Winfred GAUL

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WINFRED GAUL due anni a Roma - opere 1959-1962

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edizioni peccolo livorno

Galleria Peccolo

WINFRED GAUL due anni a Roma - opere 1959-1962



E nrico C rispolti R olf L auter R oberto P eccolo

WINFRED GAUL due anni a Roma - opere 1959-1962

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I - 57123 livorno/italia piazza della repubblica, 12 tel./fax 0586 888509 e-mail: galleriapeccolo@libero.it

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7 settembre-11 ottobre 2013

16 maggio-30 giugno 2013


New York, 1962. Winfred Gaul nella sua mostra personale alla Robert Elkon Gallery

New York 1962. Winfred Gaul in seiner Einzelausstellung in der Robert Elkon Gallery

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Enrico Crispolti

Enrico Crispolti

Ri-ricordando Winfred a Roma

Nochmalige Erinnerung an Winfred in Rom

I due anni romani di Gaul fra scorcio dei Cinquanta ed esordio dei Sessanta (mezzo secolo fa!) li ricordo bene inquadrandoli subito in una duplice prospettiva. Quella del primo incontro con la sua pittura; e quella della conoscenza e frequentazione del personaggio, e del mio impegno critico (anzi storico-critico) sul suo lavoro, nel tempo. La prospettiva del primo intercettamento del suo lavoro, mi riporta appunto a prima che ci conoscessimo personalmente, negli anni in cui stavo studiando storicamente l’Informale, non soltanto europeo. Dunque il quadro di riferimento era appunto la sua iniziale esperienza fra le ultime leve di una vena di “astrazione lirica”, di movenza gestuale, alla quale era attento un giovane critico come Restany, in un quadro appunto europeo, ma anche particolarmente tedesco (intorno alla famosa Galerie 22, a Düsseldorf, che era allora, come la Renania, il fulcro dell’attività artistica tedesca, occidentale). La prospettiva della frequentazione riguarda invece l’incontro a Roma, avvenuto durante la sua permanenza di lavoro nella primavera 1961. E da allora durata assai a lungo, sia pure in progressivo allentamento per le distanze rispetto ai suoi frequenti spostamenti, non soltanto in Europa. Frutto delle frequentazioni romane è stato il consistente testo (storico e insieme interpretativamente attuale) con il quale lo ho presentato in catalogo in due importanti personali, nell’autunno del 1961 stesso, nella Galleria Blu, di Peppino Palazzoli a Milano (allora punto di riferimento per la molteplicità di interessi e la solidità dell’impegno di supporto) e, nella primavera del 1962,

An die beiden römischen Jahre Gauls zwischen dem Ende der fünfziger und dem Beginn der sechziger Jahre (vor einem halben Jahrhundert!) erinnere ich mich gut, wobei ich sie gleich in eine zweifache Perspektive einordne. Die der ersten Begegnung mit seiner Malerei und die des Kennenlernens und Verkehrens mit seiner Person sowie meines kritischen (besser gesagt historisch-kritischen) Engagements bezüglich seiner Arbeit im Lauf der Zeit. Die Perspektive meines ersten Zusammentreffens mit seiner Arbeit führt mich genau zu der Zeit vor unserem persönlichen Kennenlernen zurück, zu den Jahren, in denen ich das Informel, nicht nur das europäische, historisch untersuchte. Daher war der Bezugsrahmen seine anfängliche Erfahrung unter den jüngsten Vertretern einer Ader „lyrischer Abstraktion“ mit gestischer Gebärde, die ein junger Kritiker wie Restany innerhalb einer europäischen, aber besonders auch deutschen Szene aufmerksam verfolgte (um die damals berühmte Galerie 22 in Düsseldorf, zu jener Zeit wie das gesamte Rheinland Mittelpunkt des westdeutschen Kunstschaffens). Die Perspektive des persönlichen Umgangs betrifft dagegen unsere Begegnung in Rom, die während seines Arbeitsaufenthalts im Frühjahr 1961 stattfand. Und dieser Umgang hielt danach für ziemlich lange Zeit an, auch wenn er sich allmählich aufgrund der Entfernung während seiner häufigen Reisen nicht nur in Europa abschwächte. Ergebnis der römischen Begegnungen war der inhaltsreiche (historische und gleichermaßen von der Interpretation her aktuelle) Text, mit dem ich ihn im 3


a L’Attico, di Bruno Sargentini, inserendolo nell’estate seguente nella grande rassegna internazionale Alternative Attuali nel Castello Spagnolo de L’Aquila (la prima delle tre edizioni di questa iniziativa espositiva che ha proposto il modello di mostra “critica”, di taglio saggistico). Frutto invece della lunga frequentazione successiva, sia pure più frammentaria e in buona parte appunto a distanza, è stata la presentazione alla sua antologica d’una trentina d’anni di lavoro, nel 1982, nella Pinacoteca di Macerata. Il cui sottotitolo sintetizzava quasi rubricalmente passaggi e componenti di quei trentanni: “segno, disegno, traccia, pittura, memoria”. In un transito problematico piuttosto disinvolto dal gestualismo lirico, ad oggettualizzazioni segnicoformali “contemplative” (come proprio a Roma nel 1961), poi a suggestioni “pop”, a costruzioni formali astratte, coloratissime (che a Düsseldorf hanno fatto scuola), e poi a una loro estrema ma razionalissima decantazione strutturale segnica (la serie Markierungen di metà anni Settanta), fino a un recupero di libertà segnica lirica, soprattutto affidata a pastelli, in occasioni brevi, spesso molto intense. Frutto infine della memoria di quella lunga frequentazione è proprio il ricordo del dialogo romano che Roberto Peccolo ha pubblicato nel catalogo della mostra, nel 2009, a sei anni dalla scomparsa, dedicata ai suoi dipinti strutturalmente rigorosissimi ma di accesa tensione lirica interna, vibranti quasi musicalmente; appunto di metà anni Settanta. In quel testo ho ricordato puntualmente come la frequentazione romana del 1961 si ponesse entro una situazione di grande attenzione, nel dibattito critico in particolare nella capitale, alla situazione tedesca, sia storica che attuale, fra trascorse esperienze informali e ricerche dialetticamente ulteriori (fra Baumeister, Buchheister, Winter, Geiger, Götz e Hoehme, e appunto Gaul). Con un’intensità e articolazione, che nella stessa Germania non aveva altrettanto luogo. 4

Katalog von zwei wichtigen Einzelausstellungen präsentierte: schon im Herbst des Jahres 1961 in der Galleria Blu von Peppino Palazzoli in Mailand (damals ein Anhaltspunkt dank der vielfältigen Interessen und des soliden unterstützenden Einsatzes) und im Frühjahr 1962 in L’Attico von Bruno Sargentini, während ich ihn im folgenden Sommer in die große internationale Ausstellung Alternative Attuali (Aktuelle Alternativen) im Castello Spagnolo in L’Aquila einbezog (die erste von drei Veranstaltungen dieser Ausstellungsinitiative, die das Modell einer „kritischen“ Schau mit essayistischem Zuschnitt vorstellte). Ergebnis des langen, wenn auch fragmentarischeren Umgangs in der Folge, wie gesagt auf Distanz, war dagegen die Einführung zu seiner Anthologie von etwa dreißig Jahren Arbeit 1982 in der Pinakothek von Macerata. Ihr Untertitel fasste quasi wie ein Verzeichnis Passagen und Bestandteile jener dreißig Jahre zusammen: „Zeichen, Zeichnung, Spur, Malerei, Erinnerung“. In einem eher unbefangenen problematischen Übergang von lyrischer Gestualität zu „kontemplativen“ formal-zeichenhaften Objektbildungen (wie eben 1961 in Rom), dann zu „Pop“-Einflüssen, zu sehr farbigen abstrakten Formgebilden (die in Düsseldorf Schule gemacht haben), weiter zu einer extremen, doch höchst rationalen strukturellen Klärung des Zeichens (die Serie Markierungen von Mitte der siebziger Jahre), bis zu einer erneuten Freiheit des lyrischen Zeichens, die bei kurzen, oft sehr intensiven Gelegenheiten vor allem den Pastellen anvertraut wird. Ergebnis des Zurückdenkens an jenen langen Umgang mit ihm ist schließlich meine Erinnerung an den römischen Dialog, die Roberto Peccolo im Katalog zur Ausstellung 2009 sechs Jahre nach Gauls Tod veröffentlichte. Sie war seinen von der Struktur her sehr strengen, doch fast musikalisch vibrierenden Gemälden mit betonter innerer lyrischer Spannung eben von Mitte der Siebziger gewidmet.


Del resto la situazione romana allora era molto viva e il dibattito critico, fondato sull’informazione e il confronto, aveva diversi punti di riferimento, espositivi. Occasionalmente, ma acutamente, a cominciare dalla stessa GNAM, che, per esempio, nel 1958, ad appena due anni dalla scomparsa, ha ospitato una formidabile retrospettiva di Pollock, e in quello stesso anno una stimolante rassegna come Pittori tedeschi e italiani contemporanei, alla quale prendeva parte il trentenne Gaul (ma dove ho apprezzato anche la forza iconico-materica di Schultze). Fra le Gallerie, un polo soprattutto di valorizzazione storica era rappresentato da La Medusa, con il suo “bollettino” (con interessi storici da Baumeister a Winter, a Geiger, quanto ai tedeschi, e sull’attualità, per esempio, Moreni). Mentre L’Attico ha rappresentato un punto di riferimento molto importante sia come valorizzazione d’un dibattito di posizioni entro

In jenem Text habe ich mit Genauigkeit daran erinnert, wie sich unser gegenseitiger Umgang 1961 in Rom in einen Rahmen der kritischen Debatte besonders in der Hauptstadt einfügte, die sowohl der historischen als auch aktuellen deutschen Situation zwischen vergangenen informellen Erfahrungen und dialektisch darüber hinausgehenden Untersuchungen (zwischen Baumeister, Buchheister, Winter, Geiger, Götz sowie Hoehme und eben Gaul) große Beachtung schenkte. Eine Debatte von solcher Intensität und Ausführlichkeit, wie sie nicht einmal in Deutschland selbst stattfand. Im Übrigen war die römische Situation damals sehr lebendig, und die kritische Debatte, auf Information und Auseinandersetzung gegründet, hatte verschiedene Bezugspunkte, was Ausstellungen betraf. Angefangen bei der gelegentlich, aber deutlich dazu gehörenden GNAM (Galleria Nazionale d’Arte Moderna), die zum

Roma, 1961. Galleria La Salita, inaugurazione mostra Tano Festa. Tra gli altri, da sinistra a destra Giulio Turcato, Winfred Gaul, Francesco Lo Savio, Tomaso Liverani, seduti Mario Schifano, Plinio De Martiis

Rom 1961. Galleria La Salita, Eröffnung der Ausstellung Tano Festa. Von links nach rechts unter anderen Giulio Turcato, Winfred Gaul, Francesco Lo Savio, Tomaso Liverani, sitzend Mario Schifano und Plinio De Martiis

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l’orizzonte informale (fra cui Fontana, Fautrier, Matta, Leoncillo, Mannucci, Vacchi), sia come apertura a ulteriori prospettive di ricerca (da Possibilità di relazione a Hoehme, ad Adami). In certo modo vi si contrapponeva La Tartaruga, per un verso più legata ai romani (da Mafai ad Afro, Corpora, Scialoja,Colla, ma anche attenta ai nordamericani, da Kline a Marcarelli, e che poi all’inizio dei Sessanta ha giocato la carta della nuova generazione romana, a cominciare da Ceroli e Schifano). Mentre L’Odyssia ha giocato anch’essa un ruolo di contributo significativo alla maturazione del dibattito transgenerazionale informale-figurazione postinformale (fra Morlotti, Somaini, Vacchi). Ma altre gallerie partecipavano con indicazioni significative: per esempio La Salita (Burri, Morlotti, Vedova), l’Alibert (Cagli). Mentre la tradizione figurativa realista era la polarità tutelata da La Nuova Pesa (a cominciare da Guttuso), tuttavia nel corso dei Sessanta con aperture sulle novità “neoespressioniste” (Vacchi, Fieschi). Roma insomma era molto viva, certamente come non ora. Perché? La ragione credo che fosse la disponibilità al confronto e al dibattito critico (più che in galleria, la sera in trattoria); dibattito che si fondava su un confronto fra generazioni diverse. Da quella del magistero di Lionello Venturi, alla presenza intelligente quanto prudente della generazione successiva degli Argan e dei Brandi, a quella azzardata e innovativa dei giovani, che andava da Ponente, a Calvesi, al sottoscritto. Si guardava, si leggeva, ci si confrontava, non si aveva timore del dibattito ed eventualmente dello scontro. Un testo poteva provocare scompiglio (come il mio per la straordinariamente potente mostra di Vacchi informale a L’Attico nel 1958). Pare di sognare, ricordandolo, oggi che qualsiasi cosa si scriva nessuno la leggerà seriamente, ed è destinata soltanto a futura memoria. Imperando il perbenismo quietistico dell’ufficialità soporificamente lobbystica e abominevolmente redditizia. 6

