Il Sicomoro di Maggio 2011

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Il PROFUMO DEL NARDO

di Sergio Negro

“...e tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento” (Gv 12,3)

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spetto la Quaresima tutto l‟anno. Forse è perché vivo un profondo bisogno di conversione e spero sempre che questo periodo “forte” possa aiutare la mia indole pigra a muovere i primi passi. Forse è anche perché la Quaresima, con il suo carattere di preparazione alla Pasqua del Signore e il conseguente appello all‟Essenziale e al Vero, costituisce un paradigma dell‟intera esistenza terrena che, a pensarci bene, può essere interpretata come un progressivo avvicinamento all‟incontro faccia a faccia con il Verbo di Dio. E allora anche quest‟anno arriva il fatidico giorno delle Ceneri che, nonostante la lunga attesa, mi trova comunque impreparato e, come sempre, in ritardo. Le parole del profeta Gioele ci ricordano di ritornare a Dio con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti. Eh sì, ora tocca fare sul serio, ORA è il momento di mettere sotto osservazione la propria vita alla luce della Parola, ORA è il momento di ridare il primato a Dio! È un programma bellissimo ed entusiasmante, ascolto con avidità l‟omelia di Padre Angelo che sottolinea l‟aspetto di profonda gioia interiore che

può e deve animare la Quaresima del cristiano… La liturgia, d‟altro canto, aiuta giorno dopo giorno in questo percorso di ritorno in se stessi alla ricerca di Dio. L‟avvio è subito da brivido: Dio stesso ci pone davanti la vita e il bene, la morte e il male... a noi la scelta! Per andare dietro a Gesù, autore della vita e sommo bene, la ricetta è semplice: basta rinnegare se stessi, prendere la propria croce ogni giorno e seguirlo. Non fai nemmeno in tempo a cominciare qualche timida pratica di ascesi finalizzata all‟accoglienza di quella Croce benedetta, che subito il profeta ti ammonisce: “Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari, angariate tutti i vostri operai. Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi e colpendo con pugni iniqui”. Mentre mi ritrovo a ragionare stancamente sulla qualità e sulla verità degli impegni quaresimali assunti, arriva come un dardo fiammeggiante la Parola di Gesù che non dà tregua alla mia subdola intenzione di rinviare le decisioni importanti: “Seguimi!”. Frugo nei versetti del Vangelo di Luca per cercare una via d‟uscita: nulla!

Periodico del Gruppo Esperienza Anno 15 - Maggio 2011

Levi, il pubblicano, lascia tutto, si alza e lo segue. Ci sarà qualcosa che attenui la violenza di questa chiamata! Sì, faccio una ricerca anche tra i sinottici, troverò una pur minima mitigazione: peggio! Mi imbatto nel testo di Marco che racconta la chiamata di Pietro, Giacomo e Giovanni e crolla un altro baluardo di cartapesta alla mia bieca resistenza: anche Pietro, sposato e presumibilmente con figli, lo segue all‟istante; dunque nemmeno le immancabili difficoltà familiari e di lavoro possono distogliere dalla sequela di Gesù. Siamo punto e accapo... complicata „sta Quaresima! “Siate santi, perché io, il Signore vostro Dio, sono santo”. Il testo del Levitico mi si staglia dinanzi come una cima impervia e coperta dalle nuvole fitte del mio peccato. Mi affido a Gesù che soccorre la mia inadeguatezza; le sue parole mi sollecitano ad aprirmi all‟azione della Grazia: “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto”. Ripeto con gli occhi gonfi di lacrime le parole del Salmo “Dal profondo a te grido, o Signore; ascolta la mia voce”! I giorni passano e sento che un abisso mi separa dalla santità. CONTINUA A PAG. 2

Parrocchia S. Teresa di Gesù Bambino Via Eduardo Nicolardi - Napoli


Il Sicomoro - Maggio 2011 CONTINUA DA PAG. 1 “Il profumo del nardo” di Sergio Negro Ma la Quaresima è anche tempo di Misericordia, e quando comincia a serpeggiare dentro di me un vago senso di scoraggiamento, la Parola mi sostiene affermando che se anche i miei peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. E proprio in tale circostanza mi rendo conto di essere ricaduto, ancora una volta, nel solito errore: ho confidato solo e unicamente nell‟uomo; ho dimenticato l‟Essenziale e il Vero che pure mi ero ripromesso di cercare. Ho confidato solo in me stesso; ho pensato che fosse sufficiente passare da un esame di cos c ienza all‟altro; legger e le “istruzioni” spirituali contenute nella Parola, applicarle pedissequamente e basta. No, no! Restando centrato su me stesso scopro con dolore di andare inesorabilmente a sbattere contro il muro di gomma della mia accidia e delle cattive abitudini. Ho cominciato il cammino quaresimale con l‟intento di decidermi per Gesù, veramente, e mi accorgo di averLo subdolamente messo da parte, dando per scontato ciò che scontato non è: un cammino cristiano anche serio e profondo - può cadere nel paradosso di essere fatto senza Domenica 1 maggio 2011

