PdA #7 Inside China

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COVER #7 SPECIAL GUEST

CREDITS

Allan Chong

FOUNDING

After graduating from high school in Hong Kong, Allan moved to the United Kingdom to start his architectural study. Currently, he is a final year student who is studying BA (Hons) Architecture in Newcastle University. During his study period, Allan had been employed by numbers of local and international firms for internship, which offered him valuable experience in a range of projects in Hong Kong and China.

The drawing is one of his art works from the second year project in Newcastle University, Crossover. The project is a group work with architecture students and Engineering students and we are asked to design a temporary, demountable, timber constructed structure for the music festival at Long stairs, Newcastle. The scenario was imagined that a person who experienced the joyful atmosphere by the purest form of art in the festival. The second scene – The Beginning:

‘‘He was surprised by what he saw. Standing at the bottom of the chare, the space is isolated from the sound of surroundings. He was not the only one led by the music to here, people were walking up and down and knocking the new structure that was given to the place.

The collisions of the copper pipes were not vigorous and and he could hear a rhythm or sometimes, a song. The pipes were hung over the grid frame, sunlight was reacted on the shiny surface and lighten up the space.’’ There are five scenes in the project which are available to be checked at http://issuu.com/allanchong4/ docs/issue_1

Orazio Caruso, Sebastian Di Guardo

EDITORIAL STAFF

Orazio Caruso, Sebastian Di Guardo, Davide Luca

ADDRESS

Via Pio VII 64, 00167 Rome, ITALY

CONTACTS

architettandocontacts@gmail.com

ISSN 2421-7239 (since 15/09/2015)

NUMBER SEVEN DATE

Summer 2016

COLLABORATORS

Claudio Greco, Chiara Ye, Santi Musmeci, Giovanni Piccione.

TRANSLATIONS

Orazio Caruso, Monica Castagnetta, Luigi Cavallo, Laura Dumbrava, Davide Luca.

www.paroladarte.altervista.org The independent blog of Parola d’Arte follow us

What is Parola D’Arte? Parola d’Arte is a collection of articles , essays and / or interviews selected by the publishers , divided into thematic points of view and structured in the form of a magazine . These collections are organized into booklets and they do not have a periodic nature or any other profit. The sale of the whole or part of the material is forbidden. Each presented image or article credits their respective author . Each interview was included with interviewee’s permission. The reproduction of any material , including texts and images contained in this magazine is forbidden unless the authors express their consent.

Furthermore, the writers of each article are directly responsible for any content (including images). The editorial staff accepts no liability for errors, defamatory comments or copyright violations. It is, anyway, available to anyone who wants to report those aspects in order to interfere and correct where necessary.


CONTENTS issue #7 / Inside China / summer 2016

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Inside China.

China: impression of a changing world.

Tales from China.

editorial

PDA editorial staff

translation: O. Caruso, L. Cavallo

reportage #1

Cina: impressioni di un mondo che cambia.

Davide Luca

reportage #2 /interview #13 Claudio Greco

Sebastian Di. Guardo translation: L. Dumbrava

translation: D. Luca

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Let’s watch it from the other side.

上海市

北京市

article #1

Vediamola dall’altra parte.

Orazio Caruso

reportage #3

reportage #4 / interview #14

Shanghai.

Beijing - Santi Musmeci (+OUT)

translation: L. Dumbrava

translation: O. Caruso, L. Cavallo

Giovanni Piccione

translation: M. Castagnetta

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+ Literature Bonus Track: 孫子兵法

The Art of War.

Walter Sobchak

translation: L. Dumbrava

Orazio Caruso


Non abbiamo saputo resistere alla tentazione di dedicare un nostro numero alla Cina. È la prima volta che PDA tratta interamente non un tema astratto ma l’analisi di una realtà contemporanea in termini geo/socio/economici. Osservando gli orientamenti editoriali di questo settore, si può dire che ogni rivista d’architettura o d’arte che si rispetti abbia nelle sue corde un numero monografico sul dragone asiatico, il cui impatto culturale nella nostra vita quotidiana è ormai sensibile. La verità è che fino agli anni ‘90, la Cina è stata oppressa da una situazione economica arretrata e da un isolamento politico, nei confronti delle altre nazioni, piuttosto distruttivo. Oggi, i fenomeni che vanno analizzati sono completamente diversi: osserviamo un paese che sta mantenendo un sistema produttivo ad altissima resilienza, con mastodontici interventi di massicci capitali statali e privati che spingono in direzioni prestabilite - ma è anche un paese che si sta aprendo sempre più al mondo non tanto per contaminarsi con esso, quanto, così sembra, per conquistarlo economicamente. Nonostante la Cina rappresenti ancora oggi una realtà così distante dal mondo “occidentale”, sotto diversi aspetti, usi e costumi, ad ogni modo la sua sfera di influenza è notevole sia nella macroeconomia che per quanto riguarda gli stili e un preciso modello di vita. Spesso si parla di essa in maniera indiretta, menzionando l’indice di

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China, Guangzhou. Photos by D. Luca

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chiusura della Borsa di Shenzhen per esempio: questo è solo uno dei motivi principali per cui ci interessa. Essa rappresenta nell’attualità il più grande caso di crescita in senso fisico ancora prima che economico. È utile fare un’attenta distinzione tra i concetti di crescita e sviluppo, inteso quest’ ultimo come un’evoluzione del tessuto economico-sociale di cui è composta una nazione o un popolo. Crediamo che la storia recente del colosso asiatico mostri al mondo intero un tipo di crescita per lo più esponenziale, una sorta di capitalismo che si espande con una velocità di cui la storia dell’uomo non ha memoria; ma crescita non significa (o almeno non significa necessariamente) anche sviluppo. Purtroppo bisogna osservare che il modello Cinese in realtà non è che un caso eclatante, in parte, di quello che accade in tutte le economie globalizzate : più che le idee innovative, ad influenzare le scelte della politica economica sono sempre più i numeri e gli indici di borsa. Ciò implica il fatto che chi prende le decisioni non pensa alle persone che compongono una nazione ma a marcatori come l’indice del prodotto interno lordo. In definitiva, la crescita può anche essere registrata dalle statistiche , ma la situazione reale presenta più aspetti che andrebbero attenzionati. Ciò che fa della Cina un paese resiliente è l’altissima capacità decisionale della classe politica ed economica, in grado di pro-

Rome, Portuense street. Photos by O. Caruso

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China, Guangzhou. Photos by D. Luca

muovere interventi a scala geografica per noi occidentali inconcepibili. L’obiettivo economico però, venendo prima del rispetto dell’ambiente e delle persone, viene perseguito con calcolo implacabile, e in un progetto l’inclusione di nuovi capitali in itinere comporta revisioni anche totali in tempi brevissimi. Per riuscire in compiti tanto gravosi non sembra essere essenziale la produzione consapevole, quanto invece la capacità di recepire un modello e di proporlo, anche se copiato, in modo da mantenere un’elevata

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produttività. Per esempio, non sembra importante l’aver ottenuto dello spreco: il “nuovo” che il giorno dopo non serve più ai nuovi interessi, diviene “vecchio” e viene smantellato all’istante. Inutile inorridire: concetti come “crescita sostenibile” e “riciclaggio totale”, che sono divenuti parole d’ordine per noi occidentali, non costituiscono priorità. Allo stesso modo la pratica del “restauro conservativo”, non attecchisce in un paese che è abituato a costruire in legno e materiali poveri, e che ha per tradizione la “lavorazione

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come l’originale” piuttosto che la “conservazione della materia originale”. Le pratiche del costruire e della conservazione non saranno poi troppo influenzate da vincoli posti molto tempo prima di un progetto : la Cina è un mutante genetico, e dei vincoli creati ieri, oggi si troverebbero ad operare in una nazione difforme. Il punto di vista che vi proponiamo stavolta, rispetto ad altre riviste monografiche su questo tema, vuole essere più origi-

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nale: persone che lavorano o che hanno lavorato in Cina, provano a descrivere cosa i loro occhi di occidentali hanno visto, ciò che la loro sensibilità ha colto. Proveremo a vivisezionare questo macro-mercato partendo dalle differenze e diffrazioni che questa cultura architettonica, artistica e umana provocano in noi. Non crediamo che questo sarà l’unico magazine dedicato a questa realtà: purtroppo, PDA è nata di recente, e non ha potuto registrare quella fase precedente e paradossale in cui si poteva osservare un paese gigantesco afflitto da arretratezze addirittura anacronistiche. Riprenderemo allora dal punto in cui è cominciata la lenta apertura al mondo esterno. Fra non molti anni, crediamo che la situazione sarà ancora diversa. Dall’acquisto di giganteschi territori fertili in Africa, fino all’espansione anche demografica nei paesi occidentali (da quest’anno il cognome più diffuso a Milano risulta essere Hu): se questi sono i prodromi di una società globale e dell’uni-

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ficazione economica, sarà la Cina a guidare questo cambiamento? We couldn’t resist to temptation to dedicate an our issue to China. It is the first time that PDA is not entirely an abstract issue but an analysis of a contemporary geo / socio / economic reality. Observing the editorial guidelines for this area, it can be said that every self-respecting architectural or art magazine has a special issue about the Asian dragon, whose cultural impact in our daily lives is now perceptible. The truth is that until the ‘90s, China has been oppressed by a backward economy and a political isolation against other nations, which is rather destructive. Today, the phenomena to be analysed are quite different: we see a country that is maintaining a very high resilience production system, with gigantic interventions of massive state and private capital that push in designated directions - but it is also a country that is opening up more and more to the world. Moreover, this happens not so much to be defiled with it, but rather, it seems, to conquer it economically. Although China still represents a reality which is so far away from the “Western” world, in many ways, customs and traditions, however its sphere of influence is remarkable both in macroeconomics and in styles as well as a precise kind of living. Often we talk about


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Gu an gz h economic class, which is able to promote a geographical scale interventions for us inconceivable Westerners. The economic aim, however, coming ahead of the environment respect and people, is pursued with unrelenting calculation, and the inclusion of new money on a project also leads to total revisions quickly. To succeed in so much burdensome tasks, the conscious production seems not to be essential, but rather the ability to incorporate a model and to present it, even if copied, to maintain high productivity. For example, it does not seem important if you have produced waste: the “new” that the day after you no longer need to new interests becomes “ old” and it is immediately dismantled.

Needless to be horrified: concepts such as “sustainable growth” and “total recycling“, which have become watchwords for us Westerners, do not constitute priorities. Similarly, the practice of “restoration” does What makes China a resilient not take root in country is the highest decision-ma- a country that king capability of the political and is accustomed to

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build in wood and poor materials, and which has traditionally considered the “work like the original” rather than the “preservation of the original material”. The practices of building and conservation then will not be too much influenced by constraints placed long time before a project: China is a genetic mutant and the bonds created yesterday today would work in a dissimilar nation. The point of view that we propose this time,

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China indirectly, mentioning the Shenzhen Stock Exchange closing index for example: this is just one of the main reasons why we are interested in it. Today, it represents the largest physical growth, not just in economic sense. Therefore, it is useful to make a careful distinction between the concepts of growth and development, meaning the latter as a real evolution of the economic and social fabric that makes up a nation or a people. We believe that the recent Asian giant’s history shows the world a mostly exponential kind of growth, a type of capitalism that expands with a speed of which the history of mankind has no memory; but growth doesn’t mean (or, at least, not necessarily means) also development. Unfortunately, we must observe that the Chinese model is nothing more than a striking case, partly, of what happens in all globalized economies. So the choices of economic policy are increasingly influenced by the numbers and by stock market indices rather than by innovative ideas. This means that decision-makers do not care about the welfare of the people who make up a nation, but about markers as the index of GDP. Therefore, the growth can also be recorded in statistics, but the real situation often presents more aspects that would need to be taken into account.