Beispiel 1958 eine großartige Retrospektive von Pollock, knapp zwei Jahre nach dessen Tod, und im selben Jahr eine anregende Schau wie Pittori tedeschi e italiani contemporanei (Zeitgenössische deutsche und italienische Maler) zeigte, an welcher der dreißigjährige Gaul teilnahm (wo ich aber auch die ikonisch-materielle Kraft von Schultze sehr schätzenswert fand). Unter den Galerien repräsentierte La Medusa mit ihrem „Bulletin“ (mit historischen Interessen von Baumeister bis Winter bis Geiger, was die Deutschen betraf, und an der Aktualität, zum Beispiel Moreni) einen Pol vor allem historischer Auswertung. L’Attico dagegen stellte einen sehr wichtigen Anhaltspunkt dar, gab einerseits der Debatte von Positionen innerhalb des informellen Horizonts Gewicht (Fontana, Fautrier, Matta, Leoncillo, Mannucci, Vacchi) und war andererseits aufgeschlossen für weitere Untersuchungsperspektiven (von Possibilità di relazione zu Hoehme und zu Adami). In gewisser Weise stand dazu im Gegensatz La Tartaruga, in mancher Hinsicht mehr den Römern verbunden (von Mafai bis Afro, Corpora, Scialoja, Colla, aber auch mit Beachtung der Nordamerikaner von Kline bis Marcarelli, die schließlich zu Beginn der Sechziger auf die neue römische Generation setzte, angefangen bei Caroli und Schifano). Während auch L’Odyssia eine Rolle spielte mit ihrem wichtigen Beitrag zur Heranbildung der Debatte zwischen den Generationen Informel – postinformelle Figuration (zwischen Morlotti, Somaini, Vacchi). Doch weitere Galerien beteiligten sich mit bezeichnenden Hinweisen: zum Beispiel La Salita (Burri, Morlotti, Vedova) und Alibert (Cagli). La Nuova Pesa verteidigte dagegen den Pol der realistischen figurativen Tradition (angefangen bei Guttuso), allerdings im Lauf der Sechziger mit Öffnungen zur „neoexpressionistischen“ Neuheit hin (Vacchi, Fieschi). Rom war also sehr lebhaft, gewiss nicht wie heute. Warum? Der Grund lag, glaube ich, in der Bereitschaft


E Gaul in quel dibattito, a suo modo, portava le ragioni d’una riflessione in proprio in particolare sulla cultura del colore, che ancor oggi rimane un’inalienabile componente d’identità del mondo della comunicazione visiva. Anzi sul colore emotivamente inverato soprattutto nel segno. Quella era la Roma che amava frequentare, quella la Roma sullo sfondo della quale dialogavamo, ci informavamo e discutevamo. aprile 2013

zur Konfrontation und zur kritischen Debatte (weniger in der Galerie als am Abend in der Trattoria), die auf einer Gegenüberstellung verschiedener Generationen beruhte. Von der Meisterschaft eines Lionello Venturi über die ebenso intelligente wie besonnene Präsenz der nachfolgenden Generation von Argan und Brandi bis zur wagemutigen, innovativen Anwesenheit der Jüngeren, die von Ponente zu Calvesi und zum Autor dieses Textes reichte. Man betrachtete, man las, man setzte sich auseinander, man hatte keine Furcht vor Debatten und eventuellem Streit. Ein einzelner Text konnte für Aufruhr sorgen (wie meiner für die außergewöhnlich wirkungsvolle Ausstellung von Vacchi 1958 in L’Attico). Erinnert man sich daran, scheint man zu träumen, da heute, egal was man schreibt, niemand es mehr ernsthaft liest und es für die zukünftige Erinnerung bestimmt ist. Während der inaktive Konformismus des einschläfernd lobbyistischen und abscheulich auf Gewinn bedachten Offiziellen vorherrscht. Und Gaul brachte in die damalige Debatte auf seine Art die Gründe für eine eigenständige Reflexion vor allem über die Kultur der Farbe ein, die noch heute eine unveräußerliche Identitätskomponente der Welt der visuellen Kommunikation bleibt. Genauer gesagt über die emotional glaubhafte Farbe besonders im Zeichen. So war das damalige Rom, das er so gern besuchte, jenes Rom, vor dessen Hintergrund wir Dialoge führten, uns informierten und diskutierten. April 2013

Roma 1962, dépliant mostra personale presso Galleria L’Attico

Rom 1962. Faltblatt der Einzelausstellung in der Galleria L’Attico

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D체sseldorf, 1959-60. Winfred Gaul durante la lavorazione di un suo Wischbilder

D체sseldorf 1959-60. Winfred Gaul w채hrend der Arbeit an einem seiner Wischbilder

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Rolf Lauter

Rolf Lauter

Winfred Gaul o l’inizio della Pittura Analitica. Opere degli anni 1953-1961

Winfred Gaul oder der Beginn der analytischen Malerei. Werke aus den Jahren 1953-1961

Pittura come pittura

Malerei als Malerei

Winfred Gaul è un artista che non può essere facilmente inserito in nessuna corrente artistica. Dopo i primi tentativi, nel campo della letteratura e nella ricerca del mezzo espressivo a lui più consono all’interno delle arti figurative, a partire dal 1953 si dedica interamente alla pittura. Osservando l’opera nel suo complesso, si può definire come un pittore che sin dall’inizio della sua attività artistica, e fino ad oggi, ha perseguito una costante analisi della pittura cioè ha lavorato ad una pittura che esalta a tema il continuo confronto con i suoi stessi fondamenti. Per quanto numerosi siano i tentativi di un approccio storico-artistico al suo lavoro, pochi sono stati sinora i tentativi di studiare scientificamente l’artista e la sua opera quale unità complessiva. Ma è proprio in Winfred Gaul che è possibile rilevare quel costante atteggiamento concettuale e creativo di fondo che è anche peculiare per altri artisti della sua generazione. La sua opera rispecchia, con poche eccezioni, l’evoluzione della pittura informale europea dopo il 1945. Senza che si possa parlare di un’intenzione dell’artista di collegarsi alle diverse tendenze stilistiche succedutesi, tuttavia tutte le possibilità creative della pittura, come si produssero più che altro nel periodo che iniziò nel 1945, sono per Gaul delle posizioni diverse a partire dalle quali sviluppare sempre di nuovo e nei modi più disparati il tema della “pittura in quanto pittura”.

Winfred Gaul ist ein Künstler, der sich in keine Kunstrichtung und keine Stiltendenz einordnen lässt. Er hat sich -nach anfänglichen Versuchen auf dem Gebiet der Schriftstellerei und der anschließenden Suche nach dem geeigneten Ausdrucksmedium innerhalb der bildenden Kunst- seit 1953 ganz der Malerei zugewandt. Mit Blick auf sein bis heute entstandenes Gesamtwerk kann er als ein Maler bezeichnet werden, der von Beginn seiner künstlerischen Tätigkeit an bis heute der analytischen Malerei verpflichtet ist, d.h. einer Malerei, die die Auseinandersetzung mit ihren eigenen Grundlagen thematisiert. So viele Ansätze einer kunsthistorischen Annäherung an sein Werk auch in der Literatur zu finden sind, so wenige Versuche hat es bisher gegeben, den Künstler und sein Werk als eine komplexe Einheit wissenschaftlich zu untersuchen. Gerade an Winfred Gaul lässt sich aber das Streben nach einer sich ständig erneuernden konzeptuellen und gestalterischen Grundhaltung aufzeigen, wie sie vielen Künstlern seiner Generation eigen ist. Sein Werk spiegelt mit wenigen Ausnahmen die Entwicklung der gegenstandlosen europäischen Malerei nach 1945 wider, ohne dass man dabei aber von einer Absicht des Künstlers sprechen könnte, sich verschiedenen Stiltendenzen anzuschließen. Vielmehr sind alle gestalterischen Möglichkeiten der Malerei, wie sie vor allem in der Zeit seit 1945 entwickelt wurden, für Gaul verschiedene Positionen, von denen aus er das Thema 9


Sulla base di una scelta di opere del periodo che va dal 1953 al 1961, cioè le prime dell’artista, alcune osservazioni fondamentali su singole fasi e opere ci aiuteranno a concretizzare la concezione strutturale dell’artista che percorre, come un motivo conduttore, l’intera sua opera, e quindi proveremo a definire la sua collocazione nella storia dell’arte degli anni ’50. La limitazione del materiale sui lavori dal 1953 al 1961, proposta da Roberto Peccolo, ha un senso in quanto le opere del periodo citato, nonostante la loro diversità, costituiscono un’unità e in esse possono essere evidenziate tutte quelle idee fondamentali dell’artista che si manifesteranno poi nelle successive fasi o gruppi di opere. (...) Dalla monocromia alla concretizzazione della forma Con i Wischbilder (Quadri strusciati) Gaul raggiunge un punto che mostra la realtà del puro colore e i limiti della pittura. Un ulteriore sviluppo di concetti compositivi in questo ambito non era più possibile. La conseguenza che l’artista ne trae è la ricerca, la progressiva concretizzazione e la relativa costruzione della “forma” negli anni dal 1961 al 1962. Nel 1961, che nell’opera complessiva dell’artista deve essere classificato come l’anno del capovolgimento e del radicale nuovo inizio, Gaul inserisce nelle sue immagini, per principio ancora monocrome, delle zone di altri colori come strisce, figure rotonde o motivi di bersagli rotondi, compiendo così il passaggio alla struttura composta. Non è più il processo pittorico a trovarsi in primo piano, ma la formulazione di strutture formali fondamentali. I quadri del 1961 stanno, da una parte, alla fine di uno studio analitico delle forme espressive dell’informale come anche degli elementi formativi quali ‘linea’ e ‘colore’ e inoltre essi rappresentano contemporaneamente l’inizio di un nuovo corso artistico. 10

“Malerei als Malerei” immer wieder auf die vielfältigste Art und Weise untersucht. Anhand einer Auswahl von Werken aus der Zeit von 1953 bis 1961, d.h. aus dem Frühwerk des Künstlers, sollen einige grundlegende Beobachtungen zu einzelnen Werkphasen und Werken das strukturale Grundkonzept des Künstlers, das sich als Leitlinie durch sein gesamtes Œuvre zieht, konkretisieren und damit seine Stellung innerhalb der Kunstgeschichte der 50er Jahre verdeutlichen. Eine Begrenzung des Materials auf Arbeiten aus der Zeit von 1953-1961, wie sie Roberto Peccolo vorgeschlagen hat, ist insofern sinnvoll, als die in dem genannten Zeitraum entstandenen Werke verschiedenartiger Gestaltungsarten dennoch eine Einheit bilden und sich an ihnen all diejenigen übergreifenden Grundgedanken des Künstlers aufzeigen lassen, wie sie sich auch in späteren Werkphasen und Werkgruppen manifestieren. (...) Von der Monochromie zur Konkretisierung der Form Mit den “Wischbildern” erreichte Gaul einen Punkt, der die Realität der reinen Farbe vor Augen führt und die Grenzen der Malerei aufzeigt. Eine Weiterentwicklung bildnerischer Gedanken auf diesem Gebiet war kaum mehr möglich. Die Konsequenz, die der Künstler daraus zog, war die Suche, die allmähliche Konkretisierung und die anschließende Ausbildung der ‘Form’ in den Jahren 1961 bis 1962. Im Jahre 1961, das im Gesamtwerk des Künstlers als Jahr des Umbruchs und radikalen gestalterischen Neuansatzes eingestuft werden muss, fügte Gaul in seine im Ansatz noch monochromen Bilder andersfarbige Zonen wie Streifen, Kreisfiguren oder Kreisscheibenmotive ein und vollzog damit den Wandel zur komponierten Bildstruktur. Nicht mehr der Malprozess ist vorrangig, sondern die Formulierung grundlegender Gestaltbildungen.


