E book formativo docenti media education ic armaforte 2014 2015 di antonina raineri

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Università degli Studi di Palermo "Professione Formatore per la didattica della comunicazione" IC “E. ARMAFORTE” ALTOFONTE(PA) SPERIMENTAZIONE A.S.2014-2015

“LA SCUOLA TI DA’…VOCE !” Sommario Premessa………………………………………………………………………………………………………………………………………………. Struttura, prerequisiti e strumentazioni……………………………………………………………………………………………….. AREA A – MEDIA EDUCATION Istruzioni per l’insegnante…………………………………………………………………………………………………………………….. Scheda di approfondimento/Studente………………………………………………………………………………………………….. AREA B - Costruiamo una Netiquette Istruzioni per l’insegnante……………………………………………………………………………………………………………………… Scheda di approfondimento/Studente………………………………………………………………….................................. Materiali Scenari…………………………………………………………………………………………………………………………………………………… Griglia di valutazione……………………………………………………………………………………………………………………………… AREA C – IDENTITA’ Istruzioni per l’insegnante…………………………………………………………………………………………………………………….. Scheda di approfondimento/Studente…………………………………………………………………………………………………. Scheda 1- Carta di identità per l’amicizia………………………………………………………………………………………………. AREA C.1 – IDENTITA’AVATAR Istruzioni per l’insegnante…………………………………………………………………………………………………………………….. Materiali Scheda 1- Il gioco dell’avatar…………………………………………………………………………………………………………………. AREA C.2 – IDENTITA’”IO…..IN 5 SCATTI!” Istruzioni per l’insegnante……………………………………………………………………………………………………………………… Materiali Scheda 1 – Storyboard: che cos’è e come si fa?.......................................................................................... Scheda di approfondimento/Studente……………………………………………………………………………………………………. Scheda operativa/Docenti…………………………………………………………………………………………………………………....... Valutazione……………………………………………………………………………………………………………………………………………… Foto Attività……………………………………………………………………………………………………………………......................... Laboratorio sulle Differenze di GENERE……………………………………………………………………………………………………. SAME LOVE di Macklemore & Ryan Lewis ft. Mary Lambert ………………………............................................... Attività su Stereotipi « Il brutto e il bello »………………………………………………………………………………………………… Brani RAP - Basi musicali creati con il supporto di Audacity……………………………………………………………………… BRANO 1 - GENERAZIONE………………………………………………………………………………………………………………………… BRANO 2 – StereoTipo………………………………………………………………………………………………….............................. Narrazione con POWTOON……………………………………………………………………………………………………………………….. Presentazione lavori -Foto AULA MAGNA ……………………………………................................................................

Antonina Raineri – Sperimentazione Progetto “La scuola ti dà…voce!” a.s. 2014-2015 IC “E. Armaforte” Altofonte

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PREMESSA La capacità di partecipare in modo costruttivo e consapevole alle comunità online e ai network virtuali costituisce un prerequisito fondamentale per fare parte in modo attivo alla società della conoscenza e dell’informazione. Alla diffusione dei nuovi media e degli strumenti del web 2.0 si accompagna infatti l’emergere di nuove opportunità di partecipazione civica e sociale (e-engagement, e-inclusion), che richiedono capacità comunicative e socio-relazionali adeguate. Come ci si comporta in queste comunità? Quali regole vanno rispettate? Quali ruoli e responsabilità hanno i soggetti che vi partecipano? Parallelamente, buona parte della popolazione mondiale è ancora esclusa dalla possibilità di prendere parte ai circuiti digitali e trarne i relativi benefici (e-exclusion). Viene posta,inoltre, l’attenzione sui contenuti (saperi, informazioni, conoscenze) che non ha come conseguenza l’accesso alle TIC , poiché indipendentemente dalle tecnologie, il divario digitale appare come una conseguenza di ineguaglianze dovute a una mancanza d’uso di un proficuo e produttivo accesso alla società dell’informazione di alunni, genitori e docenti. Quali sono i paesi e le fasce sociali coinvolte? Quali conseguenze ha per gli individui l’esclusione dalle reti elettroniche? Questo percorso ha il duplice obiettivo di promuovere la consapevolezza dell’allievo rispetto al problema del digital divide e relative conseguenze, e di promuovere comportamenti adeguati da tenere nell’interazione con gli altri, in particolare nei contesti di comunicazione digitale. In breve, il percorso si propone di favorire lo sviluppo negli studenti delle seguenti conoscenze e capacità/abilità: A) B) C) D) E)

Comprensione delle concetto di digital divide Comprensione del concetto di comunità online/offline Capacità comunicative e socio-relazionali Capacità di discussione e negoziazione Capacità di analisi, valutazione e sintesi

Il Consiglio di classe ha focalizzato, inoltre, la propria attenzione sulla categoria della differenza, fondante dell’identità del soggetto. Come sappiamo le differenze di genere rivestono un ruolo fondamentale nei processi educativi. Il sistema scolastico in cui viviamo e che contribuiamo a produrre, educa ancora troppo spesso alla ‘neutralità’ senza prendere in considerazione le appartenenze di genere e le esperienze dei soggetti che lo abitano nonché le traiettorie di genere che segnano le diverse discipline insegnate. Nasce da queste considerazioni, volutamente sintetiche in questo contesto, l’impegno a confrontarsi con studenti e studentesse dell’IC “E. Armaforte”, al fine di offrire loro una opportunità di rivisitare le proprie idee, concetti e visioni del mondo mettendo in discussione il pensiero unico e neutrale, fatto spesso di stereotipi e modelli culturali di genere dominanti e normativi che limitano le possibilità di espressione di ragazze e ragazzi, nell’ambito delle relazioni, degli affetti, dei percorsi scolastici e, in futuro, del lavoro. Il genere ha a che fare con la diversa condizione di vita storicamente determinatasi tra i due sessi nella evoluzione sociale, nella divisione in ruoli differenti, in altre parole, il genere rappresenta il significato che ha assunto, a livello culturale e sociale la differenza sessuale. Partendo da questa definizione è facile intuire il peso che gli stereotipi hanno ancora oggi sulla costruzione delle identità dei ragazzi e delle ragazze e come la loro influenza porti a ruoli cristallizzati, rigidi e soprattutto asimmetrici. Antonina Raineri – Sperimentazione Progetto “La scuola ti dà…voce!” a.s. 2014-2015 IC “E. Armaforte” Altofonte


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I laboratori hanno avuto il ruolo di fare esprimere agli studenti in modo creativo le loro osservazioni sul tema delle differenze di genere, attraverso l’elaborazione e l’interpretazione di due brani RAP, con l’uso di Audacity.

Struttura, prerequisiti e strumentazioni Il percorso si articola in tre attività, la prima dedicata ai concetti di Media Education; la seconda all’analisi di interazioni comunicative online e alla costruzione di regole condivise (netiquette); la terza si basa sul concetto di Identità. Le tre attività insieme cercano di coprire le varie sfaccettature del concetto di partecipazione online, guardando sia alle implicazioni problematiche che alle opportunità. Infine sono stati realizzati dei laboratori con la finalità di osservare con senso critico gli stereotipi di genere, riconoscerne l’influenza nelle loro relazioni e aprirsi alla possibilità di un cambiamento. L’insegnante può decidere se attuarle tutte oppure solo una o due di esse. Le prime due attività possono richiedere una o due lezioni. La terza attività è più articolata e necessita di almeno tre lezioni. Si presuppone che gli allievi sappiano utilizzare il browser, i motori di ricerca e gli strumenti di videoscrittura. Sono necessari almeno 1PC/2studenti e connessione a Internet. La presenza della lavagna interattiva multimediale in aula può facilitare attività di riflessione condivisa sulle risorse online considerate. Il presente materiale è liberamente riadattato dalla guida didattica di Maria Ranieri, realizzata con il sostegno finanziario del programma Daphne III della Commissione Europea.

AREA A – MEDIA EDUCATION Istruzioni per l’insegnante 1. Pre-work Per iniziare il lavoro, l’insegnante avvia una discussione in classe sul possesso e l’uso delle tecnologie da parte degli allievi, sottoponendo alcune domande quali: A) Utilizzate il computer o Internet nel tempo libero? Da quanto tempo avete cominciato ad usarli? B) Utilizzate il cellulare o altre tecnologie nel tempo libero? Da quanto tempo avete cominciato ad usarle? C) Vi ricordate qualche episodio sull’uso delle tecnologie che sia stato importante per la vostra esperienza personale? Nel sottoporre queste domande, l’insegnante dovrà prestare grande attenzione alle possibili differenze esistenti tra gli allievi: qualcuno potrebbe risultare privilegiato rispetto ad altri e ciò potrebbe essere fonte di disagio. 2. Work Dopo questa breve ricognizione storico-autobiografica sull’uso delle tecnologie, si propone agli allievi di costruire una timeline sullo sviluppo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione a partire dagli anni ’70. In particolare, si chiede di evidenziare le innovazioni più significative a livello globale e nazionale a scopo comparativo. Oltre a considerare il contesto mondiale, dovranno tener conto dello stato di sviluppo e diffusione delle ICTs nel proprio paese e in un altro paese a scelta tra i paesi cosiddetti in via di sviluppo. L’insegnante introduce l’attività, mostrando qualche esempio di timeline (vedi pag. 5) e indicando alcuni siti da consultare per effettuare la ricerca sulla storia passata e recente delle TIC nel mondo. Per quanto riguarda gli aspetti storici si suggerisce di partire dai seguenti siti: in italiano: Treccani.it - L’enciclopedia italiana, la voce Telecomunicazione: Antonina Raineri – Sperimentazione Progetto “La scuola ti dà…voce!” a.s. 2014-2015 IC “E. Armaforte” Altofonte


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e altre voci quali radio, televisione, computer, Internet, telefonia mobile Wikipedia, in particolare: voci quali radio, televisione, computer, Internet, telefonia mobile; in inglese: Wikipedia, history of communication: http://en.wikipedia.org/wiki/History_of_communication history of radio: http://en.wikipedia.org/wiki/History_of_radio IT http://it.wikipedia.org/wiki/Invenzione_della_radio television: http://en.wikipedia.org/wiki/Television IT http://it.wikipedia.org/wiki/Televisione history of computer science: http://en.wikipedia.org/wiki/History_of_computer_science IT http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_del_computer Internet: http://en.wikipedia.org/wiki/Internet IT http://it.wikipedia.org/wiki/Internet history of mobile phones: http://en.wikipedia.org/wiki/History_of_mobile_phones IT http://it.wikipedia.org/wiki/Telefono_cellulare