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Warhol China. Picture by S. Di Guardo

compared to other monographic issues on the same subject, wants to be more original: people who work or have worked in China try to describe what their eyes have seen, and what their feelings of Westerners have caught. We will try to dissect this macro-market starting from the differences and diffraction that this architectural artistic and human culture provoke in us. We do not believe that this will be the only magazine dedicated to this reality: unfortunately, PDA was born recently, and it could not register the previous and paradoxical historic phase when one could observe a gigantic country plagued by backwardness, even anachronistic. So we will resume from the point where the slow China’s opening to the rest of world began. We believe it won’t be long before the situation will be different again. From purchasing of huge fertile territories in Africa, to demographic expansion also in Western countries (this year the most common surname in Milan appears to be Hu): if these are the beginnings of a global society and economic unification, will China drive this change?

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reportage #1

SOPRA. Artista sconosciuto Esercito di terracotta statue di terracotta, Xi’an dinastia Qin, 250 ca.AC

___CINA___

SOTTO. Ai Wei Wei Sanflower seeds installazione, Tate Modern, Londra 2010

impressioni di un mondo che cambia impressions of a changing world L’opera, patrimonio UNESCO, è costituita da 6000 guerrieri modellati a mano, ritrovati nel 1974 all’interno del mausoleo del primo imperatore cinese Qin Shi Huang posti a guardia dell’aldilà

di Davide Luca

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L’opera, prodotta dall’artista “dissidente”, è costituita da 100 milioni di semi di girasole di porcellana, modellati a mano ciscuno da 1600 artigiani cinesi della città di Jingdezhen

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Come si fa a raccontare il cielo?

E’ più facile farsi raccontare da lui, tanto è vasto e inafferrabile. Lo stesso vale per la Cina, 4 semplici caratteri, 2 ideogrammi 中国 - Zhong Guo, Paese del Centro che racchiudono un mondo rispetto al quale si prova un senso di smarrimento. Al di là degli stereotipi e delle tendenze omologanti tipiche di questa epoca di globalizzazione, le differenze geografiche e culturali in senso ampio persistono ancora (per fortuna) e rendono la Cina un paese da scoprire con l’atteggiamento di chi guarda verso “l’altro e l’altrove”. Le cose si complicano se l’oggetto di questo racconto, oltre ad essere talmente vasto da poterlo trattare, è anche un macrocosmo instabile, in perenne evoluzione, nel quale la velocità e la portata delle trasformazioni che lo hanno attraversato, soprattutto nell’ultimi 50-70 anni, ne rende difficile la messa a fuoco. Una condizione problematica in primo luogo per gli stessi Cinesi, che li induce a interrogarsi sulla propria identità e sulle prorprie radici, ma anche sulle prospettive future per il loro paese...sempre muovendosi su un filo di lana (o meglio, di seta!) la cui trama è sempre più intrecciata con il resto del mondo.

Abbiamo scelto l’opera fotografica di Liu come copertina di questo articolo sulla Cina per il carattere simbolico e al tempo stesso enigmatico trasmesso dalle sue foto. E perchè sintetizza al meglio l’atteggiamento e lo sguardo con cui siamo interessati a guardare a questo paese-mondo che è la Cina. L’intenzione è quella di superare le barriere della moltitudine alienante delle masse della nazione più popolosa del mondo andando oltre i luoghi comuni. L’obbiettivo è quello di cercare di arrivare all’essenza dell’individuo, del suo modo particolare di guardare il mondo, in rapporto con la propria storia e con il proprio futuro.

In questo percorso di ricerca della “vera” Cina, c’è chi sostiene che essa si sia definitivamente dissolta con la fine del “Celeste impero” e che tutta la storia successiva sia solamente il risultato dell’assimilazione culturale all’Occidente e ai suoi sottoprodotti (il totalitarismo maoista che ha ceduto il passo al rampante capitalismo, fino a recenti forme di neocolonialismo e sfruttamento economico da parte degli stessi Cinesi a scapito di altri paesi nella lotta per le risorse mondiali). Secondo questa tesi la Cina si configurerebbe come un enorme “accumulatore-acceleratore-moltiplicatore” di fenomeni ed effetti della storia occidentale, riproposti in una versione distopica. Ma c’è anche chi la vede come un paese in cui, grazie agli scambi con il resto del mondo, sta maturando un nuovo pensiero, consapevole e dialogante, che rivisita e riscopre i caratteri tradizionali e autentici della cultura locale, facendo della Cina un grande “laboratorio” per la messa a punto di processi e pratiche innovative, che grazie alla forza dei suoi numeri, può generare effetti positivi sul resto del pianeta.

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How can we speak about the sky?

It is easier to be spoken by it, so large and so untouchable it is. The same matter is true for China, 4 simple types, 2 ideograms - Zhong Guo, Country of the Middle, that contain a world that makes us to feel a sense of loss. Beyond stereotypes and flattening opinions of this global era, geographical and cultural differences still exist (fortunately), making China a country to be discovered with the attitude of who looks towards “the other and the elsewhere”. To speak about China is much more difficult, not only because of the vastity of the country, but also because it is a changeable macrocosmus, which has undergone so big and fast transformations in the last 50-70 years, that is very hard to focus. This is a critical condition for Chinese people as well, that forces them to think about their own identity and roots, but also about the future of their country... always moving on a woolen thread (or better, silk thread!), which will be even more interwoven with the rest of the world.

Liu Xiaofang, dal ciclo Remember. Liu Xiaofang (1980) è una fotografa laureata al Dipartimento di Fotografia dell’Accademia Centrale di Pechino. Ha esposto nella mostra intitolata “Future Memories” a Roma presso Visionarea Art Space. La sua opera lavora su memoria, tempo, spazio, sogno e realtà. Il paesaggio, diventa deposito e stratificazione di segni, documentazione e informazione sulla realtà e una possibile metarealtà, lo spazio fisico in cui galleggia sognante una solitaria bambina. Riflessioni giocate sui margini del limite, sui territori di confine che attraversano il tempo passato, presente e futuro, sulle fragili presenze liminali, sulla soglia tra realtà e impossibilità, su enigmi, suggestivi e affascinanti, sempre in bilico tra realtà e altri mondi. - Visionarea Art Space -

Looking for the “true” China, someone has the opinion that the country definitely faded out with the end of the Celestial Empire: the following history is just a mere revival of western culture and ideology (from the maoist totalitarism, to the rampant capitalism, to the neocolonialism and economic exploitation of the other countries by the Chinese governament itself). According to this thesis, China is like a big “accumulator-accelerator-multiplier” of historic western phenomena, but in a distopic release. But there is also who have a different vision of China. A country that, thanks to the exchanges with the rest of the world, is recovering an aware and dialoguing way of thinking, rediscovering the traditional and true features of the local culture. An attitude that is making China a big laboratory for innovative practises that, thanks to the big numbers, might have a positive impact on the whole planet. issue #7 / Inside China / summer 2016

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1. L’articolo che segue cerca di costruire un racconto della Cina fatto attraverso un collage di immagini, testi, articoli, notizie, scatti fotografici, opere d’arte e di architettura, di diversa origine e provenienza, accostati secondo dei fili conduttori in grado di creare a volte parallelismi, a volte collisioni tra i vari aspetti delle realtà indagate. Il lavoro è il risultato di una selezione di frammenti e materiali raccolti dall’inizio del 2016, senza un criterio o un ordine preciso... Delle “pietre di inciampo” per così dire, nelle quali chi scrive si è imbattuto, ma che poi hanno finito per manifestare tutta la loro forza rivelatrice, una volta ricomposte in occasione di questo numero di PdA sulla Cina. L’obiettivo dell’articolo è segnare una traccia, aperta ad altri possibili e personali interpretazioni, evitando opportunamente di dare una visione unica e prestabilita di una realtà complessa e in movimento come la Cina, ma stimolando ciascun lettore a creare da sè la “propria” Cina, attivando connessioni e confronti con le esperienze personali di chi è venuto a contatto con questo mondo tanto vicino e pure tanto distante. >> 1. The following article is conceived as a “collage” tale, made of writings, images, drawings, photos, works of art, news, even quotations from old texts, put together to establish connections and collisions among different aspects of the various and complex universe of China. The objective of this work is to give suggestions in order to reveal unexpected ways of looking at this country, which is at the same time near and distant from us. 2. This trip inside and around China wants to put in relation the permanent elements of an ancient culture with current aspects of a changeable and often contradictory reality. Probably this is the real chanllenge of China for tomorrow: to find out a dynamic balance between the present and the past, between the awareness of the its origins and an opening attitude to the world.

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3. Proprio il concetto di “equilibrio dinamico” è l’elemento costitutivo dell’antica sapienza cinese, espressa nella teoria del WU XING (wu=5, xing=muoversi), che descrive la dinamica tra i 5 elementi di cui è costituito il mondo: Legno, Fuoco, Metallo, Acqua e la Terra al centro, interagiscono in una sequenza continua di generazione e distruzione. Il passaggio da un elemento all’altro, dall’estremo positivo (YANG, il fuoco, la fenice rossa) all’estremo negativo (YIN, l’acqua, la tartaruga), è sempre graduale e regola il susseguirsi delle stagioni e le ore del giorno. Il Legno - il drago e il Metallo - la tigre, rappresentano rispettivamente lo Yang declinante e lo Yin ascendente. In mezzo c’è la Terra che regola i flussi. >> issue #7 / Inside China / summer 2016


2. Un viaggio all’interno e attorno alla Cina, a ciò che è, è stato e potrà diventare questo paese, pone sempre il problema del punto di partenza. E anche del punto di arrivo. C’è chi affronta il tema andando a ricercare il fascino di una cultura esotica, chi invece pone l’accento sugli aspetti di avanguardia incalzante, pronta a subentrare nella leadership ad un Occidente sempre più in stallo. Il terzo approccio, che qui proponiamo, consiste nel mettere in relazione/collisione gli elementi permanenti di un antichissimo passato, con le realtà attuali spesso contraddittorie e in fase di accelerata mutazione che il paese sta vivendo. Forse è questa la vera sfida della Cina di oggi e di domani: trovare un equilibrio dinamico tra le forze del presente e del passato, secondo un passo che proceda in modo più lento, sapiente e consapevole, inseguendo una fertile contaminazione tra la coscienza delle proprie origini e l’apertura verso il mondo esterno. Cosa che sta già avvenendo, guardando a recenti forme di produzione architettonica e artistica che hanno determinato un cambio di rotta nella cultura cinese. >> 3. The concept of “dynamic balance” is the base of the ancient Chinese wisdom, expressed in the theory of WU XING (5 movements), which is the base of the dynamics of the 5 elements - Wood, Fire, Iron, Water, Earth - linked in a sequence of creation and distruction. The gradual flow from YANG (the positive pole, represented by the Fire, the red phoenix) to YIN (the negative pole, represented by the water, the turtle) passes through the intermediate states of Wood - the dragon, and Iron - the tiger. 4. In this tale, the natural elements from the taoist doctrine become symbolic images to interpret Chinese reality. A sort of talism to reveal its hidden secrets. The trip begins from the “sky” on january 2016, under the fear of air pollution, ending to the “ground” on july, in a pavillion of the Biennale in Venice, with a message of hope for a sustainable future.

