DANZE BARBARICHE 2011

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con il sostegno MINISTERO BENI e ATTIVITà CULTURALI REgIONE LAZIO

e il patrocinio

- pROVINCIA dI ROMA - COMUNE dI ROMA IdEAZIONE E REALIZZAZIONE

CDanzaLazio roma IN COLLABORAZIONE CON

FonDeria ‘900

Danze BaRBaRICHe

SENSIBILE CONTEMpORANEO SENSIBILE

RO M a

Fonderia ‘900 - roma - maggio/giugno 2011

un progetto

Circuito Danza Lazio - Pentagono Produzione associate Fonderia’900 - Hystrio image


Danze Barbariche - Sensibile Contemporaneo Sensibile

DanzE

SENSIBILE CONTEMpORANEO SENSIBILE

BARBARICHE

C O M U N I C ATO

dal 30 maggio a Roma nei locali della Fonderia ‘900, in via Assisi 33 (alle spalle della Stazione Tuscolana) Spettacoli alle ore 21.15; ingresso 10 euro La sesta edizione della rassegna della danza e dei nuovi linguaggi “danze Barbariche”, promossa da Circuito Lazio e pentagono produzioni Associate, si tiene dal 30 maggio e si protrarrà per tutto il mese di giugno nei locali della Fonderia ‘900, a Roma in via Assisi 33. Una rassegna quasi tutta al femminile che vedrà alternarsi sul palcoscenico alcune tra le più prestigiose danzatrici e coreografe della scena italiana quali rosaria iovine, michela Barasciutti,

marika Vannuzzi, elisabetta rosso e Francesca La Cava. In programma anche l’esposizione del danzatore e coreografo Salvator Spagnolo Opening to Fusion, un artista a tutto tondo che propone opere realizzate con la tecnica dell’action painting, un suo personalissimo stile che prevede l’utilizzo di materiali di varia natura. A seguire Spagnolo proporrà la performance di danza Thinking dirty Things. Oltre agli spettacoli e alle mostre in cartellone anche un laboratorio di teatro e danza ed un workshop. Il primo (dal 13 al 19 giugno) dal titolo Siddharta, è un omaggio al grande poeta, scrittore, pittore e viaggiatore Herman Hesse. Si tratta di un laboratorio condotto da Giovanna Summo e rosa morelli incentrato sul viaggio alla volta dell’india che lo scrittore affrontò nei primi anni del ‘900 alla ricerca della pace interiore. Il workshop, in programma dal 23 al 26 giugno, avrà per protagonisti due figure di spicco dell'educazione alternativa a partire dagli anni Settanta, Hal Yamanouchi e aurelio Gatti che insieme daranno vita a Cassandra – La messa in scena del mito, un lavoro ispirato alla figura tra le più fragili delle eroine classiche, con la partecipazione dell’attrice elisabetta Pozzi. Informazioni: http://fonderia900.blogspot.com http://danzebarbariche.blogspot.com Tel. 0635452444


SENSIBILE CONTEMpORANEO

Il CONTEMPORANEO non dovrebbe essere uno stile , un genere e tanto meno una estetica. Per teatro contemporaneo o danza contemporanea è abitudine riferirsi ad una creazione che propone linguaggi innovativi e in quanto “nuovi”, altri e oltre quelli precedenti. Nel percepire diffuso, contemporaneo assume anche altre valenze: è sinonimo di incertezza e di difficile comprensione - per chi non lo conosce o l’osteggia, di autentica e rinnovata adesione al proprio tempo per i sostenitori. Sta di fatto che la creazione contemporanea trova grande difficoltà, nel panorama culturale nostrano, a essere accettata e prodotta innanzitutto, ospitata e promozionata poi. Le conseguenze di questa condizione sono misurabili in termini di frattura culturale non solo generazionale ( per cui esiste una cultura dei “giovani” - contemporanea - ed una dei “vecchi”), ma soprattutto in riferimento alla disgregazione della cultura “popolare” in senso ampio e identificativo di un territorio e di Paese : il contemporaneo viene “praticato” e circoscritto nelle grandi aree urbane che segnano le mode e le tendenze di un Paese, ma non lo rappresentano nell’interezza. In questo senso la “frattura”. La questione non può districarsi nella breve di una presentazione, ma ci preme evidenziare il punto di partenza del progetto che, quest’anno, assume il sottotitolo: SENSIBILE CONTEMPORANEO. Le schiere dei diffidenti e quelle dei sostenitori, ora militanti ora svogliati osservatori, dovrebbero intendere la necessità di una riflessione -rapida perchè nel mentre si espande il vuoto : una sensazione di assenza in cui c’è posto solo per la malinconia di un passato - forse neanche vissuto- e l’aspettativa negata di un futuro incerto e comunque parziale. Riarmarsi della volontà di rileggere e interpretare il contemporaneo è lo scopo dell’artista, quello del progetto, attraverso il lavoro di molti, restituire forma e significato al presente, renderlo vivo e quindi sensibile. La finalità è tendere ad una pari dignità tra linguaggi ed espressioni nella stessa comunità superando le distizioni professate per mantenere una cultura legittimata e una marginale. Ci piacerebbe poter andare oltre l’idea di minoranza, di “nicchia” culturale, sociale o artistica - per definire e tollerare un “qualcosa” che è la naturale e inderogabile espressione del vivere presente.


