Mondo agricolo n.9

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OGM: LA SCIENZA FA PAURA? • EMBARGO RUSSO • ROAD SHOW ANGA • ALIMENTAZIONE COMPUTERIZZATA PER BOVINI • L’IMPEGNO DI ROTA GUIDO • MILK VALLEY AFRICANA • EXTRAVERGINE 916 • CITTÀ DELLO ZECCHINO • POTENTI MIETITREBBIE


PORTIAMO NEL FUTURO LA FORZA DEL PASSATO

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Passione, esperienza, innovazione e tradizione: le solide qualità degli agricoltori italiani sono le stesse di Siapa, partner privilegiato dei Consorzi Agrari dal 1948 e sostegno essenziale per affrontare le nuove side del mercato globale. Oggi Siapa, dopo oltre 65 anni, continua ad essere un prezioso punto di riferimento per i Consorzi Agrari, con un supporto tecnico all’avanguardia, grazie all’ampiezza e alla speciicità del catalogo prodotti, per colture sempre più protette e produttive.

Alle radici del futuro


L’ E D I T O R I A L E

Un autunno importante

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o scenario politico-economico continua purtroppo a non essere incoraggiante. Ci troviamo ad affrontare una fase che gli economisti chiamano di “deflazione”, caratterizzata da un abbassamento dei prezzi dovuto alla scarsa domanda (sia nel mercato interno che in quelli esteri, come quello russo, inaccessibile in questo momento ai prodotti UE). Questo orizzonte, proprio perché così poco roseo, richiede di agire con determinazione ed incisività maggiori, a tutti i livelli, a partire dall'azione legislativa. Tanti i fronti aperti sul tavolo delle riforme che - in maggiore o minore misura incideranno sulla ripresa: la riforma del lavoro, un tassello importantissimo (per lavoratori, datori di lavoro e, a livello più macroscopico, per l’intera economia), che tuttavia è già oggetto di accesi scontri tra Governo e sindacati, oltre che all’interno della stessa compagine politica; la riforma della giustizia; le riforme istituzionali, di cui quella del Senato è solo all'inizio del suo iter; la riforma della legge elettorale. Ma anche riforme in ambiti più specifici, come quello fiscale, che sono già in uno stadio più avanzato: quella del catasto o il decreto sulle semplificazioni, ancora non pubblicati in Gazzetta Ufficiale. . Infine le misure previste da #campolibero - di cui si attendono i provvedimenti attuativi - e quelle introdotte dal DL Competitività già convertito in legge, che segnano passi avanti importanti verso la modernizzazione del settore agricolo, accogliendo molte nostre proposte e sollecitazioni. Tutti pezzi dello stesso puzzle, ciascuno con il suo peso sulle sorti del Paese. Si avvicina inoltre il momento cruciale della presentazione della Legge di stabilità, in cui il Governo dovrà peraltro specificare, voce per voce, da dove attingerà le coperture per le spese permanenti (si tratta di una cifra tra i 17 e i 20 miliardi). La manovra rappresenta uno strumento prezioso, che potrebbe aprire concreti spiragli di ripresa. E il Governo dovrà conciliare la strada del rigore con quella delle misure espansive, che determinino un aumento della domanda (come la riduzione del costo del lavoro, l’estensione del bonus per i redditi bassi, ecc.). C'è bisogno di trasparenza, di impegno, e di una strategia efficace che lavori sia sul breve che sul medio-lungo termine. Di questo noi siamo consapevoli e su questo continuiamo a lavorare, perché siano create condizioni di crescita e di sviluppo per le imprese. Ma servono anche coraggio, lungimiranza e, ora più che mai, professionalità e capacità di innovare. E questo è l’approccio che abbiamo adottato da tempo. Nella stagione legislativa che si è appena aperta, saremo dunque presenti con il nostro consueto impegno, ma soprattutto con le nostre proposte, creando – laddove non ci siano le occasioni per portarle avanti e presidiando tutti i tavoli decisivi in relazione alle suddette attività in fieri, affinché non vengano messi freni alla crescita del nostro settore, su cui non si può più tergiversare. Mario Guidi

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SOMMARIO L’EDITORIALE Un autunno importante Mario Guidi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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INCONTRI SOSTENIBILITÀ Al centro delle periferie Gabriella Bechi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26 Che avventura l’agricoltura Barbara Bertuzzi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32 ATTUALITÀ OGM La scienza fa paura? Jordan Nash . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34

Direttore responsabile GABRIELLA BECHI Coordinatore di Redazione GAETANO MENNA Editrice Sepe Presidente DIANA THEODOLI PALLINI Direzione, Redazione e Amministrazione Corso Vittorio Emanuele II, 101 00186 Roma Tel. +39.06.6852329 mondo.agricolo@confagricoltura.it

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SCENARI CONFAGRICOLTURA PLUS Pensare large Roberto Caponi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 Là dove nascono le piantine Gabriella Bechi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 Il polmone verde del litorale laziale Gaetano Menna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14

Testata associata all’USPI

Italia, Euro 30,00 Conto corr. postale n. 33755000 Intestato a: Sepe – Mondo Agricolo, Roma Autorizzazione Tribunale di Roma, n. 1662 del 22/06/1950

ATTUALITÀ MOTORI La raccolta in una nuova dimensione Claudio Pietraforte . . . . . . . . . . . . . . . . . . 47

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Via Monte Rosa, 19 20149 Milano Tel. +39.02.4694949 - 48018114 Fax +39.02.4693172 milano@opsai.com Responsabile Pubblicità e Marketing CLAUDIO PIETRAFORTE

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ATTUALITÀ NETWORK Impulso alle reti “verdi” Maria Cristina D’Arienzo . . . . . . . . . . . . . 36

INCONTRI ZOOTECNIA Appuntamento con il futuro Gaetano Menna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18

Rubriche Mappamondo Latte Kenya . . . . . . . . 42

Vacche “coccolate” Elisabetta Tufarelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20

Organizzazione Clean up . . . . . . . . . 52

Alimentazione computerizzata Claudio Pietraforte . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22

Campi rosa Programma . . . . . . . . . . 58

Multinazionale tascabile Claudio Pietraforte . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24

Anga Road show . . . . . . . . . . . . . . . . 55

Over60 Cupla . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60 Patronato Inps . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62 Agriturist Rete . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64



SCENARI CONFAGRICOLTURA PLUS

Pensare large

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Mille imprese rappresentano un terzo del settore produttivo agricolo e dell’occupazione. Allo studio il “Project” per servizi dedicati alle realtà più grandi, innovative ed influenti di Roberto Caponi Project leader del “Progetto Confagricoltura Plus”

ll'interno del processo di rinnovamento intrapreso dalla Confederazione, un ruolo di rilievo è ricoperto dal progetto Confagricoltura Plus, rivolto alle realtà imprenditoriali che rivestono maggior rilievo nel tessuto produttivo agricolo, sotto il profilo economico, occupazionale, sociale. Il progetto nasce dalla necessità di prestare un'attenzione mirata, in termini di tutela sindacale e di assistenza tecnica specialistica, alle imprese più professionali e competitive che, per stare proficuamente sui mercati europei ed internazionali, affrontano quotidianamente questioni complesse e specifiche. Aziende la cui gestione, oltre a valutazioni interdisciplinari (civilistiche, fiscali, lavoristiche, etc.), richiede sempre nuove competenze specifiche (ad esempio: diritto societario, tutela dei marchi, ricerca scientifica, protezione dei patrimo-

A

Politiche sindacali mirate per realtà di grandi dimensioni ni, valutazione dell’affidabilità creditizia, sostenibilità ambientale, sistemi energetici). Si tratta di un numero relativamente contenuto di imprese, spesso gestite in forma societaria, nelle quali si concentra una quota rilevante del fatturato e dell'occupazione dipendente del settore. Basti pensare che le prime 1.000 imprese agricole italiane per limite dimensionale realizzano quasi 1/3 del volume d’affari complessivo in agricoltura e occupano circa 1/3 dei lavoratori agricoli. E si tratta di imprese associate, in larga parte a Confagricoltura. E' a queste realtà agricole che, con il progetto Plus, la Confederazione si propone di continuare a garantire un contesto associativo ottimale, affinché possano riconoscersi più di-

Extravergine dell’azienda Borgoluce (TV)

stintamente nelle politiche sindacali di Confagricoltura e, al contempo, possano riceverne servizi professionalmente adeguati alla dinamicità che le caratterizza. Confagricoltura infatti, anche in ragione della propria storia, ha sempre avuto una naturale propensione verso le imprese agricole più dinamiche e moderne, con dimensioni e visione economica adatte ad affrontare i mercati nazionali ed internazionali. Per raggiungere tale obiettivo, verrà istituita, a livello nazionale, una struttura specialistica, snella e flessibile che, operando sempre in stretto raccordo con le competenti sedi territoriali, risponda alle specifiche esigenze delle imprese target in termini di tutela sindacale e di SETTEMBRE 2014| MONDO AGRICOLO |7


SCENARI CONFAGRICOLTURA PLUS

fornitura di consulenza, in modo sistematico, strutturato ed organizzato, garantendo adeguati tempi di risposta. Il progetto offrirà alle imprese interessate anche appositi spazi dedicati (e relativi servizi di segreteria) sia presso la sede nazionale che a livello territoriale, per incontri di lavoro, o altre esigenze professionali. Le tutele ed i servizi dedicati saranno riservati alle imprese che aderiranno all'iniziativa, previo rilascio di apposita card. L'iscrizione a Confagricoltura Plus darà accesso ad alcuni servizi di base (area dedicata del sito, partecipazione ad eventi mirati, possibilità di usufruire degli spazi dedicati e dei relativi servizi di segreteria) e consentirà la richiesta di servizi ulteriori (consulenze specialistiche).

La tenuta Col d'Orcia, a Montalcino

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Per l’Organizzazione è una grande sfida rimodulare i servizi Il progetto è ormai in avanzata fase di realizzazione ed è stato illustrato lo scorso 25 giugno alle aziende più rilevanti sotto il profilo occupazionale, in occasione di un confronto sul contratto collettivo nazionale di lavoro per gli operai agricoli (le cui trattative per il rinnovo sono tutt'ora in corso). Le imprese presenti hanno considerato il progetto estremamente interessante e particolarmente stimolante, sotto diversi profili. Le grandi aziende, infatti, sono estremamente dinamiche e rispondono a logiche di tipo imprenditoriale (ed “utilitaristico”), che le portano a valutare l’efficienza delle risposte (anche da parte della propria Organizzazione di rappresen-

tanza) prevalentemente in termini di idoneità a raggiungere lo scopo, e non tanto sulla base di altri elementi come la tradizione, la storia, l’abitudine, i legami personali, e così via. La grande sfida, per il nostro sistema associativo, è proprio questa. Riuscire a interpretare, tutelare e rappresentare le forze propulsive del sistema produttivo agricolo, costituite da quelle realtà imprenditoriali che per dimensione, capacità di innovazione e dinamismo rappresentano il futuro dell’imprenditoria agricola, essendo le uniche in grado di competere sia sui mercati domestici sia su quelli globali. Ma per fare questo, il nostro pensiero, il nostro sistema organizzativo, la nostra azione debbono entrare in maggiore sintonia con i principi che ispirano quelle realtà. Ed il progetto “imprese di maggior rilievo” cerca di andare proprio in questa direzione.


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Là dove nascono le piantine

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Viaggio in un mondo fantastico, dove tecnologia, innovazione e precisione si “innestano” con la natura

di Gabriella Bechi

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laneta non significa solo vino. La società - che con le sue sei cantine distribuite in tutta la Sicilia, è una delle aziende di punta nel panorama enologico italiano - dagli inizi degli anni ’90 è attiva anche nel settore orticolo e in quello del vivaismo. Un’azienda agricola di 90 ettari a Vittoria, in provincia di Ragusa, con otto ettari e mezzo di serre dove si producono pomodori, a grappolo e ciliegini, destinati esclusivamente al mercato inglese. Con una linea di confezionamento che riesce a consegnare 26/28 pallets al giorno e che in due giorni, su camion, arrivano a destinazione. E il centro Seia, leader nella produzione di giovani piante da orto. Diego Planeta, fondatore del gruppo e motore della strategia aziendale, ha rilevato il Centro Seia, in contrada Piombo, in provincia di Ragusa, nel 1994 e stipulato una joint venture con Histhil, società israeliana leader mondiale nella produzione di orticole ed ornamentali, importante partner tecnologico. Nel 1995 la produzione del centro Seia era già diffusa in tutta Italia e in pochi anni aveva raggiunto i più importanti mercati europei, Francia, Svizzera, Olanda e Germania. Nel 1999 la decisione, attraverso importanti investimenti, tra cui la costruzione di 3.500 metri quadrati di serre attrezzate, di specializzarsi nella produzione di piante innestate. Oggi gli ettari sono diventati sette, la produzione annua di 75 milioni di SETTEMBRE 2014| MONDO AGRICOLO |11


SCENARI CONFAGRICOLTURA PLUS

piante, di cui 28 innestate. E al vivaio siciliano, si sono aggiunti quello di Cingoli, il Vivaio del Lago, in provincia di Ancona (1,8 ettari), e due vivai all’estero: Printemps Du Lot a Saint Livrade sur Lot, in Francia, tra Agen e Bordaux (1,5 ettari di serre che producono per il Centro e il Nord Europa) e Adria Hishtil in Bosnia-Hercegovina (1,5 ettari), in posizione strategica per servire l’area balcanica. La visita al Centro Seia è un viaggio in un mondo fantastico, dove tecnologia, innovazione e precisione si “innestano” con la natura. Decine di migliaia di piantine di pomodoro, peperone, melanzana, cetriolo, zucchina, anguria e melone, disposte ordinatamente nelle serre, divise per fasce di età (ed altezza, per un massimo che va dagli 11 ai 18 centimetri), in lotti di produzione media di 5.000 piante ciascuno. Seguiamo incantati la piantina, dalla semina alla nascita, dall’innesto e alla crescita, fino alla vendita. Un ciclo produttivo brevissimo (dai 25 ai 60 giorni a seconda della varietà), che impiega macchinari sofisticatissimi e mani abili di donne. “In azienda – spiega Guido Grasso, nipote di Diego Planeta, amministratore del centro Seia– lavorano nel periodo di massima produzione (che per noi sono dieci mesi) 430 persone, tutte donne, tranne 50 uomini impiegati nel-

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«Il successo di un buon raccolto deriva dalla qualità delle piantine» la logistica. Solo le donne hanno la precisione, la meticolosità e la pazienza per svolgere un lavoro come questo”. Le vediamo, nelle serre che sembrano quasi corsie ospedaliere, con camici che vengono lavati ogni giorno, copricapo e guanti, prendere tra le dita le piccole piantine, incidere lo stelo e praticare l’innesto. Una vera e propria

operazione chirurgica, che deve essere effettuata in un ambiente totalmente sterile. “Il rischio di trasmissione di malattie è elevatissimo – dice Guido Grasso -. E la qualità delle nostre produzioni è legata a doppio filo con la loro sanità. L’azienda é certificata Ue per il processo di produzione e per la sterilità dell’innesto, ottenuti attraverso l’introduzione di tecnologie all’avanguardia anche nei sistemi di fertilizzazione ed irrigazione, completamente automatizzati, e in quelli di riscaldamento e ventilazione delle serre, che sono molto alte per mantenere costante il clima ed evitare picchi di temperature, e che in inverno vengono coperte dalla plastica e in estate da una rete anti insetti”. “Siamo agricoltori e i nostri clienti sono gli agricoltori – continua Grasso -. Il successo di un buon raccolto deriva essenzialmente dalla qualità delle piantine che vengono messe nel terreno. Per questo ci sentiamo di far parte di un processo. Questa è stata da sempre la nostra filosofia aziendale. Qualità che significa anche ricerca e sviluppo, nuove tecnologie, assistenza al cliente, precisione nelle consegne. Il tutto sempre orientato al rispetto dell’ambiente, dei lavoratori, delle collettività che vivono vicino a noi. Come si fa da sempre e con convinzione in tutte le aziende del Gruppo Planeta”.


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SCENARI CONFAGRICOLTURA PLUS

Il polmone verde del litorale laziale

Silvio Salera Ad di Maccarese spa: «Siamo tra i più grandi allevamenti d’Italia. Non solo business, ma anche riserve naturali e l’impegno per la collettività» di Gaetano Menna

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l cartello stradale - che avverte che si sta entrando nell’area “urbana” dell’azienda Maccarese s.p.a. (a Maccarese il comune di Fiumicino) - fa comprendere come sia intensamente correlata l’attività dell’impresa agricola a quella del borgo. «Mi viene da sorridere quando sento parlare di contrapposizione tra città e campagna o anche di città che “aiuta” l’agricoltura. L’esperienza della nostra azienda è esattamente l’opposto, ci facciamo carico di molte problematiche sociali del borgo, di manutenzione, di gestione di servizi per la collettività di cui si dovrebbe far carico l’amministrazione comunale. Per esempio, gestiamo la pulizia e lo sfalcio dei bordi stradali, curiamo la ma-

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nutenzione della piazza centrale del borgo, mettiamo a disposizione il Castello di Maccarese per i matrimoni, per le visite, per l’Unitalsi, per il museo della Bonifica, per la scuola di musica, per le organizzazioni politiche e sindacali, poi forniamo supporto alla squadra di calcio ed a quella di pallavolo, abbiamo trovato anche dei locali per la scuola di pittura. Quando c’è da risolvere un problema la comunità sa che da noi trova porte aperte, attenzione e disponibilità». A parlare è Silvio Salera, amministratore delegato dell’azienda Maccarese, affiancato dal direttore generale Claudio Destro, che ci accoglie presso gli uffici aziendali. «Il fatto che l’azienda Maccarese rappresenti l’attività imprenditoriale più rilevante in loco ed abbia


una così vasta dimensione territoriale spinge inevitabilmente ad impegnarsi per la collettività, anche con un onere finanziario non indifferente». La mucca-scultura posta all’ingresso degli uffici ci fa comprendere quale sia il core business di questa importante realtà agricola alle porte di Roma. Un’azienda nata negli anni Venti per bonificare il comprensorio di Maccarese di oltre 5 mila ettari; poi passata alla gestione dell’Iri; nel 1998, nell'ambito del programma di privatizzazioni avviate dal Governo, venne acquistata da Edizione Holding del Gruppo Benetton, che ne avviò la ristrut-

«I nostri dipendenti sono giovani del luogo motivati e gratificati»

turazione prevedendo un investimento di 40 milioni di euro. Attualmente l'azienda consta di 3.240 ettari pianeggianti contigui e per le sue dimensioni si colloca tra i primi posti in Italia. Le colture praticate in azienda sono: seminativi, foraggi e ortaggi. Al suo interno dispone del più grande allevamento nazionale di vacche da latte, con una mandria di 1.200 capi in lattazione presenti. La stalla produce 35.000 litri di latte al giorno, soddisfacendo il 10% circa del consumo giornaliero dei romani. I dipendenti sono 70 di cui una decina tra amministrativi e tecnici, la quasi totalità con contratto a tempo indeterminato. «Il personale – sottolinea Salera - è composto prevalentemente da giovani del luogo, motivati e gratificati con premi di produzione e la soddisfazione di lavorare in un luogo pulito e rinnovato. Abbiamo anche un rilevante parco macchine per le lavorazioni. Investiamo molto in formazione ed aggiornamento professionale del personale e sulla sicurezza del lavoro». Maccarese alleva anche 1500 vitelloni da ingrasso di cui circa 400 frisoni e 1100 incroci destinati tutti a tre catene della GDO e le cui carni vengono etichettate con il logotipo aziendale. Ha ottenuto da due centri esterni, C.S.Q.A. e Aqroqualità, la certificazione della filiera e del prodotto carne di vitellone “Naturalmente Qualità”. Inoltre, dal 1 Ottobre 2001, il ministero delle Politiche agricole, ha dato l'autorizzazione all'etichettatura delle carni

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SCENARI CONFAGRICOLTURA PLUS

bovine rilasciando il codice univoco IT. Dal 2007 l’azienda dispone pure della certificazione ambientale ISO 14001 rilasciata dal Bureau Veritas, unico allevamento ad averla ottenuta. Negli ultimi quattro anni si sono realizzati due impianti di biogas per la produzione complessiva di 1625 MW. Il primo, entrato in funzione nel 2010, viene alimentato per l’80% da effluenti zootecnici, mentre il secondo da coltivazioni dedicate e per un 20% da sottoprodotti, di cui anche effluenti zootecnici.

