Popolis - Aprile 2015

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Mensile di attualitĂ , economia, informazione e cultura cooperativa

Anno 14

4 aprile 2015

IN QUESTO NUMERO

Bcc, linee guida per una diversa riforma del credito cooperativo Nasce a Leno la Casa delle Idee A Padernello un Salone delle eccellenze del territorio


somm ari o

3 La buona battaglia

4-5 Nasce a Leno la Casa delle Idee Un Salone delle eccellenze del territorio al Castello di Padernello

6-7 Tempo di dichiarazioni dei redditi e di 730 precompilato: istruzioni per l’uso

8 Porte aperte agli studenti...in Cassa Padana

9-10-11-12-13-14-15-16 “In gioco non solo il destino delle Bcc, ma anche quello dei territori”

Popolis, periodico mensile di Cassa Padana autorizzazione del Tribunale di Brescia, n. 43/2000 dell’8 agosto 2000

BCC, linee guida per una diversa riforma del credito cooperativo

Sede, Villa Seccamani, via Garibaldi 25, Leno-Brescia

“Le Bcc siano protagoniste del proprio futuro” incontro con l’economista Marco Vitale

Redazione Macri Puricelli, direttore macri.puricelli@popolis.it

La “demutualizzazione” delle banche cooperative Cassa Padana e Credit Cooperatif: firmato un accordo di collaborazione

Lidia Sbarbada, coordinamento lidia.sbarbada@ cassapadana.it Armando Rossi e Debora Zanini, immagini armando.rossi@popolis.it debora.zanini@ popolis.it Sede: Villa Seccamani, via Garibaldi 25, Leno-Brescia Tel. 030 9040270 rivista@ popolis.it Comitato di redazione Franco Aliprandi, Stefano Boffini, Andrea Lusenti, Luigi Pettinati, Macri Puricelli, Armando Rossi, Lidia Sbarbada Hanno collaborato a questo numero: Jean Louis Bancel, Stefano Boffini, Valentina Bragazzi, Classe 5c RIM dell’Istituto Marco Minghetti, Daniela Iazzi, Pietro Kuciukian, Lidia Sbarbada, Miriam Toniolo Fotografie: Valerio Gardoni, Macri Puricelli

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Non è mai troppo presto per imparare l’inglese: City camp a Leno

La comicità entra in Villa Badia: seminario con Rita Pelusio L’eredità benedettina delle erbe officinali

20-21 1915-2015: per non dimenticare il genocidio armeno

22 Agenda

In copertina: Convegno del 27 febbraio sulle Bcc Stampa: Staged, S. Zeno N. (Bs) Sfoglia questo numero e gli arretrati su: http://issuu.com/popolis www.popolis.it https://www.facebook.com/ pages/Popolis/138224646437 http://twitter.com/popolisweb

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QRCode contenuti multimediali su Popolis Quando, sfogliando la rivista, trovate un “riquadro” come quello riprodotto qui a lato, avrete scoperto un QRCode (dall’inglese “Quick Response”, risposta rapida) che vi permetterà, grazie al vostro cellulare, di vedere un video, leggere un testo in Internet, sfogliare un sito web. Ma come si fa? Il vostro telefono cellulare o smartphone deve avere un programma gratuito di lettura. I più comuni sono Nokia Reader, QR App e QR Launcher (per Iphone), KaywaReader, Barcode Scanner (per Android). Una volta scaricato il programma, “mostrate” al vostro cellulare, inquadrandolo con la fotocamera, il QRCode. Il gioco è fatto.


e d i t o r i al e

LA BUONA BATTAGLIA

A

bbiamo approfittato della presenza a Leno di Jean Louis Bancel, presidente di Credit Cooperatif, in Cassa Padana per sottoscrivere un accordo di collaborazione su progetti comuni di cooperazione, per discutere di banche cooperative a livello europeo e della

situazione attuale in Italia. Louis Bancel è presidente dell’associazione internazionale delle banche cooperative, membro del board dell’Alleanza Cooperativa Internazionale ed è molto attivo nell’attività di lobbing europea a

favore del settore cooperativo. E’ un tema molto caldo e di grande attualità, alla luce anche degli interventi normativi proposti o ventilati in Italia riguardo le banche popolari e le Bcc. Nella parte centrale di Popolis trovate un ampio resoconto del convegno del 27 febbraio e degli sviluppi intercorsi nelle giornate successive. Il convegno ha avuto il merito di aprire la questione e di lanciare il dibattito. Non è concepibile predisporre una riforma del credito cooperativo che cancella i fondamenti di oltre 120 anni di storia, senza che vi sia prima ampia discussione. In gioco non ci sono solo le banche di credito cooperativo, ma soprattutto il futuro dei territori e delle piccole e medie imprese, ossatura del sistema produttivo italiano. Sono milioni di clienti e soci, migliaia di dipendenti. Per noi non sono “less significant”, così non lo è l’azione della nostra banca nelle comunità locali dove opera. Nel momento in cui scriviamo non sappiamo come andrà a finire. Sappiamo però che faremo tutto ciò che possiamo per combattere la buona battaglia, per conservare la fede (cooperativa).

Vittorio Biemmi presidente Cassa Padana Bcc

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I N P RIMO P I A N O

Nasce a Leno la Casa delle idee di Miriam Toniolo |

miriam.toniolo@cassapadana.it

“Nessuna carovana ha mai raggiunto il suo miraggio, ma solo i miraggi hanno messo in moto le carovane” (Henry Desroche). Dall’idea all’impresa: la mia idea può diventare un progetto imprenditoriale? Un nuovo progetto di Cassa Padana in collaborazione con Confcooperative Brescia, Mag Verona, Parco Tecnologico Padano di Lodi

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assa Padana, nell’ambito del progetto della Casa delle Imprese, realizzato con una visione strategica del rapporto banca-imprenditore centrata sulla corresponsabilità, sull’impegno comune, sulla progettualità condivisa, pone ora l’attenzione ai “giovani imprenditori”, includendo in questa definizione tutti coloro che vogliono iniziare una nuova attività imprenditoriale, riprendere e rivisitare antichi mestieri, partendo da una idea, indipendentemente dalla età anagrafica, dal percorso professionale e formativo. E’ da questi presupposti che nasce il progetto della Casa delle Idee. Sentirsi a casa equivale a trovare il proprio posto nel mondo: la Casa delle Idee è uno spazio dove relazionarsi con persone attente e preparate a cui descrivere la propria idea, con cui condividere un sogno nel cassetto e intraprendere un percorso di ricerca e sviluppo imprenditoriale. Alla Casa delle Idee il progetto viene analizzato, inserito in un percorso formativo di consapevolezza che aiuta il futuro imprenditore/imprenditrice a definire l’idea imprenditoriale, valutare il mercato di riferimento, decidere la forma giuridica, costruire il business plan, il piano di comunicazione e quello di marketing. 4


Un Salone delle eccellenze del territorio al Castello di Padernello Appuntamento il 26 aprile Incontri comuni, supporto personalizzato e multidimensionale consentono di acquisire consapevolezza. Mettersi in rete significa condividere conoscenze ed energie, formare figure professionali in grado di agire in autonomia e rendere sostenibili le proprie attività. Partner di Cassa Padana, in questo percorso conoscitivo e formativo, sono Confcooperative Brescia, che ha nella propria mission statutaria la promozione di nuove imprese, MAG Verona, istituzione che da oltre trent’anni svolge l’attività di sostegno e accompagnamento alla nascita di imprese sociali e aiuta le persone che vogliono reinventarsi nel mondo del lavoro, e il Parco Tecnologico Padano di Lodi, che svolge un ruolo di acceleratore agevolando le idee imprenditoriali nel campo tecnologico, soprattutto agroalimentare. Con il progetto Casa delle Idee inizia un percorso importante, dedicato allo sviluppo di talenti e potenzialità e alla valorizzazione di vocazioni e passioni. Un percorso che avrà bisogno di tempo e di cura per svilupparsi e che Cassa Padana affronterà con impegno e determinazione, consapevole delle difficoltà, ma anche della necessità di farlo per il bene del territorio e delle risorse disponibili. ●

CASA DELLE IDEE per intraprendere insieme un percorso di ricerca e sviluppo imprenditoriale con l’obiettivo di creare nuove imprese e professioni partendo da un’idea: la TUA!