4. In questo racconto per immagini poste a confronto, gli elementi naturali della dottrina taoista diventano altrettante chiavi di lettura simboliche della realtà cinese. Una sorta di talismano per interpretare i significati nascosti del mondo che ci circonda. Si parte dal “cielo” del gennaio 2016, che ha avvicinato la Cina al resto del mondo e all’’Italia, sotto un’unico pensiero globale sulle sorti ecologiche del pianeta. Per poi arrivare alla “terra” di luglio, quella umida, ricoperta di vestiti e sacchi di juta contadini, ammassata in un ex capannone industriale all’Arsenale della Biennale di Venezia, segno fertile di speranza per un futuro sostenibile. issue #7 / Inside China / summer 2016

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“Sopra la Terra e il mondo degli uomini, il Cielo si estende maestoso e sovrano. Evidente, incontestabile, al contempo profondo e misterioso. Splendida cupola di perfetta serenità, emana di giorno un chiarore abbagliante, regala di notte polvere di luce. Volta celeste, dai confini ignoti, non sappiamo di quale sostanza sia fatta”. “Eh l’azione del Cielo! È a immagine della sua sostanza: sottile impercettibile, animatrice onnipresente, leggera, superiore, ovunque essenziale. Non vi è nulla che, nella propria intimità, non sia penetrato dal Cielo”. (Alle radici della civiltà cinese, Claude Larre)

__________ CIELO/天

“Il blu, quanto è autentico questo colore? Si vedono forse cavalli selvaggi lanciati nell’azzurro? Si vede forse il turbinio di un tornado di polvere? Non è forse il respiro emesso da tutti i viventi?...” (Zhuangzi) “Vasta è la rete del Cielo Nulla sfugge alle sue larghe maglie”. (Tao Te King, Libro della Via e della Virtù, di Lao Tseu )

Liu Xiaofang, At the end of the world

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SMOG, Pianura Padana/genn 2016

SMOG, Area intorno a Pechino/genn 2016

Qualcuno negli anni 70 diceva “la Cina è vicina” pronosticando l’incalzante crescita del drago orientale. Adesso anche la distanza geografica e ambientale sembra essersi dissolta in una coltre di smog... I cieli di Cina e Italia non sono mai stati così vicini, simili nella composizione delle nubi tossiche di gas che li offuscavano. Mai come nell’inizio di questo 2016 si è avuta la percezione che i diversi cieli non sono in realtà che uno solo, dal quale dipende il destino di tutta l’umanità sulla terra.

In the Seventies someone used to say “China is near”, foreseeing the fast development of the Eastern dragon. Today even the geographical and environmental distance seems to desappear in a blanket of smog... China and Italy has never been so close one to each under the same sky, similar in the composition of the covering hazardous clouds of gas. Never as in the beginning of this 2016 we had the impression that despite we live in different nations we are under one single sky, which regulates the destiny of mankind on earth. Aerial view of Beijing being enveloped in heavy smog on Feb 6. The heavy smog that affected north China early this year reportedly contained a heavy concentration of deadly organic compounds. The same chemicals were allegedly present in the deadliest fogs in history, including London’s Great Smog of 1952, in which about 12,000 people died, and the photochemical smog in Los Angeles from 1940 to 1950, which killed about 800 people. (©Imaginechina/Corbis) SMOG, Milano e Roma nella morsa/©Agi.it

SMOG, Pechino/©The Times

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Giuseppe Castiglione, Paesaggio montuoso con cavalli Castiglione fu un pittore italiano trasferitosi in Cina a seguito di una missione gesuita con il nome di Lang Shining “pace nel mondo”. La sua arte è espressione di una sintesi tra lo stile cinese e quello occidentale

Montagne e mari rappresentano le forme fisiche attraverso le quali trovano espressione visibile nel paesaggio i corrispondenti principi generativi della terra e dell’acqua. L’importanza di questi elementi naturali nella cultura cinese trova riscontro nell’antica pittura paesaggistica denominata “shan shui” (montagna e acqua). Qui vengono messi a confronto due rappresentazioni di paesaggi montuosi. Un dipinto realizzato da Castiglione, un pittore italiano del XVII secolo naturalizzato cinese, che raffigura una sgargiante coreografia di cavalli. Sotto, la performance di Marina Abramovic e Ulay che utilizza il percorso a cavallo dei monti della Grande Muraglia, per incontrarsi per l’ultima volta e porre fine al loro sodalizio artistico e di coppia. Il «Libro dei Monti e dei Mari» è un classico di geografia mitica. Non è in realtà una guida di viaggio,

_________ montagna/山 _________

ma mostra come i Cinesi guardassero al mondo in modo meraviglioso.

Mountains and seas are the visible shapes in which earth and water take form into landscape. The importance of these elements in the Chinese culture is testified by the old art of landscaping painting called “shan shui” (mountain and water). Here we show a parallel between the picture by Castiglione, - an Italian artist who painted in a Chinese style a mountain scene with colored horses - and a fashion parade by the Italian stylist Fendi, on the Big Wall.

Nel 1989 Marina Abravoci e Ulay decidono di sugellare la loro definitiva separazione nella vita e nell’arte con la performance “The Lovers”. I due hanno percorse la Muraglia per 2500km partendo ciascuno dai due estremi e incontrandosi al centro.

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Ma Yuan, studio di acqua Ma Yuan e Xia Gui, attivi tra il XII e il XIII secolo sotto la dinastia Sung, sono considerati i maestri dell’arte paesaggistica cinese e fondatori della scuola d’arte Ma-Xia

L’acqua nella cultura cinese è stata sempre associata all’idea di movimento. Un flusso lento e continuo in grado di stabilire armonia tra l’uomo e la natura. Da un lato troviamo l’essenzialità del tratto sfumato di Ma Yuan, nel quale l’acqua occupa spazi infiniti; dall’altro la vastità dello specchio d’acqua, il “mare interno” della Cina, contenuto della Diga delle Tre Gole sul fiume Azzurro Yangtze. Quello che era il progetto idroelettrico più grande al mondo che nel 2016 compie 10 anni dalla sua entrata in funzione e che oggi produce meno del 2% dell’intera energia cinese, è diventato ormai un colossale monumento turistico testimone del sogno di modernizzazione. Proprio come la Muraglia testimonia l’antico passato imperiale della Cina. Ci colpisce per quella visione della Cina che si estende fino ai confini dello spazio;

_________ mare/海 _________

o ancor meglio della Cina che ha il ruolo dell’organizzazione del globo terrestre. Alle radici della civiltà cinese, C. Larre

Water was always associated with the idea of movement. A calm and continuous flow that symbolizes the armony between man and nature. On the top there is a sea made of vanishing lines by the old painter Ma Yuan. Down, the interior sea contained by the Three Gorges Dam along the Yangtze river. The biggest hydroelectric plant - monument of the great industrial modernization - has become a touristic attraction, like the Big Wall.

Il gigantesco impianto della Diga delle Tre Gole ha dato origine ad un lago arificiale largo 1000kmq e una lungo 2,3 Se da un lato la diga ha consentito il risparmio di petrolio e carbone, dall’altro il bacino ha sommerso 13 città con il trasferimento di 1,4 milioni di persone photo©footage collection

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METALLO/ JIN

Herzog & de Meuron, Li Xingang, Stadio nazionale di Pechino 20032008. La struttura in acciaio più grande al mondo, formata da 24 pilastri reticolari saldati, ciascuno dei quali pesa 1000 tonnellate. photo©designboom.

La pesante gabbia metallica dello stadio di Pechino, con il suo complicato intreccio di tubolari metallici, la potenza strutturale e iconica, rappresenta il simbolo più evidente di una società all’apice del suo processo di sviluppo e di spettacolare autocelebrazione.

________________________ la dinamica dei 5 elementi Wu xing/五行

________________________

The heavy iron nest of the Beijing Stadium, with its strong structural power, is the most evident symbol of a society that has reached its peak in the process of industrial development and spectacular self celebration. Incendio di un grattacielo di 30 piani a Shanghai, 2010. L’incendio sulle impalcature di bamboo mentre si eseguivano i restauri dell’edificio.Il bilancio del rogo è di circa 60 morti e 70 feriti. ©corrieredellasera

火 FUOCO/ HUO 18

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土 TERRA

Hai Wei Wei, Riferimento al Sichuan, Cina.


LEGNO/ TU

土 MU

Wang Shu, decay of a dome Biennale di Venezia 2010. L’installazione è una cupola in equilibrio, realizzata attraverso la sovrapposizione a secco di travetti di legno. photo©designboom.

Da quel gelido “nido” di metallo saldato, è sorta però una cupola fatta di bastoncini di legno accatastati. La semplicità del gesto costruttivo dà vita ad una forma strutturale, estranea all’architettura cinese, ricorrendo ad una tecnologia di montaggio a secco, questa sì tipicamente cinese.

________________________ La vsione del mondo cinese si basa sulla relazione dinamica di costruzionedistruzione tra i cinque elementi della filodofia taoista: Terra, Fuoco, Legno, Metallo, Acqua, corrispondenti ad altrettanti stadi intermedi dei due principi Yang e Yin, il primo positivo e solare, il secondo negativo e oscuro.

________________________

Straight. terremoto in Photo©designboom

From that cold nest a dome made of light wooden sticks rises. This simple building action shows that it is possible to create a structure not belonging to Chinese architecture, even using a typical Chinese technology.

La foto ritrae le macerie dell’antica città di Wanxian, Sichuan. La città è stata demolita nel 2002 per poi essere sommersa dalla Diga delle Tre Gole sul Fiume Azzurro. © Ian Berry, Massacres and Flood.

水 ACQUA/ SHUI

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Un effettivo recupero del patrimonio culturale e abitativo tradizionale cinese passa attraverso lo studio e la ricognizione degli insediamenti storici. Schizzi e aquerelli tratti dal testo “Construction Sketch Work”, Xia Keliang Sotto. Gambao, Sichuan, 2004

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Nell’aprile 2016, nella regione dello XinXian, l’area più interna della Cina da dove partì la rivoluzione maoista, si è svolta la conferenza per la rivitalizzazione dei villaggi cinesi. Dal 2000 al 2010 circa 300 villaggi al giorno (1.1 milioni in totale) si calcola siano stati abbandonati. Dopo decenni di spopolamento delle aree rurali a vantaggio delle grandi metropoli, si avvertono i primi segnali di una controtendenza, verso la riscoperta del valore dell’abitare in una comunità ristretta e in un contesto non urbano. In April 2016, in Xin county, the Forum on the Revival of Chinese Villages was held. From 2000 till 2010 about 300 villages a day had been abandoned. After decades of depopulation of the rural areas towards the big metropolis a new trend for the return to villages seems to rise

___________________ the design

Il progetto

ancestors’ village villaggio ancestrale

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Sono trascorsi ormai 20 anni da quando è stato lanciato il progetto di costruzione del distretto finanziario di Pudong, la Manhattan d’Oriente nella metropoli di Shanghai. L’area sulle sponde del fiume Giallo presenta la concentrazione di grattacieli più alti al mondo. Tra questi svetta la “Perla d’Oriente” sede della televisione cinese. Tra le più popolose e ricche megalopoli, al suo interno vivono 4 milioni di immigrati provenienti dalle regioni rurali della Cina. 20 years have been passed since the project of the financial district of Pudong in Shanghai was launched. The area on the Yellow river has the highest density of skyscrapers in the world. The most populated and richest megalopolis hosts 4 millions migrants coming from the rural region in the inner China

__________________ della citta’

of the city

metropoli futuristica futuristic metropolis

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Il progetto di masterplan del Business Center di Pudong è dell’architetto Richard Rogers, ispirato ai principi moderni di efficenza e sostenibilità tecnologica. Images© Rogers Stirk Harbour + Partners

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La produzione artistica in Cina nell’ultimo decennio sembra aver assimilato ormai la lezione proveniente dall’arte contemporanea occidentale, riproponendo i caratteri stilistici ed espressivi tipici della Pop Art: la sottile critica e il dissacrante cinismo nei confronti del sistema, sia esso il regime politico o il mercato economico. In China during the last decade artistic production seems to have learned the lesson by Western contemporary art, with the stylistic manners which were typical of the Pop Art: the subtle critics and debunking cynism toward the system, be it political regime or economic market

In “Export-Cargo Transit” l’artista Liu Jianhua mette in mostra gli scarti e i rifiuti trasportati in maniera illegale in Cina dalle industrie occidentali. Image© Liu Jianhua

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___________________ merchandise LA MERCE

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exhibition esposizione


Prodotte da artisti cinesi sempre più cosmopoliti e in polemica con i meccanismi mediatici e consumistici, le installazioni artistiche decidono di giocare sullo stesso piano di ciò che intendono (pare) contestare, mostrandone come riflessa in uno specchio l’immagine aberrante. Made by Chinese artists even more cosmopolitan in strong polemics with the media and consumering mechanisms, artistic installations decide to play on the same level of what they decide (it seems) to challenge, showing the abhorrent image like in a mirror

