Concerto di Pasqua | Stagione 2017_18

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STAGIONE CONCERTISTICA 2017 / 18

RYAN McADAMS direttore

IVANO BATTISTON fisarmonica

CONCERTO DI PASQUA


FONDAZIONE ORCHESTRA REGIONALE TOSCANA

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

UFFICIO SVILUPPO E FUNDRAISING

Maurizio Frittelli - Presidente Francesca Bardelli - Vice presidente Elisa Burlamacchi Nazzareno Carusi Claudio Martini

Elisa Bonini

REVISORE UNICO

Andrea Gianfaldoni

Vittorio Quarta

AMMINISTRAZIONE

Simone Grifagni, Cristina Ottanelli UFFICIO DEL PERSONALE

SEGRETERIA

Stefania Tombelli (dir.Generale) Tiziana Goretti (dir.Artistica) Ambra Greco (Comunicazione) DIRETTORE ARTISTICO

Giorgio Battistelli DIRETTORE PRINCIPALE

Daniele Rustioni DIRETTORE ONORARIO

Thomas Dausgaard

DIRETTORE GENERALE

Marco Parri DIRETTORE SERVIZI MUSICALI

Paolo Frassinelli DIRETTORE COMUNICAZIONE

Riccardo Basile

SERVIZI TECNICI ORCHESTRA

Angelo Del Rosso OSPITALITÀ E SALA TEATRO VERDI

Fulvio Palmieri, Paolo Malvini PALCOSCENICO TEATRO VERDI

Walter Sica, Carmelo Meli, Sandro Russo Alessandro Goretti, Sara Bonaccorso PERSONALE DI SALA

Lisa Baldi, Giovannella Berardengo Anastasiya Byshlyaha, Tommaso Cellini Lorenzo Del Mastio, Alice Guerrini Enrico Guerrini, Alessandro Iachino Michele Leccese, Pasquale Matarrese Andrea Nigro, Vieri Ulivi Valoriani Mario Venneri, Sara Vivoli


CITTÀ METROPOLITANA DI FIRENZE

XXXVII STAGIONE CONCERTISTICA 2017 - 2018 Concerto di Pasqua

con il contributo di

partner


CONCERTO DI PASQUA

RYAN MCADAMS direttore

IVANO BATTISTON fisarmonica

PRIMA PARTE

SECONDA PARTE

IGOR STRAVINSKIJ

GEORG FRIEDRICH HÄNDEL

Concerto in mi bemolle maggiore Dumbarton Oaks (1937-38)

Concerto in sol minore per organo e orchestra n.3 op.4 HWV 291

Tempo giusto | Allegretto | Con moto

Adagio | Allegro | Adagio | Allegro

ASTOR PIAZZOLLA

ALBERTO GINASTERA

Aconcagua Concerto per bandoneon, orchestra e percussioni (1979)

Variaciones concertantes op.23 per orchestra da camera

Allegro marcato | Moderato | Presto

FIGLINE VALDARNO, TEATRO GARIBALDI

sabato 24 marzo 2018 ore 21.00 CASTELFIORENTINO, TEATRO DEL POPOLO

1. Tema per Violoncello ed Arpa 2. Interludio per Corde 3. Variazione giocosa per Flauto 4. Variazione in modo di Scherzo per Clarinetto 5. Variazione drammatica per Viola 6. Variazione canonica per Oboe e Fagotto 7. Variazione ritmica per Tromba e Trombone 8. Variazione in modo di Moto perpetuo per Violino 9. Variazione pastorale per Corno 10. Interludio per Fiati 11. Ripresa del Tema per Contrabbasso 12. Variazione finale in modo di Rondo per orchestra

PIOMBINO, TEATRO METROPOLITAN

martedì 27 marzo 2018 ore 21.00 FIRENZE, TEATRO VERDI

mercoledì 28 marzo 2018 ore 21.00

lunedì 26 marzo 2018 ore 21.00

MANTOVA, TEATRO BIBIENA

concerto fiorentino trasmesso in differita da Rete Toscana Classica

Registrazioni e produzioni audio a cura di SoundStudioService

giovedì 29 marzo 2018 ore 20.45


RYAN MCADAMS Ryan McAdams si è velocemente affermato come uno dei più emozionanti e versatili direttori della sua generazione. Premiato come conduttore di musica sinfonica, lirica e contemporanea, nel febbraio 2010 ha debuttato con successo in Europa inserendosi all'interno del cartellone del Maggio Musicale Fiorentino, e nel settembre dello stesso anno è apparso per la prima volta con l'Academy of St.Martin in the Fields, Julian Rachlin e Mischa Maiscky a Dubrovnik. Il suo esordio alla Israel Philharmonic, sostituendo un indisposto Raphael Fruhbeck de Burgos, è stato definito dal Jerusalem Post "straordinario ... magistrale ... immensamente drammatico" (una registrazione live del concerto è stata rilasciata da IPO con l'etichetta Helicon Classics). Da allora è tornato alla Israel Philharmonic per ben due volte, la più recente delle quali eseguendo un ciclo di concerti con la violoncellista Alisa Weilerstein e i Carmina Burana di Orff. Partecipando al programma Fulbright (un progetto che eroga borse di studio postlaurea), ha precedentemente ricoperto il ruolo di assistente di Alan Gilbert, allora direttore principale della Royal Stockholm Philharmonic. McAdams è stato il primo beneficiario del premio Sir Georg Solti per direttori emergenti. Le ultime stagioni lo hanno visto impegnato