Informazioni e appuntamenti: Casa delle Imprese Cassa Padana, via XXV Aprile, Leno (Brescia) Tel 030.9040498-030.9040299 info@casadelleimprese.it www.casadelleimprese.it

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l casoncello di Barbariga, il tortello amaro di Castel Goffredo, il malfatto di Carpenedolo, il risotto alla pilota di Castel D’Ario, i vini del Montenetto e dei Colli Mantovani. E tanti altri prodotti che raccontano l’eccellenza di un territorio. In particolare quello della provincia di Brescia e dei territori confinanti di Mantova, Cremona e Bergamo. Sarà un’importante occasione di presentazione delle varie associazioni di promozione – proloco, associazioni culturali, Strada dei vini e dei sapori – quella offerta dalla prima edizione del Salone delle eccellenze del territorio ospitato al Castello di Padernello il 26 aprile. Qui il visitatore avrà la possibilità di conoscere le attività e gli eventi promossi nei mesi successivi. Qui si potranno degustare le eccellenze enogastronomiche dei territori. Qui si potrà assistere a performance musicali e teatrali sempre legate ad eventi o attività di valorizzazione del territorio. Le motivazioni che hanno spinto gli organizzatori - associazione Neaterra, Fondazione Castello di Padernello, Cassa Padana - alla realizzazione di questo Salone sono diverse, ma la principale resta quella di voler creare un momento di presentazione e lancio delle attività e degli eventi che valorizzano nel giusto modo i territori. Sarà, inoltre, un’occasione per provare a mettere in rete le diverse e meritevoli associazioni che si dedicano alla promozione dei territori. Questa prima edizione del Salone giunge a pochi giorni dall’inizio di Expo2015 e sarà, quindi, anche l’occasione per conoscere le attività che si svolgeranno da maggio a settembre. ●

Per saperne di più www.castellodipadernello.it

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la banca al tuo servizio

Tempo di dichiarazioni dei CASALASCO, redditi e OPERAZIONE di 730 precompilato VOLONTARIATO

ISTRUZIONI PER L’USO

di Lidia Sbarbada lidia.sbarbada@cassapadana.it

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l 2015 è il primo anno di avvio sperimentale della dichiarazione 730 precompilata, introdotta con il D.L. n.175 del 21 novembre 2014, con il quale si dispone che l’Agenzia delle Entrate, entro il 15 aprile di ciascun anno, renda disponibile telematicamente la dichiarazione 730 precompilata relativa ai redditi dell’anno precedente per i contribuenti interessati alla presentazione. Cerchiamo di chiarire alcuni punti essenziali, attraverso l’interpretazione delle disposizioni fornite dall’Agenzia delle Entrate. E’ bene ricordare che, quanto sotto riportato, è una semplificazione della normativa. E’, quindi, consigliabile che ciascun contribuente si confronti con i professionisti abilitati che, solitamente, lo assistono nella propria dichiarazione dei redditi.


Chi saranno i soggetti interessati e cosa cambierà? I destinatari del modello 730 precompilato sono i contribuenti in possesso di entrambi i seguenti requisiti: - aver percepito, per l’anno d’imposta 2014, redditi di lavoro dipendente e assimilati, in relazione ai quali i sostituti d’imposta hanno trasmesso nei termini all’Agenzia delle Entrate la Certificazione Unica 2015; - aver presentato, per l’anno d’imposta 2013, il modello 730 oppure il Modello Unico persone fisiche, pur avendo i requisiti per presentare il modello 730. Il 730 precompilato verrà predisposto anche per i contribuenti che nell’anno d’imposta 2013 hanno presentato oltre al modello 730, anche l’Unico persone fisiche con i soli quadri RM, RT e/o RW. Per quali soggetti non verrà predisposta la dichiarazione 730 precompilata? Il 730 precompilato non verrà predisposto per i contribuenti: - con Partita Iva attiva almeno per un giorno nel corso dell’anno d’imposta (ad eccezione dei produttori agricoli in regime di esonero art.34, comma 6, decreto Presidente della Repubblica 26/10/1972, n.633); - per i quali sia noto al Sistema Informativo dell’Anagrafe Tributaria il decesso alla data di elaborazione della dichiarazione 730 precompilata; - che dalla dichiarazione relativa all’anno d’imposta precedente risultano soggetti legalmente incapaci; - che non hanno raggiunto la maggiore età; - che , con riferimento all’anno d’imposta precedente, abbiano presentato dichiarazioni correttive nei termini o integrative, per le quali, al momento dell’elaborazione del 730 precompilato, siano ancora in corso attività di liquidazione automatizzata. Quali sono i dati oggetto della dichiarazione 730 precompilata e chi vi può accedere? I dati oggetto della dichiarazione 730 precompilata sono: - dichiarazione dei redditi precompilata; - elenco delle informazioni attinenti alla dichiarazione 730 precompilata disponibili presso l’Agenzia delle Entrate, con distinta indicazione dei dati inseriti e non inseriti nel 730 precompilato e relative fonti informative (esempio Fonte Certificazione Unica o 730 o Unico PF anno precedente); - quote di interessi passivi e relativi oneri accessori per mutui in corso; - premi di assicurazione sulla vita, causa morte e contro gli infortuni; - contributi previdenziali e assistenziali; - eventuali dati relativi a spese pluriennali inseriti nella dichiarazione dei redditi presentata dal contribuente per l’anno precedente. I soggetti che possono avere accesso ai dati forniti dal 730 precompilato sono, in primis, il contribuente direttamente oppure gli altri soggetti dallo stesso specificatamente delegati (esempio sostituto d’imposta, CAF Centri di Assistenza Fiscale o prefessionisti abilitati, ovvero soggetti iscritti all’Albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili).

Accordo Cassa PadanaAcli Brescia

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soci e clienti di Cassa Padana della provincia di Brescia possono avvalersi, anche per il 2015, dell’assistenza per la compilazione del 730 e del Modello Unico offerta dalle Acli di Brescia. Prosegue, infatti, la collaborazione tra Acli e Cassa Padana avviata nel 2013 e che propone servizi a tariffe concorrenziali rispetto a quelle offerte dal mercato. La convenzione riguarda: • 1. Servizio Mod. 730 – a pagamento • 2. Servizio Mod. Unico – a pagamento • 3. Servizio successioni – a pagamento • 4. Servizio contratti di locazione – a pagamento • 5. Servizio colf/badanti – a pagamento • 6. Servizio intermediazione domanda/offerta per figure di colf/badanti – a pagamento • 7. Servizio Pensioni di Reversibilità – gratuito • 8. Servizio ISE / ISEE / Bonus – gratuito Info: In tutte le filiali Cassa Padana Bcc della provincia di Brescia oppure sul sito www.cassapadana.it Prenotazioni Ufficio Soci tel. 030.9040270 /030.9040295 e-mail: soci@cassapadana.it

Quali sono le modalità di accesso alla dichiarazione 730 precompilata? Il contribuente che direttamente voglia provvedere alla verifica, compilazione ed invio della dichiarazione 730 precompilata, dovrà richiedere le credenziali di accesso Fisconline, rilasciate dall’Agenzia delle Entrate. Tali credenziali andranno inserite sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate, nell’area di autentica. Il sostituto d’imposta, il CAF o il professionista abilitato che prestano assistenza fiscale al contribuente, potranno accedere ai dati relativi alla dichiarazione 730 precompilata solo previa acquisizione dal contribuente di apposita delega per l’assistenza fiscale. Una volta ottenuta tale delega, avranno accesso ai dati attraverso le modalità online previste dall’Agenzia delle Entrate. ● 7


I NO S T R I P R O G ETT I a VE R ONA

Porte aperte agli studenti... in Cassa Padana

a cura degli studenti della classe 5c RIM dell’Istituto Marco Minghetti

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osì la sede di Cassa Padana a Legnago, qualche settimana fa, ha accolto la classe 5^C RIM dell’istituto Marco Minghetti. La visita è stata organizzata dalla referente all’orientamento in uscita, Silvia Mariotti, che assieme all’insegnante di economia aziendale, Alberto Meneghetti e al dirigente scolastico Paolo Beltrame, hanno accompagnato la classe durante la visita alla banca. L’istituto ha sede in un’antica villa del ’700, Villa Stoppazzolo, ristrutturata e

