Concerto di Pasqua | Stagione 16_17

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XXXVI stagione concertistica

Concerto di Pasqua

ALEXANDER LONQUICH

direttore e pianoforte


fondazione orchestra regionale toscana

Direttore generale

Marco Parri

Direttore servizi musicali

Paolo Frassinelli

Direttore comunicazione

Riccardo Basile

Ufficio sviluppo e fundraising

Elisa Bonini

Amministrazione

Simone Grifagni, Cristina Ottanelli Ufficio del personale

Andrea Gianfaldoni Segreteria

Stefania Tombelli, Tiziana Goretti, Ambra Greco Servizi tecnici Orchestra

Angelo Del Rosso

OspitalitĂ e sala Teatro Verdi

Fulvio Palmieri, Paolo Malvini Consiglio di Amministrazione

Maurizio Frittelli presidente Francesca Bardelli vice presidente Elisa Burlamacchi Nazzareno Carusi Claudio Martini Revisore Unico

Vittorio Quarta

Palcoscenico Teatro Verdi

Alfredo Ridi, Walter Sica, Carmelo Meli Sandro Russo, Alessandro Goretti Personale di sala

Lisa Baldi, Alessandra Biagiotti, Anastasiya Byshlyaha, Tommaso Cellini, Lorenzo Del Mastio, Enrico Guerrini, Chiara Giglioli, Michele Leccese, Pasquale Matarrese, Andrea Nigro, Sara Spinicchia, Mario Venneri, Giuseppe Zarcone


XXXVI stagione concertistica 16_17

direttore artistico

Giorgio Battistelli

direttore principale Daniele Rustioni direttore e compositore in residence Tan Dun direttore onorario Thomas Dausgaard

 O IC

stituzioni

oncertistiche

rchestrali


Concerto di Pasqua ALEXANDER LONQUICH direttore e pianoforte

WOLFGANG AMADEUS MOZART Concerto n.22 in mi bemolle maggiore per pianoforte e orchestra K.482 Allegro Andante Allegro

***

ANTON BRUCKNER Sinfonia n.1 in do minore WAB 101

firenze, teatro verdi

martedì 11 aprile 2017 ore 21.00 POGGIBONSI, TEATRO POLITEAMA

mercoledì 12 aprile 2017 ore 21.00 figline valdarno, teatro garibaldi

giovedì 13 aprile 2017 ore 21.15 EMPOLI, TEATRO EXCELSIOR

venerdì 14 aprile 2017 ore 21.00

Registrazioni e produzioni audio a cura di SoundStudioService

Allegro Adagio Scherzo: Schnell – Trio: Langsamer Finale: Bewegt, feurig


ALEXANDER LONQUICH

Nato a Trier, in Germania, nel 1977 ha vinto il Primo Premio al Concorso Casagrande dedicato a Schubert. Da allora ha tenuto concerti in Giappone, Stati Uniti e nei principali centri musicali europei. La sua attività lo vede impegnato con direttori d’orchestra quali Claudio Abbado, Kurt Sanderling, Ton Koopman, Emmanuel Krivine, Heinz Holliger, Marc Minkowski. Particolare in tal senso è stato il rapporto mantenuto con Sandor Vègh e la Camerata Salzburg, di cui è tuttora regolare ospite nella veste di direttore-solista. Inoltre un importante ruolo lo svolge la sua attività nell’ambito della musica da camera. Lonquich, infatti, ha avuto modo di collaborare con artisti del calibro di Christian Tetzlaff, Nicolas Altstaedt, Vilde Frang, Joshua Bell, Steven Isserlis, Heinrich Schiff, Steven Isserlis, Isabelle Faust, Carolin Widmann, Jörg Widmann, Boris Pergamenschikov, Heinz Holliger, Frank Peter Zimmermann. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti dalla critica internazionale quali il Diapason d’Or, il Premio Abbiati e il Premio Edison in Olanda. Nel 2003 ha formato, con la moglie Cristina Barbuti, un duo pianistico che si è esibito in Italia, Austria,

Svizzera, Germania, Norvegia e USA. Inoltre, nei suoi concerti appare spesso nella doppia veste di pianista e fortepianista spaziando da C. Ph. E. Bach a Schumann e Chopin del quale ha inciso, su un pianoforte Erard insieme a Philippe Herreweghe, il Concerto in fa minore per il Frederick Chopin Institute.


