nuovoEffatà - 04 - ott 2011

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n. 4/2011 (II): ottobre 2011

Organo di informazione e strumento di dialogo dell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Reggio Emilia

effataopgre.wordpress.com ­ effata.opg.re@gmail.com

Redazione nuovoEffatà - Direttore responsabile: Antonio Burani - Redazione: alcuni internati e volontari esterni - Segreteria: c/o don Daniele Simonazzi O.P.G. Reggio Emilia - Via Settembrini 8, 42123 Reggio Emilia / La collaborazione è benvenuta e aperta a tutti, purché rispettosa delle persone e delle norme di convivenza. / Distribuzione gratuita. Sono ben accetti contributi atti a sostenere le spese di stampa e gestione. Un contributo finanziario, anche piccolo, sarà gradito: è possibile fare un versamento sul conto FONDO VALLE dell’OPG di Reggionuovo Emilia - IBAN: IT94C0518812801000000022172, Effatà ­ Ottobre 2011 BANCO S.GEMINIANO E S.PROSPERO, REGGIO EMILIA, AGENZIA VIA SAN ROCCO


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Il frutto

di don Daniele Simonazzi omenica 2 ottobre la liturgia ci ha fatto incontrare un Vangelo che ci ha aperto il cuore. I commenti alla parola di Dio hanno riguardato il comportamento del padrone della vigna. Egli non essendo riuscito ad ottenere frutti da coloro che dovevano avere cura della vigna pensa di affidarla ad altri vignaioli. Il commento è stato: “il padrone fa di tutto per ottenere il frutto”. Aveva appena mandato il Figlio e questo gli pareva un motivo sufficiente, evidentemente a tutti i costi egli ritiene di dover chiedere i frutti. Comprendiamo l’importanza di questo perché difficilmente noi veniamo considerati persone in grado di portare frutto. Siamo degli assistiti anche meglio rispetto al passato ma mai considerati in grado di portare frutto. Se il vederci chiedere dei frutti è per qualcuno motivo di paura o desiderio di chiudersi nella sua avidità, per noi è segno di una fiducia nei nostri confronti che rinnova una vita spesso segnata da tutt’altro.

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E’ bello che a chiedere il frutto del nostro lavoro giunga il Figlio. E’ a Lui che si rende conto. Perché il Figlio e non il Padre stesso? Si chiedeva qualcuno alla diaconia. Perché il Padre non ragiona secondo la logica dei vignaioli. Se, per questi ultimi, il frutto è qualcosa di cui appropriarsi per il Padre è qualcosa da donare prima ancora di averlo ricevuto. In O.P.G non possiamo pretendere niente perché non possiamo niente. Di una cosa però non possono privarci: la possibilità di donare. Se riuscissero a privarci di questo ci condannerebbero a morte. Noi siamo per la vita e per il dono.

Nel Signore, d. Daniele


La questione politica dell'OPG

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di Francesco Paolella

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uando parliamo di OPG, di che tipo di istituzione parliamo? Quali poteri sono coinvolti? L'OPG è una pura eccezione, è soltanto un residuato dell'epoca dei manicomi, è soltanto l'eredità di un sistema penale antiquato? In altre parole: l'OPG è una istituzione che semplicemente resiste alla necessità di un suo superamento (chiusura, riforma)? Non è proprio così, anzi non è per niente così. Oggi, soprattutto oggi, l'OPG dovrebbero invece essere pensato piuttosto come un modello, o almeno come un punto di riferimento, per altri luoghi (o meglio: per altri “nonluoghi istituzionali”) di internamento, luoghi sempre meno marginali, come ha scritto di recente Salvatore Verde: “Quanti posti del genere esistono oggi negli spazi del nostro vivere? Di certo dobbiamo tenere conto delle celle delle caserme delle varie forze dell'ordine, dei campi di internamento per gli immigrati, delle zone detentive degli aeroporti, dei repartini psichiatrici ospedalieri, delle stanze di contenzione e di isolamento delle carceri e dei manicomi criminali. Ma anche delle strutture che “ricoverano” anziani, minorati, tossici, abbandonati e perseguitati, e in quella miriade di “servizi” definiti “cliniche” che ricevono, in subappalto, mandati di cura, recupero, rieducazione e riabilitazione per la copiosa umanità che costituisce

l'eccedenza sociale”. Anche in questo senso, più ampio e più “pericoloso” rispetto al pensare l'OPG come un semplice problema sanitario o “umanitario”, ci troviamo di fronte a un problema innanzitutto politico. Il convegno che si è tenuto a Reggio nello scorso settembre, e organizzato dalla Federazione della Sinistra, ha posto senza

