Popolis - Luglio 2015

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Mensile di attualità, economia, informazione e cultura cooperativa

IN QUESTO NUMERO

Libertà e responsabilità per far funzionare bene le Bcc e anche l’Europa Alla Casa delle idee, dal progetto all’azienda Estate in città

Anno 14

7 luglio 2015


S OM M A R I O

3 La linea del Piave

4-5 Dall’idea all’azienda: il lavoro quotidiano della Casa delle Idee al servizio del territorio A scuola di robotica: al Capirola di Leno tra Lego e robot

6-7 Libertà e responsabilità per far funzionare bene le Bcc e… anche l’Europa

Popolis, periodico mensile di Cassa Padana autorizzazione del Tribunale di Brescia, n. 43/2000 dell’8 agosto 2000

8-9

Sede, Villa Seccamani, via Garibaldi 25, Leno-Brescia

Giovani archeologi crescono, dal mondo agli scavi in Villa Badia

Cina: opportunità di sviluppo

10-11

Redazione Macri Puricelli, direttore macri.puricelli@popolis.it

Fine settimana di sport in Villa Badia

12-13

Lidia Sbarbada, coordinamento lidia.sbarbada@ cassapadana.it Armando Rossi e Debora Zanini, immagini armando.rossi@popolis.it debora.zanini@ popolis.it Sede: Villa Seccamani, via Garibaldi 25, Leno-Brescia Tel. 030 9040270 rivista@ popolis.it

La Gemma, una scuola steineriana per i bambini cremonesi

14-15 Il bosco è del gufo: un atlante fotografico delle colline moreniche

Comitato di redazione Franco Aliprandi, Stefano Boffini, Andrea Lusenti, Luigi Pettinati, Macri Puricelli, Armando Rossi, Lidia Sbarbada

16-17

Hanno collaborato a questo numero: Stefano Boffini, Valentina Bragazzi, Valerio Gardoni, Michele Menini, Barbara Ponzoni, Marco Sacchi, Stefania Scalari, Mona Singh, Monica Vitali

Il cammino della memoria

Fotografie: Valentina Bragazzi, Massimo Castrini, Valerio Gardoni, Michele Menini, Cesare Saladini, Marco Sacchi, Marco Santini, Monica Vitali

Note d’amore a Valeggio sul Mincio

In copertina: Coltivazione di Zafferano a Pozzolengo Foto di Valeria Grazioli

Pastasciutta antifascista per ricordare il 25 luglio 1943 La Resistenza in Festival

18-19 Estate in città Salionze in sagra I sapori di una volta, a Volta Mantovana

20-21 San Salvaro, miracolo romanico nella Bassa veronese

Stampa: Staged, S. Zeno N. (Bs)

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E DITORIALE

LA LINEA DEL PIAVE

N

el recente convegno organizzato dalla Cassa, “Banche territoriali: differenti in cosa?”, alcuni relatori hanno citato Don Sturzo e il suo richiamo ad essere “liberi e responsabili”. Mi sembra questa la sintesi più efficace, sia dei principi che animano la battaglia di Cassa Padana a difesa dell’autonomia e del modello di banca sviluppato, sia delle caratteristiche imprescindibili alla base di qualsiasi riforma delle Bcc. Presupposto ineludibile di un progetto, soluzione organizzativa o riassetto del credito cooperativo deve poter essere la scelta libera e responsabile delle banche che sono nella condizione di poterla compiere. Democrazia, stato di diritto, libertà economiche, diritti dei soci non possono essere lesi in modo irreparabile con una soluzione imposta obbligatoriamente per legge, senza la previsione di alternative reali e effettivamente praticabili. Questa è la nostra linea del Piave, da cui non arretreremo mai nemmeno di un centimetro. Senza libertà e responsabilità non si può nemmeno immaginare di attuare nelle Bcc la vera mutualità, che è il perno identitario centrale intorno al quale deve girare la nostra formula imprenditoriale, per essere efficaci, efficienti e costruire un futuro migliore per noi stessi e le comunità locali dove operiamo. Libertà e responsabilità non discendono dall’alto, non sono un diritto a prescindere. Sono vie strette e più difficili da percorrere, rispetto al puro “dipendere” dagli altri. Bisogna dimostrare continuamente di meritarle e di essere in grado. Richiedono un alto livello di identità, attaccamento e intensità di partecipazione da parte dei soci, dei clienti, degli amministratori, dei dipendenti e dei territori più in generale. Sono però in grado di scatenare energie e positività impensabili che riescono a smuovere montagne. In passato sono state le molle delle banche di credito cooperativo e lo sono tuttora. Una scelta obbligatoriamente imposta dall’alto, qualunque sia, tradisce lo spirito di queste banche, mortificandone il senso più profondo. Ne spegne la spinta propulsiva, la motivazione intrinseca. Ed è quindi inesorabilmente destinata nel tempo a fallire miseramente, sia nell’azione sviluppata che nei fondamentali economici.

Luigi Pettinati direttore generale Cassa Padana Bcc

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IN PRIMO PIANO

DALL’IDEA ALL’ AZIENDA IL LAVORO QUOTIDIANO DELLA CASA DELLE IDEE AL SERVIZIO DEL TERRITORIO

di Mona Singh |

mona.singh@cassapadana.it

Nata lo scorso febbraio, la Casa delle Idee di Cassa Padana è al tempo stesso uno spazio e un gruppo di persone a cui descrivere la propria idea imprenditoriale e con cui intraprendere un percorso di ricerca e sviluppo. Casa delle Idee si rivolge, dunque, a tutti coloro che, partendo da un’idea, vogliono iniziare una nuova attività, riprendere e rivisitare antichi mestieri, indipendentemente dall’età anagrafica e dal percorso professionale e formativo.

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“D

over sviluppare un’idea imprenditoriale ti porta necessariamente a confrontarti con concetti economici e burocratici. Per chi non è del settore, tutto ciò può risultare molto ostico. Per questo essere affiancato da un team di persone che ti sostiene nella crescita della tua azienda e ti fornisce utili indicazioni, non solo a livello economico, ma anche burocratico e tecnico, mi ha permesso di concentrarmi meglio sulla mia idea imprenditoriale, sviluppandola con una visione più completa e articolata di ciò che dovrò affrontare nel prossimo futuro.”


Sono queste le parole di Andrea Alessandrini, uno dei tanti giovani che hanno bussato alla porta della Casa delle Idee in cerca di un aiuto concreto. Nel suo caso per lanciare un’azienda di prodotti biologici. La Casa delle Idee è un progetto nato a febbraio di quest’anno in Cassa Padana Bcc ed è al tempo stesso uno spazio e un gruppo di persone a cui chiunque può descrivere la propria idea imprenditoriale e intraprendere un percorso di ricerca e sviluppo. Casa delle Idee si rivolge, dunque, a tutti coloro che, partendo da un’idea, vogliono iniziare una nuova attività, riprendere e rivisitare antichi mestieri, indipendentemente dall’età anagrafica e dal percorso professionale e formativo. Fino ad oggi, Casa delle Idee ha ascoltato uomini e donne con storie e idee imprenditoriali che spaziano nei più differenti ambiti: chi vuole riprendere a fare agricoltura con metodologia bio; chi si è rivolto al mondo della cosmesi bio, perché spinto da passione; chi si è interessato alla tecnologia nell’ambito alimentare; chi ancora si rivolge al mondo delle imprese attraverso servizi mirati di consulenza o in ambito della sicurezza oppure della comunicazione e chi invece rivolge la consulenza a coloro che sono attenti alla salute e al benessere. Infine c’è anche chi vuole riproporre i valori della propria terra attraverso la riqualificazione di un vecchio cascinale in B&B e home restaurant. Particolarità del gruppo che ha presentato i progetti nei mesi scorsi è la giovane età (tra i 25 e 38 anni) e la chiarezza delle proprie idee. Sono ragazzi con una grande passione per il loro lavoro e convinzione che, grazie alle loro idee, possono davvero cambiare il loro futuro, riportando alla luce vecchi valori basati sulla relazione e sul contatto umano. Il gruppo si è incontrato per dare il via a un percorso formativo di consapevolezza, nel quale ciascuno dei partecipanti ha descritto e condiviso la propria esperienza e la propria idea imprenditoriale. “Questo è un progetto molto importante, perché la banca, che ha sempre investito sulla crescita del territorio, oggi è attenta anche alla crescita delle persone di questo territorio. Punto determinante della Casa delle Idee è che non siete qui per “comprarci”, bensì perché provate piacere a far crescere nuovi imprenditori. Il futuro tessuto imprenditoriale“, racconta Mattia Colombo, un altro dei ragazzi coinvolti in questa avventura, che si occupa di consulenza in materia di sicurezza. L’obiettivo degli incontri mensili è quello di condividere esperienze ed energie, trovare sinergie e collaborazioni con altre idee, creare rete, trovare motivazioni dalle esperienze altrui. Ogni incontro si concentra su un tema di confronto utile per definire il business plan: dalla definizione dell’idea imprenditoriale alla valutazione del mercato di riferimento, dalla forma giuridica al piano di comunicazione e di marketing. Ciascuno dei partecipanti viene incontrato anche singolarmente per mettere a punto il business plan, perché la Casa delle Idee offre un supporto personalizzato volto a formare figure professionali in grado di agire in autonomia e rendere sostenibile la propria attività. Questo percorso viene costruito e condiviso con i tre partner della Casa delle Idee: Confcooperative Brescia, Mag di Verona e Parco Tecnologico Padano di Lodi. ●