Questo nuovo periodo può essere individuato anzitutto nel gruppo di opere, in questa sede non trattate, dei Verkehrszeichen und Signale (1963-1969) (Segnali stradali e Segnali) del 1963-1969, in cui Gaul attraverso un intenso confronto con le possibilità espressive della ‘forma’, tratta un ulteriore capitolo del tema della “pittura in quanto pittura”, che è fondamentale per la sua opera e che poi ha ancora sviluppato fino ad oggi in altri gruppi di opere. Dal punto di vista della “pittura in quanto pittura”, Gaul ha fatto qualcosa di molto importante per l’uomo e per la conoscenza del fruitore in riferimento alla pittura e deve essere considerato come un precursore che, in un’epoca eminentemente plastica ha cercato sempre di diffondere un “ritorno alla pittura” e ai suoi fondamenti per dare a tutti noi nuovi impulsi e su rinnovate basi. «Se do uno sguardo complessivo al mio lavoro fino ad oggi mi viene in mente un paragone nell’ambito della biologia. Come la varietà delle specie e la ricchezza delle forme di vita possono essere spiegate solo se si pone l’ipotesi di un permanente processo di mutazione, così la varietà dei temi, dei progetti e interessi che sono tipici del mio lavoro non si devono spiegare come una teoria evolutiva lineare, ma sono comprensibili solo se si parte dal principio che la tendenza alla mutazione è più forte della tendenza alla continuità».1

Die Bilder des Jahres 1961 stehen einerseits am Ende einer analytischen Beschäftigung mit den Ausdrucksformen des Informel sowie mit den bildnerischen Elementen ‘Linie’ und ‘Farbe’, bilden andererseits aber gleichzeitig den Beginn für einen künstlerischen Neuansatz. Dieser Neuansatz lässt sich zunächst in der großen, hier nicht mehr berücksichtigten Werkgruppe der “Verkehrszeichen und Signale” (1962-1967) erkennen, in der Gaul durch die intensive Auseinandersetzung mit den Ausdrucksmöglichkeiten der ‘Form’ ein weiteres Kapitel des für sein Werk grundlegenden Themas “Malerei als Malerei” behandelte und das er dann in anderen Werkgruppen bis heute weiterentwickelt hat. Unter dem Aspekt der “Malerei als Malerei” hat Gaul Wichtiges für die Gattung und für das Bewusstsein des Rezipienten in bezug auf die Malerei geleistet, ist er als einer der Wegbereiter zu bezeichnen, die in einem eminent plastischen Zeitalter immer wieder das “Zurück zur Malerei” und zu ihren Grundlagen propagiert haben, um der Gattung durch eine neue Basis neue Impulse zu geben. «Wenn ich mein Werk bis heute überblicke, so drängt sich mir ein Vergleich aus der Biologie auf. So wie die Vielfalt der Arten und der Reichtum der Formen des Lebens sich nur erklären lässt, wenn man einen permanenten Mutationsprozess annimmt, der ständig Neues gebiert, so ist die Vielfalt der Themen, Entwürfe und Interessen, wie sie für mein eigenes Werk typisch ist, nicht mit einer linearen Evolutionstheorie zu erklären, sondern nur verständlich, wenn man davon ausgeht, dass die Tendenz zur Mutation stärker ist als die zur Kontinuität».1

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Citazione di W. Gaul tratta dal manoscritto “Le difficoltà del pittore a scrivere su se stesso”, novembre 1982 che l’artista ha gentilmente messo a disposizione dell’autore.

1 Zitat W.Gaul, entnommen dem Manuskript “Die Schwierigkeiten des Malers beim Schreiben über sich selbst”, November 1982, das der Künstler dem Autor freundlicherweise zur Verfügung gestellt hat.

(Estratto dal catalogo “Winfred Gaul”, Edizioni Roberto Peccolo Livorno Nr.2. Febbraio 1987)

(Auszug aus dem Katalog “Winfred Gaul”, Edizioni Roberto Peccolo Livorno Nr.2. Februar 1987)

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Milano, ottobre 1961 Catalogo mostra personale Galleria Blu

Mailand, Oktober 1961 Katalog der Einzelausstellung in der Galleria Blu

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Roberto Peccolo

Roberto Peccolo

Winfred e l’Italia

Winfred und Italien

Winfred Gaul amava molto l’Italia dove veniva, appena gli era possibile, per mostre e vacanze. Ha anche vissuto per lunghi periodi in Italia dove ha affittato casa: negli anni ’60 per 2 anni a Roma, in Liguria a Genova-Boccadasse per oltre 1 anno, e a S.Andrea di Rovereto vicino a Chiavari, per oltre 10 anni. Ne sono esemplari queste due lettere dal tono e dall’umore completamente contrapposte. Il 30.11.2002 in occasione della mostra: “La Galleria del Deposito” al Museo di Villa Croce di Genova aveva inviato questa dichiarazione, ora pubblicata nel catalogo della mostra: «Il mio legame con l’Italia risale ad un lontano passato. Non fu però la tradizionale nostalgia del ceto colto tedesco per le testimonianze dell’antichità a spingermi nel “paese dove fioriscono i limoni”, ma il fatto che già all’inizio della mia carriera di pittore trovai critici, galleristi, collezionisti a Milano, Roma, più tardi – poi – a Genova, Livorno, Firenze e Torino che trovavano i miei quadri abbastanza interessanti da esporli ed acquistarli. Il primo passo lo fece il leggendario pioniere dell’avanguardia in Italia, Guido Le Noci, con una mostra personale alla Galleria Apollinaire di Milano nel 1957. Avevo lasciato l’Accademia d’Arte solo due anni prima. In quell’occasione feci anche la conoscenza di Panza di Biumo e della sua grandiosa collezione dei grandi Action-Painters americani. In seguito ebbi molti contatti facendo amicizie, quindi per tanti anni passai spesso più tempo in Italia che non nel mio paese. Così m’invitarono anche a GenovaBoccadasse, (dove ho vissuto per 2 anni) e dove Eugenio Carmi e Paolo Minetti dirigevano la Galleria

Winfred Gaul hatte eine große Liebe zu Italien und kam in dieses Land, sobald es ihm möglich war, zu Ausstellungen und in Ferien. Zu verschiedenen Zeiten lebte er auch in Italien und mietete Wohnungen hier: in den 60er Jahren 2 Jahre in Rom, in Ligurien mehr als 1 Jahr in Genua-Boccadasse und mehr als 10 Jahre in S.Andrea di Rovereto bei Chiavari. Exemplarisch dafür sind die beiden folgenden Briefe, völlig entgegengesetzt, was Ton und Stimmung betrifft. Am 30.11.2002 schickte er anlässlich der Ausstellung „La Galleria del Deposito“ an das Museum Villa Croce in Genua folgende Erklärung, abgedruckt im Katalog der Ausstellung: „Meine Bindung an Italien reicht weit in die Vergangenheit zurück. Allerdings war es nicht die traditionelle Sehnsucht der deutschen Bildungsschicht nach den Zeugen des Altertums, die mich in ‘das Land, wo die Zitronen blühen’ führte, sondern die Tatsache, dass ich schon am Anfang meiner Malerkarriere Kritiker, Galeristen, Sammler in Mailand, Rom, später dann in Genua, Livorno, Florenz und Turin traf, die meine Bilder interessant genug fanden, um sie auszustellen und zu erwerben. Den ersten Schritt tat der legendäre Pionier der Avantgarde in Italien, Guido Le Noci, mit einer Einzelausstellung 1957 in der Mailänder Galleria Apollinaire. Nur zwei Jahre vorher hatte ich die Kunstakademie verlassen. Bei der Gelegenheit lernte ich auch Panza di Biumo und seine grandiose Sammlung der großen amerikanischen Action-Painters kennen. Danach hatte ich viele Kontakte und schloss Freundschaften, so dass ich jahrelang oft mehr Zeit in Italien als in meinem eigenen Land verbrachte. So lud man mich auch nach Genua13


del Deposito e contemporaneamente un laboratorio ed un’edizione per grafica originale che collaboravano con molti artisti. Tutti erano allora spronati dallo slancio idealistico che l’arte non doveva più essere un privilegio per pochi fortunati, bensì accessibile per chiunque. Mancavano ancora alcuni anni al 1968: non una rivoluzione, ma almeno un pensiero rivoluzionario». Soltanto negli ultimi tempi era sempre più deluso dal nostro paese e non solo dall’ambiente artistico. Tono e umore totalmente diversi nella lettera che mi scriveva nell’agosto 2003: «…..Dopo questa esperienza con un Museo italiano devo dirti che il mio progetto di lasciare alcune opere a Musei italiani è cancellato per sempre…. So benissimo cosa mi rispondi: reagisco esagerato e senza conoscenza della realtà italiana. Lo so, ma non mi frega un c…. della burocrazia borbonica italiana. Tu sai benissimo quanto forte era il mio legame con l’Italia una volta e per tanti anni. In Italia avevo i miei primi successi artistici. Amavo l’Italia: il paese, la cucina, i testimoni di una grande storia, i grandi pittori da Giotto a Piero della Francesca, da Mantegna a Tiziano. Italia era per me la prima scoperta oltre confine, una terra sconosciuta, un’altra lingua, un altro ritmo di vivere, un’altra mentalità. Ma stranamente mi sentivo a mio agio. Oggi come oggi mi domando se quell’Italia che amavo avrebbe (sic!) mai esistito oppure esisteva solo nella mia fantasia ?....».

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Boccadasse ein (wo ich zwei Jahre gelebt habe), wo Eugenio Carmi und Paolo Minetti die Galleria del Deposito leiteten und zugleich ein Labor und einen Verlag für Originalgrafik , die mit vielen Künstlern zusammenarbeiteten. Alle waren damals angespornt von der idealistischen Vorstellung, dass die Kunst nicht mehr ein Privileg für wenige Glückliche sein dürfe, sondern für jeden zugänglich sein müsse. Es fehlten noch ein paar Jahre bis 1968: keine Revolution, aber wenigstens ein revolutionärer Gedanke.“ Erst in den letzten Jahren war Winfred von unserem Land immer mehr enttäuscht, und nicht nur vom Kunstbetrieb. Ton und Stimmung waren völlig anders in dem Brief, den er mir im August 2003 schrieb: „ ... Nach dieser Erfahrung mit einem italienischen Museum muss ich Dir sagen, dass mein Projekt, einige Werke italienischen Museen zu überlassen, für immer gestrichen ist. ... Ich weiß sehr gut, was Du mir antwortest: dass ich übertrieben und ohne Kenntnis der italienischen Realität reagiere. Ich weiß, aber mir ist die borbonische italienische Bürokratie scheißegal. Du weißt sehr gut, wie stark meine Beziehung zu Italien früher und so viele Jahre lang war. In Italien hatte ich meine ersten künstlerischen Erfolge. Ich liebte Italien: das Land, die Küche, die Zeugen einer großen Geschichte, die großen Maler von Giotto bis Piero della Francesca, von Mantegna bis Tizian. Italien war für mich die erste Entdeckung jenseits der Grenze, ein unbekanntes Land, eine andere Sprache, ein anderer Lebensrhythmus, eine andere Mentalität. Doch seltsamerweise fühlte ich mich dort wohl. So wie es heute aussieht, frage ich mich, ob das Italien, das ich liebte, jemals wirklich existiert hat oder nur in meiner Fantasie existierte? ...“


18.11.2003 L’ultima lettera

18.11.2003 Der letzte Brief

«18.11.2003, Caro Roberto, nonostante tutti gli inconvenienti della Chemio sono riuscito, tornando in studio all’insaputa di tutti, a fare in 5 notti seguenti una serie di 50 fogli di formato 24x29 cm. che tutti insieme farebbero un bel libro. Si tratta di soggettive interpretazioni, meno di un paesaggio che non di un ricordo delle sensazioni di luce e colori. Come titolo provvisorio ho scelto “Omaggio alle Langhe”, vedi anche altre varianti. Pensavo di aggiungere qualche testo di Cesare Pavese, che per quanto ne so è nato nelle Langhe (…) e con il permesso dell’editore potremmo (….). Speriamo che resisto ancora un po’. Ciao, Winfred».

„18.11.2003, Lieber Roberto, trotz aller Unannehmlichkeiten der Chemo ist es mir gelungen, ohne es jemanden wissen zu lassen ins Atelier zurückzukehren und in 5 Nächten hintereinander eine Serie von 50 Blättern im Format 24 x 29 cm zu machen. Die alle zusammen ein schönes Buch ergeben würden. Es geht um subjektive Interpretationen, weniger einer Landschaft, als vielmehr einer Erinnerung an Eindrücke von Licht und Farben. Als provisorischen Titel habe ich ‘Hommage an die Langhe’ ausgesucht, siehe auch andere Varianten. Ich dachte, ein paar Texte von Cesare Pavese hinzuzufügen, der ja, soviel ich weiß, in den Langhe geboren ist (....) und mit Einverständnis des Verlegers könnten wir (....). Hoffentlich halte ich noch ein bisschen durch. Ciao, Winfred.“

1969, Roma, Galleria Arco d’Alibert, durante l’inaugurazione

1969, Rom, während der Vernissage Galleria Arco d’Alibert

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D체sseldorf, 1959-60. Winfred Gaul durante la lavorazione di un suo Wischbilder

D체sseldorf 1959-60. Winfred Gaul w채hrend der Arbeit an einem seiner Wischbilder

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“O.T. Sep. 59 16-1” 1959

colore offset su tela cm. 80 x 95 (WKZ Bd. I G.222 pag.121) Collezione Sant’Erasmo, Milano

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“O.T. 25-10- 57-1” 1957

colore offset su carta cm. 65,3 x 49

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“O.T. 59- C-A 12” 1959

colore offset su tela cm. 80 x 100 (WKZ Bd. I G.193 pag.117) Collezione Toninelli, Milano

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“O.T. 4-8-58(59)-1” 1958

olio e colore offset su cartoncino cm. 43,5 x 56

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“O.T.� 1958

pastelli e colore a olio su carta cm. 50 x 65

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“O.T.” 1959

pastelli su cartoncino bristol cm. 50 x 65 (Catalogo mostra personale 1974, Galerie Karsten Greve, Köln. pag.7)

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“O.T. Farbmanuskript 23-7- 60-2” 1960

pastelli, carta e tecnica mista su tela cm. 60 x 50 (WKZ Bd. I G.259 pag.125) Collezione Sant’Erasmo, Milano

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“O.T. 9-6- 60-4” 1960

colore offset su carta butten cm. 32 x 24 (WKZ Bd. I Z.275 pag.202)

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“O.T. feb. 60 1-1” (Landschaft für Heraklit) 1960 colore offset su tela cm. 146 x 114 (WKZ Bd. I G.247 pag.124)

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“O.T. 5-61” 1961

tecnica mista su tela cm. 80 x 100 (WKZ Bd. I G.296 pag.130)

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“O.T. (Farbmanuskript 6-61)” 1961

pastelli e acquarelli su carta e su tela cm. 80 x 70 (WKZ. B.1 G.297 pag.130) Collezione Sant’Erasmo, Milano

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“O.T. 37- 61� 1961

colore e pastelli su tela cm. 100 x 80 (WKZ Bd. I G.329 pag.133)

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“O.T. 38-61� 1961

colore e pastelli su tela cm. 90 x 90 (WKZ Bd. I G.330 pag.133)

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“O.T.” 1961

pastelli a cera su carta cm. 59 x 40 (WKZ Bd. I Z.316 pag.205)

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“O.T. 49-61� 1961

colore e pastelli su tela cm. 120 x 95 (WKZ Bd. I G.340 pag.135) (Collezione Zappettini, Chiavari).