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quello di una istituzione radicalmente violenta (e spesso ridotta a un sistema di violenze gratuite e arbitrarie, fuori dal diritto). Un'ottima occasione, dunque, questo convegno, come troppo poco spesso ne capitano a Reggio. Un'occasione che fa pensare una volta di più al fatto che l'emergenza degli OPG sia prima di tutto un'emergenza di

Il problema politico è quello

di una istituzione

radicalmente

dubbio diverse questioni politiche legate all'emergenza OPG – emergenza nazionale, ma per noi prima di tutto emergenza reggiana: la mancanza ormai drammatica di risorse pubbliche per la cura e l'assistenza sanitaria, la mancanza, di conseguenza, di prospettive per chi è internato, ma prima di tutto le condizioni di vita a dir poco precarie dei ricoverati e di chi si occupa di loro (come lavoratore e come volontario). In una formula: il problema politico è

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violenta

informazione, della mancanza di conoscenza: far conoscere cosa è oggi l'OPG, parlarne, ma specialmente attraverso le parole di chi vive in OPG e di OPG. Non accontentarsi, allora, delle parole istituzionali (politiche, tecniche..). Cercare di raccogliere, e far emergere, la sopravvivenza quotidiana, anche minuta, in OPG (e nonostante l'OPG). Permettetemi un ultimo riferimento. All'inizio degli anni

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Intervista a un volontario a cura di Massimiliano

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altro modo: ho fatto esperienza di Dio. Mi sono convertita. Raccontaci cosa fai adesso nella vita. - Lavoro 8 ore al giorno per il capitalismo in crisi e lotto per l'uguaglianza sociale a tempo perso. Vivo sola. E cosa vorresti fare nella vita invece? - Impegnare le mie energie nella direzione del progresso umano della collettività. Raccontaci un tuo sogno o una tua speranza. - Una società di eguali. Il tuo colore preferito? - Tutti. Dove sei nata? - A Parma. Che musica ascolti? - Varia. I Dove vivi? - A Reggio. miei preferiti di ora De Andrè e Parlaci dei tuoi hobby. la Banda Bassotti. Viaggiare. I tuoi 5 film preferiti? - Le onde Raccontaci di qualcosa che destino. Cabaret. Orizzonti di ami. - Spostarmi in treno, in bici, del gloria. a piedi, incontrare persone che I tuoi 5 libri preferiti? - La non conosco. di Dio. Saggi scettici. Raccontaci di qualcosa che odi. follia L'obbedienza non è più una virtù. - Ricevere ordini. Il tuo gelato preferito? Parlaci di qualcosa per cui Coppetta al fiordilatte. moriresti. - Per liberarci Una cosa che ti fa arrabbiare? dall'oppressione. - Moltissime cose mi fanno Parlaci di qualcosa per cui arrabbiare, sicuramente troppe. vivresti. - Per liberarci Una cosa che ti commuove? dall'oppressione. L'erba che cresce nelle crepe Raccontaci un'esperienza che ritieni sia stata importante per dell'asfalto. Una cosa che ti indigna? - Le fare di te la persona che sei espressioni di razzismo. adesso. - I bambini di Dicci qualcosa in cui credi. Fatimanagar, ei bambini Un uomo è un uomo. sieropositivi con cui abbiamo Cosa ti spinge di solito in passato qualche giorno durante quello che fai? - Prima la un viaggio in India, di quelli poi la convinzione. estivi, con la diocesi di Reggio... curiosità In cosa credi veramente, nel ci ha portato un prete atipico, - Che il gusto della Benito Fusco. Non so dirlo in un profondo? vita è la lotta. on questo questionario, un volontario ci racconterà un poco di lui e dei motivi per cui è finito in OPG di sua scelta. Certo le domande non saranno tutte serie, un po' per rilassare i toni e un po' perché il quattordicenne che c'è in me ogni tanto salta fuori. Poi è interessante conoscere la persona che sta dietro il ruolo, la figura del volontario. Quindi salteranno fuori un terzo di domende buffe, un terzo di domande strane e un terzo (quelle finali) in tema.