Nel ruolo di direttore-solista, Lonquich collabora stabilmente con l’Orchestra da Camera di Mantova - con cui in particolare ha svolto un lavoro di ricerca e approfondimento tra il 2004 e 2007 sull’integrale dei Concerti per pianoforte e orchestra di Mozart - e, tra le altre, ha lavorato con l’Orchestra della Radio di Francoforte, la Royal Philharmonic Orchestra, la Deutsche Kammerphilarmonie, la Camerata Salzburg, la Mahler Chamber Orchestra, l’Orchestre des Champs Elysées e la Filarmonica della Scala di Milano. Di particolare rilievo è stato, nella primavera 2009, il progetto con l’Orchestra Sinfonica Nazionale RAI nel quale, in cinque differenti concerti, è stata presentata l’integrale delle Sinfonie di Schubert accostate ai Concerti per pianoforte di Beethoven. Si esibisce regolarmente per l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, con la quale dalla stagione 2011/12 collabora anche come direttore-solista. Dopo aver effettuato incisioni per EMI dedicate a Mozart, Schumann e Schubert, ha avviato una collaborazione con la ECM registrando musiche del compositore israeliano Gideon Lewensohn ed un Cd di musica pianistica francese dell’inizio

del XX secolo con gli Improptus di Fauré, Gaspard de la nuit di Ravel e i Préludes di Messiaen. Recentemente ha inciso, sempre per ECM, la Kreisleriana e la Partita di Holliger e un Cd interamente dedicato a Schubert insieme a Carolin Widmann. Ai numerosi impegni concertistici, Lonquich ha affiancato negli anni un intenso lavoro in campo didattico tenendo masterclass in Europa, Stati Uniti ed Australia. Ha collaborato inoltre con l’Accademia Pianistica di Imola, l’Accademia Musicale Chigiana e la Hochschule für Musik di Colonia. A partire dal 2014 Alexander Lonquich è direttore principale dell’OTO – Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza, con la quale si esibisce durante ogni stagione anche come solista, contribuendo alla formazione dei giovani musicisti e all’ampliamento del repertorio dell’ensemble. Nella scorsa stagione è stato Artist in Residence presso la NDR Elbphilharmonie Orchester (Orchestra della Radio della Germania del Nord). Nel 2013 ha creato nella propria abitazione fiorentina, assieme alla moglie Cristina, Kantoratelier, un piccolo spazio teatrale dove le materie a lui care - psicologia, musica e teatro - vengono approfondite grazie a laboratori, seminari e concerti.


Note di sala di

Gregorio Moppi

WOLFGANG AMADEUS MOZART (Salisburgo 1756 - Vienna 1791)

Concerto n.22 in mi bemolle maggiore per pianoforte e orchestra K.482 durata: 34 minuti circa

A metà del 1781, abbandonato l’impiego nell'orchestra del principearcivescovo di Salisburgo, Wolfgang Amadeus Mozart si stabilì a Vienna dove visse da libero professionista per un decennio, fino alla morte. Rinunciando alla sicurezza economica dell'impiego a corte e trasformandosi in imprenditore di se stesso si vincolava ai gusti del pubblico e alle richieste del mercato musicale. Le occasioni lavorative andavano conquistate giorno dopo giorno: lezioni private all'alta società cittadina, ricerca di commissioni per opere strumentali e teatrali, contatti con l'editoria, organizzazione di spettacoli autopromozionali, le cosiddette «accademie» per le quali ogni volta doveva portarsi il pianoforte da casa. E i Concerti per piano erano appunto i pezzi forti di questi appuntamenti. Tra il 1782 e il 1786, periodo di composizione di Ratto dal serraglio e Nozze di Figaro, ne scrisse ben quindici. Un'enormità. Ma gli ascoltatori li adoravano e le sale si riempivano facilmente. Poi l'euforia per lui passò, forse anche perché il linguaggio della sua musica si faceva sempre più denso e com-