4lu

30 maggio

mostra personale - inaugurazione ore 19,30

"Opening tO FusiOn" le materie di salvatOr spagnOlO performance - ore 21,15

thinking dirty things 4ma 31

maggio- me1 giugno

mda p rOduziOni d anza /d-O ut

st 22 ovvero stanza numero 22 ideazione e coreografia rosaria iovine

4gi

2 giugno

tOCnadanza venezia

lOOking Out coreografia michela Barasciutti, marika vannuzzi, elisabetta rosso

4ve 3 giugno e-mOtiOn gruppO phOenix CA L E N dA R I O

Water- raccontare l’acqua regia e coreografia Francesca la Cava

4dal

13 giugno laBOratOriO siddharta teatro e danza condotto da giovanna summo e rosa morelli

4dal

23 giugno Cassandra - la messa in sCena del mitO workshop condotto da hal yamanouchi e aurelio gatti e l'intervento di elisabetta pozzi


4lu

30 maggio

mostra personale - inaugurazione ore 19,30

"Opening tO FusiOn" le materie di Salvator Spagnolo performance - ore 21,15

thinking dirty things di e con salvator spagnolo collaborazione alla fotografia giuseppe de rosa ottimizzazione tecnica raffaele macchione testi a cura di Francesco di vincenzo

Coproduzione: galleria Spazio 88 - roma, via dei Cappellari 88 mda produzioni danza

Salvator Spagnolo: di Francesca pietracci «Mercurio, con le ali ai piedi, leggero e aereo, abile e agile e adattabile e disinvolto, stabilisce le relazioni degli dei tra loro e quelle tra gli dei e gli uomini, tra le leggi universali e i casi individuali, tra le forze della natura e le forme della cultura. Quale miglior patrono potrei scegliere per la mia proposta di letteratura?». (Italo Calvino) Ecco come si può definire Salvator Spagnolo, il suo lavoro, la sua disciplina, la sua ricerca in merito al corpo della danza e al corpo dell’arte. Il suo carattere percorre con coerenza i concetti di sottrazione e di agilità. Le antitesi di leggerezza e pesantezza vengono da lui declinate a proposito di movimento perlustrativo e materia, di flusso energetico tra inerzia e vitalità: dentro fuori, linearità e poi magma, caos vicino a cronos, gesto, muscolo, materia informe e linea. Fenditura, lama, scheletro, sangue e cielo, petalo di rosa e bitume, gorgo, abisso, superficie piatta e poi il muro. penetrare e rimbalzare, richiudersi e perlustrare. diventare sé e diventare altro, sorridere con gli occhi e piangere con il corpo, danzare, ascoltare, insudiciarsi le mani, misurare lo spazio con i piedi, costruire un guscio, un recinto sacro, un impedimento. Liberarsi. Il suo corpo di danzatore è un ipercorpo, la sua mente è un ipertesto e poi succede che questi due dispositivi, così anarchici e aleatori, si incontrano e si attraggono impigliati nelle maglie di una rete, di un inganno “costruito ad arte”. Come il cacciatore di frodo che occulta trappole nei boschi, così l’artista predispone esche per se stesso. prima o poi, sovrappensiero, metterà un piede in fallo e si troverà in gabbia. Senza apparenti vie d’uscita, è costretto a creare, a cercare un corpo altro in grado di interagire con una realtà altra. E’ nel magico luogo della gabbia che disegna spazi corporei e geometrie, linee di eros e paura. L’energia creativa esplode, l’unico obiettivo è ora quello di uscire, di poter comunicare, di poter ancora calpestare la dimensione della quotidianità. Si tratta di questo nostro nuovo millennio al quale Italo Calvino, nelle Lezioni americane, augurava Leggerezza, Rapidità, Esattezza,Visibilità, Molteplicità. Ma dalla molteplicità intesa come sistema di sistemi, ciò che si avverte maggiormente è la contaminazione, nel senso di contagio, di vera propria infezione, intossicazione provocata da tutto quello che non si riesce a metabolizzare correttamente. In altri termini si tratta di uno stato di tossicità che il mondo cerca scrupolosamente di mantenere. A ciascuno vengono somministrate micro dosi di veleno per formare anticorpi e così ci troviamo tutti vaccinati, insensibili al virus. (segue)


Salvator Spagnolo, artista totale, performer, coreografo, creativo, motivato da sempre da una ricerca personale sul corpo come mezzo duttile di espressione luogo dei contenuti aperto alla ricerca , alla contaminazione, costantemente in movimento . Dal corpo, per estensione, nascono le opere materiche frutto di una ricerca di materiali diversi, spesso di scarto in cui gli oggetti tendono ad essere universalizzati attraverso la spinta intuitiva. Le opere si trovano ad un crocevia di diverse esperienze: la danza, la geometria, il tempo e lo spazio come misure legate al mondo bidimensionale e tridimensionale, cosi' gli elementientrano in scena. Si forma come danzatore, coreografo e performer in italia ed in seguito negli Stati Uniti, nei primi anni 90, dove vive e lavora per un periodo in cui alla danza affianca la frequentazione dell'accademia delle belle arti di new York con contatti ed esperienze con diversi giovani artisti del meet district.. il lavoro di danzatore e coreografo per un ventennio ('88 /2008) lo vede impegnato con diverse importanti compagnie di danza a livello internazionale collaborando e venendo a contatto con registi scenografi ed artisti. Crea performances per eventi e pubblicità. Partecipa alla Biennale di Venezia 2007 .

