Giornalino oappc li 0 2014

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Giornalino OAPPC LI

Consiglio OAPPC LI

Presidente ARCH. ROBERTAClNI Vicepresidente ARCH. SERGIO BINI ARCH. ENRICO BULCIOLU ARCH. MASSIMILIANO PARDI

pago 1 Introduzione

Segretario ~ ARCH. DANIELA CHIMENTI Vicesegretario

pago 2 Le Competenze'

ARCH. SIMONE PREX ARCH. IUNIOR DA VIDE CECCARINI Tesoriere ARCH. DANIELE MENICHINI Vicetesoriere

pago 7 Santa Maria della PietĂ a Bibbona

ARCH. SIBILLAPRINCI Consiglieri ARCH. MARCO DEL FRANCIA ARCH. FABRIZIO PAOLOTTI

pago 10 /I teatro Solvay pago 12 Scarabocchi

Segreteria Barbara Bruzzi Sabrina Bucciantini

pago 14 il Forte Di Marina di

Largo Duomo, 15 - 57123 Livorno Tel 0586897629 fax 0586882330

Castagneto

architetti@architettilivorno.it architettilivorno@archiworld.it www.architettilivorno.it

Carducci

pago 18 Laurie Baker: edifici per tutti pago 23 Naturalmente

Chic

Editore ORDINE APPC LIVORNO Coordinamento

Editoriale e grafico

pago 28 Eventi e Mostre

Arch. Gaia Seghieri Redazione Arch. Roberta Cini Consigliere Referente Arch. Daniele Menichini

Consigliere Referente

Arch. Gaia Seghieri Coordinatore Rapporti con

Commissione

e tra gli Iscritti Il Giornalino OAPPC LI

Arch. Gian Matteo

Bianchi Coordinamento

Numero O/Marzo 2014

Eventi IL GIORNALE

DEGLI ARCHITETTI DELLA PROVINCIA

DI LIVORNO


I Introduzione di Roberta Cini Cari Colleghi la nascita del "Il Giornalino" dell'Ordine APPC della Provincia di Livorno, e la relativa pubblicazione del numero zero, trasmette un senso positivo di completezza e di gioia. Ho sempre desiderato veder nascere un Ordine degli Architetti, dove i talenti e le capacità di ciascuno degli Iscritti venissero messe in risalto e, Il Giornalino, ne rappresenta il simbolo grafico e letterario, oltre ad essere il testimone della nuova volontà di cambiamento.

Ringrazio la "Commissione Rapporti con e tra gli Iscritti", con un grazie particolare alla Coordinatrice Arch. Gaia Seghieri, che ha fortemente voluto e realizzato in tempi brevissimiquesto ns. Il Giornalino.

Questo nostro giornalino non vuole essere semplicemente un prontuario tecnico, un manuale di normativa o di storia dell'architettura, oppure di deontologia e così via dicendo, ma vuole essere un vero e proprio punto d'incontro per tutti gli Iscritti. In esso si devono ritrovare le intatte energie della creatività. Qui, su queste pagine, ognuno sarà benvenuto e potrà scrivere sull'argomento che più sente, dalla propria esperienza personale con l'architettura a tutto ciò che ruota attorno ad essa e anche oltre.

Grazie per l'attenzione e Buona lettura. Il Presidente OAPPC della Provincia di Livorno Arch. Roberta Cini

Il Giornalino sarà anche uno strumento per riscoprire sane relazioni tra di noi Architetti, tra di noi Colleghi. Sarà un mezzo che ci riavvicina, che ci farà conoscere ancora di più l'uno con l'altro, facendoci anche divertire e sorridere. Informazione, creatività e divertimento sono i tre ingredienti che mi auguro· spingano tutti Voi a scrivere su queste pagine.

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di Roberta Cini Competenza [com-pe-tèn-za] s.f. in senso esteso Compito, Mansione, Spettanza. All'origine delle incertezze sugli ambiti di attività della nostra professione, si collocano certamente i provvedimenti del 1925 e del 1929 quando furono definite e normate le attività di professioni tecniche quali l'architetto e l'ingegnere (con regolamento approvato nel 1925, cfr. nota 1) e il geometra [attività a sua volta disciplinata nel 1929,cfr, nota 2). Nonostante i Regi Decreti citati si

ha affermato che ai tecnici diplomati (geometri e periti edili) sono consentite le attività di progettazione, direzione e vigilanza di modeste costruzioni civili. Ha escluso categoricamente le opere prevedenti l'impiego di strutture in cemento armato, salvo che non si tratti di piccoli manufatti accessori, nell'ambito di fabbricati agricoli, o destinati alle industrie agricole, che non richiedano particolari operazioni di calcolo e che, per la loro destinazione, non comportino pericolo per l'incolumità pubblica. Nella sentenza in questione, la Suprema Corte,

rifacciano espressamente al significato di "competenza", in Italia non sono mai state esattamente precisate le mansioni delle tante figure pertinenti alle attività tecniche della progettazione come architetti, ingegneri, geometri, di cui sopra detto, ma anche di periti edili, agronomi, e delle figure professionali la cui formazione tecnica discende direttamente dall'istituzione delle lauree triennali. Da questa indecisione, pertanto, è derivata nel tempo una sovrapposizione tra ruoli tecnici diversi con compiti analoghi o addiriHura identici. determinando invasioni di campo nei rispeHivi ambiti professionali che hanno generato l'onnoso questione delle competenze d'ingegneri, architetti e tecnici diplomati. Ne sono prova i tanti conseguenti ricorsi al Tar, alla Corte d'Appello, al Consiglio di Stato, alla Corte di Cassazione e alle numerose sentenze della stessa, con riferimento alle azioni dei geometri nel contesto edile e urbanistico. Ad esempio, la Corte di Cassazione nella Sentenza n. 19292 in data 7 settembre 2009

oltre a riproporre i confini delle competenze dei tecnici diplomati, nega definitivamente qualsiasi forma di subordinazione di un tecnico laureato (ingegnere e architetto) rispetto a professionistiin possessodi titolo di studio inferiore [nel caso in specie al geometra). La stessa Corte di Cassazione con la Sentenza n. 6402 in data 21 marzo 2011 ha riconfermato che sono fuori dalla portata dei geometri le strutture in cemento armato, con eccezioni possibili solo per opere accessorie a edifici rurali o con destinazione tale da non provocare rischi alle persone. Stabilendo che i geometri non possono progettare costruzioni complesse né strutture in cemento armato, ratifica una tesi già sostenuta dalla Corte di Appello di Ancona e si allinea e convalida una corrente di pensiero già consolidata. Per esempio, il Tar della Campania nella sentenza 977/2010 ha annullato per illegittimità un permesso di costruzione concesso per una sopraelevazione, progettata da un geometra. Ha altresì aggiunto che l'Autorità comunale deve sempre accertare se la progettazione sia stata affidata a

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un professionista competente. Ciò riguardo alla natura e importanza della costruzione, nel rispetto delle norme che regolano l'esercizio e i limiti di applicazione delle professioni, geometra, architetto e ingegnere, dettate per assicurare che lo compilazione dei progetti e lo direzione dei lavori siano assegnate a chi abbia lo preparazione adeguata all'importanza delle opere, a difesa sia dell'economia pubblica e privata, sia dell'incolumità delle persone. Sulla stessa scia il Tar dell'Abruzzo. che con lo sentenza 1213/20 l O chiarisce ancora una volta il limite delle competenze dei tecnici diplomati,

respingendo lo richiesta di concessione firmata da un geometra, collocando l'utilizzo del cemento armato tra le competenze d'ingegneri e d'architetti. In Italia è esistente anche una copioso giurisprudenza sul dovere, degli Enti preposti al rilascio delle autorizzazioni, di vigilare e verificare che il progetto presentato rientri o meno nel campo di attività del professionista che l'ha sottoscritto, pena lo nullità (o l'illegittimità, come si è visto nel caso campano sopra citato) del permesso stesso. Anche se nella pratica è consuetudine trascurarlo, giova ricordare che è illegittimo e può essere invalidato, il progetto redatto e presentato da un tecnico diplomato anche se controfirmato, per i calcoli strutturali del cemento armato, da un ingegnere o da un architetto, perché ciò indica che non trattasi di "modesta costruzione". Quest'abbondanza di sentenze è un'incontestabile e lampante dimostrazione di quanto sia inadeguata e incerta lo normativa vigente e del conseguente ruolo di supplenza che lo giurisprudenza è stata chiamata a svolgere.

