Franco Grignani

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Franco Grignani l’arte delle forme cognitive

Storia della grafica IUAV 2006/07

Taddeo Zacchini



Biografia 1908-1999

Franco Grignani è nato nel 1908 a Pieve Porto Morone (Pavia). Già in età giovanile partecipa alle manifestazioni del secondo futurismo, in seguito i suoi interessi si spostano invece verso le tesi delle avanguardie astrattiste e costruttiviste. Terminati gli studi si dedica all’architettura di esposizioni e alla grafica, scoprendo in quest’ultima attività le problematiche applicabili alla comunicazione visiva che sviluppa sucessivamente con grande impegno creando così le basi di tutte le sue produzioni creative anche nell’area artistica e raccogliendo un’ingente documentazione analitica attraverso riviste specializzate, libri, mostre e materiale didattico proposto nei corsi di graphic design di Università straniere. Addentrandosi tra le nuove proposte della scienza e della psicologia, ricerca nelle vibrazioni dissociate, nei fenomeni psicoillusori, nel percettivo astratto delle tensioni, una nuova morfologia formale rispondente

alle esigenze della comunicazione visiva. Le sue sperimentazioni vanno dalle tecniche ottiche alle matematiche spurie, senza però disgiungersi da una libertà costruttiva, sensibile e aperta a nuove intuizioni e a continui sviluppi, dove confluiscono calcoli razionalizzanti e sollecitazioni fantastiche. Tra i lavori grafici più stimolanti la famosa serie di annunci per Alfieri&Lacroix e uno dei marchi più famosi del mondo, conosciuto anche dal grande pubblico: quello della Pura Lana Vergine. Co-fondatore dell’Aiap, è stato anche membro dell’Alliance Graphique Internazionale (AGI) e dell’International Center of Typographic Art (ICTA) di New York e membro onorario della Society of Typographics Arts di Chicago (STA). Ha curato la sezione grafica della Triennale di Milano nel 1957.


Per il suo contributo alle ricerche estetiche, ha ricevuto il Simbolo d'oro dal Centro di Cultura Giancarlo Puecher di Milano. Ha partecipato alla 36째 biennale di Venezia, sezione grafica sperimentale e tenuto mostre personali e collettive in tutto il mondo. I suoi lavori sono presenti nelle collezioni di importanti Musei internazionali e nazionali, tra i quali il Museum of Modern Art di New York, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, il Museo d'Arte Moderna di Varsavia e il Victoria and Albert Museum di Londra. E' morto a Milano nel 1999.




Forma e stile L’altissimo livello che il graphic design di Grignani, applicato alla comunicazione fin da epoche pionieristiche, ha raggiunto un’importanza fondamentale nella storia della grafica italiana. Tutto il suo lavoro, senza cedimenti e parentesi, rappresenta una svolta culturale rivoluzionaria, con l’immissione nella grafica delle preziose esperienze e ricerche nell’ambito del secondo futurismo. Ma soprattutto rappresenta una svolta tecnica nel significato più alto che questo termine può avere nel mondo del progetto grafico e della comunicazione. Infatti, l’estetica della forma e del segno con Grignani per la prima volta scaturisce attraverso l’uso e la manipolazione sapiente del mezzi tecnici più aggiornati, quando non li precorre: fotografia, foto meccanica, tipocomposizione mobile e a caldo, scomposizione fotolitografica, lettering, copywriting ecc. e senza alcuna concessione a logiche più pittoriche (pur nobili per altri aspetti e per altri autori). Non solo, in termini di messaggio i suoi testi, spesso da lui creati, 1970 Manifesto per la stamperia Alfieri e Lacroix di Milano

