&diporto

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SAS lancia nel 2013 45 nuove rotte

AS, compagnia aerea leader in Scandinavia, lancerà 45 nuove rotte nel 2013, ampliando la propria offerta con voli diretti verso nuove importanti destinazioni raggiungibili da tutti i principali aeroporti della Scandinavia e da numerosi aeroporti regionali nei paesi nordici. Per quanto riguarda l’Italia, SAS aggiungerà durante l’estate voli diretti da Palermo e Cagliari verso le capitali scandinave e anche una rotta valida tutto l’anno che collega Roma a Helsinki. Oltre a ciò, SAS aumenterà anche la frequenza degli attuali voli per diverse rotte nazionali ed europee. “Molti nostri clienti scelgono SAS per i viaggi di lavoro e di piacere, soddisfatti dei nostri servizi in grado di far risparmiare tempo e della nostra premiata puntualità. Siamo perciò orgogliosi di offrire ai nostri clienti 45 nuove destinazioni tra cui scegliere nel 2013, il che ci consentirà di continuare ad essere la compagnia con la più vasta scelta di

v o l i nella regione nordica - ha affermato Joakim Landholm, vice Presidente esecutivo commerciale - L’introduzione di queste 45 nuove rotte è totalmente in linea con l’obiettivo di SAS di soddisfare qualsiasi esigenza di viaggio dei nostri clienti”. Durante l’estate, numerosi voli diretti dall’Italia completeranno l’offerta già esistente di SAS verso la Scandinavia. I nuovi voli da Palermo e Cagliari a Copenaghen, Stoccolma e Oslo, rappresentano delle ottime opportunità per visitare le straordinarie regioni della Scandinavia durante la prossima estate. A partire dal 6 aprile, SAS metterà anche a disposizione il collegamento da Roma a Helsinki attivo il sabato per tutto l’anno. Di seguito una panoramica delle nuove rotte: Nuove rotte dalla Svezia: Da Stoccolma a Innsbruck, Pula, Palermo, Cagliari, Salonicco, Tel Aviv, Pristina e Alanya Da Göteborg a Nizza, Pristina e Östersund Nuove rotte dalla Norvegia: Da Oslo a Salisburgo, Berlino, Budapest, Santorini, Cagliari, Palermo, Pristina, Valencia, Malta, Lisbona, Atene, Tenerife e Pula.

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Da Bergen a Dubrovnik e Antalya. Da Trondheim a Split. Da Stavanger a Antalya. Nuove rotte dalla Danimarca: Da Copenaghen a San Francisco, Budapest, Praga, Newcastle, Cagliari, Palermo, Alanya, Salonicco, Pula e Biarritz Nuove rotte dalla Finlandia: Da Helsinki a Parigi, Roma, Praga, Ginevra e Östersund. Da Turku a Kittilä. Da Tampere a Kittilä. Insieme alle 45 nuove rotte, nel 2013 SAS aumenterà anche la frequenza dei voli per diverse rotte nazionali ed europee esistenti. Gli aeroporti di partenza SAS in Italia sono Bologna, Milano, Roma e Venezia. Dai principali hub di Copenaghen, Stoccolma e Oslo, SAS offre una rete completa in Scandinavia e Nord Europa, ma anche collegamenti per gli Stati

Uniti e l’Asia. Sui voli internazionali, i viaggiatori hanno la possibilità di scegliere tra 3 classi di servizi, a seconda delle diverse esigenze dei clienti: comfort nella Business Class, flessibilità nella Economy Extra e tariffe basse nella Economy Class. Cosimo Brudetti


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trasporti / porto&diporto

Una storia green lunga 70 anni

Il pallet e la rivoluzione della logistica

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ato per uso militare, ben presto il pallet in legno è diventato il perno della logistica internazionale rivoluzionando il settore della movimentazione delle merci. Lunga più di 70 anni, la sua storia ripercorre l’evoluzione dei traffici commerciali e consente di cogliere l’incredibile portata di quell’idea americana che non solo ha portato profondi cambiamenti negli spostamenti mondiali, ma negli anni ha permesso anche una forte riduzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera. Fulcro della logistica internazionale, il pallet in legno è un’attrezzatura utilizzata per l’ap-

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poggio di vari tipi di materiali destinati ad essere trasportati, distribuiti ed immagazzinati. Conosciuto anche con il nome di bancale, da oltre 70 anni è una commodity assolutamente indispensabile nel settore della movimentazione delle merci, poiché mobilita il 90% degli articoli


destinati ai mercati di tutto il mondo. La nascita del pallet risale alla Seconda Guerra Mondiale e il merito di questa invenzione va tutto ai soldati americani, i quali scoprirono che appoggiare le merci da trasportare su piattaforme in legno agevolava notevolmente le operazioni di movimentazione dei materiali verso le nazioni europee coinvolte nel conflitto mondiale. Il trasferimento dell’idea dal campo militare a quello civile è stato poi un passaggio naturale dettato dai numerosi vantaggi che queste indispensabili piattaforme d’appoggio conferiscono al settore della movimentazione. Le tavole in legno, sopraelevate mediante dei “piedini” (blocchetti di legno) posti alla base e provviste di apposite feritoie per poter essere sollevate con i carrelli elevatori, consentono infatti non solo un notevole risparmio di tempo nei trasferimenti di grandi quantità di merci, ma permettono anche l’isolamento dei materiali dal suolo o dal fondo sottostante, con grande riduzione dei danni causati dagli urti o dall’umidità. Il passaggio dall’ambito militare a quello civile, però, ha spinto i paesi a cercare delle soluzioni standardizzate che potessero agevolare gli spostamenti di questi imballaggi. Se all’inizio, quindi, la scelta delle dimensioni veniva compiuta ad assoluta discrezione dei singoli utilizzatori, con il tempo i criteri di uniformità si sono rivelati indispensabili, soprattutto in seguito all’intensificarsi dei traffici commerciali internazionali. In Europa, in particolare, tale esi-

genza ha portato alla diffusione del pallet EUR (con misure 800X1200 mm), che ha permesso i primi tentativi di interscambiabilità risolvendo il problema di dover riportare al punto di partenza i bancali dopo ogni singola movimentazione delle merci. EPAL - European Pallet Association - è l’associazione europea senza fini di lucro che riunisce fabbricanti, negozianti, riparatori ed utilizzatori di pallet EUR EPAL. I suoi obiettivi sono promuovere e applicare la garanzia di qualità per i pallet EUR EPAL, rappresentare gli interessi commerciali dei propri membri intervenendo ogni qualvolta le regole di qualità ed i diritti del marchio non vengono rispettati e mettere a disposizione degli operatori pallet interscambiabili di qualità elevata. Il Comitato Tecnico EPAL di Conlegno (Consorzio Servizi Legno Sughero) è il soggetto gestore del marchio per l’Italia e con oltre 2500 controlli di qualità all’anno assicura il rispetto degli standard e delle specifiche tecniche richiesti in ambito internazionale. Secondo una ricerca commissionata da Conlegno al Politecnico di Milano, la valutazione dell’impatto ambientale dell’intero ciclo di vita effettuata sul pallet EUR/EPAL (sia come prodotto che come sistema di interscambio) conferma che è uno dei sistemi più innovativi ed ecosostenibili, poiché non solo migliora la qualità e l’efficienza del trasporto delle merci, ma permette anche di sottrarre all’atmosfera una quantità totale di -18,4 kg di CO2 equivalente per ogni singolo pallet. Nonostante siano passati quasi 70 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, il pallet in legno è quindi ancora il fondamento del flusso logistico internazionale, tanto da essere ormai considerato una commodity e quindi un bene riconosciuto ed utilizzato universalmente. Stefania Vergani

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Gruppo BEI e Banco Popolare insieme per il sostegno alle PMI 560 milioni per PMI, Mid-cap, reti di imprese, progetti innovativi in R&S e terremoto dell’Emilia

