LiberamenteOria

Page 1

LICEORIA

LiberaMente Oria

SOMMARIO:

Intervista al dirigente Giuseppe

N U M E R O

2

1

EDITORIALE EDITORIALE

Attanasi Intervista a Flavio De Stefano:

2

Università per liceali

3

La terra trema: l’Abruzzo

4

in ginocchio Eluana: morte legale o delitto?

4

Social network: nuova frontiera

6

della globalizzazione 6 Facebook: voglia di socialità o cosa? Social network o business?

7

Un’analisi sociologica

7

Il teatro ai tempi di Hollywood

8

Fabrizio De Andrè

8

Seguendo la corte di Federico

9

Alla conquista della Toscana

10

Intervista a Kokka-gol

11

Finalmente noinoi ragazzi del Liceodel Finalmente ragazzi Liceo Scientifico e TecnologiScientifico di Oria abbiamo un co di Oria abbiamo un “cantuccio” tutto nostro dove far “cantuccio” tutto la nostro sentire liberamente nostradove voce far sentire liberamente la riguardovoce alle tematiche dispanostra riguardopiùalle terate! Dalla più modadisparate! all’attualità,Dalla dallo matiche sport all’arte, ce n’è per tuttisport i moda all’attualità, dallo all’arte, ce n’è perquel tutti i gugusti... Tutto è nato giorno − sti... Tutto è nato quel non tanto lontano − del tregiorno marzo− non tanto lontano − del tre scorso, quando, un po’ per curiosimarzo scorso, quando, un po’ tà, uncuriosità, po’ per passione, siamo per un po’ciper pastuffati in quest’avventura sione, ci siamo tuffati editoin quest’avventura editoriale mulriale e multimediale, guidatie dall’etimediale, guidati dall’esperta sperta Rossella Bufano prescelta Rossella Bufano prescelta per per un innovativo Pon di Giornaliun innovativo Pon di Giornalie smo. Ne sono derivati un blog smo. Ne sono derivati un blog rivista curati da noi ragazzi una e una rivista curati da noi radelle classi B, IVIII A, IV gazzi delleIII classi B, B, IVIVA, IV B,animati IV TEC, da tanta TEC, da animati tanta volontà ed volontà ed entusiasmo. Speriaentusiasmo. Speriamo vivamente mo vivamente che queste due che queste due preziose risorse preziose risorse non si esaurinon si esauriscano di boa scano nel giro di nel boagiro di un cordi un Corso scolastico...noi le affiso scolastico… noi le affideremo ai futuri studenti deremo ai futuri studentiche che vorranno prendere il nostro posto vorranno prendere il nostro posto al timone della Redazione, al timone della Redazione, quando quando lasceremo l’amato Licelasceremo Liceo... eBuona navigazione buona o... Buona l’amato navigazione a tutti... lettura a tutti...

G I U G N O

2 0 0 9

La scuola veste Prada gior parte degli studenti arriva E se tornassimo alle uniformi? in ritardo solo perché non è

La moda arriva tra i banchi di scuola e i corridoi diventano passerelle dove sfoggiare il jeans all’ultimo grido. Da Gossip Girl a O.C. la televisione lancia lo spunto per una scuola fashion che non lascia spazio agli amanti della comodità. Ebbene sì anche al “V. Lilla” il suono della campanella apre le porte a sguardi e commenti, nessuno escluso. Ragazze e ragazzi pensano solo a stare in ordine, con specchio e spazzola nella borsa, pronti a darsi una sistemata al primo sguardo mancato dei prof. La mag-

riuscita a trovare in tempo la maglietta che si abbina con le scarpe, o la camicetta messa a lavare una settimana prima. Ma allora perché non proporre uniformi uguali per tutti? Non saranno griffate però forse riusciranno a lasciare spazio nuovamente alla vera funzione della scuola. Camicette e gonne al ginocchio per u n a scuola migliore, che n o n include solo figli di papà e fighettini con i soldi, ma che allarga l’orizzonte anche a ciò che si ha dentro. Ognuno di noi è importante per ciò che è, nessuno di noi ha bisogno del vestito firmato per essere qualcuno. Giorgia Durante Erica Panteca

BAMS: fare cultura “fuori” dai banchi

Anche quest’anno la Consulta Provinciale degli Studenti ha organizzato il B.A.M.S. (acronimo che sta per Brindisi Arte Musica e Spettacolo). Questa giornata rappresenta l’unica occasione di sfogo

dello spirito artistico di noi studenti. Infatti fin dalle 9 di martedì 5 Maggio si sono alternati sul palco del piazzale Lenio Flacco di Brindisi gruppi formati da giovani musicisti della provincia. Contemporaneamente si sono esibiti dj esordienti e il gruppo salentino Boom Da Bash nella vicina piazza Santa Teresa. Ospiti d’eccezione l’artista romano Brusco con i Villa Ada Posse che hanno contribuito a rendere ancora più appassionante la serata. Ma non solo musica. Presenti anche writers, breakers, giocolieri e artisti

di strada a rendere calda l’atmosfera. Atmosfera condivisa anche da una gremita parte del nostro Liceo che non ha esitato a rendersi partecipe di questa manifestazione studentesca che aveva come tema la salvaguardia dell’ambiente. L’iniziativa denominatata appunto “MayDay Nature” ha coinvolto tutte le province pugliesi in questo stesso giorno richiamando l’attenzione sul grave problema ambientale che non viene quasi mai affrontato nei programmi scolastici. A dare il suo contributo è stato l’ingegnere dell’ENEA Giovanni De Paoli che ha descritto la tragica situazione


PAGINA

2

Dancehall con i Boom Da Bash

ambientale attuale, soffermandosi anche sulla questione rigassificatore e sulle discariche abusive. La giornata dell’arte quindi non è fatta solo di divertimento e non è, come direbbe qualcuno, una “perdita di tempo”, poiché con manifestazioni di questo genere noi studenti riusciamo a dare prova di non essere solo dei facinorosi o dei fannulloni. Al contrario dimostri-

amo di avere anche passioni e idee che molto spesso riescono a esprimersi solo in questo genere di iniziative, “fuori” dai banchi. È grazie a questi eventi, da noi studenti gestiti e pensati, che riusciamo a manifestare la voglia di fare e il nostro modo di essere. Risulta quindi fondamentale, per noi, continuare a creare spazi come questi per avere la possibilità di esternare le nostre

Solo 4 ragazzi pugliesi, tra cui Flavio, hanno superato le selezioni delle olimpiadi di informatica, tenutesi a Oria, nel nostro liceo, il 02/04/09

Simone Barco

Intervista al dirigente scolastico Giuseppe Attanasi ti. Le cose si realizzano quando c’è una condivisione della proposta. Non vedo perciò un respingimento netto, ma un’accurata analisi del progetto”.

