PambiancoHotellerie_n1_2021

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MAGAZINE

ATTUALITÀ Sale il canale diretto scendono le Ota ANALISI FATTURATI La pandemia cambia la leadership INTERVISTA Fabri (Starhotels) “Avanti con coraggio” FENOMENI Esce il letto entra la scrivania

TRA CROLLO E RILANCIO

COVER BY NADIA FANELLI

Poste Italiane - In caso di mancato recapito inviare al CMP di Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi ANNO I - N°1 MARZO - APRILE 2021

HOTELLERIE


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T A I L O R - M A D E

B E D D I N G

S O L U T I O N S


EDITORIALE

Il settore è a una svolta, noi ci siamo. di David Pambianco

F

orse nel momento più critico mai affrontato dal comparto dell’ospitalità e del turismo, Pambianco ha deciso di estendere la propria presenza editoriale in un altro dei settori chiave del made in Italy aggiungendo il progetto dedicato all’hotellerie. La formula è quella già adottata con successo nel fashion, nel beauty, nel design e nel wine & food. Come le precedenti iniziative editoriali, anche Pambianco Hotellerie si sviluppa in digitale, con un sito e una newsletter dedicati, e sul piano cartaceo, con un magazine a cadenza bimestrale inviato ad imprenditori, manager, direttori e opinion leader del settore. Soprattutto, anche questo progetto adotterà il modello giornalistico che già è diventato un benchmark negli altri settori: abbinare l’analisi alle ricerche quantitative, ovvero alle statistiche e ai ranking sui dati economici delle imprese, dei distretti, dell’industria nazionale. Perché, tuttavia, presentarsi al mercato nel momento più delicato? La risposta è duplice. Innanzi tutto, perché il settore dell’ospitalità italiano evidenzia la necessità di un cambio di passo nel conoscere se stesso. Lo si evince in modo quasi paradossale dalle stime sul 2020 di due associazioni di riferimento, Federalberghi e Confindustria Alberghi. La prima parla di un arretramento del fatturato pari al 55%; la seconda indica una riduzione addirittura dell’80 per cento. Certo, alla base delle elaborazioni ci sono indicatori e parametri differenti (e forse anche perimetri diversi), ma la distanza dei risultati è tale da dimostrare come la realtà dell’hotellerie nazionale, proprio per la sua natura composita ed eterogenea, richieda una capacità di studio e autoanalisi maggiore e a questo noi vorremmo dare il nostro contributo. La stessa eterogeneità è alla base della seconda risposta. Il mondo degli alberghi è stato chiamato a una prova durissima nel 2020 e in questi primi mesi del 2021. Noi siamo convinti che da questa crisi il settore possa riemergere in maniera più dinamica e soprattutto avvicinandosi gradualmente a modelli gestionali e di business più moderni e internazionali. Insomma, se forse è ancora presto per parlare di nuova crescita settoriale, in quanto su questo aspetto agiscono fattori esogeni non controllabili, riteniamo però che ci siano prospettive importanti di evoluzione strutturale. Un cambiamento che renderà l’hotellerie ancora di più uno degli assi portanti dell’economia nazionale. Un cambiamento che va supportato, raccontandolo.

Marzo/Aprile 2021 PAMBIANCO HOTELLERIE 3


TABU, Italian excellence in dyeing wood veneers, presents SKEENS: a new vision of the boiserie made of wood, the complete redesign of the wooden surfaces to cover the walls with a thickness that is almost zero. The certified and sustainable wood species FSC® used are: Bolivar, Eucalyptus, Larch, Walnut, Oak, Lime tree.


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SOMMARIO 10

NEWS DALL’ITALIA

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NEWS DAL MONDO

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ATTUALITÀ Sale il canale diretto

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DOSSIER

Tra crollo e rilancio

26 La pandemia cambia la leadership

30 La crescita passa da lusso e digital

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INTERVISTA/STARHOTELS

Fabri: “Guardare avanti con coraggio”

38

SCENARI M&A solo large size

44 INTERVISTA/SMERALDA HOLDING

Ferraro: “La nuova Costa Smeralda”

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FENOMENI

Via il letto, entra la scrivania

25 DOSSIER TRA CROLLO E RILANCIO

62

SCENARI

Il fine dining vince negli hotel

Cambia la leadership dei gruppi italiani dell’hotellerie secondo il ranking per fatturato 2020 elaborato da Pambianco. Nonostante la caduta verticale dei ricavi, i player tricolori reagiscono con piani di sviluppo, nuove aperture e processi di disintermediazione.

38

6 PAMBIANCO HOTELLERIE Marzo/Aprile 2021

74

SCENARI

TENDENZE

M&A SOLO LARGE SIZE

BIG DATA HOTEL

Ripartono le acquisizioni immobiliari. Con meno di 80 stanze e sotto i 4.000 mq non si fa margine.

AI, blockchain, chatbot, assistenti virtuali, sanificazione automatizzata. L’hotel del futuro è super tecnologico.


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SOMMARIO

68

HOST AND THE CITY

Il turismo bleisure salva Milano

New entry sotto la Madonnina

74

TENDENZE

Big data hotel, sicuro e connesso

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ANALISI Meno contract e più retail

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NEWS GIRO POLTRONE

In copertina

85

WHAT’S NEW?

Pronti al re-start

Nadia Fanelli “Brunch”, 2020 Acrilico, olio e resina su tela 90 x 90 cm Courtesy of the artist Cover story pag. 92

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HOTELLERIENEWS OSSERVATORIO SUL MERCATO

I dati delle aziende dell’hospitality nelle notizie quotidiane sul sito 8 PAMBIANCO HOTELLERIE Marzo/Aprile 2021

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ITALIA

POLITO (BAGLIONI): “CON REUBEN APRIREMO 5 HOTEL”

P

ronti allo sviluppo internazionale. È quello che Baglioni Hotels & Resorts aveva già affermato a commento dell’operazione di leaseback sull’hotel di Venezia, che il gruppo ha venduto al private equity britannico Reuben Brothers per riprenderne in affitto l’immobile e proseguire con la gestione. Ed è quello che illustra il CEO di Baglioni, Guido Polito, ricordando che l’operazione di Venezia segna l’ultimo step del passaggio da un business basato su un mix di alberghi in proprietà e in gestione a una società di pura gestione. E il motivo è semplice: “Si tratta di due attività differenti - spiega Polito - e per entrambe ci vogliono know how e competenze specifiche. Noi preferiamo focalizzarci sullo sviluppo del brand e sul core business del management alberghiero”. Baglioni Hotels & Resorts conta attualmente hotel 5 stelle a Venezia, Firenze, Roma e Londra, resort a Punta Ala, alla Maldive e l’ultimo in arrivo a giugno 2021 in Sardegna, nonché la gestione di strutture residenziali. L’obiettivo è quello di crescere fino ad ottenere una dimensione rilevante a livello internazionale. “Con il private equity britannico - illustra il CEO - abbiamo un accordo di sviluppo per l’inaugurazione di 5 nuovi Baglioni Hotel nel mondo, di cui almeno 3 verranno aperti nei prossimi 5 anni, probabilmente a New York, Parigi e Milano”. 10 PAMBIANCO HOTELLERIE Marzo/Aprile 2021

FEDEGROUP ENTRA IN TERME DI SATURNIA Fedegroup firma l’intera offerta food&beverage di Terme di Saturnia Natural Destination, resort e centro benessere in prossimità del borgo medievale di Saturnia, nel cuore della Maremma Toscana. Il gruppo milanese, che gestisce oltre 50 ristoranti in hotel, presenta una proposta per promuovere le eccellenze locali e un servizio di ristorazione completo e avvia la nuova gestione degli outlet ristorativi 1919 Restaurant, La Stellata, il Bar e Il Bistrot.

ARSENALE ACQUISTA HOTEL DE LA MINERVE Arsenale ha sottoscritto un accordo preliminare di acquisto per il veicolo che controlla l’Hotel de La Minerve di Roma, operazione che porterà ad una completa ristrutturazione della struttura del XVII secolo, gestita da 30 anni dalla famiglia Billi, e che, al termine del rinnovamento, verrà affidata in gestione all’iconico marchio Orient Express del Gruppo Accor. La ristrutturazione partirà nel 2022 e l’inaugurazione è prevista per Natale 2023.

RINNOVATO BELMOND SPLENDIDO MARE Chiuso da due anni per una totale riprogettazione, lo Splendido Mare, a Belmond Hotel, Portofino vede la luce nel mese di aprile 2021, con un progetto firmato dallo studio parigino Festen Architecture. Il concetto alla base del restyling è ricreare lo stile di una residenza privata, riducendo il numero delle stanze da 16 a 14, ed evocando le origini dello Splendido Mare, che precedentemente era una locanda di pescatori. L’idea è quella di fare percepire agli ospiti la storia del luogo, immergendo l’hotel nella scenografia di Portofino. Affacciata sull’iconica piazzetta, la rinnovata struttura di Belmond presenta riferimenti alla storia marinara del porticciolo, con legni di provenienza locale.



ITALIA

INVITALIA, IN FUMO LA VENDITA DI OTTO VILLAGGI TURISTICI Stop alle trattative per la cessione da parte di Invitalia di alcuni asset di Italia Turismo al Gruppo Human Company. Lo comunica la stessa Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, sottolineando che le negoziazioni erano iniziate nei primi mesi del 2020 e, alla fine, non sono risultate di interesse per Invitalia le proposte ricevute dal potenziale acquirente. La società guidata dall’ADo Domenico Arcuri intende

comunque attuare il proprio piano di razionalizzazione e dismissione degli asset immobiliari di Italia Turismo ricercando altre soluzioni di mercato. L’oggetto della trattativa riguarda i beni di Italia Turismo, società di Invitalia che si occupa di investimenti strategici in campo turistico-ricettivo, con proprietà immobiliari in Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. Si tratta di 8 villaggi turistici per un totale di 2.600 camere e 6.900 posti letto.

BWH ITALIA, AUMENTO DI CAPITALE DA 1,6 MILIONI DI EURO

Concluso l’aumento di capitale di oltre 1,6 milioni di euro di Bwh Hotel Group Italia, società cooperativa alla quale sono affiliati 190 hotel posizionati in tutte le categorie, tre, quattro e cinque stelle. In particolare, la fascia alta è stata introdotta nel 2019 con l’acquisizione da parte di Best Western Hotels & Resorts del marchio internazionale WorldHotels, che ha portato all’interno del gruppo americano oltre 300 hotel esclusivi di categoria superiore. In seguito all’acquisizione, la società ha cambiato la denominazione in Bwh Hotel Group.

L’operazione di aumento di capitale sociale è stata portata avanti nell’ottica di una maggiore solidità finanziaria e di rafforzamento patrimoniale del gruppo. La manovra ha colto anche l’opportunità del decreto Rilancio dello scorso mese di agosto, convertito in legge 77/2020, che prevede benefici fiscali per le aziende che si ricapitalizzano e per i loro soci. Rientra inoltre a far parte di Bwh Hotel Group Italia il gruppo d’acquisto Si Supply, dopo un periodo in cui ha operato come società autonoma. Ritorno che si configura nel potenziamento dei servizi agli associati.

12 PAMBIANCO HOTELLERIE Marzo/Aprile 2021

Four Seasons a quota 4 nel Belpaese Four Seasons Hotels and Resorts crede nell’Italia. Dopo lo sbarco a Taormina con il San Domenico Palace tra pochi mesi, nell’estate 2021, il gruppo canadese dell’hospitality di lusso aprirà un nuovo resort in Puglia, arrivando a un totale di 4 strutture nel Belpaese, comprensive dei 5 stelle di Milano e Firenze. Grazie a una partnership con la società immobiliare Omnam Group, il nuovo Four Seasons in Puglia conta 150 tra camere e suite, situate in unità che ricordano ville private, progettate da Hks Architects, con accesso alla spiaggia.

Domenico Arcuri

Affidato a Rosewood l’hotel nell’ex Bnl a Roma l gestore di fondi d’investimento immobiliari Antirion Sgr ha acquistato il palazzo romano che fu sede della Bnl per una cifra, riporta Il Sole 24 Ore, di 190 milioni di euro. Obiettivo: farne un hotel di lusso. La società che fa parte del fondo Antirion Global, ha affidato la gestione dell’hotel 5 stelle, che verrà inaugurato nel 2023, a Rosewood Hotels & Resorts. Rosewood Rome si candida a diventare il più grande della Capitale.

Cristallo Resort & Spa diventa un’opera d’arte L’hotel Cristallo, a Luxury Collection Resort & Spa, Cortina d’Ampezzo, festeggia 120 anni con una serie di iniziative tra cui il progetto curato da Contini Art Gallery: un’opera di videomapping firmata dal maestro Mario Arlati, il primo di una serie di artisti che si succederanno nel corso dell’anno per riunire la comunità intorno a una narrazione visiva corale. La collaborazione con Contini Art Gallery è una partnership avviata fin da quando la famiglia Gualandi ha acquistato la proprietà.


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ITALIA

ITALY FAMILY HOTELS, FATTURATO 2020 A 116 MILIONI DI EURO Il consorzio Italy Family Hotels, che riunisce 111 strutture in 13 regioni d’Italia, scelte da 300.000 famiglie ogni anno, accoglie tre nuovi associati: l’Adriatico Family Village di Gatteo Mare, in provincia di Forlì-Cesena, il Park Hotel Pineta di Eraclea (Venezia) e lo Sporthotel Tyrol di San Candido, in provincia di Bolzano. Il gruppo comunica a Pambianco Hotellerie di avere chiuso il 2020 con un fatturato aggregato di 116 milioni di euro, dopo un

2019 archiviato a 169 milioni di euro. Il consorzio che riunisce strutture indipendenti e family-friendly d’Italia, è stato fondato nel 2001 ed è coordinato e gestito da Hospitality Marketing, agenzia di Rimini specializzata in marketing turistico.“Siamo più di un consorzio di strutture – asserisce Marina Pasquini, presidente di Italy Family Hotels – perché siamo l’associazione di strutture family friendly più longeva d’Italia”.

GOOGLE LANCIA NELLA PENISOLA HOTEL INSIGHTS

Google ha scelto l’Italia come primo paese al mondo per il lancio locale di Hotel Insights, piattaforma che offre informazioni e risorse (senza costi) per aiutare il settore alberghiero a intercettare la domanda turistica potenziale, a cui si aggiunge un programma di formazione in collaborazione con le principali associazioni del settore (Confindustria Alberghi, Federalberghi e Federturismo Confindustria) per fornire maggiori competenze digitali alle realtà turistiche italiane. Hotel Insights permetterà alle strutture e agli operatori del settore di ottenere

informazioni riguardo alle ricerche effettuate dai potenziali turisti, da quali Paesi arrivano e come cambiano le loro ricerche nel tempo. Inoltre, fornirà consigli utili su come sfruttare al meglio queste informazioni, aiutando a sviluppare conoscenza e asset digitali a sostegno delle proprie attività. Insieme a Hotel Insights, verrà reso disponibile un programma di formazione dedicato ai professionisti del settore con l’obiettivo di acquisire e sviluppare nuove competenze digitali, utili per farsi trovare pronti quando il turismo potrà finalmente ripartire.

14 PAMBIANCO HOTELLERIE Marzo/Aprile 2021

Marriott, a Roma il primo W tricolore W Rome segna il debutto del brand W Hotels di Marriott International in Italia. L’apertura dell’hotel, posizionato poco distante dalla scalinata di Piazza di Spagna e dalle boutique di via Condotti, in via Luguria, è prevista per il mese di settembre 2021. Il complesso si sviluppa su due diverse proprietà del XIX secolo, comprende 162 stanze e suite e un rooftop bar con vista sulla Città Eterna. Per quanto riguarda la ristorazione, l’hotel vanta un’offerta culinaria curata dallo chef due stelle Michelin Ciccio Sultano.

Hotel Belvedere a Riccione

Da residence a hotel: Palazzo Velabro a Lhm Palazzo al Velabro, attualmente residence 4 stelle a Roma di proprietà di UnipolSai Investimenti Sgr, società di gestione del risparmio del Gruppo Unipol, sarà trasformato in hotel. A gestire la struttura alberghiera sarà Lhm, operatore ‘white label’, con un brand del gruppo Marriott. Il team italiano Hospitality di Cushman & Wakefield, società globale di servizi e consulenza immobiliare, ha agito come advisor per la ricerca del nuovo operatore.

L’Hermitage di Cervinia diventa ‘chalet privato’ Una ‘workation’ di lusso quella che propone l’Hotel Hermitage Relais e Châteaux di Breuil Cervinia (Ao): l’hotel infatti ha lanciato una proposta di soggiorno che unisce ‘work’ e ‘vacation’, occasione che si apre ai tempi della pandemia e soprattutto dello smart working per conciliare lavoro e relax, concedendosi la possibilità di allontanarsi dal luogo di residenza senza tralasciare gli impegni professionali. La famiglia Neyroz offre la possibilità di affittare parte dell’hotel in totale esclusiva, come se si trattasse di uno ‘chalet privato’.



ITALIA

PUGLIA NEL MIRINO DEL LUSSO BELMOND COMPRA A OSTUNI La Puglia sta diventando una destinazione sempre più ambita dall’hotellerie di lusso. Dopo il recente sbarco di Four Seasons, un’altra importante transazione è stata completata da Belmond, che ha acquistato Masseria Le Taverne, struttura del XII secolo a Ostuni. Belmond sta già lavorando con un team locale per ristrutturare il complesso, preservando la struttura architettonica della proprietà. “Siamo custodi di un patrimonio senza tempo – dicono

dall’azienda inglese – e vogliamo mantenere la storia di Masseria Le Taverne, il legame con la comunità locale e la sua rilevanza nella regione”. Belmond sottolinea la sua visione strategica a lungo termine: “Vogliamo diventare il marchio di luxury travel più desiderabile al mondo. Parte di questa visione include l’espansione strategica con l’apertura di proprietà uniche, ‘one of a kind’, che si uniscono all’attuale portfolio che è già ricco di storia e patrimonio”.

ROCCO FORTE APRE 20 PRIVATE VILLAS AL VERDURA RESORT

Nel mese di aprile 2021 verranno inaugurate le Rocco Forte Private Villas, venti residenze indipendenti che si affacciano sulla baia del Verdura Resort a Sciacca, in provincia di Agrigento. L’obiettivo di Rocco Forte Hotels è quello di garantire massima privacy e sicurezza a chi cerca una sistemazione esclusiva, unita a servizi personalizzati, come forniture settimanali di prodotti freschi provenienti dagli orti del Verdura o l’assistenza quotidiana di una governante per la pulizia e, ancora, la preparazione di una colazione a bordo piscina ogni mattina. È disponibile anche

un servizio di concierge personalizzato che si prende cura di organizzare cene private in villa ed esperienze offerte dal territorio della Sicilia. Le residenze si trovano all’interno della tenuta di 230 ettari del resort, su una collina da cui gli ospiti possono ammirare il campo da golf da campionato e la baia del Verdura. Concepite da Olga Polizzi, director of Design di Rocco Forte Hotels, le ville sono sviluppate su superfici dai 200 ai 300 mq, si dividono in due categorie da 3 o 4 camere da letto e dispongono di piscine private immerse in giardini paesaggistici.

16 PAMBIANCO HOTELLERIE Marzo/Aprile 2021

Oetker prende l’Hotel La Palma di Capri Un’altra apertura nell’ambito dell’hotellerie di lusso nel Belpaese. Si tratta del più antico albergo di Capri, Hotel La Palma, costruito nel 1822 e acquistato dal fondo di private equity britannico Reuben Brothers e dato in gestione a Oetker Collection. Ora è in corso la ristrutturazione sostenuta da entrambe le società e l’opening è previsto per l’aprile 2022. A pochi passi dalla celebre Piazzetta, l’hotel disponeva di 80 camere che, durante la ristrutturazione, sono state ampliate e ridotte a 5. Il nuovo hotel conta anche ristorante, bar panoramici e la terrazza di Gennaro sotto la direzione dello chef Gennaro Esposito.

Grand Hotel Comano riapre e amplia aree relax Grand Hotel Terme di Comano si appresta a riaprire il primo aprile 2021 con diverse novità. Immerso in un parco termale di 14 ettari in provincia di Trento, che comprende numerose specie floreali, laghetti, distese verdi costeggianti il fiume Sarche, l’hotel ha investito sull’ampliamento e sul rinnovamento delle aree relax e del centro benessere, spazi dove bere e immergersi nell’acqua termale di Comano, con l’aiuto di fisioterapisti, massaggiatori ed estetiste.

Startup, Willeasy va in overfunding La startup Willeasy, che ha lanciato una campagna di raccolta fondi attraverso Crowdfundme.it, è andata in overfunding con oltre 73mila euro raccolti (148% del primo traguardo) da 73 investitori. Si tratta di una piattaforma dedicata all’accessibilità, tramite la quale persone con esigenze specifiche legate alla disabilità, all’età avanzata, ad allergie e intolleranze alimentari, possono trovare gli alberghi idonei alle loro necessità, nonché ristoranti, musei, eventi con strutture attrezzate.