__________________ dell’ ARTE of art consumo consumption

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“Yiwu Survay” è l’installazione dell’artista Liu Jianhua e rappresenta un container che versa nella sala oggetti cinesi a basso costo provenienti da Yiwu, la città in cui si producono e da cui partono per l’Europa tonnellate di prodotti. Image© Liu Jianhua

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Nel 2015 Milano ha ospitato l’Expo internazionale “Feeding the Planet. Energy for Life”. La Cina era presente con un padiglione che la presentava al mondo come nazione agricola. L’utopia di un ritorno ai campi e al paesaggio naturale è simboleggiata dalla sagoma della copertura, metamorfosi di uno skyline urbano in un montuoso profilo ondulato. In 2005 Milan hosted the international Expo “Feeding the Planet. Energy for Life”. China took part with a pavillion which shows the nation as an agricultural country. The utopia of a return to farmland and natural landscape is symbolized by the particular silhouette of the roof

L’interno del padiglione cinese conteneva un “campo” di bacchette di policarbonato con riflessi fluorescenti che alludevano all’immagine di un campo agricolo. Image©gbtime

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______________ the food cibo del virtual vision immagine virtuale

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Shenzen era un villaggio di pescatori divenuto nell’arco di 30 anni dal 1978 una metropoli di oltre 10 milioni di abitanti. Nel 2009, in occasione della Biennale di Urbanistica e Architettura, il tema dello sviluppo urbano a scapito delle aree agricole è oggetto dell’installazione “Landgrab city”, la città che sottrae e consuma terra. Shenzen was a fishermen village that has become a metropolis of 10 million people, since 1978. In 2009, during the Biennale of Urbanism and Architecture urban growth and land consumption was the topic of “Landgrab city”, a demonstative installation in the urban space

_________________ pianetA of the planet frammento reale real fragment

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“Landgrab city” rappresenta, sotto forma di allestimento di uno spazio urbano, la quantità di terreno e le coltivazioni in proporzione rispetto all’estensione di Shenzen, necessari per il sostentamento alimentare della città. Di J.Grima, J.Esparza, Slab Arch. Image© Slab Architecture

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Ogni vaiggio-racconto che ha come meta la Cina non può che concludersi con un ritorno a Venezia... Tra i giardini della Biennale di Architettura 2016 “Reporting from the front”, in una calda e poco affollata giornata di luglio. Quasi per caso capita di cercare riparo dal sole in uno degli hangar nei pressi delle gaggiandre, le strutture dell’Arsenale dove venivano armate le galere della repubblica di Venezia dirette a Oriente e da dove forse partì anche Marco Polo per il suo viaggio nella Cina del Gran Khan. In questo viaggio partito dal Cielo si torna infine alla Terra. La prima cosa che colpisce è l’odore forte della terra fresca unito all’umidità. L’ambiente è scandito da “tepee”, strutture piramidali di legno ricoperte di tessuto, simili a ricoveri per nomadi, alternate a grandi vasche di terra, nelle quali sono depositate le vesti dei contadini delle regioni rurali della Cina. Il messaggio è chiaro:”solo la terra ci può salvare”. Questo è quello che sostiene Liang Jingyu, curatore del padiglione cinese, dal titolo “Daily Design. Daily Tao”, proponendo un ritorno all’antica saggezza taoista praticata dagli avi.

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Venezia is the ideal last stop of every travel-tale direct to China... better if in the gardens of Biennale di Architettura 2016 “Reporting from the front”, in a warm and not so crowded day in july. It is likely to get in one hangar near the Arsenale where Marco Polo’s travel probably started to China. This is the final stop of this travel from “sky” back to “earth”. Inside the pavillion the unexpected thing is the smell of wet and fresh ground. The space is occupied by several “tepee”, a pyramid shaped structure, similar to the tents of nomadic people of the rural China, mixed with large pools of ground on which crumpled clothes of farmers are layed out. The message is clear: “only earth can save us”. This is the opinion of Liang Jingyu, curator of the Chinese pavillion, whose title is “Daily Design. Daily Tao”, proposing a return to the old wisdom and habits of the ancestors. Today, in a period in which global capitalistic economy and the run to urbanization seem to have a setback, China can become a sort of laboratory where global issues and local answers can find interesting ways to a profitable synthesis.

Foto del padiglione cinese Biennale di Venezia 2016. Foto di D.Luca

La mostra rappresenta il punto di arrivo di una tendenza che parte dai primi anni 2000, i cui principali promotori sono un gruppo di architetti la cui ricerca è orientata verso la riscoperta dei valori tradizionali dei luoghi, attenti al recupero delle antiche tecniche costruttive, basate sull’impiego del legno e del mattone. Il riconoscimento internazionale di questa nuova linea operativa e di pensiero si ebbe con il conferimento del Pritzker 2012 a Wang Shu, dello studio “amateur architecture”, impegnato nella realizzazione di edifici pubblici a destinazione culturale. Oggi, in un periodo in cui il processo di urbanizzazione e le economie frutto della globalizzazione sembrano subire una battuta di arresto, proprio dalla Cina sembra provenire un nuovo messaggio che sintetizza questioni globali e approcci locali. Proprio dalla Cina...un paese depositario di una civiltà antica, per certi versi alternativa a quella occidentale, assieme laboratorio di un progresso futuribile e tabernacolo di una tradizione passata rinnavata.

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Unreal scene, Liu Jianhua la città di Shanghai rappresentata come una sovrapposizione di “fiches” del gioco d’azzardo è il simbolo della concentrazione capitalistica urbana © Liu Jianhua

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Claudio Greco Tales from China

reportage #2

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Perchè si trovava in Cina? È accaduto un pò a causa della mia curiosità di viaggiatore, un pò per motivi casuali. Era il 1989, anno degli eventi di piazza Tienanmen, e in quel tempo era ospite a Tor Vergata un ingegnere cinese che era uno dei pochi all’epoca a parlare inglese. Era un giovane ingegnere che aveva fatto da guida ad alcuni professori dell’Università in visita a Pechino e quindi fu invitato ad esporre la situazione dell’ingegneria cinese degli anni ‘80 presso la nostra facoltà. Ricordo che ci presentò un quadro che dipingeva una realtà ancora modesta e arretrata. Iniziò quindi per me un periodo prima di amicizia e quindi di collaborazione, che culminò con un suo invito in Cina nel 1994, quando il suo paese aveva appena compiuto un cambiamento verso un’economia di tipo occidentale. Lui era uno dei giovani chiamati a guidare, in un nuovo studio di progettazione, questo cambiamento. Cominciarono infatti degli scambi culturali sempre più frequenti, promossi dal governo cinese; al contrario del nostro paese (ride) Canada, Francia e Germania ne approfittarono offrendo borse di studio ai giovani cinesi. Superati gli studi, questi ragazzi divennero la base per la nuova classe di progettisti cinesi. Questi giovani progettisti in occasione di eventi come l’Expo e le Olimpiadi a loro volta chiamarono a collaborare molti architetti e ingegneri conosciuti in Occidente. Penso all’opera di Pechino di Paul Andreu, fino ai molti complessi residenziali progettati da professionisti tedeschi.

Col senno di poi trova più proficuo di quel periodo il lavoro in studio o invece alcuni temi di ricerca che ha poi portato avanti? Penso per esempio al tema del restauro al quale ha anche dedicato delle pubblicazioni.

i nostri edifici recano gli interessanti segni di una stratificazione storica. I cinesi invece hanno una grande tradizione di edifici, ma anche di città, smontabili e riadattabili grazie tra l’altro al sistema costruttivo in legno: nel tempo cambiano forma, luogo e sopratSono stati sicuramente molto utili tutto colore, un aspetto quest’ulle riflessioni sulla manipolazione timo che in Cina è molto sentito dei riferimenti architettonici. La e non secondario. Se andiamo in crescita dell’architettura moderCina, e vediamo un tempio antina cinese ha avuto come incipit co divenuto “come nuovo” con quell’architettura - o meglio quel elementi sostituiti e ridipinto, collage di architetture - che i gio- siamo inorriditi, ma in quel paese vani progettisti cinesi vedevano tutto ciò ha perfettamente senso. nelle riviste patinate occidentali. Per concludere, per noi occidenI risultati che ne venivano sintetali l’originalità è avere proprio gli tizzati potevano essere ridicoli, elementi originali conservati, coi banali o ingenui, ma questa pale- segni del tempo; invece per i cinestra ha consentito una successiva si è riportare un elemento esattapiena maturazione di un’architet- mente com’era l’originale. tura cinese moderna. Una seconda riflessione importante è stata Questo atteggiamento potrebbe sul tema della salvaguardia del portare ad un paese senza un’ipatrimonio edilizio storico cinese. dentità storicamente autentica, I presupposti storici e culturali cioè senza più elementi “originali” nel nostro paese e in Cina sono ma fatta di copie moderne più o diversi, così come l’atteggiamento meno riuscite? dei cinesi verso l’antico, e questo confronto ha permesso una matu- Questo riguarda soprattutto le razione delle mie idee. decisioni della politica cinese, che promuove i cambiamenti Come intende il cinese comune il più rilevanti. Penso a quartieri “restauro”? antichi demoliti e ricostruiti con medesime sembianze e con gli Posso dire che anche parlare di stessi materiali e strumenti di restauro con i colleghi cinesi non è quelli originali: stoppa e sangue di facile. Il patrimonio edilizio cine- maiale compresi. Mi è capitato di se non è basato, come il nostro, fotografare proprio una cosa del sull’idea di edificare qualcosa che genere: a Pechino, un piccolo prosi conservi per secoli. Questo atprietario aveva demolito la sua anteggiamento ha preservato edifici tichissima casa e stava ricostruene monumenti antichissimi che dola proprio alla maniera antica però recano gli inevitabili segni del e, almeno nell’aspetto esterno, tempo e soffrono di un’inevitabile uguale! Qui si parla di un “cantiere perdita di efficienza dimostrando- autentico”, un processo costrutsi poco resilienti. È per questo che tivo autentico, che crea una casa

Previous page: Demolitions in Gulou, courtesy of Claudio Greco. Following page: Group - Strategy Architecture, Chaowaymen, 2004, courtesy of Mc Millan for the Cludio Greco Book Pechino, la città nuova (Skyra 2008).

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nuova. I progettisti contemporanei cinesi stanno recuperando un patrimonio culturale antico fatto di tipi, materiali poveri, risorse locali. Stiamo parlando di tradizioni millenarie che hanno decine di sfaccettature e realtà. Ma parliamo di una nuova identità architettonica cinese o di qualcosa di diverso? Secondo me, nella costruzione di una nuova identità architettonica si stanno ponendo come presupposti la povertà di mezzi, la realizzazione di edifici dai brevi tempi di vita, la facilità di assemblaggio - e quindi la possibilità di usare manodopera non specializzata. Questo è possibile conservando e recuperando modi di fabbricare e tipologie. Questo atteggiamento, che si può notare già in embrione nelle esperienze di costruzione di vent’anni fa, è ormai pienamente maturo e identitario anche se è limitato ad una percentuale piccolissima della produzione totale. È anche interessante approfondire il ruolo dei grandi capitali in Cina, capitali che riescono a creare progetti di dimensioni colossali Quello che vediamo nelle mostre internazionali, come ho detto, non è che una frazione minima dell’edilizia cinese. I numeri dell’urbanizzazione sono impressionanti e questo comporta una progettazione di enormi insediamenti, velocissima e senza troppe riflessioni Le è capitato di progettare una New Town? Mi è capitato nei primi anni del

This page: Reconstructions in Gulou, courtesy of Claudio Greco.