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“O.T. 7-61” 1961

colore offset su tela cm. 79 x 59,5 (WKZ Bd. I G.298 pag.130) Collezione Toninelli, Milano

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“O.T. 56-61” 1961

colore offset su tela cm. 100 x 100 (WKZ Bd. I G.347 pag.135) Collezione Toninelli, Milano

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“O.T. 9-6-60-2” 1960

colori offset su carta butten cm. 32 x 22 (WKZ Bd. I Z.273 pag.202)

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“Oggetto Mistico 32-61” 1961

colore offset su tela cm. 140 x 120 (WKZ Bd. I G.323 pag.133)

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1980, Kaiserswerth, Winfred Gaul nel suo studio

1980, Kaiserswerth, Winfred Gaul in seinem Atelier

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Biografia

Biographie

1928 1931

1928 1931

nasce il 9 luglio a Düsseldorf. i genitori si trasferiscono nella Prussia Orientale, dove passa l’infanzia e l’adolescenza. 1945 alla fine della guerra ritorna a Düsseldorf. 1945/48 studia al Liceo di Düsseldorf dove ottiene la Maturità. 1949/50 frequenta l’Università di Colonia e studia Storia dell’Arte e Letteratura. 1950 interrompe gli studi all’Università ed entra all’Accademia di Belle Arti di Stoccarda dove è insegnante Willi Baumeister di cui segue le lezioni per un semestre. 1953 termina gli studi all’Accademia. Dipinge i suoi primi quadri non figurativi. Primo viaggio a Parigi a vedere gli Impressionisti e i quadri di Claude Monet. 1954 insieme con lo scrittore J. Rüber fa un viaggio a Napoli, Pompei e Positano, dove soggiorna tre mesi a dipingere. 1955 stabilisce il proprio studio a Düsseldorf-Kaiserswerth. Amicizia con Peter Brüning e Manfred de la Motte. In aprile espone per la prima volta opere informali in una mostra di gruppo al Württ. Kunstverein di Stoccarda. Ritorna a Parigi dove il critico J.Pierre Wilhelm gli presenta i pittori Bellegarde, Benrath, Laubiés, con i quali esporrà in una mostra dal titolo “Nuagistes”. Incontra Yves Klein e Pierre Restany che gli fa vedere i quadri di Fautrier, Dubuffet e Wols. Viaggio a Londra per studiare le opere di Turner. 1956 prima personale con lavori informali alla galleria Gurlitt di Monaco in Baviera. Durante la sua partecipazione al Frankfurter Frühjahrs Salon fa la conoscenza di K.O. Götz, B. Schultze e Kreutz. A Parigi partecipa al Salon Comparaisons e alla mostra “Cinq Abstraits Rhenans” organizzata da Pierre Restany e J.P. Wilhelm alla Galerie Paul Facchetti. Fa il suo primo “Poéme visibile” e sperimenta per la prima volta la serigrafia. Partecipa alla mostra annuale del “Gruppo 53” nella Kunsthalle di Düsseldorf. Insieme con l’amico Brüning compie esperimenti con la fotografia. 1957 i cosiddetti “Tachisten” (parola con cui venivano definiti i lavori informali, derivata dal francese “Tache”) fanno grande impressione alla mostra annuale del Deutscher Künstlerbund (Rassegna nazionale degli artisti tedeschi) tenutasi a Berlino. L’articolo sulla mostra, pubblicato nel giornale “Die Welt” titolava “Blu, Blu, Blu o la vittoria dei ‘Tachisten’”. Una delle opere di Gaul era appunto intitolata “Blu, Blu, Blu”. Partecipa con 5 opere alla mostra “Una nuova direzione della Pittura” alla Kunsthalle di Mannheim (la mostra era la prima rassegna sulla pittura Informale organizzata da un

Winfred Gaul wird am 9.Juli in Düsseldorf geboren. Seine Eltern ziehen nach Ostpreußen, wo er Kindheit und Jugend verbringt. 1945 Rückkehr nach Düsseldorf am Ende des Krieges. 1945/48 Gymnasium und Abitur in Düsseldorf. 1949/50 Studium der Kunstgeschichte und Germanistik an der Universität Köln. 1950 Abbruch des Universitätsstudiums und Studienbeginn an der Kunstakademie Stuttgart, wo er für ein Semester die Klasse von Willi Baumeister besucht. 1953 Studienabschluss an der Akademie. Erste gegenstandslose Bilder. Erste Reise nach Paris, um die Impressionisten und die Gemälde von Claude Monet zu sehen. 1954 Reise mit dem Schriftsteller J.Rüber nach Neapel, Pompeji und Positano, wo er drei Monate bleibt und malt. 1955 Atelier in Düsseldorf-Kaiserswerth. Freundschaft mit Peter Brüning und Manfred de la Motte. Im April zeigt er erstmals informelle Werke in einer Gruppenausstellung im Württembergischen Kunstverein Stuttgart. Erneuter Aufenthalt in Paris, wo er durch den Kritiker J.Pierre Wilhelm die Maler Bellegarde, Benrath und Laubiès kennenlernt, mit denen er in der Ausstellung „Nuagistes“ vertreten ist. Begegnung mit Yves Klein und Pierre Restany, der ihm die Bilder von Fautrier, Dubuffet und Wols zeigt. Reise nach London, um die Werke von Turner zu sehen. 1956 Erste Einzelausstellung informeller Arbeiten in der Münchner Galerie Gurlitt. Während seiner Beteiligung am Frankfurter Frühjahrssalon lernt er K.O.Götz, B.Schultze und H.Kreutz kennen. Teilnahme am Pariser „Salon Comparaisons“ und an der von Pierre Restany und J.P.Wilhelm organisierten Ausstellung „Cinq Abstraits Rhénans“ in der Galerie Paul Facchetti. Entstehung seines ersten „Poème visible“ und erste Erprobung des Siebdrucks. Beteiligung an der Jahresausstellung der „Gruppe 53“ in der Kunsthalle Düsseldorf. Mit seinem Freund Brüning macht er Experimente mit Fotografie. 1957 Die sogenannten „Tachisten“ (vom französischen „tache“ abgeleiteter Begriff, mit dem die informellen Künstler bezeichnet wurden) erregen bei der Jahresausstellung des Deutschen Künstlerbundes in Berlin großes Aufsehen. In der „Welt“ erscheint ein Artikel über die Ausstellung mit der Überschrift „Blu, Blu, Blu oder der Sieg der Tachisten“. Eine von Gauls Arbeiten hatte den Titel „Blu, Blu, Blu“. Mit fünf Werken nimmt er an der Ausstellung „Eine neue Richtung in der Malerei“ in der Kunsthalle Mannheim teil (der ersten von einem deutschen Museum 37


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Museo tedesco). La Kunsthalle gli acquista uno dei quadri esposti “Pracht der Zerstörung” (il primo acquisto di una sua opera da parte di un Museo). A Milano espone in una personale alla Galleria Apollinaire. Trascorre l’estate in campagna vicino a Berna dove comincia la serie delle “Chinesischen Blätter” (carte cinesi) che poi esporrà in dicembre nella sua personale alla Galerie 22 di Düsseldorf, completamente incomprese e rifiutate dalla critica e dal pubblico. partecipa alla rassegna “Pittori tedeschi e italiani contemporanei” alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, presentazione di Palma Bucarelli. Comincia la serie “Couleur et Vitesse” e “Couleur et Signification”. Gaul, Hajek, Platschek e Vedova pubblicano a Stoccarda un manifesto sull’arte. Partecipa alla mostra “L’arte del 21° Secolo” a Charleroi in Belgio durante l’Esposizione Mondiale e nel Padiglione americano di Bruxelles vede per la prima volta i quadri degli Espressionisti Astratti newyorkesi. inizia la serie dei quadri “Wischbilder”. Sam Hunter, direttore del Walker Art Center di Minneapolis, visita lo studio di Gaul e sceglie tre opere per la rassegna “European Art Today” che viene esposta in cinque Musei degli Stati Uniti e del Canada. The Carnegie Institute di Pittsburg gli acquista il quadro con cui aveva partecipato al “ The 1958 Pittsburgh International Exhibition of Contemporary Painting and Sculpture”. Contratto di lavoro e collaborazione con la Galerie Änne Abels di Colonia. Insieme con Brüning e de la Motte, va a Londra dove sue opere sono esposte nella mostra “Present day German Painting” organizzata dall’ Institute of Contemporary Art. È presente con tre opere alla “documenta II” di Kassel. disegna le scenografie ed i costumi del balletto “Wandlungen” di A. Schoenberg per il Teatro dell’Opera di Colonia. Continua la serie dei “Wischbilder”, iniziata nel 1959 e simultaneamente lavora alla serie dei “Farbmanuskripte” e dei “Découpages”, con cui porta alla conclusione un ciclo di lavori iniziato nel 1956 con i “Poèmes visibles”. Mostre personali alla Galerie Ä. Abels di Colonia, alla Galerie Nächst St. Stephan di Vienna e al Kunstkring di Rotterdam. Partecipa alla rassegna internazionale “Antagonismes” organizzata da F. Mathey e J. Alvard al Musée des Arts Décoratifs di Parigi. per alcuni mesi vive e lavora a Roma. Affitta un appartamento-studio in Via della Croce,dove dipinge la serie “Oggetto romano”, “Oggetto di Contemplazione” ed i “quadri bianchi” che diventano il punto culminante del suo lavoro degli anni ’50. Con le “Carte cinesi” del 1957, i “Wischbilder” del 1959-60 ed i “quadri bianchi” del 1961 si conclude un arco di lavoro che era stato determinante per la sua radicalità concettuale e per la riduzione del linguaggio pittorico ai suoi dati essenziali. La serie “Oggetto romano” segna il passaggio tra la produzione degli anni cinquanta e quella degli anni sessanta. Da quadri quasi monocromi Gaul passa a

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organisierten Schau über die informelle Malerei). Die Kunsthalle erwirbt aus der Ausstellung sein Bild „Pracht der Zerstörung“ (erster Museumsankauf). Einzelausstellung in der Galleria Apollinaire in Mailand. Den Sommer verbringt er auf dem Land bei Bern, wo er die Serie der „Chinesischen Blätter“ beginnt, die im Dezember in der Düsseldorfer „Galerie 22“ ausgestellt wird, aber auf völliges Unverständnis und Ablehnung bei Kritik und Publikum stößt. Teilnahme an der Ausstellung „Zeitgenössische deutsche und italienische Maler“ in der Galleria Nazionale d’Arte Moderna in Rom. Beginn der Serien „Couleur et Vitesse“ und „Couleur et Signification“. Gaul, Hajek, Platschek und Vedova veröffentlichen in Stuttgart ein Manifest zur Kunst. Beteiligung an der Ausstellung „Kunst des 21.Jahrhunderts“ in Charleroi/Belgien anlässlich der Brüsseler Weltausstellung. Im amerikanischen Pavillon sieht er zum ersten Mal die Bilder der New Yorker Abstrakten Expressionisten. Beginn der Serie der „Wischbilder“. Sam Hunter, Direktor des Walker Art Center in Minneapolis, besucht Gauls Atelier und wählt drei Arbeiten für die Wanderausstellung „European Art Today“ aus, die in fünf amerikanischen und kanadischen Museen gezeigt wird. Das Carnegie Institute in Pittsburgh kauft das Bild, mit dem er an der Ausstellung „The 1958 Pittsburgh International Exhibition of Contemporary Painting and Sculpture“ teilgenommen hat. Vertrag und Zusammenarbeit mit der Kölner Galerie Änne Abels. Mit Brüning und de la Motte fährt er nach London, wo in der Ausstellung „Present day German painting“ des Institute of Contemporary Art Werke von ihm gezeigt werden. Mit drei Arbeiten nimmt er an der „Documenta 2“ in Kassel teil. Für die Städtischen Bühnen Köln entwirft er Bühnenbild und Kostüme zum Ballett „Wandlungen“ von A.Schönberg. Fortsetzung der 1959 begonnenen Serie der „Wischbilder“. Gleichzeitig arbeitet er an den „Farbmanuskripten“ und den „Découpages“, mit denen er einen Arbeitszyklus beendet, der 1956 mit den „Poèmes visibles“ angefangen hatte. Einzelausstellungen in den Galerien Ä.Abels, Köln, Nächst St.Stephan, Wien, und im Kunstkring, Rotterdam. Teilnahme an der von F.Mathey und J.Alvard organisierten internationalen Schau „Antagonismes“ im Pariser Musée des Arts Décoratifs. Für einige Monate lebt und arbeitet er in Rom. Er mietet eine Atelierwohnung in der Via della Croce, wo er die Serien „Oggetto romano“, „Oggetto di Contemplazione“ und die „Weißen Bilder” malt, die zum Höhepunkt seiner Arbeit der fünfziger Jahre werden. Mit den „Chinesischen Blättern“ von 1957, den „Wischbildern“ von 1959-60 und den „Weißen Bildern“ von 1961 wird eine Zeitspanne abgeschlossen, die für die konzeptuelle Radikalität und die Reduzierung der malerischen Sprache auf ihre wesentlichen Gegebenheiten entscheidend war. Die Serie „Oggetto romano“ bildet den Übergang von der Produktion der fünfziger zu der


