Mondo Agricolo n.3 Marzo

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L’ E D I T O R I A L E

Vogliamo esserci

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e parole nel tempo possono trasmettere sensazioni profondamente diverse. Ai nostri padri il termine “rete” comunicava un’immagine di costrizione, di limite nell’agire. Per noi è totalmente l’opposto: la “rete” è un susseguirsi di nodi, potenzialmente infinto, capace di collegare il mondo e ogni cosa del mondo. Creare e gestire reti è stato il tema centrale della nostra “Academy” di fine marzo, a Taormina. Un incontro impostato in modo nuovo, nella logica di meglio orientare il nostro lavoro di imprenditori e di dirigenti associativi. Abbiamo esplorato le aree in cui sviluppare progetti per le nostre imprese: dall’informatizzazione al rapporto con la distribuzione, a quello con le banche. Abbiamo ragionato sulle realtà economiche con cui rafforzare i legami: dalle infrastrutture dell’energia agli strumenti di sviluppo per le produzioni. Abbiamo colto gli indirizzi sul futuro delle politiche europee, ma anche sul futuro delle riforme del nostro Paese, a partire da quella delle Istituzioni sul territorio. Abbiamo letto insieme il quadro delle azioni che il Governo sta avviando per la politica economica e per quella specifica agricola. Ed abbiamo infine riportato ad una lettura politica complessiva il momento che l’Italia attraversa e con essa le nostre imprese ed il nostro sistema di rappresentanza. Sono convinto che a Taormina si sia delineato un quadro in cui le molte iniziative avviate e quelle che ora possono nascere trovano coerenza e spinta nella visione di un sindacato di impresa che si aggiorna, punta al mercato, persegue l’obiettivo di valorizzare il contributo dell’agricoltura alla ripresa dell’intero sistema. Penso che, con questo momento di proposta e confronto, abbiamo contribuito a indicare per il nostro settore una strategia che ha forti elementi di discontinuità e novità, rispetto al passato e rispetto al quadro attuale. Novità che consiste in una maggiore aderenza alle logiche di impresa, all’interesse dell’intera economia e dei territori a ritrovare percorsi di crescita, all’inserimento delle aziende agricole che meglio sanno strutturarsi nelle dinamiche di sviluppo che ci possono far uscire dalla fase recessiva. Siamo consapevoli che questo è il momento di ricostruire il nostro Paese e noi vogliamo esserci. Un pensiero, una volontà, apprezzati e sottoscritti da grandi gruppi industriali, del credito, da esponenti del Governo, da leader politici di primissima grandezza, dai media. Da tutti quelli che hanno voluto condividere con noi l’inizio di una primavera di cambiamenti. Mario Guidi

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SOMMARIO L’EDITORIALE Vogliamo esserci Mario Guidi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Studiare a Roma per vincere a Bruxelles . . . . . . . . . . . . . . .

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Reportage su “Confagricoltura Academy” e “Vinitaly-Sol”

Direttore responsabile GABRIELLA BECHI

Apertura DENTRO LA CRISI Appesi al filo Giusy Pascucci . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Attualità MOTORI Il trattore all’Europarlamento . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Meccanizzazione ragionata Claudio Pietraforte . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Attualità AIUTI UMANITARI Operazione Corno d’Africa Elisabetta Tufarelli . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Zoom VINITALY Una Grande Italia di business e passioni Gabriella Bechi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Terapie anti-spread Anna Gagliardi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Il risiko del vino Anna Gagliardi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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La riconquista dell’Italia Gabriella Bechi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Coordinatore di Redazione GAETANO MENNA Editrice Sepe Presidente DIANA THEODOLI PALLINI Comunicazione Istituzionale di Confagricoltura Direttore VANNI CORNERO Direzione, Redazione e Amministrazione Corso Vittorio Emanuele II, 101 00186 Roma Tel. +39.06.6852358 mondo.agricolo@confagricoltura.it Testata associata all’USPI

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Primo piano ACADEMY TAORMINA Confagricoltura Academy Gaetano Menna. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . L’ ABC della politica. . . . . . . . . . . . . . . . . . Il futuro nasce nelle imprese Gaetano Menna. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Meno carte, più credito. Questo chiede l’impresa Gabriella Bechi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Liberamente insieme Gaetano Menna. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Rubriche

La ricetta di Passera: fare massa critica Gaetano Menna. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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CLAUDIO PIETRAFORTE

BNL, conto aperto da un miliardo di euro. . . . . . . . . . . . . . . .

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Stampa Tipolitografia EuroInterstampa

Assieme ad Enel per accendere le rinnovabili . . . . . . . . . . .

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Responsabile Pubblicità e Marketing

Dicono di noi Academy . . . . . . . . . . . . 38 Mappamondo Mais . . . . . . . . . . . . . . . 46 Buono a sapersi “Senza trucco” . . . . . 64 Vino Lungarotti . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67 Formazione Corso Consulenti . . . . . . 69 Organizzazione Olio umbro . . . . . . . . . 70 Anga Aperitivo Vinitaly . . . . . . . . . . . . 73 Agriturist Guida 2012 . . . . . . . . . . . . . 82 MARZO 2012| MONDO AGRICOLO | 5


APERTURA DENTRO LA CRISI

Appesi al filo


Le q uestioni irrisolte lasciano le imprese agricole nell’incertezza. Imu, quote latte, energie rinnovabili, riforma della Pac, sono alcuni dei temi principali su cui ancora si discute. L’agricoltura ha bisogno di conferme per poter programmare la necessaria ripartenza di Giusy Pascucci

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l settore agricolo è ancora appeso a un filo. O meglio a più fili, e cioè a quelle questioni irrisolte che lasciano le imprese nell’ incertezza economica. Imu, quote latte, energie rinnovabili, fotovoltaico e Pac, sono alcune delle tematiche cruciali per l’esistenza di moltissime aziende agricole e il cui mancato evolversi a livello parlamentare ne mette a rischio la sopravvivenza. Vediamo con ordine come stanno andando avanti alcuni temi. Imu. Dopo l’accesa battaglia condotta dalle organizzazioni agricole, con il supporto del ministro Mario Catania, contro un ulteriore aggravio delle imposte su terreni agricoli e fabbricati rurali, finalmente il Governo ha cambiato rotta. Per ora. In settimana sono stati approvati degli emendamenti al Decreto Legge fiscale n. 16/2012 all’esame del Senato nei quali è stabilito che il gettito in agricoltura non dovrà superare per l'anno in corso un contributo aggiuntivo di 135 milioni di euro per i fabbricati rurali ad uso strumentale e di 89 milioni di euro per i terreni. Un risultato importante che va in direzione dell’equità fiscale e che conferma le tesi sostenute dalle organizzazioni al tavolo tecnico con il GoMARZO 2012 | MONDO AGRICOLO | 7


APERTURA DENTRO LA CRISI

L’agricoltura vista dall’alto Guidi a Taormina: «L'italia è un Paese a vocazione agricola ma non se ne accorge abbastanza»

verno circa l'eccesso del carico Imu richiesto al settore agricolo. Le novità riguardano innanzitutto la riduzione del coefficiente moltiplicatore a 110 per i terreni agricoli posseduti e condotti da coltivatori diretti o Iap e il ripristino della franchigia, al di sotto della quale non è dovuta l'imposta. Per coloro che invece non vivono grazie alla terra, è previsto un aggravio dell'Imu per l'aumento del coefficiente moltiplicatore da 130 a 135 e non è prevista alcuna franchigia. Per i fabbricati rurali ad uso strumentale l'acconto di giugno (entro il 18) sarà corrisposto nella misura del 30% e il restante 70% sarà liquidato con il saldo del 16 dicembre 2012, mentre per quanto concerne i fabbricati rurali (abitativi e strumentali) ancora iscritti al catasto terreni, che dovranno essere trasferiti a quello urbano entro il 30 novembre 2012, il pagamento dell'imposta dovrà essere assolto in un'unica soluzione a dicembre 2012, 8 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2012

successivamente all'aggiornamento catastale. Se ne riparlerà quindi a Ottobre-Novembre, quando tra l’altro se dovesse esserci extragettito (più di 135 mln) è stata prevista anche la possibilità di un ulteriore abbassamento dell’aliquota.

Non si possono penalizzare le aree montane, fondamentale presidio del territorio Restano in sospeso le aree montane, per cui Confagricoltura insieme a Coldiretti, Cia, e Copagri hanno chiesto l’accantonamento del comma 5 bis all'art. 13 del decreto Monti in cui si delega ad un apposito decreto ministeriale la rivisitazione delle aree montane e collinari i cui terreni sono esenti dall'Imu. ENERGIE RINNOVABILI E FOTOVOLTAICO

Sono migliaia le aziende agricole che hanno installato pannelli fotovoltaici con investimenti diretti, in attesa di conoscere quale sarà il futuro delle

rinnovabili. Dopo che il decreto liberalizzazioni ha previsto una nuova stretta agli incentivi per l’installazione di nuovi pannelli fotovoltaici a terra, a breve dovrebbe infatti arrivare il quinto conto energia e al termine della concertazione tra i ministeri dello Sviluppo economico, dell’Ambiente e delle Politiche agricole dovrebbero essere definiti i nuovi regimi di sostegno per la produzione elettrica e termica, in attuazione del decreto legislativo 28/11 sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili. E le preoccupazioni non mancano. L’incertezza di una nuova modifica normativa pesa sia su coloro che hanno già investito nelle energie rinnovabili sia su coloro che intendono puntare sul settore. Si teme, infatti, l’ulteriore blocco dello sviluppo del fotovoltaico, e delle fonti rinnovabili in genere. Quello che va rilevato è che, nei prossimi anni, l’ulteriore sviluppo del fotovoltaico sarà meno legato agli incentivi e più all’efficienza degli impianti, ai minori costi di investimento su cui si baserà la redditività.


QUOTE LATTE

l'emendamento inserito al Senato nel decreto semplificazioni fiscali (dl 16/2012), che blocca la possibilità di pagare le multe latte con rate variabili e senza rinunciare ai ricorsi. In sostanza, è stata inserita una norma che impedirebbe agli splafonatori di regolarizzare la loro posizione. Ma sul punto, lo stesso Ministro delle politiche agricole Mario Catania si è detto contrario e ha auspicato che nei prossimi lavori parlamentari (quindi alla Camera) venga ripristinata la norma originaria prevista dal dl. La misura consentiva ai produttori morosi di aggirare la rateizzazione onerosa a tassi crescenti (fino al 9%del capitale dovuto), prevista dalla legge 33/2009.

A questo si aggiunge l’ombra dello splafonamento per la campagna lattiera in corso. PAC

Infine le trattative per il negoziato della politica agricola comune post 2013. La proposta presentata dal commissario europeo all’agricoltura Dacian Ciolos ci vede nettamente contrari e svantaggiati rispetto ad altri paesi comunitari per molte ragioni. Tra le questioni in sospeso la definizione dell’agricoltore attivo, il greening troppo elevato per le nostre imprese, il criterio della superficie scelto come parametro base per gli aiuti nonché la regionalizzazione, cioè il passaggio ad un livello omogeneo di aiuti all’interno di tutti gli stati membri che andrebbe effettuato entro il 2019 .Tutte questioni che saranno affrontate una volta definito il budget comunitario per il settore agricolo.

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Sull’annosa vicenda si susseguono interventi europei e governativi. Senza che si arrivi mai ad un punto fermo. L’ultimo in ordine di tempo è

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PRIMO PIANO ACADEMY TAORMINA

Il fotoreportage da Taormina

Il servizio fotografico di Confagricoltura Academy è stato curato da Franco Lannino (Studio Camera).


Agricoltura in rete per la crescita

Confagricoltura Academy Il Forum ha esplorato le varie aree in cui sviluppare progetti per le imprese, dalle reti all’informatizzazione, dal rapporto con la distribuzione a quello con le banche. Ha ragionato sulle realtà economiche con cui rafforzare i legami, dalle infrastrutture all’energia, agli strumenti di sviluppo per le produzioni. Gli indirizzi sul futuro delle scelte europee, il confronto con la politica.


PRIMO PIANO ACADEMY TAORMINA

LaConvention haindividuatolearee incuivannosviluppati iprogettiperleimprese. Conirappresentanti digoverno, partiti eParlamentoeuropeo sièparlato dipolitica economica esviluppo sociale. Non sono mancati gli eventi “paralleli” di Gaetano Menna

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onfagricoltura Academy ha debuttato a Taormina. Apparentemente si è respirata l’atmosfera dei precedenti appuntamenti del Forum dell’Organizzazione. C’era il tripudio di bandiere, c’era l’imponente trattore della New Holland, c’era il point per le succose spremute d’arancia dell’ Unaproa con cui si è fatta conoscere la campagna “Spicchi di salute” (ma questa è stata una Gerardo Diana presidente di Confagricoltura Sicilia

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novità in omaggio ad uno dei prodotti vocati dell’agricoltura siciliana). C’era pure, sui cartelloni, la dizione “Futuro Fertile” che ha sempre caratterizzato i Forum dell’Organizzazione in questa location. In realtà l’appuntamento, quest’anno, è stato profondamente rinnovato. Innanzi tutto è stato dedicato ai soli dirigenti eletti dell’Associazione; ha puntato alla analisi ed allo studio delle strategie imprenditoriali da porre in essere per crescere e ristrutturare aziende e settore (da qui la denominazione di Academy). La Convention, ricca di appuntamenti, di relatori e di personaggi, ha esplorato le aree in cui vanno sviluppati i proget-

ti per le imprese (dalle reti all’informatizzazione, dal rapporto con la distribuzione, a quello con le banche). Si è ragionato sulle realtà economiche con cui rafforzare i legami (dalle infrastrutture dell’energia agli strumenti di sviluppo per le produzioni). Si sono colti gli indirizzi sul futuro delle politiche europee, ma anche sul domani delle riforme del nostro Paese, a partire da quella delle istituzioni sul territorio. Si è parlato di reti di impresa, di digitalizzazione, di sviluppi europei e mondiali del settore. A Taormina c’è stato l’incontro-confronto con la politica, il Governo, i rappresentanti del Parlamento europeo, il mondo dell’economia a cui sono state delineate le esigenze di ripresa del mondo agricolo. Si è parlato della crisi in atto ma anche di come le imprese agricole già la fronteggiano, riorganizzandosi, indirizzandosi pure verso


I discorsi sugli scenari economici e quelli politici si intrecciano strettamente

Fulvio Conti amministratore delegato e direttore generale di Enel

nuovi modelli operativi come le reti. Il Benvenuto in Sicilia è stato dato dal presidente di Confagricoltura Sicilia Gerardo Diana, che non ha fatto un intervento di circostanza ma ha lanciato un messaggio preciso: «Il momento è serio ma dobbiamo saper sfruttare le oppor tunità che la crisi ci può offrire. Ripensando,ad esempio, a tutta la macchina amministrativa del Paese perché è assurdo ed inconcepibile che un agricoltore perda oltre cento giorni di lavoro l'anno solo per le pra-

tiche burocratiche». I grandi temi: l’agricoltura verso il 2050 (il relatore all’Onu sul diritto all’alimentazione Olivier De Schutter nell’apposita videointervista ha sottolineato che c’è la necessità di sfamare il pianeta; la riforma della politica agricola comune (il segretario generale del Copa-Cogeca Pekka Pesonen ha detto che « è importante pensare al futuro, addirittura oltre lo schema del post-2013»); la nuova mappa delle istituzioni sul territorio (il presidente dell’Unione delle Province d’Italia). Non sono mancati gli eventi “paralleli”, perché a Taormina non ci sono stati solo studi e approfondimenti. Gli accordi a lato (sottoscritti o presentati) con i vertici di Enel, Bnl, Microsoft indicano un preciso percorso operativo già avviato da Confagricoltura. C’è stato poi l’incontro della filiera al tabacco al completo (con Bat Italia che ha annunciato l’acquisto di 7 milioni di Kg di tabacco italiano all’anno per il biennio 2013/2014, per un volume d’affari pari a circa 40 milioni di Euro in due anni). Interessante anche l’appuntamento in pre-apertura dei lavori con la Giunta di Confagricoltura che ha visitato “3 Sun” la più grande fabbrica italiana di pannelli fotovoltaici, avviata con joint venture tra Enel Green Power, Sharp Corporation, Stmicroelectronics: un grande progetto per un mercato in forte crescita. E’ emerso anche il ruolo dell’Organizzazione che – ha detto il presidente Guidi - «è consapevole della nuova stagione per la rappresentanza di interessi». I tempi richiedono flessibilità, coraggio, spirito di adattamento. Richiedono però, nonostante tutto, innovazione, ricerca applicata, investimenti. E, allora, i discorsi attinenti agli scenari economici ed a quelli politici si intersecano, perché le scelte del Governo, del Parlamento italiano, di Bruxelles, possono essere un volano oppure al contrario frenare la ripresa. MARZO 2012 | MONDO AGRICOLO | 15


PRIMO PIANO ACADEMY TAORMINA

L’ABC della politica Per la prima volta i leader di tre grandi partiti si sono presentati assieme a parlare di problemi reali. A Taormina un confronto costruttivo sulla crisi in atto e su come superarla

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ll’Academy, l’ABC della politica , ovvero Angelino Alfano, Pierluigi Bersani e Pierferdinando Casini, segretari rispettivamente di Pdl, Pd, Udc. L’ABC sostiene il governo Monti e vuole traghettare il Paese al di là della crisi. I tre segretari finora non si erano mai confrontati assieme sulle questioni di maggiore attualità in un’occasione pubblica. Per questo la loro presenza alla Convention di Confagricoltura è stata ancor più importante. Si sono rivolti alla platea dei dirigenti dell’Organizzazione ma pure a tutto il Paese, in un clima nuovo. Dopo la stagione dei veleni, è arrivata quella della non

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contrapposizione o meglio della collaborazione. C’era bisogno che la politica tornasse a parlare di problemi concreti e non si limitasse a litigare, così è stato a Taormina. L’incontro si è svolto sotto forma di talk show, moderato dal notista politico del Corriere della Sera Massimo Franco, ed incentrato sulle questioni di maggiore attualità. Angelino Alfano, prendendo la parola per primo, è subito entrato nel vivo della discussione in corso sulla eventuale contrapposizione tra tecnica e politica. «Monti ha dimostrato che le soluzioni di governo, anche quando è tecnico, non sono come un software che metti dentro i dati ed ottieni quello che si deve fare - ha detto -. Per cui se un governo tecnico si mette nella logica del software, per il quale se serve aumen-

Bersani:«Non è vero che, se si ascoltano le categorie, si fanno per forza scelte corporative» tare l' Imu agricola, l’aumenta, poi interviene la politica che ascolta gli agricoltori. Se qualcuno si era illuso che si potesse fare a meno dell'ascolto delle categorie, si era sbagliato». «Non è vero che se si ascoltano le categorie si fanno per forza scelte corporative – ha aggiunto dal canto suo Pierluigi Bersani - la discussione con la società non porta ad una impasse sulle riforme. I problemi non sono tecnici o politici. Ci sono questioni che sia i tecnici, sia i politici, devono af-

frontare, come la persistente instabilità economica dell'Europa. Insomma bisogna agire, perché nessuno fa miracoli, né i tecnici, né i politici, ed occorre assolutamente evitare una spirale di recessione e misure di austerità che ignorino l'esigenza della crescita». Ad avviso di Pierferdinando Casini «il governo Monti ha dialogato, anzi, iperdialogato con le categorie, però a un certo punto bisogna decidere, se no è la paralisi. Sono preoccupato per il clima che si è instaurato: un imprenditore non può essere raffigurato come colui che cannibalizza l'operaio; chi lavora in campagna sa bene come ci si deve rapportare con chi lo aiuta quotidianamente. La politica non deve accettare lo schematismo che esal-


I segretari con il presidente Guidi Da sinistra: Angelino Alfano, Mario Guidi, Pierluigi Bersani e Pierferdinando Casini

ta il conflitto sociale». La riforma del mercato del lavoro, e in particolare quella dell'art. 18 dello statuto dei lavoratori, è stata al centro del successivo giro di interventi. «Non abbiamo lo scopo di mettere in difficoltà il Pd, come qualcuno ha ipotizzato, ma di fare la cosa giusta per l' Italia - ha affermato Alfano -. Invito a discutere, ragionare, fino ad arrivare ad un accordo. E se il raggiungimento di questo accordo necessita di una settimana in più, ci metteremo una setti-

Alfano:«Grazie a Confagricoltura per aver incentrato il dibattito sul tema della crescita» mana in più». La parola a Bersani: «Se faccio una norma contro i borseggi non è che penso che tutti gli Italiani siano borseggiatori; allo stesso modo dire che si vara una norma che tutela i lavoratori dai licenziamenti ingiustificati non significa affermare che tutti gli imprenditori non vedono l'ora di licenziare. Comunque - ricorda - più che di mercato del lavoro, bisogna parlare di lavoro, e quindi di crescita. «Se non si trova una intesa - ha affer-

mato da parte sua Casini - non rischia di insabbiarsi la riforma del lavoro, rischia di insabbiarsi il governo. Un negoziato non può rimanere aperto all’infinito, ad un certo punto deve pur chiudersi». Ha quindi espresso un riferimento ai tagli alla spesa che «finora sono stati fatti sugli enti locali, ma tutto si è tradotto in una maggiore pressione fiscale, arrivata a livelli non più sostenibili per chi le tasse le paga». Infine, da Angelino Alfano è venuto un ringraziamento a Mario Guidi, che «giustamente ha messo al centro di questo incontro la crescita, che è il vero dibattito che deve animare la stagione del governo per i prossimi dodici mesi». MARZO 2012 | MONDO AGRICOLO | 17


PRIMO PIANO ACADEMY TAORMINA

Il futuro nasce nelle imprese «L’orizzonte si guarda con il cannocchiale non nello specchietto retrovisore. Lavoriamo ad un modello di modernizzazione della struttura produttiva» di Gaetano Menna

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«E’ difficile oggi avere la responsabilità di guidare gli altri. Guidare le imprese, le loro rappresentanze, le associazioni e le istituzioni, i processi economici. E’ difficile per me, per voi e per tutti coloro che hanno questo ruolo, tra cui i tanti ospiti che si sono avvicendati sul palco di questa Academy».«Siamo consapevoli che è questo il momento di ricostruire il nostro Paese e noi voggi festeggio gliamo esserci. L’Italia si salva dalla criun anno di pre- si non solo con il risanamento dei considenza di Con- ti pubblici, ma anche, e soprattutto, avfagricoltura». valendosi del contributo essenziale Era il 31 marzo del mondo dell’economia e delle im2011 quando prese». «Serve – prosegue - un procesMario Guidi fu eletto al vertice di Pa- so di crescita che rimetta al centro le lazzo Della Valle. Sul podio dell’Aca- imprese. Confagricoltura propone più demy, chiude i lavori ricordando la efficaci modelli di modernizzazione sua “festa di compleanno”. Un anno di della struttura produttiva; le nostre mandato davvero volato, nei marosi aziende di punta stanno già tracciandella crisi, con il Paese in recessione. do la strada. Ed hanno investito per Indubbiamente i dirigenti di Confagri- ammodernare gli impianti e le procoltura sentono il peso della respon- prie strutture, per ridefinire le politisabilità, ma hanno chiaro l’obiettivo: che commerciali, le funzioni impren-