Il dirigente scolastico Giuseppe Attanasi con Giorgia Durante e Piera Micelli

esigenze e di far sentire le nostre voci. Forse anche per illuderci che un futuro degno dei nostri sogni sia possibile. Un futuro che non si costruisce solo con le nozioni imparate, spesso passivamente, tra quattro mura. Ma anche coltivando con tutti gli strumenti a disposizione, le nostre passioni.

In occasione della realizzazione del giornale della scuola abbiamo deciso di intervistare anche il nuovo dirigente scolastico Giuseppe Attanasi, gentilmente disposto ad ascoltare le nostre domande. Spesso le iniziative extrascolastiche degli studenti non sono accolte con immediato entusiasmo perché condannate come una mera perdita di tempo. Cosa pensa lei a riguardo? “Non vengono condannate a priori. Bisogna vedere i contenuti, analizzarli e accertarsi che siano condivisi dai docen-

LIBERAMENTE

Quanto è importante nella messa a punto di un progetto la collaborazione tra noi ragazzi e le altre componenti del corpo scolastico? “Una proposta che viene fatta da un gruppo di alunni o che viene avanzata dai rappresentanti d’istituto è un elemento molto importante. Come importante è il fatto che tra le componenti che concorrono alla realizzazione del progetto ci sia collaborazione, ai fini di ottenere un ottimo risultato finale”. Quali sono secondo lei i punti di forza di questo istituto? “Un gruppo di docenti bravi e impegnati. Un contesto ambientale molto motivato. Inoltre penso che il liceo scientifico a indirizzo tecnologico trasmette competenze che

altri non hanno. Mentre il liceo classico è tradizionale, lo scientifico è più moderno e apre la strada a facoltà scientifiche molto più del classico. E chi frequenta o l’uno o l'altro, ha la tendenza a diventare un ottimo professionista”. E i punti di debolezza? “Certamente la struttura dell’edificio non si presenta bene, tuttavia speriamo che con gli interventi della provincia si mettano a bando i rischi della logica amministrativa. Speriamo che con la fine dei lavori la signora Mirella, nostra segretaria, abbia un ufficio tutto suo, che io abbia un ufficio mio e che anche i docenti abbiano una stanza adatta e confortevole”. Previsioni per il prossimo anno scolastico: rimarrà con noi? “Lo spero. Ho fatto richiesta per rimanere qua”. Siamo molto felici di questo e ci auguriamo che lei possa trascorrere con noi ancora più tempo il prossimo anno. Giorgia Durante Piera Micelli

Intervista a Flavio De Stefano Innanzitutto, che cosa si prova nel rappresentare l’intera comunità scolastica in un’occasione tanto importante e soprattutto a farlo così degnamente? “Sono molto onorato di avere rappresentato queORIA

sta scuola e spero di poterlo fare anche in futuro continuando su questa strada”. Ti aspettavi un simile risultato alla vigilia delle olimpiadi? Pensavi di avere le carte in regola per poter vincere o ne sei rimasto sorpreso?


NUMERO

1

PAGINA

“Sinceramente non me l’aspettavo, anche perché non ho seguito particolari corsi di formazione. Mi sono affidato alla mia preparazione, provvedendo privatamente. Ne sono rimasto sorpreso”.

E ora? Dopo la vittoria delle olimpiadi regionali parteciperai a quelle nazionali? “Sì, certamente, altrimenti vanificherei tutto ciò che ho fatto fin ora. Avendo questa opportunità non posso sprecarla”.

Ti ha in qualche modo agevolato il fatto che le olimpiadi si siano tenute qui, in questa scuola? “No. Il luogo non aveva importanza. Con la voglia che avevo di partecipare a questa manifestazione sarei andato ovunque”.

Dove e quando si terranno? “Saranno nel novembre 2009, a Verona”.

do privatamente. Poi, molto probabilmente, quest’estate aderirò a un corso di formazione tenuto dagli stessi commissari delle olimpiadi, che si svolgerà a Bari”. Ancora complimenti e in bocca al lupo

Francesco De Amicis

Cosa farai ora per prepararti a quest’appuntamento? “In primo luogo mi sto preparan-

Università per liceali È stata una grande opportunità per gli studenti del liceo scientifico “V. Lilla” di Oria, quella di poter ospitare, giovedì 21 maggio 2009, il professor Giovanni Laudizi, docente ordinario di Lingua e letteratura latina presso l’Università del Salento e insegnante presso la SSIS, la Scuola di formazione per i docenti. L’iniziativa, fortemente voluta dalla professoressa Carmen Taurino, aveva lo scopo, come la stessa ha sottolineato, di creare un ponte tra il liceo e l’università, due mondi collegati, eppure quasi sempre troppo distanti tra di loro. Una simile proposta non poteva che essere A destra il dirigente scolastico Giuseppe Attanasi subito sposata dal dirigente e a sinistra il professore Giovanni Laudizi scolastico, Giuseppe Attanasi, e dalla professoressa D’Elia, responsabile della sede di Oria. Il prendere meglio il senso dell’opeper gli studenti immergersi neltema dell’incontro è stato la ra. Solo attraverso questo procel’introspezione psicologica della trattazione dei dimento, protagonista, entrando nel vivo primi 50 versi basato del suo dramma. Tra l’altro il del Liber IV s u l l o tema scelto si presta a molti di dell’Eneide studio confronti e riferimenti all’atVirgilio. I versi etimolotualità e al mondo giovanile, in questione gico e oltre che allo studio della psiconarrano il trasemanlogia e delle passioni. Al termine vaglio psicologitico dei della lezione c’è stato il tempo co di Didone, v a r i anche per un dibattito diretto contrastata tra termini, con gli alunni che hanno posto l’amore per Eè stato delle domande al professore. Un nea e la fedeltà possibile modo dunque diverso di fare giurata al maricogliere latino e di venire a contatto con to Sicheo dopo le moli classici, rendendoli più vicini a la sua morte. Il teplici noi. L’ iniziativa si è dimostrata prof. Laudizi ha sfumaall’altezza delle aspettative, e proceduto a ture delci si augura che sia solo la prima La docente Carmen Taurino un’attenta analisi la poesia di una lunga serie di simili incone il professore Laudizi linguistica e redi Virgitri, al fine di consolidare il raptorica dei versi. lio, oltre porto liceo-università. Ha preso in esache notare la sua perizia stilistime singolarmente le parole più Francesco De Amicis ca. Non solo. Proprio attraverso significative, che lasciano comquesto metodo è stato più facile