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A cosa ti aggrappi dentro di te quando - se ti succede - tutto sembra crollarti intorno? - La resurrezione. Ti capita mai di svegliarti dopo aver sognato di cadere da un'altezza grandissima? - Sì. Raccontaci un tuo sogno ricorrente. - Devo attraversare una stanza piena di gente e non ho le mutande. Se fossi il personaggio di un gioco di ruolo alla Dungeons and Dragons chi saresti: un'amazzone guerriera, una maga o una guaritrice? - Un'amazzone guerriera. Hai un animale da compagnia? Quale? - Un uomo. Preferisci i cani o i gatti? - Non conosco per niente i cani e non ho particolari relazioni coi gatti. Ti riconosci nel mondo di adesso, sia a livello diciamo globale che su scala più piccola in Italia e nella tua città? Sperimento fenomenicamente la contemporaneità, nella parzialità dell'esperienza. Non ho motivo di credere che un'altra epoca che non ho conosciuto mi sarebbe potuta essere più congegnale. Se potessi scegliere, dove vivresti? - Posso scegliere e vivo qui. Cosa pensi si aspettino da te (se vuoi parlarne): il tuo compagno? - Che viva liberamente facendo esperienza delle cose e aumentando la conoscenza. segue a pag. 6


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Ho incominciato

di Francesca Maria Bosi

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pagina da un vecc

hio numero di Effa

ari amici, ho incominciato a fare volontariato all'OPG di Reggio Emilia. L'ho deciso perché l'OPG e le altre realtà in cui si privano gli individui dei diritti civili ponendoli in isolamento "fuori dalle cinta murarie delle città" tracciate dal rex/sacerdote, tramite l'utilizzo del potere divenuto violento dello Stato, è una questione morale, che poi ovviamente viene declinata a politica, ed è un'ingiustizia tra le più odiose. Ultimamente si parla di emergenza politica quando si fanno tavole rotonde sul superamento di queste istituzioni, ma oggi chi stabilisce la carcerazione in OPG sono le AUSL con i DSM, da quando questo avviene, il numero dei soggetti che vengono affidati all'ospedale psichiatrico giudiziario invece che alle normali carceri è aumentato. E' inoltre noto che in queste istituzioni finiscono diverse tipologie di persone: da persone implicate in crimini di mafia, che vedono così la loro pena diventare più breve, a immigrati e tossicodipendenti che invece la vedono spesso aumentare a casi estremamente difficili, molte persone non ne escono mai più. Il comune denominatore di strutture quali: CIE, SPDC, OPG ma anche, paradossalmente, realtà quali Guantanamo è la somministrazione di psicofarmaci e l'occultamento

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dialogo costruttivo con il di reparto e il La tua famiglia? I tuoi amici? - comandante direttore dell'OPG, nel senso Che continui a rompere i ti pare che ostacolino o coglioni fino alla fine del tempo. che vietino a priori o che invece Cosa ti aspetti da te stesso? - Di gradiscano le iniziative che trovare, un metro alla volta, la portate avanti o le idee che strada. - Dobbiamo ancora Parlaci di qualche tuo pregio. - proponete? andare a presentarci. Stiamo Sono generosa. aspettando di esserci tutti per Raccontaci di qualche tuo andare a incontrare il direttore difetto. - Non ho pazienza. dell'OPG. La Comandante la Qualcosa che ami? - Il mare. conosciamo di vista ma non Qualcosa che odi? abbiamo mai avuto occasione di L'automobile. confrontarci apertamente. Significa qualcosa per te la Bisogna tenere conto che i frase “gettare il cuore oltre volontari sono estranei alla l'ostacolo”? - Osare. Avere logica della Polizia Penitenziaria, fiducia ed entusiasmo più che che c'è una grande distanza di paura. attitudine, così come i volontari Credi in Dio, uno qualsiasi, estranei alla logica sanitaria credi si aspetti qualcosa da te? sono a quella del cappellano. Noi Cosa? - Ci credo e si aspetta da odobbiamo tenere conto di questi me che lo ami nei fratelli. che si incontrano e si Cosa o chi ti ha fatto conoscere ambienti mischiano in OPG ma le persone l'OPG o il carcere? - Don come noi sono quelle chiuse Daniele Simonazzi, il dentro, noi siamo uguali a quelli cappellano. sono chiusi. Gli altri stanno Ti ha spinto qualcuno a fare il che facendo il loro mestiere. Noi non volontario o è stata una tua siamo qui a insegnare o a scelta? - E' stata una mia scelta discutere con chi fa un mestiere. che rispondeva a un bisogno. siamo nei panni di chi sta qui Cosa pensi di poter dare, oltre Ma dentro. Penso che sia possibile, all'attività specifica che svolgi, non scontato. ai pazienti dell'OPG? - Vengo a Pensi che qui il comandante di prendere, non a dare. Prendo per reparto e la direzione riportare fuori, perché la società rispettino la circolare del si senta e si sappia privata di una dipartimento sua parte, chiusa qui dentro. dell'amministrazione E in questa esperienza, c'è penitenziaria che dice stata una cosa, anche un fatto testualmente “Si raccomanda specifico o una persona, che direzioni di compiere ogni ritieni sia stato importante per alle per consentire la te come persona? - La relazione sforzo estensione degli orari che ho con chi vive e lavora qui massima di accesso istituti per i è fondante per me come persona. volontari eagli per i rappresentanti Pensi sia possibile avere un nuovoEffatà