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«


prese». Anche l’Organizzazione si sta profondamente rinnovando. «Dobbiamo imparare a lavorare in maniera diversa - rileva -. L’indagine del prof.Adinolfi ci ha spiegato che le imprese agricole sono più avanti di quanto crediamo e sono pronte a investire in progetti di crescita. La sfida è quella di far nascere le nuove reti, capaci di mettere insieme imprese, Istituzioni, banche, centri di ricerca». Rivolgendosi ai tre segretari dei partiti (Pdl, Pd e Udc,Alfano, Bersani e Casini) Guidi evidenzia come il Paese chieda «una buona politica: quella che conosce i problemi, quella che entra nelle sfide dell’economia e le gestisce e le governa, quella che sa decidere dopo aver ascoltato. Per dire ai cittadini e alle imprese come si debba recuperare la posizione nel mondo globale. La crisi ha insegnato che si è rimasti indietro

«La crisi ci ha insegnato che si è rimasti indietro in tecnologie, reti, energia, istruzione e ricerca » ditoriali. Hanno aumentato la propensione verso l’estero. Stanno già tentando la strada della rete.Vanno sostenute nei loro sforzi di crescita». Il presidente Guidi spiega come l’ Organizzazione di rappresentanza sia al fianco delle imprese; ha compiti di programmazione e di visione degli scenari «che deve svolgere non con lo specchietto retrovisore, ma con il can-

nocchiale, per guardare lontano». «Il mondo della rappresentanza deve cambiare e Confagricoltura lo sta già facendo. Serve un ruolo nuovo dell’associazionismo che aiuti le imprese a guardare al cambiamento piuttosto che a difendere l’esistente. Un ruolo proattivo più che protettivo».“Creare e gestire reti” è stato il tema centrale dell’ Academy; c’è una intera economia che deve entrare in rete. «Va rimessa in sesto anche la ‘rete degli enti pubblici’ – ha dichiarato Guidi – . Gli enti della Pubblica Amministrazione devono essere una rete di supporto all’economia reale, siano affidati a tecnici che semplifichino la vita delle im-

in troppe cose: tecnologie, reti di servizio, energia, istruzione, ricerca». Quindi sulla globalizzazione: «Non è una iattura per i nostri mercati e i nostri prodotti, ma resta un elemento da governare. Nessuno vuole bloccare le intese commerciali bilaterali, ma che almeno siano concepite con una logica ‘win win’ che preveda vantaggi da ambo i lati». «Il recupero del Pil è affidato anche alla capacità delle imprese di internazionalizzarsi – ha concluso il presidente di Confagricoltura – . Il viaggio del presidente Monti di questi giorni è un segnale preciso. L’Italia va reinserita nella rete dei commerci mondiali, così come oggi si sono trasformati, con una nuova geopolitica, con rapporti di forza economica differenti e tarati sulle due sponde del Pacifico. Rimettere in gioco il Paese, con tutto ciò che comporta anche per il settore agricolo, è una operazione che deve impegnare tutta la nostra economia». MARZO 2012 | MONDO AGRICOLO | 19


PRIMO PIANO ACADEMY TAORMINA

Giuseppe De Rita

presidente del Censis e di Rete Imprese Italia

La minoranza trainante si muove già in network La ricerca del Censis mette in evidenza come le aziende-modello stanno affrontando la crisi. Strategie proattive, innovazioni e reti di collaborazione

C’

è un nucleo vitale di imprenditori che sta proiettando avanti l’agricoltura italiana e che costituisce una “minoranza trainante” portatrice di una moderna cultura del fare azienda. Era emerso nel 2007 in una ricerca del Censis commissionata da Confagricoltura. 2 0 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2012

Cinque anni dopo l’Organizzazione degli imprenditori agricoli ha chiesto al Censis di aggiornare la mappa e di comprendere come stanno lavorando le aziende-modello e, soprattutto, come stanno affrontando la crisi in atto. I risultati dell’indagine sono stati presentati a Confagricoltura Academy. E’ emerso che le imprese che, pur in un contesto di mercato molto difficile, continuano a crescere o che reggono meglio alla fase congiunturale di crisi, sono quelle che hanno attivato una strategia proattiva ed una capacità di innovazione che non si ferma ad un solo aspetto aziendale (quello della produzione), ma che si allarga ad aspetti differenti. L’agricoltura di punta, insomma, è meno individualista e scopre i vantaggi di lavorare in network. In generale il 76,3% delle imprese analizzate ha operato in reti di collaborazioni con clienti e fornitori per il miglioramento del prodotto e del processo

produttivo; il 52,3% ha operato in collegamento con altre aziende per promuovere e tutelare specifici prodotti agricoli; il 48% entra in una rete di cooperazione con Università e centri di ricerca e sperimentazioni. «Le reti d’impresa, e ancor più i contratti di rete previsti dalla normativa recente, non possono essere certamente considerati come la soluzione totale ai molti problemi di competitività del sistema produttivo e, ancor meno, del sistema agricolo. Sono però una delle più valide opzioni oggi praticabili su cui varrebbe investire in termini di policy» , avvertono il Censis e Confagricoltura . I mali del sistema agricolo attuale sono noti: è parcellizzato, ha un limitato potere contrattuale e di mercato, una limitata proiezione sui mercati esteri, avverte la necessità di rafforzare e di controllare maggiormente le fasi a monte (potere contrattuale verso i fornitori) e a valle (maggiore potere verso i canali distributivi e le in-


dustrie di trasformazione) del processo produttivo. Proprio per questo deve necessariamente tentare, più che nel passato, la carta delle reti di collaborazione. E’ interessante rilevare come le reti rappresentino, per un numero ampio di imprenditori agricoli un valore e non un semplice costo. Ai network molti imprenditori agricoli attribuiscono una funzione pratica, poiché si possono configurare come uno strumento per affrontare alcune criticità, spesso gravi, che caratterizzano il settore agricolo. Non è un caso, infatti, che il 53% degli imprenditori intervistati ritenga che le reti di collaborazione possono servire per accrescere il potere contrattuale delle stesse aziende partecipanti; il 52% che potrebbero consentire un migliore accesso al credito; il 42% che esse possano essere uno strumento per il migliore accesso a forme di incentivo pubblico.

E’ emerso poi che un numero molto ampio tra le aziende analizzate nell’indagine di Censis-Confagricoltura abbia partecipato negli ultimi anni a qualche forma di collaborazione. Le aziende del vino e dell’olio partecipano a consorzi per lo smaltimento

De Rita: «Il territorio per millenni è stato la base della sovranità. Oggi non è più così» dei rifiuti, l’utilizzo delle acque di depurazione ed altri servizi in comune (47%); un campione ancor più ampio è attivo in reti per la promozione (67%). Le aziende a seminativi partecipano a reti di scambio di informazioni con fornitori e clienti (79%) ed aderiscono a gruppi di acquisto forniture (44%); le aziende zootecniche soprattutto collaborano con Università e centri di ricerca (56%) e gruppi

di acquisto di forniture (45%); le aziende ortofrutticole e florovivaistiche vedono utili le reti di collaborazione con il mondo scientifico e della ricerca (52%) e per lo sviluppo di marchi comuni per identificare e valorizzare la produzione (34%). Si chiede, infine, di fare rete con le Organizzazioni di rappresentanza. Infatti, tra le prime leve per il rilancio del sistema agricolo, gran parte degli imprenditori intervistati ha segnalato il rafforzamento della capacità di rappresentanza delle associazioni di categoria. «Ciò – commenta il Censis - non va inteso certamente come la denuncia di un deficit di rappresentanza, ma piuttosto come il riaffermare che la rappresentanza ha ancora un ruolo strategico determinante per le imprese, un ruolo che va ridefinito a partire dai nuovi processi di crescita che innervano il sistema agricolo nazionale».

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Felice Adinolfi

Meno carte, più credito. Questo chiede l’impresa Un’ indagine del prof. Adinolfi ha messo in luce problemi, criticità aziendali e le richieste che arrivano oggi dagli agricoltori e che Confagricoltura deve interpretare di Gabriella Bechi

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osa chiedono le imprese? Come è cambiata la domanda di servizi alla luce dei nuovi scenari che hanno interessato il settore agricolo? La risposta arriva da una ricerca svol-

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ta dal prof. Felice Adinolfi, docente dell’Università di Bologna e componente del Comitato scientifico di Confagricoltura, su un campione di aziende agricole associate all’Organizzazione, presentata all’Academy di Taormina. L’indagine ha coinvolto 150 imprese professionali, con una superficie media di 140 ettari, del comparto zootecnico, orticolo, dei seminativi, delle colture permanenti. Gli intervistati hanno un’età media di 49 anni, il 45% è laureato e l’83% proviene da una famiglia di agricoltori. I principali canali di commercializzazione utilizzati sono le cooperative (27%) e l’industria alimentare (22%). Molto diffusa anche la vendita diretta in azienda (17%). Un terzo del campione esporta sui mercati esteri, generalmente imprese che “chiudono” il ciclo produttivo, in particolare del comparto olivicolo e vitivinicolo, e che commercializzano con un marchio proprio. Il 57% degli intervistati segnala

un peggioramento nell’ultimo anno delle condizioni di mercato per il collocamento dei propri prodotti. E in merito al rafforzamento del potere contrattuale delle imprese agricole nella filiera agroalimentare, gli strumenti più adeguati sono ritenuti il miglior funzionamento delle Organizzazioni di produttori, l’etichettatura obbligatoria, meccanismi contrattuali e relativi termini di pagamento definiti per legge. Una parte non marginale (5%) segnala l’adesione ad un contratto di rete come prima risposta. Il 70% del campione ha fatto domanda per interventi cofinanziati sui programmi di sviluppo rurale, anche se oltre il 15% degli interessati giudica l’attuale configurazione delle misure non adeguata alle esigenze d’investimento delle aziende. Dal punto di vista delle relazioni associative la cooperazione tende ad essere un riferimento importante e stabile, seguito dalle associazioni di categoria e dalle organizzazioni di produttori. Mentre per quanto riguarda le attività istituzionali i contatti con i referenti pubblici è minimo e mediato

L’accesso al credito è percepita come una criticità dal 60% del campione dell’indagine dall’Organismo di rappresentanza della categoria. Le esigenze più sentite sono la riduzione del carico burocratico che, per oltre il 50% degli intervistati supera le 60 giornate annue, il miglioramento della logistica, la stabilizzazione delle relazioni contrattuali con i soggetti a valle della filiera. L’accesso al credito è percepito come una criticità dal 60% del campione, a causa dei tassi di interesse troppo elevati e della despecializzazione, con la conseguente difficoltà delle banche di valutare correttamente il rating aziendale. Il 91% degli intervistati si dichiara interessato, se fossero disponibili, a sottoscrivere strumenti di gestione del rischio in grado di garantire il reddito aziendale. Il 76% de-


gli interessati sarebbe disposto, a tal fine, a sostenere un costo fino al 10% del ricavo aziendale. Dal punto di vista dell’accesso alle informazioni, le riviste specializzate e le associazioni di categoria restano le fonti principali, seguite dai servizi on line, che crescono, ma si attestano su una quota ancora molto bassa (16%) e soprattutto appaiono nella forma di servizi non specializzati. Un dato che si inserisce in quello più ampio del bisogno di innovazione tecnologica e gestionale. Il relatore ha messo in evidenza come negli ultimi cinque anni il 60% delle imprese abbia introdotto innovazioni, rivolgendosi ad agronomi e agrotecnici (23%), organizzazioni di categoria (21%), società di consulenza (13%), centri di ricerca in agricoltura(12%). Interpretare tali bisogni e rendere disponibili servizi adeguati è una delle grandi sfide della Confagricoltura di oggi.

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GULLINO: DIFESA DELLE COLTURE E GLOBALIZZAZIONE

“Difendere le colture dagli attacchi dei parassiti è, paradossalmente, più difficile oggi che in passato, nonostante la disponibilità di tecnologie efficaci e sofisticate. In un contesto di crisi generale che impone una riduzione dei costi di produzione e, quindi, anche di difesa, è quanto mai importante l’apporto della ricerca”. Lo ha detto la professoressa Gullino, direttore dell’istituto Agroinnova di Torino, nel suo intervento al Forum di Confagricoltura Academy. Ad avviso del direttore di Agroinnova “sempre più frequentemente si assiste alla comparsa di nuove malattie e le evidenze che il cambiamento del clima ne influenzi la diffusione stanno divenendo più consistenti”. La difesa delle colture deve anche tenere conto degli effetti della globalizzazione dei mercati: insieme con il materiale vegetale, viaggiano numerosi parassiti che, nel giro di poche settimane, possono essere diffusi in aree geografiche molto lontane. Il tutto complicato dalla sempre più limitata disponibilità di mezzi chimici, come conseguenza dell’applicazione del recente regolamento europeo, che pone forti limiti alla registrazione di nuovi agrofarmaci. In presenza di così tante criticità, è indispensabile, ad avviso della direttrice di Agroinnova, che la ricerca si concentri sui temi più rilevanti, trattandoli con una visione europea.

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Liberamente insieme Il network non è la soluzione totale ai problemi di competitività. E’ però una valida opzione, oggi praticabile, su cui si deve investire in termini di policy di Gaetano Menna

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ucleo centrale del dibattito della Convention siciliana della Confederazione è stato quello sulle “reti” (naturali, strutturate, associative). Un argomento su cui l’Organizzazione tutta sta lavorando da tempo e che, in precedenza, è stato approfondito dai direttori delle sedi regionali e provinciali, e dalla struttura centrale.Operare in network è una necessità che richiede anche un nuovo approccio mentale e culturale. Si è partiti con le considerazioni del presidente del Censis e di Rete imprese Ita-

lia Giuseppe De Rita che ha affermato che «il territorio per millenni è stato la base della sovranità. Oggi non è più così». «La sovranità oggi è nella parte opposta del territorio, è nel flusso finanziario». Ed ha portato un esempio: «Furono le poste le prime a conquistare il territorio. Oggi gli uffici postali si razionalizzano». «Il governo attuale – ha poi proseguito - è figlio di quella sovranità che non è legata al territorio».«Le reti d`impresa e, ancor più, i contratti di rete previsti dalla recente normativa – si legge nella ricerca del Censis - non possono essere certamente considerati come la soluzione


totale ai molti problemi di competitività del sistema produttivo e, in particolare, di quello agricolo. Sono però una delle più valide opzioni oggi praticabili su cui varrebbe investire in termini di policy». Il Contratto di Rete è una nuova forma giuridica nata nel 2009 per consentire alle imprese di sviluppare network mantenendo l'individualità ma regolando i rapporti giuridici derivanti da una collaborazione stabile basata su obiettivi strategici. In materia è stato interessante l’intervento di Aldo Bonomi di Confindustria, delegato ad occuparsi del progetto reti d’impresa. Ha esordito ricordando un vecchio proverbio africano che dice:“Se volete andare in fretta andate da soli, se volete andare lontano andate assieme”. «Noi – ha commentato - abbiamo bisogno di andare in fretta e lontano, per questo crediamo nelle reti». «Bisogna dire innanzi tutto cosa non è la rete – ha poi spiegato il rappresentante di Confindustria -. Non è una moda, non è un salvagente, non è uno strumento per agevolazioni fiscali. La rete invece è un meccanismo per aggregarsi senza rinunciare alla propria autonomia imprenditoriale. E’ uno

strumento in cui bisogna credere. Altrimenti andiamo a casa». Si possono sintetizzare così le caratteristiche delle reti: c’è la reciproca indipendenza delle imprese; permane, almeno tendenzialmente, la stabilità del rapporto; la flessibilità dell’intreccio che viene a costituirsi tra le imprese, può risultare più o meno fitto (dalla mera collaborazione, alla presenza di un’impresa leader, all’integrazione); non ci sono finalità anticoncorrenziali. Bonomi ha una vasta esperienza per-

ceche, polacche. «In un mondo complesso e globale si avverte la necessità di nuove relazioni di gruppo, superando le difficoltà individuali. Il modello della rete è perfettamente congeniale al mondo agricolo». Lo ha detto il presidente confederale Mario Guidi tirando le somme del dibattito. «In agricoltura abbiamo già un modello di aggregazione delle imprese, attraverso le organizzazioni di produttori e le cooperative a cui le aziende delegano la gestione del prodotto. Come è stato spiegato oggi, il modello della rete è più profondo; permette di La flessibilità dell’intreccio: collaborazione alla pari, azienda condividere informazioni, attività produttiva, economie di scala, progetti di leader, integrazione internazionalizzazione. Lo stare assieme sulla base di progetti è fondamensonale di rete: per mantenere l’export tale». «Dobbiamo imparare a lavorare in Usa si è aggregato con i suoi con- in maniera diversa – ha concluso il correnti che sono diventati partner. presidente di Confagricoltura -. Sono molti gli esempi raccontati dal- L’indagine del prof. Adinolfi ci ha l’industriale sui contratti di rete. Come spiegato che le imprese agricole soquello di cinque piccole fonderie che no più avanti di quanto crediamo e si sono messe assieme, hanno preso sono pronte a investire in progetti di commesse importanti ed hanno au- crescita. mentato il fatturato del 35%; ora la tra- La sfida è quello di far nascere le nuosformazione da rete nazionale a rete ve reti, capaci di mettere insieme iminternazionale aprendo il sodalizio a prese, istituzioni, banche, centri di riimprese di varie nazionalità, francesi, cerca».

Aldo Bonomi di Confindustria, delegato ad occuparsi del progetto reti d’impresa

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La ricetta di Passera: fare massa critica L’importanza dell’agroalimentare non si discute, dice il ministro. E’ l’emblema del made in Italy, Pil, ricchezza e sicurezza

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isogna rimuovere la zavorra che ha impedito all' Italia di esprimere tutta la sua forza e le sua potenzialità: è questo che Confagricoltura chiede al governo, anche per il settore agricolo». Lo ha detto il presidente dell'Organizzazione, Mario Guidi, introducendo l'intervento del ministro dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture e Trasporti, Corrado Passera, ai lavori dell’

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Academy. «Indubbiamente c’è - ha aggiunto Guidi - un ministero di riferimento a cui non intendiamo affatto rinunciare, ma abbiamo bisogno di un riferimento più ampio, perché il sistema agricolo italiano vuole crescere e riuscirà a farlo se cresce tutto il sistema Italia». «Quelle agricole sono imprese come tutte le altre – ha proseguito il presidente confederale -. Rivendichiamo a volte, come abbiamo fatto con il ministro Fornero, una specificità, ma tendiamo a proiettarci in una dimensione


«Non possiamo fermarci adesso. Gli obiettivi che ci siamo prefissati vanno centrati»

Corrado Passera ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture e Trasporti

dell' Italia nel mondo. Inoltre l'agroalimentare, secondo il ministro, ha un enorme potenziale di crescita, oltre ad avere caratteristiche di dinamismo, vitalità, voglia di fare, voglia di resistere come ben pochi altri. Occorre però che facciate massa critica». Ha poi citato l'importanza che gioca il settore per tematiche macroeconomiche e geopolitiche, come la sicurezza alimentare, ma anche la tutela dell'ambiente e la salvaguardia della coesione sociale, tutte cose di cui l'Italia dovrà ricordarsi al momento di scegliere il proprio modello di sviluppo; modello che, per il ministro, dovrà essere il più diversificato possibile, ma che dovrà comunque comprendere l'agroalimentare. Ma i problemi non mancano e non devono essere sottovalutati. «Bisogna parlare chiaro, non nascondere i fatti ha avvertito Passera -. L'Italia è un Paese che da troppi anni non cresce. Tutti i principali istituti ci danno in recessione e noi vogliamo accorciare que-

n paritetica con tutte le altre imprese». Ed ha concluso: «Sentiamo la responsabilità del momento, non solo nei confronti del settore, ma del Paese». «Sentir parlare in maniera chiaramente sincera di responsabilità non solo per le proprie imprese e per il settore, ma per l’Italia nel suo complesso, è musica per le mie orecchie - ha detto il ministro Passera - . Voi avete un ministero di riferimento, però con i dicasteri dello Sviluppo e delle Infrastrutture avete due alleati». «E’ difficile - ha commentato Corrado Passera - trovare un settore che abbia altrettante caratteristiche di rilevanza come l'agroalimentare, che conta il 10% del Pil, nonché un pezzo importante dell'immagine e del marketing

sta recessione. Però per mettere a punto strategie e iniziative per le famiglie e le imprese bisogna sapere da dove si parte». A questo proposito «la riforma del mercato del lavoro è una grande riforma positiva, che va portata fino in fondo. C’è stato il tentativo di introdurre una flessibilità in uscita in linea con le aspettative delle imprese e dei mercati. Non possiamo fermarci adesso. E’ il momento di andare avanti, gli obiettivi potranno essere centrati. Il rigore sulla finanza pubblica è fondamentale». Il ministro ha ricordato poi che uno dei problemi più urgenti da affrontare per le imprese è quello dei ritardati pagamenti anche da parte della Pubblica Amministrazione; ha ribadito l'intenzione di trovare una soluzione, ma - ha evidenziato - «compatibilmente con gli obiettivi di risanamento della finanza pubblica, perché se questi non vengono salvaguardati la stretta creditizia si acuirà ulteriormente». Sull'energia, il ministro Passera ha fatto cenno alla prossima emanazione dei decreti sul fotovoltaico e sulle altre rinnovabili ed ha specificato di annettere molta importanza a biomasse e biogas come filiere molto ri levanti.