Ovviamente, l’insegnante può anche indicarne di altre, se lo ritiene necessario. Si possono altresì consultare altre fonti, ad esempio enciclopedie cartacee, manuali, monografie etc. Per quanto riguarda i dati sulla diffusione delle ICTs nel mondo il sito con i riferimenti più affidabili e aggiornati è sicuramente quello dell’International Telecommunication Union (ITU): http://www.itu.int/en/Pages/default.aspx Le timeline possono essere realizzate con carta e penna oppure con un semplice strumento di presentazione o ancora con un software dedicato. Una volta realizzata la timeline, gli alunni dovranno analizzare e comparare i diversi livelli di diffusione sia in chiave storica che geografica, e riportare le osservazioni di sintesi in un documento finale. 3. Post work Al termine dell’attività, ogni coppia presenta il risultato del proprio lavoro. L’insegnante annota sulla lavagna i dati più significativi che emergono dalla presentazione. Al termine della presentazione, l’insegnante invita gli studenti a riflettere sulle conseguenze dei divari emergenti con domande del tipo “What if”:  Che cosa sarebbe successo nel nostro paese se….?  Che cosa sarebbe successo nella tua famiglia se…?  Che cosa sarebbe successo nella tua vita se…? L’insegnante chiude la lezione sottolineando come il divario tecnologico in termini di accesso e uso possa generare forme di esclusione con impatto negativo sulla effettiva partecipazione dei cittadini alla società dell’informazione. E’ importante anche fare un richiamo alle diverse situazioni scolastiche, mostrando come vi sia un divario anche rispetto all’offerta educativa.

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Esempi di timeline

http://timeline.knightlab.com/ http://www.dipity.com/ninarainer/Radio/

Legenda Nel mondo

In Italia

In Egitto

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http://it.wikipedia.org/wiki/Invenzione_della_radio

L'identità dell'invenzione della radio, chiamata al tempo telegrafia senza fili, è contenziosa. L'invenzione chiave per la venuta della "trasmissione senza fili di dati usando l'intera frequenza dello spettro" è stata attribuita a vari inventori e ricercatori. Sotto uno schema di importanti eventi individuali relativi allo sviluppo della radio.

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AREA A – MEDIA EDUCATION Scheda di approfondimento/Studente L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) (in inglese Organisation for Economic Co-operation and Development (OECD)

Digital divide Il divario digitale indica, in generale, il gap esistente tra coloro che hanno accesso alle tecnologie e coloro che non ce l’hanno. Si possono distinguere tre principali accezioni del concetto di digital divide: 

digital divide come divario tecnologico: si tratta di un approccio che ha caratterizzato i primi studi sul problema; in questo caso, l’accento viene posto sulle dotazioni tecnologiche e il divario digitale viene interpretato come una forma di esclusione di coloro che non hanno accesso alle TIC;

digital divide come divario tecnologico e sociale: è una prospettiva più articolata che sposta l’attenzione dal possesso delle strumentazioni informatiche agli usi effettivi delle TIC. Da questo punto di vista, il divario digitale appare come una conseguenza di ineguaglianze preesistenti e rimanda alla separazione tra coloro che utilizzano le TIC e coloro che non le utilizzano;

digital divide come disparità d’accesso ai contenuti: una terza prospettiva pone l’attenzione sui contenuti (saperi, informazioni, conoscenze) e i servizi ai quali le TIC danno accesso. Indipendentemente dalle tecnologie, ciò che conta è la divisione tra coloro che hanno accesso ai contenuti e coloro che non vi hanno accesso.

Una definizione che contempla e sintetizza i diversi elementi fin qui evidenziati è quella proposta dall’OCDE, secondo cui il digital divide indica “Il gap tra individui, organizzazioni, aziende e aree geografiche a differenti livelli socio-economici in relazione sia alle loro opportunità di accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione sia al loro uso di Internet per un’ampia varietà di attività. - Costruiamo una Netiquette IlAREA digitalBdivide riflette varie differenze tra paesi e all’interno dei paesi. L’abilità degli individui e delle di trarre vantaggio da Internet varia in modo significativo tra i Istruzioni peraziende l’insegnante paesi che appartengono all’area dell’OCDE come pure tra i paesi che appartengono 1. Pre-work all’OCDE e quelli che non vi appartengono” (OECD, 2001). In sintesi, in questa accezione, il concetto di divario digitale si applica a livello universale, rinvia a diverse dimensioni geografiche (internazionale e intranazionale), comprende due distinti problemi, quello dell’accesso e dell’uso delle TIC, ed è un fenomeno condizionato dall’accesso alle infrastrutture di telecomunicazione.

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AREA B - Costruiamo una Netiquette Istruzioni per l’insegnante Per iniziare l’insegnante introduce l’attività e propone agli studenti tre scenari, caratterizzati da scambi e interazioni comunicative critiche. Gli studenti dovranno analizzarli ad esprimere una propria valutazione, argomentandola. Il lavoro si svolge a coppie e dura circa 30 minuti. Ad ogni coppia vengono distribuiti i tre scenari e una griglia di analisi e valutazione (Vedi pag.10-14). Al termine, ogni coppia presenta alla classe il risultato del proprio lavoro e l’insegnante sollecita gli allievi a riflettere, intervenendo con domande del tipo: a)Perché giudichi positivo il comportamento di…? b)Perché giudichi negativo il comportamento di…? c) Cosa avresti fatto al posto di…? d)Come avresti reagito al posto di…? e)Come si potrebbe risolvere una situazione del genere? 2. Work Dopo aver acquisito familiarità con le problematiche tipiche della comunicazione in contesti virtuali, si chiede agli studenti di definire una Netiquette, ossia un insieme di regole per una comunicazione consapevole e responsabile online. L’insegnante mostra un messaggio (Vedi pag. 13) inviato da un moderatore in un web forum come esempio da cui prendere spunto. Gli allievi vengono divisi in gruppi di 4-5 membri e hanno a disposizione circa 40 minuti. E’ importante che la discussione e il lavoro di negoziazione delle regole siano regolati da un moderatore e costruttivi. Per questo si suggerisce di proporre almeno i seguenti ruoli:  moderatore: modera la discussione e i turni di parola; richiama all’ordine in caso di confusione; cerca di garantire una buona equità partecipativa, sollecitando i timidi e arginando gli accaparratori; tira le fila della discussione;  reporter: prende nota di quanto viene detto durante la discussione;  amico critico: avanza osservazioni critiche; evidenzia problemi o aspetti non considerati, ma meritevoli di attenzione; non si accontenta dei luoghi comuni. 3. Post work Al termine dell’attività, ogni gruppo condivide con la classe il risultato del proprio lavoro. L’insegnante annota sulla lavagna le regole che emergono dalle presentazioni e propone una sintesi. L’attività si conclude con una riflessione sulla differenza tra interazioni online e interazioni in presenza. L’insegnante chiede agli allievi quali regole si applicano sia all’interazione virtuale che a quella in presenza e quali no. La sintesi viene trascritta su un cartellone.

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AREA B - Costruiamo una Netiquette Scheda di approfondimento/Studente

Lo scopo di questa attività è di far riflettere gli allievi sulle criticità della comunicazione mediata dal computer, dal flaming allo spamming e al lurking, e sulle responsabilità che l’individuo ha verso gli altri e la comunità cui appartiene quanto interagisce online. A questo scopo gli alunni dovranno prima analizzare e valutare alcune situazioni critiche tipiche e successivamente costruire una Netiquette, ossia un insieme di regole di buona comunicazione e interazione online.

Comunicazione mediata dal computer (CMC) Questa espressione indica tutte le forme di comunicazione rese possibili dalla mediazione del computer. Al tempo stesso rimanda ad uno specifico filone di studi, affermatosi tra gli anni ’80-’90, che ha visto impegnati ricercatori provenienti da vari ambiti disciplinari nello studio delle forme comunicative mediate. Quali sono le principali caratteristiche della CMC e in cosa si differenzia dalla comunicazione ‘faccia a faccia’? Possiamo indicare i seguenti fattori caratterizzanti:  assenza di vincoli spazio-temporali con possibilità di comunicazione sia sincrona che asincrona;  uno-uno/uno-molti/molti-molti: sono consentite forme di interazione multi direzionali, da uno a uno (ad esempio, posta elettronica), a uno a molti (ad esempio, videostreaming) a molti a molti (ad esempio, web forum), che aprono la via alla costruzione di comunità di lavoro online;  testualità-multimedialità: sul piano semiologico trova attualmente nella comunicazione testuale (scritta) la sua forma prevalente, anche se tende progressivamente ad incorporare elementi multimediali (ad es. podcasting, videoblogging ecc.);  assenza elementi non verbali: in assenza del corpo, la comunicazione è priva, o comunque povera, di elementi para ed extra/linguistici, prossemica o cinesici;  incertezza socio-relazionale: la comunicazione si accompagna ad una situazione di maggiore incertezza socio-relazionale;  senso di appartenenza: emerge un nuovo senso di appartenenza non più legato alla territorialità, ma alla condivisione di interessi e obiettivi comuni. Tra gli effetti indesiderabili della CMC, legati in particolare alla possibilità di interagire in modo anonimo, si possono annoverare i seguenti: - flamming: invio di messaggi offensivi; - spamming: invio di messaggi indesiderati; - lurking: si riferisce al comportamento di coloro che, ad esempio, sono iscritti ad un web forum, ma che raramente o mai partecipano alla discussione, mentre invece leggono i messaggi postati dagli altri.

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Materiali Scenari Comunicare online può essere meno banale di quello che sembra. Facilmente si può incorrere in interazioni problematiche come quelle che trovate negli scenari che seguono. Leggeteli e analizzateli. Successivamente, avvalendovi della griglia di valutazione, indicate quali comportamenti comunicativi sono adeguati e quali no, e spiegate perché. Scenario 1- Ieri ho fatto shopping…

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Scenario 2- Che bella pedalata!

Scenario 3- Programmare che passione!

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Appendix 2 – Benvenuti in questo forum! Ecco un esempio di messaggio inviato da un moderatore in un web forum per chiarire le regale di partecipazione alla discussione. Leggetelo e prendete spunti per costruire la vostra Netiquette.