CONosaNZE

AUTONOMIA

COMPETENZE

lIESPONSA8IutÀ

Di più, lo mancanza di chiarezza sul piano normativo e della diffusa prassicorrente è anche dimostrata dalle Circolari e dai Comunicati Stampa di specifica sul tema, che CNAPPC e CNI sono costretti continuamente a emanare. Ne deriva che il riordino delle competenze professionali e sopraHuHo una precisa identificazione delle mansioni riservate .,. alle specifiche professioni è, da troppo tempo, un'esigenza. L'occasione, per togliere ogni ambiguità in proposito, poteva essere lo recente "riforma delle professioni" che ha toccato importanti temi, quali, l'innalzamento del livello di conoscenze tecniche dei professionisti attraverso lo formazione continua e i tirocini, i consigli di disciplina per il rispetto deontologico e giurisprudenziale, RC professionale obbligatoria a tutela della committenza e della sicurezza, e quant'altro, ma che, tuttavia, non fornisce una precisa e chiara attribuzione di ruoli ai vari soggetti del "comparto tecnico". Proprio questa, invece, avrebbe dovuto essere lo base di partenza, il fondamento, di una riforma delle professioni.

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Purtroppo però è sempre mancato l'impegno, politico e sociale, di aprire un vero e proprio tavolo di concertazione tra tuHi i soggeHi interessati, e vi sono state soltanto manovre unidirezionali di cambiamento di regole che hanno aggravato la confusione e lo stato di conflitto sul tema. Basta rammentare i reiterati tentativi, a partire già dal 1994,di presentazione di disegni di legge in materia di spettanze professionali riferite ai tecnici diplomati (geometri, periti) tra cui, non ultimo, il testo del ddl 1865 che porta il nome della Senatrice e Architetto

S. Vicari. Il ddl cercava di ampliare le competenze di due sole categorie professionali su tutti i fronti (dal progetto strutturale architettonico all'urbanistica) lasciando irrisolta la questione di tutti coloro che sono a vario titolo professionalmente coinvolti nel processo edilizio. Approcci così corporativi e settoriali hanno portato solo polemiche, competizioni, contrasti, allontanando sempre di più tra loro le diverse figure tecniche coinvolte. Norme male interpretate e prassi consolidate sbagliate, non conformi alle leggi, ma tollerate anche da chi ha precisi compìti di controllo, hanno generato altresì un'enorme distanza con gli altri Paesi Europei ed Extraeuropei, complicando sensibilmente l'attività del settore e spesso disincentivando investimenti italiani ed esteri nel nostro Paese. Nel panorama internazionale, infatti, i soggetti destinati e legati al processo progettuale edilizio sono ben identificati e ogni figura ha il proprio ruolo chiaro, definito e incontrovertibile, con un approccio chiaramente multidisciplinare e capace di prendere il meglio dalle diverse professionalità.

Oggi è generalmente palese, che sia migliore prassi, che lo progeHazione per le trasformazioni sul Territorio possa oHenere buoni risultati solo se si basa su supporti e apporti multidisciplinari, meHendo in campo lo pluralità delle competenze con alti livelli di professionalità. Nel nostro Paese quindi sarebbe necessario e prioritario chiarire e armonizzare ruoli e mansioni di tutti gli attori interessati, in modo collegiale, condiviso e· complessivo. Un tale approccio aiuterebbe a modernizzare la nostra professione, anche a livello organizzativo, rendendola più competitiva e portandola finalmente ai livelli esteri dove l'integrazione e la collaborazione tra professionisti sono ormai assodate, perché le competenze non sono soggette a equivoci. Purtroppo ciò sembra una metà assolutamente lontana per i professionisti italiani, né si scorgono facilmente tentativi per superare questo distacco con il resto del mondo. Come speranza resta che si tratta di un traguardo certamente non impossibilené irraggiungibile se soltanto realmente si

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di architetto le opere di edilizia civile, nonché i rilievi geometrici e le operazioni di estimo ad esse relative. Tuttavia le opere di edilizia civile che presentano rilevante carattere artistico ed il restauro e il ripristino degli edifici contemplati dalla L. 20 giugno 1909, n. 364 (*), per l'antichità e le belle arti, sono di spettanza della professione di architetto; ma lo parte tecnica ne può essere compiuta tanto dall'architetto quanto dall'ingegnere. (*) Ora, L. IO giugno 1939, n. 1089. 53. Le disposizioni dei precedenti artt. 51

volesse attuare ponendolo come primo obiettivo. Incombe però, su tutto questo, una domanda: per quanto tempo ancora potrà essere sopportato, non solo dai professionisti italiani ma anche dal nostro stesso intero sistema economico un simile livello d'inefficienza e di ritardo nei confronti della concorrenza estera? Nota 1- R. D. 23 ottobre 1925, n. 2537. Approvazione del regolamento per le professioni d'ingegnere e di architetto ....omissis Capo IV - Dell'oggetto e dei limiti della professione d'ingegnere e di architetto. 51. Sono di spettanza della professione d'ingegnere, il progetto, lo condotta e lo stima dei lavori per estrarre, trasformare ed utilizzare i materiali direttamente od indirettamente occorrenti per le costruzioni e per le industrie, dei lavori relativi alle vie ed ai mezzi di trasporto, di deflusso e di com unicazione, alle costruzioni di ogni specie, alle macchine ed agli impianti industriali, nonché in generale alle applicazioni della fisica, i rilievi geometrici e le operazioni di estimo. 52. Formano oggetto tanto della professione di ingegnere quanto di quella

e 52 valgono ai fini della delimitazione delle professioni d'ingegnere e di architetto e non pregiudicano quanto può formare oggetto dell'attività professionale di determinate categorie di tecnici specializzati, né le disposizioni che saranno date coi regolamenti di cui all'ultimo comma dell'art. 7 della L. 24 giugno 1923, n. 1395. Nota 2- R. D. 11 febbraio 1929, n. 274. Regolamento per la professione di geometra. ....omissis Art. 16. - l'oggetto e i limiti dell'esercizio professionale di geometra sono regolati come segue: a) operazioni topografiche di rilevamento e misurazione di triangolazioni secondarie a lati rettilinei e di poligonazione, di determinazione e verifica di confini; operazioni catastali ed estimi relativi; b) operazioni di tracciamento di strade poderali e consorziali e inoltre, quando abbiano tenue importanza, di strade ordinarie e di canali d'irrigazione e di scolo; c) misura e divisioni di aree urbane e di modeste costruzioni civili; e} stima di aree e di fondi rustici dalla

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grandine o dagli incendi, e valutazione di danni colonici a culture erbacee, legnose da frutto, da foglia e da bosco. É fatta eccezione per i casi di notevole importanza economica e per quelli che, per la complessità di elementi di rivalutazione, richiedono le speciali cognizioni scientifiche e tecniche proprie dei dottori in scienze agrarie; f) stima, anche ai fini di mutui e di espropriazione, di aree urbane e di modeste costruzioni civili; stima dei danni prodotti dagli incendi g) stima di scorte morte, operazioni di

l'incolumità delle persone; nonché di piccole opere inerenti alle aziende agrarie, come strade vicinali, senza rilevanti opere d'arte, lavori d'irrigazione e di bonifica, provvista di acque per le stesse aziende e reparto della spesa per opere consorziali relative, esclusa, comunque, la redazione di progetti di bonifica idraulica e relativa direzione; m) progetto, direzione e vigilanza di modeste costruzioni civili; n) misura, contabilità e liquidazione delle costruzioni civili indicate nella lettera m); o) misura, contabilità e liquidazione di

consegna e riconsegna dei beni rurali e relativi bilanci e liquidazioni; stima per costituzione ed eliminazione di servitù rurali; stima delle acque irrigue nei rapporti dei fondi agrari serviti. É fatta eccezione per i casi di notevole importanza economica e per quelli che, per la complessità di elementi di valutazione, richiedono le speciali scientifiche e tecniche proprie dei dottori in scienze agrarie; h) funzioni puramente contabili ed amministrative nelle piccole e medie aziende agrarie; i) curatele di piccole e medie aziende agrarie, in quanto non importino durata superiore a un anno e una vera e propria direzione tecnica; assistenza nei vari contratti agrari; I) progetto, direzione, sorveglianza e liquidazione di costruzioni rurali e di edifici per uso d'industrie agricole, di limitata importanza, di struttura ordinaria, comprese piccole costruzioni accessorie in cemento armato, che non richiedono particolari operazioni di calcolo e che per la loro destinazione non possono comunque implicare pericolo per

lavori di costruzioni rurali sopra specificate; p) funzioni peritali e arbitramenti in ordine alle attribuzioni innanzi menzionate; q) mansioni di perito comunale per le funzioni tecniche ordinarie nei Comuni con popolazione fino a diecimila abitanti, esclusi i progetti di opere pubbliche d'importanza o che implichino la risoluzione di rilevanti problemi tecnici. Art. 17. - Le disposizioni del precedente articolo valgono ai fini della delimitazione della professione di geometra, e non pregiudicano quanto può formare oggetto dell'attività di altre professioni, salvo ciò che è disposto dagli articoli 18 e 24.