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riportata a nuovo per ospitare gli uffici. A ricevere gli studenti e i docenti accompagnatori è stato il direttore della filiale, Simone Mazzucco, il quale ha guidato gli ospiti all’interno della banca, illustrando i vari uffici, presentando i responsabili e facendoci visitare il caveau dove si trovano le cassette di sicurezza. Dopo la foto di gruppo, la classe si è spostata in sala conferenze, dove Nicola Ferrari, capo area basso veronese, ha presentato una banca diversa dal solito: una banca differente. Le fondamenta di

questa banca sono rappresentate dall’articolo 2 dello statuto che recita obiettivi e mission. Si tratta innanzitutto di un rapporto di mutualità nei confronti dei soci e del territorio. Cassa Padana cerca di eliminare quelli che sono gli obiettivi di speculazione privata per garantire un istituto affidabile e incorruttibile. A parole sembrerebbe un’utopia, ma è quello che effettivamente attua nella realtà cercando di perseguire i fini principali del suo operato: bene comune, coesione  sociale,  crescita  sostenibile della comunità sociale. La seconda parte della mattinata è dedicata alla mutualità internazionale. Stefano Todeschini, responsabile dei promotori finanziari del basso veronese, ha raccontato la sua esperienza in Cina evidenziando così i vari servizi che l’istituto offre alle aziende. A seguire, poi, l’intervento di Francesco Peterle sull’organizzazione a geometria variabile: un tipo di formazione che si occupa di mettere in comunicazione i diversi settori della banca. Cassa Padana, inoltre, si occupa di volontariato: a parlarne è Davide Toaiari, promotore finanziario, che dedica due mattinate non retribuite all’attività di consulenza a chi desidera avviare una nuova associazione. E’ sempre lui che ha il compito di far conoscere Cassa Padana e promuovere i suoi servizi anche fuori sede. L’incontro si è concluso con le domande di noi studenti: eravamo molto interessati alla possibilità di ottenere, in futuro, un posto di lavoro all’interno della banca, grazie ad un master di due anni promosso dalla stessa Cassa Padana. Noi studenti siamo rimasti molto entusiasti e colpiti nell’apprendere che in questo difficile momento ci sono ancora persone che investono e credono nelle capacità dei giovani, dando loro non solo una speranza, ma anche opportunità concrete. ●


I L F UTU R O DELLE BAN C H E la n cIaTOa lC OO tuP o EsReAT r vI iVO zio D I CbRaED

La riforma delle Bcc è di vitale importanza per la nostra società. E’ una questione non solo economica, ma anche politica. Per questa ragione non crediamo possibile che un’ autoriforma possa essere fatta senza prima discutere, tutti insieme: è in gioco non solo il destino delle banche di credito cooperativo, ma anche quello dei territori e del tessuto produttivo italiano. Non crediamo neppure che sia possibile dare una delega in bianco per l’autoriforma a una classe dirigente del credito cooperativo che in tanti anni si è dimostrata incapace di fare scelte. Ci sono idee e proposte diverse che stanno emergendo in queste settimane. Anche grazie al convegno del 27 febbraio che ha finalmente aperto una discussione trasparente sul nostro futuro. Per quanto ci riguarda intendiamo proporre il modello di banca attuato in questi anni da Cassa Padana. Un modello che parte dai bisogni dei territori, dalla necessità impellente di aiutare le piccole e medie imprese, di promuovere e salvaguardare la coesione sociale.

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I L F UTU R O DELLE BAN C H E la n cIaTOa lC OO t uP o EsReAT r vI iVO zio D I CbRaED

Dati di bilancio, contratto, riforma delle Bcc. Cassa Padana Bcc affronta il 2015 con molte frecce al suo arco. Forte di un 2014 importante e positivo. E in una prospettiva di impegno a salvaguardia dell’autonomia delle Bcc, del loro lavoro a sostegno del territorio, della solidarietà e di controlli più corretti ed efficaci.

“IN GIOCO NON SOLO IL DESTINO DELLE BCC, MA ANCHE QUELLO DEI TERRITORI” Di Luigi Pettinati

direttore generale Cassa Padana Bcc

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a riforma delle Bcc è di vitale importanza per la nostra società. E’ una questione non solo economica, ma anche politica. Per quanto ci riguarda intendiamo proporre il modello di banca attuato in questi anni da Cassa Padana. Un modello che parte dai bisogni dei territori, dalla necessità impellente di aiutare le piccole e medie imprese, di promuovere e salvaguardare la coesione sociale. 1. Non crediamo che la centralizzazione delle competenze e del potere decisionale, distante dal territorio, possa

essere una soluzione per risolvere i problemi, sia delle banche di credito cooperativo, che dei territori. Significherebbe creare il deserto e far morire il tessuto produttivo di piccole e medie imprese che è la caratteristica peculiare dell’Italia. Nel decreto del governo sulle banche popolari c’era anche un articolato progetto di riforma del credito cooperativo, poi ritirato in cambio della promessa di autoriforma. Era un progetto che cancellava con un colpo di spugna il senso e il radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo. Oltre a 120 anni di storia. 2. Non crediamo possibile che l’autoriforma del credito cooperativo possa essere fatta senza prima discutere, par-

lare tutti insieme: è in gioco non solo il destino delle banche di credito cooperativo, ma anche quello dei territori e del tessuto produttivo italiano. 3. E non crediamo neppure che sia possibile dare una delega in bianco per l’autoriforma a una classe dirigente del credito cooperativo guidata da un presidente, Alessandro Azzi, che in tanti anni si è dimostrato incapace di fare scelte. A Cassa Padana non interessano le dinamiche del potere: ne siamo sempre stati fuori. Né vogliamo personalizzare le posizioni. Ciò che ci sta a cuore, lo ripeto, è il futuro dei territori: vogliamo che le nostre banche possano essere in grado di incidere in modo positivo su questi anche in futuro.

Da sinistra: Jean Louis Bancel, presidente Crédit Coopératif; Vittorio Biemmi, presidente di Cassa Padana Bcc; Luigi Pettinati, direttore generale di Cassa Padana Bcc e Enzo Pezzini, Ufficio Confcooperative Bruxelles. 10


CONSIGLIO NAZIONALE DI FEDERCASSE 12 MARZO 2015

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l Consiglio nazionale di Federcasse, il 12 marzo a Roma, ha varato le linee guida del progetto di autoriforma del sistema. Dalla delibera, votata all’unanimità, è scomparsa l’ipotesi di un gruppo unico per le 379 casse. Si è aperto quindi il confronto per una riforma condivisa.

BCC, verso la riforma 4. Ci sono idee e proposte diverse che stanno emergendo in queste settimane. Anche grazie al convegno del 27 febbraio che ha finalmente aperto una discussione trasparente sul nostro futuro. Ma bisogna far presto ed essere consapevoli che le banche di credito cooperativo stanno vivendo un momento topico. In gioco c’è molto. Cassa Padana rilancia la partita ripartendo dall’idea originaria di banca di credito cooperativo e dal servizio che deve svolgere nei territori. Da lì deve discendere tutto: le idee, le proposte e speriamo anche la riforma. In questa partita vorrei chiamare tutti alle proprie responsabilità. Il mondo della politica. Il mondo delle cooperative, fino a oggi colpevole di “un assordante silenzio”. E anche il sindacato, che rappresenta i lavoratori. La nostra parte l’abbiamo fatta decidendo di non far scadere allo scorso 31 marzo né il contratto collettivo nazionale né quello integrativo regionale mantenendoli attivi fino al rinnovo. Una decisione che è anche un invito ai sindacati di aprire quanto prima un dialogo per discutere insieme del futuro delle banche. La battaglia sarà lunga e impegnativa. Ma noi terremo duro. Perché vogliamo salvare l’autonomia delle Bcc e continuare a lavorare sul territorio e per il territorio, nel nome della solidarietà. E con i giusti controlli privi di conflitti di interesse. ●