Griglia di valutazione Scenario 1 - Ieri ho fatto shopping… Comportamento di Anonimo

E’ adeguato/inadeguato perché…

Comportamento di Luca

E’ adeguato/inadeguato perché…

Comportamento di Zoe

E’ adeguato/inadeguato perché…

Comportamento di Stella

E’ adeguato/inadeguato perché…

Scenario 2 – Che bella pedalata! Comportamento di Gamberini

E’ adeguato/inadeguato perché…

Comportamento di Zoe

E’ adeguato/inadeguato perché…

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Comportamento di Noemi

E’ adeguato/inadeguato perché…

Comportamento di Ugo

E’ adeguato/inadeguato perché…

Scenario 3 – Programmare che passione! Comportamento di Marta

E’ adeguato/inadeguato perché…

Comportamento di Paolo

E’ adeguato/inadeguato perché…

Comportamento di Luca

E’ adeguato/inadeguato perché…

AREA C – IDENTITA’ Istruzioni per l’insegnante 1. Pre-work Per iniziare il lavoro, l’insegnante avvia una discussione in classe sul concetto di identità nei diversi contesti online e offline, sottoponendo agli alunni alcune domande quali:  Che cosa significa la parola “identità”?  Si può avere più di una identità nella vita reale?  Cambia l’identità a seconda dei contesti?  Vi sono differenze tra identità online e offline? Successivamente, l’insegnante sintetizza quanto emerso dalla discussione, evidenziando alcuni concetti quali: a) l’identità non è qualcosa di unico e per sempre, ma è in continua evoluzione; b) l’identità cambia a seconda dei contesti: essere studente è diverso dall’essere figlio, ad esempio, oppure essere figlio è diverso dall’essere amico; c) la costruzione dell’identità consiste, almeno in parte, in un processo selettivo attraverso cui scegliamo le informazioni che vogliamo dare agli altri su noi stessi. Chiariti i concetti sopra menzionati, l’insegnante propone agli studenti di preparare una loro autopresentazione, creando una sorta di “carta d’identità per l’amicizia” (ossia una presentazione di se stessi per cercare nuovi amici) nella quale potranno anche inserire foto personali, portate da casa. L’attività richiede agli allievi di selezionare quali informazioni comunicare su se stessi e quali no. Questa dimensione va opportunamente sottolineata dall’insegnante. La creazione della carta di identità si basa sulla compilazione di una scheda (Scheda 1), da consegnare all’insegnante al termine della lezione. Antonina Raineri – Sperimentazione Progetto “La scuola ti dà…voce!” a.s. 2014-2015 IC “E. Armaforte” Altofonte


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2. Work Dopo aver stimolato gli allievi a riflettere sul concetto di identità e, in particolare, sulla propria “identità di amici”, si propone loro il gioco dei mimi attraverso il quale si chiede agli studenti di interpretare diversi ruoli in diversi contesti. Gli alunni vengono divisi in gruppi di 5-6 membri. Ognuno gruppo a turno è chiamato a misurarsi con un mimo: l’insegnante comunica a tre membri del gruppo i ruoli/le situazioni che devono rappresentare e il resto del gruppo deve indovinare in un arco di tempo limitato (15 secondi) di quale ruolo/situazione si tratta. I protagonisti sono sempre due, Giovanni e Francesca, due adolescenti di sedici anni, ma cambiano ruoli e situazioni come di seguito indicato: Ruolo Francesca, la vanitosa: quando è con le amiche diventa vanitosa Giovanni, il bullo: Giovanni è un po’ arrogante con i più piccoli Giovanni, il “secchione”: alza sempre la mano per fare domande Francesca, la sorella maggiore: è molto responsabile con i fratelli più piccoli Giovanni, il bravo cantante: ha una gran voce e canta con piacere Francesca, la brava pattinatrice: si esercita con impegno Giovanni, fratello affettuoso: ha 2 sorelle più grandi e si prende cura di loro Giovanni, figlio monello: con i genitori fa spesso capricci e dispetti Francesca, timida con i compagni: se con le amiche è vanitosa, con i compagni si vergogna Francesca, la studentessa “monello”: chiacchiera continuamente e disturba

Situazione In centro, durante lo shopping

Nel parco con i compagni

A scuola durante la lezione

In famiglia

Nel proprio gruppo musicale

In palestra

In famiglia

In famiglia

Al cinema

A scuola durante la lezione

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Vince il gruppo che indovina il maggior numero di ruoli/situazioni. Non occorre che venga utilizzato esattamente il sostantivo indicato nella tabella. E’ sufficiente che gli studenti diano prova di aver compreso il tipo di ruolo e la situazione. Mentre i ragazzi giocano, l’insegnante appunta alla lavagna i ruoli che via via emergono. Si suggerisce di realizzare uno schema di questo tipo sia per Giovanni che per Francesca:

Studente modello

Fratello affettuos o

Bullo nel parco Giovanni

Figlio monello

Bravo cantante

Dallo schema appare evidente che Giovanni sembra avere identità contraddittorie. Come si spiega? Per far riflettere i ragazzi su questo problema, al termine del gioco chiedere loro di inventare una breve storia in cui i vari ruoli di Giovanni possano trovare un senso. Ad esempio, Giovanni è uno studente modello, ma dal carattere debole, quindi quando va nel parco si fa influenzare dai più grandi e fa il bullo; oppure, Giovanni si sente trascurato dai genitori, quindi se a scuola è bravo a casa fa il monello. La fantasia può aiutare gli studenti a comprendere il gioco difficile del sé e delle identità. 3. Post work Al termine dell’attività, l’insegnante propone una riflessione sul gioco appena concluso, sottoponendo agli studenti alcune domande:  Chi è veramente Giovanni? Chi è veramente Francesca?  Fino a che punto le situazioni condizionano il nostro modo di essere?  I loro comportamenti vi sembrano coerenti o oppure no?  Vi è mai capitato di assumere ruoli contraddittori?  Cosa cambiereste della vostra carta d’identità dopo questo gioco? L’insegnante chiude la lezione sottolineando l’importanza di conoscere meglio se stessi e comprendere le limitazioni che i contesti in cui agiamo e viviamo possono avere su noi stessi. A volte queste restrizioni sono vincoli limitativi per l’espressione di sé, altre queste limitazioni sono necessarie: nei casi limiti, si può arrivare all’inganno sulla propria identità.

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AREA C – IDENTITA’ Scheda di approfondimento/Studente Lo scopo di questa attività è di far riflettere gli allievi sul concetto di identità nei diversi contesti online e offline. Agli allievi viene richiesto prima di auto-presentarsi, creando una sorta di carta d’identità, e successivamente di partecipare ad un gioco di ruolo, in cui viene loro proposto di calarsi in diverse situazioni. Al termine dell’attività si chiede agli allievi di riflettere su come cambia l’identità di una stessa persona a seconda dei contesti.

Identità (online/offline) e siti di social networking Il titolo di questa attività, “Uno, nessuno e centomila”, si ispira ad uno dei più noti romanzi dello scrittore siciliano, Luigi Pirandello. Pubblicata nel 1926, quest’opera esplora il tema dell’identità, attraverso la storia di Vitangelo Moscarda, il protagonista del romanzo che passa dal percepirsi come unico per tutti (Uno) al considerarsi un nulla (Nessuno), dopo aver sviluppato consapevolezza dei diversi Sé che lo abitano nella sua relazione con gli altri. Al di là della specifica posizione filosofica di Pirandello, tutti abbiamo esperienza della molteplicità di “io” che convivono in noi stessi e dei condizionamenti sociali che influiscono sulla formazione delle nostre autorappresentazioni. La vita sociale, il rapporto con gli altri, l’essere al mondo comportano l’assunzione di ruoli e identità che mutano nel tempo e nei differenti contesti. Siamo o siamo stati bambini, adolescenti, o adulti; studenti o insegnanti; figli o genitori… La formazione dell’identità è un processo che continua lungo tutto il corso della vita, ma durante l’adolescenza si rivela particolarmente critica. Che impatto hanno i media su questo processo? In particolare, che ruolo giocano i social network? I social network appartengono ad una particolare categoria di siti caratterizzata dal fatto che i profili degli utenti e i commenti pubblicati sulle bacheche dei profili formano una rete sociale virtuale attraversabile. Il profilo contiene informazioni identificative dell’utente (come età, genere, interessi, etc.) e ha una URL che può essere visitata direttamente. Coloro che visitano il profilo possono a loro volta lasciare commenti o informazioni che altri vedranno. I social network consentono di creare elenchi di altri profili, i cosiddetti “amici”, di creare link ai profili degli amici e di vedere i commenti postati dagli altri. Si genera così una rete virtuale in cui ogni nodo contiene un link al profilo di altre persone, e i soggetti possono attraversare questa rete attraverso gli amici di amici. Facebook è oggi il social network più frequentato, con implicazioni significative sul piano della socializzazione. Per essere in Facebook bisogna prima di tutto crearsi un profilo, ossia decidere quali e quante informazioni personali rendere pubbliche. Per vivere in Facebook occorre interagire con gli altri, laddove ogni azione che compiamo è pubblica o semi-pubblica e ciò comporta che altre informazioni Materiali sul nostro conto saranno disponibili. Come si può intuire da queste brevi osservazioni, l’essere e vivere in Facebook, pratica oggi ampiamente diffusa tra le nuove generazioni, solleva problemi e questioni che riguardano direttamente il tema della costruzione dell’identità. Quali informazioni condividere pubblicamente? Quali sono i limiti odierni dell’intimità? Come gestire l’”inevitabile narrazione di sé” generata dal semplice fatto di essere in Facebook? Come distinguere i contesti, il nostro essere “Uno, nessuno e centomila”,” e tutelare la propria immagine? Sono queste alcune delle domande urgenti alle quali i sistemi educativi contemporanei non possono evitare di rispondere.

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Scheda 1- Carta di identità per l’amicizia Chi sono

Le mie foto (inserire una o più foto di se stessi o altri)

   AREA C.1 – IDENTITA’AVATAR Istruzioni per l’insegnante 1. Pre-work L’attività inizia questa volta con la visione di qualche minuto del film “Avatar” per introdurre, appunto, il concetto di avatar e avvicinare i ragazzi ad una prima riflessione intorno al tema del “mascheramento” in contesti virtuali con relative implicazioni. Alla termine della visione, l’insegnante avvia una discussione in classe su questi temi, sottoponendo agli alunni alcune domande quali:  Sapete cosa significa avatar?  Voi avete un vostro avatar? Quale? Perché l’avete scelto?  Siete sicuri che dietro un avatar ci sia la persona che dichiara di essere? L’insegnante annota alla lavagna gli elementi emersi durante la discussione, da riprendere al termine dell’attività come oggetto di riflessione. ATTENZIONE: se non fosse possibile partire dal film, si può cominciare direttamente dalla discussione intorno ai punti evidenziati nelle domande.