CASA DELLE IDEE

Casa delle Idee via XXV aprile n.2/4, Leno (Brescia) tel. 030.9040498 info@casadelleimprese.it www.casadelleimprese.it (attualmente in costruzione)

A scuola di robotica: al Capirola di Leno tra Lego e robot

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i è conclusa a giugno la seconda edizione del laboratorio di robotica promosso dall’istituto superiore “Vincenzo Capirola” di Leno, nella bassa bresciana. Nato da un’idea di Marco Garuffo, docente di matematica e fisica, e cresciuto con il supporto della Scuola di robotica di Genova, il progetto coinvolge una ventina di studenti di terza e quarta del liceo scientifico e ha l’obiettivo di far apprendere, lavorando sul campo, la progettazione e l’utilizzo di macchinari strutturati come i robot. Il laboratorio permette di applicare nozioni teoriche imparate sui banchi di scuola in un contesto operativo e concreto. Gli allievi, infatti, costruiscono con le loro mani il macchinario e procedono poi nella programmazione dei comportamenti che si vogliono ottenere dal robot. “La progettazione e la costruzione di un robot mettono in gioco molteplici abilità: gli studenti imparano a lavorare in gruppo, a collaborare e sviluppare capacità organizzative; inoltre, dinanzi ad una mancata reazione del robot, devono cercare di comprendere dov’è l’errore e ripartire” spiega Garuffo. “Questo aiuta i giovani studenti ad aprirsi al concetto di problema in maniera differente. E offre la consapevolezza che anche gli ostacoli quotidiani, che a un ragazzo adolescente possono apparire insormontabili, possono essere affrontati in ottica diversa. Si riescono così ad affrontare le problematiche della vita in modo più riflessivo.” Per la realizzazione di questo laboratorio, l’Istituto ha utilizzato kit Lego acquistati grazie a contributi di Cassa Padana Bcc e di alcune aziende locali. ●

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LA BANCA AL TUO SERVIZIO

LIBERTÀ E RESPONSABILITÀ PER FAR FUNZIONARE BENE LE BCC E… ANCHE L’EUROPA di Stefano Boffini stefano.boffini@cassapadana.it

Le banche territoriali non devono avere una normativa agevolata in quanto solo “territoriali”. E allora, cosa dovrebbero fare per essere concretamente differenti e giustificare così un diverso trattamento, in applicazione diretta del principio di sussidiarietà e di uguaglianza sostanziale? Se ne è parlato a Leno in un convegno che ha schierato, fra gli altri, il Comitato economico e sociale della Commissione europea e la federazione delle banche etiche e alternative.

O

ggetto del convegno Banche territoriali: differenti in cosa?, ospitato all’auditorium di Cassa Padana a Leno lo scorso 29 maggio, è stato il recente parere del Comitato economico e sociale a favore del ruolo svolto dalle banche territoriali per la crescita sostenibile e la coesione sociale, con la conseguente richiesta al Parlamento europeo di una particolare e diversa disciplina normativa. Il tema è stato però affrontato da un diverso punto di vista, partendo dalla consapevolezza che le banche territoriali non devono avere una normativa agevolata in quanto solo “territoriali”. 6

Si è provato, quindi, a declinare ciò che effettivamente le banche territoriali devono fare per essere concretamente differenti e giustificare così un diverso trattamento, in applicazione diretta del principio di sussidiarietà e di uguaglianza sostanziale. Questa discussione oggi è quantomai centrale e opportuna, anche in riferimento al dibattito in corso sulla riforma/autoriforma delle banche di credito cooperativo. Il convegno ha riportato al centro un’altra Europa. Quella dei territori, della società civile, della sussidiarietà, della responsabilità.

Ogni soluzione organizzativa adottata per la riforma del credito cooperativo non può prescindere dall’idea che si ha del futuro e del ruolo che le banche di credito cooperativo sono chiamate a svolgere nei territori dove operano. I lavori del convegno hanno riportato al centro un’altra Europa che sta avanzando e che deve sempre di più farsi sentire: quella dei territori, della società civile, della sussidiarietà, della responsabilità. Troppo spesso si prende il pretesto che “lo richiede l’Europa” per cercare di imporre un certo tipo di disposizioni, frutto della cultura imperante del pensiero unico in economia, quando invece


ziali e astratte, della bontà dei principi cooperativi. Servono fatti comprovati. Emerge la necessità di elaborare una proposta alternativa completa e articolata per costruire luoghi autorevoli di pensiero alternativo, nonché centri studi di alto livello per il settore cooperativo. “Alzare i paletti della differenza per essere sempre di più riconoscibili nel ruolo svolto, quindi tutelati e non assimilati al resto del sistema bancario” è la sintesi dell’intervento di Fabio Salviato, presidente di Febea, la Federazione europea delle banche etiche e alternative. E ha aggiunto: “E’ necessaria un’attività che deve essere effettivamente differente, per finalità, modalità di operare, trasparenza e misurabilità degli effetti”. nella realtà è proprio la “biodiversità” delle tipologie di impresa a essere la chiave dello sviluppo e della ricchezza del nostro continente. “Sono solo palle“ – ha ricordato Luca Jahier, presidente della Commissione interessi diversi del Comitato economico e sociale europeo – “Non è vero che sia l’Europa a volerlo. In Europa occorre esserci per contare e influire su impostazioni di lungo corso e decisioni che ci riguardano direttamente, impattando in forte sulla vita di tutti noi”. Felice Scalvini, grande esperto di cooperazione e di politiche sociali, con il richiamo alla storia e con l’efficace metafora del “cactus e della mangrovia”, ha sottolineato la necessità di mantenere salda l’identità cooperativa. Perché se le cooperative nascono in un ambiente arido di capitali, analogamente i cactus crescono in ambiente desertico con poca acqua. Eppure i cactus, a differenza delle mangrovie che prosperano in ambienti molto umidi, sono composti al 99% di acqua. Così come le cooperative - e le banche di credito cooperativo che hanno ben operato nel tempo - hanno ottimi livelli di patrimonializzazione. La via migliore e naturale per la capitalizzazione delle cooperative è interna, utilizza la base sociale e meccanismi cooperativi di accumulazione.