in ordine cronologico in una nuova produzione di Le Nozze di Figaro con la Lyric Opera of Kansas City e ospite nel cartellone della Phoenix Symphony, sul podio della Eugene Symphony in Oregon, in una tournée di concerti negli States con la Wordless Music Orchestra, nella prima mondiale dell'opera di Donnacha Dennehy, The second violinist a Galway per debuttare successivamente a Dublino, Londra e New York, e in una nuova produzione della Carmen di Bizet al Maggio Musicale Fiorentino. Di recente ha partecipato al New Music Dublin 2018 Festival con il Crash Ensemble; è stato in tour in Italia ospite dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI e del Teatro Regio di Torino in un'esecuzione in forma di concerto della Carmen in Piazza San Carlo per un pubblico di 25.000 persone; è salito sul podio della Santa Fe Symphony e la Vancouver Symphony per una serie di concerti; ha diretto il Don Giovanni con la Venture Opera di New York, ed è stato impegnato in altre collaborazioni con il Lincoln Center Jazz e la Phoenix Symphony. Ha inoltre diretto la Louisville Orchestra, Los Angeles Philharmonic, Orchestre symphonique et lyrique de Nancy, Columbus Symphony, Princeton Symphony, Saint Paul Chamber Orchestra, l'Orchestra de Chambre de Geneve, Juilliard Opera Center, Westchester


Philharmonic, New York City Opera, Talea Ensemble, New York City Ballet, Indianapolis Symphony, CityMusic Cleveland, Tanglewood Music Festival, Aspen Music Festival, New Jersey Symphony e Glimmerglass Opera. Sostenitore della musica contemporanea, è stato direttore per la celebrazione dei 103 anni di Elliott Carter alla 92nd Street Y (istituzione culturale di New York) con Fred Sherry e Nicholas Phan: un concerto che è stato definito uno dei "migliori eventi di musica classica del 2011" da Anthony Tommasini del New York Times. Recenti progetti di musica contemporanea comprendono la prima della nuova opera di Jonathan Dawe Cracked Orlando con Anthony Roth Costanzo all'Italian Academy della Columbia University e la direzione della prima mondiale di The Disintegration Loops di William Basinki con la Wordless Music Orchestra al Tempio di Dendur, all'interno del Metropolitan Museum in occasione del decimo anniversario della caduta delle Torri Gemelle, un concerto trasmesso in tutto il mondo sulla National Public Radio. Ha preso parte alla première di oltre trenta opere per la serie di concerti dei Juillard Composers al New York City Ballet, ed è stato direttore assistente nella prima esecuzione americana e nell'incisione di Doctor Atomic Symphony di John Adams con la

St. Louis Symphony. Nel 2005 e nel 2006 ha partecipato all'Aspen Music Festival come direttore accademico, studiando con David Zinman. Nominato sia da quest'ultimo che dalla Glimmerglass Opera, è diventato il primo vincitore del Premio Glimmerglass-Aspen per la direzione d'opera. Nel 2007 è stato invitato da Lorin Maazel a ricoprire la carica di direttore apprendista alla Chateauville Foundation in Virginia alla Maazel Estate, assistendo il maestro nella produzione di The rape of Lucretia. Nel 2009, invitato da James Levine al Tanglewood Festival, è stato uno dei Tanglewood's Conducting Fellows. È ritornato poi al festival per dirigere la BUTI Orchestra nell'estate del 2013. Dal 2009 al 2012 ha ricoperto la carica di direttore musicale della New York Youth Symphony, vincendo numerosi premi per una programmazione innovativa e guadagnando sempre più consenso da parte della critica. Ha conseguito un master in direzione d'orchestra alla Juillard School nel 2006 e precedentemente si è laureato in pianoforte all'Indiana University nel 2004, dove ha studiato con Karen Shaw.


IVANO BATTISTON Ha studiato fisarmonica con Salvatore di Gesualdo diplomandosi con il massimo dei voti, lode e menzione d'onore al Conservatorio di Castelfranco Veneto. Successivamente si è diplomato anche in musica corale e fagotto, approfondendo inoltre lo studio della composizione con Bruno Coltro. Dal 1978, dopo aver vinto il XXVIII Trophée Mondial de l’Accordéon, si dedica alla fisarmonica da concerto come solista e camerista. Mario Brunello lo ha voluto per incidere musiche di Sofia Gubaidulina, Luciano Berio per il concerto inaugurale della Sala Santa Cecilia al Parco della Musica di Roma e Avi Avital per il cd Between Worlds edito dalla Deutsche Grammophon. È stato ospite di prestigiose istituzioni musicali italiane e straniere in tutto il mondo. Solista alla fisarmonica si è esibito con I Solisti di Mosca, l'Orchestra della Radiotelevisione Slovena di Ljubljana, la Quad City Symphony Orchestra, l'Orchestra Filarmonica e della RAI di Torino, l'Orchestra d’Archi Italiana, la Milano Classica e i Pomeriggi Musicali, la Sinfonica di San Remo, con l'Orchestra Arturo Toscanini, l'Orchestra del Teatro Comunale di Bologna e con l'Orchestra da Camera di Krasnojarsk in occasione del festival Siberia - Italia. Ha collaborato con musicisti del calibro di