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2. Work L’attività prosegue con il “gioco dell’avatar”. La classe viene divisa in piccoli gruppi (max 4-5 membri) e agli allievi viene chiesto di abbinare cinque avatar a cinque profili, spiegando il perché dell’abbinamento. Per questa attività gli allievi possono avvalersi del materiale predisposto (Appendix 1). Al termine dell’attività di abbinamento, ogni gruppo presenta i propri risultati illustrando le proprie argomentazioni. Le corrispondenze corrette sono le seguenti: avatar 1 → profilo 3; avatar 2 → profilo 4; avatar 3 → profilo 5; avatar 4 → profilo 1; avatar 5 → profilo 2. Quel che più conta, però, non è indovinare le corrispondenze corrette, quanto riflettere sulle conseguenze negative che ne deriverebbero se le informazioni date nei profili e suggerite attraverso gli avatar non fossero vere. Per suscitare questa riflessione, l’insegnante animerà la discussione attraverso una serie di domande quali:  Che cosa potrebbe succedere se Angelo Rossi fosse un ragazzo di 16 anni?  Che cosa potrebbe succedere se Luca avesse 48 anni, piuttosto che 19?  Che cosa potrebbe succedere se Lucilla non fosse una cartomante esperta? 3. Post work L’attività si conclude con una riflessione sulle conseguenze negative legate all’inganno sulla propria identità e con un invito a scegliere con maggiore consapevolezza il proprio avatar. ATTENZIONE! Questo invito alla prudenza non deve diventare una limitazione per la fantasia e l’esplorazione. E’ opportuno che l’insegnante sottolinei che giocare con la propria identità è anche un modo per conoscersi; l’importante è non ingannare o mettere a rischio gli altri

Materiali Scheda 1- Il gioco dell’avatar Nella tabella n. 1, trovate cinque avatar in cerca di un profilo e in quella numero n. 2 trovate cinque profili in cerca di avatar. In pratica, come se foste dei detective, dovete osservare i dettagli e fare ipotesi di corrispondenza tra avatar e profili. Al termine dell’attività, presentate il vostro lavoro ai compagni di classe e discutetene con l’insegnante.

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Tabella n. 1 Avatar 1

Avatar 2

Avatar 3

Avatar 4

Avatar 5

Profilo 2 Sono Angelo Rossi. Mi sono laureato in Medicina e sono disponibile per consulenze, anche online.

Profilo 3

Profilo 4

Profilo 5

Ciao, sono Luca! Ho 19 anni. Mi piace andare al cinema, fare sport e stare con gli amici! Fatevi sotto, voglio aumentare i miei contatti!

Mi chiamo Lucilla. Sono una esperta cartomante con molti anni di esperienza alle spalle. Posso aiutarvi a risolvere i vostri problemi.

Ciao, sono Elena. Ho 14 anni. Vivo con la mia famiglia in un piccolo paese e adoro andare allo zoo.

Tabella n. 2 Profilo 1 Mi chiamo Emma e ho 32 anni. Vivo a Messina in una bella casa con mio marito, i miei figli e un adorabile cane. Corrispondenze Avatar

Profilo (completate scrivendo: Perché (spiegate i motivi Profilo 1 oppure Profilo 2 etc.) giustificano a vostro avviso l’abbinamento)

Avatar 1 Avatar 2 Avatar 3 Avatar 4 Avatar 5

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AREA C.2 – IDENTITA’”IO…..IN 5 SCATTI!” Istruzioni per l’insegnante Pre-work L’insegnante introduce il lavoro, sollecitando in classe una discussione sull’importanza di sapersi presentare agli altri attraverso una serie di domande quali:  Sapete che cos’è un curriculum vitae? Conoscete il significato di autobiografia?  Sia il curriculum vitae che l’autobiografia sono due strumenti per presentare noi stessi, ma sono due generi diversi. Perché sono diversi? Per lo scopo? Per l’audience alla quale si rivolgono?  Avete mai preparato una presentazione di voi stessi per valorizzare i vostri punti di forza? Se sì, quali aspetti avete messo in luce? L’insegnante sintetizza alla lavagna le risposte che emergono dalla discussione, raggruppandole per argomento e lancia l’attività successiva, chiedendo agli studenti di cominciare a riflettere su come imposterebbero una presentazione di se stessi volta a valorizzare le proprie qualità. 1. Work L’insegnate riprende e rilancia l’attività, chiedendo agli allievi che cosa non può mancare in un’autopresentazione e appuntando alla lavagna gli elementi emersi. Tipicamente, una presentazione di sé volta ad evidenziare le proprie qualità dovrebbe contenere una descrizione dei seguenti elementi: 1) chi sono; 2) che cosa so fare; 3) che cosa mi piace fare; 4) che cosa vorrei imparare a fare; 5) io e gli altri: come li vedo? Come mi vedono? L’insegnante dovrebbe in qualche modo guidare gli allievi per far emergere gli elementi sopra menzionati. A questo punto, gli allievi sono pronti per progettare la propria autopresentazione multimediale. La presentazione si intitola: “Io in 5 scatti” e si basa sulla realizzazione di cinque schermate multimediali, che possono comprendere immagini, testi, scritti e/o registrati, eventuale musica. Per la progettazione della presentazione, gli allievi dovranno creare uno storyboard (Vedi pag.23), uno strumento in grado di supportarli nella stesura del loro progetto. L’insegnante spiega che cos’è uno storyboard e fornisce la scheda riportata in Appendice 1. In alternativa, si può usare direttamente un software per presentazioni multimediali. Il lavoro si svolge in modo individuale e l’insegnante darà un feedback ad ogni studente. Una volta realizzato lo storyboard, si passerà alla sua implementazione. Anche in questo caso, si potrà utilizzare un software per presentazioni multimediali: si prende il lavoro precedentemente fatto e lo si perfeziona sul piano tecnico e comunicativo. Oppure si suggerisce di realizzare un piccolo video con strumenti molto semplici e comuni come Photostory 3. 2. Post work Al termine dell’attività, ogni allievo mostra la sua presentazione alla classe. Segue una discussione, moderata dall’insegnante, che focalizzerà l’attenzione degli studenti sulle seguenti domande:  Quali sono i punti di forza più frequenti nelle vostre autopresentazioni?  Quali sono i punti di debolezza più frequenti nelle vostre autopresentazioni?  Che cosa migliorereste della vostra autopresentazione? Come

Materiali Scheda 1 – Storyboard: che cos’è e come si fa? Lo storyboard è uno strumento utilizzato per descrivere le schermate di un prodotto multimediale, specificando sequenza per sequenza i contenuti, testuali e/o multimediali, che lo compongono. E’ di grande supporto in fase di ideazione e progettazione, e può essere realizzato su carta o anche direttamente su supporto digitale. Ecco di seguito un esempio di storyboard. Antonina Raineri – Sperimentazione Progetto “La scuola ti dà…voce!” a.s. 2014-2015 IC “E. Armaforte” Altofonte


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Testi

Musica (se presente)

(indicare immagini)



Mi chiamo Anna e ho 16 anni………….. ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

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Come realizzare un’autopresentazione multimediale? Per implementare una autopresentazione in formato multimediale, si possono utilizzare diversi strumenti, da quelli di presentazione multimediale a software più specializzati. Uno strumento funzionale allo scopo è Photo Story 3 (http://microsoft-photo-story.softonic.it/). Si tratta di un programma gratuito e di facile utilizzo, disponibile per computer con sistema operativo Windows. Consente di ricavare filmati a partire da immagini, inserendo effetti di movimento e di transizione. Con Photo Story 3 si può anche registrare un breve audio di corredo a ogni immagine oppure si può aggiungere una breve colonna sonora o produrne una utilizzando il software. Sul piano operativo, il lavoro di articola in 6 steps: 1- aprire il programma e scegliere di creare una nuova sequenza; 2- importare e disporre le immagini; 3- aggiungere i titoli e gli eventuali effetti alle immagini; 4- registrare i commenti audio e personalizzare la durata e il movimento; 5- aggiungere eventuale musica di sottofondo; 6- salvare il progetto ed esportare la sequenza video

AREA C.2– IDENTITA’ “Io in 5 scatti” Scheda di approfondimento/Studente Lo scopo di questa attività è di favorire negli allievi lo sviluppo della capacità di autopresentarsi, avvalendosi dei linguaggi digitali. Agli allievi viene richiesto di preparare una presentazione di se stessi attraverso una breve narrazione in “5 scatti”, basata su immagini, testi ed eventualmente musica nella forma dello Antonina Raineri – Sperimentazione Progetto “La scuola ti dà…voce!” a.s. 2014-2015 IC “E. Armaforte” Altofonte


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storytelling. La presentazione ha lo scopo di evidenziare aspetti di sé, interessi, esperienze di vita. Al termine dell’attività gli allievi devono presentare il loro lavoro ad un compagno di classe e valutare l’efficacia comunicativa del prodotto realizzato.