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l gruppo Banca europea per gli investimenti (BEI e FEI, Fondo europeo per gli investimenti) e il Gruppo Banco Popolare hanno perfezionato recentemente a Verona cinque nuovi accordi per finanziamenti a medio-lungo termine e un nuovo accordo di garanzia a favore delle imprese italiane per importi complessivi pari a 385 milioni di euro. Nell’occasione sono state inoltre concordate le modalità di utilizzo di tre linee di credito, già perfezionate, per ulteriori 175 milioni di euro, anch’esse destinate al finanziamento di programmi di investimento eseguiti da PMI e imprese Mid cap. Le operazioni rafforzano i rapporti consolidati tra BEI e Banco Popolare e si inseriscono all’interno dell’Accordo quadro BEI-ABI-Confindustria del 2009 per il supporto al settore produttivo italiano, il cui intento è mitigare gli effetti della crisi finanziaria e contribuire all’avvio del processo di ripresa. In particolare, per la prima volta in Italia è stato perfezionato un accordo di garanzia del FEI per sostenere i progetti in Ricerca e Sviluppo e Innovazione delle PMI, grazie alla nuova struttura RSI (Risk sharing instrument), strumento finanziario per la condivisione del rischio lanciato nel 2011 in collaborazione con la Commissione Europea. “Per le imprese, specie quelle di minori dimensioni, l’accesso al credito è fondamentale per poter continuare ad affrontare questa lunga fase di crisi: grazie alla collaborazione con il Banco Popolare, il gruppo BEI riesce a veico-

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lare risorse nuove al tessuto produttivo italiano - ha commentato Dario Scannapieco, Vice Presidente BEI responsabile per le operazioni in Italia, Malta, Balcani Occidentali e Grecia e Presidente del FEI - Gli accordi raggiunti permettono al Banco Popolare di offrire alle PMI una gamma vasta di possibili strumenti finanziari, con una particolare valorizzazione dei progetti che puntano sulla ricerca e sviluppo nei rispettivi settori di attività”. “L’accordo sottoscritto con BEI e FEI - spiega Maurizio Faroni direttore generale del Banco Popolare - consentirà di dare ulteriore impulso all’attività di sostegno nei confronti delle piccole e medie imprese che rappresentano da sempre il target di riferimento per il nostro Gruppo. Con l’accordo si conseguono tre obiettivi: si mobilitano risorse di importo rilevante; si interviene sulle principali emergenze del nostro sistema produttivo; si offre alle nostre banche del territorio un apporto di fondamentale importanza per accompagnare gli imprenditori che intendono investire in innovazione anche in questo contesto economico difficile” . Piccole e medie imprese e Mid-cap (EUR 200 milioni) Al sostegno delle aziende italiane saranno destinati 200 milioni di euro, con impiego di fondi BEI a condizioni di particolare favore. Le linee di credito sono destinate per almeno il 70% agli investimenti delle PMI (fino a 250 dipendenti). FEI, garanzia per le PMI innovative

Dario Scannapieco (60 milioni) L’accordo tra FEI e Banco Popolare del valore di 60 milioni, primo del genere perfezionato in Italia dal FEI, permetterà di sostenere imprese orientate all’innovazione e alla R&S utilizzando il meccanismo di garanzia denominato Risk sharing instrument (RSI). Industria 2015 (30 milioni) e Italy knowledge economy (25 milioni) La BEI continua a cofinanziare in Italia i progetti selezionati dal Ministero dello Sviluppo economico (MISE) all’interno dell’iniziativa Industria 2015. Reti di imprese (20 milioni) E’ una linea di credito dedicata alle Reti di imprese, le libere aggregazioni tra aziende il cui obbiettivo è accrescere la competitività e innovatività dei soggetti aderenti. Terremoto dell’Emilia (50 milioni) Un prestito di 50 milioni è dedicato al finanziamento di interventi di ripristino e messa in sicurezza di opere danneggiate dal sisma del Maggio 2012. Cosimo Brudetti


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finanza / porto&diporto

Ga.Fi. Sud protagonista di Matching 2012 S

i è tenuta a Milano, presso la Fiera di Rho, l’VIII Edizione di Matching, la kermesse economico-finanziaria organizzata dalla Compagnia delle Opere, alla quale Ga.Fi. Sud, l’Organismo di Garanzia presieduto da Rosario Caputo, ha partecipato, con un proprio stand nel Distretto Finanza, promuovendo sia la propria attività che quella di alcune imprese associate presenti nei vari distretti di loro interesse. La “missione” di Ga.Fi. Sud a Milano, organizzata e coordinata dal Direttore Generale Michele Izzo, ha consentito ad alcune aziende campane (sulle oltre 2500 presenti) di promuovere la propria impresa ed i propri prodotti ciascuna nelle proprie aree di interesse. Una delle novità dell’ottava edizione è stata la presenza dei Distretti, che hanno favorito un confronto costruttivo tra le aziende operanti all’interno di una stessa filiera produttiva. I Distretti di Matching 2012 hanno offerto ai partecipanti un focus su vari settori merceologici, tra i quali: Agroalimentare, Edilizia, Energia ambiente e sostenibilità, Finanza, Information Technology, Logistica, Meccanica, Sanità. Tra le tante novità, quest’anno il

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Create opportunità di business in Brasile, Cina, Qatar e Russia per alcune aziende campane

Matching ha potuto contare sulla partecipazione di ben 42 Paesi esteri con manager, buyer e professionisti da tutto il mondo - che hanno dato luogo ad oltre 50.000 incontri - 115 workshop di approfondimento, Stand e spazi espositivi rinnovati e interattivi. Grazie alla filosofia attuata da Ga.Fi. Sud, il Matching si è rivelato per cinque aziende campane anche una occasione concreta di internazionalizzazione del proprio brand e dei propri prodotti, infatti buyers provenienti da Brasile, Cina, Russia e Qatar hanno proposto opportunità di business alle imprese DeCom, Enertek, Ibg-Chinotto Neri, Defiam e Sacom. “La partecipazione al Matching – ha dichiarato Rosario Caputo, Presidente di Ga.Fi. Sud - è frutto di una partnership avviata ormai da tempo con la Compagnia delle Opere. Ga.Fi. Sud ha voluto però dare un senso a questa kermesse, sia in un ottica di promozione della propria attività di garanzia, sia in un ottica di servizio reale e concreto per le aziende socie. Infatti, il Matching si è rivelata un’occasione importante per noi e per le aziende che hanno aderito al nostro invito in quanto attraverso la logica del “fare sistema”, ci ha

consentito di selezionare nuovi fornitori, conoscere potenziali clienti, guardare ai mercati, fare innovazione e, in certi casi, internazionalizzare la propria azienda. Sono questi aspetti di non poco conto, visto il particolare momento di crisi che sta travolgendo qualsiasi settore dell’economia mondiale”. “Grazie all’opportunità attivata da Ga.Fi Sud – ha dichiarato Massimo Orsi, Amministratore di Sacom, azienda presente nel Distretto Servizi – la nostra impresa ha avuto la possibilità di confrontarsi con stakeholder sia italiani che esteri con possibilità concrete di business per il prossimo futuro. Un plauso anche alla Compagnia delle Opere per l’organizzazione impeccabile di questa edizione del Matching che ci permesso di dialogare in maniera proficua e costruttiva con partner seri e qualificati sia italiani che esteri favorendo e accrescendo la nostra capacità di entrare su nuovi mercati”. “Matching – ha aggiunto Riccardo Van den Hende, Procuratore Generale di Decom, azienda presente nel Distretto Edilizia – si è rivelato molto utile innanzitutto per farci comprendere dove sta andando il nostro mercato grazie ad un confronto costante, durante que-


sti tre giorni, con imprenditori del settore edile ma anche operanti in campi diversi, dandoci modo di progettare consapevolmente la nostra attività anche in un ottica di internazionalizzazione. Grazie a questa importante vetrina, la nostra azienda ha visto aumentare le possibilità di sbocco verso nuovi mer-

cati nonché quelli esteri emergenti. Il Matching si è rivelato il luogo ideale par avviare nuove partnership e scoprire i vantaggi del lavoro in rete con altre aziende”. “Gli otto distretti del Matching – ha sostenuto Antonio Martino, Amministratore di Enertek, presente nel Distretto Sanità – ci hanno consentito un confronto proficuo con diverse realtà aziendali. L’opportunità concessaci da Ga.Fi. Sud di essere presenti a Milano

ci ha permesso di approfondire la conoscenza del nostro settore e di ampliare gli orizzonti del nostro business, grazie ai tanti contatti che in tre giorni siamo riusciti a capitalizzare”. Alberto Medina