Felice Scalvini e la metafora del cactus e della mangrovia L’apertura al mercato - e a modalità di capitalizzazione tipiche delle società di capitali - rende le cooperative “mangrovie”, divoratrici di capitale all’esterno, ma costituite al loro interno da poco capitale e quindi meno solide. Fuor di metafora, l’ipotesi di mettere a capo delle banche di credito cooperativo una Spa con l’obiettivo di intercettare meglio i capitali disponibili nel mercato, posto anche di trovare capitali “pazienti” che non violentino lo spirito cooperativo (il che è tutto da dimostrare nella pratica), renderebbe le Bcc “divoratrici” di capitale e nel tempo paradossalmente meno forti e patrimonializzate. Ciò che manca nel mondo cooperativo sono regole diverse di gestione e di governance, a seconda della diversa dimensione e tipologia di attività svolte. Questa caratteristica è ben presente e normata dall’ordinamento per le società di capitali, prototipo tipico del capitalismo economico. Occorre poi contrastare il pensiero unico - dell’impresa capitalistica come la sola forma efficiente ed efficace per produrre valore in economia - dimostrando con i dati alla mano e concrete esperienze che questo non è vero. Non bastano più “ la poesia” e la narrazione, spesso retoriche, autoreferen-

Da Cassa Padana un richiamo forte contro l’imposizione di una soluzione obbligatoria per legge, qualunque questa sia, come risultato finale del processo di riforma/autoriforma del credito cooperativo. Porre al centro le mutualità rappresenta la reale peculiarità della formula imprenditoriale di una banca di credito cooperativo. Luigi Pettinati, direttore generale di Cassa Padana, ha declinato cosa significhi oggi fare mutualità nei territori, ricordando che i presupposti da cui discende tutto sono la libertà e la responsabilità delle Bcc. Il suo è stato un richiamo forte contro un’imposizione, senza alternative effettivamente praticabili, di una soluzione obbligatoria per legge, qualunque questa sia, come risultato finale del processo di riforma/autoriforma del credito cooperativo. La citazione di Don Sturzo a “essere liberi e responsabili” è stata richiamata in premessa del convegno dal moderatore Giuseppe Guerini e ripresa poi alla fine anche dall’economista bresciano Marco Vitale. Libertà e responsabilità sono i due motori insostituibili per il buon funzionamento di una banca di credito cooperativo e anche dell’Europa. In piena coerenza con i principi per cui è nata. ● 7


LA BANCA AL TUO SERVIZIO

CINA: OPPORTUNITÀ DI SVILUPPO di Monica Vitali

| monica.vitali@cassapadana.it

È stato questo il tema del primo workshop organizzato dal Credito Cooperativo a Expo 2015 dove sono emersi molti spunti di riflessione. Cassa Padana, ormai da oltre 2 anni, è presente con un desk operativo a Ningbo, dove affianca le aziende che vogliono inserirsi nel mercato cinese. Non a caso Ningbo: con i suoi dieci milioni di abitanti, la posizione strategica (non lontano da Shanghai nella provincia dello Zhejiang) è uno dei principali porti della Cina.

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TESTIMONIANZE D’ECCELLENZA IN CINA

T

MC spa di Bologna. La società è stata fondata nel 1998 ed è specializzata in macchine per l’imballaggio della carta igienica. Ha un fatturato di circa 70 milioni di euro e 1.500 macchine installate in 50 paesi in 5 continenti. In Cina ha raggiunto il 10 -15% del fatturato con non poche difficoltà dovute soprattutto alla lingua e alla mentalità cinesi. Ora i rapporti sono stabili: una volta fidelizzato, il cliente cinese diventa affidabile, ma il processo di fidelizzazione richiede grande sforzo di risorse sia in termini di tempo che d’investimenti. Sipcam Spa. Società multinazionale italiana, privata e indipendente, fondata nel 1946 con un forte focus sull’internazionalizzazione. È attiva nella sintesi chimica, nella formulazione e nella commercializzazione di agro-farmaci, fertilizzanti e prodotti intermedi chimici. Il modello di integrazione scelto da Sipcam è stato la forma di joint venture con un partner locale di maggioranza: al socio cinese il compito di dialogare con le autorità. JV affiancata da «patti parasociali» per definire le strategie commerciali e di gestione.

L’

Italia è il 15° partner commerciale della Cina a livello mondiale e il 4° a livello europeo. I settori di punta nei quali l’Italia si fa onore sono la meccanica strumentale, la moda, l’automotive e il manifatturiero. Oltre duemila sono le imprese italiane presenti in Cina, con 600 siti produttivi. Una presenza che cresce anno dopo anno in un paese, come la Cina, che, pur essendo ancora in una fase di crescita, sta attraversando un periodo di transizione: per trent’anni ha registrato una crescita a doppia velocità e attualmente si sta rimodulando verso un nuovo status dell’economia. La grande crescita ha infatti causato anche grandi problemi e rivoluzioni sociali. Nei consumi interni così come nello sguardo oltre confine: solo negli ultimi anni cento milioni di cinesi hanno viaggiato nel mondo e almeno 2 milioni saranno quelli che visiteranno l’Expo di Milano. Nel 2014 il 55% degli acquisti cinesi di fascia alta è avvenuto fuori dai confini nazionali: lo shopping all’estero vale ben 62 miliardi di dollari. Per il rilancio della domanda interna e per soddisfare la domanda crescente di prodotti di lusso esteri, il Governo cinese ha anche deciso di tagliare i dazi doganali fino al 50%. Oggi in Cina, quindi, non basta più aver un buon prodotto: servono servizi, comunicazione e garanzia di qualità. La Cina non è per tutti: bisogna essere organizzati, perché il cliente cinese è molto esigente, attento e difficile da fidelizzare. Riconosce il valore aggiunto del prodotto europeo, ma non sempre è disposto a pagarne il prezzo. Un grosso problema viene anche dalla lingua e dalla mentalità dei cinesi. È quindi fondamentale trovare dei partner nel paese. La Cina è un grande mercato - 1,4 miliardi di consumatori di cui 900 milioni vivono in città e 300 milioni sono benestanti - il 50% dei marchi di lusso del fashion è italiano e il valore dell’export ha fatto registrare un +26%. Molte possibilità ci sono anche per marchi minori a patto che siano caratterizzati da grande qualità. Nonostante tutti questi numeri, la promozione dell’Italia

2015: SITUAZIONE ECONOMICA E TREND DI SVILUPPO PIL Consumi

+7,2% +3,4%

Investimenti Export

+3,1% +0,7%

I

l ritmo di crescita rallenta, ma per scelta. I principali driver della crescita non cambieranno nel breve periodo, anche se continua il riequilibrio dell’economia. I principali obiettivi di sviluppo economico e sociale della Cina per il 2015, oltre ad una crescita del PIL di circa il 7%, sono la creazione di oltre dieci milioni di posti di lavoro nelle aree urbane; un tasso di disoccupazione non oltre il 4,5%; l’aumento di importazioni ed esportazioni di circa il 6% per raggiungere un equilibrio di base dei pagamenti; l’aumento dei redditi personali in linea con lo sviluppo economico; il taglio del consumo di energia del 3,1% e la continua riduzione delle emissioni dei principali fattori inquinanti. Tre i grandi cambiamenti in cantiere: da Made in China a Created in China; da Chinese Speed a Chinese Quality; da Chinese Products a Chinese Brands. Il Governo ha lanciato il piano quinquennale 2016-2020 dove punterà sullo sviluppo di questi 10 settori: IT di nuova generazione; macchine di alta gamma a controllo numerico e robot; settore aerospaziale; tecnologia marittima; tecnologia ferroviaria avanzata; efficienza energetica e veicoli ad energia rinnovabile; elettronica; ricerca di nuovi materiali; biofarmaceutica e apparati medicali ad alta tecnologia; macchinari agricoli.

in Cina non è ancora ben sviluppata. Nei settori legati all’abbigliamento, alla gastronomia, al turismo, ai prodotti per la casa l’Italia potrebbe fare molto di più per diventare un player di assoluto livello. Il mercato cinese è anche particolarmente difficile per quanto riguarda le modalità di pagamento, sebbene dal punto di vista bancario le prime 4 banche al mondo siano cinesi e la 5^ banca cinese è la 6^a livello mondiale. Malgrado queste premesse, l’80% dell’export verso la Cina ha registrato ritardi nei pagamenti. Quindi bisogna porre molta attenzione quando si vanno a definire i termini e le modalità di pagamento. Nel corso del convegno, Yanting Huang, referente in Cina per Cassa Padana, ha spiegato come si potrebbe essere vincenti nel mercato cinese. Bisognerebbe, per esempio, realizzare piattaforme, non solo virtuali, dove raggruppare aziende italiane, aziende cinesi e amministrazioni locali cinesi: queste ultime sono infatti in grado di mettere a disposizioni grandi somme da destinare allo sviluppo di aziende innovative. ●