David Bellugi, Mario Brunello, Pamela Hebert, Vinko Globokar, Umberto Clerici, Vittorio Ceccanti, Alexander Lonquich, Daniela De Santis, Liana Maeran, Gabriele Cassone, Ivano Paterno, Luca Provenzani, Gabriele Ragghianti, Faye Nepon, Eugenia Amisano, Avi Avital e Enzo Caroli. Ha inciso per Belumat Editrice, Warner Fonit, Sargasso Records, Promo Music, Profil Hanssler, Velut Luna, Ema Records e Deutsche Grammophon. È titolare della cattedra di fisarmonica al Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze, ha tenuto masterclass in Italia, Germania, Finlandia, Croazia, Albania, Serbia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti, ed è autore di circa 100 composizioni.


note di sala a cura di Francesco Ermini Polacci

IGOR STRAVINSKIJ

(Oranienbaum 1882 - New York 1971)

Concerto in mi bemolle maggiore Dumbarton Oaks (1937-38) durata: 15 minuti circa

"Dumbaton Oaks" è il nome della proprietà, nella campagna del distretto di Washington, appartenuta ai coniugi Mildred e Robert Woods Bliss. Un toponimo fin da subito entrato a far parte del titolo della composizione che Stravinskij scrisse, nel 1938, per questi due ricchi mecenati americani, in risposta alla commissione di un brano che festeggiasse il loro trentesimo anniversario di matrimonio. Il 5 maggio di quello stesso anno, il Concerto venne eseguito proprio a Dumbarton Oaks, ed esattamente nella sala per la musica che i Bliss avevano fatto costruire nella loro dimora; dirigeva Nadia Boulanger, fra le personalità di spicco, come insegnante di composizione e di direzione d'orchestra, del Novecento musicale. Concepito per un organico strumentale di levigata essenzialità (flauto, clarinetto, fagotto, due corni, una piccola orchestra d'archi), il Concerto "Dumbarton Oaks" si inserisce all'interno di quel gusto e di quello stile individuati dal termine "Neoclassicismo" e che avevano avuto proprio in Stravinskij (a partire dal balletto Pulcinella, 1920) uno dei principali assertori. La deflagrazione dei linguaggi artistici canonici portata avanti dalle avanguardie e le macerie lasciate dalla Prima Guerra Mondiale avevano sollecitato il ritorno ad un nuovo ordine: il Neoclassicismo in musica significò riappropriarsi della civiltà musicale occiden-


tale dei secoli precedenti, senza sospiri nostalgici, ma in una dimensione come idealizzata, attraverso linee essenziali e una purezza timbrica prossima all'astrazione. Non stupisce allora che sia stato Johann Sebastian Bach, con la sua purezza geometrica, i suoi equilibri, il suo rigore costruttivo (tutto quel che poteva riportare a quell'esigenza di ordine ora invocato) ad offrire il modello più evidente per il Concerto Dumbarton Oaks. E sono in particolare i suoi Concerti Brandeburghesi ad essere tenuti sott'occhio da Stravinskij, che guarda a quei dialoghi e a quei rapporti sonori ma li ripropone con la sua personalissima novecentesca sensibilità: ne sorte fuori un gioco, lieve e spiritato, dal ritmo mobilissimo e spigoloso, dalle sonorità asciutte e taglienti. Il senso del divertimento anima il primo tempo, che accoglie sortite anche beffarde e stralunate; cambiano di continuo i ritmi, in un discorso portato avanti seguendo quei principi imitativi che appartengono alla forma musicale, tipicamente bachiana, della fuga. L'Allegretto si apre con un tema che si muove con curiosità guardinga, e nel quale fanno capolino il comico borbottare del fagotto e i cinguettii del flauto, che in questo movimento ha quasi un ruolo solistico. Il tempo finale ha un moto incalzante, che pare riprodurre una locomotiva in movimento.

È una marcia, dalla pulsazione insistita, che contrappone gli archi al gruppo dei fiati secondo quel gioco di contrasti tipico dei Brandeburghesi di Bach. Un breve episodio centrale è inaspettatamente caratterizzato da una leggerezza quasi lirica, ma poi quel battito iniziale riprende vita e dà impulso all'andamento meccanico della pagina fino alla sua conclusione.