Silvio Salera

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L’80% dei foraggi aziendali viene destinato all’alimentazione del bestiame. Ed il restante da materie prime acquistate compreso il mais granella. In azienda si coltivano 800 ettari di mais tutto destinato a silo mais e pastone per le vacche, vitelloni e biogas. Oltre al silo mais vengono coltivati ed im-

Unico allevamento con la certificazione ambientale ISO 14001

piegati in stalla insilato di grano e medica insilata. «Potremmo definirci un’azienda a ciclo chiuso. Produciamo direttamente le materie prime per allevare le mucche e gli effluenti zootecnici vanno ad alimentare l’impianto di biogas di cui però vendiamo l’energia. Le nostre carni vanno a rifornire le macellerie locali e soprattutto la GDO». Da sottolineare poi l’attenzione all’ambiente. Della superficie totale vengono coltivati 2.200 ettari, mentre il rimanente è costituito da macchia mediterranea. «Ci sono, nell’ambito dei nostri territori delle intatte riserve naturali (le Oasi Macchiagrande,Vasche di Maccarese, Foce dell’Arrone) che sono affidate in gestione al WWF e sono fruibili dai cittadini. La coltivazione del terreno viene praticata nel rispetto della normativa vigente del Parco del Litorale Romano, con tutte le restrizioni ivi presenti in termini di trattamenti antiparassitari e fitofarmaci e ci fregiamo, come dicevo, della certificazione ambientale ISO 14001. E’ nel rispetto del territorio che Maccarese persegue i propri obiettivi economici, salvaguardando l’ambiente e la comunità, attuando tutte le azioni necessarie per il conseguimento di obiettivi ambien tali sempre più ambiziosi».


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da allevatore ad allevatore


INCONTRI ZOOTECNIA

Appuntamento con il futuro

di Gaetano Menna

«L

A Cremona la prestigiosa kermesse sulla zootecnia da latte. Piva: «Proiettati verso Expo 2015»

Antonio Piva presidente di CremonaFiere

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Fiera internazionale del bovino da latte è proiettata verso Expo 2015». Ce lo sottolinea il presidente di CremonaFiere Antonio Piva. «Abbiamo previsto – spiega - una pluralità di eventi per focalizzare temi chiave come quelli delle filiere, della sicurezza alimentare, dell’accesso ai mercati esteri, della valorizzazione dei prodotti made in Italy, della sburocratizzazione. Expo sarà un avvenimento fondamentale per tutto l’agroalimentare, ed anche per il settore lattiero-caseario; dobbiamo arrivare preparati all’importante appuntamento». Quest’anno la rassegna sulla bovinicoltura - giunta alla 69° edizione, che si svolge presso il quartiere fieristico di Cremona - i produttori la visiteranno con uno spirito diverso; con la voglia di scoprire le tante novità del settore e di approfondire l’attualità che merita un’attenta riflessione, ma anche con la consapevolezza che è cominciato il conto alla rovescia per l’Esposizione Universale. La Fiera Internazionale del Bovino da Latte è un osservatorio fondamentale sul settore e sull’innovazione; insomma un appuntamento prestigioso che si svolge in un’area vocata a questa attività produttiva. Ogni anno si registrano passi avanti e nuovi record. Basti pen-

sare ai numeri della edizione del 2013: 81.720 visitatori; 400 capi in mostra; 856 marchi internazionali; +7,5% di area espositiva, 79 convegni e 75 realtà (tra ministeri, università, centri di ricerca, associazioni) che hanno collaborato e partecipato; 194 relatori. Insomma una fiera da grandi numeri. Non va dimenticato che la Fiera presenta i migliori campioni di razza italiani ed europei e i più importanti centri di ricerca e selezione del mondo. Basti pensare che nel 2010 ha ospitato a Cremona il “Confronto Europeo di Razza Holstein e Red Holstein”. «In questo contesto – pone in evidenza il


presidente di CremonaFiere - assume sempre maggiore importanza l’area espositiva dedicata al benessere animale, uno dei maggiori fattori di successo per un allevamento». Per quanto riguarda il latte, uno degli appuntamenti clou è l’European Dairy Forum, in programma il 24 ottobre (Sala Stradivari, ore 10), realizzato da CremonaFiere e Libera Associazione Agricoltori Cremonesi (Confagricoltura). La riflessione verterà sulla crescente richiesta di prodotti lattiero caseari dal mercato asiatico e da molti Paesi emergenti, che può rappresentare un’importante occasione di sbocco

“Fiera del Bovino da Latte” osservatorio fondamentale su settore e innovazione per la produzione italiana di qualità. «Il contesto europeo – spiega Piva - deve supportare questo trend definendo una strategia d’azione congiunta che consenta ai produttori di far fronte a questioni complesse e delicate come la volatilità dei prezzi e l’aumento dei costi di produzione». La Fiera Internazionale del Bovino da Latte si svolge in contemporanea con la Rassegna Sui-

nicola di Cremona – Italpig. Grazie a seminari, workshop, dibattiti, forum, gli allevatori possono confrontarsi e aggiornarsi su genetica internazionale, consumatori, credito e tassazione, leggi e regolamenti. Altro appuntamento connesso è quello di Expocasearia, sulla trasformazione, che risponde efficacemente alle esigenze informative circa l’opportunità di sviluppare nuovo reddito attraverso piccoli e medi caseifici aziendali. Non va trascurato che, negli ultimi quindici anni, la quantità di latte trasformato direttamente in azienda è più che raddoppiata. SETTEMBRE 2014| MONDO AGRICOLO |19


INCONTRI ZOOTECNIA

Vacche “coccolate” Francesco Stroppa racconta una storia di impresa familiare agro-zootecnica, a Cremona, che è attenta alla globalizzazione ed alla sostenibilità di Elisabetta Tufarelli

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a provincia cremonese è particolarmente vocata all’allevamento, dove ha raggiunto eccellenza e innovazione, qualità essenziali per reggere la sfida con nuovi ed aggressivi protagonisti europei ed asiatici. A Cascina Biraga, nell’agro di Cremona, incontriamo Francesco Stroppa, consigliere della Federazione che riunisce le imprese familiari di Confagricoltura, che conduce l’azienda agricola insieme alla moglie.“In realtà – spiega – si tratta di due corpi confinanti e indipendenti, ma vengono gestiti come un’unica entità”. Le due imprese, 110 ettari in totale, sono differenziate dal tipo di indirizzo colturale.“La mia, quella più nuova, che è nata una ventina di anni fa, è semina-

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tiva e vi produco mais e foraggere come sorgo e loglietto. E’ mia moglie Enrica quella che viene da generazioni agricole e la sua azienda è dedicata alla parte zootecnica, l’allevamento di vacche da latte”. Il ‘parco’ aziendale conta di 500 capi di bestiame, tutti rigorosamente di razza frisona, quella più diffusa e più produttiva, da cui proviene la maggior parte del latte prodotto in Italia. “Secondo quota dovrei limitarmi a 21.000 quintali di latte – continua il Consigliere di Federimpresa - ma ne produco sempre qualcosa in più, diciamo che mi attesto intorno ai 23.000 annui, così devo ricorrere all’affitto di quote. Come imprenditori, tra liberalizzazione e Pac, stiamo vivendo una situazione a dir poco confusa ed è diventato estremamente difficile fare


progetti”. E’ l’intero settore della zootecnia italiana che, pur essendo un comparto vitale dell’agroalimentare nazionale, sta vivendo una difficile congiuntura. Francesco Stroppa sottolinea la fase di criticità e ricorda tempi, senz’altro migliori, in cui c’erano maggiori certezze.“Per la zootecnia, fino a qualche anno fa - osserva- i prezzi italiani ed europei erano i più elevati al mondo. Ora la competizione si fa sempre più dura. La globalizzazione, per così dire, ci è letteralmente piovuta addosso. Pensi che utilizzo un’ecolettiera in fibra di cocco proveniente dall’India. Sono attento al benessere animale e l’ho scelta anche perché è naturalmente antibatterica, elastica, soffice e previene l’affaticamento di articolazioni e tendini della vacca”. Francesco Stroppa ha 68 anni, sua moglie 65, il figlio, Stefano, è medico ortopedico a Pavia:“Ma pur avendo un altro lavoro – conclude l’imprenditore con fierezza-

la tipologia più comune delle aziende agricole, almeno nelle nostre zone. Ed è forse il modo migliore, se non l’unico, perché le imprese agricole possano resistere attraverso le generazioni. Ho due nipotini ancora piccoli. Tommaso, non rinnega le proprie radici. La nostra 3 anni quando viene qui non riesce a vera forza propulsiva, quella che ci staccarsi dalle vacche, chiama perfino spinge ad andare comunque avanti è mia moglie ‘nonna mucca’! Chissà che proprio di essere un’impresa familiare, sia proprio lui un domani…”.

“La produttività va coniugata al benessere dei capi allevati”

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INCONTRI Z OOTE CNIA

Alimentazione computerizzata

Garantito ad ogni animale un programma personalizzato di somministrazione della razione

ne delle aziende zootecniche sistemi computerizzati, che permettono un'alimentazione personalizzata della vacca da latte. Quindi la possibilità di somministrare a ogni bovina la quantità di alimento che le spetta - in base alla pro-

n

a corretta alimentazione della vacca ha uno stretto legame, sia con la produzione lattifera, sia con lo stato generale di benessere dell’animale. Lo sviluppo dell'elettronica e dell'informatica ha messo a disposizio-

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duzione di latte, e al suo tenore in grasso, all'età e alle condizioni fisiologiche - ha diffuso l'impiego degli autoalimentatori computerizzati. Il sistema è costituito da una centralina computerizzata, da punti di distribuzione di alimenti (concentrati e

SERVIZIO DI MONITORAGGIO DEI FORAGGI

È importante l’iniziativa che Pioneer (DuPont) porta avanti da più di dieci anni. Ha creato, per tutti gli allevatori e i professionisti che gestiscono la razione alimentare, un servizio di monitoraggio foraggi, ovvero un pacchetto completo di analisi in grado di valutare il silomais sotto tutti gli aspetti. Annualmente si effettuano 25 mila analisi con oltre 200 mila determinazioni per i diversi parametri analitici. È possibile così migliorare la formulazione della razione e le rese finali degli animali.


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Grazie al pc è possibile aggiornare le razioni e controllare consumi foraggi) e da collari magnetici per il riconoscimento di ogni singolo animale. L'allevatore stabilisce la quantità di alimento che ogni singola vacca può mangiare nell'arco della giornata; quando la bovina si presenta ad un punto di distribuzione viene identificato e riceve la dose; può fare richieste ad intervalli di tempo prefissati fino a quando ha consumato la quantità stabilita dall'allevatore, dopodiché la macchina rifiuta ulteriori somministrazioni. Tutti i giorni si possono aggiornare le razioni in rapporto ai fabbisogni e si può fare un controllo dei consumi effettivi; ciò permette, ad esempio, di individuare le vacche che non abbiano ingerito la razione prefissata e fare così gli opportuni interventi. Il sistema è estremamente valido, in quanto permette la copertura individuale dei fabbisogni, mentre la somministrazione di piccole quantità per volta di concentrati porta ad un buon andamento delle fermentazioni ruminali. Tale sistema di somministrazione del mangime consente un miglior indice di conversione in latte del concentrato quando questo è erogato con l'autoalimentatore (individualmente) rispetto a quando è somministrato in corsia (al gruppo). Grazie a questa tecnologia l'allevatore ha modo di seguire con maggiore attenzione ciascun capo presente in stalla, programmando con accuratezza l'alimentazione sulla base delle singole curve di lattazione e dei controlli della produzione lattea compiuti periodicamente. Ci sono anche componenti tecnologiche per la rilevazione del peso che oltre che risultare strategica per il monitoring dello stato fisiologico degli animali, è utile nella gestione computerizzata dell’alimentazione. (M. M.)

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IL P R O G E T T O “ G R A N O A R M A N D O ”

La filiera della pasta “made in Italy”

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l sistema agroalimentare in Italia è basato su un modello di sostenibilità e di qualità che da sempre caratterizzano filiere consolidate e apprezzate, anche a livello internazionale, per la tipicità e la qualità dei prodotti e la forte connessione con il territorio. Syngenta vuole aiutare gli agricoltori a continuare ad essere eccellenti produttori, scommettendo su qualità, tutelando l’ambiente e proteggendo conoscenze e tradizioni legate al territorio ma allo stesso tempo puntando su innovazione, tecnologie e pratiche agricole sostenibili che consentano loro di rispondere adeguatamente alle richieste di un mercato sempre più esigente. Nasce così il progetto “Grano Armando”, il contratto di filiera nato dalla collaborazione tra Syngenta, il pastificio De Matteis e la ditta sementiera Coseme con l’obiettivo di produrre pasta di alta qualità 100% grano italiano insieme agli agricoltori del nostro Paese. Gli agricoltori, che aderiscono a questo contratto, seminano specifiche varietà di grano duro selezionate da Coseme e le coltivano secondo il disciplinare sviluppato da Syngenta, usufruendo anche dell’assistenza in campo dei suoi agronomi. La combinazione di questi tre elementi - varietà, protocollo e assistenza – permette di produrre grano duro di alta qualità con rese superiori alla media, assicurando all’agricoltore l’acquisto del proprio raccolto da parte del pastificio DeMatteis a un prezzo garantito superiore a quello di

mercato. “Grano Armando” è una pasta 100% Italiana di altissimo pregio, ad alto contenuto proteico, trafilata al bronzo ed essiccata lentamente. Syngenta, con il progetto Grano Armando, vuole aiutare gli agricoltori ad ottenere maggiori vantaggi migliorando le produzioni di grano duro sia in termini qualitativi, incrementandone il contenuto proteico e l’indice di glutine, che quantitativi, aumentandone le rese del 15%. Inoltre, il progetto prevede una soluzione finanziaria, che garantisce all’agricoltore l’acquisto del proprio raccolto da parte del pastificio De Matteis a un prezzo garantito superiore a quello di mercato. Al momento gli agricoltori che hanno sottoscritto il contratto sono quasi 1.000 per un totale di oltre 11.400 ettari. 9 regioni coinvolte (Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Molise, Puglia, Toscana, Umbria, Marche), 18 le province di provenienza delle aziende, con il primato di Foggia con 6.200 ettari circa. La filiera Grano Armando è diventata così un modello di sviluppo sociale e territoriale che garantisce all’agricoltura del sud e centro Italia un futuro sostenibile. Il Progetto Grano Armando si inserisce nel The Good Growth Plan, il piano lanciato da Syngenta a livello mondiale, costituito da sei impegni da raggiungere entro il 2020, con il proposito di contribuire al radicale cambiamento della produttività agricola mondiale in modo sostenibile.