plesso: filosofico, come disse qualcuno. Il K.482 in mi bemolle maggiore – tonalità che, per via dei tre bemolli in chiave, richiamo esoterico alla figura geometrica del triangolo e a una certa idea di perfezione, il Mozart viennese usava legare alla sua appartenenza massonica – fu terminato il 16 dicembre 1785 ed eseguito una settimana dopo. Poiché lui stesso sedeva alla tastiera, nel manoscritto la parte pianistica, d'un virtuosismo scintillante, non sempre è annotata per intero: nell'ultimo movimento capita che abbia l'aspetto di un appunto sommario destinato a venir sviluppato durante l'esecuzione. Il K.482 è il primo dei Concerti mozartiani a introdurre in organico i clarinetti, strumenti esistenti da poco (evoluzione dell'antico «chalumeau») della cui voce il compositore si era innamorato alla follia da qualche anno, dopo averla udita nell'orchestra di corte di Mannheim. L'«Allegro» d'apertura ha un doppio volto. Quello marziale dell'incipit, con l'ostentazione di trombe e timpani e il sapore fragrante, da serenata en plein air, che subito dopo sprigionano i fiati. In più già spunta fuori


qualcosa del Figaro, testimonianza di come Mozart stesse lavorando all'opera e al Concerto nello stesso momento. L'«Andante» è un ombroso giardino di meraviglie. Gli archi, che devono suonare con la sordina, svaporano al raffronto con pianoforte e legni, veri protagonisti della pagina. Il solista maneggia un motivo che, a ogni apparizione, indossa vesti nuove pur restando sempre se stesso. Svincolati dall'atavica sudditanza agli archi, i sette fiati (flauto, coppia di clarinetti, di fagotti e di corni) si contrappongono al piano intessendo una dialettica di stampo quasi teatrale. Due momenti sono davvero memorabili: lo scambio serrato di battute tra flauto e fagotto, e il colloquio di quest'ultimo con il pianoforte, verso la fine. A chiudere il Concerto è ancora un «Allegro», sintesi lussureggiante di quanto ascoltato in precedenza, nel senso che la brillantezza digitale della tastiera si coniuga con il protagonismo di fiati capaci di umorismo, poesia o incanti timbrici. A metà la corsa degli strumenti rallenta dinanzi a un altro giardino di delizie (segnato in partitura come «Andante canta-

bile») non meno attraente di quello incontrato nel secondo tempo. Una sorpresa per il pubblico, in modo da farlo svagare prima di risospingerlo al trotto verso la conclusione festosa.


ANTON BRUCKNER (Ansfelden 1824 - Vienna 1896)

Sinfonia n.1 in do minore WAB 101 durata: 50 minuti circa

Anton Bruckner era un enigma alla sua epoca e continua a esserlo oggi, a centoventuno anni dalla morte. Ingenuo. Timidone. Provinciale piombato a Vienna senza corazza adeguata. Organista da parrocchia rurale tanto presuntuoso da voler erigere colossi sinfonici. Di solito viene dipinto così. La religiosità dai tratti quasi infantili. Il talento naïf che soltanto lentamente sa consolidarsi in mestiere sicuro, e a costo di disfatte clamorose. La singolare soggezione al giudizio degli allievi dovuta a insicurezza radicata. L'afflato epicheggiante e la tendenza all'elefantiasi delle sue creazioni per le quali raccomandava sempre ai direttori un passo più lento di quel che loro si sentivano di fare. L'inattualità della sua voce, all'apparenza sovratemporale, scoordinata dal presente, che riversa severità ed erudizione di matrice barocca nel gigantismo tardoromantico. L'infausto successo di cui godette fra i nazisti, mentre in vita era stato emarginato da pubblico e colleghi: Hitler, austriaco come lui, ne esaltava il radicamento rurale, espressione di autentico spirito ariano. Procediamo con ordine. A Bruckner,

nato nell'Alta Austria in una famiglia di maestri di scuola e organisti, il destino riservava la professione dei congiunti. Vi si adattò per anni, però anche coltivando la composizione quasi da autodidatta. Forse ambizione eccessiva, questa, se dovette scontrarsi con il dileggio di chi ne sapeva di più. Incolore il suo primo trentennio di esistenza, eppure caparbiamente votato alla musica. Ne rappresentava il baricentro l'abbazia di Sankt Florian, presso Linz, il cui organo era allora il regno di Bruckner - tanto che proprio sotto lo strumento vorrà essere sepolto. Il trantran di una quotidianità banale entro un mondo culturalmente angusto e arretrato, paternalistico, ossequioso verso l'autorità imperiale ed ecclesiastica si interruppe nel 1855 grazie all'incontro con Simon Sechter, celebre teorico che insegnava nella capitale dell'impero e che tanti anni prima aveva dato un'unica lezione di contrappunto a Schubert moribondo. Sechter, intuendone il potenziale creativo latente, prescrisse a Bruckner una cura didattica radicale: un quinquennio di soli esercizi, per ricominciare daccapo la preparazione.