ASTOR PIAZZOLLA

(Mar del Plata 1921 - Buenos Aires 1992)

Aconcagua (1979) Concerto per bandoneon, orchestra e percussioni durata: 22 minuti circa La musica dell'argentino Astor Piazzolla si è ormai giustamente conquistata il pieno gradimento del pubblico, anche in ambito concertistico: è insomma diventata quello che si dice comunemente un 'classico', grazie anche alle attenzioni che le hanno riservato i più grandi interpreti (da Milva a Grace Jones, da Gidon Kremer a Enrico Dindo) inserendola stabilmente nel loro repertorio. I motivi di un tale successo risiedono principalmente in quell'avvolgente morbidezza melodica, sempre carica di seduzione quanto venata di struggente malinconia, che connota fin dalle sue origini il tango, la tipica danza argentina che Piazzolla scelse come fondamento di gran parte delle sue composizioni. Così come la voce strumentale più autentica di quelle atmosfere si rivelò per lui essere quella del bandoneón, lo strumento prossimo alla fisarmonica e tipico della cultura musicale argentina (spesso presente negli ensemble specializzati nel tango) che Piazzolla aveva imparato a suonare fin da bambino. Quest'attenzione, che ha fedelmente accompagnato Piazzolla lungo tutto il suo cammino artistico, non deve essere tuttavia intesa come il semplice frutto di una volontà illustrativa, esclusivamente mirata alla rievocazione di atmosfere tipiche della tradizione argentina: ancor prima che una danza caratteristica, il tango per Piazzolla

si rivela un mondo espressivo, con il suo umore misterioso e malinconico, sensuale eppur mesto. E dedicarsi ad esso ha significato per l'autore rinnovare una tradizione, esaltando quei caratteri attraverso uno stile raffinato e talvolta persino complesso, ma nutrito anche da inflessioni di gusto jazz e da elementi squisitamente classici. Uno stile che afferma una sua spiccata identità culturale anche attraverso il contrappunto, arte che Piazzolla ha assimilato grazie allo studio di numerose partiture di Bach avvenuto su consiglio da Alberto Ginastera, il compositore argentino suo maestro; fu invece Nadia Boulanger, altro nome di spicco nella cultura musicale del Novecento, a spingere Piazzolla nel fare della sua cultura argentina, senza falsi pudori, il punto di forza di uno stile autentico, di un'arte comunicativa schietta. Risale alla fine del 1979 il Concerto per bandoneón e orchestra, che Piazzolla scrisse su commissione del Banco de la Provincia de Buenos Aires; lui stesso ne fu il primo esecutore, nella première del 15 dicembre di quello stesso anno, imbracciando l'amato bandoneón. Una pagina che diventò nota fin da subito con il soprannome di "Aconcagua", assegnatole dall'editore e produttore musicale Aldo Pagani: per lui, quel Concerto rappresentava il punto più alto dell'opera di


Piazzolla, e per questo era dunque assimilabile alla montagna più alta delle Ande argentine, l'Aconcagua. E in effetti, la sintesi fra uno stile ispirato dal mondo del tango, da quelle melodie suadenti e da quei ritmi carichi di abbandono, e le strutture della tradizione classica raggiunge qui una delle sue massime espressioni. Tre sono i movimenti, proprio come quelli di un tradizionale concerto, disposti oltretutto nella canonica successione di tempo veloce/tempo lento/ tempo veloce: ma liberissimo e rapsodico è il fluire delle idee e delle soluzioni in essi racchiusi. Nell'Allegro marcato iniziale, il bandoneón e l'orchestra sono fin dall'inizio strettamente avvinti l'uno all'altra; il passo di tango e il libero, iridescente eloquio del primo trova continue corrispondenze timbriche nella seconda. Il solista percorre con agilità virtuosistica le strade di un'improvvisazione che è come senza fine, si sofferma in brevi episodi dal carattere pensoso, riprende poi il dialogo ravvicinato con l'orchestra fra ripiegamenti malinconici e slanci febbrili. Tutto giocato sull'introspezione è il Moderato, aperto dal canto struggente e fatto di note lunghe intonato dal bandoneón; a quelle volute, dolenti e intense, poi frammentate in un baluginare di sonorità così caratteristiche, risponde l'orchestra con ampi archi melodici. Carico di baldanza e

vigore è il Presto conclusivo, scandito da un ritmo spigoloso e zoppicante, base per le acrobazie dalla frenesia zingaresca che compie il bandoneón; d'improvviso, però, il discorso si placa in un'amabile e rassicurante sortita dello stesso, prima che un'ossessiva e robusta scansione ritmica spinga il movimento alla sua risoluta conclusione.


GEORG FRIEDRICH HÄNDEL (Halle 1685 - Londra 1759)

Concerto in sol minore per organo e orchestra n.3 op.4 HWV 291 durata: 12 minuti circa

Autore celebre di oratori (il Messiah, primo su tutti per notorietà) e rinomato maestro in ambito operistico, Händel ha in realtà lasciato un considerevole corpus di partiture, dove accanto alle parecchie pagine di musica sacra, alle odi e alle serenate, troviamo, e in numero altrettanto consistente, le più svariate declinazioni di uno spiccato gusto strumentale: sonate per più strumenti, suites per clavicembalo, le spettacolari e celeberrime suites per orchestra Water Music e Music for the Royal Fireworks. Del gruppo fa parte anche un'altra raccolta, caratterizzata da una precisa destinazione solistica e nata per il pubblico di Londra, dove Händel si era trasferito nel 1712: quella dei Sei Concerti per organo op.4, scritti fra il 1735 e il 1736, e riuniti assieme per l'edizione a stampa del 1738. Fin dalla seconda metà del Settecento - a cominciare dallo storico-musicista Charles Burney - si è voluto individuare proprio in Händel l'inventore del concerto con organo solista, genere al quale si sarebbe ulteriormente dedicato con altre due raccolte. Era, fra l'altro, anche un modo per dare un ordine editoriale a una serie di lavori creati principalmente quasi come diversivi, piacevoli occasioni virtuosistiche offerte dallo stesso Händel per il diletto del pubblico durante gli intervalli dei suoi stessi oratori: si narra spesso di un Händel esecutore impa-

