Monitor 293 - 2013

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RADIO VIDEO • MULTIMEDIA T I• TELEVISIONE T O L •O S E Z •I POST-PRODUZIONE O N E • AUDIO • ALTA FREQUENZA

Rivista mensile specializzata • 2013 • n.293 • ISSN 0394-0896 PUBBLICAZIONE DELLA MEDIA AGE SRL • MILANO • TEL. 0243910135 • FAX 0243999112 • E-MAIL: INFO@MONITOR-RADIOTV.COM • INTERNET: WWW.MONITOR-RADIOTV.COM

Ultra HD e 4k ? forse non così vicini

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Il “Sacro GRA” al Leone d’Oro

Serial Digital Interface interfaccia video professionale

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anno 37° - n.293 - 2013 ISSN 0394-0896

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3 TUTORIAL: SDI interfaccia video professionale

MediaAge srl tel. (+39) 0243910135 - Fax (+39) 0243999112 E-mail: info@monitor-radiotv.com Siti internet http://www.convergenza.tv (in italiano) http://www.monitorradio.tv (in inglese) La Media Age srl è iscritta al Registro Nazionale della Stampa al n. 2636 vol. 27, foglio 281 dal 28.6.89 - MONITORRADIO TELEVISIONE è registrata al Tribunale di Milano n. 880 del 20.12.1988. Dir. resp. Enrico Callerio. Manoscritti e foto originali, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Non è permessa la riproduzione di testi e foto senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. Progetto grafico: Ago, Bollate (MI). Stampa: Cooperativa Grafica Bergamasca, Almenno S. Bartolomeo (BG). Abbonamenti: la rivista è diffusa e venduta solo in abbonamento annuale. Il costo annuale è di 40,00 EURO da versare con 2 postale intestato a Media Age srl, viale San vaglia Michele del Carso 11 - Milano, oppure inviare un assegno bancario non trasferibile allo stesso indirizzo. Arretrati 6,00 EURO l’uno da allegare alla richiesta anche i francobolli. Foreign subscription: annual 80,00 EURO (80,00 US$) or equivalent via International Money Order or cheque to Media Age srl, Via Stefano Jacini, 4 - I - 20121 Milano Italy. CREDIT CARDS subscription call (+39) 0243910135 or fax (+39) 0243999112. Cards accepted: VISA - MASTER-CARD - EUROCARD AMERICAN EXPRESS. Airmail rates on applications. Lo staff Direttore responsabile: Enrico Callerio Condirettore tecnico: Mauro Baldacci Direttore editoriale: Enrico Oliva Pubblicità: Giulio Reina

23 Doclab, Panasonic e Videoelettronic insieme per il Leone d’Oro secondo Sky se

27 LIVESAT, veicoli speciali e servizi televisivi 13 Ultra HD e 4k ? forse non sono così vicini

29 Nuove idee per i servizi tv ibridi

Hanno collaborato: Rolando Bertini, Dario Monferini, Alberto Pellizzari, Maria Ronchetti, Mauro Scaioni Nei siti della “convergenza” di Monitor troverete tra gli altri contenuti: le emittenti radio tv in diretta nella rete da tutto il mondo (www.webcastitaly.com)

31 DRM: Smart Radio Solution ad IBC 2013 20 Le novità Matrox all’IBC 21 Tv, calcio e crisi economica

il ‘Daily MonitoR’ quotidiano in inglese, italiano, spagnolo (www.dailymonitor.net)

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S E Z I O N E a cura di Mauro Scaioni

SDI, la Serial Digital Interface, interfaccia video professionale Da quando è nato il video digitale con un interfaccia parallela scomoda e ingombrante si sono susseguiti nuovi standard di connessione fino ad approdare alla SDI (Serial Digital Interface) che si è affermata come standard nel mercato professionale e broadcast. La Serial Digital Interface (normalmente abbreviata in SDI) è un'interfaccia digitale seriale impiegata per la trasmissione via cavo di segnali video (e audio) in ambito professionale e broadcast tra le diverse apparecchiature da studio o per l’ENG. Permette maggior qualità di ripresa perché evita l'intervento dei codec di compressione impiegati nella registrazione su supporti, integrati nelle videocamere (nastro, cassetta, schede di memoria). Essa è indicata nello standard ITU-R BT.656 e SMPTE 259M. La larghezza di banda di questo tipo di collegamento è di 270 Mbit per secondo. Tale implementazione è studiata per la trasmissione di segnali televisivi PAL e NTSC (quella che oggi chiamiamo definizione standard) per cui si associa spesso la sigla SD (standard definition) alla sigla SDI (SD-SDI). Esiste da qualche anno una versione per trasmettere segnali ad alta definizione, conosciuta come High

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Definition Serial Digital Interface (HDSDI) riportata nello standard SMPTE 292M. La versione HD-SDI ha una capacità di banda di 1,485 Gb/s. Per alcune applicazioni, come nel caso della cinematografia digitale, tale banda può non essere sufficiente. Per tale motivo si utilizza una modalità conosciuta come dual link definita dalle specifiche SMPTE 372M. Tale versione, come dice il nome stesso, prevede l'utilizzo di due connessioni HD-SDI contemporanee. Essa è capace di una larghezza di banda nominale di 3 Gbit per secondo. L'utilizzo della modalità dual link richiede però un secondo cavo tra i due apparati e questo, nel caso di installazioni complesse, può creare problemi relativi alla complessità del cablaggio e al costo. Una versione di questa interfaccia, definita 3G-SDI, standardizzata come SMPTE 424M, in cui, su un singolo cavo, è possibile ottenere la lar-

ghezza di banda di 3 Gbit per secondo. L'interfaccia SDI è un sistema di trasmissione di segnali digitali non compressi e non criptati ed è di larghissimo impiego all'interno delle infrastrutture di produzione televisiva. È possibile, come opzione, trasferire anche segnali audio integrati all'interno del flusso video. L'interfaccia è progettata per operare su distanze brevi, a causa dell'elevato bitrate. Sia la SDI che la HD-SDI sono interfacce disponibili solo su apparecchiature di tipo professionale e broadcast, a causa degli accordi di licenza che non prevedono l'uso di segnali digitali non criptati su apparecchi di classe domestica, anche se esistono box esterni con ingressi compatibili e schede video idonee, per il collegamento a computer. Al pari alcune modifiche per lettori DVD per implementare un'interfaccia SDI.

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Per i collegamenti in SDI di usano semplici connettori BNC e cavi coassiali a 75 ohm.

Cavo coassiali con connettori BNC

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I vari tipi di interfaccia seriale digitale usano tutti uno o più cavi coassiali con connettori BNC, con un'impedenza nominale di 75 ohm. Si tratta dello stesso tipo di cavo utilizzato per gli impianti video analogici, il che rende in teoria molto semplice l'aggiornamento delle infrastrutture e il cablaggio degli apparati, anche se su lunghe distanze può rendersi necessario l'impiego di un cavo di migliore qualità. L'ampiezza del segnale alla sorgente è di 800 mV (±10%) picco-picco, mentre voltaggi parecchio inferiori possono essere misurati alla ricezione a causa dell'attenuazione introdotta dal cavo di collegamento se particolarmente lungo. Con opportuni equalizzatori sull'apparato ricevente è possibile inviare segnali a 270 Mb/s su cavi lunghi anche 150 metri, ma è preferibile l'uso di distanze inferiori. I segnali in alta definizione hanno una lunghezza massima inferiore, nell'ordine degli 80

metri. I segnali trasmessi sono digitali a componenti senza compressione, con codice di canale NRZI, e un registro a scorrimento a retroazione lineare viene utilizzato per ridurre la possibilità che vengano trasmesse lunghe sequenze di zero o di uno. Dal momento che nell’interfaccia SDI esiste una relazione fissa tra la temporizzazione dei campioni video (27 MHz) ed il clock (270 MHz), questa interfaccia è di tipo autosincrono; inoltre uno schema di sincronizzazione è presente sul segnale digitale come una sequenza di dieci uno seguita da venti zero. Questa sequenza non è consentita in nessun altro posto all'interno dei dati trasmessi. La sequenza di sincronizzazione diventa di venti uno seguita da quaranta zero nel caso di segnali ad alta definizione.

Comparazione tra gli standard Come si osserva dalla tabella, sono usati diversi bitrate.

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S E Z I O N E Altre interfacce Lo standard SMPTE 292M definisce, insieme all'interfaccia elettrica, anche un'interfaccia ottica che da più parti è oramai considerata obsoleta. Un'interfaccia parallela digitale a 8 bit è definita da CCIR 601, ed è obsoleta a sua volta (in ogni caso, molte clausole dei vari standard permettono come opzione un'interfaccia a 8 bit).

Formato dati

Mediante le connessioni SDI è possibile cablare in modo semplice complete regie video.

Per gli impieghi a definizione standard, definite secondo SMPTE 259M, i possibili bitrate sono di 270 Mb/s, 360 Mb/s, 143 Mb/s e 177 Mb/s. 270 Mb/s è di gran lunga il bitrate più utilizzato, anche se nel caso di video a schermo panoramico talvolta si usano 360 Mb/s. Le interfacce a 143 e 177 Mb/s 6 furono concepite per trasmissione del video composito codificato digitalmente (sia NTSC che PAL) e sono considerate obsolete. Per gli impieghi a definizione avanzata (tipicamente 525 linee a scansione progressiva, o 525P) esistono diverse interfacce a 540 Mb/s, di raro impiego. Per impieghi di televisione ad alta definizione, l'interfaccia SDI è definita dello standard SMPTE 292M. Sono definiti due bitrate, 1,485 Gb/s e 1,485/1,001 Gb/s. Il fattore di 1/1.001 serve per consentire a questo standard il supporto a formati video con scansioni di 59,94, 29,97 e 23,98 Hz, per essere compatibile con i sistemi NTSC esistenti. La versione dello standard a 1,485 Gb/s supporta le altre cadenze di largo impiego, incluse quelle di 60, 50, 30, 25 e 24 Hz. È piuttosto comune riferirsi a entrambi gli standard con un bitrate nominale di 1,5 Gb/s. Per gli impieghi che richiedono una definizione molto elevata, con maggiore risoluzione, cadenza o fedeltà cromatica di quella che si può ottenere dalla HD-SDI, lo standard SMPTE 372M definisce l'interfaccia dual link. Come il nome lascia intendere, si trat-

ta di due interconnessioni SMPTE 292M in parallelo. L'interfaccia dual link supporta formati a 10-bit, 4:2:2, 1080P a frequenze di quadro di 60, 59,94 e 50 Hz, così come profondità di colore di 12 bit, codifica RGB e campionatura colore 4:4:4. Una interfaccia a 3 Gbit/s (più precisamente, 2,97 Gbit/s, ma a cui ci si riferisce comunemente come "3G") è stata standardizzata dalla SMPTE nel giugno 2006. Essa è intesa a implementare tutte le caratteristiche fornite dalla dual link da 1,485 Gbit/s ad interfaccia, ma richiede un solo cavo invece che due.

Per impieghi a definizione standard e avanzata, il formato dati parallelo è definito a 10 bit, mentre in quelli ad alta definizione a 20, divisi in due flussi dati paralleli a 10 bit (noti come Y e C). Il flusso a definizione standard (SD) è composto in questa maniera: Cb Y Cr Y' Cb Y Cr Y' mentre i flussi ad alta definizione (HD) sono composti così: Y (luminanza) Y Y' Y Y' Y Y' Y Y' C (crominanza) Cb Cr Cb Cr Cb Cr Cb Cr In entrambi i casi, il video è codificato nel formato 4:2:2, il che significa che il canale di luminanza e codificata a piena larghezza di banda (13,5 MHz nella SD a 270 Mbit/s SD, ~75 MHz nella HD), e i due canali di crominanza sono sottocampionati orizzontalmente, e codificati a metà della larghezza di banda (6,75 MHz o 37,5 MHz). I

Massime distanze di trasmissione dei diversi tipi di interfaccia SDI.