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MONDO

MARRIOTT, NEL 2020 UTILE OPERATIVO IN PICCHIATA (-95%)

M

arriott International ha archiviato l’anno chiuso il 31 dicembre 2020 con ricavi a 10,6 miliardi di dollari, in calo del 50% rispetto al 2019, e con un crollo dell’utile operativo (-95%) a 85 milioni, portando così il gruppo a una perdita di 267 milioni di dollari a fine anno. A livello adjusted, i ricavi rettificati sono conteggiati in 2,2 miliardi di dollari, l’utile operativo in 535 milioni, fino ad arrivare a un utile netto adjusted pari a 59 milioni di dollari. Per quanto riguarda il quarto trimestre, a picco anche il RevPar (ricavo medio per camera disponibile) che è diminuito del 64% in tutto il mondo. Il gruppo dell’hotellerie con sede a Bethesda, nel Maryland (Usa) ha comunque comunicato che a fine 2020, la liquidità netta della società ammontava a 4,4 miliardi di dollari, di cui 0,8 miliardi in cassa e 3,6 miliardi di linee di credito revolving non ancora utilizzate. L’anno scorso, Marriott ha aggiunto al suo portfolio quasi 63mila camere in tutto il mondo, con una crescita del 3,1% e una pipeline di sviluppo mondiale di quasi 2.900 proprietà e più di 498mila camere. Attualmente, il colosso americano comprende un portafoglio di oltre 7.600 proprietà con 30 marchi in 133 Paesi. Per il 2026, è prevista l’inaugurazione del primo ski resort firmato The Ritz-Carlton in Europa, e precisamente a Zermatt, sulle Alpi svizzere. progettato dallo studio parigino AW².

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IHG IN ROSSO DI 153 MLN $ Ricavi in calo del 48% secondo i risultati preliminari dell’anno chiuso il 31 dicembre 2020 per Ihg Hotels & Resorts. Il gruppo americano dell’hospitality ha generato ricavi per 2,4 miliardi di dollari, con un utile operativo in calo del 124%, che è passato da 630 milioni nel 2019 a una perdita di 153 milioni nel 2020. Il RevPar è sceso del 52,5%, con un calo maggiore nell’area Emeaa (Europe, Middle East, Africa, Asia) e un’iniziale ripresa in Cina.

MISTER GUM COMPRA HOTEL IN ITALIA Il miliardario Mikhail Kusnirovich a capo del luxury retailer russo Bosco dei Ciliegi e del noto department store Gum sulla Piazza Rossa di Mosca, entra nel business dell’hotellerie. L’imprenditore ha infatti acquistato uno storico albergo italiano a Baveno (VerbanoCusio-Ossola). L’albergo sul Lago Maggiore verrà ribattezzato Bosco Palace Hotel, e l’idea è quella di restaurare tutti gli edifici che conpogono la struttura.

Il department store Gum a Mosca

ACCOR TRIPLICA IL SEGMENTO LIFESTYLE Il gruppo francese Accor, il cui portafoglio di strutture ricettive è sempre stato molto improntato sul business travel e sul Mice (meeting, incentive, conferenze, esposizioni), intende invece triplicare il numero di hotel lifestyle entro il 2023. Il segmento lifestyle, caratterizzato da ambienti di design e orientato a far vivere un’esperienza all’interno dell’hotel, e quindi maggiormente rivolto a una clientela leisure, vale il 5% del totale ricavi di Accor e rappresenta il 25% in valore nella pipeline di nuovi hotel.


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ATTUALITÀ

IL 2020 SEGNA UN RIBALTAMENTO DELLE PRENOTAZIONI ALBERGHIERE: SI RIDUCONO LE INTERMEDIATE, CHE NEL 2019 ERANO LA MAGGIORANZA. ACCELERA LA DIGITALIZZAZIONE. I DATI DEL POLITECNICO DI MILANO APRONO A NUOVE RIFLESSIONI.

SALE IL CANALE DIRETTO di Vanna Assumma

D

alle ceneri del 2020, il mondo dell’hotellerie può cogliere un’importante opportunità, e cioè la possibilità di ampliare il canale delle prenotazioni dirette, in particolare l’e-commerce, che è sempre stato marginale rispetto alle prenotazioni intermediate dalle agenzie, che hanno il vantaggio di aumentare la visibilità degli alberghi ma lo svantaggio di richiedere fee elevate. Lo scenario adesso è cambiato perché la pandemia ha portato a un vero e proprio upside-down nel mondo delle prenotazioni alberghiere. Se nel 2019, i turisti si rivolgevano prevalentemente alle agenzie online, come Booking, Trivago, Expedia, per selezionare e prenotare la struttura in cui alloggiare, l’anno scorso invece la prevalenza dei viaggiatori ha deciso di contattare direttamente l’hotel, bypassando i grandi player del booking online, le Ota (online travel agencies). Secondo i dati dell’Osservatorio innovazione digitale nel turismo della School of Management del Politecnico di Milano, nel 2020 le prenotazioni dirette sono state il 61% del totale a volume, cioè +12% rispetto al 2019, ripartite in 26% digital e 35% attraverso canali tradizionali (via mail, per telefono o di persona), contro il 39% delle intermediate, ripartite in

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ATTUALITÀ

30% Ota (che sono scese di 5 punti percentuali rispetto al 2019), 5% agenzie tradizionali e tour operator, 4% altro (cofanetti o siti delle destinazioni). Nel 2019, questo rapporto era inverso: il 51% del numero delle prenotazioni era intermediato dalle agenzie, contro il 49% di quelle che avvenivano grazie a un rapporto diretto con l’hotel. “Si è rafforzato il canale diretto, che ha inciso per il 66% sull’e-commerce complessivo a valore – ha affermato Filippo Renga, co-direttore dell’Osservatorio – e quindi vale 4,1 miliardi, comprendendo anche i trasporti. Il cliente ha cercato il contatto diretto con il fornitore per ricevere informazioni e rassicurazioni. Le Ota hanno sofferto (-57% sul 2019), ma meno quelle legate esclusivamente all’extra-alberghiero (-33%)”. Quello dell’intermediazione ‘tradizionale’ anteCovid era un mercato tutt’altro che in crisi ma per loro, come per il tour operating, fortemente dipendenti dai flussi outgoing, il 2020 è stato un anno di sopravvivenza, con un calo del fatturato tra il 60% e il 95%. Per il 2021 è prevista una parziale ripresa, nell’ordine di un terzo dei volumi realizzati nel 2019. E per gli alberghi? Il potenziamento del canale diretto continuerà anche negli anni a venire? “Sicuramente le strutture devono provarci – osserva Eleonora Lorenzini, co-direttore dell’Osservatorio innovazione digitale nel turismo – perché questo momento di discontinuità è un momento particolarmente adatto per costruire in questa direzione. Anche perché, una volta che il mercato riprenderà, le grandi Ota (che fanno della velocità una delle proprie caratteristiche peculiari) non staranno a guardare. Una volta che si decide di investire nel canale diretto, la fidelizzazione della propria clientela (soprattutto sul fronte domestico) diventa un patrimonio che la struttura può portare con sé per anni”. SVOLTA DIGITALE Il 2020 è stato un anno che ha dato il là a tanti processi che stentavano a decollare nel mondo dell’ospitalità, come la svolta verso il digitale, che faticava ad assumere una connotazione definita in un settore ancora troppo tradizionale. Innanzitutto, sempre secondo i dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, è aumentato l’e-commerce degli hotel sul totale e-commerce del turismo. Nel 2019 le vendite digitali del turismo erano costituite per il 60% dai trasporti, per il 31% dagli alberghi e per l’8% da pacchetti e tour. Nel 2020, la vendita di

IL MERCATO DIGITALE ITALIANO DEI VIAGGI

11,4

10,3

MDL€

MDL€

13,0 MDL€

14,2 MDL€

15,7 MDL€

6,2

MDL€

Pacchetti e tour Strutture Trasporti

RIPARTIZIONE DELLE PRENOTAZIONI DELLE STRUTTURE ITALIANE PER CANALE

5%

Direttamente online dal cliente (sito, app, …)

4% 26%

-5pp rispetto al 2019

61%

30% 35%

+12 pp rispetto al 2019

Direttamente dal cliente tramite canali tradizionali (mail telefono, di persona) OTA; metamotori, portali di home rental Agenzie di viaggio tradizionale, tour operator, GDS Altro (siti delle destinazioni, cofanetti, …)

In alto, grafici elaborati dell’Osservatorio Innovazione digitale nel turismo della School of management del Politecnico di Milano; sotto e in apertura, immagini che rappresentano il trend di aumento dellle prenotazioni dirette

Marzo/Aprile 2021 PAMBIANCO HOTELLERIE 21


ATTUALITÀ

Nell’estate 2020, i turisti hanno preferito soggiornare in località di prossimità raggiungibili in macchina

pernottamenti in strutture di ospitalità è salita al 34% sul totale, mentre si sono ridotte le altre due percentuali, cambiamento che è stato generato dalla prevalenza del mercato domestico e dalla maggiore propensione dei viaggiatori a utilizzare mezzi di trasporto di proprietà, ad esempio spostandosi in macchina per recarsi in località vicine al luogo di residenza, evitando quindi l’acquisto di biglietti per i trasporti. Il turismo di prossimità, con movimenti in un raggio ristretto di chilometri, ha impattato molto sugli intermediari. Nel 2019, il totale e-commerce del turismo era pari a 15,7 miliardi di euro mentre nel 2020 è sceso drasticamente per effetto della riduzione degli spostamenti legati alla pandemia, totalizzando 6,2 miliardi di euro ( -60%). Anche l’e-commerce dell’ospitalità di conseguenza è diminuito, ma copre però una fetta maggiore sul totale digital, passando dal 31% per un valore di 4,9 miliardi di euro al 34%, cioè 2,1 miliardi di euro. La necessità di distanziamento sociale ha inoltre accelerato il già avviato processo di digitalizzazione. Oggi il 30% delle strutture ricettive adotta soluzioni di pagamento da mobile e offre la possibilità di check-in online o da mobile (nel 2019 erano solo l’8%). Inoltre, ha

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subito un’impennata l’offerta di assistenza tramite chatbot (14% nel 2020 e 2% nel 2019) e di tour virtuali delle camere (13% nel 2020). MERCATO INDEFINITO Tutti questi cambiamenti sono stati generati dalla cosiddetta ‘tempesta perfetta’, la pandemia da Coronavirus, che si è abbattuta sul turismo più che su altri settori. Gli alberghi hanno visto un crollo verticale dei fatturati, ma i dati delle due principali associazioni dell’hospitality non coincidono. Federalberghi registra per l’hotellerie italiana una perdita di 13,5 miliardi di euro di fatturato nel 2020, ovvero -55% rispetto ai 24,5 miliardi di ricavi archiviati nel 2019. Il 2020 quindi si chiuderebbe a 11 miliardi di euro. Confindustria Alberghi stima invece una riduzione dei ricavi pari all’80%, ovvero i 33mila hotel italiani avrebbero generato 4 miliardi di euro nel 2020, rispetto ai 21 miliardi totalizzati nel 2019. I dati di entrambe le associazioni fanno riferimento alle analisi Istat e poi vengono rielaborati in base a diversi indicatori. Certo è che la disparità è notevole, perché lo scenario di Federalberghi è più ‘morbido’ (-55% a 11 miliardi di euro), mentre la visione di Confindustria Alberghi è apocalittica (-80% a 4 miliardi di euro).



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dossier

Tra CROLLO e RILANCIO BILANCI IN PICCHIATA PER I GRUPPI ITALIANI DELL’HOTELLERIE: SECONDO IL RANKING ELABORATO DA PAMBIANCO, IL 2020 OSCILLA TRA FATTURATI A -50% E -80% . UNA DÉBACLE, A CUI PERÒ I PLAYER DELL’HOSPITALITY TRICOLORE REAGISCONO CON PIANI DI SVILUPPO, ACQUISIZIONI, NUOVE APERTURE, RISTRUTTURAZIONI, PROCESSI DI DISINTERMEDIAZIONE.


DOSSIER

La pandemia cambia la LEADERSHIP di Vanna Assumma

NEL 2019, STARHOTELS STACCAVA PER FATTURATO I GRUPPI ITALIANI DELL’HOTELLERIE, MA NEL 2020 I GIOCHI SONO CAMBIATI. AL PRIMO POSTO DEL RANKING REALIZZATO DA PAMBIANCO C’È LA DIVISIONE ALBERGHIERA DI ALPITOUR.

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L

a pandemia cambia i pesi degli attori sul mercato. Nel 2019, Starhotels dominava incontrastata con un fatturato di 216 milioni di euro, staccando di gran lunga il secondo player, Gruppo Una che seguiva a 124 milioni di euro. Insieme alla divisione alberghiera del gruppo Alpitour, il trio rappresentava le sole realtà dell’hotellerie italiana con ricavi a 9 cifre. Nel 2020 invece comincia l’altalena. Secondo il ranking stilato da Pambianco in base al fatturato dei principali gruppi alberghieri tricolori, di cui il 2019 è tratto dai bilanci depositati in camera di Commercio mentre il 2020 è un dato non ancora certificato, si nota un saliscendi tra i vari attori in gioco. Il calo è inevitabile per tutti data la crisi generata dalla restrizione ai viaggi, ma la percentuale della regressione è diversa, e infatti è in base al valore di questa che le pedine si sono mosse sulla classifica. Così, la divisione del gruppo Alpitour (che comprende Voihotels, Marsa Siclà, e società estere che gestiscono alberghi fuori dall’Italia) fa uno scatto improvviso


DOSSIER

FATTURATO DEI PRINCIPALI GRUPPI ITALIANI DI HOTELLERIE (mln €) Rank

Gruppo

1

DIV. ALBERGHIERA ALPITOUR (VOIHOTELS) ¹

2

HOTELTURIST ²

2020

%

109

53

-51

94

52

-45 -80

2019

Expected

3

STARHOTELS ²

216

43

4

GRUPPO UNA

124

43 ³

5

BLUSERENA

79

33

-59

6

SARDEGNA RESORTS

88

30

-66

7

AEROVIAGGI

86

30

-65

8

DELPHINA

72

29

-60

9

PROGETTO ESMERALDA

72

25 4

10

RESIDENCE LE TORRI ²

69

14

-80

1.010

352

-65

TOTALE

¹ Fatturato aggregato ² Fatturato consolidato ³ Gruppo Una fa parte di Unipol Gruppo quotato in Borsa, che comunica il fatturato 2020 giovedì 18 marzo 2021. Pertanto, il dato di fatturato 2020 citato in tabella è stato elaborato da Pambianco applicando al fatturato 2019 la media della riduzione del fatturato delle aziende della presente tabella 4 Il dato di fatturato 2020 citato in tabella è stato elaborato da Pambianco applicando al fatturato 2019 la media della riduzione del fatturato delle aziende della presente tabella

Fonte: Pambianco

e passa dalla terza posizione a capolista della top ten, registrando una perdita di fatturato del 51% a 53 milioni di euro. Per quanto riguarda invece la sola società Voihotels, nel 2019 ha generato ricavi per 81 milioni di euro, mentre ha chiuso l’esercizio 2020 a 39,7 milioni di euro. L’impresa che ha performato meglio, ovvero che è calata meno, è Hotelturist, che sale anch’essa di posizione passando dal quarto posto del 2019 al secondo del 2020, e mette a segno una regressione di ‘solo’ 45% a 52 milioni di euro. Si tratta della minore perdita di fatturato registrata dai gruppi italiani dell’hotellerie, che mediamente nel 2020 oscillano tra -60% e -80% dei ricavi. I motivi sono diversi e uno è legato al fatto che Hotelturist nel 2020 ha comprato alcune strutture, quindi si è ampliato il perimetro dell’attività.” Nel 2020 – dicono dall’azienda - abbiamo preso in gestione il TH Torre Chia in Sardegna, un albergo ad Assisi e il TH Courmayeur anche d’inverno. A parità di perimetro, il calo del fatturato sarebbe stato pari al 59%”. Un

altro motivo è dovuto al fatto che la stagione invernale 2019-20 è andata molto bene per il gruppo titolare del brand TH Resorts, che è leader di mercato nel segmento montagna con una quota pari al 23% circa. Il gruppo a cui fanno capo le società TH Gestioni, Mountain Resort, Gestioni Touring TH, Laudato (al 51%) e Tourist Hotel Engineering, conta infatti 1.300 posti letto in montagna d’inverno tra Valle d’Aosta, Trentino e Piemonte. A questo si aggiunge una buona performance nell’estate dell’anno scorso, grazie alle tante destinazioni marittime della società. PENALIZZATE LE CITTÀ D’ARTE Una prima riflessione che si trae dal ranking è che le società che hanno avuto i cali percentuali più alti di fatturato nel 2020 sono quelle con hotel in gran parte posizionati nelle città d’arte, che hanno subito i danni maggiori dalla pandemia, essendo destinazioni che vivono prevalentemente sul turismo internazionale, totalmente assente per il blocco delle frontiere.

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DOSSIER

In alto a sinistra, render del bar di Unahotels Trastevere a Roma, Gruppo Una; sotto, TH Le Castella Baia degli Dei in Calabria, Hotelturist, e, a destra, piscina dell’Hotel Capo d’Orso in Sardegna di Delphina In apertura, Voi tanka Village in Sardegna, Voihotels

Starhotels ad esempio ha un portfolio molto ampio nelle città d’arte e l’anno scorso, dopo un settembre promettente, ha richiuso la maggioranza degli alberghi in Italia e all’estero, lasciandone aperti alcuni tra cui, a Milano, il Rosa Grand, che anche durante il primo lockdown è sempre rimasto attivo per accogliere protezione civile, stampa e chi continuava a viaggiare. Fatto sta che Starhotels ha registrato un calo dell’80%, perdendo la leadership in termini di fatturato e scendendo in terza posizione. Il Gruppo Una, che nel 2019 era secondo nel ranking, passa al quarto posto secondo il calcolo effettuato da Pambianco applicando la media della riduzione del fatturato della top ten. VINCE LA PROSSIMITÀ Una seconda riflessione che si trae analizzando la classifica è che gli alberghi situati in destinazioni facilmente raggiungibili con la macchina hanno avuto la scorsa estate performance maggiori rispetto a quelli 28 PAMBIANCO HOTELLERIE Marzo/Aprile 2021

situati, ad esempio, nelle isole, raggiungibili solo con traghetto e aereo. Questo perché la pandemia e la necessità di mantenere il distanziamento sociale hanno generato un turismo di prossimità. Le persone hanno preferito viaggiare con la propria macchina, evitando mezzi di trasporto affollati. Il trend della ‘vacanza sotto casa’ ha penalizzato ad esempio la Sardegna, dove ci sono stati ritardi anche nei collegamenti aerei e la stagione estiva è stata brevissima, 30 giorni effettivi. A questo si aggiunge il focolaio di contagi che è scoppiato nelle discoteche nella terza settimana di agosto, che ha portato a rientri anticipati e ha chiuso di fatto la stagione. Questi fattori hanno impattato, ad esempio, sui bilanci di Sardegna Resorts, società di Smeralda Holding che gestisce le attività alberghiere, e che ha frenato del 66% nel 2020, registrando un fatturato di 30 milioni di euro e perdendo un posto in classifica, dalla quinta posizione nel 2019 alla sesta nella top ten dell’anno scorso.



DOSSIER

La crescita passa da LUSSO e DIGITAL di Vanna Assumma

GLI INVESTIMENTI DELLE IMPRESE ALBERGHIERE ITALIANE AUMENTANO NONOSTANTE LA PANDEMIA. TANTE LE APERTURE IN PROGRAMMA, PRIVILEGIATI I RESORT 5 STELLE E LO SVILUPPO DIGITALE.