3


PAGINA

4

La terra trema: l'Abruzzo in ginocchio “Anche la porta di casa era bloccata.

Ore 3.32: la Terra trema. Oltre 250 vittime. Tanti i dispersi. Molti i feriti. Poi, palazzi crollati; monumenti distrutti: un pezzo di storia schiacciato sotto le macerie

Ho temuto di restare intrappolata anch’io”

di una città che ora piange i suoi morti. Subito dopo la violenta scossa sulle strade si sono riversate le persone, molte delle quali hanno visto crollare dietro le loro spalle i sacrifici di una vita intera. E sono stati i fortunati, perché in tanti hanno visto il soffitto delle abitazioni crollare sopra le loro teste. Tra i fortunati c’è Francesca, una ragazza di vent’anni di Loreto Aprutino. Era in camera con la sua amica, in un appartamento ubicato in una traversa di via XX Settem-

bre. È stata svegliata da un forte boato. Poi ha visto il soffitto crollare nella stanza attigua a quella in cui dormiva. “Non ho capito subito che cosa stava succedendo – racconta ancora sotto shock la ragazz a , scamp a t a a l l a tragedia – intorno vedevo solo macerie e frammenti di muro. Anche la porta di casa era bloccata. Ho temuto di restare intrappolata anch’io”. Francesca ha temuto il peggio ma non si è arresa. Scalza e con in mano solo il cellulare ha trovato il modo per fuggire. “L’unica via di scampo era la finestra – aggiunge ancora la giovane – così ho legato le lenzuola del letto e ho lanciato fuori della finestra il materasso. Poi, raccogliendo tutto il coraggio che solo un grande pericolo ti sa dare, mi sono calata giù”. Non ci credeva ancora Francesca quando ha toccato terra

con i piedi. Era salva. Con lei si era salvata anche la sua amica (anche se questa, cadendo, si è fratturata una gamba). Il primo pensiero è stato quello di avvisare i genitori. Intorno a loro, però, non tutti sono stati altrettanto fortunati. Teatro della tragedia, almeno il primo su cui si sono concentrati i soccorsi, è stata la casa dello studente. Troppi giovani sono rimasti sotto le macerie. Tra loro anche il cugino di Francesca. I suoi genitori hanno aspettato per ore, 13 per l’esattezza, prima di avere notizie del loro Giuseppe, 24 anni. “Spero sia ancora vivo – urlava il padre disperato qualche ora dopo la violenta scossa – cercate bene! Mi sembra di sentire la sua voce”. E sono state davvero tante le voci, che più che parlare emettevano lamenti, che provenivano dalle macerie della casa dello studente. Ma non tutte quelle voci sono riuscite a vedere il sole. Molti di quei ragazzi sono stati estratti morti. Giuseppe Massa Fabrizio Moretto

Eluana: morte legale o delitto? Diciassette anni fa Eluana Englaro viene ricoverata in uno stato di coma vegetativo a causa di un trauma cranico riportato in seguito a un incidente. Assolutamente irrico-

LIBERAMENTE

ORIA

noscibile, completamente immobile, spostata ogni due ore per evitare che il corpo si piagasse. Nel 1992 viene portata nell’ ospedale di Lecco “con la speranza di un sempre più

improbabile risveglio”. La regione superiore del cervello (corteccia), compromessa dal trauma, è destinata ad andare incontro a una degenerazione definitiva. Gli occhi si aprono e


NUMERO

1

si chiudono ma sono incapaci di vedere. Di lei rimane un corpo privo di emozioni, esperienze, “abbandonato” totalmente al personale ospedaliero che lo assiste. Un corpo non padrone della sua anima. Nessuno si chiede quale sia la volontà di Eluana. Beppino decide di interrompere l’alimentazione artificiale e preferisce la morte naturale della figlia. Perché il padre avrebbe dovuto far del male alla figlia? Altri cosa avrebbero fatto “al suo posto”? Secondo l’art.32 della Costituzione, «nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana». Secondo il padre e alcuni amici, Eluana avrebbe preferito morire anziché vivere in una tale condizione. Come si manifesta la solidarietà? Tutti parlano, tutti si scontrano (atei, credenti, medici, personale ospedaliero). In realtà nessuno può giudicare a sproposito, soprattutto sostituendosi a Dio. Ma è solidale chi accusa il padre di Eluana scrivendo sui muri «Beppino boia»? La situazione è triste. Il 6 febbraio di quest’anno il Go-