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2000 in occasione del grande grande piano di recupero della città di Pechino per le Olimpiadi del 2008, quando diverse aree edificate con case basse e di scarso pregio sono state espropriate e gli abitanti sono stati delocalizzati altrove. Parliamo della necessità di creare città satelliti per migliaia di abitanti progettate in breve tempo. Dovevamo inventare nuovi “tipi di città” a ritmo incalzante, e le soluzioni trovate potevano andare dalla ripetizione di modelli storici occidentali, ripetitivi e banali, con impianti geometrici ed edifici rilevanti al centro di schemi radiali o a scacchiera di edifici solo residenziali. Altre volte il costruttore cercava progetti almeno minimamente originali, e in altri casi ancora sceglieva un modello misto, che riprendendo la cultura locale poteva proporre dei miglioramenti razionali. Furono banditi grandi concorsi, e vi era un grande interesse da parte dei progettisti occidentali, che erano apprezzati. Al nostro studio capitò un progetto che prevedeva uno spostamento di cittadini dal centro storico che era stato deciso dall’ambiente politico locale, che ci riportò diverse specifiche: dall’identità architettonica fino al rapporto tra strade e servizi.

pianto, all’asse principale, alla creazione di una zona edificata contrapposta ad una dall’aspetto più naturale con laghi e giardini: l’alternanza di forme geometriche e informali è tipica cinese. Introducemmo però anche elementi occidentali, come la piazza e i portici. Ma i tempi erano davvero molto stretti per maturare le scelte fatte.

La mancanza di questi enormi investimenti nel nostro paese è un male o un bene?

Questi processi in Italia sono complessi e questo comporta un grande controllo. Dobbiamo avere a che fare con regole impostate troppi anni fa per avere una ragion d’essere nel momento presente, e l’aggiornamento di ogni regola avviene a seguito di lotte, sopratQuanto contano i grandi capitali tutto politiche, a volte davvero privati rispetto alle decisioni pub- feroci. I margini di adattamento di bliche? un intervento i cui limiti sono stati regolamentati nel passato sono Qualsiasi operazione mediamente minimi. Questa posizione è anche grande in Cina è gestita da gruppi una garanzia, per esempio dal punto di vista della tutela.

Una posizione prudente

D’altra parte questo impedisce anche il rinnovamento ben fatto. Il cambiamento è un fattore che non dovrebbe essere estraneo ad un processo. In Cina questo è molto frequente perchè un decisione presa vent’anni fa non avrebbe senso oggi, dato che saranno cambiati tutti i presupposti di partenza. Questo significa un’ottima resilienza, che consente che sono in parte privati, con im- però anche operazioni devastanti, prenditori sia stranieri che cinesi; nel nome di uno sviluppo ormai ma una quota importante è anche deciso ma che si sta dimostrando pubblica, con investimenti elemolto caotico. La sfida maggiore? vati. Se c’è un sostegno da parte del governo, non ci sono limiti I cinesi sembrano avere non solo Dare una qualche identità cinese alla scala dell’intervento. Questo una visione diversa dei cambiaa quella che avrebbe potuto più comporta anche che gli interessi menti ma anche una fortissima semplicemente essere un’anoni- in gioco possono cambiare con identità culturale che non è facile ma periferia. Un campo di ricerca rapidità, per esempio per il soveder diluita in un’altra cultura, era lo schema planimetrico che praggiungere di un nuovo investi- penso alla loro presenza, ormai doveva contenere dei riferimenti tore. Il progetto a quel punto deve massiccia, in Italia con decine di alle tradizioni orientali. Ponemmo adattarsi, altrimenti finisce per negozi pieni di merce importata. attenzione quindi all’orientamen- non svilupparsi proprio. to, alla forma simbolica dell’imL’insediamento di zone stra-

IL PATRIMONIO EDILIZIO CINESE NON È BASATO, COME IL NOSTRO, SULL’IDEA DI EDIFICARE QUALCOSA CHE SI CONSERVI PER SECOLI.

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tegiche della città da parte di commercianti e grossisti è in genere voluto da capitali cinesi, e il processo che porta alla sua realizzazione spesso rimane abbastanza indifferente a creare una collaborazione e un’intregrazione. In Cina, molte persone a volte dipendono strettamente da alcune famiglie o particolari capitali, quindi uno spostamento in Italia anche massiccio potrebbe essere parte di un piano commerciale che viene dall’alto. Non sarei sorpreso se un’intera comunità cinese in una nostra città tornasse improvvisamente in Cina per intero. (sorride) Come per il tema del restauro, stiamo approfondendo dinamiche che a noi risultano difficili da comprendere.

Why did you go to China?

As opposed to our country (laughs) Canada, France and Germany took advantage by giving scholarships to the Chinese youth. As soon as these young people finished their studies, they would have become the base of the new class of Chinese designers. These designers during events, such as Expo or the Olympics, invited to collaboration many architects and well known engineers in Occident. I’m thinking of Pechino’s work of art done by Paul Andreu and of many other residential projects done by German professionals.

One reason was because of my own curiosity as a traveller, another one would be for a causal reason. It was back in 1989, year of events in Tiananmen market, and at that period of time I was the guest of a Chinese engineer who was one of the fewest capable of speaking English. He was a young engineer who guided some of the University’s professors while visiting Pechino and therefore, he was invited to expose the 80’s Chinese engineering situation at our faculty. I remember that he presented us a painting of a modest and backward Recalling those memories, do you think that period of work in a studio or any other research topics were more advantageous than those of nowadays? For instance, NELLA COSTRUZIOCosa dovremmo imparare dalla the restoration topic on which you NE DI UNA NUOVA Cina e cosa non dovremmo impaalso wrote. IDENTITÀ ARCHITETrare? The manipulation of architectural TONICA SI STANNO Dovremmo imparare come proreferences was, certainly, very usePONENDO COME gettare con povertà di risorse, un ful. The Chinese modern architecPRESUPPOSTI LA campo in cui è l’intelligenza del ture’s growing had as a beginning POVERTÀ DI MEZZI, progettista a fare la differenza, that type of architecture - or better, LA REALIZZAZIONE al contrario del nostro abituale that type of architecture collage DI EDIFICI DAI BREmodo di associare la qualità di un - which young Chinese designers edificio alla quantità di risorse imsaw in the Occidental magaziVI TEMPI DI VITA, LA piegate. Invece proprio la strada nes. The results could have been FACILITÀ DI ASSEMdella progettazione con povertà considered ridiculous or pathetic, BLAGGIO di mezzi può aiutarci a costruire in but this step allowed a further modo più sostenibile. Ciò che non maturation of the Chinese modern dovremmo imparare è l’eccessireality. Everything began with a architecture. A second important va determinazione nel percepire period of friendship, therefore col- thought was the topic of the sarisultati di sviluppo che spesso si laboration, which reached its peak feguard of the Chinese historical dimostrano insensibili all’identità with him inviting me in China, in heritage building. The so-called e all’ambiente. 1994, when his country suffered a cultural historians in our countshift of its economy to an Occiden- ry and China are different, like tal one. He was one of the young- the Chinese’ attitude towards the sters implied in this process, in a ancient, and this thought allowed a new design studio. It often occur- maturation of my ideas. red, indeed, cultural changes promoted by the Chinese government. Come intende il cinese comune il

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“restauro�? How does an ordinary Chinese interpret the idea of restoration?

our studios take into consideration the interesting signs of historical stratification. The Chinese, on the other hand, have a great tradition I can say that talking about resto- for buildings and cities, which are ration with the Chinese colleagues removable and adaptable thanks to is ,also, not easy. The Chinese the wood system of construction: heritage building is not based, in time, they change shape, place as ours, on the idea of building and mostly colour. In China, this something designed to resist for last aspect is popular. If we go to centuries. This attitude conserved China and see an ancient temple the ancient essence of buildings (which looks like new with remoand monuments which, in time, vable elements and freshly painsuffer an inevitable loss of effited) we are surprised. However, ciency becoming, in this way, less there all of this makes sense. As resistant. It is this reason for which a conclusion, for us, Occidentals,

originality means to have original elements well conserved, during time; instead for the Chinese, it means to bring back an element as it was before. Could this attitude mean a lack of authentic historical identity, in other words no original elements but modern, more or less, well done copies? This regards mostly the Chinese political decisions which promotes the most relevant changes. I’m thinking of the demolished ancient

This page: Ai Weiwei, Three Shadows Photography Art Center, 2007, photo by Claudio Greco.

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districts and then rebuilt in the same shape and with the same materials and instruments as the original ones; tow and pig blood included. I did have the opportunity to photograph such thing. In Pechino, an owner demolished his ancient house and rebuilt it in an ancient manner and it was, at least from the outside, the same. It’s about an “authentic construction site� with an authentic constructive process which creates a new house. The Chinese contemporary designers are recovering a cultural heritage made up of types, poor materials, local resources. We are talking about millenary traditions which have lots of facets and realities. Are we talking about a new Chinese architectural identity or something different? In my opinion, when dealing with a new architectural identity, there are issues like the poverty of means, the realization of buildings in a short period of time, the facility of assembly, therefore the possibility to use no specialized labor. This is possible by conserving and recovering ways of manufacture and typologies. This attitude, which could have been seen twenty years ago, is by this time mature and identified although it is limited to a low percentage of the total production. It is also interesting studying the role of capitals in China, capitals which succeed to create projects of great dimensions. The things which we see in the international exhibitions, as I said, is only a minimum part of the Chine-

This page: Buildings in Songzhuang, photo by Claudio Greco.

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se building. Urbanization numbers nymous suburb. A research field are impressive and this means a was the planimetric scheme which great and quick installation. had to contain references to the Oriental traditions. We, therefore, Have you ever designed a New concentrated upon the orientation, Town? the symbolic system, the principal axe, and the creation of a built area I had an opportunity in the 2000’s opposed to a natural one with lakes with the occasion of the great plan and gardens. The alternation of of recovering the city of Pechigeometric and informal shapes is no for the Olympics, in 2008, typical Chinese. We also introduwhen various building areas with ced, however, Occidental elements, low and bad quality houses were as the market and arcades. But expropriated and the dwellers had those times were too hard for those to move elsewhere. We are talking decisions to be well done. about the necessity of creating satellite towns for thousands of How much are important the great dwellers in a short period of time. private capitals compared to the We had to invent new “types of public decisions? cities” in a pressing rhythm, and the resulted solutions could have Any great operation in China is repeated the Occidental historical models, with geometric systems and relevant buildings in the center of radial schemes. Sometimes, THE CHINESE the builder sought at least original HERITAGE BUILDING projects, and in some cases he choIS NOT BASED, AS se a mixed model which resuming the local culture could have suggeOURS, ON THE IDEA sted rational improvements. There OF BUILDING were dismissed great competitions SOMETHING and there was a great interest from DESIGNED TO the Occidental designers, who RESIST FOR were admired. In our studio, we CENTURIES. had a project which anticipated the shift of the citizens from the historical center. This thing was decided by the local political environment carried on by groups which are which required various specifica- mostly private with foreign and tions: from the architectural iden- Chinese entrepreneurs; but an tity to the relation between streets important portion is also public, and services. with high investments. If there is a support from the Government, The biggest challenge? there would be no limits at the level of intervention. This means The biggest challenge was to give that interests could change quickly, a Chinese identity to something for instance, for the arrival of a which could have been an anonew investor. The project, at that

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point, needs to adapt itself, or else it would not develop at all. The lack of these great investments in our country is a negative or positive thing? These processes in Italy are complex and they would require a great control. We should know the rules which were decided many years ago in order to understand the present moment. The update of each rule comes with a series of struggles, especially political, and sometimes fierce. The way of adaption of an operation of which limits had been regulated in the past is low. This status is also an assurance, from a tutelage point of view. A cautious position On the other hand, this status prevents also a well done renovation. Changement is an element which should not be unknown in a process. In China, this thing happens often because a decision which was taken twenty years ago would not have meaning nowadays, because all assumptions changed. This means an excellent resilience which allows to happen devastating operations in the name of a decided development which proves to be very chaotic. The Chinese seem not only to have a different vision of changement, but also a strong cultural identity which is not easy to dissolve in another culture. I’m thinking of their massive presence in Italy with hundreds of shops full of imported merchandises. The settlement of strategical areas

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of the city by dealers and wholesalers is, generally, wished by the Chinese capitals and the process which leads to its realization often remains indifferent when creating a certain collaboration and integration. In China, many persons, sometimes, strongly depend on some families or certain capitals; therefore, a shift to Italy could be part of some commercial plan which is guided from a superior position. I would not be surprised if an entire

Chinese community, in our city, would suddenly return to China (smiles). Regarding the restoration topic, we are currently dealing with dynamic methods which for us are difficult to understand.

difference, as opposed to our usual way of associating the quality of a building to the quantity of the using materials. On the contrary, the way of designing through poor means could help us to build in a more sustainable way. What we What should we learn from China should not learn is the excessive and what should we not learn? determination when dealing with development results which, often, We should learn how to create with are insensitive to the identity and poor resources, a field in which the environment. designer’s intelligence makes the

This page: WM Space, Greenlink Furniture Exhibition Hall. Li Jinghui, Majuqiao, Tongzhou, Beijing, 2006. Courtesy of Claudio Greco.