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T I T O L O campioni Y, Cr e Cb sono coacquisiti, cioè acquisiti nello stesso istante di tempo, e il campione Y' è acquisito nell'intervallo di tempo tra due campioni Y adiacenti. Nello schema sopra, la Y indica i campioni di luminanza, e la C i campioni di crominanza. Cr E Cb si riferiscono ai canali di differenza di colore rosso e blue, rispettivamente. Il video attivo (e anche i dati ausiliari) possono usare ogni parola di 10 bit nella gamma 4-1019 (in esadecimale, 004-3FB) inclusi, i valori 0-3 e 10201023 (3FC-3FF) sono riservati e non possono far parte del video attivo. Le parole riservate sono utilizzate per due scopi, la sincronizzazione e le intestazioni dei dati ausiliari.

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I primi connettori per il video digitale erano paralleli a 25 poli, non proprio il massimo della comodità.

Pacchetti di sincronizzazione Un pacchetto di sincronizzazione (noto comunemente come segnale di riferimento temporale o TRS) precede immediatamente il primo campione attivo di ogni linea, a altrettanto immediatamente segue l'ultimo campione attivo, precedendo l'inizio del periodo di sincronizzazione orizzontale. Il pacchetto di sincronizzazione consiste di quattro parole di 10 bit. Le prime tre parole sono costantemente 0x3FF,0,0 mentre la quarta consiste di 3 flag e di un codice di correzione d'errore. Come risultato, ci sono otto differenti pacchetti di sincronizzazione possibili. Nelle interfacce HD-SDI e dual link, i pacchetti di sincronizzazione devono presentarsi simultaneamente in entrambi i flussi Y e C. Nel caso del dual link, è possibile un ritardo tra i due cavi di una stessa interfaccia, per cui le apparecchiature che lo utilizzano dovrebbero avere un buffer che immagazzina il primo segnale fino all'arrivo dell'altro. Nelle interfacce SD e ED (Enhanced Definition)c'è un solo flusso di dati, per cui un solo pacchetto di sincronizzazione alla volta. Al di là del numero dei pacchetti, in ogni caso, il loro formato è lo stesso per tutte le versioni dell'interfaccia SDI. I bit di flag presenti nella quarta parola (comunemente chiamata XYZ) sono noti come H, F e V. Il bit H indica la partenza della cancellazione orizzon-

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Un generatore di segnale di test in SDI e la relativa immagine di controllo generata.

tale: i bit di sincronizzazione immediatamente precedenti alla regione di cancellazione orizzontale devono avere il bit H impostato a 1. Normalmente, ci si riferisce a questi pacchetti come alla fine del video attivo, o pacchetti EAV. Allo stesso modo, il pacchetto immediatamente prima della partenza del video attivo ha il bit H impostato a 0; si tratta del pacchetto partenza del video attivo o SAV. In maniera simile, il bit V è impiegato per indicare la partenza della regione di cancellazione verticale. Un pacchetto EAV con V impostato a 1 indica che la linea successiva fa parte dell'inter-

vallo verticale, mentre uno con V impostato a 0 indica che la linea seguente fa parte del video attivo. Il bit F è utilizzato nei formati interlacciati e segmentati per indicare se la 7 linea appartiene al primo o al secondo campo (o segmento). Nei formati a scansione progressiva, il bit F è sempre a zero.

Contatore di linee e CRC Nella versione dell'interfaccia per l'alta definizione (e anche nella versione dual link), sono implementate ulteriori parole di controllo per aumentare la

Ecco come appare un connettore di un apparecchiatura che utilizza un’interfaccia SDI dual link.


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In applicazioni particolari le diverse connessioni SDI vengono usate nel cablaggio delle apparecchiature.

robustezza dell'interfaccia. In questi formati, i quattro campioni immediatamente precedenti i pacchetti EAV (ma non i SAV) contengono una campo cyclic redundancy check (CRC) e un contatore di linea. Il valore CRC 8 di ciascun campo contiene il controllo della linea precedente (calcolati indipendentemente per i flussi Y e C) e può essere usato per rilevare errori sul flusso trasmesso. Il contatore di linea indica il numero della linea corrente. Sia il CRC che il contatore di linea non sono disponibili nelle versioni SD e ED dell'interfaccia. Al loro posto, un pacchetti dati ausiliario conosciuto

come pacchetto EDH può essere impiegato come controllo di errore.

Numerazione di linee e campioni Ciascun campione in un dato flusso ha un numero di linea e di campione unico. In tutti i formati, il primo campione subito dopo il pacchetto SAV ha il numero di campione 0, il successivo il numero 1 e così via fino alla parola XYZ del pacchetto SAV seguente. Nella versione SD dell'interfaccia, dove il flusso dati è unico, la numerazione dei campioni segue questo

schema: numero 0 --> Cb numero 1 --> Y numero 2 --> Cr numero 3 --> Y' e così via. Nella versione HD, ogni flusso dati ha la sua numerazione, alternando Y e Y' per ogni campione del flusso Y, e Cb e Cr per ogni campione del flusso C. La numerazione delle linee è sequenziale, partendo da 1 e fino al numero di linee per quadro del formato indicato (tipicamente 525,625,750 o 1125). La determinazione della linea 1 è in qualche modo arbitraria; tuttavia è indicata dagli standard rilevanti in maniera non ambigua. Nei sistemi a 525 linee, la prima linea dell'intervallo verticale è la linea 1, laddove negli altri sistemi interlacciati (625 e 1125 linee) la prima linea dopo la transizione a zero del bit F è la linea 1. Si noti che le linee di scansione iniziano in corrispondenza dell'EAV, mentre il campione zero è il campione che segue il SAV. Questo porta a risultati in qualche misura disorientanti, nel senso che il primo campione di una data linea, nel caso di un video 1080i, è il campione numero 1920 (il primo EAV in quel formato), e la linea termina al successivo campione 1919 (l'ultimo campione attivo). Questo comportamento differisce in alcuni aspetti dalle interfacce video analogiche, dove la transizione di linea avviene con l'impulso di sincronismo, più o meno a metà della regione di cancellazione orizzontale.

Numerazione del link La numerazione del link trova applicazione solo sull'interfaccia dual link. Il primo link (il cosiddetto primario) ha assegnato il numero 1, mentre i seguenti hanno numeri crescenti. In questo modo il secondo link (secondario) in un sistema dual link è il numero 2. Il numero di link di una data interfaccia è indicato da un pacchetto VPID situato nello spazio dati ausiliari verticale.

Dati ausiliari Anche alcuni camcorder ad alta definizione utilizzano l’interfaccia SDI dual link.

Come lo SMPTE 259M, lo SMPTE 292M supporta lo SMPTE 291M per i

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T I T O L O dati ausiliari. Si tratta di un sistema standardizzato per il trasporto di dati non video in una segnale digitale seriale, utilizzato per audio integrato, sottotitoli, timecode e altri tipi di metadati. I dati ausiliari sono indicati da un pacchetto di 3 parole consistente in 0, 3FF, 3FF (l'opposto dell'intestazione del pacchetto di sincronizzazione), seguito da un codice di identificazione di due parole, una parola di conteggio dati (che indica un segnale attivo di 0-255 parole), il segnale attivo vero e proprio e un checksum di una parola. Al di là del loro uso nell'intestazione, i codici proibiti nel video attivo sono proibiti anche nel segnale attivo dei dati ausiliari. Applicazioni specifiche includono audio, integrato, EDH, VPID e SDTI.

Audio integrato Sia la versione SD che quella HD dell'interfaccia contengono 16 canali di audio integrato. È utile notare, ai fini

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che il termine letterari, inglese “embedded” viene spesso reso in italiano come embeddato, seguendo un'usanza tipica dei termini tecnici. Le due interfacce usano un differente metodo di incapsulamento, rispettivamente lo SMPTE 272M per la SD e lo SMPTE 299M per la HD. In ognuno dei due casi, un segnale SDI può contenere fino a sedici canali (8 coppie) di audio digitale a 48 kHz, 24 bit, insieme al video. Normalmente viene usato audio PCM a 48 kHz a 24 bit (20 nella versione SD), in una maniera direttamente compatibile con l'interfaccia audio digitale AES3. I canali audio sono posizionati nei periodi di cancellazione orizzontale, dove il segnale SDI non contiene niente di utile, poiché l'apparato ricevente rigenera i propri sincronismi dal TRS. I canali audio sono suddivisi in gruppi, ognuno dei quali è numerato da uno a quattro e contiene quattro canali. La loro numerazione è univoca, per esempio il canale 5 sarà sempre il

primo canale del secondo gruppo.

EDH Dal momento che il segnale a definizione standard non contempla checksum, CRC o verifica dell'integrità dei dati, un pacchetto EDH, acronimo di Error Detection and Handling (rilevamento e gestione di errori), può essere posizione opzionalmente nell'intervallo verticale del segnale video. Questo pacchetto include i valori di CRC sia per il video attivo che per l'intero campo (eccetto per quelle linee dove può avvenire la commutazione, e che non dovrebbero contenere nessun dato utile); un'apparecchiatura può calcolare il proprio CRC e confrontarlo con quello ricevuto per rilevare eventuali errori. L'uso tipico del pacchetto EDH è con l'interfaccia a definizione standard, poiché la presenza di parole CRC nella versione ad alta definizione lo rende non necessario.

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VPID I pacchetti VPID (Video Payload Identifier, identificatore del video attivo) stanno divenendo sempre più comuni per identificare il tipo di formato trasmesso dall'interfaccia SDI. Nelle prime versioni, era sempre possibile determinare il formato video contando i numeri di linee e campioni tra le transizioni H e V del TRS. Con l'introduzione delle interfacce dual link e degli standard a quadro segmentato questo non è più possibile. Di conseguenza, lo standard VPID (definito dallo SMPTE 352M) fornisce un modo di identificazione univoca a non ambigua del formato del video attivo.

Video attivo Sono possibili diverse codifiche dei colori. Di default (è il caso più comune) è un flusso di dati lineari a 10 bit codificati come 4:2:2 YCbCr. (L'YCbCr è la rappresentazione digitale dello spazio colore YPbPr). I campioni di 10 video sono immagazzinati come indicato sopra. All'interno della parte attiva del video, le parole di dati corrispondono ai livelli dei segnali dei rispettivi componenti di video. Il canale di luminanza (Y) e in definito in maniera tale che al livello di segnale di 0 mV corrisponda la parola chiave 64 (40 in esadecimale), e a 700 mV (il fondo scala) è assegnata la parola chiave 940 (0x3AC). Per i canali di crominanza, a 0 mV corrisponde la parola chiave 512 (0x200), a -350 mV corrisponde 64 (0x40) il fondo scala) e a +350 mV corrisponde 960 (0x3C0). Si noti che la scala dei segnali di luminanza e crominanza non è identica. Il minimo e il massimo di queste forcel-

Due compensatori di attenuazione per estendere la lunghezza dei cavi per segnali 3G SDI.

le di valori rappresentano i limiti di segnale auspicati, nonostante il video attivo possa essere al di fuori di esse (assumendo, però, che le parole riservate 0-3 e 1020-1023 non siano mai utilizzate per il video attivo). In aggiunta, i corrispondenti segnali analogici possono avere escursioni al di fuori di questa gamma.