PAGINA

verno ha approvato il decreto in materia di alimentazione e idratazione. Poche righe per impedire che chiunque rifiuti (in caso di malato cosciente) o sospenda (da parte di terzi in caso di coma) somministrazione di acqua e cibo. Ma il decreto non è stato firmato dal Presidente della Repubblica, contrario a tali disposizioni. Occorre intervenire affinché questioni complesse, come quelle che attengono al diritto alla vita, siano affrontate contemperando le diverse esigenze. Per molti l'idratazione artificiale costituisce una forma di accanimento terapeutico. Non è chiaro, inoltre, sulla base di quali principi la Corte possa ritenere sufficiente una ricostruzione della volontà del malato fondata sull'analisi indiretta e testimoniale della sua personalità, dello stile di vita e dei suoi convincimenti risalenti a un'epoca anteriore alla malattia stessa. Non si è mai giunti a una decisione concreta. I politici non trovano un accordo. Oggi, la vicenda è stata quasi dimenticata. Non se ne sa

più nulla. È necessaria una legge sul trattamento di fine vita che tuteli la dignità della persona a prescindere dallo stato di coscienza. Fortunatamente qualcosa di certo c’è: la Corte d’appello civile di Milano ha deciso “di staccare definitivamente la spina”. I giudici dicono:«Vista la straordinaria durata dello stato vegetativo permanente e l’altrettanta straordinaria tensione del suo carattere verso la libertà e la sua visione della vita, è stata una decisione inevitabile». Comunque sia, si tratta della prima applicazione in Italia del “testamento biologico” non basato su un documento scritto. Davanti a questa lunga tragica vicenda sono necessari silenzio e rispetto umano. Mettiamo da parte i “pettegolezzi”. È stata una vera e propria “cultura di morte”. Marika Capuano Emanuela Conte

5


PAGINA

6

Social Network: nuova frontiera della globalizzazione o nuovo pericolo per la privacy?

La popolazione virtuale cresce sempre di più: se fosse una nazione il “popolo” dei SN sarebbe al sesto posto in classifica

Il 46% degli utenti minorenni di SN dichiara di comunicare le proprie informazioni personali a coloro che incontrano on-line. Il 40% pretende di riceverle. (“Rapporto Nazionale condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza”curato dal Telefono Azzurro)

Facebook è uno dei luoghi della rete più frequentati per gli adepti del social networking. Il servizio di microblogging, nato tre anni fa, oggi è indicato da molti come il sito web dell'anno e questo grazie a un'escalation del numero di utenti davvero straordinaria. Ma a questa crescita ne consegue virtualmente un effetto negativo per altri social network, come Twitter che ha perso oltre il 60% dei suoi utenti. Infatti molti hanno smesso di farne uso un mese dopo l'iscrizione. Se due membri su tre abbandonano la community dopo poche settimane, che futuro si può prospettare per la community stessa? Possiamo dire che i social network, presentano effetti negativi e risvolti positivi. Siti come Linkedin, Myspace e il fortunatissimo e diffusissimo Facebook sono molto seguiti e diventano un veicolo per la produzione di nuovi artisti e per operazioni commerciali e di marketing. Ad esempio pubblicare e fare girare nel web giudizi, infor-

mazioni o fotografie può creare per gli albergatori un buon ritorno economico con una spesa pari a zero. Attenzione però, perché il social network, se mal gestito, può avere un terribile effetto boomerang coinvolgendo contemporaneamente migliaia di persone. Tutti i pro e i contro dei social network non si fermano solo a livello virtuale. Ne subiamo le conseguenze anche nella vita reale. In Italia, il dato più preoccupante messo in evidenza dal Garante della Privacy è l’utilizzo poco prudente da parte degli adolescenti italiani. Senza nessuna prevenzione rivelano dettagli sulla propria identità personale (nome, foto, indirizzo e-mail). “Nel 2003, da una ricerca effettuata in quattro paesi dell’Europa è emerso che 4 bambini su 10, utilizzando servizi multimediali su internet, sono stati invitati dagli “amici virtuali” ad avere un incontro reale e la metà di questi ha dichiarato di aver ricevuto email o pubblicità esplicitamente a sfondo “sessuale” (tratto dal “Rapporto Nazionale condizione

dell’ Infanzia e dell’Adolescenza” curato dal Telefono Azzurro). Altro fattore negativo è la conservazione dei dati nei vari social network anche dopo la cancellazione dell’utente. E infine, ma non meno importante, sono numerosissimi i furti d'identità: molte persone si spacciano per altre senza alcun tipo di verifica e, perciò, di replica per gli interessati. Giulia Pesce

Facebook: voglia di socialità o cosa? I giornali l’hanno eletto a sovrano indiscusso della sezione “curiosità”. Te lo domanda il tipo/la tipa che conosci in discoteca la sera prima: «Ma tu sei su Facebook?». Tutta la città ne parla ogni giorno di più. E pensare che in Italia la mania per il più famoso social network Maria Emanuela Corlianò,è scoppiata solo negli ultimi meil suo saggio “il software si,con a quattro anni dal debutto socialeSidella rete: quotidianità ufficiale. va su Facebook per ritrovare i compagni del liceo, dei nuovi media tra pratiche e per condividere interessi ed discorsi, emancipazione e esperienze con altre persone. cntrollo”, comedi Facebook è un racconta concentrato vita ormai dove internet la relazione è meno e la tecnologia invasiva. Sembra più facile. Puoi siano diventate stringere amiciziequotidianità. e scambiarti opinioni o impegnarti in una giudi opere come sta Servendosi causa (con la stessa Google incheloveuseresti (di Teodora “ipocrisia” nella vita Stites) vera). o i “95 comandamenti E anche chi non è fannullone sul di internet” (il Cluetrain manifelavoro, con Facebook lo diventa. sto) o attraverso the meda Può essere un mondoWe senza fine oppure saltoGillmor) e via. Si delinea creano (di unDan percorsi duraturi e si bruciano