integrati e organici al visual, rappresentano negli anni ‘40 una anticipazione dei risultati della migliore pubblicità stampa, perfezionatasi solo decenni più avanti e spesso ancora oggi stentatamente raggiunti, come purtroppo ben sappiamo. Tralasciando volutamente analisi critiche e storiche, per esempio sulla gestaltpsychologie di tutta la sua opera espressiva al di fuori della grafica, va sottolineata l’unicità soprattutto del fenomeno di integrazione, anzi, di continuità nella ricerca segnica di Grignani, così ricca e prolifica, tra grafica applicata al messaggio, al progetto e la libera espressione figurativa. Fenomeno di integrazione rigoroso, mai improvvisato o forzoso, come di artista prestato al progetto. La piena padronanza e il dominio preciso delle regole della percezione si esprimeva reiteratamene nei suoi esperimenti visuali sul movimento visivo, sulle illusioni ottiche, sulle distorsioni, sulle deformazioni, sulle linee sinuose, applicati con decisione alla grafica, alla pubblicità e alla pittura.



“...ai vertici della nostra civiltà industriale, il designer si carica di quel ruolo che naturalmente gli compete. I suoi sforzi coordinati alla ricerca di metodi e di tecniche nelle comunicazioni, potranno offrire all’umanità il maggior beneficio nella guida verso il benessere e le libertà spirituali. II futuro sta in noi perché il nostro disegno sta nel futuro…” F. Grignani


1964 “Pura lana vergine” marchio internazionale di qualità


Immagine distorta Grignani grafico

Grignani aveva operato nel campo della grafica sin dagli anni trenta. Le sue conoscenze dell’architettura lo portano a spaziare nell’universo dell’informazione visiva collaborando alla comunicazione d’impresa di Borletti, Breda Nardi, Cremona Nuova, Dompé, Domus, Mondadori, Montacatini, Spi e Triennale.

Franco Grignani è stato per più di ventanni art director di “Pubblicità in Italia“, rivista dedita al visual design promozionale e commerciale. Grignani, autore tra l’altro di acuti saggi sulle arti visive, pertecipava spesso a conferenze in Europe e in Usa, tanto da vederlo presente alla presentazione del numero zero di Casabella.

Grignani fu direttore artistico dell’editoriale Alfieri&Lacroix per molto tempo e rappresenta una delle esperienze più importanti del progettista. Nelle realizzazioni si esprime un straordinaria integrazione di riflessivi quanto concisi testi e immagini: testo che diviene immagine all’interno dello spazio, una metamorfosi tipografica.

I modelli teorici e scientifici della comunicazione e della percezione visiva hanno alimentato l’interesse di Grignani alla sperimentazione visiva. Tutto il lavoro si è dunque concentrato sulla ricerca di nuovi parametri visivi, di nuovi modelli di visione prodotti sottoponendo l’immagine a tensioni, distorsioni, compenetrazioni, che hanno dato vita negli anni successivi a una serie di strutture modulare psicoplastiche, di campi scalari o reticolari, in cui le configurazioni lineari e planari si compongono in complessi rapporti spaziali.

Un paradigmatico esempio del suo approccio al design del segno è il noto trademark per la “Pura lana vergine“. Un importante dimostrazione della potenza comunicativa tra segno e forma: significante e significato.


1964 Manifesto per la stamperia Alfieri e Lacroix di Milano


1956 Annuncio pubblicitario per Alfieri & Lacroix

La peculiare caratteristica dell’uso del bianco e nero accompagna questa ricerca sul filo di frequenti paradossi visivi, cui non è estranea la logica matematica che era stata propria della grafica di Escher; ma essa si è posta all’origine della produzione grafica di Grignani, nella quale l’alto valore estetico e artistico, è stato punto di partenza per elaborazioni tecniche di più immediata utilità e un’anticipazione storica sull’utilizzo della macchina nella comunicazione. Grignani realizzò diverse immagine coordinate nella sua carriera. Ricordiamo la creazione di una nuova strategia di informazione e pubblicità per lo stabilimento di arti grafiche Alfieri&Lacroix, che aprì feconde prospettive alla moderna grafica pubblicitaria, tanto da ricevere prestigiosi riconoscimenti internazionali. Da allora il lavoro di Grignani si è sviluppato intorna a temi centrali della sintesi visiva e della efficacia comunicativa. 1962 Copertina della rivista “Typographica“ n°16