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n un incontro con la stampa, la settimana successiva al convegno di Leno, il direttore generale di Cassa Padana, Luigi Pettinati, ha presentato alcuni punti sui cui lavorare e cercare condivisione con altre Bcc in merito alla riforma del credito cooperativo. Presupposti Autonomia, prossimità alle comunità locali, autodeterminazione dei territori: non crediamo che si possa produrre maggiore efficienza ed efficacia di azione con un accentramento del potere e con banche di credito cooperativo eterodirette da Roma o comunque da un centro lontano dai bisogni effettivi. Significherebbe desertificare i territori. Siamo fautori di un modello decentrato – che però deve funzionare – dove le banche sono realmente in grado, dal punto di vista dei numeri e delle competenze, di svolgere un’azione attiva e incisiva nella mutualità territoriale, intesa in modo ampio: dal sociale al supporto completo e alle esigenze delle piccole e medie imprese. Unità del movimento: crediamo fortemente in questa unità. Pur nelle diverse articolazioni e differenze che lo caratterizzano. Solidarietà cooperativa fra le banche di credito cooperativo: la solidarietà cooperativa fra Bcc è necessaria. Cassa Padana l’ha praticata nei fatti con le ultime tre fusioni. Ma tutto ciò deve essere all’interno di regole e comportamenti chiari, con controlli trasparenti, efficienti e senza conflitti di interesse. Governance: abbiamo un giudizio estremamente negativo sull’attuale governance del movimento, per l’inefficienza e incapacità di prendere decisioni. Controlli: siamo favorevoli a un accentramento dei controlli che devono essere effettivi, indipendenti e lontani da problemi legati al conflitto di interesse, prerequisito fondante per meccanismi di solidarietà cooperativa. Le federazioni, così come sono articolate oggi, sono troppe e inefficienti. Linee guida per una diversa riforma del credito cooperativo Soluzione al problema patrimonializzazione delle Bcc Modifiche dell’attuale assetto regolamentare per favorire la capitalizzazione con un maggiore coinvolgimento della base sociale e dei clienti delle Bcc. Soluzione al problema “troppe banche e troppo piccole” Impegno a ridurre il numero delle Bcc attraverso processi di fusione fra le stesse sulla base di strategie condivise. Rilancio della missione cooperativa e mutualità Il rilancio delle mutualità va promosso e coordinato dalle federazioni locali che, tramite un processo di riposizionamento, possono fornire adeguato supporto tecnico e assumere un ruolo propulsore. Maggiore efficienza del sistema Iccrea holding conserva le funzioni di coordinamento delle società di prodotti e servizi, attivando un processo di snellimento delle strutture operative. Sistemi di controllo e solidarietà cooperativa fra le Bcc - controlli da parte di una struttura indipendente costituita da soggetti dotati di adeguata professionalità ed estranei alla governance delle Bcc partecipanti; - la struttura si relaziona direttamente all’Organo di Vigilanza, verso il quale è referente per l’aspetto dei controlli; - controlli efficaci ed efficienti sono il presupposto dell’attivazione di meccanismi di solidarietà fra le banche.

Cassa Padana: un ottimo 2014 e buone previsioni per il 2015 Il risultato 2014 – 9.594.797 euro di utile – è sicuramente positivo, visto il contesto di crisi attuale in cui stiamo vivendo e le performance del sistema bancario in generale. Il consiglio di amministrazione ha deliberato – per l’approvazione della prossima assemblea dei soci in calendario il 24 maggio – un ristorno per i soci pari a 1.250.000 euro, 752.836,12 euro di dividendo, 500.000 euro di beneficenza a favore delle comunità locali. I primi due mesi del 2015 si sono aperti molto bene per la Cassa. A tutto questo, se associamo il dato patrimoniale di assoluto rilievo, otteniamo la sintesi più efficace della solidità e della forza di Cassa Padana, che questi anni difficili non hanno scalfito. Cassa Padana presenta valori ottimali, anche dopo le tre fusioni – Bcc Camuna, Banca Veneta 1896, Bcc Valtrompia – avvenute negli ultimi anni. Il tier one al 31/12/2014 è pari a 19,95 (total capital ratio 20,11), un valore di assoluto prestigio in riferimento al contesto bancario in generale. Nei dati di bilancio 2014 emerge anche il forte impegno di Cassa Padana sulla mutualità interna (soci), esterna (territorio) e internazionale. Così come sul fronte occupazionale: i dipendenti nel 2014 sono aumentati di 15 unità.

2014 Raccolta diretta Raccolta indiretta Impieghi Patrimonio di vigilanza Utile Dipendenti Filiali mutualità interna (soci) mutualità esterna (territorio) mutualità internazionale

1.682 524 1.379 243 9,594 475 65 5,52 2,019 0,147

2013 1.673 541 1.516 240 0,267 468 65 4,31 1,831 0,152

(in milioni di €) (in milioni di €) (in milioni di €) (in milioni di €) (in milioni di €)

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I L F UTU R O DELLE BAN C H E la n cIaTOa lC OO t uP o EsReAT r vI iVO zio D I CbRaED

“Autonomia, capitale equilibrato, solidarietà, buona governance: le Bcc siano le protagoniste del proprio futuro” di Macri Puricelli |

macri.puricelli@popolis.it

Incontro con l’economista bresciano Marco Vitale

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a vita e la storia professionale di Marco Vitale sono la sintesi di oltre cinquant’anni di intenso lavoro, pensiero, elaborazione, ironia, umiltà, utopia. Vitale è da sempre un economista fuori dai giochi. Fin da quando, giovanissimo, diventa socio dell’Arthur Andersen. Proseguendo negli anni dell’insegnamento universitario, da Pavia alla Bocconi. Fino a oggi: all’alba degli 80 anni l’economista bresciano continua a essere un generoso divulgatore e, a modo suo, un rivoluzionario. Un uomo senza peli sulla lingua. Che non teme di essere sgradito anche quando le sue teorie, per l’ennesima volta, veleggiano controcorrente. Per tutte queste ragio-

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ni e per il rapporto di collaborazione che da anni ha con Cassa Padana, l’abbiamo incontrato nel suo luminoso studio nel cuore di Brescia. E con lui abbiamo parlato di economia, banche, riforme, futuro del credito cooperativo. Professore, Jean Louis Bancel, presidente del Credit Cooperatif, ha detto che è in atto un processo di demutualizzazione delle banche che viene da lontano. Che fa parte di un disegno internazionale. Sono d’accordo. Ma devo fare una premessa legandomi a quanto sta avvenendo nelle banche popolari. Siamo di fronte a due grandi errori: chi propone i provve-

dimenti di riforma e chi non si difende contro questi provvedimenti. Pensando che sia una questione di dieci banche popolari e basta. E invece no: è una questione che tocca tutto il credito cooperativo e che rappresenta solo il primo passo di una concezione che va combattuta sul piano del pensiero cogliendone le profonde radici. Tutto ha inizio verso la fine dell’Ottocento negli Stati Uniti, con l’esplosione delle banche d’affari che in quel decennio si rafforzano. In quegli anni le banche non si occupano più solo di deposito e prestito, ma cominciano a fare affari, speculazioni, investimenti. Cominciano a giocare con i soldi degli altri. E’ così che, dopo l’ebrezza speculativa degli anni ‘20, si arriva alla


crisi economica del 1929. Ricordi questo dato: nel 1928 l’1% della popolazione americana controllava il 23,9% dei redditi. Ci siamo ripresi nel ‘33 quando il presidente Roosevelt, con una legge fatta in tre mesi, il Glass Steagall Act, decise la separazione fra banche d’affari e banche di deposito e prestito. Abbiamo goduto di una pace sociale ed economica lunga trent’anni grazie a Roosevelt. Nel 1976 l’1% controllava solo l’8,9%. Il capitalismo democratico distribuiva la ricchezza. A cavallo fra gli anni ‘70 e ‘80 questo trend si è rotto. Abbiamo ricominciato la corsa verso le grandi dimensioni e la concentrazione della ricchezza. Siamo tornati cento anni indietro. E nel 2007, anno di inizio della crisi attuale, siamo arrivati di nuovo a quel 23,5% concentrato nelle mani dell’1%. E’ stata la deregulation degli anni Novanta a portarci alla crisi. E anche l’abolizione del GlassSteagall Act da parte del democratico Bill Clinton. E’ ricominciata così la concentrazione della ricchezza e sono ricominciati i fallimenti bancari. Si sono rafforzate le banche troppo grandi per fallire. L’unica a soccombere è stata la Lehman Brothers. Tutte le altre sono state salvate a spese dei contribuenti. Senza condizioni. Questo è il delitto del presidente Obama. Era giusto salvarle quelle banche, nell’interesse del sistema. Ma bisognava imporre il ripristino delle regole e il cambio dei vertici. E soprattutto bisognava smontare quei grandi conglomerati finanziari che oggi nessun potere politico riesce più a guidare o influenzare. Mi sta dicendo che sono questi grandi centri oggi a governare il mondo? Il loro modello si basa su due concezioni perverse. La prima: solo le grandi dimensioni contano e sono degne di rispetto, ecco l’origine della demutualizzazione; la seconda: la solidità bancaria si misura solo con il capitale. Ma per chi fa attività bancaria di prestito, il capitale non è la chiave di volta. Lo è la buona gestione. Si è aperta una grande discussione nel mondo attorno al 2009-2010: c’era chi voleva smontare le grosse banche e chi invece voleva tenerle e imporre capitali sempre maggiori. Hanno vinto questi ultimi. E oggi, grazie a questa scelta, stiamo vivendo un processo che, con una maggiore accelerazione, ci porta a crisi economiche sempre più frequenti. E’ dal 1987 che ne stiamo vivendo una ogni due, tre anni. La prossima? Siamo vicini. Forse già nel