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quadri bicromi e policromi, dall’all over alla simmetria e alla Gestalt. Individua l’iconografia dei Segnali stradali quale arte “concretamente” inserita nel paesaggio urbano; scoperta che lo stimola e che aprirà una nuova evoluzione nella sua attività artistica. A Roma si incontra con Burri, Dorazio, Franchina, Novelli, Perilli, Schifano,Scialoja, Rotella e Twombly. il 31 gennaio si inaugura la sua personale alla Robert Elkon Gallery di New York. Si ferma per tre mesi a N.Y. dove Friedel Dzubas, un artista della galleria Elkon gli lascia a disposizione il suo studio. Visita lo studio di Barnett Newman, Hans Hofmann e Ad Reinhardt. Incontra Franz Kline, Robert Motherwell con la moglie Helen Frankenthaler, K.Noland, Olitski e il critico Clement Greenberg. A Philadelpia visita la famosa collezione di Brancusi e di Duchamp. A Chicago, nel Art Institute Museum, lo colpisce particolarmente un Matisse del 1916. Alla fine di aprile parte da New York e, dopo una breve tappa a Parigi ritorna a Roma dove inaugura una sua personale alla Galleria L’Attico. La rivista tedesca d’arte “das Kunstwerk” dedica un ampio servizio al suo lavoro (testi di M. Otto Mauer e dell’artista). Fa erigere alla periferia di Milano, sull’Autostrada Milano-Monza, uno dei suoi “Segnali Stradali”quale opera d’arte nell’ambiente urbano. pubblica (insieme con lo scrittore Alvermann) il “QUIBB-Manifest” (manifesto QUIBB) ed il “Questionario”. Il 23 novembre si inaugura la prima personale dei suoi “Segnali Stradali” alla Galerie Müller di Stoccarda. Scrive due articoli sulle sue esperienze newyorkesi che gli vengono pubblicati sulla rivista “das

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Milano, 7-1- 1961. Winfred Gaul con P.Palazzoli durante la vernice della sua mostra personale alla Galleria Blu Mailand, 7.1.1961. Winfred Gaul mit P.Palazzoli während der Vernissage seiner Einzelausstellung in der Galleria Blu

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der sechziger Jahre. Von fast monochromen Bildern geht Gaul zu einer bi- und polychromen Malerei über, vom all over zur Symmetrie und zur Gestalt. In der Ikonografie der Verkehrszeichen entdeckt er eine „konkret“ in die urbane Landschaft integrierte Kunst, was ihn anregt und zu einer Neuentwicklung seiner künstlerischen Tätigkeit führt. In Rom begegnet er Burri, Dorazio, Franchina, Novelli, Perilli, Schifano, Scialoja, Rotella und Twombly. Am 31.Januar Eröffnung seiner Einzelausstellung in der New Yorker Robert Elkon Gallery. Dreimonatiger Aufenthalt in New York, wo ihm Friedel Dzubas, ein Künstler der Elkon Gallery, sein Atelier zur Verfügung stellt. Er besucht die Ateliers von Barnett Newman, Hans Hofmann und Ad Reinhardt. Begegnung mit Franz Kline, Robert Motherwell und dessen Frau Helen Frankenthaler, K.Noland, Olitski und dem Kritiker Clement Greenberg. In Philadelphia besucht er die berühmte Sammlung mit Werken von Brancusi und Duchamp. Im Art Institute in Chicago beeindruckt ihn vor allem ein Matisse von 1916. Ende April verlässt er New York und kehrt nach einem kurzen Zwischenaufenthalt in Paris nach Rom zurück, wo er in der Galleria L’Attico eine Einzelausstellung eröffnet. Die deutsche Kunstzeitschrift „Das Kunstwerk“ widmet seiner Arbeit einen umfangreichen Bericht (mit Texten von Monsignor Otto Mauer und vom Künstler). An der Peripherie von Mailand lässt er an der Autobahn MailandMonza eines seiner „Verkehrszeichen“ als Kunstwerk im städtischen Umfeld errichten. gibt er (mit dem Schriftsteller Alvermann) das „QUIBBManifest“ sowie den „Fragebogen“ heraus. Am 23.November wird die erste Einzelausstellung seiner „Verkehrszeichen“ in der Stuttgarter Galerie Müller eröffnet. Er schreibt zwei Artikel über seine New Yorker Erfahrungen, die in „Das Kunstwerk“ und in „Die Welt“ veröffentlicht werden. Er erhält den Villa-Romana-Preis für junge Künstler, bestehend aus einem einjährigen Arbeitsaufenthalt in Florenz. Einzelausstellung im Museum Wiesbaden seiner „Verkehrszeichen“, die ein beträchtliches Echo in der Presse auslösen. Anlässlich der Jahresausstellung des Deutschen Künstlerbundes stellt er als „Hommage à Berlin“ eines seiner Verkehrszeichen vor dem Berliner Haus am Waldsee und vier weitere am Lützowplatz auf. Gerd Winkler dreht den Film „Buchstaben, Schreibspuren & Signale“ mit seinen Werken für das Deutsche Fernsehen. Jean Dypréau dreht für das Belgische Fernsehen den Film „Dieu est-il Pop?“, in dem auch Arbeiten von Gaul vorkommen. Die italienische Zeitschrift „Marcatré“ (damals von Germano Celant geleitet) veröffentlicht Gauls Text „Le poetiche, Cartelli indicatori e Segnali“ (Die Poetiken, Verkehrszeichen und Signale), in dem die Integration der Kunst in die urbane Landschaft entworfen wird. Er unterrichtet Malerei am Staatlichen Kunstinstitut in Bremen und für ein Semester als „visiting lecturer“ an der Bath Academy in England, wo ihm die besonderen 39


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Kunstwerk” e nel giornale “Die Welt”. Vince il Villa Romana-Preis per giovani artisti: premio per soggiornare e lavorare un anno a Villa Romana, Firenze. mostra personale dei suoi “Segnali Stradali” al Museo di Wiesbaden, che sollevano una vasta eco nella stampa. In occasione della mostra annuale del “Deutscher Künstlerbund” erige uno dei suoi Segnali “Hommage à Berlin”davanti alla Haus am Waldsee a Berlino e altri quattro “Segnali” sulla Lützowplatz. Gerd Winkler gira il film “Buchstaben, Schreibspuren & Signale” (lettere, tracce dello scrivere e segnali) filmando le sue opere per la TV tedesca. Jean Dypréau gira per la televisione belga il film “Dieu est-il Pop?” (Dio è Pop ?) in cui figurano anche opere di Gaul. la rivista italiana Marcatré (all’epoca curata da Germano Celant) pubblica un suo testo: “Le poetiche, Cartelli indicatori e Segnali”, nel quale viene ipotizzata l’integrazione dell’arte nel paesaggio urbano. Insegna pittura all’Istituto Statale d’Arte di Brema nel Nord della Germania e per un semestre, come “visiting lecturer”, alla Bath Academy in Inghilterra, dove rimane colpito dai particolari colori e collocazioni della segnaletica. Dipinge così una serie di opere di grande formato riproponendone una sua interpretazione. Gillo Dorfles pubblica sulla rivista “Art International” un ampio articolo “I Verkehrszeichen & Signale di Gaul”. Progetta un ambiente-installazione che viene esposto nella mostra “14 aspetti dell’Arte di oggi”, organizzata da Manfred de la Motte nella Haus der Kunst di Monaco di Baviera. in gennaio espone in una personale all’ Institute of Contemporary Art di Londra e la BBC gli dedica un ampio servizio televisivo. Insegna per un trimestre al Regional College of Arts al Kingston upon Hull in Inghilterra. In aprile rientra in Germania dove espone alla Kunsthalle di Mannheim 29 tra quadri e oggetti di grande formato e un’ampia panoramica di lavori su carta degli anni tra il 1961-1966. il 1 gennaio si trasferisce a vivere in Belgio ad Anversa, con Barbara Jeckstadt che sposerà l’anno seguente. Si fermeranno a vivere e lavorare, nella casa-studio di Anversa fino alla fine del 1968. Mostra ed intervento nel paesaggio a Neuenkirchen. Progetta un sistema modulare di elementi prefabbricati per creare delle strutture ambientali: il “KölnerAmbiente” e ne espone la prima versione alla Galerie Tobiès & Silex di Colonia. Riprende a lavorare sui quadri e inizia la serie “sex-a-gon” (quadri esagonali) e “Gizeh” (quadri triangolari). partecipa con strutture dipinte alla mostra “KleurObject” nel Parco di Middelheim di Anversa e alla “Prima Triennale voor plastiche Kunst” a Bruges in Belgio. Disegna la versione finale del suo sistema modulare che viene presentato a Colonia in occasione della Prima Fiera-Mercato d’Arte. Il collezionista Dr. Peter Ludwig gli acquista le opere: “Thre little roses II” del 1965, “Projekt für einen Platz an der Sonne” del 1965 e “Doppel-X” una struttura dipinta del 1967-68.

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Farben und Aufstellungen der Verkehrszeichen auffallen. Er malt eine Serie großformatiger Werke als seine Interpretation dazu. Gillo Dorfles veröffentlicht in der Zeitschrift „Art International“ den ausführlichen Artikel „I Verkehrszeichen & Signale di Gaul“. Entwurf einer Installation, die in der von Manfred de la Motte organisierten Ausstellung „14 Aspekte heutiger Kunst“ im Münchner Haus der Kunst gezeigt wird. Im Januar Einzelausstellung im Institute of Contemporary Art in London. Die BBC widmet ihm einen ausführlichen Fernsehbericht. Für ein Trimester unterrichtet er am Regional College of Arts in Kingston upon Hull. Im April kehrt er nach Deutschland zurück. Die Kunsthalle Mannheim zeigt 29 Bilder und großformatige Objekte sowie eine vollständige Übersicht über die Arbeiten auf Papier der Jahre 196166. Am 1.Januar Umzug nach Belgien. Er lebt in Antwerpen mit Barbara Jeckstadt, die er im Jahr darauf heiratet. Bis Ende 1968 bleiben sie in ihrer Antwerpener Atelierwohnung und arbeiten dort. Ausstellung und Eingriff in die Landschaft in Neuenkirchen. Entwurf eines variablen Systems aus vorgefertigten Elementen, um Raumstrukturen zu schaffen. Die erste Version von diesem „Kölner Ambiente“ zeigt die Galerie Tobiès & Silex in Köln. Wiederaufnahme der Arbeit an den Bildern und Beginn der Serien „Sex-a-gon“ (Sechsecke) und „Gizeh“ (Dreiecke). Beteiligung mit bemalten Strukturen an der Ausstellung „Kleur – Object“ im Middelheim-Park, Antwerpen, und an der „1.Triennale voor plastische Kunst“ in Brügge. Entwurf der endgültigen Fassung seines modularen Systems, die in Köln anlässlich des ersten Kunstmarkts präsentiert wird. Der Sammler Dr.Peter Ludwig erwirbt seine Werke „Three little roses II“ von 1965, „Projekt für einen Platz an der Sonne“ von 1965 und „Doppel-X“, eine bemalte Struktur von 1967-68. Die erste Jahreshälfte verbringt er in Genua-Boccadasse, wo er eine Serie von Bildern malt, die in Beziehung zum „Kölner Ambiente“ von 1967-68 stehen und die systematische Teilung des Quadrats thematisieren. Projekt eines großen „Signals“ für die Piazza del Popolo in Rom (wird nicht ausgeführt). Rückkehr nach Deutschland und Übersiedlung nach Neuss bei Düsseldorf. Beteiligung an der von Klaus Honnef organisierten Ausstellung „Umwelt-Akzente – Die Expansion der Kunst“ in Monschau. Im Verlag Mediacontact veröffentlicht er „Sex-a-gon“ und die Zeitung „Signale, Signals, Signaux“. Er plant eine Gruppe von drei farbigen Stahlskulpturen für ein Institut der Universität Heidelberg. Fortsetzung der Arbeit an den Serien „Gizeh“ und „Sex-agon“. Mit einem seiner Projekte gewinnt er einen Wettbewerb der Universität Stuttgart für die Gestaltung eines neuen Instituts. Entstehung der Serie „Hommage à....“, u.a. Malewitsch, Mondrian, Matisse und Rothko gewidmet,


