Mondo agricolo 7-8

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PAC: IN CAMMINO VERSO IL 2020 • INCONTRO CON I GIORNALISTI • PROGETTO VIVA PER L’ECO-VINO • ALLA CAMERA SULLE FATTORIE SOCIALI • SEMINATRICI DA SODO • POMPEI, IL VINO ANTICO • CONVEGNO ASSOFRANTOI • SCIENZA DA TOCCARE



L’ E D I T O R I A L E

Quando sostenibilità fa rima con sviluppo

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uella della sostenibilità potrebbe sembrare una moda esplosa in questi ultimi anni, lanciata da una corrente ecologista che ha preso piede nei diversi contesti, politico, sociale, economico e culturale. Ad una riflessione realistica e profonda, però, bisogna riconoscere che parlare di sostenibilità, iniziando a rivedere alcuni comportamenti e processi produttivi nell’ottica della sua valorizzazione, è necessario e doveroso. Così come lo è preoccuparsi ed occuparsi delle sorti del pianeta, di uno sviluppo imponente a fronte di risorse limitate. La sostenibilità è quel principio in base al quale si riesce ad assicurare il soddisfacimento dei bisogni presenti, senza compromettere la possibilità per le generazioni future di soddisfare i propri. Alla base dello stesso, quindi, vi è un grande senso di responsabilità, verso noi stessi, verso il pianeta e verso i figli a cui lo consegneremo. Parliamo quindi di un principio conservativo che, a primo impatto, potrebbe sembrare inconciliabile con l'idea di produttività. Tutt’altro. Parliamo di due dimensioni che possono e devono coesistere. Oggi, visto il fabbisogno sempre crescente di risorse dovuto all’aumento demografico, incrementare le produzioni, in primis con riferimento ai prodotti agricoli, è un imperativo a cui non ci si può sottrarre. E produrre di più, in modo sostenibile, senza compromettere le risorse del futuro, è possibile grazie alla ricerca e all’innovazione, che giocano un ruolo sulla cui centralità, specie per il nostro settore, teniamo a richiamare costantemente l’attenzione. Perché una cultura della sostenibilità e un nuovo modo di fare agricoltura si diffondano, occorre condividere le conoscenze e le “buone pratiche”, alla base dell’attività d’impresa. La nostra azione ci vede sempre più impegnati a coinvolgere le nostre imprese nell’adozione di processi produttivi sostenibili, come dimostra il progetto “Produttività e sostenibilità delle imprese agricole” che sarà presentato in agosto al meeting di Rimini. Obiettivo del progetto è quello di far emergere percorsi di sostenibilità già avviati dalle imprese agricole associate, favorendone la condivisione attraverso la rete confederale e fornire lo spunto per avviarne di nuovi. Per contribuire, tutti insieme, ad una crescita sostenibile dell'agricoltura italiana. Una crescita possibile, come più volte abbiamo tenuto a sostenere. Su questo fronte, per una corretta ed ampia informazione, è stato predisposto sul nostro sito istituzionale uno spazio specifico, “EcoCloud – la rete delle idee sostenibili” concepito come momento di confronto delle diverse conoscenze ed innovazioni, delle esperienze già maturate e di quelle che si potranno sviluppare. Questo progetto costituisce il punto di partenza di una strategia di ampio respiro sulla responsabilità, che non si esaurirà una volta costituita la prima versione del catalogo, ma continuerà a svilupparsi progressivamente. Il percorso che vogliamo costruire è condiviso e ad ampio raggio, con un’attenzione costante al tema ed ai benefici che da esso, per tutti, potranno scaturire. Dove, se non in agricoltura, realizzare percorsi improntati alla sostenibilità, ambientale ma anche sociale ed economica, innescare meccanismi virtuosi con l’ utilizzo di materiali naturali, rigenerabili velocemente, dunque, promuovere uno sviluppo efficiente e responsabile? Si tratta di un dovere professionale, un vero e proprio impegno etico a cui non possiamo né vogliamo sottrarci, perché abbiamo “preso in prestito” il mondo dai nostri figli e dobbiamo impegnarci a “riconsegnarlo” loro nelle migliori condizioni possibili. Sviluppato e sostenibile. Mario Guidi

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SOMMARIO L’EDITORIALE Quando sostenibilità fa rima con sviluppo Mario Guidi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Acqua con le ali Gaetano Menna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30

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Energia a ciclo chiuso Elisabetta Tufarelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34 Viva l’eco-vino Gabriella Bechi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39 La valle del bio-yogurt Andrea Sampietro. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42 Biodiversità a bordo campo Claudio Pietraforte. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48

Direttore responsabile GABRIELLA BECHI Coordinatore di Redazione GAETANO MENNA Editrice Sepe Presidente DIANA THEODOLI PALLINI Direzione, Redazione e Amministrazione Corso Vittorio Emanuele II, 101 00186 Roma Tel. +39.06.6852329 mondo.agricolo@confagricoltura.it

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PRIMO PIANO EUROPA Il cammino verso il 2020 Vincenzo Lenucci. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 Vigna senza diritti? R.M.A. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 ATTUALITÀ EVENTI A Monza il trampolino di lancio di Expo 2015 Gaetano Menna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16

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L’INTERVISTA NUNZIA DE GIROLAMO «Parole d’ordine: meno fisco e regole più semplici» Gabriella Bechi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18

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ZOOM MECCANIZZAZIONE Strategiche seminatrici da sodo Barbara Mengozzi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 58 ATTUALITÀ PRODOTTI L’olio con la carta d’identità Elisabetta Tufarelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64

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CLAUDIO PIETRAFORTE

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Notiziario Energia Sostenibilità ....53 Mappamondo Vigneti .............56

FOCUS SOSTENIBILITÀ Una nuvola per le buone idee Donato Rotundo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 Il borgo dell’equilibrio Gabriella Bechi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27

Anga Tavolo giovani ..............69 Over 60 Pensioni .................72 Campi rosa Associazione Umbria ...74 Agriturismo Ambiente ...........76

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PRIMO PIANO EUROPA

Il cammino verso il 2020


Per la riforma della Pac si è trovato l’accordo politico. Ora si attende l’affinamento dei testi normativi, poi l’adozione dei regolamenti applicativi e infine il delicato recepimento nazionale

omogenee nel caso in cui lo Stato membro preferirà suddividere il suo territorio in ‘regioni’ con pagamenti differenziati. Per l’Italia si tratterebbe di una somma di poco superiore ai 200 euro per ettaro, cui si sommerebbe un ulteriore importo intorno ai 100 euro, che costituiscono il nuo-

Per la prima volta la riforma negoziata “a tre”, con ruolo attivo del Parlamento europeo

di Vincenzo Lenucci

vo pagamento di “inverdimento” (ovvero greening) collegato a tre impegni di natura ambientali che gli agricoltori beneficiari dovranno rispettare: la presenza di due (per le aziende tra 10 e 30 ettari) o tre (per le azienon la maratona del 24 -26 de con più di 30 ettari) specie di segiugno, si è concluso il minativo coltivati; il divieto di connegoziato che ha portato versione di foraggere permanenti; la all’accordo politico sulla destinazione – per le aziende con suriforma della Pac “verso il perficie superiore a 15 ettari - del 5% 2020”. E’ la prima volta della superficie agricola (escluse foche la riforma viene negoziata “a tre” raggere ed arboree nonché, a certe in codecisione, con la partecipazio- condizioni, anche le colture in somne attiva del Parlamento europeo mersione) ad “aree a focus ecologiche non si è limitato ad esprimere un co”: in pratica terre a riposo, siepi, parere non vincolante ed ha affian- terrazzamenti, elementi paesaggisticato Commissione europea e Consi- ci, per tutelare la biodiversità e il paeglio dei Ministri UE. In complesso saggio. Sempre sulla medesima suuna riforma che vale oltre 50 miliar- perficie si potranno sommare anche: di di euro per l’Italia nel periodo una maggiorazione del pagamento di 2014-2020 e che riscrive quasi com- base (max 25%) per i giovani agricoltori con meno di 40 anni per i primi pletamente le norme. Pagamenti diretti. Si tratta del capito- cinque anni dal primo insediamento; lo più cospicuo in termini finanziari un premio per le superfici in aree (due terzi della spesa, pari a oltre 25 con vincoli naturali, un “pagamento miliardi nei prossimi sette anni per redistributivo” sui primi ettari dichial’Italia). Con la riforma è stato deciso rati ed un eventuale premio “accopdi ricalcolare tutti i diritti disaccop- piato” (sul tipo degli attuali pagapiati che sinora erano legati alla sto- menti “articolo 68”) a particolari proricità dei pagamenti percepiti da cia- duzioni che in alcune aree/paesi soscun agricoltore in un determinato no in difficoltà e necessitano di tale periodo passato (in genere il triennio pagamento per garantire il loro po2000-2002). Dal 2015 - oppure con la tenziale. I pagamenti diretti saranno necessaria gradualità, secondo un erogati con selettività: saranno infatti percorso che lo Stato membro può esclusivamente a disposizione degli costruirsi a suo piacimento (“con- “agricoltori attivi” che gestiscono vergenza”) - si passerà ad un importo con una minima manutenzione, defifisso per ettaro uguale per tutto il ter- nita dagli Stati membri, le superfici ritorio nazionale o distinto per aree naturalmente vocate alla coltivazione

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PRIMO PIANO EUROPA

LE PAROLE CHIAVE DELLA RIFORMA SOSTENIBILITÀ

INNOVAZIONE 45,5 miliardi

Obiettivo: sostenibilità, tutela della biodiversità, mitigazione e adattamento al cambiamento climatico

Obiettivo: investimenti, progettualità, riorganizzazione delle filiere, aumento degli stock di capitali GIOVANI 500 milioni

Obiettivo: favorire l’accesso agli under 40

ed alla produzione foraggera. Il regolamento precisa poi che non sono agricoltori attivi: gli aeroporti, le ferrovie, le società immobiliari etc. nonché quei soggetti – persone fisiche o giuridiche - che in base a criteri fissati da ciascuno Stato membro svolgono un’attività agricola irrilevante rispetto alla loro attività economica complessiva. Il requisito di agricoltore attivo non si verifica comunque al di sotto di una determinata soglia fis-

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AUTONOMIA

110-120 miliardi

LA SPESA COMUNITARIA PER L’AGRICOLTURA

La spesa comunitaria per l’agricoltura italiana nel periodo 20142020 assommerà a circa 52 miliardi di euro, pari a 8 miliardi circa per anno, così suddivisi: 26 miliardi erogati come pagamenti diretti (versati per ogni ettaro di superficie agricola); 7 miliardi per interventi di mercato a favore di varie filiere; 19 miliardi (compresa la quota di cofinanziamento nazionale) per le misure di sviluppo rurale. Tali risorse destinate all’agricoltura italiana generano un valore aggiunto di circa 250 miliardi l’anno tra fase produttiva primaria e attività collegate a monte e a valle: complessivamente, poco meno del 20% del Pil nazionale. 10| MONDO AGRICOLO |LUGLIO-AGOSTO 2013

Obiettivo: minore dipendenza dall’estero, migliorando l’auto-approvvigionamento di AGGREGAZIONE materie prime Obiettivo: maggiore importate. aggregazione, per una filiera più efficiente Le inefficienze delle filiere assommano a circa 8-12 miliardi di euro l’anno

Scelte strategiche in Italia entro metà dell’anno prossimo Riforma a regime dal 2015 sata dallo Stato membro e che non supera in ogni caso i 5mila euro. Si dovranno ridurre gli importi sopra una determinata soglia (degressività) con percentuali anche crescenti (sino al 100%: capping o plafonamento) a discrezione dello Stato membro. Rimane invece confermata la soglia di pagamento minimo a 100 euro/domanda, elevabile, per l’Italia, sino a 400 euro. Una novità è infine costituita da un regime con un importo forfettario fissato dallo Stato membro tra 500 e 1250 euro destinato ai “piccoli produttori” che hanno diritto a pagamenti di piccola entità. Tale importo forfettario sostituisce tutti i pagamenti diretti concedibili e non comporta obblighi di greening. La riforma poi prevede importanti novità nella cosiddetta “Ocm unica” che regolamenta i mercati. Stabilisce la fine delle quote latte nel 2015, la fine delle quote zucchero nel 2017 traccia un phasing out dei diritti di impianto vitivinicoli in portafoglio, che verrebbero di fatto confermati sino al 2020, con una graduale transizione ad un sistema di “autorizzazioni” nazionali.

Soprattutto, l’Ocm unica conferma le regole ed i finanziamenti per tre settori importanti dell’agricoltura italiana: l’ortofrutta (per questo comparto saranno presentate dopo l’estate alcune proposte di riforma), il vitivinicolo e l’olivicolo e punta a riequilibrare la filiera con l’aggregazione dei produttori promuovendo le OP ed il loro ruolo, anche in termini di contrattazione collettiva del prodotto. Per talune produzioni si potrà programmare la produzione (formaggi e, d’ora in poi, anche prosciutti a denominazione di origine) e derogare ai principi della libera concorrenza. Infine, la riforma conferma la struttura complessiva dello sviluppo rurale, che sarà applicato traguardando gli obiettivi della strategia di “Europa 2020” per una crescita “intelligente, sostenibile ed inclusiva”; ci si attende quindi una serie di iniziative nell’ambito dell’economia della conoscenza (quindi ricerca e innovazione applicate ai processi produttivi), della sostenibilità (con misure a tutela dell’ambiente e per adattare il sistema agricolo al cambiamento climatico nonché per fronteggiarlo) e della inclusione sociale (con azioni per ridurre le differenze nel tenore di vita della popolazione comunitaria e per favorire l’occupazione stabile). Anche lo sviluppo rurale, come i pagamenti diretti, sarà “green” e selettivo: almeno il 30% delle risorse dovrà infatti essere destinato a misure agro ambientali, biologico, forestazione etc.; e così molti pagamenti di misure di sviluppo rurale saranno riservati ai soli “agricoltori attivi”. Una novità dello sviluppo rurale sarà il finanziamento delle azioni per la “gestione del rischio”: praticamente dal 2015 i contributi sia per le misure di assicurazione agevolata per le calamità naturali (oggi finanziate con vari strumenti nonché con fondi nazionali) sia per i fondi mutualistici per fronteggiare le avversità atmosferiche nonché – novità assoluta questa – i cali del reddito degli agricoltori superiori al 30%, saranno coperti dai fondi del “secondo pilastro” della Pac.



PRIMO PIANO EUROPA

Vigna senza diritti? De Castro ed Assenza all’incontro di Confagricoltura sulle nuove norme europee per il settore vitivinicolo ed il passaggio alle “autorizzazioni” per gli impianti produttivi

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lonfagricoltura ha organizzato a Palazzo Della Valle un incontro per discutere sulle recenti modifiche normative per il settore vitivinicolo a cui hanno partecipato il presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro e il direttore generale delle Politiche internazionali e dell’Unione europea del Mipaaf Felice Assenza. «L’intesa politica raggiunta a fine giugno per l’approvazione della riforma della PAC ha migliorato alcuni aspetti delle politiche agricole rispetto alle proposte iniziali - ha detto il

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presidente della Federazione nazionale Vitivinicola Piergiovanni Pistoni Tuttavia è risultata deludente per la definizione delle politiche di governo di taluni settori strategici per il comparto agroalimentare, come quello vitivinicolo, in particolare per quanto riguarda il passaggio dal sistema dei diritti a quello delle autorizzazioni all’impianto». De Castro ha sottolineato che quello dei diritti d'impianto è un «tema complicato sul quale la partita non è conclusa, in quanto non tutti i punti sono stati chiusi. Nel Parlamento europeo abbiamo sempre lavorato per estendere il sistema dei diritti


d'impianto, limitando la "liberalizzazione selvaggia" contenuta nella proposta di riforma della Pac del commissario Ciolos». Ha quindi precisato che il sistema delle autorizzazioni durerà fino al 2030 e che l'Italia, come ogni Stato membro, ha la possibilità, se vorrà, di «mantenere il sistema di diritti attuale fino ad un massimo di cinque anni, a partire dal 2016. Questa deroga è stata inserita sostanzialmente per l'Italia, perché non la chiedeva nemmeno la Spagna». Il sistema delle autorizzazioni all'impianto - ha detto Assenza - è «similare a quello precedente e ci consentirà di evitare rischi quali la sovrapproduzione ed il pericolo di veder spuntare impianti dove non dovrebbero esserci». il dirigente del ministero ha sottolineato con forza che si tratta del «miglior pacchetto che poteva uscire dai negoziati, soprattutto in considerazione della posizione rigida della Commissione, che voleva impianti liberi a partire

dal 2016». Il presidente di Confagricoltura Mario Guidi ha evidenziato che«fino al 2020 gli attuali proprietari di diritti li mantengono così come sono, solo con un nome diverso, il che vuol dire che ancora possiamo permetterci di difendere il sistema dei diritti impianto.I margini di adattamento alla realtà italiana ci sono e dobbiamo

Paolo De Castro

De Castro: «Quella dei diritti d'impianto è un partita non ancora conclusa» applicare questo pezzo di riforma nel modo migliore possibile per la nostra viticoltura. Se la Comunità europea vuole andare nella direzione della liberalizzazione dobbiamo adeguarci e

cercare di trarne il miglior profitto possibile». «La flessibilità - ha concluso Guidi - va usata per gestire questi cinque anni.Al ministro De Girolamo chiederemo di rendere noto il prima possibile quale sarà la percentuale di crescita dei nuovi impianti e quanto tempo di proroga verrà concesso ai produttori. Solo così potremo valutare il pacchetto riforma complessivamente». (R.M.A.)

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A T T U A L I TÀ E V E N T I

Il chiostro dei sapori

A Palazzo della Valle incontro conviviale con i giornalisti per presentare le più qualificate eccellenze agroalimentari

ell’accogliente chiostro di Palazzo della Valle a Roma, sede della Confagricoltura, si è svolto un apprezzato incontro conviviale con i giornalisti per presentare alcune delle più qualificate eccellenze dell’agroalimentare. Ad accogliere gli ospiti il presidente Guidi, i componenti della Giunta ed il direttore generale Mastrobuono. Guidi, nel saluto di benvenuto, ha evidenziato l’impegno per la valorizzazione del made in Italy, e come stiano a cuore

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all’Organizzazione i temi dell’internazionalizzazione. Nei giorni precedenti il presidente aveva sottolineato come “Il progetto ‘Destinazione Italia’, portato avanti attraverso la cabina di regia dell’internazionalizzazione, fosse una grande opportunità per rilanciare il made in Italy. «Finalmente – aveva detto - si intende operare tenendo conto che il settore è fatto di imprese che devono fare reddito, che danno occupazione, che puntano sull’export e si aggregano per competere attraverso le reti». Nel corso della cena sono stati portati in tavola i prodotti di un nutrito gruppo di aziende, consorzi ed associazioni che li hanno offerti. Nel desk, sotto il porticato, sono stati posti brochure e documentazione. Spiccava - non solo per le dimensioni e per l’avvenente modella in copertina con il pachinogioiello - il catalogo dell’azienda F.lli Giardina di Siracusa, intitolato “Nel cuore della natura”. Dimostrazione concreta, sia di un Mezzogiorno imprenditoriale vivace, sia di quanto le aziende agricole puntino sull’export e sulla valorizzazione dello style Italia. (G. M.)

ASSOCIAZIONI, CONSORZI E AZIENDE CHE HANNO ADERITO

Consorzio del Parmigiano Reggiano Assofrantoi Federazione Apicoltori Italiani Antica Cantina Fratta – Franciacorta (BS) Az. Agricola Al Rocol – Franciacorta (BS) Az. Agricola Caudrina Castiglione Rinella (CN) Az. Agricola La Torre di Castel Rocchero – Aqui Terme (AL) Consorzio Riso Dop della Baraggia – (VC) Az. Agricola Fortuna Enrico – Torre dei Picenardi (CR) Soc. Cooperativa agricola Iris – Calvatone (CR) Latteria Ca’ De’Stefani – Vescovato (CR) P.L.A.C. – Persico D’Osimo (CR) Pasta Nosari – Piadena (CR) Consorzio latterie Virgilio – Mantova (MA) Caseificio La Motta – Rovido (MN) Natura Amica Lorenzini - Mantova Az. Agricola Malavasi – Mirandola (MO) La Dimantina – Vigarano Mainarda (FE) Azienda vivaistica Chiti (PT) Soc. Cooperativa Sabinum – Col Todino (RI) Azienda agricola Auriemma – Capua (CE) Az. Statti - Lametia Terme Az. Agricola Minisci – Corigliano Calabro (CS) Az. Agricola Torre di Mezzo – Castrovillari (CS) Consorzio della cipolla rossa di Veltri Dop Salumificio Madeo Dop Calabria Union Berg Bergamotto Dop Consorzio Fico di Calabria Agricola F.lli Giardina – Siracusa Casa Vinicola Florinda – Palermo Alessandro di Camporeale – Palermo (PA) Feudo D’Isisa – Monrelae (PA) Casa Vinicola Calatrasi – San Cipirello (PA)


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A T T U A L I TÀ E V E N T I

Il presidente del Consiglio Enrico Letta

A Monza il trampolino di lancio di Expo 2015 È una chance straordinaria, hanno spiegato all'unisono sia Napolitano che Letta. « Leghiamo all’Esposizione – ha dichiarato il premier – l'obiettivo della ripresa»

di Gaetano Menna

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illa Reale a Monza ha ospitato “Verso Expo 2015”, alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano. È stata la prima grande manifestazione promozionale connessa a Expo 2015, organizzata dalla Regione Lombardia, tra l’altro trampolino di lancio del “World Expo Tour”, una serie di missioni finalizzate a promuovere l’Esposizione e consolidare rapporti istituzionali ed economici con l’estero. «L'importante - ha sottolineato il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia - è che

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adesso c'è l'unione di tutte le istituzioni, anche se mancano alcune scelte che il governo si è impegnato a fare». Più esplicito il presidente della Regio-

Il Presidente Napolitano con il pianista Allevi


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IL VINO DEL SANNIO A SHANGHAI bkt-tires.com

Torna ad essere protagonista a Shanghai il vino del Sannio. Le tre aziende vitivinicole che hanno ricevuto i premi di eccellenza allo Shangai International Wine challenge sono: “Terra di Briganti”, “Mustilli” e “Guardiense”, grazie al progetto d’internazionalizzazione dei prodotti d’eccellenza che Confagricoltura Benevento ha ideato per promuovere le proprie imprese. ne Lombardia, Roberto Maroni secondo cui «il governo deve allargare i cordoni della borsa». Ma una cosa è certa, come ha evidenziato in un video-messaggio, il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso (il suo vice Antonio Tajani era in platea): l'Expo sarà «un'occasione unica per aumentare la propria visibilità, con una manifestazione in linea con i valori dell'Ue». È una chance straordinaria, hanno spiegato all'unisono sia Napolitano che Letta. « Leghiamo a Expo 2015 – ha dichiarato il premier - l'obiettivo della ripresa economica del nostro Paese». «Il tema dell'alimentazione e della sicurezza alimentare – ha detto in particolare il Capo dello Stato - evoca un dato forte dell'identità e attrattività del modello Italia, della sua tradizione e dei suoi fondamenti culturali. Ed è innanzitutto la nostra agricoltura, che sta non a caso reagendo alla crisi generale meglio di altri campi di attività economica, il banco di prova di una storica, valida tradizione non concepita staticamente, ma aperta a profondi processi di innovazione». «Ci presentiamo – ha osservato a margine il delegato ufficiale di Confagricoltura per l’ Expo e presidente della Federazione regionale lombarda Antonio Boselli – davanti a tutto il mondo con il nostro modello agricolo ed agroalimentare, fatto di capacità imprenditoriale, di costante ricerca di innovazione e di prodotti di eccellenza caratterizzati da uno stretto ed inscindibile legame con il territorio e le tradizioni».