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innovazione / porto&diporto

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’Avvisatore Marittimo del Porto di Livorno, sin dal 1909 fornisce agli operatori portuali ed agli organi istituzionali notizie e disposizioni aggiornate in tempo reale, con rapidità, terzietà e affidabilità, 24 ore al giorno, per tutti i giorni dell’anno. Nella struttura dell’Avvisatore Marittimo tutto gira intorno all’informazione nave e portuale, alle comunicazioni ed alle

interconnessioni con l’utenza portuale, pubblica e privata, che su queste notizie e dati organizza con fiducia le proprie attività. I continui cambiamenti delle condizioni di mercato e delle tecnologie creano una enorme sfida alla competitività del porto di Livorno ed alla comunità della logistica. L’informazione di qualità è e continuerà ad essere la pietra miliare per l’efficienza dei sistemi e del trasporto marittimo, di qui l’impegno dell’Avvisatore Marittimo nello sviluppo dell’applicazione per i mobili Android e iOS che sono gli

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strumenti più utilizzati per l’acquisizione delle informazioni necessarie alle nostre attività quotidiane, sia lavorative che non. L’Avvisatore Marittimo lancia quindi la prima versione dell’applicazione per Smartphone «SHIPINFO Mobile», la naturale evoluzione del nuovo Portale Internet SHIPINFO. Tutta la potenzialità del Portale SHIPINFO sul proprio telefonino, in uno strumento leggero e di rapida consultazione per conoscere • Arrivi, Movimenti e Partenze navi in tempo reale • Navi in previsto arrivo e partenza • Situazioni navi agli ormeggi • Stazioni meteo • Telecamere portuali • Ricerche navi • Punti di accesso

al porto ed altro ancora.. Il menù è rapido ed intuitivo. Selezionando la voce relativa alla funzione desiderata apparirà la schermata con l’elenco delle navi arrivate, partite o movimentate all’interno del Porto: ad esempio di ogni singolo evento è possibile visualizzare nel dettaglio gli orari ufficiali nonché i dati caratteristici della nave. Consultando “Navi in previsto arrivo/partenza si potrà conoscere la situazione ufficiale delle navi in previsto arrivo/partenza non appena questa viene rilasciata dalla Capitaneria di Porto. Gli orari dei previsti arrivi sono costantemente aggiornati dagli operatori dell’Avvisatore

in contatto diretto con i comandi di bordo. Dalla “Situazione agli ormeggi e navi in porto” è possibile consultare l’elenco delle navi in porto e visualizzare il relativo ormeggio, nonché l’elenco degli accosti e visualizzare le eventuali navi ormeggiate. Inoltre vengono indicati i più comodi punti di accesso al porto: una volta individuata la vostra nave sulla mappa l’applicazione indicherà la via più breve per raggiungere il varco di accesso al Terminal. L’applicazione fornisce inoltre la possibilità di consultare direttamente la centralina meteo dell’Avvisatore Marittimo in tempo reale nonché ricevere le previsioni meteorologiche dell’Aereonautica Militare e le immagini satellitari. Ultima particolarità è il servizio monitoraggio video che permette di monitorare in tempo reale la manovra di una nave consultando le 17 telecamere, dislocate nei principali punti nevralgici del porto. SVILUPPI FUTURI L’applicazione SHIPINFO Mobile prevederà, nelle prossime versioni, l’implementazione delle altre funzionalità già presenti nel portale internet SHIPINFO e dedicate agli agenti marittimi, quali: • Inoltro domanda di accosto • Ricezione notifiche • Conferimento rifiuti Riccardo Russo



formazione / porto&diporto

Alleanze e strategie delle AP sulla formazione nei porti I

porti, si sa, sono un microcosmo dove convivono le professioni più disparate. Oltre agli addetti alle operazioni portuali vere e proprie, imprese, terminalisti, agenzie, spedizionieri, Autorità Portuali, Capitanerie di Porto, uffici periferici dello Stato, servizi tecnico nautici, sono solo alcuni dei settori di attività di uno scalo, senza considerare l’indotto e l’ampia catena del trasporto. Oggi, più che mai le risorse umane, le professionalità, molteplici e altamente specializzate, sono la leva strategica per il buon funzionamento dell’intera filiera, elemento centrale per la competitività e l’efficienza del sistema portuale ed in genere della catena logistica. Se ne è parlato in occasione del convegno dedicato a “Il Ruolo della Formazione in Ambito Portuale” organizzato, all’interno della 2^ edizione del Forum Euro Mediterraneo, a Livorno, dall’Autorità Portuale. “Più che mai, la componente umana è elemento strategico per lo sviluppo dei porti – ha spiegato Giuliano Gallanti, Presidente dell’Authority - La formazione professionale è un fattore di efficienza nei cicli produttivi e una leva di innovazione tecnologica nel settore portuale. La Commissione Euro-

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pea – ha continuato Gallanti - mira a sviluppare strategie per elevare il livello delle competenze del capitale umano e sollecita i soggetti istituzionali, le parti sociali e il settore privato a intraprendere azioni concrete. E’ determinante che anche le Autorità Portuali facciano la loro parte”. La discussione - attualissima anche alla luce della rivisitazione delle regole sul lavoro portuale e dei servizi tecnico nautici - coinvolge non solo i paesi della UE ma anche quelli dell’intera area mediterranea, compresi quelli della Sponda Sud che negli ultimi dieci anni, hanno investito molto sul potenziamento delle infrastrutture portuali e logistiche, attivando allo stesso tempo, importanti iniziative per la crescita delle professionalità per adeguarle agli standard europei. Numerose le Autorità Portuali coinvolte nel dibattito, oltre alle Istituzioni pubbliche a livello regionale, nazionale ed europeo, le parti sociali, gli operatori del settore, le strutture formative e soggetti di livello internazionale, che si sono date appuntamento per discutere dell’argomento ed avviare tavoli tecnici finalizzati alla messa in

atto di un modello condiviso di formazione ed un sistema di riconoscimento, validazione e certificazione delle competenze delle professionalità che operano nei porti. Sono state presentate le attività svolte ed i progetti futuri in campo formativo dei porti di Livorno, La Spezia, Napoli, Bari, Trieste, Piombino, Carrara, Venezia, Ancona che hanno firmato un protocollo finalizzato allo scambio di esperienze e di know-how con l’obiettivo comune di puntare alla certificazione delle competenze nei porti come fattore di sviluppo delle politiche occupazionali e del sistema portuale italiano. Le Autorità Portuali firmatarie intendono definire uno standard di formazione portuale in linea con gli indirizzi della Commissione Europea per stabilire requisiti formativi comuni per i lavoratori portuali dell’Unione. Oltre a creare standard formativi condivisi ai fini di rafforzare i livelli di sicurezza si potranno definire procedure per il riconoscimento comune delle qualifiche professionali con il rilascio di apposite certificazioni ai lavoratori iscritti in un registro degli autorizzati al lavoro portuale. Si potrà inoltre condividere un sistema


di monitoraggio del personale operante nelle imprese portuali art. 16 e 17 attraverso un Osservatorio per la valutazione delle competenze possedute e da implementare. Nutrita partecipazione delle forze sociali e sindacali, di rappresentanti del Ministero del Lavoro, delle Strutture Universitarie, degli Enti di Formazione, nonchÊ dei paesi esteri come il Marocco con i quali è stato

sottoscritto un Protocollo di Intesa in ambito formativo. I lavori sono stati conclusi da una tavola rotonda a cui ha partecipato il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, la Commissione Trasporti della Camera, il Ministero del Lavoro, Assoporti e la Regione Toscana sul tema delle competenze in materia di formazione nell’ambito della Riforma della Legge 84/94 e sul ruolo delle Autorità Portuali per lo sviluppo del lavoro portuale. Patrizia Lupi

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ricerche / porto&diporto

L’Italia primo partner commerciale dell’Area Med Presentato il Rapporto 2012 di SRM “Le relazioni economiche tra l’Italia e il Mediterraneo”

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RM-Studi e Ricerche per il Mezzogiorno ha presentato, presso la Sala delle Assemblee del Banco di Napoli, l’edizione 2012 del Rapporto Annuale su “Le re-

Paolo Scudieri lazioni economiche tra l’Italia e il Mediterraneo”: lavoro di ricerca frutto di un intero anno di studi compiuti da SRM nell’ambito dell’Osservatorio Permanente sull’economia del Mediterraneo. Tre i temi cardine del Rapporto: le relazioni commerciali, i flussi finanziari e i collegamenti infrastrutturali. Novità di questa edizione è un focus sul valore complessivo del business italiano in ciascun Paese, e che quest’anno si è focalizzato sulla Turchia, uno dei paesi più interessanti tra quelli emergenti e quello che vanta le più intense relazioni commerciali con l’Italia nell’ambito dell’Area Med. Il Convegno - aperto dalle relazioni introduttive di Maurizio Barracco, Presidente del Banco di Napoli, Paolo Scudieri, Presidente di SRM, e Giuseppe Castagna, Direttore Generale del Banco di Napoli - si è quindi concentrato sulla presentazione dei risultati del Rapporto esposta da Massimo Deandreis, Direttore Generale di SRM, che in particolare ha mostrato i dati sull’interscambio economico tra l’Italia e i paesi mediterranei.

