Ombretta Panese - Marialuisa Severi, Il Merletto Veneziano ad Ago

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Ombretta Panese Marialuisa Severi

IL MERLETTO VENEZIANO AD AGO Tecnica base della trina di Burano

Nuova S1


Š 2014 tutti i diritti sono riservati Casa Editrice Nuova S1 s.n.c. di Pietro Cimmino Gibellini & C. Via Albertazzi, 6/5 - 40137 Bologna Italy info@nuovas1.it - www.nuovas1.it https://www.facebook.com/merlettiericami.nuovas1 Numero ISBN 9788889262757 Prima edizione: maggio 2014


L’importante sarà sempre di fare colla massima diligenza ogni cosa che vogliamo ci torni ad onore, e nei merletti, rammentatelo, ha gran merito la precisione del lavoro. Non temete di farne meno per questo; giacchè è solo questione di avviarsi bene da principio. Quando la mano e l’occhio sono ben educati, si impiega quasi lo stesso tempo tanto a far bene, quanto a far male. ( G. Romanelli Marone)

Paesaggio invernale


Gli inizi La conoscenza affina il gusto, permette di capire le differenze tra le tipologie, di farsi un’opinione, di scegliere. Quest’opera vuole essere un piccolissimo contributo per la salvaguardia di quest’arte nobilissima.

Tutti i disegni e le opere sono delle autrici, dove non diversamente indicato.


Le strade


Presentazione Di tutti i merletti ad ago il merletto di Venezia e Burano è certamente il più complesso, ma sicuramente il più versatile, perché rimuove le limitazioni imposte dal disegno; le forme geometriche del reticello furono la base di partenza per disegni meno schematici. È differente da qualsiasi altro merletto ad ago perché i contorni sono evidenziati con uno o più fili di rilievo che tracciano il disegno creando profondità, così come le ombreggiature la creano in un disegno. Nella metà del XVI secolo i disegni erano complessi, il filato era di finissimo lino, qualche volta in seta, e c’erano molte varietà di modi in cui il punto poteva essere lavorato. Non solo centri, centrini e intarsi, ma anche colli, gorgiere, guanti, cuffie, scialli, sciarpe, strascichi e interi abiti sono conservati nei musei del mondo. Oggi, sia per la mancanza di tempo sia perché i sottilissimi fili non sono più reperibili, non è più possibile produrre in quantità, ma puntare sulla qualità. Non c’è età per il merletto, un disegno moderno si può lavorare bene quanto si lavorava un disegno barocco. Questo manuale è rivolto alle principianti, passo dopo passo vengono date le istruzioni per preparare la base di lavoro e per eseguire i primi punti di ghipur. Quello che viene proposto è un semplice imparaticcio, completato il quale sarete in grado di eseguire gli altri disegni che troverete alla fine del libro.

Tradizione: stesso disegno, diversa interpretazione 6


Particolare di un angolo di lenzuolo, prima metĂ del '900

Particolare del motivo centrale di un lenzuolo, prima metĂ del '900

Particolare di una rifinitura 7


Un po’ di storia Venezia è considerata dagli studiosi la patria del merletto ad ago e a fuselli. Il primo documento in cui si cita il “punto in aire” è del XV sec., una legge suntuaria della Repubblica che limitava l’uso del merletto nell’abbigliamento. Se la leggenda vuole che esso nasca per merito di una giovane popolana, è in realtà nell’ambiente aristocratico che si sviluppa come espressione della creatività delle nobildonne veneziane. Si deve poi alle dogaresse dell’epoca la promulgazione di leggi protettive e l’istituzione nel 1595 del primo laboratorio di merlettaie. Nel '500 e nel primo '600 furono pubblicati a Venezia, da parte di famosi incisori, molti modellari, “libri di disegni per merletti”. Alla fine del XVI sec. i merletti divennero accessori di moda molto importanti e quindi iniziò una produzione di enormi proporzioni di merletto ad ago a Burano e di merletto a fuselli a Pellestrina. Venezia esportava in tutta Europa e aveva commesse anche dal re di Francia Luigi XIV (si veda il collare per la sua incoronazione). La richiesta di trine vaporose portò alla trasformazione del merletto ad ago che abbandonò i grossi rilievi e gli sbari per una leggera rete di fondo, denominata più tardi merletto di Burano, per distinguerlo dal classico merletto di Venezia. Nell’ultimo quarto del XVIII sec., nel periodo di decadenza politica e di crisi economica, anche il merletto tornò ad essere un’occupazione domestica. Nella seconda metà dell’800 si assistette a un rinnovato interesse per le arti minori in tutta Europa e quindi anche per il merletto ad ago. Con il patrocinio di Andriana Zon Marcello fu aperta una scuola a Burano la cui prima insegnante Anna D’Este aveva appreso la tecnica da un’anziana operatrice Francesca Memo detta “Cencia Scarpariola”. I manufatti prodotti furono apprezzati dalla regina Margherita che accettò la presidenza onoraria della scuola. Nel 1883 in Venezia si contavano più di tremila merlettaie che lavoravano a cottimo. Nel primo decennio del '900 la grave crisi economica colpì anche il settore del merletto. Il mutamento delle mode, la minore disponibilità finanziaria generale, il persistere su modelli del passato, l’altissimo costo rispetto ai pizzi meccanici e chimici portarono a un inevitabile declino.