relazioni in pochi secondi, giusto digitata in chat. I sentimenti il tempo di una chat. Insomma, possono essere colti o possono più che un sostituto della vita, essere fraintesi a causa di una può essere la vita? parola digitata male, perchè orIl libro L’amore ai tempi di Fa- mai tutto è via etere, anche i cebook nasce proprio per spiesentimenti. di battute virtuali, e seppur con le gare come il social network ab- Gli autori del libro: Mattia Carzadovute differenze, gente che si bia cambiato la nostra quotidia- niga, 26 anni,lalaureato in lettere, “frequenta” sui vari forum, blog o nità. Facebook è il social è un critico cinematografico e network didicuiopere tutti come parlano. social È redattore di “Best Movie”; Servendosi network, e che questi poi si Giuprepotentemente entrato a far seppe Civati, 34 anni, laureato in Google lovenostre (di Teodora configurino quasi come rapporti parte in delle vite, a volte filosofia, fa politica a tempo pieStites) o i discreto, “95 comandamenti familiari. Si arriva, in modo altre in modo no ma non èparadossalmente intenzionato a esernon possiamo citare alcune questafissazioni professione diinvadente. internet” (ilOra Cluetrain manife- più ad assimilare infor- per farne a meno. sempre. Sono entrambi iscritti a sto) o attraverso Weinsieme the medaappasmatiche come controllare frequenFacebook è tutti Facebook e da buoni “Facebook(di Dan Gillmor) sionatamente, una delinea rete dove temente i commenti, le note o le che dipendenti” fanno in modo riacchiappare chi si amava quasi tutta la loro vita come i media influenzino la e che notifiche fatte sui vari account, ruoti ad insi è perso nei meandri del tempo torno a questo sito. Perché Facenostra vita sociale, e di come a abitudini come il caffé sotto al bar con gli e della vita. Quei volti cari sfugbook è “tutto controllo” e volte si preferisce al contatto giti per uno scherzo del destino. amici “tutto o le chiacchiere fraPerché conoscene subito”. FaceboChe ti tolto di il compagno ok siamo quasi. È il nostro reale lo ha scambio battute di ti. Tutto questotutti, è datoo dal bisogno scuola al quale volevi bene, ma tempo, anche quello che perdiavirtuali, e seppur le dovu- solo di apparire e di dire agli altri sono che che riesci a con rincontrare mo alla ricerca di “ci qualcosa tedigitando differenze, la gente il suo nomeche consi la taancora e anchenon io”, abbiamo perché dietro ad trovato ogni stiera del pc “Cerca in questo forse, impegnandoci, “frequenta” suisuvari forum, blog eche ad ogni foto anche c’è il bisogno di sito” del social network giusto. non troveremo mai. blog o social può network, e che o può affermarsi nella propria rete e di La scintilla scoppiare Chiara Pizzo questi poi si configurino quasi frase affievolirsi con una sola

Un’analisi sociologica

LIBERAMENTE

ORIA


NUMERO

1

PAGINA

Social Network o Business? SOCIAL NETWORK: ACCAPARRARSI I GUSTI DEI BLOGGER

È IL “NUOVO” BUSINESS Facebook conta più di 175 milioni di utenti. La sua popolazione lo renderebbe la sesta nazione più popolosa del mondo. Microsoft lo aveva valutato 15 miliardi di euro. La ricchezza di queste aziende, di questi servizi sono coloro che navigano. I duellanti sono Facebook e Google e la posta in palio sono i gusti degli utenti. Obiettivo: anticipare la spesa, predirla e indirizzarla ai fini del business. Da un lato la politica esclusiva di Facebook, dall’altro, il motore di ricerca di Mountain View verso un modello più aperto. Secondo l’Asca ogni attività su internet sarebbe migliore se mettessimo in condivisione azione quotidiane: gli articoli più letti, le qualità di un ristorante, ecc. Ma esiste una barriera importante che è data dal fatto che le informazioni rappresentano una “ricchezza”, quindi la possibilità di orientare le nostre scelte. David Glazer afferma che che questa sorta di rubrica di indirizzi, telefoni e facce, più “nuance” di quelle cartacee

che si usavano una volta, diventa spesso indispensabile per chi comincia a usarla. «I dati valgono oro». Quando Facebook, nel 2005, ha comprato MySpace, Murdoch ha sborsato 580 milioni di dollari. Per diventare azionista di Faceb o o k , Microsoft ha sborsato 240 milioni per l’1,6 % delle azioni, cioè ha valutato il sito, creato da Mark Zucherberg, 15 milioni di dollari. Le cifre in ballo sono molto alte! La domanda è: i social network sono realmente in grado di produrre profitti? In effetti Zuckerberg si è ben sistemato, ma in realtà la società per ora ha ricavi insufficienti per pagare la banda e l’energia necessaria affinché la rete funzioni. I ricavi hanno superato i 300 milioni nel 2008 e sono in crescita, ma le spese crescono a un ritmo maggiore. Zuckerberg dice: «Dobbiamo puntare a una crescita significativa e continua, i profitti

Un’analisi sociologica Maria Emanuela Corlianò, con il suo saggio Il software socia-

le della rete: quotidianità dei nuovi media tra pratiche e discorsi, emancipazione e controllo, racconta come ormai internet e la tecnologia siano diventate quotidianità. Servendosi di opere come Google in love (di Teodora Stites) o i “95 comandamenti di internet” (il Cluetrain manifesto) o attraverso We the meda (di Dan Gillmor) delinea come i media influenzino la nostra vita sociale e di come a

volte preferiamo al contatto reale degli scambi di battute virtuali. Questi, seppur con le dovute differenze, per la gente che si “frequenta” sui vari forum, blog o social network, si configurano quasi come rapporti familiari. Si arriva, paradossalmente ad assimilare alcune fissazioni informatiche come controllare frequentemente i commenti, le note o le notifiche fatte sui vari account, che sostituiscono abitudini come il caffè al bar con gli amici o le chiacchiere fra