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I temi sollevati dalla presentazione della ricerca sono stati poi discussi nella tavola rotonda moderata da Gennaro Sangiuliano, Vicedirettore TG1 RAI, sulla centralità del Mediterraneo per lo sviluppo dell’Italia e del Mezzogiorno. La discussione ha visto confrontarsi esponenti del mondo istituzionale, imprenditoriale, accademico e finanziario: Roberto Aliboni, Consigliere Scientifico IAI (Istituto Affari Internazionali); Sergio Arzeni, Direttore CFE - OCSE, Parigi; Angelo Cicogna, Capo della Divisione Cooperazione Tecnica Internazionale della Banca d’Italia; Gianfranco Viesti, Presidente Fiera del Levante; e Marco Zigon, Presidente GETRA. «SRM con questo secondo Rapporto – ha affermato Paolo Scudieri, Presidente di SRM - dimostra con chiarezza che il Mediterraneo è, e lo sarà sempre di più in futuro, un’area molto rilevante per le relazioni economiche del nostro Paese - e del Mezzogiorno in particolare - e con un valore ben più ampio di quanto i soli dati sull’interscambio commerciale possano misurare. Certo permangono incertezze e difficoltà, tanto in Europa quanto nei paesi del Mediterraneo, sia sotto il profilo politico che economico. Tuttavia, noi siamo convinti che l’economia sia un driver fondamentale per lo sviluppo delle relazioni internazionali tra i Paesi». «Con l’edizione 2012, il nostro Rapporto sulle relazioni economiche tra l’Italia e il Mediterraneo – ha spiegato Massimo Deandreis Direttore Generale di SRM - giunge alla sua seconda edizione, raccogliendo i frutti di un intero anno di ricerca e monitoraggio svolto attraverso l’Osservatorio Permanente avviato da SRM nel 2011. In particolare abbiamo inaugurato un progetto di ricerca pluriennale, incentrato sull’analisi della tipologia e presenza del business italiano nei vari paesi dell’area, iniziando dalla Turchia. Guardando ai dati emersi sulla presenza italiana in questo paese e osservando più in generale la crescita dell’interscambio commerciale con l’area del Mediterraneo, emerge un quadro straordinariamente interessan-

te che conferma come il Sud Mediterraneo stia diventando una nuova “frontiera” per le imprese italiane e rappresenti una sfida positiva per l’economia del nostro Paese e del Mezzogiorno in

Massimo Deandreis particolare».

L’economia, il commercio e le imprese

L’Italia si conferma il primo partner commerciale dell’area, con un valore degli scambi pari a 57,7 miliardi di euro nel 2011, e conferma la propria leadership anche nelle proiezioni al 2014, che vedono crescere gli scambi commerciali italiani fino a 74 miliardi di euro (+28% sul 2011). Tuttavia, escludendo i prodotti energetici e petroliferi, il nostro Paese slitta al terzo posto (con 36,9 mld euro), scontando, quindi, un importante gap con la Germania (che è prima per interscambio manifatturiero con 50,4 mld). Si tratta comunque per l’Italia di cifre molto significative che indicano chiaramente il “valore” attuale e soprattutto le potenzialità del Mediterraneo in termini di opportunità di affari per il nostro sistema di imprese. Nella prima parte del Rapporto, è stato inoltre realizzato un focus sulla Turchia che riporta una stima del busi-


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ness delle imprese italiane in questo Paese; i dati confermano le grandi potenzialità del Paese: la ricerca indica che le imprese partecipate da capitali italiani in Turchia realizzano complessivamente un fatturato di oltre 16 miliardi di euro, per un impatto occupazionale pari a circa 125mila addetti, numeri, in alcuni casi, superiori a quelli stimati per le imprese a capitali tedeschi, usate quale benchmark all’interno dell’analisi.

La finanza e gli investimenti dei Fondi Sovrani mediterranei Il Rapporto offre un’analisi dello stato attuale e delle prospettive d’investimento dei fondi sovrani mediterranei in Europa e in Italia ed esamina le caratteristiche dei sistemi finanziari dei paesi dell’Area MENA, con un Oltre il 70% dei flussi commerciali tra l’Italia e i paesi che si affacciano sul Mediterraneo (circa 40 miliardi di euro) avviene via mare, mentre in tema di energie rinnovabili, il Mediterraneo si prepara a giocare un ruolo decisivo per lo sviluppo del settore energetico dei prossimi anni, con una domanda addizionale di energia che di qui al 2020 potrebbe comportare investimenti pari a 320 miliardi di euro, di cui circa la metà in fonti rinnovabili, una straordinaria opportunità di sviluppo per le imprese italiane del settore e per l’economia europea nel suo complesso. RedMar focus particolare sulla Turchia; una stima contenuta sul rapporto indica che gli investimenti dei Fondi Sovrani dell’area MENA diretti verso l’Europa potrebbero raggiungere, entro cinque anni, i 20 miliardi di euro annui, con una quota destinata all’Italia compresa tra 1 e 1,5 miliardi di euro.

I trasporti marittimi e le energie rinnovabili Grande attenzione è dedicata dal Rapporto al traffico marittimo e allo sviluppo delle energie rinnovabili, due aspetti importanti delle relazioni economiche dell’Italia con i paesi che si affacciano sul Mediterraneo, sia attualmente che, ancora di più, in prospettiva.

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fiere / porto&diporto

Innovazione e tecnologia a Seatec-Compotec 2013 S

eatec, 11° Rassegna Internazionale di Tecnologie per la Subfornitura e il Design per Imbarcazioni, Yacht e Navi e Compotec, 5° Rassegna Internazionale dei Compositi e Tecnologie correlate presentano dal 6 all’8 febbraio 2013 inno-

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vazione tecnologica, approfondimenti tecnici e design. A Seatec con Abitare il Mare - a cura di Decio G.R. Carugati, promosso da CarraraFiere – si organizza il convegno “Design: La Barca Come Progetto Di Riqualificazione Della Piccola Dimensione” che avrà luogo nel pomeriggio del 6 febbraio: a dibattere l’argomento autorevoli esponenti del mondo acca-

demico, della nautica, dell’industria e del design. Seguirà la presentazione dei progetti vincitori della decima edizione del concorso MYDA – Millennium Yacht Design. In Area Design al Padiglione E saranno allestite le mostre fotografiche dei progetti vincitori del premio MYDA. In Area Qualitec, padiglione E, saranno esposti i prodotti/servizi presentati ai concorsi Qualitec Technology, giunto alla decima edizione, e Qualitec Design, alla quinta edizione, premi riservati alle aziende espositrici. I vinci-


tori saranno premiati durante il primo giorno di fiera in Area Qualitec. Il Qualitec Technology Award si propone di premiare quelle aziende che all’insegna della creatività, funzionalità e sicurezza, forniscono un contributo sostanziale allo sviluppo ed all’innovazione del settore, presentando nuovi prodotti o servizi con particolari caratteristiche tecnologiche e qualità funzionali. Il Qualitec Design Award è aperto agli oggetti - componentistica e arredo - proposti dalle aziende espositrici che meglio concorrono, nell’eccellenza del design, alla qualità della vita a bordo. Per le associazioni di categoria, confermato lo storico appuntamento con l’Istituto Italiano della Saldatura con il convegno “Evoluzione delle tecnologie di saldatura e di giunzione” e gli eventi organizzati da Asso.N.A.T. - che presenta un’iniziativa legata ai porti turistici, Assonautica, AIAS con “Sistema di gestione sicurezza delle marine da diporto”. Quest’anno presente Federazione Italiana Motonautica che propone il convegno “Rilancio e valorizzazione dell’immagine della moto d’acqua... partendo dalla formazione giovanile”.

