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Pietro Treccagnoli

IL TEMPO E LO SGUARDO

SALVATORE

CIAURRO


In copertina: Lia in rosa, 2002 olio su tela, cm 100x100


Pietro Treccagnoli IL TEMPO E LO SGUARDO Non bisogna temere cio che l’occhio vede. Colori, bagliori, sfumature, linee, angoli, forme e infine figure. L’occhio, si sa, trasforma, riporta il mondo ad uno stato mentale: non è mai un organo mentale la percezione diventa sempre idea, che è la sua natura e il suo destino. Così quanto appare come definito, immutabile si sgretola in ombre, epifanie, curve, graffi, raschiature, o si aggroviglia in gomitoli di membra concave e convesse, e solo in questo modo riacquista il suo potere evocativo interiore e personale. Sfida il tempo e la linearità. Tutto diventa circolare, labirintico, speculare e unico nel medesimo tratto. Se l’occhio guarda senza schemi ( e anche senza il carico fuorviante della cultura) le opere di Salvatore Ciaurro, scopre la sostenibile ambivalenza della forma, della figura, in due parole, dell’uomo e della sua vitalità. Ciaurro non ha paura di ciò che l’occhio vede. Se intercetta facce, sguardi, corpi, case, piazze li sottrae all’oblio del tempo, ne cattura l’essenza, la descrive, la distilla, la sintetizza. Rassoda o sfalda, in contorni, come se l’errore fosse nella precisione, che solo talvolta riesce a cogliere la verità dell’essere. Così la parata di vent’anni di sfide tra l’occhio e la mente diventa un tempo inventato, immaginario, che rotola come la pallina della fortuna di una roulette. Ma diventa anche un tempo ritrovato, che restituisce la purezza dell’infanzia e gli orrori delle guerre, le grazie femminili esposte al sole e allo sguardo, le figure familiari e i personali numi tutelari della letteratura, la baldanza fresca della giovinezza maschile e lo spazio misurato con i tempi del ballo o della rappresentazione scenica. Ciaurro è un’artista che si nutre di cultura e natura assieme. Ma anche di persone vere, vive. I suoi ritratti sono una miscela di verità e finzione, sono ciò che si è e ciò che si vorrebbe essere, ma soprattutto sono l’interpretazione del pittore: non è più l’immagine, è la costruzione dell’immagine. La semplicità raggiunta mostra quanto sia lunga e tortuosa la strada per darle una forma che non sia solo riproduzione e descrizione. E talvolta, non solo nei ritratti, Ciaurro lascia intravedere, maliziosamente o come una dichiarazione di poetica, i segreti e la tecnica, esponendo l’ordine del discorso, ma pure la grammatica e la sintassi che lo sottendono. In fondo questo è il senso dell’arte, andare oltre il senso e i sensi. Senza spaventarsi. Perché la memoria, che è il fine ultimo dell’opera di Ciaurro, conserva e inventa, crea.



Salvatore Ciaurro MEMORIA E TOPOS Ho pensato agli ultimi venti anni perché mi sembrano quelli più densi di significato nel mio percorso artistico. Sono gli anni in cui ho avvertito la necessità di dipingere per cicli, necessità-espediente che mi ha permesso di affrontare e sviluppare i temi a me più cari. Sono gli anni della rilettura pittorica di quegli autori che avevano costituito una sorta di monografia letteraria della mia adolescenza: Pavese (Miti e simboli dell’infanzia) Pasolini (Periferie urbane, Memorie degli anni ‘50) e a ritroso nel tempo fino a Baudelaire ( Les fleurs du mal). Sono gli anni dell’incontro con Ricardo Nunez e la riscoperta di Garcia Lorca in chiave coreografico - pittorica (Yerma, Llanto por Ignacio Sànchez) Nasce così anche Il Candelaio di Giordano Bruno. Il nuovo millennio si apre con bagliori di guerra e nuove precarietà, il pittore si fa cronista del proprio tempo (Esodo). E’ di questi ultimi anni il richiamo e il ritorno ai luoghi della mia geografia delle emozioni (Spagna-Portogallo-Marocco); Nascono così i paesaggi della memoria (Diario Viaggiante). Poi, l’incontro con l’editore Tullio Pironti riaccende la mia antica passione per il ritratto (Gli olii di Libri e cazzotti). A un occhio attento non sfuggirà che, nel susseguirsi del tempo lo stile perde qualche leziosità e acquisisce più sintesi, attraverso un disegno meno descrittivo e un colore frammentato, che meglio si prestano a raccontare un tempo più carico di evanescenze. E di precarietà. Nel curare la mostra ho pensato che questo approfondimento autobiografico avrebbe avuto una funzione catartica e liberatoria, oltre che approfondire di più la conoscenza di me stesso. L’auspicio, quindi, è che questa mostra non restituisca solo fatti e accadimenti nella loro ragion d’essere, ma abbia la forza di tradursi in un’antologia dai veri significati pittorici