Cristo, con il solo scopo di compiacere se stessi e godere dei complimenti e delle carezze di chi ci vive affianco. Forse è per questo che la liturgia, dapprima in maniera più sfumata, poi via via che si procede verso la Pasqua con maggiore intensità, non si sofferma più tanto sulla condizione dell‟uomo nei confronti di Dio, sui suoi continui tradimenti, ma riporta lo sguardo su Dio solo, attraverso l‟agire di Gesù. Cerco ancora nella liturgia del giorno una qualche indicazione, un suggerimento per le mie piccole vicende quotidiane, e invece la Parola mi esorta ad unirmi alle folle che si stupiscono nel vedere Gesù che libera dai demoni e fa ritornare ad una vita piena di senso. “Vuoi guarire?” è l‟interrogativo che Egli mi rivolge con la solita nettezza e decisione. Voglio davvero guarire o preferisco rimanere nella mia mediocrità? “Ma costui che mi interpella di dov’è? È davvero il Profeta che attendiamo?” È lui il Cristo, proprio Lui che afferma solennemente “Prima che Abramo fosse, Io Sono”? Guardare a Gesù, cercare il suo volto, ascoltarlo, lodarlo e adorarlo, questa la “ricetta” di sempre per fare Pasqua insieme a Lui. Ogni proposito, ogni intenzione che non parta da Lui e a Lui ritorni, miseramente fallisce.

Pag. 2 Osservo Maria di Betania cospargere i Suoi piedi di nardo, poi asciugarglieli con i suoi capelli, mentre tutta la casa si riempie dell‟aroma di quel profumo. Nulla di più inutile, nulla di più distante dalle logiche del mondo, nulla di più sbagliato anche per l‟ “homo religiosus” che ad ogni azione pretende un contraccambio da parte della divinità. E quello stesso profumo viene cosparso sulle nostre mani alla vigilia della Settimana Santa, mentre Fabrizio ci aiuta a meditare

sulla Passione di Gesù. Io come Lui, chiamato a riempire dell‟aroma di nardo ogni casa? Sì, io come Lui chiamato a vivere fino in fondo la Pasqua come Lui l‟ha vissuta: dal dono totale di sé alla speranza certa dell‟azione del Padre che ridona la vita. È la follia dell‟Incarnazione, è la follia di un Dio che non smette di affidarsi alla sua creatura, ribelle e amata.

figli, membra vive del Corpo mistico di

“...con la Nostra Autorità Apostolica concediamo che il Venerabile Servo di Cristo, templi luminosi dello Spirito Dio Giovanni Paolo II, papa, d'ora in poi sia chiamato Beato e che si possa celebrare la sua festa nei luoghi e secondo le regole stabilite dal diritto, ogni dell'Amore. Ci chiama ad essere «suoi»: vuole che tutti siano santi. anno il 22 ottobre” (Benedetto XVI)

Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo.

Abbiate la santa ambizione di essere santi, come Egli è santo! Con Cristo la santità - progetto divino per ogni battezzato - diventa realizzabile. Contate su di Lui; credete alla forza invincibile del Vangelo e ponete la fede a fondamento della vostra speranza. Gesù cammina con voi, vi rinnova il cuore e vi irrobustisce con il vigore del suo Spirito”.

Sappiate elevarvi ad un atteggiamento di contemplazione. Contemplate e riflettete! Iddio ci ha creato per (Beato Giovanni Paolo II) condividere la sua stessa vita; ci chiama ad http://www.giovannipaoloii.va/it/ (GPII - Una vita in immagini) essere suoi


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La Pasqua dei rapporti umani... Amico o fratello?

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er ogni uomo che s‟impegna a vivere il proprio quotidiano alla maniera di Cristo, arriva sempre un momento in cui ci si ritrova a fare il confronto tra i rapporti che si instaurano con le persone nel corso della vita, rispetto a quelli che sono frutto della condivisione di un cammino di Fede, molti dei quali probabilmente - se non fossero capitati in quel preciso momento e in quel luogo della vita, mai avremmo scelto di coltivare. Negli ultimi anni noto che di motivi per i quali farei meglio a non frequentare questa o quell‟altra persona ce ne sono sempre di nuovi, e tutti “umanamente legittimi”. Siamo diversi gli uni dagli altri, ognuno di noi ha esigenze forti e specifiche che in un modo o nell‟altro deve comunque soddisfare e che ci portano inevitabilmente a scontrar-

ci con gli altri; la sensazione di impotenza che provo quando nonostante le migliori intenzioni e tutta la forza di volontà le cose continuano ad andare male, nella mia vita di oggi, è trasformata da Dio in gioia …. ebbene si, gioia! Perché capisco che anche se scelgo da solo gli amici con i quali dividere la mia vita, a causa della “fragilità umana” c‟è sempre qualcosa che mi potrà portare ad allontanarmi da essi: tutto ciò tuttavia mi riporta nuovamente e costantemente a Lui! Perciò, che condivida o meno con essi un cammino di fede, che li voglia o meno presenti nella mia vita, forse gli amici non devo scegliermeli, ma devo invece conoscerli, starci insieme e dividere i dolori; capire cosa ci divide e cosa ci unisce; capire che possiamo vicendevolmente mostrarci ciò che teniamo nascosto