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L’ I N T E R V I S TA N U N Z I A D E G I R O L A M O

«Parole d’ordine: meno fisco e regole più semplici» «L’agricoltura ha un ruolo di primo piano nella difesa dell’ambiente, la sua stessa presenza costituisce una protezione insostituibile rispetto al rischio di dissesti idrogeologici. Uno strumento fondamentale in questo senso è il Ddl per il contenimento del consumo del suolo» di Gabriella Bechi

M Nunzia De Girolamo ministro delle Politiche agricole nel Governo Letta, deputata del Pdl e avvocato

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inistro, lei si ritrova a ricoprire questo incarico in un momento particolarmente critico. E’ soddisfatta del dicastero che le hanno assegnato? Crede nelle potenzialità dell’agricoltura e nel suo ruolo fondamentale per la ripresa economica del nostro Paese? Alcuni anni fa un giornalista mi chiese che cosa avrei voluto fare da grande e gli risposi che sarei voluta diventare ministro delle Politiche agricole. Io


Ritiene che si possa arrivare alla totale abolizione di questa tassa che colpisce beni strumentali indispensabili all’attività d’impresa? Questa tassa va abolita del tutto perché è assolutamente ingiusta. Questo è il mio obiettivo e mi impegnerò per ottenerlo. Il comparto è sottoposto a una pressione fiscale esagerata, che fa fatica a sopportare. Dobbiamo alleggerirlo da questo carico che di fatto ne limita la competitività, oltre che il reddito. Chi pensa che si possa costruire una crescita reale continuando a spremere i contribuenti con una pressione fiscale simile, sbaglia di grosso. Anche per l’Iva è lo stesso, il rinvio dell’aumento è stato un risultato importante ma dobbiamo andare oltre. A risentirne, altrimenti, saranno soprattutto i consumi interni che sono già a livelli molto preoccupanti. In questo momento c’è un’altra questione che riveste un ruolo cruciale per le imprese agricole: il rapporto con il sistema bancario e la difficoltà di accedere al credito, essenziale, invece, per far ripartire la nostra economia. Quali sono le sue idee in proposito? Il problema dell’accesso al credito si

somma a quello relativo alla scomparsa del credito agrario specializzato. Ci sono delle esigenze specifiche dei nostri imprenditori che le banche oggi non riescono ad accogliere nel modo in cui sarebbe necessario. Tutto ciò determina un quadro generale che ha avuto pesanti ripercussioni per il comparto e proprio per discutere della situazione, ho incontrato il presidente dell’Abi, Patuelli, che ha dimostrato una grande attenzione nei confronti del settore, riconoscendone l’importanza strategica per il futuro dell’economia nazionale. Per risolvere le problematiche dell’accesso al credito servono iniziative mirate, soprat-

Oggi, come ministro, il mio impegno è quello di lottare per ridare slancio a un settore straordinario, che ha dimostrato di saper resistere alla crisi meglio di molti altri e che ha delle potenzialità da sfruttare . Può giocare un ruolo di primo piano per la ripresa di tutto il Paese

vengo da una terra, come quella campana e in particolare quella beneventana, che è una terra contadina e la mia stessa famiglia ha origini rurali, di cui sono assolutamente fiera. Oggi, come ministro, il mio impegno è quello di lottare per ridare slancio a un settore straordinario, che ha dimostrato di saper resistere alla crisi meglio di molti altri e che ha delle potenzialità da sfruttare. Può giocare un ruolo di primo piano per la ripresa di tutto il Paese, ma dobbiamo sostenerlo e aiutare gli agricoltori. Mi sto battendo perché sia riconosciuta la centralità dell’agroalimentare e credo che i primi segnali che sono arrivati dal governo Letta siano incoraggianti. Un primo passo importantissimo è stato fatto con la sospensione della rata di giugno dell’Imu agricola, per una cifra complessiva di circa 350 milioni di euro.

tutto per i giovani che vogliono avviare un’attività. Ho dato mandato ai miei uffici per rendere operativi e realmente efficaci degli strumenti già esistenti come il Fondo Credito e il Fondo di Garanzia. Inoltre, in tempi brevi, potendo attivare oltre 250 milioni di euro, intendo realizzare anche l’apertura del cosiddetto Sportello per i finanziamenti degli investimenti in favore del miglioramento della filiera agroalimentare. I consumi alimentari nazionali sono in continuo calo e un numero sempre maggiore di aziende guarda con interesse ai mercati internazionali. Quale modello di agricoltura dovremo darci in futuro per essere più competitivi? Il sistema agroalimentare italiano ha

già ottenuto dei risultati enormi, ma per permettere al settore di esprimere tutte le sue potenzialità, dobbiamo liberarlo da una serie di impedimenti che lo condizionano. Le parole d’ordine sono defiscalizzazione e semplificazione. Ma anche internazionalizzazione, necessaria per ridare slancio ai nostri imprenditori. In questa prospettiva, l’Expo 2015 è un’occasione importantissima e non possiamo presentarci impreparati. Va colta questa opportunità straordinaria per far sì che sia davvero una vetrina per il nostro made in Italy, che è il vero potere dell’Italia. Il rafforzamento della cabina di regia per l’export deve servire anche a coordinare al meglio il lavoro. Dobbiamo supportare le nostre imprese all’estero e la loro capacità di fare rete. Il comparto ha tutte le carte in regola per riuscire a consolidare la sua presenza nei Paesi in cui è già conosciuto e conquistare allo stesso tempo i mercati emergenti. Si parla tanto di filiera, ma i problemi al suo interno rimangono. Come pensa si possano ottimizzare i rapporti tra produzione, trasformazione, cooperazione e distribuzione? E a questo riguardo c’è in sospeso ancora la questione dell’art.62 che ha visto contrapposti Via XX Settembre e Via Veneto. LUGLIO-AGOSTO 2013 | MONDO AGRICOLO | 19


L’ I N T E R V I S TA N U N Z I A D E G I R O L A M O

Si ricomporrà presto questa diversità di vedute? Ci deve essere prima di tutto una grande collaborazione, dobbiamo riuscire a trovare equilibrio ed armonia per valorizzare il nostro patrimonio agroalimentare. Per quanto riguarda l’articolo 62, già in vigore, lo considero una misura importante per i rapporti interni alla filiera perché ha fissato dei tempi certi di pagamento, oltre che l’obbligo di contratti scritti. Ora, dopo una prima fase di assestamento, c’è bisogno di fare i dovuti aggiustamenti per andare incontro alle esigenze di tutti, anche quanti hanno espresso delle critiche nei confronti della norma. Sono convinta che con il ministero dello Sviluppo economico troveremo un’intesa per realizzare quest’obiettivo.

questo rende ancora più necessario sfruttare questa impostazione al meglio. Come ministro delle Politiche agricole sono dalla parte di tutti i nostri imprenditori che devono poter contare sull’appoggio e il sostegno delle Istituzioni. Solo così potremo costruire un percorso solido per la ripresa dell’economia nazionale.

Come valuta l’esito della riforma della nuova Politica agricola comune? La nuova Pac è sicuramente migliore rispetto alla proposta iniziale della Commissione europea. Per quanto riguarda il sistema redistributivo delle risorse, la formula approvata evita un duro e rapido calo degli importi dei pagamenti diretti, consentendo agli Stati membri di mantenere differenze tra i titoli all’aiuto tra i diversi settori anche oltre il 2019. Sono stati introdotti meccanismi di gradualità delLe competenze sulla politica la convergenza che evitano l’applicazioagricola sono divise tra Bruxelles, ne della ‘flat rate’ regionale o nazionale, liRoma e Regioni. E a livello nazio- mitando le perdite per gli agricoltori con nale tra vari ministeri. Non crede titoli più alti, grazie anche alla possibilità ci sia bisogno di un maggiore di applicare la componente greening a licoordinamento? vello individuale. È un grande risultato L’Italia deve essere capace di fare squa- per il nostro Paese, che ha sempre sostedra per riuscire a dare le risposte più nuto la necessità di meccanismi che ridiadeguate alle necessità del comparto e mensionano la riduzione degli aiuti. Inolserve il contributo di tutti i soggetti tre, per attenuare l'effetto redistributivo coinvolti. La nuova Pac delega molte degli aiuti e per intervenire con efficacia competenze e scelte agli Stati membri, sui settori strategici del made in Italy, ab-

biamo ottenuto l’innalzamento della soglia degli aiuti accoppiati, che può arrivare fino al 15% dell’intero plafond assegnato al nostro Paese. Anche sul fronte del greening, sono state accolte numerose modifiche volute dall’Italia, in particolare è positiva la modifica che permette di esentare dagli obblighi del greening il riso e le colture permanenti, che evita una disparità di trattamento rispetto alle colture estensive di alcuni Paesi del nord Europa. La sostenibilità è ormai una scelta obbligata per tutti. Come ritiene vada valorizzato il ruolo dell’agricoltura nella tutela dell’ecosistema, nella difesa del territorio, nel risparmio energetico e nella produzione di energie rinnovabili? L’agricoltura ha un ruolo di primo piano nella difesa dell’ambiente, la sua stessa presenza costituisce una protezione insostituibile rispetto al rischio di dissesti idrogeologici. Uno strumento fondamentale in questo senso è il disegno di legge per il contenimento del consumo del suolo, approvato dal Consiglio dei Ministri. Questo provvedimento, che ho voluto fortemente, mette un freno decisivo alla cementificazione che in Italia, negli ultimi 50 anni, ha inghiottito un territorio pari a tutta la Calabria.Allo stesso tempo, l’edilizia non viene penalizzata perché le viene affidata una funzione importantissima, legata alla riqualificazione. Spero che l’iter del disegno di legge sia rapido perché deve essere colmato un vuoto normativo che invece va risolto il prima possibile nell’interesse di tutto il Paese e delle generazioni future. Per me si tratta infatti di una vera battaglia di civiltà perché la salvaguardia dell’agricoltura e dell’ambiente in generale ha delle ricadute di ampio raggio, che in definitiva hanno a che fare con la qualità della vita dei cittadini. Per quanto riguarda le energie rinnovabili, anche in questo caso, è opportuno trovare un equilibrio per evitare che la vocazione agricola del territorio sia mortificata, come è successo nel caso pannelli solari a terra.

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FOCUS SOSTENIBILITÀ

Una nuvola per le buone idee

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EcoCloud è la rete, promossa da Confagri, delle idee sostenibili. Vetrina, momento di confronto ed incubatore di nuovi progetti per le aziende associate di Donato Rotundo

onfagricoltura ha deciso di intraprendere un’iniziativa volta ad affermare una propria significativa presenza sul tema della sostenibilità ambientale, sociale ed economica, sia del processo produttivo, sia dei prodotti. Il progetto consiste nella creazione dell’EcoCloud – la rete delle idee sostenibili – nel quale sono inserite le buone pratiche di sostenibilità già sperimentate dalle aziende associate a Confagricoltura, al fine di diffonderle e rafforzare lo sviluppo del tema della sostenibilità nel settore agricolo. EcoCloud da intendersi come momento di confronto delle diverse conoscenze e innovazioni, di diffusione delle esperienze già in essere, di vetrina rispetto al mondo con cui collaboriamo, come incubatore di nuovi progetti. Vede protagoniste le imprese agricole che stanno lavorando con dedizione su temi molto importanti legati alla sostenibilità, che hanno deciso di aderire spontaneamente al progetto.

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FOCUS SOSTENIBILITÀ

Lo stand di Confagricoltura a RImini in fase di progettazione

Necessità di comunicare, quindi, le proprie esperienze senza l'intermediazione di altri soggetti della filiera ed evitando, nello stesso tempo di circoscrivere l'ambito di azione ai temi di più facile divulgazione quali il biologico, le filiere corte, i prodotti agricoli di nicchia. Non è un caso se proprio uno dei settori produttivi che guarda con maggiore attenzione all'esportazione, quale il settore vitivinicolo, abbia sviluppato diverse iniziative sulla sostenibilità della filiera. “Magis”, ad esempio, è un progetto dedicato alla sostenibilità della vitivinicoltura in Italia. Per la prima volta, produttori di vino, comunità scientifica, enologi e industria stanno lavorando insieme per migliorare la sostenibilità e la sicurezza del vino italiano nel modo più concreto, efficace e trasparente. Lo stesso progetto “Viva Sustainable Wine”, (v.pag. 39, n.d.r.) promosso dal ministero dell’Ambiente è uno strumento diretto a valutare in termini oggettivi l’impegno per ridurre l’impatto ambientale lungo tutto il ciclo produttivo. La metodologia 24| MONDO AGRICOLO |LUGLIO-AGOSTO 2013

Un punto di partenza per una strategia più ampia sulla responsabilità si basa su quattro indicatori: territorio, aria, acqua e gestione del vigneto, per determinare il consumo di

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territorio e della risorsa idrica, l’utilizzazione di energia, la qualità delle coltivazioni, ma anche le potenzialità migliorative del processo produttivo. Tornando al progetto, nell’EcoCloud saranno inserite le buone pratiche realizzate dalle aziende agricole nei seguenti ambiti: economico (ricadute sul territorio dell’attività imprenditoriale, filiere corte innovative come ad esempio gruppi di acquisto, vendita diretta on line); ambientali (diminuzione emissioni, assorbimento CO2, risparmio di energia, uso/produzione di energie rinnovabili, uso dell’acqua, del suolo, riduzione prodotti fitosanitari e fertilizzanti, riduzione degli sprechi, biodiversità, processi innovativi in agricoltura biologica); sociali (rapporti di lavoro, occupazione di categorie sociali svantaggiate, sicurezza sul lavoro, fattorie didattiche).Tutte le filiere agricole sono comprese, con particolare riferimento ai comparti vitivinicolo, olivicolo, ortofrutticolo, cerealicolo, florovivaistico e zootecnico. Non di meno sono incluse tutte le esperienze di diversificazione produttiva con forme varie di plu-

NEL CUORE DELLA TERRA

A Rimini, dal 18 al 24 agosto 2013, si terrà “Meeting (H)Earth” Al centro dell’area si trova un grande globo trasparente che raffigura il nostro pianeta: al suo interno, come fosse un cuore (il centro della terra, la primaria fonte di energia del pianeta), una sfera verde che pulsa, illuminandosi al ritmo di singoli battiti. Confagricoltura, dal canto suo, al Meeting presenterà “EcoCloud” (in particolare in un seminario che si svolgerà il 20 agosto alle ore 15). Ci sarà anche uno stand, di Confagricoltura (alla cui realizzazione hanno contribuito il CIB-Consorzio italiano del biogas, Assofrantoi e Cascina Pulita) con postazioni multimediali dove i visitatori potranno consultare l’EcoCloud e approfondire le diverse esperienze di sostenibilità delle imprese che hanno aderito al progetto.


riattività e multifunzionalità (agriturismo, vendita diretta dei prodotti agricoli, trasformazione aziendale degli stessi, chimica verde, produzione energia). Il progetto confederale costituisce il punto di partenza per una strategia di più ampio respiro sulla responsabilità ambientale, sociale ed economica che prevederà la divulgazione dell’EcoCloud anche tramite il sito confederale. Obiettivi non solo di comunicazione, ma anche di individuazione di proposte da presentare nelle sedi opportune a supporto delle filiere sostenibili (incentivi, semplificazioni, certificazioni). Ciò anche in relazione alle future sfide che dovrà affrontare l'agricoltura: da una parte aumentare la sua produzione dall'altra puntare con sempre più determinazione verso la sostenibilità. E cioè ottenere maggiori raccolti su minori superfici, utilizzando minori quantitativi di acqua, di mezzi chimici e di energia. Ma allo stesso tempo garantire la profittabilità dell’agricoltura, avendo cura dell’ambiente, della sicurezza sul lavoro e soddisfacendo le aspettative della società. Concetti ripresi in diversi documenti della Commissione Europea che da grande risalto alla ricerca ed all’innovazione in questi settori. A partire dal Nuovo Programma d’azione per l’ambiente:“Vivere bene, entro i limiti del nostro pianeta”, alla comunicazione “L’innovazione per una crescita sostenibile: una bioeconomia per l’Europa”, ai primi documenti sui partenariati europei che hanno riguardato proprio la produttività e la sostenibilità in agricoltura e la gestione dell’acqua. Sfide che saranno riprese con sempre maggiore attenzione nella prossima PAC che supporterà lo sviluppo del settore agricolo fino al 2020. LUGLIO-AGOSTO 2013| MONDO AGRICOLO |25


FOCUS SOSTENIBILITÀ

Il borgo dell’equilibrio

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I prodotti della terra, l’energia pulita, la biodiversità, le colline generose, si riassumono in Borgoluce. Dice Lodovico Giustiniani: «Km 0 e km 150 mila sono mercati paralleli che possono convivere, purché ci sia la capacità di fare impresa»

di Gabriella Bechi

nche la sostenibilità ha una sua storia e se dovessi dire dove è nata direi a Borgoluce. Un esempio perfetto di quello che adesso è diventato un percorso da intraprendere, una scelta quasi obbligata per chi guarda al futuro, a un mondo che necessariamente dovrà essere più rispettoso per l’uomo e per l’ambiente in cui vive. Parliamo della Tenuta di Collalto a Susegana, in piena Marca Trevigiana. Un’azienda agricola di 1300 ettari, altamente professionalizzata e modernizzata, con attività diverse e complementari, tutte all’insegna del rispetto delle risorse naturali. Ciascun elemento, ogni singolo particolare, viene meticolosamente seguito e contribuisce al perfetto andamento produttivo dell’impresa. E’ un luogo speciale, dove la forza di una tradizione millenaria si coniuga perfetta-

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FOCUS SOSTENIBILITÀ

Charolaise allo stato semibrado, linea vacca-vitello a ciclo chiuso; 300 suini di razza Duroc, allevati in collina a pascolo libero; 300 bufale; 65 ettari di vigneto nell'area DOCG Conegliano e Valdobbiadene; 250 quelli a bosco e 200 di seminativi; un macello, un caseificio, due fattorie didattiche e 4 laboratori; due agriturismi, una piscina biologica, un punto di ristoro e un ristorante. Questa è la “dote” di Borgoluce, l'ultimo polmone verde della provincia di Treviso, definita dal Fai una oasi ambientale di biodiversità e inserita nel catalogo voluto dal Presidente Napolitano per i 150 anni dell'Unità d'Italia, tra i Nell’ambito dell’azienda c’è anche Tutte le produzioni 123 luoghi italiani da tutelare. Campi un attivo spaccio aziendale che emette sono in vendita nello spaccio e boschi a vista d’occhio, dal Piave aloltre 20 mila scontrini l’anno le Prealpi, che abbracciano una vacon il marchio aziendale rietà unica di paesaggi, caratteristiche geologiche ed ecosistemi.«Per mente con l’innovazione. Non a caso terra, l’energia pulita, le colline gene- noi l’ecosostenibilità è una ricchezza è sempre la stessa famiglia a gestire rose tra Conegliano e Valdobbiadene che rispettiamo e valorizziamo ogni questo territorio, con un’ attenzione si riassumono in Borgoluce, il nostro giorno e che dà ai nostri clienti la sialla sostenibilità che si tramanda at- brand aziendale, creato dalla natura e curezza di scegliere prodotti sani, traverso le generazioni. È dal XII se- accudito da un millennio dalla nostra tracciabili e gustosi». Tutte le producolo, infatti, che i Collalto si occupa- famiglia”. zioni sono vendute nello spaccio no di queste terre, valorizzandole, Ottocento capi bovini Limousine e aziendale, che è il cuore dell’azienda, senza mai alterare le loro con il marchio Borgolucaratteristiche naturali, ce: carne bovina e suina, fino a realizzare un sistesalumi, cotechini, salcicma autosufficiente. ce, mozzarelle, formaggi È così che la tenuta di e yogurt di latte di bufaBorgoluce è diventata la, vini e farine di mais un luogo moderno, pur tra cui quella di varietà restando uguale a se Bianco Perla presidio stessa. L’impresa, di proSlow Food. E anche mieprietà di Maria Trinidad le, con il marchio azien(Ninni) e Caterina Collaldale e quello di un noto to, è diretta dal marito di produttore itinerante Caterina, Lodovico Giuche ha scelto Borgoluce stiniani, agronomo e amper portarvi le sue arnie ministratore delegato, alcuni mesi l’anno. nonché presidente di «Pascoli, boschi, allevaLa Famiglia Confagricoltura Treviso. menti, campi coltivati, Collalto-Giustiniani “I prodotti della nostra vigneti, frutteti, canali, 28| MONDO AGRICOLO |LUGLIO-AGOSTO 2013


mulini, caseifici sono elementi così variegati che già nel XII secolo, consentivano di produrre all’interno della tenuta tutti i prodotti necessari alla vita quotidiana – aggiunge Ludovico Giustiniani -. Una filiera corta di biodiversità che fa parte della tradizione e che è il modo più naturale di mantenere il terreno ricco e fertile, proteggendo la vita di ogni specie dell’ecosistema». Ma attenzione a non confondere questo concetto con il km 0, né tantomeno con una visione statica e bucolica del fare impresa agricola. “Il nostro spaccio aziendale funziona come un qualunque negozio,perché siamo in una zona densamente popolata. Nel raggio di 10 chilometri vivono oltre 150.000 abitanti che trovano molto comodo venire da noi. Facciamo oltre 20.000 scontrini l’anno. Ma in altre situazioni sarebbe impensabile. E poi ciò non esclude altri canali di vendita. Per il vino ad esempio, la vendita diretta per noi rappresenta una minima parte. Facciamo 270 mila bottiglie l’anno che esportiamo in 22 Paesi del mondo. E questo vale anche per le farine che stanno riscuotendo un discreto successo all’estero. Sono due mercati paralleli che possono convivere, purché ci sia la capacità di fare impresa, che è la base della sostenibilità. Perché non può esistere sostenibilità