verranno dopo. Avere decine di tori privati e sono cresciute milioni di utenti costituisce per i anche le visite. L’aumento è social network più grandi una stato del 42% nell’ultimo periorisorsa inestimabile, soprattutto do ma sono aumentate anche se le aziende continueranno a frequenza e durata delle conusare i social network per comu- nessioni. La più giovane nicare con i clienti, una strada community nata nel 2006 è che molti “grandi” hanno intra- Twitter e sta diventando una preso per sfruttare la possibili- vera e propria moda a livello tà di raggiungere mondiale. Questo sito milioni di persone. dà una sola possibilità: La ricchezza di scrivere in 140 caratAccanto a MySpace teri cosa si sta facene a Facebook ce ne queste aziende sono altri: i coside cosa si sta pensono coloro che do detti “business” sando! La cosa che più navigano attrae è che Twitter social network. La può essere usato da loro missione è di mettere in contatto tutti, dai politici ai le persone ma a scopo professio- giornalisti agli sportivi. Su quenale, veicolando a volte posti di sto sito, come già è accaduto, si lavoro, contatti e curriculum. A ha la possibilità di “twittare” differenza degli altri social una notizia prima ancora che le network detti “generalisti” quelli televisioni o le agenzie stampa “professionali” fanno accedere a la pubblichino. Negli Usa sono servizi tramite abbonamenti 70 i deputati e i senatori che lo premium. I due più importanti usano abitualmente. Nel Parlabusiness social network, sono mento italiano al momento nesLinkedIn e Xing. Quest’ultimo suno. Anche Google si è creato attualmente ha circa 6 milioni di un proprio account. Oggi Faceutenti ed è leader nel mercato book&Co sono sulla bocca di spagnolo e sudamericano. Ma tutti ma fino a qualche tempo questi siti sono veramente utili fa non era così. Già si avvertiva per cercare lavoro? Roberto che un giorno, a poco a poco, Dadda, docente del politecnico tutti sarebbero stati destinati di Milano, è scettico. I numeri a vivere una “seconda vita”. che girano attorno a questo Luana Bianco “mondo” sono impressionanti. Valentina Vita L’azienda che controlla Xing è quotata alla Borsa di Francoforte con profitti attorno ai 9,2 milioni di euro; LinkIn ha raccolto 76 milioni di dollari da donaconoscenti. Tutto questo è dato dal bisogno di apparire e di dire agli altri “ci sono anche io”, perché dietro a ogni blog e a ogni foto c’è il bisogno di affermarsi nella propria rete e di dare una precisa immagine di se. Ma la conoscenza on line non è fine a se stessa, infatti molte volte vengono organizzati

degli incontri ad hoc dove le relazioni intraprese nel web possono continuare anche quando si è off-line. Viene ribaltata quindi l’idea che vedeva internet come un disperato individualismo. Il web ora ricopre anche una sfera pubblica all’interno della quale gli utenti conversano, parlano e si confrontano. Perché è questo che ci attira principalmente della rete: sapere il più possibile su chi ci circonda ed essere continuamente a contatto col mondo. Debora D’Amico

7


PAGINA

Lavorando da qualche anno in un ambiente del genere mi sono imbattuta nella realtà che ripetutamente grida le sue ragioni

Pirandello affermava: «Oh, il teatro drammatico! Io lo conquisterò. Io non posso penetrarvi senza provare una viva emozione

8

Il teatro ai tempi di Hollywood È facile parlare di cinema quando si vive in un secolo che è tutto un film. Ma la settima arte trae spunto semplicemente da quella che è la realtà, solo che lo fa con la lente della macchina da presa. Cinema però, non fa rima solo con film set e attori, ma anche con quella parolina magica che oggi sembra dimenticata: teatro. Percorrendo la strada dei riflettori si può intraprendere un viaggio nella storia del teatro che ci permette di comprendere le ragioni del suoattuale-scarso successo. Che manchino forse le maschere fisse tanto amate dai bambini di tutto il mondo? Quel pulcinella dal lungo naso, o quell'arlecchino che ha colorato e colora tuttora i nostri carnevali? Silvio d’Amico afferma: «Il Teatro vuole l'attore vivo, e che parla e che agisce scaldandosi al fiato del pubbli-

co». Che manchi forse questa viva partecipazione? No! La risposta a tutto questo è una sola e si chiama “finzione”. Lavorando da qualche anno in un ambiente del genere mi sono imbattuta nella realtà che ripetutamente grida le sue ragioni. La gente vuole la finzione, staccare la spina dai problemi quotidiani che costantemente martellano nella testa. Vuole ridere e piangere per un mondo parallelo al proprio, ma non uguale. Ecco allora, se lo si guarda da quest’ottica, cosa diventa il teatro: un suicidio! Una messa a nudo dei sentimenti dell'animo umano che mostra debolezze e malattie a un pubblico che è stanco di combattere la sua battaglia quotidiana. Pirandello affermava: «Oh, il teatro drammatico! Io lo conquisterò. Io non posso penetrarvi senza provare una viva emozione, senza provare una sensazione strana, un eccitamento del sangue per tutte le vene. Quell'aria pesante che vi si respira, m'ubriaca: e sempre a metà della rappresentazione io mi sento preso dalla febbre, e brucio». E allora ecco che ci si rifu-

gia in un cinema di periferia, passeggiando davanti allo schermo dei ricordi, immergendosi in una storia che ci appartiene e che ci sfugge. E così quello che un tempo era ritenuto uno dei più vivaci modi di comunicazione oggi rischia di scomparire. Scomparire a discapito o a favore del grande schermo? Perché è vero che la televisione è evasione dalla realtà, ma non va nemmeno dimenticato che ogni film ha qualcosa da raccontare. Un amore, un incontro, un sogno, un’emozione. Ci sono quelli che hanno rappresentato la colonna portante di un pezzo della nostra vita. I film della nostra adolescenza, del nostro primo amore, della prima delusione. Un viaggio nell’io non indifferente. E quindi si arriva a dover decidere se è giusto o meno scegliere tra scena viva e scena vissuta.

Piera Micelli

FabrizioDe DeAndrè: Andrè:fra tramito mitoe epoesia poesia Fabrizio Fabrizio De Andrè cantautore italiano, nato a Genova il 18 febbraio del 1940 e morto a Milano l’11 gennaio 1999. Faber (soprannome derivante dall'amore per il futuro datogli dall’amico d’infanzia Paolo Villaggio) in quasi quarant’anni di carriera ha composto solo otto canzoni di cui è autore

LIBERAMENTE

ORIA

sia del testo che della musica e ha prodotto quindici album. Le sue opere parlano principalmente di storie di emarginati, ribelli, prostitute e persone spesso ai margini della società. I suoi testi vengono considerati componimenti poetici, inseriti in molte antologie scolastiche di letteratura. La sua discografia non è nume-


NUMERO

1

rosissima come, del resto, inesistenti fino al 1975 erano i suoi concerti. L'album del debutto è Tutto Fabrizio De André (1966, ristampato due anni dopo con il titolo di La canzone di Marinella).