Dedicata al mondo della propulsione e dei motori la consolidata area Unimot (Unione nazionale motori marini entrobordo ed affini, costituita all’interno di ASCOMAC - Federazione Nazionale Commercio Macchine), all’interno della quale si organizzano workshop e dibattiti con gli operatori. Nell’Area Vela la classica conferenza a cura di Navimeteo, con le ultime novità in tema di meteorologia marina, e il convegno “Design, Ricerca, Formazione, Innovazione” realizzato nell’ambito di Mille e Una Vela Cup. Compotec si terrà, anche nel 2013 in contemporanea con Seatec mantenendo il focus non soltanto sulla nautica, ma anche sui numerosi settori verso cui è indirizzata: aeronautico, automobilistico, nautico, edile, medicale, design, sport. La duttilità del materiale permette infatti di dare forma e realtà a progetti complessi e audaci e la ricerca ha permesso, nel corso degli anni, di mutuare esperienze da un settore all’altro trasferendo modalità e soluzioni così applicabili in ambiti diversi. L’edizione 2013 vedrà la dislocazione di Compotec all’interno del padiglione D, insieme all’area riservata ai Materiali & Applicazioni del Seatec, una sinergia che farà dell’intero padiglione un punto di eccellenza per ciò che riguarda i

materiali, le lavorazioni e la costruzione tout court. Per coinvolgere maggiormente gli operatori dei vari settori sono state programmati i Compotec Days, giornate di approfondimento appositamente dedicate ai settori Edilizia, Automotive, Technology, Technology Transfer, Marine, Green Solutions. Per rendere la manifestazione più dinamica, saranno attivate le LIVE DEMO: le aziende espositrici potranno disporre, a titolo gratuito, di uno spazio per una dimostrazione teorica o pratica dei loro prodotti e delle loro tecnologie. Di grande interesse le iniziative già programmate a Compotec. “Design e Materiali Compositi: Lo Stato Dell’arte”- a cura di Decio Carugati e CarraraFiere – si occuperà di progettazione e produzione nell’ambito dei compositi con autorevoli esponenti del design di differenti ambiti operativi, nautica, aeronautica, automotive. Il convegno si terrà la mattina del 7 febbraio. Assomotoracing proporrà un convegno ed un’area espositiva sui compositi. POLITO propone “Progetto di Strutture sottili in materiale composito avanzato: aspetti teorici, sperimentali e della produzione”, AICO terrà una serie di appuntamenti sui Compositi per l’edilizia, CETMA “Soluzioni out of autoclave per il settore dei compositi”, Università di Perugia “Presentazione attività di ricerca Gruppo STM”. CarraraFiere per l’edizione 2013 di Seatec e Compotec è impegnata nell’organizzazione di una serie di iniziative di incoming di operatori stranieri attraverso appositi incontri B2B tra i nostri espositori ed un gruppo selezionato di operatori durante le giornate di fiera, come già avvenuto nelle edizioni precedenti. Seatec-Compotec 2013 rivolgono un’attenzione particolare alla sostenibilità con GREENTEC: le aziende partecipanti possono autosegnalare i propri prodotti “verdi”, più sostenibili per l’ambiente. GREENTEC consente di individuare i prodotti rispondenti a criteri di ecosostenibilità: biodegradabili, ecosostenibili in misura superiore all’80%, costituiti da materiali riciclabili, con forte riduzione delle sostanze pericolose per la salute e l’ambiente, con packaging in materiali riciclati. Attenzione particolare è dedicata anche alle fasi della produzione, auspicabile in condizioni di consumo energetico ridotto, con l’impiego di energie rinnovabili, a basso livello di emissioni, con minore uso di acqua. Il percorso GREENTEC sarà contraddistinto dalla ‘fogliolina verde’. Giacomo Canarsa

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nautica / porto&diporto

Vela e Solidarietà

Equipaggio di Modena attraversa l’Atlantico per raccogliere fondi a sostegno delle popolazioni colpite dal sisma di maggio. Madrina dell’iniziativa Tania Cagnotto

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omenica 25 novembre scorso oltre 230 imbarcazioni a vela sono salpate da Las Palmas (Gran Canarie) per partecipare alla 27° edizione dell’Atlantic Rally for Cruising (ARC), la famosa regata transatlantica. Tra coloro che sfideranno l’Oceano ci sarà anche l’equipaggio di Lunga Rotta, scuola di vela modenese. Un’impresa sportiva a cui Lunga Rotta ha aggiunto una valenza di solidarietà: raccogliere 13.500 euro (5 euro a miglio navigato) per la ricostruzione della piscina di Finale Emilia, uno dei centri maggiormente colpiti dal terremoto dello scorso maggio. Il costo totale per il recupero dell’impianto sportivo danneggiato è di 250.000€. Madrina dell’iniziativa è Tania Cagnotto, la regina italiana dei tuffi. Seguendo la rotta di Cristoforo Colombo, l’equipaggio di Lunga Rotta, composto da appassionati di vela ma non professionisti del mare, navigherà senza sosta 2.700 miglia marine (pari a circa 5.000 kilometri) a bordo di un Franchini 17 a una velocità media di crociera di 7,5 nodi (circa 15 km/h) per circa 20 giorni. Tania Cagnotto ha commentato “Sono felice che Lunga Rotta mi abbia coinvolto in un progetto tanto importante, un bellissimo esempio di come lo sport possa contribuire a superare le difficoltà”. Fernando Ferioli, sindaco di Finale Emilia, ha detto “Sono grato dell’aiuto che Lunga Rotta ci sta offrendo. L’attività sportiva è motivo di crescita, educazione alla salute e socializzazione, soprattutto per i più piccoli. Lo stesso trauma del sisma può essere superato grazie allo sport che, oltre a scaricare energie negative mette in comunicazione tante esperienze.” L’impresa ha anche l’appoggio del Comune di Modena e di Radio Bruno, l’emittente di Carpi già promotrice dell’iniziativa Teniamo Botta. Riccardo Russo

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nautica / porto&diporto

“J’ADE” 60 metri di lusso varato dal cantiere CRN Fra le numerose dotazioni una novità assoluta: il garage allagabile per il tender A gennaio sarà la volta dell’80 mt, nuova ammiraglia del cantiere

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C

RN, cantiere navale e brand del Gruppo Ferretti specializzato nella costruzione e commercializzazione di megayacht completamente custom in acciaio e alluminio dislocanti da 44 a 90 metri con una linea in materiale composito dislocante (CRN Navetta 43) di 43 metri, ha varato ad Ancona, in forma privata, il CRN 125 “J’Ade”, un megayacht di 60 metri in acciaio e alluminio. Il varo è avvenuto nella marina del cantiere alla presenza dell’armatore, del management e delle maestranze di CRN e del Gruppo Ferretti, che hanno così festeggiato la realizzazione della settima nave da diporto di 60 metri realizzata dal 2005 a oggi, un risultato particolarmente significativo in considerazione dell’altissimo segmento di mercato in cui si posiziona questo prodotto. Nei prossimi mesi verranno completati gli allesti-

menti interni del megayacht, la cui consegna definitiva all’armatore è prevista per la primavera 2013. Intervenendo alla cerimonia Lamberto Tacoli, presidente e amministratore delegato di CRN S.p.A., ha dichiarato:“E’ sicuramente un passo molto importante, come tutti i vari, in cui convivono l’orgoglio per il grande lavoro concluso e l’emozione di vedere un ‘prodotto’ del cantiere che rappresenterà l’azienda nei più bei mari e porti del mondo. Il mio ringraziamento oggi va a tutte le maestranze e al team di lavoro di CRN che ci hanno consentito di raggiungere questo nuovo traguardo, di cui siamo molto fieri. CRN però guarda avanti e intende proseguire sulla sua strada fatta di massima attenzione al cliente, continuando a lavorare sulla qualità dei propri prodotti, sulla cura del dettaglio e sui servizi after-sales”. “Il cantiere è in piena attività tanto è vero che il prossimo varo, quello dell’80 metri, è previsto fra meno di due mesi: tutti i nostri sforzi sono indirizzati a continuare nel nostro percorso di posizionamen-

to e mantenimento di CRN nell’elite mondiale della cantieristica”, conclude Tacoli. Al momento infatti nel sito di Ancona sono in costruzione ben 7 navi da diporto a marchio CRN: si tratta in particolare di cinque navi in acciaio e alluminio - CRN 129 80 mt, CRN 131 74 mt (entrambi disegnati da Zuccon International Project), CRN 132 73 mt (disegnato da Omega Architects), CRN 133 60 mt (disegnato da Francesco Paszkowski Design), CRN 134 55 mt (disegnato da Nuvolari & Lenard) – e due CRN Navetta 43 di 43 mt in composito, sempre disegnate da Zuccon International Project. In particolare l’80 metri, il cui varo è previsto per gennaio 2013, sarà il più grande megayacht mai prodotto da CRN, oltre che uno tra i più grandi costruiti in Italia. CRN inoltre nel 2013 compirà cinquant’anni di vita, un momento storico che testimonia la solidità dell’azienda, che pure si muove in un mercato molto complesso e che ha visto molti marchi di grande tradizione addirittura scomparire. Riccardo Russo