Questo discorso per dire che Salvator Spagnolo è uno dei pochi che desidera liberarsi dalle scorie tossiche, sia in senso metaforico che in senso letterale. Quasi a livello inconscio, e comunque animato da una vera e propria attrazione, va in cerca di materiali in disuso e di scarto. Il suo radar li avverte, i suoi piedi si fermano … e ha inizio un gioco di emozioni, suggestioni e misteri. Ciò che precede la sua fase creativa e fattiva è il silenzio, l’ascolto di quella forma, le potenzialità di trasformazione di quella materia. Il suo corpo si fa microbo e penetra le cellule di un organismo solo apparentemente inerte. I suoi piedi scalano montagne, il suo corpo traccia linee, braccia, mani e gambe fluttuano in quell’improbabile microcosmo, cercando forse amore, gioia, lucidità, paura, dolore, disillusione … Ciò che agli occhi comuni appare come rifiuto, a questo punto, viene non solo riabilitato, ma anche sublimato. Ora inizia per lui un’altra danza, un’altra coreografia, cioè la realizzazione di un’opera plastica, la creazione di una cosmogonia frutto di un pensiero corporeo, della fascinazione della materia, di un linguaggio capace di evocare l’aura della società contemporanea. Così, come lui danzatore è riuscito a diventare autore di se stesso, le sue opere visive hanno come elemento costitutivo il movimento del suo essere totale, la traccia delle sue perlustrazioni, del suo lavoro di riappropriazione della propria coscienza all’interno delle forme in dissoluzione e in ricomposizione della materia. L’artista varca il confine dell’in e dell’out, dell’interno e dell’esterno, si fa partecipe di un uguale movimento, di una stessa dimensione, forzando e violando la rigidità delle superfici fisiche e mentali. Il risultato del suo lavoro appare in un primo momento informale e astratto. Come, infatti, nell’arte informale degli anni 50 l'artista metteva in atto un processo di dissoluzione della forma nell'informe, così Spagnolo si esprime attraverso l’assenza di una forma chiaramente riconoscibile. Tuttavia, mentre i primi facendo ciò davano voce alle proprie ansie, sondavano le profondità della natura umana, gli istinti distruttivi alla luce delle drammatiche esperienze belliche, Spagnolo, invece, non distrugge la forma, ma recupera la casualità/causalità della materia dei suoi oggetti trovati, delle loro trasformazioni, della loro vita. Non è spinto da un istinto distruttivo, ma cognitivo. La sua pittura diventa quindi un completamento spazio temporale, un’appropriazione estetica totalizzante, una connotazione di carattere icastico, una ricerca di autenticità che non abbandona propositi mimetici. per questo motivo man mano compaiono al suo interno animali, alberi, orologi. Immagini che ripopolano quel mondo primordiale nato dall’azzeramento, dal collasso di una civiltà malata e implosiva. Abbatte il confine che separa l’irrazionale dal razionale, trova una via d’uscita che lo porta ad affermare la propria volontà di esistere in quanto artista.


4ma31 maggio-me1 giugno mda prOduziOni danza/d-Out

st 22

ovvero stanza numero 22

ideazione e coreografia rosaria iovine drammaturgia di gruppo testo Carmen iovine musiche autori vari con siliana Crocchianti, Cristina meloro, ilaria puccianti, sara rossi e rosaria iovine

da un'esperienza diretta la scelta del titolo -ST22- ovvero stanza numero 22 Lo spettacolo vuole essere un percorso attraverso i sensi deteriorati dalla detenzione‚ un percorso regressivo perché il carcere elimina o riduce la forza dei sensi che trasmettono emozioni. Siamo in carcere ed è subito disagio‚ un disagio registrato dai sensi e dal corpo nel suo complesso. Con la detenzione ha inizio un processo di regressione‚ un deterioramento a livello infantile ed animale. In scena 5 donne e 5 sacchi neri dell'immondizia che simboleggiano il vuoto avvolgente‚ il nulla minaccioso‚ il baratro aspirante della morte (d.gonin) e allo stesso tempo l'oppressione‚ la limitazione. Numerosi sono gli studi che dimostrano che chi entra in prigione viene colpito immediatamente da vertigini‚ i riferimenti abituali scompaiono velocemente‚ nulla più è rassicurante. La vista è penalizzata dai muri‚ dai cancelli‚ dalle porte. gli spazi sono immancabilmente limitati da ostacoli e lo sguardo non ha alcuna possibilità di riposare sulla linea d'orizzonte. In carcere c'è chi osserva e chi è osservato. Lo sguardo perde la reciprocità e i detenuti diventano oggetti della vista. L'udito diventa pigro e si disabitua a ogni tipo di suono. I rumori del carcere sono ripetitivi‚ l'udito non è sollecitato. Col tempo l'olfatto viene amputato‚ ci si dimentica degli odori della vita‚ della terra‚ delle piante. Il tatto è limitato‚ eliminato‚ auto-eliminato‚ censurato. Ed infine il gusto anch'esso condannato a svanire. I sapori finiscono per assumere un gusto universale: un disgustoso non-gusto. 4 quadri principali: 1° Quadro – Il cortile - durante l'ingresso del pubblico le donne consumano l'ora d'aria. Si muovono lentamente‚ cercano di guardare il più lontano possibile. “dondolandosi” attendono lo scorrere del tempo. 2° Quadro – Il Sacco- Inevitabilmente le 5 donne indossano il sacco (vuoto avvolgente‚ baratro aspirante). I corpi sono pericolanti‚ il gesto diventa precario e si perde la stabilità. La danza è un tentativo inutile di verticalità. Lo spazio limitato è privo di riferimenti. Si procede per linee perfettamente geometriche‚ il gruppo finisce per essere l' unico riferimento. 3° Quadro – Il gioco- Le donne raccontano della loro inadeguatezza. A volte fragili‚ a volte insicure e a volte dure raccontano del carcere. Il testo è poetico ed ironico allo stesso tempo. Un linguaggio semplice‚ ma colmo di metafore. Il movimento è ripetitivo‚ a volte lento‚ sospeso e a volte frenetico e fuori controllo.