Fino ad oggi – anche nella nostra era di comunicazioni ultratecnologiche – la fede dei cristiani si basa su quell’annuncio, sulla testimonianza di quelle sorelle e di quei fratelli che hanno visto prima il masso rovesciato e la tomba vuota, poi i misteriosi messaggeri i quali attestavano che Gesù, il Crocifisso, era risorto; quindi Lui stesso, il Maestro e Signore, vivo e tangibile, apparso a Maria di Magdala, ai due discepoli di Emmaus, infine a tutti gli undici, riuniti nel Cenacolo. La risurrezione di Cristo non è il frutto di una speculazione, di un’esperienza mistica: è un

Tempo di gioia, tempo di rinascita

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asqua tempo di Resurrezione, tempo di dolore ma anche tempo di gioia; gioia di una nascita a nuova vita, vita di salvati. La Pasqua la associo alla primavera: la natura si risveglia e rinasce, noi cristiani a Pasqua prendiamo la consapevolezza che il Cristo Signore dice a ciascuno: “Svegliati e vai! Vai a dire al mondo quel che ho fatto, va a dire al mondo che quel che ho fatto l‟ho fatto per loro perché li AMO!” Ecco perché per me la Pasqua è tempo di Gioia.

di Marco Ironico in fondo al nostro cuore; perdonarli affinché possano anche loro perdonare me. Tutto ciò sicuramente non è cosa semplice, ma sento che questa è l‟unica via possibile… ed è forse per queste cose che in Parrocchia alcuni li udiamo chiamarsi “fratelli”. Qualunque sia la definizione, secondo me l‟importante è rendersi conto che siamo, nella fede, uomini fortunati. E lo capisco davvero quando penso che se non “avessi avuto Dio” di fronte a quella fragilità avrei provato solo un immensa tristezza, e chissà quali scudi o convinzioni negative avrei sviluppato nella mia vita; per questo oggi sono felice che ci sia Lui nel mio rapporto con l‟altro, perché se dipendesse da me le variabili sarebbero tante, forse troppe… con Lui invece una sola!

avvenimento, che certamente oltrepassa la storia, ma che avviene in un momento preciso della storia e lascia in essa un’impronta indelebile. Come i raggi del sole, a primavera, fanno spuntare e schiudere le gemme sui rami degli alberi, così l’irradiazione che promana dalla Risurrezione di Cristo dà forza e significato ad ogni speranza umana, ad ogni attesa, desiderio, progetto. Per questo il cosmo intero oggi gioisce, coinvolto nella primavera dell’umanità, che si fa interprete del muto inno di lode del creato.

(Messaggio di Pasqua di Benedetto XVI)

In fondo quando sentiamo che qualcuno ci ama non siamo felici? Quindi, a maggior ragione, non possiamo non esserlo pensando che Cristo ci AMA come mai nessun uomo ci amerà mai. Con questa consapevolezza vivo la Pasqua nella mia Comunità, che è sempre in fermento nel preparare tutte le celebrazioni della Settimana Santa: si curano tutti i particolari, si cerca di entrare a pieno rivivendo quel che Gesù ha vissuto, il mercoledì santo con la Cena Ebraica; il Giovedì Santo con l‟ultima cena, il Venerdì, caratterizzato, per quanto mi riguarda, da quel rumore di chiodi che mi entra nella testa e mi trafigge il cuore, ed ogni volta mi ripeto

La mia Pasqua

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di Lorenza Esposito che anche quel rumore ha il suo perché. La morte, il silenzio, il vuoto, pensare che da quel momento e fino al sabato siamo soli forse come non lo siamo mai...soli ma mai abbandonati. La Sua discesa agli inferi, i nostri peccati su di Lui, ma - ecco - una nuova alba sorge... sorge più splendente che mai: è Domenica; è la Resurrezione, gioia nei cuori, sui volti…. Alleluia Cristo è Risorto, Cristo è tra noi, con noi per sempre. Ecco la mia Pasqua, forse un po‟ cervellotica, piena di parole, ma ricca di emozioni, di quelle che solo l‟incontro con Dio sa donare.