CASSA PADANA IN CINA • 9 missioni commerciali • 105 aziende • 2010: la prima missione commerciale • Luglio 2012: nasce l’Ufficio Intermediazione Internazionale • 26 Febbraio 2013: inaugurazione desk a Ningbo • Dal 2012 ad oggi 24 referenti Cassa Padana a Ningbo

Referenti: Monica Vitali monica.vitali@cassapadana.it Tel. 0309040316 Giacomina Omodei giacomina.omodei@cassapadana.it Tel. 0309040287 Gianfranco Grossetti gianfranco.grossetti@cassapadana.it Tel. 0309040269

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I NOSTRI PROGETTI A BRESCIA

GIOVANI ARCHEOLOGI CRESCONO DAL MONDO AGLI SCAVI IN VILLA BADIA di Marco Sacchi |

marco.sacchi@fondazionedominatoleonense.it

Si è conclusa il 26 giugno la campagna di scavo archeologico 2015 avviata lo scorso 3 maggio e promossa dalla Fondazione Dominato Leonense e dall’università di Verona, con la direzione della Soprintendenza per i beni archeologici della Lombardia. Si è trattato di un cantiere didattico, dove si sono avvicendati oltre 50 studenti, provenienti da ogni parte dell’Italia e del mondo, ognuno con la sua storia e i suoi sogni. Filo comune di ognuno di loro la passione per l’archeologia. 10

“N

on conoscevo nulla della storia di Leno. L’esperienza è stata davvero positiva”, racconta Verena Mora, studentessa di Ferrara di 23 anni, laureata in archeologia medievale a Verona e che ora sta continuando gli studi all’università di Ferrara: “La passione per l’archeologia si rinnova di giorno in giorno. Ogni giorno trovo infatti una motivazione per continuare a credere in ciò che faccio. Più continuo questi studi e più resto affascinata dalla storia.” “Ho scoperto che cercavano studenti archeologi per lo scavo di Leno grazie a una comunità che su internet scambia notizie relative all’archeologia. E’ così che

Si è conclusa il 26 giugno la campagna di scavo archeologico 2015 avviata lo scorso 3 maggio e promossa dalla Fondazione Dominato Leonense e dall’università di Verona, con la direzione della Soprintendenza per i beni archeologici della Lombardia.

sono arrivato in Italia”. A parlare è Christopher Griffiths, ventiduenne inglese di Wolverhampton e studente alla Sheffield University. “Mi sono laureato lo scorso anno: la mia intenzione è quella di lavorare tutta l’estate in scavi archeologici italiani per poi tornare in Inghilterra. Questa per me è un’opportunità davvero unica: nel mio Paese è davvero difficile trovare possibilità di uno scavo come questo di Leno.” Ma quali sono le ragioni profonde che spingono questi ragazzi a un lavoro come

quello dell’archeologo? “Ciò che muove un ragazzo a scegliere di fare l’archeologo è la passione, anche se per ognuno di noi questo sentimento ha sfumature diverse. Per me è iniziata al liceo. Mi sono innamorato della storia e più andavo avanti negli studi più capivo che quella storia volevo toccarla con mano” confida Davide Billo, veronese di 26 anni. “Anche grazie alla lettura dei testi come quelli di Carlo Ginzburg mi sono sentito affascinato dalla storia puntuale di un territorio e ho capito quanto essa


FINE SETTIMANA DI SPORT IN VILLA BADIA

I

l Gruppo Sportivo Straleno, con il patrocinio della Fondazione Dominato Leonense, organizza in Villa Badia a Leno un fine settimana tutto dedicato allo sport. Si parte venerdì 17 luglio con la settima edizione della Straleno, corsa podistica aperta a tutti che avrà come luogo di partenza e arrivo il suggestivo parco di Villa Badia. La gara, valida come 9° Trofeo Avis di Leno, rientra nell’importante circuito di gare dell’hinterland gardesano. Tre i percorsi previsti: la corsa competitiva, quella non competitiva e per i bambini una minigara competitiva. Le partenza delle gare alle 19.30. Nel parco della Villa sarà attivo un punto ristoro con cucina gastronomica. Il giorno seguente, sabato 18 luglio, appuntamento con la prima edizione della Festa dello sportivo, che vedrà la partecipazione di tutte le società sportive di Leno. Avvio alle 16.30 con la passeggiata della salute e alle 17 presentazione delle società con prove pratiche. Alle 18.30, nella chiesa parrocchiale, si terrà la Messa dello sportivo. Nello stand gastronomico grigliata su prenotazione. Una serata di danza e la premiazione degli atleti meritevoli di ogni società chiuderà la giornata. Il ricavato sarà destinato all’AIL di Brescia e all’acquisto di pacchi dono per famiglie bisognose. ●

Si è trattato di un cantiere didattico, dove si sono avvicendati oltre 50 studenti, provenienti da ogni parte dell’Italia e del mondo, ognuno con la sua storia e i suoi sogni. Filo comune di ognuno di loro la passione per l’archeologia.

sia importante non solo come dato, ma anche come approccio antropologico tra l’uomo e l’ambiente”. “Può sembrare ridicolo, ma la mia passione per l’archeologia è nata a sette anni guadando i film di Indiana Jones” racconta sorridendo Chiara Morelli, 20 anni di Reggio Emilia, studentessa di storia antica all’università di Bologna. “Tutti mi dicevano: ma figurati se bisogna fare tutto questo lavoro per trovare oggetti ormai sepolti.” Chiara si fa seria: “Eppure io sentivo che questa cosa

era importante e ancora oggi sento che quel che facciamo è molto importante. Viviamo in un mondo che abbiamo ereditato: è nostro dovere cercare di capire chi siamo, da dove veniamo e perché agiamo così.” Tante storie davvero, ma negli occhi di tutti la passione. I risultati di questa campagna scavo saranno presentati domenica 5 luglio alle ore 17.30 in occasione della Fiera di San Benedetto, con una breve relazione e una visita guidata agli scavi. ● 11


I NOSTRI PROGETTI A CREMONA

LA GEMMA, UNA SCUOLA STEINERIANA PER I BAMBINI CREMONESI

di Barbara Ponzoni |

C

Gerardo Paloschi

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barbara.ponzoni@cassapadana.it

onoscete l’antroposofia? Ho imparato qualcosa di piu grazie a Gerardo Paloschi, general manager di Linea Com Cremona e fra i fondatori della scuola che aprirà a settembre in città. L’antroposofia è una dottrina filosofica basata sugli insegnamenti di Rudolf Steiner. Che c’entrano la filosofia, la ricerca spirituale e la pedagogia con un esperto in tecnologia come Paloschi? C’entrano, eccome. “In Italia esistono due principali accademie per la formazione steineriana, a Milano e Oriago in provincia di Venezia. Con loro ho fatto un corso di due anni per diventare insegnante del metodo di Steiner, dopo aver studiato tutte le sue pubblicazioni. L’ho fatto per me stesso, per la mia crescita umana e spirituale. Credo molto in questa scelta di vita e soprattutto nel

percorso pedagogico proposto”, mi ha buttato lì con nonchalance, in qualche modo sorprendendomi. Gerardo Paloschi è da qualche mese presidente dell’associazione Amici della Pedagogia Waldorf “Emil Molt” (www.steinercremona.it), un gruppo di persone che, motivate dalla volontà di crescere al meglio quelli che saranno gli uomini e le donne del domani, stanno aprendo una scuola di stampo steineriano a Cremona, “La Gemma”. Ma non solo: l’associazione si occupa anche di promuovere gli insegnamenti e il pensiero di Steiner, perché prima ed oltre al “reclutamento” di nuovi alunni è indispensabile far capire alla cittadinanza di cosa si tratti, dando spunti di riflessione a tutti, non solo ai genitori. In cosa si differenza una scuola steineriana dalle altre? “Per il fatto che il bambino, la sua essenza e creatività