Cancellazioni verticali e orizzontali Per le porzioni delle cancellazioni verticale e orizzontale che non sono usate per i dati ausiliari, è raccomandato che ai campioni di luminanza sia assegnato il valore 64 (0x40) e a quelli di crominanza 512 (0x200), che corrispondono entrambi a 0 mV. È ammessa la codifica di informazioni sull'intervallo verticale analogico (come il timecode sull'intervallo verticale, o VITC, oppure segnali di test, o VITS) senza che l'interfaccia abbia problemi, ma questo utilizzo non è standard (e i dati ausiliari dovrebbero essere comunque il modo preferito per trasmettere i metadati). La conversione di sincroni-

smi e segnali di burst analogici in digitale, tuttavia, non è raccomanda, e neppure necessaria sull'interfaccia digitale.

Colorimetria Dal momento che gli spazi colore YPbPr e YCbCr derivano entrambi dallo spazio RGB, è necessario un mezzo di conversione. Esistono tre colorimetrie normalmente usate per il video digitale: - Applicazioni SD e ED usano una matrice specificata dallo standard CCIR 601. - La maggior parte delle applicazioni HD, dual link e 3Gb usano una matrice differente, specificata come CCIR 709. - Gli standard HD a 1035 linee secondo la specifica SMPTE 260M (impiegati principalmente in Giappone e considerati ormai obsoleti) usavano una matrice colorimetrica specificata come SMPTE 240M. Si tratta di una matrice raramente usata oggi, in quanti i formati a 1035 linee sono stati soppiantati da quelli a 1080 linee.

Dati di formato del segnale di diversi standard SDI.

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Un convertitore da SDI a HDMI della Roland.

Altre codifiche colori Le interfacce dual-link e 3 Gbit/s supportano l'uso di altri schema di codifica colore oltre al 4:2:2 YCbCr: - 4:2:2 e 4:4:4 YCbCr, con un canale alfa opzionale, usato per chiavi, o un canale dati (per contenuti non video) - 4:4:4 RGB, con un canale alfa o dati opzionale - 4:2:2 YCbCr, 4:4:4 YCbCr, e 4:4:4 RGB, con 12 bit di informazione colore per campione al posto di 10. L'interfaccia in sé è sempre a 10 bit, i due bit per canale extra sono trasportati dal secondo link come multiplex. Se viene usata una codifica RGB, i tre primari sono tutti codificati allo stesso modo del canale Y; un valore di 64 (40 hex) corrisponde a 0 mV, e 940 (3AC hex) corrisponde a 700 mV. Le applicazioni a 12 bit sono scalate come quelle a 10, i due bit aggiuntivi sono considerati LSB.

video interlacciato a 525 linee con una frequenza di campo di 59,95 Hz (29,97 fotogrammi al secondo), e video interlacciato a 625 linee con frequenza di 50 Hz. Questi formati sono ampiamente compatibili rispettivamente con NTSC e PAL, e tali termini sono spesso usati per riferirsi (incorretta-

Formati video supportati Le varie versioni dell'interfaccia digitale seriale supportano numerosi formati video. - L'interfaccia a 270 Mb/s supporta

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Uno splitter video in formato SDI.

mente) ad essi. (Non va dimenticato che NTSC e PAL sono schemi di codifica colore su video composito, e la SDI, al di là degli obsoleti formati a 143 e 177 Mb/s, è un'interfaccia a componenti). - L'interfaccia a 360 Mb/s supporta schermi panoramici a 525 e 625 linee. Se si usa la codifica 4:2:0, può anche supportare il 525p. - Le varie interfacce a 540 Mb/s supportano i formati 525p e 625p. - L'interfaccia nominale a 1.5Gb/s supporta molti la maggior parte dei formati ad alta definizione, inclusi: - 1080i60, - 1080i59,94, - 1080i50, - 1080p30, - 1080p29.97, - 1080p25, - 1080p24, - 1080p23,98, - 720p60, - 720p59.94, - 720p50, - diversi formati 1035i (uno standard giapponese obsoleto), - standard 720p a banda dimezzata, 11 come 720p24 (utilizzato in qualche conversione cinematografica, ed inconsueto in quanto ha un numero dispari di campioni per linea), - vari formati 1080psf (scansione progressiva, fotogramma segmentato). I fotogrammi segmentati contengono


T I T O L O video a scansione progressiva suddiviso in due semiquadri segmentati. Questo sistema viene utilizzato per supportare monitor e TV analogici, la maggior parte dei quali non è in grado di agganciarsi a frequenze di quadro basse come 24 e 30 Hz. Inoltre è di un certo impiego per produzioni a scansione progressiva utilizzando apparecchiature che supportano solo i formati interlacciati. - L'interfaccia dual link supporta i formati 1080p60, 1080p59,94 e 1080p50, così come la codifica 4:4:4, maggiore profondità cromatica, codifica RGB, canali alpha e risoluzioni non standard (frequentemente utilizzate nella computer grafica e nella cinematografia digitale). - L'interfaccia 3G supporta gli stessi formati della versione dual link, ma utilizzando un unico cavo.

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Interfacce correlate In aggiunta all'interfaccia qui descritta, ci sono diverse altre interfacce che presentano delle somiglianze, o che sono contenute al suo interno.

SDTI Serial Dta Transport Interface Esiste una specifica espansa chiamata SDTI (Serial Data Transport Interface), che permette a flussi video compressi (per esempio Digital Video, MPEG e altri) di essere trasportati tramite una linea SDI. Questo consente flussi video multipli in un unico cavo, oppure trasmissione video a velocità superiore al tempo reale (2x, 4x, ...). Uno standard correlato, conosciuto come HD-SDTI, fornisce capacità simili su un'interfaccia SMPTE 292M. L'interfaccia SDTI è definita dalle specifiche SMPTE 305M, la HD-SDTI dalle specifiche SMPTE 348M.

SMPTE 349M Lo standard SMPTE 349M: Transport of Alternate Source Image Formats Through SMPTE 292M specifica un metodo per l'incapsulamento di formati video non standard o a basso bitrate all'interno di un'interfaccia HDSDI. Questo standard permette, per esempio, diversi segnali video indipendenti a definizione standard miscelati insieme all'interno di un unico segnale HD-SDI, trasmesso attraverso un unico cavo. Questo standard non si limita alla semplice correzioni delle temporizzazioni SAV e EAV per corrispondere ai formati a più basso bitrate; fornisce al suo posto un mezzo tramite il quale un'intera interfaccia SDI (incluse parole di sincronizzazione, dati ausiliari e video attivo) può essere incapsulata e trasmessa come video attivo convenzionale in un flusso 292M.

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ULTRA HD e 4K ? Forse non siamo così vicini Il parere di Massimo Bertolotti, Head of Innovation and Engineering per SKY Italia Era l'inizio del 2013 quando Sky Tv iniziava ad approcciare la tecnologia del 4K o Ultra HD, affrontando la questione inizialmente in coordinamento con gli altri broadcaster Europei ed in particolare con Sky Deutschland e BskyB al fine di condividere ed indirizzare il tema in modo coerente. Il primo step è stato quello di analizzare in dettaglio i vari aspetti del nuovo formato di tecnologia, dal frame rate piuttosto che la risoluzione, e tutte le altre specifiche tecnologiche; così si è iniziato a lavorare in laboratorio sulle immagini 4K per capire nel dettaglio le caratteristiche, i pregi, i difetti, cosa mancasse, cosa fosse disponibile e via dicendo. Partendo dalle immagini e dalla raccolta delle stesse attraverso le riprese, si è così cercato di analizzare tutti gli elementi della catena dalla produzio-

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ne alla distribuzione ed infine di visualizzazione del nuovo formato. Si è cercato di identificare quali fossero gli aspetti critici e i sistemi che avrebbero dovuto essere aggiornati in un profilo tv esistente e contemporaneamente quali tecnologie fossero già disponibili sul mercato così da permettere questa sperimentazione. Massimo Bertolotti, Head of Innovation and Engineering per SKY Italia si occupa di ricerca applicata e di scenari futuribili, ossia presenti ed applicabili in tempi ragionevoli, sottolinea: “In linea di principio è bene notare che il 4K prevede una quantità di dati molto elevata e che di conseguenza la gran parte delle infrastrutture sul mercato oggi non sono compatibili, quindi si tratta di rifare tutto da capo, in un sistema tv completamente nuovo.”

Step 1 All'inizio dell'anno, attorno a febbraio, marzo, proprio in coincidenza con questa sperimentazione, erano già disponibili delle telecamere derivate e riadattate dal mondo cinematografico (il 4K qui esiste da anni) ed altri sistemi, fra cui i primi display, a cui in breve tempo si sono affiancati dopo la metà dell'anno, elementi come Mixer ed infrastrutture di contribuzione in grado di poter gestire contenuti in 4K per eventi che non siano dei filmati comprati e semplicemente visualizzati. In pratica dovevano essere apparecchiature che permettessero la contribuzione di eventuali immagini riprese in “una location” e trasportate in un altro luogo: per esempio dal “venue” dove si effettuano le riprese, in uno

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Massimo Bertolotti, Head of Innovation and Engineering per SKY Italia

stadio per un evento sportivo, fino allo studio tv, come il centro di produzione di SKY a Milano Santa Giulia e poi, eventualmente, fino ai televisori su cui visualizzare i risultati finali. Bertolotti specifica: “Partendo da queste considerazioni il nostro laboratorio è cresciuto molto e nel frattempo abbiamo cercato di compattare e collegare queste tecnologie “singole” per creare un “ecosistema”, una catena di apparati che potessero dialogare e che potesse visualizzare contenuti in 4K ripresi dal vivo.”

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Sul campo Il primo evento che ha visto in campo un attività di ripresa è datato fine marzo ed era il Ferrari Challenge a Monza dove inizialmente si è andati per riprendere un evento sportivo grazie ad alcune telecamere Sony e subito dopo, attorno a fine aprile, il team ha realizzato le riprese per una partita di calcio. Il passo successivo è stato coordinare una attenta analisi delle riprese effettuate per comprendere davvero bene i risultati e interpretarli. La prima risposta delle analisi è stata che il frame rate è sicuramente un elemento chiave del 4K in quanto i 25 frame per secondo - che erano più banalmente e facilmente supportati dalla catena in HD esistente e da molti sistemi - non erano sufficienti per raggiungere quella qualità delle immagini dal vivo e sportive che si voleva ottenere. Massimo Bertolotti stressa il concetto: “Quindi, se da un lato la risoluzione molto alta porta sicuramente un vantaggio, è altrettanto importante considerare il frame rate per garantire che l'ultra HD possa rappresentare un vero

salto qualitativo giustificabile. Questo concetto è particolarmente evidente nelle riprese di eventi molto spettacolari dal vivo come nello sport, dove c'è tanto movimento, dove non c'è possibilità di effettuare una post produzione successiva o per la velocità stessa degli eventi è impossibile scegliere dei punti di ripresa migliori.

Step 2 La seconda parte del 2013, una volta “in casa” le riprese in ultra HD, è stata dedicata, a come “spostare”, ossia gestire, questo materiale che rappresenta un numero di dati quattro volte maggiore di quelli di un segnale full HD di oggi. Quindi i primi test riguardavano il segnale in uscita dalle telecamere, mentre in questa seconda fase il focus era su come trasportare questi segnali. Dopo diversi test, l'orientamento del team di ricerca è stato quello accolto un po' da tutti gli altri gruppi di ricer-

ca, ossia trasportare quattro segnali sincroni in HD. Così durante l'estate 2013 sono state eseguite varie prove di contribuzione con il supporto di Eutelsat, Globecast, Ericcson e Newtec e ci si è concentrati su quale fosse il metodo migliore per ottenere il “trade off” ottimale sul consumo di banda a disposizione, in proporzione con la qualità e la stabilità nel segnale. L'idea era di poter utilizzare un satellite per contribuzione standard, senza dovere inventare altre soluzioni “anomale”.

