Il Sogno di Narciso

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Collezionando la Scienza 2010


Siamo la classe I A linguistico dell’Istituto Tecnico “P. Calamandrei” di Sesto Fiorentino. Nei primi mesi di scuola la nostra prof.ssa di Scienze Tamara Taiti, ci ha proposto di partecipare ad un percorso molto interessante: visitare i più prestigiosi musei scientifici di Firenze non solo per studiare e conoscere le collezioni scientifiche più importanti al mondo in essi ospitate ma per ideare e costruire noi stessi una o più collezioni creando un vero e proprio percorso museale (ovviamente virtuale). La cosa ci ha entusiasmato da subito e abbiamo coinvolto anche la nostra insegnante di Lettere, prof.ssa Renda che ha seguito tutto il nostro “viaggio nella scienza” con interesse e attenzione. Abbiamo quindi iniziato con il visitare la mostra a Palazzo Medici Riccardi dove abbiamo ben compreso il clima culturale e sociale della prima metà dell’Ottocento e soprattutto il ruolo centrale di Firenze nella promozione della ricerca scientifica e tecnica grazie al governo illuminato dei granduchi di Lorena. Abbiamo quindi approfondito in classe la figura di Galileo Galilei, padre e icona della scienza moderna ma anche nume tutelare della scienza toscana, medicea e lorenese e di una futura unificazione culturale nazionale. A teatro abbiamo visto “Vita di Galileo” di Bertolt Brecht in programmazione


La successiva visita che abbiamo effettuato ci ha portato al museo della Specola dove abbiamo visitato la Tribuna di Galileo, omaggio al grande scienziato, inaugurata nel 1841 dall'ultimo granduca, Leopoldo II di Lorena, per il III Congresso degli Scienziati Italiani. Siamo saliti nell’antico osservatorio e abbiamo apprezzato moltissimo la sala delle cicogne e il magnifico Torrino, rimanendo colpiti soprattutto dallo splendido connubio che si realizza in questi luoghi tra arte e scienza, tra bellezza e conoscenza, nell’armonia e nel rispetto di tutto ciò che è frutto della natura ma anche dell’ingegno dell’uomo, senza spaccature o contrapposizioni. Il salone degli scheletri ci ha appassionato abbiamo potuto infatti apprezzare una delle collezioni osteologiche più importanti d'Italia, ancora oggi costantemente incrementata e consultata da zoologi e paleontologi italiani e stranieri. Un altro museo interessante che abbiamo avuto l’opportunità di visitare è stato quello di Storia della Scienza dove abbiamo “interagito” con le copie identiche di apparecchi scientifici che hanno consentito agli scienziati del passato di studiare fenomeni elettrici, ottici, cinematici e della fisica in generale. Infine un museo che ci ha riempito di meraviglia è stato quello di mineralogia e litologia: abbiamo potuto toccare con mano e vedere con i nostri occhi la bellezza e la perfezione di minerali e rocce che avevamo studiato in classe e di cui avevamo solo visto immagini fotografiche.


A questo punto avevamo le idee chiare su cosa fosse una collezione scientifica e sull’importanza che queste rivestono per consentire a tutti l’accesso alla conoscenza. Ci siamo divisi in tre gruppi e ogni gruppo ha scelto un argomento su cui costruire una collezione scientifica. Gli argomenti sono stati: gli specchi (disciplina scientifica FISICA) le macchine fotografiche (disciplina scientifica FISICA e CHIMICA) il trucco (disciplina scientifica ANTROPOLOGIA e CHIMICA) Ogni gruppo ha sviluppato le proprie ricerche e ha costruito una collezione ed un percorso museale, poi abbiamo cercato di immaginare di unificare le tre collezioni in un unico itinerario espositivo cercando quale fosse l’elemento di unione che abbiamo subito individuato essere l’IMMAGINE e che il mito di Narciso fosse il punto di partenza per tutte e tre. Quello che segue è il frutto del nostro lavoro e della nostra creatività, abbiamo ancora molte idee in testa e da ogni sala se ne potrebbero sviluppare altre. Per ora ci fermiamo qui, felici dell’esperienza fatta e certi di uscirne arricchiti. Per questo vogliamo ringraziare tutti coloro che ci hanno offerto questa importante, divertente e originale occasione di studio, di ricerca e di metodo….e chissà che un giorno non si possa realizzare la nostra


ITCG Piero Calamandrei 1째A Linguistico Docenti Tamara Taiti e Sara Renda


English

Romanian

French

Spanish

Portuguese

L’essere umano, come ogni altro vivente, non ha la facoltà di vedere la propria immagine e questo ha alimentato, nel corso del Tempo, il suo immaginario, fino a generare miti, leggende, fiabe…. e ad incrementare la produzione di utensili e strumenti volti a realizzare questo sogno……. mai completamente raggiunto….

Chinese

Il nostro obiettivo principale è stato quello di analizzare questo bisogno ancestrale dell’Uomo: vedere, modificare, fissare nel Tempo la propria immagine Siamo partiti dallo studio del mito di Narciso e, proseguendo la nostra riflessione sotto il profilo storicoantropologico, abbiamo evidenziato l’importanza delle scoperte scientifiche e dello sviluppo tecnologico nella realizzazione di questa aspirazione umana……. Abbiamo realizzato, dunque, una collezione virtuale di strumenti e reperti significativi, accomunati dall’elemento-guida: IL SOGNO DI NARCISO

Arabic

1.NARCISO VEDE LA SUA IMMAGINE Collezione di specchi dall’antichità ai giorni nostri (cliccare qui) 2. NARCISO SOGNA DI FISSARE NEL TEMPO LA SUA IMMAGINE Collezione di macchine fotografiche (cliccare qui) 3. NARCISO AMA E TRASFORMA LA SUA IMMAGINE Percorso storico-antropologico nel trucco (cliccare qui)

(Per le traduzioni cliccare sulle bandiere)

Sweden


The human being , as any other living being , hasn’t the means to see his own image and this has fed , along the years , his imagination to generate myths , legends , fairy tales... and to increase production of tools and instruments to realize this dream …. Never …. Completely reached... Our main goal has been to analyze this ancestral need of Man : To see , to modify , to fix in time its image We started from the study of the myth of Narcissus and , continuing our reflection under a historical-anthropological, look we have highlighted the importance of scientific discovery and of technologic development in achieving this human aim ….. We have realised , therefore , a virtual collection of instruments and significant finds , joined by the guide-element : NARCISSUS’ DREAM 1. NARCISSUS SEES HIS IMAGE A collection of mirrors from antiquity up to nowadays 2. NARCISSUS DREAMS TO FIX HIS IMAGE IN TIME A collection of cameras 3. NARCISSUS LOVES AND CHANGES HIS IMAGE A Historical-anthropological route in makeup

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L’etre humain, comme tout autre etre vivant, n ‘a pas la possibilité de voir sa propre image ce qui amené , au fil du temps, som imagination à engendrer des mythes, des legendes, des histoires imaginaires et accelérer la creation de procédes et d instruments ayant pour finalité la realisation de ses rêves, qui demeurent inachevés. Notre but est d ‘ étudier ce besoin ancestral qu à l’ homme a vouloir se regarde et modeler son image. En se basant sur le mythe de Narcisse puis, en suivant un axe de réflexion à la fois historique et anthropologique, nous avons mis en evidence l’importance de la découverte scientifique et du développement technologique dans la poursuite du but humain : garder une image de soi fixe dans le temps. Nous avons donc réalisé une collection virtuelle d ‘instruments et découvertes significatives articulés autour du strory board ci dessous: LE RÈVE DE NARCISSE 1. NARCISSE APPERCOIT SON REFLET Une collection de miroirs de l’antiquité à nos jours. 2. NARCISSE REVE DE POUVOIR CAPTURER SON IMAGE POUR L’ETERNITE. Une collection d’ appareils photos 3. NARCISSE SEPLAIT A SE REGARDER ET CHANGER SON IMAGE Le cheminement historico-anthropologique du maquillage.

