Lettera scavi abbatepaolo

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Preg.ma Ass. Prof.ssa Marilena Abbatepaolo, qualche giorno fa sono partiti i lavori di rifacimento di Piazza Aldo Moro a Polignano a Mare ed abbiamo appreso, con perplessità e sconcerto, che né la Soprintendenza per i Beni Archeologici e né la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici erano a conoscenza del progetto di restyling. La nostra perplessità nasce dal fatto che quell’area è ricca di storia e cultura. Basta leggere una parte degli studi portati avanti dal nostro compaesano Prof. Lorenzo Messa, docente di Latino e Greco presso il Liceo Classico “D. Morea” di Conversano, laureatosi in Archeologia della Magna Grecia discutendo una tesi sulle ricerche archeologiche a Polignano fra ‘7 e ‘800, per comprendere il tesoro che abbiamo sul nostro territorio e tra le mani e che oggi, in occasione di questi lavori di rifacimento, possiamo portare alla luce. Dallo studio, infatti, si legge: “[...] L'allora vescovo di Polignano, monsignor Mattia Santoro a fine febbraio del 1785, durante uno scavo che si svolgeva in un orto della mensa vescovile situato nell'area extramurale, oggi occupata dalle piazze Garibaldi e Aldo Moro, scoprì dapprima una tomba sontuosa del tipo a semicamera, la prima del genere rinvenuta in Puglia […], la quale restituì, intatto, un ricco e prezioso corredo funerario composto da numerosi vasi dipinti, armi ed altre suppellettili in metallo […] di origine greca.”. Insomma, abbiamo un territorio ricco di storia e cultura che dobbiamo valorizzare. A conferma del fatto che i reperti ritrovati alla fine del '700 fossero pregiati, uno dei pezzi, senz’altro il più pregiato, un grande cratere a volute apulo di oltre un metro d’altezza, fu valutato all'epoca ben 10.000 ducati e fu acquistato nel 1956 dal Metropolitan Museum of Art di New York, dove attualmente fa bella mostra all'ingresso della sezione greco-romana. All’epoca, come ricorda nel suo “Diorama n. 9 – Storia Breve di Polignano” lo studioso Carlo De Luca, altro nostro concittadino, l’intero feudo di Polignano venne venduto per 200.000 ducati: praticamente il vaso valeva 1/20 della nostra cittadina. Due anfore sono anch'esse emigrate, una al Louvre di Parigi e l'altra al Vor und Frühgeschichte Museum di Francoforte sul Meno. L'unico pezzo rimasto a Napoli, fra quelli che il vescovo Santoro donò al re Ferdinando IV di Borbone, è un’elegante loutrophòros senza manici, alta più di 80 cm., con la riproduzione di scene funerarie. Non ci dilunghiamo oltre, anche perché sappiamo benissimo la mole di impegni che le occupano la giornata ma, dato che oggi ricopre due cariche importanti per il nostro paese, e cioè la carica di Ass. alla Cultura e la carica di Ass. al Bilancio, le chiediamo di prendersi carico di quanto su esposto e di includere nei lavori di rifacimento della piazza anche quelli atti a portare alla luce il nostro tesoro nascosto. Apprezziamo la passione e l’impegno messi in atto per ridare lustro agli scavi siti in “Santa Barbara” e per questo le chiediamo lo stesso impegno per riportare alla luce quest’altro pezzo importante di storia del nostro amato Paese. Certi di una positiva risposta, la ringraziamo e le auguriamo una buona giornata.

Distinti saluti

MoVimento 5 Stelle Polignano


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