Raccontarsi con il digital storytelling L’espressione “digital storytelling” risale a Joe Lambert (direttore del Center for Digital Storytelling) e Dana Atchley, che negli anni '90 crearono un sistema interattivo multimediale all’interno di una performance teatrale, mostrando come sfondo, su un largo schermo, immagini e filmati di storie di vita. Questa tecnica si basa sulla combinazione di narrazione e impiego dei linguaggi multimediali. Storytelling significa infatti “raccontare storie” e, in questo senso, può essere definito come il processo attraverso cui le persone raccontano e condividono con gli altri le proprie storie, ispirate alla propria vita personale oppure frutto dell’immaginazione. L’aggettivo “digitale” segnala la nascita di una nuova forma di storytelling basata su tecniche di produzione mediale, che fanno uso di computer, macchina fotografica digitale, registratori, software e altre strumentazioni similari. Queste nuove tecnologie permettono alle persone di condividere le loro storie su Internet, podcast o altri sistemi di distribuzione. Le storie possono essere realizzate in diversi formati. Possono basarsi solo sull’audio: in questo caso si utilizzeranno voci, suoni effetti, rumori e musiva. Oppure possono prevedere anche immagini statiche o in movimento, o assumere anche la forma di un ipertesto multimediale consentendo la creazione di una storia interattiva in cui il fruitore può scegliere i propri percorsi di navigazione. I 7 elementi consigliati da Joe Lambert per un’efficace storytelling sono:  Punto di vista: le storie dovrebbero essere personali e autentiche  Si dovrebbe sempre narrare qualcosa che valga la pena raccontare  Il contenuto deve essere coinvolgente  E’ consigliabile utilizzare la propria voce  La colonna sonora è importante, in quanto ha il potere di anticipare quello che accadrà  Tutti le componenti (la voce, la musica, le immagini) devono essere usate in modo armonico e senza generare ridondanza. A volte, bastano poche immagini, poco testo e poca musica. Lasciare parlare l’implicito e le metafore.  Il ritmo è il segreto della narrazione. Il digital storytelling viene oggi sempre più utilizzata in ambito formativo, sia sul versante dell’autobiografia come pratica pedagogica orientata alla conoscenza e allo sviluppo della persona sia su quello dell’apprendimento organizzativo. La storia può essere il luogo di ricomposizione delle contraddizioni della persona e dell’immaginazione di un futuro possibile. Per gli adolescenti può essere un importante dispositivo per la scoperta, l’esplorazione e la formazione della propria identità, in un periodo delicato dell’esistenza che fa da ponte tra l’infanzia e l’adultità.

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SCHEDA OPERATIVA/DOCENTI Nome dell’insegnante

Antonina Raineri in compresenza con i vari docenti: Gagliano, Ciaccio, Tantillo, Tamburello, Galati, Castellese, Simonetta, Lupo, Saccone

Nome della scuola e del paese ICS Armaforte Altofonte

Data e orario

Da Novembre/Dicembre 2014 e Maggio/Giugno 2015 In compresenza

Età degli studenti 12/13 anni

Numero degli studenti

16

Attività di insegnamento/apprendimento

AREA A – MEDIA EDUCATION La classe è stata disposta a circle time. Sono stati dati Incarichi per predisporre i banchi. Brainstorming sull’uso dei media, tempi e modalità. Prerequisiti e riflessione sulle dinamiche di gruppo. Creazione di un clima di attesa che comporta come esito finale la costruzione di una web r adio e l’uso del Digital Storytelling per discutere su argomenti specifici.

Comunicazione di obiettivi e finalità: 1) sviluppare consapevolezza sulle implicazioni etico-sociali legate allo sviluppo della rete 2) sviluppare capacità di partecipazione attiva e responsabile nell’ambito di attività di condivisione e produzione online. Consegna del materiale di lavoro. Riflessione sui concetti di inclusione ed esclusione/e.inclusion;e.exclusion;e.engagement Riflessione sulla Società dell’informazione e digital divide. Divario digitale tra paesi: Italia/Africa; Italia/America, ecc… Concetto di condizionamento delle infrastrutture delle telecomunicazioni nei territori. Sono stati forniti i siti di Wikipedia per effettuare le prime ricerche su radio, televisione, com puter, Internet, telefonia mobile, raccomandando agli studenti di fare una sintesi e collocare le informazioni su una Timeline o li nea del tempo, utilizzando http://www.dipity.com/ Wikipedia history of communication:

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25 IT http://it.wikipedia.org/wiki/Invenzione_della_radio IT http://it.wikipedia.org/wiki/Televisione IT http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_del_computer IT http://it.wikipedia.org/wiki/Internet IT http://it.wikipedia.org/wiki/Telefono_cellulare Glossario: OECD L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) (in inglese Organisation for Economic Co-operation and Development (OECD) TIC Tecnologie delle informazioni e telecomunicazioni ICT Information Communication Tecnology AREA B - Costruiamo una Netiquette I ragazzi sono stati invitati a riflettere sui seguenti vocaboli: e.inclusion e.exclusion e.engagement Regole di interazione, scambio, scrittura e accesso ai social network Visione e discussione sulla consegna dei “BADGES” AREA C – IDENTITA’ Fase di produzione con l’utilizzo di alcuni strumenti open source. La classe ha saputo migliorare il lavoro di gruppo e le relazioni sono state efficaci per conseguire i risultati previsti. La cooperazione si è protratta anche fuori dalla scuola, poiché gli alunni hanno portato avanti le attività anche continuando in gruppo il lavoro a casa.

Situazioni d’apprendimento

La disposizione a Circle Time inizialmente non è stata accolta positivamente, perché è stata associata a terapie o a ragazzi che vivono problematicità, come gli studenti hanno riferito dai loro ricordi di films visionati. L’insegnante ha rassicurato la classe che questa percezione che passa dai media è distorta, tant’è vero che la modalità di disporre il gruppo in cerchio ha la funzione di comunicare meglio per sentirsi parte di un tutt’uno. Oltre al circle time sono stati predisposti i banchi per lavori di gruppo e in altra occasione è stato cambiato l’ambiente di

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26 apprendimento

Raggiungimento degli obiettivi

Gli alunni hanno attivato strategie per Imparare a riflettere individualmente e in gruppo. Il circle time ha creato sorpresa e disagio in un primo momento. Successivamente gli alunni hanno imparato che un cambiamento dell’ambiente di apprendimento ha dei riscontri positivi e predispone gli alunni a comportarsi fra di loro in maniera diversa, concentrando si sulle proprie e sulle altrui emozioni. Il lavoro di gruppo invece non è stato produttivo. I ragazzi collocati a 4 avevano la tendenza a discutere dentro il gruppo ad isolarsi e ignorare gli altri gruppi; a non effettuare un lavoro produttivo per mancanza di regole e di interazioni positive. E’ stato necessario sciogliere i gruppi e avviare un lavoro individuale per poi discuterlo assieme, fino ad ottenere risultati positivi. Nell’ultima fase sono stati raccolti i frutti delle riflessioni sulla Media Education e gli strumenti open source sono serviti agli studenti per esprimere le loro conoscenze e mettere in evidenza la propria creatività. L’elaborazione dei brani rap ha fatto emergere il desiderio di applicare lo studio delle differenze di genere e degli stereotipi in modo originale e motivante. La presentazione dei lavori, attraverso la narrazione su Powtoon ha reso la classe più coesa e consapevole del ruolo di ognuno nei gruppi di lavoro. Infine le presentazioni realizzate con la tecnica del DigitalStorytelling è stata considerata molto divertente e ha portato a migliorare la consapevolezza e l’espressione di sé.

Partecipazione degli studenti

TUTTE

LE ATTIVITÀ SONO STATE ACCOLTE CON CURIOSITÀ ED È STATO

FONDAMENTALE STABILIRE CON LA CLASSE IN ASSETTO DI CIRCLE TIME E DI PATTO FORMATIVO.

E’ STATO FONDAMENTALE INDIVIDUARE LA LEADERRSHIP

ORGANIZZATIVA DI ALCUNI ALUNNI CHE SI È RIVELATA STRATEGICA PER DARE UN SEGNALE DI INTERAZIONE POSITIVA ALLA CLASSE.

MENTRE ALTRI

HANNO

AVUTO LA FUNZIONE DI TECNICI E ALTRI ANCORA HANNO AVUTO IL RUOLO DI SINTETIZZARE I LAVORI.

Sono state valorizzate le domande di alcuni alunni, specie se queste ultime hanno anticipato i lavori su wi kispaces, perché chiedevano se avessimo creato un gruppo su Internet. Parlando di “inclusione” ed “esclusione” sono stati riferiti molti esempi vissuti nella quotidianità e la classe è diventata più consapevole. I ragazzi hanno avuto difficoltà a concentrarsi sull’idea di “emozioni” quando si è parlato in circle time e hanno riferito che sui social network hanno l’obbligo di celare le emozioni , perché se mostrassero realmente Antonina Raineri – Sperimentazione Progetto “La scuola ti dà…voce!” a.s. 2014-2015 IC “E. Armaforte” Altofonte


27 come sono dentro, rischierebbero di essere derisi. Ugualmente quando parlano al telefono non possono dilungarsi nelle conversazioni, perché temono di essere “controllati” e questo per loro comporta il rischio di essere derisi.

Gestione della classe

Le esperienze di circle time hanno colto la classe di sorpresa ma nello stesso tempo sono state quelle che hanno aperto un varco nella comunicazione e nel trasmettere realmente il tipo di lavoro che si è prospettato. Le attività di gruppo non sono state positive, perché nessuno ascolta e riconosce l’Altro. Gli studenti disposti in gruppo non hanno portato avanti un lavoro efficace. E’ stato importante quindi lavorare dapprima sulle relazioni e sulle emozioni.

La spiegazione dei badges o degli adesivi che si possono acquisire nel corso dei lavori, ha generato una maggiore consapevolezza su come lavorare per procedere all’ottenimento del riconoscimento.

Principali criticità Alcuni alunni hanno definito “adeguato” il comportamento esaminato nella situazione di un forum /BLOG in cui “anonimo” rimproverava a Zoe il fatto che non importava a nessuno sapere dei suoi fatti e venivano usate contro di lei parole offensive, questo perché Zoe, aveva parlato dei suoi acquisti e aveva socializzato le sue emozioni. Fortunatamente la classe invece segnalava questa situazione come flamming e definiva la figura di “anonimo” come un codardo che avrebbe dovuto avere la possibilità di non mascherarsi, al fine di esprimere le proprie idee in modo più trasparente e con un tono più corretto.