Alfieri&Lacroix In questi annunci e in queste campagne pubblicitarie Grignani ha sempre immesso i risultati di un proprio lavoro di scavo e di approfondimento nelIa ricerca visiva ed artistica. Dalla grafica e dalla comunicazione visiva ha attinto nuovi stimoli ed idee per l'attività di artista. La grafica quindi come laboratorio di sperimentazione all'innovazione visiva, ma sempre con Ia netta coscienza dei confini e della diversità fra il campo di una disciplina professionale, che pone domande e vuole ricevere risposte, e quello di una disciplina più artistica, che richiede e chiama in causa solo Ia tensione e Ia costanza nella ricerca dell'autore. Un uomo del suo tempo che interseca nella sua genialità innovazione e ricerca. L'approccio alla grafica e alla pubblicità da parte di Grignani e quindi quello della sperimentazione, gli obiettivi da raggiungere sono Ia correttezza e Ia pulsione della comunicazione, il dinamismo della pagina e della scrittura, caratteri presenti anche nelle primissime prove artistiche di Grignani nelle


file del secondo Futurismo italiano. Ma forse il cliente che più di altri ha rappresentato Ia grande opportunità di espressione grafica per Grignani è stato appunto lo stabilimento grafico "Alfieri&Lacroix". Per loro ha disegnato il marchio e una strana ed innovativa forma di "corporate image". Attraverso il progetto di una infinita serie di pagine istituzionali, Grignani ha realizzato per Alfieri&Lacroix un'immagine inconfondibile, unendo i valori e le capacità di una azienda tipografica con il vento innovativo della ricerca visiva e tipografica. In questi annunci istituzionali è evidente e reso esplicito il significato di laboratorio sperimentale, che Ia grafica ha per Grignani rappresentato. Il grafico spazia dai valori visivi della tipografia, alla sperimentazione fotografica sul monogramma aziendale, dalla riflessione narrativa mediante Ia fotografia, alla esasperazione artistica della deformazione fotomeccanica.


Nei lavoro per “Alfieri&Lacroix“ emerge un ulteriore e significativo aspetto del lavoro di Grignani. II testo che accompagna questi annunci, è scritto daIl'autore, come in molti altri lavori pubblicitari. Ma in questo contesto assume valenze diverse, supera le istanze proprie della comunicazione persuasiva per aprirsi a tutto campo ad una riflessione sul proprio approccio professionale, sul campo


disciplinare. Grignani scrive per Ia pubblicitĂ del tipografo, sul mestiere che, nei fatti, coinvolge entrambi: progettista e cliente. E ne scrive in maniera innovativa come innovativi sono i suoi progetti. Anzi, le tavole piĂš belle risultano essere quelle pervase da una sintesi tra testo e libertĂ visiva, in un equilibrio che avvantaggia l'una e l'aItra componente del messaggio.



Percezione espressiva Grignani fotografo tra percezione visiva e Optical Art Fin dagli anni ‘60 Grignani venne classificato dalla critica tra gli optical del momento, senza considerare il carattere rigorosamente sperimentale del suo lavoro confondendolo con quello di altri pericolosamente inclinati su un versante di puro estetismo. Inserendo infatti Grignani entro termini molto generici dell’optical art, la critica dimostrava di aver acqusito in misura piuttosto superficiale la soluzione dei problemi percettivi posti dall’artista milanese, dimostrava di giudicare ancora il suo lavoro con il metro dell’arte ufficiale. La difficoltà a penetrare appieno i contenuti e i significati della sua ricerca spinse molti a svilire Grignani al rango di discepolo, anzi di tardo epigono di Vasarely, non riconoscendo all’artista italiano l’unicità della sua ricerca e di una indagine rivolta alla complessità de fenomeni visivi che ci circondano; perchè infine fosse sottolineato il carattere sperimentale del suo lavoro, sempre articolato su spartiti di calcolata disciplina progettuale, e con infinite ripercussioni sul piano dell’educazione

al vedere e della qualificazione estetica. Successivamente l’artista passò ad una critica più legata alle arti visive attraverso un filtro della Gestaltpsychologie. L’operazione ebbe il significato di sottrarre definitivamente Grignani ad ogni interpretazione empirica, quando non addirittura tardo-idealista che aveva sempre rifiutato gli aspetti scientifici come non idonei a saggiare e analizzare il fenomeno artistico.