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Dalla bocca dei bambini e dei lattanti hai ricevuto lode! Sal 8,2 Una giornata con i Monaci, in compagnia del “Padre Misericordioso” Sabato 9 Aprile 2011 - Un folto gruppo spezzata loro da Gianpiero - con l’aiuto si è conclusa con la celedi bambini e ragazzi della Parrocchia di delle più moderne (!) tecnologie audio- brazione della RiconciliaSanta Teresa di Gesù Bambino - e in visive e di molti segni e gesti altamente zione per i ragazzi, e con più, qualche “coraggioso” adulto che li esplicativi - è stata quella della Parabo- tanta festa, amicizia e ha accompagnati nel tragitto - hanno la del Padre Misericordioso che l’evan- gioiosa

confusione

per

trascorso la mattinata in compagnia gelista Luca riporta al Cap. 15 (vv 11- tutti...adulti compresi! della Parola, guidati da P. Gianpiero 31). I ragazzi sono stati poi suddivisi in A tutti, il ricordo della giornata: un Tavolaro e dal no- due sottogruppi per poter lavorare anfora contenente un piccolo drappo stro Paolo

seminarista personalmente su quanto ascoltato ed bianco, da mantenere con cura limpido Flagiello.

La esprimere ciò che il loro cuore e la Pa- e candido! A voi, queste meditazioni….

Parola che è stata rola di Dio suggeriva loro. La giornata

U

n ritiro è come un incontro con Gesù, oltre a scherzare e divertirti hai la possibilità di entrare in un luogo sacro: la Chiesa oppure in una Cappellina, basta che ci sia il Signore, perché è proprio questo che rende il luogo magico. Dopo aver fatto un ritiro ti sembra di camminare sulle nuvole e tenere la mano a Gesù, ti senti più gentile, generosa ed il tuo cuore sorride alla luce. Non biso-

“V

oce di uno che grida nel deserto: preparate la via del signore, raddrizzate i suoi sentieri”. Questa è una delle tante prediche di Giovanni Battista al popolo della Giudea: Lui dice di raddrizzare le molteplici vie del Signore che noi percorriamo per raggiungere obiettivi da noi desiderati, a fin di bene, ma che roviniamo con i nostri peccati che compiamo in continuazione. Questa è la dimostrazione che noi non sappiamo mai quello che facciamo, non ce ne rendiamo conto e non ragioniamo sulle nostre azioni dato che, da buoni fedeli, sappiamo precisamente la netta distinzione tra bene e male. È la presunzione l'artefice di tutti i nostri peccati: siamo noi quindi che ci facciamo beffa della mano di Dio commettendo un peccato, perché mai nes-

gna prenderlo come uno di quei lavori impegnativi, tipo andare da un posto all‟altro in macchina in una giornata di sole oppure, per noi bambini, alzarsi presto per andare a scuola e stancarti a scrivere temi lunghi dieci fogli. Quando vai a fare un ritiro ti senti più leggera e la felicità ti opprime, ma in un senso dolce e affettuoso. Abbiamo parlato soprattutto della parabola del Padre Misericordioso che mi ha fatto capire che i soldi non fanno la felicità e che quando commetti un peccato è come se il tuo cuore diventasse buio e non te ne accorgi. Però quando ti confessi al Signore ti senti più leggera, perché è come se ti fossi liberata di un sasso pesante che tenevi addosso. Questo Ritiro mi ha fatto pensare ai miei peccati ed alla felicità di quando li confessi. È stata un‟esperienza magica che mi ha fatto provare un sentimento forte e spero di rifarlo al più presto.

di Gaia Iannotti

suno di essi dovrebbe esser compiuto. Certo, si presume che errare sia umano, ma questo fino a un certo punto, perché siamo noi che decidiamo di commettere un peccato, perché è naturale pensare e ragionare prima di svolgere un'azione, un movimento, un pensiero; il nostro ragionare sulle azioni ci permette di non fermarci, perché istintivamente spesso e volentieri ragioniamo anche sul valore delle conseguenze di determinate azioni, un valore che inizialmente sembra di una grandezza minima, e solo dopo ci rendiamo conto che acquista un valore più grande di quanto noi immaginiamo. È per questo che poi ci sentiamo in colpa, e vorremmo tornare indietro.

di Francesco Russo

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Ritiro “L'Eucarestia”

ritiro sull‟Eucaristia se ne sarebbe parlato direttamente Affidarsi a Lui nel 2012!Eppure Bagnoregio, 25-27 Febbraio 2011 dentro di me c‟era una piccola vocina “Io sono il pane che dà la vita…il pane che mi spingeva a partecipavenuto dal cielo…Il pane che io gli darò è re...finché una sera, confidando il mio corpo…chi mangia il mio corpo… ad una sorella questo mio piccolo rimane unito a me e io in lui.” tormento, lei mi disse: «Eugenio, Cari fratelli, sono Eugenio ed ho Gesù ti chiama a compiere un partecipato alla 37° Esperienza. atto di totale affidamento in Lui». Mi ritrovo a scrivere per darvi la Da qual momento entro in “crisi”! mia testimonianza sul ritiro Il giorno della partenza ero pronto “L‟Eucarestia” che si è tenuto nel fin dall‟alba: alle 7.00 ero di fronte mese di Febbraio. È la prima vol- alla Chiesa di S. Teresa di Gesù ta che scrivo una mia testimo- Bambino! nianza, ma sono felice di condivi- Dentro ero molto ansioso, turba-