Una produzione: mda produzioni danza e gruppo d- oUt con il contributo del ministero per i Beni e le attività Culturali

4° Quadro – Opa Cupa- Inno alla danza‚ alla vita‚ alla libertà. L'attenzione dal corpo si sposta all'anima. Ma le sofferenze inflitte all'anima sono intrappolate nel corpo‚ nei tessuti muscolari‚ sotto la pelle. Un corpo che rivendica la sua libertà


mDa Produzioni Danza è una compagnia stabile di ricerca e produzione coreografica riconosciuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. - www.danzamda.it Fondata nel 1977 da Hal Yamanouchi e Aurelio gatti‚ assume l’attuale denominazione nel 1990‚ a seguito dell’incontro fra Roberta Escamilla garrison e lo stesso gatti‚ già direttori artistici rispettivamente della EVERY dAY COMpANY e di MIMO dANZA ALTERNATIVA . da quel momento in poi si sono susseguite altre cinque "fusioni" : con la compagnia ISAdORA dUNCAN (1991) di Nicoletta giavotto‚ dANCE CONTINUUM di Roberto pace e Michael McNeill‚ COMpAgNIA86 di Marianna Troise‚ BALTICA di Marco Brega e Fabrizio Monteverde e AIRE di Sandra Fuciarelli (1993). MdA produzioni danza nasce dal progetto di realizzare un organismo di produzione coreografica caratterizzato dalla continuità del nucleo artistico e dalla stabilità della struttura organizzativa‚ dall’ambizione di maturare un progetto di ampio respiro in grado innanzitutto di salvaguardare i tempi della creazione e della ricerca. prende così vita una struttura organizzativa che‚ grazie all’apporto delle pluriennali esperienze di spettacolo delle originali formazioni‚ arricchisce ancora‚ con altre e nuove energie‚ il suo nucleo artistico‚ delineandosi nei termini di un punto di riferimento nel panorama italiano della produzione coreografica. Le collaborazioni tra MdA produzioni danza ed il coreografo Ian Sutton (Nothing Special‚ East Eats)‚ il regista patrick Latronica (due Madri)‚ il M° Sylvano Bussotti (Fedra’ncora)‚ Stefano Armati Mataro (La Fabula di Orfeo)‚ il M° germano Mazzocchetti (Orfeo‚ Minotauro)‚ il regista Lelio Lecis (Minotauro)‚ lo scrittore Augusto Mucchi (La Foresta Incantata) ed ancora con il M° Marco Schiavoni (Tre Civette‚ pulcinella)‚ Libby Nye (dancers in Exile)‚ la coreografa gabriela Corini (Miraggi)‚ il M° Fulvio Maras (Tango Eros)‚ il M° patrizio Marrone (Magnificat‚ Rossini Circus)‚ Nando Citarella (Ionica e Tango guappo)‚ Fabio Lorenzi (Romeo e giulietta‚ Odisseo‚ duna e Falcone), Marcello Fiorini ( Ione, proserpina, Satyricon Hotel), gli attori Elisabetta pozzi, Ernesto Lama, Cinzia Maccagnano e Sebastiano Tringali, i coreografi Silvia Vladimivsky (El Conventillo‚ Tango Eros)‚ Brunella de Biase (di Forma in Forma)‚ Fabrizio Favale (Elena)‚ Emma Scialfa (pòthos)‚ Simonetta Alessandri (danze Cosmiche)‚ Alice drudi (Tre per un Topo)‚ paola Rossi (La Voce della grande Madre)‚ giuseppe Bersani (O Sbarcare a Zarabang /Esercitazione x Forza)‚ Loris petrillo (Il Cece nel secchio, La pelle del popolo nudo, M come Medea) sono il segno di una attività vivace che aggrega differenti proposizioni artistiche‚ l’idea di compagnia intesa come polo di attrazione per le più eterogenee sensibilità sotto il comune denominatore dell’originale qualità nella ricerca artistica condotta dai suoi autori. ProDUzioni reCenti

2010

pULCINELLA - Teatro Vascello, novembre/ MNEMOSYNE - il ritorno di Afrodite - Teatro Antico di Morgantina, agosto / M. carne della mia carne - Teatro Antico di palazzolo Acreide, luglio/ ERINNI giungeranno - Teatro Antico di pausillypon, luglio/ AbeCedario Scarpelli - Fonderia '900, Roma aprile