2017. E’ anche partendo da questi presupposti che va letta l’ostilità nei confronti delle banche mutualistiche e territoriali. Siamo di fronte a un movimento pericolosissimo che ha radici antiche e che rischia di diventare un tema di assetto democratico del sistema economico. Abbiamo imparato ben poco da quello che è successo. Loro non hanno imparato. Perché non vogliono capire. Perché a questa cupola conviene così. Non c’è mai stata una simile concentrazione di ricchezza nelle mani di pochi. Per l’Italia e l’Europa non sarebbe importante la biodiversità bancaria? Sarebbe un grave errore pensare che tutto ciò sia un problema americano. E’ una questione mondiale. E le grandi banche europee fanno parte della congrega. Ecco perché è difficile trovare soluzioni a livello europeo. Se c’è stato qualche piccolo passo avanti, è stato fatto più negli Stati Uniti che qui. Peccato: sarebbe stata una grande occasione per l’Europa opporsi al modello americano. Lo sarebbe stato anche per l’Italia. Ma non abbiamo più autonomia di pensiero. La Banca d’Italia è il terminale di un sistema che obbedisce. E allora uccidiamo le Bcc. Così è stato stabilito da chi non sa neppure cosa siano le Bcc. Il problema è che sfuggono a questo sistema monolitico dove al centro di tutto c’è solo guadagnare denaro con il denaro, non produrre lavoro e benessere vero. Questo è il pensiero dominante. Ovunque. Nei grandi giornali così come nelle università. Le voci contro corrente ci sono, ma sono isolate e spesso molto piccole. La riforma delle Popolari e quella che potrebbe arrivare per le Bcc non rispondono quindi a criteri effettivi ma solo a un disegno mondiale? Sono applicazione di quei due errori: solo le dimensioni contano - eppure nel 2008 tutte le banche grandi sono fallite; solo con il capitale elevato si ottiene la solidità, vedi come è andata al Monte dei Paschi di Siena. E’ chiaro che ciò che conta davvero è la buona gestione. Non c’è capitale sufficiente a resistere a una cattiva governance. Come si può attuare una governance che tuteli quegli istituti che fino a oggi hanno lavorato bene?

Quattro sono i punti per rafforzare le Bcc. 1. Autonomia. Va difesa perché è la premessa di ogni responsabilizzazione. 2. Capitale equilibrato. Non basato su parametri forzati su banche che fanno deposito e investimenti. Ma il capitale deve esistere, essere adeguato e essere sottoscritto dagli stessi soci. Vecchi e nuovi. Si tratta solo di togliere vincoli e limiti che impediscono l’affluire di nuovo capitale. 3. Solidarietà di sistema. Se ci sono Bcc che non ce la fanno, il sistema deve saper assicurare l’aiuto necessario e la stabilità. A Lumezzane mi dicevano: qui non fallisce mai nessuno, quando un’azienda va male ci sono gli altri che se ne fanno carico, l’assorbono, risolvono il problema. Credo che questo sia un modo molto civile per fare impresa. Lo stesso vale per le Bcc. 4. Buona governance. Qui valgono le norme statutarie. E’ la Banca d’Italia che deve sorvegliare, giudicando sui fatti. Deve saper distinguere fra banche buone e banche cattive. Deve capire che qualcosa non va prima che arrivino i guai. Perché non l’ha fat-to? Cosa dovrebbe fare il mondo della cooperazione per far sentire la propria voce? Il mondo cooperativo non deve giocare in difesa. Deve andare all’attacco. Attaccare le disfunzioni del sistema che non sono radicate nelle Bcc, ma altrove. Dovrebbero curare quei 4 punti che ho detto prima. E non commettere l’errore delle Popolari che hanno rifiutato sempre ogni rinnovamento. Non serve fare muro e basta. Diventino loro protagoniste e propositive. Chi sta difendendo oggi in Italia lo spirito della cooperazione? Il mondo cattolico. Ma sarebbe un errore ricondurre il confronto fra cattolici e non cattolici. E’ un confronto di libertà economica e di buona banca. E’ logico che i cattolici siano sensibili ai valori di cui le banche locali sono portatrici. La dottrina sociale della Chiesa è da sempre contro la concentrazione del potere finanziario. Ma i cattolici non devono e non possono essere lasciati soli. ● 13


I L F UTU R O DELLE BAN C H E la n cIaTOa lC OO t uP o EsReAT r vI iVO zio D I CbRaED

Jean Louis Bancel

La “demutualizzazione” delle banche cooperative Il settore bancario cooperativo italiano è un buon riflesso del settore bancario cooperativo europeo: buona resistenza alla crisi finanziaria, ma difficile resistenza alla crisi dell’economia reale. Tuttavia le banche cooperative sono indispensabili per la bio-diversità di modelli di business e di conseguenza per la resilienza dell’economia. di Jean Louis Bancel

È

| presidente Crédit Coopératif

un onore e un piacere parlare oggi davanti alle banche cooperative italiane, sul tema delle sfide che hanno di fronte entrambe, sia le banche popolari che le banche di credito cooperativo. Parlo da straniero - e quindi mi asterrò dall’intervenire negli affari interni ita14

liani - ma anche come un cooperatore che vi può portare il punto di vista di un professionista a capo di una banca cooperativa di 122 anni di età, di Presidente dell’AIBC (Associazione Internazionale delle Banche Cooperative – settore dell’Alleanza Cooperativa Internazionale). Come membro del Consiglio di amministrazione dell’ICA - Alle-

anza Cooperativa Internazionale, e soprattutto in qualità di presidente del Comitato dei principi cooperativi, che l’ICA ha istituito. Uno degli effetti inaspettati della crisi del 2008 è una nuova ondata di dilagante demutualizzazione in Paesi guidati da governi liberali. Prima di riflettere sulla situazione italiana mi piace-


rebbe farvi conoscere una realtà globale e un paradosso (3 anni dopo che l’ONU ha promosso l’anno internazionale delle cooperative): un movimento di demutualizzazione, spesso nascosto, è impresso sempre più spesso dalle agenzie internazionali per consentire un presumibile migliore adattamento dei Paesi alle sfide della globalizzazione. Ad esempio, le inglesi Cooperative Bank, le cooperative agricole giapponesi, le banche cooperative italiane. Domani le banche cooperative austriache o tedesche? Per quanto riguarda l’Italia, ecco alcuni elementi noti della situazione del settore bancario: troppi giocatori in un campo e troppo piccoli; mancanza di trasparenza nella governance; difficoltà ad affrontare le sfide di domani. Il settore bancario cooperativo italiano è un buon riflesso del settore bancario cooperativo europeo: buona resistenza alla crisi finanziaria, ma difficile resistenza alla crisi dell’economia reale. Tuttavia le banche cooperative sono indispensabili per la bio-diversità di modelli di business e di conseguenza per la resilienza dell’economia. “La forma cooperativa, nel modo in cui c’è in Italia, rende molto difficile la ricapitalizzazione”: così dice Carmelo Barbagallo, capo dell’autorità di vigilanza della Banca d’Italia in un suo intervento del 12 febbraio scorso. I  fatti  contraddicono questa affermazione. Ad esempio la ricapitalizzazione

dei gruppi bancari francesi (Crédit agricole, Casse di risparmio e Banche popolari) a supporto delle attività di banca d’affari. Questo approccio è basato sul capitale ‘fiducia’ dei soci. Il livello del risparmio delle famiglie in Italia permette di immaginare un percorso simile al nostro. Le autorità di vigilanza dovrebbero evitare di cadere nella sindrome “chi vuole uccidere il suo cane lo accusa di aver la rabbia”. È anche sbagliato credere che di fronte alle crisi le banche capitalistiche possano meglio ricapitalizzare. Un caso molto emblematico è quello dell’inglese Northen Rock, che era una società cooperativa (building society) che è stata demutualizzata, quotata in borsa e che il governo britannico ha dovuto poi nazionalizzare. Alcuni troveranno forte la parola ‘crimine’, ma io la assumo pienamente: quali-

fico come crimine le misure che, anche se prese legalmente, sono in contraddizione con gli impegni internazionali e le norme costituzionali di un Paese. Prima di tutto l’articolo 45 della Costituzione italiana dedicato alle cooperative. Questo articolo si collega con le garanzie fornite dal diritto internazionale alle cooperative. Poi il diritto europeo. L’articolo 58 del trattato di Roma riconosce la differenza cooperativa nelle imprese private. Ne consegue che il diritto europeo non può essere richiamato come argomento per la cancellazione delle differenze cooperative, soprattutto nel campo della governance. Non sono qui a negare il diritto di un Paese di governare in modo indipendente, ma tutti dovrebbero rispettare gli impegni internazionali. Vorrei ricordare che dietro qualsiasi crimine, soprattutto per reati economici, c’è un movente ben preciso.