dere con voi le emozioni provate durante il Ritiro. Come ben sapete le date disponibili per questo Ritiro erano l‟ultimo week-end di Febbraio e il primo di Aprile. Purtroppo, per impegni già presi, ad Aprile non avrei potuto partecipare; rimaneva pertanto da pensarci per la data di Febbraio! Bè...dovevo pensarci bene, poiché il martedì successivo al rientro dal Ritiro avevo il mio primo esame per la Specialistica! Era da qualche giorno che maturava in me l‟idea di “appendere” anche la data di Febbraio...per il

to, certo che stessi sbagliando tutto e che era meglio se fossi rimasto a casa a studiare! Non appena giunti al Duomo di Orvieto, Gesù compie un primo gesto d‟amore per me: durante la Comunione, Fabrizio mi chiama a distribuire il Corpo di Cristo ai miei fratelli! È stato un momento bellissimo, quasi indescrivibile, e cosi ha inizio il mio Ritiro. Sono stati giorni dove Fabrizio e Gianpiero con le loro meditazioni hanno colmato tanti miei dubbi, ma il punto più alto della giornata era quando la sera ci riunivamo intorno a Gesù Eucarestia: in

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di Eugenio Barberis quei momenti di preghiera tante cose ho chiesto; ho presentato a Gesù tutte le persone che si erano affidate alle mie preghiere, ma non ho mai pregato per il mio esame! Ho preferito non farlo, ma nello stesso tempo ho posto la mia vita nelle Sue mani, fidandomi di Lui, sperimentando di quanto sia grande il Suo amore. E cosi velocemente giungono a termine i giorni del Ritiro. Sono tornato a casa carico di Amore e Gioia, ricevuti durante la preghiera e da tutti i miei fratelli e sorelle: abbiamo condiviso tanti bei momenti, dimenticandomi quasi che di lì a un giorno avrei dovuto sostenere l‟esame. Ebbene giunge anche quel giorno; una mia collega mi chiede: «Ma devi sostenere anche tu l’esame?» Ed io le rispondo: «Certo». Lei replica: «Beh, hai un viso cosi sereno e tranquillo che quasi non si direbbe!». Fratelli vi ho raccontato tutto ciò per annunciarvi che questo è stato il mio primo passo di affidamento a Lui e non ne sono rimasto deluso perché l‟esame è andato bene! Credetemi! Dopo il Ritiro non mi importava più l‟esito dell‟esame: la cosa più importante è che spesso alzavo gli occhi al cielo per cercarLo per poi scoprire che Lui era dentro me aspettando il mio SI per fare del mio cuore la Sua dimora, per colmarlo di gioia e trasformare la mia vita donandomi tutto il Suo Amore misericordioso. Concludo questa mia testimonianza con alcune parole che scrissi in preghiera qualche tempo fa: “Lunga la strada, in salita, ma la Speranza vince la morte; grazie al Tuo immenso amore una strada nuova aprirai, illuminando il mio cammino per giungere a Te…Gesù per l’eternità!” Vi abbraccio. Uniti nella preghiera. Vostro fratello in Cristo.


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Ritiro “L'Eucarestia”

“Che faccio? … Ma chi io? Nessuno si muove La testa e la coda di un Ritiro… allora … allora ho capito bene! Pasquale sono Bagnoregio,1-3 Aprile 2011 io!”. Mi avvicino all’altare Cari fratelli, come raccontarvi le emo- e ricevo tra le mani la pisside con il zioni dei tre giorni di ritiro sull‟Eucari- corpo di Cristo, a stento trattengo le stia?! E come racchiudere la gran- lacrime. “Che onore! Il Signore usa le dezza appresa in queste poche ri- mie mani sporche di peccato, indeghe?!…mi sembra impossibile! Desi- gne, per far arrivare se stesso agli dero perciò raccontarvi due soli par- altri!”. Dentro mi sentivo tremare tutto ticolari, che sono la Testa e la Coda tutto tutto (come ci ha insegnato Fadel mio personale ritiro. brizio, per gli Ebrei ripetere tre volte La testa: Venerdì 01/04/2011, ore equivale a dire il massimo)! 12:00, Duomo di Orvieto. Iniziamo la Che bello vedere i fratelli che si avviprima celebrazione prevista. Tutto cinano uno ad uno per ricevere l‟Eutranquillo. Ero seduto in fondo all‟ulti- caristia! Che emozione!!! ma panca, all‟improvviso Fabrizio mi Mi è sembrata una cosa irripetibile, chiama per distribuire l‟Eucaristia ai una cosa che solo una volta nella fratelli. Un attimo di indecisione: vita mi poteva succedere; ho cercato di controllare ogni movimento, di essere attento a tutto: il Signore mi aveva chiamato a fare una cosa irripetibile e volevo farla per bene! Poi, dopo la celebrazione, ci spostiamo a Bagnoregio, entriamo nel CONTINUA DA PAG. 4 Articolo sulla “Giornata di Ritiro dei ragazzi” di Francesco Russo