Giudizio complessivo e “lesson learnt”

La Griglia di valutazione con i tre scenari: “Ieri ho fatto shopping; Che bella pedalata; Programmare che passione” ha attivato procedure di riflessione non solo in riferimento ai documenti esaminati ma anche occasi one e pretesto per attivare una consapevolezza sugli atteggiamenti quotidiani adottati dalla classe e dai singoli alunni. In particolare queste attività sono state pretesto per promuovere una consapevolezza sulle differenze di genere e sulla disposizione della classe. Questa è stata occasione per cambiare la disposizione delle coppie (maschio/femmina e non femmina/femmina o maschio/maschio) e focalizzare l’attenzione sul fatto che le differenze

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28 di genere ci sono e occorre prenderne atto per una sana convivenza. Inoltre è stato posto l’accento sulla visione distorta che normalmente si ha quando si rimane nel banco con uno/a dell’altro sesso, in quanto per molti alunni genera disagio, poiché si pensa soltanto ai legami sentimentali e non a un sano rapporto tra due persone normali. Si è riflettuto che nella vita normale, quando non si riescono a superare le barriere tra i sessi, si attivano comportamenti poco sani che inducono alla violenza

Suggerimenti dell’insegnante

/

Altro (se necessario)

/

Open source a allegati

OPEN SOURCE UTILIZZATI:

1) www.powtoon.com 2) www.dipity.com 3) http://web.audacityteam.org/download/?lang=it * 4) http://lame-lame-aint-an-mp3-encoder.softonic.it/ * 5) Photo Story 3 http://microsoft-photo-story.softonic.it/

Allegati: 1) Sintesi Narrazione attività https://www.powtoon.com/show/fMgfXX6Z7ds/ics-earmaforte-altofonte-pa/#/ 2) http://www.dipity.com/ninarainer/Radio/ 3) Digital Storytelling degli studenti: “Io…in 5 scatti” 4) Brano 1 registrato con Audacity: - GENERAZIONE* 5) Brano 2 registrato con Audacity: - STEREOTIPO* 6) Power point “Il bello e il brutto” 7) E.Book formativo/informativo * Per l’ascolto dei brani è necessario scaricare il programma Audacity con relativo “Lame”.

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Valutazione Al termine delle attività, l’insegnante può sottoporre agli allievi le seguenti griglie di autovalutazione, una o più a seconda delle attività svolte. Una volta compilate, seguirà una discussione in classe per un riscontro. Valutazione Attività A – Uno, nessuno e centomila… Indicatore

Risposte

Eventuale commento dell’insegnante

Conoscenze e consapevolezza (rispetto alle attività individuali) Ho compreso i concetti di identità (online/offline) e ruoli?

A) Sì, ad esempio… (completa) B) No, perché…. (completa)

Ho compreso il nesso tra identità (online/offline) e contesti?

A) Sì, ad esempio… (completa) B) No, perché…. (completa)

Responsabilità e partecipazione (rispetto alle attività di gruppo) Ho contribuito attivamente al lavoro del gruppo?

A) Sì, ad esempio… (completa) B) No, perché…. (completa)

Ho partecipato attivamente alla discussione in classe?

A) Sì, ad esempio… (completa) B) No, perché…. (completa)

Carta d’identità per l’amicizia (rispetto alle attività individuali) La carta d’identità è chiara ed efficace nello scopo?

F) Sì, ad esempio… (completa) G) No, perché…. (completa)

La carta d’identità si rivolge chiaramente ad un determinato target?

A) Sì, ad esempio… (completa) B) No, perché…. (completa)

La carta migliorabile?

A) Sì, ad esempio… (completa) B) No, perché…. (completa)

d’identità

è

Valutazione Attività B – Dimmi che avatar hai e ti dirò chi sei! Antonina Raineri – Sperimentazione Progetto “La scuola ti dà…voce!” a.s. 2014-2015 IC “E. Armaforte” Altofonte


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Indicatore

Risposte

Eventuale commento dell’insegnante

Responsabilità e partecipazione (rispetto alle attività del gruppo) Ho contribuito attivamente al lavoro del gruppo?

1. Sì, ad esempio… (completa) 2. No, perché…. (completa)

Ho contribuito attivamente alla discussione in classe?

A) Sì, ad esempio… (completa) B) No, perché…. (completa)

Comprensione e consapevolezza (rispetto alle attività individuali) Ho compreso il concetto di avatar?

A) Sì, ad esempio… (completa) B) No, perché…. (completa)

Ho compreso il concetto di profilo personale?

A) Sì, ad esempio… (completa) B) No, perché…. (completa)

Ho compreso il concetto di identità falsa (online)?

A) Sì, ad esempio… (completa) B) No, perché…. (completa)

Corrispondenze e argomentazioni (rispetto alle attività individuali) Ho individuato almeno due corrispondenze (avatar-profilo)?

 Sì, ad esempio… (completa)  No, perché…. (completa)

Ho indicato almeno due motivazioni per giustificare le corrispondenze individuate?

A) Sì, ad esempio… (completa) B) No, perché…. (completa)

Ho indicato almeno una delle possibili conseguenze in caso di dichiarazione di identità falsa?

A) Sì, ad esempio… (completa) B) No, perché…. (completa)

Valutazione Attività C – Io in 5 scatti Antonina Raineri – Sperimentazione Progetto “La scuola ti dà…voce!” a.s. 2014-2015 IC “E. Armaforte” Altofonte


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Indicatore

Risposte

Eventuale commento dell’insegnante Responsabilità e partecipazione (rispetto al comportamento individuale) Mi sono impegnato attivamente nell’attività proposta?

A) Sì, ad esempio… (completa) B) No, perché…. (completa)

Ho contribuito attivamente alla discussione in classe?

A) Sì, ad esempio… (completa) B) No, perché…. (completa)

Consapevolezza e comprensione (rispetto alle attività individuali) Ho compreso il concetto di autopresentazione?

1. Sì, ad esempio… (completa) 2. No, perché…. (completa)

Ho compreso quali sono gli elementi da valorizzare in una autopresentazione?

A) Sì, ad esempio… (completa) B) No, perché…. (completa)

Ho compreso l’importanza del pubblico cui è destinata una autopresentazione?

A) Sì, ad esempio… (completa) B) No, perché…. (completa)

Autopresentazione multimediale (rispetto alle attività individuali) Ho compreso come si realizza uno storyboard?

A) Sì, ad esempio… (completa) B) No, perché…. (completa)

Ho compreso come assemblare in modo efficace le diverse componenti di una presentazione multimediale? La mia autopresentazione riesce a comunicare un messaggio chiaro e coerente?

1. Sì, ad esempio… (completa) 2. No, perché…. (completa)

La mia autopresentazione convincente?

A) Sì, ad esempio… (completa) B) No, perché…. (completa)

è

A) Sì, ad esempio… (completa) B) No, perché…. (completa)

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Circle time

Lavori di gruppo

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Laboratorio sulle Differenze di GENERE "Gli uomini volendo abbellire l'anima hanno creduto di doverla ornare di credenze e di principi, come adornano di pietre preziose e di ori i santi dei diversi santuari, ma l'anima non è bella se non quando è nuda." Marguerite Yourcenar

Il presente progetto ha tre obbiettivi principali: - porre argini al rischio di omologazione del femminile al modello maschile - aprire ad una possibilità per il maschile di utilizzare qualità e modi di stare al mondo così detti femminili - valorizzare la ricchezza di una soggettività plurale capace di superare gli schemi dettati dagli stereotipi di genere.

Stereotipi Credenze Semplificazione della realtà Opinione diffusa e non verificata Luogo comune

Stereos = rigido Topos =impronta Porta a IGNORARE la complessità di ciascuno/a NEGARSI di essere quel che si è

COME SI SVOLGE IL LAVORO: Il lavoro è prima di tutto un lavoro di ricerca degli stereotipi di genere che popolano l’immaginario di ragazzi e ragazze, quindi di definizione di quelle lenti che alimentano credenze, luoghi comuni, idee dure a morire su ciò che è maschile e ciò che è femminile. Occorre ragionare intorno a due polarità, poste sulla scena del mondo come se fossero una naturale conseguenza della differenza sessuale. Determinismo biologico o cammino predefinito verso una identità segnata da una costruzione sociale del maschile e femminile? Corredo di nascita o messaggi inculcati da una cultura patriarcale? Parlarne solo in teoria non basta, occorre ripercorrere quella strada lastricata di parzialità per le bambine e i bambini, rivisitare le favole classiche a caccia di quei caratteri e luoghi che costruiscono il femminile e il maschile, rispolverare quel costume, quegli ambienti che segnano le nostre identità, ripensare quei giochi che hanno costruito le prime competenze, il saper fare e il saper essere di ciascuno e ciascuna, il sapere tout court, privato del punto di vista femminile perché costruito intorno al polo maschile.

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STEREOTIPI MASCHILI E FEMMINILI che siete nati maschi o femmine SI CHIAMANO ANCHE STEREOTIPI DI GENERE

“E’ un bambino o una bambina?”, questa è la prima domanda che ci si pone ad ogni nuova nascita ed è la stessa domanda che poniamo ai ragazzi e alle ragazze a proposito di una figura formata da due orsi, uno dei quali con il grembiule e l’altro seduto a leggere il giornale. In questo caso la domanda è: “Chi è il babbo e chi la mamma?”

E dalle risposte appare evidente come il sesso ed il genere siano elementi basilari per definire una persona sia a livello individuale che sociale. Diviene quindi necessario stabilire da subito che quando di parla di “sesso” (maschio-femmina) ci riferiamo alle differenze biologiche ed anatomiche, mentre con il termine “genere” si fa riferimento ad un processo di costruzione sociale e culturale che indica la rappresentazione e la definizione di comportamenti che danno vita allo status di uomo/donna. Occorre partire dall’esame delle fiabe come “Biancaneve” e altre per poi continuare con l’esame della pubblicità, il costume, la lingua per comprendere come l’appartenenza al genere “maschile” piuttosto che a quello “femminile” influenzi non poco il loro destino, fin dalla nascita, stabilendo giochi ed interessi, atteggiamenti e comportamenti da adottare nelle occasioni sociali e nelle relazioni amorose. Appare chiaro come gli stereotipi di genere giochino un ruolo fondamentale nello stabilire queste appartenenze, definendo non solo ciò che una persona é/deve essere, ma creando aspettative differenti per il maschile ed il femminile; il loro essere poi “stereo” cioè rigidi, fa sì che divengano normativi ed esprimano un giudizio di valore tale per cui una persona che non si sente di aderire a tali modelli di genere, viene declassata e diviene oggetto di discriminazione. Per i ragazzi e le ragazze spesso tutto questo rappresenta una scoperta così come la sottolineatura che interpretare la realtà con gli occhiali dello stereotipo, può diventare una trappola e generare situazioni di disagio. Immaginare il cambiamento e prospettare lo sviluppo di una identità al riparo dei codici di genere, così come figurarsi cosa poteva accadere se ai maschi si regalavano le bambole e alle femmine i trenini, è un secondo passaggio fondamentale.