L’esperienza della demutualizzazione britannica sotto il governo Thatcher è stata chiaramente analizzata in un rapporto pubblicato nel 2003 dal ICMIF (Federazione Internazionale delle Cooperative e Mutue di Assicurazione) di cui ero in quel momento Presidente. Ciò che motiva la demutualizzazione è il miraggio e l’appetito del guadagno, l’appropriazione personale del bene comune, vale a dire le riserve delle cooperative. E’ un ruolo che in inglese si definisce “carpetbaggers”, profittatori di situazioni confuse. Demutualizzare non serve per aiutare le banche cooperative o mutualistiche in difficoltà. Permette ad alcuni di appropriarsi delle banche cooperative più interessanti per i loro compagni di borsa. Il governo italiano si dovrebbe ricordare l’esperienza della Northen Rock inglese: alla fine della storia sono i contribuenti che hanno pagato i profitti intascati dagli speculatori. ●

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I L F UTU R O DELLE BAN C H E la n cIaTOa lC OO t uP o EsReAT r vI iVO zio D I CbRaED

Cassa Padana e Credit Cooperatif: firmato un accordo di collaborazione Le due banche fanno parte entrambe della Federazione Europea delle Banche Etiche e Alternative (Febea). Lo scorso febbraio hanno firmato un accordo di collaborazione in cui vengono individuate alcune linee di comune interesse su cui sviluppare la conoscenza reciproca. Obiettivo: integrare esperienze e sviluppare partnership a 360 gradi di reciproca utilità, che per entrambe le parti creino valore, inteso nel suo significato più ampio, non solo economico.

C

assa Padana e Credit Cooperatif sono recentemente entrate in relazione per la comune appartenenza alla Federazione Europea delle Banche Etiche e Alternative (Febea) e hanno iniziato un percorso di reciproca conoscenza, sia a livello più generale riguardo gli obiettivi del modo di essere banca, che a livello più operativo, con riferimento a progetti, attività, servizi che vengono sviluppati per essere aderenti alla mission cooperativa. Questi sono i temi dell’accordo firmato a Leno, nella sede di Cassa Padana, lo scorso 26 febbraio. Internazionalizzazione Le due banche intendono realizzare una partnership stabile per favorire il percorso di internazionalizzazione delle imprese clienti, volto a trovare per loro nuove opportunità di mercato e di crescita. Le prime due sperimentazioni verranno effettuate stimolando connessioni fra imprese della regione francese del 16

Rhone-Alpes e della zona di operatività della Cassa Padana e attraverso la partecipazione di imprese francesi a missioni commerciali che periodicamente Cassa Padana organizza in Cina. Cassa Padana si impegna in tal senso a mettere a disposizione il know how, le relazioni e l’organizzazione che da anni ha sviluppato in Cina. Operatività bancaria Cassa Padana e Credit Cooperatif sono disponibili a ricevere e valutare positivamente proposte di reciproco interesse, in particolare per quanto riguarda tesoreria e forme di investimento, ma anche altre modalità che in futuro potranno emergere dallo sviluppo della relazione e conoscenza reciproca. Europa Cassa Padana e Credit Cooperatif si impegnano a sviluppare e presidiare la dimensione “Europa”, in particolare Febea, secondo modalità concordate e politiche comuni che andranno a sviluppare attraverso un confronto e scambio di idee continuo.

Facendo leva sull’impegno e sull’attività che da anni sviluppa Credit Cooperatif, le due parti mettono a disposizione le proprie relazioni ed esperienze, nel comune obiettivo di attivare forme efficaci di lobbing a livello europeo che valorizzino la specificità del modello cooperativo. In ottica sia di lobbing e legittimazione esterna, sia di governo interno delle attività, le parti si impegnano a scambiarsi la metodologia e gli “strumenti di identificazione dell’azione cooperativa” che nel tempo hanno realizzato (come ad esempio la metrica cooperativa, il dividendo cooperativo, il cost income rettificato) e a sviluppare metodologie nuove, per rappresentare in modo più efficace la specificità cooperativa, che aiutino da un lato a leggerla meglio sull’esterno e dall’altro internamente a verificare che venga effettivamente praticata. Sidi e Ecofi Cassa Padana si impegna ad approfondire la conoscen-

za dei progetti sviluppati da SIDI, al fine di arrivare a forme di integrazione e collaborazione con le attività di mutualità internazionale che negli anni ha sviluppato. In particolare è interessata a conoscere le modalità con cui SIDI svolge l’attività di assistenza tecnica. Cassa Padana è interessata all’esperienza di ECOFI e in particolare valuta positivamente l’offerta - con il relativo aiuto in termini di know how necessario - di attivare un fondo territoriale dedicato alla zona di competenza dove opera. Scambio di idee e persone su tematiche innovative di reciproco interesse e utilità Cassa Padana e Credit Cooperatif sono aperte a scambiarsi idee a 360 gradi, progetti particolarmente innovativi che hanno sviluppato - o svilupperanno in futuro - e anche conoscenze riguardanti il funzionamento di servizi, uffici, iniziando dall’attività svolta dal presidio di relazioni internazionali. ●


I NO S T R I P R O G ETT I a BRESCIA

Non è mai troppo presto per imparare l’inglese City camp a Leno di Daniela Iazzi daniela.iazzi@fondazionedominatoleonense.it

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on è mai troppo presto per imparare l’inglese. Più si aspetta, più l’apprendimento diventa difficoltoso. Per dare ai bambini l’opportunità di avvicinarsi alla lingua inglese senza allontanarsi da casa, sono nati i City Camp di ACLE, quest’anno alla loro 32° edizione. Ricreano nella propria città l’ambiente di una vacanza studio in inglese. Offrono ai bambini e ai giovani un’efficace English full immersion, poiché le attività didattiche e ricreative, animate da tutor anglofoni, stimolano costantemente gli studenti a esprimersi in inglese come se partecipassero a una vacanza studio in Gran Bretagna. L’ACLE, associazione culturale linguistica educational, è un ente non a scopo di lucro accreditato dal MIUR per la formazione docenti, e dalla WTEFLAC, World TEFL Accrediting Commission, la prestigiosa Commissione Mondiale che accredita le migliori scuole di inglese. Per l’estate 2015 il City Camp è proposto a Leno, in Villa Badia, ospiti della Fondazione Dominato Leonense. Si svolgerà in due settimane, dal 17 al 28 agosto, dalle 9.00 alle 16.30, dal lunedì al venerdì. E’ rivolto agli alunni della scuola primaria e secondaria di I grado. I parte-

cipanti saranno seguiti da tutor laureati o laureandi provenienti da diversi paesi anglofoni del mondo. Saranno loro ad animare le attività didattiche e ludiche in inglese guidati dai Camp Director, e a stimolare i giovani ad esprimersi in inglese. Il rapporto tutor/partecipanti è di 1:9 /1:12: questo garantisce un’attenzione molto alta verso ogni bambino. Attraverso un approccio ludico, attività di drama, learning games, graded manuals, action songs, competitions, creative works, arts and crafts, i ragazzi saranno spronati a migliorare la pronuncia, la comprensione e il lessico. Verrà stimolata la motivazione e l’apertura verso l’interculturalità. Al termine di ogni settimana i piccoli partecipanti saranno protagonisti dell’English Show: un momento significativo che dimostra “come” e “quanto” inglese i partecipanti hanno appreso. Un evento gioioso e al tempo stesso culturale, sia per i bambini che per i genitori. Tutto il materiale necessario alle attività verrà fornito da Acle ed è compreso nella quota di iscrizione. Ogni partecipante riceverà la maglietta del City Camp e al termine della settimana sarà rilasciato l’English Certificate basato sul Framework Europeo. L’assicurazione infortuni e responsabilità civile è inclusa. Il pranzo è al sacco.