Noi solo in quel momento ci rendiamo conto di aver fatto un uso scorretto delle tante vie di Dio, che Lui offre e noi siamo liberi di seguire, ma non di distorcere! C'è chi crede e chi non crede in Dio, ma nonostante ciò, Lui è sempre presente nella vita di tutti. È quindi una presenza fondamentale nella nostra vita; è per questo che ci perdona sempre e ci offre sempre nuove opportunità per migliorare il nostro credo. È proprio per questo che esiste il Sacramento della “Confessione”. Nel corso dei secoli la Chiesa cattolica si è andata modificando, fino ad ottenere quello che oggi noi vediamo. Siamo nel 2011 e noi vediamo il Papa che celebra la Messa. Eravamo nel 1500 e vedevamo il

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di Pasquale Martinelli vivo del Ritiro e le emozioni si susseguono. Quello che conoscevo sull‟Eucaristia mi è sembrato niente a confronto di ciò che ci è stato detto, e tutto era bello bello bello! Non vi racconto nulla più, ma solo dell‟ultima celebrazione...della coda: nel momento dell‟Eucaristia (che non ho distribuito io!), ho capito una cosa, per me importante ma che per altri può sembrare ovvia. Ho capito che quel gesto che mi sembrava unico distribuire l‟Eucaristia - posso ripeterlo sempre: ogni volta che la ricevo dalle mani del Sacerdote sono poi chiamato a distribuirla agli altri tramite le mie azioni, il mio comportamento, la mia testimonianza, il mio essere cristiano. Ricevere l‟Eucaristia è essere chiamati a divenire Discepoli, ad essere alimentati dall‟ Amore per dare amore. Senza questa predisposizione, senza questo apprendimento, nulla ha senso! Infine, riassumendo, ho capito che la Chiesa è un manicomio! E il più pazzo di tutti è Gesù, il più pazzo d‟Amore! E noi cristiani dobbiamo essere pazzi d‟amore per comprendere a fondo il suo insegnamento. Cari fratelli, vi voglio bene bene bene (ormai c‟ho preso gusto!!!)

Papa che vendeva le indulgenze: infatti Papa Leone X vendeva quella che veniva chiamata Indulgenza plenaria, l'assoluzione cioè di tutti i peccati in cambio di denaro (utile per completare la Basilica di S. Pietro). Ciò è alquanto ridicolo perché alla Chiesa cattolica non interessava né il popolo né i peccati! Possiamo immaginare dunque il popolo di allora, privato di ogni privilegio. Diciamoci la verità, sotto questo aspetto siamo molto fortunati, perché possiamo avere la soddisfazione di uscire dalla Chiesa e respirare a pieni polmoni, puliti di tutti i peccati! E poi, essendo ormai un popolo con i paraocchi, un popolo che non riesce più a vedere l'aspetto positivo delle cose, non riesce più a vedere la mano di Dio ma solo quella dell'uomo, la felicità più bella è uscire e poter dire liberamente che Dio è grande.


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CRISTO E' RISORTO, VERAMENTE E' RISORTO di Lella Cava Pasqua, gioia e cuore della nostra fede

La Pasqua del Signore è per noi cristiani un momento importante e forte. Un momento di vera comunione. "Pasqua", anno di grazia 2011 il Signore ha voluto manifestare il Suo Amore per noi. La Sua Resurrezione dobbiamo viverla ogni giorno, dev'essere per noi un segno indelebile che ci deve aiutare sempre per vivere una vita bella, buona e felice. Noi fermamente crediamo e fermamente speriamo che come Cristo è veramente risorto dai morti e vive per sempre, così pure i giusti, dopo la morte, vivranno per sempre con Cristo risorto che li risusciterà nell'ultimo giorno. Vivere la Sua resurrezione con i fratelli è vivere pienamente il Suo gesto d'amore. Gesù si è chinato per Amore lasciando il Suo esempio affinché anche noi, CHIESA, possiamo chinarci per il Suo Amore. La resurrezione di Nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo è la festa più grande e più gloriosa dell'intero anno liturgico. Per noi credenti e noi comunità,

la Pasqua è gioia e cuore della nostra fede. Bisogna credere fermamente che il corpo di Gesù, distrutto dalla crocifissione oggi rivive, ritorna alla vita...risuscita! Insieme con i miei fratelli abbiamo vissuto un giorno nuovo il giorno della LUCE. È il giorno della vita sulla morte; della vittoria dell'amore sulla morte e nessuno può vivere questo giorno nella tristezza, come nessuno può vivere la Croce nella sfiducia e non essere accolto tra le braccia del Padre. Noi cristiani non siamo e non dobbiamo essere tristi, dobbiamo sentirci sempre amati. Ho vissuto momenti di preghiera molto forti. La Sua Passione l'ho sentita nel mio cuore fino a vivere la Sua resurrezione con tutta me stessa. Cristo è risuscitato dai morti per TUTTI! Fratelli miei, oggi la luce e la gioia del Cristo risorto è entrata nei nostri cuori e niente e nessuno potrà rapircela...ALLELUIA, CRISTO È RISORTO. È RISORTO IN VERITA‟.