30 PAMBIANCO HOTELLERIE Marzo/Aprile 2021

A

perture, acquisizioni, ristrutturazioni, processi di disintermediazione. I gruppi dell’hotellerie italiana non si fermano, neanche davanti alla pandemia. Indubbiamente, hanno incassato forti arretramenti di bilancio a fine esercizio 2020 (vedi articolo precedente) ma non hanno tirato il freno a mano sugli investimenti. In particolare, il lusso è un territorio che offre maggiori marginalità e potenzialità di sviluppo. Infatti, la divisione alberghiera del Gruppo Alpitour mira ad ampliare il segmento lifestyle: dei 20 alberghi (6 all’estero e 14 in Italia), 4 sono compresi nella collezione Lifestyle Voihotels, che identifica strutture di charme, 5 stelle, con una forte attenzione al design e all’arte e posizionate in location italiane iconiche. “Questi hotel puntano sulle eccellenze dell’italianità - spiega l’AD della divisione alberghiera Paolo Terrinoni - e si rivolgono prevalentemente alla clientela internazionale. Puntiamo a una crescita intensa su questo segmento: nel giro di 3 anni vogliamo arrivare all’inaugurazione di 12


DOSSIER

alberghi di lusso. A Venezia apriremo nella primavera di quest’anno Voi Ca’ di Dio, in una dimora storica poco distante da Piazza San Marco, con 66 camere. Sono in corso negoziazioni per strutture a Milano, Firenze e sul Lago di Como”. Investimenti per 120 milioni di euro sono messi sul terreno da Smeralda Holding (vedi intervista nel magazine) per ristrutturare le strutture in Costa Smeralda, mentre Starhotels prevede l’apertura di una nuova ala dell’Helvetia & Bristol con la più grande spa del centro di Firenze, nonché 25 suite e 40 nuovi serviced apartments connessi al Rosa Grand di Milano (vedi intervista nelle pagine seguenti). Infine, Gruppo Una ha due importanti aperture quest’anno: ad aprile la new entry milanese Milano Verticale Una Esperienze, mentre a fine anno nascerà a Roma Unahotels Trastevere, conversione di una vecchia caserma dell’Arma destinata ad alloggio ufficiali e trasformata in albergo da un investitore privato, con 96 camere e tuttora in via di ristrutturazione. DIMENSIONI OFFLINE E ONLINE Hotelturist punta a una crescita ambiziosa con il raddoppio dei ricavi 2019 nel giro di tre anni. Lo anticipa Graziano Debellini, presidente dell’azienda titolare del brand TH Resorts e a cui fanno capo le società TH Gestioni, Mountain Resort, Gestioni Touring TH, Laudato (al 51%) e Tourist Hotel Engineering: “Da quest’anno faremo un salto di crescita. Con il bilancio di aprile presenteremo il nuovo piano industriale che prevede il raddoppio del fatturato pre-Covid in tre anni attraverso nuove acquisizioni e anche possibili aggregazioni”. L’idea del gruppo, a cui fanno capo 30 strutture ricettive, è quella di portare avanti acquisizioni progressive di almeno una quindicina di strutture in montagna, mare e città d’arte, oppure l’altra possibilità è quella di crescere attraverso acquisto o fusione con un altro gruppo, già proprietario di diversi alberghi. “Stiamo valutando entrambe le prospettive” conferma Debellini. Per quanto riguarda il 2021, quattro le aperture: Beach Resort Baia degli Dei in Calabria, Hotel Parchi del Garda in provincia di Verona, prima struttura del gruppo veneto nella regione,

e altre strutture a Roma e in Sicilia. “Abbiamo 5 trattative in corso – aggiunge il presidente di Hotelturist – che sono già molto avanti e quindi io penso che si concluderanno entro l’anno. Quindi, probabilmente si aggiungeranno altre 5 aperture nel 2021”. E continua: “Un altro elemento su cui stiamo lavorando sono i tool e servizi digitali, che non appartengono ancora alla cultura degli alberghi italiani. Parlo del Crm, per fidelizzare la clientela, di Rms (revenue management system) che è un processo attraverso cui si arriva a coordinare il prezzo, che dipende

In alto, winter garden di Helvetia & Bristol di Starhotels a Firenze, e, sotto, terrazza del Voi Grand Hotel Mazzarò Sea Palace a Taormina di Voihotels In apertura, veduta dell’Hotel Pitrizza a Porto Cervo (Olbia) di Sardegna Resorts

Marzo/Aprile 2021 PAMBIANCO HOTELLERIE 31


DOSSIER

da molte variabili, tra cui la location, la qualità dell’offerta, l’accoglienza del mercato. Al revenue manager è richiesta una forte competenza perché deve essere in grado di elaborare i dati storici. Molto utile è anche il Channel manager, software per espandere la propria visibilità online, e il Pms (property management system) che coordina prenotazioni, disponibilità e pagamenti”. Sul digitale punta anche Aeroviaggi, catena alberghiera che è nata come agenzia di viaggi, poi si è evoluta in tour operator e successivamente ha acquistato alberghi diventando un operatore dell’hotellerie. “Manteniamo sempre il nostro heritage - spiega Andrea Mangia, CFO del gruppo - e infatti gestiamo i voli tra diverse destinazioni della Francia e Sicilia e Sardegna, dove organizziamo anche transfer in pulmann dall’aeroporto all’hotel, nonché escursioni e attività organizzate”. Per quanto riguarda il digitale, Aeroviaggi sta prestando maggiore attenzione alle vendite dirette. che comprendono sia il sito web di proprietà sia le Ota sia il Cro (center reservation office). “Fino al 2019 - riprende Mangia - il 100% dei nostri 32 PAMBIANCO HOTELLERIE Marzo/Aprile 2021

resort era mediato dai tour operator, invece adesso il 57% passa dai tour operator, il 30% dalle agenzie e il 13% dalle Ota. L’obiettivo è quello di aumentare la disintermediazione, pur mantenendo fermi i rapporti con i tour operator”. Il gruppo, che conta 13 ‘sea view resort’ in Sicilia e in Sardegna, di cui 12 in proprietà e uno in gestione, sta valutando una nuova struttura fronte mare da introdurre quest’anno in portafoglio.

In alto, Cala Blu a Santa Teresa di Gallura (Sassari) di Aeroviaggi, e, sotto, interno di Milano Verticale Una Esperienze del Gruppo Una nel capoluogo lombardo



INTERVISTA

34 PAMBIANCO HOTELLERIE Marzo/Aprile 2021


INTERVISTA

ELISABETTA FABRI, PRESIDENTE E AD STARHOTELS, GRUPPO ITALIANO CON 30 HOTEL, 4MILA CAMERE E 40 ANNI DI STORIA, NON HA DUBBI: È IL MOMENTO DI COSTRUIRE IL FUTURO DEL TURISMO.

GUARDARE AVANTI CON CORAGGIO di Davide Deponti

S

tare a guardare non è proprio nelle mie corde, anche se molti oggi dicono che è meglio restar fermi ad aspettare che passi la tempesta. E una pandemia non è certo un temporale estivo”. A dirlo è Elisabetta Fabri, alla guida del gruppo italiano Starhotels, che ha registrato nel 2019 un fatturato record con quasi 220 milioni di euro e un’occupazione altissima, mentre nel 2020 ha incassato un calo superiore all’80%, perdendo 170 milioni di ricavi. Come reagire allora? La presidente e AD dei 30 luxury hotel dislocati in diverse città e località della Penisola pensa che la migliore risposta sia avere coraggio e lavorare ancora di più per sfruttare la situazione in positivo, ad esempio riorganizzando l’azienda. Il che significa trasformare lo stop forzato dovuto alla pandemia in un’opportunità per ripensare agli stili di vita che spesso sono troppo accelerati e distratti, rimettendoli invece in discussione. Insomma, fermarsi a riflettere per ripartire più forti. Quale sarà la prima sfida da vincere? Capire come evolverà il mercato. Reinventandosi se necessario, ma mantenendo una visione strategica sul futuro. Non solo: una crisi come questa ha bisogno di risposte strutturali: l’iniziativa individuale, per quanto importante, non basta. Le istituzioni devono essere

Marzo/Aprile 2021 PAMBIANCO HOTELLERIE 35


INTERVISTA

mesi: le persone hanno bisogno di tornare a lavorare per la sopravvivenza economica ma anche per un equilibrio psicologico. Bisogna dare ossigeno alle aziende e ai lavoratori, condividendo un piano di rilancio della destinazione Italia che vada oltre le (poche) risorse stanziate. Un’ipotesi poi può essere la creazione di un Bond Turismo Italia, uno strumento a tassi bassi a sostegno degli investimenti, con 20 anni di durata e garantito dallo Stato, che possa permettere al comparto che vive di turismo di rinascere. Realizzerei infine un fondo dedicato per il reinserimento nel mondo del lavoro di tutti i giovani che hanno perso l’occupazione o che, terminati gli studi, si avviano a cercare un impiego nel momento storico più difficile dal dopoguerra.

In alto, l’Heritage Suite dell’Helvetia&Bristol di Firenze, sotto, la facciata dello Starhotels Splendid Venice

consapevoli del fatto che il turismo italiano stia vivendo il momento più difficile della sua storia, ma che è e resterà un comparto strategico, un driver della ripresa economica. Sono indispensabili misure immediate, come un ministero del Turismo forte e con portafoglio (il neo premier Mario Draghi ha poi ‘seguito’ il consiglio, ndr). E ancora serve definire norme vantaggiose per aggregare e capitalizzare le imprese turistiche, lanciare immediati strumenti di supporto al lavoro, come la decontribuzione per almeno 36 36 PAMBIANCO HOTELLERIE Marzo/Aprile 2021

Su cosa puntate per andare oltre la crisi? Il 2020 ci ha sottoposto a uno stress test. Eravamo certi di continuare la crescita del 2019, c’erano tutti i presupposti. Al primo lockdown abbiamo reagito con risorse nostre, gestendo l’emergenza finanziaria grazie al solido patrimonio aziendale. Con spirito positivo poi abbiamo riaperto in estate e alla seconda chiusura ci siamo concentrati sui progetti di rinnovamento di alcuni hotel che vedranno la luce quest’anno: l’apertura di una nuova ala dell’Helvetia & Bristol con la più grande spa del centro di Firenze e 25 suite e 40 nuovi serviced apartments connessi al Rosa Grand di Milano. Abbiamo deciso di agire e reagire prendendo scelte strategiche che potessero dare una spinta al rilancio, continuando a investire sul nostro Paese. E questo si riflette in molte delle nostre iniziative: proprio nel 2020 abbiamo cambiato la politica di acquisti, avvalendoci esclusivamente di prodotti e professionisti italiani. Mai come oggi c’è stato bisogno di fare scelte coraggiose e puntare sulla qualità, e per questo abbiamo scelto di investire nella bellezza tutta italiana. Cosa vi aspettate che succeda adesso? I nostri piani di sviluppo hanno sempre guardato al medio e lungo termine. Il nostro obiettivo resta quello dell’ampliamento del modello di business verso il management e il franchising, valutando eventuali acquisizioni strategiche. Nel breve e medio ci proponiamo poi come aggregatori di realtà imprenditoriali individuali o private alle quali possiamo


INTERVISTA

fornire, nell’ambito di contratti di affiliazione, guida metodologica, rete commerciale, canali di distribuzione e visibilità sui mercati. Guardiamo sempre avanti, fieri di quanto realizzato in 40 anni di storia del gruppo e allo stesso tempo continuando anche ad ambire ad un ulteriore accrescimento del portfolio in quelle destinazioni in cui non siamo ancora presenti. Siamo sempre aperti a valutare progetti di sviluppo purchè siano virtuosi e a lungo termine. Anche se è difficile fare previsioni, o no? Sono ottimista: ci aspettiamo una lenta ripresa del mercato italiano, che vada di pari passo con l’avanzare della campagna vaccinale, verso primavera. Quindi una ripartenza di quello europeo all’inizio del secondo semestre 2021; per gli Usa e gli altri mercati intercontinentali si dovrà attendere almeno settembre, se non il 2022. Per tornare ai numeri del 2019 ci vorranno anni, tanto che per il 2021 ci aspettiamo una contrazione dei ricavi rispetto al 2019 intorno al 50%: ma siamo fiduciosi dei nostri mezzi tanto da credere in un recupero efficace, tenendo il timone saldamente in linea con il nostro piano aggressivo di recupero e di sviluppo.

E se a Elisabetta Fabri fosse chiesto di essere ‘regista’ del rilancio del settore, da cosa partirebbe? Orgoglio nazionale, destagionalizzazione, creazione di nuove destinazioni, infrastrutture e digitalizzazione, professionalizzazione e una maggior qualificazione dei modelli. Questi i filoni più urgenti su cui intervenire, oltre a sensibilizzare ed educare gli italiani ad essere consapevoli delle risorse del proprio Paese. La consapevolezza della ricchezza del territorio è alla base del rispetto, da cui scaturisce il desiderio di creare e tramandare eccellenza. Gli italiani sono i portavoce dello stile inconfondibile e dell’ammirazione che questa culla della cultura merita. Altro importante tassello è la formazione del personale turistico: occorre investire pesantemente sulla formazione, con la creazione di eccellenze formative alla stregua delle grandi scuole e università straniere, ma alla portata di tutti i giovani a cui dobbiamo stimolare la passione per l’industria dell’hospitality. Una delle nostre più grandi sfide è trovare personale serio e dedicato al lavoro alberghiero, categoria che spesso si scontra con modelli non ben retribuiti. È quindi urgente rivedere completamente il sistema, alleggerendo la pressione fiscale. Dobbiamo diventare ambasciatori entusiasti del nostro Paese, della gioia di vivere che tutti ci invidiano ma che oggi rischiamo di perdere.

In alto, al RosaGrand Milano colazione con vista sul Duomo, sotto, una delle Heritage Suite dello Starhotels Splendid Venice

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SCENARI

L’ATTENZIONE DEGLI INVESTITORI CADE SU IMMOBILI DA RIQUALIFICARE, ANCHE NON ADIBITI AD ALBERGHI, PERCHÉ IN ITALIA GLI HOTEL SONO TROPPO PICCOLI. CON MENO DI 80 STANZE E SOTTO I 4.000 MQ NON SI FA MARGINE.

M&A SOLO LARGE SIZE di Vanna Assumma

R

icomincia una timida crescita degli investimenti nel settore alberghiero. Il picco storico è stato nel 2019, quando il real estate dell’hospitality italiana ha firmato deal per 3 miliardi di euro, un record eccezionale, mai raggiunto prima. Un valore che spicca rispetto alla media dell’ultima decade che è stata attorno a un miliardo di euro l’anno. “Negli ultimi anni - precisa Domenico Basanisi, director Hotels investment properties di Cbre Italy - l’asset class hotel ha visto un interesse via via crescente, passando da un miliardo di investimenti nel 2015 a 1,5 miliardi di euro nel 2018”. Dopo un 2019 da ricordare, il 2020 invece è crollato con un calo a valore del 68% rispetto al 2019. “Il motivo - riprende Basanisi - è legato al fatto che le banche hanno chiuso finanziamenti e crediti agli investitori, perché hanno valutato che l’asset hotellerie è troppo rischioso”. Considerazione che permea anche i primi mesi del 2021, anche se quest’anno si prospetta un numero maggiore di acquisizioni: sempre secondo Cbre, si è passati da una settantina di deal nel 2019 a 30 operazioni nel 2020, ma si risalirà a circa 40 transazioni quest’anno con un volume tra 1 e 1,5 miliardi di euro. I movimenti però riguardano una tipologia ben precisa di investimenti, come spiega Monica Badin, senior Real estate consultant World Capital Group: “Si muovono

38 PAMBIANCO HOTELLERIE Marzo/Aprile 2021


SCENARI

solo investitori con strategia value-add, ovvero rivolti all’acquisto di immobili vetusti, dismessi e da riqualificare, però in buone posizioni e di grandi dimensioni, capaci quindi di creare valore. Il motivo è - aggiunge - che gli investitori istituzionali considerano ancora troppo rischioso l’asset alberghiero, per questo si punta ad acquistare a prezzi ribassati per creare valore attraverso la ristrutturazione, considerando che la stabilizzazione del mercato è prevista per il 2023”. La previsione quindi è che, a partire dal 2021 in poi, ci sarà un aumento dei deal e dell’interesse di mercato sull’hospitality. “La percezione è che ci sarà una sorta di rimbalzo - osserva Luca Turco, AD di Quinta Capital Sgr - non appena saremo usciti dalla pandemia. Come del resto è accaduto nel periodo successivo all’attacco alle Torri Gemelle, l’11 settembre 2001. Anche allora si era verificata una sorta di ‘blackout’ del turismo e si erano fermati gli investimenti, ma dopo c’è stato il rimbalzo”. CHI CERCA COSA Tornando al momento attuale, va detto che l’attenzione degli investitori cade soprattutto su immobili non adibiti a hotel, da riqualificare, come già detto, per poi procedere con la modifica della destinazione d’uso. Questo perché la maggior parte degli alberghi italiani sono troppo piccoli, spesso si tratta di pensioni a carattere familiare, e risultano poco interessanti per i grandi gruppi. La dimensione dell’immobile è molto importante perché con meno di 80 stanze e una superficie inferiore a 4.000 metri quadrati non si riesce a creare un margine interessante per gli investitori. A parità di categoria alberghiera, i costi di un hotel di 50 stanze sono gli stessi di uno di 80 stanze, ma chiaramente i ricavi del secondo sono molto più alti e quindi consentono una maggiore marginalità”. Secondo World Capital, nella Penisola sono presenti 15mila strutture 3 stelle con dimensioni medie di 33 camere e ogni camera oscilla da 14 a 18 metri quadrati. Meno della metà sono i 4 stelle, 6.000 alberghi, con una media di 71 camere dai 18 metri quadrati in sù. I 5 stelle invece sono solo 521 e hanno oltre 100 camere, di cui ognuna ha una superficie tra 25 e 35 metri quadrati. Per le strutture più piccole, che spesso sono quelle più in sofferenza ma che non sono appetibili agli investitori per via delle dimensioni, un’opportunità è che vengano acquistate per essere riconvertite a uso residenziale. Per quanto riguarda i player sul

In alto e in apertura, Anantara Palazzo Naiadi a Roma e NH Collection Palazzo dei Dogi a Venezia, comprati da Covivio e gestiti da NH Hotel; sotto, Hotel Ancora di Cortina, acquistato dal patron di Diesel, Renzo Rosso

Marzo/Aprile 2021 PAMBIANCO HOTELLERIE 39


SCENARI

In questa pagina, terrazza e camera dell’Hotel The Pantheon Iconic Rome, comprato da Investire Sgr

a doppia cifra. Rientra in questo contesto, la tendenza a compare immobili per uffici per poi trasformarli in alberghi”. Un caso eclatante in questa direzione è quello della famiglia Benetton che attraverso la controllata Edizione Property ha acquistato l’anno scorso l’ex- palazzo dell’Inps a Roma, di fronte al mausoleo dell’imperatore Augusto, per un valore di 150 milioni di euro. Obiettivo: trasformarlo in un lussuoso hotel Bulgari.

mercato pronti ad acquistare, si parla soprattutto di grandi colossi stranieri del private equity, perché in Italia i private equity sono più piccoli e spesso differenziati per settore. L’entità dei profitti varia a seconda dell’operazione: “I rendimenti - spiega Turco - oscillano tra il 4% per transazioni nei centri storici delle principali città d’arte, al 7%-8% quando i deal avvengono in destinazioni turistiche marittime o montane. Per operazioni di sviluppo, riqualificazione e riposizionamento dell’asset si arriva a rendimenti 40 PAMBIANCO HOTELLERIE Marzo/Aprile 2021

MIRINO SULLE CITTÀ D’ARTE Per quanto riguarda le tempistiche dei deal, è difficile fare previsioni sul momento preciso in cui il mercato ‘prenderà il volo’ ma gli intervistati pensano che, con la scadenza della cassa integrazione e la fine della moratoria sui mutui di cui godono attualmente gli hotel, potrebbero esserci più sofferenze sul mercato, e quindi più offerte di vendita. Anche se, probabilmente, molti alberghi aspetteranno il decorso dell’estate per vedere se la holiday season riuscirà a dare una boccata di ossigeno ai bilanci in caduta libera. “L’estate potrebbe fare da salvagente - conferma Turco - però molti alberghi con vocazione business potrebbero rimanere in situazioni di difficoltà”. Del resto, le città d’arte sono le destinazioni che hanno sofferto di più l’anno scorso per la mancanza del



SCENARI

Due immagini del Baglioni Hotel Luna a Venezia, su cui il gruppo ha fatto un leaseback con Reuben Brothers

turismo internazionale in seguito alle restrizioni dei viaggi in piena pandemia, mentre le località mare-montagna hanno goduto di un, seppur tiepido, movimento di turisti italiani ed europei. Secondo gli intervistati, Firenze, Venezia e Roma sono le città dove si prospetta un maggiore numero di acquisizioni, perché tre quarti del loro turismo è intercontinentale, costituito soprattutto da americani e asiatici. Numeri da fase pre-Covid ovviamente, e che sono stati spazzati via dalla pandemia, che ha generato un vuoto di occupazione alberghiera. In particolare, Roma sarà tra le più gettonate perché ha un patrimonio immobiliare alberghiero molto vasto, con strutture quasi tutte di proprietà familiare, e molte di queste avevano già deciso di mettere in vendita l’hotel a fine 2019 per capitalizzare sul buon rendimento di quell’anno. Milano invece si salva, o meglio dovrebbe assistere a un numero inferiore di operazioni, perché il capoluogo lombardo vive, a differenza di altre città d’arte, di un forte turismo business e bleisure (business più leisure), e quindi l’hotellerie mantiene una percentuale di occupazione grazie ai viaggi d’affari degli italiani e di chi proviene dalle limitrofe regioni europee e si sposta agevolmente in macchina. OPERAZIONI IN CANTIERE Parlando di investimenti firmati negli anni scorsi, secondo una rielaborazione di World Capital Group dovrebbero essere oltre 1.700 le camere in apertura in Italia nel 2021. Più di 2.500 quelle previste per il 2022, mentre 42 PAMBIANCO HOTELLERIE Marzo/Aprile 2021

sono già in pipeline 20 operazioni per il 2023. Di tutti i nuovi hotel, il 40% appartiene alla fascia alta del mercato e le città d’arte sono le destinazioni più apprezzate, alle quali si aggiunge la campagna toscana. Tra le ultime importanti transazioni, oltre a quella di Benetton a Roma, sopra citata, l’anno scorso Covivio, attraverso la sua controllata Covivio Hotels detenuta al 43,3%, ha perfezionato l’acquisizione di 8 hotel in Europa, di cui 4 in Italia (uno a Roma, uno a Firenze e due a Venezia). L’operazione, che riguarda immobili di fascia alta, è stata effettuata per una somma di 573 mln di euro, compresi 86 mln di euro di lavori sugli immobili. Con un totale di 1.115 camere, gli hotel saranno gestiti dal Gruppo NH Hotel nell’ambito di una locazione a lungo termine, con un rendimento minimo del 4,7 per cento. Con questa acquisizione, Covivio consolida la propria posizione nel mercato immobiliare alberghiero, con un patrimonio comunicato al momento dell’acquisizione di 6,8 mld di euro. Inoltre, lo scorso novembre, Investire Sgr ha completato l’acquisizione dell’hotel The Pantheon Iconic Rome – Autograph Collection, nella Capitale. L’acquisizione è avvenuta per conto di un fondo immobiliare specializzato di tipo chiuso gestito dalla stessa Sgr, che ha confermato così i propri obiettivi di sviluppo nel settore ricettivo sul territorio italiano. Al momento dell’operazione, Investire Sgr ha dichiarato: “Abbiamo scelto di investire in strutture di eccellenza, puntando


