Un nuovo porto per Salerno. Dal porto storico a Marina d’Arechi. Dinamiche progettuali e prospettive di sviluppo
Un nuovo porto per Salerno Dal porto storico a Marina d’Arechi. Dinamiche progettuali e prospettive di sviluppo Mariarosaria Villani Università degli Studi di Napoli Federico II Dipartimento di Architettura Email:maryvil@hotmail.it Tel: 3881855291
Abstract Il caso della costruzione della nuova struttura portuale e diportistica ‘Marina d’Arechi’ in fase di costruzione a Salerno, rappresenta un concreto esempio dell'efficacia di modelli di intervento e di partnership pubblico privato La città, ponte di mediazione tra la costiera amalfitana e quella cilentana, si è distinta negli ultimi anni per le politiche di sviluppo del territorio attuate le quali, hanno consentito una serie cospicua di interventi di trasformazione urbana, dalla creazione di nuove infrastrutture, al recupero di aree industriali dismesse. Il progetto di realizzazione del nuovo Porto turistico ‘Marina d’Arechi’, iniziato nel 2010 che verrà ultimato con la realizzazione delle opere a terra progettate dall’architetto Santiago Calatrava nel 2014, si inquadra all’interno di tali grandi trasformazioni urbane in atto nella città da ormai un decennio. In un periodo di crisi ma soprattutto di sfiducia nelle politiche urbane di trasformazione, il caso affrontato rappresenta una concreta realtà di proficua collaborazione pubblico-privato che ha condotto in tempi rapidi all’esecuzione di un’opera di grande importanza strategico-infrastrutturale. Il lavoro mira ad esporre l’iter progettuale- amministrativo che ha portato alla realizzazione dell’intervento, dimostrando come il modello del project financing abbia rappresentato, in questo caso, un valido strumento che, attraverso l’interazione pubblico-privato, ha permesso di realizzare un progetto che l’ amministrazione pubblica da sola non sarebbe stata in grado di sostenere. Parole chiave Salerno, porto, Marina d’Arechi
Salerno. Il rapporto con il mare e lo sviluppo della portualità dal secolo XIX ad oggi Nonostante Salerno sia una città affacciata sul mare, non è riuscita storicamente a fare di questa risorsa ragione di sviluppo turistico ed economico. Da un vecchio adagio secondo cui ‘se Salerno avesse il porto Napoli sarebbe morto’, è possibile comprendere l’alto potenziale inespresso della città in tal senso. L'importanza di Salerno come scalo portuale è stata difatti offuscata sin dal Medioevo dalla presenza del vicino porto di Amalfi, baluardo indiscusso del traffico marittimo mediterraneo. Fino alla fine del XVIII secolo la città di Salerno, con le sue dimensioni ridotte circoscritte dall’antica cinta muraria longobardo-normanna, che segnano il netto limite tra il centro abitato e la fascia costiera, ha ancora un rapporto ‘indiretto’ con il mare. Alla fine del XVIII secolo, a differenza di quanto accade per Napoli, il litorale salernitano appare ancora come un semplice arenile con un approdo per gli abitanti locali dediti alla pesca, privo di ogni forma di infrastruttura. Nel XIX secolo, l’assetto del nucleo storico di Salerno subisce una radicale trasformazione con l’espansione all’esterno della antiche mura urbane, sulla scorta del processo di riassetto urbano dovute principalmente a «le trasformazioni dei mezzi di produzione e di trasporto» (Choay, 1973: p.7). Sarà proprio in questa fase che verrà a definirsi la nuova principale arteria di sviluppo della città. Se infatti, il nucleo storico della città si era aggregato, sino a questo periodo, lungo l’asse trasversale est-ovest che, a partire dal castello Arechi, degradava sino al mare, a partire dal XIX il nuovo assetto urbano si svilupperà lungo Mariarosaria Villani
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