reggiabile al clavicembalo ma pure all'organo, che lui suonava incantando letteralmente le platee, forte di un rara capacità d'improvvisare alle tastiere e di un’inesauribile capacità inventiva. I suoi Concerti per organo finirono così per diventare uno dei principali motivi d'attrazione dei teatri di Londra, un evento tutt'altro che secondario rispetto agli oratori in cui venivano inseriti; se adeguatamente pubblicizzati sulle gazzette dell'epoca, potevano davvero funzionare da efficace traino promozionale per il lancio o la ripresa di un oratorio händeliano. Il Concerto n.3 in sol minore (che stasera ascoltiamo aggiornato nelle sonorità moderne della fisarmonica) venne, ad esempio, annunciato come allettante novità per una ripresa al Covent Garden, nel 1735, dell'oratorio Esther. Ad aprirlo è un Adagio, il cui carattere solenne e meditativo è, fin dall'inizio, sottolineato dall'integrazione della fisarmonica nel denso discorso, che lascia comunque spazio a diversi passi solistici del violino. L'Allegro successivo è costruito su un mosso dialogo che vede invece affermarsi la fisarmonica, protagonista di tre episodi senza accompagnamento; ad ispirarli è il motivo inizialmente esposto dall'orchestra, elaborato dal solista con la libertà del tipico gusto per l'improvvisazione. Un brevissimo Adagio dai toni severi


ALBERTO GINASTERA

(Buenos Aires 1916 - Ginevra 1983)

Variaciones concertantes op.23 per orchestra da camera durata: 24 minuti circa

porta direttamente all'Allegro conclusivo, segnato da un iniziale ritmo baldanzoso che l'orchestra passa subito al solista: ne nasce un dialogo stretto, dove la fisarmonica interviene inanellando le sue rapide rielaborazioni su quell'idea.

Alberto Ginastera è considerato una delle voci più rappresentative e genuine del nazionalismo musicale in Argentina, la sua terra d'origine. Ma il suo percorso artistico, peraltro assai articolato, non si esaurì nel prendere spunto da quei ritmi, da quei colori e da quelle melodie, venendo invece di continuo aggiornato e rimodellato da un gusto che maturò attraverso la conoscenza e l'assimilazione dei linguaggi musicali europei, anche quelli più d'avanguardia. Grazie a una borsa di studio Ginastera soggiornò negli Stati Uniti, dove studiò con Aaron Copland e iniziò a far conoscere le sue prime composizioni; al suo ritorno fondò (1948) e diresse il Conservatorio di La Plata, che lasciò per qualche anno data la sua opposizione al regime di Juan Perón. Personalità dalla sensibilità cosmopolita più spiccata rispetto all’allievo Piazzolla, fin da subito trasse ispirazione dai lavori di Bartók, Falla, Stravinskij, finendo col trasfigurare quelle iniziali suggestioni del folklore argentino in uno stile sempre più libero e talvolta di segno sperimentale, che si aprì anche alle tecniche dodecafoniche e ad altri procedimenti compositivi particolarmente innovativi. L'Europa finì col rivelarsi l'habitat culturale a lui più vicino, e fu qui che Ginastera, nel 1970, anche a seguito dell'affermarsi di nuovi regimi militari in Argentina, si trasferì


definitivamente; scelse la Svizzera, e a Ginevra avrebbe vissuto fino agli ultimi giorni. La continua trasformazione dello stile ha portato lo stesso musicista ad individuare alcuni momenti ben definiti all'interno del proprio percorso artistico: un periodo di "nazionalismo oggettivo" (dagli esordi fino al 1947), nel quale l'impronta del folklore argentino è ben marcata, uno di "nazionalismo soggettivo" (dal 1947 al 1958), che vede quella tradizione come filtrata e riplasmata, e uno definito di "neo-espressionismo", perché in fondo utilizza, ma in modo anacronistico, quei linguaggi di violenta rottura che, nella Germania dei primi venti anni del Novecento, avevano lacerato la musica, come pure le arti figurative, il teatro e il cinema. Le Variaciones concertantes op.23 appartengono al secondo periodo, essendo state composte nel 1953 su commissione della Società Amigos de la Musica di Buenos Aires; qui vennero eseguite il 2 giugno di quello stesso anno, con l'orchestra dell'associazione diretta nientemeno che da Igor Markevitch, fra le maggiori bacchette del Novecento, che della pagina fu anche uno dei dedicatari. «Queste variazioni hanno un carattere argentino di tipo soggettivo», scrive lo stesso Ginastera a proposito delle Variaciones concertantes. «Invece di usare materiale tratto dal folklore,