Derrière


O ser humano, tal como qualquer otro ser vivo, não tem a capacidade de ver a sua própria imagem e este facto, durante anos, alimentou a sua imaginação, até gerar mitos, lendas, contos... e permitiu um aumento de produção de instrumentos para permitir este dejeso… nunca.. completamente comprido …. O nosso objetivo foi analizar esta necesidade ancestral do home : Para ver, modificar, arranjar a sua imagem Começamos pelo estudo do mito Narcisista e a continuação da reflexão com base históricoantropologico, destacamos a importância da descoberta cientifica e desenvolvimento tecnológico para lograr este objectivo humano …. Assim sendo, verificamos um conjunto de instrumentos e significantes achados juntos do guiaelemento : APARENCIA DE NARCISSUS 1. NARCISSUS VE A SUA IMAGEM Colecção de espelhos desde a antiguidade até ao dia de hoje 2. NARCISSUS SONHA COM A POSSIBLIDADE DE MUDAR A SUA APARENCIA Coleção de cameras 3. NARCISSUS APRECISA E ALTERA A SUA APARENCIA Ruta Historica-Antropologica da maquiagem

Atrás


El ser humano, como cualquier otro viviente, no tiene facultà de ver la propria imagen y esto ha alimentado, en el curso del tiempo, su imaginaciòn, hasta generar los mitos, leyendas, fabulas... y aumentar la produciòn de utensilios y instrumentos vueltos a realizar este sueno...nunca completamente al canzado. Nuestro objetivo pricipal fue ese de analizar esta necesidad ancestral del hombre: Mirar, modificar, fijar en el tiempo la propria imagen. Nosotros partimos dal estudio del mito Narciso y continuamos nuestra refleciòn abajo de el filo historico-antropologico, hemos subrallado la importanzia del descubrimiento cientifico y del avanze tecnologico en la realizaciòn de esta aspiraciòn humana... Nosotros realizamos, entonces, una coleziòn virtual de instrumentos y repertos significativos, acomunados dal elemento guìa: El sueno de Narciso 1. NARCISO MIRA SU IMAGEN Coleziòn de espejos de la antiguedad a nuestros dìas. 2. NARCISO SUENA DE FIJAR EN EL TIEMPO SU IMAGEN Coleziòn de maquinas fotograficas. 3. AMA TRASFORMAR SU IMAGEN Percurso historico-antropologico en el truco.

Atras


人類,像其他生物一樣,都是沒有能力去看清自己的形象。因此自古以來,他們憑著虛構想像而創造 不少神話、傳奇、童話,人類亦靠著產生不同工具去實現這些夢...可是從來...沒有完全達 到... 我們的主要目的是要分析這種人類的祖傳需要: 去看,去改變,去固定這個多年來的幻想 我們由研究納西斯神話,來繼續我們從歷史人類學的投射。我們會指出重要的科學發現科技發展來實 踐這個人類目標... 我們知道虛擬搜集的工具及明顯的發現形成以下引導元素: 納西斯的外貌 1. 納西斯看到自己的形象 從古至今的鏡子收集 2. 納西斯夢想去固定自己的形象 相片收集 3. 納西斯喜愛及偶然發現自己的形象 從歷史人類學的路踐而虛構出來

背面


Omul, ca toate vietuitoarele, nu are capacitatea de a-şi vedea propria imagine si acest lucru de-a lungul anilor a alimentat, imaginarul său, până la a inventa mituri, legende, povesti... si la cresterea producţiei de ustensile şi instrumente făcute să realizeze acest vis...niciodată complet... Obiectivul nostru principal a fost acela de a analiza această necesitate antică al omului: a vedea, a modifica, a arânja în timp propria imagine. Am început cu studiul despre mitul lui Narcis şi, urmărind cea ce am reflectat asupra profilului stori-antropologic, am evidenţiat importanţa, descoperirilor ştinţifice şi cresterea technologică în realizarea acestei aspiraţi umane... Am relizat, aşa, o colecţie virtuală de instrumente si documente simnificative, unite de elementulprincipal: VISUL LUI NARCIS 1. NARCIS ÎŞI VEDE PROPRIA IMAGINE Colecţie de oglinzi din antichitate până în zilele noastre 2. NARCIS VISEAZĂ SĂ ARĂNZJEZE PROPRIA IMAGINE ÎN TIMP Colecţie de aparate fotografice 3. NARCIS ÎŞI IUI ESTE IMAGINEA ŞI O TRANSFORMĂ Drum storic-antropologic în machiaj

înapoi


Människan, som alla andra levande valerser, kan inte se sin egen bild och detta har under tidens gång närt dess fantasi till att skapa myter, legender, sagor… och att utöka tillverkningen av vertygoch medel som kan meduerka till att uppeylla denna dröm… som aldrig riktigt uppnåtts… Vårt huvudmål har varit att analysera detta människans behov som härrör från se förfänderna: Se, förändra, fästa sin egen bild i tiden Vi började med att studera myten om Narciss, fortsättningsvis vår egen betraktelse ur historiskantropologisk synvinkel och, vi har förtydligat betydelsen av de vetenskapliga upptäckterna och den tekniska utvecklingen i förverkligandet av denna människans strävande… Vi har alliså gjort en virtuell samling av virtiga instrument och fynd i en gemensam ämnesguide: NARCISS’ BLICK 1. NARCISS SER SIN EGEN BILD Samling av speglar från antiken fram till yåra dagar. 2. NARCISS DRÖMMER O MATT KUNNA FÄSTA SIN EGEN BILD I TIDEN samling av kameror 3. NARCISS ÄLKSAR OCH FÖRÄNDRAR SIN EGEN BILD en historisk-antropologisk resa genom sminket.