“Nelle teorie della Gestaltpsychologie egli ha trovato la verifica più autentica della sua intuizione” L. Vinca Masini


“Egli maneggia elementi dinamici, li introduce con un dosaggio opportuno nelle sue composizioni, li accentua, li esaspera, li contrappone ottenendo tutti gli effetti voluti” 1969 Musatti

In tutta l’area della critica italiano più impegnata è dunque comune la convinzione che Grignani attraverso l’approfondimento di tecniche specifiche della psicologia della forma, giunga ad una metodologia della visione che nell’insieme tra immagine e pensiero privilegi il pensiero per individuare i moti che si svolgono non al di là, ma all’interno della percezione. La costruzione linguistica dell’opera di Grignani non tende allo stordimento, allo spaesamento della realtà, ma all’analisi della potenzialità grafica, come la possibilità che ha l’occhio umano di cogliere immagini sfuggenti, appena percepite o percettibili. Grignani risulta più interessato al fatto che una stessa immagine possa evere letture percettive diverse o che tenda ad essere immaginata come rappresentazione di un oggetto tridimensionale. Dunque linguaggio di descrizione grafica senz’altra sistemazione strutturale che quella sintattica; e non linguaggio di riferimento esterno a fatti reali o


di distorsione della realtà. Il calcolo rigoroso, in Grignani, è reale ausilio della esecuzione e non tradimento finalizzato allo stordimento ed alla sospensione mentale.

“Grignani ricostruisce un campo della visione a misura umana, recuperando le facoltà dialettiche della percezione sociale, riequilibrando il rapporto tra percezione e pensiero [...]” 1975 Montana

In tutte le percezioni, olfattiva, visiva, uditiva, tattile, ecc.. si nasconda tutta una vesta gamma di sotto percezioni suggerite per analogia dalla mente. Queste “immagini” possono essere provocate da particolari processi della mente. Nello studio del linguaggio grafico, la consapevolezza di questo fatto ha una sua rilevante importanza. Una analogia con quanto accade in altri linguaggi forse chiarirà l’importanza del fenomeno. Capita spesso nel linguaggio fotografico o ancor più in quello cinematografico, che un’immagine apparentemente casuale sia invece evocativa. Questo meccanismo funziona e diventa manifesto nelle opere di Grignani. La stragrande maggioranza delle sue opere sono studi grafici: nel linguaggio grafico, che tengono conto di analisi condotte su un fenomeno di percezione visiva attraverso una chiara metodologia quasi scientifica della progettazione.



“Tutte le possibilità erano aperte. Mi occupavo di fenomeni ottici rivelatori del mondo delle tensioni strutturali, incominciavo a processare il comportamento umano in risposta all’avvento massiccio della macchina, dove la prospettiva diventa proiettiva; scoprivo la distorsione nel recupero del paesaggio riflesso nelle vernici e nei metalli; osservavo lo spazio entro la zona del campo visivo dell’occhio ai lati del quale la zona critica entra in uno stato di subpercezione.” F. Grignani



“Quella di Grignani è una diversa direzione, la sua è una “fotografia”, ci porta in un mondo di magia onirica, ma sul piano della percezione in un altro spazio che non ha gerarchie in una destrutturazione dove non pone punti fermi alla visione.” Luigi Erba

Franco Grignani dimostra quanto quanto una operazione di tipo metodologico - che ha una chiara matrice sperimentale che si oppone a ogni recupero accademico e a ogni formalismo - sia capace di aumentare il valore della comunicazione estetica. Questo giudizio di fondamento estetico, tutti i critici lo hanno letto nei caratteri e nelle calcolate immagini che segnano il messaggio di Franco Grignani.