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"segregazio Perchè non un luogo di

della comunità esterna”? Sicuramente è vero che la DAP fa fatica a coprire i turni ma che è indispensabile che l'OPG sia agibile ai volontari dalle 18 alle 21, perché i volontari prima lavorano e devono poter entrare più assiduamente. Di questo parleremo al direttore. Pensi che l'atteggiamento da parte dei PP nei vostri confronti sia di chiusura o che vi sia anche una parte di loro che vi apprezza e vi aiuta? Non avverto un atteggiamento di chiusura. Siamo coetanei, sono gentili, stanno lavorando, fanno un tipo di lavoro verso cui mi sento molto poco portata ma vedendoli penso che sarebbe importante che molti tipi diversi di persone lo facessero, anche quelli come me. C'è una cosa irrinunciabile che se potessi chiederesti di fare immediatamente alla direzione dell'OPG? - Tenere aperto tutte le sere e concederci permessi per fare iniziative dentro e fare conoscere l'OPG fuori, così che altri volontari possano contribuire a rafforzare la relazione tra chi è chiuso qui e il mondo fuori. Perché l'OPG non sia un posto di segregazione. Se potessi farlo cambieresti qualcosa nei tempi e nei modi della tua attività? - Sì, l'ho già detto.


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Giovanni Battista Piranesi ­ Le prigioni

delle persone, l'accesso senza un processo che stabilisca tempi e modi della detenzione, come prevederebbe il Diritto, ma al contrario in quei luoghi si esercita una sorta di giustizia preventiva, un processo alle intenzioni, terribilmente simile al film "minority report" e una continua rinegoziazione della pena. Presso alcuni SPDC Lombardi viene vietato persino di tenere con sé il proprio telefono cellulare per questioni attribuite alla privacy. Ora è vero che si è fatto molto negli ultimi anni, ma sia dal punto di vista scientifico (l'elettroshock che sta tornando abbastanza in auge, fu inventato da tale Cernetti che passando accanto a un macello si accorse che i maiali stavano più tranquilli dopo aver subito una forte scarica elettrica, gli antipsicotici non sono medicine inventate per curare la pazzia, ma in maggior parte il loro principio attivo serviva per potenziare l'effetto degli anestetici, in alcune regioni è ancora in auge la pratica della contenzione) che per quanto riguarda le politiche sociali di inclusione (si pensi alla 68/99 e a cosa prevede per l'inserimento lavorativo dei disabili psichici) c'è ancora molto da fare. Soprattutto ci sarebbe da discutere su cos'è la psiche e se il modo migliore per curare le anime, ammesso che esistano, sia quello di rendere invisibili e occultare le persone e quando si mostrano nel caso delle varie settimane della salute mentale, (l'ipocrisia di un giorno dedicato alla salute mentale... ma dove risiede l'anima nel cervello?) di farci vedere spettacoli di uomini e donne istituzionalizzati e quindi nella maggior parte dei casi "acculturati" nell'accezione che ci dà l'antropologia, che ci mostreranno ciò che hanno prodotto all'interno delle realtà che li gestiscono completamente e che perciò ci mostreranno quello che il senso comune si aspetta di vedere. Perciò secondo me non è una semplice questione politica, ma morale e culturale esattamente come lo è la polis da cui queste persone sono escluse. Invito tutti ad aderire alla campagna STOP OPG! nuovoEffatà

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Settanta, in Francia, nasce, per iniziativa di un gruppo di intellettuali e militanti politici (il più noto era Michel Foucault), il GIP (Groupe d'information sur les prisons). Questa è una parte del manifesto di presentazione del gruppo (dell'8 febbraio 1971): “Si pubblicano poche informazioni sulle prigioni: è una delle aree nascoste del nostro sistema sociale, uno degli ambiti oscuri della nostra vita. Noi abbiamo il diritto di sapere, noi vogliamo sapere. Ecco perché, insieme a magistrati, avvocati, giornalisti, medici, psicologi, abbiamo formato un Gruppo d'informazione sulle prigioni. Noi ci proponiamo di far sapere cosa è la prigione: chi ci finisce; come e perché ci si finisce; che cosa vi accade, cosa è la vita dei prigionieri, e anche quella del personale di sorveglianza; che cosa sono i fabbricati, l'alimentazione, l'igiene; come funzionano i regolamenti interni, il controllo medico, i laboratori; come se ne esce e cosa significa, nella nostra società, uno di quelli che ne sono usciti. Queste informazioni non le troveremo nei rapporti ufficiali. Le chiediamo a coloro che, qualsivoglia titolo, hanno un'esperienza della prigione o un rapporto con essa. […] Non è nostro compito suggerire una riforma. Noi vogliamo semplicemente far conoscere la realtà. E farla conoscere immediatamente, quasi quotidianamente, perché il tempo incalza. Si tratta di porre in stato d'allerta l'opinione pubblica e nuovoEffatà