Ed ora Bertolotti dice: “La situazione ad oggi è che mancano ancora diverse parti della catena, o della filiera in 4K e comunque non esiste ancora un ecosistema standardizzato sulla scia di quanto invece avviene oggi per l'HD. Così, per l'evento Moto GP di Misano Adriatico, svoltosi in contemporanea con l'IBC di Amsterdam, abbiamo messo in opera di nuovo le tecnologie che avevamo già testato sul campo, tre telecamere, un mixer e trasmesso per otto ore al giorno le immagini in arrivo dalle telecamere. Il mezzo mobile a disposizione era di Globecast e come supporto per il trasporto di contribuzione si è impiegato un transponder Eutelsat con sistemi di encoding e decoding della Ericsson, appoggiandosi al comune concetto dei quattro canali in HD per creare il 4K.

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Massimo Bertolotti dichiara: “Siamo verso la fine del 2013 e la nostra conclusione -ad oggi- verso la tecnologia 4K o Ultra HD è molto molto simile a quella che avevamo verso la fine del 2004 verso l'alta definizione: in pratica la tecnologia c'è ma l'intero ecosistema non è ancora pronto.” Si riferisce al fatto che i televisori 4K sono già pronti ad entrare sul mercato (anche a prezzi molto ragionevoli) però questo si rivela un elemento evidentemente necessario ma non sufficiente. Se da un lato il traino potrebbe venire ancora una volta dal mercato come richiesta “dal basso” è innegabile che in questo momento è impossibile pensare che si possano trasmettere contenuti Ultra HD o 4K con la codifica H264, perché al il bit rate necessario sarebbe molto elevato, troppo, sia su satellite sia su cavo.

La quadratura La soluzione potrebbe essere il nuovo codec HEVC o H265. Sono questi, infatti i settori in cui si stanno svolgendo i test e su cui tutti gli occhi sono puntati. Purtroppo questa soluzione denuncia un limite visibile, ossia che

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questo è uno standard ratificato ad inizio 2013 ma ad oggi non sono disponibili ancora gli encoder in tempo reale. Bertolotti conferma: “L'adozione di questo codec consentirebbe di trasmettere contenuti Ultra HD al pubblico con un consumo contenuto di banda, considerato ragionevole, ma siamo ancora ad uno stato iniziale poiché non sono ancora pronti gli encoder live. Inoltre a fine agosto, inizio settembre, è stato standardizzato lo standard l'HDMI 2.0 che è indispensabile per questo formato per un frame rate maggiore di 25 frame per secondo”

4 segnali in HD Anche il discorso di come viene trasferito il segnale in Ultra HD, ossia in modalità quattro segnali HD, è “qualcosa” che viene considerato utile oggi per riuscire a comprendere la trasportabilità del segnale ma è molto difficile che sia il sistema di veicolazione definitivo perché, prima di tutto, moltiplica per N volte i costi, sia di hardware che di capacità. La complessità nella realizzazione di questi collegamenti è elevata, infatti,

tanto per dare un'idea, da una teleca- 15 mera invece di utilizzare un cavo come nell'HD oggi, se ne rendono necessari quattro; e dove le telecamere hanno tecnologie differenti per ogni set si renderebbero necessarie tecnologie diverse, così complicando notevolmente il panorama e inficiando la velocità di una possibile diffusione su massa di questa nuova tecnologia. Quindi, in pratica, l'ecosistema dell'ultra HD non è ancora pronto e questo ricorda molto la situazione dell'HD nel 2004 in cui esistevano già i televisori HD ready dotati di prese DVI, esistevano i primi decoder H264, erano disponibili vari modi per trasportare questo segnale HD ma non esisteva ancora un ecosistema completo. Bertolotti commenta: “In pratica ci vuole ancora del tempo e anche un po' di sforzo da parte di tutti per cercare di trovare un “layer standard” che possa agevolare la crescita e la diffusione di questo ecosistema. La SMPTE non a caso in questo periodo ha proposto un simposio in cui si è parlato della standardizzazione dei formati, decisamente un punto chiave. Il 4K in pratica non deve essere consi-


T I T O L O derato esclusivamente come “pixel più belli o più pixel”, ma avrà un futuro se è una nuova esperienza di visione da proporre all'utente. Infatti proprio il frame rate e la risoluzione molto aumentata potrebbero costituire la grossa novità di linguaggio, magari permettendo di posizionare le telecamere in punti di vista particolari che oggi non sono disponibili con l'HD,magari molto vicini al campo, in posizioni strategiche. Questi punti di vista potrebbero dare una sensazione di presenza e di verosimiglianza notevolissima, di realtà del campo, oppure anche si potrebbero effettuare riprese dall'alto che rappresentano un punto di vista completo dello stadio che oggi non si riesce a proporre. In pratica lo studio di tutti i gruppi di ricerca, come il nostro, tesi all'UHD non è centrato esclusivamente sulla tecnologia, ma soprattutto su come tale tecnologia possa essere sviluppata per dare una nuova esperienza all'utente, in pratica si tratta di una questione di linguaggio più che di 16 mera tecnologia.”

H265 e varie Sky Italia, tramite gli eventi live, è riuscita a proporre una qualità veramente molto buona e stanno venendo effettuati anche parecchi test sull'H265 e HEVC proprio per capire quale potrebbe essere tecnologicamente il giusto compromesso da seguire nelle delivery in questa nuova tecnologia di compressione. Grazie a Thomson sono stati effettuati diversi test in questa direzione e anche durante IBC ad Amsterdam, arrivando a definire che attorno ai 12/14 Mb la qualità è molto buona pur impiegando una banda, grazie all'HEVC, simile all'attuale bit rate dei canali HD. Lo sport è il terreno ideale di questi test e il calcio in particolare si presta per i molti punti di vista e per le problematiche delle luci. Essenzialmente le telecamere hanno quattro uscite parallele in HD che rappresentano il segnale 4K, quindi quattro canali fisici sincronizzati in uscita che vengono trattati assieme. Così avviene in ogni parte della catena,

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quindi quattro ingressi per ogni telecamera entrano nel mixer. Quindi, in pratica, se un canale in HD oggi corrisponde a 3 Gb/s, un segnale 4K peserebbe 12 Gb/s complicando notevolmente il suo trasporto su sistemi tradizionali, che anche su rete IP sono a 10 Gb/s Anche a livello di post produzione televisiva, seppure il 4K è un formato già piuttosto diffuso in ambito cinematografico, è evidente che a livello broadcast un'attività di post produzione nelle strutture tipiche oggi non sarebbe possibile per la enorme mole dei dati da trattare.

Commento all’immagine Il dibattito e la sperimentazione sul 4K o UltraHD in tv sono al centro di queste note. La vera questione pare essere: come la tecnologia può essere sviluppata per dare una nuova esperienza l'utente. “Il 4K in pratica non deve essere considerato esclusivamente come “pixel più belli o più pixel”, ma avrà un futuro se saprà essere una nuova esperienza di visione da proporre all'utente.”

Peter Gabriel in 4K grazie a Sony Le telecamere PMW-F55 sono state scelte per riprendere “Back To Front”, il tour tutto esaurito di Peter Gabriel, con una risoluzione quattro volte superiore rispetto all’HD, segnando un altro momento importante nel processo di adozione della tecnologia 4K.

Sony ha annunciato di aver stretto una collaborazione con Real World, con i produttori Done & Dusted Productions e ERP Productions e con CTV Outside Broadcasts per riprendere il tour di Peter Gabriel Back To Front: So LIVE nello splendore del 4K. Nei due concerti all'O2 sono state utilizzate dieci telecamere PMW-F55 di

Sony per catturare spettacolari immagini live in 4K, dando agli spettatori la sensazione di trovarsi sul palco. La registrazione segna un altro momento importante nel processo di espansione del 4K oltre il mercato cinematografico digitale. Per celebrare il 25° anniversario di So, l'album più volte disco di platino,

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T I T O L O Peter Gabriel ha portato il suo tour "Back To Front: So LIVE’" nel Regno Unito con le due date del 21 e del 22 ottobre 2013 all'O2. In linea con la sua filosofia di offrire prodotti che aiutino a catturare l'intento emotivo dell'artista e consentano agli spettatori di essere al centro dell'azione, Sony ha collaborato con le società di produzione Done & Dusted Productions e ERP Productions, oltre che con la società di servizi CTV, per pianificare e supportare le riprese effettuate dalle dieci telecamere PMW-F55 di Sony. Il workflow completo include la fornitura dei registratori R5 e SR-R1000, oltre che la consulenza tecnica e il supporto per registrare i due concerti. Otto delle popolari telecamere PMWF55 35 mm 4K di Sony sono state utilizzate per riprendere la prima serata del tour, mentre la produzione della seconda serata ha incluso dieci telecamere. La sensibilità eccezionalmente elevata e l'eccellente riproduzione dei colori di F55 hanno consentito di ottenere immagini RAW 4K straordinarie, le prime in questo formato per un concerto su grande scala ripreso da più telecamere. "Sempre più spesso gli eventi live si concentrano sullo spettacolo in generale oltre che sulla musica, per cui i team di produzione e gli artisti cercano continuamente di stabilire nuovi standard visivi e sonori durante le loro performance creative", spiega David Bush, Marketing Director di Sony Europe. "Adottando il 4K e le più recenti tecnologie per le riprese del suo ultimo concerto, Peter Gabriel si dimostra ancora una volta all'avanguardia. Le innovative telecamere PMW-F55 e i registratori R5 garantiscono immagini incredibilmente ricche di dettagli, offrendo ai fan e agli spettatori sia a casa che al cinema un'esperienza 4K straordinaria, che ricrea in modo estremamente realistico l'atmosfera del concerto all'O2. "Da sempre lavoriamo con le tecnologie video più all'avanguardia: l'HD nel 2002/2003, il 3D nel 2010 e ora il 4K", afferma Mike Large, COO di Real World Holdings. "Il massimo coinvolgimento del pubblico durante gli spettacoli musicali e il 4K è la tappa successiva di questo percorso.”

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Clay Paky agli Evening Standard Film

"Il cliente è rimasto stupito da come abbiamo saputo trasformare la sala utilizzando solamente sei Alpha Spot QWO 800 e quattro A.leda Wash K10" ha commentato il direttore di Presentation Rentals, Justin Hammond. "Per la prima vera prova del nuovo stock Clay Paky sapevamo che acquistare da Ambersphere Solutions era la scelta giusta. L'occasione si è presentata con gli Evening Standard Film Awards, ambientati al Film Museum di Londra. Si è trattato di uno spettacolo di alto profilo con un pubblico istruito dal punto di vista della teatralità. Le luci della Clay Paky non hanno deluso!" Dalla propria sede nel sud est di Londra, Presentation Rentals serve un mercato aziendale sempre in espansione ed ha recentemente scelto di investire in maniera significativa nel marchio Clay Paky, come ha spiegato Hammond: "Molti clienti e designer freelance conoscono già bene il marchio Clay Paky e adorano lavorare con i suoi prodotti. Per questo l'unica cosa logica da fare per noi era investire in esso. Il nostro primo acquisto è stato uno stock di Alpha Spot QWO 800, nei colori nero e bianco, e alcuni A.leda Wash K10, anch'essi neri e bianchi. Per il tipo di evento in cui siamo specializzati, il colore di queste unità può giocare un ruolo importante nel look generale del palco.” Ovviamente avere un bell'aspetto è inutile se le prestazioni non sono all'altezza, come non ha mancato di far notare Hammond: "La varietà di possibilità che gli apparecchi Clay Paky offrono a noi e ai nostri clienti è enorme. Il mix

di colori e i gobo degli Alpha Spot QWO 800 non hanno quasi rivali. Proprio per il nostro approccio aziendale, in cui i clienti si aspettano un’ immagine e una sensazione particolari dalla location, essi rappresentano per noi un 17 vero vantaggio. La mappatura pixel del K10 ci permette di creare alcune "delizie per gli occhi" nelle location aziendali in cui non possiamo usare l'effetto nebbia. Non solo, ma le unità possono essere abbinate a qualsiasi altro nostro stock precedente. Il che vuol dire che non ci è rimasto hardware superfluo, e ciò è importante ai fini del budget generale e del controllo dello stock."