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vive la prima metà dell’anno a Genova-Boccadasse dove dipinge una serie di quadri che sono in relazione col “Kölner-Ambiente” del 1967-68 e che hanno come tema la divisione sistematica del quadrato. Progetta un grande “Segnale” da erigere in Piazza del Popolo a Roma (progetto che non verrà realizzato). Ritornato in Germania si stabilisce a Neuss vicino a Düsseldorf. 1970 partecipa alla mostra “Umwelt-Akzente-die Expansion der Kunst” organizzata da Klaus Honnef a Monschau. Pubblica “Sex-a-gon” nelle Edizioni Mediacontact e il giornale “Signale, Signals, Signaux”. Progetta un gruppo di 3 sculture in acciaio colorato per un istituto dell’Università di Heidelberg. Riprende il lavoro sulla serie “Gizeh” e “Sex-a-gon”. 1971 vince col suo progetto un concorso dell’Università di Stoccarda per un Istituto in costruzione. Dipinge una serie di quadri “Hommage to....” dedicati tra gli altri a Malevic, Mondrian, Matisse e Rothko cercando di realizzare in una sua opera un riferimento aderente con i loro concetti. Nella sua pittura si delinea un cambiamento. Il progetto del 1970 per l’Università di Heidelberg viene realizzato. Si tratta di tre gruppi di strutture d’acciaio dipinte e montate all’esterno ed all’interno dell’edificio dalle misure che variano dai 5 ai 12 metri di altezza. 1972 inizia la serie dei “Markierungen”. Partecipa alla mostra “Szene Rhein-Ruhr” organizzata dal Museum Folkwang di Essen con un “Omaggio a Malevic” un quadro di 20 metri di lunghezza. Espone i quadri dipinti durante un breve soggiorno a Terracina nella sua prima mostra personale a Livorno nella Galleria Peccolo. Inizierà così un lungo rapporto di amicizia e collaborazione con Roberto Peccolo. Lavora nell’estate di quell’anno e negli anni seguenti, quando è libero da altri impegni, in Liguria. Una regione di cui ama in particolare il clima e la luce, tanto che dal 1975 e per alcuni anni affitterà una casa vicino Chiavari, a S.Andrea di Rovereto, dove passare l’estate e lavorare. 1973/74 Klaus Honnef, divenuto direttore artistico al Kunstverein di Münster, gli organizza una grande mostra riassuntiva che copre venti anni della sua attività artistica. La mostra in seguito è itinerante nei Musei di Ludwigshafen, Bielefeld e Ulm. Continua la serie dei “Markierungen”. La riflessione sui materiali e sulle funzioni primarie del fare pittura: il disegnare e il dipingere, lo stimolano a portare avanti il suo lavoro, simultaneamente su due binari paralleli. Nella serie “Zeichenmarkierungen” si impegna esclusivamente ad analizzare i diversi modi e metodi di tracciare una linea su di una superficie. Nella serie “Farbmarkierungen” si impegna esclusivamente ad analizzare i diversi modi e metodi di dare e distribuire il colore sulla superficie. 1975 incaricato dal Comune di Brema, riunisce una collezione rappresentativa dell’arte concreta europea che viene acquistata per gli uffici di un nuovo centro elettronico. Per lo stesso Ente esegue tre grandi tele e due oggetti di

mit der er versucht, in seinem Werk eine Beziehung zu den Konzepten dieser Künstler herzustellen. In seiner Malerei bahnt sich ein Wandel an. Ausführung des Projekts von 1970 für die Universität Heidelberg. Es handelt sich um drei Gruppen von innen und außen aufgestellten Strukturen aus bemaltem Stahl, die zwischen 5 und 12 Meter hoch sind. 1972 Beginn der Serie „Markierungen“. Teilnahme an der vom Museum Folkwang in Essen organisierten Ausstellung „Szene Rhein-Ruhr“ mit einem 20 Meter langen Bild „Hommage à Malewitsch“. In seiner ersten Einzelausstellung in der Galleria Peccolo in Livorno zeigt er die während eines kurzen Aufenthalts in Terracina gemalten Bilder. Damit beginnt eine lange Freundschaft und Zusammenarbeit mit Roberto Peccolo. Im Sommer dieses Jahres und in den folgenden Jahren arbeitet er immer, wenn er keine anderen Verpflichtungen hat, in Ligurien. Er liebt vor allem Klima und Licht dieser Region, so dass er ab 1975 für einige Jahre ein Haus in S.Andrea di Rovereto bei Chiavari mietet. 1973/74 Klaus Honnef, Leiter des Kunstvereins Münster, organisiert eine umfassende Ausstellung, die einen Überblick über zwanzig Jahre seiner künstlerischen Tätigkeit gibt. Sie geht anschließend in die Museen von Ludwigshafen, Bielefeld und Ulm. Fortsetzung der Serie „Markierungen“. Das Nachdenken über die Materialien und die grundlegenden Funktionen des Zeichnens und Malens bringt ihn dazu, seine Arbeit simultan auf zwei parallelen Ebenen weiterzuführen. In der Serie „Zeichenmarkierungen“

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plexiglas dipinto. K.H. Nowald, curatore del WilhelmLehmbruck Museum di Duisburg organizza una sua mostra personale mettendo a confronto diretto le opere degli anni 1950/60 con quelle degli anni 1974/75. Il catalogo della mostra contiene, oltre alle informazioni sull’artista, una cronologia degli avvenimenti politici e culturali scelti secondo l’importanza che questi hanno avuto per l’autore. Nell’estate in Liguria inizia la serie di lavori su carta “Schraffuren” (tratteggiature), nei quali continua l’analisi sul materiale e sul processo del disegnare. In ottobre si trasferisce a Kaiserswerth, un’antica località alla periferia di Düsseldorf, riunendo abitazione e studio nella stessa casa dove aveva vissuto i primi anni della sua infanzia e dove ancora viveva sua madre e la vecchia zia Cecilia. nell’inverno dipinge su carta di riso una serie di “Farbmarkierungen” adoperando l’inchiostro come colore e il rullo da imbianchino come strumento. Nell’estate continua il lavoro su tela della serie “Markierungen”, ma al rientro in Germania decide di terminarne la serie. Ritornato a Düsseldorf comincia ad elaborare il progetto per la “documenta 6” (poi non esposto a Kassel) e lo presenta nella sua personale al Museo di Hagen. terminata la costruzione del suo nuovo studio, riprende a lavorare. Serie di lavori su carta “Linee orizzontali” e “Tratteggiature” e dipinge una serie di grandi tele dal titolo “Linea tirata a mano dall’alto in basso”. In un’altra serie di quadri, dallo stesso titolo, usa come strumento per dipingere, esclusivamente le dita della mano immerse nel colore, come già faceva negli anni ’50, con le quali poi traccia il segno del passaggio delle dita sulla tela. Partecipa con due tele della serie “Farbmarkierungen” alla “documenta 6” nella sezione Pittura. J. Heinrich Müller, direttore del Museo di Hagen, inaugura a settembre una sua personale dedicata ai lavori degli anni ’70. Dopo Hagen la mostra viene presentata al Paula-Becker-Modersohn-Haus di Brema. Trascorre l’autunno nella Francia meridionale. si dedica ad una nuova serie di lavori su carta di grande formato. Riaffiorano in questi lavori elementi di scrittura (come già nei “Poémes visibles” del ’56). Realizza anche una serie di 24 pezzi sulle lettere dell’alfabeto. Viaggio in Grecia. Eberhard Freitag prepara il catalogo generale della grafica e dei multipli, pubblicato nel settembre-ottobre dello stesso anno dalla Kunsthalle di Kiel che per l’occasione presenta un’ampia mostra con tutta l’opera grafica di Gaul. la mostra di Kiel si trasferisce nel gennaio febbraio a Heidelberg dove viene presentata al Kunsverein. Durante l’inverno 1978-79 si dedica esclusivamente al lavoro su carta. Fa una serie di acquarelli e pastelli su mini-formati e una serie di acrilici su carte di grande formato. Comincia ad usare cartoni provenienti da scatole da imballaggio, preferendo quelli dal colore grigio e utilizzando inchiostro di China dato con pennelli giapponesi, un riferimento alle carte giovanili

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bemüht er sich ausschließlich um die Untersuchung der verschiedenen Arten und Methoden, auf einer Fläche eine Linie zu ziehen. In der Serie „Farbmarkierungen“ bemüht er sich ausschließlich um die Untersuchung der verschiedenen Arten und Methoden, auf einer Fläche Farbe aufzutragen und zu verteilen. Beauftragt von der Stadt Bremen stellt er eine repräsentative Sammlung europäischer konkreter Kunst zusammen, die für die Büros eines neuen Rechenzentrums erworben wird. Er selbst führt dafür drei große Leinwände und zwei Objekte aus bemaltem Plexiglas aus. K.H.Nowald, Kurator am WilhelmLehmbruck-Museum in Duisburg, organisiert eine Einzelausstellung, die die Werke der Jahre 1950-60 direkt mit denen von 1974/75 konfrontiert. Der Katalog dazu enthält außer Informationen über den Künstler eine Chronologie der politischen und kulturellen Ereignisse dieser Jahre, ausgewählt je nach der Bedeutung, die sie für Gaul gehabt haben. Im Sommer beginnt er in Ligurien die Serie der Arbeiten auf Papier „Schraffuren“, mit der er die Analyse von Material und Prozess des Zeichnens fortsetzt. Im Oktober zieht er nach Kaiserswerth, einen alten Ort am Rande von Düsseldorf, wo er Wohnung und Atelier im selben Haus vereint, in dem er die ersten Jahre seiner Kindheit verbracht hat und in dem immer noch seine Mutter und seine alte Tante Cecilia leben. Im Winter malt er auf Reispapier eine Serie von „Farbmarkierungen“ unter Verwendung von Tusche als Farbe und der Anstreicherrolle als Instrument. Im Sommer setzt er in Ligurien die Arbeit an den „Markierungen“ auf Leinwand fort, doch bei der Rückkehr nach Deutschland beschließt er das Ende dieser Serie. In Düsseldorf beginnt er das Projekt für die „Documenta 6“ auszuarbeiten (das dann jedoch nicht in Kassel gezeigt wird), das er in einer Einzelausstellung im Museum in Hagen präsentiert. Nach Fertigstellung seines neuen Ateliers nimmt er die Arbeit wieder auf. Entstehung der Serien auf Papier „Linien horizontal“ und „Schraffuren“ sowie der Serie großformatiger Leinwände mit dem Titel „Handgezogene Linie von oben nach unten“. In einer gleichnamigen weiteren Serie verwendet er wie schon in den 50er Jahren als Malinstrument ausschließlich seine in Farbe getauchten Finger, mit denen er die Zeichen auf der Leinwand hinterlässt. Teilnahme in der Sektion Malerei an der „Documenta 6“ mit zwei Leinwänden der Serie „Farbmarkierungen“. J.Heinrich Müller, Direktor des Museums in Hagen, eröffnet im September eine Einzelausstellung mit Arbeiten der 70er Jahre. Sie wird anschließend im Paula-Becker-ModersohnHaus in Bremen gezeigt. Den Herbst verbringt er in Südfrankreich. Arbeit an einer neuen Serie von großformatigen Arbeiten auf Papier. In ihnen tauchen (wie schon in den „Poèmes visibles“ von 1956) Schriftelemente auf. Er realisiert auch eine Serie von 24 Blättern über die Buchstaben des


“Chinesische Blätter”. In agosto, durante il soggiorno estivo nella sua casa di S.Andrea di Rovereto in Liguria, inizia e conclude due cicli di lavori su carta, basati sulla memoria, dal titolo “I colori del Paese” (tempere e pastelli) e “Con Amore” (tecniche miste). 1980 si conclude alla Galerie Hennemann di Bonn, una galleria specializzata dove espongono tutti gli artisti dell’arte “Informale”, la mostra antologica di suoi lavori degli anni tra il 1953 e 1961. La galleria edita per l’occasione un volume, curato da Manfred de la Motte, nel quale sono illustrati i lavori di quegli anni e riediti alcuni testi critici riguardanti l’intero arco delle opere. Personale alla Galerie Karsten Greve di Colonia dove viene esposta la serie completa delle carte “Con Amore”. Partecipa alla mostra “Deutsches Informel” al Kunstverein di Oldenburg e alla mostra “Maestri dell’Informale e dell’Astrazione” presso la Galerie Zimmer di Düsseldorf. 1981 lavora ad una nuova serie di grandi quadri, sempre con un impianto quasi monocromo nei quali ritornano a dominare colori forti e vivaci; ogni opera è composta da più tele accostate una all’altra. In parallelo inizia la serie di acrilici e pastelli a olio eseguita su cartoni da imballaggio denominata “Recycling” che esporrà in una mostra itinerante a Quackenbrück, Bonn, Colonia e Düsseldorf, in catalogo la prefazione è di Klaus Honnef. Partecipa alla mostra “Avantgarden Retrospektiv – Kunst nach 1945” organizzata nel Westf. Kunstverein di Münster e alla “Graphik des Deutschen Informel” al Kunsverein di Düsseldorf in cui sono esposte le grafiche che ha stampato durante gli anni ’50. 1982 mostra personale alla Galerie Dibbert di Berlino dove sono esposti i quadri della nuova serie appena terminata composti da più tele accostate. La Pinacoteca Comunale di Macerata gli organizza un’ampia antologica di opere su carta dal titolo “W.Gaul: segno, disegno, traccia, pittura, memoria (1955-1982)”. La presentazione in catalogo è di Enrico Crispolti e Filiberto Menna. 1983-85 con il quadro “Visita a Giverny” (cm.180x440) inizia una numerosa serie di quadri singoli, dittici, trittici, polittici nei cui titoli è palese il suo omaggio alla pittura di Claude Monet. 1987 i suoi scritti di memorie, aforismi e commenti sull’arte del dopoguerra vengono raccolti in un libro dal titolo “Picasso u. die Beatles -Erinnerungen und Kommentar zur Kunst nach ’45”- (Picasso e i Beatles –Ricordi e commenti sull’arte dopo il ’45), edito da Quensen Verlag, Lamspringe. 1988 il Museo Schloss Morsbroich di Leverkusen organizza una retrospettiva di suoi lavori su carta (1953-1987) che in seguito si sposterà in altre città e Musei della Germania. 1989 esce “Begegnung mit Winfred Gaul” (Amicizia con Winfred Gaul) libro-catalogo, edito a cura di Willi Kemp che contiene testi e riproduzioni di tutte le opera di Gaul possedute dalla prestigiosa collezione degli amici Ingrid e Willi Kemp di Düsseldorf. La Eremiten Presse