Sperimentazioni grafico visive Opere, sperimentazioni e graphic design


Flou, subpercezione, distorsione, moiree, periodiche, dissociazioni, psicoplastiche, isoplastiche, diagonali nascoste, strutture iperboliche caratterizzano per tappe, quali termini chiave, lo sviluppo della ricerca di Grignani. Scienza e arte si fondono nelle opere di Grignani, intrecciando un discorso di metodo e di sperimentazione che si sviluppa con continuità sullo stesso terreno di indagine proprio della psicologia della percezione. Alla sensibilità intuitiva Grignani ha unito la capacità, sviluppata studiando architettura, di 'vedere' attraverso il progetto. Già durante la guerra si era concretamente reso conto dell'interdipendenza fra occhio e mente, dovendo insegnare tecnica di avvistamento aereo in una scuola militare. Al termine del conflitto, abbandonata l'architettura, si era dedicato a una professione per allora nuova e insolita: il graphic design. Cosciente del fatto che ciò che si percepisce

visivamente non corrisponde alla vera natura della realtà, iniziò, tra il 1949 e il 1950, ad analizzare quanto appare nella zona periferica del campo visivo. Il risultato fu una serie di opere flou, realizzate con l’ausilio di particolari filtraggi e tempi di esposizione fotografica, dove l’intento era di fissare quelle nebulose immagini subpercettive altrimenti sfuggenti all’attenzione dell’occhio. Facendo successivamente ricorso, con disinvolta elasticità, alle tecniche più svariate, specie fotografiche, Grignani iniziò a indagare criticamente le immagini del paesaggio urbano distorte da superfici riflettenti irregolari. Si era reso conto dell’avvento di una nuova e virtuale immagine dell’ambiente fisico che circonda l’uomo, rintracciabile, in forma alterata, su miriadi di oggetti e di strutture verniciate o in metallo lucido. Ma il suo metodo, anche libero, non si è mai posto arbitrariamente nei confronti del reale. Utilizzando, come egli stesso ha dichiarato, “... lenti zoppe, vetri, condensatori, prismi, acqua, olio ...” cercava di superare i limiti


fisici dell’occhio e della mano, in favore della formulazione di una grammatica, di un metodo critico, coerenti con le leggi dell’ottica, della meccanica, della fisica. Immediatamente successive e conseguenti (dal 1955) sono state le opere moiree. Proiettando su tela sensibile dei ‘pattern’ texturizzati sovrapposti (precedentemente disegnati), Grignani ha ottenuto innumerevoli immagini caratterizzate da sequenze, addensamenti e rarefazioni di segni elementari, nel rispetto di un ordine puramente geometrico matematico. Con i moiree è riuscito a ottenere particolari effetti di texturizzazione fortemente illusivi; il sovrapporsi oscillatorio delle immagini reali alle ‘postimmagini’, generate dalla particolare frequenza e distribuzione dei segni, fa vibrare i segni stessi (in realtà immobili sulla tela) e variare la luminosità degli interspazi. Ma il fine ultimo di Grignani non era tanto analizzare il disorientamento visivo, quanto, piuttosto, comprendere perché certi fenomeni visivi si verifichino. Da qui la

necessità parallela di guidare con il calcolo gli effetti prodotti attraverso una elaborazione, e una estensione manuale, dei microfenomeni evidenziati volutamente, ma anche meccanicamente, col moiree. Con le induzioni (1955) e le vibrazioni (1962) Grignani ha sviluppato temi relativi a effetti quali quello detto della ‘banda di Mach ‘. In queste opere, i mutamenti di intensità luminosa creati dalla contrapposizione dei campi bianco e nero evidenziano come reagisce l’occhio che interpreta come reali delle inesistenti bande o volumi. In successive sperimentazioni (operativi numerici, diacroniche, tensioni del 1964’65), è passato quindi a evidenziare effetti di prospettiva e torsione spaziale che avrebbero trovato sviluppi particolari in opere dipinte e poi in vere e proprie sculture (periodiche, del 1967-69), in immagini bidimensionali di pseudosolidi (psicoplastiche del 1968) e in variazioni nastriformi (dissociazioni packaging de1 1967) su temi plastici.