Questo Articolo è stato pubblicato sul n.4!2013 della Rivista Inarcassa (Cassa di Previdenza Architetti e Ingegneri Liberi Professionisti).

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Santa Maria della Pietà a Bibbona di Matteo Bianchi All'entrata di Bibbona (LI), antico insediamento monastico che nel medioevo divenne punto fondamentale di passaggio e di sosta per i pellegrini della Via Francigena, si trova la Chiesa di Santa Maria della Pietà, costruita tra il 1483 e il 1492 per contenere l'antica immagine della Pietà, alla quale si attribuivano fatti prodigiosi, come la conversione al cristianesimo del malvagio predone longobardo Agilulfo. A prima vista la chiesa attrae subito per il suo fascino particolare: progettata dagli architetti Vittorio Ghiberti

(figlio di Lorenzo) e Ranieri Tripalle, si caratterizza per l'impianto a croce grecamolto raro in Toscana - che ricorda quello di Santa Maria delle Carceri a Prato (progettata da Giuliano da Sangallo nello stessoperiodo). La planimetria, molto razionale, si compone di cinque moduli quadrati: quello al centro è coperto da una cupola rotonda con oculi circolari mentre i quattro bracci laterali sono coperti da volte a vela. r

Chiesa di S. Maria della Pietà, Bibbona planimetria

La chiesa, ancora oggi di proprietà ecclesiastica, è realizzata unicamente con murature in cotto disadorne e prive di intonaci ed esprime una chiarezza compositiva che risente della grande esperienza rinascimentale e brunelleschiana. All'interno tuttavia sopravvivono elementi arcaici come i bellissimi capitelli scolpiti in pietra, di ispirazione gotica (dovuti alla presenza di maestranze vicentine). Per questi motivi la Chiesa di Santa Maria della Pietà è un'opera che, nel contesto dell'architettura toscana del '400, assume un grande interesseartistico e storico.

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Santa Maria della Pietà a Bibbona

Recentemente alcuni studiosi di fama mondiale hanno ipotizzato un collegamento tra Leonardo da Vinci e la Chiesa di Bibbona, che si trova rappresentata in due opere del grande maestro: una carta della Toscana marittima, custodita nel castello di Windsor in Inghilterra e lo terza versione della Vergine delle Rocce, appartenente alla collezione privata Cheramy, in Svizzera (le altre due, più note, sono esposte al Louvre di Parigi e alla National Gallery di Londra). Perché questo edificio era così

importante per Leonardo, tanto da essere rappresentato in uno dei suoi quadri più famosi? E' possibile che Leonardo abbia collaborato alla progettazione della Chiesa di Bibbona? La presenza di alcune iscrizioni in latino (brani ripresi dalla Bibbia) sui portali e di una lapide posta sul pavimento (forse lo tomba di un cavaliere templare) contribuiscono a rendere ancora più misteriosa ed affascinante lo Chiesa di Santa Maria della Pietà, che alcuni hanno definito come la Rennes-Ie Ch6teau italiana.

PUBBLICAZIONI ESITIINTERNET DI RIFERIMENTO: Marco Andrenacci, Carla Maria Moretti: "Bibbona da scoprire", guida ai percorsi storico-culturali (stampato il 29 Luglio 2011 col patrocinio del Credito Cooperativo di Castagneto Carducci); - Don Giuliano Giovannini, "Alcune note di storia di Bibbona" -Parrocchia di S. Ilario - Bibbona (LI);

Don Giuliano Giovannini, "1492 - Santa Maria della Pietà, Bibbona"- Parrocchia di S. lIario; - www.angolohermes.com- ••Bibbona.la Rennes-IeChòteou italiana", di Alberto Cavazzoli; - www.edicolaweb.net - "Gli enigmi di Bibbona, dai Templari a Leonardo da Vinci", di A. Cavazzoli; - www.comune.bibbona.li.itjterritorio jenigmibibbona.htm -link nel sito del Comune di Bibbona (LI).

Particolare della lapide pavimentale

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Santa Maria della PietĂ a Bibbona

Secondo l'ipotesi del praf. Carlo Pedretti, storico dell'arte e massimo esperto di Leonardo da Vinci, lo chiesa rappresentata nella Vergine delle Rocce (collezione Cheramy - Svizzera) potrebbe essere quella di Bibbona.

La Chiesa nella Carta della Toscana Occidentale (L. Da Vinci)

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Il Teatro Solvay di Roberta Cini Il Villaggio Solvay, concepito e realizzato a servizio dello stabilimento Solvay (Lavorazione della Soda. Famoso il Bicarbonato Solvay) è un complesso residenziale situato a Rosignano Solvay, nel comune di Rosignano Marittimo. Fin dal 1921 la Solvay di Rosignano cercò di organizzare lo svago del personale tanto da iniziare, all'interno del Villaggio, la costruzione di sale di riunione, della biblioteca, delle scuole, dei dormitori e refettori, delle sale da gioco e da conversazione, di un campo di atletica, degli orti sperimentali.

Gli spettacoli del biennio 1935-36ebbero un tale successo che più volte fu negato l'ingresso a molte persone soprattutto nei posti in galleria, molto richiesti per i loro prezzi popolari. A questo difetto di capacità, dovuto soprattutto all'aumento della popolazione, andava aggiunto anche quello della visibilità che in certe zone non era perfetta. Venne così presentato alla Direzione della Società Solvay un progetto di Italo Gamberini per la ristrutturazione della galleria che prevedeva la soppressione delle due ali laterali ed un avanzamento

Tutto ciò per evitare che il personale dello stabilimento, situato in aperta campagna, avesse la necessità di cercare altrove i divertimenti che non erano presenti nel villaggio industriale. Il nuovo Teatro Solvay fu inaugurato nel 1928, contemporaneamente alle grandi sale di riunione della Società. Il teatro era formato da una grande sala con stanze di servizio, una platea e una galleria con, rispettivamente, 500 e 250 posti a sedere. Il palcoscenico era composto da due quinte di stoffa sormontato da due sipari interni e da una tela panoramica di fondo lunga dodici metri. L'energia elettrica era fornita dalla Società Solvay. La cabina di proiezione invece era la migliore tra quelle che esistevano in commercio in quegli anni, essendo dotata di un apparecchio cinema sonoro, di amplificatori di riserva e di numerosi accessori che ne facevano un impianto modello. L'attività artistica del Teatro Solvay fu molto intensa e con un eccellente livello di qualità per le rappresentazioni proposte.

della parte centrale in modo da ottenere un maggior numero di posti. Con la spesa di circa 8000 f: si prevedeva di sostituire anche i sedili in legno con delle poltrone modeste ma più comode. Nel 1925fu edificato l'edificio del teatro a pianta a T rovesciata e perfettamente simmetrica.

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Il Teatro Solvay

AI P.T.si trovava un grande bar ristorante per operai comunicante con un'ampia terrazza esterna, lo biblioteca , lo sala musica e quella del comitato del calcio. AI teatro, posto nel corpo ortogonale, si accedeva tramite un corridoio ai cui lati erano posti il buffet e il guardaroba. Era composto da una grande sala che a seconda delle occasioni poteva variare le proprie dimensioni tramite un pannello mobile. Il palcoscenico, concepito secondo lo tradizione classica italiana, comunicava con lo platea attraverso due piccole rampe di scale poste

lateralmente. Il retropalco, delimitato da pareti mobili in legno, era sede dei camerini e degli attrezzi necessari alle rappresentazioni. La platea conteneva 432 posti. AI Primo Piano si trovava il bar ristorante per impiegati con sala biliardi, lo biblioteca con sala lettura, varie salette per i diversi comitati di gestione e lo cabina di proiezione. Il teatro era completato dalla galleria composta da una balconata capace di altri 200 posti.

