OTTAVIO TUPPUTI l'uomo delle quattro rivoluzioni

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Quante volte passeggiando per piazza Vittorio Emanuele, il nostro sguardo si è posato su un busto bronzeo di un uomo dallo sguardo severo e fiero. Ma quanti di noi si sono chiesti chi fosse quell'uomo e che cosa avesse mai fatto?


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Ăˆ Ottavio Tupputi fervente cospiratore contro il Governo Borbonico, condannato per ben due volte alla pena capitale, considerato tra i migliori artefici del Risorgimento del Mezzogiorno.


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Dopo mezzo secolo di silenzio nel 1911 in occasione del Cinquantenario dell'UnitĂ d'Italia, il Comune di Bisceglie decide di commemorare il grande concittadino con un busto bronzeo opera dello scultore Sabatelli.


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Ottavio Tupputi nasce a Bisceglie il 16 settembre 1789. A soli dieci anni segue il padre in esilio a Marsiglia dopo il fallimento dei moti del 1799.


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A soli 15 anni si arruola nel reggimento francese e partecipa alle campagne napoleoniche.


Padre vi sarò fedele e vi seguirò a Marsiglia nella buona e nella cattiva sorte.

Figlio mio sono fiero del tuo coraggio! Sei diventato un uomo, un padre non può nascondere l'orgoglio di un figlio sì tale!

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Ahimé, che sventura! Rimarrò sola, visto che Marsiglia è così lontana da Bisceglie. Ma se questo è il mio destino lo accetterò con santa rassegnazione.

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E' una vergogna. Mio figlio ha fame, non ho pane da dargli!

LibertĂ ! Cacciamo gli invasori! Via i Borboni!

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Dopo la campagna di Russia del 1820, ritorna a Napoli dove si erano nuovamente insediati i Borboni che, a causa del loro atteggiamento tirannico, avevano diffuso il malcontento nella popolazione.


Rimane manifesto che, chiunque sia un ribelle e si proponga nell'empio ed abbandonato suo cuore di attentare, e di cospirare contro la sacra persona del Re, eccitando i sudditi e gli abitanti del Regno ad armarsi contro l'autoritĂ reale, venga condannato ai ferri.

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I Borboni reagiscono con un minaccioso bando.


Nel 1820 Tupputi partecipa ai moti di Nola, in seguito ai quali si istituisce un governo liberale che durerĂ per breve tempo. Ripreso il potere dai Borboni viene condannato a morte per impiccagione.

Per ordine di sua MaestĂ Ferdinando II, gli siano strappati i gradi, rasi i capelli e fatto indossare il camice degli impiccati.

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Imploro la sacra persona del Re, che al mio amato sia risparmiata la vita e concessa la grazia, che il Sovrano mostri la sua grandezza con questo infinito atto di clemenza.

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Grazie all'intervento della sua fidanzata la marchesina Misuraca, la pena gli viene commutata nell'ergatolo.


Mio amato muoio in pace, sapendoti vivo.

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Dopo dieci anni di prigionia, nel 1831, grazie ad una amnistia, Tupputi rientra a Bisceglie.


Dopo dieci anni di prigionia finalmente sono libero e sono nella mia amata Bisceglie.

15 Ora possiamo vivere come una vera famiglia e pensare al nostro futuro insieme.

Nel 1835 sposa la nobildonna Armelinda Schinosa dalla quale avrĂ dieci figli.


Nel 1848 con lo scoppio della Prima Guerra di Indipendenza Tupputi partecipa ai moti napoletani a fianco all'esercito Sabaudo.

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Coraggio italiani, il cielo ci guarda ! Torneremo sovrani e tornerà la gloria.

La gloria tornerà, saranno sciolte le mani; l’obbrobrio cesserà !

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Non ci prenderanno! Ottavio, se saremo uniti ce la faremo.

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A causa dell'infelice esito della guerra (1849), Tupputi con il molfettese Giovanni Cozzoli, viene condannato in contumacia.


Giustizia è fatta, caro Ottavio, sia gloria per gli oppressi e per i martiri.

Per sempre fedeltĂ alla Patria.

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Scampato per anni alla cattura della polizia, fa ritorno a Napoli nel 1860 dopo la caduta dei Borboni e viene insignito da Garibaldi del titolo di Comandante delle Guardie Nazionali.


L'uomo che aveva sofferto quattro rivoluzioni, muore a Napoli il 7 gennaio 1865 a 76 anni, confortato nel vedere l'Italia libera ed unita "Per grazia di Dio e volontĂ della Nazione".

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EPIGRAFE Sull’ingresso della Chiesa di S. Francesco di Paola dettata da P. E. Imbrinai

PACE ALL’ANIMA DI OTTAVIO TUPPUTI GENERALE E SENATORE DEL REGNO RELIQUIA DEI PRODI DEL PRIMO IMPERO AVANZO DE’ PATRIOTI DEL 1820 RAPPRESENTANTE DI POPOLO NEL 1848 CHE PER AMORE DI LIBERI ORDINI EBBE DOPPIA CONDANNA NEL CAPO PATI’ L’ERGASTOLO, LA RILEGAZIONE, L’ESILIO CONSOLATO SOLO DI MORIRE NELL’ITALIA FATTA LIBERA ED UNA. Nato il dì 18 settembre 1789 - morto il dì 7 gennaio 1865


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