Tillbaka


‫‪ ‬‬ ‫إن‪ ‬الوجود‪ ‬النساني‪ ‬كأي‪ ‬و‪ ‬جود‪ ‬لكائنات‪ ‬أخرى‪ ‬ليس‪ ‬لديه‪ ‬القدره‪ ‬أن‪ ‬يرى‪ ‬صورته‪ ‬الخاصه‪ ‬و‪ ‬هذا‪ ‬ما‪ ‬شجع‪ ‬مخيلته‪ ‬على‪ ‬طول‪ ‬‬ ‫السنين‪ ‬أن‪ ‬تولد‪ ‬الخرافات‪ ‬و‪ ‬الساطير‪ ‬و‪ ‬قصص‪ ‬الجن‪ ,‬و‪ ‬ليزيد‪ ‬من‪ ‬أدواته‪ ‬و‪ ‬وسائله‪ ‬ليدرك‪ ‬هذا‪ ‬الحلم‪ ‬و‪ ‬الذي‪ ‬لم‪ ‬يصل‪ ‬إليه‪ ‬ابدا‪ ‬‬ ‫بشل‪ ‬كامل‪.‬‬ ‫‪ ‬‬ ‫إن‪ ‬هدفنا‪ ‬الرئيسي‪ ‬أن‪ ‬نقوم‪ ‬بتحليل‪ ‬هذه‪ ‬الحاجه‪ ‬السلفيه‪ ‬للنسان‪ :‬لنرى‪ ‬و‪ ‬نغير‪ ‬و‪ ‬نصلح‪ ‬هذه‪ ‬السنوات‪ ‬من‪ ‬التخيل‬ ‫‪ ‬‬ ‫لقد‪ ‬بدأنا‪ ‬من‪ ‬دراسة‪ ‬أساطير‪ ‬النرجسيه‪ ‬و‪ ‬تابعنا‪ ‬اسقاطنا‪ ‬للتاريخ‪ ‬النساني‪ ‬و‪ ‬سلطنا‪ ‬الضوء‪ ‬على‪ ‬أهمية‪ ‬الكتشافات‪ ‬العلميه‪ ‬و‪ ‬‬ ‫التطورات‪ ‬التكنولوجيه‪ ‬لندرك‪ ‬هذا‪ ‬الهدف‪ ‬النساني‪.‬‬ ‫‪ ‬‬ ‫‪ ‬لقد‪ ‬أدركنا‪ ‬بناء‪ ‬على‪ ‬ذلك‪ ‬أن‪ ‬مجموعة‪ ‬الوسائل‪ ‬الفتراضيه‪ ‬و‪ ‬الكتشافات‪ ‬الهامه‪ ‬تجمع‪ ‬العنصر‪ ‬الدليل‪ ‬إلى‪:‬‬ ‫‪ ‬‬ ‫النظره‪ ‬النرجسيه‬ ‫‪ 1.‬النرجسي‪ ‬يرى‪ ‬صورته‬ ‫جمع‪ ‬المرايا‪ ‬من‪ ‬العصور‪ ‬القديمه‪ ‬و‪ ‬حتى‪ ‬اليوم‬ ‫‪ 2.‬أحلم‪ ‬النرجسي‪ ‬ليصلح‪ ‬مع‪ ‬الوقت‪ ‬صورته‬ ‫جمع‪ ‬الكاميرات‬ ‫‪ 3.‬النرجسي‪ ‬يحب‪ ‬و‪ ‬يغير‪ ‬صورته‬ ‫طريق‪ ‬التاريخ‪ ‬النساني‪ ‬في‪ ‬التركيب‬ ‫ظهر‬


La macchina fotografica


SALA 1 Come funziona la macchina fotografica


La macchina fotografica o fotocamera (unione del termine greco φως phōs, phōtos, luce con quello latino, camera obscura, camera oscura) è lo strumento utilizzato per la ripresa fotografica e per ottenere immagini di oggetti reali archiviabili su supporti materiali o elettronici.


La fotocamera a cassette scorrevoli Le fotocamere a cassette scorrevoli non sono altro che la camera oscura di Kaspar Schott modificata per accogliere un supporto sensibile al posto del vetro su cui viene proiettata l‘immagine. Le due cassette, scorrevoli una dentro l'altra, permettono di variare la distanza fra la lente e il piano su cui si forma l'immagine, e quindi di mettere a fuoco la camera. NiĂŠpce, Daguerre e Talbot utilizzarono tutti fotocamere di questo tipo, magari con qualche variante.


Nel corpo macchina risiedono i meccanismi principali che sono: l'otturatore e la scala dei tempi che lo regolano, la tendina che permette con l'apertura della stessa alla luce di impressionare la pellicola o il sensore, il diaframma che è quasi sempre contenuto nell'obiettivo e che permette la regolazione della quantità di luce che entra, l'obiettivo che attraverso le lenti permette di regolare la messa a fuoco delle immagini prima di scattare una fotografia, uno specchio e un pentaprisma che raddrizzano e trasportano le immagini fino al mirino dove noi costruiamo l'immagine che vogliamo imprimere e infine un esposimetro che, leggendo la luce sul soggetto da fotografare, ci permetterà di utilizzare il corretto abbinamento tempo-diaframma in base alla luce esistente in una data situazione.


La Nikon F2A Come è strutturata

 Obiettivo  Diaframma  Luminosità dell’obiettivo  Distanza focale  Lampeggiatore  Messa a fuoco


Obiettivo

Sistema di lenti congegnato in modo da proiettare un’ immagine quanto piĂš possibile nitida sul piano della pellicola. Può essere fisso o intercambiabile.


Teleobiettivo I teleobiettivi sono quelli che hanno distanze focali più elevate. Parlando in equivalenze di 35 millimetri, un teleobiettivo comincia ad esserlo più o meno agli 80 o 90 millimetri, raggiungendo enormi distanze focali da 1200 millimetri e anche di più. Questo segno indica il numero di volte che si deve moltiplicare la distanza focale più bassa dell’obiettivo per sapere la distanza focale del teleobiettivo.


Messa a fuoco

Immagine sfocata

Immagine nitida

Ruotando l’apposito anello sull’obiettivo, tutto il sistema ottico avanza o retrocede modificando la sua distanza dalla pellicola. Se cosÏ non fosse, le immagini sarebbero a fuoco solo per una determinata distanza, per esempio per paesaggi lontani e non sarebbe possibile ritrarre una persona a tre metri di distanza.


Diaframma È un sistema di lamine metalliche disposte a raggiera, atte a modificare la misura del foro che lasciano libero al centro. Il diaframma serve a regolare la quantità di luce che raggiungerà la pellicola.

Luminosità dell’obiettivo La massima luminosità corrisponde alla massima apertura del diaframma possibile su quell’obiettivo.


Distanza focale È una caratteristica dell’obiettivo e ne indica la proprietà di “avvicinare” o “allontanare” il soggetto per riprenderne un particolare da lontano o una vista d’assieme molto ampia.

Lampeggiatore I lampeggiatori sono di due tipi: a lampada elettronica, che dura per circa diecimila lampi, ed a lampada al magnesio, che si brucia con un solo lampo.


La macchina fotografica digitale L'immagine scattata con una fotocamera digitale è composta da milioni di pixel ordinati in linee e colonne.