Si mise a studiare sodo il maturo allievo, nel frattempo divenuto organista titolare della cattedrale di Linz, e quando nel 1861, a trentasette anni, si presentò davanti a una commissione del Conservatorio di Vienna per riceverne il diploma, uno dei maestri osservò che se lui avesse saputo la decima parte di ciò che sapeva il candidato avrebbe potuto considerarsi felice. D'improvviso gli anni Sessanta proiettarono Bruckner fuori dal suo guscio. A rivelargli la musica moderna (a lui che si era nutrito di polifonia antica e soltanto negli ultimi tempi aveva avvicinato lo stile classico) furono l'ascolto e la conoscenza diretta di Wagner, Liszt e Berlioz, trinità progressista al cui culto subito si piegò. Intanto, in sordina, cominciava l'edificazione delle sue cattedrali sinfoniche che alla fine dei conti furono ben undici: nove ufficiali (la prima, in do minore, del 1865-66; la nona avviata nel 1891 e, al momento della morte, sei anni dopo, compiuta soltanto fino al terzo tempo) e due precedenti, l'una numerata «Zero» dall’autore, l’altra, ancor più vecchia ma venuta alla luce per ultima, denominata dai

posteri «Doppio Zero». Pur ammaliato dalla musica avanzata, in realtà Bruckner abita una terra senza calendario, con orologi dalle lancette sempre ferme, nella quale liturgie ataviche si perpetuano identiche. La sua sintassi musicale manifesta un anelito all'azione di fatto inconcludente. Sembra non evolversi, se non a scatti: assomma blocchi musicali per paratassi, scosse, insistenze, dislivelli. Tuttavia in lui si rivela una volontà di potenza che brama il ciclopico e il sublime, e d'altronde ne raggiunge le cime, anche attraverso la nobilitazione di una carnalissima sensualità che fa trepidare ogni sua nota. Intrigante una pulsione del genere in un uomo che, per sua ammissione, non sfiorò mai donna; anzi una sì, ma per un bacio solo. Le discrasie nella sua estetica, la disarmonia tra l'elevatezza del pensiero e il suo aspetto goffo, i pantaloni troppo larghi e lunghi, le scarpe grosse, i fazzolettoni dai colori sgargianti, bruciavano così tanto a Bruckner da condurlo più d'una volta a crisi paranoiche. Segno che non era quel sempliciotto che si credeva. Che forse perfino lui pensava


d'essere, perlomeno finché, negli anni Settanta, le fortunate tournée organistiche in Francia, Inghilterra, Svizzera non gli diedero fiducia in sé. A Vienna però, dove dal 1868 aveva preso casa per insegnare al Conservatorio e servire come organista a corte, era in corso una guerra furibonda tra seguaci di Wagner e di Brahms, cioè tra fautori della musica descrittiva e cultori della musica assoluta. E siccome Bruckner venne ascritto d'ufficio alla prima consorteria per il suo indulgere alla megalomania misticheggiante e alla polposità orchestrale (a torto, poiché lui altro non era che un astro solitario nel firmamento della storia), patì assai i colpi dei suoi antagonisti. Di lui, Brahms scrisse: «Resta un enigma come quest'uomo, che è il più tranquillo e pacifico del mondo, quando compone diventi un anarchico che sacrifica senza pietà tutto quello che si chiama logica e chiarezza, unità della forma e tonalità. La sua musica si innalza come un’informe, infuocata colonna di fumo. Non mancano scintille geniali, anche in parti di una certa lunghezza che arbitrariamente si connettono a discorsi piatti, confusi,

sconclusionati. Ci si chiede allora se quel che risulta è un'opera d'arte». Bruckner non si scompose mai. Andò avanti tenace per la sua strada fino all'Ottava sinfonia, dedicata all'imperatore Francesco Giuseppe, e alla Nona, dedicata «al buon Dio». Come per ogni sinfonia di Bruckner pure della Prima esistono varie versioni, frutto dei ripensamenti del compositore: tutte ugualmente valide, tanto che i direttori attuali scelgono liberamente secondo il loro gusto. La stesura originaria è quella presentata a Linz il 5 maggio 1868 con l'autore sul podio: il pubblico apprezzò battendo la mani dopo ogni movimento, soprattutto sembrò entusiasta del terzo. Fra il 1877 e l'84 la partitura fu rivista qua e là, con intenzioni migliorative, dando origine a ciò che oggi chiamiamo «versione di Linz», benché ormai Bruckner vivesse a Vienna. È quella in programma stasera. Ulteriori, consistenti modifiche Bruckner effettuò nel 1891 in vista della stampa della partitura avvenuta due anni dopo – questa viene detta «versione di Vienna». L'«Allegro» della versione di Linz apre la sinfonia