“Il carattere emergente delle geometrie di Grignani è il movimento: ottenuto con l’elaborazione di filtri ottici e con aberrazioni del segno e del suo relazionarsi così da sfruttare... le altre alterazioni ottiche obiettive e la dinamica effettiva dei contrari: negativo-positivo, concavo-convesso, verticale-orizzontale, centrifugo-centripeto, circolarediagonale, e così via. L’opera si impernia su uno di questi motivi e li elabora con estrema semplicità in modo da esaltare l’instabilità fluttuante delle immagini” 1966 Apollonio


1969 Dissociazione dal bordo acrilico, cm 70x70

Ma va detto a questo punto che tutta l’opera di Grignani, nella sua coerenza, rappresenta una continua fusione di esperienze precedenti con altre di nuova formulazione. Esempio finale (ed è da credere non ultimo) ne sono le strutture iperboliche, che riassumono quasi totalmente le passate sperimentazioni. Una complessissima individuazione di punti, spazialmente determinati sul piano di ogni opera, genera, appunto, degli spazi iperbolici, che fluttuano per variazione illusoria di luminosità, ma anche per mutata interpretazione spaziale ed effetto anamorfico, se vengono osservate non frontalmente. Il risultato è un universo di segni policentrico e assolutamente instabile, ma pur ordinato all’interno di una simmetria dinamica che concilia, in una immagine visiva, le illusioni del tempo e dello spazio reali e percepibili solo quando la loro reciproca interferenza si manifesta nel divenire di un mondo, le cui ulteriori dimensioni sono ancora da scoprire.


“[...] Questa serie di ricerche nate da osservazioni e interrelazioni recepite nell’ambiente mutevole dove l’uomo vive sempre più progressivamente lontano dalla natura, sono sempre state la parte più viva dei miei interessi estetici, che la nuova scuola con i suoi sistemi didattici aperti alle chiarificazioni metodiche può inserire nei programmi per aiutare le giovani menti a decifrare il codice degli eventi


e allargare le basi del pensiero critico nazionale. Così l’arte entra nella vita come supporto ai problemi della cultura visiva perchè l’uomo non più imbottito di nozioni possa formulare giudizi, indicare scelte, godere di aspetti, avere più fantasia creativa raddoppiando così il valore della vita nell’esaltazione dell’immaginario.“ “Il senso di una lunga ricerca” F. Grignani


Dal secondo futurismo

1934 Paesaggio industriale

1940 Composizione figurale

1934 Rapporti scambiati


1948 Tensioni angolate


Subpercezione

1950 Concavo convesso illusorio

1950 DensitĂ diagonali

1951 Alternanze plastiche diagonali



Interferenze

1953 Alterazione visiva di struttura diagonale Disegno a vetro industriale, cm 50x50 1952 Progressione strutturale al centro orizzontale Disegno a vetro industriale, cm 50x50



Distorsione

1962 Induzione dinamica, sperimentale di distorsione spiraliforme


1957 Tensioni sferiche in una struttura modulare


Grafica trovata

1953 Speculazione grafica da oscillografo (frazione A)

1953 Speculazione grafica da oscillografo (frazione B)


“Quello che differenzia le sue opere è il fatto che Grignani si valga dello studio dei fenomeni ottici con la precisa mira di giungere ad un tipo di comunicazione intersoggettiva di elementi drammaticamente espressiviâ€? 1966 Dorfles 1953 Speculazione grafica da oscillografo (frazione C)