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"oggi ad essere In mezzo a

quali dispositivi

ogni internato si trova

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un oggetto?

mantenerla vigile”. Che cosa può significare, oggi, a Reggio, un programma così ambizioso? Significa io credo anzitutto lavorare – anzi continuare a lavorare, come già fa questa rivista – sulla strada di un avvicinamento fra l'OPG e la città. Volendo semplificare un po', ecco che allora potremmo dire che è oggi più che mai urgente favorire una informazione concreta, umana, ma pur sempre politica, sull'OPG – e mi scuso se queste parole potranno suonare un po' astratte, e quindi un po' inutili, a chi conosce già bene questa realtà. Una informazione concreta, che si occupi delle condizioni materiali di esistenza degli internati; ma che sia anche umana (non ho trovato un aggettivo migliore), che parta dai

loro bisogni, che faccia proprio per quanto possibile il loro punto di vista, dando loro il diritto di parola e di critica. Ma tutto questo deve pur sempre inserirsi in un discorso politico. Ciò che conta, per chi entra in contatto con gli uomini-OPG, in un luogo e in un momento preciso, con singole persone che hanno anzitutto un nome e un volto, è non perdere mai di vista il contesto (sociale, economico, ma anche ideologico) che permette all'OPG di resistere, come dicevamo. Per questo, accanto al tema della salute mentale, è importante non dimenticare mai che l'OPG appartiene allo stesso modo, se non di più, al mondo del carcere, della penalità, della sicurezza, nonostante i recenti passaggi amministrativi che lo segue a pag. 9


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studiare l'OPG, tentando di far dialogare i diversi punti di vista, hanno portato nel campo di ognuno dei soggetti sanitario. Anche se non bisogna quelli coinvolti nell'internamento, più o rifugiarsi nei discorsi generali, meno direttamente: gli internati occorre chiedersi: in mezzo a ma anche i loro quali dispositivi ogni internato si ovviamente, familiari, le persone che entrano trova oggi ad essere un oggetto? in OPG per fare volontariato, il Psichiatria, criminologia, personale della polizia giurisprudenza certamente, ma (quello più non tralasciamo il ruolo dei mass penitenziaria “sensibile”, semmai). media e della comunicazione Studiare l'OPG attraverso lo politica in particolare (la strumento, minimo se volete, sicurezza, gli uomini dell'inchiesta. Allestire inchieste pericolosi...). parziali, dedicate a temi precisi, L'OPG è uno strumento di da usare appunto come materiale disciplina e di controllo sociale di lavoro per attirare l'attenzione che si inserisce nel campo più degli “altri”, di quelli che stanno ampio della “società penale” fuori, di quelli che non attuale (uso politico della ciò che ci appare oggi devianza, disciplina, ipocrisia dei conoscono intollerabile. percorsi rieducativi e di Un passo in questa direzione può reinserimento...). Questione politica è continuare a essere allora chiamare a raccolta

tutte le persone (associazioni, gruppi, singoli) che si occupano di OPG, che dedicano tempo all'OPG; creare anche a Reggio una rete informale che raccolga informazioni sull'OPG e cerchi in ogni modo di farle uscire oltre il proprio circuito, per coinvolgere altri; e per dire che l'OPG è una terribile emergenza sociale e di diritto, e quindi politica. -----

Salvatore Verde, Il carcere manicomio. Le carceri in Italia fra violenza, pietà, affari e camicie di forza, Sensibili alle foglie, 2011, pp. 62­63. Michel Foucault, L'emergenza delle prigioni. Interventi su carcere, diritto, controllo, La casa Usher, 2011, pp. 31­32.