2009 L'ATTESA le Erinni giungeranno - Teatro garibaldi di piazza Armerina / settembre, SATYRICON HOTEL - Teatro Romano di Ferento/ luglio , HERCULES FURENS - Teatro Romano di Volterra, luglio/ LE gEOMETRIE della passione - Teatro Margherita di Caltanissetta, marzo 2008 STRANgERS - Auditorium St Stephen's School di Roma, novembre/ LA pELLE del popolo nudo - Fonderia '900, Roma aprile/ pROCESSO per CIAULA - Festival delle Miniere,Trabonella Caltanissetta, settembre/ IONE - Tempio di Hera, Selinunte, agosto/ SORELLE dI SANgUE - Teatro Romano di Volterra, luglio/IL CICLOpE - Teatro Antico di Morgantina,luglio/ TOCCATA e FUgA - Teatro del Lido di Ostia, aprile 2007 IL RATTO dI pROSERpINA - Teatro Antico di Morgantina, agosto/ LA dUNA E IL FALCONE - Teatro Romano di Ferento, luglio/ CLITEMNESTRA - Festival Villa pamphili, Roma, luglio/ 8MAX - Auditorium St Stephen's School di Roma, aprile/ IL CECE NEL SECCHIO - follia e normalità - Scenario pubblico di Catania ,marzo


4gi 2 giugno tOCnadanza venezia

lO Oking Out da un universo femminile, guardando fuori.

Coreografia e interpretazione michela Barasciutti, marika vannuzzi, elisabetta rosso luci marco monteduro musiche F. schubert, J. s. Bach, musiche popolari

Una produzione: točnadanza venezia Comune di venezia – assessorato alle attività Culturali con ministero per i Beni e le attività Culturali, arco danza - regione del veneto

da un universo femminile, guardando fuori. Tre mondi diversi, tre linguaggi coreografici, tre letture differenti dell’essere donna. La dolcezza intima della memoria. L’energia della pulsazione vitale della voglia di essere. L’intimità di ricordi, di affetti, di domande che arricchiscono l’esistenza. Uno spettacolo scritto a sei mani da tre protagoniste della scena della danza italiana: Michela Barasciutti - direttrice di Tocnadanza (Micha Van Hoecke, ruolo di prima Ballerina in due enti lirici: gran Teatro “La Fenice” e “Carlo Felice” di genova in coppia con Vladimir derevianko, assistente alle coreografie di Bob Cohan e Robert North), Marika Vannuzzi (Solista per la Compagnia danzaprospettiva e assistente di coreografi come Larrio Ekson, Sylvie Mougeolle, Louc Bouy,Vittorio Biagi) e Elisabetta Rosso (Micha Van Hoecke, Robert Wilson e Susanne Linke)


Compagnia tocnadanza di Venezia Fondata e diretta da Michela Barasciutti nel 1991, con sede operativa e organizzativa a Venezia, è riconosciuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dal Comune e dalla provincia di Venezia e dalla Regione del Veneto Arcodanza. Sempre con le coreografie di Michela Barasciutti, vanta numerose co-produzioni con prestigiosissimi Enti e Festival quali La Biennale di Venezia, il Comune di Venezia, il Festival Internazionale Abano danza, la Rassegna Internazionale di danza “Il gesto e l’Anima” di Torino, il Festival Internazionale “Vignale danza” e il Festival di danza di Montegrotto Terme..Con la direzione artistica di Michela Barasciutti, Tocnadanza ha curato l’organizzazione delle rassegne di danza “danza Aperto” (Arena Candiani) a Mestre, e a Venezia “percorsi d’Autore – rassegna di nuovi coreografi”, la sezione “danza” di “Teatro in Campo” e “Veneziaindanza” al Teatro goldoni e Malibran. Il video dello spettacolo “Il silenzio degli uomini” fa parte del materiale esposto permanentemente al “Vladimir Vysotsky's Museum” a Koszalin, in polonia.

michela Barasciutti Ballerina e coreografa, nata a Venezia, si forma presso l’Accademia di danza di Luciana de Fanti. per due anni ha fatto parte della Compagnia di Balletto "L’Ensemble" di Bruxelles diretta da Misha Van Hoecke. Ha partecipato a numerose trasmissioni televisive (RAI 1, RAI 2, NBC).Ha spesso lavorato in Enti Lirici, ed in particolar modo al gran Teatro "La Fenice” sotto la direzione di coreografi e registi come A. Amodio, g. Cauley, g. Borni, pier’Allì, S. Bussotti, Bolognini, de Ana, Loiodice e altri. Ha ricoperto il ruolo di prima Ballerina in due enti lirici: gran Teatro “La Fenice” e al “Carlo Felice” di genova assieme a Vladimir derevianko.E’ stata assistente dei coreografi Bob Cohan e Robert North in “pictures”; per molti anni è stata invitata come docente ai Corsi di perfezionamento professionale per danzatori della Regione Veneto e la compagnia ospite de La Biennale di Venezia, la phoenix dance Theatre di Londra, ha richiesto la sua prestazione come “maitre de ballet”. Nel dicembre del 1991, fonda e dirige "TOCNAdANZA” e crea per questa molte coreografie in co-produzione con prestigiosissimi Enti e Festival.