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VEDIAMOLA Dare uno sguardo non superficiale alla Cina, al cosi detto grande Dragone Rosso è una cosa da valutare con attenzione e che tutti prima o dopo dovremmo (o dovremo?) fare. Un’occhiata attenta quindi, se non si ha la possibilità materiale di andarci in Cina, significherà almeno studiarla sulle carte (perché no, anche quello) vedere come si chiamano le città principali a parte Pechino (Beijng) e Shanghai (Shen), scoprire che esistono anche Tianjin o Xi’an per esempio e capire quanto sono immense e quanto poco le si addica il nome che usiamo per chiamarle: città…

Se si va da quelle parti, insomma, in maniera fisica o anche solo a livello di studio, si possono avere vari impatti contrastanti, sensazioni piacevoli o meno se rapportate al proprio gusto e al proprio sentire, ma di sicuro si entrerà in un mondo che necessita anni di riflessioni per cercare di comprendere l’essenza immensa di questo grande continente. Appunto la Cina, lo sappiamo tutti, è per estensione il più grande stato del mondo ma non ha molto senso pratico assimilarla mentalmente come tale: ha le dimensioni di un continente grande pres-

sappoco come la nostra Europa. Volendo usare una metafora per fare un raffronto tra le regioni Europa e Cina possiamo pensare ad un artigiano che ha realizzato due opere: una è stata assemblata di recente incollando i pezzi di vari colori e di varia dimensione, l’altra è stata invece plasmata con un unico pezzo di argilla, senza aver subito, per migliaia di anni fratture di nessun tipo, al massimo qualche scheggiatura. Un’altra metafora che mi viene in mente per la Cina è una grande matassa, quindi un intrigo inestricabile di filamenti di vario colore, ma

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sempre appunto appartenenti allo stesso gomitolo. E’ cosi che il Dragone si è evoluto così come il resto del mondo mantenendo la propria struttura sempre intatta. Ha evoluto il proprio modo di vivere e di intendere la civiltà e il mondo intero, rispecchiando sempre se steso in un’ unica anche se sfaccettata cultura la quale è molto difficile da definire e da comprendere (stiamo parlando di uno regione geografica dalle dimensioni continentali, non dimentichiamolo!). La Cina al di la di altri territori che si sono modificati politicamente nell’arco di centinaia di anni si è sviluppata sempre e solo dentro i medesimi confini politici. All’interno di questa immensa area le sfumature sono tantissime ma il popolo cinese è estremamente solidale e

cooperativo e si riconosce come facente parte di un unico grande ceppo di appartenenza. Questo aspetto sottolinea una differenza fondamentale tra noi europei e i cinesi : noi europei non ci sentiamo affatto tali rispetto a quanto loro si sentano cinesi. La Cina avrebbe pure tali caratteristiche diversificate fisiche e geografiche da poter esser paragonata all’Europa. Eppure essa (oltre ad essere comunque un unico stato) ha questo collante culturale che noi non abbiamo. A questo punto è giusto dire che le ragioni di questo comune sentire dei cinesi non può essere spiegato in poche righe e non è affatto facile capirlo. Perché bisogna comunque tener conto che in realtà le etnie e i ceppi di appartenenza culturale sono molto ma

molto diversificati e non esiste un’unica Cina quindi. Bisogna fare riferimento alla cultura millenaria di questo immenso popolo, dal confucianesimo al taoismo, fino al buddhismo, protestantesimo, cattolicesimo e perfino l’islam che si intrecciano con l’imperialismo e col comunismo e il capitalismo. Quindi ci sono varie sotto strutture e sovra strutture culturali che si sono intrecciate amalgamandosi dentro un contenitore immenso ma estremamente solido, direi compatto, sotto il controllo di un potere forte unico e centrale che a sua volta ha mutato la propria forma ma non la sostanza della sua potenza. Si può anche dire che il potere centrale ha mutato la sua sostanza politica aprendo al capitalismo (con una velocità mai vista prima nella storia) ma non la sua

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forma di governo monopartitico. Le ragioni per cui la Cina sia diventata la più grande potenza economica mondiale, seconda solo agli Stati uniti (e solo per il momento) sono da cercare nella presenza di un mono-partito oligarchico che controlla l’etnia più popolosa e riproduttiva del mondo. C’è poi da dire che in genere gli orientali sono piuttosto fedeli ad uno stile di vita che rispetta le regole imposte dalla tradizione millenaria di cui sono nutriti. Confucianesimo e Taoismo sono in fondo accomunati da espressioni come via da seguire, forza di volontà, sistema, virtù. Non è un caso. Il popolo Cinese è diventato di fatto la più grande impresa operaia mondiale dedito alla fatica giornaliera di venti ore di lavoro. Il popolo più operoso dal punto di

vista lavorativo, isolato rispetto al resto del mondo è sottomesso ed abituato a vedere solo entro i propri confini geografici, soprattutto ancora oggi grazie alla forte censura della rete web. Ma da qua in poi ci perderemmo in un dedalo di considerazioni di carattere storico o politico, cercando di sbrogliare una matassa, appunto, veramente intricata. Forse meglio guardare alla Cina dal basso, addentrandosi nella storia millenaria così come nel folklore di Shangai, visitare dal museo di arte antica ai vicoli popolari, da Dongtai Road al mercato del pesce. Avremmo già da questo “breve” itinerario uno spaccato significativo della civiltà e della storia passata e recente del popolo cinese. Alla fine del nostro viaggio proveremmo, o provere-

mo un grande senso di arricchimento interiore. La cultura, la religione, il potere messi insieme formano il nostro modo di pensare e interagire con gli altri nostri simili e determinano la nostra autocoscienza, indole, senso di appartenenza o identità e la qualità del nostro lavoro e della nostra vita. Per questo è così affascinante confrontare il nostro modo di sentire con quello di questo grande popolo che, seppur molto meno libero di noi e costretto ad operare in condizioni di vita direi rigide, si dimostra accogliente e sorridente e dimostra una dedizione verso la fatica di vivere che è insieme ritualità e magico mistero. E’ un immenso labirinto di colore rosso questo mastodontico Drago: se ci entri dentro ti puoi davve-

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ro smarrire. Ma si impara davvero tanto e, nonostante le profonde differenze che ci distinguono dal popolo dell’estremo oriente, uno scambio proficuo, culturale è davvero auspicabile.

created two works. The former has been assembled recently pasting pieces of various colors In short if you go over there, in a and various sizes. The latter was physical or virtual way, you may instead formed with a single piece have various conflicting impacts, of clay , without having undergomore or less pleasant sensations ne, for thousands of years, fractudepending on our tastes or feeres of any type , at the most some lings , but for sure you will enter chipping. Another metaphor for The act of looking not superficially a world that requires years of China that comes to mind is a big at China, the so-called Great Red reflection to try to understand the mess, then an intrigue inextricaDragon, should be done with care- immense essence of this great ble strands of various colours, but ful evaluation and, sooner or later, continent. always precisely in the same ball . all of us should do it. A careful look, if you do not have the real Indeed China, we all know, is by In this way the Dragon has chanpossibility to go to China, means extension the largest state of the ged as well as the rest of the world at least to study about it on the world but it is not very practical to while keeping its structure intact paper ( why not?) , see how they have in mind such association: it forever. It has evolved its own way call the main cities, except Beijing has the size of a large continent, of living and of understanding the ( Beijng ) and Shanghai ( Shen ), much like our Europe . Using a civilization and the world, always discover, for example, that themetaphor to make a comparison recognizing himself as a unique re are also Tianjin and Xi’an and between Europe and China, we but multifaceted culture which realize how immense they are and can think of a craftsman who has is very difficult to define and

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how little they suit the name we use to call them: city.

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understand ( not forgetting we are talking about a geographical region with continental dimensions! ). China, differently from other territories that have changed politically over hundreds of years, has always developed only within the same political borders. Within this vast area the nuances are many but the Chinese people are extremely supportive and cooperative , and are recognized as being part of one big strain of belonging .

to Europe. Yet it ( as well as being come intertwined amalgamating still a single state ) has this cultu- into an immense but extremely ral glue that we have not. solid container, which is compact, I would say, under the control At this point it is fair to say that of a single strong central power the reasons for this common fee- and that has in turns changed its ling of the Chinese people cannot form but not the substance of its be explained in a few lines and it power. It can also be said that the is not easy to understand at all. central government has changed Anyway you must take into acits policy substance opening to count that the ethnic groups and capitalism (at a rate never seen the cultural affiliation strains are before in history) but not its form actually very, very different and so of single-party rule. there is no unique China . We must The reasons why China has becorefer to the ancient culture of this me the world’s largest economic This aspect highlights a fundagreat people, from Confucianism power , second only to the United mental difference between us to Taoism, Buddhism, until ProStates ( and only for the moment Europeans and the Chinese: we do testantism, Catholicism, and even ) are to be found in the presence not feel at all the sense of beIslam that are intertwined with of a mono - oligarchic party that longing they feel . Besides China imperialism and with communicontrols the most populous and would also have such diverse sm and capitalism. So there are reproductive ethnic group in the physical and geographical chavarious sub structures and supra world. There is to say that in racteristics to be easily compared cultural structures that have begeneral the Orientals are quite

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faithful to a lifestyle that respects the rules imposed by the millennial tradition of which they have been fed . Confucianism and Taoism are basically united by expressions as a way to follow, will power , system , virtue. It’s not by chance.

bottom , penetrating the ancient history as well as the folklore of Shanghai , visit the museum of ancient art to the popular alleys , from Dongtai Road to the fish market . We would have already from this “ short “ route an important presentation of civilization and past and recent history of the The Chinese people have become Chinese people . At the end of our in fact the world largest working- trip we would feel, or will feel, a enterprise dedicated to the daily great sense of inner enrichment. toil of twenty hours of work. The most industrious people, consiCulture , religion , power, together dering their work hours, isolated make our way of thinking and from the rest of the world, are interacting with others like us, and subdued and used to seeing only within their geographical boundaries , especially today due to strong censorship of the web. But from here on we would lose in a maze of historical or political considerations, trying to unravel a skein , in fact , really tangled. Maybe better to look at China from the

Images pp. 39-43: China, edited by SdG. This Page: A night in Guangzhou. Photo by Davide Luca.