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alla qualità del prodotto, perché saranno le prime a ripartire in uno scenario di ripresa: siamo infatti convinti che il settore turistico alberghiero avrà un comportamento elastico e tornerà progressivamente ai livelli precrisi entro i prossimi due anni. Riteniamo che gli investitori debbano quindi porre molta attenzione alla qualità del prodotto alberghiero ed al track record e posizionamento degli operatori”. Un’operazione più recente che rientra invece in un’ottica di finanziamento volta allo sviluppo in Italia e all’estero è quella di Baglioni Hotels & Resorts, che ha venduto con patto di locazione l’iconico Baglioni Hotel Luna, a Venezia, nella centrale piazza San Marco. L’acquirente è il private equity britannico Reuben Brothers, che ha messo sul piatto 100 milioni di euro, secondo quanto ha riferito l’Ansa. L’operazione quindi è avvenuta con la formula ‘sale-andlease back’, cioè il venditore, Baglioni Hotels & Resorts, riprenderà in affitto l’immobile, una volta ristrutturato, e la gestione rimarrà a capo di Guido Polito, CEO del Gruppo Baglioni Hotels & Resorts. L’obiettivo della partnership con i miliardari britannici David e Simon Reuben è quello di spingere la crescita internazionale della catena di hotel di lusso, fondata nel 1974 da Roberto Polito. Recentemente, il presidente di Federterme (Federazione italiana delle industrie termali

e delle acque minerali curative) Massimo Caputi ha acquistato il 47% di Terme di Chianciano, mentre il restante 53% del capitale fa capo per il 30,19% a Terme di Chianciano Immobiliare, controllata da Regione Toscana (73,81%), per il 6,95% a Banca Centro credito cooperativo ToscanaUmbria (ex Banca Cras) e per il resto ad alcuni soci minori.Un’altra trattativa è andata in porto l’anno scorso a Venezia e riguarda il Bauer, uno degli storici alberghi a 5 stelle della Serenissima. Ad assicurarsi la proprietà della struttura è stato il gruppo immobiliare austriaco Signa, realtà che vanta un portafoglio da 20 miliardi di euro comprendente tra gli altri il grattacielo Chrysler di New York. A vendere è stato il fondo Elliott, che lo aveva acquisito assieme al coinvestitore di minoranza Blue Skye nel luglio 2019. Sempre lo scorso anno, il patron di Diesel, Renzo Rosso, si è aggiudicato l’albergo più antico di Cortina, l’Hotel Ancora, attraverso Red Circle, la finanziaria specializzata nell’immobiliare. Valore del deal, secondo indiscrezioni, 20,5 milioni di euro. Invece Merope Asset Management ha acquisito Palazzo Bernasconi, immobile situato tra corso Venezia e via Palestro a Milano e che è stato affidato al gruppo guidato da Giuseppe Cipriani, figlio di Arrigo (patron dell’Harry’s Bar a Venezia), che, realizzerà due ristoranti, un boutique hotel, un bar club, un centro benessere e uno fitness.

Terme di Chianciano, il 47% passa a Feidos di Massimo Caputi

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INTERVISTA

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INTERVISTA

IL CEO MARIO FERRARO RACCONTA I PROGETTI DI SMERALDA HOLDING: INVESTIMENTI PER 120 MILIONI DI EURO E STRUTTURE DEDICATE AI MILLENNIALS. CAMBIA IL TURISMO DI LUSSO.

LA NUOVA COSTA SMERALDA di Vanna Assumma

U

n manager affabile, ‘alla mano’, diverso dalla persona che si pensa di incontrare quando l’appuntamento è con il big di un gruppo importante qual è Smeralda Holding, controllato dal fondo sovrano del Qatar, che domina incontrastato nell’hotellerie in Costa Smeralda (Sardegna) con un fatturato 2019 di 110 milioni di euro. Il big in questione è il CEO Mario Ferraro, che Pambianco Hotellerie raggiunge in videochiamata e che racconta, con dovizia di particolari ed estrema chiarezza espositiva, i progetti del gruppo che comprende le società Sardegna Resorts, Marina di Porto Cervo, Land Holding (che detiene 2.300 ettari di terreni in Costa Smeralda), Cantiere di Porto Cervo e SafeBay. I progetti sono di quelli che pesano: 120 milioni di euro da investire entro il 2023 per riqualificare gli asset del gruppo (hotel, ristoranti, real estate, la marina del porto e il cantiere navale) e per riconvertire il Cervo Tennis Club in un nuovo complesso. Questo centro sportivo, a pochi passi dalla Piazzetta di Porto Cervo e di fronte alla Promenade du Port, si trasformerà totalmente, avrà un’altra denominazione e disporrà di un hotel lifestyle di 40 camere, una selezione di ristoranti brandizzati e spazi retail. Vedrà la luce nel 2024. Il gruppo ha archiviato il 2020 con ricavi a -65% per 42 milioni di euro, facendo comunque utile, e Ferraro inizia l’intervista spiegando perché il comparto turistico sardo è stato colpito più di altri dalla crisi legata all’emergenza sanitaria.

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INTERVISTA

A sinistra, veduta dell’Hotel Cala di Volpe e una camera dell’albergo a Porto Cervo; sopra, Hotel Romazzino in Costa Smeralda In apertura, Mario Ferraro

E gli alberghi? Gli hotel erano pieni, e in particolare c’è stata molta richiesta per le suite più grandi e le ville con giardino. Lo spazio è il nuovo lusso. Si cercano luoghi con bassa densità turistica, com’è la Costa Smeralda, che non ha avuto uno sviluppo immobiliare intensivo e dispone di strutture alberghiere in ampi spazi all’aperto. I nostri alberghi fanno capo a Sardegna Resorts, il cui fatturato è passato da 88,39 milioni di euro nel 2019 a 30 milioni nel 2020. L’hotellerie conta circa il 75% dei ricavi complessivi del gruppo. La Sardegna dunque è stata penalizzata nell’estate 2020? La scorsa estate la stagione è partita molto tardi, per le disposizioni governative e le restrizioni aggiuntive della Regione Sardegna, e anche per i ritardi dei collegamenti aerei. A questo si aggiunge il trend che si è imposto tra i viaggiatori della ‘vacanza sotto casa’, cioè raggiungibile in macchina, che ha penalizzato le isole che si raggiungono con aereo o nave. Non dimentichiamo il focolaio di contagi nelle discoteche la terza settimana di agosto che ha determinato partenze anticipate e che, di fatto, ha sancito la fine della stagione. L’estate 2020, quindi, è stata brevissima, 30 giorni effettivi. Eppure voi avete fatto utile... Sì, i ristoranti all’aperto e i beach club hanno raddoppiato il fatturato nel mese di agosto 2020 rispetto a quello generato nello stesso periodo dell’anno precedente. 46 PAMBIANCO HOTELLERIE Marzo/Aprile 2021

L’estate 2021 invece si prospetta diversa? Per quest’estate ho una previsione abbastanza positiva, anche se molto dipende da quanto sarà avanzata la campagna vaccinale a fine maggio. Se si raggiungesse un’immunità di gregge anche solo parziale, tra il 40% e il 50%, riprenderanno i flussi turistici estivi. La stagione sarà più lunga e infatti noi pianifichiamo di aprire le strutture a maggio. Prevedo che i volumi saranno superiori rispetto all’anno scorso, ma rimarranno in un range tra -10% e -30% rispetto a quelli del 2019. Stanno arrivando brand internazionali nel nord-est della Sardegna: Rosewood, Accor, Kempinski. Scricchiola il ‘monopolio’ dei Marriott? Non temiamo la concorrenza e pensiamo che l’arrivo di altri brand sia un vantaggio perché ci sarà una ricaduta positiva sulla nostra attività. Se aumentano i motori commerciali che


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promuovono la Costa Smeralda, ci guadagnamo anche noi. Attualmente, l’Hotel Cala di Volpe, l’Hotel Romazzino e l’Hotel Pitrizza sono gestiti da Marriott con il brand Luxury Collection, e il Cervo Hotel è gestito sempre da Marriott con il brand Sheraton. Però abbiamo intenzione di diversificare l’offerta alberghiera. Stiamo facendo una selezione tra gli operatori (ancora in corso al momento in cui è stata effettuata l’intervista, nel febbraio 2021, ndr) per decidere chi gestirà il nuovo albergo che nascerà dalla riconversione del Cervo Tennis Club. Ci parli allora di questo progetto, cosa diventerà? Si tratta di un importante progetto di valorizzazione. Il Cervo Tennis Club diventerà un hub di entertainment, rivolto alla clientela più giovane, ai Millennials, che negli anni scorsi hanno preferito altre destinazioni di viaggio e invece adesso sono tornati in Costa Smeralda. Oltre all’hotel 5 stelle, saranno presenti nomi importanti per quanto riguarda la ristorazione, tra cui il Beefbar del Gruppo Giraudi, che è una steakhouse di alto livello.

In questa situazione di emergenza sanitaria, si crea spazio per gli investitori opportunistici? In quest’area costiera della Sardegna, direi di no. In Costa Smeralda non ci sono imprese turistiche a rischio di default. Anzi, c’è un’imprenditoria turistica molto solida, sia come azionariato sia come robustezza di cassa. Quali i trend a medio termine? La gente viaggerà meno, perchè è più complicato spostarsi per i vari protocolli sanitari, ma farà vacanze più lunghe e chi è in smart working si trasferirà in posti di mare a lavorare. Inoltre, c’è un aumento dei voli privati: chi se li poteva permettere anche prima della pandemia, preferiva ricorrere a voli commerciali per questioni di understatement, adesso invece si prendono per ragioni di sicurezza. Lo stesso per il turismo nautico: sono in aumento le transazioni per l’acquisto di barche.

Gli investimenti riguardano anche altri asset? Sì, nel piano strategico 2017-2023 è stato deciso lo stanziamento di 120 milioni di euro per riqualificare gli asset del gruppo. Tra questi, c’è la ristrutturazione dell’Hotel Cala di Volpe, che verrà aperto per l’estate 2021, con un rinnovamento del ristorante grill e dell’iconico barbecue, che è un punto di ritrovo del jet set internazionale, e in più ci sarà un nuovo spazio Beefbar. Verrà inaugurata anche una nuova categoria di camere disegnate da Dordoni Architetti.

A sinistra, Hotel Pitrizza (Villa Bithia) a Porto Cervo e, sopra, presidential suite dell’Hotel Cervo e piscina del complesso in Costa Smeralda

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FENOMENI

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FENOMENI

Via il letto, entra la SCRIVANIA di Giambattista Marchetto

L’HOTELLERIE BATTE NUOVE STRADE PER CONTRASTARE LA CADUTA DI OCCUPAZIONE E PROPONE SPAZI RIADATTATI PER LO SMART WORKING, VERI ‘UFFICI’ PER DOTAZIONE TECNOLOGICA NELLA MASSIMA SICUREZZA.

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bridazione. È questa la parola chiave per il mondo dell’hotellerie nel post-Covid, soprattutto per il segmento business. Perché se è vero che il mondo è cambiato per i viaggi leisure, trattative e incontri di lavoro avverranno sempre più online, riducendo le trasferte, ma soprattutto andrà a mutare lo stile e la modalità del viaggio d’affari. Il mondo hotel – grandi catene in testa – sta dunque riorientando l’offerta e oggi, dopo il grande slancio nelle proposte per uno smart working dalle suite più esclusive, con flessibilità totale nelle prenotazioni e cancellazioni, nascono progetti integrati per portare l’ufficio in hotel. Le strategie sono diversificate, da quelle vicine a un ripensamento in chiave di real estate fino alla flessibilizzazione on demand delle camere. SMART WORKING ROOMS Mentre ci sono realtà nate ibride, come il network 21 Way of Living che ha fatto convivere l’albergo tradizionale e lunghe permanenze in modalità coliving (cucine e spazi condivisi), oggi orientata anche al coworking spinto con interazioni verso l’esterno, emergono spinte più o meno sbilanciate verso il format ‘ufficio in hotel’. In seno al Gruppo Una si sta pensando a progetti specifici, ma soprattutto per le nuove strutture: “Un conto è ‘camuffare’ da ufficio lo spazio di un albergo già esistente e destinato ad altro – osserva il DG Fabrizio Gaggio - e un altro è concepire un ambiente di lavoro fin dalla sua ideazione. Infatti, nei progetti di ristrutturazione che abbiamo in corso implementeremo aree di coworking con accessi, prodotti e servizi mirati”. Per il segmento

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FENOMENI

A sinistra, una suite al NH Collection Milano President, e sopra, una sala riunioni al Mercure St. Julian’s Malta In apertura, Hotel Office in una struttura Accor

business travel il gruppo Starhotels (30 strutture, di cui 25 in Italia) ha spinto su sicurezza e flessibilità, oltre all’utilizzo delle camere anche solo in day use: “In varie città abbiamo lanciato le Smart Working Rooms – spiega Antonio Ducceschi, chief commercial officer – ovvero camere trasformate in uffici temporanei utilizzabili anche solo per poche ore, pensate per professionisti che non potendo più accedere alle aziende (chiuse), hanno necessità di spazi adeguati e funzionali per lavorare”. Oltre al proliferare di eventi ibridi (con partecipanti in presenza e in collegamento virtuale), in Starhotels hanno avuto richieste di spazi da utilizzare come studi televisivi o passerelle per sfilate: “Abbiamo privatizzato la piscina per shooting fotografici di costumi, ma anche utilizzato sale per riunioni di condominio e alcune concessionarie hanno richiesto i garage come showroom per auto aggiunge Ducceschi –. La situazione ha creato nuove necessità, ma ci ha anche insegnato che dobbiamo reagire con creatività e trasformare i problemi in opportunità”. FLESSIBILITÀ IBRIDA La flessibilità è il mantra anche per NH Hotel Group (58 alberghi in 26 città italiane), che ha lanciato il progetto Smart Spaces. “Sarebbe un errore buttar giù tutto e fare uffici perché 50 PAMBIANCO HOTELLERIE Marzo/Aprile 2021

l’occupazione delle camere è calata – chiarisce Marco Gilardi, operations director Italia e Usa – Piuttosto cerchiamo di avere una concezione libera da rigidità per rispondere al mercato. Così ci siamo spinti oltre le lobby attrezzate per poter lavorare, adattando alcune camere ad aree riservate per attività d’ufficio. Via il letto, dentro scrivania e sedia ergonomica, ma anche schermi 70 pollici con videocamera integrata per teleconferenze”. E poi ci sono le suite sono già pronte con il salottino per incontri e call. “Il punto chiave è la flessibilità, piuttosto che irrigidirsi in un format che potrebbe non esser in linea con la domanda – ribadisce – Ci hanno chiesto sale riunioni per allestire showroom in linea con i Dpcm, ma anche come uffici per un lungo periodo. E non parliamo solo di corporation che hanno budget dedicati, ma anche partite iva o professionisti che cercano una base in città. E così a Milano c’è chi vuole lavorare in un 5 stelle vista Duomo e chi si posiziona logisticamente a Porta Nuova, ma in estate saremo pronti alla stessa adattabilità in località leisure come Amalfi o Taormina”. Dopo il primo lockdown a inizio 2020, il mondo dell’hotellerie ha sperimentato varie soluzioni. “In realtà, grazie allo spostamento in uno spazio dedicato, l’azienda o il professionista può evitare le responsabilità


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legate alla sanificazione dei propri uffici – conferma Damiano De Crescenzo, direttore generale di Planetaria Hotels – Perché la vera sfida anche per noi è nelle aree comuni, mentre le camere sono già ben attrezzate per lavorare. Noi poi siamo già attrezzati da tempo per il long stay con i residence e ora stiamo studiando soluzioni nuove per migliorare la qualità della permanenza”. Nella collezione di dieci strutture (a 4 e 5 stelle) del gruppo si sta lavorando per adeguare gli spazi, “per offrire all’ospite postazioni adeguate, con i distanziamenti, ma godendo dei servizi a valore – chiosa il manager –. Appena riaperto, la scorsa estate, è emersa l’esigenza, in particolare dai liberi professionisti, di appoggiarsi agli alberghi. Sono stati riscoperti come luoghi sicuri, dotati di tecnologie adeguate a collegamenti e presentazioni. Tutto è diventato ibrido e l’hotel può essere un ibrido perfetto”. WORK HOSPITALITY La spinta sull’acceleratore del “ufficio in hotel” si nota in Accor (77 alberghi in Italia, 21 in gestione diretta e 56 in franchising). “Guardando alla prospettiva del post-Covid, che in questo momento impatta in maniera significativa sul turismo, abbiamo lavorato su tre assi: flessibilità di tariffe e condizioni, valori e modularità per salvaguardare l’esperienza cliente e garanzie sanitarie”, riferisce Luigi Lima, vice presidente per operations franchise eco & midscale Italy, che sottolinea come già oltre la metà delle strutture nel Belpaese sia certificata con audit esterno. Il segmento business vedrà probabilmente le evoluzioni più forti. E se da un lato si tratterà di riorganizzare i meeting in forma ibrida, “e su questo fronte stiamo implementando nuovi supporti tecnologici”, dall’altro Accor propone due strategie. “Abbiamo attivato una prima proposta di Hotel Office – riprende Lima - rivolta a chi non ha accesso ad un ufficio o fatica a lavorare da casa. Già da fine gennaio si può prenotare una camera in day use oppure lavorare in spazi alberghieri adattati alle esigenze d’ufficio, in linea con i protocolli sanitari. C’è poi l’opzione Work Hospitality, un’offerta b2b per aziende che decidono di ridurre gli uffici fisici, oggi sempre meno necessari. Noi proponiamo spazi modulabili in funzione delle esigenze, anche convertendo alcuni piani che saranno destinati ad accogliere

uffici e sedi di società”. Un fronte interessante, se si pensa che un’azienda potrebbe spingere sull’internazionalizzazione posizionando la sede legale al nuovo Mercure St. Julian’s di Malta e gli uffici operativi al Mercure Roma West o al Novotel di Milano Linate. “In Francia il gruppo sta testando la reazione delle aziende e sembra funzionare, mentre l’interesse per le strutture alberghiere c’è”, conclude Lima. Non sarà però Accor a vendere gli spazi, che al momento in Italia saranno gestiti dai singoli hotel, mentre in Francia è stato lanciato Wojo, un brand ad hoc nato prima del Covid per vendere le aree degli hotel aperte all’esterno.