Campi e boschi a vista d’occhio, che abbracciano una varietà di paesaggi ed ecosistemi senza reddito. Personalmente ritengo la sostenibilità ambientale ed economica debbano andare di pari passo, ma che quella più importante sia quella sociale, che si concretizza nella capacità per un’azienda di creare lavoro e occupazione, soprattutto per i giovani”. Completano le attività, un agriturismo perfettamente inserito nell’ambiente e nella filosofia aziendale, una piscina naturale, circondata da piante che compiono il ciclo di pulizia e rinnovo, senza cloro o additivi; un punto di ristoro dove la domenica pomeriggio si possono gustare sfiziosi spuntini a base di prodotti dell’azienda, un museo della cultura contadina ricavato all’interno di un vecchio molino e, ultimo nato, un anno fa, un ristorante (non inserito nell’agriturismo) che utilizza per il 50 per cento prodotti aziendali, l’Osteria Borgoluce, dove è arrivato un rinomato chef, Jhonny Rui. Chiude il cerchio l’autosufficienza energetica. “Un salto d’acqua naturale opportunamente controllato e strutturato ci permette di avere energia elettrica e – afferma Giustiniani -

La piscina naturale fitodepurata

vendiamo la parte in eccesso. L’impianto biodigestore per la produzione di biogas, sfrutta le deiezioni dell’allevamento e gli scarti del mais. Si ricavano metano e CO2 per alimentare un cogeneratore elettrico per produrre energia elettrica, mentre la massa finale, ricca di fosforo e potassio, viene utilizzata come concime naturale al posto di quello minerale. Oggi, possiamo produrre circa 1 MW di energia elettrica, ne tratteniamo l’8% per l’utilizzo in azienda, mentre il restante lo vendiamo al Gse. La biomassa per alimentare le caldaie di 80 kW viene raccolta nei boschi e la caldaia fornisce acqua calda per il riscaldamento e per l’impianto sanitario, ma serve ad alimentare anche la sala disosso”. Ma la sensibilità ambientale viene ricercata anche con lo sviluppo della ricerca, tramite accordi di collaborazione con l’Università di Padova, con il Cra di Conegliano Veneto, con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo di Slow Food.Tutto, a Borgoluce, concorre al raggiungimento dell’equilibrio della “bilancia” della sostenibilità. LUGLIO-AGOSTO 2013| MONDO AGRICOLO |29


FOCUS SOSTENIBILITÀ

L’ Azienda Risiere, nel viterbese – dice Alessio Trani punta sulla pioppicoltura, con riduzione significativa della CO2. Gli impianti di subirrigazione consentono notevoli risparmi idrici

Acqua con le ali

di Gaetano Menna

“Azienda Agricola di Gisella ed Elena Ascenzi” (“Azienda Risiere”, di cui si occupano ora i figli) è un’azienda polifunzionale che sa unire tradizione ed innovazione, con attenzione alla sostenibilità nelle pratiche colturali. Ne parliamo con Alessio Trani che è uno dei referenti dell’impresa, nonché vicepresidente di Confagricoltura Viterbo. L’azienda, di 160 ettari, è dedicata a olivicoltura, cerealicoltura, pascoli ed erbai e, più recentemente, pioppicoltura, per la produzione di biomasse lignocellulosiche. L’origine vulcanica del terreno, il cli-

L’

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ma temperato, l’esposizione al sole e le acque del Fosso Risiere che attraversano e irrigano il corpo aziendale, rendono l’ambiente ideale per la coltura dell’olivo a cui sono dedicati 40 ettari con 4 mila piante. «La cultivar prevalente – ci spiega Trani - è la Caninese, tipica della zona; la potatura è annuale e la concimazione minerale e organica preserva la fertilità del ter-

reno e l’ecosistema. La raccolta e l’estrazione mirano a mantenere l’aroma e le sostanze salutari dell’extravergine. La provenienza, la genuinità, la tipicità, l’elevata qualità fisico-chimica e organolettica, qualificano l’olio extra vergine d’oliva Risiere come prodotto legato al territorio, tanto da essere identificato con la DOP Tuscia, come testimone vivo delle tradi-


zioni locali». L’azienda integra le colture tradizionali con altre innovative per la produzione di energia rinnovabile. E così, oltre i 40 ettari a oliveto, altrettanti sono a pascoli ed erbai, 20 a cereali (grano duro) si è deciso di dedicare 60 ettari a pioppicoltura. Il progetto è partito nel 2007, incrementando le aree investite al ritmo di 10 ha l’an-

no, programma che si è ultimato nel 2011 (con un’accelerazione finale). «Abbiamo puntato sulle potenzialità produttive di una coltura arborea a ciclo breve, come è quella del pioppo, che ha sostituito le precedenti coltivazioni irrigue dell’azienda, in primis le bietole – prosegue l’imprenditore -. La finalità è quella di costruire una filiera aziendale per la

produzione da fonti rinnovabili utilizzando come combustibile il cippato da legno prodotto dalle coltivazioni di pioppo. Entro la fine dell’anno è prevista l’entrata in funzione di un gassificatore da 100 kwe per la produzione di energia elettrica e termica». «Dopo la decisione di Bruxelles di smantellare la produzione bieticola LUGLIO-AGOSTO 2013| MONDO AGRICOLO |31


FOCUS SOSTENIBILITÀ

dei gocciolatoi. L’utilizzo di sensori per misurare l’umidità del terreno permette di intervenire solo quando il bisogno idrico è effettivo. Il sistema permette anche la fertirrigazione della coltivazione che viene eseguita dunazionale, abbiamo cercato una vali- rante il periodo estivo utilizzando ferda alternativa. Decisione non facile; tilizzanti liquidi azotati. alla fine abbiamo optato per una col- «Operiamo pratiche colturali sostenitivazione che si rivela “pionieristica” bili che – pone in evidenza Trani per il viterbese, ma in cui crediamo permettono un risparmio di acqua molto». per la mancanza di evapotraspirazioViste le evidenti difficoltà di irrigare ne e percolamento; i risparmi enerle coltivazioni di pioppi con le tradi- getici sono superiori al 50%. E la ferzionali tecniche, si è provveduto a tirrigazione consente la drastica distudiare e realizzare impianti di su- minuzione dei quantitativi di fertilizbirrigazione a goccia. La piantagione zanti utilizzati. A parte la fase di iminfatti viene irrigata con un sistema pianto, la coltivazione non richiede di circa 2 mila metri di ali gocciolan- particolari cure, quindi c’è un proti servite da una linea di testata, che lungato riposo del suolo con benefisono interrate ad una profondità di ci sulla sostanza organica. Non vanno 40 cm ed insistono sul terreno per dimenticati infine gli effetti notevoli tutto il periodo di vita della coltura. di riduzione della CO2 certificati dai L’acqua viene filtrata da un sistema a test svolti in loco da vari enti di risabbia e rete che garantisce la pulizia cerca».

La coltivazione del pioppo non richiede particolari cure con prolungato riposo del suolo

Alessio Trani referente dell’azienda e vicepresidente di Confagricoltura Viterbo

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FOCUS SOSTENIBILITÀ

Energia a ciclo chiuso Il riscaldamento dell’agriturismo Monaco di Mezzo, nell’agro palermitano - spiega Ettore Pottino – viene dalla caldaia a legna alimentata dal cippato, l’acqua è riscaldata dal solare termico e l’energia elettrica è prodotta con fotovoltaico e minieolico di Elisabetta Tufarelli

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el cuore della Sicilia, immerso nella splendida campagna circostante, l’antico feudo Monaco di Mezzo offre la possibilità di vivere una vacanza a pieno contatto con la natura. “Il nostro – dice il proprietario Ettore Pottino, nonché presidente di Confagricoltura Palermo – non è solo un agriturismo che permette di riscoprire le tradizioni della vita rurale nella cornice particolare della nostra area, situata in posizione strategica vicino al Parco delle Madonie. Con mio fratello Vincenzo abbiamo fatto della sostenibilità la nostra scelta imprenditoriale”. Così, in questa splendida masseria, acquistata dal Barone Michele Pottino nel 1855 e inserita armoniosamente nel paesaggio circostante, oltre che immergersi nel calore e nei sapori siciliani, è possibile soggiornare in una location che permette di passare una vacanza all’insegna del completo relax, sapendo di aver scelto un luogo dove si fa bene all’ambiente. “Siamo completamente autonomi dal punto di vista energetico. Il riscaldamento

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dell’agriturismo - spiega con fierezza l’imprenditore – viene dalla caldaia a legna alimentata dagli eucalipti del bosco aziendale. L’acqua viene riscaldata dal solare termico e la produzione dell’energia elettrica, necessaria a tutta l’attività aziendale, viene effettuata con pannelli fotovoltaici e minieolico ad asse verticale”. Tutto è stato realizzato per ridurre l’impatto ambientale, dalla collocazione dei pannelli solari, alle turbine eoliche utilizzate. Queste


sono una reale innovazione del concetto di eolico tradizionale: non hanno impatto estetico, sono funzionali,efficienti e di piccolo ingombro. La scelta di sostenibilità dell’impresa inizia da quella energetica e continua in tutte le attività. L’azienda agricola è ad indirizzo biologico. “Abbiamo voluto di promuovere le ricette delle nostre zone – precisa Pottino dai piatti antichi come zuppe e bolliti, che vengono riproposti e reinventati,

Per la ristrutturazione legno e pietra locali in stile country e rusticità alle verdure locali appena colte, condite con il nostro olio biologico”. A Monaco di Mezzo si mangia cibo buono, ma poiché non basta mangiare bene, bisogna anche degustare in modo sano, la carne biologica degli animali

allevati in azienda, il formaggio (i pecorini, le tume e le ricotte del caseificio aziendale), l’olio extravergine d’oliva biologico, la frutta e la verdura hanno la garanzia di essere stati prodotti in modo assolutamente naturale, in tutti i passaggi dal campo alla tavola, compresa la conservazione. Nei 126 ettari di superficie aziendale, oltre agli allevamenti e agli oliveti sono coltivati grano duro e foraggi, avvicendati con la sulla, una leguminosa spontaLUGLIO-AGOSTO 2013| MONDO AGRICOLO |35


FOCUS SOSTENIBILITÀ

Si semina la foraggera sulla, coltura di copertura per la conservazione dei suoli nea che viene utilizzata per la produzione foraggera e come coltura di copertura per la conservazione dei suoli. “La sostenibilità della nostra azienda è a 360°. Siamo partiti dalla scelta dei materiali, legno e pietra locali, che abbiamo utilizzato meticolosamente per la ristrutturazione, attenti a mantenere lo stile campagnolo e la rusticità degli ambienti, pur rendendoli incantevoli e dotandoli di comfort moderni come la connessione Wi-Fi gratuita o l’ampia piscina all’aperto, e abbiamo deciso di allargare questo concetto a tutta l’offerta aziendale”. Gli ospiti dell’agriturismo si cibano, con gli occhi e con la mente, del fantastico panorama in un luogo dove l'inquinamento è un ricordo e l’ impronta agreste dell’antica eleganza pervade ogni istante del tempo trascorso a Monaco di Mezzo.“Mens sana in corpore sano” diceva Giovenale. Ettore e Vincenzo Pottino lo hanno preso alla

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Ettore Pottino

lettera e hanno inserito la salute nel concetto di sostenibilità. Chi ama i cavalli troverà il suo luogo ideale. In azienda è presente un impianto ippico con scuderie e campo ostacoli e all’interno di tutto il comprensorio del Parco delle Madonie è possibile fare trekking a cavallo. Per gli amanti dello sport l’offerta è vastissima. Si può praticare tennis, parapendio, op-

pure si può partecipare alle varie escursioni organizzate in bicicletta o a piedi. E durante i mesi invernali, a solo mezz’ora di distanza da Monaco di Mezzo, ci sono le piste da sci.“Così anche in inverno – conclude Pottino – offriamo ai turisti la possibilità di ‘staccare la spina’ per godere la bellezza mutevole di ogni stagione lon tani dall'inquinamento”.


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FOCUS SOSTENIBILITÀ

«Occorre sviluppare la relazione tra agricoltura, sanità e servizi sociali in un quadro di regole» resti imperniato sulla figura dell’imprenditore agricolo e sulla centralità della produzione primaria. Le categorie svantaggiate – è stato evidenziato a Montecitorio dal presidente della Rete delle Fattorie Sociali Marco Berardo Di Stefano - possono trarre grande benefici sul piano fisico e intellettivo dal contatto con la natura e dal coinvolgimento attivo nei lavori tipici di un’azienda agricola e queste esperienze possono concorrere concretamente anche all’integrazione sociale delle persone. Le organizzazioni promotrici ritengono che, attraverso le fattorie sociali, si debbano perseguire anche i seguenti obiettivi: nuove forme di welfare che valorizzino le specificità e le risorse delle aree rurali; l’integrazione tra l’attività produttiva agricola e l’offerta di servizi culturali, sociali, educativi, assistenziali, sanitari, formativi e occupazionali, a vantaggio di soggetti deboli; collaborazioni tra imprese agricole, soggetti del terzo settore e istituzioni pubbliche per migliorare la qualità della vita e l’integrazione sociale dei soggetti svantaggiati; legami forti con il mondo del consumo critico e con i gruppi di acquisto solidale; progetti di ricerca, sperimentazione e diffusione di innovazioni per favorire lo sviluppo sostenibile nelle aree rurali, er “agricoltura sociale” si oltre che per diffondere modelli d’uso intende quell’attività di- e di valorizzazione delle risorse proretta a creare condizioni duttive, ambientali e culturali delle favorevoli e reali di inse- aree rurali, mediante le quali soggetti rimento sociale e lavora- con bisogni e risorse diversificate trotivo delle persone svan- vino risposte di qualità alle loro esitaggiate. Se ne è discusso nell’audizio- genze. Occorre pure - ad avviso di Rene di una delegazione di Rete Fattorie te delle Fattorie Sociali, ConfagricoltuSociali, Confagricoltura, Anga, Acli Ter- ra, Anga e Acli Terra - un impegno delra, presso la Commissione Agricoltura le Regioni, attraverso i piani di svilupdella Camera che ha all’esame un po rurale, diretto a promuovere su terprovvedimento normativo in materia. ritori specifici esperienze di agricoltuL’obiettivo della proposta di legge è ra sociale in grado di valorizzare la quello di sviluppare la relazione tra multifunzionalità dell'agricoltura e di agricoltura, sanità e servizi sociali in realizzare concreti miglioramenti nella un quadro di regole certe, affinché il ri- fornitura di servizi essenziali alla poconoscimento dell’agricoltura sociale polazione delle aree rurali.

Le vie della solidarietà Audizione alla Camera sulle fattorie sociali che si impegnano a creare condizioni favorevoli di inserimento delle persone svantaggiate di Claudio Costantino

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FOCUS SOSTENIBILITÀ

Viva l’eco-vino Il progetto “VIVA Sustainable Wine” misura l’impatto della vitivinicoltura nell’ambiente dando indirizzi per le buone pratiche

di Gabriella Bechi

ncoraggiare l’eco-sostenibilità del comparto vitivinicolo italiano, tracciando la qualità ambientale della filiera in un’etichetta garantita dal ministero dell’Ambiente. Accrescere la competitività sul mercato delle aziende del nostro Paese, facendo del vino un ambasciatore nel mondo dello sviluppo sostenibile made in Italy. Sono questi gli obiettivi del progetto pilota VIVA (Valutazione dell’Impatto della Vitivinicoltura sull’Ambiente), avviato dal ministero dell’Ambiente nel luglio 2011. Il progetto “VIVA Sustainable Wine” ha lo scopo di misurare e migliorare le

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performance di sostenibilità della filiera vite-vino, a partire dalla sperimentazione su alcuni grandi produttori italiani, che hanno sottoposto il loro processo produttivo ad una valutazione dell’impronta ecologica dal campo al consumo. Grazie all’individuazione di quattro indicatori (Aria, Acqua, Territorio e Vigneto) le aziende, attraverso un’auto-valutazione, hanno potuto misurare l’impatto della loro produzione in termini di sostenibilità ed intraprendere in tal modo, su base volontaria, un percorso di miglioramento. VIVA non è dunque uno strumento comparativo tra aziende, LUGLIO-AGOSTO 2013| MONDO AGRICOLO |39


FOCUS SOSTENIBILITÀ

che spesso sono caratterizzate e influenzate dal territorio nel quale operano, ma un mezzo per incentivare la vitivinicoltura italiana ad intraprendere un percorso di sostenibilità, fornendo uno strumento di diagnosi degli impatti del prodotto-vino che permette di indirizzare le buone pratiche di comportamento e gestione, fornendo una garanzia di trasparenza per il consumatore. Partecipano nel ruolo di protagoniste nove aziende del settore associate a Confagricoltura , F.lli Gancia & Co, Masi Agricola, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Montevibiano Vecchio, Planeta,Tasca d’Almerita e Venica&Venica, scelte sulla base di criteri geografici e di prodotto, e affiancate da una cordata di autorevoli partner del mondo della ricerca: Agroinnova Centro di Competenza

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Protagoniste nove aziende del settore vitivinicolo associate a Confagricoltura dell’Università di Torino, il Centro di Ricerca Opera per l’agricoltura sostenibile dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e il Centro di Ricerca sulle Biomasse dell’Università degli Studi di Perugia. Una vitivinicoltura sostenibile si fonda su una corretta gestione delle risorse ambientali e umane. Sostenere questo modello di management attraverso programmi concreti vuol dire conservare e tutelare la qualità e la produzione di vini tradizionali italiani e insieme preservare il territorio ed offrire opportunità di valorizzazione e di competitività dei prodotti italiani d’eccel-

lenza sul mercato internazionale. “Si sta puntando ad una via italiana per la certificazione di eco-sostenibilità del settore – spiega il professor Ettore Capri dell’Università Cattolica associando alla Carbon footprint anche la Water footprint ed aggiungendo altri parametri di più ampia sostenibilità ambientale. L’impronta idrica comprende non solo il consumo dell'acqua contenuta fisicamente nel vino o nell'uva, ma anche quella impiegata in ogni fase della produzione, inclusa quella che deve essere depurata dalle contaminazioni prodotte. Per questo l’impronta idrica di una comune bottiglia di vino non è pari al volume di vino contenuto ma 100-1000 volte superiore”. “VIVA Sustainable Wine – aggiunge la professoressa Gullino, direttore di Agroinnova, Università di Torino - è an-


App per smartphone legge le etichette

che uno strumento decisionale, che aiuta i produttori vitivinicoli ad analizzare tramite l’indicatore Vigneto quali siano le conseguenze e i vantaggi di una variazione nella gestione agronomica”. Da poco è arrivata anche l’App ufficiale gratuita per iphone e per Android per identificare il vino eco-sostenibile. Progettata per leggere le etichette delle bottiglie delle aziende che aderiscono al progetto, l’applicazione, oltre a spiegare nel dettaglio le finalità, i risultati e il team di lavoro del progetto, elenca le cantine che vi aderiscono, dando la possibilità di geo-localizzarle, fornendo indicazioni stradali attraverso mappe, e descrive i loro prodotti con approfondite schede tecniche. Il progetto intende anche costituire un “data base” della vitivinicoltura italiana in termini di eco-sostenibilità, definire di concerto con il ministero le linee guida per una produzione sostenibile, sviluppare un codice che permetta una certificazione per le aziende che le adottano, formare tecnici per lo sviluppo di protocolli di sostenibilità nel settore e sensibilizzare il consumatore sul mercato interno e su quello internazionale. LUGLIO-AGOSTO 2013| MONDO AGRICOLO |41


FOCUS SOSTENIBILITÀ

La valle del bio-yogurt

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In Liguria, in Val di Vara, nascono sogni che diventano progetti. I vasetti prodotti vengono richiesti da tutti i più grandi marchi. Innovazione, qualità e… lavoro. E così i giovani ritornano in un luogo che si era spopolato di Andrea Sampietro

er capire come un sistema agro alimentare possa incidere su una vallata appenninica può essere utile inerpicarsi sulle strette curve che portano a quel gioiello della Val di Vara che è Varese Ligure (SP). Siamo in Liguria, appunto, in quel paradiso del primo distretto “bio” italiano, il terzo di tutta l’Europa, nato dalla lungimiranza del suo scomparso ed indimenticato sindaco, Maurizio Caranza, che in tempi non sospetti capisce come coniugare territorio, qualità e certificazioni, quali quelle Emas e ISO 14001, sia un passo fondamentale per evitare l’abbandono di un territorio da sempre agricolo ma da sempre “disagiato”, arrampicato com’è alla montagna. Questa realtà, tipica dell’ingegno e della bravura italiana viene raccontata al sottoscritto in una soleggiata e splendida mattina di fine febbraio da Sergio Traverso, direttore commerciale della Ars Food che dal latte di questa vallata produce yogurt “bio” venduto da tutti i più grandi marchi. La storia che ha portato Roberto Bordigone, imprenditore originario della Val di Vara (La Spezia),

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FOCUS SOSTENIBILITÀ

a fondare nel 2003 Ars Food, un’azienda che in meno di dieci anni è arrivata a fatturare 4,7 milioni di euro, con un incremento del 15% rispetto al 2011, già salito del 20% rispetto al 2010, affonda le sue origini nell’ import-export del salmone affumicato. Sulla base di questa precedente esperienza, infatti, Bordigone crea una realtà destinata a cambiare gli scenari produttivi di una vallata in cui la zootecnia era l’unica risorsa, ormai destinata a scomparire, decretando l’abbandono dell’ennesima “fetta” di appennino ligure. Venti dipendenti, 4.000 metri quadri di estensione, si trova a San Pietro Vara. Non a caso. Nel cuore della valle. “La nostra impresa – racconta appassionatamente il direttore Sergio Traverso, romano trapiantato qui anni fa e follemente innamorato di questi posti e del suo lavoro – nasce dopo una visita di alcuni dirigenti di supermercati italiani, sul territorio di Varese Ligure, il primo distretto biologico italiano”. Qualche mese dopo una di quelle “marche” propone a Bordigone di subentrare ad un noto marchio italiano, colosso del settore, nella fornitura di yogurt bio. Così, nel 2003, l’imprenditore spezzino tira su lo stabili44| MONDO AGRICOLO |LUGLIO-AGOSTO 2013

Traverso: «I produttori di latte di una vallata fanno sistema...vincente» mento. L’affare, però, non va in porto. “Almeno non subito – prosegue Simone – tuttavia quel passo falso ci ha costretti ad una ricerca spasmodica di altri clienti “. Oggi l’azienda produce la linea biologica degli yogurt a marchio Esselunga, Sma, Billa, Ki Group, Coope Auchan. Nel solo 2012, 17,5 milioni di vasetti di yogurt sono usciti dal piccolo ma efficientissimo stabilimento di San Pietro. Ars Food è presente nell’ho.re.ca per la fornitura di ristoranti, alberghi, scuole e mense pubbliche. Infine, commercializza un proprio marchio “Le Bio Bontà di Varese Ligure”. E la ricetta non cambia, da sempre: latte intero, zucchero di canna, frutta (almeno il 20%, una percentuale ben superiore alla media industriale), esclusivamente da agricoltura biologica, e lavorato secondo i crismi richiesti dalla “grande distribuzione”. La chiacchierata continua all’interno dell’area di produzione. Con orgoglio il direttore mi dice:“Siamo sottoposti ad audit durissimi, ma ciò costituisce per

noi motivo di crescita professionale, tanto è vero che lo stabilimento ha un sistema di filtraggio dell’aria utilizzato anche nelle sale operatorie”. Le produzioni aumentano e le necessità di materia prima con esse.“Serve davvero un fiume di latte – continua Sergio Traverso - circa 120 quintali al giorno per cinque giorni alla settimana. Da Varese Ligure ne arrivano – prosegue – solo 15”. Da qui nascono progetti che sono sogni o, se vogliamo, sogni che diventano progetti. Giovani che ritornano in un posto dove la popolazione della valle era paurosamente calata dai 10.000 abitanti degli anni 70 agli attuali 2.500. Una vecchia azienda della provincia su cui concentrare sforzi ed energie per arrivare ad allevare almeno 400 capi da latte che conferiscano la produzione ad Ars Food, dando da lavorare a tanti con buone prospettive. Nasce un sistema che sta cominciando a dare i suoi frutti, un sistema vincente che affonda le sue origini nella lungimiranza di qualcuno, nella tenacia ed imprenditorialità di qualcun altro, nel sostegno di tanti, anche della nostra Confagricoltura locale. Rivive la prima vallata del biologico italiano, anche attraverso le sue … bio bontà.