PAGINA

Gli anni fra il 1968 e il 1973 furono fra i più proficui per l'autore, che iniziò la serie con Tutti morimmo a stento, a cui segue La buona novella; un album importante, che riporta il pensiero cristiano nei primitivi confini di un'umana dimensione della fratellanza, in forte contrapposizione con la dottrina di sacralità e verità assoluta, che il cantautore sostiene essere inventata dalla Chiesa al solo scopo di esercitare il potere. Un crescendo creativo che, nel 1971 culminò in Non al denaro, non all'amore né al cielo, libero adattamento

di alcune poesie della’Antologia di Spoon River, opera poetica di Edgar Lee Masters. De André scelse nove delle 244 poesie e le trasformò in altrettante canzoni. Le nove poesie scelte toccano fondamentalmente due grandi temi: l'invidia (Un matto, Un giudice, Un blasfemo, Un malato di cuore) e la scienza (Un medico, Un chimico, Un ottico). I titoli delle canzoni di De André sono generici (un giudice, un medico) per sottolineare che le storie di questi personaggi sono esempi di comportamenti umani che si possono ritrovare in ogni epoca e in ogni luogo.

Francesca Di Summa

«Questa di Marinella è la storia vera che scivolò nel fiume a primavera ma il vento che la vide così bella dal fiume la portò sopra a una stella». (La canzone

di Marinella).

SEGUENDO LA CORTE DI FEDERICO II Il Palio è uno spettacolo pieno di colori che si svolge dal 1967 tra i quattro rioni presenti ad Oria: Giudea, Castello, San Basilio, Lama. Questo evento trae le sue origini dal bando che l’imperatore Federico II emanò durante un periodo di permanenza a Oria in attesa della futura sposa Iolanda di Brienne (1225). La manifestazione si svolge il secondo fine settimana d’agosto, quando vengono ripercorsi momenti affascinanti e misteriosi della storia medievale pugliese. La prima giornata viene dedicata al Corteo storico, la seconda al Torneo dei Rioni. Tutto ha inizio con la benedizione del Palio, ambito premio esposto durante la sfilata, che avviene la

sera prima del Corteo. Più di seicento figuranti animano le strade cittadine: dame, cavalieri, fanti, arcieri e animali feroci compongono la corte dell’imperatore. Portastendardi, sbandieratori, musici e odalische allietano e abbelliscono la sfilata con i loro costumi e le loro musiche. La giornata si conclude in tarda serata nella principale piazza cittadina dove viene presentato il Palio. L’araldo apre il torneamento con la lettura di alcuni passi in latino. Segue uno spettacolo di danzatrici e mangiafuoco. Altrettanto originale è il Torneo con le sue cinque gare: Ariete, Botte, Pertica, Ponte e Forziere. La rappresentazione che si svolge nel campo dei Padri Rogazionisti inizia con l’entrata del Corteo e con lo svolgimento di alcuni combattimenti a cavallo (non validi per l’assegnazione del premio). Alla fine di queste sfide chi ha accumulato più punti vince l’ambito Palio (offerto ogni anno da diversi artisti).

La consegna viene effettuata direttamente dall’imperatore (interpretato da un personaggio dello spettacolo). Per vivere al meglio quest’atmosfera medievale viene allestito dalla Pro Loco un vero e proprio accampamento. Qui si rappresentano scene di vita quotidiana del tempo, duelli e dimostrazioni di tiro con l’arco. E tra odori medievali e ricordi antichi quello del Torneo resta uno dei periodi più attesi dalla popolazione oritana. Anna Mazza Alina Patisso

Corteo

9


PAGINA

10

ALLA CONQUISTA DELLA TOSCANA

Santa Maria Novella Firenze

La mattina della partenza il tempo non sembrava essere nostro alleato. Un acquazzone ha tardato l’arrivo dei pulman e reso non poco difficile la sistemazione dei bagagli. Tuttavia l’umore era quello adatto ad accompagnare un viaggio, più che d’istruzione, di puro divertimento. Durante le tredici ore di viaggio che ci sono servite per arrivare a Firenze abbiamo attraversato le varie regioni italiane, dalla Basilicata alla Campania, dal Lazio all’Umbria, fino a giungere alla tanto desiderata Toscana. Il primo giorno, o quello che ne era rimasto, lo abbiamo speso a Montecatini Terme, dove era situato l’albergo che ci ospitava. La sera abbiamo preso familiarità col posto, aggirandoci per le varie stradine e piazzette e incontrando molte altre scolaresche che, come noi, erano in cerca di divertimento notturno. La notte l’albergo era alquanto popolato, fra gente che si muoveva da una stanza all’altra e chi, pur rimanendo nella propria, faceva comunque sentire la sua voce, non sempre desiderata, soprattutto dai prof. O da chi, come loro,

Torre di Pisa

LIBERAMENTE

ricordava che il giorno dopo la sveglia sarebbe stata alle sei e che la giornata non sarebbe stata affatto rilassante. Dopo una prima colazione nel ristorante dell'albergo, Firenze stava per essere invasa dalle 4 classi del liceo scientificotecnologico Lilla. Spesa la mattinata fra la duecentesca chiesa di Santa Maria Novella (in origine Santa Maria delle Vigne), Piazza della Repubblica, con i suoi caffè storici, gli alberghi di lusso e le sedi istituzionali e il duomo di Firenze e Santa Maria del Fiore, è arrivato il tanto atteso pranzo. Nel pomeriggio invece siamo andati a far visita ai grandi della cultura italiana a Santa Croce, da Dante a Foscolo, da Michelangelo a Galilei. Una veloce sosta in Piazza della Signoria fra Palazzo Vecchio e le meravigliose sculture conservate sotto la Loggia della Signoria, o dei Lanzi, e via per il romantico ponte Vecchio, con le sue orificerie e gli archi delle loggiate che lasciavano intravedere l'Arno. Dopo aver giocato a nascondino con il pulman, finalmente, abbiamo fatto ritorno in albergo e superate alcune piccole discussioni fra studenti e professori ci siamo divisi: chi è andato nuovamente a vivere la Montecatini "by night" e chi invece ha preferito riunirsi con i propri compagni nelle varie stanze e trascorerre lì tutta la notte. Il giorno seguente, dopo