Dall’alto, smart working room al Rosa Grand Milano (Starhotels Collezione) e una sala ‘immersive’ per eventi ibridi all’Enterprise Hotel di Milano (Planetaria)

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Le aziende si raccontano

in collaborazione con:

BLASTNESS

PIRELLI CYCL-E AROUND

DORELAN

GEMINIANO COZZI VENEZIA 1765

AUGUSTO CONTRACT


DORELAN

La divisione per l’hotellerie dell’azienda italiana, famosa per la produzione di materassi e sistemi letto di grande qualità, offre soluzioni all’avanguardia che sono in grado di soddisfare le esigenze di personalizzazione dell’esperienza di riposo di ogni albergo, contribuendo in modo determinante alla customer experience

DORELAN: soluzioni su misura per il mondo dell’hotellerie Tailor made bedding solutions: proposte di qualità per un sistema letto progettato e poi realizzato su misura secondo le precise esigenze di ogni albergatore. È questa la parola d’ordine che definisce il lavoro di Dorelan Hotel, la divisione per l’hotellerie del brand italiano noto per la realizzazione di materassi e di sistemi per il sonno di qualità. Una divisione che oggi pesa tra il 20 e il 30% del fatturato globale di Dorelan – nonostante un lieve calo dovuto al blocco del turismo in pandemia – perchè è riuscita davvero a posizionarsi al centro del business dell’ospitalità di oggi (e di domani). Come racconta Riccardo Tura, Responsabile Marketing & Owner di Dorelan: “Dorelan Hotel sa bene che oggi un albergo deve operare “scelte consapevoli” come quella che riguarda l’investimento su asset che creano molto valore, soprattutto in rapporto alla spesa che generano. E puntare sull’estrema personalizzazione di un sistema letto tecnologico e all’avanguardia permette di creare un importante valore aggiunto alla customer experience di ogni albergo”. Come si compone e come può essere personalizzato un sistema letto? “Seguendo le innumerevoli soluzioni che garantisce Dorelan con la sua proposta di completa customizzazione, dalle quali scaturiscono quelle molteplici

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combinazioni che sono in grado di rispondere alle esigenze di ogni singolo ospite. Sono anni che come azienda lavoriamo proprio alla personalizzazione del sistema letto e per questo motivo abbiamo aggiunto alle “classiche” linee di materassi e guanciali anche una lunga serie di prodotti configurabili – dai topper ai sommier, dai coprimaterassi alle fodere - per andare ancora più incontro alle esigenze del committente. E a tutta questa scelta e consulenza diretta che offriamo si aggiunge un altro fattore importante: da sempre, fin dal 1968 quando è stata fondata l’azienda Dorelan in un piccolo garage di Forlì grazie al sogno di due imprenditori “fai da te”, tutta la lavorazione del materasso prima e del sistema letto poi è fatta internamente. Abbiamo la zona di produzione dei materassi con tutte le tipologie di materiali “grezzi” che possiamo e sappiamo combinare al meglio per dare un prodotto il più possibile corrispondente alle necessità di ogni albergatore. Ma abbiamo anche la sartoria, nella quale sono rifinite tutte le produzioni e realizzati i tessuti, e abbiamo la falegnameria, nella quale sono realizzate innumerevoli tipologie di reti e testiere che vanno a completare al meglio ogni sistema letto. E infine c’è il reparto metalmeccanico, nel quale produciamo direttamente le


DORELAN

molle che compongono il cuore dei nostri prodotti all’avanguardia. Chi si affida a noi si affida a un’azienda che ha oltre 50 anni di know how su materie prime e semilavorati che possono comporre i prodotti perfetti per ogni richiesta”. ECCELLENZA PER L’OSPITALITÀ MADE IN ITALY Come si diventa partner di fiducia di un imprenditore dell’hotellerie? “Avendo una storia importante alle spalle e insieme una vision chiara per il futuro. Come la nostra che, in riferimento al mondo dell’albergo, ci ha portato per il 2021, dopo 6 anni, a dare alla luce il nuovissimo catalogo “MyHotel” nel quale la nostra proposta di tailor made bedding solutions per l’hotellerie è ancora più “spinta” e nel quale aumenta ancora la gamma di soluzioni per il buon riposo a disposizione. Ma siamo fieri di dire che guardiamo avanti ma con i piedi ben saldi su un passato di successi e di consolidamento del business e dei prodotti: siamo infatti un’azienda con oltre 50 anni di vita, che oggi si avvale della collaborazione di 220 dipendenti nella sede di Forlì – un sito produttivo costruito “su misura” che si estende su circa 36.000 metri quadri suddivisi in aree organizzate - e di una rete di circa 80 negozi distribuiti in tutta Italia e che fornisce più di 8.000 clienti nel settore dell’hotellerie, per un fatturato che nel 2019 ha raggiunto i 49 milioni di euro. E che da quest’anno in avanti, superando la pandemia, contiamo di consolidare e accrescere. Crediamo molto infatti nel settore dell’ospitalità nel quale siamo entrati in punta di piedi dopo avere consolidato la nostra ancora attuale leadership nel settore della produzione e vendita di materassi e di sistemi per il sonno di qualità. Come tante aziende italiane abbiamo lavorato con passione per mostrare quanto la maestria e la bellezza dei prodotti made in Italy siano senza pari, in particolare quando si parla di accoglienza, e il tempo ci ha dato ragione. Oggi che poi un terzo almeno della soddisfazione dell’ospite passa dal fattore cruciale della ricerca di una gratificazione personale in ogni tipo di viaggio o vacanza, siamo davvero in grado di offrire qualcosa che in albergo è meglio che a casa. Tutto ciò che, come appunto il sistema letto, porta ad una “wow-experience” oggi, aumenta la

gratificazione dell’ospite e chi fa accoglienza, a ogni livello, lo sa bene. Con i nostri sistemi letto infatti ogni struttura è in grado di alzare il percepito del proprio brand avendo a disposizione dei prodotti che uniscono capacità artigiana e flessibilità nella qualità senza pari. Tutto ciò – e lo dico con orgoglio – ci ha portato ad essere al top non solo nel settore dell’hotellerie “classica” ma anche in quello delle crociere. Siamo infatti partner ufficiale di importanti compagnie di navigazione, tra le quali MSC Crociere e Costa Crociere, che ci hanno scelto proprio per la nostra capacità di realizzare sistemi letto davvero personalizzati secondo le loro esigenze. Sulle grandi navi passeggeri infatti ci sono variabili molto complesse da gestire – legate a sicurezza, certificazione, pulizia, sanificazione, sostituzione e manutenzione – che noi abbiamo saputo capire e soddisfare, arrivando ad essere anche per queste grandi aziende dell’ospitalità sul mare dei partner a 360 gradi”.

In alto, Riccardo Tura Owner B&T S.p.A – Dorelan e due immagini al lavoro nel Reparto Sartoria In apertura, la sede produttiva Dorelan a Forlì, lungo la A14

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BLASTNESS

Intercettare il mercato e agire in tempo reale: questi per Blastness gli aspetti su cui un hotel deve investire, utilizzando tutte le informazioni contenute nei sistemi gestionali e di distribuzione. Non basta però raccogliere i dati: bisogna integrarli, confrontarli ed elaborarli con un approccio olistico che ottimizzi le performance

BLASTNESS: il futuro dell’ospitalità arriva dai dati In un mercato sempre più digitale, la capacità di analisi ed utilizzo dei dati è determinante per incrementare i profitti e acquisire un vantaggio competitivo. Da diversi anni catene alberghiere internazionali e OTA investono nello sviluppo di sistemi di artificial e business intelligence proprio perché avere a disposizione insight di qualità è un valore aggiunto inestimabile. Queste tecnologie non sono vantaggiose solo per grandi realtà, ma sono adatte anche a strutture alberghiere indipendenti. Lo conferma Andrea Delfini, Founder & CEO Blastness, realtà italiana specializzata da oltre 15 anni nella digitalizzazione del business alberghiero: “Tutte le strutture hanno a disposizione una grande quantità di dati in formato digitale, ma molto spesso non vengono sfruttati e messi in relazione tra loro. Per questo abbiamo sviluppato un Integrated Management System (IMS): un sistema che, grazie all’elaborazione e alla gestione di dati provenienti da fonti interne all’hotel - come PMS, booking engine, channel manager e CRO – e fonti esterne, come l’analisi dei competitor e l’andamento della domanda, consente l’ottimizzazione

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dei processi di business”. Blastness a inizio 2021 ha siglato un accordo con STR – Costar Group, azienda leader a livello mondiale nella market intelligence nel settore alberghiero. Grazie a questa partnership Blastness ha la possibilità di utilizzare dati di mercato e informazioni strategiche quali le performance di strutture di catene internazionali e i trend dei paesi esteri. “La nostra piattaforma - prosegue Delfini - tramite report interattivi e suggerimenti per prendere decisioni rapide ed efficaci, facilita gli interventi quotidiani sui diversi sistemi attraverso un unico pannello di controllo. Le nostre esperienze al fianco degli hotel indipendenti ci hanno insegnato due cose: la prima è che i risultati concreti in termini di maggiori marginalità non derivano dall’utilizzo dei singoli sistemi ma, piuttosto, dalla capacità di avere una visione d’insieme delle variazioni di performance in tutti i segmenti e i canali e dalla capacità di fare azioni precise e con grande velocità e scalabilità. Il tutto tramite semplici pannelli di controllo disponibili anche in versione App per smartphone che consentono di interagire in tempo reale con i sistemi gestionali


BLASTNESS

e di distribuzione elettronica. La seconda è che, per sfruttare al meglio i sistemi, è fondamentale un percorso di formazione sia sull’uso che sulla configurazione dei sistemi stessi (che devono essere personalizzati per ogni singola struttura), che sulle logiche e le peculiarità dei nuovi mercati digitali. Per questo, con oltre 70 professionisti, offriamo non solo tecnologie ma assistenza, supporto e consulenza”. TECNOLOGIE AVANZATE E SOLUZIONI INNOVATIVE “Gli algoritmi di Artificial Intelligence e Machine Learning vengono applicati principalmente nell’ambito del Revenue Management e del Search Engine Advertising. Il nostro Revenue Management System (RMS) consente di gestire le tariffe in modo dinamico e veloce, con grande reattività ai cambi di scenario per sfruttare al meglio l’oscillazione della domanda e per permettere agli hotel di intercettare e anticipare i bisogni degli utenti e, di conseguenza, massimizzare il RevPar. In un contesto come quello in cui ci troviamo in questo particolare momento storico, l’efficacia di un sistema RMS risiede più nell’elaborazione dei dati reali di pressione e di velocità della domanda e nella possibilità di intervento sulle regole in modo semplice e molto flessibile, piuttosto che in algoritmi complessi e basati su serie storiche, che oggi non sono applicabili. E i risultati dei nostri hotel partner lo dimostrano”, continua Piergiorgio Schirru, Vicepresidente e Responsabile delle attività di Ricerca & Sviluppo Blastness.

Nel settore del Search Engine Advertising, grazie al supporto di Google che nel 2017 l’ha selezionata per l’esclusivo programma Strategic Partner a livello EMEA, Blastness ha poi creato un innovativo sistema di gestione automatizzata delle aste: il Bid Management System (BMS). La novità assoluta di questo sistema è che, a differenza di tutti quelli presenti sul mercato, non si basa esclusivamente sui dati derivanti dalle campagne stesse, ma è integrato con il Data Hub, ovvero con tutti i dati della singola struttura in tempo reale. Dati che la piattaforma utilizza in real time per movimentare le aste ed i budget sulle singole keywords nei diversi mercati, sulla base della pressione della domanda. “Il nostro BMS conclude Schirru - è incentrato su capacità predittive basate sia su tecniche di Machine Learning Non Supervisionato che Supervisionato e ci permette di gestire le attività di web advertising su motori di ricerca e metamotori con un budget dinamico e illimitato e con la capacità di controllare e modificare le aste in tempo reale, 24 ore su 24, su oltre 150 paesi contemporaneamente e per decine di migliaia di termini di ricerca per ogni singolo hotel. Queste soluzioni permettono di offrire agli hotel campagne su motori e metamotori a compenso totalmente variabile in base alle prenotazioni tracciate e allo stesso momento campagne in grado di generare grandi volumi di prenotazioni a basso costo. Un importante vantaggio, insomma, rispetto a un budget fisso (giornaliero o mensile) a carico dell’hotel, normalmente gestito dalle agenzie”.

Da sinistra, Andrea Delfini Founder & CEO e Piergiorgio Schirru Vicepresidente e Responsabile Ricerca & Sviluppo In apertura: lo schema IMS, il nuovo concetto introdotto da Blastness nello scenario dei sistemi di gestione alberghiera

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GEMINIANO COZZI VENEZIA 1765

Manifattura di Venezia, azienda specializzata nella produzione di porcellane da tavola per il settore dell’hotellerie e della ristorazione, con il suo storico brand Geminiano Cozzi Venezia 1765 realizza e distribuisce collezioni di alta gamma che fanno parte della storia dell’ospitalità italiana

I Granai del Grand Hotel Cipriani a Venezia Ph GabrieleBasilico

GEMINIANO COZZI la storia nel piatto Prodotti da tavola, complementi ed oggettistica in porcellana pensati per riportare l’esclusività e la raffinatezza sulla tavola dei più prestigiosi hotel e ristoranti, oltre che in dimore private e residenze, oggi i preziosi manufatti della gamma Geminiano Cozzi Venezia 1765 sono il fiore all’occhiello di Manifattura di Venezia. È stato il titolare dell’azienda, Antonio Tognana, che ha voluto riportare in auge lo splendore di questo storico marchio, i cui pezzi storici sono esposti al Museo Ca’ Rezzonico di Venezia ed in molti altri musei internazionali , dal Moma di New York al Paul Getty di Los Angeles , al Victoria & Albert Museum di Londra, oltre che gelosamente custoditi da innumerevoli collezionisti e spesso battuti alle aste di Sotheby’s, Chrystie’s e Pandolfini. UNA STORIA ANTICA E PREZIOSA “Geminiano Cozzi Venezia 1765 è un marchio italiano davvero unico – spiega proprio Antonio Tognana - che si rivolge al segmento dell’ospitalità di lusso potendo contare su molti punti di forza: primo dei quali quello di derivare da una storia

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plurisecolare, che oggi si traduce in una larga offerta di prodotti e decori che sono in alcuni casi fedeli riproduzioni anastatiche delle collezioni di 250 anni orsono. Geminiano Cozzi Venezia 1765 è l’unico brand italiano che offre “real fine bone porcelain”, cioè una vera “bone china” che si caratterizza per avere un contenuto di bone ash nell’impasto superiore al 46%. La gamma luxury poi comprende collezioni molto ampie e numerose che in alcuni casi hanno dai 22 ai 24 articoli, con fogge e misure diverse, ma tutti combinabili tra loro sia quanto a colore e identità, sia per robustezza dell’impasto e resistenza alle sbeccature. Geminiano Cozzi Venezia 1765 è soprattutto un brand specializzato e focalizzato al servizio di hotellerie e ristorazione di alta gamma, tanto da avere per loro sviluppato articoli esclusivi, molto ricercati e non reperibili altrove sul mercato. Tanti sono gli esempi, come gli speciali piatti per il risotto, il rinfrescatoio, alcune linee per il finger food a servizio e le pirofile multi uso, per la cottura e il servizio in tavola. Quello di Geminiano Cozzi Venezia 1765 è oggi un brand non molto diffuso, al contrario dei principali competitor


GEMINIANO COZZI VENEZIA 1765

nel mercato di riferimento. Anche per questo i suoi prodotti sono molto ricercati e riescono così a fornire ai committenti che li acquistano una caratteristica di esclusività, ricercatezza e prestigio, oltre che di italianità, molto apprezzata dal cliente finale dell’hotel. Senza dimenticare che è una manifattura molto flessibile che offre rapidità di consegna e allo stesso tempo lavori di personalizzazione molto accurati e veloci, che non richiedono nemmeno importanti quantità di acquisto, seppur configurati in versione totalmente tailor made”.

qualità e una cultura tutta italiana. Anzi veneziana, nel nostro caso particolare, dato che Venezia rappresenta da sempre nel mondo l’eleganza, il lusso e l’esclusività, celebrando proprio quest’anno i 1.600 anni dalla sua fondazione. E proprio in ottica di un’efficace ripartenza del mondo del turismo Manifattura di Venezia può contribuire con le sue professionalità uniche, esperienza e disponibilità alle più variegate richieste di ogni committente, che diventa partner nell’offrire assieme prodotti e servizi d’eccellenza.

PORCELLANE SARTORIALI E RESISTENTI Quali sono le caratteristiche più importanti dei prodotti di Manifattura di Venezia che vanno al canale hotellerie e che sono maggiormente apprezzati dagli albergatori? “Sicuramente la qualità della nostra porcellana “bone china”, declinata sia in forme belle e funzionali che in collezioni ampie e numerose; anche per quanto riguarda la ricercatezza dei decori che possono essere classici e tradizionali oppure contemporanei e attuali, in linea con le tendenze della moderna ristorazione. Importantissima è poi la personalizzazione estrema, ovvero la possibilità che offriamo al committente di avere decori bespoke o sartoriali, cioè sviluppati in via esclusiva e che sono in grado davvero di rispecchiare, quanto a colori e design, gli elementi caratteristici delle location o delle strutture stesse. Dal punto di vista tecnico poi la nostra gamma offre una elevata resistenza alle sbeccature dei piatti, pensata anche per usi intensivi e molto frequenti, ad esempio nella banchettistica. Oltre a ciò la nostra azienda offre agli hotel anche a una garanzia di rimpiazzo gratuito, fino a tre anni dal primo utilizzo, per prodotti risultati difettosi rispetto ad un loro corretto utilizzo. E poiché è sicuro che il turismo post pandemia ripartirà con una particolare attenzione ai dettagli dell’accoglienza e dell’offerta alberghiera, sarà centrale per ogni player dell’ospitalità italiana proporre a un ospite, soprattutto se straniero, anche l’eccellenza della porcellana da tavola italiana. È un elemento che sarà centrale per creare un soggiorno turistico esperenziale che ritrovi anche nei prodotti per la tavola una storia da raccontare attraverso una

In alto, Striche Arancio al Grand Hotel Tremezzo, Lago di Como In basso, Bicchieri Twinsal Grand Hotel Lungarno, Firenze A sinistra, Carte da Zogo, Bistrò al Grand Hotel Tremezzo, Lago di Como

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AUGUSTO CONTRACT

Non più solo servizio interno, il ristorante d’albergo diventa elemento di attrazione e fonte strategica di introito. Il cambiamento impone una revisione dei progetti che Augusto Contract, general contractor specializzato, sviluppa con il supporto dell’automazione. E l’ispirazione arriva dalla ristorazione commerciale Il CEO Giacomo Racugno e gli spazi bar e ristorante di This is Combo a Milano, Venezia e Torino realizzati da Augusto Contract

Dall’hotel ALLA CITTÀ La ristorazione alberghiera sta vivendo una nuova era: i gusti e gli stili di consumo sono cambiati e molti albergatori sono stati indotti a rivedere l’organizzazione delle loro cucine e del servizio di ristorazione offerto, facendo degli hotel un luogo del mangiar bene. In questa evoluzione del comparto, Augusto Contract, azienda di arredamento e general contractor marchigiano, viene scelta dai player più innovativi del settore che si affidano alla sua esperienza e professionalità in un ambito particolarmente esigente come quello dell’hospitality. Una risorsa di grande interesse. “Le strutture ricettive stanno iniziando a riconsiderare il concetto di ristorante interno che da semplice servizio diventa componente fondamentale di un’offerta di soggiorno completa e di qualità” afferma il ceo Giacomo Racugno. “Il nuovo concetto di ristorante di hotel si apre alla città e trova nell’offerta gastronomica un elemento di forte attrattiva”. Alcuni hotel hanno deciso di legare il proprio nome a quello di uno chef famoso, altri puntano su un’offerta unica e particolare, ad esempio legata al territorio. Il food&beverage diventa quindi una valida opportunità per generare guadagni, aspetto che diventerà sempre più determinante anche in era post-Covid. “La ristorazione in

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hotel deve essere una possibilità per tutte le strutture, non solo per le grandi catene”. E l’automazione viene in aiuto. “Stiamo assistendo a una crescita delle proposte dell’industria delle attrezzature per la ristorazione professionale che, partite dai sistemi di cottura (forni), dai macchinari per la caffetteria, la gelateria, la jogurteria e le insalate, ora iniziano a proporre soluzioni che integrano il digitale, la tecnologia di rete e la robotica” precisa Racugno. “In questo modo, sempre più attività manuali vengono trasferite alle attrezzature, trasmettendo loro ‘l’intelligenza’ o meglio ‘l’esperienza’ della preparazione del cibo con ricette messe a punto da grandi chef o pizzaioli fuoriclasse del settore”. Quanto inizia ad affacciarsi nel settore della ristorazione commerciale potrà essere adottato anche dalle catene alberghiere, con il risultato di poter preparare i piatti che caratterizzano la proposta con ridotto impiego di personale nella singola location e una garanzia di rispetto degli standard di qualità definiti. E il know-how di Augusto Contract permette all’azienda di saper cogliere l’essenza dei progetti e di trasferirli nell’allestimento e nei materiali per ottenere quell’unicità e quell’identità che ne caratterizzano l’offerta.


PIRELLI CYCL-E AROUND

CYCL-e around è un servizio di micromobilità che, grazie alle e-bike, consente di spostarsi in modo comodo e sostenibile, per divertimento e non solo, in città e fuori. Le bici elettriche sono infatti perfette per il turismo: versatili e facili da usare, permettono vacanze attive, rilassanti e a basso impatto ambientale

PIRELLI CYCL-E AROUND, muoversi domani “Pedalare su una bici in vacanza vuol sempre dire tornare bambini, divertirsi alla scoperta di luoghi sconosciuti con spirito leggero, facendo anche un po’ di movimento. Ecco perchè con la nostra proposta di micromobilità sappiamo di mettere a disposizione di un hotel una soluzione insieme tradizionale e futuribile, sostenibile e affascinante: tutto con la garanzia di un brand globale come Pirelli che da sempre è sinonimo di tecnologia versatile e di soluzioni d’alta gamma”. È Francesco Bruno, Head of Micromobility Solutions – business unit Pirelli nata nel 2019 e dedicata al mondo delle soluzioni innovative di micromobilità – a raccontare come il servizio di Pirelli CYCL-e around sia lo strumento perfetto al servizio di quegli hotel che vogliono regalare ai loro ospiti esperienze da ricordare. TURISMO IN BICI: SICURO, DIVERTENTE E GREEN “Caratterizzate da un design iconico – frutto della collaborazione con Stajvelo, produttore monegasco di bici elettriche d’alta gamma - e dotate, ovviamente, di pneumatici Pirelli, le e-bike non solo rappresentano il futuro della mobilità a corto raggio, tra 8 e 10 km, ma sono anche un asset che dà valore a ogni proposta di ospitalità. Quello del cosiddetto

“out of the room” è oggi un trend che, anche alla luce delle “costrizioni” legate alla pandemia, valorizza ogni momento di soggiorno, breve o lungo che sia. Le vacanze di domani saranno sempre di più una fuga dalla quotidianità, meglio se all’insegna dell’avventura e dell’attività fisica. Dare ai propri ospiti la possibilità di fare tutto ciò in modo veramente sostenibile, usando mezzi ad alto livello di tecnologia, con tutti i comfort, la sicurezza e degli strumenti digitali cuciti su misura, è quello che propone Pirelli. Il canone di noleggio delle e-bike per un albergo così comprende non solo la presenza di bici disponibili direttamente in hotel, ma anche la fornitura di casco e accessori, oltre a una completa assistenza per la manutenzione e a una polizza di assicurazione dedicata. Tutto in modalità “paperless”, poiché il servizio di CYCL-e around è gestibile dall’albergo su una piattaforma tecnologica, fornita con le due ruote, che consente di prenotare i mezzi, prenderli e consegnarli in modo completamente digitale. Infine Pirelli ha sviluppato anche l’app CYCL-e around: l’ospite la scarica sul proprio device per avere una guida turistica interattiva che permette di scoprire percorsi bike-friendly, luoghi affascinanti e tutti i servizi per vivere l’esperienza all’aria aperta in sicurezza”.