E' una percezione diffusa che le luci Clay Paky siano accessibili solo a coloro che hanno direttori di banca generosi, ma Hammond smentisce velocemente questa convinzione: "Raccomanderei questi proiettori a qualsiasi piccola impresa di illuminazione, qualunque sia il suo profilo clienti. Non sono soltanto incredibilmente versatili, il che significa che si adattano a qualsiasi lavoro, ma i loro bassi costi di gestione li rendono una scelta conveniente per una location o un cliente attenti ai consumi. Mettendo insieme il marchio prestigioso di Clay Paky e i servizi di prima qualità che Ambersphere Solutions fornisce in ogni momento e dovunque sia richiesto si ottiene un pacchetto insuperabile. Attualmente stiamo pensando di investire in alcuni Alpha Spot HPE 300 da affiancare a ciò che già abbiamo. Ma probabilmente non ci fermeremo qui."


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RAI sceglie Dalet per i TGR Dalet si è aggiudicata la digitalizzazione di 18 sedi regionali della RAI per l’installazione di sistemi di produzione e messa in onda dei notiziari. L’installazione delle soluzioni Dalet News Pack inizierà nel prossimo autunno con la sede di Campobasso e vedrà coinvolte CVE e Media Power. Lo scopo del progetto è di rendere completamente autonome le sedi regionali per quanto riguarda la produzione e la trasmissione dei notiziari, permettendo comunque ai giornalisti la possibilità di condividere il materiale con le altre sedi e di attingere a un catalogo centralizzato. “La piena, rapida e facile integrazione con il sistema di media asset management RAI (T-Cube/RaiCloud), che sarà installato nei prossimi mesi, è certamente un altro grande vantaggio che ci aspettiamo da questo nuovo contratto strategico con Dalet”, ha detto Ubaldo Toni, responsabile ingegneria 18 Produzione TV della RAI. Dal canto suo, Massimo Berardi, general manager Dalet-Italy , si è dichiarato molto soddisfatto della scelta RAI di adottare la soluzione Dalet News Pack per le sedi regionali. “News Pack è una soluzione che impiega hardware e software preconfigurati che ben si adatta alle esigenze di produzione di notiziari di una media emittente televisiva. Dall’acquisizione, alla produzione e messa in onda, News Pack assicura un flusso di lavoro completo, grazie anche alle sue funzionalità di streaming e all’integrazione con archivi basati su nastri LTO. L’apertura dei sistemi Dalet garantisce inoltre la facile integrazione con sistemi di storage IT e apparecchiature video standard.” In ciascuna sede regionale sarà installato un server Dalet Brio con quattro canali per l’acquisizione di contributi e altrettanti per il playout. I server Brio, basati su hardware standard, possono gestire l’acquisizione e la messa in onda di video SD e HD in diversi formati, P2 e XDCam compresi. All’atto dell’acquisizione, sono automaticamente create le versioni proxy che possono essere immediatamente uti-

Massimo Berardi, general manager Dalet Italy

lizzate dalle postazioni Dalet e dal web tramite Dalet WebSpace. I giornalisti delle sedi regionali utilizzeranno gli strumenti Dalet per il montaggio dei servizi, la creazione delle scalette e la messa in onda. Un plug-in sviluppato da Dalet permetterà l’integrazione con il sistema iNews della RAI mentre il modulo Dalet Xtend faciliterà lo scambio di materiale e metadata con sistemi di editing di fascia alta.

sari per il trasporto dei segnali, ma anche questo sembra essere superabile. Allo stand della Texas Instruments dell’IBC (11.G41) si può vedere una dimostrazione tecnologica dell’utilizzo di un singolo cavo coassiale per il trasporto di segnali 12G-SDI. La dimostrazione utilizza i reclocker 12G UHD SDI della TI, basati sui chip FPGA Stratix V GX della Altera, che sono in grado di gestire segnali video in formato 4K fino a 60 fps. Gli FPGA (Field Programmable Gate Arrays) della Altera (stand 10.A10) possono trovare impiego in diversi settori, dalla compressione del video con il metodo HEVC/H.265 al downscaling di segnali in 4K o upscaling di HD a 4K. Un’altra interessante soluzione proposta da Altera all’IBC è l’utilizzo di connessioni 3G-SDI per il trasporto di segnali 4K compressi con il metodo TICO della IntoPix (stand 10.D31g), caratterizzato da una qualità definita “visually lossless” e da un tempo di latenza estremamente ridotto (anche pochi microsecondi), un’altra novità assoluta dell’IBC. Sempre Altera propone anche una soluzione conforme con lo standard SMPTE 2022 per il trasporto di segnali video HD non compressi su reti 10G Ethernet o compressi in JPEG2000 su reti Gigabit Ethernet.

Due nuovi camcorder Altera e Texas Instruments compatti Sony in formato 4K La casa giapponese ha scelto l’IFA di insieme per il 4K Berlino, la più importante mostra Uno degli ostacoli alla diffusione del formato 4K in campo televisivo è la complessità dei collegamenti neces-

europea dedicata alla consumer electronic, per il lancio del camcorder XDCAM 4K PXW-Z100 e del suo cugino prosumer Handycam FDR-AX1. Il camcorder PXW-Z100 impiega un sensore CMOS Exmor R da 1/2,33” da 16 Megapixel ed è in grado di registrare il video in formato 4K (4.096 x 2.160), QFHD (3.840 x 2.160) o HD a 50 e 60 fps. Come supporto per la registrazione, il camcorder utilizza schede di memoria XQD, capaci di supportare i valori di bitrate di 500-600 Mbps richiesti dal 4K, per le quali sono presenti due slot. Il video è compresso in formato XAVC, lo stesso utilizzato

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dalle telecamere PMW-F55 della serie CineAlta 4K anche con campionamento 4:2:2 a 10 bit in modalità intraframe. L’interfaccia HDMI permette di visualizzare il segnale in 4K su televisori compatibili con questo formato mentre il segnale HD fino a 60p è presente sull’uscita 3G HD-SDI anche durante la registrazione in 4K. L’ottica è uno zoom 20x con focale minima equivalente di 29,5 mm ed è prevista la possibilità di controllo remoto in Wi-Fi per zoom, diaframmi e messa a fuoco, oltre all’avvio e all’arresto delle registrazioni. Le impostazioni per la regolazione della resa cromatica sono simili a quelle offerte dalla PMW-F55. La disponibilità del PXV-Z100 (http://www.sony.it/pro/product/broa dcast-products-camcordersxdcam/pxw-z100/overview) è prevista per il prossimo mese di novembre e il prezzo dovrebbe aggirarsi sui 6.500 euro. Fissato invece a 4.499 euro il prezzo dell’Handycam FDR-AX1 (http://www.sony.it/product/camhigh-definition-on-memory-stick/fdrax1) che condivide gran parte delle caratteristiche e si differenzia principalmente per la limitazione nella registrazione alla risoluzione QFHD con compressione in formato XAVC S (Long GOP) e campionamento 4:2:0.

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L’ecosistema video di LiveU L’azienda leader nella trasmissione di video su reti cellulari lancerà all’IBC il sistema LiveU Connect, una soluzione integrata per la gestione dei contributi video. L’ecosistema LiveU Connect integra tre categorie di prodotto: i dispositivi d’acquisizione e trasmissione del video della stessa LiveU, i server per la ricezione dei contributi e la piattaforma di gestione LiveU Central. Quest’ultima gestisce la distribuzione dei contributi a più postazioni anche geograficamente distanti (LiveU MultiStream), la localizzazione delle unità d’acquisizione e il loro controllo remoto. “Le tecnologie di trasmissione del video su reti cellulari sono uno degli strumenti per l’acquisizione di contributi video più evoluti e largamente utilizzati”, dichiara Samuel

Wasserman, CEO di LiveU. “Dalle App per smartphone fino alle soluzioni multi-modem di fascia alta, la tecnologia LiveU è stata adottata da clienti in tutto il mondo con l’utilizzo di più unità in luoghi differenti. La sfida che affrontiamo con LiveU Connect è di permettere l’integrazione e il controllo di più contributi live in un flusso di lavoro efficiente per i broadcaster per la condivisione dei contenuti fra i centri di produzione e le emittenti affiliate. Gli operatori possono controllare il loro ecosistema LiveU per mezzo di una singola interfaccia intuitiva basata su un browser e integrarlo con i loro sistemi per la produzione di notiziari, migliorando complessivamente la velocità e l’efficienza.” LiveU MultiStream è basato sul robusto protocollo di trasmissione LiveU e permette la distribuzione punto-multipunto di contributi video HD sulla rete Internet pubblica, con una trasmissione in alta qualità garantita fra siti dotati di server LiveU. MultiStream rappresenta il mezzo più conveniente per la distribuzione di contributi senza ricorrere a connessioni in fibra ottica, satel- 19 lite o linee IP dedicate. Grazie al modulo LiveU Matrix, gli operatori della sala controllo possono facilmente monitorare da qualsiasi luogo tutti i contributi live e inviarli alle uscite SDI dei server di acquisizione, alla rete interna o ad altri siti. Il modulo di geolocalizzazione permette poi di stabilire immediatamente la posizione delle unità LiveU garantendo una più rapida risposta per la copertura di eventi imprevisti. Infine, gli operatori autorizzati possono controllare a distanza qualsiasi dispositivo LiveU e tenere sotto controllo la connettività, passando a collegamenti di telefonia satellitare se necessario.


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Le novità di Matrox per l’IBC Debutto europeo per il dispositivo per lo streaming Monarch HD, la scheda Mojito 4K e il multiviewer MicroQuad. Lanciato in occasione dell’ultimo NAB, Monarch HD è un dispositivo compatto e conveniente (799 euro) 20 dotato di ingressi e uscite HDMI che comprime il video in formato H.264 per la distribuzione in streaming e la

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registrazione su schede SD o hard disk collegati alle porte USB. Lo streaming e la registrazione sono simultanei e indipendenti così che è possibile impostare un valore di bitrate ridotto per la distribuzione del video HD in rete, sfruttando la porta Gigabit Ethernet di cui è dotato, e contemporaneamente registrarlo con un bitrate massimo di 30 Mbps in formato MOV o MP4, qualità sufficiente per successive rielaborazioni. Monarch HD supporta i protocolli RTSP e RTMP e può essere controllato e configurato con qualsiasi computer o dispositivo mobile dotato di un browser web. La visualizzazione di video in formato

Canon aggiorna le videocamere della serie Cinema EOS Sensibilità estesa a ben 80.000 ISO e correzione automatica della vignettatura sono solo alcune delle funzionalità che estendono le possibilità creative delle videocamere C100, C300 e C 500 offerte dal prossimo aggiornamento del firmware.