CITY CAMP 2015 Leno (Brescia), Villa Badia Via Marconi 28 17 -28 agosto, dalle 9.00 alle 16.30, dal lunedì al venerdì. PRESENTAZIONE PER I GENITORI Mercoledì 15 aprile, alle 20.30 in Villa Badia ISCRIZIONI Online sul sito www.acle.it oppure presso Villa Badia in orario d’ufficio (8-13 e 14.30-17) Info: Fondazione Dominato Leonense, 331.6415475 Monica Gilardetti 339.7299337 Miriam Toniolo 338.5098504

E’ previsto uno sconto di € 15 a settimana per ciascun fratello e € 80 a settimana per le famiglie che ospitano un tutor. Le iscrizioni possono essere effettuate online sul sito www.acle.it oppure a Villa Badia, via Marconi 28 Leno, in orario d’ufficio (8-13 e 14.30-17). Per ricevere maggiori informazioni, ad aprile, è stata organizzata una serata di presentazione dell’attività: mercoledì 15 aprile, alle 20.30 in Villa Badia. Un’occasione per conoscere i Camp Director, ricevere tutti i dettagli sull’iniziativa e vedere il luogo dove si svolgerà il Camp. La conoscenza della lingua inglese abbatte le barriere comunicative. E questo sempre di più è un requisito fondamentale nell’ambito lavorativo e per la cultura personale di ogni persona. Grazie ai City Camp i bambini possono imparare facilmente e in modo divertente, a due passi da casa! ● 17


I NO S T R I P R O G ETT I a BRESCIA

Primavera porta nuove iniziative per la Fondazione Dominato Leonense. Dal teatro alla salute e alla cucina. Un seminario sulla comicità con un’insegnante d’eccezione: l’attrice di Zelig e Colo-

La comicità entra in Villa Badia Seminario con Rita Pelusio di Daniela Iazzi

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redo  n ella comicità  istintiva, viscerale, moderna, quella che scaturisce dalle emozioni del personaggio. Mi piace quando in uno spettacolo comico vince il personaggio, che a volte può permettersi di essere sincero nella sua “finzione scenica”. Credo che questo sia il privilegio del clown, questa è la sua libertà e da qui nasce una forza.” Chi parla è Rita Pelusio, attrice, regista e autrice di talento che ha fatto della comicità una scelta di vita. Molti la ricorderanno per i personaggi che ha portato sul piccolo schermo, prima a Zelig Circus e ora a Colorado Cafè. Un’artista che ha però tanto teatro nel suo curriculum, dalla fondazione nel 1998 del Teatro degli Gnorri con Natalino Balasso, al tour teatrale di “Ferite a morte”, diretto da Serena Dandini, in cui è impegnata anche in questi mesi. Dall’8 al 10 maggio la Pelusio porterà un pizzico della sua comicità a Leno, al Teatro di Desiderio della Fondazione Dominato Leonense, per condurre un seminario proprio sul personaggio comico. “Il lavoro che propongo in questo stage appartiene alla mia esperienza di attrice, regista e insegnante”, spiega Pelusio. “Cerco di unire quello che ho appreso durante il mio percorso formativo con quello che condivido con gli

daniela.iazzi@fondazionedominatoleonense.it

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altri attori durante il lavoro teatrale e la creazione degli spettacoli. E’ un percorso per arrivare a capire e costruire il proprio personaggio comico, partendo dalla propria comicità, dal proprio talento. Saper ironizzare su se stessi è il punto di partenza e di arrivo dell’atto creativo. La comicità nasce dall’imperfezione, dal difetto dalla fragilità umana.” La sua è una vocazione verso la comicità: “Credo molto nel lavoro sul clown contemporaneo. Ovvero quella attitudine scenica dell’attore che è la “disponibilità a farsi sorprendere” e a riportare la propria visione del mondo. Nei miei corsi cerco quindi di portare gli allievi a sentire questo “tipo” di comicità che può essere applicata ad ogni forma di spettacolo, dal teatro di strada al cabaret, alla commedia”. ●

IL PERSONAGGIO COMICO seminario con Rita Pelusio 9, 10, 11 maggio Villa Badia, Via Marconi 28, Leno (Brescia) L’iscrizione è obbligatoria: i posti sono limitati Info: Teatro di Desiderio, Tel. 030.9038463 ilteatrodidesiderio@libero.it


rado Caffè, Rita Pelusio e un corso sulle erbe officinali, in omaggio alla grande tradizione benedettina ripresa dal Giardino dei semplici di Villa Badia.

VIVI CON LA NATURA Incontri gratuiti

Villa Badia, via Marconi 28, Leno ore 20.30. Conduce Samanta Robecchi Lunedì 20 aprile La via della natura: erboristeria stagionale Lunedì 27 aprile Pronto soccorso erboristico per bambini e adulti Lunedì 4 maggio Le erbe nella psicosomatica

IN CUCINA CON LE ERBE OFFICINALI

Corso di cucina presso il CFP Canossa, via Mazzini 20, Bagnolo Mella Martedì 12 e Giovedì 14 Maggio dalle 19 alle 22 Corso di cucina con le erbe officinali costo 90 euro Martedì 19 e Giovedì 21 Maggio dalle 20 alle 22 Corso di tisaneria costo 50 euro

E’ previsto uno sconto per chi partecipa ad entrambi i corsi. Info: 030.9038463 info@fondazionedominatoleonense.it www.fondazionedominatoleonense.it

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e piante officinali sono una delle risorse più grandi che la natura ci ha messo a disposizione. Prima dell’avvento della medicina moderna, la cura con le erbe era infatti la norma; le stesse piante sono da secoli utilizzate in cucina per insaporire le pietanze e per la preparazione di infusi. Grazie all’antica tradizione dei giardini dei semplici nei monasteri, questa conoscenza è giunta fino ai giorni nostri. Erica, rosmarino, tarassaco e malva: sono queste alcune delle piante coltivate nel “Giardino dei semplici” di Villa Badia. Il progetto - nato dalla Fon-

L’eredità benedettina delle erbe officinali dazione Dominato Leonense, in collaborazione con l’associazione Il Fauno e Legambiente, e allestito all’interno del sito archeologico del monastero di San Benedetto a Leno - intende far rivivere il sapere e la cultura dei monaci benedettini che coltivavano le piante officinali per produrre i medicamenti utilizzati per la cura dei pellegrini e dei poveri. Per approfondire la conoscenza delle erbe officinali, il loro utilizzo e i principali benefici, la Fondazione Dominato Leonense ha proposto alle scuole primarie il percorso didattico “Il giardino dei semplici: un viaggio tra natura e storia”. Inoltre, per questa primavera, ha steso un programma di appuntamenti, approfondimenti e corsi che si svolgeranno tra Leno e Bagnolo Mella. Una serie di incontri, a Leno, tenuti dalla naturopata Samanta Robecchi, e alcuni corsi di cucina e di tisaneria, a Bagnolo Mella, in collaborazione con la Fondazione ENAC Lombardia CFP Canossa. “Le erbe officinali contengono sostanze che possono essere utilizzate a fini terapeutici o preventivi”, spiega Samanta Robecchi – sono veri e propri rimedi preventivi e curativi che possono essere utili per ripristinare il benessere del corpo, dello spirito e quindi della salute della persona nel suo complesso. Possono apportare molteplici benefici psico-fisici - aggiunge la naturopata - come soluzione o integrazione,

ad esempio, per la cura delle nuove problematiche salutari di questi ultimi anni. Possono aiutare nel riequilibrio fisico e nello stato mentale di una persona: il ricorso delle erbe officinali diventa un vero e proprio stile di vita! Oggi la richiesta è in continuo aumento, perché le persone hanno iniziato ad avere una maggiore consapevolezza dell’esistenza di un’alternativa naturale. Un’alternativa efficace sia se viene introdotta in cucina, con una dieta sana e naturale, sia nella medicina stessa, come ritorno all’utilizzo di quei medicamenti naturali che affondano le loro radici nei saperi antichi”. La naturopatia può essere di grande aiuto sugli stati di malessere tipici di questo nuovo millennio. “Può agire in modo decisivo“ - conferma la naturopata - “in quanto viene messa in primo piano la complessità dell’individuo con tutte le sue potenzialità. In questo modo, con gli strumenti forniti dal naturopata, ognuno può essere in grado di comprendere e imparare a individuare il proprio disequilibrio fisico ed emotivo. In quest’ottica, l’utilizzo delle erbe officinali può offrire diversi rimedi in svariate situazioni: dal ripristino di uno stile di vita salutare all’equilibrio emotivo, dai problemi alimentari quali allergie e intolleranze fino ad arrivare alla cura di problematiche psicosomatiche come emicrania, dermatiti, problemi digestivi o intestinali”. ●