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ANALISI DI ISMEA SUGLI ACQUISTI DOMESTICI

Anche a tavola cresce il low cost: -3,4% la spesa alimentare nei primo quadrimestre e famiglie italiane tagliano anche sulL la spesa alimentare. Lo certifica l'Istat, che nei primi quattro mesi del 2013 rileva un calo delle vendite al dettaglio nel Food & Beverage del 2,1% su base tendenziale, e lo confermano i dati Ismea Gfk-Eurisko che, nello stesso periodo, indicano una contrazione degli acquisti alimentari domestici dell'1,2% in quantità e del 3,4% a valore. La significativa riduzione della spesa in alimenti e bevande, sottolinea l'Ismea, riflette la maggiore incidenza degli acquisti in promozione e il crescente orientamento dei consumatori verso prodotti di fascia più economica e/o format distributivi, come i discount, che meglio si adattano ai più stringenti vincoli di bilancio imposti dalla recessione. A fare i conti con la crisi sono soprattutto gli alimenti freschi, maggiormente deperibili e meno favoriti sui prezzi. Cedono in particolare gli acquisti di frutta (-4% le quantità 5% la spesa), carne bovina (-5% nei volumi e -4% nei corrispettivi monetari), latte (-4%, -7%) e pesce fresco (-5%, -16,5%).

Prodotti che nei primi 4 mesi di quest'anno sono usciti dal carrello per il 5% degli acquirenti. L'austerity ha spinto gli italiani a rimodulare il paniere alimentare, favorendo l'acquisto di prodotti conservati e quindi meno soggetti a sprechi, di surrogati più a buon mercato e di alimenti che grazie alla pressione competitiva garantiscono prezzi più convenienti. Ed è così che la dieta si arricchisce di uova (+2% in volume sempre nei primi 4 mesi dell'anno, +7% in termini monetari), ma anche di latte Uht (+5% in volume,- 3% in valore), a scapito di quello fresco, e di carni avicole - soprattutto elaborate ( +3%, +5%) e suine (+3%, +13%), pre-

ferite alle più care fettine di manzo e vitello. Gli acquisti di pasta tengono in quantità, ma subiscono un crollo del 9,5% della spesa, per effetto sia del boom dei discount, dove gli acquisti di pasta crescono del 9%, sia del frequente ricorso alla leva promozionale nell'agguerrita competizione tra marche industriali e private label. L'onda lunga della crisi non risparmia neanche le insalate di IV gamma, che dopo anni di crescita a ritmi sostenuti, invertono bruscamente la tendenza registrando flessioni a due cifre (-11% in quantità, 13% in valore). Un'ulteriore conferma, sottolinea l'Ismea, di come l'esigenza del risparmio stia condi-

zionando gli acquisti, intaccando anche abitudini e stili di consumo che sembravano radicati tra le famiglie italiane. Altra flessione degna di nota è quella degli oli extravergini confezionati che registrano in questa prima parte dell'anno una contrazione del 9% delle quantità acquistate, accompagnate da una riduzione ancora più accentuata della spesa (-12%). Al contrario, trovano più spazio nel carrello degli italiani i formaggi, in crescita del 2% in volume, ma in lieve calo nel corrispettivo monetari o (-0,6%) e gli yogurt tradizionali (non pro-biotici), che guadagnano il 5% in quantità a fronte di una calo della spesa del 4% dettato, anche in questo caso, dalle dinamiche competitive tra i vari player del mercato. Tra le bevande, infine, si bene meno vino (-7,4% in volume) anche in ragione di un aumento dei prezzi medi al consumo (+2,4% la spesa corrispettiva). A calare sono soprattutto i vini comuni (-10,3%) e gli Igt (-9,4%), mentre per il segmento Doc/Docg la riduzione si è limitata a un meno 1,7%.


FOCUS SOSTENIBILITÀ

L’uva antica

“Villa dei Misteri” è una bottiglia particolare e di grande valore. Le sue vigne, che maturano al sole negli scavi di Pompei,sono coltivate con le tecniche precedenti alla grande eruzione del 79 d.C. di Gaetano Menna 46| MONDO AGRICOLO |LUGLIO-AGOSTO 2013

visitatori degli scavi archeologici, mappe alla mano, girano per la città vetusta, cercando vie, indirizzi, botteghe. Pompei antica è sorprendentemente intatta ed i turisti si aggirano per scoprirla, ammirarla, coglierne gli antichi palpiti. Su Internet, per orizzontarsi, è giunto anche l’aiuto di Google Maps (che, con “Street View”, consente di esplorare luoghi di tutto il mondo) ed ha mappato pure le strade acciottolate della città in cui il tempo

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si è fermato nel 79 d.C. Con stupore, tra le rovine, i turisti avvistano filari verdeggianti, con grappoli d’uva che maturano al sole. Già ci sono vigne in produzione all’interno degli scavi di Pompei. Apprendiamo come il vino avesse un ruolo importante nella vita delle popolazioni vesuviane. Le indagini archeologiche, gli studi botanici e il rilevamento dei calchi delle radici delle viti e dei relativi paletti di sostegno (che la grande eruzione del 79 d.C. ha “immortala-


to” per sempre) hanno confermato tale coltura anche all’interno della cinta muraria della città, nei giardini e negli orti che ornavano le case, ma soprattutto in quei quartieri periferici nei pressi dell’Anfiteatro. Nel 1996 la Soprintendenza Archeologica di Pompei conferì all’azienda vitivinicola Mastroberardino una delle più prestigiose cantine campane, l’incarico di ripristinare la viticoltura nell’antica città di Pompei. In quell’occasione, vennero affidate a titolo sperimentale alcune aree adibite a vigneto fin dall’antichità, site all’interno del parco archeologico. Sono nati così i 5 vigneti (dell’Oste Eusino, della Casa della Nave Europa, dell’Osteria del Gladiatore, del Foro Boario, della Casa del Triclinio Estivo) per una superficie complessiva di circa 1 ettaro. Qui, con le stesse tecniche di coltivazione precedenti alla grande eruzione (elevata densità di impianto, filari ravvicinati sorretti da paletti in legno di castagno piantati esattamente sulle impronte dei paletti dei vigneti di 2000 anni fa, individuate a mezzo di calchi in gesso) sono stati impiantati i vitigni autoctoni Piedirosso e Sciascinoso, scelti sulla scorta di ritrovamenti archeologici, studi botanici, bibliografici e iconografici condotti anche sugli antichi affreschi pompeiani. Gli studi sono stati condotti e coordinati dallo staff del Laboratorio di ricerche applicate della Soprintendenza archeologica di Pompei. Il Laboratorio studia gli ambienti naturali del 79 d.C. dell’intera area vesuviana e si avvale della collaborazione di numerosissime Università italiane e straniere. Dentro al vigneto del Foro Boario, il più grande, davanti alle rovine dell’anfiteatro e vicino alla palestra grande, si trova l’antica cella vinaria: piccolo edificio con 10 “do-

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PATRIMONIO DELL’UMANITÀ IN FRANTUMI

L’antica città - distrutta nell'estate del 79 d.C. da una forte eruzione del Vesuvio - fu sommersa da una pioggia di cenere e lapilli che, con lo spesso strato di polvere che ne risultò, hanno cristallizzato nel tempo l'intera urbe e la sua tragedia preservandoli nei secoli. Riportata alla luce a metà del 18° secolo è diventata il sito archeologico più visitato al mondo con 2.500.000 turisti. E, sotto i loro occhi, si sgretola per le carenze strutturali ed i danni apportati dalla luce e dalle intemperie; quotidianamente, centinaia di pietre si schiantano al suolo polverizzandosi. È giunto alla fine l’ultimatum dell’Unesco: l'Italia deve presentare entro fine 2013 il piano di gestione di Pompei e riuscire a spendere, entro il 2015, le risorse del Grande progetto cofinanziato da Bruxelles o l'area archeologica verrà inserita nella lista dei beni Patrimonio dell'Umanità "in pericolo".

li” interrati, grandi contenitori in terracotta dove avveniva il processo della vinificazione.

La vigna tra le rovine è un omaggio alla storia di Mastroberardino «E’ curioso – commenta Piero Mastroberardino – come a distanza di 2000 anni le più raffinate ed evolute tecni-

che di vinificazione continuino a basarsi sullo stesso principio, quello del controllo delle temperature, dell’uso del freddo». Nel 2001 si è avuta la prima vinificazione e l’affinamento in legno del primo vino dell’antica Pompei, denominato Villa dei Misteri, come la meravigliosa costruzione di Pompei. L’ultima annata è la 2006 con 1700 bottiglie prodotte (il vino è affinato per dodici mesi in barrique per 12 mesi ed ha 5 anni di invecchiamento). “Villa dei misteri” è un Pompeiano IGT, dal colore rosso rubino intenso; ha un profumo complesso, ampio, rotondo, persistente, con note speziate e di frutti di bosco. Il sapore è avvolgente, equilibrato, strutturato, di notevole tessitura e spessore. Dotato di tannini fini ed eleganti. «Il nostro– commenta Piero Mastroberardino – è l’ omaggio ad un sito che appartiene al mondo. Qui nacque la coltura della vite e qui, a distanza di duemila anni, siamo a riproporre il vi no di Pompei». LUGLIO-AGOSTO 2013| MONDO AGRICOLO |47


FOCUS SOSTENIBILITÀ

Biodiversità a bordo campo

L’illustrazione mostra l’area seminata con essenze selezionate a bordo campo

Syngenta ha presentato a Roma il progetto “Operation Pollinator”, con la trasformazione delle aree intorno ai seminativi, in ambienti che favoriscono lo sviluppo della biofauna

di Claudio Pietraforte

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opo le tappe di Bruxelles, Madrid,Varsavia e Budapest, è giunto a Roma (per l’italia) il “Multifunctional Landscapes Roadshow”, evento itinerante promosso da Syngenta in collaborazione con ELO (European Landowners Organization). L’iniziativa è nata con l’obiettivo di dimostrare come un’agricoltura produttiva e un ambiente vivo e ricco in termini di biodiversità possano convivere efficacemente. A tal proposito Syngenta ha voluto stimolare un dialogo aperto sull’attuazione delle misure agroambientali previste nella nuova Pac. L’evento romano è stato strutturato in

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due giornate di lavori. La prima è stata focalizzata su una conferenza nella quale si sono alternati interventi di relatori del mondo istituzionale e accademico, tra cui il sottosegretario alle Politiche agricole Maurizio Martina ed il presidente della Commissione Agricoltura della Camera Luca Sani, con testimonianze di operatori del settore agroalimentare. All’evento principale ha fatto seguito, nella se-


L’agricoltura delle alte rese e la tutela dell’ecosistema possono convivere perfettamente conda giornata, la visita in campo presso il Centro di Ricerca per la Patologia Vegetale (C.R.A) a Monterotondo (Roma).Tutto parte dalla considerazione che più dell’80% delle colture europee dipendono dall’impollinazione effettuata dagli insetti. Una delle Best Practices presentate, in linea con le misure di greening promosse a livello europeo, è “Operation Pollinator”, che prevede la trasformazione di aree aziendali poco produttive o marginali (come i bordi campi) in ambienti ricchi in biodiversità, seminandole con essenze selezionate, ricche in nettare e polline.Tali aree attirano e forniscono alimento agli insetti impollinatori e diventano un rifugio sicuro anche per piccoli mammiferi ed uccelli. La validità del progetto è dimostrata dal miglioramento della resa e della qualità delle colture legate ad una maggiore impollinazione e dalla tutela del suolo e delle acque. «Questa iniziativa – ha commentato l’ A.D. di Syngenta Luigi Radaelli diventa particolarmente significativa se applicata in un’ottica di gestione multifunzionale del territorio in cui convivono alti rendimenti delle produzioni agricole con fauna ed insetti impollinatori in perfette condizioni di salute: un’iniziativa di coltura-cultura con una gestione oculata dell’areale aziendale che porta risultati». In Umbria il progetto è stato inserito nell’ambito delle misure agroambientali del PSR, pensando pure ad un set-aside che non è passivo ma attivo, poiché si interviene con operazioni colturali dirette a favorire lo sviluppo della biofauna. LUGLIO-AGOSTO 2013| MONDO AGRICOLO |49


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Scienza da toccare Per i 150 anni di attività, Bayer ha pianificato una serie di eventi ed una mostra interattiva per scoprire come è migliorata la nostra vita: Ad di là dello slogan un programma operativo

terattiva, itinerante - su temi legati alla salute, all’agricoltura e ai materiali innovativi - che toccherà circa 30 sedi in Europa, America, Asia, Africa e Australia. «Le invenzioni di Bayer - ha detto il CEO Marijn Dekkers - hanno aiutato a migliorare la qualità della vita delle

Bayer CropScience: l’ obiettivo prioritario è individuare soluzioni sostenibili

persone. Ne è un esempio Aspirina, introdotta sul mercato nel 1899 e tuttora uno dei prodotti di punta. Questa grande tradizione è anche il nostro impegno per il futuro, come si comprende dallo slogan “Bayer: Science For A er i 150 anni di attività, Better Life”». «La mostra - ha spiegato Bayer ha pianificato una dal canto suo il direttore della Comuserie di eventi che si con- nicazione in Italia Daniele Rosa - ha lo centreranno sugli oltre scopo di rendere chiaro in che modo 110 mila collaboratori in Bayer, attraverso la ricerca e i suoi protutto il mondo.Anche nel- dotti innovativi, aiuti a migliorare le vil’area della responsabilità sociale, te di milioni di persone in tutto il monBayer darà un ulteriore segnale per do. È costituita da box espositivi con mettere maggiormente in risalto l’an- lettere maiuscole, ognuna delle quali fa niversario. Tra le iniziative informative riferimento ad un tema oggetto dell’atva evidenziata quella di una mostra in- tività di Bayer, dalla A di Aspirina alla R di Claudio Pietraforte

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di riso». Nella maggior parte dei musei ai visitatori viene intimato di “non toccare”, qui vale il contrario: la mostra è provvista di elementi espositivi come microscopi, camere a immagine termica, giochi digitali e molto altro, tutto ideato per essere toccato e sperimentato, incoraggiando i visitatori ad interagire con quanto esposto. Tra le grandi invenzioni, quella dei rivestimenti a base di poliuretano che permettono di resistere agli agenti atmosferici e conferiscono brillantezza ad automobili, imbarcazioni, veicoli su rotaia e turbine eoliche. L’agricoltura, poi, rappresenta un punto focale della ricerca Bayer; quando, nel 1892, l’azienda ha iniziato a commercializzare Antinonnin, il primo insetticida sintetico al mondo per il controllo della limantria monaca, è iniziata una storia di successo. Oggi, Bayer CropScience è leader mondiale nel suo campo; il suo successo è basato su soluzioni che hanno trasformato e migliorato i metodi per proteggere le piante da tutti i loro aggressori naturali, tutelando la salute e l’ambiente. A ciò si aggiunge un’ampia gamma di prodotti e servizi per applicazioni domestiche e per il giardinaggio.



FOCUS SOSTENIBILITÀ

L’azienda Vitasol punta su esperienza zootecnica per nuovo agribusiness

Bruno e Livio Manenti

Biogas in partnership L’azienda leader degli integratori alimentari per la zootecnia ed il partner tecnologico rilanciano l’energia alternativa che proviene dai sottoprodotti di origine animale di Claudio Pietraforte

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vere 70 anni e non sentirli. Vitasol festeggia il “compleanno” proiettandosi in avanti, studiando nuove iniziative ed attività. L’azienda dei fratelli Manenti è leader in Italia nella produzione degli integratori ed ha diversificato i prodotti sia nella presentazione (in polvere, pellet e liquidi), sia nelle formulazioni (per bovini, ovicaprini, suini, polli, cavalli, ecc.). Fin dall’avvio, nel 1943, ha studiato e risolto il problema dell'integrazione delle razioni alimentari nel pieno rispetto delle esigenze naturali dell'organismo di tutti gli animali da allevamento. In particolare

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utilizza, nei propri prodotti, il lievito della birra vero irradiato con raggi ultravioletti (brevetto internazionale) per ottenere la Vitamina D2 utile ad una crescita ossea robusta e armoniosa. Questo oltre alle vitamine naturali e di sintesi ottimali per l'integrazione. Ha inoltre affiancato alle classiche linee prodotti commercializzati come mangimi per cani e gatti, mangimi composti per uccelli, linee di topicidi e insetticidi. Oggi amplia ancor più i suoi orizzonti – come evidenziano Bruno e Livio Manenti – e si affaccia sul mercato delle energie alternative. Fa perno sulla pluriennale e consolidata esperienza nel settore zootecnico per studiare una forma di partnership per utilizzare le deiezioni animali a fini energetici. Deiezioni che divengono non un rifiuto ma un sottoprodotto che può portare utili alle aziende. In tale ottica Vitasol ha deciso di concludere un accordo commerciale con la Società Eng.in Group srl che si occupa da tempo di questa problematica e che ha risolto brillantemente i problemi connessi alle bioenergie costruendo un impianto/prodotto biodigestore da 100 kwt. Tale impianto è adatto all’80% delle aziende zootecniche nazionali di bovini e suini ed è costruito in serie con notevoli risparmi sui costi e quindi offerto al mercato a prezzi molto convenienti. L’intesa prevede che Eng.in Group fornisca al mercato tecnologia e impianti mentre Vitasol mette a disposizione la propria forza vendita ed i tecnici allo scopo di contattare i “prospects” che possono essere interessati, oltre che fornire materie prime utili ad ottimizzare i risultati dell’uso del biogas. Un’ alleanza sinergica e strategica, per un progetto che nasce con il triplice obiettivo di generare profitto, riqualificare il terreno e migliorare l’impatto am bientale dell’allevamento.