I pixel sono i “puntini” che compongono l’immagine di una macchina fotografica digitale. Un megapixel significa un milione di pixel. Ognuno di questi puntini cattura un solo colore (il rosso, il verde o il blu) e il pixel vicino a ciascun pixel cattura un altro di questi colori. Ad esempio se il primo pixel cattura il rosso, il secondo cattura il verde, il terzo cattura il blu e così via.

Un filtro cromatico consente il passaggio del solo suo colore


La risoluzione (il numero di megapixel) della macchina fotografica determina la dimensione massima (e ottimale) di stampa delle nostre foto. Se andiamo oltre questa dimensione otteniamo foto via via piĂš sfocate finchĂŠ non si inizierĂ a vedere la forma dei singoli pixel. I pixel dei sensori non emettono luce, ma generano una corrente elettrica a partire dalla luce ricevuta, e si basa su piccoli elementi di fotosintesi chiamati punti di fosforo.

I punti di fosforo convertono i raggi di luce in cariche elettriche


Quando scattiamo una foto, la macchina fotografica deve salvarli in forma di file immagine. Per farlo, deve inviare il contenuto di tutti i punti di fosforo alla memoria della fotocamera. In una frazione di secondo, tutte le cariche elettriche memorizzate nei punti di fosforo vengono trasferite in un'area di memoria, che libera i sensori.

Verso la memoria Prima di essere inviate alla memoria, le cariche elettriche del sensore sono spostate da un’area di memoria ad


Dove vengono impresse le immagini

Esempio di dagherrotipo

Dagherrotipia

Dagherrotipo 1848

La dagherrotipia è un procedimento fotografico per lo sviluppo di immagini non riproducibili, messo a punto da Louis Jacques MandÊ. Il dagherrotipo si ottiene utilizzando una lastra di rame su cui è stato applicato uno strato d'argento sensibilizzato da vapori di iodio. La lastra deve essere esposta entro un'ora e per un periodo di 10-15 minuti. Lo sviluppo avviene mediante vapori di mercurio e il fissaggio conclusivo si ottiene con una soluzione di tiosolfato di sodio, che elimina i restanti residui di ioduro d'argento.


Calotipia del 1844

Calotipia

La calotipia è un procedimento fotografico per lo sviluppo di immagini riproducibili con la tecnica del negativo / positivo. A differenza del metodo di Daguerre, la calotipia permette di produrre copie di un'immagine utilizzando il negativo specialmente nei dettagli. Inoltre, la possibilità di ottenere immagini riproducibili, non rendeva il prodotto calotipico prezioso come l'opera unica del dagherrotipo.


Ambrotipia del 1860

Ambrotipia L’ ambrotipia è un procedimento fotografico per la realizzazione di immagini su lastre di vetro. A differenza del dagherrotipo la visione dell‘ambrotipo avveniva senza la necessità di inclinare la lastra ed era necessaria una adeguata fonte di luce. L‘ambrotipo spianò la strada alla stampa di fotografie su carta di qualità superiore a quella ottenuta dalla calotipia. Il procedimento economico ne permise una rapida diffusione nel XX secolo.


Ferrotipia La ferrotipia consiste in un procedimento fotografico per la realizzazione di immagini riproducibili su lastre di metallo. La tecnica si basava sull'invenzione di Frederick Scott del collodio umido e utilizzava lastre di vetro come supporti.

Ferrotipia 1870 ca.


Pellicole di medio e piccolo formato a confronto

Pellicola fotografica

La pellicola fotografica

La pellicola fotografica è il supporto atto a conservare le immagini riprese a mezzo di una macchina fotografica analogica. Essa è costruita a strati, il supporto di base è un sottile nastro di materiale plastico a cui è sovrapposto uno strato antialone per evitare riflessi interni. Gli strati successivi contengono una emulsione di alogenuro d’ argento con cristalli di grandezza variabile.


SALA 2 L’ evoluzione della macchina fotografica


1820 ca. - 1860 ca.

Fotocamera a cassette scorrevoli di Kaspar Schott. Le cassette scorrevoli sopravvissero anche dopo l'avvento delle piĂš pratiche macchine poichĂŠ erano semplici e robuste e rendevano questa fotocamera quasi indistruttibile.



1850 ca. - 1930 ca. Fotocamera da studio

Sanderson

Le fotocamere da studio e da campagna sono di legno e, con l'invenzione del soffietto, sostituirono le cassette scorrevoli. Il soffietto è di pelle o di tela gommata o verniciata. Le fotocamere da campagna sono le piÚ longeve della storia dato che ne esistono ancora, come ad esempio la cinese Shanghai Shenhao che è stata immessa sul mercato nel 2001.



Le fotocamere "Press" 1910 - 1960 ca.

Makina Introdotta nel 1912 la Makina è una delle fotocamere dalla vita più lunga, la cui struttura fondamentale è rimasta sostanzialmente immutata dal 1912 fino al 1960 pur attraversando una lunga serie di perfezionamenti. Nel 1978 è stata riproposta in una veste completamente rinnovata che è stata prodotta fino alla fine del secolo. La parte anteriore di tutte le Makina è sostenuta da una doppia coppia di tiranti il cui movimento a forbice determina la distanza dell'obiettivo dal piano focale ed è comandato dal sistema di messa a fuoco.


1925 Leica Un progetto rivoluzionario che ridisegna una impostazione dei comandi che nessuno ha piĂš modificato. Ăˆ per questo motivo che segna l'inizio della storia moderna della fotocamera. Piccola, leggera e con ampia autonomia, senza dover rinunciare a negativi di alta qualitĂ .

Leica I



Nell’ 800 era nata l'idea della fotocamera biottica per evitare i continui scambi vetro smerigliato / portalastre; si trattava di fotocamere "doppie" in cui la parte superiore serviva alla messa a fuoco e quella inferiore per esporre la lastra. Furono essenzialmente fotocamere da studio, a soffietto.

Original Rolleiflex

Rolleicord 1

1928 Macchina fotografica Rolleiflex



1932 - 1985 Le fotocamere russe Nel periodo 1918-1930 viene creato l'Istituto Statale di Ottica e gettate le basi della futura industria fotografica. Vengono anche realizzati piccoli lotti di fotocamere fra cui anche una reflex formato 24x32mm per pellicola 35mm: l'antenata della reflex 35mm. Zenit

Zorki I



1935 Cnopm E’ la prima reflex per pellicola 35mm. Nella prima metà degli anni '30 il successo delle vendite della Leica e della Contax conferma l'esistenza di un mercato che chiede macchine piccole, leggere e versatili.

Cnopm ( Sport )

Cnopm ( Sport )



La fotografia aerea 1940

La fotografia aerea è una specializzazione sostanzialmente sconosciuta al di fuori dell'ambiente militare ed è abitualmente trascurata sia nella storia della fotografia che della macchina fotografica. Eppure la varietà di fotocamere progettate specificatamente per quest'uso è molto ampia.