INCONTRI ZOOTECNIA

Multinazionale tascabile Alberto Rota, ad di “Rota Guido”: «Siamo impegnati a costruire una filiera a basso impatto ambientale. Ci sta a cuore il futuro del territorio da affidare alle nuove generazioni» di Claudio Pietraforte

Alberto Rota

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rapporti di filiera, le interconnessioni settoriali, sono considerate da Confagricoltura fondamentali e decisive per lo sviluppo dell’agricoltura e dell’agroindustria. C’è una “visione comune” delle imprese per fronteggiare la crisi economica, per rafforzarsi e per rilanciare l’export. La Fiera internazionale del Bovino da latte a Cremona pone sotto i riflettori la zootecnia, la sua situazione attuale, i suoi progetti di rinnovamento, in un momento importante di transizione. L’azienda “Rota Guido” non ha bisogno di presentazioni per gli addetti del

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comparto zootecnico; è una società leader nel supportare tecnologicamente le imprese agricole. Un osservatorio importante per comprendere come muta l’agroindustria di pari passo con il primario. Il suo amministratore delegato (e componente della giunta di Confindustria Piacenza) Alberto Rota esprime subito preoccupazioni sull’andamento del settore lattiero-caseario: «Quello che è certo – ci dice – è che altri Paesi, non il nostro, hanno spinto negli ultimi due anni a livello governativo per intensificare la produzione di latte, ora le aziende zootecniche soffrono per i prezzi di mercato». Dottor Rota, quale sviluppo potranno avere nel contesto del fatturato dell’azienda i tre settori merceologici in cui attualmente la sua azienda è leader in Italia: zootecnia, energia ed ambiente? «Il nostro core business è e resterà la zootecnia. Attualmente incide per più del 50% del fatturato, sia in Italia sia all’estero. Il mercato del biogas potrebbe avere un nuovo rilancio se il biometano dovesse prendere piede in modo importante ma, al momento, non sappiamo che cosa succederà dopo la fine degli attuali incentivi, cioè al 31 dicembre 2015. Noi, per fortuna, di impianti di biogas ne stiamo facendo, ma con questa quota di incentivi abbiamo ancora un anno davanti, poi si vedrà. Abbiamo investito parecchio nella direzione dell’abbattimento dei nitrati e siamo certi che questo lavoro ci ripagherà. Credo che la direzione della zootecnia e della agricoltura in


generale, in Europa, debba essere verso una filiera di basso impatto ambientale. Quello che va salvaguardato non è solo il nostro territorio ma anche il territorio di chi verrà. E per fare questo è necessario che si distingua tra chi lavora per costruire un futuro e chi invece “tira a campare”, perché ha sempre fatto così». In occasione dei festeggiamenti per i 50 anni della società, ha dichiarato che mai anteporrebbe la quantità alla qualità; anche se ciò comportasse una contrazione del business? «Non credo che L’Italia sarà mai in grado di essere competitiva con i paesi che oggi sono emergenti, ma che fra 20 anni saranno ben presenti sull’intero pianeta. È una battaglia che non ha senso combattere perché ci sarà sempre un posto dove si può risparmiare di più. In Italia abbiamo la fortuna di avere avuto un marchio, che è il “made in Italy”, che fornisce una garanzia di qualità a prescindere. E noi dobbiamo lavorare perché quel marchio sia ancora riconosciuto e valorizzato. Se perdiamo il valore aggiunto, non solo non facciamo del bene agli altri prodotti del “made in Italy”, ma distruggiamo un valore che i nostri padri hanno impiegato anni a costruire. Per rispondere alla sua domanda, non credo che la qualità genererà mai una riduzione del fatturato». Con l’attuale situazione della politica italiana, pensa sia possibile tagliare un traguardo che non si è mai raggiunto? Credo che tutti ormai abbiamo capito che così non possiamo andare avanti. Non ci possiamo più permettere i privilegi di cui abbiamo avuto diritto fino a poco tempo fa. La qualità della nostra vita sta cambiando, e in fretta, e in peggio, purtroppo. Ci sono troppe eccezioni in questo paese che non ci possiamo più permettere. Nel contempo ognuno di noi non vuole perdere i propri, di privilegi. Secondo me, non c’è alternativa: occorre che tut-

«“Affamati” di nuove tecnologie da applicare al mondo della zootecnia» ti ci rimbocchiamo le maniche e facciamo un passo indietro, perché il paese lo possa fare avanti. I prossimi progetti con l’apertura di sedi in Russia, Cina, ecc. potranno negativamente riflettersi sull’occupazione in Italia? «Assolutamente no. Noi non produciamo prodotti identici in grandissime quantità, il nostro prodotto ha una componente di tecnologia e di progettazione che diventa quasi impossibile essere delocalizzato. Inoltre la parte ingegneristica deve restare sempre all’interno, perché è frutto di un confronto che avviene fra i vari uffici e sarebbe impossibile gestirlo a migliaia di chilometri di distanza».

Il taglio dei contributi recentemente e definitivamente approvato dal Governo al settore delle energie alternative pensa possa recare incertezze per lo sviluppo della nostra agricoltura? «Le ecoenergie, come il biogas e il fotovoltaico, hanno certamente dato una mano importante all’ agricoltura negli ultimi anni, soprattutto hanno permesso di sfruttare al meglio le potenzialità delle aziende. Ma non credo che la riduzione degli incentivi possa limitare la crescita di questo settore. La natura di questo sviluppo è certamente legata alla produzione di latte e di formaggio e questo non c’entra nulla con la produzione di energia elettrica». Utilizzando un noto slogan: si faccia una domanda e si dia una risposta su un argomento che le sta particolarmente a cuore… «Mi piacerebbe che lei mi chiedesse: “Se avesse una sfera di cristallo come vorrebbe che fosse la sua azienda fra vent’anni?”.Vorrei che la mia azienda avesse ancora il piglio di adesso, che fosse sempre“affamata”di nuove tecnologie da applicare al mondo dell’agricoltura e della zootecnia; vorrei che avesse una visione di piccola multinazionale tascabile, che fosse pronta a recepire tutte le esigenze del mercato e che fosse in grado di approntare una risposta. Insomma vorrei che fosse ancora un’azienda giovane, come credo lo sia ora». SETTEMBRE 2014| MONDO AGRICOLO |25


INCONTRI SOSTENIBILITÀ

Al centro delle periferie Confagri al Meeting di Rimini ha parlato di ambiente, lavoro economia, sociale. Veggia: «Reti e innovazioni sono gli strumenti dell’ agricoltura responsabile»

lo smarrimento del senso della vita e l’inquietante solitudine di tanti, l’insicurezza dell’economia globalizzata e lo spettro di nuove speculazioni finanziarie, il futuro lavorativo incerto di milioni di giovani e meno giovani, la migrazione di interi popoli alla ricerca di un’ ultima speranza. Queste sono le periferie del mondo e dell’esistenza con cui tutti dobbiamo confrontarci, come persone e come imprenditori. di Gabriella Bechi Centodieci incontri, 14 esposizioni, 21 spettacoli, 16 manifestazioni sportive, 280 relatori, 3600 volontari provenienti da 46 Paesi del mondo. Il Meeting ha saputo parlare al cuore dell’uomo, ha dialogato con la grande er il secondo anno Con- imprenditoria italiana, così come con fagricoltura è stata pre- i protagonisti delle drammatiche visente al Meeting di Rimi- cende mondiali. ni, il tradizionale appun- “In economia il rischio è di soffermartamento di fine estate si solo di cose che non vanno – ha detche quest’anno aveva co- to il presidente della Compagnia delle me titolo “Verso le periferie del mon- Opere Bernhard Scholz, introducendo do e dell’esistenza. Il destino non ha gli incontri che hanno visto protagolasciato solo l’uomo”. Un viaggio attra- nisti imprenditori e manager come verso la crisi della cultura occidentale, Giorgio Squinzi e Sergio Marchion-

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ne–. Qui al Meeting mostriamo come l’Italia abbia la possibilità di esprimere al meglio le proprie potenzialità. Gli imprenditori hanno una grande responsabilità, perché muovono l’occupazione e le prospettive di vita di tante persone. L’economia è un fattore caratterizzato da interdipendenze a livello globale e direttamente o indirettamente si va ad incidere sulle periferie del mondo. Sta quindi alla bravura dell’imprenditore sfruttare al massimo le potenzialità”. Confagricoltura ha accolto con grande interesse il messaggio lanciato dal Meeting, parte-


Veggia: «Sostenibilità sociale per rispondere alle esigenze dell’uomo e delle comunità» cipando con un proprio stand in cui è stato presentato il progetto Ecocloud, dedicato alle buone pratiche sostenibili sviluppate dalle imprese agricole associate, e concentrando l’attenzione sul ruolo svolto dall’agricoltura nel sociale. “L’agricoltura – ha detto il vicepresidente confederale Ezio Veggia nel corso del seminario “Sostenibilità sociale: per un’agricoltura responsabile, in grado di rispondere alle nuove esigenze dell’uomo e delle comunità” - sin dai suoi albori ha avuto una valenza, un impatto e un fine sociale. E’ naturale, dunque, che l’agricoltura moderna continui a svolgere questa funzione e che questa proceda di pari passo con quella economica ed ambientale”. L’agricoltura moderna utilizza nuovi canali per trasmettere valori e conoscenze, per integrare le persone, che vanno al di là del vecchio “focolare”: reti, innovazione, sempre con un forte radicamento nei territori, sono i nuovi strumenti utilizzati dalle imprese. Il ruolo multifunzionale dell’agricoltura sta facendo emergere nuove potenzialità, direttamente legate alla capacità di generare benefici per le fasce svantaggiate e vulnerabili della società, anche attraverso servizi innovativi, che spesso suppliscono alla crisi dei sistemi tradizionali di assistenza sociale, con una strategia di intervento che coinvolge in primo luogo quelle realtà aziendali produttive per il mercato che operano in collaborazione con le istituzioni socio-sanitarie competenti per territorio, ma anche con le strutture terapeutiche riabilitative, sociosanitarie e socio-assistenziali che utilizzano l’attività agricola a fini di riabilitazione, terapia, cura e intervento sociale. SETTEMBRE 2014| MONDO AGRICOLO |27


I N C O N T R I SOSTENIB ILITÀ

cati globali si conquistino (solo) con razze e varietà in via di estinzione”. “La competitività - ha continuato Guidi - passa anche attraverso l’innovazione che migliora i processi, i prodotti e, in ultima analisi, la redditività degli operatori. Per questo dobbiamo puntare sulle imprese che hanno una valenza economica, che sono in grado di stare sul mercato, perché solo incrementando la loro attività si potrà conseguire l’obiettivo di favorire uno sviluppo del settore che garantisca crescita ed occupazione a vantaggio di tutti e che allo stesso tempo sia sostenibile”. Ecco perché anche le politiche debbono cogliere questi obiettivi: patron di Italy Oscar Farinetti, il presiDibattito a Rimini dente della Ferrero Francesco Paolo mercato, crescita, occupazione e sostesul made in Italy. nibilità. “Un approccio - ha spiegato il Fulci. presidente di Confagricoltura - che ap“Il prodotto alimentare italiano – ha osGuidi: «Non si può servato il presidente di Confagricoltu- parentemente è condiviso da tutti, ma stare fermi illudendosi ra - nasce grazie ad un patrimonio di che non sempre è così scontato. Ad che i mercati si conquistino conoscenze, una cultura millenaria ra- esempio, c’è ancora chi considera perdicata nei territori; poi però deve tro- seguibile una politica di mantenimencon razze e varietà vare le ‘vie’ del mondo, dove il made in to dell’ attività agricola in un’ottica di in via di estinzione» Italy è un brand conosciuto e apprez- mera preservazione dell’esistente. C’è zato. Per fare questo dobbiamo mo- una tendenza a privilegiare modelli dernizzare la nostra agricoltura e le no- che stridono con il concetto moderno stre filiere agroalimentari. Un processo di mercato globale, che si rifugiano che è stato già intrapreso da tempo e nella visione di un’agricoltura del pasche non possiamo e non dobbiamo sato che semplicemente non c’è più. radizione o innovazione? fermare, illudendoci magari che i mer- Un’ agricoltura sempre più ferma e La cultura alipiccola in un mercato che è mentare italiainvece sempre più dinamico na deve necese vasto e di cui dobbiamo sariamente scecogliere le opportunità”. gliere tra queGuidi ha poi ricordato le riste due strade? Il presidente percussioni dell'embargo di Confagricoltura Mario russo che "sta portando Guidi risponde al Meeting squilibrio anche al mercato di Rimini, nel corso della tainterno mettendo a repentavola rotonda ‘La cultura aliglio i redditi delle imprese mentare italiana: una tradiagricole. È strategico presizione innovativa’, moderata diare tutti i possibili mercati dal presidente della Compaesteri e conquistarne di nuognia delle Opere Bernhard vi per aumentare le opporGuidi e Martina Scholz, cui hanno partecipatunità ed anche, se vogliaallo stand confederale to il ministro delle Politiche mo, per diversificare i rial Meeting agricole Maurizio Martina, il schi". (G. B.)

Tradizione Tradizione innovativa innovativa

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INCONTRI SOSTENIBILITÀ

Il papà delle api Uno sciame di api: Quando l’alveare diventa stretto, la famiglia si divide. E metà delle api se ne va in cerca di una nuova casa

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A Rimini allo stand di Confagricoltura Giovanni Scozzoli, ha condotto i visitatori alla scoperta dei segreti dell’alveare di Gabriella Bechi

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a vera attrazione dello stand di Confagricoltura al Meeting di Rimini è stata lei: l’ape regina. Trovarla nella cassetta di vetro in mezzo a migliaia di api operaie e fuchi è diventato un gioco che ha appassionato tutti, grandi e piccini. Grazie soprattutto ai racconti appassionanti di Giovanni Scozzoli e della sua famiglia, apicoltori di Forlì e soci della FAI (Federazione Apicoltori Italiani), che hanno animato lo spazio di Confagricoltura, con spiegazioni e degustazioni di miele. Per le api Giovanni ha avuto sempre una passione, fin da quando, da piccolo, nei primi anni ’50 passava il tempo a guardare le manipolazioni che il padre Mario e lo zio Amerigo facevano alle casine delle api. Così nel 1970 decise di formare il primo apiario nell’azienda in cui abitava e svolgeva l’attività di fattore, portando avanti la tradizione a cui aveva dato vita il nonno già dai primi del ‘900. “Non vedevo l’ora di finire il mio lavoro per andare dalle api, mentre gli amici andavano al bar o a giocare a carte – racconta –. Rimanevo per ore incantato a guardarle per scoprire la perfezione del loro modo di lavorare, di dividersi ruoli e compiti. Una meraviglia del creato.” Giovanni, agricoltore prima di diventare apicoltore, comprese subito l’importanza delle api per la sua attività e attraverso l’impollinazione guidata,

Sui colli di Pedrappio 700 alveari producono 350 quintali di miele riuscì ben presto ad aumentare la produzione di frutta, mele e pere in particolare. Giunto all’età della pensione decise di trasformare il suo hobby in un nuovo lavoro. Oggi possiede 700 alveari, produce 350 quintali di miele all’anno e, insieme ai figli Andrea e Raffaella, ha creato il marchio “Energia dai fiori”. Le arnie sono sistemate prevalentemente nelle colline attorno a Predappio, ma nel periodo di fioritura ne finiscono alcune anche presso produttori di diverse parti d’Italia: per il miele di girasole nella zona di Ancona e Senigallia, mentre per quello di acacia nei dintorni di Varese. “L’esperienza di lavoro per oltre quarant’anni in aziende agricole frutticole – spiega Giovanni – mi consente oggi di svolgere un buon servizio di impollinazione guidata con le api, che vengono portate nei campi, su richiesta dell’imprenditore, accompagnate da permesso della Asl e certificato sanitario, nei periodi di fioritura, per assicurare l’aumento della quantità e del-

Giovanni Scozzoli con i figli Andrea e Raffaella

la qualità della produzione.” Cinque i tipi di miele prodotti,Acacia, Tiglio, Castagno, Millefiori, Girasole e la famosa Melata di Bosco, un prodotto unico fatto con le secrezioni zuccherine di diverse piante, che in alcuni paesi del nord Europa è considerato il miele per eccellenza.Tutti vengono preparati nel laboratorio di smielatura e confezionamento aziendale e venduti ad importanti marchi commerciali o direttamente. Un hobby che è diventato un’importante attività imprenditoriale, grazie soprattutto alla passione per questi insetti che nei giorni riminesi abbiamo imparato a conoscere attraverso i racconti di Giovanni. Come questo …“L’ape regina vola solo una volta nella sua vita, che dura circa tre anni, e in quelle poche ore raccoglie dai fuchi seme a sufficienza per deporre centinaia di migliaia di uova, quando decide lei, nella quantità e del sesso che decide lei, sulla base delle necessita l’alveare”. Incredibile, ma vero. SETTEMBRE 2014| MONDO AGRICOLO |31


INCONTRI SOSTENIBILITÀ

Che avventura l’agricoltura

Alla “Città dello Zecchino” Confagricoltura Bologna ha raccontato l’agricoltura ai bambini, che hanno giocato e degustato i prodotti della terra di Barbara Bertuzzi

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l’iniziativa organizzata da Confagricoltura Bologna e BabY FasHioN.iT (che si occupa di comunicazione multimediale sui più piccoli) in occasione della manifestazione la “Città dello Zecchino”. “La verdura più strana? I broccoli”. “La mela migliore? Quella verde”.Le patate, poi, si mangiano fritte ma sono buone anche nel purè. Questa è l’agricoltura vista dai bambini, andata in scena lo scorso 7 settembre a Bologna in occasione della manifestazione la“Città dello Zecchino”, all’interno dello stand di Confagricoltura Bologna e BabY FasHioN.iT. A stimolare la curiosità dei piccoli visitatori, a loro agio tra cassette

Il set fotografico di BabY FasHioN.iT: la multimedialità è kid di frutta e verdura e “ballette” di fieno, sono stati due imprenditori bolognesi associati a Confagricoltura: Carlo Morisi, produttore ortofrutticolo di lunga data e Rosanna Scipioni che, assieme al marito Paolo Parisini, coltiva cereali bio nella fertile vallata del torrente Zena. Tante le curiosità nel corso del simpaticissimo botta e risposta improvvisato con i più piccini. Federico, 3 anni compiuti, adora la polenta però di fronte a una pannocchia di mais ha perso la parola: non sapeva come sgranarla. Appreso l’arcano, non l’ha più mollata.Anche Giulio si è appassionato alla nuova scoperta e l’ha voluta portare a casa come ricordo.Ernesto,5 anni,nella vita ha una sola certezza: da grande vuole fare l’agricoltore.“Ha sempre amato la campagna e gli animali” fa sapere la sorella Miriam che di anni ne fa nove. C’è anche chi, per la prima volta, ha conosciuto il farro ed è rimasto affascinato dalla sua storia millenaria, quando veniva trasportato nelle bisacce dai Romani e utilizzato come merce di scambio. E chi l’ha voluto assaporare subito mangiandosi una galletta. Alle prese con un antico setaccio, i bambini hanno poi osservato la trasformazione degli sfarinati, dopo aver toccato con mano chicchi ricchi di fibra.Tra le domande più frequenti: “Come si macina il grano? Ma c’è l’acqua nel mulino a pietra?”. Quanto al capitolo legumi, invece, le lenticchie sono parse di gran lunga più famose dei ceci, anche perché in molti le collegano alle feste natalizie.Anche le zuppe sembrano essere molto familiari. E un plauso, in questo caso, va certamente ai genitori. Obiettivo dell’iniziativa organizzata da Confagricoltura Bologna, in collaborazione con BabY FasHioN.iT: promuovere la conoscenza della sana e corretta alimentazione attraverso culture, sapori e produzioni di qualità, per favorire uno stile di vita più salutare per bambini e famiglie.