N O T I Z I A R I O E N E R G I A E A M B I E N T E D I C O N F A G R I C O LT U R A R U B R I C A

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SOSTENIBILITÀ Progetto Cnr-Anci per la sostenibilità energetica Il progetto Energia da fonti rinnovabili e ICT per la sostenibilità energetica promosso dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) in collaborazione con l'Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci) intende studiare e sperimentare un insieme coordinato di soluzioni innovative per rendere le città sostenibili da un punto di vista energetico-ambientale. Per raggiungere questo obiettivo, il progetto si basa sull'uso diffuso di fonti energetiche rinnovabili (e delle relative tecnologie per l'accumulo e la gestione dell'energia) e sull'utilizzo estensivo di tecnologie ICT per la gestione avanzata dei flussi energetici e per rendere i servizi della città energeticamente efficienti adattandoli alla domanda (favorendo quindi il risparmio energetico e l'uso razionale dell'energia) e alla disponibilità di energia da fonti rinnovabili, anche con il coinvolgimento consapevole dei cittadini. Si sta procedendo alla selezione di comuni Italiani idonei ad essere trasfor-

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mati in vere e proprie “Smart Cities” mediante l’installazione di diversi dispositivi con l’intento di digitalizzare il suolo comunale attraverso servizi di Digital Advertising per cittadini e turisti, collegamento Internet ad alta velocità tramite Hot-Spot WiFi pubblici, gestione automatizzata della sosta nei parcheggi cittadini, controllo del traffico e della mobilità, bilanciamento e gestione dell’energia consumata, telecontrollo e telegestione, tramite applicativi web-based, degli impianti di illuminazione pubblica. (G. M.) Una filiera per la produzione di fibra da ortica Negli ultimi decenni le fibre naturali hanno acquisito un rinnovato interesse per svariati utilizzi nel settore tessile e nell'artigianato, ma soprattutto per rispondere alla domanda di sostenibilità e tracciabilità dei consumatori. Recentemente è stata ripresa in conside-

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razione la fibra di ortica (Urtica dioica L.) in termini di utilizzo economicamente promettente per lo sviluppo locale e sostenibile di una filiera per la produzione di fibra. La macerazione è il passaggio cruciale per l'estrazione delle fibre naturali quindi nuove tecnologie sono necessarie per l''ottimizzazione della produzione. A tal proposito si è avviata un’indagine di CNR con l’obiettivo di valutare e di confrontare gli effetti di diversi metodi di estrazione (macerazione in acqua, microbiologica, enzimatica e stigliatura meccanica) sulla qualità delle fibre di un clone selezionato di ortica. Sono state valutate le proprietà meccaniche e morfologiche e la composizione chimica delle fibre. Il primo risultato interessante riguarda il buon grado di

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separazione tra le fibre e il resto dello stelo, ottenuta mediante una stigliatura meccanica applicata su steli co n s e r va t i per un anno, probabilmente grazie ai naturali processi di macerazione che si verificano durante la conservazione. La macerazione microbiologica di steli interi e/o di fibra decorticata ha prodotto fibre di qualità superiore rispetto a quelle ottenute con la macerazione in acqua. Gli enzimi utilizzati hanno migliorato la qualità della fibra solo quando è stato aggiunto l'agente chelante EDTA. Il trattamento enzimatico ha dato buoni risultati sia su fibre preventivamente macerate in acqua, sia su fibre solo decorticate, mentre le miscele enzimatiche applicate tramite spray hanno prodotto fibre con un diametro minore ed un contenuto in cellulosa più basso. (G. M.) LUGLIO-AGOSTO 2013| MONDO AGRICOLO | 53


N O T I Z I A R I O E N E R G I A E A M B I E N T E D I C O N F A G R I C O LT U R A

AGRICOLTURA BIOLOGICA Dati Sinab: diminuiscono le conversioni Gli operatori biologici certificati in Italia sono 49.709 con una maggioranza di produttori agricoli, ma con numeri interessanti anche di preparatori, imprese di commercializzazione e importatori, che completano la filiera delle produzioni biologiche. Rispetto ai dati riferiti allo scorso anno si rileva un aumento complessivo del numero di operatori del 3%. La superficie coltivata secondo il metodo biologico, risulta pari a 1.167.362 ettari, con un aumento complessivo, rispetto all’anno precedente, del 6,4%. Anche sul fronte del consumo i dati rilevati dal Panel famiglie Ismea/GFK -Eurisko, nel primo quadrimestre 2013, dimostrano una spesa bio in espansione con un +8,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. È quanto emerge dai dati del biologico italiano pubblicati dal Sinab, il Sistema d'informazione nazionale sull'agricoltura biologica. Il bio in Italia tira, ma è prevalentemente d’importazione. Se è vero che la superficie totale del biologico è aumentata del 6,4% nel 2012, quella che diverrà biologica (in conversione) è diminuita rispetto al 2011 del 6,4%. Cosa induca le aziende agricole italiane a non puntare sul biologico è qualcosa che deve essere chiarito e che speriamo non sia legato esclusiva54 | MONDO AGRICOLO | LUGLIO-AGOSTO 2013

mente alla diminuzione degli aiuti comunitari. Se così fosse, infatti, vorrebbe dire che il sistema del biologico italiano non è competitivo se non grazie ad interventi di sostegno economico. Eppure il Bio tira, anche se il suo acquisto è limitato ad un’elite di italiani. Forse anche per questo il numero d’importatori è aumentato nel 2012 quasi del 30%, dato che conferma che la gran parte del biologico che gli italiani acquistano non è prodotto nel Bel Paese. In attesa di avere dati sulle esportazioni, Confagricoltura ritiene che sia giunto il momento di uscire dalla cultura del nanismo e localismo, che pesa sul costo finale del prodotto, puntando all’aggregazione dell’offerta, rendendo così il biologico accessibile a tutte le fasce economiche delle famiglie italiane. (L. T.)

CAMBIAMENTI CLIMATICI Programma “LIFE+”: la Commissione investe 281,4 milioni di euro Il 27 giugno a Bruxelles è stato raggiunto un accordo informale sul prossimo periodo di finanziamento del programma LIFE (2014-2020). Tra le novità vi è una sezione appositamente dedicata all’adattamento ai cambiamenti climatici e alla mitigazione dei loro effetti, e la nuova categoria di finanziamento “Progetti integrati”. Si vuole in tal modo dare impulso all’applicazione della legislazione ambientale puntando a mobilitare ul-

teriori finanziamenti, sia dell’UE sia nazionali e privati, che moltiplichino i progetti in questo campo. È ora necessario il consenso formale del Parlamento e del Consiglio per convertire in legge questo accordo. In attesa di tale modifica, per il 2013 la Commissione europea ha approvato il finanziamento di 248 nuovi progetti nell’ambito del programma LIFE+, il fondo per l’ambiente dell’Unione europea. I progetti consistono in interventi sul fronte della conservazione della natura, dei cambiamenti climatici, delle politiche ambientali, nonché dell’informazione e della comunicazione in materia di tematiche ambientali in tutti gli Stati membri. Complessivamente rappresentano un investimento di circa 556,4 milioni di euro e la somma di cui si farà carico l’Unione europea ammonta a 281,4 milioni. I progetti LIFE + Natura e biodiversità migliorano lo stato di conservazione delle specie e degli habitat in pericolo. La maggior parte di essi (82) rientra

nella categoria “Natura” e concorre ad attuare le direttive Uccelli e/o Habitat e la rete Natura 2000. Gli altri 10 sono progetti pilota che vertono su aspetti più ampi legati alla biodiversità. I progetti LIFE+ Politica e governance ambientali sono progetti pilota che contribuiscono a migliorare le politiche apportando idee, tecnologie, metodi e strumenti innovativi. A beneficiare del finanziamento della Commissione saranno 146 progetti. Nell’ambito di questa categoria, i finanziamenti che la Commissione destinerà ai cambiamenti climatici sono oltre 34,6 milioni di euro, assegnati a 29 progetti. Molti altri progetti, sebbene imperniati su tematiche diverse, avranno comunque un impatto indiretto sulle emissioni di gas serra. Tra gli altri settori importanti coperti dai finanziamenti figurano l’acqua, i rifiuti, le risorse naturali, le sostanze chimiche, l’ambiente urbano, il suolo e la qualità dell’aria. I progetti LIFE+ Informazione e comunicazione puntano a dare


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maggiore visibilità alle tematiche ambientali e a divulgare informazioni in materia. Delle 158 proposte ricevute, la Commissione ne ha scelte 10, che fanno capo a nove Stati membri e si traducono in un investimento totale di 10,5 milioni di euro, metà del quale (5,2 milioni circa) coperto dall’UE. Quattro dei 10 progetti consistono in azioni di sensibilizzazione su questioni inerenti la natura e la biodiversità, mentre gli altri sei vertono su tematiche ambientali quali i cambiamenti climatici, l’efficienza delle risorse e la prevenzione dell’inquinamento nelle zone costiere. (A. P.) Rapporto Ispra: gli indicatori del clima in Italia È stato pubblicato l’VIII rapporto della serie “Gli indicatori del clima in Italia” che illustra l’andamento del clima nel corso del 2012 e aggiorna la stima delle variazioni climatiche negli ultimi decenni in Italia. Il rapporto si basa in gran parte su indicatori climatici derivati dal Sistema nazionale per la raccolta, l’elaborazione e la diffusione dei dati Climatologici di Interesse Ambientale. Complessivamente, nel 2012 gli indicatori di temperatura e precipitazione sono stati derivati da circa 700 stazioni distribuite sull’intero territorio nazionale. Dal rapporto emerge come il 2012 sia stato un anno nettamente più caldo della media climatologica, sia su scala globale, sia in Italia.

A scala globale, l’anomalia della temperatura media sulla terraferma rispetto al trentennio climatologico di riferimento 19611990, è stata di +0.78°C e colloca il 2012 al 7° posto della serie dal 1961. In Italia, il 2012 è stato il 21° anno consecutivo con temperature medie più elevata della norma e, con un’anomalia media di +1.31°C, si colloca al 4° posto nell’intera serie dal 1961 al 2012. Gli anni più caldi dell’ultimo mezzo secolo sono stati il 1994, il 2003 e il 2000, con anomalie della temperatura media comprese tra +1.35 e +1.38°C e più consistenti in estate e in primavera. Le temperature massime registrano in media un aumento leggermente superiore a quello delle temperature minime. La stima aggiornata del rateo di variazione della temperatura media in Italia dal 1981 al 2012 è di +0.35 ± 0.07°C / 10 anni, a cui corrisponde, nello stesso periodo, un aumento di 1.08 ± 0.22°C. I mesi più caldi rispetto alla norma sono stati marzo al Nord (+4.12°C), agosto al Centro (+3.22°C) e giugno al Sud e sulle Isole (+2.69°C); il mese più freddo rispetto alla norma è stato ovunque febbraio (-2.27°C al Nord, -2.62°C al Centro e 1.85°C al Sud e sulle Isole). Per quanto riguarda le precipitazioni medie annuali, nell’intervallo 19512012 risultano essere in leggera diminuzione (del 10% circa), ma in modo statisticamente significativo solo al Centro e al Sud. (A.P.)

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AGRICOLTURA RESPONSABILE

Tre nuove strumenti Syngenta a disposizione di tutti gli agricoltori AgricolL’ tura Responsabile, l’approccio culturale che integra benefici economici, attenzione alla salvaguardia dell’ambiente e responsabilità sociale, rappresenta per Syngenta il modo professionale di vivere l’agricoltura. In questa ottica, Syngenta ha recentemente realizzato tre nuove pubblicazioni relative ad alcune tematiche di Agricoltura Responsabile, nate per fornire un concreto supporto a tutti gli agricoltori impegnati ogni giorno per una produzione sicura, abbondante e di qualità. La prima di queste pubblicazioni è il “Quaderno Agricoltura Responsabile”, creato con l’obiettivo di fornire agli agricoltori indicazioni per la corretta gestione quotidiana degli agrofarmaci. Il Quaderno riporta il decalogo dell’uso sostenibile, che consiste in 10 punti contenenti tutte le informazioni necessarie per un utilizzo sicuro, responsabile e sostenibile degli agrofarmaci. La seconda pubblicazione “10 Regole per un uso sostenibile dell’agrofarmaco” rappresen-

ta un riassunto del Quaderno Agricoltura Responsabile: una versione “slim” focalizzata sui punti fondamentali della corretta gestione degli agrofarmaci. L’ultima pubblicazione sono “I Registri dell’agricoltore. Un unico quaderno per tracciare le attività in azienda agricola”, uno strumento che riporta tutti i registri utili per tracciare le attività di un’azienda agricola: il registro dei trattamenti fitosanitari (o anche chiamato quaderno di campagna), il registro delle fertilizzazioni e la scheda di magazzino degli agrofarmaci e dei fertilizzanti. Ciascuno di questi manuali, disponibili sia in formato elettronico che cartaceo, sottolinea ancora una volta l’impegno che Syngenta pone nel sostenere l’agricoltore nelle sue attività quotidiane, fornendogli indicazioni semplici, utili e precise, aiutandolo a soddisfare i diversi obblighi di legge e valorizzando la sua professionalità.


MAPPAMONDO di Elisabetta Tufarelli

Christie’s punta sullo shopping dei vigneti AUSTRALIA, EXPORT DA RECORD PER LA CARNE

La nota casa d’asta si occuperà dell’intermediazione di vigneti. Molte richieste da magnati cinesi

hristie's International Real Estate, l’agenzia immobiliare della casa d’asta più famosa e antica al mondo, nata nel ’95 per assistere i clienti facoltosi nella compravendita di proprietà lussuose e nobiliari, si occuperà anche dell’intermediazione di vigneti.L’apertura della sede di Hong Kong punta

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ai magnati cinesi.Sono proprio i miliardari con gli occhi a mandorla ad aver investito su prestigio-si Chateau a Bordeaux e in Borgogna.Infatti,su 37 proprietà vendute solo a Bordeaux lo scorso anno, ben 23 sono state accaparrate dai cinesi e questo Paese è diventato velocemente il quarto mercato per i vini di

IN CINA AUMENTA LA DOMANDA DI SOIA

In Cina, grazie all'aumento dei redditi c’è stato un importante cambiamento nel regime dietetico del Paese, con un maggior consumo di carne. Questo mutamento alimentare ha sostenuto una considerevole crescita delle importazioni di soia, per sviluppare un settore mangimistico industrializzato e una moderna produzione di bestiame. La maggior parte dei fagioli di soia prodotti in Cina è destinata al consumo umano, mentre il prodotto proveniente dagli Stati Uniti e dal Sudamerica, due canali di importazione primari per Pechino, viene lavorato per produrre foraggio e oli commerciali. 56| MONDO AGRICOLO | LUGLIO-AGOSTO 2013

Secondo l'Australian Bureau of Agricultural and Resource Economics and Sciences (ABARES), il Paese esporterà quantitativi record di carne bovina, grazie alla forte domanda proveniente dagli Usa e dai Paesi emergenti come la Cina. I dati sull’export di manzo e di vitello dovrebbero ammontare a un totale di 1,07 milioni di tonnellate, contro quota 1,015 milioni di tonnellate di

quest'anno, una crescita stimata del 7%. La maggiore domanda proveniente dall'Asia, unita ad un aumento di quella proveniente dagli Stati Uniti, dovrebbe così compensare il calo delle vendite registrato in altri mercati, come il Giappone. Quest’anno il Dragone diventerà il quarto maggior mercato per le esportazioni australiane di manzo e di vitello, con una crescita prevista del 6%.

Bordeaux dopo Giappone,Regno Unito e Usa. Ne dà notizia il sito americano“Luxury Daily” precisando che Christie's si è dotata di una squadra di esperti di vino e di proprietà di lusso per aiutare i ricchi investitori a scegliere la migliore tenuta in qualsiasi parte del mondo,soprattutto in Francia.D’altronde,come ha precisato Bonnie Stone Sellers,CEO di Christie International Real Estate, NewYork: “Il nostro vantaggio è di avere l'unica rete immobiliare di proprietà di una prestigiosa casa d'aste con una profonda conoscenza del mondo enologico.E questa costola di Christie's nasce dalle continue

richieste venute proprio dalla Cina,da parte di coloro che partecipavano alle aste del vino organizzate a Hong Kong in cerca di consigli per acquistare vigneti nel Vecchio Continente e nelle altre regioni del vino del mondo e anche di intermediari che potessero aiutarli con la lingua. L’anno scorso il 62% degli Chateau venduti in Francia sono stati acquistati da cinesi.Una vera e propria “febbre”d’élite che si può misurare anche dalle ultime cifre stellari raggiunte dalle vendite di Christie’s e dall’ampissimo portfolio di vigneti internazionali in offerta sul sito:http://christiesrealestate.com/vineyards


Via libera all’import di latte di dromedaria n

L’Unione europea ha autorizzato le importazioni di latte di camelidi per ora provenienti dal Dubai

Unione europea ha autorizzato la vendita di latte di dromedaria,che potrebbe diventare così un degno avversario del più noto e apprezzato latte di vacca. D’altro canto le sue caratteristiche nutrizionali sono di tutto rispetto.Tra le eccellenti proprietà alimentari,quella di essere il maggiore veicolo di vitamina C per milioni di persone che si nutrono raramente di frutta e verdura.Inoltre, rispetto quello vaccino, ha colesterolo e percentuali di grasso più basse, così come vanta un basso valore di zuccheri (lattosio) e un elevato contenuto di minerali, non coagula naturalmente ed è quindi molto digeribile. Insomma c’è la base per andare incontro anche alle esigenze degli intolleranti e dei patiti della linea. «Gli Stati

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membri autorizzano l’importazione di partite di prodotti a base di latte di camelidi della specie Camelus dromedarius provenienti dai Paesi terzi a condizione che tali prodotti a base di latte siano stati sottoposti a un trattamento termico…». L’autorizzazione all’importazione è prevista solo dall’emirato del Dubai, dove gli allevamenti sono esenti da afta epizootica e nelle aziende agricole si adottano adeguate misure sanitarie, valutate in precedenza dai membri dell’ufficio veterinario dell’UE. L’azienda Camelicious, che per il momento ha l’esclusiva della vendita, inizierà consegnare latte di dromedaria in polvere, siero di latte in polvere e latte fresco, esclusivamente sul canale B2B e per scopi di ricerca.

LA CRESCITA TEDESCA SI SCONTRA CON L’AMBIENTE

Negli Stati tedeschi con alta densità di bestiame, cresce il tenore dei nitrati nelle acque. Bruxelles ha chiesto alla Germania di rendere più severe le norme sui fertilizzanti organici. E’ il degrado della qualità dell'acqua nella Germania nordoccidentale, dove l'allevamento ha avuto una forte crescita, che giustifica il monito di Bruxelles. Nei primi anni '90, quasi due terzi delle stazioni di monitoraggio hanno registrato livelli di nitrati delle acque sotterranee superiori al limite normativo di 50 mg/l. La situazione era poi migliorata, ma tra il 2006 e il 2010, il contenuto di nitrati è salito del 40% per l’aumento dei capi di bestiame, lo sviluppo del biogas e le importazioni di letame nei Paesi Bassi. Tra il 2000 e il 2012, il numero di suini è aumentato del 10% in Germania e del 17% nel nord-ovest del Paese. In Bassa Sassonia e nella Renania settentrionale-Vestfalia si è sviluppato il sistema di ingrasso (+35% in 12 anni). FRANCIA ALLARME FURTI IN CAMPAGNA

Gli agricoltori sono preoccupati per l'aumento di furti di animali, legname, diesel e fili elettrici. I furti di ogni genere stanno crescendo a ritmo vorticoso, addirittura il bestiame viene macellato sul posto, polli, pecore e vacche. La recrudescenza dei furti, negli ultimi cinque anni, ha raggiunto proporzioni allarmanti. Quest’inverno è toccato, in particolare, al carburante, agli utensili ai

rimorchi e ai fili di rame. Così gli agricoltori francesi hanno organizzato delle ronde notturne soprattutto nei luoghi più isolati e poiché non bastano nemmeno i giri d’ispezione si cominciano ad installare telecamere termiche: “Possibile che dopo dodici ore di lavoro in campagna dobbiamo anche avere compiti di milizia?” , si chiedono indignati gli agricoltori francesi. LUGLIO-AGOSTO 2013| MONDO AGRICOLO | 57


ZOOM MECCANIZZAZIONE

Strategiche seminatrici da sodo Kuhn SD Liner 3000

Variegata la gamma di macchine operatrici che devono effettuare una serie di azioni, per ciascuna delle quali le case costruttrici hanno adottato soluzioni tecniche differenti di Barbara Mengozzi

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om’è stato più volte evidenziato, la scelta e la messa a punto della seminatrice riveste un’importanza strategica ai fini della buona riuscita della semina su sodo poiché si tratta di macchine che, anche in condizioni estreme, vale a dire in presenza di abbondanti residui colturali, devono garantire un’accurata deposizione del seme, alla profondità e distanza prestabilite, ed una altrettanto precisa chiusura del solco. All’elemento di semina viene pertanto richiesto lo svolgimento di una serie di azioni che vanno dalla formazione del solco sul terreno al taglio

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dei residui colturali senza interramento, alla deposizione e copertura del seme, a contatto diretto con il terreno, senza trascurare la localizzazione del fertilizzante (opportunità fornita da quasi tutte le seminatrici da sodo di precisione). Per svolgere con efficacia queste operazioni l’elemento di semina risulta composto, in successione, da utensili spostaresiduo, utensili aprisolco, assolcatori, ruote di profondità ed organi chiudisolco. Cinque parti per ciascuna delle quali le case costruttrici di seminatrici da sodo hanno adottato soluzioni tecniche differenti che rendono abbastanza variegata la gamma di modelli in commercio, già diversificata a monte


in base al sistema di distribuzione e di trasporto del seme (meccanico o pneumatico). Tra le novità di quest’anno spicca l’ingresso nel settore delle seminatrici per la semina diretta di New Holland che commercializza con i propri colori due macchine della ditta brasiliana Semeato, leader a livello mondiale nella produzione di seminatrici da sodo, con quasi mezzo secolo di esperienza alle spalle. All’ultima edizione del Sima ha debuttato la seminatrice no till PS2045, a 26 file con distribuzione pneumatica ed una larghezza operativa di 4,5 metri, rivolta alle aziende di dimensioni mediograndi e ai contoterzisti. La configu-

La scelta e la messa a punto della seminatrice rivestono un’importanza strategica razione flessibile propone una versione solo seminatrice per una maggiore autonomia nella semina e una versione duplice seminatrice-fertilizzatrice per limitare il lavoro ad un’unica passata. La macchina garantisce una semina uniforme su terreni irregolari grazie all’avanzato sistema di “flottazione” degli utensili aprisolco e delle ruote di profondità. Un dispositivo antirimbalzo provvisto di un deflettore interno mantiene il se-

New Holland PS2045

me in fondo al solco, a stretto contatto con il terreno per una germinazione ottimale. Si rivolge invece a realtà di dimensioni più piccole il modello PS2030, da 3 a 17 file, caratterizzato come il “fratello maggiore” da design robusto, facilità di utilizzo e grande versatilità operativa in ogni tipo di terreno e prodotto. Anche il gruppo Kuhn vanta un’alta specializzazione nel comparto della semina diretta che si traduce nell’ofLUGLIO-AGOSTO 2013|MONDO AGRICOLO|59


ZOOM MECCANIZZAZIONE

ferta di più modelli con caratteristiche diverse: dalla seminatrice meccanica SDE, con larghezza di lavoro di 3 metri e velocità d’avanzamento fino a 6-8 chilometri orari, che ha tra i punti di forza le barre di semina montate su parallelogramma, gli elementi seminatori a doppio disco con diametro differenziato e la possibilità di regolare individualmente la pressione al suolo di ogni singolo elemento di semina, alla seminatrice pneumatica SD Liner 3000. Quest’ultima ha come elemento caratterizzante il sistema triplo disco, composto da un disco di apertura a profilo

Tonutti Quasar LD 3000

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meccanica, che si traduce in bassi costi di manutenzione, e dalla capacità di operare su terreno non lavorato anche in presenza di elevate quantità di residui colturali. Il particolare elemento di semina degoffrato per tagliare superfici difficili nominato Collovati Opener crea una e due dischi di semina indipendenti fessurazione nel terreno e lo solleva montati su parallelogramma. Una se- per poi farlo ricadere nello stesso rie di ruotini gommati di notevole punto di distacco, dopo aver deposto diametro chiude il solco di semina. il seme tra due strati di terreno e, conUn innovativo elemento di semina, temporaneamente, di concime nella studiato e sviluppato secondo leggi parte sottostante: il tutto lasciando i di fisica dinamica, è alla base della se- residui in superficie a protezione del minatrice pneumatica trainata Qua- suolo e senza dover ricorrere a disar LD 3000 prodotta da Tonutti (in li- spositivi copriseme. I telai sono indistino anche i modelli 4500 e 6000 pendenti e il peso della macchina con larghezze di lavoro di 450 e 600 viene distribuito equamente sull’incentimetri rispettivamente), contrad- tero fronte di lavoro mediante imdistinta da una notevole semplicità pianto e cilindri idraulici.