TAJANI: FORUM DI ALTO LIVELLO PER L’AGROALIMENTARE

Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea, all’Academy ha dichiarato: «Le dinamiche e le sfide che il settore agroalimentare ha davanti a sé nei prossimi anni sono complesse, come del resto lo sono per tutti quei settori economici che cercano un rilancio dopo anni difficili. In un mondo in costante crescita di consumi alimentari e con le pressioni ambientali che questo comporta, garantire la sicurezza di un approvvigionamento costante di alimenti di alta qualità a un prezzo equo è una sfida cruciale, ma che va vinta se vogliamo garantire non solo un futuro alle imprese ma anche un diffuso benessere per i cittadini». Tajani ha quindi ricordato come abbia voluto creare un Forum di Alto Livello per un miglior funzionamento della filiera a cui partecipano i rappresentanti della filiera. Si articola su tre piattaforme: rapporti commerciali tra imprese; competitività dell’industria alimentare; monitoraggio dei prezzi dei prodotti agricoli e alimentari. In tale sede «i dibattiti – ha ricordato - sono andati oltre un semplice “censimento” dei punti di debolezza e di forza dell’intero comparto». MARZO 2012 | MONDO AGRICOLO | 27


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BNL, conto aperto da un miliardo di euro Intesa sul credito per favorire il miglioramento della capacità produttiva, dell’ efficienza e della competitività delle imprese agricole

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onfagricoltura e BNL Gruppo BNP PARIBAS hanno definito una partnership finalizzata ad accompagnare le imprese del settore agricolo nella realizzazione dei propri progetti di consolidamento e sviluppo. Si tratta di uno dei più importanti accordi, stipulati a livello nazionale, tra una banca e la più rappresentativa organizzazione delle imprese agricole italiane. BNL mette a disposizione un plafond di 1 miliardo di euro per tutte le aziende associate alle 19 Federazioni regionali, alle 95 sedi provinciali e a centinaia di presidi comunali, attraverso i quali Confagricoltura opera in Italia. L’accordo - siglato a metà marzo dal presidente di Confagricoltura Mario Guidi e dall’amministratore delegato di BNL, Fabio Gallia - è stato presentato a Taormina nel corso di in incontro con la stampa dal componente di Giunta dell’Organizzazione confederale Massimiliano Giansanti e dal responsabile del Settore Individuals & Business dell’Istituto di Credito Marco Alessandrini. Con questa iniziativa Confagricoltura e BNL puntano a favorire il miglioramento della capacità

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Il componente di Giunta Confagricoltura Massimiliano Giansanti ed il rappresentante di BNL Marco Alessandrini

produttiva, dell’efficienza e della competitività delle imprese agricole, supportandole negli investimenti per immobilizzazioni sia materiali sia immateriali, nel mantenimento degli equilibri finanziari e nelle esigenze di finanziamento, anche grazie ad un iter dedicato di accesso al credito. Nel dettaglio, la Banca dedica una piattaforma di offerta ampia e strutturata per rispondere a bisogni di finanziamenti a breve termine, in vi-

sta di programmi di investimento connessi al ciclo produttivo; mutui agrari a medio-lungo termine, per effettuare opere di miglioramento; mutui agrari di ripianamento delle passività onerose; leasing immobiliare e strumentale; finanziamenti connessi all’acquisto e alla realizzazione di impianti fotovoltaici o destinati all’attività di importexport delle aziende agricole. L’intesa prevede, inoltre, un’offerta, a condizioni dedicate, anche per le persone fisiche, siano essi titolari o dipendenti delle aziende agricole associate a Confagricoltura. I sistemi associativi, come anche le imprese devono fare rete. «Solo mettersi insieme, infatti, può contribuire al riagganciare lo sviluppo». Lo ha sottolineato il presidente di Bnl, Luigi Abete, nel suo intervento in sala alla platea degli agricoltori spiegando che il «tema delle reti è importante in un momento in cui ce n'è particolarmente bisogno». Un tema, secondo Abete, molto sentito anche dalla banche che guardano positivamente alle reti di imprese. «Se

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FABIO GALLIA AVVIA LA PARTNERSHIP

L’accordo BNL-Confagricoltura è stato firmato a Roma il 15 marzo dall’amministratore delegato del gruppo bancario, Fabio Gallia e, per l’Organizzazione agricola, dal presidente, Mario Guidi. BNL (Gruppo BNP PARIBAS) è uno dei principali istituti di credito in Italia.

il problema è rafforzare il segmento delle imprese più deboli per evitare che quelle che stanno in mezzo siano schiacciate verso il basso - ha detto – la rete di imprese è vista positivamente dalle banche».

Il presidente di BNL Luigi Abete a Taormina con il presidente di Confagr ic oltur a Mario Guidi

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Assieme ad Enel per accendere le rinnovabili Entro due mesi dall’accordo quadro verrà costituito il “Tavolo per l’energia” e lo “Sportello qualità” Ci sarà un supporto tecnico e commerciale per sviluppare le iniziative

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onfagricoltura ed Enel hanno siglato a Taormina un accordo quadro per lo sviluppo congiunto delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica. L’accordo è stato firmato dal presidente di Confagricoltura, Mario Guidi e dall’amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti. L’intesa è il risultato di una collaborazione tra Confagricoltura e Enel nata qualche anno fa e dalla volontà di sostenere la competitività del settore agricolo, da un lato, e di garantire l’eccellenza in materia di efficienza ener-

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A Taormina l’amministratore delegato di Enel Fulvio Conti e il presidente di Confagricoltura Mario Guidi firmano l’accordo quadro sulle rinnovabili

Luigi Abete presidente di Assonime, Giovanni Cobolli Gigli presidente di Federdistribuzione e Fulvio Conti

getica, dall’altro. «Le agroenergie – ha dichiarato Mario Guidi - sono un’attività economica fondamentale, in grado di produrre reddito ed occupazione, ma svolgono anche un’importante funzione in termini ambientali e nel mantenimento del tessuto agricolo sul territorio. Inoltre, nella misura in cui le filiere sono alimentate da materie prime agricole nazionali, possono aumentare il grado di autoapprovvigionamento energetico del Paese». «L’accordo – ha aggiunto Fulvio Conti – rafforza la collaborazione tra Enel e Confagricoltura nel segno dell’efficienza e della promozione di tecnologie rispettose dell’ambiente. Enel, con la sua competenza ed esperienza darà un importante supporto per vincere la sfida del futuro dell’impresa agricola sostenibile, contribuendo così alla competitività e allo sviluppo del nostro Paese». Confagricoltura ed Enel svilupperanno sinergie sul tema delle energie rinnovabili più idonee al comparto agri-

colo. L’azienda offrirà alle imprese il supporto tecnico e commerciale, favorendo la scelta corretta degli impianti da fonti rinnovabili in base alle specifiche caratteristiche territoriali. Verranno quindi valutate le opportunità legate al fotovoltaico, al minieolico, al biogas, alle biomasse, con un supporto per le attività di connessione alla rete degli impianti. Collaboreranno, inoltre, alla valorizzazione dei sottoprodotti agricoli, al recupero a fini agro-energetici dei terreni incolti, a progetti pilota sui temi dell’efficienza energetica, delle Smart Grids e della mobilità elettrica per il trasporto di persone e merci nelle aree agricole. Entro due mesi dall’accordo quadro, verrà costituito un “Tavolo per l’Energia” che lavorerà ai protocolli operativi, analizzerà le situazioni specifiche e individuerà eventuali misure amministrative di supporto per facilitarne l’attuazione. Verrà inoltre costituito uno “Sportello qualità” per un costante raccordo tra le aziende agricole e il servizio fornito da Enel. MARZO 2012 | MONDO AGRICOLO | 31


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Partnership con Microsoft: decolla l’agricoltura 2.0 Mario Guidi e Silvia Candiani presentano il programma pilota che si avvia in sei strutture provinciali di Confagricoltura. L’obiettivo è realizzare una rete tra le imprese e l’ Organizzazione

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ll’ Academy di Taormina, Confagricoltura e Microsoft Italia hanno annunciato una partnership a supporto dell’innovazione del settore agricolo. In linea con l’obiettivo di guidare una progettualità innovativa tra le imprese agricole, Confagricoltura ha scelto Microsoft Office 365 per promuovere l’utilizzo semplice e immediato di tecnologie di collaborazione e comunicazione che possono favorire la creazione di una rete d’imprese. Attraverso il Cloud Computing di Microsoft, le imprese agricole associate potranno contare su un’efficace presenza sul web e avranno a disposizione servizi di comunicazione, di condivisione delle informazioni e di relazione con i clienti. Il Cloud Computing permetterà di rendere più immediato ed incisivo il rapporto e lo scambio di informazioni tra la Confagricoltura nazionale e territoriale e le aziende. Si potranno costruire community, condividere documenti e best practice attraverso Intra32 | MONDO AGRICOLO |MARZO 2012

Silvia Candiani direttore Marketing e Operations di Microsoft Italia

con il nostro costante impegno a supporto della digitalizzazione del Paese – ha commentato il direttore Marketing e Operations di Microsoft Italia net e restare sempre in contatto attra- Silvia Candiani -. Grazie alla partnerverso strumenti di collaborazione in ship con Confagricoltura, le singole tempo reale. aziende potranno avvalersi di struMicrosoft Office 365 racchiude infat- menti di comunicazione e collaborati un set di strumenti web per acce- zione evoluta per entrare in contatto dere in modo intuitivo a posta elet- con persone interne/esterne all'azientronica, file, contatti e calendari da da in qualunque momento e attraverqualsiasi luogo, per creare e condivi- so qualunque device, nel rispetto dedere documenti, collaborare su pro- gli standard di sicurezza e privacy». getti, inviare e-mail, organizzare riu- «L’innovazione e l’informazione in nioni, prendere parte a conferenze e tempo reale sono essenziali per favomeeting online attraverso computer rire la competitività ed avere successo e dispositivi mobili. Un web evoluto, sul mercato globale – ha concluso il 2.0, per un’agricoltura al passo con i presidente Guidi - . Il nostro obiettivo è favorire la crescita delle imprese, tempi: un’agricoltura 2.0. La prima fase di questa collaborazione che devono evolvere in rete e al passo si sta articolando attraverso un pro- con i tempi. La tecnologia rappresengetto pilota che investe sei province: ta un fattore abilitante e siamo sicuri Ferrara, Cremona, Forlì, Roma, Verona, che la partnership con Microsoft aiuGrosseto. «Siamo entusiasti di questa terà nel business e nell’attività sinda partnership il cui obiettivo si sposa cale»



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Studiare a Roma per vincere a Bruxelles Per il ministro Catania nei negoziati è essenziale la preparazione. Attivato il tavolo interministeriale sulle prospettive finanziarie di Gaetano Menna

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Mario Catania ministro delle Politiche agricole 34 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2012

ravamo contadini, siamo agricoltori, dobbiamo diventare sempre più imprenditori. Il Governo deve accompagnarci in questa fase di cambiamento, puntando sulle imprese». Così il presidente di Confagricoltura Mario Guidi ha chiuso, con il ministro Catania, la sessione dedicata al futuro della politica agricola comune, nella seconda giornata di lavori all’Academy di Taormina. La riforma della PAC è in fase di negoziato e le incertezze sono ancora molte, ad iniziare dall’introduzione del greening. «Più flessibilità, meno burocrazia e più strumenti di mercato: questa la ricetta per costruire la nuova politica agricola comune». Lo ha detto il presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo Paolo De Castro. Il pensiero del parlamentare europeo Giovanni La Via si può sintetizzare nella battuta: “No money, No vote”. Infatti ha affermato: «Sino a che non avremo il quadro finanziario non voteremo la Pac». «La Pac è l’unica politica comunitaria che sostanzialmente e concretamente viene delegata a Bruxelles, che ha necessità di risorse adeguate. Per implementare nuove


L’ europarlamentare Giovanni La Via ed il ministro delle Politiche Agricole Mario Catania nel dibattito sulla riforma della Pac

politiche servono risorse. La partita è aperta e la giocheremo fino in fondo». L’eurodeputato Herbert Dorfmann, a Taormina, si è soffermato in particolare sulla liberalizzazione dei vigneti. «L’attuale regime dei diritti di impianto dei vigneti va mantenuto ma rivisitato in un’ottica di flessibilità e trasparenza». Mario Manaresi della Basf ha ricordato: «Oggi “agricoltura sostenibile” vuol dire produrre di più con meno terreno. In quest’ottica l’innovazione è fondamentale». Quindi l’intervento finale del ministro Mario Catania. «L’agricoltura va salvaguardata. Il fenomeno di perdita di superficie agricola che c’è nel nostro Paese dipende da una cattiva programmazione del territorio e da scelte lucidamente compiute. Una volta ‘mangiate’ le superfici che cosa faremo? – si è chiesto il ministro– Cosa consegneremo alle future generazioni? Se si prosegue così ci sarà un potenziale che permetterà di sfamare solo un cittadino su quattro». «La Pac è una grossa problematica negoziale – ha aggiunto Catania -. In parte la decidono i capi di governo nelle prospettive finanziarie. Per questo è stato previsto un tavolo interministeriale sulle prospettive finanziarie di Bruxelles che prepara la strategia negoziale. Il gruppo ha deciso che la spesa agricola va difesa e che la chiave di riparto tra i Paesi è una priorità per l’Italia”. Ma ha avvertito il ministro: “In questo momento non dobbiamo compiere l’errore di metterci a discutere su come distribuiremo nel 2014 le risorse derivanti dal primo pilastro, cioè quello dei pagamenti diretti agli agricoltori. Lo faremo quando finirà il negoziato, adesso c’è bisogno di coesione». Per quanto riguarda la ripartizione della spesa, Guidi ha aggiunto: «E’ ve-

ro che finora non ci siamo concentrati sul secondo pilastro ma in passato abbiamo avuto cattivi esempi di gestione delle risorse che ci lasciano dubbiosi». «Il nostro Paese – ha concluso il ministro Mario Catania – spende più di quello che riceve, versa alle casse di

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Bruxelles 15 miliardi di euro e ne ritornano, in varie forme, solo 10. E’ prevalsa nel nostro governo una linea che tiene perfettamente conto dell’agricoltura e di questo sono soddisfatto. I negoziati a Bruxelles si vincono anche in base a come si impo stano a Roma».

PESONEN: «NON SI PUO’ FARE ALTRO CHE COMPETERE»

«L’ agroalimentare è il settore economico più importante dell’Unione europea. Ha il fatturato più consistente ed il numero di posti di lavoro più elevato di tutti i comparti della Comunità. Impiega circa 40 milioni di addetti e genera un fatturato ben superiore ai mille miliardi di euro all’anno». Lo ha detto Pekka Pesonen, segretario generale del CopaCogeca, all’ Academy. «Vorrei mettere in luce l’enorme potenziale che rappresentano i 28 milioni di agricoltori e le loro famiglie per ottenere dei risultati sia nella catena alimentare che nella gestione dei terreni. Costoro non possono essere sostituiti da qualsiasi altro operatore – ha ricordato il segretario Copa-Cogeca -. Non vi sarà un numero sufficiente di funzionari, di ambientalisti o di difensori del benessere animale per occuparsi delle centinaia di milioni di ettari di terreni agricoli e forestali, dei milioni di animali d’allevamento e delle migliaia di piccole comunità rurali». «Aspettiamo – ha aggiunto Pesonen - che l’agricoltura possa liberare il proprio potenziale affinché l’imprenditorialità e le nuove opportunità garantiscano sia la sicurezza alimentare, sia la sostenibilità. Le energie rinnovabili ad esempio svolgono un ruolo importante poiché forniscono alle comunità rurali la possibilità di ottenere un reddito nuovo e supplementare». Infine nel dibattito con la platea, parlando degli scenari attuali ha concluso: «Non si potrà fare altro che competere». MARZO 2012 | MONDO AGRICOLO | 35


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Il tabacco rischia di andare in fumo Riunione di filiera all’ Academy per approfondire le proposte della Commissione. É in pericolo la sopravvivenza di un settore importante, che coinvolge oltre 204 mila addetti

Non convince la proposta della Commissione europea di introdurre il “pacchetto generico” di sigarette (plain packaging), ovvero la standardizzazione di tutti gli astucci dei vari produttori che saranno caratterizzati da colore neutro e sui quali verrà stampato solo il nome del marchio con caratteri e colore uniformi. La Commissione vorrebbe in grandissima evidenza le avvertenze sanitarie per immagini (pictorials), che dovrebbero occupare la maggior parte della superficie del pacchetto; a ciò si aggiungerebbe il divieto di esposiziora gli eventi “paralleli” ne delle sigarette all’interno dei punproposti all’Academy, ti vendita (display ban) ovvero di non ha avuto particolare im- rendere visibile il prodotto al consuportanza quello dedica- matore, nascondendolo sotto il banto al futuro della filiera co o in armadietti dedicati. italiana del tabacco. Al Altra proposta contestata dalla filiera fianco del presidente confederale è quella del divieto di utilizzare gli inMario Guidi c’erano il ministro per le gredienti che sono comunemente Politiche agricole Mario Catania, il impiegati dall'industria di settore per presidente della Commissione Agri- la preparazione della miscela “Americoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo Paolo De Castro, il presidente di Unitab Roberto Di Bucchianico, il segretario di Apti Carlo Sacchetto, il direttore generale di Fit Stefano Bartoli, il segretario generale della Uila Stefano Mantegazza, il rappresentante del ministero della salute Daniela Galeone, il vicepresidente di Bat Italia (British American Tobacco) Giovanni Carucci.

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can Blend”, la più impiegata nelle sigarette consumate in Europa. Gli ingredienti servono a riequilibrare il sapore del tabacco e reintegrare gli zuccheri persi durante il trattamento della foglia; vietarli renderebbe praticamente inutilizzabile il tabacco coltivato in alcune zone vocate dell’Italia, in particolare quelle della Campania. «Le proposte della Commissione, se fossero accolte, oltre a determinare un notevole aumento del contrabbando e delle contraffazioni, metterebbero a rischio – ha affermato il presidente Guidi - l’esistenza della filiera del tabacco in Italia che occupa oltre 204 mila addetti. Non diminuisce il consumo di sigarette solo modificando il pacchetto. In questo modo si provoca solo una riduzione degli sbocchi commerciali al tabacco italiano che già, per i maggiori costi di produzione, è meno competitivo rispetto ad altri».


Bat reinveste in Italia Il vicepresidente di British American Tobacco Carucci ha annunciato che la multinazionale acquisterà sette milioni di kg di tabacco italiano all’anno nel biennio 2013/2014

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el corso della riunione della filiera del tabacco il ministro Catania ha sostenuto che «continuerà ad impegnarsi a rappresentare a livello europeo ed internazionale le istanze della filiera, affinché nella salvaguardia dei legittimi e primari obiettivi di salute pubblica non si trascurino gli interessi degli agricoltori italiani. Specialmente nella congiuntura economica attuale, l’Italia non può consentire che una regolamentazione ingiustificatamente restrittiva o non bilanciata, metta in crisi un settore ad alta intensità di manodopera, che rappresenta una produzione agricola dove siamo leader in Europa e tra i primi esportatori mondiali, trainante ed essenziale per l’economia rurale di alcuni territori del Paese, ma soprattutto fonte di reddito per circa 60.000 imprenditori e lavoratori agricoli e per le loro famiglie”. Anche Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento

Europeo ha dichiarato che «la lotta al tabagismo è sacrosanta, purché si basi su evidenze scientifiche. Le misure al vaglio della Commissione europea rischiano di mettere in pericolo una coltura che in Europa dà lavoro ad oltre 100.000 coltiva-

Giovanni Carucci

tori, 60.000 dei quali solo in Italia.Al momento della revisione della Direttiva Europea sul tabacco si dovrà tenere conto anche degli impatti economici e sociali sulla filiera». Il vicepresidente di British American Tobacco (BAT Italia) Giovanni Carucci ha annunciato che la multinazionale rinnova il suo sostegno alla filiera, impegnandosi all’acquisto di 7 milioni di Kg di tabacco italiano all’anno per il biennio 2013/2014, per un volume d’affari pari a circa 40 milioni di Euro in due anni. «Il nostro obiettivo – ha spiegato Carucci – è garantire, in continuità con quanto fatto fino ad oggi, sbocchi commerciali al tabacco italiano di qualità, al fine di supportare la filiera nazionale, già pesantemente colpita dalla progressiva diminuzione degli aiuti comunitari e ulteriormente minacciata dall’avviato processo di revisione della Direttiva Europea sul tabacco». British American Tobacco Italia S.p.A. è nata ufficialmente il 1 giugno 2004 dalla fusione con ETI S.p.A. per l’acquisizione della quale British American Tobacco si è aggiudicata la gara per la privatizzazione il 16 luglio 2003. Bat Italia, con la sua connotazione di azienda dai fondamenti italiani ma dal respiro internazionale, ha assunto un ruolo di grande valore strategico per il sistema economico nazionale, collocandosi al secondo posto tra gli operatori del settore nel nostro Paese, il secondo mercato più importante d’Europa, con la presenza di oltre 25 marchi inter nazionali. MARZO 2012 | MONDO AGRICOLO | 37


DICONO DI NOI RASSEGNA STAMP A

Travolti dai media Una sala stampa con più di quaranta testate accreditate. Oltre cento articoli su carta stampata, un mare di take d’agenzia e poi servizi radiotv, centinaia di pagine web e di messaggistica dedicata.

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onfagricoltura Academy ha avuto un larghissimo riscontro mediatico con cifre, in assoluto, da zona record per qualsiasi evento. Sulla tre giorni di Taormina sono stati lanciati 220 take dalle principali agenzie di stampa, sono stati scritti 105 articoli di quotidiani (a partire dal CORRIERE DELLA SERA, LA REPUBBLICA, LA STAMPA, IL SOLE 24 ORE) e periodici su carta stampata e on line, sono stati trasmessi 16 servizi delle maggiori reti televisive e radiofoniche nazionali (TG1, TG2, TG3, CANALE 5, LA7, SKYTG, TGCOM24, RADIORAI 1 e 2), sono stati inoltrati 35 sms a tutti i principali esponenti del mondo 38 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2012

agricolo connessi ad AGRAPRESS. Academy è stato anche un grande impegno per la Direzione Comunicazione Istituzionale di Confagricoltura. 21 i comunicati diramati nei tre giorni dei lavori. E’ stato attivato un blog (confagriblog.wordpress.c om) per la divulgazione in tempo reale delle note stampa. La nostra pagina facebook è stata aggiornata in tempo reale con numerosi post. Sul web è stato diffuso, sempre in presa diretta, anche l’album fotografico (www.flickr.com/photos/7 6653970@N06/). LA STAMPA: «Confagricoltura a Taormina: taglio della burocrazia, che per un’impresa su due impiega oltre 60 giorni l’anno; miglioramento dell’accesso al credito che resta difficile per 6 imprese su 10… stabilizzazione delle relazioni contrattuali con i soggetti della filiera; miglioramento della logistica» IL SOLE 24ORE: «L’agricoltura cresce se le si dà credito. Bnl che mette a disposizione delle aziende associate a Confagricoltura un plafond di un miliardo (31 marzo)». «Per dirla con Guidi, “essere protagonisti” con l’implementazione “del modello di rete perfettamente congeniale al mondo agricolo” (31 marzo)».