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A T T U A L I TÀ O G M

La scienza fa paura? Confagricoltura di Lombardia e Veneto hanno promosso un dibattito di alto profilo con politici e studiosi. «Non si può mettere Il bavaglio alla ricerca» di Jordan Nash

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intelligenza italiana rilancia la ricerca genetica in agricoltura”, questo il titolo dell’incontro organizzato da Confagricoltura Lombardia e Veneto. «Quando si parla di Ogm – ha spiegato Matteo Lasagna, presidente di Federlombarda – la paura viene dalla non conoscenza. Invece di affrontare chiaramente il tema del-

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la coesistenza fra coltivazioni convenzionali, biologiche e geneticamente modificate, i nostri governatori si ostinano a impedire ciò che le disposizioni europee consentono, facendo rimanere l’Italia il fanalino di coda d’Europa”. Per Lorenzo Nicoli, presidente di Confagricoltura Veneto: “Vogliamo dare spazio e voce alla ricerca genetica, mettendo al bando le posizioni ideologiche che spaventano il consumatore senza alcun fondamento scientifico”. In Italia non c’è stato

Cattaneo: «La questione Ogm è una sfida tra realtà e pregiudizi»

un confronto aperto e costruttivo sul tema degli organismi geneticamente modificati. Lo ha dimostrato l’ampia giornata di riflessione che, grazie al ‘parterre’ di altissimo livello coinvolto nei lavori, ha inteso sensibilizzare le istituzioni nazionali e l’opinione pubblica sulle ragioni della scienza rispetto ai pregiudizi. Le due importanti regioni del Nord hanno introdotto un dibattito su ampia scala, coinvolgen-

do politici, docenti universitari e agricoltori, con l’obiettivo di far conoscere “ciò che si demonizza senza sapere” e ribadire l’importanza della ricerca scientifica per il progresso. Quello che non si riesce a comprendere – e accettare – è il perché se si sa bene che la maggior parte del mais (con cui sono costituiti i mangimi animali) sia già Ogm, ma di provenienza estera, non sia possibile produrlo con lo stesso sistema anche da noi. L’unica spiegazione è che, almeno in questo caso, uno più uno non fa due. Tanto più che il mais Ogm è immune dalla piralide (il parassita che, scavando solchi nelle pannocchie, fa annidare le fumonisine, muffe cancerogene). Per la senatrice Elena Cattaneo, direttore di UniStem, il Centro di ricerca sulle cellule staminali dell'Università statale di Milano: «La questione Ogm è una sfida tra realtà e pregiudizi. Non sono mai stati riscontrati problemi “L’intelligenza italiana rilancia la ricerca genetica per la salute umana e non viene permessa un'adeguata ricerca sull'argomento negandoci un diritto”. L'eurodeputata Lara Comi (Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori): «Non pos-


siamo produrre organismi geneticamente modificati, ma arrivano sulle nostre tavole importati dall' estero. A mio parere dovrebbe essere il consumatore a decidere se acquistare un prodotto transgenico o naturale». Per Roberto Defez (ricercatore all'Istituto di genetica e biofisica del Cnr di Napoli), invece: “Il modello attuale è sbagliato. Si fa tanta attenzione ai residui negli alimenti, ma solo gli Ogm garantirebbero la diminuzione di agenti chimici. Non si può attendere la decisione del consumatore al supermercato”. Sullo stesso tono l’opinionista Dario Bressanini, del dipartimento di scienza e alta tecnologia dell'Università di Como.“Chiudere sul biotech significa bloccare sviluppo e innovazione in agricoltura». Intanto Bruxelles fa come Ponzio Pilato: “non decide”, così il presidente Mario Guidi ha chiuso l’evento di Mantova.

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CENA CONVEGNO SU AGRICOLTURA E AMBIENTE

Confagricoltura Mantova, in collaborazione con Confagricoltura Brescia e Libera di Cremona ha organizzato "L'agricoltura sostenibile: direttiva nitrati, piano fitofarmaci e greening", una cena-convegno sul legame tra agricoltura e ambiente. Un rapporto forte, che passa dalla sostenibilità, la chiave di volta per tutelare il futuro dell’ambiente e il reddito degli agricoltori. Allietati dal cibo preparato da quattro chef selezionati, nella splendida cornice dell’Ex-Convento, gli assessori all'Agricoltura di Lombardia (Fava), Emilia Romagna (Rabboni) e Piemonte (Ferrero), si sono confrontati con Barbara Degani, sottosegretario all’Ambiente, il presidente di Confagricoltura Mario Guidi e Matteo Lasagna, presidente regionale e provinciale di Confagricoltura, presentando le istanze della macro regione agricola. Il sottosegretario Degani, sulla base della relazione dell’Ispra, ha messo in evidenza che «gli agricoltori non pagheranno per responsabilità che non hanno». Dal dibattito è scaturito un messaggio positivo: le regole ambientali non sono un freno alla redditività. Per Mario Guidi: «È importante produrre energia in maniera sostenibile e ridurre le emissioni di CO2 integrando la produzione di biogas nel sistema agricolo». «Questo secondo appuntamento, che ha visto le regioni del Nord dialogare insieme – ha concluso Lasagna – ha l’obiettivo di rafforzare il dialogo fra territori caratterizzati da una struttura agricola per molti versi simile. Da tempo ci stiamo impegnando per costruire un fronte comune. Confagricoltura vede nell’uniformità delle norme e delle regole un fattore di competitività, per questo crede nel confronto ». (E. T.)

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AT T U A L I TÀ N E T W O R K

Impulso alle reti “verdi”

Il Dl Competitività agevola il con tratto di rete attraverso u n a disciplina più mirata per le PMI agricole

di Maria Cristina D’Arienzo

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l decreto “Competitività” 91/2014 (convertito con modificazioni in L. 116/2014) dedica particolare attenzione al settore agricolo, in particolare per quanto riguarda i contratti di rete.Viene, infatti, introdotta una innovativa previsione, fortemente voluta da Confagricoltura, che agevola il contratto di rete attraverso una disciplina più mirata per le imprese agricole. In tale ottica l’art. 1 bis comma 3 - disposizioni urgenti in materia di semplificazione - dispone che nei contratti di rete tra imprese agricole singole ed associate, la produzione agricola derivante dall’esercizio in comune delle atti-

vità, secondo il programma comune di rete, può essere divisa fra i contraenti in natura con l’attribuzione a ciascuno, a titolo originario, della quota di prodotto convenuta nel suddetto contratto. Lo strumento contrattuale in esame risponde sostanzialmente all’esigenza di favorire i processi di aggregazione e cooperazione fra le PMI agricole, al fine di competere in maniera adeguata sui mercati globali e al più alto tasso di sviluppo. La“rete”cui si dà vita attraverso questa innovativa figura contrattuale costituisce, in tutta evidenza, una fattispecie negoziale di tipo aggregativo tra im-


cedere alla creazione di un nuovo soggetto giuridico; di una cooperazione tra le imprese stesse, con cui si dà vita, attraverso la condivisione di fattori produttivi, ad uno schema organizzativo di tipo imprenditoriale per il tramite del quale si attua il programma di rete. In estrema sintesi, la nuova disciplina, consentirà alle imprese unite in rete di mettere in comune i fattori produttivi (terreni, macchinari, strutture produttive) per accrescere e migliorare la produzione agricola, divisa in natura, cioè ripartita fra le imprese stesse secondo quote determinate stabilite dal contratto di rete con conseguente attribuzione diretta e immediata del bene prodotto in capo a ciascun componente la rete. Pertanto, ai fini del conseguimento nel contratto di rete del risultato prefissato, dovranno essere definiti: gli obiettivi generali “strategici” di innovazione e di innalzamento della capacità competitiva dei partecipanti e le modalità concordate tra gli stessi per misurare l’avanzamento verso tali obiettivi; gli obiettivi specifici che costituiscono il presupposto dell’individuazione delle attività necessarie per il conseguimento degli obiettivi genera-

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li; un programma di rete che contenga l’enunciazione dei diritti e degli obblighi assunti da ciascun partecipante e le modalità di realizzazione dello scopo comune; le modalità di ripartizione del prodotto agricolo comune. Tale pianificazione costituisce un importante momento decisionale attraverso il quale le singole imprese della rete tracciano le linee di azione da implementare per il raggiungimento degli obiettivi, che dovranno essere definiti, in modo chiaro, al momento della costituzione della rete. Obiettivi tesi a superare i limiti dimensionali delle singole imprese e ad offrire alla propria clientela un prodotto migliore. Alla luce di queste importanti innovazioni normative, il contratto di rete può essere considerato per il settore agricolo un nuovo paradigma produttivo che può aiutare le PMI agricole ad aumentare la produttività, incrementare l’innovazione, conquistare nuovi mercati, senza doversi fondere o unire sotto il controllo di un unico soggetto. La sua specificità è data dall’essere una fattispecie destrutturata e dunque rimessa, nella costruzione del suo schema organizzativo, alla libera autonomia negoziale.

LE NOVITÀ DEL DL COMPETITIVITÀ

A GEVOLAZIONI FISCALI

Una fattispecie negoziale che aggrega e integra l’attività d’impresa prese agricole, che integrano le rispettive attività realizzando una forma di cooperazione interaziendale stabile ed organizzata. Per quanto concerne l’oggetto del contratto, la locuzione “esercizio in comune di attività” va inteso nel senso: di una integrazione tra le imprese costituenti la “rete”delle loro attività, pur mantenendo le stesse la propria autonomia giuridica, cioè senza pro-

Alle imprese che producono prodotti agricoli, della pesca e dell’acquacoltura è riconosciuto un credito di imposta nella misura del 40% delle spese per i nuovi investimenti sostenuti per lo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie e comunque non superiore a 400.000 euro, nel periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2014 e nei due successivi. F INANZIAMENTI AGEVOLATI

Le risorse del fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca (FRI) sono destinate anche al finanziamento agevolato di investimenti in ricerca e innovazione tecnologica effettuati da imprese agricole, forestali e agroalimentari che partecipano ad un contratto di rete per le finalità proprie del medesimo contratto. P RIORITÀ PSR

Si prevedono corsi preferenziali nell’accesso ai finanziamenti previsti dalle misure dei PSR relativi alla programmazione 2014-2020.

SETTEMBRE 2014| MONDO AGRICOLO |37


A T T U A L I TÀ A G R O A L I M E N T A R E

tante, che con oltre 12 miliardi di euro incide per circa un quarto sul valore complessivo realizzato dal settore primario e che rappresenta la prima voce dell’export agroalimentare, con una quota pari al 22%. Serve nuovo slancio e soprattutto più export. Occorre andare ‘in giro per il mondo’. D’altronde è stato proprio l’embargo a favorire nuove opportunità a tanti Paesi. Il Brasile, la Turchia, la Bielorussia e probabilmente la Serbia e la Cina trarranno vantaggio dalle politiche russe. I paesi del Maghreb addirittura ringraziano Putin (v. pag. 44, ndr). Mentre la Tunisia si è concentrata sull’olio d’oliva, il Marocco punta proprio sull’ortofrutta ed è già pronto a sostituire l’Europa: non a caso ad ottobre Hassan II si recherà a Mosca usando, addirittura, frutta e verdura come ‘testa di ponte’ per il tessile e la pelletteria. Faa bene alla salute, è varia, cendo i conti, le sanzioni colpiscono colorata, di qualità. Ma la Lituania più di qualunque altro non basta più. La crisi paese UE, poiché le esportazioni verdell’ortofrutta, dovuta ad so la Russia rappresentano il 2,7% un’estate dall’andamen- del Pil nazionale. Anche la Norvegia, to climatico anomalo, la Polonia e l'Ungheria, la Spagna e la dalla contemporanea maturazione Grecia sono danneggiate, ma soffronei principali Paesi produttori delle no pure i produttori di pere belgi, stesse tipologie di prodotti e dal ta- che esportano in Russia il 40% del loglio dei consumi domestici, che non ro prodotto. L’Italia ortofrutticola accenna a diminuire (più del 20% ne- rappresenta una quota del 10% dei gli ultimi 10 anni), ha toccato il fon- prodotti Ue verso la Russia e i più rido con l’embargo russo. chiesti, nell’ordine, sono mele, uva La soluzione, per Agrinsieme è “Oltre da tavola, nettarine, pere e pesche. i confini”. Occorre, ha sottolineato il Per un valore che supera i 72 milioni coordinamento tra Confagricoltura, di euro. Ma se il danno è generale, la Alleanza delle cooperative agroali- soluzione individuata - almeno finomentari e Cia, in una tavola rotonda ra - è quella di muoversi in ordine al Macfrut, orientare le politiche sparso ‘ognuno per sé’. Gli olandesi, commerciali sempre più sull’export ad esempio, sono già a buon punto. e sulla competitività nei mercati glo- Si sono mossi subito per un’alternabali. Per Agrinsieme l’ortofrutta ita- tiva e l’hanno individuata negli Emi liana è un valore nazionale impor- rati Arabi Uniti.

Frontiere chiuse Si fanno sentire le conseguenze dell’embargo russo. Si perdono mercati su cui si rafforzano i concorrenti

di Elisabetta Tufarelli

38| MONDO AGRICOLO|SETTEMBRE 2014

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A T T U A L I TÀ O L I V I C O L T U R A

consumatore sulle diverse peculiarità organolettiche, nutraceutiche e salutistiche degli oli, in modo che l’acquisto, tramite l’on line retailer, diventi sempre più consapevole. Il progetto è stato presentato a Roma nell’ambito della manifestazione gastronomica “Taste”, alla presenza di Pier Luigi Silvestri, presidente di Assofrantoi, Giandomenico Consalvo, vicepresidente di Confagricoltura, Tommaso Pardi, responsabile CDIF Assofratoi, Iolanda D’Amato ed Enrico De Lucia, rispettivamente presidente e Ceo& Co-founder della Società “916 FBE”. Gli esperti di L’Extravergine 916, dopo un’attenta analisi, scelgono con cura i frantoi, seguendo tutti i processi produttivi e verificando il rispetto dei vari parametri di eccellenza. Ogni varietà di oliva ha un proprio preciso profilo sensoriale, la cui composizione e il gusto dipendono molto dal terreno, dalla sua qualità, dal clima, ma anche dalle tecniche di raccolta delle olive, dalla loro lavorazione e conservazione, oltre che dal loro imbottigliamento. In un olio extravergine di vera qualità tutte queste fasi devono essere rese trasparenti, tenendo traccia dei vari passaggi che portano l’oliva dal moggio direttamente alla tavola. Per risalire a tali informazioni, i diversi oli selezionati da L’Extravergine 916 hanno uno specifico CDIF OEVO, ovvero omprare on line oli extra- la propria “carta d’identità del franvergine di qualità, rigoro- toio”, (progetto finanziato dall’Uniosamente selezionati e mu- ne Europea), una sorta di documento niti di “carta d’identità” di riconoscimento che accompagna oggi è possibile. Il proget- ogni bottiglia e ne racconta la storia. to si chiama “L’Extravergi- La promessa di 916, infatti, è quella ne 916” (916 è il peso specifico del- di garantire l’intera filiera: dall’olivil’olio extravergine d’oliva) ed è rea- coltore alla tavola. La numerazione lizzato da “916 FBE” in collaborazio- delle etichette permette, attraverso ne con Assofrantoi (Confagricoltu- un codice univoco, di ripercorrere il ra), con l’obiettivo di informare il percorso dell’olio extravergine pas-

Community digitale per l’extravergine con la carta d’identità Assofrantoi e “916 FBE” presentano il social network ed il progetto di e-commerce dell’olio a qualità certificata di Gabriella Bechi 40| MONDO AGRICOLO|SETTEMBRE 2014

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so dopo passo, trasformando la tracciabilità in uno strumento concreto per la tutela del consumatore. Gli oli selezionati e firmati L’Extravergine 916 portano in tavola un senso di appartenenza tutto italiano e una possibile sperimentazione in cucina che consente di variare l’uso delle diverse tipologie tra carni rosse e pesci alla griglia, zuppe calde o fredde, insalate e pinzimoni. Un ventaglio composito di aromi e sapori che raccontano la storia d’Italia, capaci di accontentare tutti i palati, anche i più esigenti. Assicurandosi che tutti i metodi di raccolta ed estrazione impiegati rispettino le buone pratiche di lavorazione, L’Extravergine 916 protegge, infine, i suoi oli in una bottiglia di vetro scuro mantenuto a temperature

discostandosi dalla usuale bottiglia, la sua immagine è elegante e raffinata, per poter essere posizionata direttamente in tavola ed essere facilmente riconosciuta. Attraverso il sito di L’ E x t r a v e r g i n e 916 ( w w w. e x t r a v e r g i ne916.com) è possibile consultare le caratterida sinistra: Pi erlui gi Si lvestri , stiche delle varie tipoloGi andomeni co Consalvo, gie di olio, facendo così Tommaso Parodi una scelta più consapevole e consona alle proprie esigenze, per poi acquistare i Attraverso il portale prodotti on line. Il consumatore, inoltre, attraverso il le informazioni per sito web di L’Extravergine 916, può acquisti consapevoli partecipare attivamente ad una community digitale inserendo opinioni, costanti, evitando così la luce diretta, recensioni e commenti o far tesoro il riscaldamento o il congelamento di una delle numerose ricette propodei prodotti. Il packaging delle con- ste dagli chef che collaborano al profezioni è molto curato e particolare: getto.