* tratto da Architetture Toscane Regione Toscana.

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Scarabocchi

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di Michelangelo Lucco "Ma come, per quattro scarabocchi devo pure pagare? O non ho già pagato gli operai?" ... alzi lo mano chi non ha mai sentito discorsidel genere. Arriva Tizio, vi parla della ristrutturazione che ha in mente, di quell'open space di New York su quella rivista, poi del camino visto da un amico a Londra, e che dire di questo doppio volume tanto in, ma sarà carino? mi raccomando lo cucina high tech, che ce l'ha il mio amico a Roma ne voglio anch'io una uguale e tanti bio bio. E diligenti noi al lavoro: schizzi,correzioni, acquerelli, e poi il CAD: layer, quote,

appena finita l'università saprò formi valere ... Lo stesso anche nella grafica e nell'illustrazione. "Ma come, per questo disegnino qui, fatto in un'oretta scarsa, devo anche pagarti? ma se ti sei pure divertito... sei tu che dovresti pagare me!". Un po' come lo canzone Pietre di secoli fa: "se sei bello ti tirano le pietre, se sei brutto ti tirano le pietre": se ci metti il tempo che ci vuole ti dicono "eh, ci ha messo un bel po'". se vivaddìo sei veloce ti dicono "ma se ci ha messopoco

indicazioni di materiali, rendering 3D eccetera. "Ah com'è stato bravo e veloce, però non voglio più il parquet ma il cotto, poi lo scala a vista non mi va più, e invece dell'open space preferisco staccare gli ambienti." e allora di nuovo al tecnigrafo o davanti al monitor. Nel frattempo, il cliente ha già cambiato idea quattordici volte, facendovi passare dall'arredamento stile astronave di Star Trek al rustico campagnolo e infine al vintage anni '50 per poi dire "vabbè, tanto a quello poi ci penserò io con calma", mentre dall'open space si è passato prima ad una specie di alveare con ventuno stanze, poi ad una distribuzione diciamo così creativo, con un corridoio a S lungo dieci metri e stanze esagono li, quindi passando per una più tradizionale ma con tre soggiorni e quindi decidere di lasciare tutto così com'è, "che a pensarci bene funziona anche così. Mica devo pagarla, eh? non ha fatto nulla!". Il sottoscritto ha già vissuto cose così, già prima di terminare l'università. Sarò sfortunato io, mi dicevo, aaaah, ma

tempo!"... insomma decidetevi. Nel campo grafico le cose sembrano organizzate ad arte: lavorando in modo amanuense ti rimbrottano che con i computer si fa prima, lavorando con i computer ci viene detto "ma se col computer ci avete messo pochi minuti!", il che non è vero, ma provate a farglielo capire. Anche per il committente sono in vista corsi di aggiornamento? Mi viene in mente una parabola che ci raccontavano ai corsi di marketing: un black out colpisce un intero grattacielo di 100 'piani, e tutti i tecnici chiamati alla risoluzione del problema falliscono. Si presenta infine un ornino. che dà un'occhiata qua e là, va nei sotterranei ed esamina fili e varie scatole di derivazione. Alla fine ne trova una in particolare, lo guarda un attimo, prende un cacciavite, stringe una vite et voi/à, torna lo luce. "Sono 1.000€,grazie." "MA COME! Per aver stretto una vite?" "l € per aver stretto lo vite, 999€ per aver saputo quale stringere..."

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EJe1.LOtH MI PIACE, sì.;

SOLO MI CI-4IEDEVO... CI SI PUÒ AGGIU~GEI<E QUALCOSA CI-4EI<ICOI<DI LNOI<~O, CI-4ESO... I QUATTI<O MOl<I I~ LO~TA~A~ZA? A~CI-4EU~ QUALCOSA CI-4EI<IMA"-IDI AL POI<TO, COME U"-IA GI<U O LA TOI<I<E DEL MAI<ZOCCO... TOI-4, IO CI ~AI<EI A"-ICI-4ELJ~ OEL~I"-IO! AI-4, IL 5IA"-ICO VA 5E~ISSIMO, SOLO VOI<I<EI QUEL TIPO 01 51A~CO CI-4ESEM51<A U~ 5IA~CO CI-4E~o~ PI<OPI<IO 5IA~CO, E CI-4ELA GE~TE VEOE~OOLO DE55A C1-41EDEI<51 5E è 6IA~CO OPPUI<E NO...

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I Il Forte di Marina di Castagneto C.

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di Barbara Reali La Toscana del 1790, anno in cui il Granduca Leopoldo dovette abbandonare Firenze per l'insediamento sul trono imperiale a Vienna, era un vero "cantiere aperto" teso alla valorizzazione del paesaggio, del commercio e delle connessioni tra la parte centrale, più prospera e popolosa e ricca di borghi e città, il territorio coltivato caratterizzato dal reticolo di case mezzadrili, e le sezioni periferiche della Regione, di cui a nord lo zona appenninica ed a sud-ovest lo Maremma del latifondo, degli acquitrini e delle malarie. AI centro del progetto

bonifiche e delle strade. Riassumendo, una volta venute meno le "difese naturali" bonificando le aree paludose, si rese necessario avere delle strutture che provvedessero a controllare il territorio. Tutta la costa era punteggiata dalla presenza di torri di guardia poste ad intervalli più o meno grandi, ma sempre tali da garantire il contatto visivo fra una postazione e quelle vicine, e tali da permettere tra l'una e l'altra opportune segnalazioni luminose o fumogene. Per un notevole tratto di costa sarebbero state presenti solo l'antica Torredi Bocca

riformatore lorenese ci fu sicuramente lo bonifica idraulica, la quale dovette superare difficoltà oltre che tecnico-scientifiche o economiche, anche di natura politica e sociale in quanto le aree erano così mantenute per la loro naturale funzione strategica di sbarramenti difensivi (oltre a svolgere parte fondamentale nell'economia naturale degli abitanti con la pesca e la caccia, raccolta di vegetazione palustre, pascolo fresco e piccola navigazione commerciale). La guerra alle acque stagnanti e al paludismo assunse ritmi incalzanti dal 1765 quando lo stimolo dell'aumento di prezzo dei prodotti agricoli impose il reperimento di sempre nuove aree, e furono altresì spinte anche dagli obblighi dettati dalle allivellazioni: i feudatari, per dimostrare la loro effettiva presenza dovettero in parte far fronte ai nuovi lavori pubblici (bonifiche, nuove e migliori strade di accesso al mare, scali per carico merci) per evitare allivellamenti, e questo è il caso della famiglia dei Conti Della Gherardesca nell'attuale territorio del Comune di Castagneto Carducci con parte delle

di Cecina e l'antica Torredi San Vincenzo distanti fra loro circa 22,5km. La non presenza di torri di controllo è attestata dalle rilevazioni del Warren compiute una quarantina di anni prima della costruzione del Forte di Marina di Castagneto, erano presenti solo dei vecchi posti di guardia lontani dal mare mascherati dai tomboli di sabbia oltre che i funzionanti scali commerciali: gli scali del Renaione (porto di Bolgheri), della Bassa/Paradù (porto di Donoratico, attuale località Serristori) e del Seggio; occorreva quindi qualche punto consòlidoto con funzione di sorveglianza militare contro i pirati, vigilanza sanitaria nonché per la lotta al contrabbando e dogana della costa. Un edificio di tal genere sarebbe stato utile oltre che agli scali commerciali, anche all'economia agricola in via di sviluppo in seguito alle bonifiche territoriali. Le stesse"motivazioni costruttive" valgono per il Forte di Bibbona, gemello di quello di Castagneto Carducci, situato appunto nella poco distante frazione di Marina di Bibbona; sul tipo di questi due vengono anche edificati il Forte di Bocca d'Ombrone e

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Il Forte di Marina di Castagneto C.