Garantire un’accurata deposizione del seme alla profondità stabilità


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filiali commerciali, compresa quella italiana di Montebello Vicentino (Vicenza), un fatturato realizzato per il 45% sui mercati esteri. Ed ora l’ultima tappa del brillante cammino compiuto da Fliegl Agrartechnik ha visto il suo trasferimento dalla precedente fabbrica di Töging, fattasi ormai troppo stretta, alla nuova sede di Mühldorf, estesa su una superficie di 30 ettari (di cui 8,5 coperti), che costituisce il più grande investimento attuato nella storia dell’azienda e che porterà la capacità produttiva da 300 a 500 veicoli al mese.«Abbiamo costruito questo stabilimento non per fermarci qui ma per andare avanti e progredire», ha sottolineato Josef Fliegl Junior, amministratore delegato di Fliegl Agrartechnik, durante la cerimonia inaugurale nell’ambito delle due giornate di festeggiamenti alle quali hanno partecipato circa 45mila persone. «Nella nostra nuova sede proseguiremo con la ricerca per sviluppare i nuovi prodotti e migliorare quelli già esistenti – ha aggiunto – puntando soprattutto su ambiti quali elettrificazione, distribuzione liquami, documentazione di trasporto e logistica agricola». Dotato di catena di produpercorso di crescita esponenziale ha zione ed impianti particolarmente effisaputo diventare realtà leader a livello cienti e all’avanguardia, il nuovo commondiale nel segmento dei carri e ri- plesso industriale di Mühldorf am Inn, morchi per l’agricoltura, senza rinun- che occupa 280 dipendenti, consentirà ciare alla sua dimensione di impresa a infatti di andare avanti nell’ottimizzaconduzione familiare espressamente zione dei processi produttivi. Basti penorientata verso la qualità e l’innovazio- sare alle tecnologie di ultima generane. Fatto sta che oggi, forte di una zione impiegate: unità laser per il taglio gamma di macchinari vasta e diversifi- di precisione di tubi e profilati, un avancata, che annovera tra l’altro carri e se- zato sistema di verniciatura, a polvere e mirimorchi a spinta, ribaltabili trilate- bagnata, dal ridottissimo impatto amrali, carri-botte, spandiletame e per il bientale, un magazzino completamentrasporto di cippato, come pure solu- te automatizzato alto 27 metri, in cui zioni per il trasporto combinato e se- trovano posto circa 18.000 tonnellate moventi per impianti a biogas, il grup- di componenti di piccole dimensioni, completato da un po Fliegl vanta cideposito per lo fre considerevoli: stoccaggio pneuunità produttive matici con una cadislocate non sopienza di 12.000 lo in Germania articoli, mentre fima anche in Unno a 6.000 tonnelgheria e in Spalate arriva la capagna dove lavoraJosef Fliegl Jr amministratore cità degli stock di no un migliaio di delegato di Fliegl Agrartechnik acciaio. dipendenti, dieci

Nel cuore della Baviera Presentato alla stampa internazionale il nuovo modernissimo stabilimento di Fiegl Agrartechnik, leader a livello mondiale nel segmento dei carri e rimorchi per l’agricoltura di Claudio Pietraforte

ll’insegna dei grandi numeri l’evento organizzato lo scorso giugno per l’inaugurazione a Mühldorf am Inn del nuovo modernissimo stabilimento di Fiegl Agrartechnik, l’azienda tedesca fondata nel 1975 a Kastl, nel cuore della Baviera, che attraverso un

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ZOOM MECCANIZZAZIONE

Riprese in campo Mietitrebbie all’opera tra i fotoreporter

I primi 140 anni di Laverda Festa di compleanno, con oltre 400 ospiti, per lo storico marchio di Breganze. Italianità corroborata dalle sinergie derivanti dall’appartenenza al gruppo internazionale Agco di Stefania Capponi 62| MONDO AGRICOLO|LUGLIO-AGOSTO 2013

entoquaranta anni di vita sono un traguardo importante e significano molto. Ma per Laverda, che guarda sempre avanti, segnano anche l’inizio di un nuovo, ancor più ambizioso, capitolo. Il meglio, insomma, deve ancora venire, com’è emerso con chiarezza nel corso dell’evento organizzato per festeggiare in campo, dopo la prima celebrazione istituzionale dello scorso maggio in quel di Breganze, il 140° anniversario dello storico mar-

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chio, orgoglioso della sua tradizione e della sua italianità e al tempo stesso corroborato dalle sinergie derivanti dall’appartenenza al gruppo internazionale Agco. Così a metà giugno un gran numero di invitati tra concessionari, clienti, importatori, delegazioni bulgare, romene, svizzere, turche e giornalisti italiani ed esteri – oltre 400 le presenze calcolate – si sono riuniti presso l’agriturismo messo a disposizione dal concessionario Otello Spaccini a Pantalla di Todi (Perugia), in


un’atmosfera da tipica festa agreste, per ripercorrere le tappe salienti della storia aziendale e vedere le mietitrebbie Laverda all’opera. «Il nostro prossimo futuro parla di grande rilancio del brand, avviato a diventare una realtà sempre più lucente e dinamica – ha dichiarato in un videomessaggio l’amministratore delegato di Laverda Francesco Quaranta –. Grazie agli investimenti stanziati da Agco, potremo raggiungere nuovi livelli di eccellenza e incrementata capacità produttiva». Passando alle cifre, il mercato italiano globale delle mietitrebbie per il 2013 viene stimato in casa Laverda intorno alle 320-350 unità, con una quota spettante al marchio di Breganze pari a circa il 25% e suddivisa in parti uguali tra macchine da piano e auto-

2.500 unità annue. Sempre in tema di investimenti dedicati al potenziamento dello stabilimento vicentino, dal prossimo gennaio sarà operativo un impianto di verniciatura al top della modernità, a conferma dell’importanza rivestita dal brand e dai prodotti Laverda all’interno delle strategie del gruppo Agco. Terminata la parte espositiva, è stato possibile assistere dal vivo alle performance di tre tipologie delle innovative L’Ad Quaranta: «Grazie mietitrebbie interamente made in agli investimenti di Agco, Italy firmate Laverda: una M300 in lanuovi livelli di eccellenza» voro su piano, una M400 LCI (Levelling Concept Integrale) capace di livellare trasversalmente fino al 20% su livellanti. E, se a Breganze nel 2012 media collina ed, infine, una AL Quatsono state prodotte 1.200 macchine, tro Techno per pendenze trasversali la prospettiva è quella di arrivare in del 40% e longitudinali del 30% in sa quattro o cinque anni a toccare le lita e del 10% in discesa.


A T T U A L I TÀ P R O D O T T I

L’olio con la carta d’identità Al convegno romano si è parlato dell’articolata strategia di Assofrantoi per valorizzare l’oro giallo: miglioramento della qualità, corsi di formazione per assaggiatori, innovazioni nella gestione dei reflui di Elisabetta Tufarelli

ssofrantoi ha organizzato il convegno "Nuove opportunità di sviluppo per il settore olivoleico”. Nell’occasione, in collaborazione con l’Anga, è stata presentata la Carta dei prodotti e dell'olio extravergine del Lazio, per far conoscere i tanti sapori tipici della cultura enogastronomica della regione.“Per noi e con noi lavorano molti giovani brillanti – ha detto Pier Luigi Silvestri, presidente di Assofrantoi – che ci consentono di cre-

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scere, in controtendenza rispetto alla situazione generale italiana”. L’Associazione rappresenta 250 frantoi diffusi nelle 10 principali regioni olivicole italiane, con una produzione di olio che supera le 40.000 tonnellate. Pier Luigi Silvestri si è soffermato sulla seconda annualità del progetto promosso nell'ambito del reg. Ce 867/2008. I numerosi interventi dei relatori hanno fatto

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il punto sulle attività svolte e su quelle in itinere. Come il progetto "Miglioramento della qualità degli oli d'oliva", i corsi di formazione per assaggiatori di olio extra vergine di oliva, la diffusione della carta d'identità del frantoio (il sistema di tracciabilità che, attraverso un codice alfanumerico identificativo, permette di risalire all'origine della produzione) e le innovazioni nella gestione dei reflui oleari che, attraverso il trattamento enzimatico delle acque, possono essere utilizzate in pieno campo per l’irrigazione.All’evento è intervenuto anche il presidente dell’Anga Raffaele Maiorano.“Sono soddisfatto delle sinergie e del dinamismo creatosi con Assofrantoi. Abbiamo iniziato con i prodotti del Lazio, una regione ricca di tipicità e di tradizioni gastronomiche, a partire proprio dall’olio extravergine, che possono essere valorizzati ancora di più. Contiamo di aver dato vita, con la giornata di oggi, ad una buona prassi da allargare e moltiplica re sul territorio”.

ASSEMBLEA DELLA LIBERA DI CREMONA

"In condizioni di mercato 'normali' – ha detto il presidente della Libera Associazione Agricoltori Cremonesi, Antonio Piva, all’assemblea annuale - il valore del latte pagato al produttore rappresenta il 25% del prezzo di vendita finale, mentre trenta anni fa era il 70%. Qualcosa non funziona nella determinazione del prezzo finale e nella distribuzione del valore all’interno della filiera”. In Francia, il GoAntonio Piva verno ha imposto alla Gdo un aumento del prezzo del latte di due centesimi al litro per i produttori. “Perché - ha proposto Pivanon introdurre una iniziativa del genere anche nel nostro Paese? Gli allevatori hanno già fatto il possibile per ridurre i costi e razionalizzare l’attività. Ci stiamo strutturando per la costituzione di una Op che andrà a negoziare il latte dei soci. Un’impresa comunque ardua di fronte allo strapotere della controparte che vanta tra i suoi trasformatori una multinazionale che rappresenta l’80% del latte fresco ad uso alimentare del nord Italia". Il presidente nazionale di Confagricoltura Mario Guidi ha chiuso i lavori soffermandosi sui temi di più viva attualità, dalla riforma della Pac, ai rapporti con il nuovo Parlamento ed il Governo. "L'Italia che vogliamo - ha concluso Guidi - è un Paese equilibrato, nei conti pubblici, nei rapporti tra i poteri, con l’Europa. Un Paese dell’innovazione, istituzionale, sociale, produttiva. Un Paese dello sviluppo”.


ORGANIZZAZIONE E TERRITORIO

di Elisabetta Tufarelli

ASSEMBLEA A BOLOGNA SULLE AREE PROTETTE

Impresa, proprietà e territorio

I territori su cui ricadono le aree protette sono, a grande maggioranza, di proprietà privata. Confagricoltura, al convegno: “Impresa, Proprietà e Territorio: l'attività agricola ed i vincoli ambientali” ha dato voce agli agricoltori, imprenditori in quei terreni. Agricoltura e ambiente sono da sempre un'interazione naturale. Ma oggi c’è l'allarme per chi fa agricoltura nelle aree protette. Sono in arrivo nuove regole. “Ci troviamo di fronte a provvedimenti calati dall'alto senza alcuna possibilità di confronto e concertazione. E a tale sistema di vincoli non corrisponde alcun sostegno economico alle imprese agricole”. Lo ha sottolineato Gianni Tosi, presidente di Confagricoltura Bologna introducendo i lavori. Sono circa 46mila gli ettari nel territorio bolognese e oltre 270mila in quello regionale delle “oasi verdi”, destinate alla conservazione della biodiversità e regolate dalla normativa che entrerà in vigore dopo l'estate: i piani di gestione dei Siti Rete Natura 2000. “Fin dalla nascita della legge sugli Enti Parchi – ha precisato Guglielmo Garagnani, presidente di Confagricoltura Emilia Romagna – gli agricoltori sono rimasti fuori dai giochi. Sulla direttiva

nitrati è mancato il confronto con l'Assessorato regionale all'Ambiente, mentre il nuovo Piano di gestione dei rifiuti è stato clamorosamente bocciato da molte province ed è dovuto intervenire in prima persona il presidente della regione Vasco Errani, a cui chiediamo l’impegno diretto anche per i Siti di Rete Natura 2000”. “Bisogna coniugare ambiente, economia e aspetti sociali: la politica comunitaria va in questa direzione e tutte le direttive richiedono una concertazione – ha assicurato Giuseppe Bortone, direttore generale dell'Assessorato Ambiente Regione Emilia Romagna. “Cosa stiamo facendo per definire un rapporto più equilibrato tra le politiche ambientali e quelle agricole? Per i territori della Rete Natura 2000 – ha affermato Tiberio Rabboni Assessore all'Agricoltura della Regione Emilia Romagna - la concertazione con le parti sociali è un dovere. Valuteremo assieme la coerenza dei piani di gestione dei siti della Rete Natura 2000 rispetto agli obiettivi di tutela della biodiversità che devono essere comunque raggiunti”. “In Italia gli agricoltori – ha concluso il presidente nazionale di Confagricoltura, Mario Guidi - sono meno proprietari degli altri proprietari (proprietari di case, capannoni, ecc). La mancanza di dialogo con il proprietario agricolo è un vulnus che la nostra società non si può permettere. C'è bisogno degli agricoltori. Quale sarebbe il risultato se questi sparissero da certe aree? Noi siamo un Paese con tante aree protette. Vogliamo un Paese dell'equilibrio nel rapporto con le Istituzioni, ma anche un Paese dello sviluppo. E un Paese che vada verso l'innovazione. Non ci possiamo più permettere di creare sempre nuovi vincoli e norme. Abbiamo bisogno di una boccata d’ossigeno. L'agricoltura in Italia avrà sempre un futuro”.

AD AREZZO MANCINI PRESIDENTE

L’Assemblea di Confagricoltura Arezzo ha eletto presidente Angiolino Mancini, di Cesa in Val di Chiana. Mancini è presidente del Consorzio Agricoltori Aretini Soc.coop.arl e ha contribuito alla costituzione di Futuro Fertile Toscana, Società Consortile Agricola, nata per valorizzare il settore cerealicolo. Lo affiancano, nel suo mandato, i vicepresidenti Simone Ciuffi e Angiolo Farina.

FROSINONE ELETTO PERINELLI

Paolo Perinelli è il nuovo presidente di Confagricoltura Frosinone. “L’agricoltura ha delle difficoltà legate non solo al mercato interno – ha detto – ma anche a quello che succede a Bruxelles. Occorre puntare su innovazione e internazionalizzazione per dare ai produttori ciociari la visibilità che meritano. Eletti i tre vice presidenti: Marcella Giuliani, Giuseppe Caiaffa e Giovanni Mastrangelo. LUGLIO-AGOSTO 2013 | MONDO AGRICOLO | 65


ORGANIZZAZIONE E TERRITORIO

BUONDONNO PRESIDENTE FED. BUFALINA

Ernesto Buondonno è stato nominato presidente della Federazione nazionale di Prodotto Allevamenti bufalini, neo costituita in Confagricoltura. Buondonno conduce un’impresa di 90 ettari con 500 capi a Pignataro Maggiore (CE). La Fnp s’impegna a promuovere una tracciabilità di tutta la filiera e mantenere la differenziazione degli impianti di trasformazione tra chi fa prodotti DOP e chi non li fa.

FRIULI AL VERTICE CRESSATI

Claudio Cressati è il nuovo presidente di Confagricoltura Friuli Venezia Giulia. Conduce un’azienda a indirizzo vitivinicolo a Farra d’Isonzo. “I temi da affrontare – ha detto dai rapporti con le Istituzioni, ad un rinnovato dialogo con le altre associazioni, dall’approvazione del Psr, alla semplificazione, dalla promozione, all’internazionalizzazione, dovranno essere centrate sulle esigenze dell’impresa”. 66| MONDO AGRICOLO | LUGLIO-AGOSTO 2013

INCONTRO CONFAGRI VERCELLI-BIELLA E INTESA SAN PAOLO

Reti d’impresa in Piemonte Qual è il contributo che le reti in Italia possono offrire alla crescita del comparto agricolo, all’innovazione di prodotto e di processo, alla maggiore competitività e alla valorizzazione del territorio? Nella Sala Pastore della Camera di Commercio di Vercelli l'incontro organizzato da Confagricoltura Vercelli-Biella e da Intesa Sanpaolo “Reti di impresa: necessità e opportunità per lo sviluppo economico delle aziende agricole e per la promozione del territorio”, ha analizzato lo scenario delle reti d’impresa in Piemonte e le peculiarità contrattuali di questa forma di aggregazione per le aziende agricole. Il convegno, dopo l’illustrazione dei riferimenti normativi del Contratto di Rete a cura di Antonio Vincenzi, coordinatore legislativo di Confagricoltura, ha approfondito il contributo che possono dare le reti in Italia, anche nell’ottica di Expo 2015, con la finalità di creare dei poli di attrazione e di accoglienza che partano dalle eccellenze agroalimentari per trainare la ricettività turistica. Fare rete oggi rappresenta un nuovo modello di business efficiente, flessibile e creativo. Un modello che supera la logica dei cosiddetti “distretti”. L’aggregazione delle imprese in rete è anche un’efficace risposta alle debolezze strutturali dell’economia italiana, che in questa fase caratterizzano in modo particolare il comparto agricolo: le aziende fanno poca aggregazione, frantumano l’offerta, tendono a disperdere opportunità. Mettendo a fattor comune risorse, know how e abilità, le imprese possono invece aumentare la propria massa critica e acquisire maggior forza produttiva e com-

merciale, sul mercato nazionale e sui mercati esteri ad alto potenziale. Alcune case history (l’intervento di Bernardo Pasquali, presidente della rete Illasi Valleys, sul progetto attuato nelle valli vercellesi e del presidente Paolo Carrà su “La città del Riso”) hanno testimoniato le opportunità offerte dal contratto di rete allo sviluppo del business e del territorio. Significativo esempio è l’esperienza legata nello store “La Città del Riso”, aperto da Confagricoltura Vercelli-Biella in centro città. Grazie alla sinergia di dodici aziende risicole e vitivinicole del territorio e alla presenza di attrezzature e tecnologia mediatica, lo store si è trasformato in una vera e propria vetrina interattiva, visitata da turisti, scolaresche e vercellesi che hanno potuto conoscere le diverse fasi di lavorazione del riso. Certo, Vercelli e il Vercellese sono solo al primo step di questo percorso di promozione e comunicazione di prodotto/territorio e ancora molto lontani da esempi illuminati e vincenti come quelli langaroli. La tenacia e la costanza, tuttavia, anche in vista di traguardi importanti come quelli di Expo 2015, premieranno.