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eventi / porto&diporto

Port&ShippingTech 2012 tra waterfront e nuovi carburanti

S

i è conclusa a Genova, presso il Centro Congressi del Porto Antico, la quarta edizione del Forum Internazionale Port&ShippingTech che ha registrato 1500 presenze. I lavori della mattinata sono stati aperti dal convegno internazionale dedicato ai waterfront urbano portuali, che si è sviluppato anche nel pomeriggio. L’appuntamento, organizzato in collaborazione con la Porto Antico di Genova Spa in occasione dei suoi 20 anni, ha rappresentato un momento di riflessione a livello europeo sul percorso di recupero e sviluppo dell’Area del porto antico di Genova, a confronto con i casi di Napoli, Barcellona, Trieste, Bilbao, Dublino, e Porto. “Esprimo soddisfazione per aver potuto dedicare una giornata al caso Genova e all’approfondimento non solo

ClickUtility, consolidare a Genova un evento di rilievo con la partecipazione di così tanti relatori internazionali”. Presenti al convegno, tra gli altri,

del processo che ha portato alla realizzazione del Porto Antico, ma anche al confronto con analoghi interventi a livello europeo” ha commentato il Presidente della Porto Antico di Genova SpA Ariel Dello Strologo, per poi concludere: “Questi forum sono un’importante occasione di confronto di idee ed esperienze che possono indirizzare gli operatori verso i nuovi progetti che trasformeranno le città e i porti nel futuro. La soddisfazione è data anche dall’aver potuto, in collaborazione con

anche il Presidente della Regione Liguria Claudio Burlando e il Presidente dell’Autorità Portuale Luigi Merlo. “Il Waterfront di Genova - ha dichiarato Merlo nel corso del convegno dedicato – è un’esperienza assolutamente positiva che ancora oggi attira amministratori stranieri come fonte di ispirazione. Nel disegno complessivo di allargamento del Waterfront i progetti che hanno una prospettiva sono la gara per la nuova destinazione dell’edificio Hennebique e il tema legato al futuro

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dell’area della Darsena della Fiera, su cui rifletteremo sulla base anche delle decisioni che verranno assunte rispetto al futuro delle prossime edizioni del Salone Nautico”. Port&ShippingTech ha dedicato inoltre un approfondito dibattito al tema dei nuovi carburanti per la navigazione, centrato nel corso del convegno Green Shipping Summit. Nella sessione dedicata, infatti, è stato esaminato il tema emergente delle opportunità offerte dall’utilizzo del GNL (gas naturale liquefatto) per rispettare la normativa ambientale IMO del prossimo decennio e migliorare la competitività della gestione navale. L’appuntamento è stato organizzato in collaborazione con Confitarma, Assoporti ed Ecba Project. “Una nuova opportunità energetica, non priva di difficoltà da superare si sta rapidamente affacciando nel settore marittimo – ha dichiarato Andrea Molocchi di ECBA Project – il passaggio alla propulsione a GNL – gas naturale liquefatto. Questa opzione, che fino a pochi anni fa veniva considerata “avveniristica”, sta guadagnando un’attenzione sempre maggiore da parte degli armatori e delle amministrazioni marittime, fino a prospettarsi come una soluzione tecnologica con un forte potenziale di diffusione a medio termine, non più relegata alla nicchia del trasporto del GNL, effettuato per approvvigionare i mercati del gas”. Maurizio De Cesare


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eventi / porto&diporto

Propeller Clubs schierati per l’economia del mare

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el corso dell’incontro del Consiglio Direttivo Nazionale del Propeller Club, tenutosi a Roma il 24 novembre scorso presso l’hotel Parco dei Principi cui hanno partecipato i presidenti di oltre 20 clubs dalla Liguria al Friuli Venezia Giulia passando per la Sicilia, il presidente del Port of Venice Massimo Bernardo ha chiesto la stesura di un documento concertato e condiviso mirato alla realizzazione di significative proposte rivolte dai rappresentanti del mondo dell’economia dei trasporti alla politica perché si tenga finalmente conto dello lo sviluppo e del necessario, improrogabile potenziamento a livello sistemico della politica trasportistica non solo dal punto di vista infrastrutturale, ma anche tra i vari attori del trasporto “dando ad ogni porto, grazie anche alla rappresentatività nazionale dell’intera

categoria, la possibilità di concordare a livello locale i necessari in-

vestimenti per il potenziamento della propria attività ma, soprattutto,

alla luce del ruolo strategico del nostro Paese nel Mediterraneo, una maggiore e comune promozione di tutto il sistema nazionale portuale nei mercati internazionali di riferimento”. Il Direttivo dei Propellers Clubs italiani, condividendo i contenuti di massima della proposta e ribadendo che “è tra gli scopi del Club la promozione ed il sostegno delle attività del trasporto”, ha fatto propria la richiesta di Bernardo affidandone la stesura ad un comitato appositamente costituito che provvederà a redigerne il testo da presentare a tutte le forze politiche, con una visione “super partes” per sensibilizzarle sulla necessità di fornire il necessario sostegno all’importante settore, irrinunciabile volano dell’economia. RedMar

eventi / porto&diporto

Eurispes, Osservatorio sulla Mobilità e i Trasporti M

ercoledì 12 dicembre scorso, a Roma presso la sede dell’Eurispes in Via Orazio, il Prof. Gian Maria Fara, Presidente dell’Eurispes, ha presentato l’Osservatorio sulla Mobilità e i Trasporti. Con la costituzione di questo Osservatorio l’Eurispes intende proporre sullo scenario di settore una centrale di produzione dati e di conoscenze sui temi trasportistici, nelle componenti sociale, politica, industriale, tecnologica, giuridica e commerciale, che si proponga, per la propria indipendenza ed oggettività, quale interlocutore privilegiato delle Autorità, dell’industria e dei diversi attori operanti sul mercato di riferimento. Il patrimonio di idee, di dati e di analisi dell’Eurispes costituirà il

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capitale iniziale dell’Osservatorio; un capitale fatto di metodologia, di terzietà ed indipendenza, di credibilità internazionale e rappresenterà un punto di forte innovazione rispetto ad altre realtà che già si occupano di trasporto. Il motore propositivo sarà costituito dall’apertura dell’Osservatorio al contributo ed alla diretta adesione dei principali operatori del settore sia pubblici sia privati, locali, nazionali ed internazionali, delle Authority e delle associazioni di categoria. L’Osservatorio sarà diretto da Carlo Tosti, proveniente da una decennale esperienza di vertice in primarie aziende del settore, nazionali ed internazionali. RedMar


aziende / porto&diporto

ABB energia dal sole per le case del Sudafrica Grandi impianti fotovoltaici per generare energia pulita sufficiente ad alimentare circa 36.000 abitazioni, riducendo le emissioni di circa 130.000 tonnellate di anidride carbonica all’anno

A

BB, gruppo leader nelle tecnologie per l’energia e l’automazione, si è aggiudicata ordini per un valore di circa 225 milioni di dollari per la fornitura di due impianti fotovoltaici chiavi in mano che saranno costruiti nella provincia settentrionale di Limpopo in Sudafrica. Gli ordini sono s t a t i assegnati da due società di

scopo, Core Energy ed Erika Energy, tra i cui azionisti principali c’è Sun Edison, leader mondiale nella fornitura di servizi per il solare. I due impianti, situati rispettivamente presso i parchi solari di Witkop e Soutpan, vicini alla città di Polokwane, capoluogo della provincia di Limpopo, avranno una capacità di generazione rispettivamente di 33 e 31 megawatt e saranno tra i primi impianti fotovoltaici per le utility a essere realizzati nel quadro della prima fase del programma governativo sudafricano a lungo termine per le energie rinnovabili. Il programma si pone come obiettivo la riduzione dell’impatto ambientale della generazione di energia e la diversificazione del mix energetico del Paese, incoraggiando i produttori privati a sfruttare l’abbondanza di fonti rinnovabili

dello stesso. L’energia generata da questi impianti alimenterà la rete di trasmissione in alta tensione attraverso la nuova sottostazione in alta tensione. Insieme, i due impianti genereranno 130 gigawattora di energia all’anno, sufficienti a fornire energia a circa