ho cercato di ottenere un'atmosfera tipica dell'Argentina attraverso l'uso di elementi tematici e ritmici solo miei. Il lavoro inizia con un tema originale seguito da undici variazioni, ognuna delle quali riflette il carattere distintivo dello strumento al quale è stata assegnata. Tutti gli strumenti dell'orchestra sono trattati in modo solistico. Alcune varianti sono di tipo decorativo, ornamentale o più elaborato, altre sono scritte nella maniera contemporanea di una serie di metamorfosi, che consiste nel prendere elementi del tema principale e di sviluppare da lì nuovi materiali». Dodici sezioni, che si susseguono senza soluzione di continuità, formano la struttura delle Variaciones concertantes. Il tema principale, esposto subito, ha un carattere contemplativo, misterioso: affiora al violoncello, mentre l'arpa lo introduce e lo affianca riproducendo un tipico accordo da chitarra. Il breve Interludio che segue, rarefatto e anch'esso meditativo, affida ai soli archi una sorta di funzione introduttiva. Da lì, infatti, si sviluppa una vorticosa girandola di variazioni, che chiama in causa, di volta in volta, i vari strumenti, impegnati ad esibirsi in una gara di bravura su un tessuto orchestrale sempre vitalissimo e cangiante. Ecco i briosi svolazzi del flauto, ecco la concitazione spericolata del clarinetto; poi un episodio in tempo Largo, che sfrutta le sonorità scure e


drammatiche della viola. Oboe e fagotto rielaborano di seguito il tema in un'atmosfera distesa, mentre tromba e trombone lo esaltano nei suoi aspetti squisitamente ritmici. Tocca poi al violino imporsi, con una movimentata quanto concisa rielaborazione. Distesi orizzonti, da pampas argentine, immersi in un'atmosfera pastorale, sono poi quelli evocati dal corno, su un morbido accompagnamento degli archi. La sezione dei soli fiati crea un episodio di passaggio, sommesso e di gusto arcaico, prima che il tema principale torni a risuonare: introdotto, come all'inizio, dall'arpa, ma stavolta affidato alla voce profonda e malinconica del contrabbasso. È infine l'intera orchestra a diventare protagonista, animando sfrenatamente una forma molto vicina a quella di un rondò (dove cioè si riaffaccia periodicamente un'idea principale). Il ritmo è in sostanza quello irruento del malambo, tipica danza argentina, e su quel battito carico d'energia si rincorrono il gridare di flauti e ottoni, robusti colpi di timpani, il disegno ostinato degli archi: è il prisma timbrico dell'ultima variazione, che risuona in un clima generale di eccitazione incontenibile.


VIOLINI PRIMI

CONTRABBASSI

TIMPANI

Daniele Giorgi * Paolo Gaiani ** Patrizia Bettotti Stefano Bianchi Marcello D'Angelo Chiara Foletto Alessandro Giani Marco Pistelli

Amerigo Bernardi * Luigi Giannoni **

Morgan M.Tortelli * PERCUSSIONI

FLAUTI

Fabio Fabbrizzi * Michele Marasco * Flavio Giuliani *

Chiara Morandi * Susanna Pasquariello ** Angela Asioli Damiano Babbini Gabriella Colombo Francesco Di Cuonzo

CLARINETTI

VIOLE

CORNI

Stefano Zanobini * Pier Paolo Ricci ** Caterina Cioli Alessandro Franconi

Andrea Albori * Paolo Faggi *

Luca Provenzani * Augusto Gasbarri * Matilde Michelozzi Giovanni Simeone

PIANOFORTE

Antonino Siringo *

OBOE

VIOLINI SECONDI

VIOLONCELLI

Jose Luis Carreres

ARPA

Cinzia Conte *

Marco Ortolani * Francesco Darmanin FAGOTTO

Paolo Carlini *

* prime parti ** concertino

TROMBA

William Castaldi * TROMBONE

Giorgio Bornacina *

ISPETTORE D’ORCHESTRA E ARCHIVISTA

Alfredo Vignoli


I PROSSIMI APPUNTAMENTI

LORENZA BORRANI violino e concertatore

ANTHONY ROMANIUK clavicembalo CHIARA MORANDI violino

MERCOLEDÌ

11

aprile ore 21.00

musiche di Schnittke, Haydn

GEORGE PEHLIVANIAN direttore

ALESSANDRO CARBONARE clarinetto musiche di Ives, Copland, Schubert

MARTEDÌ

17 aprile

ore 21.00


L’Orchestra della Toscana si è formata a Firenze nel 1980 per iniziativa della Regione Toscana, della Provincia e del Comune di Firenze. Nel 1983, durante la direzione artistica di Luciano Berio, è diventata Istituzione Concertistica Orchestrale per riconoscimento del Ministero del Turismo e dello Spettacolo. Composta da 44 musicisti, che si suddividono anche in agili formazioni cameristiche, l’Orchestra realizza le prove e i concerti, distribuiti poi in tutta la Toscana, nello storico Teatro Verdi di sua proprietà. Le esecuzioni fiorentine sono trasmesse su territorio nazionale da RadioRai Tre e in Regione da Rete Toscana Classica.