CULTURA E ANATOMIA 1980-1989

Carlo Munari “... Gli esiti cui Ciaurro è pervenuto dispongono, in ogni caso, di notevole incidenza espressiva integrando elemento plastico ed elemento cromatico in unità di visione. Di Ciaurro, tuttavia, una peculiarità va posta in specifica evidenza: quella riferibile a una introspezione psicologica che pienamente si manifesta, ad esempio, nel repertorio di ritratti di giovani donne. In essi l’evidenziazione di particolari attitudini comportamentali viene puntualizzata mediante un risoluto impianto compositivo che le raffinate formulazioni cromatiche, impregnate di luce dorata, definiscono a guisa di un momento di interiorità umana. Salvatore Ciaurro è artista colto, costantemente sollecitato all’indagine e alla sperimentazione per cui le opere attuali potrebbero porsi a premessa di ulteriori svolgimenti. E’ importante però constatarne, hic et nunc, la consistenza qualitativa. ...”


Le amiche, 1980 olio su tela, cm 70x90



“Don Manuel e i suoi fantasmi”, 1985 olio su tela, cm 100x100



“Atelier all’aperto”, 1985 olio su tela, cm 100x80



Don Giovanni, 1988 olio su tela, cm 80x100



“Preludio 1936”, 1989 olio su tela, cm 120x120




I CICLI PITTORICI 1990-1995

Nino D’Antonio “... Salvatore Ciaurro è tra i pochi pittori ad avere una solida preparazione culturale e un’assidua frequentazione con la buona letteratura, dalla narrattiva alla saggistica. Un rapporto che va dai classici alla stagione di Vittorini, del Politecnico, della letteratura americana, di Pavese, di Calvino, fino a Pasolini, a Moravia, ai suoi incontri con i narrattori meridionali, alle sue lunghe conversazioni con Fernanda Pivano. Ciaurro legge e annota, mette a confronto ambienti e personaggi, situazioni e linguaggi, e questo al di là dei nostri confini letterari. La sua scoperta, sul finire degli anni Settanta, di Garcia Lorca e il viaggio che ne seguì alla ricerca di ambienti e atmosfere alimentò due grossi album di impressioni, schizzi, disegni, tutti accompagnati da note e commenti al suggestivo mondo di Lorca. E qui spunta un altro nodo da sciogliere per una conoscenza non epidermica del lavoro di Ciaurro. Il quale è anzitutto un disegnatore di rara bravura, un grafico sicuro e felice, in grado di costruire volumi e immagini, grazie a un segno iconico, che rende compiutamente la rappresentazione con pochi tratti. ...”