a passo marziale (pare anticipare le marce tragiche e grottesche che si impossesseranno dell’orchestra di Mahler) e prende poi forma aggregando motivi di delicata voluttà a poderosi cataclismi sonori raggiunti in crescendo o capitati all'improvviso. Le effusioni espressive dell'«Adagio» tendono invece a generare movimenti a spirale che digradano verso il cielo o si dilatano, turgidi. Anche l'incipit dello Scherzo sembra preannunciare qualcosa del futuro: in questo caso i meccanismi ritmici ossessivi che saranno un segno distintivo di Šostakovič, in Urss. Tuttavia la sezione centrale, il «Trio», abbandona qualsiasi scatto automatico per cambiare aria e dirigersi fugacemente in una campagna disegnata dal vocione caldo del corno, dalla brezzolina provocata dai violini, dal cinguettio del flauto. «Bewegt, feurich», "mosso, con fuoco", è il finale, dove si mostrano lampanti i tratti tipici della scrittura bruckneriana: la costruzione a pannelli accostati, la tendenza a replicarli più e più volte, la presenza corpulenta del contrappunto barocco e la propensione a sovrapporre fasce

timbriche ben differenziate su bassi voluminosi in modo da replicare, in orchestra, il suono monumentale di un organo.


VIOLINI PRIMI

CONTRABBASSI

TROMBE

Daniele Giorgi * Paolo Gaiani ** Stefano Bianchi Gabriella Colombo Marcello D'Angelo Chiara Foletto Alessandro Giani Susanna Pasquariello

Amerigo Bernardi * Luigi Giannoni ** Adriano Piccioni

Donato De Sena * Guido Guidarelli *

FLAUTI

Alessio Brontesi * Luana Di Nardo Francesco Chisari

VIOLINI SECONDI

Chiara Morandi * Angela Asioli ** Enrico Bernini Patrizia Bettotti Francesco Di Cuonzo Marco Pistelli VIOLE

Stefano Zanobini * Caterina Cioli ** Alessandro Franconi Pier Paolo Ricci VIOLONCELLI

Luca Provenzani * Augusto Gasbarri ** Stefano Battistini Giovanni Simeone

Tromboni

Fabio Fabbrizzi * Michele Marasco * Silvia Marini OBOI

Alessio Galiazzo * Flavio Giuliani * CLARINETTI

Marco Ortolani * Francesco Negrini *

TIMPANI

Morgan M.Tortelli *

Ispettore d’orcheStra e archivista

Alfredo Vignoli

FAGOTTI

Paolo Carlini * Umberto Codecà * CORNI

Andrea Albori * Paolo Faggi * Mattia Battistini Andrea Mugnaini

* prime parti ** concertino


L’Orchestra della Toscana si è formata a Firenze nel 1980 per iniziativa della Regione Toscana, della Provincia e del Comune di Firenze. Nel 1983, durante la direzione artistica di Luciano Berio, è diventata Istituzione Concertistica Orchestrale per riconoscimento del Ministero del Turismo e dello Spettacolo. Composta da 44 musicisti, che si suddividono anche in agili formazioni cameristiche, l’Orchestra realizza le prove e i concerti, distribuiti poi in tutta la Toscana, nello storico Teatro Verdi di sua proprietà. Le esecuzioni fiorentine sono trasmesse su territorio nazionale da Radio Rai Tre e in Regione da Rete Toscana Classica. Tra barocco e musica d’oggi Interprete duttile di un ampio repertorio che dalla musica barocca arriva no ai compositori contemporanei, l’Orchestra riserva ampio spazio a Haydn, Mozart, tutto il Beethoven sinfonico, larga parte del barocco strumentale. Accanto ai grandi capolavori sinfonico-corali si aggiungono