Cosa sarebbe successo se Biancaneve, anziché arrendersi al suo destino, si fosse ribellata alla regina, oppure avesse detto ai nani di stirarsi le camice, lavarsi i calzini e farsi le crostate? Il principe quale altra soggettività maschile poteva incarnare? A questo punto del lavoro risulta più facile per i ragazzi e le ragazze comprendere come gli stereotipi di genere possano essere Antonina Raineri – Sperimentazione Progetto “La scuola ti dà…voce!” a.s. 2014-2015 IC “E. Armaforte” Altofonte


35 estremamente limitativi e come il loro uso, se non messo in discussione, possa condurre ad una percezione rigida e distorta della realtà e finisca per ingabbiare la loro vita in situazioni che limitano la loro libertà ed i Loro desideri più autentici.

E’ necessario far rilevare ai ragazzi e alle ragazze i parallelismi che esistono tra passato e presente e come “le moderne fiabe” che vengono loro raccontate, contengano gli stessi

messaggi stereotipati.

Il risultato di queste osservazioni porta ragazzi e ragazze a comprendere quindi l’attualità del tema posto e quanto tutto ciò possa toccare profondamente le loro vite, influenzare il loro sapere e saper essere e condizionare le loro scelte future anche in relazione all’indirizzo di studi che intendono intraprendere. Tutto questo lavoro/ percorso rappresenta per noi il primo tassello per richiamare l’attenzione non solo dei ragazzi e delle ragazze, ma anche degli/delle insegnanti sulla necessità di rivisitare le proprie idee, i propri concetti e le proprie visioni del mondo, mettendo in discussione il pensiero unico e neutrale, fatto spesso di stereotipi e modelli culturali normativi. Se è vero come è vero che lo stereotipo è un prodotto culturale attraverso il quale vengono perpetuate le rappresentazioni di una società sessista, nonché il nucleo cognitivo di ogni pregiudizio, prima si interviene nella sua decostruzione e migliori e più solidi saranno i risultati. E’ importante sostenere i ragazzi e le ragazze nella messa a fuoco del fatto che gli stereotipi di genere ancora oggi giustificano i comportamenti di chi vuole mantenere lo status quo nelle relazioni tra gli individui e nella composizione delle loro identità. Inoltre assicurano il permanere di gerarchie di genere che mantengono una struttura sociale basata sulla disuguaglianza e sulla asimmetria di potere e spingono a ritenere naturali e quindi non modificabili, i ruoli maschili e femminili. E proprio perché gli stereotipi di genere si sviluppano in ognuno ed ognuna nelle molteplici esperienze personali, è urgente e fondamentale lavorare all’interno della scuola, anche sul mutamento dell’immagine che ragazzi e ragazze hanno di sé. Consegne: lavorare insieme per consolidare la capacità di riconoscere la presenza di stereotipi nei mezzi di comunicazione. Ricercare immagini, messaggi costruiti attraverso gli stereotipi maschili e femminili. Ricercare immagini, messaggi costruiti senza il condizionamento degli stereotipi maschili o femminili. Prodotto finale: due cartelloni uno per gruppo, con ritagli di immagini ciascuna accompagnata da didascalia che evidenzia gli aspetti rilevati e in fondo una riflessione del gruppo.

Antonina Raineri – Sperimentazione Progetto “La scuola ti dà…voce!” a.s. 2014-2015 IC “E. Armaforte” Altofonte


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Competenze acquisite dagli studenti: - la capacità di riconoscere in molteplici fonti, la pervasività dello stereotipo di genere - la costruzione di uno sguardo critico e a tratti, ironico, rivelatore di una nuova prospettiva dalla quale guardare il mondo - la scelta di un proprio linguaggio a misura della loro generazione per illustrare questa tematica e potenziare un’autonomia di pensiero. Qualche pensiero sullo stereotipo e differenza di genere:

“Io credo che bisognerebbe considerare le capacità di una persona indipendentemente dal sesso” “Bisogna pensare con la propria mente senza farci influenzare dagli altri” “Dobbiamo essere liberi di pensare, vestire ed agire” “Le differenze ci sono, ma bisogna superare i pregiudizi” “Gli stereotipi portano solo ingiustizie”

Che cosa sono gli stereotipi? Gli stereotipi sono rappresentazioni semplificate della realtà. In pratica, sono un insieme di credenze e rappresentazioni che vengono associate, senza distinzioni né verifiche, a un intero gruppo di persone. Gli stereotipi attribuiscono a tutti quelli che appartengono a una categoria le stesse caratteristiche. Per esempio non penseremo mai a una donna che lavora nei campi o a un uomo che fa il casalingo. Una bambina impara fin dai primissimi anni ad essere una “femmina”. I libri illustrati che la mamma le legge le dicono che cosa sono le femmine e che cosa fanno. Le femmine sono mamme. Sono infermiere. I libri non mostrano donne che facciano scoperte o inventino qualcosa, o prendano importanti decisioni alle quali gli altri, di entrambi i sessi, debbano attenersi. Fin da piccoli i bambini vengono cresciuti con un certo tipo di ideologia. Le bambine vengono incoraggiate ad essere pulite, ordinate, affettuose, mentre dai ragazzi ci si aspetta che siano fisicamente attivi, esplorativi, ribelli e rumorosi. I ragazzi devono mostrarsi fisicamente efficienti. Antonina Raineri – Sperimentazione Progetto “La scuola ti dà…voce!” a.s. 2014-2015 IC “E. Armaforte” Altofonte


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Stereotipi dentro le favole Le fiabe della tradizione propongono donne miti, passive, unicamente occupate alla propria bellezza, incapaci; le figure maschili sono attive, forti, coraggiose, leali e intelligenti Se analizziamo una fiaba come Cappuccetto Rosso, leggiamo la storia di una bambina mandata in giro per i boschi; per risolvere il problema che si è creato, si deve porre fiducia della presenza di un maschio nel posto giusto al momento giusto: il cacciatore coraggioso. Quando Biancaneve è ospitata dai nani tiene la loro casa in ordine; poi riesce a mettersi negli impicci accettando la prima mela che le viene offerta da una sconosciuta e se ne tira fuori grazie ad un uomo, il Principe Azzurro. Cenerentola è il prototipo delle virtù domestiche, non muove un dito per uscire da una situazione intollerabile, senza coraggio e dignità; accetta il salvataggio che le viene offerto da un uomo sconosciuto, il Principe.

Barbie, una bambola omologata I giochi rispecchiano l’ideale che i bambini tengono sempre presente e che identificano con l’adulto. Per esempio la bambola rispecchia un’ideale di bellezza. Ma questa bellezza è omologata in un unico tipo di ideale femminile: la barbie. Questa è magra, bella, regolare e ha un corredo di abiti che rappresentano una moda per tutte le giovani. Così le bambine crescono con in mente un preciso modello di perfezione.

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Brano musicale: Macklemore & Ryan Lewis ft.Mary Lambert – SAME LOVE

When I was in the 3rd grade I thought that I was gay 'cause I could draw, My uncle was and I kept my room

quand’ero in terza* pensavo di essere gay. perchè potevo trarlo, mio zio lo era

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straight I told my mom, tears rushing down my face, she's like, "Ben you've loved girls since before pre-K" Trippin', yeah, I guess she had a point, didn't she? A bunch of stereotypes all in my head I remember doing the math like "Yeah, I'm good a little league" A pre-conceived idea of what it all meant For those who like the same sex had the characteristics The right-wing conservatives think its a decision And you can be cured with some treatment and religion Man-made, rewiring of a predisposition. Playing God Ahh nah, here we go America the brave Still fears what we don't know And God loves all his children it's somehow forgotten But we paraphrase a book written 3,500 hundred years ago I don't know And I can't change Even if I tried Even if I wanted to And I can't change Even if I tried Even if I wanted to My love, my love, my love She keeps me warm She keeps me warm She keeps me warm She keeps me warm If I was gay I would think hip-hop hates me Have you read the Youtube comments

e io tenni la mia stanza etero lo dissi a mia madre, con le lacrime che scorrevano sul mio viso. lei era tipo ‘Ben ami le ragazze da prima dell’asilo nido’ intervenne, si, immagino avesse un punto, o no? un paio di stereotipi nella mai testa ricordo che facevo matematica ed ero tipo sono bravo nella little league (squadra di baseball) un’idea preconcepita di cosa significasse per chi amava lo stesso sesso e aveva le caratteristiche. i conservatori di estrema destra credono sia una decisione e che puoi essere curato con trattamenti e religione riscrivere artificialmente le predisposizioni giocando a Dio ah nah, andiamo America la coraggiosa ancora temiamo ciò che non sappiamo e Dio ama tutti i suoi figli ed è stato dimenticato in qualche modo ma parafrasiamo un libro scritto 3500 anni fa non lo so e non posso cambiare anche se provassi anche se volessi e non posso cambiare anche se provassi anche se volessi mio amore, mio amore, mio amore, lei mi tiene al caldo. x4 Se fossi gay penserei che l’hip-hop mi odiasse hai letto i commenti su youtube? ”ragazzo, quello è gay’ buttato sul quotidiano siamo diventati così indifferenti su ciò che diciamo la nostra cultura è fondata sull’oppressione

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lately "Man that's gay" Gets dropped on the daily We've become so numb to what we're sayin' Our culture founded from oppression Yeah, we don't have acceptance for 'em Call each other faggots behind the keys of a message board A word routed in hate, yet our genre still ignores it Gay is synonymous with the lesser It's the same hate that's caused wars from religion Gender to skin color the complexion of your pigment The same fight that lead people to walk-outs and sit-ins, It's human rights for everybody There is no difference Live on! And be yourself! When I was in church, they taught me something else If you preach hate at the service Those words aren't anointed And that Holy Water, that you soak in is then poisoned When everyone else Is more comfortable remaining voiceless Rather than fighting for humans, that have had their rights stolen I might not be the same But that's not important No freedom 'til we're equal Damn right I support it I don't know And I can't change Even if I tried Even if I wanted to My love, my love, my love She keeps me warm

e non li accettiamo chiamandoci a vicenda finocchi dietro le chiavi di una bacheca una parola che affonda le radici nell’odio. il nostro genere ancora ignora gay è sinonimo di inferiore è lo stesso odio che porta alla guerra per la religione generi sul colore della pelle carnagione del tuo pigmento la stessa lotta che conduce le persone a camminare fuori e sedersi dentro (?) diritti umani per tutti non ci sono differenze vivete! e siate voi stessi! quand’ero in chiesa mi hanno insegnato altro se si predica l’odio le parole non sono benedette e quell’acqua santa in cui entri è avvelenata quando tutti gli altri sono più comodi rimanendo senza voce invece di combattere per gli umani a cui hanno sottratto diritti forse non è lo stesso ma non è importante nessuna libertà finchè non saremo uguali dannazione lo supporto. non lo so. e non posso cambiare anche se provassi anche se volessi e non posso cambiare anche se provassi anche se volessi mio amore, mio amore, mio amore, lei mi tiene al caldo. x4 abbiamo premuto play