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SCENARI

L’ALTA CUCINA È SEMPRE PIÙ PRESENTE NELLE STRUTTURE ALBERGHIERE E DIVENTA NON SOLO UN SERVIZIO D’ECCELLENZA, MA ANCHE UN RICHIAMO INTERNAZIONALE. LE STELLE DEI RISTORANTI FINISCONO PER CONTARE PIÙ DI QUELLE DEGLI HOTEL

IL FINE DINING VINCE NEGLI HOTEL di Andrea Guolo

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a ristorazione di necessità a locale di fine dining, la trasformazione dell’offerta f&b interna agli hotel italiani è ormai una realtà, riconosciuta dalle guide e quasi allineata al trend internazionale, dove l’alta cucina si trova soprattutto nei ristoranti d’albergo. Un processo che segue di pari passo gli investimenti dei top player del comparto ospitalità nel nostro Paese, che puntano a fare del ristorante – non più interno all’hotel ma aperto al mondo – un biglietto da visita per attrarre la clientela più esigente e anche un veicolo di comunicazione, attraverso la conquista di premi e riconoscimenti funzionali al prestigio della struttura alberghiera. TANTE NUOVE STELLE L’ultima edizione della guida Michelin ha consolidato questo trend. Uno dei tre nuovi ristoranti ad aver conquistato le “due stelle” è infatti il Santa Elisabetta dell’hotel Brunelleschi di Firenze. E altre promozioni riguardano i ristoranti che hanno conquistato la prima stella. A Massa Lubrense (Napoli) c’è il Relais Blu, situato all’interno di un boutique hotel nella penisola sorrentina, con lo chef Alberto Annarumma in cucina. A poca distanza c’è il Lorelei, con lo chef Ciro Sicignano che

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SCENARI

ha permesso al ristorante dell’hotel cinque stelle Lorelei Londres Sorrento di ottenere il primo macaron della Michelin. Tra i neostellati compaiono poi il Nove di Alassio (Savona), del luxury hotel Villa della Pergola (chef Giorgio Servetto), e il Kitchen Restaurant dello Sheraton Lake hotel di Como (chef Andrea Casali). In Chianti Classico, c’è la novità del Poggio Rosso del relais Borgo San Felice di proprietà Allianz, entrato tra le stelle grazie all’impronta vincente di Enrico Bartolini e al lavoro del resident chef Juan Camilo Quintero. Sempre in zone di grandi vini, a Montalcino l’offerta enoturistica di Castello Banfi comprende, tra le altre cose, l’hotel Il Borgo e due ristoranti, tra cui il nuovo stellato La Sala dei Grappoli (chef Domenico Francone). Nel più piccolo hotel 5 stelle dell’Alto Adige, Castel Fragsburg a Merano, è arrivata la stella grazie allo chef Egon Heiss del ristorante Prezioso. Completano la scena due locali veronesi tra i vigneti dell’Amarone: l’Amistà di San Pietro in Cariano, situato all’interno dell’hotel Byblos (chef Mattia Bianchi) e il La Cru di Romagnano (chef Giacomo Sacchetto), attualmente solo ristorante, ma in prospettiva anche relais nella dimora storica Villa Maffei Medici Balis Crema. IN VETTA ALLA CLASSIFICA Con tutte queste nuove stars, la ristorazione di hotel ha fatto un bel passo in avanti nella considerazione della più prestigiosa guida del fine dining, che già in passato aveva inserito due insegne nate all’interno di un albergo nell’olimpo dei tre stelle. Si tratta de La Pergola di Heinz Beck, ristorante del Rome Cavalieri Waldorf Astoria (gruppo Hilton) e del St. Hubertus di San Cassiano (Bolzano), con lo chef Norbert Niederkofler punta di diamante dell’hotel Rosa Alpina (partner del gruppo Aman). Si aggiungono due tristellati che a loro volta hanno aggiunto l’offerta hotellerie come integrazione alla ristorazione: Da Vittorio (chef Chicco e Bobo Cerea) a Brusaporto (Bergamo), con il resort La Cantalupa, e Reale di Castel di Sangro (L’Aquila), dove Niko Romito ha realizzato, con Casadonna, nove camere di charme in un ex convento del ‘500. E l’elenco continua, ancora più nutrito, andando ad analizzare i ristoranti che possono vantare le due stelle, dove compaiono i nomi di diverse catene internazionali di fascia luxury. Tra queste c’è il Mandarin Oriental, con il

Dall’alto, lo chef del Santa Elisabetta di Firenze, Rocco de Santis e la sua Animella di vitello glassata In apertura, Il Piccolo Principe a Viareggio (hotel Principe di Piemonte)

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SCENARI

Dall’alto, Antonio Guida del Seta Mandarin Oriental di Milano e due suoi piatti: Risotto al lampone con crema alle erbe e Astice blu arrosto

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ristorante Seta dell’hotel situato nel cuore di Milano. In cucina c’è lo chef Antonio Guida, giunto al Seta dopo aver conquistato due stelle nel ristorante di un altro celebre hotel, Il Pellicano a Porto Ercole, dunque uno specialista di quest’ambito. “Essere all’interno di un hotel, per Seta, rappresenta sicuramente un vantaggio – racconta Guida – perché garantisce maggiore stabilità, anche in un momento complesso come quello che stiamo vivendo. Inoltre, abbiamo l’opportunità di soddisfare appieno gli ospiti di alto livello che frequentano l’hotel, fra cui molti appassionati gourmands che scelgono la destinazione anche per l’offerta gastronomica. E poi è fondamentale per noi il rapporto diretto e fidelizzato con i milanesi e i lombardi, che rappresentano la maggior parte dei nostri ospiti al Seta e al Mandarin Bar & Bistrot”. Una visione condivisa da Claudio Catani, general manager del Brunelleschi Hotel di Firenze, a cui interno opera il ristorante consacrato quest’anno con la seconda stella Michelin ovvero il Santa Elisabetta dello chef Rocco de Santis. “È certamente vero – afferma Catani – che una ristorazione di qualità fa molto bene all’albergo, perché alza il livello non solo delle colazioni, di cui tutti i clienti fruiscono, ma anche dei servizi accoglienza, prenotazioni, e in generale costituisce un supporto di eccellenza. Al tempo stesso, essere in un hotel permette di raggiungere una sostenibilità economica, per un’attività come quella di fine dining, che diversamente faticherebbe a far quadrare i conti. Quando sento dire che nella ristorazione si va bene quando si va a pareggio, un po’ mi sorprendo, perché ritengo che la qualità debba procedere di pari passo con il profitto”. Il Santa Elisabetta è un ristorante-boutique, con pochi tavoli (7 in tutto) e la capacità di gestire 14-18 coperti: queste dimensioni, unite all’alto livello di servizio richiesto, determinerebbero le difficoltà di chiudere in attivo, in assenza di una sinergia come quella dell’hotellerie. “Economicamente, l’operazione non potrebbe reggere” sostiene Catani. In più c’è il contributo della clientela del ristorante, che pur non essendo predominante – si parla di un 30% dei coperti in periodi normali, che può salire al 50% nei momenti ad alta intensità turistica – offre un buon contributo. “Occorre comunque precisare che il Santa Elisabetta non è considerato un ristorante d’hotel dalla


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SCENARI

Lo chef Giuseppe Mancino (Il Piccolo Principe) e le sue Tagliatelle farro e mirtilli

clientela esterna e in particolare non dai fiorentini, che frequentano abitualmente il nostro ristorante fine dining”. Lo storico Grand Hotel Principe di Piemonte a Viareggio è ormai un habitué della seconda stella Michelin, che il suo ristorante Il Piccolo Principe (chef Giuseppe Mancino) può sfoggiare da sette edizioni della guida “rossa”. Salvatore Longo, general manager della struttura entrata lo scorso anno all’interno della galassia Gb Invest (che in Versilia è anche proprietaria del celebre bagno Maitò di Forte dei Marmi e dell’adiacente ristorante Orsa Maggiore), sottolinea i vantaggi della sinergia tra hotellerie e ristorazione. “È sicuramente – afferma – un grandissimo vantaggio che ci differenzia dai nostri competitori e ci distingue; allo stesso tempo, spinge la struttura alberghiera a lavorare in sintonia con il Piccolo Principe avvicinando il più possibile i livelli di servizio dell’intero Grand Hotel Principe di Piemonte; le due cose crescono così insieme per raggiungere livelli di eccellenza”. Inoltre, precisa Longo: “Le due stelle Michelin a livello internazionale contano molto di più che le 5 stelle di categoria dell’hotel stesso”. GESTIONE IN EMERGENZA Durante la seconda ondata dell’emergenza Covid, con i ristoranti chiusi, gli hotel hanno 66 PAMBIANCO HOTELLERIE Marzo/Aprile 2021

avuto la possibilità di tenere aperto, e con essi i ristoranti al loro interno. È stato un bene o un male, a livello economico? Per Il Piccolo Principe, qualche pro c’è stato: “La clientela è composta al 60% da clienti non residenti in struttura e purtroppo la possibilità di non accogliere ospiti residenti ha sicuramente creato un grande disagio, ma ha anche in parte ‘quasi costretto’ i nostri ospiti alloggiati a voler provare il ristorante”, sostiene Longo. Il Seta di Mandarin Oriental ha fatto una scelta diversa: “A partire da novembre, con le nuove restrizioni, soprattutto alla luce del fatto che la cena non poteva più essere servita agli ospiti esterni, abbiamo preferito concentrarci sull’offerta più agile del Mandarin Bar & Bistrot e sul servizio in camera. Siamo pronti a riaprire non appena sarà possibile, garantendo continuità nell’eccellenza, sia in termini di cucina che di servizio e benessere dei nostri ospiti”, afferma Guida. Il Brunelleschi, alla riapertura di giugno, ha invece preferito spostare il Santa Elisabetta nella parte destinata al bistrot Osteria Pagliazza, dotata di un dehors estivo e più accessibile dall’esterno. “E abbiamo fatto bene, perché durante l’estate i clienti volevano cenare all’aria aperta e questo ci ha permesso, alle tariffe del Santa Elisabetta, di avere sempre il pienone, distinguendoci dall’offerta media del centro di Firenze”, rimarca il general manager.


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Il TURISMO BLEISURE salva Milano di Vanna Assumma

NONOSTANTE IL CALO DEI VIAGGI D’AFFARI IN TUTTO IL MONDO, IL CAPOLUOGO LOMBARDO VUOLE CONQUISTARE UN RUOLO PRIMARIO NEL TURISMO BUSINESS PERCHÉ SI TRATTA DI UN COMPARTO AD ALTO VALORE. NASCE IL CONVENTION BUREAU.

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empi duri per il turismo, e in particolare per il turismo business. Gli operatori del settore prevedono che, in fase post-Covid, i viaggi di piacere ripartiranno (e alla grande) ma quelli di lavoro resteranno al palo. Un pezzo di business travel non tornerà più. Il primo a lanciare la premonizione è stato Bill Gates: “Nel mondo post-coronavirus, scomparirà il 50% dei viaggi business e i giorni di presenza in ufficio si ridurranno anch’essi del 30%, sostituiti dallo smartworking”. Va detto però che l’Italia, e in particolare Milano, si trova in una situazione peculiare rispetto ad altre aree del mondo, ovvero quella di essere paladina del turismo ‘bleisure’ (business più leisure), capace di offrire molte occasioni di svago a chi è in viaggio d’affari. Mettendo tra parentesi questo periodo di restrizioni dovuto all’emergenza sanitaria, chi si reca a Milano per un meeting, può godere dell’offerta culturale, artistica e soprattutto di lifestyle che offre la città. Oltre a visitare mostre e fare i ‘flaneur’ per le strade osservando le bellezze architettoniche di vie e palazzi, i manager arrivati sotto la Madonnina fanno volentieri shopping nella ‘capitale della moda e del design’, in negozi che sono celebri in tutto il mondo. Non solo, allungano le gambe sotto i tavoli di ristoranti stellati, dove si mangia bene e soprattutto in modo innovativo, perché ormai la città delle guglie è diventata anche una delle capitali mondiali del food. A dimostrazione di quante esperienze di piacere e di bellezza possa offrire la città, negli anni la quota del turismo leisure nel capoluogo lombardo è aumentata, arrivando nel 2019 a pareggiare quella del turismo business (fifty-fifty). Proprio per questa sua peculiarità, Milano ha deciso di aumentare la sua attrattiva come città ideale per il settore Mice (acronimo di meetings, incentives, conferences, exhibitions). In questa ottica, Palazzo Marino, insieme all’agenzia di promozione della città Milano&partners, ha lanciato il Convention Bureau, raccogliendo la partecipazione di soggetti della filiera turistica, quali Sea e Fondazione Fiera Milano, con il compito di rilanciare il territorio nel mondo con il brand Yesmilano. In particolare, Fiera Milano Congressi ha deciso di far confluire in Milano&partners


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la struttura Eventing, che da dodici anni svolge il ruolo di promozione per il territorio. Milano si appresta ad ospitare grandi eventi che metteranno la città sotto i riflettori mondiali nei prossimi anni, su tutti le Olimpiadi Milano Cortina 2026, il congresso Eau (European association of urology) nel luglio 2021 e il congresso Esmo (European Society for Medical Oncology) nel 2022. E ora l’obiettivo della Madonnina è quello di entrare nella top ten della classifica Icca, ranking globale delle città che ospitano eventi Mice, entro il 2023. Obiettivo ambizioso, se si considera che nel 2019 la prima città in classifica era Parigi, seguita da Lisbona, Berlino, Barcellona, Madrid, e Milano arrivava solo al 32esimo posto. MA QUANTO SPENDE IL BUSINESSMAN! Negli ultimi anni l’allure di Milano è talmente cresciuta che la città è entrata nel 2019 tra le prime 15 destinazioni a livello di reputazione, superando gli 11 milioni di turisti, considerando anche l’area metropolitana. Il 24% delle presenze

complessive arrivava in città per eventi aziendali e congressi, e ogni persona spendeva fino a 350 euro al giorno. “Questa tipologia di visitatori - osserva Luca Martinazzoli, direttore di Milano&partners - ha un impatto fondamentale per l’economia della città. Proprio per questo il Convention Bureau, oltre a promuovere la città all’estero, è uno strumento di aiuto per l’organizzazione di eventi e per l’accoglienza di chi arriva sul territorio”. I turisti in viaggio d’affari, insomma, sono una risorsa ad alto valore aggiunto per la città: “Nel 2019 - spiega Fabrizio Conte a capo del Convention Bureau - le persone che sono venute a Milano per eventi hanno speso 987 milioni di euro a livello di indotto diretto, riguardante cioè le spese dei partecipanti e degli organizzatori dell’evento, e considerando anche l’indotto indiretto, cioè le spese che il congressista ha sostenuto nel tempo libero, si parla di una cifra di 1,7 miliardi di euro”. Questo significa che, a valore, l’indotto leisure (che è una conseguenza del turismo d’affari) è praticamente uguale a quello business. A questo

Piazza Duomo a Milano

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si aggiunge il fatto che, se la persona in viaggio per lavoro si trova bene nella città e vive una bella esperienza, facilmente ritornerà e porterà con sé anche la famiglia. Si stima che per ogni persona, mediamente, ne tornino tre. “Per far sì che Milano diventi sempre più attrattiva - conclude Conte - bisogna fare sistema, anche perché è la condizione che richiedono le grandi associazioni internazionali quando selezionano le migliori città per realizzare i congressi. I nostri partner sono il sistema alberghiero, le location, i trasporti, il food catering, i service, le agenzie, i servizi aeroportuali. Da qui al 2026 abbiamo in cantiere 45 eventi internazionali, di cui 30 sono già confermati”. È chiaro che in questo momento la pandemia e le misure restrittive imposte dai Dpcm governativi rallentano significativamente gli appuntamenti, e probabilmente ci vorranno anni per tornare al livello di visitatori pre-Covid. “La ripresa dei flussi turistici - riprende Martinazzoli - non si risolverà con un rimbalzo quest’anno, presumo che per tornare ai livelli del 2019 dovremo aspettare il 2024-25”.

L’EXPO HA FATTO SCUOLA Oltre a essere una città appetibile per arte, cultura e lifestyle, nonché sede di filiali di multi-

nazionali e della finanza, Milano ha anche uno ‘spirito di riscatto’ che la contraddistingue: “Il progetto del Convention Bureau e la volontà di fare sistema - osserva l’assessora al Turismo, sport e qualità della vita del Comune di Milano, Roberta Guaineri - rappresentano la capacità di Milano di ripartire anche in questo momento emergenziale, come del resto ha sempre fatto. Nel secolo scorso, la città si è ripresa bene dal Dopoguerra, ma anche dopo lo scandalo di Tangentopoli, e adesso la pandemia sta spingendo la metropoli a rivisitare alcune logiche nel promuoversi all’estero. Insomma, nei momenti di difficoltà Milano si rimette in gioco”. Del resto la metropoli non parte da ‘zero’, come sottolinea Maria Elena Rossi, direttore marketing e promozione di Enit: “L’esperienza dell’Expo ha insegnato molto, e Milano ormai ha un knowhow su come far funzionare la città durante i grandi eventi, a livello di servizi pubblici, di pulizia, decoro, arruolamento di volontari e cultura”. Armando Brunini, direttore generale di Sea, aggiunge che “più Milano è attrattiva, più è facile lanciare nuove rotte. La viabilità aerea è molto importante perché è difficile attrarre grandi eventi se la città non è connessa in modo agile con tutto il mondo”.

FIERA MILANO, INDOTTO DA 8,3 MILIARDI Che il turismo business abbia un rilevante indotto sulla città è dimostrato anche dai dati rilasciati da Fiera Milano, che monitora il livello di ricaduta sul territorio da parte dei visitatori e degli espositori delle manifestazioni allestite dall’ente fieristico. Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano, illustra le cifre dell’indotto: “Fiera Milano genera sul territorio 8,3 miliardi di euro, comprensivi di tutte le spese di coloro che vi partecipano, riguardanti cioè gli hotel, i ristoranti, i trasporti e altro. Questo per quanto riguarda i movimenti delle persone al di fuori del salone, nella città, mentre all’interno della fiera si generano oltre 36 miliardi di euro di transazioni tra buyer ed espositori”. Numeri che ora sono calati drasticamente a causa della pandemia, ma che rappresentano il valore aggiunto del turismo business, capace di generare lavoro su una filiera molto ampia e diversificata. Per agevolare la ripartenza post-Covid, Fiera Milano ha aderito al progetto in corso sul passaporto sanitario: “Lanciato da Sea, ci siamo uniti ai partner che stanno lavorando su questo progetto per costruire un ambiente sicuro, affinché i visitatori si sentano garantiti a livello sanitario”.

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Immagine del foyer di Fieramilano


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NEW ENTRY sotto la Madonnina di Davide Deponti

LA PANDEMIA NON FRENA GLI INVESTIMENTI NEL SETTORE DELL’ACCOGLIENZA MENEGHINA. LE APERTURE PROSEGUONO TRA PROPOSTE DI LUSSO E BUSINESS. NEL GIRO DI TRE ANNI SI TORNERÀ AI TASSI DI CRESCITA DEL 2019.