tempo, all'interno del Forte vi fu costruita una "Cappella Regia" dedicata a San Bartolomeo, non solo rivolta alla guarnigione del posto di guardia, ma anche ai pur pochi abitanti del territorio intorno, che per secoli hanno visto una presenza umana assai limitata alloggiata in modeste capanne o casette, e per cui il Forte costituiva l'unica presenza edilizia concreta; come in altre cappelle descritte dal Warren, si presuppone che data lo scarsa dimensione, il cappellano non vi alloggiasse, ma vi si recasse saltuariamente per celebrare lo messa,

quello di Forte dei Marmi. Il ministro Gianni, convinto di tale opportunità, trovò un sostenitore nel ministro delle finanze Antonio Serristori, direttamente interessato per le sue proprietà nell'attuale Comune di Castagneto Carducci, che venne nominato capo del comitato di reggenza costituitosi dopo l'abdicazione del Granduca. Fu così facile autorizzare il finanziamento e trovare un progettista altamente competente nella persona dell'ingegnere Deodato Raj e localizzare il Forte in un punto intermedio tra gli scali del Seggio e del Paradù, scartando lo localizzazione al Seggio per "motivi malariei" in quanto lo zona era ancora circondata da stagni e paludi. Ad una cinquantina di metri in direzione est dall'edificio, fu costruita lo "Contumacia", costruzione andata distrutta pochi decenni fa, dove venivano isolati gli affetti da malattie epidemiche che spesso le navi scaricavano sulle spiagge deserte per non buttarli in mare vivi, nonostante il diritto di asilo per i contumaci fosse stato abolito con lo legge sui feudi già nel 1749.Tenendo conto dei costumi del

impartire battesimi o offrire riti funebri. Esternamente alla costruzione c'erano anche le stalle per i cavalli e un orto per il Tenente Costellano. È facilmente immaginabile quale fosse l'originale ambiente territoriale che circondava il Forte: nelle mappe del vecchio catasto che risalgono al 1820 nessun edificio si figura attorno, vi era anche un'unica strada che ci arrivava, .doll'Aurelio passava dall'attuale Stazione (che però è stata inaugurata solo il 16 maggio 1864), per poi attraversare lo pineta (attuale via dei Cavalleggeri) e arrivare al Forte, ristrutturata da parte dei Conti Della Gherardesca, probabilmente in vista dell'imminente intervento, nel 1753 per rendere più facile l'accesso al mare. Tutto l'abitato di Marina di Castagneto si è sviluppato in relazione al Forte, per lo più alla sua destra, e questo ne dimostra lo sua grande valenza strategica: ai primi anni del '900, vi erano nella zona solo alcuni piccoli edifici e lo Colonia marina "Lodolo" (diventata poi Colonia Olivetti e ad oggi "Grand Hotel Tombolo") a 400 metri a nord; nel 1951 lo località, denominata Marina, contava 69 abitanti,

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Il Forte di Marina di Castagneto C.

per il periodo estivo. Dal 1885fino al 1888 nel periodo estivo vi si trasferiscono i medici condotti, in relazione al fatto che i locali venivano subaffittati dal Comune in parte per far fare i bagni di mare a scopo igienico e curativo ai poveri, e in parte anche a privati. A testimonianza della nascente "moda" dei bagni in mare c'è un curioso documento in cui si afferma che visto il forte senso di pudore, si chiede addirittura che durante la balneazione i due sessi siano distanti tra loro almeno 500 metri.

nel 1961, anno in cui la località viene censita come "centro abitato", ne aveva 130 per arrivare a 299 nel 1971;negli anni successivi le residenze sono aumentate in relazione alle richieste di strutture per vacanze estive. Nel periodo che va dal 1785,anno della sua costruzione, in poi, il Forte di Castagneto veniva utilizzato dal Corpo delle Guardie Doganali (Cavalleggeri) con la sua funzione originaria, punto di controllo per gli scambi commerciali, vigilanza sanitaria e difesa dai pirati (infatti parte del pian terreno era destinato a stalle dei cavalli). Dopo l'Unità d'Italia, nel 1862,fu istituita la Regia Guardia di Finanza con la legge n. 616 del 13 maggio, unificando le varie milizie finanziarie: anche al Forte automaticamente non si hanno più i cavalleggeri ma i finanzieri, oltre all'Ufficio di Sanità Marittima localizzato nella "contumacia". Poco dopo era già evidente lo stato di degrado del piccolo edificio della contumacia, e infatti nel 1870 se ne chiede il restauro; è inoltre sempre in questo anno che alcuni locali del Forte (presumibilmente i piani più alti) sono concessi in affitto a privati, almeno

Il Forte continua ad essere affittato dal Comune e concesso in subaffitto per i poveri che necessitavano di "cure marine" e per altri privati dietro pagamento fino al 1932 ma senza la Guardia di Finanza al suo interno. Addirittura nel 1924 i Conti della Gherardesca cedono al Comune la proprietà della strada di accesso e si decide di ristrutturare i locali terreni. Nel 1933 il Comune ha in affitto l'intero edificio ad esclusione dei locali al primo piano che ritornano ad esseredella Regia

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Il Forte di Marina di Castagneto C.

Guardia di Finanza. Dal 1960 l'edificio torna ad essere occupato esclusivamente dalla Guardia di Finanza, il cui Comandante Maggiore Nicola Passamonti ne richiede il restauro viste le fatiscenti condizioni in cui versa l'edificio. Nel gennaio 1977, in conseguenza ai mancati restauri e ai nuovi danni apportati dagli agenti atmosferici, si richiede l'intervento e si denuncia l'ingente pericolosità nella permanenza degli addetti alla caserma; ma le richieste d'intervento risultano essere vane e il Comando della Guardia di Finanza si vede costretto ad abbandonare il Forte il 15 luglio 1977. Negli anni successivi l'edificio sarà destinato a rimanere inutilizzato e nelle mani dei vandali nonostante ci siano stati vari tentativi di recupero, venne infatti in parte restaurato alla fine degli anni '80 e alla fine degli anni '90 da parte della Soprintendenza ai Beni Culturali, ma nonostante il suo valore storico-culturale, architettonico e strategico non è mai stato restituito alla Comunità alla quale appartiene.

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Laure Baker: Edifici per tutti di Gaia Seghieri Laurie Baker è un architetto inglese nato il 2 Marzo 1917 a Birmingham e morto il 1 Aprile 2007 all'età di 90 anni nel sud dell'India, nel Kerala. La sua è stata una vita molto intensa e particolare, piuttosto distante da una figura stereotipata dell'architetto dedito alla carriera ed al raggiungimento di una certa fama, usando un termine odierno, lontano dalla figura dell'Archistar. Laurie Baker si laurea alla scuola di Architettura di Birmingham nel 1937,in un periodo di grossa agitazione politica in Europa.

Durante la seconda guerra mondiale, egli fu a servizio del Friends Ambulance Unit come obbiettore di coscienza nella Cina e nel Burma. Nel 1943, durante il viaggio di ritorno in Inghilterra, Baker mentre sta aspettando una nave a Bombay, ha l'incontro più importante della sua vita sia come professionista sia come uomo, l'incontro con il Mahatma Gandhi.

Laurie Baker

Gandhi dice a Baker che la conoscenza che lui portava dall'occidente non era utile agli Indiani e che era necessario pensare di più alle aree rurali che non alle città. L'idea di Gandhi era che fosse possibile costruire una abitazione con materiali trovati entro cinque miglia dal sito di costruzione. E' questo il punto di partenza del vero lavoro di Baker come architetto.

Una volta arrivato in Inghilterra, dopo poco tempo, Baker, decide di ripartire nuovamente, questa volta per l'India, dove seguirà una missione, "mission to lepers", missione per i lebbrosi. che aveva un urgente necessità di un architetto per la costruzione di nuovi ospedali. Nel 1945

Baker era un uomo molto semplice ed umile che non amava le regole e i dettami dello stile di vita delle colonie inglesi di Faizabad in India, e soprattutto lo riempiva di orrore essere indicato

Durante i suoi colloqui con Gandhi, emergerà un punto di fondamentale

come "uomo bianco" o "imperialista". Dopo due settimane di soggiorno nelle colonie inglesi di Faizabad, Baker si trasferisce con un medico indiano, P.J. Chandy, nell'ospedale dove venivano

importanza

curati i lebbrosi a sette miglia di distanza

Baker arriva in India.

che

influenzerà

percorso dell'architetto Baker.

l'intero

dalle colonie.