A S S O C I A Z I O N E N A Z I O N A L E G I O V A N I A G R I C O LT O R I

Dammi un’idea e ti solleverò il mondo IMPORTANTE IL TAVOLO DEI GIOVANI IMPRENDITORI Quadro dell’artista tedesca Marie Strohmenger

L’

Italia è un Paese di aspiranti imprenditori. Queste le no lavorando sui tanti fronti aperti per far sì che non solo faconclusioni di un recente studio sulla propensione re impresa, ma anche svilupparla e farla crescere, non divenall’imprenditorialità degli Italiani. La ricerca, com- ti una ‘mission impossible’ .“Non mi scoraggio – osserva Rafmissionata da Italia Startup ad Human Highway, dimostra co- faele Maiorano, presidente Anga - perché ogni tentativo sbame l’idea di fondare una startup non è più soltanto un sogno, gliato scartato è un altro passo avanti. Questa frase di Thomas ma un’opportunità sempre più concreta. Anche se, per il Edison, che ha brevettato più di un migliaio di idee, potrebbe 78,9%, quando l’idea di business non viene messa in pratica essere il nostro motto, perché come giovani e come imprenè a causa della mancanza di ditori non possiamo sfiduI L C O M M E N T O capitali. ciarci e arrenderci, ma proTra fughe di cervelli all’esteporre, fare pressione, unirci Stati Uniti, Gran Bretagna, ro e disoccupazione degli in rete ed esportare. L’agriIsraele, Germania vantano ‘under 25’ al 41,9%, se si vuocoltura è il settore che può un mercato strutturato che le lavorare per la ripresa, bispingere la crescita dell’ecofornisce sostegno imprendisogna in un certo qual modo nomia nazionale”. In quetoriale e finanziario ai progetti rivoluzionare l’approccio st’ottica è stato importante dei giovani. In Italia ciò non usato fin qui e puntare realche il ministro Zanonato abesiste ancora. mente sui giovani, sulle idee bia confermato il tavolo dei Come Anga ci stiamo e sui settori innovativi. giovani imprenditori, istituilavorando, perché siamo to dal ministro Passera e che Uno di questi è senza dubbio convinti che il supporto all’innovazione possa tradursi in punti di crescita del Pil e in si sia iniziato a raccordarci l’agricoltura che garantisce e vantaggio competitivo del sistema. con il ministero degli Affari continuerà ad assicurare il Perché non incentivare anche da noi la mobilizzazione dei Esteri,per un percorso di forfabbisogno alimentare del patrimoni privati per fare investimenti sulle giovani imprese e mazione e informazione supianeta. Inoltre, in questa cricreare sviluppo? Anche l’export è fondamentale, lo gli strumenti per l’internasi, è l’unico comparto che ‘tisappiamo, ma prima d’internazionalizzarsi è necessario zionalizzazione. É anche fonra’, è in grado di produrre poformare l’imprenditore. damentale ridurre il digital sti di lavoro – solo in una setNoi ci crediamo: va in questo senso l’idea che stiamo divide (ben il 37,2% degli itatimana di attività di AgriJobsviluppando sui ‘business angel’ e i contatti con il Mise e il liani non ha mai avuto accesConfagricoltura sono arrivaMae. so a Internet) e sostenere lo te oltre 500 candidature e soRaffaele Maiorano sviluppo delle imprese e delno stati assunti 16 operai, 3 Presidente Nazionale Anga impiegati e 1 dirigente. I giol’innovazione. Elisabetta Tufarelli vani di Confagricoltura stanLUGLIO-AGOSTO 2013 | MONDO AGRICOLO |69


ALESSANDRIA

Formarsi in estate

Vieni a lavorare in campagna! Questo l’invito dell’Anga di Alessandria, in collaborazione del Dipartimento di Giurisprudenza e di Scienze Politiche Economiche e Sociali e di LaST (Laboratorio Sviluppo e Territorio) agli studenti dai 16 ai 25 anni. «Uno dei pochi settori a dare risposte occupazionali concrete – sottolinea l’Anga - è proprio l’agricoltura». Così, con la fine delle scuole e dei corsi di laurea gli studenti possono essere impegnati nelle campagne di raccolta dei prodotti ed in altre attività agricole stagionali. Tutto nel segno della massima trasparenza e della piena regolarità. I giovani tra i 16 ai 25 anni, regolarmente iscritti ad un ciclo di studi, possono essere remunerati con voucher, i buoni lavoro che comprendono già la copertura assicurativa e non sono soggetti a ritenute fiscali. «Una preziosa esperienza formativa – osserva l’Anga - per avvicinarsi al mostro settore, conoscere la genuinità e le caratteristiche dei prodotti delle nostra provincia, facendo esperienza in un’azienda condotta da un giovane che meglio può raccontare e spiegare la propria scelta di vita e il proprio lavoro, a far appassionare alla natura ed al territorio in cui viviamo». 70 | MONDO AGRICOLO | LUGLIO-AGOSTO 2013

STAGE IN AZIENDA IN AUSTRALIA E STATI UNITI

Esperienze in campo ed in campus L’internazionalizzazione dell’agricoltura, sempre più necessaria per le nostre imprese, passa anche attraverso una esperienza di stage all’estero. Ne è convinta l’Anga che, a chi parla un buon inglese, ha meno di 30 anni, è studente ed ha un’esperienza pratica del settore, propone di passare da tre mesi a un anno negli Usa o in Australia. In Australia c’è l’opportunità di svolgere lo stage in aziende di seminativi, allevamenti di bestiame e piantagioni di banane nonché, per i viticoltori, di fare un tirocinio a partire da gennaio a marzo seconda dell’area in cui si svolgerà lo stage. Si potrà fare esperienza come operatore di cantina (cellarhand), assistente di laboratorio, o svolgere entrambe le mansioni, accrescendo così, anche praticamente le precedenti conoscenze individuali. Le regioni dell'Australia interessate sono tantissime: da Barossa Valley al West Australia, da Clare Valley al Northeast a Victoria, da North Tasmania a Riverina. È fondamentale avere meno di 29 anni, un titolo studio in Enologia e Viticoltura o, almeno, aver completato una vendemmia. Lo stage dura generalmente tre mesi e prevede anche un mese di turismo. Per gli Usa l’offerta è vastissima. Dalle campagne di raccolta su macchinari John Deere (Washington e South Dakota) agli allevamenti suini da riproduzione (Illinois). C’è l’opportunità di formarsi sulle pratiche di insilamento (New Mexico) e sulla costruzione e manutenzione di campi da golf (Washington). E’ possibile impegnarsi nella ricerca applicata sugli alberi da frutto (Washington) o sul grano di qualità destinato all’industria (Oregon). Da agosto a dicembre si può compiere uno stage in una azienda vitivinicola. Nella valle di Willamette dell’Oregon e della valle di

Yakima, Washington, si producono alcuni dei Pinot nero, Merlot e Riesling migliori del mondo. Ambizioso è il programma, in collaborazione con l’US Forest Service, per partecipare al censimento nazionale delle risorse forestali americane (Washington, Oregon, California); interessanti anche programmi di educazione ambientale nella catena delle Cascades del Nord (Washington). Si può apprendere la gestione del suolo pubblico dalle tecniche forestali dell’US, nella pianificazione e vendita di legname (Washington). Per i più “verdi”, infine, un tirocinio nella città di Portland - Oregon con l’organizzazione no-profit che lavora per proteggere e ripristinare una superficie di 5.000 acri naturali entro i limiti urbani. Negli Usa, in un periodo che va da 3 a 18 mesi, si può unire l’esperienza “in campo” con quella in “campus”, frequentando un trimestre in una Università. Tra i costi da considerare: iscrizione, biglietto aereo, assicurazione infortuni (durante il periodo di stage si usufruisce di una polizza aziendale), spese amministrative dell’organizzazione ospitante, trasporto fino all’azienda dello stage, visto. Per partecipare, oltre all’esperienza pratica di due anni certificata da 3 lettere di referenze, è necessario conoscere l’inglese e avere almeno 20 anni.


EMILIA ROMAGNA

Eccellenze in hotel All’hotel Centergross, del gruppo Zanhotel, di Bologna l’Anga dell’Emilia Romagna, guidata da Christian Adovrandi e da Piergiovanni Ferrarese – l’ideatore dell’iniziativa - ha iniziato una collaborazione per promuovere, nelle location prestigiose del gruppo d’hotellerie, le eccellenze prodotte dai giovani imprenditori agricoli di Confagricoltura. Al primo degli eventi enogastronomici di De Gustando, una elegantissima serata a bordo piscina, i riflettori sono stati puntati sul vino prodotto dagli anghini che hanno fatto da apripista di successo a questa nuova collaborazione. Apprezzatissimi anche da un gruppo

buyer tedeschi e francesi, ospiti dell’hotel, i vini ‘made in Anga’ dell’Azienda di Mirko Gianaroli (Società Agricola la Piana) di Castelvetro di Modena. Eccezionale lo spumante rosato extra dry

‘Noi due’: un Lambrusco di Grasparossa, Dop, recentemente premiato come spumante rosato d’eccellenza. Ha entusiasmato anche lo spumante amabile ‘Magia Nera’ e il Lambrusco secco ‘Lacrime di Bosco’; il bianco era di Marco Branchini. I vini sono stati abbinati dagli Chef stellati di Rossi Sapori a piatti a base di pesce freschissimo. E il percorso continua! Ci saranno ancora tante altre serate che permetteranno di assaporare, nelle differenti degustazioni a tema, abbinamenti anche inediti capaci di esaltare i sapori e i saperi unici e prelibati prodotti dalle giovani imprese di Confagricoltura.


OVER 60

di Elisabetta Tufarelli

La pensione? Me la godo ai Caraibi

Partire in vacanza e restarci per sempre. Un sogno per molti, ma che per i pensionati può diventare realtà. C’è crisi, si erode sempre più il potere d’acquisto degli assegni mensili; la pensione stessa, poi, in Italia, spesso non permette di arrivare dignitosamente alla fine del mese. Ed ecco che così molti connazionali anziani comprano un biglietto di sola andata verso le mete più o meno esotiche. Secondo l’Inps sono circa cinquecentomila le pensioni pagate agli italiani all’estero e sembra che questi numeri siano destinati a crescere. D’altronde, praticamente da sempre, tedeschi, inglesi e americani cercano mete mediterranee o esotiche, magari in località marine, dove trascorrere la vecchiaia serenamente migliorando anche il potere d’acquisto delle loro entrate. Ora tocca anche agli italiani che vanno all’estero alla ricerca del ‘buen retiro”. I posti più economici? Senza dubbio il Sudest asiatico, con in testa la Thailandia, seguita dal Vietnam, dalla Birmania e dalle Filippine. Tirano anche i Caraibi, per primo Santo Domingo (Boca Chica e La Romana),ma 72| MONDO AGRICOLO | LUGLIO-AGOSTO 2013

anche Costa Rica e Panama. Tra i paesi mediterranei le località marine della Tunisia attirano molto (Hammamet, Nabeul, Sousse, Djerba, Mahdia); i costi sono relativamente bassi e accessibili, grazie anche al cambio favorevole dell'euro. Poi ci sono norme fiscali vantaggiose, come, in alcuni casi, l’esenzione fiscale sull'80% della pensione. Gettonate anche le mete tipiche europee, Portogallo, Bulgaria, Romania, Polonia, Ungheria e certamente la new entry europea Croazia. La crisi e il crollo del mercato immobiliare di quasi il 35% ha reso appetibile perfino la Spagna, con località come Marbella e Almeira in Costa del Sol, le Canarie o le Baleari. Anche la Grecia, alle prese con la gravissima e rischiosa situazione economica, affascina gli italiani con i capelli bianchi che preferiscono le Cicladi e che sono attratti dai collegamenti low cost con Rodi, ma piace anche Creta. Insomma, con mille euro al mese si può stare benissimo fuori d’Italia e scegliere tra tante destinazioni, l’importante è esaminare bene la destinazione.

LINEE GUIDA PER IL DIABETE L'aumento dell'età media della popolazione è uno dei fattori più importanti della crescita del diabete a livello mondiale. Il diabete mellito e la diminuita tolleranza al glucosio (IGT) aumentano progressivamente con l'età e s’impennano dopo i 60 anni. Non a caso il diabete di tipo 2 è chiamato ‘diabete dell’anziano’ e il primo fattore di rischio è l’alimentazione. Non tutti sanno, infatti, che la persona anziana può essere ‘sovrappeso’ anche senza pesare più della norma, perché nell’anziano ci sono meno muscoli, meno ‘massa magra’ e più adipe. Per questo occorre fare attenzione all’alimentazione. In Europa, il diabete è diventato rapidamente una delle malattie epidemiche più preoccupanti. Nel 2010 è stato diagnosticato a oltre 54,4 milioni di soggetti e si prevede che, entro il 2030 questa cifra, già sbalorditiva di per sé, supererà i 66,5 milioni di individui, oltre la metà dei quali ultrasessantenni. Ecco perché sono state varate le nuove “Linee Guida Cliniche” europee per gli anziani con Diabete Mellito di Tipo 2. Queste raccomandazioni hanno l’obiettivo di sostenere i processi di decisione clinica, per migliorare la qualità di cura per milioni di persone anziane colpite, evitando anche il collasso del sistema d'assistenza sanitaria.


Pensionati veneti incontrano il presidente della Regione

I pensionati di Confagricoltura Veneto chiedono l’adeguamento dei trattamenti pensionistici e dell’assistenza sanitaria. Pesanti tagli al Fondo per le politiche sociali e al finanziamento del Servizio sanitario nazionale; continui aumenti del costo di gas, acqua, luce, ai quali si aggiungono le addizionali Irpef regionali e comunali e i pesanti oneri dell’Imu, minaccia scongiurata ma non definitivamente: queste alcune delle tante preoccupazioni che affliggono i pensionati in agricoltura e che il Sindacato veneto di Confagricoltura ha voluto portare all’attenzione del presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato. Una delegazione composta dal presidente regionale Lorenzo Massignan, dal consigliere nazionale Rodolfo Garbellini, dal presidente di Venezia Giancarlo Marchiori e dal direttore di Confagricoltura Veneto Sergio Bucci è stata ricevuta a Palazzo Ferro Fini. “Essere in pensione in agricoltura – ha spiegato Massignan - significa continuare a lavorare nella propria azienda con lo stesso entusiasmo

degli anni più verdi e, specialmente se le forze consentono di essere ancora sufficientemente agili e attivi, dando un contributo notevole all’impresa anche a settanta anni e oltre. La necessità di adeguare i trattamenti pensionistici minimi e di poter disporre di cure sanitarie efficienti e a costi contenuti diventa però improrogabile”. I pensionati hanno ricordato al presidente Ruffato: “Guardiamo sempre al futuro – ha detto Rodolfo Garbellini anche se, negli anni della crisi che il nostro Paese sta attraversando, l’ottimismo di noi “giovanotti”, come ci definisce affettuosamente il segretario del nostro sindacato, Angelo Santori, viene messo a dura prova. Quella di noi over 60 resta la categoria più debole tra tutte quelle che compongono il panorama sociale italiano”. Ruffato ha sottolineato la piena disponibilità a portare avanti con determinazione le istanze affidategli dai pensionati di Confagricoltura, ricordando inoltre le proprie personali origini, radicate nel mondo agricolo veneto.

CON IL CALDO SCATTA SOS ANZIANI

Attenti al caldo. Per trascorrere un'estate serena, riducendo i malori da caldo estivo, molto frequenti in questa stagione, soprattutto tra i non più giovani, ecco alcuni consigli pratici. Per prima cosa va considerato che con l’avanzare degli anni c’è una riduzione fisiologica del senso della sete; per questo motivo è necessario stimolare e ricordare all'anziano di bere almeno 7/8 bicchieri al giorno di acqua e altre bevande rinfrescanti, magari suddivise in bottigliette per dosare meglio la quantità. Vale poi sempre la regola di non di uscire di casa nelle ore più calde, preferire pasti leggeri, mangiare molta frutta e verdura ed evitare di bere alcolici. Una buona idea è quella di frazionare i pasti, alleggerendo quelli principali e aumentando spuntini e merende leggere unite ad un opportuno aumento del consumo bevande. Nella dieta dell'anziano devono essere assolutamente presenti il calcio e il ferro. Oltre che nel latte e nel formaggio, che spesso sono controindicati per intolleranze, il calcio è presente nello yogurt e nel pesce. Per evitare la carenza di ferro va aumentato il consumo di legumi, barbabietola rossa, radicchio verde, spinaci, uova, tonno in scatola, carne rossa e petto di pollo. Si consiglia di ridurre i grassi e i sughi. Nei mesi estivi è anche buona abitudine indossare indumenti leggeri, chiari e comodi, proteggersi dai raggi solari con un cappello e occhiali scuri. L'esercizio fisico moderato, purché svolto nelle ore più fresche della giornata, è sempre molto raccomandato. LUGLIO-AGOSTO 2013| MONDO AGRICOLO |73


CAMPI ROSA di Elisabetta Tufarelli

Costituita Confagri Donna Umbria Oddi Baglioni presidente

Alessandra Oddi Baglioni

“Noi donne ci organizziamo, riusciamo a farlo sempre meglio, scegliendo di non fermarci alle ideologie, ma misurandoci sul terreno della concretezza, dove possiamo mettere in luce le nostre capacità. Esserci costituite oggi in associazione è, al tempo stesso, un segno dell’importanza della partecipazione femminile alla vita confederale e un ulte-

riore tassello nella riforma organizzativa di Confagricoltura Umbria”. Lo ha detto Alessandra Oddi Baglioni, appena nominata presidente della neo costituita associazione, che continua a crescere sul territorio. “Una impresa agricola italiana su tre – sottolinea Oddi Baglioni - è condotta da una donna. Ci impegneremo per promuovere l’imprenditoria femminile in agricoltura nella nostra regione, favorendo la creazione di efficaci strumenti che permettano la conciliazione tra la vita familiare e quella professionale, uno dei nodi da risolvere per poter pienamente utilizzare competenze e capacità che hanno le imprese al femminile, una risorsa importante che il nostro territorio non può permettersi di disperdere”. Alessandra Oddi Baglioni sarà affiancata dalla vicepresidente Ilaria Bianchi e dai consiglieri: Elena Morini (Todi), Sabina Latini (Bevagna), Anna Ciri (Spoleto), Sabina Cantarelli (Lago Trasimeno), Fiorbellina Maria Spinola (Torgiano), Anna Grazia Boccali (Deruta).

LE AGRICOLTRICI sono soddisfatte di esercitare il mestiere che hanno scelto e rappresentano il 30% del complesso degli imprenditori, spesso sono diplomate, madri, e talvolta ritornano alla terra dopo esperienze in altri settori. Conduttrici d’azienda che, sul loro percorso, incontrano ancora alcuni ostacoli il cui superamento richiede un continuo impegno politico-istituzionale. Il principale di questi è il nodo della difficoltà di conciliare attività lavorativa e familiare che, pur se presente in tutti i settori economici, si accentua in quello agricolo. Confagricoltura Donna è nata per dare sempre più forza alla compagine imprenditoriale rosa: l’Italia è all’87° posto nel mondo (su 135 Paesi) per partecipazione femminile alla forza lavoro e al 126° per uguaglianza di salario secondo il World Economic Forum. 74| MONDO AGRICOLO | LUGLIO-AGOSTO 2013

IMPRESE IN ROSA +10 MILA

Le imprese condotte dalle donne sono quelle che, nella trincea anti recessione, resistono di più. Nonostante un 2012 veramente difficile, le imprese 'in rosa' sono cresciute di oltre 10mila unità. “Un primato al femminile – dice il presidente nazionale di Confagricoltura Donna, Marina Di Muzio – che, unito a quello di una maggiore affidabilità delle aziende in rosa, a fronte di una minor fiducia da parte degli istituti di credito deve farci riflettere. Così come, nonostante questi numeri apparentemente positivi, in Italia l'occupazione femminile, quindi di tutte le donne che potrebbero lavorare, è ben al di sotto dei parametri imposti dal Trattato di Lisbona. Continueremo ad impegnarci per colmare questi gap”. I dati diffusi da Unioncamere sottolineano le performance rosa, +0,7% rispetto alla media del tessuto imprenditoriale italiano, che è avanzato solo dello 0,2. Ma che tipo di impresa prediligono le donne? Sono le società di capitali quelle che registrano un vero e proprio boom( più 11.663 unità), poi le cooperative, (1.042). Al primo posto troviamo il commercio all'ingrosso e al dettaglio: 408.034 attività in rosa, al secondo posto l'agricoltura con 234.228 imprese agricole in mano alle donne.


FORMAZIONE di Roberto Bianchi

COLLABORAZIONE CON L’ACCADEMIA RUSSA

Enapra, forma esperti agroalimentari di Mosca

Nei giorni scorsi Enapra ha incontrato l’Accademia Statale Russa per la Formazione di manager e specialisti agroalimentari di Mosca. All’incontro, che si è svolto a Palazzo della Valle, era presente una delegazione russa guidata dal Rettore dell’Accademia Igor Bakhmetyev, il presidente dell’ Enapra Marco Pasetto, il direttore generale di Confagricoltura Luigi Mastrobuono, il coordinatore di Enapra Roberto Bianchi e il funzionario di Enapra Luca Sonaglia. Il meeting, richiesto dall’Accademia di Mosca, si è incentrato sulle possibilità di collaborazione tra i due Enti. Infatti, in Russia il sistema agricolo e agroalimentare è in forte sviluppo produttivo e qualitativo per assicurare da una parte il necessario approvvigionamento alimentare alla popolazione e dall’altra adeguare le produzioni agli standard qualitativi e tecnologici europei. L’Accademia avrebbe individuato Enapra come partner italiano per assecondare il loro sforzo di miglioramento delle

conoscenze e della formazione specialistica del personale di livello impiegato nel loro sistema

agroalimentare. Altri accordi del genere sono già stati avviati con partner tedeschi, finlandesi e svedesi, ma molta importanza si attribuisce ad una possibile partnership italiana, dato che si riconosce un appeal particolare alla produzione ed alla tecnologia dell’agroalimentare italiano. Dopo la pausa estiva si riprenderanno i contatti per concretare la possibile collaborazione.

Antinfortunistica: progetto pilota in Toscana Progetto pilota per l’assistenza nell’implementazione della sicurezza delle attrezzature agricole nelle piccole aziende, varato dalla Regione stessa proprio per prevenire gli infortuni nel settore. “Come Regione Toscana ha osservato l’assessore al Diritto alla salute Luigi Marroni - stiamo portando avanti un progetto pilota che ha proprio l’obiettivo di ridurre, e possibilmente annullare, gli infortuni derivanti dall’uso di trattori e motocoltivatori. Voglio personalmente invitare gli agricoltori ad aderire quanto più numerosi possibile a questo progetto”. Ad avviso della Regione, tra le cause principali di infortuni gravi e mortali in agricoltura c’è l’uso di attrezzature non conformi. I controlli eseguiti dalle ASL toscane su 840 aziende nel 2012 hanno rilevato 65 trattori su 592 non in regola, 4 su 64 i motocoltivatori e 9 su 207 le motoseghe. Il progetto pilota per l’assistenza nell’implementazione della sicurezza delle attrezzature agricole nelle piccole aziende ha l’obiettivo di intervenire su questo rischio e offre la possibilità a lavoratori autonomi di età avanzata di adeguare le proprie attrezzature (motocoltivatore o trattore) dotandole di arco di protezione e cinture di sicurezza. Il progetto finanzia fino al 50% della spesa sostenuta, fino a un massimo di 1500 euro. I beneficiari del contributo sono tenuti a seguire attività formative per la sicurezza sul lavoro.