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La milk valley africana Danone acquista in Kenya società leader nel settore lattiero caseario

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anone ha acquisito il 40% di Brookside Dairy,la prima azienda lattiero casearia del Kenya e una delle più avanzate dell’Africa orientale.Non sono stati precisati i termini finanziari dell’accordo,ma è stato riferito che l’azienda keniota ha chiuso l'anno scorso con un fatturato di

130 milioni di euro. Brookside è leader in termini di forza del marchio e di distribuzione con 200.000 punti di vendita e di raccolta.La società lavora con 140.000 allevatori nella cosiddetta "milk valley africana", spiega Emmanuel Marchant,direttore dello sviluppo per Danone

LA CARNE DEL KAZAKHSTAN

La produzione di carne del Kazakhstan continua a crescere, con l’obiettivo di incrementare le esportazioni. Alla fine del 2013 la produzione è aumentata del 3,1%, attestandosi a 871mila tonnellate. Gli agricoltori sono ottimisti. Già all’inizio di luglio la produzione di carne ha registrato un aumento del 3%, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Di conseguenza sono diminuite le importazioni. Queste dinamiche positive si riflettono nell’aumento del numero dei capi di bestiame da riproduzione, nella creazione di nuovi e moderni impianti per 42| MONDO AGRICOLO | SETTEMBRE 2014

l'allevamento e la riproduzione degli animali e nella crescita degli operatori. In conseguenza dell'adozione di questi provvedimenti, il peso specifico degli stock da riproduzione e' cresciuto dell'8,8% e ha raggiunto quota 510.600 animali. Il principale indicatore del benessere nazionale è la crescita del consumo pro capite di prodotti animali. Per evitare che questa crescita saturi il mercato interno, si punta sull’export. Attualmente la regione del Kazakhstan Occidentale costituisce il grosso delle esportazioni dirette verso la Russia.

South.Brookside vende principalmente latte a lunga conservazione all’interno del Kenia e nei paesi limitrofi,come Tanzania e Uganda. Brookside Dairy rappresenta una quota di mercato del 40%.In un continente dove il consumo di latte di solito in polvere,proviene princi-

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palmente dall'estero, Danone punta e rilancia. Dopo l’acquisto,lo scorso anno,del 49% di Fan Milk International,il maggior produttore di prodotti caseari surgelati dell'Africa occidentale e la partecipazione di controllo nel gruppo marocchino Central Laitière,il gruppo francese ha investito oltre un miliardo di euro negli ultimi due anni. Attualmente Danone vende prodotti caseari freschi in 40 paesi africani, dal Marocco al Sud Africa, generando un fatturato annuo di circa 1,5 miliardi di euro,ossia il 7% delle vendite totali del gruppo.

EMBARGO: RUSSIA COMPRA FORMAGGI IN INDIA

Il settore lattiero indiano cresce a grande velocità, rendendo il paese il più grande produttore mondiale di latte. L’impresa russa Galaktika, partner della finlandese Valio, è in trattative con il produttore indiano Amul, per importare formaggio e latte in polvere. Amul è uno dei principali produttori lattiero caseari indiani e sta valutando il volume delle possibili forniture di prodotti lattiero caseari alla Galaktika. Ecco un’altra conseguenza del divieto di importazioni russe dall’Ue, Usa, Canada, Norvegia e Australia. Da allora Mosca è in trattative con altri Paesi per incrementare le forniture, sostituendo quelle colpite dall’embargo.



MAPPAMONDO di Jordan Nash

Dal Marocco un coro di grazie a Putin Maghreb aumenta l’export in Russia grazie al “blocco” dei prodotti Ue

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n seguito all’embargo russo per i prodotti provenienti dall'Unione Europea, gli agricoltori marocchini si sono organizzati per approfittare del mercato stimato in 11 miliardi di euro. Una vera manna dal cielo per gli agricoltori del Regno del Marocco, che, con questo divieto, vedono ampliarsi la possibilità di accrescere le loro esportazioni e di compensare le perdite subite sul mercato del Vecchio Continente, dove l’Ue aveva annunciato di revisionare le condizioni di ingresso per i prodotti agricoli marocchini. E così, gli agricoltori– dopo la preoccupazione di perdere 50.000 posti di lavoro per la restrizione degli accordi imboccano ‘un’autostrada in discesa’. Se, nel 2013, la Russia aveva assorbito oltre il 15% delle

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esportazioni agricole dal Marocco, vista la situazione, una crescita esponenziale è a portata di mano. “L'embargo riguarda prodotti come carne, pollame, carne di maiale, formaggio, olio d'oliva, frutta, verdura. Non abbiamo certamente la capacità di soddisfare tutte queste esigenze e concentreremo il nostro assalto su frutta e ortaggi, un settore in cui abbiamo grandi possibilità", ha spiegato Hassan Sentissi, presidente dell'Associazione marocchina di esportatori, la ASMEX. D’altronde i russi hanno già familiarità con i prodotti made in Marocco. Per gli agrumi, Mosca è già il più grande cliente del Regno (il 55% delle esportazioni). Le clementine sono presenti sulle tutte le tavole. E il Marocco farà tutto il possibile per aumentare le quote, ora che la concorrenza europea è esclusa. Gli acquirenti russi vogliono comprare di tutto dal Marocco e dopo la

commissione congiunta marocchina-russa che si è tenuta a Rabat ci sarà, ad

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ottobre, la visita del re Mohammed VI a Mosca L’obiettivo è quello di triplicare il commercio di prodotti agricoli, allargando,magari,ad altri settori, quali il tessile, la pelle o il turismo.

RADDOPPIATO IL CONSUMO DI VINO IN GIAPPONE

Un’indagine di Wine Intelligence evidenzia che, in Giappone, la percentuale di consumatori abituali di vino, negli ultimi due anni, è quasi raddoppiata. Se il Paese del Sol Levante, gradualmente, sta diventando più cosmopolita lo deve al ricambio generazionale. I giovani – a parere di Wine Intelligence - sono infatti quelli che stanno riscrivendo le regole della società giapponese, rendendo lo stile di vita meno rigido e più ‘free’. Dal 2012 ad oggi, infatti, la percentuale di chi beve vino quasi tutti i giorni o ogni giorno è aumentata del doppio, come pure è cresciuta la percentuale di consumatori cosiddetti normali (2-5 volte a settimana), così come quella dei consumatori che amano ricercare vini "meno conosciuti". Anche se la Francia continua a rappresentare il leader indiscusso, con circa 610 milioni di euro in valore,il mercato giapponese è attualmente il sesto per il vino italiano (154 milioni di euro nel 2013) e, viste le affinità culturali molto vicine all’Italia (musica, arte, moda, ecc.) l’identità enologica italiana potrebbe certamente guadagnare nuovi spazi.



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A T T U A L I TÀ M O T O R I

New Holland CR10.90

La raccolta in una nuova dimensione A Berlino New Holland ha presentato alla stampa la mietitrebbia più potente che c’è sul mercato con i suoi 652 cv

di Claudio Pietraforte

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ew Holland è sempre più intenzionata a svolgere un ruolo di player mondiale nel segmento delle mietitrebbie e lo ha dimostrato con la discesa in campo della nuovissima CR10.90, top di gamma della serie CR e prima (nonché unica, allo stato attuale) mietitrebbia ad entrare nella classe 10 con i suoi 652 cavalli. Ad erogarli provvede l’efficientissimo motore Cursor 16, un 6 cilindri in li-

nea prodotto da Fpt Industrial e già conforme agli standard Stage IV/Tier 4 Final della normativa sulle emissioni grazie ad un sistema di riduzione catalitica selettiva di alta efficienza (HI-eSCR). La presentazione dell’ammiraglia giallo-blu, macchina che per le sue dimensioni – basti pensare alla testata di raccolta da 12,50 metri e al serbatoio granella da 14.500 litri – non trova facile collocazione sul mercato italiano ma risulta invece perfettamente SETTEMBRE 2014| MONDO AGRICOLO |47


A T T U A L I TÀ M O T O R I

a suo agio nelle grandi ROTOPRESSE IN CAMPO aziende dell’Europa continentale e del Nord/Sudamerica – è avvenuta lo scorso luglio nelle campagne di Grünow, nel nord della Germania, ed è stata preceduta da una conferenza stampa tenutasi a Berlino. Lo slogan è:“La raccolta in una nuova dimensione”. Come ha fatto presente Carlo Lambro, Brand President di New Holland Agriculture, con il lancio di questa macchina di grandissimo impatto il brand di Cnh Industrial ha voluto celebrare 40 anni di tecnologia Twin Rotor, visto che la prima mietitrebbia New Holland a rotore, la TR70, risale al 1975. In campo anche le già note rotopresse Roll Belt allestite però con l’ActiveSweep, un roNonostante il trend di mertore appositamente sviluppato che,in sostituzione del sistema precedente a forche alicato non favorevole (nel sementatrici, trasferisce il prodotto direttamente dal pick-up alla camera di pressatura condo trimestre del 2014 i con un trattamento delicato. ricavi di vendita netti delle macchine per l’agricoltura del gruppo hanno fatto redel claim “Rispettare la terra per colgistrare rispetto allo stesso periodo Più di 1.200 milioni tivare il futuro”. Grande attenzione, del 2013 un calo del 2,3%, dovuto a di dollari investiti infine, da parte del brand di Cnh Inminori volumi), New Holland Agridustrial alla formazione dei propri culture conta nel 2014 di migliorare ogni anno in ricerca dealer, con l’introduzione, accanto al ulteriormente le proprie market sha“Service Plus”, del nuovo programma re. Per quel che riguarda la regione Eame una crescita è prevista nei trat- caso alla produzione di mietitrebbie “Harvest Master” espressamente detori ed anche nella fienagione, in di piccola taglia, con o senza cabina, dicato ai rivenditori di mietitrebbie, virtù soprattutto delle nuove roto- e nel secondo a quella di trattori e big baler e trincia semoventi, e all’aspresse, mentre nel comparto delle rotopresse. Lo stesso dicasi per la sistenza alla clientela, ottimizzata anmietitrebbie, dove è in atto un calo Turchia dove TürkTraktör, la joint che grazie anche ad una logistica dei generalizzato (fatta eccezione per venture tra Cnh Industrial e Koç Hol- ricambi che permette di processare Asia e Pacifico) ci si attende il mante- ding, ha inaugurato di recente il suo gli ordini di approvvigionamento in secondo stabilimento destinato alla tempi record con fornitura nello stesnimento delle posizioni. Un atteggiamento fiducioso che de- produzione di trattori Case IH e so giorno per quelli ricevuti prima riva dall’appartenenza del brand New Holland Agriculture per i clien- delle 9 della mattina. Accanto alla CR 10.90 hanno esordito in campo le New Holland ad un gruppo che ha ti locali e per l’esportazione. sempre premuto sul pedale dell'in- Le buone performance conseguite su mietitrebbie convenzionali CX5000 novazione, con più di 1.200 milioni scala mondiale dovrebbero consenti- e CX6000 Elevation, caratterizzate di dollari investiti ogni anno in ricer- re di compensare gli squilibri che dal nuovo cassone crivellante Tripleca e sviluppo e 7.700 brevetti regi- possono verificarsi a livello territo- Clean, con sistema a tripla caduta che strati. Ad una espansione su scala riale, ha spiegato Lambro, che si è an- aumenta del 15% la capacità di puliglobale dovrebbe contribuire anche che soffermato sulla scelta della so- zia della granella, ed il nuovo modella realizzazione in alcuni mercati stenibilità, filo conduttore della pre- lo entry level TC4.90 a quattro scuochiave, come l’India e la Cina, di nuo- senza di New Holland Agriculture al- tipaglia, per le aziende di medie e vi stabilimenti, destinati nel primo l’Expo milanese del 2015 all’insegna piccole dimensioni. 48| MONDO AGRICOLO|SETTEMBRE 2014


C7206 e C7206 TS a 6 scuotipaglia. A questi si affiancano due modelli per la collina, C7205 TSB e C7206 TSB. La gamma C7000 è stata progettata per migliorare la produttività di chi opera su superfici di media estensione, con soluzioni tecniche che ne garantiscono la massima efficienza produttiva minimizzando i tempi morti nel passaggio da un prodotto ad un altro ed assicurando il minimo consumo di carburante. Tra gli elementi chiave troviamo i controbattitori a segmenti sostituibili in pochi minuti, la regolazione indipendente a controllo elettrico del contro battitore, il battitore ad elevata inerzia, il lanciatore a velocità sincronizzata per evitare rotture di granella. Il rinnovato sistema trebC7000. Questa nuova generazione di biante Maxi Crop con Turbo Separatomacchine è stata progettata sin nei mi- re permette una velocità di trebbiatunimi dettagli per rispondere alle esi- ra elevata anche su campi ad alta progenze di produttività e polivalenza. duttività, nel rispetto della migliore Ogni particolare è stato pensato per qualità e pulizia della granella e della assicurare la massima affidabilità e du- massima integrità della paglia, permetrata. Quattro i modelli da piano: tendo la raccolta anche in condizioni C7205 e C7205 TS a 5 scuotipaglia, difficili e con elevata umidità. (C. P.)

Produttività e polivalenza

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ame Deutz-Fahr ha scelto il palcoscenico francese di Innovagri, la grande manifestazione in campo che si è svolta a Outarville per presentare in anteprima, a un anno esatto dal lancio della Serie C9000, la gamma


A T T U A L I TÀ M O T O R I

Lavorazioni ridotte

Coltivatore CLC pro Cut con dischiera frontale FCD (3 metri) e rullo Actipack

Viste all’opera le nuove macchine Kverneland che coniugano sostenibilità ed elettronica

di Barbara Mengozzi

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on solo tante nuove macchine in campo ma anche utili consigli dispensati alla clientela sulla scelta delle attrezzature meglio rispondenti ai dettami della nuova Pac che, nel secondo pilastro (nuovi Psr), ha confermato e rafforzato le misure di sostegno ai sistemi di lavorazione ridotta (sodo, lavorazioni combinate, minime lavorazioni e strip tiller), nell’ottica di diminuire l’impatto dei mezzi tecnici sull’ambiente. È stata questa la formula scelta da Kverneland Group Italia in occasione della giornata formativa “What’s next in the field”, organizzata lo scorso lu-

È importante scegliere attrezzature adeguate ai dettami della Pac glio a Solferino, in provincia di Mantova, alla presenza di un nutrito gruppo di dealer e clienti finali. Un evento che ha offerto la possibilità di vedere all’opera in anteprima assoluta per il mercato Italia – e in qualche caso per quello europeo – ben 14 macchine, tra le più rappresentative della gamma Kverneland per la lavorazione del terreno e la semina e tutte provviste di un importante valore aggiunto che abbina alla sostenibilità soluzioni eletroniche all’avanguardia. In primo piano tra le preview novità Eima 2014 nel segmento della minima lavorazione la combinazione formata dall’erpice a dischi compatto Qualidisc Farmer da 4 metri e dal nuovissimo rullo Actiflex: un’attrezzatura per il ripasso (con profondità di lavoro fino a 8 centimetri) offerta con larghezze di lavoro da 3 a 6 metri ed abbinabile a trattori da 90 a 180 cavalli. Con l’occhio rivolto alle aziende medio-piccole, rispetto ai modelli Qualidisc già in commercio il peso è stato ridotto del 15%, per diminuire la compattazione del terreno, e la struttura del telaio è stata rinnovata ed ottimizzata per un facile sollevamento. Il Qualidisc Farmer può essere combinato con una seminatrice a-drill 200 o 500 per formare cover crops o greening in un’unica passata durante il processo di rimozione delle stoppie. Risponde alla richiesta di attrezzature per la minima lavorazione verticale del terreno senza rivoltamento della fetta, finalizzata a migliorare il tasso di sostanza organica del suolo e la fertilità, il nuovo coltivatore CLC pro Cut a due file di denti, con dischiera di taglio frontale FCD regolabile idraulicamente. Adatto ai trattori con potenze fino a 350 cavalli, presenta una larghezza di lavoro compresa fra i 3 e i 3,5 metri nella versione rigida e tra i 4 e i 4,50 metri in quella pieghevole. In combinazione con il rullo Actipack o


con il nuovo rullo Actiflex permette di rifinire il terreno con una sola passata per poi seminare subito dopo. Grande interesse ha riscosso il nuovo Kultistrip per la lavorazione a strisce (strip-till): un settore nel quale il ritardo di Kverneland rispetto ai competitor nella messa a punto di un’attrezzatura ad hoc è controbilanciato dal fatto di poter disporre oggi di una macchina sviluppata su misura per il mercato europeo. La caratteristica del Kultistrip è la successione di diversi attrezzi che servono per preparare il terreno in un certo modo e favorirne il riscaldamento e la buona germinazione d’emergenza del seme. Da segnalare, ancora, sul fronte delle seminatrici, l’esordio della seminatrice universale U-Drill, una macchina trainata offerta per ora con larghezza di lavoro di 6 metri, che, oltre a garantire buone performance su terreni difficili, ben si inserisce nelle logiche della nuova Pac effettuando la preparazione del letto di semina, il livellamen-

to, il riconsolidamento, la semina e pressione in un unico passaggio. Per finire, vista l’importanza di una corretta gestione degli stocchi, un cenno agli ultimissimi modelli di trinciastocchi marcati Kverneland, ovvero l’interessante combinazione trincia frontale FRD da 2,8 metri (utilizzabile

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ORGANIZZAZIONE E TERRITORIO

LUCANIA INCONTRO ITALIA-CINA

In provincia di Matera, a Bernalda, presso l’azienda “Masserie Cardillo”, Confagricoltura Basilicata ha ospitato, per un incontro conviviale, il console della Repubblica Popolare Cinese Li Bin, il presidente dell’Associazione “Italy China Friendship” Yan Wang, il direttore generale del Dipartimento Agricoltura Giovanni Oliva e i dirigenti della Regione Basilicata. Gli agricoltori lucani hanno potuto presentare e far assaggiare alcuni prodotti tipici locali (dalla carne ai formaggi, dai prodotti sott'olio al ficotto, a vari tipi di vino Doc materano, per concludere con la frutta del metapontino). "Queste occasioni – hanno sostenuto Antonio Sonnessa e Beniamino Spada, rispettivamente presidenti di Potenza e Matera servono a far apprezzare ancor più i frutti della Basilicata al mercato estero. Ringraziamo la Regione ed il Dipartimento Agricoltura, che hanno permesso all’importante delegazione cinese di conoscere e apprezzare le nostre eccellenze”. Il console Li Bin ha fatto presente come la Cina abbia incrementato, nell’ultimo anno, le importazioni di prodotti come vini, oli, formaggi e acque minerali e il trend è ancora in crescita. 52| MONDO AGRICOLO | SETTEMBRE 2014

di Elisabetta Tufarelli

IMPEGNO AMBIENTALE DI CONFAGRICOLTURA SALERNO

Clean up the World

Confagricoltura Salerno è impegnata, assieme a Legambiente, in ‘Puliamo il mondo’. Per tre giorni 2 6 , 2 7 e 2 8 settembre, gli imprenditori agricoli associati, con i loro collaboratori, si sono impegnati – in particolare- a rimuovere i rifiuti lungo i bordi della strada Aversana, nel tratto tra Battipaglia e Eboli, armati di guanti e ramazza, utilizzando anche trattori e mezzi agricoli. Una via che attraversa un territorio agricolo importantissimo, quello della Piana del Sele. “Puliamo il Mondo” è una delle maggiori campagne di volontariato ambientale nel mondo, conosciuta come ‘Clean up the World’. E’ una iniziativa che permette di liberare dai rifiuti e dall'incuria i territori di molte città del mondo. “Viaggiamo spediti. Sono i prodotti agricoli di questo territorio che hanno determinato, nell’ultimo anno, un aumento del 1 5 % dell’export dell’agroalimentare della nostra provincia. Per noi imprenditori del settore primario – osserva il presidente della Confagricoltura provinciale, Rosario Rago - agricoltura, ambiente e so-

stenibilità hanno un legame fortissimo e logico. La nostra Piana ha un territorio molto fertile, che va promosso e tutelato, non a caso è definita la California d’Italia”. Qui, infatti, come ricorda Rosario Rago, si fa un’agricoltura d’eccellenza, a partire dalla mozzarella di bufala. Un territorio di circa 5 0 0 chilometri quadrati che vanta migliaia di imprese agricole, più di cinquemila ettari di serre, ma non solo. E’ qui che si producono eccellenze in tutti i comparti: dall’olivicolo al vitivinicolo, dal lattiero-caseario all’allevamento, dall’orticultura alla produzione di fragole. “Ma uno dei comparti in maggiore crescita è quello della produzione d’insalate pronte per il consumo che, da solo, ha più di tremila ettari di serre dedicate”. Confagricoltura Salerno testimonia il proprio impegno per la più grande giornata di volontariato ambientale che si svolge nel nostro Paese. “Abbiamo voluto dimostrare – conclude Rago - la nostra attenzione per l’ambiente, consapevoli della bellezza, del valore e dell’importanza del nostro territorio”.