sono messi in primo piano” spiega Paloschi. “I primi anni di vita sono molto importanti per definire quella che sarà poi la persona adulta. Sviluppare e liberare la creatività dei ragazzi è uno straordinario metodo per stimolare le loro menti, che saranno pronte poi a recepire gli insegnamenti; prima delle nozioni è fondamentale costruire le fondamenta del loro essere, perché con le sole, sterili conoscenze non si va molto lontano. Nella nostra scuola, nella bellissima cascina Marasca dell’associazione Agropolis (www.agropolisonlus.it), al gioco libero viene data la massima cura. I cosiddetti giocattoli sono pochi e semplici: richiamano gli oggetti veri della vita domestica e sono costruiti con materiali naturali. Strumenti importanti di gioco sono anche pezzi di legno, stoffe, filati di varie tipologie per adattarsi alle diverse esigenze creative del bambino. Vitale è anche il rapporto con la natura e l’ambiente esterno”. E’ interessante come sia proprio un Homo Technologicus a portare avanti questa scuola di pensiero così vicina alla natura, improntata su un approccio libero e spontaneo di apprendimento, apparentemente distante dalle nuove tecnologie. In realtà, spiega Paloschi, è solo un posticipare l’entrata in questo mondo, in modo da farlo con maggiore consapevolezza e meno rischi. E sui rischi legati al web lui ne sa davvero molto. Ha infatti scritto un libello dal titolo “Genitori e figli nel web”, un prontuario che tutti dovrebbero leggere. “Le nuove generazioni sono espertissime a navigare in internet; già da molto piccoli vengono osannati per questo, per essere così naturalmente tecnologici, come spesso ho sentito dire. Ma, anche se il web offre molte opportunità, se non usato correttamente nasconde delle insidie, soprattutto per i più ingenui, come i bambini. Senza contare che fornire loro uno strumento così definito, iperimmaginativo, toglie loro la possibilità di creare un mondo fantastico, attraverso la loro capacità immaginativa”.

UN PO’ DI STORIA prima scuola steineriana, chiamata “Libera Scuola Waldorf”, fu fondata nel 1919 a Stoccarda dall’industriale Emil Molt (a cui è dedicata l’associazione cremonese presieduta da Paloschi), per i figli degli operai della fabbrica WaldorfAstoria, sotto la guida di Rudolf Steiner (1861 - 1925) che ne pose i fondamenti pedagogici. Fin dalle origini si è avuta una rapida diffusione nell’area germanica e anglosassone d’Europa. Nei paesi mediterranei è stata successiva, mentre sorprendente è stato lo svilup-

po nell’area est-europea subito dopo il 1989. Le scuole steineriane oggi sono più di 800 nel mondo, delle quali circa la metà in Europa (una settantina in Italia), ma distribuite in tutti i continenti: dall’Islanda al Sud Africa, dal Giappone ad Israele, dal Kenya al Canada, dall’Egitto al Perù, dagli Stati Uniti alla Russia, dall’India al Brasile, dal Messico all’Australia. In alcuni paesi le famiglie prenotano con anni di anticipo l’ingresso dei figli alla scuola steineriana, poiché la domanda supera l’offerta. Questa diffusione mondiale testimonia la validità di un metodo basato sulle leggi evolutive dell’essere umano, che sono universali a prescindere dai differenti contesti etnici, socioculturali e religiosi.

Proprio da qui nasce la sua voglia di conoscere e capire cosa è meglio per le giovani menti dei nostri piccoli, così ricche di possibilità, una pagina bianca sulla quale tracciare le linee del loro futuro, una sfida non banale, a pensarci bene è il fondamento stesso della nostra società civile. “Ecco perché la

nostra associazione non è volta solo ai genitori, ma accoglie chiunque voglia contribuire a questo grande progetto, con passione e dedizione si possono fare grandi cose. Il primo passo, anche a Cremona, è stato fatto, non ci resta che proseguire dritti su questo cammino.” ●

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COME ISCRIVERSI ALLA SCUOLA D’INFANZIA “LA GEMMA”

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al 2013 è iniziato a Cremona un lavoro preparatorio che ha coinvolto nel tempo genitori, insegnanti e volontari alla ricerca di una proposta educativa che li soddisfacesse. Così si è arrivati a prevedere per settembre 2015 l’apertura del giardino d’infanzia “La Gemma”. La scuola sarà gestita in collaborazione con gli insegnanti, autonomamente responsabili per la parte pedagogica, riuniti nel Collegio degli insegnanti, organo di riferimento per tutte le attività pedagogiche e culturali della scuola. I genitori che aderiscono all’associazione e ai suoi scopi, attraverso un contributo annuale, si fanno carico delle spese di gestione della scuola. Il Consiglio Direttivo, composto da soci (genitori, insegnanti e volontari), è organo di riferimento per tutte le responsabilità giuridiche ed amministrative. Per le iscrizioni o per qualsiasi approfondimento si può contattare l’associazione tramite Facebook oppure tramite il modulo contatti del sito (www.stainercremona.it), o telefonicamente chiamando la vice presidente Alessandra Mariotti: 347.9131356.

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I NOSTRI PROGETTI A MANTOVA

Airone Rosso - foto di Massimo Castrini

Ponte Visconteo di Valeggio sul Mincio - foto di Marco Santini

Il Bosco è del gufo è un atlante fotografico ed è il racconto del territorio collinare del lago di Garda attraverso immagini e brevissime descrizioni. Tre sono le province in cui si divide questo territorio, tre sono le lingue in cui è edito, due le regioni interessate e due gli autori. Non solo: il Bosco è del gufo è anche un ebook.

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IL BOSCO È DEL GUFO

di Stefania Scalari stefania.scalari@popolis.it

UN ATLANTE FOTOGRAFICO DELLE COLLINE MORENICHE

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e colline moreniche del lago di Garda, nate nel corso delle ultime due glaciazioni dalla lenta discesa del ghiacciaio, sono un territorio unico e molto particolare che si incunea nella Pianura Padana. Ogni altura è sovrastata da una rocca o dai suoi resti, numerosissime sono le pievi, tanti sono i reperti scovati dagli archeologi e i segni lasciati dall’uomo a testimo-

nianza della sua millenaria presenza. Dopo la corsa alla trasformazione urbanistica iniziata negli anni ’80, periodo di intensa cementificazione, dopo gli anni in cui si sono mossi i primi passi verso la tutela del territorio, ora la questione del paesaggio è davvero diventata centrale. Sempre di più cresce il senso di responsabilità nei confronti del paesaggio, per conservare questo eccezionale patrimonio e preservare la sua naturalità


Torre di Cavriana - foto di Marco Santini

per tutti gli esseri viventi e per chi verrà dopo di noi. E’ da questi presupposti che nasce Il bosco è del gufo, un atlante fotografico che racconta il territorio collinare del lago attraverso immagini e brevissime descrizioni. Tre sono le province in cui si divide questo territorio, tre sono le lingue in cui è edito, due le regioni interessate e due gli autori: Marco Santini e Margherita Dal Prato. Marco Santini, 72 anni, milanese, fondatore e già presidente del consorzio GardaColline-GardaHills (un progetto nato nel 2003 e realizzato insieme a tutte le persone che hanno a cuore lo sviluppo delle colline moreniche) e Margherita Dal Prato, mantovana, socia impegnata attivamente nel Consorzio di promozione turistica GardaColline. Il bosco è del gufo descrive gli aspetti geomorfologici, ambientali, naturalistici e paesaggistici, i monumenti architettonici, storici, nonché alcune emblematiche produzioni enogastronomiche tipiche locali. E ancora, gli Gufo comune - foto di Cesare Saladini