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determine our self-consciousness, character, sense of belonging and identity and the quality of our work and our lives . This is why it is so fascinating to compare the way we feel with what this great nation feels, which, though far less free compared to us and forced to work, we would say, in harsh living conditions , proves to be welcoming and smiling and demonstrates a dedication to the difficulty of living which it is both a ritual and magical mystery . This big Dragon is a huge maze of red: If you step inside, you can really get lost . But you learn so much , and despite the profound differences that distinguish us from the people of the Far East , a fruitful culture exchange is really desirable .


reportage #3

上海市 上海市 SHANGHAI SHANGHAI

Differentemente da quella che è una convinzione ormai radicata, le citta contemporanee non si somigliano tutte: anche senza considerare il nucleo storico, si può dire che esse divergono per l’orografia, per la vegetazione, per gli spazi e le architetture che sono nelle il frutto dell’incontro tra mentalità aree residenziali: locale ed esigenze globali. laddove cambia la mentalità della gente cambiano le loro esigenze e Chiaramente Armani e Starbucks il modo in cui danno forma all’amsono catene commerciali che puoi biente in cui vivono. ritrovare a Milano come a Shanghai, in forme sempre uguali, però Il concetto di identità della città è impossibile non distinguere una contemporanea viene sempre pocittà cinese da una araba o ameristo in maniera critica guardando cana, nei financial districts come alle città del passato, tuttavia ap-

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piattire il passato in un’unica immagine stabile, forte di stratificazioni e arricchimenti, e contrapporlo al presente, dinamico e in divenire, alla ricerca di se stesso, sembra un confronto generazionale adulti-adolescenti. Le città medievali (e intendiamo in questo modo quelle parti di città sviluppate in un periodo di almeno 500 anni) si distinguono facilmente per i materiali usati, per l’orografia, per il rapporto con l’esterno, e per tutta una serie di caratteristiche che le rendono molto ben riconoscibili rispetto ad una città barocca: più diffici-

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le invece distinguerle tra loro. A grandi linee si riconosce un borgo medievale siciliano da un borgo umbro coevo per la qualità delle architetture, non per una diversa caratterizzazione del tessuto; e spesso le cicatrici sono un elemento di forte caratterizzazione. Le grandi città oggi affrontano problemi inimmaginabili per la società dell’800, legati all’iperconsumismo, e all’ipercomunicazione, che avvicina Londra (e i londinesi) più a New York e a Sidney che a Edimburgo, e genera collegamenti e movimenti di persone non più controllabili tramite una semplice barriera. La comunicazione avviene sempre più spesso tramite internet, e quando ci si vede lo si fa in un caffé: dunque la piazza cambia per necessità, diventando frequentemente polmone verde per le aree circostanti e spazio per lo svago, per il tempo libero. In passato, la piazza era situata presso il municipio e/o il palazzo signorile, e la sua presenza era pianificata in funzione degli scambi commerciali e culturali, era lo spazio della politica; oppure veniva creata davanti alle chiese, per dare ampia visione della facciata, e quindi era lo spazio della religione: in entrambi i casi era uno spazio concepito dai poteri dominanti. Nella città contemporanea questo potere non è più proprio delle case nobiliari e delle religioni, quanto piuttosto dell’economia; quindi quando parliamo degli edifici che devono rappresentare questo potere ambizioso, parliamo di banche e centri commerciali. Inoltre, la città antica si sviluppava su

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Differently from what it seems an ingrained conviction, not all contemporary cities resemble among themselves: without taking into consideration their historical pattern, it can be stated that these cities are different in orography, vegetation, spaces and architecture which represent, at their time, the result of a meeting between the local mentality and global needs. Armani and Starbucks are, clearly, commercial bonds which you can find in Milano as in Shanghai, always in the same shapes.

pochi livelli, quella contemporanea invece necessita di una quantitĂ enorme di schemi planimetrici diversi per poter essere descritta. Nella progettazione della metropoli contemporanea giocano un ruolo fondamentale i flussi di persone (contrariamente a quanto diceva qualcuno, in un corridoio ci si muove in linea retta, se si e sani di mente!!), perchĂŠ, proprio come in un orologio, un solo ingranaggio in piu del necessario potrebbe portare ad una grave inefficienza generale. Non che la situazione attuale sia sempre soddisfacente: la metropoli contemporanea vive nella necessitĂ di trovare un modo di essere attraente e vivibile, e deve farsi portatrice di valori identitari.

It is impossible to not distinguish a Chinese city from an Arabic or American one, from their financial districts to their residential areas; there, where people’s mentality change their requirements. The concept of the contemporary city identity has been always dealt with, critically speaking, taking into consideration the city from the past. However, flattening the past in a unique stable image, rich of stratifications and enrichments, and opposing it to the dynamic and progressive present, which is in the reasearch of itself, would be like a generational confrontation between adults and adolescents.

La sperimentazione urbana fatta in Cina, tuttora in divenire, potrebbe essere molto istruttiva per le nostre generazioni di architetti/ urbanisti in quanto, proprio come un grande laboratorio a cielo aperto, mostra effetti a volte grandiosi altre volte drammatici di differenti approcci progettuali: teorie occidentali ed orientali, che noi applichiamo solo per piccoli interventi urbani, vengono quotidianamente applicate per lo sviluppo di tessuti di grandissima scala. E fare una riflessione attenta sui risultati di queste teorie, applicate a diverse popolazioni, sarebbe molto interessante.

Medieval cities (the areas which had been developed in 500 years) can be easily distinguished from the materials which were used for the orography, for the relationship with the outside world, and for many others characteristics which render those cities recognizable compared to the Barroque ones. On the other hand, it is more difficult to distinguish them among

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themselves. Broadly speaking, a medieval Sicilian village is different from a coeval Umbrian one in that of the architecture quality, not of a material one; furthermore, their “scars” are an element of a detailed characterization. Big cities, nowadays, are dealing with unimaginable problems for the VIII century’s society, as they are linked to the hyper consumerism and hyper communication which brings, for istance, London (and its inhabitants) near to New York and Sidney rather to Edinburgh. This element generates links and movements of persons not controllable anymore through a barrier.

Sono design director del 上海景泰建设股份有限公 司 (Jingtai Group). All’interno del dipartimento design dell’azienda mi occupo personalmente di concept design, delle idee di partenza e del design preliminare. Poi seguo il progetto fino ai disegni esecutivi, che eseguono i miei collaboratori. Sono a stretto contatto col cliente, l’unico a interagire con lui, e questa e’ una responsabilita’ enorme. I progetti sono tutti nel campo del Leisure, Hospitality e Clubs, generalmente spazi di lusso, ma anche Retail, Offices e alcuni nel settore residenziale, ville e villette. Questa e’ la prima parte del mio lavoro. Noi sviluppiamo anche esecutivi per progetti di altre design company curandoli fino alla costruzione. Devo dire che questo , che può sembrare noioso e’ invece molto istruttivo, si può studiare il dettaglio con maggior cura e si dà un’occhiata ai progetti di persone molto competenti. http://jingtai-group.com/index.html

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Communication often takes place on the Internet, while the metting takes place in a coffee shop; therefore, the market changes for necesity becoming, in this way, the green lung for the surrounding areas and the space for fun, during free time. In the past, the market was nearby city hall and its existence was influenced by the commercial exchanges; or else, the market’s space was designed to be nearby churches, for practical reasons for each different issue. In other words, the idea was to give an insight of the facade. In both cases, the issue was a prestigious one. In contemporary cities, this prestige does not exist anymore in noble houses and religions, but rather in economy. Therefore, when we talk about buildings which must represent this ambitious power, we talk about banks and shopping malls. Besides, the ancient city developed itself slowly. The contemporary one, on the other hand, requires a great quantity of different planimetric schemes which are hard to be described. In the design of a contemporary metropolis, the continuous flow of persons has a


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fundamental meaning because, as in a watch, an extra gear can bring a general inefficiency. However, the actual situation is not always satisfying: the contemporary metropolis has the necessity to find always a way to be attractive and livable, to be the host of identity values. The urban experimentation carried on in China could be really instructive for our generations of architects and urbanists, as it represents a great laboratory outdoors showing sometimes great effects and other times terrible ones, from a design point of view. Occidental and Oriental theories which we apply for urban interventions are daily applied for the development of increasing materials. Taking into consideration the results of these theories, applied to different populations, would be interesting.

I’m a design director of 上海景泰建设股份有限公司 (Jingtai Group). In the design department of the company I personally take care of concept and premilinary design, and original ideas and. Aftet that, I follow the project up to the executive drawings while my staff is realizing the ideas. I am in close contact with the client; in this way, I am the only one to interact with him, and this thing implies a great responsibility. The projects are all part of Leisure, Hospitality and Clubs, generally luxury spaces, but also Retail, Offices and some in the residential sector, villas and cottages. This is the first part of my work. We also develop the executive projects of other companies and oversee constructions. All this may seem tedious but, on the contrary,, it is very instructive: it is possible to study the details carefully and to look at the very competent people’s projects. http://jingtai-group.com/index.html All images of this article: courtesy of Giovanni Piccione.

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reportage #4

北京市 北京市 BEIJING BEIJING

Innanzitutto parlaci di te: dicci chi sei, dove vivi e di che ti occupi. Mi chiamo Santi Musmeci, sono siciliano di professione architetto, ho trentadue anni e da sette vivo a Beijing nella PRC. Una prima domanda sulla Cina. E’ stato un approccio casuale? Come è nata la scelta di spostarti lì? Il mio primo approccio in Cina è avvenuto nel 2009 esattamente a Beijing, nella più famosa Università Cinese, la Tsinghua University, grazie ad un workshop internazio-

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rare la tesi di laurea nella sua Università, utilizzando le loro risorse tecnologiche. Durante la stesura della tesi ho ricevuto una interessante proposta di collaborazione presso il BIAD (Beijing Institute of Architectural Design), che ho accettato con molto entusiasmo e che nale organizzato dall’Università La di conseguenza ha rivoluzionato il Sapienza di Roma presso la quale corso della mia vita. stavo conseguendo la Laurea Specialistica in Architettura. Da lì Parlaci della tua esperienza come è cominciato tutto, forse amore a +OUT: qual è il motore che ha prima vista. Durante il workshop mosso dall’inizio la vostra azione sono riuscito a farmi ricevere dal progettuale? Quali le intenzioni Rettore dell’università prof. Zhu professionali? Wenyi, chiedendo di poter prepa-

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+OUT è un sogno diventato poi realtà, nato tra i banchi dell’università insieme a Sebastiano Maccarrone, attuale mio socio, già collega di facoltà e fraterno amico. Il progetto ha subito un rallentamento durante gli anni di apprendistato che entrambi abbiamo trascorso in diversi studi internazionali, tra Roma, Los Angeles, Beijing e Shanghai. Nel 2013 siamo ripartiti da Pechino insieme ad un partner cinese con l’obbiettivo di creare un gruppo interdisciplinare che si occupasse di design a trecentosessanta gradi.

cinesi considerano infatti i lavoratori stranieri una risorsa in grado di arricchire il Paese. Ma con la mia anche se pur limitata esperienza, ho capito che malgrado il grande salto evolutivo, palese in questi anni, a tutt’oggi la vera Cina è fatta di semplici cose, di famiglia e valori radicati, di affetti e calore umano, tutto all’insegna di una grande riservatezza. È evidente che non mancano gli aspetti meno favorevoli, a partire dalla situazione ambientale che, a causa dello sfruttamento di fonti di energia come il carbone, provoca livel-

Da un punto di vista emotivo, tanto negli aspetti negativi che positivi, che tipo di realtà rappresenta Pechino, la città dove risiedi, che è sostanzialmente una città-nazione?

Premesso che ogni città ha delle caratteristiche che la rendono unica rispetto a tutte le altre, seppur simili, qual è, secondo la tua percezione attuale, la principale differenza tra una megalopoli della Cina ed una corrispettiva occidentale? La differenza principale sta nella “velocità”, una parola quasi sconosciuta in occidente. “Money never sleep” e quindi qui nessuno dorme. Un’idea diventa realtà nel giro di poche ore. La burocrazia agevola lo sviluppo e soprattutto la crescita di piccole imprese come la nostra. Quello che stiamo creando qui non avremmo potuto realizzarlo in nessun’ altra parte del mondo, purtroppo nemmeno in Italia.