Pacemaker Crown Graphic 1950 Le Pacemaker, prodotte dal 1947 al 1973, sono le ultime discendenti della Speed Graphic del 1928, la fotocamera per antonomasia del reporter americano di cronaca nera impersonato dall'ineguagliabile Weegee. Il formato abituale delle Graflex è 4x5".


Koni-Omega Rapid 1965

A metĂ degli anni '50, quando anche il mercato americano iniziava a orientarsi verso fotocamere piĂš piccole e agevoli - a telemetro o biottica - la Simmon Brothers Inc. di New York mise in vendita la Omega, un nuovo tipo di press che cercava di stare al passo dei tempi con un corpo macchina rigido e un sistema rapido di avanzamento della pellicola e riarmo dell'otturatore.


1952 Praktina Con la Praktina la reflex 35mm compie un passo fondamentale: per la prima volta è al centro di un grande sistema di obiettivi e accessori in grado di affrontare ogni situazione di ripresa.

Elektro-Motor

Praktina fx


1959 - 1974 Nikon F Nel 1959 la reflex 35mm ha compiuto 24 anni e sono stati eliminati tutti i problemi che la rendevano scomoda: lo specchio a ritorno istantaneo ha risolto il problema del mirino oscurato dopo lo scatto, il pentaprisma ha raddrizzato la visione ed il diaframma non richiede pi첫 di essere chiuso a mano.

Nikon F

Motor drive


Le box Sono tutte le fotocamere con caratteristiche elementari, infatti sono economiche e semplici da usare che per un secolo hanno contribuito in modo sostanziale alla fortuna dei produttori di pellicole.

Conteflex 126 1967

"Baby Grey" Rolleiflex 1957 - 1959

Halina 2000


1971-2000 ca. Olympus OM System OM - 1 1971

OM – 2 1975

Negli anni '70, mentre le reflex meccaniche cedono il passo alle elettroniche, la Olympus introduce due fotocamere professionali che sono pietre miliari della storia della macchina fotografica: la OM-1, meccanica e manuale, che rivoluziona le dimensioni delle reflex, e la OM-2, elettronica ed automatica, che apre la strada dell'esposizione in tempo reale.


1981 - 1985 Reflex autofocus

Pentax ME-F

L'autofocus è l'aspetto piÚ evidente di un rinnovamento che incorpora nella fotocamera maggiore velocità operativa. La necessità di ospitare motori e batterie apre la strada all'idea di rimodellare ampiamente il corpo della fotocamera allontanandosi dalla forma tradizionale mentre i classici comandi vengono abbandonati a favore di pulsanti e display. il peso scende ma le dimensioni aumentano.


La macchina fotografica digitale 1991 In una macchina fotografica digitale, la luce è percepita da un sensore elettronico (CCD, CMOS). Il fenomeno prodotto non è più chimico, bensì elettronico.


I principali vantaggi di una fotocamera digitale sono: scattare una foto senza alcun costo (fatta eccezione per la batteria), vederla immediatamente sul display dopo lo scatto ed eventualmente eliminarla se non si è soddisfatti del risultato. Le foto possono essere inviate tramite e-mail da un continente all'altro in 5 secondi, pubblicate nel web, archiviate sul proprio computer o su un Cd-rom ed anche stampate su carta.

Infine il display svolge anche la funzione di settaggio per le principali opzioni di funzionamento o per monitorare alcuni indicatori come lo stato di carica delle batterie. Il display LCD ha comunque un aspetto negativo ed è il consumo di energia.



SALA 3

Le macchine fotografiche intorno a noi


Nell’ultimo decennio le macchine fotografiche sono state inserite anche nei telefoni cellulari,nei computer, negli I-pod e nelle console. La risoluzione può essere alta almeno quanto quella di una macchina fotografica.


Cabina fototessera Le cabine per fototessera automatiche piÚ note nel mondo come Photomaton dai primi esemplari presentati all’esposizione Universale di Parigi nel 1890 sono state introdotte in America nel 1924 e in Italia nel 1962. In genere viene usata per fototessere per carta d’identità , patente e documenti pubblici.


GLI AUTOVELOX

Autovelox è un marchio registrato dell'azienda fiorentina Sodi Scientifica ed è il nome commerciale di una famiglia di misuratori di velocità dei veicoli. L'autovelox propriamente detto è un misuratore di velocità che utilizza una coppia di laser paralleli, posizionati ad una determinata distanza l'uno dall'altro, il cui raggio viene interrotto dai veicoli in transito permettendo così il calcolo della velocità per effetto del calcolo del tempo di percorrenza della distanza fra i due laser stessi.


Gli ultimi modelli si avvalgono inoltre di un terzo laser per la determinazione della distanza tra l'apparecchio ed il veicolo rilevato. La commercializzazione degli Autovelox in Italia è iniziata nel 1972, come attrezzatura destinata alle forze dell’ ordine per la rilevazione del superamento dei limiti di velocitĂ sulle strade.


SALA 4 Curiosità


La fotografia cinematografica

I fratelli Lumière

Dopo la nascita della fotografia si iniziò a studiare la riproduzione del movimento in scatti consecutivi. Sfruttando i principi dei dispositivi ottici del passato, si iniziarono a cercare modi di proiettare fotografie in successione, in modo da ricreare un'illusione di movimento estremamente realistica: tra le centinaia di esperimenti in tutto il mondo, ebbero buon fine il Kinetoscopio di Thomas Edison e il Cinematografo dei Fratelli Lumière.


Diamond Canon Camera

La macchina fotografica più costosa La fotocamera più costosa,Diamond Canon Camera, è una preziosa macchina fotografica digitale che scatta foto di ottima qualità. Ha due corone di 88 diamanti incastonati intorno all’obiettivo, ciascuno ha 18 carati.


Le toy-cameras

r ook came b r e e d z d Superhea

Topo Cl Disne ic y (1998 )

a

Le toy-cameras sono fotocamere in cui l'aspetto ludico si affianca a quello fotografico. Sono di fattura semplice, costo limitato e con le sembianze di un giocattolo e, per questo motivo, potrebbero far parte della famiglia delle fotocamere camuffate.

a lds McDon (1997)


La polaroid La polaroid è un tipo di macchina fotografica ormai superata, nonostante la foto riscosse un enorme successo durante gli anni ‘70 e ‘80 poiché si otteneva pochi secondi dopo lo scatto. La foto però aveva il problema di sbiadire e degradare entro pochi anni.


Macchine usa e getta Quando le macchine usa e getta vengono "aperte" per estrarre il rullino di solito vengono rese inutilizzabili. Quel tipo di macchine costano poco piÚ di un rullino, e il costo dello sviluppo delle foto è molto piÚ alto. Inoltre non c'è messa a fuoco e non ci sono i diaframmi. Sono quasi tutte marchiate Kodak e possono essere utili nel caso in cui ci dimentichiamo la nostra macchina.