36.000 abitazioni sudafricane, riducendo al contempo la produzione di circa 130.000 tonnellate di anidride carbonica. Entrambi i progetti saranno completati nel 2013. “Abbiamo rapporti consolidati con ABB e siamo impazienti di dare inizio ai lavori” ha commentato Pashupathy Gopalan, Vice Presidente di Sun Edison e Amministratore Delegato di South East Asia and Sub Saharan Operations. “ABB è sinonimo di vasta esperienza e competenza e siamo lieti di collaborare al progetto che porterà le energie rinnovabili in Sudafrica”. Entrambe le soluzioni, chiavi in mano,

includono la progettazione, l’installazione e la messa in servizio. ABB fornirà altresì una vasta gamma di prodotti e tecnologie, quali inverter, interruttori, trasformatori a secco, controllori e il sistema di supervisione e acquisizione dati (SCADA). ABB realizzerà inoltre la sottostazione e fornirà la connessione alla rete in alta tensione. “La nostra vasta esperien-

za nella fornitura di impianti fotovoltaici ad alta efficienza, unita alle nostre capacità e alla presenza locale, ci consentiranno di fornire le soluzioni più avanzate e di supportare lo sviluppo del Paese nell’integrazione delle energie rinnovabili” ha concluso Brice Koch, responsabile della divisione Power Systems di ABB. ABB vanta un ampio portafoglio d’offerta nelle soluzioni per tutta la filiera dell’energia solare. Oltre all’offerta completa di prodotti e servizi per le diverse applicazioni, ABB fornisce soluzioni chiavi in mano per grandi impianti fotovoltaici e solari termici. ABB ha realizzato oltre cinquanta impianti fotovoltaici in tutto il mondo. Federica De Cesare

dicembre 2012 - 83


aziende / porto&diporto

“Tradizione Italiana” contro il falso Made in Italy B

ando al falso Made in Italy, nasce Tradizione Italiana. E’ la società consortile che associa undici imprese dell’eccellenza alimentare italiana per promuovere all’estero, prevalentemente sui nuovi mercati, il food Made in Italy di qualità e sostenere le aziende consorziate nella commercializzazione dei propri prodotti verso il canale retail e quello della ristorazione. Soprattutto dove il food italiano è ben apprezzato. Costituito da primarie imprese, fortemente vocate all’esportazione - quali Besana, Cafè do Brasil (Kimbo), D’Amico, Acetificio Marcello De Nigris, Fattorie Garofalo, Ferrarelle, La Doria, Oleifici Mataluni-Olio Dante, Icca, Pastificio Di Martino, Villa Matilde - il Consorzio rappresenta già oggi un fatturato aggre-

si ispira pienamente al concetto di mutualità, sviluppato da sempre in maniera prioritaria dall’azienda creditizia. I l Consorzio si pone come obiettivo prioritario lo sviluppo di sinergie a livello produttivo, commerciale e distributivo fra gli associati e la creazione di un portafoglio prodotti composto da una vasta gamma di specialità della migliore tradizione italiana, appartenenti a diverse categorie alimentari - dalla pasta alle conserve di pomodoro, dall’olio al vino, dal caffè all’acqua minerale, dalla mozzarella ai sottoli, fino ad arrivare all’aceto balsamico e alla frutta secca al fine di intercettare la forte domanda di prodotti “Made in Italy” proveniente, in particolare, dai paesi emergenti. Le linee guida dell’attività consortile prevedono di fornire alle

gato di 1.2 miliardi di euro, di cui il 40% destinato all’estero. L’intenzione dei soci fondatori è però crescere ulteriormente, aprendo le porte ad altre imprese fedeli alla tradizione alimentare italiana e interessate a rafforzare la presenza sui mercati internazionali. Tra i soci fondatori anche la Banca Popolare di Sviluppo, il cui ruolo è stato essenziale nel riunire tante eccellenze intorno al progetto del Consorzio, che

aziende associate, assistenza tecnica, organizzativa e commerciale per la promozione dell’attività di vendita nei paesi esteri target sia a livello del proprio brand che di private label, mediante la realizzazione di specifici progetti, studi e ricerche di mercato, l’organizzazione di eventi e la partecipazione a manifestazioni fieristiche, nonché attraverso lo svolgimento di qualsiasi altra azione promozionale idonea a potenziare la capacità commerciale dei singoli as-

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sociati. “Le principali ragioni di questa unione - dichiara il presidente di Tradizione Italiana, Antonio Ferraioli, nonché amministratore de La Doria - sono portare il meglio del food made in Italy ai consumatori più attenti ed esigenti dei mercati internazionali, soprattutto quelli emergenti e divenire il punto di riferimento delle centrali acquisti di tali paesi per le categorie di prodotto che rappresentiamo. L’aggregazione tra aziende e la condivisione di esperienze, obiettivi ed informazioni – ha continuato il Presidente Ferraioli - è la strategia vincente per accedere più facilmente e con successo sui nuovi mercati poiché siamo fermamente convinti che unire le forze e

le competenze moltiplica i risultati”. Il primo rilevante appuntamento di Tradizione Italiana sarà Gulfood, la più importante fiera del food in Medio Oriente che si terrà a Dubai dal 25 al 28 febbraio 2013. Le successive manifestazioni fieristiche a cui parteciperà saranno l’Hofex di Hong Kong e l’Anuga di Colonia, rispettivamente a maggio e ad ottobre 2013. Eduardo Cagnazzi


arte / porto&diporto

Acqua Fuoco

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PAN | Palazzo delle Arti Napoli

i intitola Acqua Fuoco e promuoverà una raccolta fondi per l’ospedale pediatrico Santobono la mostra del fotografo Mauro Fermariello in programma al PAN | Palazzo delle Arti Napoli dal prossimo 6 Dicembre fino all’8 Gennaio. L’iniziativa promossa dell’Associazione S.O.S. Sostenitori Ospedale Santobono ONLUS, patrocinata dal Comune di Napoli Assessorato alla Cultura e al Turismo, edita da Golden Agency, si pone l’obbiettivo di raccogliere fondi per finanziare il progetto: “Santobono e

pazienti affetti da tumore del sistema nervoso centrale ricoverati in entrambe le strutture. Mauro Fermariello dopo cinque anni torna ad esporre nella sua città, ed ancora una volta lo fa con un progetto fotografico funzionale ad uno scopo benefico. Il fotografo napoletano, infatti, è da sempre impegnato in reportage che hanno messo in evidenza e supportato situazioni d’emergenza nel mondo: risalgono al 2006 - 2007 gli ultimi suoi interventi a favore della situazione dei

che lui, lontano da Napoli da tanto, si porta dentro. Le fotografie sono presentate in mostra come un dittico, poiché molte immagini risultano complementari, dando a tutta l’impaginazione espositiva un ritmo binario, anche nel titolo Acqua Fuoco, perché l’acqua a Napoli è ovunque, ed il fuoco è nel suo ventre; ma “acqua fuoco” è anche il gioco che si fa da bambini, il cercare qualcosa guidati da una voce sicura, e Fermariello questa volta la voce giusta che lo ha accompagnato nel racconto della sua

Gaslini gemellati nella lotta ai tumori in età pediatrica”. Il progetto individuato da S.O.S., la ONLUS fondata da medici del polo pediatrico napoletano e presieduta dal dott. Antonino Tramontano, prevede l’allestimento di una sala multimediale presso il reparto di Neurochirurgia, permettendo incontri settimanali in videoconferenza tra i medici dell’ospedale Santobono e quelli del Gaslini di Genova, per discutere di casi clinici di piccoli

campi profughi del Nord Uganda, e del Lacor Hospital, importante ospedale ugandese. Questa volta Fermariello sceglie Napoli, la sua città, considerata da sempre troppo difficile, complessa da interpretare: e ci prova, riuscendoci, andando in giro per ore, lasciando parlare la città stessa e comunicando “semplicemente” la sua bellezza, a cui forse non prestiamo più attenzione: ne viene fuori ovviamente la sua idea di città, l’idea

città, l’ha trovata. A sostenere l’iniziativa della S.O.S ONLUS anche lo scrittore napoletano Erri de Luca, il quale ha curato la prefazione del catalogo in vendita. Contribuiranno al finanziamento del progetto parte del ricavato della vendita delle opere e del catalogo della mostra, nonché i fondi raccolti durante diversi incontri collaterali all’evento. Paola Martino