Ma la storia moderna del mondo è nata in Europa, pertanto la Pechino è un canmodernizzazione per tiere a cielo aperto eccellenza fa parte e non parlo soltanto del patrimonio delle di edilizia, ma socittà europee grandi prattutto di idee. Mi o piccole che siano. riferisco ad una città Le megalopoli Cinesi, multietnica in rapipur mantenendo a volte da espansione che ha intatto il proprio fascino accolto negli ultimi dieci storico e culturale, hanno anni milioni di occidentali inevitabilmente emulato il che inseguono il “sogno asiatiprocesso di evoluzione che si è co” se così si può dire. li di esplicitato in tempi così rapidi da La complessità della gente, le inquinamento elevati, con lasciare attonito il resto del monemozioni nascoste, la grande dignità che trapelava dagli sguar- effetti negativi sul clima. Anche la do. lingua, non di facile apprendimendi, da me percepiti al mio arrivo to, può creare notevoli difficoltà Si sta, gradualmente ma inesoraa Pechino sette anni fa, si sono bilmente, creando un ponte ideale mano a mano evoluti, così come nell’integrazione. Le dimensioni del territorio potrebbero oltremotra la Cina ed il resto del mondo. si è evoluta la megalopoli vittima dell’espansione e modernizzazio- do scoraggiare qualunque inizia- Ciò credo che porterà ad una contiva. taminazione piuttosto controverne. Grazie a tutto ciò ho potuto sa. Come si mescolano il popolo esprimere la mia professionalità. I

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Cinese ed il resto del mondo? E’ solo una questione di accordi commerciali o si sta generando, in fondo, una lenta ibridazione culturale?

Una città che mi ha profondamente colpito ed emozionato è Rio de Janeiro dove ho conosciuto validissimi architetti italiani. È stato per me importante, dal punto di vista professionale, confrontarNon sono sicuro che i cinesi stiano mi con loro ed apprendere come influenzando la nostra cultura ma applicano le loro conoscenze sono certo che hanno già influen- nella realtà brasiliana. Anche New zato la nostra economia. Viceversa l’afflusso di così tanti occidentali in Cina e in generale in Asia, sta abbattendo le barriere culturali LE MEGALOPOLI tra occidente e oriente rendendo la loro cultura e il loro stile di vita CINESI.. HANNO INEsempre più simile al nostro. VITABILMENTE EMU-

Tra tutte le città in cui hai vissuto qual è a tuo avviso (se esiste) quella che ha una qualità della vita, da un punto di vista lavorativo ed emozionale diciamo, nel complesso accettabile?

LATO IL NOSTRO PROCESSO DI EVOLUZIONE IN TEMPI COSÌ RAPIDI DA LASCIARE ATTONITI

York rappresenta un eccellente compromesso, ma a mio parere, grazie alla tecnologia contemporanea, oggi non esistono più confini geografici ben definiti al l’interno dei quali insediarsi professionalmente. La prospettiva di mobilità fisica e virtuale fa ormai parte della quotidianità, rendendoci quasi nomadi. Se dovessi privilegiare l’aspetto emotivo, tralasciando quello lavorativo, allora il pensiero mi riporta alle mie origini, alle città della Sicilia che anche se povere di opportunità , rappresentano per me la meta degli anni lontani della pensione, magari in una bella dimora da me progettata in riva al mare...

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First of all, please, introduce yourself : tell us who you are, where you live and what you take care of. My name is Santi Musmeci and I’m a Sicilian architect, 32 years old and since 7 I live in Beijing, in the PRC. First question about China. Was your approach just random? How did your decision to move there start?

During the workshop, I was able to meet the university rector prof. Zhu Wenyi, asking him to prepare the thesis in its university, using their technological resources. During the writing of my dissertation I received an interesting proposal for collaboration at the BIAD (Beijing Institute of Architectural Design) which I accepted with much enthusiasm and which has consequently revolutionized the course of my life.

colleague and like a brother to me. The project has slowed down during the years of apprenticeship that we both spent in several international studies, in Rome, Los Angeles, Beijing and Shanghai. In 2013 we started again from Beijing, together with a Chinese partner, with the aim to create an interdisciplinary comprehensive design group.

From an emotional point of view, both in the negative and positive Tell us about your experience as + aspects, what kind of reality is My first approach to China took OUT: What is from the beginning Beijing, the city where you live, place in 2009 just in Beijing, at the engine that drives your project which is substantially a city-state? Tsinghua University, the most fa- action? What were your professiomous in China, thanks to an inter- nal intentions? Beijing is an open-air workshop national workshop organized by and I mean that not only for conLa Sapienza University of Rome, + OUT is a dream which became struction, but particularly for idewhere I was getting Architecture reality, it started at the university as. I’m referring to a multi-ethnic degree. It all started from there, with Sebastiano Maccarrone, my city in rapid expansion that has perhaps it was love at first sight. current partner, former faculty accepted over the past ten years,

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millions of Westerners who chase the “Asian Dream” if you like.

warmth. All this in a spirit of great privacy. The main difference lies in the “speed ‘’, a word almost unknown The complex personality, the It is clear that there are less positi- in the West. “Money never slehidden emotions of people, the ve aspects, from the environmen- ep”, and then no one sleeps over great dignity of glances, perceived tal situation that, due to exploihere. An idea becomes reality in by me on my arrival in Bveijing tation of energy sources such as a matter of hours. The bureauseven years ago, everything that coal, causes high pollution levels, cracy facilitates the development has gradually evolved. As well as with negative effects on the clima- and above all the growth of small the megacity, victim of expansion te. Even the language, not easy businesses like ours. What we are and modernization, has evolved. to learn, can create considerable creating here we could not make Thanks to all of that I could exdifficulties in integrating. The size it in any other side of the world, press my professionalism. The of the territory may overly discou- unfortunately, not even in Italy. Chinese in fact consider foreign rage any initiative. But the modern history of the workers as a resource that can world began in Europe, therefore enrich the country. But, even with Given that each city has unique the ultimate modernization is part my limited experience, I realized properties that make it unique, of the heritage of European big or that, despite the great apparent even if similar if compared to all small cities. Chinese megacities, evolutionary leap in recent years, other, what are, in your current while maintaining sometimes the real China is still made up of perception, the main difference intact its historical and cultural simple things, family and rooted between a megalopolis of China appeal, inevitably have emulated values of ​​ affection and human and a corresponding Western one? the process of evolution, which

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has emerged in such a short time barriers between West and East to leave stunned the rest of the making the culture of the latter world. and their lifestyle more similar to our own. It is under construction, slowly but surely, a bridge between China Among all the cities were you and the rest of the world. I believe lived in, is there someone (if it this will lead to a rather controexists) with a quality of life, from versial contamination. How do emotional and business point of the Chinese people and the rest view if you like, overall acceptaof the world mix together? Is it ble? only a matter of trade agreements or a slow cultural hybridization is A city that has deeply impressed being generating, basically? and excited me is Rio de Janeiro where I met very valid Italian I’m not sure that the Chinese are architects. It was important for affecting our culture but I’m sure me, from the professional point of they are already influencing our view, comparing myself with them economy. and learning how they apply their Conversely, the influx of so many knowledge to the Brazilian realiWesterners in China and Asia in ty. Even New York is an excellent general is breaking down cultural compromise, but now in my opi-

nion, thanks to modern technology, there are no longer geographical well defined boundaries in which you can establish yourself professionally. Physical and virtual mobility perspective has become part of everyday life, making all of us almost nomadic. If I should give priority to the emotional aspect, leaving the working one, then my thought takes me back to my roots, to the Sicilian cities that although poor opportunities, they represent for me the goal of distant years of my retirement, perhaps in a beautiful house by the sea designed by me...

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孫子兵法 L’arte della Guerra 孫子兵法 (L’arte della Guerra) è un trattato di strategia militare attribuito al generale 孫子 (Sunzi). L’ori-

ginale più antico rinvenuto risale al III secolo A.C., anche se lo si valuta come scritto almeno tre secoli prima. Il libro comincia con un’attenta valutazione di base delle forze in campo, per proseguire sui consigli per ciò che concerne la conduzione dei conflitti in generale, le disposizioni, l’adattamento alle condizioni del nemico, del meteo e del terreno, fino all’uso delle spie a proprio vantaggio.

孫子兵法 (“The Art of War”) is a military treatise

attributed to General Sunzi. The original ancient one dates back in the third century AC, although it can be evaluated as written three centuries before. The book starts with an attentive basic evaluation of forces and then continues with pieces of advice for what concerns the conduction of conflicts, in general, from dispositions and adaptation of the enemy, weather and field to the use of spies as an own advantage.

Quello che stupisce ancor oggi è la stretta correlazione tra le strategie descritte e la filosofia di vita. Sunzi si muove analizzando ogni variabile e non disdegnando anche la ritirata o la rinuncia al conflitto quando le condizioni non sono note e favorevoli o quando non è necessario. Il suo obiettivo sarà sembre conquistare il nemico intatto e senza nessuna perdita per avere il massimo beneficio dal bottino. In ogni momento il comandante e il suo esercito si trovano in armonia: i soldati sono trattati con umanità ma anche con disciplina, soppesando ricompense e punizioni. Le condizioni andranno non solo analizzate, ma anche create, a volte con incrollabile pazienza. Fondamentale appare ingannare il nemico per fargli prendere decisioni errate; allo stesso modo, per disorientare il tuo opponente, dovrai incoraggiarlo all’ira e all’arroganza, dividere i suoi alleati, tenerlo sotto pressione. Sunzi, con lucido cinismo, elenca ben cinque contrasti da far nascere nello schieramento avversario: tra i suoi cittadini, con altri paesi, nel suo esercito per gli affari che riguardano le condanne a morte, le ricompense e nella gerarchia.

What is more surprising nowadays is the close connection between the described strategies and the philosophy of life. Sunzi highlights any variable without disdaining the possibility of retreat or withdrawal from the conflict when the conditions are not favorable or when it is not necessary. His objective aims always to the conquest of enemy, in an intact manner and without losing, in order to have the maximum benefit. At any time, the commander and his army are in peace with each other: the soldiers are treated with humanity and discipline, weighing both reward and punishment. The conditions are not only analyzed, but also created, sometimes with steady patience. It is fundamental to deceive the enemy and make him take wrong decisions; in the same way, in order to disorientate your opponent, you need to encourage him to feel wrath and arrogance, divide his allies, keep him under pressure. Sunzi, with bright cynicism, lists five main contrasts necessary in the formation of the adversary: among his citizens, with other countries, within his army for what concerns death penalty, rewards and within hierarchy.

I consigli di Sunzi, come quelli contenuti in libri come il “Libro dei cinque anelli” (manuale del perfetto guerriero giapponese, di M. Musashi) sono applicabili però anche ad altri cambi, come la gestione dello stato e la conduzione di affari commerciali. Diversi passaggi sono stati infatti citati testualmente nel film Wall Street (Oliver Stone, 1987) come una sorta di manuale del perfetto e cinico broker. Può stupire il fatto che abbiamo deciso di chiudere questo magazine con un manuale strategico: abbiamo valutato la Cina per quello che è, un paese dal potenziale pressochè infinito che sta attuando con metodo, pazienza, ponderazione un piano resiliente e quindi efficace per la conquista, speriamo “solo” commerciale, del mondo.

Sunzi’s items of advice, as those from books like “The Book of Five Rings” (book of the perfect Japanese warrior by M. Musashi), are also applicable in other situations, like the management of a country and conduction of commercial affairs. Various fragments had been indeed quoted in the “Wall Street” movie (Oliver Stone, 1987) as the type of a perfect and cynic broker’s book. It could amaze the fact that we decided to conclude this magazine with a strategic piece of writing: we evaluated China for what it is; a country with a good potential which carries out methodically and patiently a resilient plan and, therefore, efficient for the, we hope “commercial”, conquest of the world.

This and previus page: A scene of the Taiping Rebellion, 1850–1864. Wu Youru, 1886.

issue #7 / Inside China / summer 2016

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