Sottobicchiere, metà del ‘900 8


Dizionario Tra le merlettaie veneziane si continuano a usare gli antichi termini del dialetto così come si trovano nei vecchi testi, ci sembra quindi opportuno darne la traduzione perché verranno usati nel manuale. Quale riferimento si è utilizzato il “Dizionario del dialetto veneziano” di Giuseppe Boerio. Sacolà - sopraggitto fatto con l’ago per rinforzo o asola che si fa nel fusello perché non si disfi. Ponto capa - punto festone. Capa deriva dal frastagliamento dell’orlo di fazzoletti e tovaglie, simile per forma a una conchiglia. Ponto a cavallotto – sopraggitto. Ponto a filzeta - punto filza. Ciaro - chiaro, cioè punti radi, distanziati l’uno dall’altro. Fisso - stretto cioè punti ravvicinati l’uno all’altro. Da do - da due. Formigola - formica. Redin - retino, reticella. Cussinelo - cuscinetto. Murello - rocchio pezzo alquanto corto, massiccio e liscio di forma approssimativamente cilindrica di legno rotondo, su cui si lavorano le maglie della rete. Ghipur - francesismo che indica il lavoro di riempimento del disegno con punti compatti, argomento di questo volume. Rincela - piccola orecchia, asola. Picò - francesismo per pippiolino. Smerli - abbellimenti.

Protostelle 9


Strumenti e Materiali Cussinelo È un cuscino tondo di 15-17 cm di diametro e lungo 30-32 cm, ben imbottito di paglia o paglia sintetica affinché sia leggero perché va tenuto sulle ginocchia. In seguito si può costruirne uno di dimensioni maggiori in funzione della grandezza del lavoro che si vuol eseguire.

Murello È un cilindro di legno di 5 cm di diametro e lungo quanto il cussinelo. Serve a tener sollevato il lavoro per facilitare l’entrata dell’ago e si sposta nel punto in cui si sta lavorando.

Orditura È il supporto su cui si lavorerà. Per prepararla occorrono carta paglia, carta pergamina, tela ordinaria e resistente, disegno o fotocopia del disegno che si vuol eseguire in carta verde. La carta colorata è utile per contrastare il bianco del filato (noi useremo in questo volume il verde, ma si può scegliere l’azzurro o l’arancione, colori comunque che siano riposanti per gli occhi). Se però si lavorerà con il filo colorato sarà meglio usare della carta bianca per creare contrasto con il colore del lavoro.

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Occorrono ancora • • • • • • • • • • •

Filo di cotone per cucire o per merletto a tombolo n° 40 o 50. Filo di cotone n° 100 per orlo a giorno a macchina, in alternativa filo per tombolo n° 100. Filo di cotone n° 8 o 10 rigido e cerato, tipo quello che veniva usato dai pellettieri, per il rilievo. Aghi lunghi a cruna corta n° 9 o 10. Forbicine. Ditale. Sei aghi da balia. Cutter. Pinzetta a presa larga. Filo di ferro zincato n° 14 se si eseguono merletti tridimensionali. Tronchesino per tagliare il fil di ferro.

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Orditura

Disegno a grandezza naturale Riportare il disegno, o fotocopiarlo, su carta verde. Sovrapporre alla tela, che deve essere di dimensioni maggiori del disegno, tre fogli di carta paglia, il foglio con il disegno e infine la carta pergamina. Fermare agli angoli con degli spilli.

Orditura a mano L’orditura a mano, come era eseguita una volta, prima che si utilizzassero le macchine per cucire, consiste nel posare sulle linee del disegno un filo di cotone e fermarlo a distanza regolare formando dei punti a cavallotto con un filo che partendo da sotto la tela attraversi i vari strati di carta. 12


Orditura a macchina Non stupitevi per l’uso della macchina per cucire, l’orditura, alla fine del lavoro, viene eliminata, ma questo ci permette di risparmiare tempo. Regolare il punto su una lunghezza 2,5 - 3 e tensione 7. Eseguire una cucitura con del comune filo di cotone forte n° 50 seguendo i contorni del disegno, senza mai interromperla. Quando è necessario ripassare sopra una cucitura già fatta cercando di entrare negli stessi punti. Per preparare l’orditura dell’imparaticcio seguire lo schema.

Tragitto per fare l’orditura

Orditura completata

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A questo punto siete pronte per iniziare il lavoro. Fissare l’orditura così preparata al cussinelo con gli aghi da balia, frapponendo il murello. Bisogna fissare la tela in modo piuttosto stretto così che il murello possa essere spostato con una certa difficoltà.

Posizionate il cussinelo sulle ginocchia con il murello verticale di fronte a voi. Per mantenere una postura corretta e non affaticare la schiena, tenete le gambe rialzate utilizzando un poggiapiedi; questo vi permetterà di tenere la schiena appoggiata alla spalliera della sedia. È opportuno rinforzare l’orditura: con una gugliata di filo n° 40, lo stesso con cui si lavorerà, fissata con un nodo a un angolo dell’orditura stessa, entrare in ogni punto con un sopraggitto. Quest’operazione di rinforzo dell’orditura si ripete ogni qualvolta si inizia un lavoro senza “appoggiarsi” a uno precedente.

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fine anteprima

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