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Laure Baker: Edifici per tutti

Presto Baker si rende conto della sua mancanza di conoscenza dei materiali e delle tecniche costruttive locali, assai differenti da tutto ciò che aveva appreso

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alla scuola di architettura a Birmingham in Inghilterra. Nel luogo dove si trovava, il materiale più usato era il fango e in alcuni casi persino il concime delle mucche era considerato un valido materiale edilizio. E poi c'erano le calamità naturali, quali i monsoni che non

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andavano tanto per il sottile.

Schizzi di Laurie Baker

Baker scopriva case di forma conica che avevano fino a sei metri di diametro, costruite con pezzi di legname non più lunghi di un metro e mezzo, ed in più queste case occupavano aree che affrontavano cicloni devastanti ogni anno, e molto spesso, questo tipo di architettura indigena, aveva molta più probabilità di rimanere intatta rispetto ad una classica costruzione in mattoni, malta e lastre di cemento armato.

Schizzi di Laurie Baker

Nonostante tutto questo Baker rimane affascinato dalle capacità, della ordinaria povera gente del villaggio dove abitava, di costruirsi le case e fabbricare oggetti con materiali rozzi e approssimativi irriconoscibili.

lavorati

Baker trascorreva

con

gran parte

strumenti del suo

tempo guardando queste persone costruire bellissimecase per loro stessicon materiali

quali,

fango,

bambù,

-Schizzidi teorie Baker

erba

secca e la più povera qualità di legname che Baker avesse mai visto.

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Laure Baker: Edifici per tutti

L'incredibile e affascinante parte di tutta questa nuova educazione architettonica e progettuale che Baker stava ricevendo erano questi strani ma efficaci sistemi di costruzione indigeni e locali che erano il frutto di centinaia di anni di ricerca e sperimentazione, e che portavano ad usare solo materiali locali disponibili per creare una struttura solida in grado di fronteggiare le condizioni climatiche locali più sfavorevoli, che potesse far fronte a tutti i rischi della natura, che

Particolare

fossero minerali, vegetali, insetti, volatili e animali, e che potesse alloggiare tutte le necessità dei modelli religiosi, culturali, e sociali. Tutto ciò per Baker

baratto, forza e durabilità, eliminazione di ogni stravaganza e spreco; ciò porterà Baker a sperimentare nuovi

era incredibile, sorprendente, e rappresentava un traguardo che, sempre secondo Baker, non era mai stato raggiunto da nessun architetto moderno del ventesimo secolo. Verso la fine degli anni 40' dopo l'uccisione di Mahatma Gandhi, Baker incontrerà e sposerà la sorella del suo amico dotto Chandy, medico anch'ella, ed insieme si sposteranno verso le

Finestra

modi per poter contenere il più possibile i costi degli edifici. Nel 1963 Baker e sua moglie Elisabeth, partirono per il Kerala, nel sud dell'India, dove Baker rimarrà fino alla sua morte. I trentacinque anni che Baker trascorsero nel kerala, saranno pieni di sfide ma allo stesso tempo soddisfazioni.

di grandi

pendici del monte Himalaya, in una nuova spedizione, dove Baker continuerà a sviluppare un architettura più vicina alle esigenze delle persone del luogo. Caratteristiche

richieste

dagli edifici di

questi territori

erano, essenzialità

per

una questione di mancanza di denaro,

Particolare

Edificio 'The Hamlef'

molto spesso veniva usato il sistema del

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Laure Baker: Edifici per tutti

Il principio fondamentale dell'architettura di Baker della possibilità di costruire edifici solidi, accoglienti ed in poco tempo ad un prezzo minore, inizialmente non venne sostenuto e soprattutto Baker stesso non venne creduto in questo suo enunciato. Baker passò dalle parole ai fatti e diede una dimostrazione pratica costruendo in due settimane una casa di quaranta metri quadri al costo di quattrocento dollari. Da quel momento a Baker vennero commissionate tutta una serie di piccole abitazioni, scuole, chiese, e ospedali. Baker deve la costruzione dei propri edifici ad un gruppo di capomastri, eccellenti artigiani della lavorazione del mattone, che egli stesso metterà insieme a formare quello che diventerà il suo team di costruzione.

Questo rappresentò un grande passo in avanti per Baker, visto che in quel momento era molto difficile trovare artigiani disponibili ad eseguire opere edilizie con una nuova apertura mentale,

possibilità di volta alla

comprensione che fosse possibile riunire in un edificio, risparmio, bellezza e funzionalità. Baker riuscì quindi non solo a progettare e costruire edifici di grande effetto e semplicità allo stesso tempo, ma

riuscì

anche

a

trasmettere

alle

persone per cui costruiva, persone delle classi sociali medio/basse, una nuova visione nella edificaione delle proprie case, la visione della riduzione dei costi, che precedentemente non veniva affatto contemplata.

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Laure Baker: Edifici per tutti

Gli edifici di Baker sono delle vere e proprie opere di virtuosismo costruttivo, dove storia dell'architettura indiana e privacy degli spazi si fondono insieme nel gioco della disposizione del [oli. questa pietra perforata che si sviluppa in uno schema reticolare intricato decorativo che da lo possibilitĂ all'aria di passare e rinfrescare gli ambienti interni e al contempo di creare un movimento di luce

ed

ombra.

Baker riprendeva

lo

copertura dei suoi edifici dal classico tetto inclinato indiano, ricoperto con tegole di terracotta di Mangalore, con timpani e camini che permettevano all'aria calda di uscire fuori. Muri curvi e costruiti con il fango, sedie ricavate nella struttura portante e semplici buchi nei muri per fare entrare lo luce, erano tutti strumenti usati da Baker per un risparmio energetico e di volume.

Centre for Development

Studies

Per Baker il disegno iniziale era una semplice indicazione per lo costruzione finale, un po', come l'architetto nei secoli passati, rimaneva sul sito del cantiere e seguiva lo propria creazione passo dopo passo, prendendo spunti dalle forme che lo natura del luogo gli offriva e riciclando il materiale che in quel momento era a disposizione, arrivando ad utilizzare tutto, persino trappole per topi. Baker aveva un grande rispetto per il paesaggio naturale in cui i suoi edifici nascevano, mai avrebbe modificato in modo volgare ed invasivo l'involucro

Centre for Development

Studies

naturale del luogo. Tutte queste caratteristiche riportano Baker ad una architettura

che

oggi

verrebbe

vista

come architettura ecosostenibile.

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Naturalmente chic di Daniele Menichini Tra le nuove frontiere dell'ospitalità trova sempre più spazio il concetto di 'ospitalità diffusa', che in Italia per lo più si associa all'idea di recupero di edifici esistenti, sparsi tra lo campagna e i piccoli borghi, ma che all'estero è da tempo interpretata in modo diverso; è proprio dalla sua reinterpretazione che nasce il progetto GREEN_ZERO,il nuovo modulo abitativo dedicato all'ospitalità: una suite racchiusa in un guscio eco-sostenibile da installare nel bosco, in riva al mare, in piena campagna o ovunque il territorio lo consenta.

Il contenitore GREEN_ZERO e il suo contenuto sono in naturale simbiosi con il tema degli edifici eco-responsabili e caratterizzano il contesto in cui vengono inseriti: il loro essere NATURALMENTE CHIC, sottolinea lo perfetta integrazione tra l'ambiente che li ospita e lo loro natura interna che non rinuncia a un tocco di eleganza. Una nuova forma dell'abitare dunque che sia per l'ospite anche un gioco educativo volto a fargli conoscere gli elementi meno evidenti del vivere 'green' senza dover rinunciare al comfort e all'emozionalità _ della vacanza; una nuova esperienza in cui possa apprezzare

come gli elementi del costruire eco-compatibile utilizzino al meglio le energie e le risorsedel territorio. Il progetto è finalizzato a dare vita a un nuovo sistema di ricettività alberghiera fortemente connessa con il territorio che, abbinando diverse tipologie di moduli, dal bungalow con bagno al bi-locole. permetta di incrementare qualitativamente il panorama turistico globale. GREEN_ZERO è il frutto della collaborazione tra aziende accomunate da un dna green, che sicuramente rappresenta quel valore aggiunto alla base dello sviluppo e della realizzazione dell'intero concept. Il design generale del modulo è un tratto essenziale messo in evidenza dalla fascia perimetrale, come se un elemento piano si fosse ripiegato su se stessoa formare una "c" ricucita su un lato da sottili fili metallici, lasciando che all'interno si sviluppi naturalmente il progetto. Il modulo GREEN_ZEROè un sistema architettonico prefabbricato, in cui il guscio strutturale è realizzato completamente in legno con sistema a telaio e una stratigrafia, per le parti sia