Gipy ­ Il senso della vita

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tormentato conflitto interiore si susseguono istante dopo istante le immagini di questo luogo, dove proliferano sofferenza, Preghiera di un tragedia, disperazione, malattia. detenuto Signore abbi pietà di me! Avrei di Roby voglia di piangere, ma non ho libertà di poterlo fare. Aiutami, non so come pregarti, ma tu Padre Santo, tu puoi aiutarmi, perchè tu mi conosci come neanche io mi conosco. Ciao indifferenza, migliore amica passa mai, e perdi la cognizione mia! Grazie per tutte le volte che del tempo... e l'apatia più totale sei intromessa nella mia vita immerge i tuoi sensi. Mi sembra tidifendendomi dall'ignoranza che di essere in un'altra dimensione dove tutto è impalpabile, tutto è ho incontrato, dall'invidia, dalla gelosia, dalle malelingue e dalle un ricordo, tutto è prepotenze che sono sempre inesorabilmente uno sbiadito ricordo e sta per cadere nell'oblio presenti intorno a me che non ho mai sopportato... Grazie dell'indifferenza dove tutto è e ignore, dove sei? Vorrei tutto può non essere. Signore, ti indifferenza per tutte le volte che sono stato provocato e non ho poterti pregare, ma in prego, non mi abbandonare! In questo luogo non ho questo luogo dolore e sofferenza reagito, per avermi difeso dalla neanche la libertà di pregare... nemica che mi perseguita e che sono amari come il veleno! Ho Sono tanto infelice! Com'è appreso le più tristi lezioni come non ho mai accettato: la falsità. cambiata la mia vita! Mi guardo tragiche esperienze! nella mia Quante difficoltà ho potuto intorno smarrito, vedo solo... mente il terremoto, un turbinio di evitare grazie a te, fedele amica tante sbarre! E viaggia la mia ricordi, penso ai miei cari che mia, sei parte del mio essere e fantasia, i miei occhi penetrano vedo ormai come un miraggio... con te accanto riesco a vivere e gli alti muri di cinta, e nel mio Sono perplesso, confuso, turbato. sopportare meglio tutto. cervello come su uno schermo si Signore, ho tanto bisogno di te! Sono molte le atrocità nel succedono le immagini; sono In questo luogo tutti gli antichi mondo e moltissimi i pericoli; immagini che mi appartengono, valori sono rigettati, si è privati ma di una cosa sono certo: il immagini della mia vita perduta, dell'oggetto del proprio affetto. male peggiore è l'indifferenza. Il quando ero libero e onorato. Qua E' una sensazione di vuoto contrario dell'amore non è l'odio non sei niente, nessuno. Sei un terribile, perchè si è spento tutto ma l'indifferenza, il contrario pare senza figli, un marito senza ciò che dava senso alla vita. E' della vita non è la morte ma moglie, un figlio senza mamma... come affondare negli abissi l'indifferenza, il contrario Signore, aiutami! Mi hanno dell'oceano, sempre più buio, non è la stupidità sepolto vivo, è come se io fossi sempre più giù, fino ad annegare. dell'intelligenza ma l'indifferenza, è contro di essa già morto, anzi è peggio, la Signore, perchè sono nato! In che bisogna combattere con tutte morte è l'agonia di un momento, questi tragici momenti, in cui le proprie forze. E per farlo in questo luogo l'agonia è l'individuo si sente spogliato di un'arma esiste: l'educazione. perpetua. Spero tanto che sia ogni gioia di vivere, quando Bisogna praticarla, diffonderla, tutto un sogno, e nel sogno di l'essere amato è al di là di ogni condividerla, esercitarla sempre e vivere un incubo, vorrei potermi ricordo, senti l'orrore della dovunque, non arrendersi mai. svegliare ma... l'incubo non solitudine. E in questo

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Io per te di Tommaso

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tu lo sai, non ci lasceremo mai

Kees Van Dongen ­ Woman with a fan

perché saremo sempre fuori dai guai e se ci lasceremo andare come due colombe nel vento sentirai quel che per te sento ma tutto è possibile tutto quello che abbiamo fatto potrebbe diventare impossibile se c'è un po' di gelosia quella è tutta mia e se ti voglio parlare d'amore aspetta che nasca un altro fiore senti quello che vorrei io lasciarti mai e se tu vuoi essere come me non ci sarà altro dio all'infuori di me ma se tu vuoi lasciarmi ti propongo un baratto: io per te, resterò matto.

Debole di Gipy

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n fondo al cuore

c’è un posto, io lo chiamo Utopia, Sogno, Desiderio Amore… Eppure scappo ogni volta che ci credo! Cos’è che non va? Pechè non corri da lei E provi a fare l’Uomo, il Papà?!

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Ferdinand Hodler ­ Tired of life

Psichiatria di Anonimo

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a Psichiatria secondo la mia modesta opinione, business. Psicologi, psichiatri, laureati devono trovare lavoro, li trovano nelle comunità e non solo, racconto una barzelletta. È il 1901 una signora va da uno psichiatra, la signora dice con lo psichiatra: “Sono disperata, mio figlio è tremendo: stacca le zampe alle cavallette, crocifigge i gatti, fa lo sgambetto alle vecchiette.” Lo psichiatra: “Non si preoccupi: sarà un ottimo padre di famiglia!”. La signora nuovoEffatà