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I NTE R VENT I

1915-2015: per non dimenticare il Era il 24 aprile 1915 quando tutti i notabili armeni di Costantinopoli vennero arrestati, deportati e massacrati. Il decreto provvisorio di deportazione è del maggio 1915, seguito dal decreto di confisca dei beni. Decreti mai ratificati dal parlamento turco. Dapprima i maschi adulti furono chiamati a prestare servizio militare e poi passati per le armi. Poi ci fu la fase dei massacri e delle violenze indiscriminate sulla popolazione civile. I superstiti furono costretti a una terribile marcia verso il deserto, nel corso della quale furono depredati di tutti i loro averi e moltissimi persero la vita. Quelli che giunsero al deserto non ebbero alcuna possibilità di sopravvivere. Molti furono gettati in caverne e bruciati vivi. Altri annegati nel fiume Eufrate e nel Mar Nero. Durante la prima guerra mondiale si compie quindi, nell’area dell’ex Impero Ottomano, in Turchia, il genocidio del popolo armeno (1915 – 1923). Il primo del XX secolo. Il governo dei Giovani Turchi, preso il potere nel 1908, inizia l’eliminazione dell’etnia armena presente nell’area anatolica fin dal 7° secolo a.C. Dalla memoria del popolo armeno, ma anche nella stima degli storici, perirono due terzi degli armeni dell’Impero Ottomano, circa 1.500.000 persone. Molti furono i bambini islamizzati e le donne inviate negli harem. La deportazione e lo sterminio del 1915 vennero preceduti dai pogrom del 1894-96 voluti dal Sultano Abdul Hamid II e da quelli del 1909 attuati dal governo dei Giovani Turchi. Il genocidio degli armeni può essere considerato il prototipo dei genocidi del XX secolo. L’obiettivo era di risolvere alla radice la questione degli armeni, popolazione cristiana che guardava all’occidente. Per non dimenticare e anche per conoscere il forte legame che da sempre esiste fra l’Italia e l’Armenia, ospitiamo un intervento del Console onorario.

di Pietro Kuciukian Console onorario della Repubblica d’Armenia in Italia

Era il 24 aprile 1915 quando iniziò il massacro degli armeni che vivevano in Turchia. Si stima che oltre un milione e mezzo di donne, uomini e bambini vennero uccisi, abbandonati nel deserto, annegati nel Mar Nero e nell’Eufrate. Fu quello il primo genocidio del XX secolo. Per non dimenticare, la filiale Cassa Padana di Legnago ha promosso un incontro al quale ha partecipato anche il console onorario di Armenia in Italia, Pietro Kuciukian, che ha voluto condividere con noi una riflessione sul rapporto storico e fortissimo fra Italia e Armenia.

L

e relazioni tra l’Italia e gli armeni sono antichissime,  risalgono ai tempi dell’imperatore romano Nerone. Gli armeni durante i secoli passati si sono stabiliti in Italia in varie città importanti: Roma, Bari, Brindisi, Napoli, Livorno, Genova, Ravenna, Torino, Milano, Trieste, Venezia, la città più “armena” d’Italia, e Padova, oltre a tanti altri piccoli paesi di tutta l’area del Veneto che ospitano ancora oggi alcune famiglie armene, che conservano la lingua e le tradizioni, pur essendosi perfettamente integrate nella società italiana che li ha accolti prima e dopo il genocidio del 1915. Molte antiche vestigia ricordano la presenza armena. A Venezia, sulle colonne della Basilica di San Marco si possono notare ancora oggi iscrizioni armene che ricordano la prima chiesa armena ubicata in Piazza San Marco. A Venezia esiste il Convento dei Padri Mekhitaristi dell’isola

Monastero di Gehard

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genocidio armeno di San Lazzaro, fondato agli inizi del 1700, l’ex collegio armeno Moorat - Rapahel, il Centro di Documentazione della Cultura Armena con sede nella biblioteca del Temanza, un antico quartiere armeno, una calle chiamata “Calle dei Armeni”, la chiesa armena di Santa Croce, dietro Piazza San Marco, dove ancora oggi, una volta al mese, si celebra la liturgia in rito armeno, e infine l’area di Ruga Giufa (Nuova Giulfa). A Venezia vivono ancora una quindicina di famiglie di origine armena. All’Università Ca’ Foscari ha insegnato storia e lingua armena Padre Boghos Levon Zekiyan, accademico delle Scienze della Repubblica di Armenia, oggi Arcivescovo di Istanbul. L’associazione Padus Araxes, sorta nel 1987, organizza corsi estivi di lingua e cultura armena. A Padova ha sede l’associazione ItaliArmenia presso il centro culturale “La Casa di Cristallo” che si occupa delle relazioni di aiuto e di scambio con l’Armenia. Vi si trovano alcune famiglie ar-

mene, così come a Verona e nei paesi limitrofi. E’ necessario poi ricordare, quanto il Veneto ha fatto dopo il terremoto che nel 1988 ha devastato alcune cittadine e paesi del Nord dell’Armenia con un numero impressionante di vittime, allora difficile da quantificare per il regime sovietico ancora in atto e per la quantità di profughi armeni scacciati dall’Azerbaigian. Si è trattato di aiuti economici consistenti, di invio di personale sanitario e di beni di tutti i generi, vestiario, cibo, macchinari, senza dimenticare le ditte venete che hanno costruito scuole, ospedali, case per gli sfollati. Il Veneto può vantare una lunga tradizione di accoglienza e di collaborazione con il mondo armeno e l’iniziativa di domenica 8 febbraio ha visto la cittadina di Legnago, nella bassa ve-

Preparazione del lavash, antico pane armeno.

ronese, protagonista di un evento di grande importanza simbolica. Nel centenario del genocidio del popolo armeno, in Piazza della Libertà, con il patrocinio del Comune di Legnago, della Diocesi di Verona, della associazione NOI, di Gariwo, la foresta dei Giusti, e con la collaborazione di Cassa Padana, sono stati messi a dimora due alberi in ricordo dei Giusti del Metz Yeghérn e della Shoah. Un raccordo tra le memorie del genocidio armeno ed ebraico, a cui è seguito un incontro significativo in Villa Stopazzolo, che Cassa Padana ha mes-

so a disposizione, durante il quale, assieme ai rappresentanti della Comunità ebraica e coordinati dalla moderatrice Margherita Ferrari, ho presentato il volume Pro Armenia. Voci ebraiche sul genocidio armeno. I rappresentanti della Comunità armena e ebraica e Simone Mazzucco di Cassa Padana, che ha introdotto l’incontro, hanno unito le loro voci per approfondire il tema della memoria dei crimini contro l’umanità del Novecento. Nella speranza di poter costruire un futuro di pace, di dialogo e di collaborazione tra i popoli. ●

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agenda

la banca al tuo servizio

a cura di Valentina Bragazzi valentina.bragazzi@popolis.it

> INCONTRI

> EVENTI

> CORSI E LABORATORI

Un filo di…salute: Patologie tiroidee, ipofunzione e iperfunzione. Interferenze con i farmaci

Tra fiaba e favola. Festival della fiaba. Laboratori, spettacoli, performance in strada, animazioni alla lettura e un convegno nelle piazze e per le strade di Legnago. Diverse connotazioni interpretative ed itineranti per narrare la famosa fiaba di Collodi “Pinocchio”.

Laboratori creativi per la coppia mamma e bambino di danza di comunità e arteterapia

16 aprile - ore 18.00 Società Filodrammatici – Cremona

Info: tel. 0372.21519

Ma architetto: come mi fa la casa che voglio? Incontro con l’architetto Matteo Colla

24 – 25 – 26 Aprile Legnago (Verona)

11 aprile Castello di Padernello Borgo San Giacomo (Brescia)

tel. 0442.634898

Info: tel. 030.9408766

La casa: spazio del passaggio Incontro con l’architetta Barbara Bogoni 18 aprile Castello di Padernello Borgo San Giacomo (Brescia)

Info: tel. 030.9408766

Info: Comune di Legnago, Verona

Villa Badia - Leno (Brescia) SENTIRSI (per bambini dai 3 ai 5 anni) Sabato 18 Aprile CAMBIAMENTO e CRESCITA (per bambini dai 6 agli 8 anni) Domenica 19 Aprile TRA ME E TE (per i ragazzi dai 9 ai 13 anni) Domenica 10 Maggio

Mercanti in viaggio 11 e 12 aprile Castello Quistini - Rovato (Brescia)

Info: mercatinviaggio@gmail.com

Il cinema ritrovato: Roma città aperta di Roberto Rossellini 22 aprile Cinema Filo, p.zza Filodrammatici 2 Cremona

Info: tel. 0372.411252

Un ecomuseo per la Val Trompia bando per favorire e potenziare l’offerta culturale e lo sviluppo delle azioni del territorio

> MOSTRE Il demone della modernità fino a giugno 2015 Palazzo Roverella - Rovigo

Info: www.palazzoroverella.com/ildemone-della-modernita

Roma 900 fino al 5 luglio 2015 Fondazione Magnani Rocca Mamiano di Traversetolo (Parma)

Info: www.magnanirocca.it

Piero della Francesca. Il disegno tra arte e scienza

scadenza bando: 24 aprile

fino a giugno 2015 Palazzo Magnani - Reggio Emilia

Info: www.ecomuseovalletrompia.it

Info: www.palazzomagnani.it

Il Giardino incantato di Ai Weiwei fino al 6 giugno 2015 Palazzo Te – Mantova

Info: tel. 045.8622389

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SOGGIORNI

Mare 2015 Salinas Sea - Capoverde

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