Nel Silenzio

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Pina Inferrera

NEL SILENZIO a cura di

Gabi Scardi

Campanotto Editore


In copertina: Nel Silenzio 2013


A mia madre


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Nel silenzio in cui mi

rifletto lasciami

non chiamare il mio CorpoCostretto


NEL SILENZIO l lavoro di Pina Inferrera si connota per una profonda e continua attrazione per la natura; un’attrazione che si traduce in vibrazione emotiva, in relazione empatica e in esperienza esistenziale. Per lei la natura è luogo e materiale, e comprende l’uomo; è contemporaneamente dentro e fuori l’individuo. Anche per questo, tra l’uomo e la natura, Inferrera ravvisa un rapporto di profonda rispondenza. La sua riflessione ha riguardato, negli anni, paesaggio naturale e artificiale, il regno del nato e il regno del prodotto. Ma negli ultimi anni la sua attenzione si è andata concentrando su un luogo in particolare: gli argini di un lago montano in cui, in passato, un bosco si protendeva sino all’acqua. Questo lembo di terra poco frequentato è stato, un tempo, teatro di una drammatica aggressione; ancora oggi porta in sé la traccia sedimentata della violenza: è infatti disseminato di tronchi d’albero mozzati, sradicati. Eppure, lungi dall’arrendersi alla desertificazione, vive. I grandi tronchi non sono le uniche presenze ad abitarlo. Le sponde si trovano alternativamente al di sopra o al di sotto del livello dell’acqua; la quale, ritirandosi, vi disegna una serie di cerchi concentrici e lascia sulla terra una quantità di alghe che si presentano, di volta in volta, vive o già irrigidite, bruciate dal freddo o coperte di neve; mentre licheni di ogni colore proliferano in una perenne metamorfosi. Così, mentre le montagne si riflettono sullo specchio d’acqua, una delicata cortina rosa o bianca, o verde, sembra velare il terreno circostante. A ogni cambio di stagione lo scenario si rinnova. Mentre i tronchi restano; feriti e mutilati, ma non ripiegati in sé; sembra anzi che possano, malgrado tutto, continuare a vivere. Le loro forme rinviano a corpi umani, le loro estremità sono fluide e prensili: si protendono, si abbracciano, avviluppano un sasso con le radici o sembrano avanzare a passo di danza, quasi fossero animate di movimento proprio. La loro presenza di chimere, la loro straordinaria capacità di persistenza e il loro carattere di elementi attivi all’interno di un paesaggio già di per sé cangiante e ad ogni momento unico, conferiscono al luogo un’atmosfera interiore e un carattere onirico. Remota, intensa, lunare, questa sorta di terra incognita è diventata, per Inferrera, una tappa irrinunciabile: un luogo di raccoglimento, di scoperta e d’incontro; una riserva di vita e di mistero capace di mantenere nel tempo il proprio enigma e la propria forza di attrazione. Profondamente coinvolta nei confronti dell’ambiente e degli elementi naturali, attirata dalle forme, dalle posizioni evocative dei tronchi, dalla loro autonoma forza espressiva e dal loro potenziale simbolico, l’artista esprime un desiderio fusionale e un rapporto di feconda proiezione interpretandone le forme e attribuendo loro fantastiche personalità. Qui, immersa in una dimensione di emozionale compartecipazione, Inferrera può prendere le distanze dal vocìo, dal gesticolìo, dall’emergenza permanente; qui, in questo luogo disertato dall’uomo, ma capace di rinnovarsi continuamente, può trovare un silenzio e una corrispondenza interiore che da sempre ricerca. Gabi Scardi


NOTA BIOGRAFICA Dagli esordi l’indagine artistica di PINA INFERRERA è rivolta all’esplorazione della realtà circostante, e spazia dall’osservazione della natura, l’ambiente e l’uomo, all’analisi di reperti. In particolare l’artista ha indagato la realtà industriale di cui ha analizzato il rapporto con l’uomo e l’habitat. I materiali di scarto delle piccole o grandi industrie sono stati fotografati, recuperati e poi adoperati per la realizzazione di sculture dalle dimensioni imponenti, opere site-specific capaci di ridisegnare lo spazio. Dal Duemila Inferrera si è focalizzata sull’utilizzo della fotografia e del video. Dà vita a immagini che si muovono fra reale e surreale, panorami dalla natura incontaminata in cui l’uso particolare della luce suggerisce una dimensione emotiva ed esistenziale. Le sue opere sono pubblicate su cataloghi, libri d’arte, riviste, quotidiani, siti. Hanno scritto del suo lavoro: G. Scardi, R. Mutti, D. Curti, M. Campitelli, L. Caramel, M. Tagliafierro, R. Ridolfi, R. Moratto, M. Galbiati, M. Cilena Sanguini, C. Guerra, G. Bonomi, G. Gellini, R. Bellini, A. Madesani, T. Trini, G. Marziani, F. D’Amico, C. Canali, F. Gallo. Ha esposto oltre che in varie città d’Italia, anche a Londra, New York, Locarno, Lugano, Francoforte, Istanbul, Tournai, Parigi. Ha collaborato con la galleria Maria Cilena di Milano, la galleria Raffaella De Chirico di Torino, la galleria Giacomo Manzoni di Milano, la galleria Bruna Soletti di Milano. Nata a Messina, si è diplomata in scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera, vive e lavora a Mozzo (BG). www.pinainferrera.com

OPERE Nel Silenzio 2013 – Pag. 11, 12, 13, 14, 15. Rerum Natura 2012 – Pag. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 29, 30. Rerum Natura 2011 – Pag. 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22. Rerum Natura 2010 – Pag. 23, 24, 25, 26, 27, 28. Aurea Aura 2012 – Pag. 35, 36, 38. Aurea Aura 2011 – Pag. 31, 32, 33, 34, 37.


Questo volume a cura di Campanotto Editore è stato impresso a Pasian di Prato nel laboratorio d’arte Grafiche Piratello nel mese di aprile 2013

© 2013 Copyright Campanotto Editore Via Marano, 46 33037 Pasian di Prato (UD) Italia Tel. 0432/699390 Fax 0432/644728 c/c postale 16083339 e-mail: edizioni@campanottoeditore.it sito internet: http://www.campanottoeditore.it

È vietata la riproduzione, anche parziale, non autorizzata con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche a uso interno o didattico. L’illecito sarà penalmente perseguibile a norma dell’art. 171 della legge n. 633 del 22.04.1941. All rights reserved. No part of this book may be reproduced in any form or by any electronic or mechanical means including information storage and retrieval systems without permission in writing from the publisher, except by a reviewer who may quote brief passages in a review. ISBN 978-88-456-1363-0


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