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rinfrancata: “La ringrazio signor Freud!” Lo psichiatra: “Niente, signora Hitler!”. Cosa fa capire questo? Che secondo me solo Dio giudica o sa giudicare. Gli psicofarmaci costano alcuni tanto e danneggiano solo l’individuo, è meglio un buon colloquio. Conosco gente che ha ucciso plurimo omicidio e fanno finta di non capire ciò che fanno, cioè non ero cosciente al momento del fatto per non fare l’ergastolo; in più prendono terapie leggere, uno di questi non ha scontato neanche l’ultimo omicidio fatto

in carcere, invece intelligentissimo e furbo. Io invece non ho fatto nulla di grave: botte con operatore e un falso stupro. Sono in O.P.G. da più di 7 mesi e ½ rinchiuso. Io, potevo fare la controperizia, ma con l’ultimo reato non scapperò più dalla psichiatria. È anche un fattore di soldi bunga bunga, cioè Berlusconi è entrato in politica per non essere messo in carcere, difatti ha 48 avvisi di garanzia, pagava il pizzo alla mafia, eccetera. Prego solo Dio che un domani mi renda libero.


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Riflessioni

a cura di Comunità Alloggio Psichiatrica Azzurro Sole ­ www.codess.com pregiudizio e gli stereotipi, una n’encomio a tutti quelli ed è questo che voglio evidenziare: è stato possibile giornata dove la psichiatria ha che hanno partecipato trascorrere un pomeriggio fatto “mono paura”. Arrivederci alla festa del 21 maggio a presto. ­ Veronesi Mirco, nella comunità “Azzurro Sole”! piacevole e gli operatori sono intervenuti pochissimo. La operatore socio sanitario della Giorno di festa, i nostri ragazzi spontaneità è stata permessa a comunità Azzurro Sole dal 2001, sono stati splendidi, attenti e tutti e la riuscita della festa molto curiosi a conferma lavora con gli stessi ospiti dal dell’ipotesi che queste dimostra che erano tutti pronti a 1995. manifestazioni aiutano molto muoversi “liberamente”: loro a vedere il fuori e ai all’inizio due gruppi di giovani La cosa che mi ha colpita di più visitatori a vederci. Gli operatori hanno suonato le loro musiche riguarda un ospite in particolare, tutti sono stati molto discreti e mentre alcune persone giocavano si è commosso ed ha pianto professionali (esserci è a pallavolo, altre parlavano, altre tanto. Dopo essersi sfogato ha partecipare senza invadere la bevevano, altre ancora con la cominciato a ridere. - Aparecida loro festa). Devo dire che in palla facevano alcuni passaggi di Da Silva Emilia operatrice della particolare quando c’è stata la calcio. Qualcuno mi si è comunità Azzurro Sole dal 2001. lettura dell’O.p.g. parecchi dei avvicinato e mi ha chiesto nostri pazienti sono stati molto arrivano quelli Penso che la festa sia riuscita attenti. Continuare a fare questo “quando dell'OPG?” Ho sorriso perché benissimo in quanto ho notato la tipo di apertura al territorio aiuta erano già tra di noi. Queste felicità degli utenti. Tutti ci il territorio, aiuta noi e i nostri esperienze devono essere siamo prodigati affinchè ragazzi. - Albano Ernesto, raccontate affinchè se ne possano riuscisse al meglio pertanto infermiere professionale della fare altre, non solo nei luoghi abbiamo organizzato comunità Azzurro Sole dal 2010, della psichiatria... ed è quello che l’accoglienza con: striscione di lavora in psichiatria dal 1973. chiedono anche gli ospiti della benvenuto, musica, buffet e altro. comunità . ­ Coordinatrice della Credo sia stato un giorno E’ stata una festa bellissima in comunità Azzurro Sole ­ Codess speciale, da ripetere!!!!!!!! cui ci si è divertiti molto con la musica moderna e parzialmente sociale S.c.a.r.l.Onlus dal 2008. Serra Silvana operatrice socio sanitario della comunità Azzurro dedicata ai giovani d’oggi. E’ Festa ben riuscita. I nostri utenti Sole dal 2008. stata piena di vita e di si sono emozionati e divertiti. entusiasmo nel quale si è potuto Grazie a tutti i partecipanti e al Festa riuscita, tempo bello, tutti godere dei momenti vissuti e personale che ha mostrato si sono divertiti soprattutto i sostanzialmente creativi. professionalità per l’occasione… nostri ospiti che è la cosa più Abbiamo potuto anche allargare e che mi ha fatta sentire bene per importante. Un sabato diverso le amicizie! - Trevenzoli l’affinità con cui abbiamo dagli altri, per conoscere e farsi Caterina. lavorato. - Dorini Maria, conoscere e favorire referente degli operatori socio l’integrazione della struttura Ciò che è accaduto è sanitari della comunità Azzurro nella società e… la società nella straordinario perché c’erano sia Sole dal 2001. struttura! - Rosà Alessio persone che frequentano gli operatore socio sanitario della ambienti psichiatrici sia persone Una bella giornata dove che non li hanno mai conosciuti segue a pag. 14 l’integrazione ha vinto sul

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André Derain ­ Bacchic Dance (particolare)

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comunità Azzurro Sole dal 2010.