LUGLIO-AGOSTO 2013| MONDO AGRICOLO |75


AGRITURISMO di Giorgio Lo Surdo

COINVOLGERE L’OSPITE IN UNA VACANZA “GIUSTA” PER LA CONSERVAZIONE DELLA NATURA

I numeri degli Italiani che non vanno in vacanza registrano, di anno in anno, flessioni percentuali a due cifre; quelli degli stranieri restano pressoché stabili. Il primo trimestre del 2013 (dati Banca d’Italia) ha però evidenziato una flessione della spesa turistica degli stranieri in Italia del 3,2%. E l’agriturismo (dati Osservatorio Nazionale del Turismo) ha sofferto, nello stesso periodo, una riduzione complessiva di ospiti del 24%. In sostanza, le strutture ricettive italiane devono dividersi una “torta” di ospiti sempre più povera per cui la concorrenza cresce. L’agriturismo, pur mettendo in campo un’offerta di qualità assolutamente eccellente, sconta la propria debolezza sul versante delle strategie di promocommercializzazione, che sono sempre più complesse e richiedono livelli di competenza difficili a raggiungersi per una attività di piccole dimensioni, complementare dell’agricoltura. Così, a fronte di un 20% di aziende agrituristiche che incrementano i propri ospiti, ce n’è un 30% che li mantiene stabili e un 50% che soffre riduzioni anche molto pesanti. Un sondaggio dell’Osservatorio Nazionale del Turismo pone in risalto che le principali motivazioni di vacanza sono: bellezze naturali del luogo e posto ideale per riposarsi. E le principali attività svolte durante i periodi di svago sono: passeggiate, degustazioni di prodotti enogastronomici locali. Insomma, tutto perfettamente coerente con 76| MONDO AGRICOLO | LUGLIO-AGOSTO 2013

quanto al meglio può offrire un agriturismo. Ma c’è un valore aggiunto dell’ospitalità rurale ancora non adeguatamente valorizzato e comunicato: l’attenzione per l’ambiente, il coinvolgimento dell’ospite in una vacanza “giusta” per la conservazione della natura e la salute. Non esiste struttura ricettiva più “vicina” a questi valori dell’azienda agrituristica, che opera nella natura, produce alimenti, fonda la propria gradevolezza sul bello del paesaggio, sulle escursioni, sul godimento di un contesto “verde”. E allora… proviamo a rendere più visibile tutto questo. Spieghiamo agli ospiti come rispettiamo ed utilizziamo correttamente il patrimonio naturale. Facciamo sentire che le vacanze “da noi” sono, non solo gradevoli, ma anche “giuste”. I suggerimenti per realizzare questo obiettivo possiamo leggerli nel disciplinare col quale WWF e associazioni agrituristiche attribuiscono il marchio “Fattorie del Panda” (www.fattoriedelpanda.com). E’ indispensabile comunicare ai nostri ospiti “simpatia” lavorando su diversi temi: difesa della biodiversità (agricoltura bio, allevamento di varietà vegetali e razze animali antiche, rifugi e alimentazione per la fauna selvatica); risparmio d’acqua (raccomandazioni contro gli sprechi, dispositivi per limitare il flusso idrico dei diversi erogatori, pratiche di irrigazione appropriate); energia (raccomandazioni contro gli sprechi di

© Andrea Sampietro

Il valore aggiunto è l’attenzione per l’ambiente

elettricità, installazione di impianti per lo sfruttamento dell’energia solare, eolica, da biomassa); buone pratiche agronomiche per la conservazione della fertilità del suolo; riciclaggio e smaltimento dei rifiuti, utilizzo di prodotti non inquinanti, rapidamente biodegradabili; trasporti (dare informazioni agli ospiti sulla possibilità di servirsi dei mezzi pubblici, anziché dell’auto propria, per raggiungere l’azienda o visitare località vicine). E’ bene fare tutto questo perché è “intelligente” e contribuisce all’interesse comune. Ma è anche bene farlo per ragioni “commerciali”, perché l’ospite di un agriturismo lo gradisce particolarmente e se lo aspetta; e perché, anche il turista che non ha ancora deciso in che genere di azienda ricettiva andare, potrebbe scegliere il nostro agriturismo proprio perché è “giusto” dal punto di vista della cura ambientale. Per questo, già il sito internet dell’azienda, dovrà comunicare chiaramente le scelte “etiche”.



VINO di Barbara Mengozzi

CASAVYC DI FILOCAMO

Il Sud della Francia arriva in Maremma Affascinante, variegata, selvaggia, la Maremma è oggi più che mai nuova frontiera del vino toscano anche grazie all’opera di bravi produttori che stanno lavorando alla definizione di una chiara identità vitivinicola per questa vocatissima terra. Risultati molto brillanti in tale direzione stanno premiando l’impegno e le idee messe in campo da Casavyc, vitale azienda dai piccoli numeri ma dai grandi vini che ha iniziato la propria avventura una decina di anni fa in un bellissimo e remoto angolo delle alture maremmane alle pendici del monte Amiata, nella frazione di Poggioferro in comune di Scansano, tra querce, pascoli e torrenti. Una location unica, scelta con attenzione da Viviana Filocamo e da suo marito Claudio che Casavyc l’hanno creata con totale coinvolgimento del cuore, ma anche con la testa. Qui il clima caldo e assolato della Maremma si incontra con gli eccezionali terreni di origine vulcanica, con i venti sostenuti che spirano sulle colline, con i freddi inverni e le forti escursioni termiche tra giorno e notte. Qui tutto, insomma, sollecitava la passione per la sperimentazione nutrita dai titolari ed invitava ad un approccio diverso ed originale, rivolto ad esplorare senza limiti e senza compromessi l’intero potenziale del terroir maremmano. Obiettivo: ricavare dagli 11 ettari di fitti e ottimamente gestiti vigneti dell’azienda, suddivisi in parcelle incastonate tra un bosco e l’al78| MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2013

tro ad altezze di 400-500 metri, vini capaci nel tempo di elargire sensazioni di grande freschezza e frutto generoso, complessi ma con tutta l’eleganza peculiare di questo territorio. Ecco perché il progetto Casavyc contempla, accanto alle uve della tradizione locale, le varietà della valle del Rodano e della Borgogna quali Syrah, Grenache, Mourvedre, Sauvignon blanc, accettando anche la sfida del difficile Pinot Nero. Ma non si tratta di un vezzo, viene specificato, perché sono proprio le uve del sud della Francia, così resistenti alle siccità estreme come pure agli impetuosi venti di maestrale, a rivelarsi ideali per queste zone, le più adatte al vino migliore. E puntuali, in effetti, per Casavyc sono arrivate le soddisfazioni di pubblico e di critica regalate non solo da un Morellino di Scansano di spiccata personalità ma anche da eccellenti versioni degli internazionali come il Temerario, emozionante Pinot Nero che concilia tipicità del vitigno e spiccata territorialità o l’unico bianco della cantina, il gioiellino PianoPianoPocoPoco,

Sauvignon minerale e profumato di bosco (solo un migliaio di bottiglie all’anno purtroppo) o il top wine SY, Syrah in purezza di perfetto equilibrio tra struttura e morbidezza. Poi, a ben interpretare tutta l’originalità del progetto aziendale, nei vini maremmani di Casavyc – affidati alle cure dell’enologo Fabrizio Moltard – è da poco arrivato un delicato e insolito colore rosa: quello del Vedorosa, ottenuto da sole uve Grenache a polpa chiara vinificate in bianco. Una novità scaturita dal carattere marcatamente floreale e aromatico del Grenache prodotto in azienda e, soprattutto, dall’attrazione esercitata su Viviana dai vini rosé in tutte le loro nuances, in primis il rosa tenue di quelli di Provenza, sempre evocatrici di piacevoli fragranze e dolcezze. Così, grazie ad una vinificazione di virtuosa perizia tecnica che ha finalmente esaltato il bagaglio di aromi della sua uva madre, il Vedorosa è un rosé molto equilibrato ed elegante, dalle intense note di fiori e fragoline di bosco, estremamente fresco e con il giusto grado alcolico ma dove la componente fruttata, scaldata dal sole di Maremma, resta potente. Un vino che, seppur soltanto alla sua prima vendemmia, appare già sicuro e definito nella cifra stilistica, tanto da aver subito riscosso un grande successo. L’intenzione ora è quella di proseguire sulla strada del rosé per farne uno dei punti di forza della produzione. Non a caso è in rampa di lancio (per l’anno prossimo) il seducente color rosa aranciato delle attese bollicine metodo classico di Casavyc, frutto di Pinot Nero vinificato in bianco.


ALTA RISTORAZIONE A MONTEMERANO

Le delizie di Caino A Montemerano, nell’alta Maremma, è Caino il regno gastronomico di Maurizio Menichetti, di Valeria Piccini sua moglie chef di altissimo rango e del loro valente figlio Andrea. Nato nel 1971è oggi uno dei ristoranti emblema dell’eccellenza italiana. Il servizio è impeccabile, scandito con precisione da due patron di sala e sommelier di classe come Maurizio e Andrea che fanno del loro meglio per regalare agli ospiti una sosta da Caino da ricordare a lungo, forti anche di una carta vini che ha pochi rivali. È in questa cornice che Valeria si esprime attraverso la sua fantastica cucina capace di esaltare materia prima e territorio fondendo a meraviglia concretezza, tecnica ed eleganza. Una

cucina che sa di Maremviaggio del gusto può Sandwich lingua arrostita di ma e non ha mai voluto proseguire con il cinessere modaiola. E i suoi ghiale al mirto e lo strepiatti, hanno sapori netti pitoso piccione arrostito e decisi, giocati su contrasti di aromi, con terrina di fragole, friggitelli e consistenze e temperature. Il risultato fegato grasso. E per accompagnarsi al sono ricette inconfondibili ed esecupiacevolissimo rosé Vedorosa? Nel zioni perfette a partire dagli antipasti, ruolo di partner qui da Caino suggevedi il tortino di alici fresche dell’Arriscono un autentico “gioiellino” gentario con pappa e sorbetto al gastronomico: un piccolo sandwich pomodoro, uno dei classici di Valeria, formato da due cialde allo zafferano o il tipico panino con il Lampredotto che racchiudono lingua di manzetta o il baccalà con cipolle rosse di TroMaremmana scottata appena sulla pea e gelato di peperoncini verdi. Tra padella e purea di patate allo zafferai primi da citare un altro classico della no, con polvere di capperi, olio al chef, i tortelli di cacio e pere con salsa prezzemolo e un petalo di cipolla ai mirtilli, nota acida che con il frutto di barbe rosse e le pappardelle all’adel Vedorosa crea un eccezionale glio dolce e rosmarino accoppiate al abbinamento di contrasto. parmigiano con ragù di faraona. Il

LA PRIMA ESPOSISIZIONE DI MACCHINE AGRICOLE USATE. UN EVENTO RICCO DI OPPORTUNITÁ. Centro Fiere del Madonnino, loc.Braccagni (GR)

5/6 ottobre 2013 orario 9.00-19.00

Ingresso libero. VI ASPETTIAMO!

Nasce AMO! Agricultural Machinery Opportunity, per la prima volta in Italia il più grande evento dedicato all’esposizione e alla vendita di Macchine ed Attrezzature Agricole Usate. Grosseto Fiere, in collaborazione con FEDERUNACOMA ed UNACMA, raccogliendo le richieste del mercato, hanno deciso di organizzare AMO! al fine di soddisfare due esigenze: quella dei Rivenditori di far conoscere il proprio parco macchine usate e degli Agricoltori di sostituire i propri macchinari obsoleti o usurati. Ma AMO! non è solo questo. Ad una settimana dall’inizio della raccolta delle olive, accanto al salone dedicato all’usato agricolo si può trovare anche AMOLIVA!, il salone riservato alle macchine nuove per l’olivicoltura. Una serie di iniziative legate ai due temi principali della manifestazione completano questo evento eccezionale, tra le quali: • Congresso UNACMA per i rivenditori di macchine agricole provenienti da Toscana, Umbria e alto Lazio; • Prove tecniche colturali; • Visite guidate al frantoio primo in TOSCANA per produzione di olio certificato; • Corsi con rilascio finale del patentino per trattori. Per tutte le informazioni, visita il nostro sito www.grossetofiere.it Organizzato da:

In collaborazione con: Grosseto Fiere spa Via Mameli, 17 - 58100 Grosseto tel 0564 418783 - fax 0564 425278 info@ grossetofiere.it - www.grossetofiere.it


BUONO A SAPERSI...

“CAPRA & CAVOLI” DI FRANCO POGGIANTI

Lettera d’amore per l’agricoltura «Questo libro, nelle mie intenzioni, è un abbecedario, una guida ed una lettera d’amore: abbecedario perché ha la pretesa di spiegare, cominciando dall’abbiccì; una guida perché accompagna il lettore, lo prende per mano; lettera d’amore scritta a quanti hanno scelto di fare l’agricoltore di professione ». Lo dice Franco Poggianti a proposito del suo volume “Capra & Cavoli” (Agra Editrice, 285 pp, 10 euro), dedicato all’agricoltura ed alla zootecnia nell’Italia di oggi. Giornalista della Rai, per sette anni, ha diretto “Agri 3”, il fortunato settimanale sull’agricoltura professionale andato in onda, per oltre 200 puntate, sulla terza rete tv della Rai. Era stato catapultato ad occuparsi di agricoltura dopo esperienze importanti (inviato speciale di politica internazionale e di cronaca, capo della redazione toscana e successivamente vice direttore di Rai International) e lo ha fatto con grande passione ed impegno, così come la squadra che lo ha coadiuvato; si sentiva “impreparato” sulle problematiche del settore ma aveva grande voglia di imparare. Beh di competenza ne ha acquisita davvero tanta, in questi anni di contatto ravvicinato, da poter ora dedicare un libro al settore con la voglia di “salvare capre e cavoli”; questo è un modo di dire, che nasce da un gioco di logica, il cui obiettivo è trasportare da una riva all'altra di un fiume un lupo, una capra e dei cavoli su una barca. Dato che il natante non 80| MONDO AGRICOLO | LUGLIO-AGOSTO 2013

può trasportare più di una cosa contemporaneamente, il giocatore deve trovare l'esatto ordine di azioni affinché il lupo non mangi la capra o la capra non mangi i cavoli… divertente per impegnare la mente sotto l’ombrellone. È chiaro però l’obiettivo dell’autore: la zootecnia e l’agricoltura vanno salvaguardate nell’interesse dei produttori certo, ma anche del Paese. Ed ha ragione il vicepresidente di Confagricoltura Antonio Piva, quando scrive nella prefazione del libro: «In “Capra & Cavoli” c’è tutto quanto è utile conoscere per farsi un’idea documentata sull’agricoltura e sull’imprenditoria agricola italiana, senza indulgenze e senza pregiudizi; la fotografia di un’attività di cui troppo spesso si dimentica la funzione primaria: produrre cibo per nutrire gli uomini». Infatti nei 18 capitoli del libro densi di dati, eppure scorrevoli, Poggianti dà conto di una serie di tematiche; spiega con linguaggio semplice cosa sono la Pac, le quote

latte, i piani di sviluppo rurale ed il greening, che cosa rappresentano le energie rinnovabili e gli incentivi per il mondo agricolo, qual è il peso ed il valore della cooperazione, che cosa significa multifunzionalità, quali sono le prerogative di Unione europea, Mipaaf e Regioni. Un libro per addetti ai lavori ma soprattutto per coloro che il settore non lo conoscono appieno. La capacità giornalistica di divulgare dell’autore, la competenza acquisita sul campo rendono la lettura gradevole ed avvincente. Il volume si conclude con il racconto di un incontro casuale sul frecciarossa con un giovane laureato alla Luiss che ha deciso di dedicarsi all’attività agricola. Una nota di speranza, con la consapevolezza che «c’è bisogno di più agricoltura e di buona agricoltura». Gaetano Menna


DATI TECNICO-ECONOMICI DEL SETTORE PRIMARIO

Il “Prontuario” è multimediale “Il Prontuario Reda” (Reda 2013, 624 pp + versione ebook digitale, 34,50 euro), a cura di E. Augusti, M. Baglini, C. Bartolini, S. Cosimi, permette l’accesso a una vasta mole di dati tecnici ed economici di cui è necessario prendere visione allorché ci si appresta all’elaborazione di una qualsiasi analisi agro-economica, necessaria in fase decisionale o in fase economico-estimativa. Fornisce la possibilità di avere rapidamente sottomano elementi e dati, ad esempio quelli riguardanti nuove tecniche di produzione consolidate

o in via di affermazione. La struttura del Prontuario si articola in una serie di sezioni tematiche (organizzate per tipologia di coltura, allevamento o gestione risorse) che raggruppano tutte le schede operative riguardanti i processi produttivi, i materiali e le dotazioni aziendali. Le schede colturali sono articolate per il rilevamento di dati tecnici, dalla fase di impianto a quelle di gestione o colturamento, fino alla raccolta. Tutto quanto è sviluppato nella versione cartacea viene arricchito ed aggiornato dal “Prontuario

digitale”, scaricabile gratuitamente da chi ha acquistato il volume, o acquistabile in alternativa alla versione cartacea. (G.M.)

A T T U A L I T À DA L L E I M P R E S E

CONVEGNO IES BIOGAS ACADEMY Biogas Cerchio Perfetto i è svolto a Modena il convegno “Biogas Cerchio Perfetto”, organizzato da IES BIOGAS Academy per fare il punto sul settore. «Il biogas è agricoltura al 100%, perché - ha detto Sofia Mannelli, consigliera a più riprese del ministero per le Politiche Agricole - si è sempre posta l'obiettivo di utilizzare al meglio tutte le risorse, anche quelle residuali, impiegandone una parte a fini energetici». Illuminante l'intervento di Alessandro Ragazzoni, docente dell'Università di Bologna, che ha illustrato, riguardo all'investimento in un impianto biogas, il modello economico ideale per le aziende agrozootecniche. Un quadro chiaro e puntuale in tema di tariffe incentivan-

S

mo valore, che dà risultati migliorativi al terreno». Hanno concluso l’incontro il presidente Marzio Ottone e il direttore generale Marco Mazzero, soci fondatori di IES BIOGAS. «Auspichiamo che la legislazione italiana - ha detto Ottone ti lo ha tracciato Donatella Banzato, consenta quanto prima lo sviluppo dell'Università di Padova, spiegando del biometano, per il quale la tecnocome «oggi il biogas sia la scelta logia è già disponibile». Secondo ideale per le aziende agrozootecni- Mazzero sarà ancora la capacità di che più contenute, in cui vi sia ab- sintonizzarsi sul “cerchio perfetto” bondanza di reflui e necessità di della produzione agricola il fattore smaltirli al meglio». Sul valore agro- differenziante di IES BIOGAS: «Crenomico del digestato si è soffermato diamo che la prosperità delle azienGuido Bezzi, del Consorzio Italiano de agricole sia nell'essere produttive Biogas. «Tutti gli studi finora condotti al 100% delle loro potenzialità. Sia- ha sottolineato - dimostrano che il mo convinti che i produttori, con noi, digestato è un fertilizzante di altissi- riusciranno in questo obiettivo».


CAMPI SONORI di Gaetano Menna

IL RITORNO DI STEFANO TESTA

Immersi nel silenzio Il cantautore Stefano Testa ha vissuto, a metà degli anni ’60, la gloriosa epopea del beat “appenninico” con il complesso Gli Scorpioni. Poi si è avvicinato al mondo progressive e nel 1977 ha pubblicato il suo album “Una vita, una balena bianca e altre cose”. Sono occorsi 35 anni per veder uscire il secondo disco solista, “Il silenzio del mondo” (Snowdonia). Quattordici brani frutto di alcuni anni di lavoro con l’amico musicista Remo Righetti in cui ci sono molta melodia e testi profondi. Canzoni e ballate che, a volte, ci ricordano De André, a volte pure Herbert Pagani. Echi di suoni tribali o orientali e testi introspettivi, tragici, in cui tocca anche temi scottanti come gli abusi dei minori. “La ballata della città felice” ricorda la peste di Messina nel 1348; l’epidemia approdò

in Italia, e quindi in tutta Europa, con alcuni mercantili («Le culture “trionfanti” – spiega il cantautore – vivono dando per scontata la loro immortalità ma hanno piedi d’argilla»). “Trecento gradini” parla di viandanti attratti nel labirinto da cui non vi sono vie di fuga. In un mondo di rumori, senza uscita, non ci accorgiamo che il globo è silente, non trasmette più “messaggi” e “significati”. Molto bella e originale la copertina, realizzata da Cinzia La Fauci, che alterna immagini di Marx e Madonne. Come suol dirsi il diavolo e l’ acquasanta, gli “eroi” dell’ateismo e quelli della religione. Il libretto rosso ed il Vangelo affiancati, perché, alla fine, sono entrambi espressione del Credo (magari un po’ sbiadito come suggerisce quel volto di Madonna che si perde).

Emanuele Belloni, commosso viaggiatore Emanuele Belloni ha dovuto attendere i 42 anni di età per vedere pubblicato il suo disco di esordio, “E sei arrivata tu ” (Odd Times Records). Un disco pensato a lungo, espressione matura di un uomo in viaggio, una sorta di commesso viaggiatore dei sentimenti, anzi – come annota nel brano di apertura – di “commosso viaggiatore”. In copertina la magica stazione musicale di partenza o di arrivo; si sale su un treno e si va, in cerca di musica, d’amore. Un viaggio, il suo, due volte nella passione: quella per la vita e quella per la musica. Nascono così undici ballate, arrangiate acustiche, che sanno di melodia e di paesi lontani, che hanno i profumi ed il ritmo brasileiro della bossa nova, del samba, grazie anche alla collaborazione di Guinga, che si può considerare il vero erede di Villa Lobos. Disco d’atmosfera e di soli intensi di chitarra. Nelle stazioni arrivano anche amici con cui suonare assieme. E così ne “Il circo” c’è il contrabbasso di Enzo Pietropaoli; in “Lolita” invece spicca il sax di Michael Rosen. “Un sole d’amore” è arricchito dal bandoneon di Pasquale Lancuba.”Provateci un po’ a prendermi”, una delle più belle canzoni del CD è un leggerissimo tango in cerca dei corridoi dell’animo. Viaggiando Emanuele ci conduce su “L’ultimo treno dei miei sentimenti”, per l’ultimo gioco, quello di non ripartire.

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I PRIMI DISCHI DI “FM”

La label dell’archeo-rock riscopre la prog band che infiammava Toronto FM, apprezzata prog band canadese, attiva dalla fine degli anni ’70, è conosciuta più nel Paese d’origine ed in Usa che in Europa. Grazie alle riedizioni della label inglese Esoteric Recordings, dell’attivo discografico Mark Powell, è possibile conoscere appieno la sua produzione discografica degli esordi, i primi quattro album apparsi tra il 1977 ed il 1980: “Black Noise”, “Direct to disc”, “Surveillance”, “City of fear”. FM nacque come duo, come testimonia un’apparizione alla TV canadese nel 1976, poi arriverà in sala d’incisione come trio, con Cameron Hawkins, alla voce solista, basso e sintetizzatore, Nash the Slash (alias di Jeff Plewman) al violino e mandolino elettrico, Martin Deller alla batteria; poi Ben Mink subentrerà a Nash the Slash. Tra i 33 giri emergono “Surveillance” – che, in ambito progressive, fu un hit in Canada e Usa – e “City of fear”, l’album della maturità, l’apice di una stagione intensa. “City of fear” è particolarmente godibile, si apprezza in pieno la particolarità dell’uso del violino elettrico, invece della chitarra, a costruire un sound corposo e trascinante, come si ascolta, ad esempio, nel brano di apertura “Krakow”. Gli intensi impasti vocali e strumentali (v.“Truth of consenquences”), gli assoli (“Up to you”) ancora oggi sanno coinvolgere e conquistare. La title track con lunghe parti musicali, ma anche un ritornello accattivante, lo dimostra in pieno. Il gruppo è stato attivo per vent’anni dal 1976, è riapparso fugacemente in altri periodi ed è stato riformato recentemente da Hawkins ma con altri compagni di avventura.


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