La macchina fotografica subacquea La macchina fotografica subacquea va scelta secondo determinati criteri. Per i principianti possono andare bene le fotocamere "waterproof" anfibie. Se invece l'obiettivo è quello di fare fotografia ad una notevole profondità si deve per forza prendere in esame l'acquisto di un lampeggiatore ed una fotocamera subacquea studiata espressamente per l'uso subacqueo.


Le macchine fotografiche 3D

Fotocamere stereoscopiche

Una fotocamera stereoscopica è un particolare tipo di fotocamera con due o piĂš lenti. E’ utilizzata per creare vedute stereoscopiche e immagini 3D per film. La distanza tra le lenti di una fotocamera stereoscopica equivale alla distanza tra gli occhi di una persona, ovvero in media 6,35 cm.


Frasi celebri “pro” "Il desiderio di scoprire, la voglia di emozionare, il gusto di catturare, tre concetti che riassumono l'arte della fotografia. (Helmut Newton) "Non esiste la fotografia artistica. Nella fotografia esistono, come in tutte le cose, delle persone che sanno vedere e altre che non sanno nemmeno guardare." (Nadar) La macchina fotografica può rivelare i segreti che l’occhio nudo o la mente non colgono. (Da "Ritratto in seppia" di Isabel Allende) Fotografia, foto-grafia, significa scrivere con la luce. (...) La fotografia, il cinema, conferiscono una specie di immortalità, una preminenza alle immagini e non alla vita reale. (Marshall McLuhan) Ogni dio crea a sua immagine e somiglianza, e altrettanto fanno i pittori. Soltanto i fotografi confezionano doppioni della natura. (Guillaume Apollinaire)


Frasi celebri “contro” "Alla fin fine una fotocamera non ha certo capacità più creative di un pugno di argilla, che tuttavia nelle mani di un artista, può senz'altro divenire simbolo di vera espressione creativa." (Andreas Feininger) Si vedono molte belle foto del Palio... quasi nessuna però ci fa capire la vera essenza della festa, quasi fosse come fotografare un fiore e pretendere di sentirne anche il profumo... (Luca Betti) Sono entrate le macchine, l'arte è uscita... Sono lontano dal pensare che la fotografia possa esserci utile. (Paul Gauguin) “La fotografia deve suggerire, non insistere o spiegare." (Brassai)


Sala 1 Storia

Sala 2 Principi Scientifici

Sala 3 Miti, Leggende e CuriositĂ


Preistoria Egizi e Fenici Etruschi Romani Medioevo 1500 1600 1800 EtĂ contemporanea


Preistoria Con molta probabilitĂ i primi uomini si specchiavano nell'acqua, rimanendo sorpresi e stupiti di vedervi riflessa la propria immagine.


Egizi e Fenici Gli antichi specchi egizi giunti fino ai nostri giorni consistono in dischi metallici, generalmente in bronzo. Ce n'erano anche in rame, in argento e persino in lega metallica. Di forma piatta, venivano lucidati e puliti con cura. Ad essi era unito un manico che poteva avere forma di colonnina, di figura femminile o di una divinitĂ .

Specchio egiziano che rappresenta un avvoltoio. ALTEZZA:70 cm

Lo specchio detto di Sat-Hathor

Specchio egiziano a forma di uovo, rappresenta la dea della magia Iside con le ali spiegate che trattengono e incorniciano lo specchio ovale.


Nelle tombe egizie sono stati ritrovati specchi fenici ottenuti con sottili lastre di vetro, una delle facce della lastra era ricoperta da piombo che, annerendo il fondo, trasformava il vetro in uno specchio.

Specchio fenicio


Etruschi Gli specchi etruschi non avevano lo strato di vetro, ma erano completamente di metallo, bronzo o argento. Erano muniti di un pratico manico per tenerli in mano. La parte anteriore serviva a riflettere il viso. I temi trattati nelle incisioni o nei rilievi erano molto vari, per lo più di carattere mitologico, ma anche relativi alla vita quotidiana. I pezzi più belli si datano tra la seconda metà del IV e gli inizi del III secolo a.C. Più semplici e modesti appaiono gli esemplari della seconda metà del III sec. a.C. Una forma particolare avevano gli specchi di Praeneste, piuttosto allungati e con il manico fuso direttamente con la parte principale.

Specchio etrusco rappresentante Calcante che esamina un fegato. IV sec. a. C.

Specchio etrusco


Romani TOELETTA ROMANA Il taglio della prima barba era presso i romani un vero e proprio solenne rito di iniziazione del passaggio dall'adolescenza alla giovinezza (depositio barbae) . La lanugo appena tagliata veniva conservata in una pisside. I rasoi risalenti all'età preistorica o etrusca erano in bronzo, ma quelli romani erano in ferro e per questo motivo non si sono conservati a causa della ruggine. Questi rasoi in ferro venivano usati sulla pelle nuda del malcapitato senza alcun uso di sapone o altri unguenti: tutt'al più si spruzzava il viso da radere con dell'acqua. Rari erano i barbieri che non sfregiassero regolarmente i loro clienti.

Bra (CN), Museo Civico di Palazzo Traversa. Oggetti per la toeletta femminile da corredi romani di Pollentia (I-II secolo)


Andrea Appiani “La toeletta di Giunone” Olio su tela, cm 100 x 142, 1803-1810

Fauro Maestro Neoclassico “La toeletta di Venere” olio su tela, cm 81x66


Medioevo Le popolazioni Celtiche ne copiarono l'uso dai Romani e, per la fine del Medioevo, specchi di argento o di bronzo lucidato erano ormai diventati oggetti di uso comune in tutta Europa. Solo tra la fine del XII secolo e l'inizio del XIII si cominciò ad usare specchi di vetro con un rivestimento metallico e, col Rinascimento, Venezia e Norimberga divennero dei rinomati centri per la produzione di tali specchi.

“I coniugi Arnolfini” Jan Van Eyck, 1434.

Particolare: specchio concavo


Specchi del 1500 Nel Cinquecento, Leonardo Fioravanti scrisse un trattato nel quale spiegava la tecnica per fabbricare i fondi degli specchi utilizzando mercurio e stagno‌

Maestoso specchio del Rinascimento italiano Cornice tipo Sansovino, fine del XVI secolo, cornice di legno dolce sfarzosamente intagliata e in parte lavorata a traforo, dipinta in nero e oro, tipiche raffigurazioni figurative viste di profilo e in rilievo e con diversi elementi decorativi 190 x 136 cm.


Specchi in stile Rinascimentale.


Giovanni Bellini, Giovane donna allo specchio, 1515 Olio su tavola, 62 x 79 cm Vienna, Kunsthistorisches Museum Tiziano Vecellio, Venere allo specchio, 1555 Olio su tela, 124,5 x 105,5 cm Washington, National Gallery of Art


Specchi del 1600 A Venezia dove fiorĂŹ l'arte del vetro, venivano prodotti specchi cosĂŹ belli che tutte le fanciulle, persino nella lontana Persia, ne desideravano uno in dono in occasione del loro matrimonio.