Ma è la Pasqua del Signore o cos’altro? Anche la Pasqua ha il suo Lato B «E’ venerdì santo, le scuole hanno chiuso 2 giorni fa, oggi si finisce di lavorare e si parte, meno che in passato anche se le cifre previste sono di tutto rispetto: 10 milioni sono quelli che passeranno almeno una notte fuori casa e altri 20 sono quelli che vogliono partire ma non possono, soprattutto per motivi economici. Qualche partenza in più la si deve alla perdita dei ponti del 25 aprile e del 1 maggio. Molti andranno al mare perché quest’anno la Pasqua capita “alta”». A Radio1, il giorno della Passione di Cristo, si introducevano più o meno così racconti, consigli e curiosità sulle destinazioni pasquali. E pensare che questa è la Radio più “cattolica” fra quelle generaliste. La trasmissione è quella più seguita, Radio anch’io, e vorrei condividere con voi le riflessioni che ho fatto dopo averla ascoltata. Mi ero svegliato dopo 2 giorni particolar-

mente ricchi, nell‟attesa della Passione e della Pasqua. Quella mattina ero prima passato in Parrocchia e poi in ufficio. Come al solito, ascoltavo la radio in auto. Pensavo ai fratelli restati fino alle 7.00 del mattino, e strideva nelle mie orecchie la leggerezza con la quale si parlava di vacanze alle Mauritius mentre io ancora mi gustavo la gioia di aver rivisto Maurizio. Mi lasciavo cullare e, nel risveglio non ancora completo, subivo la filosofia di chi diceva che le trasmissioni televisive turistiche sono uno strumento di compensazione del desiderio di vacanza, e chi sottolineava l‟importanza dell‟approccio psicologico al consumo dei servizi turistici. Un allarmato clacson mi rimetteva in corsia mentre ondeggiavo ed ascoltavo gli interventi dei radioascoltatori. Luca da Piacenza, Luca da Bologna e Giovanni da Ancona. Chissà se cono-

di Luigi Pagliara

scono cos‟hanno fatto i Santi da cui hanno preso i loro nomi. Poi esperti e politici a snocciolare cifre e a dissertare sulle presenze estere e sulla ripresa dell‟industria turistica, sul peso del brand religioso nell‟economia di Roma. Qualcuno partiva per andare a Milwaukee a fare la foto con Fonzie ed il conduttore ridacchiava mettendolo in guardia sui consumi di birra. Dopo 30 minuti di trasmissione un ascoltatore, educato, prima dell‟intervento augura al conduttore buona Pasqua ed il conduttore, altrettanto educatamente, ricambia ed estende a tutti gli ascoltatori. Alé: non poteva mancare l‟ipocrita tiritera degli auguri! Ma auguri di cosa? Parlano di viaggi e vacanze nei giorni di Pasqua, e si augurano buona Pasqua? Ma auguratevi buon viaggio o buone vacanze!! Almeno, in questo caso, sapete cosa vi state augurando. CONTINUA A PAG. 8

“...spero che il Cristo mi dia la grazia per l’ultimo passaggio, cioè la (mia) Pasqua. Spero anche che la renda utile per questa più importante causa alla quale cerco di servire: la salvezza degli uomini…” (24 febbraio 1980 - Beato Giovanni Paolo II)


Il Sicomoro - Maggio 2011 CONTINUA DA PAG. 7 “Ma è la Pasqua del Signore o cos’altro?” di Luigi Pagliara Dopo questi auguri (che sono come un riflesso condizionato del ginocchio quando lo colpisci con un martelletto), subito si rimettono a riparlare degli aspetti problematici e delle politiche industriali sul turismo. Un‟ascoltatrice del nord, mentre aziona il solito martelletto e augura al conduttore una Pasqua “tutta relax e serenità”, si chiede se il flusso migratorio dalle coste africane possa costituire un problema per l‟industria del turismo del sud Italia. E vai!!! Ci mancava solo questa, proprio la mattina del Venerdì santo. Finisce la trasmissione e la sera, nella pausa fra la celebrazione ed il momento di preghiera, nei 5 minuti di divano mi imbatto nella valletta di Enrico Papi che augura un “Buona Pasqua e, mi raccomando, mangiate tante uova di cioccolata..gnam…gnam…”. Vabbè, ma perché ho acceso? Me la sono voluta. Però questo approccio dei media alla Pasqua mi incuriosiva e ho deciso di approfondirlo la domenica mattina guardando i siti dei quotidiani più importanti: devo dire che è stata una constatazione amara. Sono andato prima sul sicuro: L’Osservatore romano apriva con “Dalla croce una vita nuova, risorta”. L’Avvenire, naturalmente sulla stessa linea, apriva con “E‟ il giorno del Risorto, festa della nuova creazione”. Mi sono poi avventurato fra i quotidiani politici. Libero metteva la guerra in Libia, Santoro, Ciancimino e i sindacati. Il Tempo si ricordava di Pasqua per sottolineare che i politici andavano in vacanza. Il Giornale apriva con un titolo sulla politica e ci faceva sapere che il premier avrebbe passato, a casa sua, una Pasqua di lavoro. La Padania si occupava di Zaia e non vi era cenno della Pasqua; tanto le croci servono solo per i voti quando le vogliono togliere dalle aule. Il Foglio si ricordava di Pasqua pubblicizzando un festival dedicato alla musica sacra. Il Mattino, ahimè, metteva come primo titolo la sconfitta del Napoli e sottolineava che in Siria c‟è stata una strage nel Venerdì Santo. Ma della Pasqua nulla. Il Corriere della Sera ci illuminava sul fatto che 1 italiano su 2 non sa chi votare e poi, dopo la notizia della morte di Sai Baba, come terza notizia annunciava che a San Pietro c‟erano 100.000 persone per la messa di Pasqua. La Repubblica, fra Libia e Sai Baba, offriva un esclusiva sul Wojtyla segreto. Il Riformista snocciolava dati sui consumi di prodotti tipici a Pasqua ma nulla sulla Pasqua. Per l’Unità c’erano 11 notizie sulla prima pagina del sito ma

