Piacere Magazine n.65 / Aprile 2012

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Non avevo contatti e c’è stato un momento in cui avevo deciso persino di mollare. Sono tornato in Italia e non ho scritto praticamente niente per cinque mesi. In quel periodo però ho passato l’esame da giornalista professionista e mi sono convinto che forse era il caso di provarci ancora, per l’ultima volta. Così sono ripartito, ho chiesto consigli, ho studiato la situazione, mi sono fatto una lista di giornali che non avevano un corrispondente a New York e di persone a cui mandare proposte. Dopo neanche una settimana ho cominciato a collaborare con il sito del Corriere della Sera, con il Riformista e con Linkiesta. Poi si sono aggiunti Il Manifesto e Libero. Infine ho cominciato a collaborare anche con Il Post e ogni settimana scrivo un articolo sul sito di Studio. Per gran parte dell’inverno hai seguito da vicino le primarie del Partito Repubblicano.. Non vedevo l’ora iniziassero. Scriverne dal mio ufficio newyorkese (spesso lo Starbucks sotto casa) però non mi andava. Volevo essere lì, non volevo scrivere racconti di seconda mano come spesso si fa dopo aver letto i giornali. Così sono partito per l’Iowa. Ho scritto parecchi articoli ma non sono rientrato con le spese. La settimana dopo ho saltato il New Hampshire. Mentre seguivo il voto in TV ho capito che dovevo insistere. Dieci giorni dopo si sarebbe votato in South Carolina e in Florida, sono partito di nuovo e ho pensato di fare couchsurfing e viaggare in autobus, per risparmiare. In aeroporto ho aperto un blog (iltradingpost.wordpress. com) che già il secondo giorno ha cominciato ad avere centinaia di visite, cogliendomi ovviamente di sorpresa. Sono andato in autobus a Miami e

poi fino a Jacksonville e Tampa. In quei giorni ho deciso di continuare, finendo tutti i miei soldi pur di seguire Nevada e Colorado. E a Denver ho avuto la fortuna di intervistare Rick Santorum che il giorno dopo avrebbe vinto tre primarie diventando l’uomo del momento. A febbraio per riuscire a pagarti il viaggio e continuare a seguire le primarie hai rivolto un appello in rete e aperto un conto apposito. Nonostante il couchsurfing e l’autobus sapevo che non sarei mai riuscito a pagarmi il viaggio successivo. Ho deciso di provare a fare una raccolta fondi online. Avevo migliaia di lettori sul blog che mi incitavano a continuare, che mi scrivevano dicendomi che li avevo fatti viaggiare con me. Ho fatto un piano di viaggio e ho chiesto aiuto a tutti per racimolare 2.000 euro in due settimane. Alla fine ho ricevuto 3.600 euro, quasi tutti da persone che non conoscevo. E cosa consiglieresti a chi vorrebbe intraprendere un percorso come il tuo? Di metterci il massimo dell’impegno. L’ideale sarebbe trovare una buona idea e seguirla, o andare in un paese dove non ci sono corrispondenti ma

che potrebbe essere interessante per i giornali. Bisogna essere lungimiranti, guardare a cosa succederà nel prossimo mese o anno. Ad esempio il Brasile può essere una buona meta: è in continua crescita e nei prossimi anni ci saranno mondiali ed olimpiadi. Bisogna offrire ai giornali quello che non hanno. Cosa ti manca più di Perugia? I miei migliori amici sono emigrati quasi tutti ma ci sono alcune cose che mi mancano molto. L’intimità, le birre al Curdo, le serate al Loop, il centro a primavera, i vicoli, il Grifo, la mia famiglia (che sarà felice di essere dopo il Grifo, hehe) e i salumi umbri, che qua non si trovano e bisognerebbe importarli! Tornerai? In vacanza. A vivere no, non adesso. Mi piace qui, mi piacciono le persone e mi piacciono le opportunità. New York poi è una città che stimola le idee e la creatività. È un grande laboratorio pieno di energia dove tutti sono alla ricerca del proprio futuro.

facebook.com/and.marinelli twitter: @AndreaMarinelli umbri nel mondo*pm | 51


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