«Tabacco. Per il presidente di Confagricoltura occorre trovare un nuovo equilibrio nella filiera (31 marzo) ». CORRIERE DELLA SERA: «Oggi ad un convegno di Confagricoltura Alfano, Bersani e Casini avranno modo di parlarsi non solo attorno ad una tavola rotonda ma anche in una sorta di vertice informale (31 marzo)» «I segretari dei tre gruppi si incontrano per la prima volta in pubblico al Forum di Confagricoltura (1 aprile) LA REPUBBLICA: «Confagricoltura: De Shutter (Onu), favorire colture locali (29 marzo)». «Accordo quadro siglato da Enel con Confagricoltura, in occasione del Forum economico (30 marzo)». «Se ne è parlato al ‘vertice’ di Taormina ad un dibattito organizzato da Confagricoltura.Tavola imbandita per dieci, ospiti del presidente di Confagricoltura Mario Guidi (1 aprile)». LIBERO: «Il meeting di Confagricoltura.Agricoltori alla frutta: senza di noi morite di fame (30 marzo)». «Mario Guidi ha messo alle strette nel convegno annuale della maggiore associazione agricola il ministro allo sviluppo economico chiedendo pari dignità al lavoro dei campi (31 marzo)». LIBEROMERCATO: «Forum di Confagricoltura a

Taormina. Mario Guidi: “L’Italia è ancora un paese agricolo, ma non se ne accorge abbastanza” (31 marzo)». QN: «L’agricoltura del futuro viaggia sul filo della rete. Il messaggio lanciato dal presidente di Confagricoltura, Mario Guidi, dal Forum di Taormina». ITALIA OGGI: «Confagricoltura ha stretto un accordo con Microsoft, per la creazione di un cloud agricolo. (31 marzo) ». «Accordo ieri a Taormina tra l’Ad di Enel, Fulvio conti e il presidente Confagri, Mario Guidi (31 marzo)». Avvenire:«Guidi:”Agricoltu ra strategica nell’era della scarsità, serve una politica”». L’UNITÀ: «Enel e Confagricoltura: accordo per le rinnovabili». TGCOM 24: «Convegno di Confagricoltura. Crescita e sviluppo del settore agricolo e ruolo della politica è stato il tema dell’incontro a Taormina». TG1: «Mario Guidi, presidente di Confagricoltura, afferma che oggi si vive un sistema di relazioni con il governo e la politica reso difficile dalla particolarità del momento e chiede una maggior attenzione per il mondo agricolo». TG2:«Confronto a Taormina. Bersani, Casini e Alfano insieme sul palco del Forum di Confagricoltura».


Il servizio su La Stampa dedicato all’evento di Taormina Academy

TG3:«A Taormina convegno Confagricoltura». ITALIA1:«Terza ed ultima giornata del convegno Confagricoltura, presenti i leader dei principali partiti». RAI RADIO 1.«A Taormina Mario Guidi, presidente di Confagricoltura sottolinea che la riforma della politica europea potrebbe non essere in linea con le esigenze agricole dell’Italia, che è un’agricoltura ad alta densità di manodopera e di

valore aggiunto». TGLA7 «I tre leader dei partiti principali si sono ritrovati in un convegno in Sicilia ospiti della Confagricoltura.Al Forum si è parlato di lavoro e giustizia». CANALE5:« Convegno Taormina.Incontro tra i tre leader della maggioranza.» IL MESSAGGERO: «Enel a Taormina accordo quadro sottoscritto con Confagricoltura». IL TEMPO: «Non piace l’emendamento che rende l’Imu più leggera per le

imprese agricole. Mario Guidi ha detto: “E’ un segnale di attenzione, ma non basta” (31 marzo)». «Enel. Firma dell’accordo con Confagricoltura (31 marzo)» MF SICILIA:«Si apre oggi a Taormina il Forum organizzato dalla Confagri (29 marzo)». «Mario Guidi:“Abbiamo sofferto la globalizzazione, ma dobbiamo governarla” (31 marzo)». LA SICILIA: «Oggi seconda giornata del convegno organizzato da Confagri-

coltura (30 marzo)». «Taormina, l’Academy. Confagricoltura accordo con Bnl per finanziamenti da un miliardo (31 marzo)» «La tre giorni dell’Academy di Taormina si chiude con la sfida del presidente Guidi.“Siamo consapevoli che questo è il momento di ricostruire il nostro Paese e noi vogliamo esserci” (31 marzo)». LA PROVINCIA DI CREMONA: « “Non è ancora sufficiente – ha precisato Mario Guidi – ma è il segnale che qualcosa si è mosso nella giusta direzione, che il confronto comincia a portare i suoi frutti”. Il riferimento è alle modifiche sull’Imu». L’ARENA:« É ora di ricostruire l’Italia e noi vogliamo esserci. Il messaggio lanciato dal presidente di Confagricoltura Mario Guidi». GAZZETTA DEL SUD: «Taormina aperto ieri il Forum dedicato ai problemi di un settore chiave. L’Academy di Confagricoltura chiede responsabilità ai politici (30 marzo)». «Accordo tra Confagricoltura ed Enel per mantenere competitivo il settore (31 marzo)». IL SECOLO XIX: «Imu, Mario Guidi dal forum Confagri:“è un segnale di attenzione, ma non basta” (31 marzo)» «Energia pulita.Accordo tra Enel e Confagricoltura (31 marzo)» IL MATTINO: «L’Enel. A Taormina accordo quadro sottoscritto con Confagricoltura». MARZO 2012 | MONDO AGRICOLO | 39


A T T U A L I TÁ M O T O R I

I deputati europei con Franco Fusignani Nella foto, da sinistra: Joseph Daul, Mairead McGuinness, Fusignani, Paolo De Castro, Matthias Groote

Il trattore all’Europarlamento Una delegazione di New Holland a Bruxelles sul tema dello sviluppo sostenibile

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lla vigilia di Confagricoltura Academy a Taormina - a cui New Holland Agriculture era presente - una delegazione del management della casa costruttrice, guidata dal presidente e CEO Franco Fusignani, ha partecipato a Bruxelles alla conferenza-dibattito “Innovazione e Tecnologie per un’agricoltura sostenibile”, indetta dal presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo Paolo De Castro. Nella sua relazione De Castro ha delineato l’evoluzione del quadro normativo europeo collegato all’approvazione della nuova Pac ed ha sottolineato come la sostenibilità ambientale debba sempre essere accompagnata dalla 40| MONDO AGRICOLO | MARZO 2012

sostenibilità economica degli interventi in programma, indicando come l’agricoltura energeticamente indipendente e a bilancio zero di CO2 sia diventata di fatto un percorso evolutivo obbligato. Fusignani ha illustrato l’impegno profuso e i risultati raggiunti da New Holland, alla ricerca di soluzioni pratiche e accessibili per conciliare le esigenze della produzione agricola con quelle della salvaguardia dell’ambiente. A suo avviso i fattori chiave per la riduzione delle emissioni e dell’indipendenza energetica in agricoltura sono macchinari efficienti dal punto di

vista energetico, i biocombustibili derivati da biomasse e i motori “puliti”. I biocombustibili derivati da biomasse (biodiesel, etanolo, biometano, e idrogeno) rappresentano i passi successivi nella roadmap verso le emissioni zero; biometano e idrogeno sono anche i più adatti alla produzione "locale", in impianti di piccola scala distribuiti sul territorio agricolo. E’ stata illustrata l’evoluzione del trattore alimentato a idrogeno NH2™, l’unico al mondo a emissioni zero, e le caratteristiche dei test che verranno svolti presso l’Azienda Agricola La Bellotta di Venaria, dove il trattore inizierà a lavorare entro l’estate 2012. Il management ha inoltre citato altre iniziative, quali per esempio la prima bioraffineria in Europa, creata in Austria, che utilizza biomasse forestali e agricole per la generazione in particolare di biometano e idrogeno.

New Holland pro Academy La casa costruttrice presente al Forum di Taormina


N O T I Z I A R I O E N E R G I A E A M B I E N T E D I C O N F A G R I C O LT U R A R U B R I C A

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LEGISLAZIONE EUROPEA, NAZIONALE, REGIONALE Contabilizzazione dei gas a effetto serra per i settori forestale e agricolo La Commissione CE sta per presentare al Parlamento europeo e al Consiglio, nell'ambito della procedura legislativa ordinaria, una proposta di decisione relativa a norme armonizzate di contabilizzazione delle emissioni di gas a effetto serra e gli assorbimenti nelle foreste e nei suoli. Tale propostaimponeagliStatimembril'obbligo di adottare piani d'azione per aumentare l'assorbimento del carbonio e per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra nel settore forestale e in quello agricolo, gli ultimi grandi settori privi di una normativa comune. La proposta non contiene obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni per questi settori, ma potrebbero essere definiti in una fase successiva, una volta che le norme di contabilizzazione si saranno dimostrate affidabili. L’intento della Commissione è di cercare di integrare gli assorbimenti e le emissioni delle foreste e dell'agricoltura nella politica climatica dell'UE. Fino ad oggi, infatti, gli sforzi degli agricoltori e dei proprietari di foreste non sono stati riconosciuti o lo sono stati solo parzialmente; ciò è dovuto alle difficoltà di ottenere dati affidabili sul carbonio presente nelle foreste e nei suoli e alla mancanza di norme comuni sulla contabilizzazione delle emissioni e degli assorbimenti. In seguito alla decisione della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici relativa alle nuove norme di contabilizzazione del carbonio nei suoli e nelle foreste, adottata nel dicembre 2011, l'Unione Europea è determinata a stabilire una contabilizzazione comune nella propria politica climatica, fornendo nuove opportunità, ad esempio per ricompensare gli agricoltori per il loro contributo alla lotta contro i cambiamenti climatici nel contesto della politica agricola comune. (A. P.) Pubblicato il regolamento sul vino biologico Dopo oltre vent’anni di discussione è stato pubblicato a marzo il Regolamento sulla produzione del vino biolo-

A M B I E N T E

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T E R R I T O R I O

gico. Il punto più delicato del processo di vinificazione, che riguarda il livello dei solfiti, è stato oggetto di una trattativa particolarmente lunga e controversa perché i solfiti sono l'unico gruppo di allergeni rispetto ai quale l'Unione europea ha definito una soglia di tolleranza (10 mg/l è la concentrazione al di sotto della quale non è richiesto riportarne la presenza in etichetta). Il limite massimo della loro presenza è stato fissato per i vini con un residuo zuccherino inferiore a 2 g/l, mentre per i vini rossi a 100 ppm e i 150 ppm per i vini bianchi e rosè; per gli altri vini si dovrà operare una riduzione di almeno 30 mg/lt rispetto al limite stabilito per i vini convenzionali. I "vini con uve biologiche", potranno venire prodotti nel rispetto della legislazione previgente sino al 31 luglio 2012 e venire commercializzati solo con tale dicitura e senza riportare il logo europeo fino all'esaurimento delle scorte. A partire dalla nuova vendemmia (2012) tutti i vini dovranno riportare lo stesso logo UE che contrassegna tutti gli altri prodotti biologici, ed il consumatore potrà essere sicuro di acquistare vini ben diversi da quelli convenzionali, poiché il processo certificato comprende ogni sua fase, non solo l’uva come avveniva finora. (L.T.) MARZO 2012| MO N D O AGRICOLO |41


N O T I Z I A R I O E N E R G I A E A M B I E N T E D I C O N F A G R I C O LT U R A

Regione Veneto: cessazione di esercizio degli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili La Regione Veneto ha definito la disciplina delle garanzie per la rimessa in pristino dei luoghi al termine della vita degli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, e ha approvato il relativo schema di cauzione tipo. Tale disciplina, contenuta nell'allegato A alla delibera della Giunta regionale n. 253 del 22 febbraio 2012 (pubblicata sul Bollettino Ufficiale regionale n. 20 del 13 marzo), si applica a tutti gli impianti per i quali la Regione ha competenza autorizzativa, e cioè: impianti fotovoltaici a terra di potenza maggiore o uguale a 20 kW; eolici di potenza maggiore o uguale a 60 kW; idroelettrici di potenza maggiore o uguale a 100 kW; alimentati a biomassa di potenza maggiore o uguale a 200 kW; impianti di biogas da produzioni agricole, forestali e zootecniche, da gas di discarica e di processi di depurazione di potenza maggiore o uguale a 250 kW; impianti fotovoltaici integrati e non integrati con potenza di picco fino ad 1 MW, ex art. 10 L.R. 13/2011. La delibera prevede che il soggetto intestatario del titolo abilitativo presenti all'ente autorizzante, prima dell'inizio dei lavori di realizzazione dell'impianto, la garanzia tramite fideiussione bancaria o polizza assicurativa. L'importo della garanzia deve essere pari ai costi specificatamente quantificati nel “Piano di ripristino”, comprensivi di oneri fiscali e di spese tecniche nella misura del 10%. La garanzia deve sussistere senza soluzione di continuità, anche in caso di voltura, per tutta la durata di esercizio dell'impianto e fino all'avvenuto ripristino dei luoghi. L’intestatario del titolo abilitativo, inoltre, deve comunicare la data di cessazione di esercizio dell'impianto, le modalità e le tempistiche previste per lo smaltimento dei materiali e per il ripristino ambientale, così come l’eventuale riconversione produttiva delle opere e delle attrezzature dismesse. Il piano esecutivo va approvato entro 30 giorni dalla presentazione, decorsi i quali senza richieste di integrazioni, si intende approvato. (R. P.)

AEEG Relazione annuale sullo stato del mercato elettrico L’ultima relazione dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, evidenzia come, nonostante la riduzione dei consumi dovuta alla crisi ed un aumento del livello di concorrenza sul mercato elettrico italiano, permanga un pesante differenziale con i mercati europei, dovuto a tre elementi: prevalenza del gas nel mix, alti prezzi del metano e peso dei Certificati Verdi (sistema di incentivazione della produzione elettrica da fonti rinnovabili). Negli ultimi tre anni il livello di concorrenzialità del mercato all'ingrosso è aumentato, con la quota di mercato di Enel nella generazione che si è ridotta al 30% e un aumento del numero di produttori (anche se, aggiunge l'Autorità, proprio a causa della crisi nei prossimi tempi “è possibile che si verifichi l'uscita dal mercato di alcuni operatori”). Resta tuttavia il fatto che nel periodo 2005-2011 il prezzo medio nazionale (72,23 €/MWh nel 2011, in aumento del 12,6% sul 2010) è cresciuto del 23% contro l'11% della Germania e il 5% della Francia, mentre in Spagna è addirittura sceso del 7%. Il differenziale quindi resta alto: lo scorso anno 21,1 €/Mwh con la Germania, 23,3 € con la Francia e 22,3 € con la Spagna. Questi i motivi: un mix di generazione centrato per 2/3 sul gas mentre altrove vi sono quote rilevanti di carbone e/o nucleare; un prezzo del gas più alto; il peso dei Certificati Verdi per l'incentivazione delle rinnovabili che pesa sui costi per altri 5,6 €. Elementi, scrive l'Aeeg, che da soli spiegano il differenziale con gli altri Paesi. A livello regionale, i prezzi del continente sono ormai praticamente allineati e migliora la situazione nelle Isole (meglio la Sardegna, peggio la Sicilia). In tutti questi contesti permangono però delle criticità. In Sicilia il differenziale di prezzo con il resto d’Italia si è ridotto del 17% ma resta a 23 €/MWh, in Sardegna il gap di prezzo lo scorso anno è diminuito del 15% a “soli” 10 €/MWh e si prevede un sensibile miglioramento nel 2012. (R. P.)

FONTI RINNOVABILI Impianto fotovoltaico al Centro Agroalimentare di Roma Sulle nuove pensiline ombreggianti per il parcheggio di autovetture, furgoni e tir del Centro Agroalimentare di Roma, presso il Comune di Guidonia Montecelio, fa bella vista il nuovo impianto fotovoltaico, 'Grid Connected', con potenza di 3.209,67 kWp (kilowatt di picco) realizzata da una società del Gruppo Acea.. L'impianto, inaugurato il 19 marzo, produce energia elettrica riducendo l'inquinamento atmosferico e opera in parallelo alla rete elettrica di media tensione di 20 kv di Acea distribuzione con la cessione totale dell'energia elettrica prodotta grazie alla stipula di una convenzione con il Gse, come previsto dal 'quarto conto energia'. L'impianto 42 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2012


consta di un totale di 11.262 moduli fotovoltaici , ognuno dei quali ha una potenza di 285 Wp (watt di picco). La produzione di energia elettrica da fonte solare rinnovabile generata dall'impianto è stimata in 3,87 Gwh l'anno e consente di evitare l'emissione di anidride carbonica in atmosfera pari a circa 2.115 tonnellate annue, con conseguente risparmio di più di 710 tonn equivalenti di petrolio nello stesso periodo di riferimento. (G.M) Rapporto 2011 del Joint Research Centre europeo sulle tecnologie rinnovabili Nella nuova edizione del rapporto “2011 Technology Map of the European Strategic Energy Technology Plan” elaborato dal Joint Research Centre (Jrc) europeo, l'elemento principale che emerge è la costante forte crescita del settore delle energie rinnovabili. Il rapporto analizza 15 diverse tecnologie a basse emissioni di CO2, l'efficienza energetica nel settore industriale e abitativo, le tecnologie di stoccaggio dell'energia elettrica. A livello globale evidenzia, rispetto all’ultimo report del 2009, un forte incremento della potenza installata da fonte eolica e solare, sia nell'Unione Europea che nel resto del mondo. La tecnologia energetica

più diffusa rimane l'idroelettrico, che fornisce l'88% dell'elettricità da rinnovabili, circa 3.190 TWh (dato 2010), pari al 16% della produzione di elettricità globale lorda. Il potenziale dell’idroelettrico è stimato in 7.500 TWh/annui, ma non sarà facile arrivare a questi quantitativi. Lo studio descrive quindi lo stato dell'arte delle diverse tecnologie, stime di diffusione nel mercato, le barriere alla loro distribuzione su larga scala e ricerche per il superamento delle problematiche che ne impediscono la diffusione. Nel documento vengono individuate inoltre potenzialità e lacune per la realizzazione di una transizione verso un'economia sostenibile, anche attraverso una maggiore diffusione di alcune delle tecnologie considerate. In breve, secondo i dati forniti, il settore eolico ha visto significativi cambiamenti nel 2010 rispetto al 2008, con un incremento del 29% nell'Unione europea che ha portato la potenza installata a 84,3 GW, e una crescita del 65% a livello mondiale (fino a 200 GW installati). Ottima anche la crescita del fotovoltaico, la cui potenza è triplicata rispetto ai 14 GW al 2008. Si è passati infatti dai 39 GW del 2010 ai 70 GW del 2011, 30 dei quali solo nella Ue. Anche il settore delle bioenergie ha avuto una buona crescita, con

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N O T I Z I A R I O E N E R G I A E A M B I E N T E D I C O N F A G R I C O LT U R A

una produzione globale pari a circa 100,6 milioni di TEP (tonnellate equivalenti di petrolio): 72,5 Mtep sono da attribuire alla biomassa solida, 8,4 Mtep al biogas, 7,7 Mtep ai rifiuti solidi urbani e 12,1 Mtep ai biocarburanti. Nel complesso, il settore rappresenta il 68,6% dell'intero consumo di energia primaria da fonti rinnovabili. In fase di consolidamento anche il settore dei biocarburanti, che ha visto le maggiori compagnie petrolifere coinvolte in grandi progetti, sia in Europa che in Nord America, che utilizzano prodotti non alimentari, rifiuti e materie lignocellulosiche soprattutto per la produzione di bioetanolo. Nel report si stima che i biocarburanti contribuiranno presto al settore trasporto con una quota pari all'11%. (R. P.)

FORMAZIONE Abilitazione all’utilizzo di attrezzature agricole L’accordo Stato-Regioni del 22 febbraio 2012 individua, in attuazione dell’art. 73.5 del d.lgs. 81/08, le attrezzature di lavoro per il cui utilizzo il personale deve essere formato e abilitato. Rientrano tra esse le piattaforme mobili, carrelli elevatori e trattori agricoli e forestali. Pertanto, il personale dipendente nonché i lavoratori autonomi e coltivatori diretti addetti alla conduzione di tali mezzi devono frequentare uno specifico corso di formazione, teorico e pratico, dai contenuti e durata rapportata alle caratteristiche dell’attrezzatura utilizzata. In particolare, per la guida dei trattori la durata del corso è di 8 ore minime con aggiornamento quinquennale di 4 ore di cui 3 di esercitazioni pratiche. Sono esentati dalla formazione i lavoratori agricoli con esperienza biennale, soggetti solo all’aggiornamento. Ricordiamo infine che la formazione in oggetto si9 va ad agghiungere a quella generale obbligatoria di 12 ore e che l’accordo entrerà in vigore fra un anno, a marzo del 2013. (P.M.) RIFIUTI Sistri 2012 Il 30 aprile prossimo scade il termine per il pagamento del contributo d’iscrizione al Sistri per l’anno 2012. Approssimandosi la scadenza, Confagricoltura e le altre associazioni di categoria hanno inviato al Ministro dell’ambiente una richiesta a firma congiunta dei rispettivi presidenti di soprassedere alla riscossione del contributo per il corrente anno in considerazione dell’ennesimo rinvio dell’operatività del sistema e, in particolare, in ragione degli infruttuosi pagamenti effettuati negli anni precedenti senza che le imprese abbiano ricevuto in cambio alcun beneficio. La sop44 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2012

pressione richiesta del contributo 2012 prescinde dalle istanze di maggiore semplificazione del sistema su cui tutte le associazioni di categoria stanno prodigandosi a livello normativo e procedurale per alleggerire obblighi e oneri soprattutto a carico delle PMI. (P. M.) Rapporto rifiuti speciali 2011 È stato pubblicato il “Rapporto rifiuti speciali - edizione 2011”, redatto da ISPRA e relativo ai rifiuti prodotti nell’anno 2009. La produzione nazionale dei rifiuti speciali si è attestata, nel 2009, a circa 128,5 milioni di tonnellate con un calo, rispetto al valore rilevato nel 2008, pari al 7,3% circa. La produzione dei rifiuti speciali non pericolosi è risultata pari a circa 118,2 milioni di tonnellate, mentre il quantitativo di rifiuti speciali pericolosi ha raggiunto il valore di 10,3 milioni di tonnellate. Complessivamente, tra il 2008 ed il 2009, la produzione totale di rifiuti speciali non pericolosi mostra una riduzione di circa 9,1 milioni di tonnellate, corrispondenti ad una contrazione percentuale del 7,1%, mentre la produzione di rifiuti pericolosi evidenzia un calo di quasi 980 mila tonnellate (-8,6%). Rispetto al 2006 si osserva una diminuzione della produzione di rifiuti speciali non pericolosi del 5,8% circa (- 7,3 milioni di tonnellate) ed una riduzione per i rifiuti pericolosi del 2,3% circa (- 246 mila tonnellate). Complessivamente la produzione è calata, tra il 2006 ed il 2009 del 5,5% circa (- 7,5 milioni di tonnellate). Da un’analisi per settore, si rileva che nel 2009 l’agroindustria (codice CER 02) ha contribuito alla produzione totale di rifiuti speciali per il 6,4%, pari a circa 8,1 Mt, costituiti quasi esclusivamente da rifiuti non pericolosi (i rifiuti pericolosi prodotti ammontano a 359 t). (A. P.)

SALUTE Zoonosi ed epidemie di origine alimentare Diminuiscono i casi di salmonella in Europa: nel 2010 sono stati l'8,8% in meno rispetto al 2009 e il trend in discesa continua ormai da cinque anni. La notizia è contenuta nel rapporto sulle zoonosi e le epidemie di origine alimentare pubblicato dall'Agenzia per la sicurezza alimentare (Efsa) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). Il documento presenta dati riferiti al 2010, (dunque non include l'epidemia di Escherichia Coli scoppiata la scorsa primavera in Germania). Riportando che sono stati registrati nei 27 Paesi Ue 5.262 focolai generali di tossinfezione alimentare (5.550 nel 2009), che hanno coinvolto 43.473 persone, con 4.695 ricoveri in ospedale e 25 decessi. Il batterio della Salmonella è stato il responsabile principale di queste epidemie (31% dei casi): seguono vari virus, tra cui i Norovirus (15%), e infine un altro batterio il Campylobacter (9%). (L.T.)