marika Vannuzzi Studia con vari maestri di fama internazionale e in vari concorsi internazionali si classifica sempre nei primi posti. partecipa anche a vari Musical quali per es. “TOSCA, amore disperato” di Lucio dalla –Cor. d.Erzalow, “datemi tre Caravelle...” con A.preziosi - di M.durante e V.pennisi, Cor.gloria pomardi. Fa da Assistente Coreografo a Larrio Ekson, Sylvie Mougeolle, Louc Bouy ,Vittorio Biagi.partecipa molti galà internazionali e a trasmissioni televisive quali “XI Concerto di Natale in Vaticano”, premiazione gOLdEN gRAAL, premio alla carriera ad ENNIO MORRICONE ,Omaggio a NUOVO CINEMA pARAdISO- pax de deux. Cor. M.Vannuzzi.dal 1997 al 2008 ha al suo attivo varie creazioni coreografiche e danza, tra gli altri, come Solista per la Compagnia danzaprospettiva di Vittorio Biagi, coreografie dello stesso Biagi, di cui per 8 anni ne è stata assistente Coreografo, e oltre ad altre Compagnie e lavori, nel 2009 con la Compagnia Tocnadanza di Venezia in "Made in Italy" Cor. M. Barasciutti

elisabetta rosso Ha danzato in numerose compagnie quali: Arena di Verona, L’Ensemble diretto da Micha Van Hoecke, Balletto di Napoli diretto da Luciano Cannito, Torao Suzuki,Versilia danza, partecipa agli spettacoli dei registi: Roberto de Simone, Liliana Cavani, Mauro Bolognini, Lorenzo Mariani, pierluigi pier’alli, graham Vick, Remondi & Caporossi. dal 1993 partecipa alle produzioni del regista Robert Wilson: Hanjio-Hagoromo, T.S.E, persefone, Wings on rock, domus, The days before, Relative light, prometheus.Con Susanne Linke è presente in varie produzioni tra le Schritte Verfolgen (2006 - rappresentato anche alla Biennale danza 2008 a Venezia) Svolge anche un lavoro come coreografa per il teatro con nomi quali: R. de Simone, p. poli, S.Vartolo, C. Comencini diretta da Zubin Mehta ecc... Ha lavorato con Tocnadanza nelle produzioni “I vicoli dell’Anima” e “Il silenzio degli uomini” e "di Terra e di Altro".


4ve 3 giugno e-mOtiOn gruppO phOenix

Water raccontare l’acqua regia e coreografia Francesca la Cava musica originale angelo valori musica Água de Beber (antonio Carlos Jobim), (Águas de março) elis regina, Chove Chuva (Jorge Ben Jor) assistente alla coreografia paola Caranchini testi a cura di Francesco di vincenzo disegno luci stefano pirandello video-art alessandro petrini voce registrata emiliano torresi

interpreti stefania Bucci, annalisa Celentano, Flamini galluzzo, Francesca la Cava, teresa marcaida produzione: e-motion gruppophoenix, progetto “Febbrile agitazione 1” con il contributo di ministero Beni e attività Culturali e della regione abruzzo e il patrocinio di Comune di l’aquila e provincia di l’aquila.

WATER uno spettacolo che parla di acqua come fonte di vita, di piacere, di forza e paura, di ricerca e di speranza. Acqua: Acqua: Acqua: Acqua:

come fonte di ispirazione letteraria, musicale, vocale e di luoghi comuni. come materia che offre la possibilità di conoscere e di esplorare come risorsa preziosa, diritto alla vita e bene comune come tema interdisciplinare.

L’intento di WATER è di contribuire alla promozione dei saperi sull'acqua e del suo uso sostenibile. perché è importante promuovere il sapere sull’acqua? 1. “L’acqua è destinata a rivestire un’importanza sempre più rilevante nei rapporti tra gli Stati, con il rischio di dare origine a violenti conflitti”. 2. “In alcune regioni del mondo, la scarsità di acqua potrebbe diventare quello che la crisi dei prezzi del petrolio è stata, negli anni settanta: una fonte importante di instabilità economica e politica”. 3. “Nel mondo, un miliardo e 400 milioni di persone del pianeta non hanno accesso all’acqua potabile. Il rischio è grande che nell’anno 2025, quando la popolazione supererà gli 8 miliardi di esseri umani, il numero delle persone senza accesso all’acqua potabile aumenti a più di 3 miliardi”. 4. “L’acqua deve contribuire al rafforzamento della solidarietà fra i popoli, le comunità, i paesi, i generi, le generazioni”. È importante non sprecare questo nuovo oro blu del XXI° secolo. Inquinamento, sprechi e utilizzo della risorsa sono argomenti fondamentali nell’educazione familiare e scolastica dei nostri figli per non compromettere l'approvvigionamento, gli equilibri ambientali e la qualità della vita di tutti i cittadini. Lo spettacolo è preceduto da una videodanza girata nel depuratore di Marana a L’Aquila e nelle riserve del gran Sasso (gran Sasso acque di L’Aquila). La video danza illustra grazie all’arte e alla natura il percorso dell’acqua: dalla fonte all’uomo per imparare a non sprecare mai questa preziosa fonte di vita.