CONFAGRICOLTURA ROVIGO

Risicoltori aiutano il rugby

A S IEN A B ICOCCH I PRESIDENTE

Giuseppe Bicocchi è il nuovo Presidente dell’Unione Provinciale Agricoltori di Siena. Coniugato e padre di tre figli, è amministratore della società agricola “Di Torri” a Rosia, dove produce cereali e vino. “L’agricoltore – sottolinea – deve essere libero di fare impresa, chiaramente nel rispetto delle norme e delle regole, nel modo che preferisce. Non ci devono essere modelli ingessati”. Confagricoltura Rovigo: un defibrillatore al Rugby Frassinelle, dono dei Risicoltori del Delta del Po. Sono dieci, quasi tutte operanti nel comune di Porto Tolle, le aziende agricole che hanno costituito da una decina d’anni la società consortile “Risicoltori Polesani”, punto di riferimento per la trasformazione e la vendita del Riso del delta del Po. I Risicoltori Polesani oltre a coltivare e commercializzare le varietà Arborio, Baldo e il pregiato Carnaroli (riso di altissima qualità contraddistinto dal marchio europeo IGP, Indicazione geografica protetta) e promuovere il prodotto riso su tutto il territorio regionale, già in passato si sono prodigati con azioni concrete a sostegno di realtà sia locali, sia al di fuori dei confini nazionali. “Lo sport è importante per la formazione dei giovani che faranno parte della nostra futura società, per questo cerchiamo di dare anche noi un contributo migliorando la sicurezza in campo”, ha affermato il vicepresidente dei risicoltori del Delta del Po, Terenzio Finotti, al

termine della conferenza stampa per la presentazione della quarta edizione della Festa del Riso organizzata dalla Pro Loco e dal Comune di Porto Tolle, consegnando il defibrillatore. I produttori polesani non sono nuovi a questo tipo di iniziative, in collaborazione Confagricoltura Rovigo. “L’anno scorso – ha ricordato Finotti -abbiamo partecipato alla costruzione di una scuola a Malindi, in Kenya”. Per il settore agricolo hanno partecipato alla realizzazione di un importante progetto agronomico in favore di una popolazione del Burkina Faso. I risicoltori hanno anche sponsorizzato la ‘Maratonina del Delta del Po’,distribuendo a tutti i partecipanti 7 0 0 confezioni di riso. “Voglio ringraziare anch’io i Risicoltori Polesani che hanno regalato un defibrillatore al Rugby Frassinelle. La forza di una comunità e la solidarietà nascono e crescono anche su gesti come questo, che esprimono il senso e il valore di appartenenza ad un territorio”. Ha commentato il governatore del Veneto, Luca Zaia.

SELVAGGI AL VERTICE A CATANIA

Giovanni è il nuovo presidente di Confagricoltura Catania. Agrotecnico iscritto all’Albo, sposato e padre di una bimba, ha iniziato giovanissimo nell'azienda di famiglia, a carattere prettamente olivicolo, a Vizzini, in provincia di Catania. Nel 2000 ha implementato l’attività imprenditoriale dedicandosi al settore ortofrutticolo. È anche componente nazionale della giunta dei giovani di Confagricoltura. SETTEMBRE 2014| MONDO AGRICOLO |53


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L’offensiva Giovani dell’Anga parte con il road show L’OBIETTIVO È DI CONSOLIDARE LA BASE ED I RAPPORTI NUCLEO/TERRITORIO

I

n un mondo senza tante certezze, soprattutto per i gio- tante dell’apprendistato (potenziando i tirocini professiovani, alcuni punti fermi il settore agricolo li offre. Primo nali e i viaggi studio) e della formazione, con particolare enfra tutti la terra, l’emblema della concretezza e dell’eco- fasi sulle tecniche di comunicazione e marketing associatinomia reale per antonomasia. Poi c’è da considerare che ol- vo, partendo dal presupposto che l’attività del dirigente di tre il 17% del Pil italiano viene dal settore agroalimentare e, un’organizzazione è fondata anche sulle capacità di saperinfine, che lo spazio in agricoltura – in contrasto con tanti si relazionare. Sul fronte esterno la programmazione per il settori e professioni ormai saturi - c’è. Basti considerare che prossimo appuntamento di Expo. In partnership con i Giole imprese del settore primario nelle mani delle nuove ge- vani di Federalimentare, il Cnr, la Rete degli Istituti Agrari e nerazioni non arrivano a degli Istituti Alberghieri, I L C O M M E N T O 59.000, mentre ben il 72,4% Unimed e il Miur è stato orè condotto da un ultracinganizzato un programma di Abbiamo al nostro attivo punti già quantenne e che il settore workshop sulle ‘filiere intelsegnati e ci fa piacere, ma non presenta un bilancio decisaligenti’ . Ovviamente non è possiamo fermarci ai primi passi e mente positivo in termini di mancata l’azione sul fronte la strada da fare è ancora lunga. tasso di evoluzione delle impolitico e quello istituzionaDi positivo c’è che per i giovani lo prese, in tutti i comparti. le. Lo sforzo organizzativo spazio ci sarebbe ed è pure ampio. E’ da queste basi che è pardei giovani di ConfagricolOvviamente occorre saperselo tita ‘l’offensiva verde’ lanciatura è stato premiato. guadagnare e certamente anche Hanno chiesto ed ottenuto ta l’Anga. A partire dal prosmeritare. Siamo in ballo e ci tocca ballare. O in altro i mutui a tasso zero per i simo ”road show”, serrato e senso – anche se il significato è lo stesso - abbiamo messo tanta nuova carne al fuoco: le tappe del Road giovani imprenditori sotto i scadenzato, di azioni, con Show, gli eventi di avvicinamento ad Expo e quelli con le 40 anni, riservati non solo a l’intento di consolidare la scuole solo per fare qualche esempio. Ma non possiamo chi si insedia, ma anche a base ed i rapporti ‘sedere sugli allori’ per le vittorie dei mutui a tasso zero, coloro che imprenditori nucleo/territorio, per proné per la liberalizzazione dei terreni demaniali. agricoli lo sono già, ma inmuovere il ricambio generaContinuiamo incessantemente l’attività sindacale e tendono sviluppare e conzionale. E’ stata avviata istituzionale per le giovani imprese, come la nostra solidare la propria impresa. un’intensa azione sindacale proposta per il Collegato agricolo o per la legge di Così come ha iniziato a pora supporto delle Imprese Stabilità 2015 che, se approvata, aiuterà e velocizzerà il tare i suoi frutti la vecchia Giovani e sono partiti proricambio generazionale, motivando gli over 65 a inserire battaglia Anga di rendere digetti a cascata, tendenziali giovani. sponibili per i giovani le mente autosufficienti, anRaffaele Maiorano Presidente Nazionale Anga terre demaniali. che se coordinati. Si è posto Elisabetta Tufarelli l’accento sul ruolo imporSETTEMBRE 2014 | MONDO AGRICOLO |55


MANTOVA

INTERNORD SU RISO E PRODOTTI ITTICI

Alla “Millenaria” agricoltura e moda

Il Grande Fiume che avvicina all’Expo

L’agricoltura sale in passerella dando vita ad un inedito connubio con la moda, celebrando i settori che rappresentano l’eccellenza del made in Italy. Questo il significato della sfilata, organizzata dall’Anga e Agia-Cia, alla Fiera Millenaria di Gonzaga, nell’Ex Convento di Santa Maria. Gli abiti indossati dalle modelle erano soprendentemente decorati, non con lustrini, ma con insalata, canapa e altri prodotti tipici del mantovano. Da delizia per gli occhi, poi, i protagonisti della sfilata di moda sono tornati a essere una delizia anche per il palato. A fine evento si sono potute degustare le primizie locali, come la birra alla lavanda, il salame mantovano o meloni IGP, forniti rigorosamente dalle aziende del territorio. Non nasconde la sua soddisfazione il presidente di Confagricoltura Mantova Pietro Angeli, il quale ha dichiarato: «La sfilata è riuscita perfettamente, a riprova del fatto che l’impegno profuso è stato riconosciuto e apprezzato». Angeli, poi, ha sottolineato la sinergia con i giovani della Cia: «Ci siamo trovati molto bene, è nata un’ottima intesa e siamo felici di aver collaborato con loro». (Alessandro De Luca) 56 | MONDO AGRICOLO | SETTEMBRE 2014

Il Grande Fiume è stato l’ideale filo conduttore per i Giovani di Confagricoltura delle regioni del Nord, a Taglio di Po (RO). Nella suggestiva cornice del Museo della bonifica di Ca' Vendramin, il confronto interno e la programmazione delle attività future, sono stati coordinati dai rappresentanti nazionali Francesca Picasso e Piergiovanni Ferrarese; al loro fianco, i ‘padroni di casa’ Chiara Sattin, presidente Anga Veneto e Federico Visentini, di quella di Rovigo. L'attenzione si è concentrata sui decreti #Campo Libero e #Terrevive, gli aggiornamenti Pac, la programmazione del Road Show, gli eventi di avvicinamento ad Expo 2015, la partecipazione al Gec e il prossimo lancio di Food Made In, la piattaforma di e-commerce per la vendita dei prodotti agroalimentari delle aziende associate. Chiara Sattin ha introdotto i lavori del convegno che ha visto protagonista l'acqua come ricchezza per il territorio, ma anche terreno di coltura. “La scelta di questo tema – ha spiegato è l'inizio del percorso di avvicinamento alle tematiche di Expo 2015. Riso e prodotti ittici sono due risorse fondamentali per l'alimentazione del domani, che aprono grandi opportunità specialmente per i giovani imprenditori”. L'argomento è stato affrontato in tutti i suoi

aspetti da Fabrizio Ferro, presidente del Consorzio di Bonifica Delta del Po, Michele Pellizzato, biologo e ricercatore, e Massimo Chiarelli, direttore di Confagricoltura Rovigo. Le conclusioni - per molti "a sorpresa"- sono state tratte dal presidente di Confagricoltura, Mario Guidi. Dopo l’aggiornamento sull'impegno dell’Organizzazione per ridisegnare un nuovo sistema agricolo orientato al mercato, Guidi ha incoraggiato i giovani a proseguire nel loro impegno sindacale e professionale. In serata un'insolita e piacevole cena didattica, all'Agriturismo la Presa, sui tagli della carne e sui relativi metodi di cottura. La mattina del sabato è stata dedicata alla visita dell'azienda Agricola Forte, specializzata in disidratazione dell'erba medica, che fornisce a tutto il territorio nazionale e che esporta. Infine, una gita in barca ha permesso di apprezzare il fascino discreto del paesaggio lagunare della Sacca del Canarin, dove il Po finalmente abbraccia l'Adriatico. “Una terra complessa, accogliente, a forte vocazione agricola - ha commentato Francesca Picasso - che ha fatto da sfondo ad un momento importante di crescita sindacale. I tanti ragazzi nuovi, attivi e propositivi sono frutto di un lavoro deciso, paziente in spirito di ‘squadra’ “.


INTERSUD SU NUOVA PAC E CONTRATTI DI FILIERA

FORMAZIONE

Bio e greening, esperienze a confronto

Stage in azienda negli Stati Uniti ed in Australia

L’interregionale che ha riunito a Ginosa (TA), i quadri dirigenti dei Giovani di Confagricoltura di tutte le regioni meridionali, si è soffermato sulla Pac e sul mercato. Apprezzato l’incontro con Paolo La Cava, responsabile acquisti Barilla per l'area sud, che ha illustrato i grandi vantaggi e le opportunità dei “contratti di filiera” nel settore cerealicolo, ma anche i requisiti su cui deve essere impostata la produzione dei cereali che dovranno essere poi venduti a un buyer internazionale come il Gruppo Barilla. Il convegno "Nuova PAC: bio e greening, esperienze a confronto”, ha visto la partecipazione di numerosi agricoltori. I lavori, moderati da Francesco de Filippis, presidente Giovani di Confagricoltura Taranto sono stati aperti dai saluti di Vito De Palma, sindaco di Ginosa, Luca Lazzàro, presidente Confagricoltura Taranto, Rocco Caliandro, presidente Anga Puglia, e Giovanni Selvaggi, componente del comitato presidenza Giovani di Confagricoltura. «Con questa Pac–ha affermato il vicepresidente Anga Filippo Schiavone- avremo più ombre che luci. Avrebbe potuto e dovuto premiare i veri agricoltori e riformare completamente il sistema agricolo, affrontando finalmente il maggiore problema che hanno gli agricoltori: le crisi di mercato, invece così non è stato». In pra-

tica, al di là di qualche piccolo possibile “aggiustamento” tecnico, l’impianto di base della nuova politica agricola è stato ormai stabilito. Mario Salvi, dell’Area economica Confagricoltura, ne ha illustrato gli indirizzi generali, sottolineando come, aumentando gli ettari ammissibili ai pagamenti diretti e riducendo i beneficiari, ammettendo solo gli agricoltori “attivi”, inevitabilmente si realizzerà una selezione. Per gli agricoltori italiani questi due fenomeni comporteranno una progressiva riduzione del pagamento diretto per ettaro che partirà, nel 2015, con il 15%, fino ad arrivare nel 2020 al 30%. La nuova politica agricola impone soprattutto un maggior impegno ambientale, legando il 30% del pagamento diretto, al “comportamento virtuoso” dell’agricoltore. Tra questi l’abbandono della gestione monocolturale dei fondi in favore di una più diversificata o la destinazione del 5% dei seminativi al cosiddetto “focus ecologico” (usi ambientali come coltivazioni che arricchiscano organicamente la “zolla” o utilizzi per la tutela e la valorizzazione di elementi del cosiddetto “paesaggio rurale”). A chiusura dei lavori sono state esaminate le possibilità che offrono le colture biologiche con Giuseppe Tarantini, consigliere di amministrazione della “OP Jonica Bio”.

L’Anga offre stage formativi in Usa e in Australia. Sono aperte le iscrizioni per partecipare alla vendemmia in Australia. Per partecipare è necessario conoscere l’inglese, non superare i 30 anni, essere specializzati in Enologia o Viticoltura o aver partecipato almeno ad una vendemmia. Le partenze sono previste da gennaio a marzo. Il tirocinio è retribuito. Negli Stati Uniti l’offerta di stage è vasta. Per la viticoltura si può ‘sognare’ la California, ma ci sono numerose opportunità anche nella valle di Willamette in Oregon e della valle di Yakima, Washington. I tirocini durano 3-4 mesi, ma è possibile uno stage di 12 mesi. Per gli altri settori agricoli si può spaziare dalle campagne di raccolta su macchinari John Deere agli allevamenti di suini; stage in frutticoltura e garden center, dalla costruzione e gestione dei campi da golf alla ricerca sugli alberi da frutto o sul grano. E’ possibile partecipare al programma in collaborazione con l’US Forest Service. Opportunità anche nei ranch in Iowa, Illinois, o Minnesota. I tirocini durano da 3 a 18 mesi e possono prevedere la frequenza di un trimestre presso una Università americana. Info: anga@confagricoltura.it SETTEMBRE 2014 | MONDO AGRICOLO |57


CAMPI ROSA di Elisabetta Tufarelli

Un programma d’azione per conciliare impegni professionali e familiari Mar ia Pia Pir ic ò

La situazione economica non aiuta, in generale, la condizione femminile. L'Istat, nel “Rapporto annuale sul Paese”, fotografa l'evoluzione dell'economia italiana e sottolinea come peggiori e diventi sempre più difficile conciliare gli impregni professionali e familiari delle donne. La IV Conferenza mondiale sulle donne (Pechino 1 9 9 5 ) stabiliva la verifica ogni cinque anni delMar ina Di Muzio l’attuazione del “Programma d’Azione” per ogni Paese che l’aveva sottoscritto. A giugno 2 0 1 4 il governo italiano ha invia“Fare rete tra le imprenditrici all’interno to il proprio rapporto 2 0 0 9 -2 0 1 4 all’ONU. del nostro sistema è fondamentale e darà “Ma – ha osservato il presidente di Confarisultati concreti”. Di Muzio lo ha messo in gricoltura Donna Marina Di Muzio – evidenza nell’ambito dell’ultimo Comitato numerose associazioni femminili lo riten- Direttivo di Confagricoltura. “In tale ottica gono un quadro parziale della realtà che – ha osservato - occorre che le imprendivivono ogni giorno le donne in Italia ed trici conoscano le opportunità a loro riserhanno presentato un documento alternati- vate all’interno dei diversi piani di sviluppo vo” (entrambi i dossier sono visibili online, rurale. Opportunità che vanno colte. L’imquello del governo sul portale www.unepegno di Confagricoltura Donna sul terrice.org e quello di Uniwomen all’indirizzo torio è forte e determinato e sta crescendo www.unwomen.org). con l’obiettivo di radicarci sempre di più”.