A T T U A L I TÁ A I U T I U M A N I T A R I

Guidi: portare il know-how per una microagricoltura in Somalia, Kenia ed Etiopia

to di East Pokot, con 13 mila abitanti e nella zona sudorientale del lago Turkana dove vivono circa 50 mila persone. Sono territori in grande difficoltà, che accolgono anche popolazioni di rifugiati dalle vicine aree di Etiopia e Somalia in cui imperversa una dolorosa fase di instabilità ed è impossibile intervenire direttamente con iniziative umanitarie. “In Africa ho visto cose che mi hanno fatto ripensare a come la solidarietà possa essere realizzata: gli agricoltori sono imprenditori che vogliono mantenere elevato il livello di responsabilità sociale”, lo ha detto il presidente Mario Guidi, in occasione della conferenza stampa per annunciare l’iniziativa, che si è tenuta nella sede della Comunità di Sant’Egidio. L’operazione per il Corno d’Africa si occuperà, in primo luogo, di far fronte all’emergenza attivando subito un soccorso alimentare capace di rispondere all’immediato bisogno di cibo delle popolazioni. Successivamente, nella fase due del progetto, si realizzeranno investimenti, si procederà alla creazione di orti e piccoli allevamenti, alla costruzione di l Corno d'Africa ha bisogno di pozzi, e contemporaneamente verrà aiuto: l’ondata di siccità ha mes- avviata l’attività di formazione di base so in pericolo la sopravvivenza per favorire la produzione agricola.“Il di milioni di persone in Somalia, nostro ruolo è, innanzitutto, quello di Kenya ed Etiopia. E la situazione reperire, tramite la nostra Onlus, le ricontinua ad aggravarsi. Le cifre sorse necessarie ad avviare questo diffuse dal governo britannico stima- progetto – spiega Guidi -. Dobbiamo no, solo nel periodo aprile-agosto poi portare il “know-how” necessario 2011, tra 50 e 100.000 decessi, di cui affinché, nelle aree che abbiamo indipiù della metà bambini con meno di 5 viduato, si possa creare una microagricoltura in grado di affrancare le anni. Confagricoltura, Adda Onlus, Agriven- popolazioni locali dal punto di vista ture, Fondazione Arare e Comunità di alimentare e da quello economico. Sant’Egidio hanno avviato un proget- Certamente il terreno presenta partito di intervento umanitario proprio colarità che rendono quell’area molto per sostenere le popolazioni del Cor- sensibile e utilizzeremo le tecnologie no d’Africa. L’intervento, incentrato adatte e colture che possono crescere sulla crescita dell’agricoltura locale, si in un territorio la cui principale difficoncentrerà, in particolare, nel distret- coltà è legata alla salinizzazione.”

Operazione Corno d’Africa Confagricoltura, Adda Onlus, Agriventure, Fondazione Arare e Comunità di Sant'Egidio unite in una grande iniziativa di solidarietà di Elisabetta Tufarelli

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MAPPAMONDO di Elisabetta Tufarelli

Record di semine per il mais statunitense Crescono gli investimenti come non avveniva da 75 anni e diminuiscono quelli a soia. Le scorte in calo dell’8 per cento

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li agricoltori USA pianteranno più mais di quanto abbiano fatto negli ultimi 75 anni, con l’obiettivo di ottenere prezzi più elevati. Il settore, dal 2006, sta vivendo un boom, grazie alla crescita della domanda alimentare in tutto il mondo e ai biocarburanti che hanno contribuito a stimolare la produzione agricola. Gli agricoltori hanno modernizzato le attrezzature per la lavora-

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zione del terreno e costruito più silos, creando business per i produttori di apparecchiature come Deere & Co e AGCO Corp, e per le aziende sementiere come Monsanto Co e trasformatori come Archer-Daniels-Midland Co (ADM). L'aumento delle coltivazioni di mais e la diminuzione di quelle di soia è particolarmente positivo per CF Industries, produttore di fertilizzanti azotati, necessari per la crescita del mais. Il fatturato di CF Industries è aumentato del 2,2 % mentre per la rivale Mosaic è aumentato solo dello 0,3 per cento. Bunge Ltd, la maggiore multinazionale dell’agribusiness del mondo, potrebbe risentire del declino delle piantagioni di soia, ma anche aumentare il proprio business trasportando maggiori quantitativi di prodotti.

Un altro anno a tutto gas è all'orizzonte. L’USDA stima, per le coltivazioni di mais, grano, riso, cotone, soia, sorgo, orzo e avena, una crescita di più del 2 per cento, rispetto al 2011. Nei tre principali stati produttori Iowa (n°1), le semine di mais segnerebbero +4% per il mais e – 6% per la soia. In Nebraska (n°3) +5 per

cento per mais, - 4 per cento per la soia e - 11 per cento per il grano. In Illinois, (n°2 ) crescerebbe la superfice a soia dell’1 per cento a discapito del mais. Le scorte di mais degli Stati Uniti sono scese dell'8 per cento rispetto a un anno fa, con un consumo più veloce di quello previsto dai trader.

CEREALI: EUROPA E KAZAKISTAN

La grave siccità che colpisce già Spagna e Portogallo e altri paesi in EUROPA occidentale offre un panorama preoccupante. Parte della Spagna è senza pioggia da novembre, il Regno Unito l’East Anglia, regione importante per i cereali, ha sofferto l'inverno più secco mai registrato. Ampie fasce, che vanno dalla Norvegia attraverso la parte orientale del Regno Unito, Francia, Spagna e Portogallo hanno registrato meno del 25% delle precipitazioni normali. Gran parte della Germania un meno 50%. L’allarme per le coltivazioni di cereali, è degli analisti di Agritel, preoccupati per il deficit idrico in Europa occidentale e nel Nord Africa: la paura di una siccità potenzialmente grave è in crescita.

Il KAZAKISTAN, tra i primi 10 esportatori mondiali di grano, conta di mandare all’estero circa 15 milioni di tonnellate nella campagna in corso e prevede di costruire un nuovo terminal sul Mar Caspio, per rilanciare la via del mare. Grande cinque volte la Francia e con una popolazione di appena 16,7 milioni, il Kazakistan ha più che raddoppiato il suo raccolto di grano, raggiungendo i 27 milioni di tonnellate, lo scorso anno. Il più grande Stato del mondo senza accesso al mare, soffre gli elevati costi di trasporto assai più costosi rispetto ai principali rivali del Mar Nero, Russia e Ucraina. Il paese, che è anche la più grande potenza economica dell'Asia centrale ha ad Aktau il suo porto sul Mar Caspio.



A T T U A L I TÁ M O T O R I

Meccanizzazione ragionata Partnership tra l’azienda Federico Radice Fossati e Same Deutz-Fahr Il progetto prevede anche la formazione dei dipendenti

scenario in rapidissima evoluzione. È nata così la partnership tra la società agricola Federico Radice Fossati e il gruppo Same Deutz-Fahr. Una promettente “case history” che i protagonisti della vicenda hanno voluto raccontare dal vivo alla stampa di settore in un incontro organizzato lo scorso marzo a Mezzana Bigli, in provincia di Pavia presso l’azienda Radice Fossati. di Claudio Pietraforte Quest’ultima costituisce una realtà decisamente “importante” per dimensioni (circa 1.100 ettari di superficie di cui 800 irrigati) assurta nel corso degli a un lato un’azienda del anni a interessantissimo modello di settore primario che, agricoltura multifunzionale e pluriatticon le sue molteplici at- va. All’indirizzo prettamente agricolo tività lungo le direttrici sono riconducibili gli 800 ettari così di tecnologia agricola,, ripartiti nell’annata 2012-2013: mais energia, ambiente e tu- (220), riso (210), latifoglie pregiate rismo, rappresenta un avanzato mo- (90), frumento tenero e pioppi (80 ridello di differenziazione in agricoltu- spettivamente) sorgo (74), pomodori ra; dall’altro un’impresa di meccaniz- (40), biomassa e set aside (20 per ogni zazione sempre molto attenta nell’in- destinazione). dividuare e soddisfare le diversificate Per quanto riguarda riso e pomodoro esigenze della propria clientela in uno abbiamo a che fare con una filiera in-

tegrata: nel primo caso attraverso la cooperativa Verigrup, che commercializza annualmente 12.000 tonnellate di prodotto, e la catena di negozi e ristoranti “Un Punto Macrobiotico”, destinataria del riso biologico, coltivato su 30 ettari; nel secondo caso attraverso la partecipata Solana spa, che vanta una capacità di trasformazione

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Federico Radice Fossati


Oltre alla tecnologia agricola, energie alternative, ambiente territorio

di oltre 3.500 tonnellate di pomodoro al giorno. Anche le produzioni orticole sono integrate con un moderno stabilimento di lavorazione, preparazione, imballaggio e refrigerazione (Unica srl) che lavora 25.000 tonnellate/anno di patate e cipolle, consegnandole poi ai più importanti marchi della grande distribuzione. Un’altra linea di sviluppo dell’azienda lomellinese è stata quella delle energie rinnovabili. Il Centro suinicolo di Cascina Bellaria (produzione annuale: 10.500 suinetti di razza ibrida Goland e 3.200 suini da ingrasso) dispone di un impianto di biogas in mixer tra la Thöni e la AB Energy, con vasche di Corradi e Ghisolfi, per la produzione autonoma di energia elettrica da 1 Mw di potenza alimentato con i liquami provenienti dall’allevamento e il mais aziendale. Come hanno spiegato Federico Radice Fossati e il figlio Nicola, nel corso degli anni si è puntato a sfruttare tutte le sinergie aziendali fino a realizza-

re un vero e proprio distretto energetico di cui fanno parte un impianto di cogenerazione (elettricità ed acqua calda) ed uno di trigenerazione (elettricità, acqua calda e fredda) che alimenta Cascina Erbatici, dove è stato realizzato uno Châteauform (centro di formazione) con 69 camere, ristorante, sale riunioni e maneggio.

Il costruttore diventa partner dell’azienda agricola che differenzia l’attività Mezzana Bigli ospita anche un impianto per la produzione di 200.000 tonn/anno di biodiesel ottenuto da olio di semi di colza. Questa struttura, di proprietà della Oxem, realtà chimica voluta dal gruppo Oxon-Sipcam con la compartecipazione della famiglia Radice Fossati, è collegata tramite un oleodotto sotterraneo con la Raffineria Eni di Sannaz-

zaro de’ Burgondi (PV). Completano il quadro un impianto per la produzione di energia da fotovoltaico (200 kW) e, nel settore del mini idroelettrico, una turbina da 800 kW in attesa di autorizzazione. Estrema attenzione, infine, da parte dell’azienda alla valorizzazione naturalistica del territorio (misura 216 del Psr) e alla componente turistica. La società agricola Radice Fossati ha rinnovato di recente il proprio parco macchine che risulta attualmente composto da 10 trattori a marchio Deutz-Fahr (8 Agrotron e 2 Agrofarm con potenza compresa tra 110 e 275 CV) e da un caricatore telescopico Agrovector, per una potenza complessiva di 1.764 CV. Tra i punti di forza dei nuovi mezzi i motori Deutz a 4 valvole per cilindro e common rail, compatibili con biodiesel al 100%, le trasmissioni Full Powershift e Powershift a 40 km orari Eco e Super Eco, la grande capacità dei sollevatori posteriori. A conti fatti con i nuovi acquisti l’azienda si è garantita un risparmio medio del 10% dei costi di carburante ed un significativo abbattimento delle spese di manutenzione. Ma non è tutto. Come ha fatto presente Massimo Zubelli, direttore commerciale Italia di Same Deutz-Fahr, per le aziende agricole medie e grandi che necessitano di una “meccanizzazione ragionata” sul ritorno dell’investimento il gruppo di Treviglio ha predisposto dei “progetti di meccanizzazione”. Si delinea così un nuovo modo di collaborare tra imprenditore e costruttore. Non più la semplice fornitura dei mezzi, ma un “sistema” comprensivo di un training applicativo agli utilizzatori delle macchine, attività di assistenza tecnica attraverso la concessionaria o l’officina autorizzata di riferimento, vantaggiose formule di finan ziamento all’acquisto. MARZO 2012 | MONDO AGRICOLO | 49


ZOOM VINITALY-SOL

Una Grande Italia di business e passioni


Tante le iniziative di Confagricoltura a Vinitaly-Sol. Il convegno sugli scenari internazionali, i contatti d’affari, le degustazioni guidate, gli incontri con il Commissario Ciolos e l’europarlamentare Dorfmann di Gabriella Bechi

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n Vinitaly, quello dell’edizione 2012, che si è chiuso con grande soddisfazione per tutti, per gli organizzatori, per i produttori e anche per Confagricoltura, presente in Fiera con uno stand istituzionale e tante iniziative di successo. Centoquarantamila visitatori in quattro giorni (uno in meno rispetto agli altri anni), provenienti da 120 Paesi, con un aumento del 35% di quelli stranieri. La nuova formula, dalla domenica al mercoledì, è risultata vincente, garantendo una maggiore selezione di pubblico e permettendo una forte partecipazione di ristoratori, titolari di enoteche e wine bar, oltre che di buyer e operatori esteri arrivati da tutto il mondo, Stati Uniti, Russia,Cina, India, Taiwan, Corea, Sudamerica, ma anche la vecchia Europa, a dimostrazione del successo del nostro vino all’estero. “Siamo riusciti – ha commentato il presidente di Veronafiere Ettore Riello – a centrare l’obiettivo di aumentare sensibilmente le presenze specializzate, in particolare del canale horeca, sia italiane, sia estere. Penso che in assoluto sia stata una delle migliori edizioni del Vinitaly, che quest’anno si è presentata al pubblico con due grandi novità,“Opera Wine”, la spettacolare degustazione organizzata da Wine MARZO 2012 | MONDO AGRICOLO | 51


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Il Commissario Ciolos ha fatto visita allo stand di Confagricoltura

Spectator, per la prima volta a Verona e “Vivit”, il salone dei vini naturali.” Una soddisfazione riscontrata tra gli stessi produttori che hanno potuto, come molti di loro hanno detto,“lavorare con maggiore serietà e serenità” e stabilire molti nuovi contatti di affari, a cominciare da quelli con i buyer di Austria, Germania e Svizzera, presenti al Vinitaly per il progetto di internazionalizzazione che ogni anno viene organizzato da Confagricoltura per le aziende associate. Incontri programmati presso gli stand hanno permesso agli imprenditori di esplorare con attenzione mercati tradizionali, molto interessanti, con nuove prospettive. La Germania è, infatti, il primo Paese di esportazione per il vino tricolore: 688 milioni i litri venduti (dati 2010 della Camera di Commercio Italiana in Germania), pari al 15% del mercato tedesco, preceduto dal 46% del prodotto locale, per un valore di 844 milioni di euro. In Austria il prodotto italiano detiene il secondo posto, con il 17,9% delle quote, pari a 60 milioni di litri e 88,5 milioni di eu52| MONDO AGRICOLO |MARZO 2012

ro. In Svizzera il trend è in crescita, con 66,5 milioni di litri, per un valore di 88,5 milioni di euro. In un momento di crisi generale dei consumi interni, i produttori italiani puntano sempre più sull’estero, sul miglioramento della percezione qualitativa del prodotto, fattore in grado di alzare il valore economico delle vendite. A questo argomento è stato dedicato il convegno organizzato da Confa gr i c o l t u ra “Vino italiano, terapie anti spread” (v. pag 54,ndr) che ha riscosso grande successo tra gli operatori. Particolarmente apprezzate e affollate quest’anno le degustazioni al nostro stand, vini e oli delle aziende associate a confronto, sulla base di due temi diversi: il suolo per i vini, il vento per gli oli. “Collina & oltre”,“Profumo di mare”, “Figli di Vulcano” i titoli dei tre appuntamenti sul vino condotti da Antonio

Degustazioni sugli enoterritori e gli extravergini profumati di vento Paolini, giornalista critico enogastronomico, con l’obiettivo di dimostrare la riconoscibilità di vini di eno-territori nazionali diversi, ma caratterizzati dagli stessi valori, come suolo, quota, correnti, mare. Fattori ”resistenti”, destinati a diventare sempre più importanti ai fini della riconoscibilità, probabilmente più dei marchi di origine, specie se di microaree, alla luce dei cambiamenti climatici, della nuova geografia del vino e dei relativi assetti e strategie di mercato. Dall’influenza sull’olio dei grandi elementi della natura, come il vento, ha preso spunto il tema delle degustazioni guidate dall’ assaggiatore capo panel Alissa Mattei. Ne è risultato un inedito e curioso abbinamento tra i caratteri dello Zefiro, del Maestrale, del Libeccio e del Levante e i profumi e i gusti di cultivar di olio

L’europarlamentare Dorfmann. Al centro dell’incontro la liberalizzazione dei vigneti


diverse e i piatti in cui meglio si esaltano. Alle donne, presenti con una rappresentanza dell’Associazione donne dell’olio è stata dedicata la degustazione “Il Levante”, vento che viene dall’est, tipicamente estivo, dolce e deciso come il carattere del gentil sesso. Sempre sull’olio è stata organizzata una speciale degustazione da Confagricoltura Umbria su due percorsi di eccellenza: “Buio”, Dop extravergine dalle ottime proprietà organolettiche e sensoriali, protetto dall’ossidazione da un innovativo processo di conservazione, e “Terre di Grifonetto” brand creato dall’azienda di Francesca Cassano e Angelica Pistelli, madre e figlia, sulle colline del Trasimeno per valorizzare, oltre al prodotto, arte storia e cultura del territorio. Ma il Vinitaly è

stata anche l’occasione per Confagricoltura di affrontare uno dei temi oggi più scottanti del settore, quello della liberalizzazione dei diritti d’impianto, che porterebbe alla destabilizzazione del sistema vitivinicolo nazionale, basato sulla qualità e sulla valorizzazione del territorio. Con conseguenze gravissime:aumento incontrollato delle superfici a denominazione d’origine, eccedenze nell’offerta, concentrazione nelle aree con costi di produzione più bassi, flessione del valore del vigneto, affermazione di una viticoltura lontana dalla nostra storia Il presidente Mario Guidi ha

Il fotoreportage da Verona Il servizio fotografico del Vinitaly è stato curato da Roberto Ciani Bassetti.

sottolineato il problema al Commissario Dacian Ciolos, che ha fatto visita allo stand e che ha ricordato di avere istituito un “Gruppo di alto livello sui diritti di impianto”, che coinvolge i rappresentanti di tutti gli stati membri e gli operatori del settore, di cui la Commissione attenderà le conclusioni, prima di prendere una decisione. Il no di Confagricoltura alla liberalizzazione dei diritti d’impianto ha trovato alleati anche nel Parlamento europeo. L’europarlamentare Herbert Dorfmann, relatore del progetto di modifica del Regolamento CE sul regime di pagamento unico e il soste-

gno ai viticoltori, nel corso di un incontro con il presidente Guidi, ha riferito sulle potenziali negoziazioni della Commissione ed ha assicurato il suo appoggio a favore di una risoluzione positiva della questione. Sulla stessa linea il ministro per le Politiche agricole Mario Catania che nel corso del suo intervento all’inaugurazione della manifestazione ha rassicurato la platea sull’impegno italiano contro la misura. “La scadenza è vicina, ma la massa d’urto messa in atto dai Paesi contrari (il fronte anti-liberalizzzazione si è ampliato e comprende ora 14 Paesi) mi lascia ben sperare – ha detto il ministro -. Metteremo tutte le nostre energie affinché non passi questa misura che creerebbe all’Italia danni enormi.” Internazionalizzazione Incontri tra aziende e buyer di Austria, Germania e Svizzera

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Terapie anti-spread Confagricoltura fa il punto sul vino con esperti internazionali: la competitività nell’export si realizza potando, oltre le viti, anche i campanilismi di Anna Gagliardi

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Italia soffre ancora di campanilismo e questo le impedisce di migliorare le performance internazionali. L'appello a una maggiore coesione del mondo del vino arriva dal convegno di Confagricoltura al Vinitaly, dedicato alle terapie anti spread per dare maggiore valore al prodotto italiano sui mercati esteri. Il quadro illustrato dal direttore generale dell'OIV Federico Castellucci deli-

nea una situazione di generale aumento dei volumi dell'export del vino italiano che posiziona il nostro Paese al primo posto, con 24 milioni di ettolitri e un aumento del 9% rispetto al 2010, il migliore risultato degli ultimi 30 anni. I principal mercati rimangono la Germania e gli Stati Uniti, ma anche i Paesi asiatici dimostrano di apprezzare il nostro vino, tanto che in Cina le esportazioni sono quasi raddoppiate: + 80% nel 2011 rispetto al 2010. Gli spumanti italiani sono richiesti soprattutto da Stati Uniti, Germania e Russia. Per migliorare le performance sui mercati esteri servono tuttavia strategie comuni e percorsi condivisi di promozione dei nostri vini. L'Italia cresce in valore, ma il sistema Paese è ancora debole rispetto ai principali competitor. Lo dimostrano i dati: oltre 4 miliardi di euro di fatturato, con un + 12,3 % di valore e + 9,1% di volumi. Il


politica nazionale dovrebbe supportare meglio il nostro export, così come fa per i settori dell'alta tecnologia e dell'industria". Secondo Lucia Lorenzoni, dell’Area Research del Monte di Paschi di Siena, le prossime aree di interesse per le produzioni italiane potrebbero essere quelle più lontane, “pertanto – ha sostenuto – occorre che ci siano strutture di supporto alle aziende per la penetrazione dei nuovi mercati”.