EDIZIONE CARTACEA

EBOOK

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Disponibile in lingua italiana su iBook Store. Presto disponibile anche su Google Play e Amazon. In arrivo le versioni in lingua inglese e tedesco. Prezzo: Gratuito

N° di pagine: 240 Carta: 150 gr. Tiratura: 2.000 Editore: Litocolor s.r.l. Lingua: italiano, inglese, tedesco Info: Consorzio GardaColline www.gardacolline.it

eventi e le strutture turistico-ricettive che, come un diamante con le sue molte e diverse sfaccettature, caratterizzano il territorio e costituiscono la sua attrattività di un unicum eccezionale. “L’uomo ha saputo utilizzare l’eccezionalità delle caratteristiche del territorio quasi sempre con saggia discrezione”, scrivono gli autori, “tanto da aver conservato un ambiente gradevole e con attrattività diverse. Troppo spesso, ultimamente, avviene che l’uomo dimentichi che “il bosco è del gufo” e, a lungo andare, quanto sia sconveniente, anche per se stesso, non rispettare la natura creando condizioni irreversibili di degrado ambientale. Si è convinti che una sana fruizione del territorio anche di turismo ecocompatibile ed ecosostenibile, non senza una oculata attività di sviluppo territoriale, permetta di conservare questo eccezionale patrimonio creato dalla natura e dall’uomo ancora per lungo tempo. Ciò avverrà se la popolazione e le amministrazioni locali continueranno a vigilare sulla realizzazione di grandi opere che potrebbero modificare l’ambiente”. La raccolta del materiale iconografico è potuta avvenire grazie alla disponibilità di fotografi che hanno donato i loro scatti, alla collaborazione concessa dal Consorzio di promozione turistica GardaColline, dall’Associazione Comitato del Parco delle Colline Moreniche del Lago di Garda, da Cassa Padana Bcc, dal GAL Colline Moreniche del Garda, dal Consorzio Tutela Vino Lugana, dal Lions Club Mincio Colli Storici, dal Lions Club Desenzano del Garda e della Riviera Host, dalla Società Solferino e San Martino, dalle Popolazioni e dalle Amministrazioni Comunali. ●

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I NOSTRI PROGETTI A REGGIO EMILIA

PASTASCIUTTA ANTIFASCISTA PASTA, BURRO E PARMIGIANO PER RICORDARE IL 25 LUGLIO 1943 Bolle sempre qualcosa in pentola al museo dei Fratelli Cervi. Frenetiche si accodano una all’altra le attività culturali, storiche e di ricerca che da anni fanno di casa Cervi un fulcro internazionale della memoria e della cultura. Dopo il gran finale del festival Teatrale di Resistenza, dal 7 al 23 luglio, qualcosa che bolle in pentola c’è davvero: è la pastasciutta storica del 25 luglio. La pastasciutta è divenuta anno dopo anno un appuntamento simbolico per ricordare la caduta del governo del regime fascista il 25 luglio del 1943. di Valerio Gardoni |

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valerio.gardoni@popolis.it

o sentito tanti discorsi sulla fine del fascismo ma la più bella parlata è stata quella della pastasciutta in bollore”. E’ papà Alcide Cervi che nel libro I miei sette figli ricorda quel giorno. Il 25 luglio del 1943 fu grande festa a casa Cervi, come in tutto il Paese. Una gioia spontanea di molti italiani che speravano nella fine della guerra e nella morte della dittatura: la Liberazione verrà solo venti mesi dopo, al prezzo di molte sofferenze. Ma quel 25 luglio alla notizia che il duce era stato arrestato c’era solo la voglia di festeggiare. A Campegine, insieme ad altre famiglie, i Cervi portarono la pastasciutta in piazza, nei bidoni del latte. Con un rapido

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passaparola la cittadinanza si riunì attorno al carro e alla ‘’biroccia’’ che aveva portato la pasta. Molti partigiani scesero giù dalle montagne e si misero tutti in fila per avere un piatto di quei maccheroni conditi a burro e formaggio che in tempo di guerra e di razionamenti erano prima di tutto un pasto di lusso. C’era la fame, ma c’era anche la voglia di uscire dall’incubo del fascismo e della guerra, il desiderio di riprendersi la piazza con un moto spontaneo, dopo anni di adunate a comando e di divieti. Di quel 25 luglio, di quella pagina di storia italiana, è rimasto poco nella memoria collettiva. Eppure, proprio quel giorno, c’è stato in tutta Italia uno spirito genuino e pacifico di festa popolare: prima dell’8 settembre e


LA RESISTENZA IN FESTIVAL

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utto pronto al museo Cervi di Gattatico per accogliere la quattordicesima edizione del Festival di Resistenza che quest’anno porterà in scena, dal 7 al 23 luglio, sette compagnie di rilievo nazionale individuate da una giuria di esperti e dal pubblico sulla base del bando di concorso. La casa colonica abitata un tempo dalla famiglia Cervi, teatro essa stessa di uno degli eventi più significativi della storia del Novecento, è dagli anni ‘50 del secolo scorso che si è trasformata in un punto di riferimento per l’antifascismo e i valori affermati dalla Resistenza. Oggi è un vero e proprio luogo di studio e di incontro, un museo per la storia contemporanea, dei movimenti contadini, dell’antifascismo e della Resistenza nelle campagne. E il Festival di Resistenza è teatro per la memoria. Un gran rilievo avranno in questa 14ª edizione i temi legati al 70° anniversario della Resistenza, ma anche i temi legati a Expo 2015, che guardano all’alimentazione e alla terra, al diritto al cibo, all’abitare e al contrasto alle diseguaglianze. www.istitutocervi.it

prima delle brigate partigiane e della lotta di Liberazione. Anche quest’anno la cena con la storica pastasciutta antifascista rievocherà la giornata di 72 anni fa, rispettandone ancora di più lo spirito popolare e genuino. La pastasciutta di casa Cervi riprenderà la “ricetta originale”: burro e formaggio. Per ricordare ancora di più “quando la pasta era in bianco, e le camicie no...” Da qualche anno c’è qualcosa in più: le pentole si moltiplicano e la pastasciutta storica diventa rete nazionale. L’idea di “esportare” la festa della pastasciutta è nata quasi spontaneamente, a partire dalle tante realtà associative che sono in contatto con il Cervi in tutta Italia. Grazie all’impulso dell’ANPI nazionale, la rete delle pastasciutte antifasciste si è allargata, a macchia d’olio, in molte parti della penisola. Saranno tante anche quest’anno le pastasciutte gemelle di casa Cervi. ●

IL CAMMINO DELLA MEMORIA

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Istituto Cervi e il suo principale partner di Memorie in cammino, Cassa Padana, qualche anno fa hanno unito le loro forze e competenze per realizzare una piattaforma multimediale online. Una grande raccolta delle memorie italiane legata alla storia del primo ‘900, a fascismo, antifascismo, seconda guerra mondiale, deportazione, resistenza. Sono questi i temi attorno a cui ruota ancora oggi il progetto, in un ideale segmento cronologico che va dal 1922 al 1945. Un’esperienza virtuale che diventa la storia di donne e uomini, di luoghi e biografie in continuo arricchimento e che già conta 1300 documenti e 60 testimonianze video. www.memorieincammino.it

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NEL TERRITORIO

ESTATE IN CITTÀ Eventi, sagre, musica e divertimento, cosa offre il nostro territorio nei mesi estivi? Per chi non va in vacanza e per chi ci va poco, per chi ama le sagre di paese o ama i concerti in piazza… e, in sostanza, per chiunque abbia voglia di vivere il proprio territorio, complici le lunghe e calde serate estive, non esiste un angolo di paese che non proponga qualche intrattenimento, per lo più mangereccio, ma non solo. di Barbara Ponzoni |