i Lieder di Mahler, le pagine corali di Brahms, parte del sinfonismo dell’Ottocento con una posizione di privilegio per Rossini. Una precisa vocazione per il Novecento storico, insieme a una singolare sensibilità per la musica d’oggi, caratterizzano la formazione toscana nel panorama musicale italiano. Il festival “Play It! La musica fORTe dell’Italia” è il manifesto più eloquente dell’impegno dell’orchestra verso la contemporaneità, premiato nel 2014 con il XXXIII Premio della Critica Musicale “Franco Abbiati” come migliore iniziativa 2013. Ospite delle più importanti Società di Concerti italiane, si è esibita con grande successo al Teatro alla Scala di Milano, al Maggio Musicale Fiorentino, al Comunale di Bologna, al Carlo Felice di Genova, all’Auditorium del Lingotto di Torino, all’Accademia di S.Cecilia di Roma, alla Settimana Musicale Senese, al Ravenna Festival, al Rossini Opera Festival e alla Biennale di Venezia.


Numerose le sue apparizioni all’estero a partire dal 1992 tra cui: Salisburgo, Cannes, Strasburgo, New York, Edimburgo, Madrid, Hong Kong, Tokyo per la rassegna “Italia-Giappone 2001-2002”. Negli ultimi anni il concerto al Konzertsaal di Lucerna con Daniele Rustioni sul podio e Sergej Krylov al violino (maggio 2013); la doppia tappa in Germania (Münster e Hannover) con Francesco Lanzillotta e Benedetto Lupo solista al piano, nel novembre 2014, e nel giugno 2016 la trasferta in Sudamerica per una tournée di 6 concerti in Ecuador, Perù, Cile, Argentina sempre guidati dal direttore principale Rustioni. Discografia Musiche di Schubert e di Cherubini con Donato Renzetti (Europa Musica), Pierino e il lupo e L’Histoire de Babar con Paolo Poli e Alessandro Pinzauti (Caroman), Cavalleria rusticana con Bruno Bartoletti (Foné), Il barbiere di Siviglia con Gianluigi Gelmetti (EMI Classics), Omaggio a Mina e Orfeo cantando tolse di Adriano Guarnieri

con Pietro Borgonovo (Ricordi) e lo Stabat Mater di Rossini con Gianluigi Gelmetti (Agorà), Tancredi sempre con Gelmetti (Foné), Holy Sea con Butch Morris (Splasch), Richard Galliano e I Solisti dell’Ort (dreyfus), Le Congiurate di Schubert con Gérard Korsten per la regia di Denis Krief, Concertone con Stefano Bollani (Blue Label), Omaggio a Puccini con Fiorenza Cedolins (Bongiovanni), il Requiem di Mozart con Gianluigi Gelmetti. Negli ultimi anni le incisioni Le sette ultime parole del nostro Redentore in croce di Haydn, concertatore Andrea Andrea Tacchi; Play it! con musiche di Sylvano Bussotti, Carla Rebora, Riccardo Panfili per VdM Records. Lo scorso 30 settembre è uscito su etichetta Sony Classical un nuovo disco dell'ORT diretta da Daniele Rustioni e decicato alle musiche di Giorgio Federico Ghedini. A questo lavoro seguiranno altri due Cd (sempre su etichetta Sony) dedicati rispettivamente a Casella e Petrassi.


COMUNICAZIONI PER IL PUBBLICO

QUEST'ANNO SOSTIENI L'ORT: DONA IL TUO 5X1000!

Sostenere l'ORT con il 5x1000 vuol dire contribuire concretamente alla realizzazione di progetti mirati di carattere didattico, propedeutico e formativo a livello regionale. La destinazione del 5 per mille non è alternativa a quella dell'8 per mille: entrambe le scelte possono essere espresse. La procedura è semplice: basta riportare la propria firma nell'apposito riquadro dei modelli di dichiarazione dei redditi, indicando in questo caso il codice fiscale della Fondazione ORT: C.F. 01774620486. Si può donare il 5 per Mille utilizzando il modello integrativo CUD 2016, il modello 730/1 bis o il modello unico persone fisiche 2016. Aiutaci a mantenere viva l'anima e la voce dell'Orchestra!