Il Prosecco, un caso di successo tutto italiano: una crescita vertiginosa

prezzo medio al litro è tuttavia ancora basso: 1,80 euro, rispetto, ad esempio, ai 4,60, della Francia, "sebbene - ha precisato Giuseppe Martelli, presidente del Comitato Vini e di Assoenologi - il prezzo medio francese derivi soprattutto dallo Champagne". In Italia ci sono circa 500 DOC, DOCG e IGT, su un superficie vitata che, nel corso degli anni, è fortemente diminuita. "Questo - ha aggiunto Martelli non ha impedito comunque di alzare il valore del nostro prodotto, che, in generale, è migliorato ulteriormente in qualità. Ci sono però ancora troppi individualismi e una generale incapacità di fare sistema. Oltre alle viti bisognerebbe potare anche i campanili". In Francia, secondo Philippe Dambrine, presidente del Conseil des Vin du Médoc, a trainare i mercati sono i grandi cru; la produzione, la commercializzazione e la distribuzione sono ben organizzate: "Tuttavia - ha rimarcato - la

Le conclusioni Mario Guidi chiudendo i lavori convegnistici, afferma: “Bisogna fare sistema”

Un caso di successo tutto italiano è quello del Prosecco: Gianluca Bisol, direttore generale dell'omonima azienda, ha riportato alcuni dati eloquenti: "Nel 1969, quando è nata la DOC Prosecco, si producevano 5 milioni di bottiglie. Ora - ha affermato - se ne producono 270 milioni, e l'obiettivo è di arrivare a 400. La crescita è stata disordinata, ma ha permesso di mantenere basso il prezzo del prodotto e alto il valore dei vigneti". Per il futuro, secondo Bisol, bisogna puntare molto sul fattore turismo e sull'educazione dei consumatori, perché "è vero che tutto questo ha un costo - ha

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detto - ma pensiamo quanto ci costerebbe l'ignoranza!". "Le strategie per uscire dall’ impasse e aumentare il valore delle nostre produzioni all'estero si basano su più fattori” - ha concluso Mario Guidi - “Occorre un Sistema Paese che accompa-

Guidi: Occorre un sistema Paese che accompagni le iniziative commerciali gni adeguatamente le iniziative commerciali delle nostre aziende. E' necessario favorire la partecipazione delle imprese, anche quelle meno strutturate, per rafforzare l'immagine e la percezione del vino italiano nel mondo. Siamo però noi a dover dire e chiedere al Governo che cosa ci serve, e non aspettare che sia soltanto il ministero a indicare la politica da seguire”. 56| MONDO AGRICOLO |MARZO 2012

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ISPO: IL RICAMBIO GENERAZIONALE DELLE IMPRESE ITALIANE DEL VINO

Informatizzano, pianificano, rispettano l’ambiente, comunicano più dei loro padri, ma soprattutto sono in grado di aprirsi autentiche autostrade commerciali verso l’estero. Sono i figli, e le figlie, dei grandi viticoltori italiani alle prese con un cambio generazionale decisivo per l’intero settore. Vinitaly ha fotografato il passaggio che stanno vivendo le family business vinicole dell’età moderna attraverso una ricerca qualitativa commissionata all’Ispo e presentata da Renato Mannheimer. L’indagine, compiuta attraverso interviste a genitori e figli di 6 tra le principali imprese familiari del vino italiano e a 4 economisti. «Se in generale con la generazione dei figli si perde coraggio, abilità e spirito di sacrificio, nel comparto vinicolo – ha detto Renato Mannheimer - prevalgono saggezza, buon senso e continuità. Specie le donne, che oggi rappresentano una voce sempre più autorevole del business enologico, sono molto apprezzate per artigianalità, autenticità e creatività». Decretano gli economisti: i padri hanno inventato il prodotto, i figli sanno commercializzarlo.



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Il risiko del vino Il direttore generale dell’OIV, Federico Castellucci racconta il grande gioco di strategia dell’enologia sul mercato mondiale. L’Italia è vincente, ma il quadro generale evolve di Anna Gagliardi

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Italia si posiziona in testa alla classifica mondiale dei fornitori di vino in termini di volumi: secondo l’OIV (Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino) l’export tricolore supera i 22 milioni di ettolitri, con un aumento del 9% rispetto al 2010. E’ il migliore risultato degli ultimi trent’anni. I contorni relativi alla congiuntura vitivinicola mondiale sono stati tracciati dal direttore generale dell’OIV Federico Castellucci al convegno di Confagricoltura al Vinitaly. Direttore, cosa è cambiato nel panorama internazionale?

Il quadro generale è in evoluzione: in 10 anni la superficie mondiale coltivata a vite è diminuita di diverse migliaia

di ettari. Se nel 2000 erano quasi 7 milioni 900mila gli ettari vitati, oggi sono meno di 7 milioni e mezzo, con una riduzione dell’1,2% soltanto nel 2010. L'Europa come si colloca in questo contesto? E come ha influito la OCM vino nel ridisegnare i confini della superficie a vigneto? La normativa europea ha favorito interventi abbastanza importanti: in tre anni sono stati estirpati 175.000 ettari di vite proprio con le risorse dell’OCM vino. Altri 70.000, invece, senza incentivi. Nel dettaglio, in Francia, Portogallo e Italia le dimensioni del vigneto si sono ridotte dell’1%, in Spagna del 5%, in Ungheria del 4% e in Bulgaria del 9%. Che cosa accade nei Paesi extraeuropei più importanti in termini di produzione vinicola? Piccole percentuali in più o in meno vogliono dire centinaia di migliaia di ettari. La superficie vitata non ha subito variazioni negli Stati Uniti, in Brasile e nella Nuova Zelanda. In Cina (495mila ettari) aumenta dell’1%, così come in Cile (202mila ); in Australia (174mila ) del 2,5%. Il Sud Africa (131mila ) perde l’1% e l’Argentina(218mila) il 5%. Nonostante il taglio ai vigneti, la produzione globale è sostanzialmente


Aumenta in quantità, ma non in valore l’export italiano, che è di gran lunga inferiore a quello francese. C’è la sorpresa Cina che ha raddoppiato gli acquisti

stabile: l’OIV stima 265 milioni di ettolitri, un +0,6% rispetto al 2010. Su questo punto la situazione cambia da zona a zona, essendo subordinata a molti fattori, prima di tutto quelli climatici. In Italia, ad esempio, si è assistito a una riduzione importante, poiché il 2011 è stata una vendemmia ‘leggera’: l’OIV stima un calo del 16%. All’estero è in controtendenza la Francia, che sale. Negli ultimi anni si consuma meno vino. I valori diminuiranno ancora o si è trattato di un fenomeno limitato nel tempo? L'OIV ha calcolato che nel mondo si bevono quasi 242 milioni di ettolitri di vino: 1milione 700mila in più rispetto al 2010, anno che aveva già indicato un trend di stabilità, dopo il 2008 e il 2009 in netto calo. Si tratta pertanto, nel 2011, di una conferma della battuta d'arresto della sensibile diminuzione del consumo mondiale conseguente la crisi.Tuttavia la congiuntura economica generale piuttosto sfavorevole all'inizio del 2012 nel primo continente consumatore, cioè l'Europa, suggerisce prudenza nell'interpretare questo risultato come segnale precursore di un ritorno immediato alla tendenza precedente la crisi in termini di consumo mondiale. In Europa, a fronte di un aumento del consumo

mondiali è aumentata del 7,9%. Così come si è alzata la percentuale delle esportazioni di vino sfuso. Il primo Paese esportatore di vino non imbottigliato è ancora la Spagna, con il 57% della produzione venduta all’estero, seguita da Australia (48%), Stati Uniti (47%) Argentina e Italia (33%), Cile (32%) e Francia (19%)”. E per l’Italia?

francese (+1 milione di ettolitri, ma in seguito a un calo sensibile tra il 2009 e il 2010 di 1,3 milioni), della stabilità del consumo tedesco e della leggera flessione dei consumi spagnolo (-0,2 , inglese (-0,4) e portoghese (-0,5) nel 2011, il consumo italiano registra una diminuzione di 1,6 milioni di ettolitri, che fa seguito, per la verità, a una crescita di 0,5 milioni di ettolitri tra il 2009 e il 2010. Per quanto riguarda i consumi pro capite gli italiani si attesteranno sui 38 litri/anno, dietro ai portoghesi (42,6) e ai francesi, che si confermano al primo posto nel mondo, con 47,4 litri. Guardando il mercato, i nostri produttori parlano di crisi, ma sono cautamente ottimisti sulle esportazioni. Qual è il quadro europeo?

I produttori europei stanno effettivamente recuperando piazze internazionali e anche la ripresa degli scambi

L’export italiano aumenta in termini di volumi, come si è accennato, e il trend positivo riguarda sia il vino sfuso, sia gli spumanti e il prodotto imbottigliato. La nota dolente rimane il valore dell’export, di gran lunga inferiore a quello francese. Il mercato principale per il nostro Paese rimane la Germania, che importa maggiormente vino sfuso e imbottigliato, seguita da Regno Unito, USA, che amano gli spumanti, Canada, Paesi Bassi, Russia e Cina. La sorpresa è rappresentata dai Paesi asiatici. In Cina, ad esempio, le esportazioni sono praticamente raddoppiate, aumentando dell’80% rispetto al 2010. Così come in Russia, che è una piazza allettante per i nostri produttori, che hanno aumentato le esportazioni del 34% in un anno.

Federico Castellucci al convegno di Confagricoltura al Vinitaly

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La riconquista dell’Italia Il direttore di Assoenologi Giuseppe Martelli nell’intervista illustra la ricetta per rilanciare il vino sul mercato nazionale e consolidare il successo all’estero. di Gabriella Bechi

Giuseppe Martelli direttore generale di Assoenologi e presidente del Comitato Nazionale Vini

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irettore, il mercato vitivinicolo appare in maniera inequivocabile sbilanciato verso l’export. I consumi interni continuano a diminuire e non si intravede una veloce via di ripresa. Quale pensa sarà lo scenario nei prossimi anni?

Secondo le nostre previsioni, almeno nei prossimi cinque anni, i consumi di vino in Italia diminuiranno ancora. Scenderemo sotto i 40 litri pro capite. E questo per effetto di diverse cause. La crisi economica-finanziaria che riduce il potere di acquisto delle famiglie, penalizzando i generi voluttuari, come il vino. Le campagne antialcol, che ormai sono determinanti nei comportamenti dei consumatori. Gli eccessivi ricarichi praticati da alcuni esercizi. A parte la crisi, che è un fatto che interessa, comunque, tutti i settori produttivi, il vino sta subendo gli effetti delle campagne contro l’abuso di alcol, che sono giuste ovviamente, ma troppo generaliste e non correttamente indirizzate contro superalcolici e bevande “spiritose”. Una cosa è lo sballo, un’altra bere vino con moderazione e piacere. Di fatto oggi il timore del palloncino demotiva anche una bella cena tra amici. Un’altra causa del calo dei consumi interni sono i prezzi. Quando va bene, una bottiglia viene “ricaricata” tre volte il prezzo di cantina e talvolta anche cinque. In certi esercizi, insomma, la cantina rende più

della cucina. E questo disaffeziona il cliente. Se questa è la tendenza, allora le aziende italiane devono sempre più puntare all’estero?

Non c’è dubbio. Ma il discorso non è così semplice. Non basta alzarsi una mattina e decidere di esportare. Il risultato positivo del 2001,+12% in valore e +9% in quantità, è frutto di un lavoro lungo cominciato anni fa. Le aziende che hanno raggiunto questi obiettivi sono aziende strutturate, che hanno investito e consolidato la loro presenza sui mercati esteri. Per le altre il discorso è completamente diverso. Per arrivare in certi mercati bisogna fare qualità e massa critica. Una piccola azienda, da sola, oggi non può decidere di affrontare colossi come la Russia o la Cina. E’ l’Italia del vino che deve muoversi insieme su questi mercati, magari facendosi trainare dalla locomotiva dei prodotti di nicchia, di altissima qualità che là sono affermati, ma che rappresentano solo il 20% delle nostre potenzialità. Qual è secondo lei il giusto rapporto per un’azienda tra mercato interno e estero?

Non c’è una formula magica. Ci sono aziende, per esempio in Veneto e in Piemonte, che hanno puntato solo sul mercato interno e che fanno buoni bilanci. In linea di massima direi che oggi un 65% di export e un 35% di nazionale è un buon compromesso. Quello che conta comunque è recuperare valore su entrambi i mercati. In questo dovremmo prendere esempio dalla Francia, che in termini di valore esporta quasi il doppio di noi…

Non dimentichiamo che il grosso del fatturato del vino francese all’este-


Su quali mercati conviene puntare in questo momento?

Premesso che molti Paesi dell’Europa si trovano nelle stesse nostre condizioni, sia per quanto riguarda la crisi economica, sia per quanto si riferisce al trend dei consumi, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia in particolare, nel Vecchio continente ci sono ancora mercati interessanti, a partire dalla Germania, dove ancora la cultura del vino di qualità si deve pienamente affermare; per arrivare ai Paesi del Nord Europa, nuovi consumatori, dove si stanno aprendo spazi di vendita molto ampi. Poi ci sono America e Canada, piazze che hanno dato ai produttori già molte soddisfazioni, ma che finora sono state identificate con le grandi città, New York e Montreal essenzialmente, ma che in realtà sono

Paesi immensi, ancora da esplorare. E, infine, i nuovi Paesi consumatori, Brasile, Russia, India e Cina che offrono immense opportunità.

Vanno abbandonati provincialismi e individualismi. Siamo tutti nella stessa barca, produttori, associazioni, istituzioni. Bisogna fare squadra.

ro lo fa lo Champagne, che vale quanto quello di tutto il nostro vino. Se estrapoliamo dal totale questo dato, vediamo che il valore dei vini fermi più o meno si equivale a quello dei nostri. E’ vero però che i francesi sono molto più coesi, bisticciano tra di loro, ma poi quando decidono di prendere una strada, vanno avanti insieme, senza i nostri individualismi, con un forte senso dell’immagine del loro Paese.

Allora, direttore, i nostri produttori possono stare tranquilli?

Nessuno in questo momento può permettersi di dormire tra due cuscini, perché la globalizzazione ha fatto emergere nuovi concorrenti molti agguerriti. Tanto per farle qualche esempio, in Cile poco più di 100 aziende fanno volumi importanti destinati per il 90% all’export. In Australia le aziende sono solo 7 e si contano sulle dita di una mano quelle della Nuova Zelanda, ma con una media di 300 ettari vitati, di cui il 90% meccanizzati, buona qualità, mentalità manage-

riale e business plan decennali. In Italia la media aziendale è di 2 ettari, in Francia di 4, ma sale a 25 nella zona del Midi. Per concludere, cosa deve fare il vino Italiano per vincere la sfida dei prossimi anni? Prima di tutto qualità, non solo altissima qualità, ma qualità diffusa. Prendiamo esempio dal mondo della moda. I grandi marchi non vivono più di alta moda, che oramai è solo il biglietto da visita; il business lo fanno le seconde linee, gli accessori, i profumi; di qualità e a prezzo accessibile. Poi dobbiamo spogliarci della nostra superbia: il vino che piace a noi non è detto che piaccia ai consumatori. Sono loro ormai che dettano le regole del mercato, e i gusti e le mode cambiano sempre più rapidamente. Infine, dobbiamo abbandonare provincialismi e individualismi. Siamo tutti nella stessa barca, produttori, associazioni, cooperative, istituzioni. Può sembrare una frase abusata, ma dobbiamo fare squadra, creare un sistema un cui convivano piccoli e grandi, organizzati e non. E’ questa l’unica maniera per vincere una sfida apparentemente facile, ma che può riservare molte sorprese. MARZO 2012 | MONDO AGRICOLO | 61


ZOOM VINITALY-SOL

Terroir vincenti Un premio a 14 aziende di sette territori che hanno affrontato la crisi con professionalità segna l’inizio di una partnership tra Confagricoltura e Gambero Rosso di Anna Gagliardi

L

a premessa è che si tratta di un riconoscimento alla professionalità e alla determinazione, non di una classifica. Il premio “7 terroir vincenti” è l’inizio di un percorso comune tra Confagricoltura e Gambero Rosso finalizzato a mettere in evidenza le caratteristiche di vari territori vitivinicoli italiani e delle aziende che ne interpretano maggiormente qualità e spirito. Le case produttrici sono di Confagricoltura, la scelta spetta al Gambero Rosso. Alla 46esima edizione del Vinitaly le prime 14 premiate (due per ogni terroir, una di grandi dimensioni e una più piccola) hanno sede in Piemonte, Veneto, Lombardia, Emilia, Toscana e Puglia. I terroir scelti sono quelli di Moscato d’Asti, Prosecco, Valpolicella, Lugana, Lambrusco, Chianti e Salice Salentino. Ogni azienda è una storia, una sfida verso nuovi traguardi. “Soprattutto in un momento di crisi – ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi alla premiazione veronese – c’è bisogno di esempi. Queste imprese sono una testimonianza di come si lavora sul valore aggiunto, indipendentemente dalle dimensioni. Questi imprenditori hanno saputo co62| MONDO AGRICOLO | MARZO 2012

niugare al meglio il rapporto qualità/prezzo, hanno valorizzato le zone produttive e hanno affrontato la concorrenza e la competitività internazionale”. “Sono storie di territori - hanno evidenziato il presidente di Gambero Rosso Paolo Cuccia, insieme al curatore della guida Marco Sabellico – in cui da tempo si crede nella crescita sostenibile e in cui si producono vini di elevata qualità da vitigni tradizionali, a giusto prezzo, capaci di uscire dai confini nazionali”. Per Confagricoltura la

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nuova partnership con Gambero Rosso è anche un’occasione per affermare orgoglio che l’eccellenza enologica italiana che si trova sui principali mercati internazionali fa parte dell’Organizzazione.

ZONE E AZIENDE PREMIATE

Moscato d’Asti Bava - Cocconato (AT): oltre cento anni di attività per un’impresa oggi guidata dai tre fratelli Giulio, Roberto e Paolo Bava. La produzione spazia dai rossi ai bianchi, agli spumanti. L’azienda è proprietaria anche del marchio Cocchi. La Caudrina – Castiglione Tinella (CN): si tratta di ventiquattro ettari della zona più vera del Moscato d’Asti. Romano Dogliotti e la sua famiglia sono un pezzo di storia della docg piemontese. Oltre al Moscato, l’azienda produce anche Barbera. Prosecco Merotto – Farra di Soglio (TV): 450.000 bottiglie di Prosecco frutto delle viti sulle colline di Valdobbiadene e Conegliano. Graziano Merotto declina la docg in tutte le sue varianti.

Ruggeri & C. – Valdobbiadene (TV): una lunga esperienza e una profonda conoscenza del territorio premettono a Paolo Bisol, titolare della cantina, di firmare prodotti di qualità in grosse quantità: le bottiglie prodotte sono un milione. Lugana Ca’ Lojera – Sirmione (BS): Ambra e Franco Tiraboschi conducono diciotto ettari di vigneti tra cui spiccano le viti di uva turbiana, destinata alla produzione delle varie tipologie di Lugana. Non mancano vitigni cabernet e merlot. Provenza – Desenzano del Garda (BS): un pilastro dell’enologia italiana. L’azienda è condotta da Fabio e Patrizia Contato, che coltivano 120 ettari di vigneti. La gamma delle etichette è ampia e il Lugana è prodotto in cinque versioni.


Paolo Cuccia presidente del Gambero Rosso

Valpolicella: Brigaldara – San Pietro in Cariano (VR): Stefano Cesari firma produzioni di alto livello. Il Valpolicella è il fiore all’occhiello di quest’azienda che pro-

duce 250mila bottiglie e si è imposta sul mercato per qualità e rispetto della tradizione. Zenato – Peschera del Garda (VR): Nadia e Alberto Zenato perpetrano con successo il lavoro del padre, grande viticoltore di Valpolicella e di Lugana. La produzione di attesta sul milione e mezzo di bottiglie derivanti da 70 ettari vitati. Lambrusco Ermete Medici & Figli – Reggio Emilia: intuendo le potenzialità di successo del Lambrusco, la famiglia Medici ha rivoluzionato con grande anticipo il modo di lavorare, esaltando la qualità. E il mercato le sta dando ragione. Villa di Corlo – Modena: azienda al femminile, grazie alla passione e l’impegno di Maria Antonietta Munari, che produce Lambrusco e anche altri vini provenienti da vitigni internazionali. Chianti Agricoltori di Chianti Geografico –

Gajole in Chianti (SI): gli Agricoltori del Geografico si affiancano a ciascun produttore con competenze che spaziano dalla gestione del vigneto alla commercializzazione finale. La cooperativa è diretta da Marco Toti. Castello Banfi – Montalcino (SI): 10 milioni e mezzo di bottiglie derivanti da 850 ettari vitati. Numeri che parlano da soli per questo marchio che firma un parte importante della storia enologica italiana. Salice Salentino Candido – San Donaci (BR): l’azienda di Alessandro Candido è un riferimento importante per la zona del Salento, grazie alla capacità di mescolare tradizione e innovazione nella sua produzione De Castris – Salice Salentino (LE): 250 ettari vitati per l’azienda di Piernicola Leone de Castris, che vanta lunga storia: il suo anno di fondazione è il 1665. E’ stata la prima azienda della Puglia a imbottigliare, nel 1925.

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BUONO A SAPERSI...