GRANDE SUCCESSO per la V tappa della “Maratona delle Imprenditrici verso Expo 2015”. organizzata da Confagricoltura Donna Liguria, presso “aMaccia” azienda agricola” a Ranzo (Im). La presidente regionale Silvia Parodi ha ricordato che l’evento è un itinerario di visite guidate ad aziende agricole ‘in rosa’ che si distinguono per attività ed assetti innovativi, per farle conoscere anche al pubblico di Expo 2015. Silvia Par odi Le “padrone di casa”, Loredana Faraldi e Carlotta Carminati, hanno presentato l’azienda agricola con una visita guidata alle cantine: 12 ettari di terreno quasi esclusivamente coltivati a vigneto, con produzioni di Pigato, Rossese, vini Doc tipici liguri, e oliveto con produzione di olio extra vergine di oliva monocultivar taggiasca e DOP. La “Maratona delle imprenditrici verso Expo 2015”, ha fatto tappa in Piemonte nell’azienda agricola Cascina Monsignore di Vicoforte (CN), gestita da Maria Teresa Ballauri, vicepresidente regionale. La presidente regionale, Maria Teresa Melchior, ha illustrato le iniziative per Expo 2015. Apprezzatissima la visita ai vigneti e alla cantina Cascina Monsignore che domina le colline di Vicoforte e il buffet di prodotti delle imprese associate. 58| MONDO AGRICOLO |SETTEMBRE 2014

CONFAGRI DONNE SICILIA Costituita Confagricoltura Donna Sicilia. Maria Pia Piricò, imprenditrice cerealicola di Caltanissetta è stata nominata presidente. Fanno inoltre parte del primo Consiglio direttivo Valentina Gagliardo Briuccia, Vittoria Piccolo, Maria Elisabeth Modica, Francesca Simonte e Dorotea Di Quattro. Negli ultimi anni, ed in controtendenza con tutti gli indicatori statistici, la presenza di donne alla guida di imprese ha seguito un trend positivo. In Sicilia, secondo gli ultimi dati rilevati da UnionCamere, su un totale di oltre 25 mila aziende condotte al femminile, il settore agricolo si posiziona, con il 29%, al terzo posto della speciale classifica, subito dopo quelli dei servizi e delle attività socio-sanitarie. ASSEMBLEA CALABRIA Vivace e molto partecipata l'Assemblea ordinaria, per il rinnovo delle cariche, di Confagricoltura Donna Calabria. Paola Granata, di Cosenza, è stata confermata presidente e vicepresidente l'imprenditrice Caterina Patrizia Morano. Entrano a far parte del consiglio: Lucia Talotta (CZ), Anna Maria Cortose(VV). Tesoriere Dulce Maria Barbosa Leite (brasiliana di origine,ma imprenditrice del cosentino per scelta). “Occorre continuare – ha detto Paola Granata -ad essere coese e propositive per riuscire ad affrontare sempre meglio le problematiche che gravano sul nostro già difficile lavoro”.


The Good Growth Plan

Gli impegni concreti per il futuro dell’agricoltura. Come unico Gruppo mondiale interamente dedicato all’agricoltura siamo consapevoli che in futuro una delle maggiori sfide per il nostro pianeta sarà soddisfare in modo sostenibile il fabbisogno alimentare di una popolazione in rapida crescita a fronte di risorse naturali sempre più scarse. Nei prossimi cinquant’anni il mondo dovrà produrre una quantità di cibo superiore a quella prodotta negli ultimi diecimila anni, mentre l’erosione dei suoli causata dai cambiamenti climatici e dall’urbanizzazione ridurrà progressivamente i terreni coltivabili. In Syngenta crediamo sia assolutamente necessario promuovere un cambiamento radicale nella produzione agricola, indirizzandola sui binari di una intensificazione colturale sostenibile, mettendo al centro della nostra azione l’imperativo categorico del “produrre di più con meno risorse”. Da qui nasce The Good Growth Plan - Gli impegni concreti per il futuro dell’agricoltura - un programma lanciato globalmente da Syngenta il 19 settembre 2013 che rappresenta il nostro impegno per la sicurezza alimentare e la sostenibilità del pianeta. The Good Growth Plan consiste in un piano di azioni concrete e misurabili con cui Syngenta vuole dimostrare che agricoltura e salvaguardia dell’ambiente possono coesistere e che l’aumento della produzione agricola può avvenire in modo sostenibile, senza spreco di risorse.

The Good Growth Plan contribuisce a cambiare il modo di fare agricoltura e fissa 6 impegni da raggiungere entro il 2020:

1

Aumentare la produttività media delle colture del 20% senza utilizzare più risorse naturali e mezzi tecnici per l’agricoltura

2

Migliorare la fertilità di 10 milioni di ettari di terreno agricolo a rischio degrado

3

Arricchire la biodiversità di 5 milioni di ettari di terreno agricolo

4

Aumentare la produttività agricola del 50% di 20 milioni di piccoli produttori, in particolare nei paesi in via di sviluppo

5

Formare 20 milioni di agricoltori sulla sicurezza sul lavoro, in particolare nei paesi in via di sviluppo

6

Garantire condizioni di lavoro eque in tutta la nostra rete di fornitori.

Un pianeta. Sei impegni. Scopri di più su www.goodgrowthplan.com

Anche noi, come Syngenta in Italia, siamo chiamati a dare il nostro contributo al sistema agricolo nazionale valorizzando la tipicità delle nostre produzioni e ponendoci al fianco di tutti gli operatori che ogni giorno lavorano per esportare nel mondo la qualità dei prodotti agroalimentari “Made in Italy”. Per far ciò, includeremo questi impegni concreti nelle nostre attività che, a partire dal 1° gennaio 2014, saranno ancor più connesse ed integrate grazie alla fusione societaria dei due rami d’Azienda Syngenta Crop Protection S.p.A. e Syngenta Seeds S.p.A. in un unico soggetto che assumerà la denominazione di Syngenta Italia S.p.A. La nascita di Syngenta Italia S.p.A. è molto di più di un semplice cambiamento legale e societario. Questo nuovo assetto racchiude in sé lo spirito d’innovazione che da sempre caratterizza la nostra Azienda come leader nel settore dell’Agribusiness e, grazie all’unicità nell’agire scaturito da questa nuova struttura, faciliterà il lavoro che siamo chiamati a svolgere per tradurre The Good Growth Plan in realtà.

t Sementi t Agrofarmaci t Insetti ausiliari t Servizi ad alto valore aggiunto t Programmi di Agricoltura Responsabile

TM


OVER 60

di Elisabetta Tufarelli

Pensioni: indagine Cupla sul potere d’acquisto Negli ultimi 15 anni il potere d’acquisto delle pensioni ha subito una diminuzione del 30%, che si somma anche all’effetto del fiscal drag monetario”. Lo ha osservato Angelo Santori, segretario nazionale degli ‘over 60’ di Confagricoltura. Una vera e propria denuncia suffragata dai dati della ricerca commissionata dal Coordinamento Unitario Pensionati Lavoratori Autonomi (Cupla), di cui i pensionati di Confagricoltura fanno parte, al CER (Centro Europa Ricerche), dalla quale si evincono tutti i numeri dell’emergenza pensioni. Lo studio mette in evidenza come proprio gli anziani siano una delle categorie più colpite dagli gli effetti della crisi. L’indagine, presentata alla stampa e al pubblico, costituisce, al tempo stesso, un’ importante base di riflessione per le Istituzioni e un insieme

di proposte dei pensionati lavoratori autonomi. Santori sottolinea il contributo importantissimo al territorio e alle aziende degli agricoltori con i ‘capelli bianchi’ e si sofferma sul problema delle pensioni in agricoltura. “Come coordinamento ritenia-

“LA SOLITUDINE crea agli anziani più danni delle ristrettezze economiche e dell'obesità”. Ne è convinto assertore lo psicologo americano John Cacioppo, che ha presentato in un convegno i risultati delle ricerche condotte con i suoi colleghi all'Università di Chicago. L’analisi si è soffermata sull'effetto di relazioni interpersonali soddisfacenti per lo sviluppo della resilienza -la capacità di superare le difficoltà e di uscirne in qualche modo fortificati – ed ha dimostrato il legame tra la solitudine e l'aumento della pressione sanguigna, dei livelli del cortisolo – l'ormone dello stress - al risveglio e dei sintomi della depressione. Non solo, i ricercatori hanno scoperto che la solitudine altera l'espressione dei geni nelle cellule del sistema immunitario e compromette il benessere generale degli anziani. Soprattutto nelle grandi metropoli e nelle città, le persone anziane si trovano, purtroppo spesso, ad avere timore verso un ambiente spesso ostile. I fatti di cronaca su aggressioni e furti, le testimonianze da parte di vicini, familiari o amici, le stesse esperienze subite, minano l’equilibrio che faticosamente l’anziano tenta di costruirsi. L’isolamento ha un impatto circa doppio rispetto a quello dell'obesità e non molto diverso da quello delle difficoltà finanziare, che aumentano il rischio di morire prematuramente del 19%. Il problema è accentuato in presenza di alcuni disturbi tipicamente associati all'invecchiamento, come la perdita della vista o dell'udito. Cacioppo e colleghi hanno precisato che l’effetto non dipende dal fatto di vivere da soli, ma dalla capacità di mantenere relazioni sociali. Per questo – secondo gli studiosi - è fondamentale continuare a mantenere vive le relazioni interpersonali, condividendo parte del proprio tempo con familiari ed amici. 60| MONDO AGRICOLO|SETTEMBRE 2014

mo importante individuare, prima che la situazione precipiti in allarme sociale, uno specifico meccanismo di rivalutazione automatica delle pensioni che tenga conto delle variazioni dei prezzi attraverso la definizione di uno specifico “paniere” per gli anziani, che includa i generi per loro di prima necessità e modalità di aggancio alla dinamica salariale”. In Italia quasi la metà dei pensionati, circa 7,4 milioni, vivono in una condizione di semipovertà con redditi da pensione per un importo mensile inferiore a 1.000 euro. I pensionati con trattamento al minimo, circa 500 euro mensili, in Italia sono circa 2,2 milioni. “Siamo coscienti - conclude il segretario nazionale degli over 60 di Confagricoltura - della difficoltà del Governo di reperire le risorse necessarie, ma è diventato indispensabile considerare i pensionati e gli anziani nelle scelte di politica economica. Ci troviamo in un circolo vizioso da cui occorre uscire. E’ certo che se la parte più numerosa dei cittadini vede contrarsi continuamente la propria capacità di spesa è difficile uscire dalla crisi”.


Il nuovo Eldorado? Sorpresa, è l’Italia I giovani italiani fuggono all’estero, ma sarebbero in arrivo pensionati che desiderano trascorrere la vecchiaia nel Bel Paese. Quindi non solo partono giovani con la valigia alla ricerca del lavoro che non c’è o anziani che emigrano in Paesi dove è possibile vivere con mille euro in maniera agiata. L'Italia, secondo agenzie specializzate e riviste internazionali è il posto migliore per andare in pensione e il Paese europeo più seducente. Tutti concordano che dopo una vita di lavoro e sacrifici, vale la pena di trasferirsi in Italia per trascorrere gli ultimi anni di vita. I motivi sono identificati in modi molto diversi. Per Business Insider abbiamo i punteggi più alti per la salute e la qualità complessiva della vita. L'Huffington Post sottolinea come i paesi e i borghi oltre ad essere bellissimi e caratteristici, offrano la possibilità di ritirarsi a prezzi accessibili, godendo anche di ottimo cibo e di un clima temperato. A parere di International Living ritirarsi da pensionati in Italia è un sogno tra arte e paesaggi ‘splendidamente diversi’. Tutti concordano nel non scegliere le grandi città ‘magari da visitare fuori stagione. Alcuni propongono Calitri (AV), Domodossola (VB) e Ascoli Piceno, altri la Sardegna, la Puglia e la Sicilia, ma anche la Liguria e i paesi del nord est e dell’Emilia - Romagna. L'Associazione Americana dei Pensionati

sceglie le Marche, definita come una bella terra di vigneti, montagne innevate e splendide spiagge, che vanta di alcuni dei migliori piatti di pesce in Europa. Anche il Wall Street Journal privilegia l'Italia. La sua preferenza va a Lucca, grazie al fascino della sua piccola cittadina e all’Abruzzo, una regione che vanta molti centri collinari di grande bellezza e fascino, ricca di cultura, storia e romanticismo, a prezzi che anche i pensionati che lavorano con budget modesti possono permettersi di abbracciare. E i siti americani sottolineano che la sanità italiana è la seconda al mondo (quella USA è solo trentasettesima). Quali gli altri atout? Atmosfera e cibo eccellente. Le sfide? Secondo gli americani sono le troppe scartoffie e le tasse da cui – concordano tutti – nella “bella Italia” è impossibile scappare.

STARE SEDUTI fa male. L'endocrinologo americano James Levine ha pubblicato: “Alzati: Perché la tua sedia ti sta uccidendo”, elencando vere e proprie ‘patologie della sedia’: diabete, ictus, cardiopatie, declino cognitivo. Abbandonarsi in poltrona o divano troppo a lungo, a parere di Levine, non è certo la causa di queste malattie, ma certamente ne favorisce l’insorgenza. Secondo l’endocrinologo americano non è sufficiente fare attività fisica moderata per almeno 30 minuti al giorno. Occorre, soprattutto nella terza età, alzarsi almeno 10 minuti ogni ora, per fare lavori di giardinaggio o semplicemente dedicarsi a qualche attività domestica, come spolverare o piegare la biancheria. E ancora, se si sta al telefono, meglio un cordless, perché permette di camminare in casa mentre si parla. E per i film, la cui durata è sempre superiore a un'ora? Una cylette posizionata davanti alla tv potrebbe essere la soluzione, perchè le attuali linee guida sul movimento fisico nella terza età vengono seguite con difficoltà anche dai soggetti più motivati per il poco tempo a disposizione.

P R O VE DI MEMORIA La sola idea di dover mettere alla prova la propria memoria fa sentire più vecchi, aumentando significativamente l'età percepita dagli individui anziani. Gli esperimenti condotti alla Texas A&M University (College Station, Usa), dimostrano come, il contesto in cui si vive influenzi, anche in modo significativo, quanto ci si senta anziani. Così, dover partecipare a test della memoria o pensare di dovervi partecipare fa sentire più vecchi. Questo effetto, però, non si riscontra quando agli anziani viene chiesto di mettere alla prova le proprie conoscenze lessicali. Sarebbero gli stereotipi associati all'invecchiamento ad influenzare l'età percepita dagli anziani – addirittura può cambiare in cinque minuti ed è importante nel determinare la salute fisica e psicologica nella terza età. Fondamentale diventa l’approccio in termini di salute: rimarcare continuamente la possibilità di problemi, come la memoria, potrebbe peggiorare senza alcun motivo reale lo stato di salute. SETTEMBRE 2014| MONDO AGRICOLO |61


PATRONATO di Carlo Rosati

Campagna di verifica dell’estratto contro dei dipendenti pubblici Il Super INPS ha confermato di recente l’avvio del progetto di migliorare e consolidare la banca dati delle posizioni assicurative dei dipendenti pubblici – gestione ex Inpdap – ed ha fornito le informazioni di tale iniziativa, che interesserà, complessivamente, oltre 3.400.000 lavoratori e lavoratrici. Obiettivo della campagna dell’Inps è fare in modo che la posizione assicurativa del pubblico dipendente rispecchi in modo corretto e completo la sua situazione contributiva, come già avviene per i lavoratori del settore privato, in modo che il lavoratore e la lavoratrice interessati possano conoscere esattamente il loro

patrimonio contributivo. La campagna ha già previsto una prima fase sperimentale, che ha

PRIORITÀ IMMIGRAZIONE L'immigrazione è una delle priorità del programma del semestre italiano di presidenza del Consiglio dell’UE. Questi gli obiettivi:invitare l’Unione europea a concentrare la propria attenzione sul coordinamento delle azioni intraprese dagli Stati membri; sostenere gli sforzi di “Frontex” per concludere accordi di cooperazione operativa con i Paesi terzi in materia di controllo delle frontiere e di lotta contro l’immigrazione irregolare; migliorare la capacità di attrazione dell’Unione europea e promuovere la “circolazione di cervelli”, capace di contribuire alla crescita dell’UE e dei Paesi terzi; riconoscimento delle decisioni nazionali in materia di protezione internazionale e di libera circolazione dei beneficiari di protezione, ivi compreso il diritto di lavorare in qualsiasi Stato dell’Unione europea. 62|MONDO AGRICOLO| SETTEMBRE 2014

interessato una minima parte di lavoratori ed una seconda fase – iniziata a settembre e che si concluderà a gennaio 2017 - nella quale verrà coinvolta gradualmente l’intera platea degli assicurati ex Inpdap. Nella lettera verranno richiamate la posizione assicurativa dell’interessato, le eventuali incongruenze presenti, le modalità con le quali potrà procedere alla segnalazione delle carenze ed all’invio della documentazione utile per l’aggiornamento dell’estratto contributivo, anche attraverso il patrocinio gratuito del Patronato, che, ancora una volta, assumerà un ruolo fondamentale nel prestare assistenza e consulenza a favore dei lavoratori e delle lavoratrici. Scopi fondamentali della campagna ridurre i tempi di erogazione delle prestazioni previdenziali a favore degli assicurati ex Inpdap e avviare un nuovo e più strutturato sistema di accredito dei contributi, ovvero che contestualizzi la posizione contributiva già durante la vita lavorativa dell’iscritto e non più a ridosso della pensione.