Alphabets. Reise nach Griechenland. Eberhard Freitag bereitet das Werkverzeichnis der Druckgrafik und Multiples vor. Im September/Oktober wird es von der Kunsthalle Kiel herausgegeben, die aus diesem Anlass eine umfassende Ausstellung mit Gauls komplettem druckgrafischen Werk zeigt. 1979 Die Kieler Ausstellung wird im Januar/Februar im Heidelberger Kunstverein gezeigt. Im Winter 1978/79 widmet er sich ausschließlich der Arbeit auf Papier. Er malt eine Serie von Aquarellen und Pastellen in sehr kleinem Format und eine Serie von Acryl auf Papier in großem Format. Er beginnt, Verpackungskartons, vorzugsweise grauen Karton zu benutzen und mit japanischen Pinseln aufgetragene Chinatusche zu verwenden, eine Reminiszenz an seine frühen „Chinesischen Blätter“. Im August entstehen während des Sommeraufenthalts in seinem Haus in S.Andrea di Rovereto in Ligurien zwei auf der Erinnerung basierende Zyklen von Arbeiten auf Papier mit den Titeln „I colori del paese“ (Tempera und Pastelle) sowie „Con Amore“ (Mischtechnik). 1980 In der Bonner Galerie Hennemann, spezialisiert auf Künstler des Informel, geht eine Übersichtsschau über seine Arbeiten von 1953 bis 1961 zu Ende. Die Galerie veröffentlicht aus diesem Anlass einen von Manfred de la Motte herausgegebenen Band, der die Arbeiten jener Jahre abbildet und einige kritische Texte zu seinem gesamten Schaffen wieder aufnimmt. Einzelausstellung in der Kölner Galerie Karsten Greve, wo die komplette Serie der Blätter „Con Amore“ gezeigt wird. Teilnahme an den Ausstellungen „Deutsches Informel“ im Kunstverein Oldenburg und „Meister des Informel und der Abstraktion“ in der Düsseldorfer Galerie Zimmer. 1981 Arbeit an einer neuen Serie von großen Bildern mit fast monochromer Anlage, auf denen erneut kräftige, lebhafte Farben dominieren; jedes Werk besteht aus mehreren, einander zugeordneten Leinwänden. Parallel dazu beginnt er die mit Acrylfarben und Ölpastellen auf Wellpappe ausgeführte Serie „Recycling“, die auf einer Wanderausstellung in Quakenbrück, Bonn, Köln und Düsseldorf gezeigt wird. Das Katalogvorwort stammt von Klaus Honnef. Teilnahme an den Ausstellungen „Avantgarden Retrospektiv – Kunst nach 1945“ im Westfälischen Kunstverein Münster und „Graphik des Deutschen Informel“ im Kunstverein Düsseldorf, in der seine Grafiken der 50er Jahre gezeigt werden. 1982 Einzelausstellung in der Berliner Galerie Dibbert, wo er die gerade beendete Serie von Bildern zeigt, die aus mehreren nebeneinandergestellten Leinwänden bestehen. Die Pinacoteca Comunale di Macerata organisiert eine umfassende Übersichtsschau der Werke auf Papier mit dem Titel „W.Gaul: segno, disegno, traccia, pittura, memoria (1955-1982)“ (W.Gaul: Zeichen, Zeichnung, Spur, Malerei, Erinnerung). Die Katalogtexte stammen von Enrico Crispolti und Filiberto Menna. 1983-85 Mit dem Bild „Besuch in Giverny“ (180 x 440 cm) beginnt eine Serie, die aus zahlreichen Einzelbildern, 43


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pubblica il libro di schizzi e testi di Winfred Gaul “Notizen und Bilder” (Notizie e quadri). esce a cura della Concept Verlag di Düsseldorf il primo volume del Catalogo Generale dei suoi dipinti su tela e carta (opere 1949-1961). con un catalogo curato dalle Edizioni Roberto Peccolo di Livorno si apre al Palazzo Martinengo di Brescia la mostra “Frammenti di una Retrospettiva”(Opere 1962-92) dove il trentennale lavoro pittorico svolto da Winfred Gaul è sinteticamente riassunto con alcune significative opere su tela e una panoramica di lavori su carta. A cura delle stesse Edizioni esce in contemporanea il volumetto “Con amore” contenente un testo di Elisabetta Longari “Ritratto Umorale di W.G.” e alcuni scritti dell’artista. La Eremiten Presse pubblica il volume di suoi disegni e aforismi sull’arte dal titolo “die Malerei ist eine eifersuchtige Geliebte” (La pittura è un’amante gelosa). esce il secondo volume del Catalogo Generale (opere dal 1962-1983) dei suoi dipinti con l’introduzione di Lothar Romain e con la riedizione del testo “Ritratto Umorale” di E. Longari. gli viene assegnato il Premio Lovis Corinth alla carriera e contemporaneamente viene organizzata una sua mostra alla Kunsthalle di Kaliningrad e alla Ostdeutsche Galerie, Regensburg. “das Fruehwerk”(Opere degli anni ’50-60) è il titolo di un’ampia retrospettiva di lavori dell’epoca informale che si svolge al Märkisches Museum di Witten. Per problemi inerenti alla sua salute ed alla vista è costretto ad interrompere momentaneamente il lavoro con la pittura. con le mostre al Kunstverein di Emsdetten, “Malerei 1956-1988”(Pittura 1956-1988); al Von der HeydtMuseum di Wuppertal, “Ohne Rechten Winkel”(Quadri senza angoli retti); alla Reichsabtei di AachenKornelimünster con “Grosse Formate”(Grossi formati); e alla Galerie Hennemann di Bonn viene festeggiato, con questo omaggio multiplo, il suo 70esimo compleanno. esce per le edizioni Druck Verlag Kettler di Bönen/ Westf. il volume “Winfred Gaul: Recycling 19811997”. Libretto che diverrà il catalogo di una mostra itinerante nei Musei del nord della Germania. Lothar Romain pubblica, a cura delle Edizioni Hirmer Verlag di Monaco, un’ampia monografia “Winfred Gaul –der Maler” (W.G. –il pittore) dedicata ai suoi 50 anni di pittura. mostra dei cartoni della serie “Recycling 1981-1997” alla Galleria Peccolo, Livorno. viene edito il libro “Nachts im Atelier allein –Malerei auf Papier, 50 Arbeiten- mit Notaten des Künstlers” (Notti solitarie nello studio –Pitture su carta, 50 lavoriCon annotazioni dell’artista), aforismi e annotazioni sull’arte, a cura del Radium-Verlag, Stuttgart. Nella Collana Pittura e Memoria, in collaborazione con Roberto Peccolo, la Morgana Edizioni di Firenze pubblica il libro-d’artista “Winfred Gaul: Schnappschüsse - Istantanee“; annotazioni sull’arte e

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Diptychen, Triptychen und mehrteiligen Bildern besteht, welche in ihren Titeln deutlich eine Hommage an die Malerei von Claude Monet erkennen lassen. Seine Schriften mit Erinnerungen, Aphorismen und Kommentaren zur Nachkriegskunst werden in dem Buch „Picasso und die Beatles – Erinnerungen und Kommentare zur Kunst nach 1945“ versammelt, das der Quensen Verlag Lamspringe herausgibt. Das Museum Schloss Morsbroich in Leverkusen zeigt eine Retrospektive seiner Arbeiten auf Papier (19531987), die in der Folge in andere deutsche Städte und Museen wandert. Erscheinen des Katalogbuchs „Begegnung mit Winfred Gaul“, herausgegeben von Willi Kemp, das Texte und Abbildungen sämtlicher Werke Gauls im Besitz der bedeutenden Sammlung seiner Freunde Ingrid und Willi Kemp in Düsseldorf enthält. Die Eremiten-Presse publiziert „Notizen und Bilder“, ein Buch mit Skizzen und Texten von Winfred Gaul. Im Concept Verlag Düsseldorf erscheint der erste Band des Werkverzeichnisses seiner Gemälde auf Leinwand und Papier (Werke 1949-1961). Mit einem Katalog der Edizioni Roberto Peccolo in Livorno wird im Palazzo Martinengo in Brescia die Ausstellung „Frammenti di una Retrospettiva“ (Fragmente einer Retrospektive) eröffnet, welche die dreißigjährige Maltätigkeit Gauls mit einigen bezeichnenden Werken auf Leinwand und einer Übersicht über die Arbeiten auf Papier synthetisch zusammenfasst. Gleichzeitig erscheint in den Edizioni Peccolo der kleine Band „Con amore“ mit dem Text „Ritratto umorale di W.G.“ (Stimmungsporträt von W.G.) von Elisabetta Longari sowie mehreren Texten des Künstlers. Die Eremiten-Presse veröffentlicht „Die Malerei ist eine eifersüchtige Geliebte“, einen Band mit seinen Zeichnungen und Aphorismen zur Kunst. Es erscheint der zweite Band des Werkverzeichnisses seiner Gemälde (Werke 1962-1983) mit einer Einführung von Lothar Romain und der Wiederveröffentlichung des Textes „Ritratto umorale“ von E.Longari. Er erhält den Lovis-Corinth-Preis für seine Karriere. Gleichzeitig hat er Ausstellungen in der Kunsthalle Kaliningrad und in der Ostdeutschen Galerie Regensburg. „Das Frühwerk“ (Werke der Jahre 1950-60) ist der Titel einer umfangreichen Retrospektive seiner Arbeiten aus der Zeit des Informel im Märkischen Museum Witten. Aufgrund von Gesundheitsproblemen und Sehstörungen ist er gezwungen, seine Arbeit an der Malerei vorübergehend zu unterbrechen. Mit den Ausstellungen „Malerei 1956-1988“ im Kunstverein Emsdetten, „Ohne rechten Winkel“ im Von der Heydt-Museum Wuppertal, „Große Formate“ in der Reichsabtei Kornelimünster bei Aachen und einer Schau in der Galerie Hennemann wird, als mehrfache Würdigung, sein 70.Geburtstag gefeiert.


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ricordi di viaggi in Italia, illustrato con 5 tavole a colori e un’opera originale su carta. Mostra personale “Malerei der 50er Jahre” (Pittura degli anni ’50) al Museum am Ostwall, Dortmund. avverte i primi sintomi della malattia e decide quindi di donare alcune sue opere a quei musei tedeschi, come la NationalGalerie di Berlino; la Bayerische StaatsgemäldeSmlng.di Monaco; la Staatsgalerie di Stoccarda, il Museum am Ostwall di Dortmund ed altri ancora; Musei che già possedevano nella loro collezione suoi lavori, in modo da completarne la presenza con opere e periodi diversi. Alcuni direttori aderiscono con entusiasmo a questa sua iniziativa. La stessa cosa cercherà di realizzarla anche con alcuni Musei italiani quali la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e il Museo di Villa Croce a Genova, senza però ottenere una risposta. all’inizio dell’anno insieme con Lothar Romain comincia a preparare la mostra che è programmata per 2004-2005 al Museum am Ostwall di Dortmund. Il Comune di Kaiserswerth gli dedica una mostra personale nel Museo cittadino. Edizione del libro “Winfred Gaul. Unterwegs zum Bild, Fragmente, Skizzen, Experimente aus seiner Werkstatt” (W.G. Lavorando sul quadro, frammenti, schizzi e sperimenti nel suo atelier) a cura di S. Gnichwitz. Dopo l’improvviso ricovero per una neoplasia polmonare nella Klinik di Kaiserswerth muore il 3 dicembre. Accompagnata da una folla di amici, musicisti, artisti, critici, collezionisti e galleristi, la salma viene tumulata nel piccolo cimitero di Kaiserswerth.