Comune alle tre videocamere saranno anche la selezione della zona dell’ immagine da ingrandire per facilitare la messa a fuoco manuale e la possibilità di bloccare tutte le funzioni, incluso il pulsante Rec, con il selet-

QFHD e 4K, oltre che SD e HD, è invece la funzionalità offerta dalla scheda Matrox Mojito 4K utilizzabile in ambiente Windows e perfettamente compatibile con le ultime versioni dei software Adobe per il video digitale, compreso il software per il color grading SpeedGrade CC. Dotata di quattro uscite 3G-SDI, la scheda supporta la risoluzione massima di 4K (4.096 x 2.160) fino a 60 fps e con campionamento a 10 bit. La presenza dell’ingresso di genlock permette di utilizzare Mojito 4K in centri di produzione; la sua versione OEM, DSX LE3 4K, è stata scelta anche da Vizrt per la versione 4K del Viz Engine che sarà presentata all’IBC. Infine, con il MicroQuad è possibile utilizzare un televisore o monitor con ingresso HDMI per visualizzare quattro segnali video 3G/HD/SD-SDI con relative etichette e VU meter. L’impiego di raffinati algoritmi di filtratura e ridimensionamento a 10 bit permette di ottenere immagini nitide e prive di artefatti. Il MicroQuad può essere controllato per mezzo dei pulsanti di cui è dotato oppure con l’apposita applicazione per l’ambiente Windows.

tore di alimentazione in modalità Lock. Per le C300 e C500 è poi prevista l’ assegnazione della regolazione della sensibilità e del diaframma alle ghiere di controllo presenti sul corpo principale e sull’ impugnatura. Migliora per entrambe anche il controllo remoto in Wi-Fi che supporterà due accessi simultanei, permettendo a un operatore di controllare la ripresa mentre l’ altro inserisce metadati, semplificando così il flusso di lavoro in post-produzione. Riservate alla C500 sono poi alcune funzionMonitoR Magazine 293


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alità particolarmente utili per l’ impiego in campo cinematografico, come la possibilità di ripresa con gli spazi colore DCI-P3+ e Cinema Gamut, che si aggiungono allo standard BT.709 già presente. Sarà inoltre possi-

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bile applicare LUT per BT.709, Wide DR o DCIP3+ alle uscite dei terminali MON. 1/2, estendendo le opzioni di monitoraggio sul set. Sempre con la C500 sarà possibile la ripresa a 120 fps nel nuovo formato RAW

4K1K e bloccare la ventola di raffreddamento durante la registrazione, garantendo così un funzionamento perfettamente silenzioso (in caso di surriscaldamento, la ventola si avvierà comunque automaticamente). Aggiornamento in arrivo anche per la EOS-1D C: possibilità di visualizzare l’ apertura impostata e correzione automatica di aberrazione cromatica e vignettatura con le ottiche Canon EF Cinema. In risposta alle richieste degli utenti, è stato migliorato anche l'ingresso audio che potrà essere impostato per microfono o linea.

Tv, calcio e crisi economica Un ritratto di Gold Tv e della situazione dell'emittenza regionale e nazionale in Italia. Gli uffici di Gold Tv sono alle porte di Roma, con una struttura moderna in zona Settecamini. É un gruppo editoriale con interessi molto articolati nel panorama tv nazionale. Partendo da Gold Tv nel Lazio, hanno creato un'altra società chiamata La 4 Italia, che ha in concessione oggi quattro canali LCN nazionali: il primo è Gold Tv Italia (canale 128), poi La4

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Italia (canale 129) e Italia + (canale 132), infine, di recente, hanno dato vita ad Ok Tv (canale 170). Mentre oggi Gold Tv Italia è visibile su tutto il Paese, "affittando banda" da altre emittenti locali, La4 Italia copre circa l'80% del territorio nazionale, così come Italia +, mentre per quanto riguarda OK TV è in fase di costruzione.

Al contrario le emittenti regionali affiliate come Gold Tv (canale 17), Lazio Tv (canale 12) e Silver Tv (canale 71) in questo momento arrancano dal punto di vista economico. Come molti settori, anche quello televisivo vive una stagione poco positiva. Una delle trasmissioni di successo in onda era basata sul calcio, con Pippo Franco e Luciano Moggi, intitolata "Ieri, Moggi e domani" che ha dato

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tante soddisfazioni. Le uniche vere difficoltà sono stati i diritti della Lega Calcio, che sono costosissimi. Inoltre gli higthlight delle partite possono essere trasmessi solo dopo un certo orario e solo a certe condizioni. Quest'anno Gold TV vuole riproporre la trasmissione, perché il programma 22 è piaciuto e sono entrati nuovi sponsor. E anche perchè alla fine la ricetta del programma è ben definita: parlare di calcio con personaggi competenti che sanno cosa dicono. Il problema grosso è relativo ai diritti e a quello che la Lega consente di realizzare ad alcuni canali tv e non consente ad altri. Poi il problema è dell'accessibilità negata allo stadio infatti

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non è più possibile portare telecamere all'interno dello stadio (ci vanno solo i service autorizzati) e questo è molto penalizzante per l'emittenza locale o regionale. Per anni è stato realizzato il programma tv 'Studio Stadio' dallo Stadio Olimpico di Roma, ma oggi inserire questo tipo di prodotto in una trasmissione con personaggi televisivi nazionali, è molto più difficile. Una troupe televisiva di una rete regionale come Gold TV andando a Trigoria, dove si allena la Roma, deve aspettare il proprio turno poiché le prime domande sono di Sky, di Mediaset e della Rai; e solo allora l'emittenza locale può “entrare in

gioco”. A Formello, dove si allena la Lazio, è anche peggio. E pensare che l'emittenza locale italiana è economicamente importante infatti, per fare un esempio, le società qui coinvolte sono Gold Tv e la originaria Tele Monte Giove che contano più di ottanta dipendenti. Circa venti persone lavorano poi per La4 Italia sul nazionale. Una realtà attiva da 35 anni, unica nel Lazio che ha una sede romana con quattro studi, tre regie e una messa in onda e veicola in questo momento trenta canali. E poi una sede o Latina, una sede storica a Terracina, una sede a Formia, una a Frosinone e una a Cassino. Grande attenzione viene posta all'informazione e lo sport. Con una ragnatela sul territorio che permette di informare in modo diretto, stando vicini alla gente, anche con una postazione strategica, vicino allo stadio. Ed è così su tutto il territorio. E intanto le emittenti storiche nel Lazio chiudono e il sistema televisivo non è più in grado di proteggerebbe i piccoli broadcaster regionali. In Italia, le Tv locali oggi hanno oltre 10.000 addetti, quindi tanti posti di lavoro, e se ne potrebbero creare di più se solo il Governo guidato da Letta si dedicasse a tutte queste realtà. Invece molti investitori stranieri non vengono in Italia proprio perché le nostre leggi non danno certezza.

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DocLab, Panasonic e Videoelettronic insieme per il Leone d’Oro Il film di Gianfranco Rosi “Sacro Gra”, vincitore della 70a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, è stato realizzato con camcorder Panasonic AG-AF101 Nel 2009 la DocLab Productions, nella persona di Marco Visalberghi, ha offerto a Gianfranco Rosi la regia del documentario “Sacro Gra”, un progetto che stava sviluppando da tempo con Carole Solive e Lizi Gelber de La Famme Endormie di Parigi. Per il regista si è trattato della prima offerta di lavorare su un’idea altrui. Sono bastati alcuni giorni di riflessione, tuttavia, perchè la curiosità di affrontare una nuova sfida avesse il sopravvento. Gianfranco Rosi ha iniziato subito a prendere confidenza con “l’anello di asfalto” del Raccordo Anulare di Roma e con le mille storie che lo percorrono e lo attraversano. “Rosi è un regista molto particolare – riferisce il produttore Marco Visalberghi - un regista che sa stabilire con i protagonisti dei suoi documentari un rapporto di una intimità totale,

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capace di mettere a nudo gli aspetti più segreti e personali come se la telecamera non esistesse. Per ottenere questi risultati Gianfranco passa intere giornate da solo con i suoi protagonisti senza girare nulla stabilendo con loro un rapporto personale di amicizia e, solo quando ritiene che sia arrivato

il momento giusto, tira fuori la telecamera e comincia a filmare. Per questo film c’era necessità di una telecamera piccola e maneggevole, facile da usare da una sola persona, ma che, al tempo stesso, garantisse una resa di tipo cinematografico. Una delle esigenze principali era che avesse una

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T I T O L O buona resa anche in condizioni di luce molto critiche. Accendere una luce avrebbe voluto dire rompere un incantesimo costruito con pazienza e giorni di attesa. Per Rosi più che per qualunque altro regista, la scelta delle attrezzature adatte significava fare la differenza tra il successo e il fallimento dell’operazione”. La produzione ha quindi preso in esame tutte le possibili soluzioni presenti sul mercato per costruire un pacchetto che fosse studiato “a bella posta” per l’occasione, dalle lenti alla telecamera, all’audio, finanche al mezzo di trasporto. “Per essere vicino ai suoi personaggi, sia di giorno che di notte, Rosi ha preteso un Camper Westfalia, un mezzo di oltre trent’anni, che la produzione ha fatto arrivare dal Nord della Germania. Per gli oltre tre anni delle riprese il veicolo ha svolto il ruolo di mezzo di trasporto, magazzino delle attrezzature, cucina per pasti improvvi-

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Il produttore

Panasonic System Communications Company Europe (PSCEU):

Divisione B2B globale di Panasonic, nata con l’ obiettivo di migliorare la vita lavorativa dei professionisti e aiutare l’ efficienza e le prestazioni delle loro aziende attraverso soluzioni all’ avanguardia in diversi mercati. Panasonic è attiva sui mercati broadcast attraverso la Divisione Professional Camera Solutions che fornisce sistemi audio-video professionali, tecnologie e apparecchi video (IMV) affidabili e integrati. Panasonic è tra i due principali fornitori di telecamere professionali in Europa. “Il nostro business è finalizzato all’ eccellenza tecnologica; Panasonic infatti non accetta compromessi sulla qualità dei propri prodotti. I nostri standard di qualità in fase di produzione sono impeccabili, sia nel caso di prodotti interamente fabbricati da Panasonic, sia per i componenti realizzati dai nostri partner. Inoltre, ogni anno reinvestiamo il 6% dei profitti mondiali totali nell’ attività di ricerca e sviluppo, per garantire un’ innovazione costante in grado di adeguarsi alla continua evoluzione delle esigenze aziendali”. Dichiara Salvatore Palillo – PSCEU Country Manager Italia. Nella foto da sinistra: Alberto Simonetti (Videoelettronic), Salvatore Palillo (Panasonic), Fabio Farina (Panasonic), Enrico Marini (Videoelttronic)

Il fornitore e consulente di progetto Videoelettronic s.r.l.

Società con sede a Roma, opera a livello nazionale e internazionale come fornitore e distributore specializzato di soluzioni all’ avanguardia per il Broadcast Audio/Video professionale, la Domotica e la Sicurezza. Fondata nel 1993 l’ Azienda ha maturato negli anni una profonda esperienza nel campo delle soluzioni per la produzione e post produzione cinematografica e televisiva fornendo consulenza ad ampio spettro e suggerendo le soluzioni per un corretto work-flow. Dichiara Alberto Simonetti, Sales Manager e cotitolare: “Un’ abile direzione tecnica, una squadra di specialisti, una partnership commerciale con i brand che possiedono le tecnologie più avanzate, sono gli elementi per concretizzare pienamente ogni progetto soddisfacendo le aspettative dei nostri partner e clienti. Poiché il “Cliente” è nostro partner e insieme scegliamo le soluzioni più idonee coniugando le migliori tecnologie al budget disponibile, per questo abbiamo scelto come slogan ‘ Videoelettronic: Your Audiovisual Partner’ . L’ esperienza del nostro team ed il continuo aggiornamento tecnologico sono gli elementi di pregio dell’ azienda”

sati, branda dove dormire, nascondiglio per gli appostamenti, oltre che camera-car” ha aggiunto Visalberghi. La scelta più difficile restava comunque quella della cinepresa. Il documentario precedente era stato realiz-

zato diversi anni addietro da Rosi con una DV Cam Panasonic 100. Quando è partito il progetto “Sacro Gra”, l’obiettivo primario della produzione era fornire un “sapore cinematografico” e non televisivo al prodotto finale.