GrUPPo e-motion Compagnia di danza contemporanea con sede a L'Aquila, finanziata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalla Regione Abruzzo, dalla provincia dell’Aquila e patrocinata dal Comune dell’Aquila. (E-motion gruppo phoenix è l’unica compagnia professionale di danza riconosciuta dallo Stato per l’Abruzzo). direttore artistico è Francesca La Cava. produzioni: “Water” (2010), regia e coreografia di Francesca La Cava e musica originale di Angelo Valori, debutta a Vignale danza. “pentesilea: Wonder woman” (2009), regia e coreografia di Francesca La Cava e musica originale di Michelangelo del Conte. "Street dada - street mama" (2008), regia e coreografia di Francesca La Cava. “K 2007” (2007), regia e coreografia di Francesca La Cava e musiche originali di Marco Schiavoni, realizzata in collaborazione con “L’ottava edizione della settimana mozartiana” organizzata dal Teatro Marrucino di Chieti (Teatro Lirico d’Abruzzo). “Le spose degli dei” (2006) - primo studio della trilogia sull'Africa - regia e coreografia di Francesca La Cava, musiche originali e video di Marco Schiavoni, coprodotta dal Festival di Tagliacozzo (residenza artistica presso il Teatro Talia di Tagliacozzo). “La Mela d'oro” (2005) - primo studio della trilogia sulla mela, regia e coreografia di Francesca La Cava, musiche originali e video di Marco Schiavoni, coprodotta dal Festival di Tagliacozzo (residenza artistica presso il Teatro Talia di Tagliacozzo. La Compagnia ha collaborato e collabora alla realizzazione di numerosi eventi e produzioni: “Sguardi d’Africa” (2006), evento realizzato al Teatro Marrucino di Chieti, patrocinato dalla Regione Abruzzo, sponsorizzato dalla Banca NOMURA, a sostegno di AMREF, con la partecipazione di Rocco papaleo (l’evento è stato trasmesso in diretta su SKY). dal 2005 al 2008 organizza E-MOTION dANCE occupandosi di distribuzione di spettacoli di danza contemporanea nella regione Abruzzo. Nel 2010 organizza il Festival MOV-ART. Il cortometraggio “Apple killer” (2007) di Marco Schiavoni, prodotto dallo studio Zobit e dalla Compagnia “gRUppO e-MOTION” viene selezionato per partecipare al Sangiò Festival. Collabora con l'ASMEd Balletto di Sardegna nella produzione “Apple Killer“ (2006), secondo studio della trilogia sulla mela, regia e coreografia di Francesca La Cava, musiche originali e video di Marco Schiavoni. Nel 2010 produce la video danza WATER, realizzata a L’Aquila, finalista del concorso ACEA pure water. Collabora con L’Uovo - Teatro stabile d’innovazione per le produzioni “glass: trasparenze opalescenti” e “Morti a perdere”. Il “gRUppO e-MOTION” ha partecipato ai più importanti Festival nazionali ed è stata inserita nella programmazione dei maggiori Circuiti di distribuzione, quali: danzarte di Brescia, Circuito danza Lombardia, Scenario pubblico di Catania, Stagione del Teatro Sociale di Rovigo, Circuito Campano,Vignale danza, Teatro Nuovo di Torino, A.T.A.M., Festival nuova danza di Cagliari, Circuito danza del Trentino, Festival dA.TO. in Toscana, Teatro Marrucino di Chieti, Arteven e molti altri ancora. L’associazione ha ricevuto sponsorizzazioni da istituti bancari e aziende di rilevanza regionale, nazionale e internazionale: Carispaq, Nomura, Fondazione Carispaq, Engineering, Netadvisory. La reGia e La CoreoGraFia: FranCeSCa La CaVa Interessata all'analisi del Mito, all'antropologia e al teatro del "900, nei suoi lavori porta in scena il quotidiano, le denunce alla società e alla storia dei nostri tempi catapultando riti e culture nell'attuale sistema occidentale. E' interessata alla diversità fra i popoli e alla singolare personalità di ogni individuo-danzatore che esalta, talvolta con ironia, comunicando loro non i passi eseguiti da lei “coreografa” ma il significato di essi da interpretare secondo la propria personalità. Nel suo lavoro niente viene creato precedentemente ma nasce dalla magia che si crea in sala prove e dal rapporto tra lei e i danzatori. Amando profondamente il teatro, la verità del movimento e del gesto ma anche l’esaltazione di questo e il surreale, arricchisce la scena con diversi oggetti utili allo svolgimento drammaturgico della creazione.


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13 al 19 giugno

siddharta, da hermann hesse

laboratorio di teatro e danza condotto da giovanna summo e rosa morelli (regia)

A cento anni dal viaggio di Hermann Hesse nei “paesi indiani” un omaggio al poeta, allo scrittore, al pittore e al viaggiatore. Il laboratrio e’ un work in progress, costituito da varie tappe, che vedono come momento conclusivo uno spettacolo al Teatro Sala Uno di Roma a fine settembre 2011. Il Laboratorio è parte del progetto “A oriente, a oriente!” e prende ispirazione dal romanzo Siddhata di Hermann Hesse. Romanzo che ha illuminato molte generazioni, aprendo loro le porte a oriente. Esso racconta la storia di un giovane che va alla ricerca di sè ed intraprende un viaggio. Molti saranno gli incontri che lo cambieranno, forte della convinzione che nessuna acquisizione è definitiva, e che la conoscenza ha sempre innumerevoli aspetti da scoprire. Allo stesso modo, il laboratorio vuole mettere i partecipanti “in viaggio” con la domanda Cosa e’per voi l’Oriente?. Lasciando fluire immagini, ricordi, pensieri e trovando la forma appropriata per rappresentarli. Il fluire e’ uno dei temi principali, insieme a: la gravita’, la ripetizione, il non-fare, il vuoto.