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n futuro roseo, nonostante tutto. Secondo il report ‘L’hospitality del futuro: tendenze e opportunità del settore alberghiero in Italia’, realizzato dall’Ufficio Studi Gabetti con Federalberghi, le previsioni degli esperti dicono che nei prossimi 2/4 anni assisteremo a una crescita progressiva delle presenze in hotel, con un ritorno ai numeri del 2019. Se la variabile tempo è legata alla diffusione dei vaccini, dal 2024 i flussi turistici riprenderanno la loro naturale evoluzione. Anche in una destinazione come Milano che, negli ultimi anni, è stata il ‘faro’ dello sviluppo alberghiero nazionale. Tante, da qui al 2023, le nuove aperture sotto la Madonnina, grazie agli investimenti portati avanti in particolare da grandi catene internazionali. IN OSMOSI CON LA CITTÀ L’opening più vicino, a fine aprile, è quello del Milano Verticale Una Esperienze, 4 stelle nel distretto di Porta Nuova. “È un albergo a forte vocazione business – spiega il direttore generale Gruppo Una, Fabrizio Gaggio – con un’ampia terrazza al 4° piano per eventi moda, design e lifestyle, mentre la Piazzetta della Magnolia antistante l’hotel potrà accogliere mostre e installazioni”. A disposizione 173 camere, il giardino di mille metri quadrati e un’offerta gastronomica d’alto livello gestita dallo chef pluristellato Enrico Bartolini e declinata dallo chef Franco Aliberti. Da aprile andiamo a giugno, quando è prevista l’apertura del The Radisson Collection Hotel Palazzo Touring Club Milan, 5 stelle lusso che sorge in Corso Italia 10, in quel Palazzo Bertarelli che è stato la sede storica del Touring Club Italiano. Sarà un hotel di punta del brand ma senza snaturare le caratteristiche dell’edificio. “Abbiamo mantenuto il tono sobrio e la storicità del luogo – osserva l’architetto Marco Piva, al cui studio è stata affidata la realizzazione degli interni – e il progetto vuole un’osmosi col tessuto cittadino, un’apertura alla linfa vitale di Milano per dare un valore aggiunto agli ospiti. Così abbiamo recuperato la libreria storica del Touring, aperta a turisti e cittadini”. L’hotel avrà 93 stanze, un ristorante, un garden bar e sale meeting. A Milano, Radisson non si ferma e ha già in cantiere un altro hotel. Pronto per fine 2023, sorgerà Marzo/Aprile 2021 PAMBIANCO HOTELLERIE 71


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nell’area dell’ex Allianz di via Santa Sofia, in pieno centro: avrà 160 camere e mille metri quadrati dedicati alla ristorazione. Pronto già a fine 2021 invece il 13esimo albergo milanese di NH Hotels: situato nel distretto di City Life e appartenente al brand upper upscale NH Collection, avrà 185 camere, centro congressi e una piscina all’ultimo piano con vista sullo skyline della città. Nel progetto dello studio Quattroassociati Architetti è prevista la valorizzazione dell’ex chiesa Cristo Re - costruita nel 1926 e sconsacrata da anni - i cui spazi saranno integrati all’hotel. In particolare l’arco sormontato da un timpano

che accoglieva i fedeli diventerà l’ingresso dell’NH. È prevista per fine maggio poi l’apertura dell’Amedia Hotel Milan, prima struttura italiana del gruppo austriaco presente in Austria, Germania e Olanda: apre in zona Lorenteggio un 4 stelle con 144 camere e servizi di qualità dal taglio business. Non è invece un opening, ma è attesissima quella che è la riapertura dello storico Four Seasons Milan di via Gesù. L’albergo infatti ha subìto, e continuerà a subire fino a fine 2021, una profonda ristrutturazione che lo renderà davvero ‘nuovo’. A tarda primavera riaprirà con le aree comuni rifatte, mentre camere e sale meeting saranno rinnovate entro fine anno. TRA PASSATO E FUTURO È prevista per giugno 2022 la conclusione di un progetto situato proprio al centro del Quadrilatero della Moda. Protagonista è Lungarno Collection società alberghiera della famiglia Ferragamo – che dopo Firenze e Roma arriva a Milano. Qui, in una location unica come l’ex Seminario Arcivescovile di Corso Venezia 11, aprirà il suo terzo hotel Portrait, brand fiore all’occhiello del gruppo. “L’immenso edificio - spiega il CEO Lungarno Collection, Valeriano Antonioli - è un vero monumento milanese e sarà perciò aperto alla città, ospitando ristoranti e una galleria commerciale. Anzi, andrà a modificare il flusso pedonale del Quadrilatero, unendo Corso Venezia a via

72 PAMBIANCO HOTELLERIE Marzo/Aprile 2021


HOST AND THE CITY

Sant’Andrea e diventando un polo lifestyle”. Restando in centro, si scopre un progetto che troverà compimento nel 2023. È su Piazza Cordusio che si affaccia l’iconico Palazzo Venezia che sarà restaurato per diventare la quarta struttura cittadina Melià. Proprietà di un fondo gestito da Generali Real Estate Sgr, l’edificio conserverà la maestosa facciata trasformandosi in un lussuoso 5 stelle con 70 camere, terrazze con rooftop bar e una corte interna aperta al pubblico. Sempre per il 2023 è prevista l’apertura del The Carlton Milano di

Rocco Forte Hotels. Si torna nel Quadrilatero poiché l’albergo è la ‘trasformazione’ dello storico Baglioni: offrirà 64 camere, centro benessere, terrazza-bar e proseguirà l’attività del Ristorante Il Baretto. Infine, anche Milano avrà il suo Cipriani. Anzi, i suoi Cipriani: saranno 2 i ristoranti ospitati a Palazzo Bernasconi, edificio situato tra corso Venezia e via Palestro dove il gruppo guidato da Giuseppe Cipriani, figlio di Arrigo (patron dell’Harry’s Bar a Venezia), realizzerà anche un boutique hotel che aprirà nel 2022.

Sopra, il Milano Verticale UNA Esperienze in pieno distretto Porta Nuova. Nella pagina accanto, The Radisson Collection Hotel Palazzo Touring Club Milano e Palma MySuite Milano, uno dei primi esempi di Condo Hotel in Italia

TRA CO-LIVING E CONDO HOTEL Alberghi classici, di lusso e a cinque stelle, ma non solo. Milano è oggi testimone del lancio di innovative formule di accoglienza che stanno modificando radicalmente il mondo del turismo. Come il Condo Hotel, una ricetta di ospitalità che consente di acquistare una proprietà immobiliare dotata di tutti i comfort, beneficiando dei servizi di un hotel di lusso. Un modello molto consolidato all’estero, nato per rispondere alla domanda di viaggiatori che cercano una sistemazione privata di pregio ma vogliono usufruire di servizi alberghieri top. Uno dei primi esempi di Condo Hotel in Italia è quello firmato da Palma Mysuite a Milano: come funziona? Il progetto parte con sette suite

al 14esimo piano del grattacielo World Join Center – ubicato in zona Portello -, la cui vendita è curata da Engel & Völkers. Il compratore di una suite ne è proprietario mentre Palma Mysuite la gestisce tramite uno specifico contratto di locazione: assicura una rendita annuale del 3% e la possibilità di soggiornare nella propria suite fino a 8 settimane all’anno, previa prenotazione. Il progetto prevede la realizzazione di altre 26 junior suite, mentre gli ospiti possono godere del ristorante MI View che si trova al 20esimo piano del grattacielo con una vista unica sulla città. Dopo la prima apertura avvenuta a Città Studi, entro il 2022 raddoppierà a Milano la presenza di 21 Way of Living,

con una struttura sui Navigli. Progetto innovativo e completamente nuovo nel panorama alberghiero italiano, il concept 21 Way of Living è una realtà ibrida, che unisce una sezione tradizionale di albergo e una dedicata alle lunghe permanenze in modalità co-living, con cucine e spazi condivisi. Il progetto prevede anche uno spazio di coworking aperto a esterni e un bistrò che serve dalla colazione alla cena. A tutto questo si aggiunge una corte interna aperta ai cittadini ospitando eventi e appuntamenti artistici. Alla base del progetto c’è infatti l’idea di superare il tradizionale concetto di hotel e creare una contaminazione tra diverse forme di ospitalità.

Marzo/Aprile 2021 PAMBIANCO HOTELLERIE 73


TENDENZE

BIG DATA HOTEL sicuro e connesso di Davide Deponti

INTELLIGENZA ARTIFICIALE E BLOCKCHAIN, CHATBOT ED E-BIKE, ASSISTENTI VIRTUALI E SANIFICAZIONE AUTOMATIZZATA. NELL’ALBERGO CHE VERRÀ LA TECNOLOGIA SARÀ PROTAGONISTA.

74 PAMBIANCO HOTELLERIE Marzo/Aprile 2021

L’

innovazione tecnologica ha avuto un ruolo enorme nel 2020 e sarà un fattore chiave per la creazione di un ecosistema di viaggi più efficiente e sostenibile nell’avvenire”. È quanto si legge nelle conclusioni della conferenza “Explore ’20”, che Expedia ha centrato sul progresso come motore chiave per la ripresa del turismo. Un’innovazione che sta agendo su diversi aspetti chiave del mondo dell’ospitalità, primo quello legato all’evoluzione digitale del settore. Se allora anche Google ha appena presentato (in esclusiva per l’Italia) il nuovo servizio Hotel Insights - che offre agli operatori alberghieri informazioni e risorse utili ad ampliare la platea dei clienti catturandone l’attenzione in rete – sono diversi i trend che spingono l’hotellerie verso il suo futuro. Nell’ospitalità di domani si vedranno gli esiti di questa grande spinta


TENDENZE

innovativa, necessaria a soddisfare le mutate aspettative dei consumatori: quando si tornerà a viaggiare non basterà essere efficienti, ma bisognerà proporre nuovi modelli di esperienze. TECNOLOGIA AL SERVIZIO DELL’OSPITE Quello legato all’intelligenza artificiale è un trend che l’hotellerie ha già iniziato a sfruttare: robot concierge e chatbot di assistenza vocale stanno rivoluzionando le modalità di personalizzazione dei servizi e assistenza. Se fino a poco tempo fa si riteneva l’intelligenza artificiale la tecnologia che avrebbe sostituito il lavoro umano, oggi è vista come supporto e valore aggiunto. Nell’ospitalità si realizzano già progetti di automazione dei processi, customizzazione dei servizi e anticipazione della domanda, grazie all’uso di dati e analytics: dal comportamento di acquisto alle scelte di viaggio, dai rating alle modalità di pagamento. Funzioni come i robot concierge sono già una realtà: si comportano come professionisti umani, assistendo gli ospiti al desk, fornendo suggerimenti in real time e migliorando le reazioni tramite le interazioni. A loro però si affianca uno strumento ancora più innovativo: i chatbot basati sull’uso dell’AI. “Siamo una start-up dedicata allo sviluppo di soluzioni d’intelligenza artificiale – spiega Stefano Somenzi, managing director di Athics -, nata a maggio 2018 e parte del Gruppo Yoda. All’hotellerie abbiamo dedicato la piattaforma “Software as a Service” per la creazione di chatbot Crafter.ai”. Grazie ai bot realizzati da Crafter.ai, gli ospiti di un hotel possono gestire il loro soggiorno in autonomia, avendo a portata di smartphone la chiave della stanza, la possibilità di regolare la temperatura, chiudere o sollevare le imposte, ordinare da bere e prenotare servizi, programmare visite e itinerari. Il bot è sempre attivo, ma discreto; può interagire con l’utente in ogni momento senza invaderne l’intimità. In parallelo, può comunicare con il personale, fornendo informazioni sui desideri dell’ospite. La funzionalità “Do not disturb” può filtrare le comunicazioni con l’esterno per permettere al cliente di godere del proprio relax. SANIFICARE CON LA BLOCKCHAIN “Quello della sicurezza è un tema centrale per l’hotellerie – sottolinea Alberto Broggi, amministratore di Wellsite – ma molto

delicato perché va legato a un servizio di ospitalità come sempre votato al massimo comfort e alla puntuale attenzione verso l’ospite. H-Fog è una soluzione che permette proprio di ottenere una sanificazione certificata e automatizzata in camera senza mutarne le peculiarità di accoglienza. Grazie alla tecnologia sviluppata dall’azienda svizzera Simple Group e distribuita in

In alto, OnE Connected è la piattaforma web Electrolux Professional che connette i sistemi della cucina, sotto I chatbot di Crafter.ai gestiscono il soggiorno in hotel In apertura, tv della linea LG NanoCell per l’hotellerie

Marzo/Aprile 2021 PAMBIANCO HOTELLERIE 75


TENDENZE

Italia all’ospitalità in esclusiva da Wellsite, H-Fog sfrutta il potere “sterilizzante“ di una soluzione a base di perossido di idrogeno che, trasformata in gas, è iniettata nell’ambiente saturandolo. Il trattamento non lascia tracce di umidità o aloni e non macchia: il gas invade il locale, esercita il suo effetto anti-virus in 15 minuti poi per altri 45 la stanza resta vuota per permettere alla sostanza di svanire nell’aria. Altro aspetto innovativo è la possibilità di certificare agli ospiti l’esecuzione del trattamento e la sua efficacia, sfruttando l’innovativa tecnologia della Blockchain: la sanificazione, inviolabile in ogni step, è garantita da un certificato emesso alla fine di ogni trattamento. Le macchine, che sono disponibili in versione fissa nella camera o portatile, sono collegate a internet e controllate in remoto. Un sistema

Il sistema di sanificazione H-Fog può essere fisso o mobile

76 PAMBIANCO HOTELLERIE Marzo/Aprile 2021

che, senza possibilità di errore, ne garantisce il funzionamento, inclusa l’autenticità del liquido sanificante. L’avvio del processo è poi semplicissimo e può essere fatto da qualsiasi operatore già dipendente dell’hotel tramite un’apposita applicazione. Ad esempio dall’addetto alle pulizie della camera che, una volta terminato il suo compito e aver confermato gli step previsti, incluso aver inquadrato il QRcode della macchina (se in versione mobile anche il QRcode della camera), chiude la stanza e con il cellulare collegato a internet attiva H-Fog. Il processo, registrato nel database di Simple Group, è disponibile per l’hotel, che può controllare lo stato di ciascuna camera, e per l’ospite che controllando il QRcode in camera ha la certezza della sanificazione avvenuta. Se il sistema Blockchain segnala che il trattamento è stato fatto, non c’è possibilità che sia intervenuto un errore umano nel procedimento. È un sistema che garantisce sanificazione di alto livello in ogni camera, anche la più lussuosa, e allo stesso tempo è uno strumento di marketing che fornisce all’ospite una forte sensazione di fiducia verso la struttura. E a ciò si abbina un costo competitivo, nell’ordine di 3 o 4 euro per un ambiente di 25 metri quadrati”. QUELLO SCHERMO ’TUTTOFARE’ “Tecnologia e design insieme per creare proposte all’avanguardia per l’hotellerie: questa è la nostra mission - spiega Francesco Cecere, national key account manager LG Hospitality – che si declina in una continua ricerca scientifica e tecnologica ma non solo. Tutti i prodotti LG per l’ospitalità hanno anche un’occhio di riguardo per il design più innovativo per andare incontro alle esigenze dei progettisti che vogliono realizzare soluzioni su misura per un hotel. Penso alla Linea Gallery di schermi con meno di 2 cm di profondità che spesso sono scelti dagli interior designer per camere e suite di lusso. Prodotti che insieme al design offrono anche quella tecnologia Oled che senza retro illuminazione regala colori profondi e qualità dell’immagine vivida. Ad essa si affianca la NanoCell: con retro illuminazione a led offre un’esperienza con effetto cinema che regala una visione al top da ogni angolazione. Sempre per il comfort dell’ospite LG ha creato la soluzione Procentric Direct: lavora


TENDENZE

Le e-bike Cycl-e around di Pirelli sono proposte agli hotel complete di accessori e assistenza

dentro la tv e permette una comunicazione bidirezionale tra cliente e hotel. Che può da remoto aggiornare canali e servizi ma soprattutto inserire un’interfaccia grafica che fornisca servizi utili in tempo reale. Un assistente virtuale da consultare per ogni esigenza, senza contatti diretti in perfetta sicurezza. Anche in questo caso l’offerta LG è tailor made e può essere pensata a misura di hotel in fase di progetto tanto che sempre più spesso siamo chiamati da importanti studi di architettura per partecipare ai lavori di creazione di una struttura. Gli schermi tv LG sono poi Access Point al quale il cliente può collegare i propri dispositivi secondo la logica Byod, ‘bring your own device’. Documenti condivisi, app, programmi di intrattenimento: sullo schermo l’ospite può ricreare il suo mondo digitale in totale sicurezza (secondo la legislazione Gdpr in materia di privacy informatica) e con una qualità di utilizzo al top. Infine LG ha una gamma di prodotti ad hoc per la parte congressuale di un hotel: grazie alla tecnologia Led e al customizabile mix tra tecnica e design, ci sono prodotti ad alta luminosità perfetti per pareti grandi e utilizzo Mice che vanno oltre il classico formato in

16:9. E ancora lavagne interattive ‘touch screen’, facili da gestire perchè integrano il sistema Android e disponibili in formato da 55 a 86 pollici”. TRA SOSTENIBILITÀ E OTTIMIZZAZIONE Anche il focus sulla sostenibilità, ancor di più se intrecciato a quello per l’uso di una tecnologia innovativa, è destinato a caratterizzare i servizi al cliente dell’hotel del futuro. Con questa vision Pirelli ha creato una proposta di micromobilità che metta a disposizione dell’albergatore una soluzione insieme sostenibile e futuribile. Si tratta di Cycl-e around, sistema digitale e tecnologico che si fonda sulla fornitura di e-bike all’avanguardia. Grazie al loro design iconico, progettato dal brand monegasco di alta gamma Stajvelo, queste comodissime bici elettriche sono un plus legato anche al sempre più desiderato trend di esperienze “out of the room”. Le vacanze di domani saranno all’insegna di una fuga dal “chiuso”, causa pandemia e non solo, e di una ricerca di attività fisica e benessere. Con le e-bike Cycl-e around si può fare in modo sostenibile, usando mezzi ad alta tecnologia, con tutti i comfort, la sicurezza e gli Marzo/Aprile 2021 PAMBIANCO HOTELLERIE 77


TENDENZE

Lo schermo LG Magnit può essere gestito in remoto dall’hotel

strumenti digitali ad hoc compresi. Il canone per l’hotel comprende, oltre alla presenza delle bici, sia la fornitura di casco e accessori che una completa assistenza di manutenzione e una polizza assicurativa dedicata. Tutto in modalità paperless, poiché il servizio è gestibile dall’hotel su una piattaforma digitale. Infine Pirelli ha sviluppato anche l’app Cycl-e around che l’ospite può scaricare per avere a disposizione una guida turistica interattiva personalizzata. “Come Electrolux Professional, azienda che opera da tempo nell’ospitalità e che unisce, sotto lo stesso marchio, una gamma completa di prodotti ad alte prestazioni per hotellerie, ristorazione, coffee&beverage e lavanderie professionali, studiamo sempre prodotti che possano essere all’avanguardia per efficienza di costi e di risultato, affidabilità, sostenibilità e che siano pure in grado di rendere più semplice e profittevole le quotidiane ma fondamentali operazioni 78 PAMBIANCO HOTELLERIE Marzo/Aprile 2021

di servizio che si svolgono in hotel”, spiega Alberto Bianchi, Hotel Chains Sales Manager Electrolux Professional. “Tra le proposte più innovative che offriamo agli imprenditori dell’accoglienza c’è OnE Connected: è una piattaforma web sviluppata, con tutta la sua lunga esperienza di brand che opera sul campo, da Electrolux Professional che consente di connettere le apparecchiature della cucina per monitorarne i parametri di funzionamento e i processi. Grazie a questo tool si può verificare in real time il funzionamento delle macchine e quindi ottimizzarne l’utilizzo, ridurne i costi di gestione e programmarne la manutenzione. Si tratta di un ottimo alleato che permette di gestire in modo efficiente l’attività e massimizzare i profitti, ma non solo: OnE Connected è doppiamente interessante perché permette all’albergatore di usufruire del beneficio fiscale del credito d’imposta del 50% legato a Transizione 4.0”.



ANALISI

Meno CONTRACT e PIÙ RETAIL di Andrea Guolo

I PRECONSUNTIVI DEL 2020 EVIDENZIANO UNA FLESSIONE DEGLI SPECIALISTI DEL SETTORE MOBILI DA ESTERNO. A PESARE È SOPRATTUTTO LA SOSPENSIONE DEI PROGETTI LEGATI IN PARTE ALL’HOTELLERIE, DESTINATI PERÒ A RIPARTIRE DURANTE L’ANNO IN CORSO. E L’OUTLOOK RISULTA POSITIVO.