Una settimana prima della festa ero molto preoccupata per la preparazione del buffet. Il giorno della festa mi sono tranquillizzata e gratificata nel vedere un pomeriggio così speciale per gli ospiti della comunità! C’era un’aria familiare per tutti. - Lazzarini Olivana cuoca della comunità Azzurro Sole dal 2008.

Festa molto bella, sono soddisfatta moralmente dello stato d’animo degli utenti, cosa che più mi rende felice e mi da la marcia in più per continuare a impegnarmi in questo lavoro. Vederli concentrati, attenti e sorridenti è stata la soddisfazione più grande. - Campana Giusy operatrice della comunità Azzurro Sole dal 2010.

Dovrei parlare della festa del 21 maggio in poche righe? Impossibile, ci vorrebbe molto nuovoEffatà

­ Ottobre 2011

più che qualche riga per descrivere l’agitazione dei preparativi, le mille idee vagliate e la stanchezza sana e gratificante del dopo festa e che dire dell’energia positiva che si è sprigionata durante la festa con la musica e “l’andirivieni” di ospiti curiosi ed increduli che guardavano, sorridevano e si divertivano. Un grazie ai ragazzi e accompagnatori dell’O.p.g., hanno aperta una finestra attraverso cui “permettere alla fenice di spiccare il volo”. Grazie a tutti… e anche a me. ­ Baldi Marina operatrice della comunità Azzurro Sole dal 2010.

La sensazione di un universo umano più spazioso, un mondo migliore. Lo spettacolo, la responsabilità, la coscienza sociale intrecciate in modo naturale… ho respirato questa sensazione nella festa di Azzurro Sole che era la festa di tutti. Il messaggio percepito è stato di “un mondo migliore” a cui aspirare. ­ Rexha Meliha

operatrice della comunità Azzurro Sole dal 2010.

L'aspetto della festa che mi ha maggiormente colpita è la naturalezza con cui si è affrontato il tema importantissimo e troppo spesso "nascosto" degli ospedali psichiatrici giudiziari. Perchè tutti sappiamo della loro anomala esistenza, ma non mi ero mai soffermata a pensare alle persone che vi sono rinchiuse, a quale può essere il loro quotidiano, i loro sentimenti e le loro storie. Essere messi di fronte a questa realtà accresce lo stupore dell'esistenza istituzionale degli Opg, ma sono felice di aver partecipato in qualche modo ad un piccolo passo verso una vita migliore per queste persone, perchè nel nostro pomeriggio insieme non ci sono state barriere di nessun tipo, solo persone che insieme cercano di essere serene nonostante le loro difficoltà individuali. ­ Tarlazzi Filomena operatrice della comunità.


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di Riccardo

41 anni di Gipy

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1 anni! … Pseudonimo Gipy… Sono quel che sono… lo so! Ne ho piena coscienza! Sono l’artefice di me stesso! Niente mi è dovuto come niente per me è gratuito! Non voglio giustificare le mie azioni né assolutamente colpevolizzare altri! Ma mi chiedo perché! Perché una cosa scritta deve divenire indelebile – un profilo rimanere tale... Ma la psiche può cambiare? Se per un luogo comune chiamato “Senno del Poi” una persona perché forse solleva 100 Kg in palestra oppure è 90 Kg x 190 cm di altezza che a prima vista possa imprimere timore... Può essere giusto che per un diverbio (sicuramente non consono qui) verbale (se non sono andato di matto) ancora attinto all’odierna civiltà; in Amore – nel lavoro – tra colleghi , tra bambini – tra amici... Ma la vita comune fuor di qui è "rosa e fiori”? Perché? Perché qualche professionista potrebbe avere espresso: ”Ma se lui si incazza chi lo ferma?!” Pazienza! Finirà tutto e andrò a terminare la vita che sta nascendo in me con la persona che amo. Devo riiniziare da capo… Ok! Mi servirà per accrescere e apprendere in continuità e responsabilità. Ma per essere ancora libero nell’esprimermi, lo ammetto, ne sono un po’ deluso… Ma non di me stesso! Non è colpa mia se il mio contenitore esterno vi detta ciò! nuovoEffatà

­ Ottobre 2011


n. 4/2011 (II): ottobre 2011

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