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She keeps me warm She keeps me warm She keeps me warm We press play Don't press pause Progress, march on! With a veil over our eyes We turn our back on the cause 'Till the day That my uncles can be united by law Their kids are walkin' around the hallway Plagued by pain in their heart A world so hateful, some would rather die than be who they are And a certificate on paper Isn't gonna solve it all, but it's a damn good place to start No law's gonna change us We have to change us. Whatever God you believe in We come from the same one Strip away the fear Underneath it's all the same love About time that we raised up And I can't change Even if I tried Even if I wanted to And I can't change Even if I tried Even if I wanted to My love, my love, my love She keeps me warm She keeps me warm She keeps me warm She keeps me warm

non pausa progressi, marciamoci con un velo sugli occhi accenderemo la causa fino al giorno che i miei zii saranno uniti per legge i bimbi camminano per il corridoio afflitti dal dolore nei loro cuori un mondo così pieno d’odio alcuni preferirebbero morire che essere così e un certificato sulla carta non lo risolverà ma è un dannato buon modo per iniziare nessuna legge ci cambierà cambieremo noi in qualsiasi Dio tu creda veniamo da uno solo cacciamo la paura sotto è lo stesso amore che abbiamo cresciuto col tempo. e non posso cambiare anche se provassi anche se volessi e non posso cambiare anche se provassi anche se volessi mio amore, mio amore, mio amore, lei mi tiene al caldo. x4 l’amore è paziente, l’amore è gentile l’amore è paziente (non piangere le domeniche) l’amore è gentile (non piangere le domeniche) x5

Love is patient, love is kind Love is patient Love is kind (Not crying on Sundays) Love is patient,(Not crying on Sundays) love is kind (I'm not crying on Sundays) Antonina Raineri – Sperimentazione Progetto “La scuola ti dà…voce!” a.s. 2014-2015 IC “E. Armaforte” Altofonte


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Love is patient,(Not crying on Sundays) love is kind(I'm not crying on Sundays) Love is patient,(Not crying on Sundays) love is kind(I'm not crying on Sundays) Love is patient, love is kind

ll rapper canadese Macklemore

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Dall’osservazione delle immagini e dalle riflessioni è utile prendere atto di un risultato molto importante e cioè quello di contribuire a sconfiggere seppur parzialmente la rigidità che sottende gli stereotipi di genere, aprendo l’immaginario verso altri scenari. Rimane fondamentale prevedere di costruire moduli che intercettino con maggiore precisione le problematiche di genere che i ragazzi e le ragazze incontrano nelle diverse fasi della loro crescita.


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BRANI RAP - BASI MUSICALI creati con il supporto di Audacity

rapbase_rap_para_improvisar_(uso_libre) (1).mp3

rapbase_rap_para_improvisar_(uso_libre).mp3

BRANO 1 - GENERAZIONE Quando da bambina sognavo di fare la ballerina ho scoperto che il calcio faceva per me quando da bambino giocavo col trenino andavo allo stadio e mi divertivo come in un prato ma la verità è che il mio interesse non era proprio là cominciava così la mia infelicità perché' la società non voleva questo qua i miei compagni mi prendevano in giro e così facendo non ero più in tiro e i miei genitori mi buttavano fuori non pensavo che il mondo se la prendesse con me che la nostra cultura è formata dall'oppressione


70 si, noi non abbiamo approvazione RIT. l’America è coraggiosa ma ha ancora paura di quello che non sappiamo e il versetto ''Dio ama tutti i suoi figli '' è stato in qualche modo dimenticato

BRANO 2 – Stereo Tipo Il mio nome è stereo Tipo Così sempre di fronte al mio nemico Ti do fastidio? Non sei il primo Per riempire il salario mi basta un dito Stando su una zattera io mi informo Preferisco cambiare l’ignoranza che c’è intorno Libertà è partecipazione Con la chitarra in mano, lo disse Gaber Libertà ora è informazione E se non ti fermi ora per essere libero, che vivi a fare? Ma questo è solo il mio consiglio al mondo Perché ogni uomo non deve stare a girarci intorno L’informazione può cambiare il mondo.


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Narrazione della classe della sperimentazione attraverso la creazione di un Web Video con l’uso di Powtoon La nostra classe, la II F quest’anno ha portato avanti un progetto dal titolo “La scuola ti da…voce”. Ecco la nostra classe e i nostri professori che, insieme alla prof.ssa Raineri, ci hanno guidato in questa avventura. Durante questo lungo percorso abbiamo imparato a lavorare insieme, cooperando l’uno con l’altro e diventando sempre più partecipativi e riflessivi…..ancora però ne abbiamo di strada! Abbiamo imparato a capire che possiamo usare internet e i media anche per studiare e costruire dei contenuti didattici divertenti e multimediali. In questo contesto ognuno di noi ha avuto precise responsabilità e abbiamo imparato a lavorare in gruppo, cooperando per risultati concreti e visibili. Siamo riusciti a 1)

sviluppare la consapevolezza sulle implicazioni etico-sociali legate allo sviluppo della rete

2) sviluppare la capacità di partecipazione attiva e responsabile nell’ambito di attività di condivisione e produzione online 3) abbiamo riflettuto sui concetti di e.inclusion; e.exclusion; e.engagement e ammiamo imparato a usare i media e i social network per obiettivi didattici. Abbiamo imparato a costruire una NETIQUETTE. Lo scopo di questa attività è stata di riflettere sulle criticità della comunicazione mediata dal computer, dal flaming*(invio di messaggi offensivi) allo spamming* e al lurking*(non partecipano ma leggono o spiano), e sulle responsabilità che l’individuo ha verso gli altri e la comunità cui appartiene quanto interagisce online. A questo scopo abbiamo prima analizzato e valutato alcune situazioni critiche tipiche e successivamente abbiamo costruito una Netiquette, ossia un insieme di regole di buona comunicazione e interazione online.

Abbiamo lavorato in classe sul concetto di Identità Concetto di identità nei diversi contesti online e offline, e ci siamo posti alcune domande quali:  Che cosa significa la parola “identità”?  Si può avere più di una identità nella vita reale?  Cambia l’identità a seconda dei contesti?  Vi sono differenze tra identità online e offline?


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Sono stati evidenziati alcuni concetti quali: a) l’identità non è qualcosa di unico e per sempre, ma è in continua evoluzione; b) l’identità cambia a seconda dei contesti: essere studente è diverso dall’essere figlio, ad esempio, oppure essere figlio è diverso dall’essere amico; c) la costruzione dell’identità consiste, almeno in parte, in un processo selettivo attraverso cui scegliamo le informazioni che vogliamo dare agli altri su noi stessi. Abbiamo realizzato una presentazione di sé basata sull’impiego dei linguaggi digitali, nell’ottica dello storytelling. L’espressione “digital storytelling” risale a Joe Lambert (direttore del Center for Digital Storytelling) e Dana Atchley, che negli anni '90 crearono un sistema interattivo multimediale all’interno di una performance teatrale, mostrando come sfondo, su un largo schermo, immagini e filmati di storie di vita.

Abbiamo preparato una autopresentazione, creando una sorta di “carta d’identità per l’amicizia” (ossia una presentazione di se stessi per cercare nuovi amici) nella quale è possibile anche inserire foto personali, portate da casa. Le attività insieme affrontano le varie problematiche legate all’identità online, con attenzione rivolta sia agli aspetti positivi (esplorazione e conoscenza di sé) sia a quelli problematici (inganno). La presentazione si intitola: “Io in 5 scatti” e si basa sulla realizzazione di cinque schermate multimediali, che possono comprendere immagini, testi, scritti e/o registrati, eventuale musica. Per la progettazione della presentazione, è stato creato uno storyboard (Appendix 1), uno strumento in grado di supportare la stesura del loro progetto. Lo storyboard è uno strumento utilizzato per descrivere le schermate di un prodotto multimediale, specificando sequenza per sequenza i contenuti, testuali e/o multimediali, che lo compongono. E’ di grande supporto in fase di ideazione e progettazione, e può essere realizzato su carta o anche direttamente su supporto digitale. Photo Story 3 http://microsoft-photo-story.softonic.it/ Infine nell’ultima fase dei lavori abbiamo approfondito il concetto di “Differenze di genere” e di “stereotipo”. Da questi approfondimenti abbiamo creato due brani rap dal titolo: “GenerAzioni “e “StereoTipo” Competenze acquisite da noi studenti sono state le seguenti: - la capacità di riconoscere in molteplici fonti, la pervasività dello stereotipo di genere


73 - la costruzione di uno sguardo critico e a tratti, ironico, rivelatore di una nuova prospettiva dalla quale guardare il mondo - la scelta di un proprio linguaggio a misura della nostra generazione per illustrare questa tematica e potenziare un’autonomia di pensiero. I lavori sono stati presentati all’intero Istituto e comunità scolastica il 9 giugno 2015 presso l’ Aula Magna della scuola. Si allegano i Prodotti finali realizzati dagli alunni: OPEN SOURCE UTILIZZATI:

1. www.powtoon.com 2. www.dipity.com 3. http://web.audacityteam.org/download/?lang=it * 4. http://lame-lame-aint-an-mp3-encoder.softonic.it/ * 5. Photo Story 3 http://microsoft-photo-story.softonic.it/

Allegati: 1. Sintesi Narrazione attività https://www.powtoon.com/show/fMgfXX6Z7ds/ics-earmaforte-altofonte-pa/#/ 2. http://www.dipity.com/ninarainer/Radio/ 3. Digital Storytelling degli studenti: “Io…in 5 scatti” 4. Brano 1 registrato con Audacity: - GENERAZIONE* 5. Brano 2 registrato con Audacity: - STEREOTIPO* 6. Power point “Il bello e il brutto” 7. E.Book formativo/informativo * Per l’ascolto dei brani è necessario scaricare il programma Audacity con relativo “Lame”.

Buon Ascolto! La classe 2° F


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