FILM

Il vino al cinema senza trucco “Senza Trucco”, film documentario bello e coinvolgente diretto da Giulia Graglia e prodotto da Marco Fiumara, è frutto di un progetto speciale, interamente autofinanziato, che non può prescindere dal suo motivo d’essere: l’amore per il mondo del vino, percepito e vissuto però in chiave squisitamente femminile. Donna è la regista e donne sono le protagoniste, Elisabetta Foradori, Nicoletta B o c c a , D or a For s on i e Arianna Occhipinti, affermate produttrici di vino biologico e biodinamico. Quattro donne diverse tra loro per età e visione del proprio ruolo di

Giulia Graglia firma la regia del film doc umentar io “Senza tr uc c o”

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madri, contadine, imprenditrici, ma accomunate da una stessa passione e dalla scelta di intervenire il meno possibile, lasciando che l’uva e poi il vino seguano il loro corso naturale. Tutte, inoltre, intimamente legate al rispettivo territorio d’origine, dal Trentino alla Sicilia. Dalle quattro storie, “carpite” durante la giornata che Giulia Graglia ci permette di trascorrere insieme ad ognuna di loro, prende corpo questo reportage della durata di 76 minuti, girato fra dicembre 2009 e ottobre 2010, articolato in quattro episodi culminanti nel momento, per tutte, della vendemmia. E le signore del vino naturale non si sono tirate indietro, ponendosi davanti alla telecamera con spontaneità e schiettezza (senza trucco, appunto), immerse nella campagna e nel proprio lavoro, ognuna ripresa in una stagione diversa e in un differente periodo del ciclo della vite, seguita passo passo nella quotidianità dall’obietti-

vo che ne ha registrato gesti, espressioni e parole. Ecco così, al contempo, uno spaccato di vari momenti della vita in vigna e in cantina ed una carrellata di ritratti, per raccontare in una forma nuova il vino attraverso lo sguardo e la sensibilità di chi lo fa, e lo fa a propria immagine e somiglianza. Si parte in un freddo giorno d’inverno dalla Toscana, in quel di Montepulciano, con Dora Forsoni, sessantenne vignaiola alla guida dei Poderi Sanguineto, dove la terra è rossa come il sangue e dove nasce un Nobile complesso ed elegante, assolutamente tipico. Qui ascoltiamo la grintosa Dora, appassionata cacciatrice, discutere di selvaggina e trattori mentre pota le viti innevate e ricorda il padre Federico (il padre-padrone, come lo appella) dal quale ha imparato ad amare e rispettare la vigna, mentre i fratelli maschi hanno intrapreso altre strade. Seconda tappa in Langa ad inizio primavera nell’azienda San Fereolo a Dogliani per passare del tempo con Nicoletta Bocca, donna tutta


do, nella Piana Rotaliana, nel regno vitato di Elisabetta Foradori, autentica donna del vino, premurosa e sapiente nel gestire ogni fase delle operazioni, colei che ha identificato nome e fama con il Teroldego, vitigno principe del Trentino. Ed è comunque affascinante, quando falcia le ortiche per preparare tisane per le piante di Teroldego o cerca di arginarne l’impeto e riassesta le fronde agli esuberanti filari (“incredibile cosa possano fare due mani”) o quando parla delle vecchie bottiglie del papà. Ultima tappa estiva la Sicilia, per riprendere a Vittoria, nel Ragusano, la più giovane del quartetto, Arianna Occhipinti, bella e © Marco Carnesecca

d’un pezzo, definita la “pasionaria” del Dolcetto doglianese: la macchina da presa la tallona nel vigneto per la legatura dei tralci, intenta ad insegnare al figlio il modo per farlo al meglio lanciando un messaggio di amore e continuità, e tra le botti della sua suggestiva cantina. Ai primi di giugno, in epoca di fioritura, ci si sposta a Mezzolombar-

incisiva testimonial dei vini naturali. In azienda tutto è sotto il controllo di Arianna, innamorata della sua terra siccitosa e dei vini tipici del comprensorio, Nero d’Avola e Frappato. Basta vederla muoversi instancabile tra vigna e cantina, dare ordini in dialetto a tutti, preoccuparsi delle barbatelle bisognose della preziosa acqua. Uscito circa un anno fa, “Senza Trucco” ha ottenuto un crescente successo di pubblico e di critica, tanto che il regista e il produttore hanno già girato l’Italia per presentarlo in molte manifestazioni. Lontano da una visione bucolica e idealizzante del mondo agricolo, è il ritratto di produttrici intense e coraggiose. Si può anche acquistare on line il dvd all’ indirizzo senzatrucco2011@gmail.com. Barbara Mengozzi

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VINO di Barbara Mengozzi

DEBUTTO

ARTE

Lungarotti fa cinquanta

Al museo la pittura si sposa a Bacco

Mezzo secolo di vita è sempre un bel traguardo da festeggiare, ripercorrendo con soddisfazione le tappe percorse e al tempo stesso guardando avanti, con rinnovata fiducia, alle sfide future. Lungarotti, l’azienda che per prima ha fatto grande l’Umbria del vino, non poteva celebrare il cinquantenario se non con il lancio di un nuovo prodotto, un’ edizione speciale dal nome evocativo: 50. Cinquanta sono gli anni di Rubesco, il vino che più di ogni altro si identifica con l’azienda di Torgiano;cinquanta sono anche gli anni trascorsi dalla felice intuizione di Giorgio Lungarotti, pioniere abilissimo nel trasformare e potenziare l’azienda della sua famiglia per farla conoscere ai mercati di tutto il mondo nonché “colui che ha disegnato l’Umbria nella map-

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pa enologica mondiale”, come scriveva Hugh Johnson già negli anni ‘70. “50”, senza dubbio uno dei più felici debutti dell’ultima edizione di Vinitaly, è una Igt Umbria 2010 che, come si legge sulla bottiglia, “porta in sé la storia del futuro”. Sangiovese in purezza, frutto di lunghe sperimentazioni e selezioni aziendali sulla varietà che sempre di più caratterizzerà in avvenire anche il Rubesco, già oggi “Sangiovese based”, è stato fatto fermentare in acciaio con macerazione sulle bucce per 25 giorni e affinato per un anno in barrique. Lo contraddistinguono un colore rosso violaceo di grande intensità, variegati e complessi profumi fruttati con note speziate nel finale e una personalità possente ed elegante insieme, contrassegnata da tannini austeri e da un finale lungo e persistente. La preziosità del contenuto viene esaltata dalla scelta della Magnum a tiratura limitata (1.962 esemplari) rivestita di una raffinata etichetta che riporta uno per uno gli anni dal 1962 al 2012.

VINOTERAPIA E VINO-RELAX

A Le Tre Vaselle l’ospitalità corre sul filo rosso del Sangiovese. Non potrebbe esserci migliore descrizione per il raffinato resort di campagna che, felicemente ubicato (a 10 chilometri da Perugia e 15 da Assisi), mette a disposizione degli ospiti oltre cinquanta camere, un centro convegni, un centro benessere che ha nella vinoterapia la sua punta di diamante ed un ristorante gourmand dal nome propiziatorio, Le Melograne. Qui Mirco Nocchetti, navigato chef dalla spiccata fantasia creativa, propone, insieme alla sua brigata, un ricco menu che vede protagoniste le materie prime del luogo e le ricette (rivisitate e ingentilite) della tradizione umbra. È lui stesso a suggerire tre pietanze, tratte dalla Carta di primavera da poco presentata, in grado di esaltare ancor più l’innata piacevolezza del 50: faraona in salmì con agretti all’acciuga, filetto di manzo di razza chianina con condimento balsamico Lungarotti e verdure grigliate, costolette di agnello al pane aromatico con fagiolini e pomodorini farciti.

A Giorgio Lungarotti, la cui eredità è stata raccolta dalle figlie Chiara Lungarotti e Teresa Severini, va anche un altro merito, quello di aver contribuito in maniera determinante alla costruzione su scala regionale di un sistema produttivo e turistico di eccezionale qualità e forte richiamo. Intorno alla cantina di Torgiano ruota infatti un mondo fatto di ospitalità, cultura ed arte, rappresentato da Le Tre Vaselle, resort di charme, Poggio alle Vigne, accogliente agriturismo, e due musei, quello del Vino e quello dell’Olivo e dell’Olio. Il primo di questi è stato ricavato nel monumentale palazzo Graziani-Baglioni del XVII secolo; è articolato in venti ambienti espositivi in cui si guida il visitatore attraverso i 5.000 anni che hanno segnato la storia della civiltà del vino: dagli attrezzi da lavoro utilizzati nei campi o in cantina ai contenitori vinari in ceramica – che vanno dal vasellame d’uso quotidiano fino ai boccali da parata e ai piatti istoriati rinascimentali (nella foto in alto un piatto in maiolica a lustro del XVI secolo, opera di Mastro Giorgio Andreoli, raffigurante l’infanzia di Bacco) –, ai capolavori d’arte grafica e alle sculture contemporanee che illustrano l’affascinante mito di Dionysos. MARZO 2012 | MONDO AGRICOLO | 67



FORMAZIONE di Luca Sonaglia

CORSO ENAPRA, UNIVERSITÀ TUSCIA E AEI

Il consulente a scuola

Si è concluso recentemente il corso di formazione “Il consulente finanziario” organizzato da Enapra in collaborazione con l’Università della Tuscia e l’ Associazione Economisti d’Impresa (AEI). Il corso era rivolto ai funzionari delle Unioni provinciali che intendono implementare i servizi per migliorare l’accesso al credito delle imprese associate.

Corsi per dirigenti Enapra ha contribuito attivamente alla progettazione dei corsi per i dirigenti e, attraverso la collaborazione di Confagricoltura, sta adesso realizzando la fase di perfezionamento di dettaglio dell’intervento che quest’anno toccherà i seguenti temi: analisi di scenario, condivisione dei principi, dei valori e delle strategie di sviluppo di Confagricoltura, identificazione delle caratteristiche dell'associato, analisi comparata della concorrenza, elaborazione di tecniche e strumenti per l’implementazione di sistemi innovativi a sostegno del cambiamento.

Le attività didattiche, che si sono svolte interamente a Palazzo della Valle, hanno coinvolto ventiquattro funzionari provenienti dalle varie province. I temi affrontati vertevano su una delle questioni maggiormente importanti e più scottanti di questi ultimi anni nel nostro settore: quali sono gli strumenti più efficaci per facilitare e ottimizzare l’accesso al credito delle imprese agricole? Come rappresentare finanziariamente al meglio il valore dell’impresa e il piano d’investimenti che l’imprenditore intende mettere in atto? Attraverso questo corso si sono voluti approfondire principalmente due aspetti che contribuiscono a rispondere efficacemente a tali questioni: come valutare i cespiti aziendali e come costruire un business plan adatto. I destinatari pertanto hanno partecipato alle lezioni, per un totale di 63 ore, che hanno toccato sia materie teoriche che esercitazioni pratiche e che sono state svolte da professori dell’università della Tuscia nonché da esperti in materia di consulenza finanziaria. A seguito di una valutazione a valle dell’intervento ci si è convinti che la sperimentazione di questa tipologia di corso non debba assolutamente concludersi con questa esperienza. Si avverte la necessità di allargare la platea dei destinatari e quindi di replicare il corso sul territorio nazionale; c’ è poi l’ulteriore necessità di approfondire le materie trattate, soprattutto le esercitazioni sul business plan. Si pensa di organizzare un follow up entro la fine del 2012.

FORMAZIONE CONTINUA

L’ultimo bando del Foragri si è chiuso recentemente e in attesa della graduatoria di valutazione proviamo a fare una rapidissima analisi dell’attività svolta da Enapra. Innanzitutto c’è un crescente interesse da parte delle imprese per la formazione continua. In questa tornata, infatti, le aziende che hanno richiesto i nostri servizi sono state 17, contro le 10 dello scorso bando, di cui 8 che in Sicilia hanno partecipato ad un piano territoriale e 9 che hanno optato per un piano aziendale. Non solo aumenta la domanda di formazione all’interno del sistema confederale, ma cambia anche il tipo di richiesta: mentre nel primo bando ci si è occupati principalmente di sicurezza sul lavoro, questa volta si è lavorato di più su piani formativi tecnico specialistici e relativi all’innovazione tecnologica. Qualche esempio: Zonin, per la Tenuta Ca’ Bolani ha richiesto un piano che prevede la formazione dell’intera squadra di potatori sulle nuove tecniche e le nuove attrezzature; per Finagricola si è organizzato, tra l’altro, un corso specialistico sui capitolati dei clienti per la vendita dei prodotti; l’azienda agricola Casale del Giglio si è concentrata maggiormente sugli aspetti organizzativi della produzione.

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ORGANIZZAZIONE E TERRITORIO SARDEGNA

FALCHI PRESIDENTE REGIONALE

Per la prima volta in Sardegna sarà una donna a guidare un'associazione agricola. Elisabetta Falchi, 47 anni, laureata in Agraria a Sassari, è stata eletta presidente regionale di Confagricoltura per il prossimo triennio. L'imprenditrice conduce, nell’ oristanese, un'azienda agricola di 150 ettari, specializzata in produzione di riso da seme. La neo presidente di Federsardegna è socia della Sasipe (Sardo Piemontese Sementi) che ha lanciato l'unico riso nero aromatico in Europa.

CUNEO: NUOVO LOOK DEL MAGAZINE “L’Agricoltore cuneese” il periodico di Confagricoltura Cuneo festeggia i dieci anni di uscita, rinnovando il look. Si presenta, infatti, in una nuova veste grafica. Il magazine fornisce un quadro esaustivo delle problematiche locali e dell’attività dell’Organizzazione. Il n. 2 si apre con un editoriale del direttore dell’Organizzazione provinciale Roberto Abellonio che ricorda gli effetti devastanti dell’Imu. 70| MONDO AGRICOLO | MARZO 2012

Buone nuove per l’olio umbro INCONTRO ALLO STAND DI CONFAGRICOLTURA AL SOL

«E’ stato il Sol, il Salone Internazionale dell’Olio Extravergine di Qualità, principale riferimento del settore olivicolo per produttori, buyers nazionali ed esteri e media specializzati, a tenere a battesimo due eccellenze della produzione olivicola umbra: “Buio” e “Terre di Grifonetto”. Nello stand di Confagricoltura, l’ Organizzazione regionale degli imprenditori ha presentato due percorsi di qualità, due modi complementari per valorizzare il territorio regionale ed uno dei suoi prodotti di eccellenza: l’ olio. Numerosi gli intervenuti tra cui l’assessore all’agricoltura dell’Umbria, Fernanda Cecchini. Il primo olio, “Buio”, è un extravergine d’ oliva Dop frutto della partnership di 14 soggetti confluita nell’ Ati “Cufrol & C.” Nove le aziende produttrici, due quelle di trasformazione e tre i partner scientifici (Assoprol Umbria, l’associazione di produttori olivicoli di Confagricoltura Umbria, il Dipartimento di Scienze economico-estimative degli alimenti della

Facoltà di Agraria dell’Università di Perugia ed il 3A-Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria) che hanno dato forma e sostanza ad un nuovo modo di intendere l’olivicoltura. Perché “Buio”, dal nome evocativo, dalle elevate qualità organolettico e sensoriali, dalle ottime proprietà nutrizionali e salutistiche, è un prodotto protetto dall’ossidazione da un innovativo processo di conservazione che permette di conservare più a lungo le preziose caratteristiche organolettiche e salutistiche. Il secondo percorso, “Terre di Grifonetto”, è figlio del connubio riuscito tra arte, storia, design, comunicazione e marketing territoriale. Il merito è di due donne, Francesca Cassano e Angelica Pistelli, madre e figlia, al timone dell’omonima azienda di Montemelino, sui colli del Trasimeno, unite dalla stessa passione e rispetto per quel tipo di agricoltura capace di far posto al nuovo coniugando la storia con la promozione. Ad ispirare la denominazione del brand, infatti, è stato un protagonista della gloriosa storia rinascimentale di Perugia, Grifonetto Baglioni, scelto come simbolo dello straordinario patrimonio culturale e artistico del territorio, egregiamente raffigurato nella “Deposizione” di Raffaello.


Incontri con la politica FEDERLAZIO

Ferve l’attività della Federazione regionale degli imprenditori agricoli del Lazio, presieduta da Paolo Perinelli (v. foto). Numerosi gli incontri con la politica organizzati per mantenere alta l’attenzione sul settore. Al presidente della Commissione Agricoltura del Lazio, Francesco Battistoni, Perinelli ha sottolineato: “Nel solo Lazio, l’Imu applicata all’agricoltura ammonterebbe a milioni di euro”. “Con una pressione fiscale insostenibile si mette a rischio chiusura centinaia di aziende; perché, dopo l’aumento dell’IVA e dei carburanti che già creano serie difficoltà di bilancio, la nuova tassa colpisce direttamente gli agricoltori investendo i terreni, le stalle, i depositi, i ricoveri per attrezzi, e tutti i fabbricati rurali, che non sono ricchezze accumulate, ma rappresentano i nostri strumenti di lavoro”. Il clima di disagio è forte perché, ha speigato Perinelli, “passiamo da un’ emergenza all’altra, Prima lo sciopero dei tir che ha paralizzato le aziende, poi l’ emergenza maltempo che ha colpito le nostre province”. Perinelli ha quindi chiesto al presidente Battistoni l’impegno per promuovere, in consiglio regionale, un’azione anti-Imu sui beni strumentali e di varare un sistema di credito d’imposta per la riduzione dei costi del gasolio.

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Il secondo incontro-confronto si è svolto con il presidente della Commissione Urbanistica della Regione Roberto Buonasorte. Si è parlato della eccessiva burocrazia e Perinelli ha proposto che venga attivato uno “sportello unico dell’agricoltura”. “Occorre concentrare tutte le questioni del settore in modo da semplificare - ha spiegato - l’iter amministrativo per le autorizzazioni, oggi inutilmente lungo e farraginoso; in particolare per l’edificazione agricola”. Ad avviso dell’ Organizzazione laziale occorre la definizione di un piano agricolo regionale che ponga al centro della pianificazione territoriale l’attività produttiva del settore, evidenziandone l’importanza per la gestione e la salvaguardia del territorio.

ROMA MARCHIO “QR” AL TORNEO RUGBY Confagricoltura di Roma, sabato 17 marzo, ha partecipato allo Stadio dei Marmi - Terzo Tempo Peroni Village, agli eventi collaterali del “Torneo Sei Nazioni di Rugby” dove ha presentato il Marchio"QR" (Qualità Romana) dei prodotti certificati di qualità, insieme al delegato alle Politiche Agricole di Roma Capitale Francesco de' Micheli. Ha promosso il Progetto Qualità Romana in una festosa mega cornice di pubblico interessato anche ai temi della qualità delle produzioni romane certificate. E' stata davvero una giornata di grande festa e sport.

A COSENZA INCONTRO CON L’ASSESSORE REGIONALE TREMATERRA

Il Consiglio Direttivo di Confagricoltura Cosenza, guidato dal presidente Fulvia Caliugiuri, ha incontratori l’assessore regionale all’agricoltura Michele Trematerra. Caligiuri, nella sua relazione, ha messo in evidenza le varie questioni aperte, a livello nazionale e territoriale, che penalizzano fortemente il comparto primario. In particolare si è soffermata sull’Imu; quindi sulle problematiche dell’accesso al credito ed il conseguente ruolo di Fincalabra. Il presidentedegli agricoltori cosentini ha anche affrontato il tema dei Consorzi di Bonifica, la mancata tutela delle nostre produzioni agroalimentari, il forte gap del sistema infrastrutturale, sollecitando anche la pubblicazione dei bandi e delle misure in itinere. Dal canto suo l’assessore Trematerra ha ha assicurato il suo impegno per superare tutte le criticità . Nella foto:Michele Trematerra e Fulvia Caligiuri.

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A S S O C I A Z I O N E N A Z I O N A L E G I O V A N I A G R I C O LT O R I

Al Vinitaly-Sol gli “under 40” conquistano i buyer

È

bastato un aperitivo a conquistare i buyer di Austria, giornalista Antonio Paolini ha evidenziato questi aspetti e Germania e Svizzera, complici il vino e l’olio di più ha stimolato i giovani imprenditori a fare rete, unendo la regioni italiane, la simpatia degli imprenditori del- forza dell’identità dei prodotti italiani a un’ampia visione l’Anga e la loro professionalità. La seconda edizione di “Gio- commerciale e comunicativa. “Le distanze non esistono. vani oggi, grandi domani” si è svolta all’Hotel Leon d’Oro di Cercate di essere meno provinciali possibili, - ha esortato Verona nel corso del Vinitaly, insieme a 18 imprese guidate Paolini – di utilizzare al meglio le opportunità del web e di non perdere la concretezza tipica dell’imprenditore”.Preda altrettanti under 40 di Confagricoltura. La formula dell’aperitivo voluta dal presidente dell’Anga senti all’happy hour veronese anche il presidente dell’INicola Motolese ha coniusmea Arturo Semerari, che gato l’ufficialità della presi è soffermato sulle iniziatiI L C O M M E N T O sentazione delle aziende alve dell’istituto a favore dei Molte delle imprese giovani, pur l’informalità dell’assaggio giovani agricoltori, e il comnelle difficoltà che si presentano in dei loro prodotti. Il denomiponente della Giunta di questa lunga fase di crisi natore comune è stato il MaConfagricoltura, Marco Paeconomica, sono determinate a de in Italy, rappresentato setto, che ha rimarcato cocrescere. Ce lo ha fatto capire la dall’olio e dal vino declinati me i mercati “storici” offraricerca di Confagricoltura-Censis secondo le tipicità e le cano ancora ottime opportuall’Academy di Taormina. ratteristiche organolettiche nità di business. Austria, D’altronde guardare al futuro, cercando di anticipare che l’Italia intera sa dare. Germania e Svizzera sono tendenze e cambiamenti, è tipico degli “under 40” che Nord, Centro e Sud: suolo, piazze fedeli all’Italia, si tratnel futuro vedono già il loro presente. Vivaci e altezza, clima conferiscono ta di rinforzare lì la nostra propositive queste imprese hanno imboccato la strada alle nostre produzioni agripresenza, oltre che di allardell’innovazione e sperimentano, con entusiasmo, cole prerogative uniche di gare le prospettive dell’exnuove tipologie e nuovi approcci commerciali. identità e sapore. Sta alle port. Lo spaccato produttiFondamentale per sviluppare il proprio business è la aziende riuscire a comunivo presentato dai giovani capacità di “chiudere la filiera” andando sui mercati, care queste caratteristiche dell’Anga ai buyer di lingua nazionali ed esteri. In quest’ottica, il nostro “aperitivoai consumatori di tutto il tedesca ha permesso deguincontro b to b” in occasione del Vinitaly è stato un mondo, uscendo dai confini stazioni di un’ampia gamesempio di come l’Organizzazione debba affiancarsi nazionali per conquistare ma di vini e di oli, tra i quaalle aziende. Indicando ai giovani agricoltori nuove nuovi mercati. L’attenzione li “Filo di seta” dell’azienda modalità di lavorare in rete e in sinergia. verso i nostri prodotti c’è, e pugliese Tratturi Reali, vinNicola Motolese lo dimostrano i buyer precitore delle “Tre foglie” del Presidente Nazionale Anga senti a Vinitaly – Sol, proveGambero Rosso. nienti da oltre 100 Paesi. Il Anna Gagliardi MARZO 2012 | MONDO AGRICOLO | 73


LIGURIA

4,5 milioni di euro per i giovani La Regione Liguria ha attivato un bando destinato ai giovani imprenditori agricoli che metterà a disposizione 4,5 milioni di euro, secondo quanto previsto dal Programma regionale di sviluppo rurale (Psr). I fondi regionali per l’imprenditoria agricola sono destinati ai giovani che desiderano avviare nuove imprese nel settore: sono previsti contributi secondo quanto stabilito dalla “misura 112″ del Psr che riguarda l’insediamento dei giovani agricoltori. I beneficiari degli incentivi riceveranno finanziamenti da un minino di 10 mila euro fino a un massimo di 55 mila, cifra che può variare a seconda del programma presentato. Su proposta dell’assessore all’ Agricoltura Giovanni Barbagallo è stato anche riaperta l’accettazione delle domande per ricevere sostegno negli investimenti promossi nelle aziende agricole (misura 121): in questo caso sono previsti contributi in conto capitale variabile dal 40% al 50% a seconda della zona dove è ubicata l’impresa. Nel caso di imprenditori under 40, inoltre, gli incentivi sono potenziati del 10%. È possibile presentare le domande dal 29 marzo fino al 2 luglio 2012. Al momento le risorse a diposizione ammontano, rispettivamente, a 2,6 milioni di euro per l'insediamento dei giovani agricoltori e a 1,8 milioni di euro per gli investimenti azienda. 74 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2012

Olio di seta

VINITALY

I magnifici 18

BRINDISI

Sono 18 le giovani imprese che hanno partecipato all’aperitivo in occasione del Vinitaly. Bernardo Barberani, Michele Biancardi, Domenico Biancolino, Luca Bini, Rocco Caliandro, Giuliano Conforti, Chiara Falciani, Matteo Gambaro, Lapo Gondi, Fave Lottero, Filippo Montani, Niccolò Montecchi, Elio Perciaccante, Andrea Peri, Federica Rigoni, Alberto Schiavo e Nadia Toscanino. Diciotto magnifici esempi di giovani imprese che hanno chiuso la filiera, affrontano i mercati con entusiasmo, grinta e innovazione. Imprenditori “under 40” determinati a far crescere le proprie aziende ed il proprio business. Così, l’ Anga organizzando l’iniziativa con i buyer di Austria, Germania e Svizzera ha sostenuto e assecondato le esigenze delle giovani imprese nella loro voglia di crescere, favorendo contati d’affari con i tre paesi importatori storici. Una scelta, quella di Confagricoltura, per il programma di internazionalizzazione di questa edizione della importante kermesse veronese, per sottolineare gli spazi e le occasioni di marketing da cogliere proprio all’interno della vecchia Europa, un mercato non certamente saturo.