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Naturalmente chic

orizzontali sia verticali, caratterizzata da elementi portanti e isolanti, che permettono il passaggio delle impiantistiche, e la presenza di camera di ventilazione, allo scopo di ottenere un assemblaggio specifico in relazione al contesto climatico, e consentendo così la classificazione CasaClima A o CasaClimaOro. La parte esterna della copertura è realizzata con l'integrazione di un nuovo pannello fotovoltaico sottile che consente di fornire l'energia elettrica necessaria a far funzionare tutto il sistema

impiantistico; tale pannello è abbinato a una buccia in laminato di zinco titanio la cui facile lavorazione permette di seguire alla perfezione le superfici curve del modulo e ricavare tutti gli elementi tecnici necessari alla ventilazione, allo smatimento o al recupero delle acque piova ne. L'appoggio a terra della struttura prefabbricata deve essere fatto preferibilmente su una fondazione in pietra naturale ovvero un sistema di spaccato di pietra in varia granulometria, compattato e legato con una gabbia metallica al fine di ottenere la giusta resistenzameccanica. Il rivestimento esterno è realizzato con un sistema di tavole in legno ad incastro che consente di nascondere le viti di fissaggio ed è rifinito superficialmente con un impregnante ceruleo naturale con possibilità di periodico rinnovamento a seconda se si voglia lasciare invecchiare ed ossidare le tavole. Il sistema strutturale è completato da una parte in tubi di ferro che simulano l'incrociarsi dei tronchi: due costituiscono i pilastri, due i discendenti per

l'incanalamento ed il recupero delle acque piovane e gli altri hanno fini puramente scenici. I pavimenti ed i rivestimenti interni ed esterni sono in gres porcellanato ad alta resistenzacon antislip per le parti outdoor e provengono da una produzione eco-responsabile riproducente l'effetto del legno e della natura con texture di grande effetto estetico. Il sistema di illuminazione esterno con comando crepuscolare rende facilmente visibile l'area outdoor e ingresso oltre ad illuminare dal basso l'albero che è parte integrante dell'architettura. L'edificio è suddiviso in area outdoor, area camera, area bagno e area locale tecnico destinato ad ospitare le dotazioni impiantistiche; nella parte terminale del modulo, in corrispondenza delle aree curve, sono previsti i serbatoi ed i macchinari per il recupero e il trattamento delle acque in ingresso e uscita. GREEN_ZEROè un sistema flessibile e personalizzabile per ogni cliente, mantenendo inalterati i suoi principi di costruzione e funzionamento.

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Naturalmente chic

Linee semplici e pulite abbinate ad un tocco di colore sono alla base dell'area camera della suite "naturalmente chic"; entrando nella camera lo spazio destinato al dormire è subito evidente, da un lato lo testata del letto fatta da rami e tronchi stilizzati, dall'altro una parete interamente vetrata che mette in rapporto con lo natura esterna. Un'area armadio e scrittoio frutto della combinazione di elementi verticali ed orizzontali a giorno di grande funzionalità. L'area letto è finalizzata al benessere fisico grazie al suo sistema di reti

indipendenti, mobili, regolabili in varie altezze e posizioni che consente di adattarsi alle varie esigenze e a ogni postura personale. La grande vetrata è dotata di un sistema a doppia tenda, lo prima semitrasparente e morbida che attenua lo rigidità dello spazio interno e scherma leggermente l'ambiente esterno, lo seconda a rullo in grado di oscurare l'ambiente per lo notte o per dare una maggiore privacy.

L'ambiente è arricchito dall'atmosfera che si crea con le varie fonti di illuminazione: dal wall wash che mette in risalto lo testata del letto alle luci da appoggio in ceramica per i comodini, dalle luci a soffitto, sempre in ceramica, che creano una retrolluminazione rispetto alla grande vetrata, alla luce da appoggio per lo scrittoio e lo piantano per lo lettura. Con lo poltrona e il pouf di design, che fanno parte della collezione "bon bon". è possibile far colazione all'interno godendo della vista della natura circostante. L'area bagno è caratterizzata da un taglio della struttura che ingloba una betulla preesistente, divenendo parte integrante e suggestiva dello spazio interno. Il rivestimento in gres simula una distesa di foglie cadute nel bosco e introduce allo spazio dedicato alla cura del corpo: una grande area doccia con pavimento a doghe di legno e un sistema a pioggia che, combinato con le luci cromo terapiche e stroboscopiche, lo profumazione dell'ambiente e lo tecnologia della specchiera musicale, permette di vivere momenti emozionanti

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Naturalmente chic

e rilassanti. La zona outdoor è dedicata al relax, al contatto con l'ambiente ed è caratterizzata dalla presenza di panche/divano imbottite, utilizzabili sia come seduta che come lettino, e di un tavolo hi-tech illuminante e musicale per ascoltare la propria musica, leggere o degustare un aperitivo immersi in una scenografia naturale. Il sistema domotico di cui è dotato il modulo consente facilmente con pochi comandi di creare scenari personalizzati all'esigenza di ciascun utilizzatore coordinando le diverse funzioni.

"Progettare verde non è una questione di moda, come spesso oggi sembra essere, ma una scelta fondata su solide basi di ricerca

che

partono

dalla

struttura,

passano dall'impiantistica, dai materiali ed arrivano fino al disegno dello spazio e degli

oggetti

che

lo

animano.

Una

ricerca che sceglie prodotti di serie o su misura, sempre certificati": questi sono i principi a cui si ispira il nostro team di progettazione

integrata

che

mira alla

realizzazione di progetti che vanno verso l'impatto ambientale zero.

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Naturalmente chic

La responsabilità nei confronti dell'ambiente è infatti il filo conduttore del progetto che combina l'architettura modulare di Green_Zero e l'interior di Naturalmente Chic: il riferimento è sia al "progetto che non si vede" sia al "progetto che si vede", intendendo la globalità dell'edificio, dal sistema di fondazione, a quello strutturale, a quello impiantistico, a quello dell'utilizzo delle risorsenaturali del territorio e a tutto il sistema delle finiture, dell'illuminazione, dell'arredamento e dei complementi, senza trascurare la scelta delle imprese e

degli installatori più vicino possibile al chilometro zero. Gli elementi più evidenti dell'eco-responsabjlit'à del progetto sono rappresentati

dai

sistemi dei

pannelli

fotovoltaici che si trovano all'esterno sulla "buccia"

dell'involucro, e dall'utilizzo di

erogatori di acqua con portata massima di 5 litri al minuto; tutto il resto è nascosto sotto la pelle dell'involucro e ne diventa il cuore pulsante.

La riuscita del progetto eco-responsabile

è frutto della collaborazione committenza progettazione

illuminata, integrata,

tra una una

l'ottimizzazione

del budget, il project management e la scelta delle imprese al fine di ricavare un sistema che sia eco-sostenibile anche dal punto di vista economico.

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Eventi e Mostre di Matteo Bianchi

MATISSE LA FIGURA LA FORZA DELLA LINEA, L'EMOZIONE COLORE

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DEL

(Palazzo dei Diamanti - Corso Ercole d'Este, 21 - 44121 FERRARA) Dal 22 FEBBRAIO al 15 GIUGNO 2014

Mostra organizzata da Fondazione Ferrara Arte e Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, a cura di Isabelle Monod-Fontaine; 133 opere esposte. Nudo disteso. 1938

Orari di apertura:

Aperto tutti i giorni, feriali e festivi, lunedì incluso, 9.00-19.00 orario continuato Aperto anche a Pasqua, Lunedì dell'Angelo, 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno Informazioni: www.palazzodiamanti.it Te\.+390532/244949 Icaro dalla serie Jazz. 1947

BiglieHo d'ingresso:

Intero: euro 11,00 - Ridotto: € 9,00 (dai 6 ai 18 anni, over 65, studenti universitari, categorie convenzionate) - Gruppi (minimo 15 persone): € 9,00 (1 accompagnatore gratuito ogni 20 paganti) - Scuole: € 5,00 (2 accompagnatori gratuiti per ogni classe) - Gratuito: bambini sotto i 6 anni, portatori di handicap con un accompagnatore, giornalisti con tesserino, guide turistiche con tesserino, militari in divisa

Donna in poltrona.