TRA BAROCCO E MUSICA D’OGGI Fin dagli esordi, sotto la direzione artistica di Luciano Berio, l'ORT ha avuto un occhio di riguardo per la musica del nostro tempo ed i suoi interpreti, facendone quasi una propria specializzazione; tale tradizione si è mantenuta negli anni fino a giungere al festival "Play It! La musica fORTe dell'Italia", eloquente manifesto di tale attitudine, che nel 2014 ha ricevuto il XXXIII Premio della Critica Musicale "Franco Abbiati" per la migliore iniziativa 2013. Ma già dal suo debutto nel 1980, sotto la direzione di Massimo de Bernart, la piccola Orchestra si impose per la sua versatilità e l'altissimo livello professionale che ne fecero in poco tempo una raffinata interprete del Barocco e del Classicismo come della musica del '900, con una particolare vocazione per i capolavori rossiniani ed un'attenzione alle partiture più rare e poco eseguite. Negli anni a seguire, cedendo alla tentazione di affrontare l'affascinante repertorio sinfonico destinato ad organici più nutriti (anche grazie alla collaborazione con l'OGI e gli studenti dei Conservatori della Toscana), l'ORT si è spinta oltre i confini della musica da camera, affrontando con successo i capolavori del sinfonismo romantico e tardo-romantico, da Brahms e Schumann a Čajkovskij, Mahler, Sibelius.

OSPITALITÀ & TOURNÉE Ospite delle più importanti Società di Concerti italiane, si è esibita con grande successo al Teatro alla Scala di Milano, al Maggio Musicale Fiorentino, al Comunale di Bologna, al Carlo Felice di Genova, all’Auditorium del Lingotto di Torino, all’Accademia di S.Cecilia di Roma, alla Settimana Musicale Senese, al Ravenna Festival, al Rossini Opera Festival e alla Biennale di Venezia. Numerose le sue apparizioni all’estero a partire dal 1992 tra cui: Salisburgo, Cannes,


Strasburgo, New York, Edimburgo, Madrid, Hong Kong, Tokyo per la rassegna “ItaliaGiappone 2001-2002”. Negli ultimi anni il concerto al Konzertsaal di Lucerna con Daniele Rustioni sul podio e Sergej Krylov al violino (maggio 2013); la doppia tappa in Germania (Münster e Hannover) con Francesco Lanzillotta e Benedetto Lupo solista al piano nel novembre 2014, e nel giugno 2016 la trasferta in Sudamerica per una tournée di 6 concerti in Ecuador, Perù, Cile Argentina sempre guidati dal direttore principale Rustioni, con Francesca Dego al violino.

DISCOGRAFIA Musiche di Schubert e di Cherubini con Donato Renzetti (Europa Musica), Pierino e il lupo e L’Histoire de Babar con Paolo Poli e Alessandro Pinzauti (Caroman), Cavalleria rusticana con Bruno Bartoletti (Foné), Il barbiere di Siviglia con Gianluigi Gelmetti (EMI Classics), Omaggio a Mina e Orfeo cantando tolse di Adriano Guarnieri con Pietro Borgonovo (Ricordi) e lo Stabat Mater di Rossini con Gianluigi Gelmetti (Agorà), Tancredi con Gianluigi Gelmetti (Foné), Holy Sea con Butch Morris (Splasch), Richard Galliano e I Solisti dell’Ort (dreyfus), Le Congiurate di Schubert con Gérard Korsten per la regia di Denis Krief, Concertone con Stefano Bollani (Blue Label), Omaggio a Puccini con Fiorenza Cedolins (Bongiovanni), il Requiem di Mozart con Gianluigi Gelmetti, Le sette ultime parole del nostro Redentore in croce di Haydn, concertatore Andrea Tacchi; Play it! (2011) con musiche di Sylvano Bussotti, Carla Rebora, Riccardo Panfili per VdM Records; Giorgio Federico Ghedini con Daniele Rustioni (Sony Classical 2016). Sono già stati realizzati in sala di incisione altri due cd (sempre su etichetta Sony) dedicati rispettivamente a Alfredo Casella e Goffredo Petrassi; la loro uscita è prevista nel 2018.


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DICHIARAZIONE REDDITI 2017: dona il 5 per mille all'ORT

Il 5 per mille è una misura fiscale che permette a ogni cittadino contribuente di destinare una quota dell’IRPEF (equivalente al 5x1000 dell’imposta sul reddito delle persone fisiche) a enti del terzo settore che operano in ambito, sociale, scientifico, sanitario e culturale. Quest'anno scegli di destinare il tuo 5 per mille all’ORT: è facile e veloce! Nella tua dichiarazione dei redditi (CUD, 730, UNICO) firma nell'apposito riquadro e indica il codice fiscale della Fondazione Orchestra Regionale Toscana - 01774620486. Scegli di donare il tuo 5 per mille alla Fondazione ORT: desideriamo che la nostra musica raggiunga ancora più persone e che sia utile a far crescere generazioni più attente e consapevoli.Vogliamo nutrire le persone con la cultura e tu in questo ci puoi davvero aiutare. Un piccolo gesto per te … un grande contributo per noi! Info su www.orchestradellatoscana.it