Gianfranco Rosi e Nicolò Bassetti durante le riprese del Sacro GRA

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T I T O L O Soluzioni utilizzate La Doclab ha contattato quindi la Videoelettronic affidando ad Alberto Simonetti l’analisi delle tecnologie e delle soluzioni e la scelta è caduta su due camcorder Panasonic AG AF101, completi di obiettivi. Spiega Alberto Simonetti: “Abbiamo fornito una sorta di breve corso pratico al regista per prepararlo all’utilizzo dei camcorder Panasonic, affinché potesse essere libero di gestire anche tecnicamente le riprese in modo indipendente. Gianfranco Rosi è infatti solito “fare tutto da solo”, mi spiego meglio: il maestro non si avvale di una troupe nel senso tradizionale del termine, ma ama agire come un vero e proprio ‘One Man Band’ e da qui l’esigenza di renderlo totalmente ‘padrone’ del mezzo. Imparò velocemente, anche grazie alle caratteristiche della AG AF101”. Aggiunge: “Dal punto di vista tecnico la telecamera si è dimostrata essere un prodotto dall’ottimo rapporto qualità prezzo. Basti pensare che molte 26 telecamere dello stesso modello vengono normalmente scelte per la produzione di fiction in molti Paesi (Germania, Francia, ad esempio) perché si rivela una camera estremamente versatile, molto economica ma con una qualità risolutiva molto efficace”.

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La produzione cinematografica Doclab Productions

Società specializzata nella produzione di documentari storici, scientifici e naturalistici per il mercato televisivo nazionale ed internazionale.?Fondata nel 1999 dal regista e produttore Marco Visalberghi, ha costruito una solida rete di rapporti con i maggiori broadcaster italiani e con le migliori emittenti internazionali.?DocLab cerca di elaborare strategie di produzione innovative per tenere il passo con le sfide sempre più impegnative del mercato internazionale. Il titolare Marco Visalberghi spiega: “Nel corso degli anni, la società è riuscita a raggiungere standard qualitativi elevati, grazie ad un coinvolgimento di figure professionali di grande competenza e creatività, una lunga esperienza nel campo e l’ esplorazione delle nuove tecnologie, come la computer grafica e l’ Alta Definizione”.

Da sempre impegnato nel sostegno e nella promozione del documentario italiano, Visalberghi ha iniziato a prediligere le soluzioni Panasonic dal lontano 2002, anno in cui fu pioniere in Europa nella produzione del primo documentario in Alta Definizione. Nel film, intitolato “Venezia, una città che affonda” realizzato con una Varicam Panasonic, Visalberghi riuscì ad ottenere effetti e risultati qualitativi straordinari e molto apprezzati nel settore, a livello mondiale.

Per quanto riguarda le specifiche tecniche che hanno portato a scegliere le AG AF101, è emersa principalmente l’opportunità che questi camcorder offrono di montare ottiche cinematografiche, oltre che fotografiche. Questo garantisce al regista il pregio di una buonissima qualità di ripresa e di una profondità di campo molto stretta, il che significa un ‘look’ cinematografico che di solito è appannaggio delle macchine da presa 35MM o delle macchine fotografiche full frame. “Rosi spesso ha utilizzato questa tecnica di mettere in evidenza il soggetto

e di sfocare lo sfondo. Egli gioca spesso nel suo documentario con i ‘fuori fuoco’ proprio per realizzare composizioni di luci ed ombre particolarmente suggestive. Inoltre, all’interno delIa gamma di curve colorimetriche che Panasonic ha inserito nelle sue telecamere, alcune si sono dimostrate indispensabili al raggiungimento della resa finale, molto simile appunto alla colorimetria di impronta cinematografica” – ha aggiunto Simonetti della Videoelettronic.

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Benefici e conclusioni Ci ha raccontato Simonetti di Videoelettronic: “In realtà ebbi qualche perplessità quando Visalberghi mi parlò del soggetto del film perché mi sembrava ‘atipico’ il fatto di prevedere per il Grande Raccordo Anulare un interesse cinematografico, ma ho dovuto ricredermi, visto il risultato a tutti noto, e ritengo che, in parte, il successo possa essere attribuito alle scelte di produzione, a fianco di quelle stilistiche e artistiche del regista. In generale le tecnologie Panasonic

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legate ai camcorder scelti, hanno regalato al documentario un’intensità e una colorimetrica davvero molto vicina a quella cinematografica”. Aggiunge Visalberghi di DocLab: “L’esperienza personale fatta nel 2002 con una Varicam e approfondita nel passaggio dalla pellicola al televisivo con l’adozione di tecnologie Panasonic, ha portato noi di DocLab e il nostro mentore e consulente tecnologico Videoelettronic, a prediligere anche per questa importante produzione le soluzioni broadcast a marchio

LIVESAT: veicoli speciali e servizi televisivi

L'azienda italiana chiamata Livesat è gestita dallo stesso e unico proprietario Dario Colombini, fin dalla nascita di circa sette anni fa. Nel giro di pochi anni, il mercato stesso ha imposto drastiche rivisitazioni d'assetto a MonitoR Magazine 293

partire dagli apparati con cui realizzare i programmi tv. Si è infatti rapidamente passati da lavori televisivi realizzati con apparati in definizione standard a produzioni molto più evolute realizzate interamente in HD con

Panasonic. Gli apparati scelti hanno saputo garantire, a costi estremamente contenuti, risultati molto vicini al “sapore” cinematografico, dal punto di vista del linguaggio e della resa”. Conclude Fabio Farina - Technical Product Manager Panasonic: “Negli ultimi anni è sempre più cresciuta la richiesta da parte del mercato di telecamere con sensore di dimensioni maggiori rispetto al 2/3”, per poter meglio separare i piani focali delle immagini e ottenere gli effetti di “fuori fuoco” che sono tipici delle riprese cinematografiche. Per raggiungere questo target, molti produttori si sono orientati sull’utilizzo di macchine fotografiche per fare riprese video. L’AGAF101 è stata progettata come vera e propria telecamera (quindi con tutte le caratteristiche necessarie ad una telecamera) con sensore ”large size” e look colorimetrico tipico del cinema. Anche se è sul mercato da alcuni anni, la AF101 si rivela sempre molto attuale, come hanno potuto verificare sul campo una società ed un regista di prestigio quali appunto la Doclab e Gianfranco Rosi, durante la realizza- 27 zione di questo film, che voleva avere un sapore prevalentemente cinematografico”.

molte telecamere ed evidente necessità di investire molto dal punto di vista economico. Gli investimenti, si sa, che se sono ben fatti ripagano ed infatti oggi La Livesat lavora con molti broadcaster di alto livello come Rai, Sky e Mediaset, in qualità di partner privilegiato, realizzando riprese sui campi sportivi italiani ma anche all'estero. Dario Colombini afferma: "Dato che l'intera produzione -soprattutto nello sport- è richiesta solo in alta definizione, di recente siamo stati costretti a cambiare tutte le nostre attrezzature, compresi i mixer video della For-A e tutte le telecamere Panasonic, Sony e Grass Valley per attrezzarci con l'alta definizione. I lavori coinvolgono i due settori delle news e dello sport e constano in servizi giornalistici “ semplici” realizzati con mezzi mobili di piccole dimensioni dotati di una sola telecamera, oppure si passa a lavori molto più impegnativi in cui scendono in campo altri veicoli di proprietà equipaggiati con un massimo di 4 telecamere. Livesat è in grado di operare anche con


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radio-camere e anche con link satellitari dove necessario.

Vari step

L'esigenza di disporre di mezzi di differenti dimensioni nasce proprio dalla natura del lavoro, infatti la Livesat segue le news dove gli eventi spesso obbligano a muoversi con le telecamere in grandi eventi di pubblico o 28 nelle piccole vie del centro storico. Nello sport invece sono preferiti i mezzi mobili dotati di diverse telecamere con cui cogliere tutta l'azione da differenti punti di vista. Ed ecco nel parco macchine la presenza di quattro mezzi mobili, a partire da un primo “ piccino” e altri di dimensioni medie. Il mono-camera è allestito su meccanica Mercedes Vito per la sua agilità di parcheggio e movimento nelle zone a traffico limitato. Due altri mezzi mobili sono allestiti su meccaniche Mercedes Sprinter da 6,5 e 7,5 m, attrezzati con tre telecamere, mentre il quarto veicolo da 9,40 m è dotato di ben 4 telecamere.

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É evidente che in una partita di serie A dove il capitolato prevede la presenza di 12 telecamere questo discorso decade, ma per esempio dove è necessaria una personalizzazione del programma principale o solo dei servizi filmati, la musica cambia. Tutti i veicoli infatti sono in pratica dotati di tutto quanto è indispensabile per le riprese, anche in slow motion, il missaggio, la post produzione, la titolazione grafica e anche la messa in onda via rete o satellite. Tutti i mezzi mobili in oggetto sono spesso utilizzati per effettuare riprese in esterni, e oltre alla troupe tecnica a bordo c'è sempre un giornalista, inviato direttamente dal committente (SKY, RAI, Mediaset) che si occupa dell'evento. I mezzi mobili sono dotati di tre/quattro telecamere Sony, Panasonic, Grass Valley, tutte in HD.

Lo sport è la vera specialità di questi mezzi che spesso sono impegnati in contemporanea su diversi fronti in località differenti, come le partite di calcio della Serie A e B, e su per settimana per le partite della UEFA League o Champions League all'estero. Senza tema di sbagliare potremmo dire che Livesat si è specializzata negli anni soprattutto nelle cosiddette “ personalizzazioni” o integrazioni, ossia quelle “ aggiunte” al feed ufficiale, per esempio di una partita di calcio, che ogni broadcaster richiede appunto per personalizzare le proprie trasmissioni. Tutti i mezzi mobili di Livesat sono immatricolati sotto ai 35 q in modo di garantirne la mobilità assoluta di domenica e anche all'estero, mentre gli altri veicoli da 45q sono bloccati. Da notare anche che tali mezzi sono interamente stati costruiti in azienda, in contro tendenza rispetto quanto avviene di solito, dove ci si affida ad altre aziende esterne specializzate. Questo è dovuto al fatto che Livesat vanta 20 anni di specializzazione nell'integrazione broadcast e nel service sui prodotti, quindi possiede un know how notevole e anche alla luce del fatto che esiste una interconnessione con altre due società dello stesso Colombini sempre in settori utili e adiacenti come l'installazione antenne, impianti tv, apparati elettrici, di integrazione e certificazione.

La personalizzazione

Le grandi società come Infront sono le detentrici dei diritti di sfruttamento del calcio a livello internazionale e sono loro che decidono a chi appaltare le riprese e la susseguente

Oggi i budget...