Gli specchi realizzati a Venezia erano molto costosi, solo verso la fine del Seicento si incominciò ad adottare una tecnica di produzione meno laboriosa. i costi scesero e tutti incominciarono ad usare lo specchio.


Peter Paul Rubens, Venere allo specchio, 1613 Olio su tavola, 76 x 61 cm Vaduz, Sammlung FĂźrst von Liechtenstein

Diego VelĂ zquez, Venere allo specchio, 1650 Olio su tela, 122.5 x 177 cm Londra, National Gallery


Specchi del 1800 Fino all'Ottocento i vetrai riuscivano a produrre solo specchi di piccole dimensioni.

Specchio del 1800


Solo alla fine dell’Ottocento in Germania vennero fabbricate lastre molto grandi, in grado di riflettere le immagini senza deformarle

Specchio Napoleone III in ottone con ricco decoro di putti. Italia , seconda metà dell’Ottocento Altezza cm. 44 Larghezza cm. 24

Specchio Napoleone III in bronzo con ricco decoro . Italia , seconda metà dell’Ottocento. Altezza cm. 48 Larghezza cm. 32


EtĂ contemporanea



Riflessione e Rifrazione Inversione destra-sinistra Specchi piani Specchi concavi e convessi Strumenti ottici


Uno specchio è una superficie lucida che riflette le immagini. Il tipo più noto è lo specchio piano, di uso quotidiano, ma esistono anche di forme diverse.

Specchio piano moderno


Riflessione e Rifrazione Riflessione Un fascio di luce che incide su una superficie perfettamente liscia subisce il fenomeno della riflessione. Se invece siamo in presenza di una superficie scabra, non si ha riflessione, ma diffusione.

La legge cartesiana della riflessione


Rifrazione La rifrazione è la deviazione subita da un'onda che ha luogo quando questa passa da un mezzo fisico ad un altro nel quale cambia la velocità di propagazione. Comunemente il fenomeno si osserva quando l'onda passa da un mezzo ad un altro. La rifrazione della luce è l'esempio più comunemente osservato, ma ogni tipo di onda può essere rifratta, per esempio quando onde sonore passano da un mezzo ad un altro o quando le onde dell'acqua si spostano a zone con diversa profondità. La cannuccia sembra piegata, a causa della rifrazione della luce tra l'acqua e l'aria.


Inversione destra-sinistra Contrariamente a quanto creduto comunemente, lo specchio non capovolge le immagini da destra a sinistra e viceversa, ma tra fronte e retro. La posizione dei nostri occhi non ci permette in alcun caso di utilizzare uno specchio che inverta realmente destra e sinistra; questo è invece possibile per i bovini (ad esempio le mucche), e molti altri mammiferi erbivori e uccelli non predatori, che hanno gli occhi posti ai lati della testa.

Donne che si specchiano


Specchi piani I raggi luminosi, partendo dall'oggetto, incontrano la superficie dello specchio e vengono riflessi con un angolo identico a quello di incidenza ma opposto rispetto alla perpendicolare allo specchio (per la seconda legge di Snell).

L'immagine è virtuale, perché i raggi non passano per il punto immagine, ed è invertita rispetto al piano dello specchio. Lo specchio non ha un fuoco, perché raggi provenienti dall'infinito sono sempre perpendicolari allo specchio, vengono quindi riflessi nella stessa direzione, rimanendo paralleli, senza incontrarsi in nessun punto.

Un vaso e la sua immagine riflessa nello specchio


Specchi concavi e convessi Specchi Concavi In questi specchi un fascio di raggi luminosi parallelo all'asse di simmetria subisce una riflessione che manda tutti i raggi in un punto dell'asse detto fuoco.

Specchi concavi


Specchi Convessi Negli specchi convessi i raggi luminosi paralleli vengono fatti divergere, con un punto di intersezione apparente all'interno della sfera. Guardando in questi specchi si vede una riproduzione in miniatura del mondo circostante. Si noti che gli specchi sferici, sia concavi che convessi, non hanno un punto focale ben definito, ma soffrono del problema noto come aberrazione sferica.

Specchi convessi


Strumenti ottici Telescopio Il telescopio è utilizzato per l'osservazione di oggetti molto lontani. Si hanno telescopi rifrattori, in cui l'obiettivo è costituito da un gruppo di lenti, e telescopi riflettori, in cui l'obiettivo è rappresentato da un specchio.

Telescopio Bresser Messier R-90 rifrattore da 90mm.


Microscopio Catadiottrico La parte ottica dello strumento consiste di uno specchio concavo ellissoidico riflettore con un'apertura di circa un pollice e una lunghezza focale di due pollici. Lungo l'asse di questo specchio a circa metà della sua distanza focale è collocato un piccolo specchio piano, ottenuto dalla sezione di un cilindretto, inclinato di 45° sull'asse dello strumento, come in un telescopio newtoniano. L'oggetto da osservare è posto su un portaoggetti regolabile in modo che si trovi nel fuoco dello specchio concavo. All'altra estremità del tubo orizzontale del microscopio vi è il secondo fuoco. La sua distanza focale è di 12 pollici.

Microscopio catadiottrico


A ognuno il proprio “specchio� Specchi Deformanti Specchi nei miti, nelle fiabe e nella letteratura Proverbi sullo specchio Superstizioni sullo specchio Citazioni sullo specchio Specchi Retrovisori Specchi semiriflettenti Sala Interattiva


A ognuno il proprio “specchio” Spegel

Lustro

दपरण

Spejl Spiegel Spogulis

Espejo Miroir

‫مرآة‬

鏡子

Espelho

Oglinda

Mirror Peilistä

Tükörrel


Specchi Deformanti Gli specchi deformanti, a differenza di quelli piani, trasformano in modo strabiliante la nostra immagine. Guardandoci negli specchi possiamo diventare altissimi o bassissimi, larghissimi o strettissimi: basta scegliere lo specchio giusto.

Vari modelli di specchi deformanti


Casa degli specchi di Praga


Labirinto degli specchi a Praga


Specchi nei miti, nelle fiabe e nella letteratura IL MITO DI NARCISO

Il mito racconta di Narciso, giovane di bellissimo aspetto, che, specchiandosi in una fonte, s’innamora follemente della sua immagine tanto da morire di dolore, nel momento in cui si accorge che non potrà mai possederla.

“Il mito di Narciso” dipinto di Caravaggio


PERSEO E MEDUSA

Perseo, eroe della mitologia greca, per riuscire a sconfiggere Medusa doveva guardarla solo di riflesso per non permetterle di impietrirlo con il suo sguardo. Perseo con l'aiuto di Atena, che teneva al disopra di Medusa uno scudo lucido, che faceva da specchio, riuscì ad avere la meglio.

Benvenuto Cellini “Perseo”, 1554 320 cm di altezza. Loggia dei Lanzi. Firenze


BIANCANEVE E I SETTE NANI

Citazione dalla fiaba di Biancaneve: Subito impallidì per l'invidia e corse a rivolgersi al suo specchio magico: "Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?" e lo specchio le rispose: "Tu mia regina sei sempre bellissima, ma Biancaneve è più bella di te!"