È

barbara.ponzoni@cassapadana.it

difficile fare una panoramica completa di quel che succederà questa estate nelle città e nelle aree dove vivono i soci e i clienti di Cassa Padana. Ma noi ci proviamo lo stesso. Ecco qualche spunto interessante. A Cremona non possono mancare i famosissimi Giovedì d’Estate (www. giovedidestate.it). Dall’ultimo giovedì di giugno e per tutti quelli di luglio, il centro della città del Torrazzo si anima di bancarelle, concerti, spettacoli ed animazioni varie, con negozi aperti fino alle 23, in un clima decisamente vacanziero, quasi da Milano Marittima. Anche l’intrattenimento culturale sarà presente con il neonato Festival Acque Dotte,

dieci produzioni originali in esclusiva, in scena alternativamente nella perla del golfo gardesano, Salò, e nella città fluviale, fino al 22 agosto. Un calendario di eccezione per una stagione dalle risonanze inedite (il programma sul sito www.comune.cremona.it). Nel casalasco esiste un piccolo ma delizioso paese, Torre de’ Picenardi, con una villa che pare fatta apposta per le feste: dal 6 al 9 e dal 13 al 16 agosto Villa Sommi Picenardi si animerà con musica, spettacoli e concerti, con un accurato servizio di ristorazione a cura della Pro Loco (www. prolocotorredepicenardi.it). Per chi ama la natura e le scampagnate all’aria aperta, sul monte Maddalena, a Brescia, si ripeterà la seguitissima

SALIONZE IN SAGRA

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a venerdì 10 a lunedì 13 luglio Valeggio sul Mincio si anima con l’Antica Sagra di Salionze, negli spazi degli impianti sportivi della località. La festa celebra la storia antica di Valeggio con serate di musica dal vivo (venerdì animazione latina con Gardadanze, sabato con “Musica Wiva” e domenica con l’orchestra spettacolo Roberto Tagliani), ballo e numerosi stand gastronomici a partire dalle 20.
La tradizione narra che a Salionze, nel 461 d.C., avvenne uno storico incontro tra Attila, re degli Unni, e Papa Leone Magno, giunto da Roma per arrestarne le devastanti scorrerie. I dettagli di ciò che avvenne in quella missione rimangono tutt’oggi oscuri, ma certamente Attila diede ordine ai propri uomini di abbandonare il territorio italiano, liberandolo così dalla furia devastante. Lunedì 13 questo memorabile momento storico rivivrà grazie alla rievocazione in costume dell’associazione “I Salionzesi”, con numerose comparse impegnate a far rivivere la storia locale. A seguire, la magia dei fuochi d’artificio.

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Festa ecologica della montagna dei bresciani (www.amicidellamontagna1976.it), dal 10 al 12 luglio, tre serate di divertimento, eccellenze enogastronomiche del territorio e un fine solidaristico (ogni anno il ricavato va ad un’associazione di volontariato cittadina). Anche in Val Trompia la vita in montagna verrà celebrata con la Festa della montagna, a Pezzaze, di fronte alle miniere, dal 22 al 26 luglio. Restando in Valle, ma quella Camuna, il 2 agosto, per la prima volta a 2478 metri, la Banda Musicale Capontina, in collaborazione con il Coro Rosa Camuna e il rifugio Bozzi organizza uno spettacolare evento di musica e canti per ricordare la prima Guerra Mondiale tra le trincee e i manufatti che l’hanno caratterizzata. Il Castello di Breno tornerà a rivivere fra


NOTE D’AMORE A VALEGGIO SUL MINCIO I SAPORI DI UNA VOLTA, A VOLTA MANTOVANA

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ini e prodotti tipici del territorio mantovano, musica e negozi aperti, tanta gente e una piacevole atmosfera vacanziera. Sono queste le basi della festa “I sapori di una volta” a Volta Mantovana, che il Consorzio della Strada dei Vini e dei Sapori Mantovani, con il patrocinio della Provincia di Mantova ed il comune di Volta Mantovana, ha organizzato per venerdì 24 luglio, con la collaborazione di Cassa Padana Bcc. La Strada dei vini e sapori mantovani comprende oltre 50 associati tra cui cantine, produttori di prodotti tipici, alberghi, ristoranti e agriturismi; nasce con l’obiettivo primario di promuovere un territorio ricchissimo di eccellenze enogastronomiche, anche e soprattutto grazie ad eventi come quello a Volta. Dalle 20, nel cortile esterno alla filiale (in via San Martino 108), si potranno degustare ottimi vini mantovani, accompagnati da prodotti rigorosamente locali. Non mancherà la musica, in perfetto stile “notte bianca”. ambientazioni medievali da sabato 11 a martedì 14 agosto (www.prolocobreno.it). Impossibile non citare poi le famose mostre mercato di Berzo Demo, Pisogne e Bienno (www.turismovallecamonica.it). Nella piccola capitale, come viene definita Parma, gli appassionati di musica non possono perdersi i concerti della rassegna Parma & Stars (www.parmaandstars.com): per tutto luglio accompagnati dalle note di Battiato, Renzo Arbore, Allevi e molti altri, nell’affascinante cornice di Piazza Duomo. Nei dintorni invece impazzano le sagre, che vantano una tradizione decennale, come la Fiera Agricola di Cornazzano, con la famosa tortellata (2428 luglio), e la Festa della Birra a Viarolo, dal 9 all’11 luglio. Verona e l’arena sono oramai un tutt’uno: il 19 giugno è iniziata la 93° edizione del Festival Lirico che fino a

settembre presenterà quattro famosissime opere: Aida, Il barbiere di Siviglia, Don Giovanni e, ça va sans dire, Nabucco (le date degli spettacoli e la possibilità di acquisto dei biglietti su www.veronaticket.com). A Ferrara invece il focus sarà sulla musica nuova, alternativa: con la rassegna Ferrara sotto le stelle, cantanti di spicco e cantautori emergenti si alterneranno fino a fine luglio (www.ferrarasottolestelle.it). Chi non conosce l’antichissima Fiera delle Grazie (www.fieradellegrazie. com)? E’ la festa dei madonnari di tutta Italia che, come sempre, si svolgerà nel fine settimana di ferragosto, al santuario delle Grazie di Curtatone, quando il viale che porta al santuario si vestirà di mille colori e le file di banchetti saranno a perdita d’occhio. ●

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n piena atmosfera estiva, leggera e romantica, l’associazione Arte e Mestieri di Valeggio, con il contributo e la collaborazione di Cassa Padana Bcc, ha creato un magico evento per venerdì 17 luglio: un concerto dell’orchestra I Filarmonici Veneti (http://associazionefilarmonici.teamartist.com). Le liriche d’amore di grandi poeti come Shakespeare, Prévert, Neruda e altri, di volta in volta saranno cantate, commentate e accompagnate dalla musica. I musicisti e l’attore plasmeranno le parole e i suoni come materia viva, offrendo al pubblico un’esperienza irripetibile, un ponte di luce fra poesia e musica. La piazzetta dell’oratorio di Valeggio sul Mincio bene si presta a questo spettacolo. Dalle 21 le note al pianoforte di Vincenzo Cipriani accompagneranno il canto del tenore Paolo Antognetti e del soprano Francesca Bruni, magistralmente diretti da Massimo Santaniello. L’interpretazione delle poesie è affidata a Paolo Mauro. L’evento, aperto a tutti, si concluderà con un buffet.

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SAN SALVARO, MIRACOLO ROMANICO NELLA BASSA VERONESE di Michele Menini michele.menini@cassapadana.it

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La chiesa romanica di San Salvaro, così chiamata perché dedicata a Cristo Salvatore, si trova a S.Pietro di Legnago in un luogo appartato rispetto alla strada che attraversa il paese. La chiesa, la cui costruzione viene datata al secolo XII, “si impone come primo esempio nel territorio di un edificio che rivela il formarsi di un lessico romanico maturo” spiega la studiosa Francesca Flores d’Arcais.