AGRITURISMO di Veronica Mazzanti

IMPRESE AGGREGATE PER ACQUISTI, SERVIZI, PROMOZIONE, OCCUPAZIONE

Contratto di rete tra aziende agrituristiche È nata,nel Lazio,la prima rete di aziende agrituristiche che promuovono l'agricoltura e il territorio dal punto vista ambientale,culturale e turistico. Questo innovativo contratto di rete, siglato tra cinque aziende agricole ed agrituristiche, sostenuto da Confagricoltura Lazio e nazionale, ha l’obiettivo di dare più forza alla produzione, all’immagine, all’attività e alla professionalità delle imprese partecipanti. “Siamo orgogliosi di essere stati i pionieri in questo tipo di forma aggregativa. Le nostre imprese hanno scelto di essere più efficienti ed hanno condiviso l’importanza di unire le forze per raggiungere risultati importanti ed essere un vero motore di promozione del territorio. Il nostro obiettivo è quello di incoraggiare sempre più queste aggregazioni all’interno del sistema confederale, per sostenere i nostri associati e valorizzare le produzioni di qualità”. Questo il commento di Cosimo Melacca, presidente Agriturist, che ha sottolineato anche la necessità di diffondere capillarmente le opportunità della ‘Rete’, soprattutto perché, permettendo specifiche azioni di promozione integrata dedicata ad una pluralità di sistemi di qualità, di itinerari culturali e archeologici, riesce a legare insieme le innumerevoli attrattive che contraddistinguono l’Italia Minore. Le firmatarie della rete laziale di imprese “Terre della Farnesia64| MONDO AGRICOLO | SETTEMBRE 2014

na” sono le aziende agricole biologiche “La Turchina” e “La Viola” rispettivamente di Loretta e Maria Lorenza Di Simone, le aziende agrituristiche biologiche “Fattorie Poggio Nebbia”, di Anna e Sabrina Cedrini e l’azienda agricola biologica “Mandriola dei Cavalli”, di Alessio Di Carlo. “Il futuro – ha rimarcato il presidente di Agriturist - passa indissolubilmente dalle filiere e dalle forme di aggregazione più innovative,

in grado di dare maggiore competitività alle nostre imprese, come i contratti di rete. Ci sono infinite possibilità di creare sul territorio itinerari culturali, artistici, naturalistici, archeologici e di enogastronomia, che possono essere percorsi attraverso i nostri agriturismi”. Grazie alla costituzione della rete, le imprese avranno maggiore competitività perché potranno suddividere i costi per l’acquisto delle materie prime e quindi imporsi nei confronti dei fornitori a cui potranno chiedere l’applicazione di prezzi più convenienti. Viene semplificato anche lo scambio del personale, perché questi contratti permettono distacchi e assunzioni congiunte. Ulteriori vantaggi sono arrivati dal Dl competitività (v.servizio alle pagine 36 e 37 di questo numero di Mondo Agricolo, ndr).



VINO

AZIENDA PIETRADOLCE DEI FRATELLI FARO

Archineri, il vino della donna vulcano Paradigmatico della rinascita del mondo vitivinicolo siciliano, il comprensorio dell’Etna sa regalare vendemmia dopo vendemmia vini che sono saliti alla ribalta internazionale per la loro rimarchevole finezza associata a vigoroso carattere. Vini decisamente unici grazie alle peculiari caratteristiche pedoclimatiche di quest’angolo di Trinacria alle pendici del vulcano più alto d’Europa, talmente variegate da dar vita – di vigna in vigna della stessa zona – a cru diversi, ma sempre dotati della mineralità e della sapidità elargite dalla terra vulcanica e dell’acidità conferita dall’altitudine, con tutta la ricchezza aromatica dei grappoli cresciuti al sole esaltata dalle escursioni termiche tra giorno e notte. Un grande terroir, insomma, capace di incantare molti con i suoi segni di una lava antica, i bellissimi paesaggi, i terrazzamenti e oggi animato dalla presenza di numerosi nuovi impianti

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di vigneto e di giovani cantine interessate alla qualità e al legame con il territorio che stanno vivendo con slancio la nuova era enoica dell’isola. La paternità di alcune tra le migliori espressioni della viticoltura etnea spetta senza dubbio a Pietradolce, prestigiosa azienda vitivinicola forte di 1 3 ettari di vocatissime e seducenti vigne distribuiti ad altezze di 700-900 metri sul livello del mare tra varie contrade del versante nord dell’Etna in territorio di Solicchiata, frazione del comune di Castiglione di Sicilia. A crearla nel 2005 è stato Michele Faro insieme al fratello Mario, ultima generazione di una famiglia da secoli legata a questa terra e nome di punta in Europa nell’ambito dell’attività florovivaistica (il gruppo catanese Faro esporta piante ornamentali in ben sessanta Paesi). Una decisione, quella di fare i vini del vulcano, che ha il sapore di un ritorno alle radici familiari («nostro nonno era un piccolo vignaiolo del territorio») sostenuto da un profondo rispetto per la tradizione vitivinicola dell’Etna e da idee produttive chiare e coraggiose in nome dei massimi traguardi qualitativi. Da qui la scelta di cimentarsi soltanto con vitigni autoctoni, Nerello Mascalese e Carricante in primis, in vigne popolate in gran parte da piante centenarie pre-fillossera e allevate ad alberello, ovvero il sistema più ancestrale per la vite. «Siamo fermamente convinti che una simile maturità delle viti consenta risultati di eccellenza – commenta Michele Faro –. Naturalmente coltivare vigne così vecchie,

nella tipica forma etnea e su piccole terrazze scoscese, impone costi ed impegno amplificati rispetto ai sistemi di allevamento moderni, ma quello che ci spinge è una grande passione e siamo contenti di portare avanti la nostra visione». Tanta passione, sensibilità e perizia al servizio delle uve tipiche del luogo, con il valore aggiunto della sapiente mano in cantina dell’enologo Carlo Ferrini, decretano la nascita degli apprezzati vini di Pietradolce, tutti emozionanti e di alto profilo, rivestiti della icastica etichetta raffigurante la silhouette della donna-vulcano, evocativa della loro doppia anima fatta di infuocato nerbo e di grazia. A partire dal perfetto connubio di eleganza e forza rappresentato dal vino di esordio dell’azienda catanese: l’Archineri Etna Rosso, pluridecorato Nerello Mascalese in purezza proveniente per lo più da vigne vetuste ad alberello – ma anche da altre viti di circa cinquant’anni di età allevate a spalliera – poggiate su suolo sabbioso con abbondante presenza di scheletro. La raccolta manuale delle uve cade nella seconda decade di ottobre e alla vinificazione in acciaio seguono la maturazione per 14 mesi in tonneaux di rovere francese e sei mesi di affinamento in bottiglia. Il colore è rubino ed i profumi sono raffinati, decisi e complessi, con caratteristici sentori di piccoli frutti rossi e note affumicate e floreali in evidenza. Avvolgente al palato, sfodera struttura di razza, tannino ricco e fine, lunghissima persistenza. Barbara Mengozzi


IL RELAIS “DONNA CARMELA” DI PIANTE FARO

Relax e buona cucina tra i profumi del vivaio Se non si è andati a “Donna Carmela” è impossibile immaginare cosa significhi un soggiorno in un vivaio. Sì, perché questo relais si trova all’interno di un’ azienda vivaistica, leader in Europa per piante mediterranea e tropicali, Piante Faro. Oltre 5000 esemplari, dall’Abutilon all’Agave, dai Ficus ai Cisti, dalle Opuntiae agli agrumi ornamentali. E poi palme, piante grasse, prati, giardini, fiori. Forme, colori e profumi irripetibili che conferiscono a questo luogo un fascino e un’atmosfera unici. Siamo a Carrubo di Riposto, alle spalle l’Etna, il vulcano attivo più alto d'Europa, coperto dal verde dei boschi, solcato dalle lave rosso fuoco, imbiancato dalla neve invernale. Di fronte, la costa della Sicilia orientale, che dalla nera scogliera di Catania guarda alle spiagge sabbiose di Taormina. Una posizione ideale per scoprire i più importanti siti d'interesse culturale e gli scenari naturali di questa parte dell’isola: le vestigia di Siracusa, il barocco di Acireale, il mistero di Piazza Armerina, la storia di Catania, il fascino di Taormina, le bellezze dell'Etna. Ma anche un luogo dove rilassarsi immersi nella natura e nel verde. Sedici camere, una diversa dall’altra per spazi e arredi tutti di altissimo pregio, curate nei minimi dettagli e una dépendance incastonata fra le piante e i fiori del vivaio. Una piscina, un giardino con bar che consente anche una breve pausa pranzo. Un bel ristorante, aperto anche al pubblico, con un menù à la carte che propone piatti tipici alla scoperta del territorio, per gustare sapori e profumi dell'antica tradizione sici-

La zona destinata agli eventi del relais “Donna Carmela liana. In cucina Andrea Filadelfo la possibilità di scegliere tra le Macca, 32 anni, catanese, con un migliori etichette dell'Etna e della lungo ed importante curriculum alle Sicilia. Oltre, naturalmente, a quelle spalle. Dalla prestigiosa catena inter- dell’azienda che, sull’Etna, a Castinazionale di ristoranti “Bice”, all’Oglione di Sicilia, sul versante Nord steria “I tre bicchieri” di Catania, per del vulcano, produce vini di grandisarrivare al “Duomo” di Ciccio Sulta- sima qualità, come il Pietradolce no, che ha influenzato notevolmente Archineri. il suo approccio alla cucina. E tra le tante cose da fare, a Donna Dalla Sicilia in Piemonte alla Carmela, c’è proprio la visita ai “Locanda Canevari”, vigneti, con un’ inee poi di nuovo nella dita degustazione MAIALINO NERO FARCITO sua terra nel ristoguidata, non in canrante “La cucina di tina ma in mezzo ai Donna Carmela”. grappoli, dal bravisL'attenzione nella simo direttore di sala scelta dei prodotti ed esperto sommesempre freschi e prelier Emanuele Fiovalentemente locali, retti, con una lunga la passione e la cura esperienza in noti nella preparazione, ristoranti ed enotefanno di ognuno dei che italiane, che Con il Pietradolce Archineri Andrea Filadelfo Macca propone Maialino suoi piatti un piccoaccompagna gli ospinero dei Nebrodi farcito, con salsa di lo capolavoro di ti in un percorso melone cantalupo e patate Ratte al gusto. gustativo straordinasale. La carta dei vini dà rio. Gabriella Bechi SETTEMBRE 2014| MONDO AGRICOLO |67


BUONO A SAPERSI...

L’AUTOBIOGRAFIA DI CINO RICCI,IL MARINAIO PIÛ AMATO

Il sogno di Azzurra, l’Italia vittoriosa sui mari

C

ino Ricci, parafrasando lo navigazione alla vela ed alle granslogan di una pubblicità, di regate. Tra l’altro ha scritto I senz’altro è il più amato dei colori dell’oceano, con Simone marinai italiani. A settembre ha Bianchetti. Ho sposato l’oceano compiuto 80 anni ma il regalo ce lo con Inbar Meytsar, Assolvete ha fatto lui: la sua autobiografia, L’Andrea Doria; questo nuovo scritta a quattro mani con il giorna- libro l’ha voluto fortemente; da lista de “La Stampa” Fabio Pozzo: cinque anni a questa parte accarezzava l’idea di realizzarlo ma “Odiavo i velisti” (Longanesi & C, l’ex skipper era riottoso. Poi si è collana “I Libri del Mare”, 280 pagilasciato convincere avendo la voglia ne, 16.40 €). Titolo curioso per lo di far chiarezza su fatti non sempre skipper della mitica “Azzurra” con riportati dalla stampa in modo corcui nel 1983 partecipò alla Coppa America, portandola in semifinale e retto. Ad esempio c’è la tendenza a facendoci sognare con il trionfo ita- dare i meriti dei successi di Azzurra all’Aga Khan; invece, la scintilla che lico sui mari. «I velisti all’inizio mi stavano sulle palle, con le loro scuo- fece nascere tutto fu l’incontro con Gianni Agnelli. le di vela di élite – racconta con il Nel libro ci sono pagine avvincenti suo inconfondibile accento romagnolo Cino -. Io sono nato a Rimini, sull’origine dell’ “avventura” di Azzurra. Tutto ebbe inizio nel feble barche le ho conosciute con i braio del 1981 in una fredda Toripescatori». Il libro ripercorre la sua no, quando Cino uscì da un palazvita: la guerra, il mare, la vela, zotto grigio di Corso Marconi 10 Azzurra, le amicizie importanti. per mettersi al volante, in direzione Passò dalle barche dei pescatori ai lancioni e alle derive dell'Adriatico per il trasporto dei turisti. A trent'anni scoprì quindi il mondo delle regate e dal 1965 al 1980 fa competizioni su barche d'altura in tutti i mari del Mondo spesso in rappresentative nazionali. Fabio Pozzo è un giornalista competente che segue da sempre i temi legati al GianniAgnelli mare, dalla nautica allo e Cino Ricci shipping, dalla storia della

68| MONDO AGRICOLO | SETTEMBRE 2014

di Forlì. Negli uffici che aveva appena lasciato, era stata presa la decisione che gli cambierà la vita. È lì che aveva appena parlato con Gianni Agnelli. Al volante rivide la scena; in principio l’Avvocato era un po’ scettico, ma poi cominciò a crederci. «Sì, Ricci, le credo, è un buon progetto. La facciamo, ma dobbiamo trovare gli sponsor. Chi ci mettiamo? Alza il telefono, che rimane a mezz’aria, mi guarda e quasi indovinando il mio pensiero… No, no, la Fiat no… E si fa passare Barilla, Cinzano… Dice a tutti che si fa la Coppa America. Io sono sorpreso. Non dice vedremo, mi lasci pensare. No, dice proprio “si fa”. Con una raccomandazione soltanto, però: Ricci, non andiamo a fare la figura dei cioccolatai». Ricci è un leader nato e due anni dopo, con l’equipaggio di “Azzurra”, salirà sul podio dell’ America’s Cup. (M. M.)


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TRIPLO COFANETTO CON LE MUSICHE PER IL CINEMA

L’hammond cinematografico di Emerson Per festeggiare i 70 anni (li compie il 2 novembre) di Keith Emerson - grande tastierista inglese, uno dei padri fondatori del rock progressive ed un innovatore nell’uso dell’organo hammond - L’Esoteric Recordings, ha pubblicato il cofanetto triplo “At the movies”. L’etichetta inglese di Mark Powell negli anni scorsi aveva acquisito i diritti del catalogo Manticore (la label inglese di proprietà di Greg Lake degli Emerson, Lake & Palmer), portando alla luce dischi spettacolari. Il tastierista - che è stato un innovatore nell’uso dell’organo hammond, con performance anche visivamente spettacolari - cessata la fortunata esperienza degli E.L.P. si avventurò nel

mondo del cinema come autore di musiche per il cinema. Il box inglese raccoglie le soundtrack per sette film. La prima esperienza fu la colonna sonora per il thriller “Inferno” (1980) diretto da Dario Argento, che dopo la collaborazione con i Goblin, scelse le tastiere di Emerson per le sue atmosfere da incubo. Le altre composizioni riguardano le pellicole: “Nighthawks” (1981), “Harmagedon” (1983), “Muderock” (1984),“Best Revenge” (1984), “La Chiesa” (1989) e, da ultimo nel 2004, “Godzilla Final Wars”. La musica di Keith è sempre stata incisiva e sa ben

sposarsi a thriller, film d’animazione e d’azione; con le tastiere riesce a sottolineare momenti salienti e sa essere efficace ed esaltante. Davvero prezioso questo cofanetto che ci permette di ascoltare tutte assieme le sue performance, ponendo in luce tecnica e passione dell’artista. Da sottolineare che nel box è compreso un corposo booklet con fotografie ed il racconto dell’artista. Gli album di Esoteric Recordings sono distribuiti in Italia da Audioglobe ma si possono acquistare pure online, ad esempio su Amazon.

Le canzoni biodiverse di Andrea Tich L’immagine di copertina raffigura un paesaggio spettrale/spaziale, essenziale ma “strano” con oggetti geometrici e neri, uniche presenze in questo ambiente così particolare; fuori la finestra una scia luminosa rossa. Torna il cantautore Andrea Tich con l’album “Una cometa di sangue” (Snowdonia, www.snowdonia.it) . Artista, negli anni ’70, della scuderia Cramps di Gianni Sassi. Le canzoni “strane”, o più

precisamente non allineate, di Tich sono nate in un lunghissimo arco di tempo (alcune sono state scritte addirittura negli anni ’70); brani che hanno attraversato la barriera del

I VENT’ANNI DI KONSEQUENZ ED I TRECENTO DI NICCOL JOMMELLI

Girolamo De Simone tra Settecento e elettronica Gli anniversari si intersecano: compie vent’anni “Konsequenz”, la carismatica factory culturale (rivista, concerti, ensemble, cd) fondata nel 1994 a Napoli da Girolamo De Simone. Trecento anni fa, il 10 settembre 1714, nasceva ad Aversa il compositore Niccolò Jommelli (1714-1774). Girolamo De Simone è l’altra faccia di Napoli quella della musica contemporanea, sperimentale, colta, d’avanguardia. In omaggio a Jommelli incide “Jommelli Granular”. Se nel precedente “ScarlAct” il compositore napoletano aveva esplorato la “dissonanza” partendo da centinaia di frammenti 70| MONDO AGRICOLO|SETTEMBRE 2014

tempo. Strano cantare l’amore, strano pubblicare un CD, addirittura doppio, in tempi di musica liquida, strano aprire i cassetti della memoria in epoche in cui non ci sono nostalgie… La rivoluzione delle cose semplici, del quotidiano, dei sentimenti, di squarci di verità. Brani essenziali ma intensi di post-psiche-delia , di atmosfere sospese, galleg-gianti, che fanno della diversità, anzi della biodiversità, una bandiera.

Niccolò Jommelli Sublimazione della vibrazione

pianistici mutuati dalle Sonate di Scarlatti, nel nuovo disco propone un aggiornamento della “consonanza” di Niccolò Jommelli, attraverso la sintesi additiva granulare. Il risultato è una musica d’atmosfera, contrappuntata da inserimenti del clavicordo, unico strumento a tastiera capace di riprodurre un vibrato delle corde percosse, il cosiddetto ‘Bebung’, che diventa nel lavoro di De Simone una sublimazione della vibrazione, metafonia che rallenta il tempo. Il disco è aperto da alcuni brani pianistici ispirati via via all’antica Armenia, ai canti antifonali, agli arcaici inni cristiani siriani.


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