L A B O R AT O R I O giovanna Summo, danzatrice e coreografa, vive e lavora tra l’Italia e l’India. dal suo debutto, nel 1979, ha collaborato con numerosi artisti nel campo della danza, teatro, arti visive, video, musica, seguendo e realizzando un suo progetto di connessione tra le arti, nella direzione di una sintesi poetica.parallelamente alla sua attivita’ artistica ha sempre svolto attivita’ didattica.

Sette incontri di c.a 4 ore ogn’uno dalle 16,oo alle 20,00 Iscrizione e laboratorio : 180,00 euro


Teatro danza Occidente Oriente “A oriente, a oriente!” di giovanna Summo da sempre l’oriente ha affascinato la cultura occidentale come mondo “altro”.Ma nello scorso secolo fascino e immaginazione, grazie alla maggiori conoscenze e scambi tra le due civilta’, sono diventati sempre piu’ concreti. Elementi significativi dell’arte e della filosofie orientali sono entrati pienamente all’interno della ricerca teatrale occidentale, creando nuove tecniche e poetiche, che hanno profondamente segnato lo sviluppo dell’arte moderna e contemporanea. Si pensi a Stanislavskij e grotowski nel teatro, e Ruth Saint denis e Matha graham nella danza, per citarne solo alcuni. Lo studio e la pratica del teatro orientale puo’ essere importante non solo per espandere la conoscenza ad una visione globale, piu’ articolata, ma anche a rileggere la nostra contemporaneita’ sotto una nuova luce. Ora piu’ che mai, nel caos della globalizzazione e delle tecnologie, si sente il bisogno di un approfondimento e riflessione sul significato e le motivazioni dell’arte. L’oriente nella sua quieta conservazione delle tradizioni, ha mantenuto vive le sua radici, e puo’ in tal modo aiutarci a reinventare le nostre. Ancora oggi in India e’ possibile vedere rappresentate tecniche come il Kuthiyattam, antico di 2000 anni, teatrodanza in lingua sancrita, dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanita’.Vedere questo teatro e’ come se per noi fosse ancora possibile oggi, accedere alle tecniche dell’antico teatro greco e romano. Come scrive Nicola Savarese nel Teatro e spettacolo tra Oriente e Occidente: “ La presenza di una musica fortemente ritmata dai tamburi e dalle nacchere, la versatilita’ degli attori che si esprimevano con elaborati gesti delle mani o delle dita, le danze abili ed aggraziate, sono tutti elementi che, ne siamo convinti, fanno assomigliare i pantomini romani agli energici teatri danzati dell’India come il kathakali o l’Odissi”. Il progetto propone un percorso di studio e di lavoro composto da: Lezioni di Tecnica kathakali. Laboratorio di Teatro/danza. Conferenze e proiezioni Video. dimostrazione di Lavoro e performance.


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23 al 26 giugno

Cassandra workshop condotto da hal yamanouchi e aurelio gatti e la partecipazione di elisabetta pozzi

per la messa in scena del mito Un nuovo lavoro dedicato ad una figura tra le più fragili tra le eroine classiche, con la straordinaria Elisabetta pozzi come protagonista di una drammaturgia ricca di suggestione ispirata a Euripide, Omero e Virgina Wolf. Attraverso il mito di Cassandra si giunge all'idea di una consapevolezza "solitaria" del percepire l'imminente , quasi a suggerire l'esistenza di una empatia universale, in cui la tragedia non è quanto avviene, ma l' "impotenza" a comunicarlo. Una messa in scena che prosegue l'esperienza di "Sorelle di Sangue – Crisotemi" e che si caratterizzata per l'uso di diversi codici espressivi, la musica, la danza e la parola – per restituire una lirica del tragico, scarna ed essenziale, in cui la contemporaneità "passa" attraverso l'interprete diventando significato del presente.

WORKSHOp La figura di Cassandra mi ha sempre affascinato e nello stesso tempo turbato. Profetessa non creduta.. Mi suggerisce la visione di un personaggio estremamente vivo che può arrivare ai giorni nostri per raccontarci qualcosa che ci riguarda molto da vicino. La consapevolezza (ora come allora ) degli errori commessi nel passato dai Padri , la porta ad essere talmente cosciente e lucida sul futuro che avverte l'inadeguatezza del linguaggio per dire del vivere nel presente all'ombra della distruzione. Questa nuova Cassandra è una donna contemporanea che attraverso un viatico " straordinario" ripercorre la veggenza inevitabile della conoscenza attraverso il mito e attraverso il racconto di questi si fa ella stessa Cassandra, ritrova le sue parole che pian piano diventano parole di oggi , il racconto di un mondo in cui la proliferazione di una tecnologia spesso distruttiva annulla il futuro, elimina ogni visione e prospettiva . Tre incontri sulla messa in scena di c.a 4 ore ogn’uno, tra le 15,oo e le 20,00 Iscrizione : 100,00 euro


Danze

SENSIBILE CONTEMpORANEO SENSIBILE

barbariche


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