È

un colpo al cuore trovarsi di fronte a San Salvaro. Non ti aspetti, appena girato l’angolo, appena lasciato il paese, di trovarti di fronte a una simile chiesa. La struttura in cotto declina infatti in maniera armonica gli elementi caratteristici dell’architettura romanica: la facciata a salienti, una pianta rettangolare a tre navate divise da semplici colonne che dalla navata centrale conducono con una gradinata al presbiterio sopraelevato. All’interno una suddivisione tripartita e stratificata degli spazi: la parte plebana, l’area riservata ai fedeli, il presbiterio rialzato dove si svolgono i riti della liturgia, la cripta con i sepolcri; questa suddivisione rappresenta simbologicamente le tre chiese: la Militante (la plebana), la Trionfante (il presbiterio) e la Purgante (la cripta). La luce, che è filtrata all’interno da monofore disposte nella facciata, al centro delle tre absidi e in corrispondenza del cleristorio, induce il fedele a una meditazione silenziosa. La profonda spiritualità indotta dalla struttura della chiesa ha spinto don Giuseppe Trecca, singolare figura di sacerdote, storico e architetto, a curare agli inizi del secolo scorso il restauro dell’edificio sacro salvandolo dalla rovina.

Lo stato di abbandono in cui era caduto e gli interventi operati nel corso dei secoli hanno causato purtroppo la perdita di gran parte delle decorazioni delle pareti. Oggi sono visibili solo alcuni affreschi: una Madonna col Bambino, il viso del Salvatore, un’altra Madonna con angeli e sante, l’apparizione di Gesù a S. Tommaso, S. Pietro e S. Zeno. Salendo la gradinata che porta al presbiterio, è la figura e l’immagine di Cristo, il mediatore tra Dio e l’uomo, che domina lo spazio sopraelevato. Al centro della trave iconostatica è collocato un grande crocifisso moderno. Una monumentale statua di Cristo Risorto trionfa sull’altare maggiore, rifatto nel 1711. E Cristo è pure al centro dell’affresco del presbiterio, opera del veronese Daniele Dal Pozzo e datata 1539, che rappresenta la Trasfigurazione. Nel timpano è raffigurato Dio Padre che manda lo Spirito Santo alla Madonna mentre l’arcangelo Gabriele le annuncia che diverrà la madre del Salvatore. La trasfigura-

zione di Gesù con gli apostoli ai suoi piedi è posta al centro del catino ed è contornata da decorazioni a motivi vegetali e da 15 medaglioni di profeti e santi. La parte più antica e suggestiva della chiesa è la cripta, coperta da volte a crociera e divisa in quattro navate da tre pilastri quadrati sormontati da capitelli cubici ad angoli smussati. Fiancheggiano l’abside maggiore, sostenendo una calotta a botte, due colonne scanalate con capitelli corinzi di età tardo-romana. Altri reperti, lapidi ed elementi decorativi attribuiti allo stesso periodo e utilizzati come materiali di recupero, testimoniano la presenza di edifici romani nel territorio. La devozione popolare medievale è documentata dall’immagine della Madonna della Misericordia nella cripta e molto venerata in tutto il Basso veronese: si tratta di un’immagine trecentesca andata perduta e rifatta più volte riproducendo l’originale dal restauro novecentesco effettuato da don Trecca. ●

DON TRECCA E IL COCCODRILLO

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a figura di don Trecca è indissolubilmente legata al restauro della chiesa di San Salvaro. Per questa bella chiesa romanica il vulcanico sacerdote escogitò varie iniziative volte a raccogliere fondi. Ancora si tramanda in paese quell’anno in cui si inventò la presenza di un coccodrillo nei campi vicino alla chiesa. Quel coccodrillo inesistente attirò moltissimi abitanti del legnaghese che, una volta arrivati alla chiesa, non potevano andarsene senza prima aver lasciato un’offerta pro San Salvaro. Don Giuseppe nacque a Verona nel 1871 e morì in provincia, a Negrar nel 1955. Fu un sacerdote di profonda spiritualità e di grande vivacità intellettuale. Arrivò a S. Pietro di Legnago fresco di ordinazione nell’autunno 1894 con l’incarico vescovile di collaboratore del parroco e di maestro elementare. Di carattere sensibile e generoso, dotato di ingegno multiforme, rimase a S. Pietro per 15 anni durante i quali si impegnò per la comunità su diversi fronti: religioso, sociale e culturale. Di quest’ultimo aspetto va ricordata la prima pubblicazione sulla storia di Legnago, Legnago fino al secolo XX, e la direzione del settimanale cattolico L’Amico del popolo. Don Trecca fu sempre in prima linea nella difesa dei diritti dei braccianti e dei bovai con la costituzione delle leghe operaie cattoliche, la partecipazione alla Cassa rurale confessionale di S. Pietro e l’attivazione dell’Ufficio del lavoro.

Ricostruzione facciata anteriore al restauro (immagine tratta dal sito www.sansalvaro.org). 21


AGENDA

LA BANCA AL TUO SERVIZIO

a cura di Valentina Bragazzi valentina.bragazzi@popolis.it

> EVENTI Notte bianca di Leno 11 luglio Leno (Brescia)

INFO: www.comune.leno.bs.it

L’arte sulle strade: concorso per madonnari 5 luglio Castel Goffredo (Mantova)

INFO: tel. 0376 349122

Clusone Jazz festival 17 luglio Ex Convento Darfo Boario Terme (Brescia)

INFO: tel. 0364 541100

Castle Street Food Merenda nei Castelli d’Italia 10 - 11 - 12 luglio Castello di Bardi – Bardi (Parma)

INFO: www.facebook.com/CastleStreetFood

Le chiese di Borno in una chiesa di Borno 11 luglio – ore 16.00 Chiesa di San Fiorino – Borno (Brescia)

> MOSTRE Ciband.0.1 Festival musica e cibo di strada Dal 2 al 5 luglio Spino d’Adda (Cremona)

INFO: https://www.facebook.com/cibandofest

La pulce d’acqua: Angelo Branduardi & Band 18 luglio Piazza della Vittoria - Salò (Brescia)

INFO: www.comune.cremona.it

La Laguna di Venezia, Elio & Roberto Prosseda 24 luglio Cortile di Palazzo Trecchi - Cremona

INFO: www.palazzotrecchi.com

Festa del Capunsel Dal 3 al 5 luglio Solferino (Mantova)

INFO: informazioni@prolocosolferino.it

Deltablues – Festival del Polesine fino al 12 luglio Rovigo

31 luglio Porticciolo di Grazie - Curtatone (Mantova)

CENA SUL PONTE A SAN GIORGIO IN SALICI (VERONA)

19 luglio – ore 21.30 Parco Rocca dei Terzi Sissa-Trecasali (Parma)

Domenica 19 luglio la via centrale del paese ospiterà 350 persone a tavola per la seconda edizione della “Festa di frazione, aperitivo e cena”. Per partecipare è necessario acquistare il menù in prevendita, disponibile presso il ristorante Belvedere, la pasticceria Mainenti e Perbacco Caffè.

INFO: www.musicaincastello.it

INFO:

INFO: www.fiumemincio.it

Musica in castello Bellissime voci di donne con Syria

Mattia 340 5833787 e Fabio 340 1477944

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fino ad ottobre Palazzo Te - Mantova

INFO: www.centropalazzote.it

Il Gran Ceruti verso il ciclo Padernello del Pitocchetto fino a novembre Castello di Padernello Borgo San Giacomo (Brescia)

INFO: info@castellodipadernello.it

Antologica Antonio Ligabue (1899 - 1965) fino all’8 novembre Palazzo Bentivoglio Gualtieri (Reggio Emilia)

INFO: tel. 0522 221811

INFO: info@deltablues.it

INFO: info@prolocoborno.it

Escursioni fluviali naturalistiche

GUARDANDO ALL’URSS. Realismo socialista in Italia dal mito al mercato

BOHÉME AL CASTELLO DI PADERNELLO Nella suggestiva cornice del Castello di Padernello la Brixia Symphony Orchestra propone due serate dedicate alla musica lirica, mettendo in scena La Bohéme di Puccini. 9 e 11 luglio Padernello - Borgo San Giacomo (Brescia)

INFO E PRENOTAZIONI: Tel. 030 9040334 (orari ufficio)


SOGGIORNI

Mare 2015 Salinas Sea - Capoverde

VERACLUB MIKONOS - GRECIA

Isla do Sal

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le iscrizioni si ricevono presso i nostri sportelli

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