“Trittico per un mito�, 1990 olio su tela, cm 80x100



“Controluce”, 1990 olio su tela, cm 80x100



“Llanto por Ignacio Sanchez”, 1990 olio su tela, cm 90x70



Insurrezione, 1992 olio su tela, cm 120x120



Marta, 1994 olio su tavola, cm 90x90



El Duende (Yerma), 1995 olio su tela, cm 80x100



Solitudine, 1995 olio su tela, cm 100x100




FRAMMENTI DEL TEMPO 1996-1999

Vitaliano Corbi “... Una ragione non secondaria del fascino di queste opere sta nell’impressione di una loro riscoperta tra memoria e fantasia: dipinti parietali di altri tempi, recuperati sul punto quasi di svanire, fermati miracolosamente durante un processo di rarefazione della materia, divenuta discontinua, raschiata assottigliata, consumata dalla luce e tuttavia resa più preziosa proprio da quest’impressione di precarietà. Altrove la provenienza memoriale si avverte in una sorta di liquido ed intermittente affioramento dell’immagine. Il gioco delle velature e delle trasparenze dà a questa un andamento fluttuante, con risultati che direi particolarmente suggestivi in quella specie di foto di gruppo, intitolata significativamente “Memorie degli anni ‘50”... ...La dimensione temporale è da lui intesa come una sorta di scavo nel tempo interiore, durante il quale l’intuizione di nuove forme è insieme un ritorno sui percorsi della memoria. La frammentazione della forma diventa la premessa di un modo di costruire l’immagine per tasselli e sfaccettature, con un effetto che esalta la vivacità della gamma cromatica e riesce a dare ad un particolare del paesaggio la bellezza stupefatta di un’apparizione luminosa ...”


Frammenti di memoria, 1996 olio su tavola, cm 90x90



Memorie degli anni ‘50, 1996 olio su tela, cm 120x120



Adolescenti (per Ragazzi di Vita), 1996 olio su tela, cm 100x100



MetĂ Novecento, 1998 olio su tela, cm 120x120




LUOGHI E MEMORIE 2000-2005

Nicola Scontrino “... La pittura di Salvatore Ciaurro penetra dentro le più remote trame di quello che la cultura dell’arte si porta dentro le sue più recondite identità. Infatti il suo incedere, sia nel racconto che nel formulare i progetti compositivi, traccia suggestive emozioni che si svolgono con un incedere sempre pregnante ed un colore che diventa il vero artefice di quanto viene narrato. Il riferimento più logico nel contesto della pittura di Salvatore Ciaurro è tutto quel percorso dell’arte che ha trovato nella rappresentazione figurativa quella sua naturale realtà percettiva ma essenzialmente quel transfert emozionale che lo porta a spaziare tra i segni evidenti della memoria e quella più suggestiva della letteratura. Per tanto la pittura di Ciaurro si trasforma in una galleria di narrazioni e di immagini, che lavorano dentro la metafora dell’apparire nascondendo a volte quelle più emozionanti del sentire, un chiaro riferimento a tutte quelle opere che vanno intorno a quest’ultimo decennio...”


“Bagnanti”, 2000 olio su tela, cm 70x100



Periferia urbana, 2000 olio su tela, cm 150x100



Esodo, 2002 olio su tela, cm 70x70



Syntra (Diario viaggiante), 2002 olio su tela, cm 100x80



Figure, 2003 olio su tela, cm 70x100



Orrore (Cecenia), 2004 olio su tela, cm 100x120



Fondo rosso, 2005 olio su tela, cm 100x100



Ritratto di Lucio Amelio, 2005 olio su cartone




Salvatore Ciaurro è nato a Napoli, dove vive e lavora. Lo studio è in via Simone Martini 42 Tel. 081 5792662 Cell. 347 7120410 Sito Web: www.ciaurrosalvatore.it e-mail: pittore@ciaurrosalvatore.it

Mostre personali dal 1980 Galleria “Bianchi d’Espinosa”, Napoli 1980 Galleria d’arte “Serio”, Napoli 1981 Galleria “l’Isola”, Milano 1983 Galleria d’arte “il Leone”, Roma 1983 Galleria “Il Martello d’Oro”, Bari 1984 Galleria d’arte “Serio”, Napoli 1985 Galleria d’arte “Serio”, Napoli 1990 “Italia Nostra”, Napoli 1996 Istituto d’Arte Statale, Sorrento 1997 “Italia Nostra”, Napoli 1998 Centro d’Arte e Cultura “L’immagine”, Napoli 1999 Centro d’Arte Mediterranea, 2001 Torre del Greco (Na) Villa Campolieto, Ercolano 2003 U.C.A.I. Napoli 2004


Finito di stampare nel mese di Maggio 2006 Progetto: Studio Moratti, Napoli - 081.2293471 Coordinamento: Stefano Tornincasa Design: Sara Pollini


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