la solita odiosissima sveglia delle sei, ci siamo diretti alla conquista di Pisa. D'obbligo le foto, facendo finta di mantenere la torre prima dell'arrivo della guida che, dopo averci presentato l'intera struttura architettonica della piazza, ci ha mostrato l'interno del Duomo. Una piccola passeggiata e siamo arrivati a Piazza dei Cavalieri, antico centro del potere civile oggi polo d'attrazione culturale per la Scuola Normale di Pisa, che a parer nostro, per via dei durissimi criteri d'ammissione, tanto "normale" non è! Da qui il via per sei ore di libertà. Chi si aggirava fra i monumenti, chi saliva sulla torre pendente, chi passeggiava per le strade di Pisa sui risciò o chi, molto più semplicemente, si aggirava fra i vari negozietti locali in cerca di souvenir. Della serie "il pomeriggio passa in fretta ed è subito sera", che eravamo tutti in albergo a prepararci per il mega evento: i prof ci portavano in discoteca. Al rientro la notte era ancora giovane, e il clima festoso della discoteca è proseguito fra i corridoi dell'albergo e anche il giorno dopo nel pulman. Lungo la strada del ritorno, all'altezza di Roma, nuova sosta e nuovi luoghi da occupare. Questa era la volta di villa Adriana, residenza imperiale di Adriano, fatta costruire tra il 118 e il 138 d.C. a Tivoli. Così il nostro viaggio è giunto al termine, ma fra i corridoi di scuola, nelle aule e nei vari luoghi di ritrovo si sentono ancora gli echi dei ricordi, delle canzoni stonate e dei momenti di vita condivisi con gli amici, quelli di sempre. Debora D'Amico Giulia Pesce

ORIA


NUMERO

1

PAGINA

11

Intervista a "Kokka-gol", rivelazione del torneo scolastico Nome: Giuseppe Cognome: Lavermicocca Soprannomi? “Sì, tutti mi chiamano Kokka gol”. Hai il numero sette. C’è qualche motivo in particolare? “Sicuramente ha più un valore affettivo, visto che mi ricorda gli anni di Shevchenko al Milan. Poi l’hanno iniziato ad usare tanti altri campioni, come C. Ronaldo, Figo, Raul, Pato, Villa, e finora mi ha portato sempre fortuna”. Da quando hai questa passione? “Fin da quando ero piccolo. Papà già a cinque anni mi portò allo stadio per la prima volta e vedere quei giocatori inseguire un pallone e fece scattare qualcosa dentro di me”. Qual è la tua squadra del cuore? “Il Milan. Ho avuto la fortuna di nascere alla fine degli anni ’80 quando il Milan raggiunse l’apice. Aveva giocatori del calibro di Van Basten, Gullit e Baresi. Era impossibile non amarlo! Penso sia la squadra più forte che abbia mai visto”. Chi è il tuo idolo? “Senza dubbio il capitano Paolo Maldini, ha vinto tutto. È a lui che mi sono sempre ispirato. Ho vinto il mio primo campionato nel giorno del suo addio. Chissà magari è un segno del destino”.

Cosa ne pensi dei fischi nel giorno del suo addio a San Siro? “Io li definirei indecenti. Come si può fischiare qualcuno che ha onorato per 25 anni una stessa maglia, ogni anno con una volontà e uno spirito maggiori. Ha rappresentato l’Italia in tutt’Europa e nel Mondo”.

tiva, rispetto gli altri anni. Ci mancava sempre qualcosa, il passo decisivo per sfondare. Quest’anno ogni singolo elemento è migliorato individualmente. E penso che per il modo in cui abbiamo giocato, il campionato ce lo siamo proprio meritato”. Questo è stato il 6° anno nel campionato dello Scientifico. Praticamente sei un veterano. Cosa è cambiato dal primo anno a ora? “Beh, prima c’era più competitività, ora il trofeo se lo contendono solo in due, massimo in tre squadre. E poi quest’anno, dopo tanto, mi sono spostato di qualche metro più avanti”.

Ritorniamo a te ora, in che ruolo giochi? “Come ogni anno avevo iniziato da difensore laterale destro, poi vedendo la mia buona vena realizzativa adesso gioco in attacco”. Quanti gol hai fatto in tutto il campionato? “38. Non mi posso di certo lamentare. Gli altri anni avevo raggiunto a malapena i 15 gol. Quest’anno ho avuto più occasione di andare in rete, grazie anche ai miei nuovi compagni”. Come mai hai cambiato sempre squadra? “Per cercare sempre di migliorare, e cercare di vincere qualcosa. Infatti quest’anno è stato quello giusto”. Qual è stata la svolta? “La squadra è stata molto competi-

Con gli altri componenti della squadra hai buoni rapporti anche fuori dal campo? “Sì, ogni tanto andiamo a mangiare una pizza insieme. La sera la passiamo tra noi. Siamo molto affiatati, forse è questa la nostra forza. La squadra è compatta sia dentro che fuori dal campo”. A chi dedichi questo successo? “Ai miei compagni, che mi hanno regalato un anno indimenticabile”. Bene. Ti ringraziamo. In bocca al lupo, per il futuro e ti auguriamo di vincere ancora tanto e di seguire la carriera del tuo idolo. “Crepi il lupo, sarà difficile raggiungere il mio idolo, ma nel mio piccolo ci proverò”. Fabrizio Moretto


LICEO SCIENTIFICO E TECNOLOGICO ORIA “V. LILLA” Via Ada Negri, 1 tel: 0831-817097

Rivista on line: http://liberamenteoria.blogspot.com Email redazione: pongiornalismo@gmail.com

La redazione Simone Barco Luana Bianco Marika Capuano La redazione Emanuela Conte Simone Barco Debora D’Amico Luana Bianco Francesco De Amicis Marika Capuano Emanuela ConteDi Summa Francesca Debora D’Amico Giorgia Durante Francesco De Amicis Giuseppe Lavermicocca Francesca Di Summa Giuseppe Massa Giorgia Durante Anna Mazza Giuseppe Lavermicocca Giuseppe Massa Piera Micelli Anna Mazza Fabrizio Moretto Piera Micelli Erica Panteca Fabrizio Moretto Alina Patisso Erica Panteca Giulia Pesce Alina Patisso Giulia Pesce Chiara Pizzo Chiara Pizzo Valentina Vita Valentina Vita

Pon Giornalismo a.s. 2008/2009 Tutor: prof.ssa Carmen Taurino Esperta: dott.ssa Rossella Bufano


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.