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Im Verlag Kettler Bönen/Westf. erscheint der Band „Winfred Gaul: Recycling 1981-1997“. Er dient als Katalog für eine Wanderausstellung in verschiedenen norddeutschen Museen. Lothar Romain veröffentlicht im Hirmer Verlag München die umfassende Monografie „Winfred Gaul – Der Maler“, seinen 50 Jahren Malerei gewidmet. Ausstellung der Kartons aus der Serie „Recycling 19811997“ in der Galerie Peccolo, Livorno. Im Stuttgarter Radius-Verlag erscheint das Buch „Nachts im Atelier allein – Malerei auf Papier. 50 Arbeiten. Mit Notaten des Künstlers“, Aphorismen und Anmerkungen zur Kunst. In der Reihe „Pittura e Memoria“ (Malerei und Erinnerung) erscheint in den Morgana Edizioni Florenz in Zusammenarbeit mit Roberto Peccolo das Künstlerbuch „Winfred Gaul: Schnappschüsse – Istantanee“, Anmerkungen zur Kunst und Erinnerungen an Italienreisen, illustriert mit fünf Farbtafeln und einer Originalarbeit auf Papier. Einzelausstellung „Malerei der 50er Jahre“ im Museum am Ostwall, Dortmund. Da er die ersten Krankheitssymptome wahrnimmt, beschließt er, einige seiner Werke denjenigen deutschen Museen zu schenken, in deren Sammlungen schon Arbeiten von ihm vorhanden sind, um sie so zu ergänzen und auf zusätzliche Perioden auszuweiten: etwa der Nationalgalerie Berlin, den Bayerischen Staatsgemäldesammlungen München, der Staatsgalerie Stuttgart, dem Museum am Ostwall in Dortmund und anderen. Einige Museumsdirektoren unterstützen diese Initiative mit Begeisterung. Er versucht, dies auch mit mehreren italienischen Museen wie der Galleria Nazionale d’Arte Moderna in Rom und dem Museo di Villa Croce in Genua zu realisieren, erhält jedoch keine Antwort. Am Jahresanfang Beginn der Vorbereitungen zusammen mit Lothar Romain für eine Ausstellung, die für 2004-2005 im Dortmunder Museum am Ostwall geplant ist. Die Stadt Kaiserswerth widmet ihm eine Einzelausstellung im Städtischen Museum. Es erscheint das Buch „Winfred Gaul. Unterwegs zum Bild. Fragmente, Skizzen, Experimente aus seiner Werkstatt“, herausgegeben von S.Gnichwitz. Nach einer plötzlichen Einlieferung ins Krankenhaus Kaiserswerth wegen eines Lungentumors stirbt er am 3.Dezember. Begleitet von zahlreichen Freunden, Musikern, Künstlern, Kritikern, Sammlern und Galeristen wird er auf dem kleinen Kaiserswerther Friedhof beigesetzt.

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DUISBURG, Galerie NRZ BONN, Contra-Kreis MÜNCHEN, Galerie W.Gurlitt DÜSSELDORF, Galerie 22 SIEGEN, Galerie Nohl BERN, Galerie 33 BERLIN, Galerie Schuler (con O.H. Hajek) MILANO, Galleria Apollinaire BRUXELLES, Galerie St. Laurent MANNHEIM, Galerie Inge Ahlers BRUXELLES, Palais des Beaux-Arts, Galerie Aujourd’hui (con K.F.Dahmen) KÖLN, Galerie Änne Abels WIEN, Galerie nächst St.Stephan ROTTERDAM, Kunstkring MILANO, Galleria Blu ASCHAFFENBURG, Galerie 59 NEW YORK, Robert Elkon Gallery ROMA, Galleria L’attico STUTTGART, Galerie Müller PARIS, Galerie J.Dumay DÜSSELDORF, Galerie Niepel WIESBADEN, Städt. KunstMuseum BERLIN, Galerie René Block GENOVA, Galleria del Deposito LONDON, Institute of Contemporary Art MANNHEIM, Städt. Kunsthalle HAGEN, Galerie Trambow HAGEN, Karl-Ernst-Osthaus Museum AMSTERDAM, Galerie Swart DEN HAAG, Galerie Orez International GRENCHEN, Galerie Brechbühl LUZERN, Galerie Raber KÖLN, Galerie Tobiés & Silex NEUENKIRCHEN, Galerie Spring.-Falazik BRUXELLES, Palais des Beaux-Arts DÜSSELDORF, Galerie Niepel BAD GODESBERG, Galerie Nickel BREMEN, Galerie Rewolle GENT, Galerie Foncke AACHEN, Zentrum für Aktuelle Kunst (Gegenverkehr) PESARO, Galleria Il Segnapassi BERGAMO, Studio 2 B ROMA, Galleria Arco D’Alibert GENOVA, Galleria La Polena HAMBURG, Galerie Fürneisen

1970 1971 1972 1973 1974 1975 1977 1978 1979 1980 1981 1982

DORTMUND, Galerie Mutzenbach LÜBECK, Overbeck-Gesellschaft HIDDESEN, Zimmergalerie S.Schmidt VENEZIA, Galleria del Cavallino KÖLN, Galerie Wilbrand KÖLN, Galerie Wilbrand (Zeichnungen) MÜNSTER, Kunstverein (Druckgraphik) WIEDENBRÜCK, Kunstverein (Druckgraphik) BIELEFELD, KunstStudio KARLSRUHE, Galerie Apfelbaum BRESCIA, Galleria Sincron NORDHORN, Städt. Galerie (Quadri nel Museo e Segnali sparsi nelle strade) UNNA, Kunstverein PESARO, Galleria Il Segnapassi (Grafiche) KASSEL, Studio Kausch LIVORNO, Galleria Peccolo MÜNSTER, Westfalischer Kunstverein/ LUDWIGSHAFEN, Städt. Kunstsammlungen/ BIELEFELD, Kunsthalle/ ULM, Städt. Museum 20 Jahre Malerei (Retrospektive 1953 bis 1973) SALÒ (BS), Centro d’Arte Santelmo BOLOGNA, Galleria La Loggia (con R.Geiger) LIVORNO, Galleria Peccolo GENOVA, Galeria La Polena TORINO, Stufidre Arte Contemporanea KÖLN, Galerie Karsten Greve MILANO, Galleria Il Milione DUISBERG, Wilhelm-Lehmbruck-Museum ROMA, Galleria Seconda Scala (Lavori anni ‘50/ ’70) KÖLN, Galerie Peccolo KÖLN, Galerie Wintersberger HAGEN, Karl-Ernst-Osthaus-Museum BREMEN, Paula-Becker-Modersohn-Haus GENOVA, Galleria La Polena KIEL, Kunsthalle u. Kunstverein (Antologia dell’ opera grafica e multipli) HEIDELBERG, Kunstverein FRANKFURT a.M., Galerie Schönbrunn KÖLN, Galerie Wintersberger BONN, Galerie Hennemann (Lavori 1953-1961) KÖLN, Galerie Karsten Greve, (Lavori su carta della serie “Con Amore”) BRESCIA, Galleria Sincron BERLIN, Galerie Dibbert MACERATA, Pinacoteca Comunale (Retrospettiva di opere su carta 1955-1982) BONN, Galerie Hennemann KAARST, Galerie 44 e KAARST, Pädagogisches Zentrum


1983 1984 1985 1986 1987 1988

(Dipinti 1969-1981) KÖLN, Galerie Wintersberger MILANO, Galleria Morone 6 TORINO, Galleria Martano LIVORNO, Galleria Peccolo FRANKFURT a.M., Galerie Lupke QUAKENBRÜCK, Städt. Galerie (Lavori su cartone della serie “Recycling”) BREMEN, Galerie im Winter, e BREMEN, Galerie Gruppe Grün (Bilder aus der “Schwarzen Serie”) BONN, Galerie Hennemann ERLANGEN, Galerie Beck ESSEN, Galerie Schüppenhauer REUTLINGEN, Hans-Thoma-Gesellschaft (Nuovi disegni e acquarelli) FREIBURG, Kunstverein (Malerei 1981-1986 serie “Viaggio intorno al triangolo”) EMMERICH, Kunstverein (Arbeiten des Informel 1955-1961) LEVERKUSEN, Museum Morsbroich / LÜDENSCHEID, Städt. Galerie / GELSENKIRCHEN, Städt.Museum / OLDENBURG, Kunstverein / KIEL, Kunsthalle / ULM, Ulmer Museum (Mostra itinerante, lavori su carta 1953-1987) BONN, Galerie Hennemann (Serie “Dialog mit Claude Monet”) BAD ZWISCHENAHN, Moderne Galerie GELSENKIRCHEN, Galerie Kremer-Tengelmann 1989 KÖLN, Galerie Schüppenhauer (Malerei in 2.3.n. Phasen) BAD ZWISCHENAHN, Galerie Moderne (Acquarelli e Disegni) ULM, Sebastianskapelle, Galerie Cuenca BIELEFELD, Deutsche Bank MÜNSTER, Deutsche Bank DÜSSELDORF, Galerie Mühlenbusch (Serie “Dialog mit Claude Monet”) 1989/90 DÜSSELDORF, Sammlung Ingrid u. Willi Kemp 1991 KÖLN, Galerie Schüppenhauer (Shaped Canvas) 1992 BONN, Galerie Hennemann STUTTGART, Galerie Dorn BADEN-BADEN, Galerie Pages BRESCIA, Palazzo Martinengo (Frammenti per una Retrospettiva : opere 1962-1992) LIVORNO, Galleria Peccolo (Ritratto Monografico ) FRANKFURT a.M., Galerie Viertel ROTTWEIL, Forum Kunst 1993 DÜSSELDORF, Galerie Winkelmann

1994 1997 1998 1999 2000 2003 2004 2005 2006 2008 2009 2011 2012 2013

WORPSWEDE, KunstStudio Busse BONN, Galerie Hennemann KALINIGRAD, Kunsthalle (Premium Lovis Corinth) REGENSBURG, Ostdeutsche Galerie BREMEN, Märkisches Museum / WITTEN, Städt. Galerie (Retrospektive “Das Fruehwerk” 1953-1961) LÜDENSCHEID, Galerie Hoffmeister ISERLOHN, Galerie Bengelsträter DÜSSELDORF, Galerie Nicols EMSTETTEN, Kunstverein (Malerei 1995-1998) DÜSSELDORF, Galerie Brüning & Zischke WUPPERTAL, von-der-Heydt-Museum (Arbeiten “Ohne Rechten Winkel”) WORPSWEDE, Studio-Galerie Busse AACHEN, Kornelimunster ReichsAbtei (Grosse Formate) BONN, Galerie Hennemann (70° Geburtstag- 70º Compleanno) STUTTGART, Galerie Dorn MOCHENTAL, Galerie Schloss Mochental ISERLOHN, Galerie Bengelsträter LIVORNO, Galleria Peccolo (Recycling 1981-1997) DÜSSELDORF, Galerie Brüning & Zischke KAISERSWERTH, Museum-Kaiserswerth (Retrospektive) DUISBURG, Cubus-Kunsthalle WORPSWEDE, StudienGalerie Busse BONN, Galerie Hennemann DORTMUND, Museum am Ostwall (Retrospektive “In Bildern denken”) ZÜRICH, Galerie Elten & Elten DÜSSELDORF, Kunsthaus Benrath (Annah u. Winfred Gaul) KARLSRUHE, Neue Kunst Gallery Michael Oess DÜSSELDORF, Galerie Nicols LIVORNO, Galleria Peccolo (Quadri della Serie “Markierungen” 1973-74) MÜNCHEN, Galerie Michael Hasenclever (“Markierungen” 1973-74) MILANO, Galleria Bianconi (Die Linie: “Markierungen” 1973-74) STUTTGART, Galerie Schlichtenmaier (Frühe Arbeiten: Informel und Signale) GRAFENAU, Schloss Dätzingen (Frühe Arbeiten: Informel und Signale) MILANO, Fondazione Zappettini (Dipinti 1967-75) ROMA, Galleria Anna D’Ascanio (Due anni a Roma - opere degli anni 1959-1962) MÜNCHEN, Galerie Michael Hasenclever LIVORNO, Galleria Peccolo (Due anni a Roma - opere degli anni 1959-1962) 47


WINFRED GAUL maggio mai 2013 Catalogo edito in occasione della mostra presso Galleria Anna D’Ascanio via del babuino 29 00187 Roma e Galleria Peccolo Piazza della Repubblica, 12 57123 Livorno Impressum: Katalog erschienen zur Ausstellungen in der Galleria Anna D’Ascanio via del babuino 29 00187 Roma und Galleria Peccolo Piazza della Repubblica, 12 57123 Livorno Edizioni Peccolo, Livorno Herausgeber Peccolo, Livorno © Copyright Edizioni Peccolo e degli Autori © Copyright Edizioni Peccolo und durch die Autoren Traduzione dei testi dall’italiano al tedesco: Übersetzung der Texte aus dem Italienischen ins Deutsche: Marianne Wienert-Ricci Photo-credit: Manfred Leve, Köln (p. 8, 16) Willi Kemp, Düsseldorf (p. 36, 41) Alfio Di Bella, Roma (p. 15) Massimo V. Ronchi, Chiavari (p. 31) Oscar Savio, Roma (p. 5) Marco Magherini, Livorno (p. 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 28, 29, 30, 33, 34, 35) Galleria Peccolo, Livorno (p. 27, 32) ISBN 978 88 96294 24 6 Realizzazione e stampa: Realisierung und Druck: Debatte Otello srl - Livorno



WINFRED GAUL due anni a Roma - opere 1959-1962

I - 57123 livorno/italia piazza della repubblica, 12 tel./fax 0586 888509 e-mail: galleriapeccolo@libero.it http://mostre-e-dintorni.blogspot.com (orario 10-13 / 16-20, festivi e lunedĂŹ chiuso)

galleria anna d’ascanio associazione culturale

via del babuino 29 00187 Roma tel . 06 36001804 fax 06 3242642 e-mail: info@galleriadascanio.it

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edizioni peccolo livorno

Galleria Peccolo

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