NUOVA MOSTRA A PALAZZO STROZZI: sconti pubblico ORT

Fino al 22 luglio 2018 Palazzo Strozzi ospita la mostra Nascita di una Nazione. Tra Guttuso, Fontana e Schifano: uno straordinario viaggio tra arte, politica e società nell'Italia tra gli anni Cinquanta e il periodo della contestazione del Sessantotto attraverso ottanta opere di artisti come Renato Guttuso, Lucio Fontana, Alberto Burri, Emilio Vedova, Enrico Castellani, Piero Manzoni, Mario Schifano, Mario Merz e Michelangelo Pistoletto. L’esposizione è a cura di Luca Massimo Barbero. Ricordiamo al nostro pubblico che chi è in possesso di un biglietto o abbonamento ORT, presentandolo alla biglietteria di Palazzo Strozzi, avrà diritto all'ingresso ridotto per visitare la mostra. Ugualmente coloro che presenteranno presso la biglietteria del nostro Teatro Verdi il ticket d’ingresso alla mostra, avranno diritto al biglietto ridotto per i concerti ORT della stagione 17/18. Info biglietti: tel +39 055 2645155 www.palazzostrozzi.org


L'ORT COMUNICA | CANALI SOCIAL

NUOVO SITO INTERNET

Qui sono raccolte tutte le informazioni che riguardano l’Orchestra della Toscana. Trovate il calendario, le news con gli aggiornamenti, le anticipazioni, le foto gallery ed i dettagli di tutte le nostre iniziative. È anche il punto di partenza per i nostri canali social (Facebook, Twitter, You Tube, Pinterest e Instagram). Si possono scaricare materiali ed inviti ad progetti speciali: www.orchestradellatoscana.it

AUDIO SU SOUNDCLOUD

Sono disponibili sulla piattaforma di condivisione audio Soundcloud materiali che ci riguardano come le introduzioni ai concerti, gli interventi didattici e una selezione di brani dall'edizione 2015 del festival Play It! Ci trovate a questo indirizzo: soundcloud.com/orchestradellatoscana LE FOTO DEL CONCERTO

I PROGRAMMI SU ISSUU

Tutti i programmi di sala, come questo che state leggendo, vengono pubblicati con qualche giorno di anticipo sul portale Issuu a questo indirizzo: issuu.com/orchestradellatoscana Chi vuole può dunque prepararsi all’ascolto in anticipo e comodamente da casa. Il link è disponibile anche nel nostro sito internet. I programmi resteranno a disposizione del pubblico per tutta la stagione.

Sulla nostra pagina Facebook sarà possibile vedere nei prossimi giorni un’ampia galleria fotografica che documenta questo concerto. Più in generale, sul nostro sito trovate una foto gallery su tutta l’attività dell’Orchestra della Toscana, realizzata da Marco Borrelli. Seguici su ort_insta Questi i nostri hashtag ufficiali #ORT #VerdiFirenze


SOSTIENI

CON IL TUO

5x1000 Nella dichiarazione dei redditi di quest’anno puoi destinare il tuo 5x1000 dell’IRPEF alla Fondazione ORT. Basta mettere la tua firma nell’apposito spazio della dichiarazione dei redditi riservato alle fondazioni riconosciute e riportare il nostro Codice Fiscale.

SOSTEGNO DEL VOLONTARIATO, DELLE ORGANIZZAZIONI NON LUCRATIVE DI UTILITÀ SOCIALE, DELLE ASSOCIAZIONI DI PROMOZIONE SOCIALE, DELLE ASSOCIAZIONI E FONDAZIONI. Firma Codice fiscale del beneficiario

Marco Bianchi 0 1 7 7 4 6 2 04 8 6


CONTATTI FONDAZIONE ORCHESTRA REGIONALE TOSCANA

Via Verdi, 5 - 50122 Firenze | tel. (+39) 055 2342722 - 2340710 | fax (+39) 055 2008035 www.orchestradellatoscana.it | info@orchestradellatoscana.it Presidenza Maurizio Frittelli presidenza@orchestradellatoscana.it

Ufficio del Personale Andrea Gianfaldoni ufficiopersonale@orchestradellatoscana.it

Direzione Generale Marco Parri Stefania Tombelli segreteria direzionegenerale@orchestradellatoscana.it

Amministrazione Simone Grifagni Cristina Ottanelli direzioneamministrativa@orchestradellatoscana.it

Direzione Artistica Giorgio Battistelli Paolo Frassinelli servizi musicali Tiziana Goretti segreteria direzioneartistica@orchestradellatoscana.it

Servizi Tecnici Angelo Del Rosso ufficiotecnico@orchestradellatoscana.it

Area Comunicazione Riccardo Basile Ambra Greco ortstampa@orchestradellatoscana.it Ufficio Sviluppo Elisa Bonini sviluppo@orchestradellatoscana.it

Teatro e Servizi di sala Fulvio Palmieri teatro@orchestradellatoscana.it Ispettore d'orchestra Alfredo Vignoli archiviomusicale@orchestradellatoscana.it

TEATRO VERDI Via Ghibellina, 99 - 50122 Firenze

BIGLIETTERIA

PROGETTO GRAFICO ORT Mallet Studio IMPAGINAZIONE PROGRAMMA DI SALA Ambra Greco FOTO & ILLUSTRAZIONI Lisa Mazzucco (copertina) Kristin Hoebermann (5), Werner Kmetisch (17), Marco Borrelli (19) STAMPA Grafiche Martinelli (Firenze)

Via Ghibellina, 97 - 50122 Firenze (dal lunedĂŹ al sabato 10-13 e 16-19) tel. (+39) 055 21 23 20 www.teatroverdifirenze info@teatroverdionline.it



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