In passato le produzioni televisive potevano apprezzare budget piuttosto interessanti, mentre oggi si parla di crisi anche qui ed infatti se ieri la tendenza era di realizzare sul campo riprese spesso spostando anche tre mezzi mobili, uno per la regia uno per il gruppo elettrogeno e uno come bagagliera, oggi la tendenza è a realizzare tutto con un mezzo solo in gradi di fare tutto, ovviamente se l'evento lo consente. MonitoR Magazine 293


T I T O L O distribuzione del segnale televisivo. Qui entrano in gioco importanti aziende che mettono in campo enormi bilici in grado di effettuare riprese con 12 telecamere in HD. Poi entrano comunque in gioco (è il caso di dirlo) aziende più piccole come la Livesat che rendono possibili le integrazioni e le personalizzazioni per quei broadcaster che ne fanno espressa richiesta. In pratica da un lato il segnale internazionale della partita viene personalizzato con le integrazioni richieste da alcuni broadcaster ma spesso anche altri broadcaster che non possono trasmettere le partite (perché non ne hanno acquisiti i diritti) trasmettono comunque servizi dai campi, interviste, etc., molto personali, grazie a un loro inviato e a un mezzo della Livesat. Questo avviene nel pre-partita, e nel post partita, interpellando l'arbitro e i giocatori negli spogliatoi con interventi mirati che in gergo sono chiamati "mini flash" o "Super Flash", o “ Mix” . Tali interviste spesso sono in onda in diretta e altri giornalisti nello studio dell'ente tv interessato possono fare domande live. Una telecamera (reverse) riprende dal lato opposto della panchina degli allenatori e opera con un obiettivo a lunga focale da 78x o 80x, e in contemporanea altre due telecamere (nella configurazione tipica di tre telecamere) sono disposte nel retro-porta. Il giornalista dalla sua posizione di brodo campo presenta il set prima della partita; mentre una seconda dal retro porta è pronta a riprendere l'ingresso in campo dei giocatori e non è raro che questo avvenga anche a 20 minuti prima della partita. Vengono riprese anche preziose fasi di allenamento e tutto concorre allo show. Una volta partiti con la cosiddetta "Pit presentation" (una specie di ripresa iniziale della telecamera a bordo campo che definisce per bene il setup), la seconda telecamera si sposta sul lato opposto, così da poter contare su due telecamere diametralmente collocate in posizione strategica come integrazione della personalizzazione. Anche la grafica gioca un ruolo fondamentale e viene affidata a un'azienda ben determinata che viene ospitata a bordo dell'obvan di Livesat in azione, incaricato dell'evento. A bordo gli apparati per la grafica sono montati e smontati di volta in volta adattandoli alla natura stessa di ciascun evento. www.livesat.tv MonitoR Magazine 293

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Nuove idee per i servizi televisivi ibridi In un periodo così delicato come questo che stiamo vivendo, la ricerca di nuovi metodi per monetizzare è determinante a tutti i livelli. Triveni percorre questa strada esplorando lo stato attuale dell'ambiente “connected tv” analizzando come sviluppare servizi televisivi ibridi per fornire una più coinvolgente esperienza televisiva per gli spettatori. Di spunto, il valore della partnership tra fornitori di contenuti e produttori di dispositivi connected in modo che possano coesistere proficuamente. E certo anche delineare le strategie per implementare nuovi servizi in grado di generare entrate, compresa la pubbli-

cità mirata e i contenuto affiancati non in tempo reale. Guardare la televisione è un'attività drammaticamente in evoluzione che diviene sempre più un'esperienza personalizzata e interattiva grazie i produttori di elettronica di consumo che hanno immesso sul mercato i televiso- 29 ri ibridi. Non a caso il numero di famiglie dotate di TV collegati a internet cresce, ed è importante che le emittenti sappiano sviluppare un business plan efficace per capitalizzare su queste nuove funzionalità. Triveni Digital è certo un'azienda con grande esperienza nei servizi multimediali su IP e le telecomunicazioni.

Le scheda MediorNet MN-GV-2 di Riedel Riedel Communications allo scorso Broadcast Asia2013 ha presentato la scheda MediorNet MN-GV-2. Questa nuova scheda di interfaccia permette l'interconnessione tra le telecamere Grass Valley® 3G - le LDK - e quelle di nuovissima serie di LDX - e le stazioni base attraverso l'infrastruttura in fibra MediorNet. Gli utenti possono far transitare segnali bidirezionali della telecamera, inclusi tutti i dati di controllo, audio e di telemetria, attraverso MediorNet, il che facilita l'assegnazione semplice e libera di qualsiasi telecamera a qualsiasi stazione base o CCU all'interno della rete. Con questa soluzione , gli utenti pos-

sono realizzare una ineguagliabile flessibilità nelle configurazioni del set up delle telecamere ed eliminare la necessità di ricablare quando i requisiti di produzione cambiano. Nuove soluzioni di espansione Rocknet per console State Logic ( SSL ) e console Soundcraft Si Compact. Sempre nella stessa fiera asiatica è stato presentato il firmware di nuova generazione per l'interfaccia RockNet RN.334.MD MADI che rende il mixer SSL parte integrante della rete audio digitale Riedel RockNet digitale, con funzionalità di controllo remoto completo su tutti i guadagni e di guadagno indipendente tipico di RockNet.


T I T O L O Come risultato, molti mixer possono operare con gli stessi preamplificatori microfonici senza influenzarsi l'un l'altro - una funzionalità che semplifica notevolmente i set up di situazioni e registrazioni multiconsole. La nuova scheda RN.344.SI di Riedel consente l'integrazione con qualsiasi console Soundcraft Si Compact, disponendo di 32 ingressi e 32 uscite verso il sistema RockNet. L'interfaccia consente il controllo remoto di qualsiasi preamplificatore microfonico RockNet ed offre anche il vantaggio citato del guadagno indipendente.

Rogers investe su Quantel per un nuovo canale a Montreal L'importante emittente canadese sceglie Enterprise sQ mentre espande la sua rete nazionale in Québec La Rogers Communications ha sottolineato di recente come sQ Quantel Enterprise o sistema di produzione 30 sportivo, sia stato adottato per la nuova rete di Montreal, City Montreal, per servire la regione del Quebec in Canada. Rogers ha ultimato la costruzione di un nuovo Studio e di impianti di produzione nel cuore del centro di Montreal e mandato in onda questa nuova stazione in HD da metà agosto 2013. Al cuore del palinsesto di City Montreal un programma mattutino (Breakfast Television) di news dalle 6 alle 09:00 tutti i giorni feriali, un programma di un'ora di sport, dedicato a sport locali.

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Alla Rogers Broadcast hanno già altri sistemi Enterprise sQ in altre località in tutto il paese, quindi sanno che il flusso di lavoro di Quantel reagisce benissimo anche sotto estreme pressioni. QTube svolge anche un ruolo importante nel flusso di lavoro di produzione, permettendo ai giornalisti e redattori di visualizzare e condividere file multimediali tra tutte le postazioni. Il sistema scelto da Montreal City include 200 ore di archiviazione in HD. Il File ingest è gestito da due applicazioni di carico Sq, programmato e SQ Record e il playout è controllato da sQ Play sempre di Quantel.

Il FTTH Council Europe crede nella proposta per un “Digitale come mercato unico”: si dovrebbe fare di più per promuovere la fibra negli investimenti domestici Il FTTH Council Europe ritiene che la Commissione europea abbia perso l'occasione di creare una politica più concentrata sulla fibra ottica nella sua

proposta di un mercato unico digitale, e continui ad ignorare le questioni chiave: ci sono troppo pochi investimenti sulla FTTH (fibre to the home) e la proposta non delinea una visione completa di come l'industria possa accelerare gli investimenti a beneficio dell'economia generale. Hartwig Tauber, direttore generale del Consiglio FTTH Europa ha dichiarato: "La Commissione ha reso evidente la lenta diffusione della tecnologia LTE e ha cercato di individuare le aree dove favorire e accelerare il wireless di prossima generazione; il Consiglio FTTH si sarebbe aspettato che la fibra ricevesse una attenzione almeno simile. La mancanza di implementazione dell'LTE può essere anche legata alla mancanza di investimenti a sostegno della fibra, ma la Commissione si rifiuta di dare priorità agli investimenti sulla fibra domestica per motivi di neutralità tecnologica. Il risultato è che le politiche di regolamentazione promuovono efficacemente gli aggiornamenti delle comunicazioni su rame che non possono supportare i requisiti di capacità degli utenti fissi o mobili. Nel futuro l'LTE avrà bisogno di appoggiarsi a una solida rete in fibra per fornire servizi di backhaul; nelle aree urbane questo significa fibra ottica fino in casa, o almeno fibra fino agli edifici. Come notato da un recente rapporto dell'OCSE, lo svilup-

The Daily MonitoR Ogni giorno il quotidiano del broadcast in italiano inglese, spagnolo. www.dailymonitor.net MonitoR Magazine 293


T I T O L O po wireless ha bisogno di un corrispondente sviluppo della fibra. É evidente che le due linee di sviluppo in una visione globale devono essere più coerenti." E poi ha aggiunto: "Abbiamo bisogno di una maggiore enfasi sulle reti in fibra a prova di futuro e dobbiamo favorire nuovi modelli di finanziamento. Credo che la mancata adozione di una corretta consultazione pubblica possa aver portato a qualche grave mancanza politica." Il FTTH Council Europe ha stimato che investimenti nell'ordine di €200 miliardi sarebbero necessari per fornire l'FTTH in tutta l'Unione europea e contemporaneamente realizzare gli obiettivi dell'Agenda digitale, compreso il requisito che la metà delle famiglie dovrebbe avere abbonamenti alla banda larga ultraveloci (oltre 100 Mbps). Il Consiglio ha inoltre pubblicato un documento di posizione osservando che i nuovi investimenti al di fuori del settore delle telecomunicazioni dovranno essere incoraggiati e facilitati da una grande riforma che regolamenti se l'Europa vuole essere portata a una distribuzione su rete adeguata alla fornitura di servizi ad alta velocità. Questo è un settore che sembra essere del tutto assente dalle ultime proposte politiche della Commissione. Alcuni aspetti delle proposte, come quelle intorno alla trasparenza sono benvenute e il Consiglio FTTH Europa ha cercato costantemente di proporre la migliore informazione ai consumatori per quanto riguarda i parametri di servizio. "Se i consumatori pensano di ricevere servizi alla velocità della fibra ma questo non succede, allora non si rendono conto di cosa si perdono: questo aspetto della proposta aiuterà i consu-

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matori a fare scelte più informate", ha detto Karin Ahl, Presidente della FTTH Council Europe.

DRM : "Il tuo 'Smart ' Radio Solution " ad IBC 2013 Il Consorzio DRM ha avuto una forte presenza all’IBC di Amsterdam. Quest'anno il Consorzio DRM è stato partner dell'European Broadcasting Union ( EBU) nel favorire l'adozione dello standard Digital Radio. Il Presidente del Comitato Tecnico DRM e il Presidente del Consorzio alla fiera di Amsterdam hanno trasmesso un aggiornamento sugli ultimi sviluppi del DRM e presso lo stand i visitatori hanno potuto vedere e sentire la tecnologia DRM in azione. Tre eventi hanno permesso di toccare con mano gli ultimi dettagli tecnici e pratici dei vantaggi DRM e incontrare i migliori specialisti e rappresentanti del consorzio. L'idea di fondo era spiegare ai protagonisti e al

pubblico convinto che il DRM è davvero una soluzione molto smart radio per tutti. Ricordiamo che il Digital Radio Mondiale ™ (DRM) è il sistema di trasmissione universale, apertamente standardizzato al digitale per tutte le frequenze di trasmissione. Lo standard DRM si compone di due grandi configurazioni: 'DRM30' destinato alle trasmissioni su onde corte medie e lunghe fino a 30 MHz in grado di fornire ampie aree di coper- 31 tura e bassi consumi di potenza. La configurazione per le bande VHF superiori a 30 MHz si chiama 'DRM +', ed è pensato su misura per la copertura locale di trasmissioni controllate da broadcaster. Tutte le configurazioni DRM condividono la stessa codifica audio, dati e servizi multimediali, servizi di linking, multiplexing e schemi di propagazione. Il DRM fornisce un suono di alta qualità in combinazione con una ricchezza di funzioni avanzate: Surround, informazioni di testo Journaline, Slideshow, EPG, e servizi dati. www.drm.org

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