al musart festival con bolÉro e carmina burana

Grandi concerti, visite ai tesori dell’arte fiorentina, una mostra fotografica, uno spazio dedicato ai gourmet e proposte package con cena, parcheggio e staff dedicato. Tutto in una settimana, da lunedì 17 a domenica 23 luglio, in piazza della Santissima Annunziata a Firenze per Musart Festival. Tra gli eventi della rassegna estiva, sarà presente anche l'ORT mercoledì 19 luglio ore 21.15 con due opere note della classica novecentesca: il Boléro di Maurice Ravel e i Carmina Burana di Carl Orff . Sul palco sale, insieme all'ORT, il Coro di Roma; sul podio il direttore principale, giovane e apprezzatissimo Daniele Rustioni. Biglietti a partire da 23,00 euro. Per saperne di più www.bitconcerti.it/ festival-musart-firenze.html


I prossimi appuntamenti

20 THOMAS DAUSGAARD aprile

direttore

giovedì CRISTINA ZAVALLONI ore 21.00 mezzosoprano

musiche di Sibelius, Berio, Brahms ORT in collaborazione con il Conservatorio Cherubini di Firenze e l'Istituto Franci di Siena

25

aprile

martedì ore 21.00

25 aprile in Concerto

SINFONIA da

EXPERIMENTUM MUNDI di Giorgio Battistelli con Peppe Servillo

4

MAGGIO

giovedì ore 21.00

GARRY WALKER direttore

musiche di Ibert, Mozart, Schubert


L'ORT PER I GIOVANI | YOUTH ORCHESTRA - YOUTH ORT

Il corso di formazione dell’Orchestra della Toscana è reso possibile grazie al sostegno del progetto “Sillumina - Copia privata per i giovani, per la cultura” della SIAE con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Il corso si rivolge a 10 giovani strumentisti ad arco: 4 violini, 2 viole, 2 violoncelli e 2 contrabbassi di età compresa fra i 18 e i 26 anni, di nazionalità italiana o estera purché residenti in Italia. La scadenza per l’invio della domanda di ammissione alla pre selezione, insieme al video con l’esecuzione dei brani a scelta indicati nel programma, è lunedì 8 maggio 2017, all'indirizzo di posta elettronica concorsi@orchestradellatoscana.it Il corso prevede periodi di formazione in aula e di produzione on stage fra giugno e dicembre 2017. La sede del corso è al Teatro Verdi di Firenze. Sono responsabili artistici del corso il direttore artistico Giorgio Battistelli e il direttore principale Daniele Rustioni coadiuvati da una commissione formata dalle Prime Parti degli archi dell’Orchestra della Toscana. I candidati ammessi al corso avranno la possibilità di consolidare la loro professionalità di interprete musicale attraverso un percorso di crescita personale condiviso con i Professori dell’ORT e i dirigenti della Fondazione. Scarica il bando e la domanda di ammissione su www.orchestradellatoscana.it/it/info/audizioni-e-concorsi


con il contributo di

L’ingresso è libero ad invito (fino ad esaurimento posti) L’invito può essere ritirato alla Biglietteria del Teatro Verdi (dal lun al sab 10-13 e 16-19) e scaricabile online dal sito www.orchestradellatoscana.it


PER IL PUBBLICO DELL'ORT | SCONTI E RIDUZIONI SULLE MOSTRE

mostra dell'artigianato: dal 22 aprile al 1 maggio

a palazzo strozzi la nuova mostra: bill viola

Fino al 23 luglio 2017 la Fondazione Palazzo Strozzi presenta al pubblico Bill Viola. Rinascimento elettronico, una grande mostra che celebra il maestro indiscusso della videoarte contemporanea. Con la nuova mostra si rinnova la convenzione con l'ORT: chi è in possesso di un biglietto o abbonamento ORT, presentandolo alla biglietteria di Palazzo Strozzi, avrà diritto all'ingresso ridotto per visitare la mostra; il ticket d'ingresso alla mostra offre la riduzione sui concerti dell'ORT per il cartellone 2016/17. Per saperne di più visita il sito www.palazzostrozzi.org

Anche quest’anno grazie alla convenzione con Firenze Fiera SpA tutti gli spettatori (abbonati e non) dei concerti dell'ORT al Teatro Verdi di Firenze dell’11 e/o del 20 aprile, potranno entrare all’81esima edizione della Mostra dell’Artigianato con il biglietto ridotto. Basta esibire alle biglietterie di Firenze Fiera, l’abbonamento alla stagione in corso che includa almeno uno dei due concerti, oppure il biglietto di ingresso a una delle due serate. Dal 1931 la Mostra rappresenta la prima fiera dell’artigianato certificata in Italia e da 81 anni ospita i più grandi maestri artigiani all’interno della prestigiosa Fortezza da Basso. L'offerta è valida solo nei giorni festivi e prefestivi dal 22 aprile al 1 maggio. Info su www.mostraartigianato.it