Lettering

1955 DensitĂ e concentrazione induttiva nel lettering 1954 Lettering distorto e tensivo in un incrocio speculare


1954 Lettering ad asta distorto Sperimentale


“[...] Dovendomi indirizzare al mondo della pubblicità, ai tecnici ed ai grafici, cioè verso una categoria di preparazione specialistica, suggerii di lasciarmi un certo spazio di manovra per entrare a fondo nei problemi della tipografia per preparare un nuovo dialogo fatto di grafica sperimentale. Problemi: cos’era la nuova tipografia; le nuove visualizzazioni di scritte in rapporto alla velocità, al tempo di


osservazione; la lettera tipografica come forma e disegno; nuovo linguaggio simbolico; le alterazioni visive come ricerca e commento espressivo; tentativi di definire momenti tra segni e spazio; creazione e allusione a simboli; studi sulla tensione, sull’induzione grafica. [...]� Primo Congresso mondiale sulla comunicazione 1965 F. Grignani


Tecniche ottiche

1956 Sottrazione di luce nelle ombre di base

1955 Solarizzazione negativa su reticolo proiettato

1951 Immagine filtrata con vetro a righe bombate

1955 Solarizzazione positiva su reticolo proiettato



MoirĂŠ

1954 Liquefazione su ovalizzazione reticolare

1955 Segmentazione fenomenica in campo micro strutturale


1956 Interferenze di ondulazioni

1955 Interferenze puntolineari nel campo reticolare


Induzione

1962 Campo oscillante tempera cm 70x70


1962 Quattro campi di induzione reticolare tecnica mista cm 73x73


Reticolari

1962 Campo induttivo reticolare tecnica mista cm 70x70

1962 Imposizione di spazio geometrico in campo reticolare tecnica mista cm 70x70



Vibrazioni

1963 Nove campi vibratili tecnica mista cm 70x70

1963 VariabilitĂ e interferenze tecnica mista cm 70x70



Permutazioni

1961 Permutazione dinamica tecnica mista cm 73x73 1963 Permutazione in campo denso tecnica mista cm 73x73



Radiali

1965 Quadrivela olio su tela cm 96x134

1965 Illusorio parziale olio su tela cm 96x96

1965 Torsione radiale olio su tela cm 96x96



Operativo numerico

1965 Operativo numerico olio su tela cm 96x96 1965 Trama fluttuante olio su tela cm 96x96



Diacroniche

1965 Diacronica 1 olio su tela cm 96x134

1965 Diacronica 1 T olio su tela cm 96x134


1965 Diacronica 1 T olio su tela cm 96x96


“L’operazione di Grignani intende far emergere il momento in cui, da una serie di sollecitazioni ‘provocate‘ artificialmente, scatta un fatto di trasformazione ‘creativa’ fantastica, di invenzione poetica [...]”

Tensione

1971 L. Vinca Masini 1965 Tensione dei quadrati tempera cm 103x75

1965 Proiezione strutturata olio su tela cm 96x96



Periodiche

1967 Quadrimensionale a sviluppo continuo legno laccato cm 60x60x140

1968 Periodica dorsale olio su tela cm 96x134

1968 Periodica acrilico cm 70x70



Dissociazione

1969 Dissociazione dal bordo acrilico cm 70x70

1970 Dissociazione proiettiva dal campo acrilico cm 70x70


1969 Dissociazione dal campo acrilico cm 51x73 1969 Dissociazione al bordo acrilico cm 51x73


Packaging

1967 Packaging olio su tela cm 96x76


1967 Packaging su campo rigato olio su tela cm 134x96



“Si può collaborare con ogni mezzo alla costruzione di un idea quando non si teme la fatica; io, nel mio apporto, ho voluto sottolineare il bisogno di libertà di cui ogni designer ha diritto, perchè le idee del mondo creativo sono fatte di entusiasmi e di cielo.” Version 65 (1965) F. Grignani



Bibliografia Franco Grignani Pitture, Sperimentali e Graphic design Catalogo mostra Reggio Emilia (dal 31 marzo al 29 aprile 1979) Storia del design grafico Daniele Baroni, Maurizio Vitta Longanesi, Milano 2003 Abecedario Sergio Polano Electa, Milano 2002 La grafica in Italia Fioravanti, Passarelli, Sfligiotti Leonardo Arte, Milano 1997

Sitografia Wikipedia www.wikipedia.com AIAP www.aiap.it Archivio Attivo Arte Contemporanea www.caldarelli.it


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