1940

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Eventi e Mostre

Musée d'Orsay. CAPOLAVORI (Complesso del Vittoriano, Via San Pietro in Carcere - Fori Imperiali - ROMA) Oal22 FEBBRAIOall' 8 GIUGNO 2014 La mostra espone, per lo prima volta a Roma, 70 opere realizzate tra il 1848 e il 1914 dai grandi maestri francesi (Gauguin, Monet, Degas, Sisley, Pissarro, Van Gogh, Manet, Corot, Seurat ed altri), attraverso un percorso suddiviso in cinque sezioni che racconta le origini e le successive trasformazioni dell'importante museo parigino.

Edgard Degas, Ballerine che salgono

lo scala 1870 ca.

Orari di apertura: Da lunedì a giovedì 9.30-19.30; venerdì e sabato 9.30-23.00; domenica 9.30-20.30 La biglietteria chiude un'ora prima Prevendite: 892.982 Informazioni: 06.6780664 BiglieHo d'ingresso: - Intero: € 12,00 - Gruppi: € 9,00 Ridotto: € 9,00 - Gratuito: bambini sotto i 6 anni Come arrivare: - Tutti i bus per il centro storico: 81, 85,87, 186,571, 810,850, fermata PiazzaVenezia - Metro B fermata Colosseo

Pierre Auguste

Renoir Jeunes filles au piano

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Eventi e Mostre

KANDINSKY, la collezione del CENTRE POMPIDOU (Palazzo Reale, P.zza del Duomo 12 20121 MILANO) 00117 DICEMBRE 2013 0127 APRILE 2014

Palazzo Reale di Milano espone oltre 80 opere del più illustre esponente dell'astrattismo, provenienti dal Centro Pompidou di Parigi, in una mostra che durerà fino al 27 Aprile e che rappresenta davvero una grande occasione per ammirare, in Italia, i bellissimi dipinti del maestro russo.

Orari di apertura:

Lunedì: Da martedì a domenica: Giovedì e sabato: 9.30-22.30

14.30-19.30 9.30-19.30

BiglieHo d'ingresso:

Intero: € 11,00 - Ridotto: € 9,50 - Gratuito: bambini fino a 6 anni

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mostra "KLlMT" (Palazzo Reale, P.zza del Duomo 20121 MILANO)

12 .

Dal 12 MARZO al 13 LUGLIO 2014

La mostra presenta una straordinaria collezione di oltre 100 opere dell'artista austriaco, in gran parte provenienti dal Museo Belvedere di Vienna, attraverso le quali si può ripercorrere l'intero percorso artistico di Gustav Klimt, dagli esordi al periodo della Secessione Viennese fino agli ulti- mi anni.

Orari di apertura: 14.30- 19.30 Lunedì: 9.30-19.30 Da martedì a domenica: Giovedì e sabato: 9.30-22.30 BiglieHo d'ingresso:

Intero: € 11,00 - Ridotto: € 9,50 - Gratuito: bambini fino a 6 ann

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Eventi e Mostre

BALLE DI SCIENZA STORIE DI ERRORI PRIMA E DOPO GALILEO

BOBOLI APERTO: LA LlMONAIA. VISITE STRAORDINARIE ALLA LlMONAIA DEL GIARDINO DI BOBOLI

(BLU, Palazzo d'Arte e Cultura, Lungarno Gambacorti 9, 56125- PISA)

(Limonaia del Giardino di Boboli, FIRENZE)

Dal

Dal

22

MARZO

al

29

GIUGNO

2014

19

FEBBRAIO

al

11

APRILE 2014

La mostra "Balle di Scienza", ideata per il 4500 anniversario della nascita di Galileo Galilei, racconterà come gli errori accompagnano inevitabilmente il desiderio dell'uomo di conoscere: spesso infatti le grandi scoperte si intrecciano con clamorose sviste.

Dopo un paio di date di prova, dal 19 Febbraio è possibile visitare la Limonaia del Giardino di Boboli, dalle ore 10 alle 13; l'opportunità si ripeterà il 26 Febbraio poi mercoledì 5, 12, 19, 26 Marzo e ancora mercoledì 2 e 9 Aprile e venerdì 4 e 11 Aprile. In questi dieci appuntamenti il

Tuttavia l'esperienza basata sulla correzione degli errori è l'essenza stessa del metodo scientifico galileiano. La mostra è promossa dalla Fondazione Palazzo Blu, dall'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN)e dall'Università di Pisa.

pubblico potrà osservare e godere il profumo di limoni, cedri, pompelmi, cetrangoli, chinotti, mandarini ed altre rare varietà di agrumi come l'arancio scannellato, introdotto a Firenze da Francesco I. Il costo del biglietto comprende anche la visita del Museo degli Argenti, della Galleria del Costume e del Giardino Bardini.

Orari di apertura:

Da lunedì a giovedì 9.30-19.30; venerdì e sabato 9.30-23.00; domenica 9.30-20.30 Informazioni e prenotazioni: tel. 050/2204650 www.palazzoblu.it Biglietto

d'ingresso:

Orari di apertura:

Nei giorni sopra indicati, ore 10.00- 13.00 Informazioni: Tel.+39 055/2298732 www.polomuseale.firenze.it

Ingressogratuito. Biglietto

d'ingresso:

- - Intero: € 10,00- Ridotto: € 5,00

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Eventi e Mostre

CERCANDO LA VERTICALE tra arte e tecnologia ESPOSIZIONEdi FILIA PIOMBO ANTICHI collezione CHETONI (Chiesa della SPINA, Lungarno Gambacorti, PISA) Dal 4 GIUGNO al 30 GIUGNO 2014 Nel suggestivo quadro della Chiesa della Spina a Pisasaranno esposti i fili a piombo d'epoca (circa tremila esemplari) provenienti da tutto il mondo e raccolti dall'Ing. Riccardo Chetoni in oltre trent'anni di attività professionale. La mostra è organizzata col patrocinio del

Comune di Pisa, dell'Università e dell'Ordine degli Ingegneri di Pisa. Nella stessa sede si terrà, il 16 Giugno, il 5° Congresso internazionale dei collezionisti di fili a piombo. All'interno dell'esposizione saranno disponibili pubblicazioni ed altro materiale informativo sugli oggetti esposti. Orari di apertura: Da martedì a domenica ore 11.00- 18.00 - Inaugurazione: mar 3 Giugno ore 18,00 Informazioni: Te!. 0501 580177 riccardo.chetoni@fastwebnet.it Wolfg.ruecker@t-online.de BiglieHo IngressoGratuito

d'ingresso:

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Eventi e Mostre

del

PONTORMO e ROSSOFIORENTINO (Piazza Strozzi, Palazzo Strozzi - 50123 FIRENZE)

Dal 20 MARZO al 31 AGOSTO 2014 Alle Scuderie del Quirinale saranno esposti numerosi capolavori dell'artista messicana, provenienti dai maggiori musei del mondo e da prestigiose collezioni private; un'occasione unica per comprendere meglio il grande talento di Frida Kahlo e le correnti artistiche (Modernismo messicano e Surrealismo europeo) che ne influenzarono l'attività

Dall' 8 MARZO al 20 LUGLIO 2014 Un evento irripetibile che raccoglie, in un'unica mostra, le opere di questi due massimi artisti del cinquecento italiano; l'esposizione è caratterizzata da un percorso articolato che permette una lettura chiara dei capolavori, provenienti dall'Italia e dall'estero, molti dei quali restaurati appositamente per questa occasione.

pittorica. La mostra proseguirà dal 20 Settembre 2014 al 15 Febbraio 2015 a Genova nel Palazzo Ducale, dove sarà evidenziata la sfera privata dell'artista.

Orari di apertura: Tutti i giorni: 9.00-20.00

FRIDA KAHLO (Piazza del Quirinale, Quirinale, ROMA)

Scuderie

Orari di apertura: Da domenica a giovedì: 10.00-20.00 Venerdì e sabato: 10.00-22.30

BiglieHo d'ingresso: Intero: € 10,00 - Ridotto: € 8,50 Gratuito: bambini fino a 6 anni Informazioni: www.palazzostrozzi.org Te!.+39055/26455155

BiglieHo d'ingresso: Intero: € 12,00 - Ridotto: € 9,50 Gratuito: bambini fino a 6 anni Informazioni: www.scuderiequirinale.it Tel. +39 06/39967500

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