80 PAMBIANCO HOTELLERIE Marzo/Aprile 2021

N

ei conti delle aziende specializzate in mobili da esterno pesano lo stop primaverile, che ha determinato la flessione (-7,2%) dei ricavi 2020 per i primi otto player secondo i dati di preconsuntivo raccolti da Pambianco Design, e anche il rallentamento dei progetti legati in particolar modo al mondo horeca. Il settore è cresciuto grazie al retail e ora attende la ripartenza dei lavori di realizzazione e di ristrutturazione degli hotel. RIORGANIZZAZIONE RAPIDA Superato lo shock iniziale, le aziende leader hanno subito intuito che la ripartenza sarebbe stata rapida e si sono organizzate per rispondere alle richieste. In Nardi Outdoor, società di Chiampo (Vicenza) che svetta anche quest’anno nella classifica per fatturato con 47,2 milioni di ricavi (-7%),


ANALISI

la percezione è emersa già ad aprile. “I clienti mondiali riportavano un buon interesse per il prodotto outdoor in generale e per il nostro in particolare grazie anche a una fascia di mercato adeguata – racconta Anna Nardi, ceo della società con la sorella Floriana – e questa tendenza si è poi confermata, non appena le attività hanno potuto riaprire. Il nostro vantaggio è stato avere merce a stock a magazzino e una filiera produttiva integrata verticalmente che ci ha permesso di essere immediatamente reattivi per ogni nuova necessità”. I numeri realizzati nell’ultimo anno permetteranno a Nardi di confermare tutti gli investimenti in termini di tecnologie e nuovi prodotti preventivati prima della pandemia e di continuare a sviluppare il programma di riciclo della plastica usata Regeneration. I prodotti più richiesti? Li descrive Floriana Nardi: “Al primo posto c’è il tavolo allungabile Rio che ha registrato un +31% rispetto al 2019. Segue il sistema modulare di poltrone Komodo e la collezione di sedute Trill. Nella nostra analisi, ha premiato certamente il fatto di essere prodotti recenti, scelte contemporanee che stanno piacendo molto ma specie per Rio e Komodo va detto che sono anche giusti al momento giusto: aiutano a creare zone di sicurezza in termini di spazio, un distanziamento sociale che purtroppo dobbiamo ricercare ma che separa e non divide”. L’Italia ha registrato ottime performance grazie al retail, mentre all’estero hanno sofferto i mercati più legati al contract, ma il 2021 dovrebbe essere caratterizzato da una ripresa del secondo canale, dove molti progetti avviati si sono bloccati o hanno subito un rallentamento, e da una conferma per il primo. NICCHIA FORTUNATA Dietro Nardi si piazza, guadagnando una posizione, Paola Lenti. L’azienda di Meda ha chiuso l’anno con un preconsuntivo di 26,9 milioni, in discesa del 7%, e Anna Lenti, Ad della società, intravede buone prospettive. “Dobbiamo ammettere – afferma – che lavoriamo in una nicchia fortunata. L’impossibilità di viaggiare, di uscire, ha spostato l’attenzione delle persone sui loro luoghi di vita domestica e questo ci ha in un certo senso avvantaggiato. Certamente da quest’anno lavoriamo per crescere, anche se prevediamo che il 2021 sarà ancora un

ANALISI AZIENDE MOBILI OUTDOOR 2020

Rank

Azienda

Fatturato preconsuntivo 2020

Fatturato 2019

Variazioni %

1

Nardi

47,2

50,8

-7,0

2

Paola Lenti

26,9

29,0

-7,2

3

Emu Group

26,0

32,4

-19,9

4

Talenti

19,6

15,7

25,0

5

Roda

18,0

18,3

-1,5

6

Ethimo

14,0

14,2

-1,2

7

Fast

11,2

11,8

-5,1

8

Varaschin

10,0

14,2

-29,6

TOTALE

172,9

186,4

-7,2%

Valori in milioni di euro Fonte: Pambianco

Komodo, sistema modulare di sedute per l’outdoor, con struttura in resina fiberglass e imbottiti, dall’estrema flessibilità compositiva prodotto da Nardi In apertura Paola Lenti con ombrelloni Bristrò, design CRS Paola Lenti

Marzo/Aprile 2021 PAMBIANCO HOTELLERIE 81


ANALISI

anno difficile, interlocutorio. La sensazione però, è che ci sia determinazione e voglia di riprendere”. I prodotti di punta? “Premesso che Paola Lenti è conosciuta più per il concept che propone piuttosto che per i singoli prodotti, non abbiamo notato cambiamenti sostanziali nelle preferenze della clientela”, precisa Anna Lenti. In termini di canali distributivi, viene evidenziato il rallentamento dell’hospitality, ma l’azienda non ha avviato particolari rivoluzioni nel suo modello: “Negli anni abbiamo costruito una solida rete di dealer e relazioni con gli studi di architettura e interior design in tutto il mondo. In questo periodo abbiamo migliorato e rafforzato le nostre piattaforme digitali e abbiamo utilizzato tutti i mezzi tecnologici per consolidare queste relazioni”. Infine, Anna Lenti evidenzia il contributo dato dal posizionamento alto del brand in termini di resilienza. “Il nostro mercato di riferimento è di fascia alta e questo indubbiamente ci ha in un certo senso protetti. Gli investimenti in questo ultimo anno non si sono fermati completamente, tanto che abbiamo aperto alcuni negozi monomarca e abbiamo rafforzato la nostra presenza in molti punti vendita”, conclude. 82 PAMBIANCO HOTELLERIE Marzo/Aprile 2021

Dall’alto, collezione Carousel di Emu, designer Sebastian Herkner . Divano modulare della collezione Cruise Teck di Talenti, disegnata da Ludovica Serafini+Roberto Palomba


ANALISI

AL CENTRO DELLA CASA Il podio dell’outdoor italiano è completato da Emu. L’azienda umbra ha scontato una flessione di fatturato ma ha spinto sull’ebitda salito dall’8,6 al 12,4%. Un aumento del 40% dunque, frutto della strategia intrapresa dalla nuova compagine societaria che da 4 anni è alla guida di Emu. Importanti investimenti nel comparto produttivo a difesa del made in Italy, una vasta gamma di nuovi prodotti nati dalla collaborazione con designer internazionali e una maniacale attenzione alla qualità e alla sostenibilità, hanno generato arredi dal design responsabile e fatti per durare nel tempo. “Il risultato alla fine è soddisfacente – afferma Stefano Zajotti, design communication manager – soprattutto se confrontato con le aspettative di marzo 2020. La risposta dell’azienda è stata rapida, ci siamo riorganizzati e poi, quando tutto è ripartito, ci siamo fatti trovare pronti. Il contract si è fermato, ma i privati hanno riscoperto il piacere di vivere in casa e messo in atto tutta una serie di interventi per migliorare giardini e spazi esterni. Se il 2020 è stato l’anno dell’ecommerce, per il 2021 pensiamo di poter crescere nell’ambito dello street contract dove siamo leader, e a fine anno puntiamo a

tornare ai livelli di fatturato attesi”. Emu vede un mercato in espansione per il comparto. “L’ingresso dei big dell’arredo nell’outdoor – evidenzia Zajotti – ha portato una maggiore percezione della qualità, e non solo tra i consumatori più facoltosi. Questo potrà fare la differenza in termini di consumi, rafforzando la posizione di Emu sul mercato. La difesa del made in Italy e, quindi, dei posti di lavoro è per noi una priorità”.

Sopra, poltroncine Emma Cross di Varaschin disegnate da Monica Armani. A lato Roda con la collezione di divani per esterni Eden

Marzo/Aprile 2021 PAMBIANCO HOTELLERIE 83


GIRO POLTRONE

LINNARTZ E CAPUANO PRESIDENTE E CEO MARRIOTT

N

uove nomine ai vertici di Marriott International dopo la recente scomparsa di Arne M. Sorenson, ex presidente e CEO del colosso americano alberghiero. Prendono il testimone Anthony ‘Tony’ Capuano, che è stato nominato amministratore delegato ed è entrato a far parte del consiglio di amministrazione della società, e Stephanie Linnartz che è diventato presidente del gruppo. Capuano, in precedenza, è stato presidente del gruppo, sviluppo globale, progettazione e servizi operativi, mentre Linnartz ricopriva il ruolo di presidente del gruppo, consumer operations, technology and emerging Businesses.

DATTERONI NOMINATO DG TERME DI SATURNIA

Fabio Datteroni

Fabio Datteroni è stato nominato direttore generale di Terme di Saturnia Natural Spa & Golf Resort, struttura termale nel cuore della Maremma toscana. In questo ruolo, Datteroni ha la responsabilità della gestione, organizzazione e sviluppo di tutte le aree del resort, ovvero l’hotel 5 stelle, la Spa & Beauty Clinic (53 cabine), il club, il golf e il parco termale. Con una consolidata esperienza nel settore dell’ospitalità in strutture come The Leading Hotels of the World, FH&R, Virtuoso e altri consorzi nel mondo del lusso, Datteroni ha ricoperto ruoli di rilievo in importanti realtà alberghiere. Tra i principali obiettivi per Terme di Saturnia, Datteroni mira a internazionalizzare la visibilità del resort e del suo campo da golf , portandoli a una clientela del nord e sud America, oltre a quella del nord Europa e dei Paesi di lingua russa. 84 PAMBIANCO HOTELLERIE Marzo/Aprile 2021

Stephanie Linnartz e Anthony Capuano

CATALANO NUOVO DG GRAND HOTEL MIRAMARE Silvio Catalano è il nuovo general manager dell’albergo 5 stelle Grand Hotel Miramare di Santa Margherita Ligure, in provincia di Genova. Catalano ha un solido background nell’upscale hospitality, con 20 anni di esperienze in strutture internazionali, dove si è occupato sia dello sviluppo dei processi sia delle strategie di vendita e marketing, fino al revenue management. Prima del nuovo incarico, Catalano è stato GM dell’Hotel Exedra Nizza, un Autograph Collection che fa parte del portfolio di Boscolo Hotel, e prima ancora GM dell’Hotel Splendide Royal Roma. (Roberto Naldi Collection).

RELAIS&CHATEAUX, AVANZA DEBIASI Già direttore delle Delegazioni Italia & Mediterraneo di Relais & Châteaux, Elisabeth Debiasi ha assunto il ruolo di international director of Members Services dell’associazione che riunisce hotel di lusso, resort, ville e ristoranti gastronomici. La manager guiderà lo sviluppo e coordinerà le strategie di vendita e promozione di 13 Delegazioni in Africa, Oceano Indiano, India e SudEst Asiatico, Cina, Giappone, Corea, Benelux, Europa dell’Est, Scandinavia, Mediterraneo, Marocco e MedioOriente. Debiasi mantiene la carica di direttore della Delegazione Italiana, che ricopre dal 2012 e che comprende 50 hotel di charme e ristoranti gourmet. Debiasi ha fatto il suo primo ingresso in Relais & Châteaux nel 2012 come direttore della Delegazione Italiana.

Elisabeth Debiasi

ZANINI ALLA GUIDA DEL BURJ AL ARAB DUBAI Oltre un anno fa, nel dicembre 2019, la compagnia alberghiera Jumeirah Group acquisiva il Capri Palace di Anacapri, e, nel dicembre 2020, affida al suo general manager Ermanno Zanini la guida del lussuoso Burj Al Arab di Dubai, il 5 stelle a forma di vela, alto 280 metri, che svetta su un’isola artificiale e che è collegato alla terraferma con un ponte privato. Il gruppo arabo membro di Dubai Holding si è affidato al manager che gestisce l’iconico hotel nell’isola azzurra dal 2002 e che ha acquisito l’anno scorso, con l’ingresso di Jumeirah, il ruolo di vicepresidente per il Sud Europa, per il rilancio dell’iconico hotel . Il manager, alla vigilia della stagione turistica 2021 tornerà a Capri.


WHAT’S NEW? Pronti al re-start

Finita la stagione invernale, ma non ancora la pandemia, manager e albergatori cominciano a riorganizzare gli spazi dell’hotel in vista della riapertura. Comfort, modularità e flessibilità sono alla base degli arredi degli ambienti interni, che devono necessariamente garantire più spazio e distanziamento tra le persone. L’estetica gioca la sua parte, perché, dopo tante privazioni, il piacere di circondarsi di cose belle è un vero e proprio toccasana per l’anima. Via quindi a forme sinuose, design che si riappropriano delle linee del mondo animale e vegetale, con una ricerca di originalità che confina con l’arte. Non mancherà per gli ospiti il momento della riflessione, in cui si troveranno seduti comodamente su una poltrona nella lounge a gustarsi un vino d’annata o un blend di proposte per il dopo pasto. L’offerta delle etichette, quindi, deve essere molto attenta e selezionata.


DESIGN DI INTERNI

AMBIENTHA La carta da parati Stone regala le sensazioni tattili della pietra, che si percepiscono sulla parete grazie allo sfondo che ne preserva la trama, richiamando le imperfezioni della natura. Le tonalità della pietra avventurina, avvolgenti e dense, valorizzano l’arredo essenziale e contemporaneo e trovano armonia con finiture e colorazioni neutre.

ESTILUZ Progettato da Design Atelier estudi{H}ac, il sistema luminoso Aifi si ispira all’inafferrabilità e alla leggerezza del puntaspilli. La combinazione delle composizioni e dei movimenti creano varie soluzioni per far sì che questo corpo illuminante diventi un vero e proprio ‘gioco di luce’. Aifi può essere utilizzato in plafoniere, sospensioni, appliques e lampade a stelo. 86 PAMBIANCO HOTELLERIE Marzo/Aprile 2021

SANCAL Le sedute della collezione Magnum si ispirano all’eleganza degli iconici bicchieri da cognac usati nei club esclusivi dell’alta società londinese. Disegnate dallo studio valenciano estudi{H}ac, sono l’esito della contaminazione fra cultura mediterranea e atmosfere british, con forme sinuose, dimensioni compatte e comfort.


DESIGN DI INTERNI

KOO INTERNATIONAL La collezione Gull disegnata da Studio Santiago Sevillano si ispira al gabbiano, animale che per secoli ha rappresentato la visione della terraferma per gli uomini persi in mare. Questa poltrona con schienale alto vuole essere una sorta di rifugio dallo stress, con linee dure e definite che offrono fermezza e stabilità.

ARTEMIDE La lampada da tavolo portatile Bontà, disegnata dallo chef Davide Oldani, è realizzata in vetro bianco opalino texturizzato e diffonde la luce per creare atmosfera. Nel suo incavo superiore si inserisce una ciotola in vetro per accogliere cibi da condividere: una ciotola più alta ed una più ampia, quasi un piatto, possono combinarsi o alternarsi alla sua sommità.

BENETTI HOME Benetti Moss è un giardino verticale per interni a manutenzione zero realizzato con un lichene 100% naturale e stabilizzato, facile nella gestione. L’installazione avviene in fase di progetto o anche successivamente in ambienti già arredati. Il giardino può essere messo in posa sia a parete sia a soffitto. Marzo/Aprile 2021 PAMBIANCO HOTELLERIE 87


DESIGN DI INTERNI

ANNUD Kapoor è disegnata da Studio Santiago Sevillano ed è un oggetto d’arredo elegante, forte e allo stesso tempo leggero, essenziale, che lo rende adatto ad essere inserito in un ambiente contract. La collezione, che si compone di sedie, poltroncine, pouf e tavoli, gioca con un tubolare di metallo che raccorda le parti imbottite di seduta e di appoggio.

POLTRONA FRAU Progettata da AB Concept, la poltroncina Viola si sviluppa con una linea classica e un tocco di contemporaneo, che ne esalta la leggerezza e la resistenza. Una delle caratteristiche è la sua struttura portante, realizzata in legno di frassino Moka, dove le curvature ottenute con una lavorazione manuale forniscono proporzioni eleganti ed ergonomiche.

ARREDAMENTI MARIANI Tavolino Ted progettato da Mariani Design and More, che nasce dall’esigenza di dare vita aduna forma geometrica inaspettata, come se fosse un gioco di illusione. Realizzato in metallo brunito o nichel nero con piano in marmo calacatta, riducendo al minimo gli spessori dei materiali, il tavolino mostra le sue linee che si intrecciano senza interruzioni. 88 PAMBIANCO HOTELLERIE Marzo/Aprile 2021


BAGNI DI DESIGN

IDEAL STANDARD I nuovi lavabi Extra, ideati insieme allo studio Palomba Serafini Associati, si caratterizzano per la semplicità scultorea unita al rigore geometrico, creando un prodotto dalle linee sottili che trasmette una sensazione di leggerezza. I bordi sottili permettono al prodotto di adattarsi anche a bagni dalle dimensioni molto ridotte.

TUBES Rift/reverse è un modulo in alluminio che si trasforma in una mensola scaldante, a cui si aggiunge, nella versione più lunga, un ripiano in legno dalla linea morbida. Questo prodotto componibile trova la sua logica collocazione nel bagno, dove diventa una superficie sulla quale appoggiare salviette ripiegate, regalando ordine e, al contempo, riscaldando.

PURICELLI K&B è la collezione dedicata al mondo bagno e cucina, che si distingue per caratteristiche di resistenza, impermeabilità, antibattericità, termoresistenza, facilità di mantenimento. Finiture e decori richiamano i marmi e i legni, mentre la formula A.Bac riduce i rischi di contaminazione da contatto, progettata per inibire la crescita di batteri.

Marzo/Aprile 2021 PAMBIANCO HOTELLERIE 89


WINE

CALICI PER ALTI PENSIERI

A fine pasto, seduti nella lounge, un calice di vino diventa lo strumento per meditare e far volare il pensiero all’inizio della primavera, alla vita che verrà, oppure per rispolverare vecchi ricordi da cui trarre nuovi insegnamenti. Il sapore può essere dolce, ma anche secco e corposo.

PER IL PATRIARCA Antonio Argiolas è l’omaggio della famiglia Argiolas al patriarca centenario fondatore dell’azienda, ma anche un richiamo alla formula benaugurale dei brindisi sardi ‘a kent’annos’. Da abbinare al cioccolato fondente di Gianluca Aresu.

ALLA GIUSTA MATURAZIONE Il Moscato Rosa di Franz Haas viene raccolto quando l’uva ha la giusta maturazione. La sua particolare dolcezza lo rende adatto alla meditazione, per l’aperitivo e per i dessert.

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COMPLESSO ED ELEGANTE Per concludere la serata con un Brunello di Montalcino di fama mondiale? Ecco Poggio alle Mura, icona del marchio Banfi. Complesso ed elegante, un vino che invecchia senza limiti.

POESIA IN FINALE L’Amarone si abbina a grandi carni e formaggi stagionati, ed è ideale per meditare a fine pasto. Vaio Armaron (qui l’annata 2013) è prodotto da Serego Alighieri, discendenti di Dante.

IL MOSCATO DEL DUCA Il Moscato dello Zucco custodisce la storia di Henri d’Orléans, duca d’Aumale, che nella metà dell’Ottocento produceva questo Moscato bianco tra Partinico e Terrasini. Nelle stesse terre, a Tenuta San Carlo, Cusumano produce pochissime bottiglie di questo oro liquido.


WINE

CARATTERE PRIMITIVO Carrubo, Primitivo di Manduria doc Tormaresca, corona il percorso di scoperta di questo straordinario vitigno compiuto dall’azienda a partire dal Torcicoda. La tenuta si trova a Fragagnano (Taranto).

IL SOLE DI PANTELLERIA Simbolo di viticoltura eroica praticata all’estremo sud d’Italia, Ben Ryé Passito di Pantelleria ha moltiplicato il prestigio internazionale di Donnafugata. Colore dorato, bouquet intenso in cui spiccano note di albicocca e scorze d’arancia candita.

VIN SANTO DI LEONARDO Il Vin Santo Bianco dell’Empolese doc fa parte della linea Villa da Vinci, selezione di vini ottenuti dai vigneti appartenuti alla famiglia di Leonardo. Un Trebbiano in purezza, vinificato con Metodo Leonardo® e con etichetta ispirata al dipinto “l’Annunciazione”.

MARSALA NEGLI ANNI Blend di diversi Marsala, maturati separatamente e selezionati dopo un’attenta valutazione del processo evolutivo di tutte le annate conservate nelle Cantine Florio, Donna Franca esprime livelli altissimi di eleganza e complessità. Da meditazione, ma non solo.

CON METODO PERPETUO In onore alla contrada di Samperi, nell’entroterra marsalese, Marco De Bartoli ha dedicato uno dei suoi gioielli, Vecchio Samperi. È prodotto con un sistema di “travasi” e affinato per almeno 15 anni con il metodo perpetuo.

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Cover STORY

PITTRICE DEL DIVENIRE. I MONDI LIQUIDI DI NADIA FANELLI

“In movimento siamo un po’ tutti, che lo si voglia o no, perché lo abbiamo deciso o perché ci viene imposto. Siamo in movimento anche se, fisicamente, stiamo fermi; l’immobilità non è un’opzione realistica in un mondo in perpetuo mutamento”. Così scriveva nella sua lettura sociologica della globalizzazione Zygmunt Bauman, tra i più influenti intellettuali del secondo Novecento, a cui si deve la folgorante definizione della ‘modernità liquida’. Nadia Fanelli sembra donare corpo e materia alle sue parole. Pittrice del divenire, muove dalle sembianze del mondo per approdare alla fluidità dei cromatismi e delle forme. I suoi lavori, ovattati e fragili, sono densi di luce e di aria, che accarezza le figure umane e le attraversa, fino a renderle permeabili a ciò che le circonda. Non vi sono soglie nè confini. L’immagine è risolta in un gioco di riflessi e liquefazioni che sfalda la realtà e la riduce a un piano di colore continuo, osmotico. Nata nel 1977 a Castel Goffredo, dove attualmente vive e lavora, Nadia Fanelli ha frequentato l’Istituto d’arte e la Scuola di restauro dei beni culturali di Mantova, prima di debuttare nel 2014 sulla scena milanese con la personale ‘Alchimia estetica’, organizzata dalla galleria Statuto13. Insignita nel 2018 del primo Premio Internazionale Michelangelo Buonarroti di Forte dei Marmi, ha partecipato nello stesso anno alla mostra itinerante ‘Genius’, ospitata a Palazzo Medici Riccardi a Firenze, a Palazzo Pretorio ad Anghiari e al Museo Leonardiano di Vinci. A partire da giugno 2019 alcune delle sue opere sono esposte all’interno della nuova sede dell’Università Bocconi di Milano, che a marzo dell’anno seguente le ha dedicato una mostra nell’ambito di BAG - Bocconi Art Gallery. A dicembre del 2020 si è tenuta una sua personale presso la Galleria DeniArte di Roma dal titolo ‘Le forme della memoria’.

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