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PELLEGRINO DELLA SINDONE Non so bene cosa provai di fronte a quel lino insanguinato se fu quel canto nella notte, quel prodigio così inaspettato. Venivano giù dalla val di Susa, per contrade deserte e strade sterrate i pellegrini della Sindone con le fiaccole accese in mano come lingue di fuoco nella notte. E vidi donne pregare e ceri accesi alle finestre. Ma per quelli come me, né l’uno né l’altro. Solo polvere di indifferenza sulle memorie profumate d’incenso come foto ingiallite ammuffite in cantina confuse tra libri e quaderni, tra le cose passate. E mi girai quella notte, dall’altra parte nel letto mi turai gli orecchi per non sentire ma l’anima inquieta mi costrinse a vegliare si unì a quel canto e lo cantò tutta la notte. A piedi, in marcia, di corsa. Sulla via che da Pianezza porta all’uomo dei dolori cercai ragioni: Chi sei Uomo della Sindone che mi vieni a inquietare? Mi ritrovai in fila davanti alle sue piaghe ad implorar la pace altro non aggiunsi per l’impazzar del cuore in petto: e m’apparve lui come non fosse uno spettro il parroco di quand’ero bambino turibolo in mano berretta e piviale, a liberar nuvole d’incenso sul volto di un uomo raggiante di luce Sai l’ho tanto pregato di farti tornare… mi disse, e più non ricordo se non un tonfo un limbo l’eco di una voce sconnessa: C’è un uomo svenuto davanti alla Sindone ed io d’istinto li riaprii, occhi ancora stupiti a tanta visione. (Sr. Maria Pina) non c‟era la parola Pasqua. Per Liberazione solo Libia, Siria, Resistenza e sindacati. Per il Manifesto le notizie più importanti riguardavano i referendum ed i funerali di Vittorio Arrigoni. Per me è stato terribile. Questa mancanza di informazione mi sembrava quasi studiata, quasi pianificata. Ma le parole Gesù, Vangelo, Cristo e Resurrezione sono così scandalose che non possono essere pubblicate nemmeno il giorno di Pasqua? Mi sono ricordato che tanti anni fa, verso il mese di febbraio, un mio amico di studi, parlando delle vacanze di Pasqua e dei giorni festivi, si rammaricò dicendo: «Peccato che anche quest’anno Pasqua viene di domenica». Nella mia ignoranza ebbi, tuttavia, la prontezza di rispondergli: «Però non ci perdiamo la Pasquetta, che anche

quest’anno viene di lunedì …». Questa esilarante situazione mi è tornata alla mente quale scintilla per un provocazione. Sembra paradossale che nei giorni della Passione e della Resurrezione, diventati festivi per le leggi dello Stato, il mondo mostri tanta indifferenza proprio rispetto ai motivi che li hanno resi festivi. Vacanze, Uova di cioccolata e laicità spudoratamente sbandierata. Il mondo alla prima parola della Chiesa attacca Papa, preti e Vaticano. Ma se poi la Pasqua gli serve solo per le vacanze di Pasqua e per dirsi buona Pasqua, perché non le tolgono queste festività dal calendario? Perché il lunedì dell‟Angelo non lo si fa ridiventare lavorativo insieme ai ponti scolastici? Così magari si riprende il P.I.L., migliora l‟istruzione e il mondo si potrà accorgere di nuovo che c‟è qualcuno che, senza bisogno di mettere il giorno rosso sul calendario, in quei giorni vive la gioia della Resurrezione di Cristo. E Radio anch’io, invece delle vacanze di Pasqua, magari agli ascoltatori parlerà di uomo come noi che ha salvato tutti noi.


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