Si chiama “Filo di seta” l’olio extravergine prodotto da Rocco Caliandro, presidente dei giovani di Confagricoltura Brindisi, che ha conquistato le Tre Foglie del Gambero Rosso al Sol di Verona. E’ tra gli “oli eccellenti, con profumi e sapori straordinari”, che costituiscono il massimo riconoscimento della guida de “I migliori extravergine d’Italia 2012” del Gambero Rosso. L’ olio di Tratturi Reali, l’azienda del giovane imprenditore, tra degustazioni guidate e abbinamenti enogastronomici, è stata al centro dell’attenzione dei visitatori e degli addetti ai lavori della manifestazione veronese. “Con passione e professionalità da anni la mia famiglia ed io portiamo avanti una produzione di eccellenza – ricorda Rocco Caliandro – con l’ obiettivo non solo di produrre un olio di alta qualità che possa conquistare i consumatori, ma anche di valorizzare e proteggere il nostro importante patrimonio olivicolo pugliese”. Il presidente dell’Anga di Brindisi guarda ancora più avanti: “Questo riconoscimento è una nuova partenza: tanti ancora sono i sogni nel cassetto, a partire dalla ristrutturazione di un antica masseria per arrivare ad ottenere il riconoscimento dei nostri ulivi millenari come Patrimonio dell’ Umanità da parte dell’ UNESCO”.

Il giornalista Antonio Paolini nel corso dell’aperitivo Anga al Vinitaly-Sol


L’Anga incontra Fini ROMA

“L’Imu soffoca le giovani imprese, economicamente piu’ fragili”. Lo ha messo in evidenza il Comitato di presidenza dell’Anga durante l’incontro con il presidente della Camera Gianfranco Fini. “L’agricoltura vive una fase di grande crisi e occorre dare più attenzione al

settore perché i problemi rischiano di soffocare la nostra voglia di fare impresa – ha spiegato il presidente dei giovani agricoltori, Nicola Motolese -. A cominciare dall’Imu, un’imposta particolarmente onerosa e devastante in particolare per le giovani imprese, che hanno investito e sono più deboli ed esposte dal punto di vista e c o n o m i c o”. Ma ci sono,a parere degli imprenditori “under 40” di Confagricoltura, anche altre questioni rilevanti che hanno bisogno di attenzione e di risposte urgenti dalla politica: “Il ricambio generazionale è fondamentale per garantire un futuro al settore, tanto che nelle statistiche europee, per questa voce l’Italia è il fanalino di coda; è in questo senso che va assolutamente reso più fa-

cile anche l’iter per l’insediamento dei giovani nel settore. Abbiamo sollecitato la cessione agli “under 40” dei terreni demaniali, ma chiediamo che vengano utilizzati criteri semplici e trasparenti per l’assegnazione, così come è fondamentale permettere ai giovani un facile accesso al credito, utilizzando l’idea imprenditoriale innovativa come garanzia – ha detto Motolese -. E’ necessario e urgente ragionare ad ampio raggio guardando al futuro del Paese, per comprendere a fondo il ruolo economico sempre più importante del nostro settore. Proprio per questo e in un’ottica di prospettiva, occorre analizzare con attenzione anche la nuova politica agricola europea, alla vigilia della sua approvazione, che segnerà, a livello comunitario e nazionale, l’agricoltura dei prossimi anni”. L’incontro si è concluso con l’impegno di organizzare un ampio confronto istituzionale sui temi dello sviluppo e della crescita, con tutto il mondo imprenditoriale giovanile.

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RETE RURALE

Giovani più multifunzionali Un recente sondaggio di Rete rurale evidenzia come le imprese condotte dagli under 40 siano più attente all' ambiente e alle attività multifunzionali. Le ricerche sulle aziende agricole condotte da imprenditori under 40 sono sempre giunte alle stesse conclusioni: le imprese agricole 'giovani' hanno una dimensione superiore alla media, più capitale fisso e un titolare con un grado di istruzione elevato. La tendenza all'innovazione, inoltre, è un caposaldo per i giovani agricoltori, ma la recente ricerca della Rete rurale ha fatto emergere un'ulteriore caratteristica: i giovani agricoltori sono molto attratti dalla multifunzionalità, ovvero dall'attuazione di modelli aziendali non tradizionali e orientati verso l'attenzione all'ambiente, la produzione di energia pulita, le fattorie didattiche e gli agriturismi. Tutte quelle attività, insomma, non direttamente agricole, ma connesse strettamente al settore primario. Questi dati non sono solo il riflesso delle tendenze contemporanee, ma hanno anche delle spiegazioni più pratiche: innanzitutto, l'adozione di attività connesse facilita la disponibilità di fondi governativi, e dunque attrae i giovani agricoltori; in secondo luogo esse vengono viste come uno stimolo aziendale, poiché Rete rurale ha rilevato che la quasi totalità dei giovani agricoltori italiani non ritiene di poter mandare avanti la propria impresa occupandosi esclusivamente di agricoltura. 76 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2012

Modello di agricolturability ROMA

Nicola Motolese ha partecipato all’ IBAC 2012, la terza edizione della manifestazione che riunisce presidenti e amministratori delegati dei più importanti gruppi industriali d’Italia e del mondo, pronti a investire su progetti di sviluppo. L’ appuntamento di quest’anno è stato dedicato a: “Il futuro di Roma Capitale, oggi. Investimenti e sviluppo sostenibile. L’ incontro, organizzato dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno e da Sir Martin Sorrell, ceo di WPP, si è tenuto in Campidoglio, nell’ aula Giulio Cesare. Numerosi i temi sul tappeto affrontati durante i lavori del meeting internazionale: dalla realizzazione del nuovo Waterfront di Ostia, alla riqualificazione di Tor Bella Monaca; dal Museo della Citta' di Roma al Secondo Polo Turistico; dall'economia solidale allo sviluppo della sostenibilità ambientale. Tra i progetti che sono stati analizzati nel corso del meeting ci sono il polo biotecnologico universitario, la realizzazione del Sistema direzionale orientale (Sdo) di Pietralata, che prevede la costruzione di housing sociale, un centro direzionale per il terziario e nuove sedi per la Pubblica Amministrazione. Si è parlato poi dello sviluppo della rete infrastrutturale romana a sostegno

dei nuovi richiami turistici come la Fiera di Roma, il Centro congressi dell' Eur, il nuovo Mercato dei fiori. Tra gli altri argomenti trattati, anche la necessità di snellire le procedure burocratiche e di potenziare l'Ict attraverso la creazione di una Factory della creatività. “Roma può costituire il perfetto modello di integrazione fra aree metropolitane e rurali”, ha sottolineato nel suo intervento il presidente dell’Anga, aggiungendo: “La nostra capitale è anche il comune agricolo più grande d'Italia e sa bene quanto conta l'agricoltura: non a caso si parla di agriculturability, (sintesi di agriculture e sustainability) che, proprio nelle aziende gestite dai giovani è, insieme all'innovazione, un concetto ormai acquisito - continua Motolese -.Va anche sottolineato il compito esclusivo del nostro settore: produrre e approvvigionare di cibo salubre una popolazione mondiale in crescita esponenziale, il primo requisito essenziale per la sostenibilità, senza il quale non ci sarebbero posteri a cui tramandare le risorse. Così come è fondamentale il ruolo dell'agricoltura nello sviluppo e nella produzione delle energie rinnovabili". La sostenibilità è naturalmente connessa all'agricoltura con un legame molto stretto, come ha sottolineato Motolese concludendo il suo intervento: “Basta, ad esempio, pensare alla possibilità di assorbire gas serra, una peculiarità dei processi di coltivazione a vantaggio della collettività – ha detto - oppure alla gestione del territorio connaturata all'attività agricola".


Per sapere tutto sull’olio CALABRIA

Anga Calabria: Alessandra Mazza, (Catanzaro), Raffaele M. Maiorano, (presidente regionale dell’associazione) e Gabriella Martillotti (Cosenza)

La coltura dell’olivo è una realtà ancora dinamica e interessante. L’ Anga di Calabria, con l’obiettivo di completare e aggiornare la formazione dei giovani imprenditori del settore, in collaborazione con Confagricoltura, ha organizzato una serie di incontri di formazione che hanno toccato i diversi aspetti colturali, di marketing e tecnici legati all’olivicoltura. «Il brand Calabria deve essere valorizzato di più e per fare ciò occorre maggiore fiducia e coesione, ma anche consapevolezza delle proprie capacità, elevabili all’infinito anche grazie a quel pizzico di curiosità che ci spinge all’innovazione - dice il presidente dei regionale dei giovani imprenditori agricoli, Raffaele M. Maiorano -. Da qui il nostro workshop che, per la prima volta nella storia della Confagricoltura Calabria, è stato itinerante e completo, aprendo le porte al meraviglioso mondo della nostra olivicoltura regionale». Il primo appuntamento si è tenuto a Strongoli Marina in provincia di Crotone, presso l’Azienda Agricola Roberto Ceraudo, per una lezione /degustazio-

ne. All’oleificio Torchia, nel catanzarese, Alessandra Mazza ha mirato l’incontro sulla meccanizzazione e sull’influenza delle tecniche estrattive sulla qualità dell’olio. Grande attenzione alla potatura nella riunione di Cosenza, ma non solo: Gabriella Martillotti ha organizzato anche una prova in campo che ha permesso di valutare le conoscenze in materia. Infine, a Vibo valentia, nell’Azienda Agricola Certomà Cosimo, Annamaria Cortose ha organizzato una giornata tutta dedicata agli innesti.denziata l’importanza dell’assaggio consapevole, delle tecniche di estrazione e della corretta conservazione del prodotto, sottolineando come ogni fase sia fondamentale all’ottenimento di un olio di alta qualità. A Cosenza, i ricercatori del Centro di Ricerca per l’olivicoltura e l’industria olearia (CRA-OLI) di Rende, hanno approfondito le tecniche di potatura dell’olivo, l’importanza dell’analisi sensoriale dell’olio extravergine d’oliva e delle tecniche di estrazione per ottenere differenti profumi e sapori. L'olivo è senz'altro la pianta che meglio rappresenta la nostra civiltà mediterranea, ma con la normale riproduzione, non si ottengono piante da coltivare.

IMPERIA

Progetto Tourval L’ Anga d’Imperia partecipa al progetto Tourval, per promuovere l’ entroterra con le sue aziende e i prodotti tipici locali; l’ iniziativa è mirata allo sviluppo delle aree rurali dell'entroterra e si pone come obiettivo il potenziamento di sinergie e collegamenti all'interno dell'area transfrontaliera. Il turismo è stategico per lo sviluppo economico dei territori interessati. Il progetto abbraccia un’ ampia area, che parte dalla Liguria per proseguire nel Basso Piemonte e nelle Langhe, per arrivare fino in Francia. E l’agricoltura contribuisce, in maniera fondamentale, allo sviluppo economico e alla valorizzazione dei territori. Tourval è un progetto ambizioso che ha lo scopo di far riscoprire, valorizzandole, tutte quelle aziende di prodotti tipici di nicchia che, altrimenti, verrebbero dimenticate all’ interno delle valli", dice il vicepresidente dei giovani di Confagricoltura, Cristina Armato, che aggiunge:"In un periodo di austerità, è molto importante cooperare per far conoscere i nostri prodotti, così come far rivivere un tempo passato attraverso gli antichi attrezzi aziendali (mini museo ), immergendosi nei profumi dell’olio extravergine taggiasco, delle piante e dei fiori di Sanremo." MARZO 2012 | MONDO AGRICOLO | 77


In primo piano la Green Energy CONSIGLIO NAZIONALE

Piero Gattoni presidente del Consorzio Italiano Biogas

Che la green energy rappresenti il futuro della produzione di energia a livello mondiale è ormai un dato di fatto. Perciò, proprio in coincidenza con BioEnergy, la manifestazione specializzata sulle rinnovabili, gli under 40 di Confagricoltura hanno scelto Cremona come sede del consiglio nazionale. “Dobbiamo disegnare il futuro delle nostre imprese. La produzione di green energy è strettamente correlata alle aziende agricole ed ha ampie prospettive di crescita”, ha detto il presidente Nicola Motolese aprendo i lavori del consiglio, per la prima volta nella storia dell’Associazione itinerante. «Per avere un ancor più stretto contatto

con la base associativa e il territorio», ha precisato il presidente Anga. Numerosissimi i giovani presenti, provenienti da tutta Italia, che hanno apprezzato l’iniziativa e la precisa analisi effettuata da Piero Gattoni, presidente del Consorzio Italiano Biogas. “E’ questa la migliore dimostrazione che i giovani credono nel futuro del settore, intendono riaffermarne il valore all’interno del sistema economico italiano, come produttore di cibo, energia e attività a tutela dell’ambiente”, ha concluso Motolese, sottolineando il lavoro di tanti giovani che fanno impresa nel settore, impegnandosi con passione e competenza per contribuire all’ innovazione a allo sviluppo del Paese. “La produzione di energia da fonti rinnovabili in agricoltura, è una scelta fondamentale per garantire il mantenimento di un tessuto produttivo agricolo sul territorio – ha spiegato Motolese -. Per avere un’agricoltura pluriattiva, che diversifica il proprio reddito e che può continuare a fornire tutela al paesaggio e all’ ambiente.

A T T U A L I T À DA L L E I M P R E S E

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T- E N E R G I E I T A L I A

A Bioenergy con il biometano

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T-Energie Italia, azienda leader nella progettazione e realizzazione di impianti di biogas, ha partecipato alla manifestazione fieristica Bioenergy Italy per presentare non solo la tecnologia degli impianti di biogas, ma anche il Biomethan, ossia il brevetto tecnologico per la realizzazione di impianti di biometano, utilizzato in Germania per enti pubblici ed aziende private. Tale tecnologia potrebbe essere applicata anche qui in Italia, appena normato il settore, immettendo biometano nella rete del gas naturale portando notevoli benefici alla comunità, sia in termini di sostenibilità ambientale, sia in termini di risparmio economico. MTEnergie continua la propria strada e proprio in questi giorni ha avviato i 78 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2012

lavori per la costruzione di due nuovi impianti di biogas, uno a Villacidro nel Medio Campidano (Sardegna) e uno a Bagnoli di Sopra in provincia di Padova (Veneto), di 999 Kw ciascuno, che corrispondono al fabbisogno energetico di circa 3.000 famiglie per ogni impianto. Attualmente gli impianti costruiti da MT, equivalenti a oltre 20 Mw installati, permettono di coprire il fabbisogno energetico di 60.000 famiglie. A fine 2012, con gli impianti attualmente in progettazione, i Mw installati saranno 35 e potranno soddisfare le esigenze energetiche di una città di circa 105.000 famiglie. “Un anno decisamente importante per la nostra azienda, che è riuscita ad ottenere questo straordinario ri-

sultato in così poco tempo” – commenta il Direttore Luigi Buson – grazie alla tecnologia proposta e all’efficienza dello staff italiano. Un raddoppio che avviene ad appena quattro anni dalla costituzione dell’azienda e in un periodo in cui - aggiunge Buson – si attendono con particolare interesse gli interventi legislativi italiani in materia di biomasse e biocarburanti’.



OVER 60 di Elisabetta Tufarelli

Punti premio per far crescere le pensioni L’ onorevole Angelo Santori, vicepresidente dei senior confederali, in occasione del 33° soggiorno pensionati di Torre Canne, ha annunciato di aver presentato una proposta di legge che offre la possibilità di incrementare il montante contributivo della pensione. “Si tratta di un problema concreto perchè le misure adottate dal Governo Monti con l’obiettivo di razionalizzare e contenere la spesa pubblica, hanno reso le pensioni più lontane nel tempo e ridotte negli importi”, afferma e aggiunge:” Questo è l’obiettivo che mi ha spinto, proprio nell’ anno europeo dedicato all’invecchiamento attivo e alla solidarietà tra le generazioni, a proporre questa iniziativa legislativa che dà l’opportunità di aumentare il proprio montante contributivo o, in alternativa, del coniuge, dei figli o dei nipoti, semplicemente facendo la spesa”. Il meccani-smo proget-tato da Angelo Santori è molto semplice perché prevede, esclusivamente su base volontaria, la possibilità unificare i punti premio delle varie

raccolte trasformandoli in “bollini pensione”. Così, fare la spesa al supermercato, mettere benzina nella macchina o utilizzare la carta di credito per i propri acquisti, permetterà di ottenere, invece di pentole o lenzuola, “punti premio” utili a incrementare la pensione. “E’ una concreta operazione di collaborazione tra le generazioni – sostiene il vicepresidente degli over 60 confederali -. Ora è necessario che venga sancita, per legge, questa possibilità in collaborazione con le aziende che fidelizzano la propria clientela innescando così anche un circuito virtuoso tra moneta elettronica, azienda commerciale e cliente a tutto vantaggio delle giovani generazioni”. Ovviamente, si tratta di un piccolo, ma significativo contribu-to, che costituisce i un forte segnale: “La proposta che ho presentato varrà anche per chi è ancora in attività – conclude Santori-, come lavoratori dipendenti e autonomi, compresi i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli a titolo principale”.

DIETA MEDITERRANEA SALVA MEMORIA

La dieta mediterranea ha un effetto salva memoria lo dimostra uno studio PREDIMED (PREvencion con DIeta MEDiterranea), condotto su circa 4 5 0 uomini e donne fra i 5 5 e gli 8 0 anni, tutti ad alto rischio cardiovascolare, dai ricercatori dell’Università di Barcellona e pubblicato sul Journal Alzheimer Deseases. Privarsi di cose buone non è salutare. Un bel bicchiere di vino rosso, noci, olio extravergine,nocciole e caffè fanno addirittura bene alla salute, mantenendo in forma cervello e memoria, riducendo il rischio di deficit cognitivi e Alzheimer. Così, la dieta mediterranea, iscritta come patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco, ora acquista sempre più valore anche per i suoi benefici sulla salute dei senior. 80| MONDO AGRICOLO | MARZO 2012

UN GERIATRA MEDICO DI FAMIGLIA

Le persone con i capelli bianchi, grazie anche alla crescita dell’età media della popolazione, hanno bisogno di uno specialista che prescriva i farmaci adatti a convivere con le patologie o con i problemi tipici dell’età. I disturbi che si presentano andrebbero affrontati non singolarmente, ma nel complesso, con un approccio “globale” al problema, evitando di prescrivere troppi medicinali. D’altra parte la forte specializzazione della medicina moderna può far perdere questo sguardo d' insieme, anche perché spesso mancano figure mediche che abbiano ancora la capacità di vedere il paziente nella sua complessità e non sotto l’aspetto ultraspecialistico della singola malattia. La soluzione potrebbe essere il geriatra che, per i pazienti senior, dovrebbe assumere la funzione di medico di famiglia, proprio così come avviene per i bambini con la scelta di un pediatra. CERVELLO A PROVA DI ETÀ Secondo un recente studio dell’Università di California, a San Francisco, riducendo i fattori di rischio come obesità, diabete, fumo e scarsa attività fisica, di solo il 25% si potrebbero prevenire circa mezzo milione di casi di demenza senile negli USA. Per Art Kramer, professore di psicologia e neuroscienze alla Università dell’Illinois, un esercizio fisico sostenuto potrebbe ridurre il rischio di demenza dal 30 al 40 per cento, rispetto a chi pratica un basso livelli di attività. Infatti, le persone fisicamente attive tendono a mantenere migliore memoria degli inattivi. Elaborare aiuta l’ippocampo, la regione del cervello coinvolta nella formazione della memoria. Con l'età, l’ ippocampo si restringe, con conseguente perdita di memoria: ecco che l’esercizio fisico, secondo la ricerca, può invertire questo processo.


©gofasano.it

Un affollato Soggiorno a Torre Canne

Bilancio positivo per il 33° Soggiorno nazionale dei pensionati di Confagricoltura al Grand Hotel Serena di Torre Canne. Fortissima l’affluenza nei due turni del consueto appuntamento annuale, a dimostrazione dell’apprezzamento degli over 60 di Confagricoltura per l’iniziativa, che ha permesso di coniugare perfettamente una piacevole vacanza con un incontro e un confronto sindacale, in pieno relax. Così, il presidente di Confagricoltura Mario Guidi ha voluto, con la sua presenza a Torre Canne, sottolineare l’importanza che hanno gli agricoltori con i capelli bianchi per l’Organizzazione: “Non mi piace il termine pensionati, preferisco chiamarli senior”, ha detto e si è soffermato sulle questioni di attualità del settore: blocco dei Tir, maltempo, caro-carburanti. “Come se tutto ciò non bastasse, è arrivata anche la nuova mazzata dell'Imu – ha sottolineato-. Voglio dire anche qui quello che ripeto continuamente: non è pensabile aumentare, in una notte, di cin-

que volte il carico fiscale per gli agricoltori, è necessario che il Governo rifaccia i conti: riscoprire l'agricoltura solo per tassarla è decisamente troppo». Guidi si è anche soffermato sulla Pac e ha messo ribadito che non è un problema dell’agricoltura, ma di tutto il Paese: “Quella della Pac, così come proposta dalla Commissione Europea, è una riforma anacronistica, poiché programma il futuro guardando al passato – ha ribadito -. Infi-

ne, come si fa a pensare alla crescita, al rafforzamento della competitività, se il reddito attuale degli agricoltori italiani è inferiore a quello del 2005?”. Il presidente degli dei senior, Bruno Allegretti, ha messo in evidenza il ruolo e l’impegno degli over ’60 per l’Organizzazione e ha ringraziato i numerosi dirigenti di Confagricoltura intervenuti al soggiorno, il presidente di Federpuglia Bucci (presente in entrambi i turni), i presidenti delle province pugliesi e il presidente nazionale dell’Anga, Nicola Motolese. Le attività collaterali del soggiorno, oltre all’importante centro termale dell’albergo Serena di Torre Canne (conosciuto anche come Grand Hotel delle Terme), sono state numerose grazie all’ampia offerta culturale, storica e ambientale della Puglia. Fitto e apprezzato è stato il programma di escursioni che ha previsto visite guidate agli scavi di Egnazia, uno dei più interessanti siti archeologici della regione, le tipiche Masserie fortificate e le chiese rupestri. Le gite a Conversano, Polignano a mare, Ostuni, Martina Franca e Ruvo di Puglia hanno permesso agli ospiti di conoscere meglio la regione più orientale d’Italia. Infine, un’intera giornata dedicata alla scoperta del prestigioso patrimonio artisticomonumentale di Lecce e della bellezza di Gallipoli, città di vacanza, ma anche sito di notevole importanza storico-naturalistica.

MARZO 2012| MONDO AGRICOLO | 81





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