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vini / porto&diporto

Natale in cantina

Vini e degustazioni sotto l’albero con il Movimento Turismo Vino

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l 9 e il 16 dicembre arriva in tutta Italia ‘Natale in Cantina’, l’appuntamento promosso dal Movimento Turismo del Vino per festeggiare l’arrivo del Natale in compagnia dei produttori. Oltre al brindisi delle feste e ai pranzi con il vignaiolo, i visitatori potranno dedicarsi agli acquisti natalizi scegliendo i vini da assaporare per il Natale ma anche da regalare. Dai classici internazionali agli autoctoni, dagli spumanti ai vini passiti, in numerose aziende del Friuli Venezia Giulia l’8 e il 9 dicembre sono stati di scena degustazioni per tutti i palati, da abbinare per chi vuole ai pranzi con il vignaiolo e ai mercatini di Natale in cantina. In Piemonte (9 dicembre) ce n’è per tutti, grandi e piccini, intenditori o sentimentali: i bambini infatti potranno personalizzare con un’etichetta di vino i regali, mentre esperti e neofiti avranno l’occasione di partecipare alla degustazione di quattro tipologie di Barbera d’Asti a confronto. E per i più romantici infine in programma una suggestiva visita alle cantine a lume di candela con “La cantina buia del nonno” oppure un viaggio nei misteri della letteratura attraverso letture e interpretazioni live. Gusto, tradizioni e cultura sono di scena nel Lazio, che propone un itinerario gustoso per scoprire le antiche ricette tipiche a spasso tra le cantine in antiche cisterne romane, castelli medievali e vicino a siti archeologici in casali del Seicento, ville del Settecento - Ottocento e primo Novecento. Cultura e vino in primo piano anche in Campania con tre giorni dedicati all’arte in cantina (7-9 dicembre): dal primo concorso di grafica per l’etichetta più originale alla mostra ‘collettiva’ per artisti italiani e stranieri, fino alla mostra estemporanea di pittura dal tema ‘Luci e colori di momenti di_vini’. In Veneto si aspetta il Natale tra vino e musica: a oboe, cornamuse, flauti

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e fisarmoniche in cantina si abbinano le visite all’enomuseo (9 dicembre) o menù gourmet e degustazioni con prodotti tipici (9 e 16 dicembre). In Puglia si comincia già l’8 dicembre con il mercatino natalizio a San Donaci (Brindisi) per continuare il 9 dicembre, in tutta la regione con 8 cantine e 6 frantoi che apriranno i battenti per le degustazioni di olio e vino con ‘Natale in Cantina’ e ‘LoVolio Extravergine’. In Lombardia show cooking e degustazioni faranno da cornice anche alla presentazione del libro “Primi Piatti Tenta-

tori” (16 dicembre). E se in Sicilia sabato 15 dicembre c’è chi propone una visita notturna dei vigneti, in Umbria il 9 e il 16 dicembre gli enoappassionati potranno dedicarsi agli acquisti natalizi nei mercatini di Natale allestiti in cantina, degustando vini e prodotti della tradizione. Italo Merciati

Il Movimento Turismo del Vino

L’Associazione Movimento Turismo del Vino è un ente non profit ed annovera circa 1000 fra le più prestigiose cantine d’Italia, selezionate sulla base di specifici requisiti, primo fra tutti quello della qualità dell’accoglienza enoturistica. Obiettivo dell’associazione è promuovere la cultura del vino attraverso le visite nei luoghi di produzione. Ai turisti del vino il Movimento vuole, da una parte, far conoscere più da vicino l’attività e i prodotti delle cantine aderenti, dall’altra, offrire un esempio di come si può fare impresa nel rispetto delle tradizioni, della salvaguardia dell’ambiente e dell’agricoltura di qualità.


English summary THE CRUISE INDUSTRY IN ITALY

Paolo d’Amico Confitarma president summarised the current position of the cruise industry in Italy. The industry continues to be one of the most important sectors of European tourism creating 36,700 million euro and 315,000 jobs in Europe. Italy has 7 new builds under construction, 100,000 jobs and directly contributes 4,500 million euros to the Italian economy. 5 of the 10 most used cruise ports in Europe are in Italy and they handled 11 million passengers in 2012. “Ferries are also important and I would like to bring to your attention two examples of excellence. Grimaldi Group is Europe’s principal owner and operator of modern ferries and operates in integrated logistics worldwide with port facilities in Northern Europe and in the Mediterranean. Costa Crociere has 14 Italian flagged ships plus 9 under German flag in the Aida subsidiary. Costa has a turnover of 3,000 million euro and contributes 2,200 million euro and 12,300 jobs to the Italian economy. Despite the incident in Giglio Costa has maintained its market share”.

SIMPLIFY AND GROW

Reducing bureaucracy has a central role in business but expansion of Italian shipping is limited by rigid and complicated procedures. The continuous expansion of the Italian fleet with 19 million tons on the International Register is not enough because of lack of a coherent policy from the Administration in Italy and cost increases which eroding competitiveness. Closing of the Ministry of the Mercantile Marine and the fragmentation of its responsibilities spread over other ministries has meant the loss of a focal point for the industry. However when the Administration and users collaborate results are obtained.

MEDFORUM

Milan Chamber of Commerce has set up Euro-Mediterranean centre to establish agreements between public and private sectors in support of businesses. The Centre took part in Medforum 2012 dedicated to finance and economics. 35 countries took part with the support of the EU and Italian institutions. Economies in Southern and Eastern Mediterranean countries grew by 4 % in 2011 with Turkey achieving 7, 6 % and these trends are expected to continue through 2013. The Mediterranean is a 600 million population market and in 2011 created 320,000 million euro of trade between the EU, North Africa and the Middle East with Italy a major partner with 60,000 million euro of trade in the Mediterranean area.

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English summary MESSINA PORT AUTHORITY UPDATE

Antonino De Simone Messina Port Authority President has clear ideas about what needs to be done to revitalise the Authority’s territory which encompasses several kilometers of coastline, an excellent geographical position, and a large number of passengers, cruise ship business and ship building. A three year Port Plan has been approved with the resources required for infrastructural work at the ports of Messina and Milazzo in support of logistics, motorways of the sea and cruise... The ports are the leaders in cruise traffic in Sicily and steady future growth is expected. A plan is being prepared for commercial traffic and improvements to rail links to the ports.

DIFFICULT TESTING TIMES FOR FEDERAGENTI Filippo Gallo retiring Federagenti president commented on his 4 years in office. Results were not up to expectations as a result of Government’s lack of understanding of shipping as demonstrated by the non activation of the single customs office, an EU requirement. 2008 and 2009 were terrible years. 2010 was better in a number of traffic areas whereas 2011, 2012 and the first half of 2013 were negative. Italy needs to concentrate on existing terminls and not consider new hubs of which Italy already has too many. We must also make the business community and politicians aware of our business and its importance for the Italian economy. Shipping agents should hold a major event in an Italian port city. The AGM of Fonasba was held in Venice in October with great success and attended by more than 150 international delegates.

LOGISTICS IN THE ITALIAN ECONOMY

Italy occupies an important position on trading routes involving Eastern Europe, Eastern Asia and North Africa. Sea transport generated 39,5 million Euros in 2009 equal to 2,6% of GNP and employed 213,000 people. Multipliers of income and jobs were 2,75 and 2,03 respectively. However in 2011 Italy occupied 81st position in the classification of world competitiveness based on port facilities, overcomplicated procedures and the lack of business orientated policies. Federspedi (Italian Asoociaion of International Forewarders) maintain that Italy must free up transport, increase the financial independance of ports, open the single custom’s office and introduce pre-customs procedures in addition to permit port operators to manage port/rail connections. The Italian port system suffers from having too many ports and requires a strategy to rationalize the system.

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