COMUNICAZIONI PER IL PUBBLICO

SITO INTERNET

Qui sono raccolte tutte le informazioni che riguardano l’Orchestra della Toscana. Trovate il calendario, le news con gli aggiornamenti, le anticipazioni, le foto gallery ed i dettagli di tutte le nostre inziative. è anche il punto di partenza per i nostri canali social (Facebook, Twitter, You Tube, Pinterest e Instagram). Si possono scaricare materiali informativi ed inviti ad iniziative speciali: www.orchestradellatoscana.it I PROGRAMMI SU ISSUU

Tutti i programmi di sala, come questo che state leggendo, vengono pubblicati con qualche giorno di anticipo sul portale Issuu a questo indirizzo: issuu.com/orchestradellatoscana Chi vuole può dunque prepararsi all’ascolto in anticipo e comodamente da casa. Il link è disponibile anche nel nostro sito internet. I programmi resteranno a disposizione del pubblico per tutta la stagione.

AUDIO SU SOUNDCLOUD

Sono disponibili sulla piattaforma di condivisione audio Soundcloud materiali che ci riguardano come le introduzioni ai concerti, gli interventi didattici e una selezione di brani dall’ultimo Play It! Ci trovate a questo indirizzo: soundcloud.com/orchestradellatoscana LE FOTO DEL CONCERTO

Sulla nostra pagina Facebook sarà possibile vedere nei prossimi giorni un’ampia galleria fotografica che documenta questo concerto. Più in generale, sul nostro sito trovate una ricca foto gallery su tutta l’attività dell’Orchestra della Toscana, realizzata da Marco Borrelli.


SOSTENENDO L’ORT SARà TUTTA UN’ALTRA MUSICA

Crediamo che la cultura rappresenti un volano di sviluppo del territorio, arricchisca la società e assicuri la crescita consapevole delle nuove generazioni. Siamo convinti che la musica possa nutrire lo spirito e il corpo, che contribuisca a far crescere le nuove generazioni attraverso un ascolto consapevole dell’affascinante mondo musicale in cui viviamo, un mondo in continua trasformazione. La nostra proposta musicale è rivolta a tutti e suggerisce una libertà di ascolto che spazia nel tempo, dal passato al presente. Lavoriamo con impegno e passione perchè siamo convinti che con una musica intelligente e bella si possa vivere meglio. Cerchiamo amici disposti a condividere il nostro lavoro, affiancandoci nel percorso e sostenendoci nella nostra visione di una città più armoniosa. Il tuo contributo potrà arricchire l’attività e i progetti di formazione e di educazione all’ascolto rivolti ai più giovani.

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MY ORT € 50,00 SOSTENITORE € 100,00 AMICO € 250,00 ELITE € 500,00 Sul sito www.orchestradellatoscana. it è possibile scoprire tutti i vantaggi riservati ai nostri sostenitori. Il proprio contributo può essere comodamente donato con bonifico bancario sul conto corrente IBAN IT 75 S061 6002 8001 0000 0010 505

E anche per le aziende che vorranno essere partner dell’ORT, saremo lieti di costruire le opportunità migliori. Inoltre destinando il 5 PER MILLE all’Orchestra della Toscana si potrà contribuire ai progetti didattici, alle iniziative scolastiche e provinciali organizzate dall’ORT: basta mettere la propria firma nell’apposito spazio della dichiarazione dei redditi riservato e riportare il codice fiscale della nostra fondazione: 01774620486 Ufficio sviluppo sviluppo@orchestradellatoscana.it


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TEATRO VERDI

Via Ghibellina, 99 - 50122 Firenze Biglietteria Via Ghibellina, 97 - 50122 Firenze orari dal lun al sab 10-13 e 16-19 festivi chiuso tel. (+39) 055 212320 fax. (+39) 055 288417 www.teatroverdionline.it info@teatroverdionline.it

IMPAGINAZIONE

Ambra Greco Foto

Cecopato Photography (copertina, 5, 6) Marco Borrelli (14, 15, 18, 22) Barbara Rigon (17) stampa

Grafiche Martinelli (Firenze)



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