Scena del film “Biancaneve e i Sette Nani”


ALICE ATTRAVERSO LO SPECCHIO

In questo secondo libro di Lewis Carroll, Alice, sempre curiosa e coraggiosa, attraversa uno specchio per diventare una pedina in un assurdo gioco di scacchi e incontrare nuovi personaggi.

Immagine tratta dal libro “Alice attraverso lo specchio”


SPECCHIO ED ECCO SUL TRONCO SI ROMPONO LE GEMME: UN VERDE PIÙ NUOVO DELL’ERBA CHE IL CUORE RIPOSA: IL TRONCO PAREVA GIÀ MORTO, PIEGATO SUL BOTRO. E TUTTO MI SA DI MIRACOLO; E SONO QUELL’ACQUA DI NUBE CHE OGGI RISPECCHIA NEI FOSSI PIÙ AZZURRO IL SUO PEZZO DI CIELO, QUEL VERDE CHE SPACCA LA SCORZA CHE PURE STANOTTE NON C’ERA. SALVATORE QUASIMODO


Proverbi sullo specchio L'apparenza inganna e lo specchio mente. Se l'invidia si guardasse allo specchio arrossirebbe. Il credito perduto è come uno specchio rotto. L'esempio dei principi è lo specchio dei sudditi. Non c'è miglior specchio dell'amico vecchio. Uno specchio fedele è la coscienza, una egregia maestra è l'esperienza. Lo specchio della storia è il migliore dei profeti.


Superstizioni sullo specchio Una delle pi첫 diffuse superstizioni dichiara che:

rompere uno specchio porta sfortuna per 7 anni.


Le spiegazioni di questa credenza sono due

1) Innanzitutto per i cinesi ogni luogo dove viene riflesso il corpo umano è sacro, misterioso e perciò pericoloso poiché cattura, assieme all’immagine, anche l’anima di colui che vi si riflette. Rompere uno specchio quindi significa distruggere anche parte dell’esistenza/spirito del riflesso; ergo, è funesto presagio. 2) Dall’antica Roma in poi invece, quando si diffuse questa credenza in ambito europeo, la rottura di uno specchio aveva il significato di porta sfortuna per motivi molto più prosaici. Gli specchi infatti costavano moltissimo a causa del primitivo strato d’oro, argento o rame puro che veniva spalmato come riflettente sulla base prima del posizionamento della lastra di vetro sopra. Romperne uno significava quindi sempre un’infausta “perdita“, ma soprattutto economica, quale il dover fare almeno 7 anni di sacrifici prima di riuscire a comprarne un altro.


Però… per evitare la sfortuna ci sono dei rimedi:

1. Porre i frammenti dello specchio rotto in una bacinella d’acqua insieme a una pietra trasparente e chiarissima, lasciarli lì per 7 giorni e poi gettare il tutto, tranne le pietre, lontano da casa.

2. Raccogliere velocemente i pezzi di specchio e precipitarsi al più vicino corso d’acqua dolce corrente e gettarveli.


Citazioni sullo specchio Gli specchi dovrebbero riflettere un momentino prima di riflettere le immagini. (Jean Cocteau)

I libri sono specchi: riflettono ciò che abbiamo dentro. (Carlos Ruiz Zafòn)

La vita è come uno specchio: ti sorride se la guardi sorridendo. (Jim Morrison)

La vostra anima è il vostro specchio: è tutta voi. (George Bernars Shawn)


Specchi Retrovisori Lo specchio retrovisore è un dispositivo atto ad aumentare la sicurezza, tramite l’aumento della visibilità posteriore e laterale del mezzo, presente su un’automobile, un bus, una moto o un tram. Specchio retrovisore esterno lato guida di un'automobile

Specchietto retrovisore interno


Specchi Semiriflettenti

Riconoscimento all’americana

Gli specchi semiriflettenti o semitrasparenti sono così chiamati perché riflettono circa la metà della luce incidente, lasciando trasparire la restante. Sono realizzati deponendo sul vetro uno strato metallico spesso solamente poche decine di atomi. La trasmissione della luce avviene in entrambi i sensi, per cui è necessario che il lato non riflettente sia rivolto verso una stanza buia perché lo specchio appaia come un normale specchio riflettente dall'altro lato. Una persona dal lato illuminato può specchiarsi e non vede dall'altro lato, mentre dalla stanza oscurata è possibile vedere nella prima stanza. È usato quindi dalla polizia per osservare nascostamente i sospetti o nei negozi per controllare i clienti.


Angolo interattivo

Divertitevi a specchiarvi in questi due curiosi specchi


TEST

Scopri quanto sei Narcisista‌ Quante volte ti guardi allo specchio in una giornata? a: Solo la mattina e la sera b: Ho perso il conto c: Quasi mai.. Hai sempre uno specchietto con te? a: Solo se devo stare fuori tutto il giorno b: Sempre! Non può mancare nella mia borsa! c: Non è da me. Quando ti fanno un complimento come reagisci? a: Ringrazio. b: Ringrazio ed assecondo la persona. c: Arrossisco.


Quando esci curi molto il tuo aspetto esteriore? a: Cerco di rendermi presentabile. b: Io bevo Rocchetta! Pulita dentro e BELLA FUORI! c: A me non importa di apparire Ti “Rifaresti”? a: Solo in caso di estrema necessità. b: No! Sono perfetta così! (Male male un ritocchino…) c: Mai e poi mai! Se per strada trovi uno specchio, ti guardi? a: Mi guardo con la coda dell’occhio ma non mi fermo. b: Ma che domande, certo! c: No, mi basta lo specchio di casa mia! Se qualcuno ti propone di fare una foto con lui, come ti comporti? a: Mi farebbe piacere… b: Solo se io sono al centro della foto c: Assolutamente no! Troppo rischioso!


La mattina ti trucchi? a: Si, ma cerco di essere il più naturale possibile. b: Certo, per essere ancora più bella! c: Il trucco mi da’ noia Quanto tempo ci impieghi a truccarti? a: Non più di due minuti b: Non smetto mai di truccarmi! c: Non mi trucco!! Quale colore ti rappresenta? a: Arancione b: Rosa e tutti i suoi simili c: Nero


Risultati Maggioranza Di “a”: ACQUA E SAPONE…

La tua semplicità attira al punto giusto! Non sei né troppo vanitosa né una trasandata. Continua così, sei sulla strada giusta per conquistare il mondo!


Maggioranza Di “b�: NARCISISTA

FRENA! Il mondo non gira intorno a te! Occhio al tuo narciso! Puoi risultare vanitosa e le persone che ti stanno attorno potrebbero ridere di te!!


Maggioranza Di “c”: MENEFREGHISTA

Zona pericolosa! Capisco i tuoi pensieri e i tuoi sentimenti, ma anche l’occhio vuole la sua parte e se non stai attenta potresti ritrovarti sola!


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